AP SUPPLEMENTO N.7-09

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ANNO LUGLIO 2009 ● Supplemento mensile di Appunti Alessandrini ●  appunti.alessandrini@alice.it ANNO 1 N.1 N.7 1 GENNAIO

Trent’anni dopo la rivoluzione khomeynista il sangue scorre nuovamente a Tehran

L’elezione contestata di Ahmadinejad potrebbe innescare una nuova rivoluzione Walter Fiocchi ●

Vorrei aiutare i nostri lettori a capire, per quanto possibile, ciò che sta avvenendo in Iran. L’informazione televisiva riesce, in genere, segnata da stereotipi, condizionata da pre-giudizi da bega politica, con largo uso di parole e termini ripetuti senza mai spiegarne il significato. Cercherò allora di introdurre qualche chiarimento. Bisogna sottolineare che le discutibili prese di posizione dell’ attuale leader iraniano Ahmadinejad, ed i suoi interventi hanno una funzione prevalente di politica interna. Innanzi tutto vediamo chi sono i protagonisti dell’attuale situazione: Ahmadinejad, Khatami, Rafsanjani, Mousavi, Karroubi e Rezaei, quest’ ultimo pressoché invisibile. In un primo momento sembrava che contro Ahmadinejad si sarebbe candidato alla presidenza Khatami, già suo avversario nelle elezioni del 2005. Con Khatami inizia la storia dei riformisti. Khatami sa che l’interpretazione conservatrice della costituzione non rappresenta più la maggioranza della popolazione iraniana. In realtà ci sono sempre state due correnti in Iran dal 1979 in poi. Una favorevole alle riforme democratiche, l’altra più autoritaria, che si è rafforzata dopo la modifica della costituzione voluta da Khomeini. Karroubi ha avuto un percorso politico che lo ha portato dalle file dei conservatori a quelle dei sostenitori dei diritti delle donne e della società civile; ha fondato un partito, un quotidiano e si è dichiarato favorevole a creare un canale televisivo.

Il suo linguaggio, semplice e comprensibile, è vicino alle richieste della società civile e della popolazione iraniana.

Il contestatissimo Presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad Mousavi, quello che ora appare come l’eroe della società civile iraniana, è ricomparso dopo un’assenza di venti anni dalla vita politica ed il suo pensiero non è chiaro come quello di Karroubi. In realtà è molto legato al clero ed ai conservatori; tutta la sua forza e il suo parziale successo gli derivano dal sostegno di Khatami. Il solo Karroubi in realtà è sostenitore dei diritti delle minoranze etniche, religiose e del diritto all’uguaglianza tra uomini e donne. La contesa elettorale aveva in sé anche gravi problemi di politica

economica; infatti gli avversari del regime hanno criticato fortemente il presidente per la sua gestione delle risorse economiche del paese. Il riformista Mousavi ed il conservatore Rezaei avevano promesso una liberalizzazione dell’economia. L’altro candidato riformista, Karroubi, si è invece speso per una politica più egualitaria ed ha promesso più volte di voler ridistribuire i proventi dell’industria petrolifera. Sulla strada di una vera riforma ci sono tuttavia ostacoli che hanno finora impedito la nascita nel paese di un vero settore privato. Le politiche economiche fallimentari di Ahmadinejad, non sono la conseguenza diretta di una cattiva gestione delle risorse economiche del paese, ma il frutto di una strategia che mira a rafforzare i rapporti del presidente con alcuni gruppi di potere e le classi sociali a lui più vicine. Ahmadinejad ha così di fatto bruciato l’enorme quantità di ricchezza piovuta in Iran dopo l’aumento del prezzo del petrolio. Dietro di lui ci sono i Pasdaran: creati all’indomani della rivoluzione con lo scopo di riunire le diverse formazioni para-militari formatesi per combattere il regime dello Shah; reduci della guerra di venti anni fa contro il nemico Iraq di Saddam Hussein, hanno atteso per decenni il loro momento. E il momento è arrivato nel giugno 2005, con le elezioni di Ahmadinejad, che dei Pasdaran è simbolo per l’opinione pubblica occidentale. (continua a pag.2)


Egli ha voluto ribadire, da subito il suo legame con quella che alcuni commentatori hanno definito la “comunità del fronte”; un elevato numero dei ministri nominati durante la presidenza di Ahmadinejad erano Pasdaran e lo è anche il sindaco di Teheran, Mohammad Bagher Qalibaf. Ma il coinvolgimento delle Guardie della Rivoluzione nella “rinascita iraniana” voluta da Ahmadinejad non si è limitato alle nomine politiche: ha investito anche il settore economico. Il problema risale al periodo successivo alla guerra con l’Iraq: di fronte alla necessità di scongiurare un colpo di stato da parte dei Pasdaran reduci dal conflitto, il Presidente Rafsanjani li impegnò nelle attività economiche.

L’ex Presidente Rafsanjani L’equipaggiamento e le risorse dei Guardiani della Rivoluzione erano state così convertite a scopi civili e la relativa condizione di benessere che ne era derivata aveva evitato un’esplosione di dissenso. Mentre durante le presidenze di Khatami si era assistito a un tentativo di diminuire il ruolo nell’economia dell’ apparato militare e delle forze di sicurezza, l’elezione di Ahmadinejad non ha fatto altro che dare nuovo slancio a questa tradizione.

Nel 2006 il governo ha assegnato un contratto per il valore di più di due miliardi di dollari al reparto ingegneristico dei Pasdaran, per lo sviluppo di alcune fasi del progetto riguardante il giacimento di gas di Pars Sud, sul Golfo Persico. La scarsa esperienza nel settore degli idrocarburi abbinata all’ampiezza del progetto hanno destato non pochi sospetti che si sia trattato di una forma di compensazione per il sostegno fornito dalle forze armate all’elezione di Ahmadinejad. Con la sua elezione le Guardie della Rivoluzione hanno goduto di uno status più che privilegiato nel sistema delle commesse pubbliche, soprattutto nel settore energetico. La politica di supporto ai corpi militari e para-militari del Presidente ha fatto sì che i privilegi prima riservati ai ranghi più alti si sono estesi, secondo la logica del populismo di Ahmadinejad, anche ai livelli più bassi, del cui supporto ha goduto. Il presidente ha anche sfruttato il suo potere di finanziamento per potenziare queste strutture. L’esempio più evidente è quello dei basiji, organizzazione para-militare legata ai Pasdaran. Le loro unità sono deputate a gestire i disordini e le sommosse urbane, e uno stretto controllo sull’ opposizione. Le unità speciali dei Guardiani della Rivoluzione sono state impiegate negli scorsi giorni nel difficile compito di contenere le manifestazioni dei sostenitori del candidato moderato Mir Hussein Mousavi. La vera novità è, in ogni caso, la società civile iraniana. Lì esiste davvero, mentre da noi è solo un fantasma. Già negli anni scorsi erano evidenti avvisaglie di un processo anche di secolarizzazione comune al mondo islamico.

Giovani manifestanti “in verde” colore simbolo della rivolta Al di là dei nostri stereotipi e della nostra ignoranza di quel mondo tantissimi giovani iraniani producono blog, frequentano i social network, dialogano con i loro coetanei in tutto il mondo. Non dimentichiamo che la popolazione universitaria iraniana è straordinariamente elevata e qualificata, anche nella sua componente femminile. E l’uso di internet non è a senso unico come il nostro passivo e predominante uso del mezzo televisivo: in internet c’è una andata e un ritorno, un dialogo, un dibattito, uno scambio, la riflessione personale per comunicare davvero. Questo ha contribuito alla mobilitazione non solo nell'affluenza alle urne senza precedenti ma anche nelle manifestazioni, pre e post voto, di migliaia di persone che hanno affollato le strade della capitale e di tante altre città iraniane. L'urgenza di cambiamento dimostrata sopratutto da giovani studenti e studentesse è un sintomo della profonda frattura che affligge la Repubblica Islamica. Ap ● Supplemento

ulteriori approfondimenti sulla situazione iraniana disponibili sul sito di

ANNO 1 N.7 Luglio 2009 Coordinatore: Agostino Pietrasanta Staff: Marco Ciani ● Walter Fiocchi Dario Fornaro ● Roberto Massaro Carlo Piccini

AVVISO AI LETTORI:

http://temi.repubblica.it/ limes/tag/iran

IL MARTIRIO DELL’IRAN

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Ap ● Supplemento sospenderà per 2 mesi le pubblicazioni per ferie estive. Il prossimo numero uscirà quindi nel mese di ottobre.

Questa Newsletter non é una testata giornalistica, pertanto non deve essere considerato un prodotto editoriale soggetto alla disciplina della legge n. 62 del 7.3.2001

Ap ● Supplemento

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