APPUNTI ALESSANDRINI N.2-08

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NUMERO MONOGRAFICO CONTRO LE DISCRIMINAZIONI ANNO 2 N.2 FEBBRAIO 2008 ● Newsletter mensile di politica e attualità ●  appunti.alessandrini@alice.it

EDITORIALE

La provincia alle prese con l’immigrazione

Per non dimenticare MEMORIA E RICORDO Marco Ciani ● Questo numero monografico di Appunti Alessandrini è dedicato alla tragedia di tutti coloro che, a seguito della seconda guerra mondiale, furono trucidati, torturati, vilipesi o fatti prigionieri perché “diversi” e a tutti coloro che, a vario titolo, ancora oggi sono considerati tali. E per ciò resi oggetto di violenza e di discriminazione. Chi è stato in visita ad un campo di concentramento o chi è informato sulla storia degli esuli giuliano-dalmati, alcuni dei quali trovarono asilo proprio in provincia di Alessandria, sa che il tenere accesa la luce su questi accadimenti, anche a distanza di anni, è un dovere civile e morale che ricade su tutti noi, perché come ebbe a dire Primo Levi «Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario». Per questo motivo, anche in considerazione del fatto che Alessandria fu tra le città che pagò un prezzo di sangue per i tragici avvenimenti di quel periodo, intendiamo contribuire a tenere viva l’attenzione sperando così di fare la nostra parte per non dimenticare. A tal proposito vanno distinte due date. Il Giorno della Memoria è una ricorrenza istituita nel 2000 dal Parlamento italiano. Il testo dell'articolo 1 della legge così definisce le finalità del Giorno della Memoria: «La (segue a pag.4)

Permissivi o razzisti? Si afferma una terza possibilità Mario Bianchi ● Sembra quasi impossibile, visto il carattere particolarmente poco espansivo dei suoi abitanti, ma il territorio alessandrino si sta dimostrando una terra di accoglienza per i tanti immigrati che hanno deciso di stabilire proprio qui la lo residenza. Alessandria e l’alessandrino in genere ha accolto, da quando è iniziato il fenomeno migratorio una percentuale di “nuovi ospiti” - rispetto alla sua popolazione maggiore della media nazionale. La nostra provincia infatti accoglie a fine 2006 27.304 (0.7% sulla popolazione immigrata in Italia dati: Caritas Migrantes) di cui 6.843 minori (25.1%) e 13.883 donne (50,8%). I nuovi flussi dall’estero sono stati 5.143 nel 2006 (VEDI TABELLE A PAG.3). Per quanto riguarda le provenienze si conferma la centralità dell’Europa dell’est con albanesi e rumeni in prima fina ma anche con presenze ucraine e moldave. Distribuiti sul territorio della provincia sono anche gli emigrati provenienti dal mondo arabo, mentre più concentrati nell’ovadese sono gli ecuadoregni e sud americani in genere. La ripartizione quasi equivalente fra uomini e donne sta a dimostrare che è in atto una azione di ricongiungimento che porta a una stabilità della popolazione risedente. La stabilità dei nuclei famigliari viene confermata anche dalla presenza dei minori che rappresentano quasi il 23% di tutta la popolazione, presenza che non

può non avere un impatto importante sulla presenza della popolazione scolastica, a partire naturalmente dagli asili nei quali il numero degli iscritti figli di famiglie immigrate si avvicina sempre di più a quelli dei provenienti dalla popolazione autoctona. Il nucleo principale della popolazione straniera è rappresentato dalla fascia 25/45 anni (59,6 sulle presenze contro il 34,2 della popolazione residente) mentre è quasi totalmente assente la fascia over 60 (3,2 fra gli stranieri contro il 28,3 dei residenti). Ulteriore sintomo di stabilità viene dato dagli acquisti di case da parte di cittadini immigrati. Sono sempre più numerose le famiglie che, dopo aver raggiunto una qualche stabilità economica ed aver attuato il ricongiungimento, passano all’acquisto dell’abitazione dimostrando un desiderio di trasformansi in popolazione stanziale. E questo anche se la richiesta di casa fra la popolazione immigrata è seconda solamente alla richiesta di lavoro stabile. (segue a pagina. 4)

AVVISO AI LETTORI causa problemi tecnici, alcune mail inviate alla redazione di Ap negli ultimi 2 mesi non sono state recapitate. Nello scusarci per l’inconveniente invitiamo chi ci avesse scritto nel frattempo a reinviarci le mail spedite


L’INTERVISTAL

L

Una panoramica originale sul mondo dello “ziganismo”

Tra pregiudizi e poca conoscenza, SINTI e ROM nell’Europa globalizzata A cura della Redazione ● Appunti Alessandrini ha intervistato Eva Rizzin, uno dei maggiiori conoscitori in assoluto dei mondi Rom e Sinto. In quanto appartenente alla minoranza Sinta, quali problemi, quali contraddizioni avverte nella situazione italiana attuale? Spesso i Rom vengono considerati come un gruppo uniforme ed omogeneo. In realtà, in Italia abbiamo sia i Rom che i Sinti di antico insediamento, presenti dal XV secolo. Il popolo Rom e Sinto si presenta con caratteri eterogenei: comprende cittadini italiani, europei,

aProfilo di EVA RIZZINa E’ nata e cresciuta in un campo nomadi. La sua famiglia ha scelto in seguito di vivere in una casa, permettendo ad Eva di frequentare le scuole. Si è laureata in Scienze Politiche all’Università di Trieste con una tesi sulla cultura della comunità dei Sinti Gackane Eftawagaria. Ha conseguito un dottorato di ricerca in Geopolitica e Geostrategia presso l’Università di Trieste sul fenomeno dell’Antiziganismo nell’Europa allargata. Appartiene alla comunità dei Sinti e collabora intensamente con “OsservAzione”, centro di ricerca-azione contro la discriminazione di Rom e Sinti. E’ membro del Comitato “Rom e Sinti Insieme” che ha come finalità – primo in Italia – di coordinare le comunità presenti sul nostro territorio. Attualmente vive in Friuli.

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extra europei, stranieri regolari, profughi e stranieri irregolari, che costituiscono parte integrante della popolazione e della storia nazionale, tanto che un numero rilevante di essi possiede la nazionalità italiana. Nel nostro Paese decine di migliaia di Rom, Sinti, Italiani e stranieri, soggetti attivi, partecipi del tessuto sociale del paese d’appartenenza o d’adozione, spesso sono costretti a nascondere la loro identità a causa delle mancanze gravi dello Stato italiano nella tutela della loro cultura. L’opinione pubblica manifesta poca sensibilità, se non avversione, per le minoranze “zingare”. E’ un fenomeno tipicamente italiano o è diffuso nei paesi dell’Unione Europea? Uno dei pregiudizi più diffusi considera i Rom e i Sinti come geneticamente inclini al crimine e alla devianza. Spesso le generalizzazioni fanno si che il reato commesso dal singolo ricada su tutta l’intera comunità. Se un Rom ruba tutti i Rom sono ladri, a scapito del principio giuridico delle responsabilità penali in capo al singolo individuo. Considerato che parte dei pregiudizi e degli stereotipi verso le minoranze Rom e Sinte derivano dalla assoluta non conoscenza delle culture e dei valori espressi da tali comunità, sarebbero necessarie delle campagne di sensibilizzazione per promuoverne la conoscenza. Una adeguata conoscenza costituisce una risposta al problema. I Rom e Sinti sono cittadini europei questo significa che non hanno solo obblighi ma anche diritti e aspirazioni come tutti gli altri cittadini, quindi i loro diritti umani devono essere riconosciuti. A tal proposito, il Consiglio d’Europa ha a mio avviso intrapreso una bella iniziativa chiamata DOSTA! che in ròmanes (lingua parlata dai Rom e dai Sinti) significa “basta!”: interROMpi il pregiudizio e scopri i Rom!

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Secondo lei, quali sono gli atteggiamenti discriminatori più gravi, legali e non, che si manifestano in Italia? Ci può fornire qualche esempio concreto? I Ventisette dell'Unione Europea sono ancora lontani dall’aver superato il problema delle discriminazioni, anche perché la maggior parte dei paesi europei, Italia inclusa, non dispone di sufficienti informazioni sugli episodi di razzismo o di discriminazione. Per i Rom però oggi sopravvivere non è cosa semplice e facile. Varie organizzazioni internazionali hanno più volte sottolineato il fatto che i Rom e i Sinti rimangono i gruppi etnici più colpiti dalla povertà, dalla discriminazione nel settore occupazionale, educativo, sanitario, amministrativo e in numerosi altri servizi. Nel 2001 l’ECRI (Commissione Europea Contro il Razzismo e l’Intolleranza), nel suo secondo rapporto e di recente nel 2005 nel suo terzo rapporto sulla situazione Italiana rispetto al razzismo e l’intolleranza, esprimeva una seria preoccupazione per il diffuso utilizzo della propaganda razzista da parte di alcuni partiti politici italiani. Nella sua visita in Italia nel 2005 Alvaro Gil Robles, commissario per i diritti umani del Consiglio D’Europa sottolineava come in Italia non ci fosse uno status giuridico specifico per le minoranze Rom e Sinte. Ancora oggi in Italia non godono della protezione di minoranze etniche sulla base del fatto che essi non sono legati ad un territorio specifico. Eppure molte raccomandazioni delle istituzioni europee hanno ricordato che l’assenza del criterio della territorialità non è sufficiente ad escludere il riconoscimento. I campi per Rom e Sinti costituiscono uno dei principali paradigmi del pregiudizio e della mancanza di pianificazione istituzionale nell’ambito di politiche sociali e di accoglienza e costituiscono esempio evidente della segregazione razziale che esiste in Italia.

Ap ● PER UN DIBATTITO POLITICO


APPUNTI ALESSANDRINI

ALCUNI DATI SULLA PRESENZA DI STRANIERI IN PR. DI ALESSANDRIA

1.999

4.767

2000 4.761

4.310

9.071

2002 6.117

5.987 12.104

47,44 25,05 40,50

EVA RIZZIN

2004 10.378 9.965 20.343

ASINTI e ROMA Oggi in Italia ci sono da 60 a 90 mila persone appartenenti a gruppi etnici di origine indiana che si autodefiniscono SINTI o ROM, più altri ceppi minori. Il nucleo maggiore è costituito dai SINTI. Di questi solo una parte vivono nei campi-nomadi. Gli altri sono sedentari in case fisse. L'altro gruppo importante è quello dei ROM quasi totalmente insediati nei campi.

2006 13.131 13.570 26.701

23,81

Valenza Alessandria Novi Ligure Acqui Terme Casale M.to Ovada Tortona Tot. Pr. AL

% su totale Popolazione

Totale Popolazione

Immigrati

Presenza stranieri per Centri Zona (fonte:Cons. Terr. dell’Immigrazione. Dati riferiti al 01.01.2006)

Zona

partner impegnati nella difesa dei diritti umani, organizzazioni non governative e società. La collaborazione è essenziale nella concretizzazione delle politiche che possono o non possono realizzare a favore dei Rom e dei Sinti. In gennaio si è celebrato il “Giorno della memoria”. Cosa può dire del prezzo pagato dalla popolazione Rom e Sinta per colpa del nazifascismo? Durante la seconda guerra mondiale vennero sterminati tra i 400 e 600 mila fra Sinti e Rom, vittime del nazionalsocialismo e dei suoi folli progetti di dominazione razziale. La memoria del genocidio dei Rom e Sinti è essenziale poiché fa parte della storia italiana ed europea. I campi di sterminio costruiti dai nazisti ma anche dai fascisti in Italia sono tra le pagine più vergognose e dolorose della storia del nostro continente. Tutto questo deve vivere nella memoria delle generazioni future.

3

Aumento %

Totale

1998 2.768

Maschi

Femmine

Presenza totale degli stranieri in Provincia di Alessandria 1998-2006 (fonte:Cons. Terr. dell’Immigrazione)

Anno

Ne consegue una situazione che genera separazione e non permette un dialogo autentico fra culture e stili di vita differenti. Si limita l’accesso all’istruzione e all’assistenza sanitaria, e si condannano i minori Rom e Sinti ad una sostanziale esclusione sociale. Nei campi i neonati nascono sottopeso come in Zimbabwe, un terzo soffre di diarrea o malattie respiratorie. Senza contare le tragedie di Rom morti assiderati o vittime di incendi, come il caso di Livorno che ha portato alla morte di quattro bambini, o il recentissimo caso del bimbo di 4 anni che ha perso la vita in un incendio a Bologna. Queste tragedie sono avvenute dopo che l’Italia aveva ricevuto, nel dicembre 2005, una condanna del Comitato Europeo per i Diritti Sociali (ECSR), per tre violazioni della carta sociale europea in relazione al diritto all’abitare dei Rom. Il superamento dei campi richiede dunque un’ampia politica abitativa fondata su iniziative antidiscriminatorie nel rispetto della cultura Rom e Sinta. Non esiste soluzione generalizzabile, bisogna coinvolgere le comunità attraverso la partecipazione alle politiche che riguardano la loro esistenza. In quanto appartenente ad una minoranza e per il ruolo professionale che riveste, quale progetto intende portare avanti per superare la discriminazione che emargina Rom e Sinti? In Italia si continua ad ignorare il fallimento di gran parte dei progetti, progetti fasulli che non fanno emergere i diretti interessati Rom e Sinti, mentre in altri paesi europei sono state attivate specifiche strategie per eleggere Rom e Sinti a tutti i livelli, dal Parlamento europeo, al Parlamento nazionale, ai governi locali. Il 2007 è stato definito dall’Unione Europea come l’anno delle pari opportunità per tutti. E proprio l’anno scorso noi Sinti e Rom abbiamo deciso di unirci per creare il Comitato Rom e Sinti Insieme, un comitato che è nato perché i Rom e i Sinti hanno voluto e vogliono dimostrare che la responsabilità non è solo della società maggioritaria ma anche nostra perché noi possiamo, anzi, dobbiamo influenzare il nostro futuro. Combattere l’esclusione sociale e i pregiudizi richiede uno sforzo ampio di collaborazione fra i Rom e i Sinti, le autorità pubbliche,

1.293 28.146 9.365 125.580 4.089 71.943 2.528 42.462 4.339 74.288 1.175 27.544 3.912 61.383 26.701 431.346

Totale Italia

4,6 7,5 5,7 6,0 5,8 4,3 6,4 6,2 4,5

Prime 8 nazionalità di provenienza degli stranieri in Provincia di AL (fonte:Cons. Terr. dell’Immigrazione) Nazionalità 1998 Albania Marocco Romania Ecuador Macedonia Cina Tunisia Ucraina

%

2006

%

1.297 27,2 6.808 25,5 1.606 33,7 5.520 20,7 108 2,3 4.082 15,3 27 0,6 1.527 5,7 123 2,6 917 3,4 109 2,3 629 2,4 186 3,9 618 2,3 7 0,1 577 2,2

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MEMORIA E RICORDO

Terra di accoglienza

(Editoriale - continua da pagina 1)

Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati». Il Giorno del Ricordo invece si celebra il 10 febbraio in Italia, in memoria delle vittime delle foibe (grotte carsiche), dell'esodo giuliano-dalmata, delle vicende del confine orientale del secondo dopoguerra. Diverse migliaia di persone furono trucidate e molte di esse furono gettate vive nelle foibe per occultarne i cadaveri da parte dei titoisti. Per tre motivi. Vendicarsi di nemici personali. Dominare e terrorizzare la popolazione italiana delle zone contese. Eliminare gli oppositori politici e i cittadini italiani che si opponevano (o avrebbero potuto opporsi) alle politiche del Partito Comunista Jugoslavo di Tito.

(continua da pagina 1)

Quale insegnamento dobbiamo trarre, a tanti anni di distanza? Se vogliamo sperare di lasciare ai nostri figli un mondo migliore e scongiurare il ripetersi di simili sciagure, non possiamo mai dimenticare. Soprattutto non dobbiamo scordare che dietro ogni persona ci sono state una vita umana e una storia fatta di dolore e rabbia, affetto e solitudine, calore e paure, speranze e delusioni e, infine, amore. Esattamente come per ognuno di noi. E come per i nostri familiari. E come per tutti gli uomini e donne di qualunque condizione. Proviamo allora a fare un esercizio di immaginazione. E se fossi io il “diverso”? E se fosse mio figlio (o mia figlia), l’extracomunitario, lo zingaro, l’ebreo, il palestinese, il mussulmano, l’omosessuale, l’antagonista politico, il disadattato? E se fosse la mia famiglia ad essere discriminata ed offesa? E se, un giorno, ciò che è accaduto - o accade - ad altri capitasse invece a me… Se compiremo di tanto in tanto questo piccolo sforzo, avremo forse fatto progredire gli uomini sul cammino, sempre irto e mai scontato, della tolleranza e della fraternità.

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Fiera del Libro di Torino In merito alla proposta di boicottaggio a Israele nel 60° dalla sua fondazione, alla Fiera Internazionale del Libro di Torino, abbandonando ogni diplomazia, non possiamo che associarci allo scrittore Claudio Magris che, dalle colonne del Cor.Sera, ha correttamente definito l’episodio una penosa pagliacciata, seguita purtroppo dall’inquietante lista nera dei docenti ebrei apparsa in questi giorni su internet

Infatti fra gli stranieri che si rivolgono ai centri di ascolto CARITAS il 74% delle richieste riguarda appunto l’esigenza abitativa contro il 24% delle richieste fatto dalla popolazione italiana. Per quanto riguarda l’inserimento lavorativo si è notato un aumento dell’occupazione di circa l’ 1,24%. Con risultati positivi nel terziario e nel manifatturiero. Un capitolo a parte riguarda la cura della persona riservata quasi esclusivamente a particolari etnie (provenienze dai paesi dell’est, filippine e centro america) anche se questi impieghi si prestano maggiormente di altri ad essere lavori da primo inserimento caratterizzati da anonimato ed invisibilità e, in modo particolare, da irregolarità. Poco significativo per il nostro territorio è il lavoro agricolo, in modo particolare stagionale, a parte forse il territorio di Castellazzo Bormida, in cui l’etnia rumena ha la prevalenza su tutte le altre. In evidenza invece con circa il 30% delle assunzioni è la filiera delle costruzioni, filiera che assorbe anche la maggior parte delle nuove ditte individuali (oltre 600 richieste di partita IVA nel 2006), fenomeno che forse mette in evidenza non tanto la nuova capacità imprenditoriale, ma un tentativo di sfruttamento da parte dell’imprenditorialità residente (attraverso il regime del subappalto) di forza lavoro a basso costo.

ANNO 2 N.2 Febbraio 2008 Coordinatore: Agostino Pietrasanta Staff: Marco Ciani ● Walter Fiocchi Dario Fornaro ● Roberto Massaro Carlo Piccini Per ricevere questa Newsletter manda una mail all’indirizzo

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