Newsletter mensile di politica e attualità
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ANNO 4 N. 8 AGOSTO 2010 ●
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EDITORIALE
Se l'esaltazione di una concezione non fa rima con i fatti
Cronaca di un disastro annunciato
AFGHANISTAN: UNA “GUERRA DI BANDE” Walter Fiocchi ● I dossier pubblicati in contemporanea mondiale da New York Times, Guardian e Der Spiegel non dicono nulla di nuovo. Per sapere che alcuni settori dei servizi segreti pakistani collaboravano e collaborano con Al Qaeda e Talebani non occorre rovistare nei computer del Pentagono. Basta esaminare i documenti che, dai tempi dell’invasione sovietica dell’Afghanistan, denunciano i rapporti tra il fondamentalismo islamico e i servizi segreti di Islamabad, tanto che la Cia, all’indomani dell’11 settembre, pretese la rimozione del generale Mahmoud Ahmed, capo dell’Inter-Services Intelligence (o ISI) principale servizio segreto Pakistano che consigliò ai capi talebani di non consegnare Osama Bin Laden all’America. Basta informarsi sui rapporti dell’intelligence indiana secondo cui Islamabad sarebbe il mandante delle stragi di Mumbai. Bastano le comunicazioni fatte filtrare dalla Cia nell’agosto 2008 in cui si documenta il ruolo giocato degli agenti pakistani nell’attentato contro l’ambasciata indiana a Kabul. Non c’era bisogno di svaligiare gli archivi militari per sapere che in Afghanistan i raid aerei fanno da sempre vittime civili e le forze speciali dell’Isaf o rganizzano operazioni di agenti infiltrati il cui principale obiettivo è l’eliminazione dei capi di Al Qaeda, senza processo. E mentre in Afghanistan si continua a combattere e morire (“missione di pace”!), a mano a mano che vengono (segue a pag.4)
Riformare contro la nostalgia del principe legibus solutus Sandro Strozzi ● Tutto il pensiero liberale continentale – tanto caro a parole al nostro capo del governo e ai suoi onnipresenti consiglieri e difensori – è caratterizzato da due enunciati fondamentali: la sovranità della legge e la separazione dei poteri (legislativo, esecutivo e giudiziario). E' sufficiente scorrere le opere più note dei tre maestri, cioè Montesquieu, Constant e Tocqueville per rendersi conto che per loro questi erano i due unici principi che distinguevano un governo liberale e costituzionale da un governo dispotico. Del resto basti ricordare che l'assolutismo presupponeva che il sovrano accentrasse in sé tutti i poteri e fosse legibus solutus1. E' ben comprensibile dunque che i pensatori liberali abbiano individuato nella separazione dei poteri e nell'universale soggezione alla legge, senza immunità di sorta, i due meccanismi, anzi i due principi che avrebbero consentito di transitare da un regime assolutistico ad un regime costituzionale. E' anche noto che il pensiero liberale nutriva notevoli riserve nei confronti della "democrazia" in quanto vi intravvedeva un'altra forma di dispotismo, diverso da quello monarchico, ma pure caratterizzato dal possibile arbitrio della maggioranza che, proprio perché tale, si poteva sentire dispensata dall'osservanza della legge, con tutti gli abusi che ne sarebbero conseguiti.
Che i tre grandi pensatori liberali che ho citato tendessero a co contrapporre il governo costituzionale al regime democratico dipendeva anche dalle modalità con cui la d democrazia si era presentata nel co corso della storia antica e, ancor più, nel corso delle recentissime vicende della Rivoluzione francese, nel periodo in cui l'ispirazione rouss rousseauviana si era fatta maggiormente sentire. E' ipotizzabile che i filosofi liberali avessero il timore che il principio democratico – per la sua essenza tendenzialmente totalitaria, specialmente nei casi assai ricorrenti anche oggi in cui potere legislativo e potere esecutivo sono espressi espressione di una stessa maggioranza o di uno stesso partito – non tollerasse o, comunque, mal tollerasse e ce cercasse di sottrarsi alle limitazioni rapprese rappresentate dai due capisaldi del regime costituzionale. Sta di fatto che la lungimiranza e la fondatezza dei loro sospetti e delle loro preoccupazioni hanno trovato nella storia del secolo appena tr trascorso – nel quale i regimi più assolutistici sono giunti al p potere e lo hanno mantenuto in maniera più o meno democratica - ampie conferme e, a quanto pare, non trovano smentite nemmeno oggi, tanto più (segue a pag.4)
L’INTERVISTAL
L
Il MoVimento 5 Stelle, vera novità del panorama politico
Anche in Piemonte le liste lanciate da Grillo preparano nuove sorprese A cura di Marco Ciani ● Se il grande Eduardo De Filippo fosse ancora vivo, parafrasando la sua celeberrima opera teatrale, scriverebbe quasi certamente una commedia dal titolo "Le elezioni non finiscono mai". Almeno in Italia. Infatti, non è del tutto improbabile che i cittadini piemontesi siano chiamati a rivotare, fra poco tempo, sia per il governo della Regione che per quello nazionale. Ciò che invece appare assodato, dopo le ultime esternazioni di Giuseppe Grillo, in arte "Beppe", è che a entrambi gli appuntamenti si presenterà la lista da lui ispirata: il "MoVimento 5 Stelle". Per approfondire l'argomento abbiamo sentito il parere di Davide Bono, medico, e soprattutto candidato presidente per il MoVimento alle ultime elezioni regionali dove ha raccolto un successo misurabile in circa 70 mila suffragi, pari a quasi il 4% dei voti espressi. Con il 4% dei voti, il MoVimento 5 Stelle è stato la vera sorpresa delle ultime regionali in Piemonte. A cosa attribuisce il vostro successo? A nostro avviso questo successo sorprende più che altro i cittadini che si informano solo sui grandi media. Nella rete internet e nei blog le proposte del MoVimento 5 Stelle sono molto dibattute e ogni giorno nuovi simpatizzanti ci scrivono dicendo che vogliono partecipare e dare una mano. Pochi italiani usano internet come fonte principale di informazione. Alcuni di loro non sanno nemmeno che il MoVimento esiste perché giornali e TV non ne parlano. La vera forza innovativa è stata un miscuglio di tre fattori: - la novità: non leaderismo, facce nuove, pulite, nessuna ideologia preconcetta, nessuna alleanza con vecchi partiti, termini e metodi nuovi nel
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fare politica (il rifiutare un'associazione con tesseramento, le forme gerarchiche di potere, il finanziamento pubblico) ed un programma scritto insieme alla gente, ai comitati e alle associazioni attivi nei territori;
Davide BONO - il programma: il nostro programma è l'unico che permetterebbe di uscire dalla crisi economica, sociale, valoriale, ambientale anziché peggiorarla come quelli di destri e sinistri. Innanzitutto trasparenza e partecipazione in modo che nessuna possa fare i propri interessi dietro posti pubblici, poi programmazione a medio-lungo termine seguendo le migliori idee, tecniche e tecnologie che sono in uso nel mondo: energie rinnovabili e pulite, distribuite, filiera agroalimentare corta e non dipendente dal petrolio, banda larga per tutti, microcredito e introduzione monete locali per realizzare la democrazia tramite l'esercizio della sovranità energetica, alimentare, di informazione e monetaria. - Beppe Grillo: la notorietà di Beppe ha dato visibilità ai nostri progetti e ai nostri candidati sconosciuti. La gente si è fidata di lui premiando così l'indipendente fonte di vera informazione del blog beppegrillo.it. Molti vi considerano un movimento di protesta destinato a rimanere per sempre all’opposizione. E’così? 2
Si sbagliano, ripeto, siamo gli unici con delle proposte serie per uscire dalla crisi che comporta la globalizzazione competitiva verso sempre maggior consumo di risorse. Solo che le nostre idee non filtrano, bloccate dai media di partito. Il principale obiettivo dei consiglieri eletti è infatti far sì che le informazioni che ad oggi transitano soltanto dentro le istituzioni, vengano rese pubbliche in modo che i cittadini possano giudicare quali consiglieri, partiti, movimenti e gruppi politici stanno davvero amministrando nell' interesse di tutti. Se tutti saranno messi in grado di competere sul merito delle idee e non sulla forza dei capitali da investire nelle campagne elettorali allora se ne vedranno delle belle. L'ultima parola spetta ai cittadini, sono loro che devono decidere se l'attuale politica va bene o se è ora di rinnovare, ma senza libera informazione non c'è libera scelta. Dopo le elezioni, i ricorsi. Qualora si rivotasse per la Regione Piemonte, confermereste la Vostra scelta di correre da soli? Assolutamente sì, come si fa ad allearsi con qualcuno dei presenti? Noi tra l'altro da non-Statuto (abbiamo un non-Statuto per la nonAssociazione del movimento) non possiamo fare alleanze con partiti ma solo con liste civiche, se dovessero nascere liste civiche vere, fatte dai cittadini, per il bene comune, se ne potrà parlare. Il fatto stesso di poter riandare al voto dopo così poco tempo dovrebbe far capire che ormai questa classe politica non ha più alcuna credibilità e va sostituita. Non solo incapace ma dannosa. Quali priorità vi siete dati come gruppo consiliare regionale?
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Il comico genovese Beppe GRILLO ispiratore del MoVimento 5 Stelle
La giunta Cota a nostro avviso sta anch'essa affrontando le emergenze senza programmare a lungo termine, andando avanti a slogan e con operazioni di facciata. Non ha minimamente capito la portata e le motivazioni della crisi, adducendole all'immigrazione e all'illegalità diffusa che ne sono invece un prodotto. A questo si aggiunga che il clima politico attuale, reso assai incerto dai ricorsi elettorali pendenti, ha dato il via ad una vera e propria continua campagna elettorale che rende ancora più difficile il confronto civile tra le parti e la minestra (fredda) è servita. Se si riandasse al voto (cosa che nonostante tutto abbiamo sempre scongiurato) siamo convinti di raddoppiare i nostri consensi. Il "non Statuto" della "non Associazione"
L'elemento fin qui prioritario della nostra attività in Consiglio Regionale è stato quello della riduzione dei costi e dell'autoreferenzialità della politica. Abbiamo presentato una proposta di legge per la riduzione dell'indennità di carica dei Consiglieri e di tutti i membri della Giunta regionale, nella quale proponiamo anche la cancellazione dei gettoni di presenza, dei rimborsi forfettari e del vitalizio. Le somme risparmiate verrebbero destinate ad un fondo per l'edilizia scolastica ed il sostegno alla diffusione della banda larga sul territorio piemontese. Non meno importante è il tema della trasparenza: ci stiamo battendo per rendere pubblici i curricula di tutti i candidati agli enti regionali di nomina politica e per creare un'anagrafe degli eletti. In due parole. In cosa ha sbagliato Mercedes Bresso e cosa invece non vi piace dell’attuale giunta Cota? Sul perché la Bresso non ha preso i voti della maggioranza dei piemontesi, bisognerebbe chiederlo ai cittadini. Forse la gente ha capito che è sbagliato allearsi con chiunque con l'unico obiettivo di arrivare al 51% ma senza un programma comune e condiviso con i cittadini. La gente chiede di partecipare alla vita politica, ma i partiti non lo permettono. La Bresso poi ha tradito insieme al suo partito molte delle richieste del suo elettorato.
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MoVimento 5 Stelle
Internet, anticonformismo e molta passione. Sembra questa la cifra del successo per il MoVimento 5 Stelle (M5S, per brevità), dove la "V" maiuscola ricorda il celebre "Vaffa-Day", dell'8 settembre 2007 (e seguenti) nel quale, alla presenza di un numeroso pubblico, venne proposta una legge di iniziativa popolare su tre punti: 1) nessun cittadino italiano può candidarsi in Parlamento se condannato in via definitiva, o in primo e secondo grado in attesa di giudizio finale; 2) nessun cittadino italiano può essere eletto in Parlamento per più di due legislature. La regola è valida retroattivamente; 3) i candidati al Parlamento devono essere votati dai cittadini con la preferenza diretta. Le 5 stelle indicano invece i principali campi d'azione delle liste: ambiente, acqua, sviluppo, connettività, trasporti. Difficile non rimanere colpiti poi da una formazione politica che si presenta alle elezioni ottenendo pure un incoraggiante risultato, ma che si dichiara "non Associazione", retta da un "non Statuto" di soli 7 articoli. Al di là delle suggestioni carrolliane, cosa dice il "non Statuto" della "non Associazione"? Intanto che il M5S "rappresenta una piattaforma ed un veicolo di confronto e consultazione che trae origine e trova il suo epicentro nel blog www.beppegrillo.it". Questo indirizzo web coincide anche con la "sede", virtuale, del movimento. Un elemento molto importante di questo modo di occuparsi di politica è il MeetUp, cioè un sito che consente di organizzare in modo semplice incontri tra persone interessate ad un argomento in ogni parte del mondo e anche in ogni città italiana. In Alessandria ad oggi ne risultano attivi due: Alessandria e Alessandria-1. 3
Appena un po' oscurato dalle liti tra berlusconiani e finiani e dagli interrogativi sulle elezioni, continua il dibattito sulla crisi del nostro sistema politico. In un incontro tenuto qualche tempo fa a Villachiara (BS), l'avvocato Mino Martinazzoli, esponente di spicco del cattolicesimo democratico e ultimo segretario della Democrazia Cristiana, espresse la seguente considerazione, chiudendo con un gustoso aneddoto che vale la pena riproporre. «Vedo in giro molta ipocrisia. Molti esponenti politici che dichiarano: sia chiaro la parte prima della Costituzione non si tocca, ma la seconda parte si deve adeguare, non è più in linea con i tempi, le istituzioni sono decrepite, la politica deve essere più veloce, più efficiente, si prospetta un primato del fare sul dire. Come se si potesse fare senza dire! La discussione non è qualcosa che ci impedisce di essere veloci, di essere moderni. Di fronte a questa idea della politica veloce, della presunta efficienza vorrei raccontare un apologo. Un amministratore delegato riceve l’invito per assistere ad un concerto nel quale si eseguirà la sinfonia numero otto di Schubert, meglio conosciuta come "l’incompiuta". Poiché non poteva andare al concerto, perché aveva il consiglio di amministrazione proprio in quella sera, regala l’invito al capo del personale, un giovane molto bravo e impegnato nell’azienda. Il giorno dopo l’amministratore delegato chiede al capo del personale se gli fosse piaciuto il concerto. Il capo del personale risponde che entro mezzogiorno avrebbe avuto la relazione sulla scrivania. Voi non lo sapete, ma i manager moderni parlano così. Quando ricevette la relazione, che peraltro non era richiesta, l’amministratore delegato ne lesse con sorpresa il contenuto. Era divisa in 5 punti: 1) durante il considerevole tempo di quattro ore, tanto dura la sinfonia, si dovrebbero ridurre il numero degli squilli di tromba, eliminando così un terzo del tempo; 2) i dodici violini suonano la medesima nota, quindi l’organico dei violini potrebbe essere drasticamente ridotto; 3) non servono tutti quegli ottoni che ripetono lo stesso suono; 4) eliminando i passaggi ridondanti il concerto potrebbe essere ridotto di un quarto; 5) se Schubert avesse tenuto conto di tutte queste indicazioni certamente avrebbe terminato la sinfonia».
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AFGHANISTAN: UNA “GUERRA DI BANDE” (Editoriale - continua da pagina 1)
approfonditi i documenti riservati pubblicati da Wikileaks, emergono anche diversi episodi che riguardano direttamente il nostro Paese, mentre cresce il numero di morti anche italiani. Si va dalle pressioni di Washington sulla magistratura italiana per evitare il processo al soldato statunitense Mario Lozano, accusato di aver ucciso il funzionario del Sismi Nicola Calipari, al continuo ritrovamento di mine di fabbricazione italiana utilizzate per costruire letali ordigni artigianali. Emerge (?) il rapporto di ipocrita sudditanza del nostro governo nei confronti della Casa Bianca: è documentato da una relazione dell’ambasciata statunitense a Roma, risalente al 30 e 31 maggio 2007, dal titolo “Afghanistan: l’Italia pianifica altri contributi all’Isaf”. In effetti, ciò che viene a galla non è altro che il solito calderone infernale di ogni guerra, fatto di omicidi mirati, errori di bombardamento, stragi continue. Tutto ciò era già noto agli addetti ai lavori, e - in fondo - anche a chi ha voluto cercare un minimo di informazione non embedded. I giornalisti embedded sono parte integrante dei conflitti recenti e da loro riceviamo le informazioni che i media ci propongono ogni giorno. Questi giornalisti hanno firmato contratti con i militari promettendo di non comunicare informazioni che possano compromettere le scelte compiute. Si cerca di dominare l'ambito dell'informazione. Senza entrare nel merito delle decine di migliaia di pagine (segrete!) emerse, che possiamo dire? Dico che è in corso una “guerra di bande”! L’Afghanistan vive una “guerra di bande” da sempre: troppo spesso si dimentica che l’Afghanistan attuale è
(continua da pagina 1)
e resta un coacervo di piccoli “feudi” tribali e di clan che nessuna forza nazionale o internazionale è mai riuscita ad unire in una unità statuale, ma solo ha potuto portare ad occasionali ed interessate alleanze temporanee. Il valore strategico dell’Afganistan è legato ai gasdotti e ai corridoi commerciali che lo attraversano, collegando gli Stati ex-sovietici dell’Asia centrale con il Pakistan e l’India. E c’è la recente scoperta di immensi giacimenti di uranio. L’esercito afgano è armato dall’Occidente (Usa e Gran Bretagna in testa), i mujaheddin da Russia, India, Iran, Tagikistan e Uzbekistan. I talebani si finanziano col commercio illegale di oppio e grazie all’appoggio indiretto del Pakistan e dell’ Arabia Saudita. Provate a fare il conto delle bande. E poi c’è la banda del Pentagono nemica delle parole (anche se solo parole finora!) di apertura, di speranza, di nuovo corso e nuovo ruolo degli Usa, pronunciate da Obama: se documenti segreti emergono è perché qualcuno ha voluto che emergessero! E la banda dei fabbricanti di armi? Anche l’Italia ne fa parte, dando il suo pacifico contributo di mine antiuomo che i nostri soldati vanno poi a disinnescare, a volte perdendoci la vita… L’unica banda di cui non si ha notizia è la banda di Al-Qaeda! I leaders di Al– Qaeda sono ancora liberi. Se si tratta di una banda di delinquenti, come mai non si utilizzano i metodi investigativi e dell’intelligence di cui gli Usa sono esperti? È credibile che una banda di criminali, per giunta descritta come priva di equilibrio psichico, possa sfidare l’intero Occidente? Chiunque vinca in una guerra di bande, sarà sempre un disastro per la pace…
APPUNTI ALESSANDRINI Ap ● per un dibattito politico
che i mezzi per condizionare e manipolare l'elettore si sono eccezionalmente evoluti ed oggi, nel nostro paese, sono clamorosi. Eppure il regime costituzionale vagheggiato dai filosofi liberali - in cui un potere bilancia e controlla l'altro nel rispetto della costituzione e della legge - rappresenta un presupposto irrinunciabile per una democrazia e l'insofferenza del potere legislativo e del potere esecutivo per il doveroso controllo di legalità operato dall'ordine giudiziario e, peggio ancora, i tentativi diretti ad imbavagliare, anche con la corruzione, alcuni membri della magistratura, costituiscono, per la democrazia italiana, un tragico segnale. Ma l'ordine giudiziario, ancorché sostenuto dall'opinione pubblica più sensibile, difficilmente potrà resistere a lungo alle manovre degli apparati corruttivi praticati dal potere esecutivo, e proprio in questi giorni ne osserviamo i prodromi... E' indispensabile pensare all'unica riforma necessaria, quella diretta a rendere veramente indipendenti, l'uno dall'altro, i poteri esecutivo e legislativo, in modo tale che nessuno dei tre poteri possa colludere con l'altro. ---1
Legibus solutus è una locuzione latina, traducibile con la frase: "non soggetto alla legge". Si dice specialmente di soggetti che in regimi di tipo monarchico o anarchico possono (e non potevano) fare ciò che desiderano senza dare conto del proprio operato. Da Wikipedia, l'enciclopedia libera (NdR)
FORZA SINDACO!
ANNO 4 N.8 Agosto 2010 Staff: Marco Ciani ● Walter Fiocchi Dario Fornaro ● Roberto Massaro Carlo Piccini
Appunti Alessandrini formula al Sindaco di Alessandria
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