ARDEA cv

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Energia come visione culturale ed architettonica del processo di ideazione. Attenta nel cogliere la globalità ambientale di un organismo energetico complesso, ove la percezione, la funzione, la simbologia assumono costanti deformazioni multiculturali, in una dinamica ricerca di fasi di equilibrio sostenibile, di forme e di materie, con l’evolutività urbana del circostante.

Energia come insieme delle trasformazioni chimiche e fisiche in gioco all’interno delle specifiche scelte progettuali ed a grande scala, a livello di organismo urbano, in termini di sviluppo progettuale sostenibile, attraverso un costante legame con le possibilità di modellazione delle materie, delle dimensioni e delle valenze del luogo.

Energia come lettura progettuale vettoriale, anche nel campo delle energie deboli, alla scala di progetto con la Città, in cui l’organismo uomo sia soggetto di emozioni e percezioni sensoriali, parti integranti del concetto di “qualità della vita” e degli elevati livelli di qualità ambientale urbana. Questi sono delineati, all’interno dei propri microcosmi di progetto, ove i cromatismi, il controllo della luce, la continua successione di spazi aperti protetti coesiste nel rapporto di rispetto tra l’organismo di progetto e l’ambiente naturale ed urbano circostante.

Energia come insieme di risposte concrete, economiche, responsabili alla aggressività delle complesse forze naturali in gioco, per la delineazione delle ottimali strategie di selezione delle tecnologie disponibili in relazione alla sostenibilità delle scelte progettuali, alla durabilità delle opere ed al legame con la cultura produttiva e tecnologica dei luoghi, in un continuo mix di tradizione artigianale ed innovazione tecnologica.

Energia come insieme di campi vettoriali sensibili a cui le forme dell’architettura, i criteri insediativi ambientali ed urbani, di studio e sintesi delle valenze dei luoghi e di consapevolezza delle potenzialità non solo funzionali, ma anche storiche , simboliche e di sintesi tra differenti visoni culturali devono dare delle soluzioni di ottimizzazione e di flessibilità alle continue evoluzioni della società, dei mercati economici e della conseguente morfologia urbana.

Energia come progettazione consapevole degli aspetti energetici a livello di Habitat tanto alla grande scala, quanto a quella antropologica per conferire al ruolo dell’architettura la capacità di sviluppare la ricchezza sensoriale ed emozionale come parte di una “città nuova”, con un consapevole sviluppo progettuale di fronti e spazi aperti finalizzati al controllo dei campi di energia esistenti, teorizzando l’assenza di spazi isotropi.

Energia come progettazione vettoriale di sintesi della fine di una concezione del mondo basata sul paradosso del modello lineare di sviluppo di puro ottimismo tecnologico ed ambientale, verso forme di proposta progettuale umili e sostenibili.

Recent Works 2000-2008

ARCHITETTURA | ARCHITECTURE INGEGNERIA | ENGINEERING

ING. ARTURO MONTANELLI, Ar.De.A.

Arturo Montanelli

Ezio Riva

Opere pubbliche

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Arturo Montanelli Nato a Milano nel 1962, si laurea nel 1987 presso il Politecnico di Milano in Ingegneria Civile ad indirizzo Ergotecnico. Attualmente professore incaricato del Corso di laboratorio di Sintesi Finale presso la VI Facoltà di Ingegneria del Politecnico di Milano, all’interno del corso di Laurea in Ingegneria EdileArchitettura. Dal 1989 svolge attività didattica e di consulenza presso il Dipartimento BEST (Dipartimento di Scienza e tecnologia dell'Ambiente Costruito) del Politecnico di Milano e presso l'Università degli Studi di Brescia. Ha partecipato come relatore a numerosi convegni su tematiche di pianificazione territoriale e paesaggistica con relative pubblicazioni come autore o co-autore. Titolare di Studio Professionale, con sede in Lecco, specializzato nel coordinamento e nello sviluppo di studi di fattibilità, pianificazione, piani di recupero ed interventi esecutivi di mitigazione e salvaguardia su tematiche ambientali, architettura del paesaggio, valorizzazione di aree dismesse e recupero di edifici di archeologia industriale. Progettista di diversi manufatti di architettura civile sia di nuova costruzione che di recupero edilizio, molte volte sottoposte a vincolo architettonico e paesaggistico. Presidente del Consiglio di Amministrazione e legale rappresentante di ARDEA srl Architettura Design Ambiente. Consulente di diverse aziende specializzate nella progettazione e realizzazione di interventi di recupero ambientale e di rinaturalizzazione. Arturo Montanelli è iscritto all’Ordine degli Ingegneri della provincia di Lecco al numero 271

Comune denominatore di tutta l’attività progettuale è la ricerca della costruzione di spazi funzionali complessi che vogliono uscire da sistemi codificati per creare continuum spaziali e funzionali caratterizzati da un’attenzione alla plasticità dei volumi ed alle capacità espressive dalle texture dei materiali. La volontà di dialogo e di coordinamento con tutte le culture legate al progetto, siano esse compositivo/espressive, strutturali, tecnologiche, ambientali o storiche è il comune denominatore di una ricerca affrontata con grande attenzione al sito ed alla personalità del cliente, con il quale viene sempre improntato un rapporto stretto e spesso continuativo. L’applicazione di un metodo di ricerca compositiva che fa del processo progettuale il suo cardine permette di unire i diversi progetti sotto un linguaggio complesso che si declina in modo originale e differente ad ogni progetto, cogliendo e cercando di esaltare di questo le caratteristiche peculiari, piuttosto che nella individuazione di una mera poetica formale.

Ar. ARCHITETTURA

De. DESIGN

A. AMBIENTE

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Arturo Montanelli

Arturo Montanelli

Ezio Riva

Opere pubbliche

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Planimetria generale

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Campus Point - Politecnico di Milano (LC) Realizzazione 2007 Superficie lotto 815 m2 Superficie complessiva: 1000 m2 Volumetria: 2700 m3

Il progetto CAMPUS POINT nasce dalla volontà di costruire un luogo per lo sviluppo del sapere innovativo, la cui missione è quella di creare delle basi per il futuro, in un’ottica sostenibile di rispetto per l’ambiente e per il territorio. Come la ricerca è stimolo per l’innovazione, così il progetto accoglie e sviluppa un’istanza dal carattere fortemente innovativo dal punto di vista del design e della qualità architettonica. Esso si configura come un’aggregazione ordinata di contenitori/containers di conoscenza e di ricerca, che, grazie alle intrinseche qualità tecnologiche dei componenti, è in grado di offrire spazi sfruttabili da subito, per rispondere a tutte le necessità e le esigenze del Politecnico, per tutta la durata della fase di ristrutturazione e risanamento della nuova cittadella universitaria. La struttura prevede, infatti l’assemblaggio e la messa in opera di containers prefabbricati, ubicati nella parte antistante l’edificio dell’ex-ospedale, lungo via Ghislanzoni. Campus Point si compone di 27 containers di dimensioni 2,90 m x 8,11 m x 2,70 m di altezza e prevede lo sviluppo massimo di tre piani fuori terra, con collegamenti verticali posti agli angoli estremi. L’opera è posizionata ad una distanza di circa di 1,50 m minimo dal filo della facciata dell’ex-ospedale, per garantire la fluidità dei lavori di cantiere. La struttura autoportante e priva di fondazioni autonome, poggia, verso fronte strada, su una serie di supporti metallici puntuali connessi direttamente ad una trave rovescia, mentre per la parte verso l’ospedale, la struttura di fondazione è costituita da cordoli in ca di dimensioni 50x50 cm su una struttura di appoggio costituita da muretti in ca, spinati con rete elettrosaldata a maglia 15x15 cm. I tamponamenti verticali, per la parte con affaccio verso via Ghislanzoni, sono costituiti da grandi pannelli vetrati senza telaio con specchiature di 2,90 m x 2,70 m. I tamponamenti verticali opachi, verso il prospetto dell’edificio esistente e quelli laterali sono realizzati con pannelli modulari di policarbonato alveolare semitrasparente che lasciano trasparire il color rosso (ral 3003) dei pannelli in polistirolo. E’ inoltre presente una serie di volumi addizionali, con differenti profondità dell’aggetto che variano tra 0,20m, 0,55m, 0,95m, in grado di far vibrare la facciata principale su Via Ghislanzoni grazie a sorprendenti giochi di luce e ombra. Dal punto di vista del montaggio è senza dubbio curioso il fatto che i sistemi tridimensionali sono realizzati in officina, totalmente cablati e dotati di tutti i canali idraulici di adduzione e scarico, secondo un sistema “meccano” tipico della costruzione stratificata a secco mentre poi vengono assemblati in cantiere come fossero un “lego”, elemento sopra elemento. Il fatto che ogni singolo pannello, le porzioni strutturali in acciaio, le facciate vetrate e gli impianti siano tutti connessi mediante fissaggi meccanici rende l’opera totalmente disassemblabile, non solo tridimensionalmente ma anche bidimensionalmente, e quindi potenzialmente di facile riuso o riciclo, caratteristiche importanti per definire l’aspetto ecologico e di sostenibilità al pari di quelle che ne definiscono il risparmio energetico.

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Pianta livello +1

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-

+3

Dettaglio dell'aggetto in facciata

Prospetto su via Ghislanzoni

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Sezione trasversale

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Vista nord-est del rifacimento conservativo della facciata

Residenza Universitaria "Adolf Loos" - Politecnico di Milano (LC) Progetto 2007 Superficie lorda di pavimento totale: 5.164 mq Progettazione: Area Tecnico Edilizia Progettazione definitiva: A.T.E. - Ardea s.r.l. Ing. Arturo Montanelli con Arch. Ezio Riva Responsabile unico del Procedimento: Arch. Riccardo Licari Consulenza Opere Strutturali: Ing. Carlo Negri Consulenza Impianti: TECHNION s.r.l. Ing. Raoul Cassinelli Planimetria generale

Il progetto della residenza per studenti si sviluppa a partire dalle considerazioni e dai vincoli imposti dalla Soprintendenza che ha definito alcune porzioni dell’esistente “soggette a vincolo diretto”. In particolare l’edificio su via Ghislanzoni, nel quale si intende inserire la residenza universitaria, è soggetto a vincolo conservativo; di fatto la costruzione ha subito nel corso della sua evoluzione storica una serie di modifiche, aggiunte e sopraelevazioni che ne hanno modificato l’originario progetto. Si è pertanto giunti alla conclusione che mentre per il fronte principale si procederà ad un intervento conservativo, verso il fronte interno verranno inseriti nuovi elementi, costituiti da due corpi scala che servono come vie di fuga in caso di incendio e da una nuova geometria per la copertura che consenta un adeguato utilizzo del piano “sottotetto”. Le scelte sono dettate dalla volontà di accostare nuovi elementi, perfettamente identificabili grazie all’impiego di tecnologie leggere e materiali innovativi, secondo un concetto di giustapposizione e “reversibilità”. All’interno verrà conservata la scala quale “memoria storica” del preesistente sistema distributivo. Le logiche con le quali si è progettato il riuso dell’edificio si sono basate sia sulla volontà di ridistribuire gli spazi all’interno delle “rigidità” generate dalle strutture portanti dell’edificio, in parte già demolite nelle varie trasformazioni effettuate dall’ospedale; sia su principi in grado di garantire una gamma tipologica sufficientemente ampia per rispondere ad esigenze differenti e ad una popolazione multietnica ormai presente nella realtà del Polo di Lecco. L’accesso alla struttura avviene dalla via Ghislanzoni, attraverso uno spazio esistente interamente vetrato, che garantisce visibilità e un rapporto di continuità tra la zona pubblica e urbana e la collettività studentesca. Tale superficie verrà destinata a funzioni di accoglienza, di informazione, ma anche di incontro e organizzazione di piccole manifestazioni temporanee. La tipologia scelta nell’ambito delle possibili categorie di edifici per l’accoglienza è prevalentemente quella ad albergo, perché ritenuta la più adeguata alle reali esigenze espresse dall’utenza del Politecnico di Lecco; all’ultimo piano, caratterizzato dal recupero del sottotetto, vengono previsti dei minialloggi. L’ottimizzazione degli spazi preesistenti ha portato a concentrare la maggior parte degli ambienti comuni al piano seminterrato che, per la quasi totalità del perimetro risulta avere le pareti esterne prospicienti cavedi illuminati mediante grigliati e direttamente collegati con scale al giardino esterno. La collocazione delle camere è gestita dal piano terra al sottotetto, per un totale di cinque livelli. Per quanto riguarda gli spazi collettivi si sottolinea la volontà di integrare la residenza con l’università secondo un vero concetto di campus, quindi per tutte le funzioni legate allo studio e alla conoscenza, quali gli spazi didattici, culturali e di ricerca (è prevista una biblioteca) si farà riferimento a quanto previsto nel progetto della sede universitaria, mentre sono parte integrante dell’edificio residenziale spazi ricreativi, per il relax, il fitness, e la ristorazione, che saranno anche accessibili agli studenti non residenti che graviteranno nel Campus.

Sezione trasversale

Prospetto Ovest

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Vista notturna del lato meridionale

Vista del lato meridionale

Pianta livello +0

Prospetto Sud

Pianta livello +4

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Nuova succursale - Politecnico di Milano (LC) Realizzazione: 2005 Superficie: 2.200 mq Il progetto ha previsto il recupero del vecchio edificio che ospitava la scuola professionale di Arti e Mestieri di Lecco, riqualificandolo dal punto di vista distributivo e architettonico, con la creazione di ampie aule per le lezioni ex-cattedra e per i laboratori di progettazione della Facoltà di Ingegneria Edile- Architettura, e tutti gli adeguamenti normativi necessari per la sicurezza e l’abbattimento delle barriere architettoniche. Sono stati progettati ampi corridoi di distribuzione attrezzati anche postazioni per lo studio e per l’aggregazione. Inoltre sono stati sostituiti i vecchi serramenti con finestre a taglio termico e con aperture automatizzate per il ricambio d’aria controllato degli ambienti. E’ stato studiato un sistema di brise-soleil con lamelle orizzontali in acciaio per attenuare l’abbagliamento e regolare il flusso luminoso soprattutto durante le ore di lezione. L’impostazione del programma di lavoro condotto da parte dell’equipe multidisciplinare coinvolta si è basato sulla consapevolezza dell’elevata sensibilità del comparto ambientale interessato dalla proposta progettuale.

Pianta livello +1

Pianta livello +2

Pianta livello +3

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VI Facoltà del Politecnico di Milano Progetto: 2003 Superficie: 35.000 mq Con: Arch. Paolo Bodega Arch. Manuela Grecchi Arch. Ezio Riva

L’ipotesi di progetto ha come principio base del suo sviluppo la necessità di creare un Polo universitario che garantisca un rapporto sinergico-osmotico con la città di Lecco, individuando ed offrendo funzioni e servizi che, attualmente non presenti nella Città, possano essere condivisi con beneficio comune. Il programma prevede il superamento del modello del Polo o del Campus, articolando funzioni pubbliche per la Città e funzioni proprie dell’Istituto Universitario, tale progetto consentirà l’eliminazione del cosiddetto “recinto universitario” caratterizzando la struttura non come “isola urbana” (recuperando l’area dell’Ospedale) ma come continuum del tessuto urbano lecchese. L’organizzazione di massima del progetto prevede due direttrici di sviluppo, che coincidono con due fondamentali percorsi pedonali di attraversamento dell’area: il primo, in direzione nord-est / sud-ovest vuole connettere gli spazi interni dell’Università con le aree esterne e pubbliche, consentirà il collegamento diretto degli spazi aperti dell’Università con il nuovo Parco urbano e con le attività in esso contenute; il secondo, in direzione perpendicolare al primo collega le funzioni più specificamente didattiche con quelle pubbliche. Tutta la struttura è pensata secondo sistemi modulari e blocchi funzionali autosufficienti per permetterne la realizzazione in tempi differenziati; la distribuzione degli spazi è concepita in modo da garantire massima flessibilità in riferimento alle istanze e ai progetti europei di maggiore sostenibilità ambientale degli interventi edilizi anche mediante il controllo del ciclo di vita dei materiali (e quindi anche le necessità manutentive) e delle risorse immateriali inseriti in progetto.

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Edificio industriale - Met - Talamona (SO) Realizzazione: 1996-1998 Ampliamento: 2005-2006 Committente: MET spa Progetto e direzione lavori Superficie terreno 4.000 mq Superficie coperta 1.500 mq

Il nuovo complesso industriale di progetto è composto da un capannone principale avente un unico livello al piano terreno, da volume adibito a dogana di carico e da un volume tecnico ad uso magazzino mobile, completamente automatizzato gestito da computer remoto. Il capannone principale è parzialmente interrato. In relazione alle attività che si svolgono all’interno, il capannone è suddiviso in 2 porzioni aventi altezze interne sotto trave differenti, rispettivamente di ml 4,50 per la porzione interrata e di ml 7,00 per la restante parte destinata a lavorazioni di termoformatura che presenta problematiche di accumulo dell’aria calda nelle aree a ridosso della copertura. Il nuovo corpo di fabbrica è realizzato in cemento armato a vista, mentre le partizioni interne sono realizzate in blocchetti di cemento con caratteristiche REI dove necessario. I serramenti ed i portoni, sono realizzati in alluminio Ox naturale in continuità con i serramenti del capannone limitrofo.

Planimetria generale

Prospetto sull'accesso agli uffici

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Arturo Montanelli

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Pianta piano primo Sezione sul nuovo capannone

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Centro espositivo Yamaha - Valli - Lissone (Mi) Realizzazione: 2005-2006 Committente: privato Progetto e direzione lavori

Planimetria generale

Il progetto è stato sviluppato in stretta relazione alle esigenze specifiche dell’attività connessa alla promozione e vendita di moto, ciclomotori e della relativa accessoristica e pezzi di ricambio. Durante la fase progettuale è stato pertanto privilegiato l’aspetto legato all’immagine complessiva del centro di esposizione e vendita, puntando alla valorizzazione delle facciate dell’edificio ed alla sua visibilità dai principali percorsi percettivi, in particolare modo posizionati lungo l’asse viario costituito dalla strada ad alta percorrenza Nuova Valassina. In relazione alle esigenze di visibilità, il progetto propone la completa revisione della facciate Sud ed Est realizzate in grandi pannelli di vetro con tecnologia a doppia pelle. La struttura in acciaio zincato con la successiva chiusura in vetro a doppia pelle permette di realizzare una superficie ad “alto impatto visivo” con un’alternanza di vetrate trasparenti per la formazione di vetrine e di superfici semiopache sulle quali potranno venire retropriettate immagini di avvenimenti sportivi legati al modo dei ciclomotori.

Sezione

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A-A

Montacarichi

AREA SVAGO + PROIEZIONE FILMATI

ESPOSIZIONE ACCESSORI ABBIGLIAMENTO MOTO

A-A

A-A

Pianta piano secondo

Vano tecnico montacarichi

ingresso

Residenza custode

Sala riunioni

terrazzo

Variazioni cromatiche della facciata di notte Piante dei livelli espositivi

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Pianta piano terzo

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Concorso Parco Levante, Cesenatico (FC) Concorso 2006 Con: Arup Italia ed Ezio Riva

L’intero complesso viene progettato in tutta la sua organicità, per essere fulcro di interesse e una grande risorsa per il territorio in maniera continuativa. La ricerca in termini di qualità paesaggistica mira a conferire un elevato valore aggiunto a tutta l’area, sia a livello ambientale che architettonico, alle diverse scale della progettazione. La ricerca in termini di qualità, prima architettonica e poi paesaggistica, ha avuto la sua origine da un tema organico e tipicamente legato all’ambiente marino che richiama l’idea di volume e di massa e contemporaneamente di leggerezza. Una spugna, ‘Sponge’, come idea di complessità e di unicità di una struttura che nello stesso tempo sia sempre differente e permetta trasparenza ed interventi di modifica della forma grazie a sottrazione del materiale stesso. L’immagine della spugna costituisce la matrice del processo progettuale che si articola nell’edificio delle terme e dell’albergo:due edifici di grandi dimensioni, monolitici scavati al loro interno per fare posto alle necessarie funzioni ed adagiati sull’acqua per sfruttare le qualità salutari del mare, salus per aquam. L’acqua penetra ed invade, quindi, tutta l’area di progetto e lambisce gli edifici principali di cui è necessaria fonte di alimentazione, ‘H2O’, diventando anche in termini di sostenibilità la principale risorsa energetica dell’organismo termale. È attraverso l’acqua che si disegna un parco non balneabile con grandi vasche a gradoni che recuperano la differenza di quota dalla strada verso l’interno del lotto, creando giochi di piccole cascate con un soffuso e rilassante rumore che fa rivivere la musicalità degli antichi giardini d’acqua. L’acqua, portata all’interno dell’area di progetto, diventa fondamentale mezzo per continuare a percepire il mare con i suoi colori, i suoi rumori e tutte le sensazioni che esso fa scaturire. Sull’acqua il centro termale, le camere dell’albergo, i bungalow, il ristorante e gli spazi di relax trovano i loro affacci. Altro punto fondamentale della ricerca architettonico-paesaggistica consiste nella volontà di superare il concetto di rapporto fra costruito e non costruito. Un sistema di coperture a pergola aperta, ‘Dune’, va sostanzialmente a velare gran parte dell’area nella zona dei bungalow, del centro commerciale e dei parcheggi. Tale struttura è destinata a coprirsi di verde rampicante per mascherare le parti costruite ed integrarle nel sistema terra/verde, quasi ad annullare la differenza fra ‘cosa sta sopra e cosa sta sotto’. L’acqua, che invade il campo centrale di fronte all’albergo ed alle terme, si divide in rami secondari e si espande in lagune che si aprono negli spazi fra le pergole di fronte alle zone dei bungalow per creare suggestivi micro ambienti con prospettive accorciate sempre differenti ad uso dei singoli utenti. Ancora una volta è un tentativo di integrazione e di annullamento delle barriere fra terra e mare, fra spazi asciutti e spazi umidi. Integrazione tipica di questa riviera ricca di canali interni dove ancora oggi fioriscono attività legate alla pesca. Ulteriore integrazione di questo rapporto si legge nella proposta di costruzione di un molo con terrazza galleggiante aggettante di fronte alla spiaggia, a prolungamento esterno dell’intervento ed a sancire la volontà di collegamento stretto con il mare Adriatico: proponendo un’isola termale, una ‘spugna’ nel mare dove completare il processo di osmosi con l’ambiente marino.

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Duna

Edifici

Spugna

Verde

H 2O

Paesaggio

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Vista di una piscina termale

Vista notturna dell'hotel e delle terme Pianta del Livello +0 dello stabilimento termale

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Pianta dei bungalow | Architettura

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Studio della tipologia a bungalow

Studio della stanza d'albergo

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Cielo

Parco benessere - Porlezza (CO) Progetto 2006 Superficie coperta

Verde

900m2

Il parco benessere si compone di una SPA e di una piscina comunale, con servizi annessi quali un lido e un ristorante. I diversi volumi che ospitano tutte le attività del centro benessere si inseriscono armonicamente nel paesaggio, scivolando metaforicamente verso il lago, insieme alla passerella del molo e alla piscina galleggiante. I corpi che compongono il parco benessere sono volumi vetrati, avvolti da una pelle costituta da un susseguirsi di portali in legno che scandiscono ritmicamente i prospetti longitudinali mentre il principale apre e inquadra la vista verso la città di Lugano. L’intervento nella sua complessità dimostra una dichiarata volontà di leggerezza e semplicità, attraverso la purezza delle forme e l’impiego di materiali naturali quali il legno, rispettando i caratteri paesaggisti e ambientali del luogo.

Lago

Viabilità interna

Progetto approvato

Nuovo progetto

Rapporto lago-costruito

Rapporto verde-costruito Elementi compositivi del paesaggio naturale e antropico

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Vista della SPA dalla piscina galleggiante

Sezione longitudinale

La SPA galleggiante: pianta Prospetto Sud | Architettura

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Cemento armato

Acqua

Legno

Ristorante - Prospetto Nord

Ristorante - Sezione

Planimetria generale

Ristorante - Pianta | Architettura

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Vista della piscina dalla SPA

Viste assomomentiche degli elementi compositivi

Sezione longitudinale

Piscina: pianta Prospetto Sud | Architettura

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Prospetto frontale terme scala 1:500

Intervento turistico termale - Comune di Bobbio (PC) Progettazione 2004 In fase di appalto (fase A) Superficie terreno fase A 10.800m

2

2

Superficie coperta fase A 4.500m

2 Superficie complessiva di intervento 50.000m (fase B)

Superficie coperta fase B

Schizzi progettuali fase B (ville turistiche, ville residenziali, albergo)

Planimetria generale fase A

13.500m

2

Il complesso turistico/termale si compone di due corpi distinti ma fortemente legati fra loro. Il vecchio edificio clinico/termale, oggetto di ristrutturazione, conserva il suo sviluppo su tre piani, ospitando le attività di accoglienza, trattamento e soggiorno. Il nuovo edificio termale propone diversi servizi di cura/trattamento raggiungibili anche dalle residenze attraverso un corridoio interrato di collegamento; lungo il medesimo corridoio è collocato uno snodo, tra i due corpi, costituito da un padiglione ad uso bar/ristoro. Sono inoltre previsti opportuni vani ipogei di servizio, con il fine di provvedere ad un'adeguata dotazione impiantistica, senza condizionare l’aspetto architettonico. L’ex edificio termale, oggetto di una ristrutturazione sostanziale, muta la sua destinazione d’uso in “Residenza Termale”, offrendo un ampio numero di camere, dotate ciascuna di servizi igienici indipendenti e di una loggia, con vista sull’ampio giardino d’ingresso. Questi loggiati vengono realizzati compatibilmente con la nuova “pelle” della facciata; pelle costituita da una serie di montanti metallici posti a circa 1.4 metri dal filo dell’edificio esistente, su cui sono fissate doghe in legno, ad interasse variabile, allo scopo di definire un nuovo sistema di facciata, un parapetto ai loggiati delle camere e, infine, una schermatura a protezione degli apporti solari. All’ultimo piano di tale edificio si collocano l’area solarium e l’area ristoro, caratterizzate da una copertura apribile attraverso portali vetrati a sormonto. Si definiscono così, in configurazione aperta, degli ambienti panoramici rivolti al totale godimento degli apporti solari. L’edificio di nuova edificazione si configura come un volume vetrato, coperto da una piattaforma, anch’essa vetrata, sostenuta da travi in legno lamellare appoggiate su un portale di metallo. Si crea così, tra il volume dell’edificio e la sua copertura, un’intercapedine di decompensazione termica, in grado di mitigare gli effetti legati agli apporti solari, non che ai ponti termici e di vapore. In quest’ottica l’intero involucro prevederà l’impiego di vetri selettivi o basso-emissivi, a tutto vantaggio delle condizioni del comfort interno. I serramenti dell’edificio termale saranno scorrevoli, consentendo così nell’impacchettamento la totale apertura del volume, che diviene quindi spazio aperto-coperto. Per quanto attiene la finitura esterna delle murature in pietra degli edificio, esse saranno rivestite con pietra posata tipo a secco con fughe aperte. Le porzioni di muratura saranno trattate esternamente con rasatura di intonaco civile ai silicati, dagli elevati poteri traspiranti, di colore bianco. I serramenti esterni saranno in legno tinta naturale per le residenze termali e in inox 316 per le terme; in entrambe i casi con vetrocamera e specchiature tali da inserirsi in modo armonico all’interno dei fronti dell’edificio. Saranno in legno e metallo anche le strutture di schermatura della nuova facciata della residenza termale.

Schema brise soleil residenza termale

Pianta piano primo scala 1:500

(edificio termale e residenza termale)

Pianta piano terra scala 1:500

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Arturo Montanelli

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Accesso alle celle di trattamento

Vista sulle celle di trattamento

Piano soppalco scala 1:500

Sezione residenza termale scala 1:500

Sezione edificio termale scala 1:500

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Edificio termale piano terra scala 1:500

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Spa "Il Mottolino", Livigno Progetto 2004 Superficie terreno

5.900m2

Superficie coperta Altezza s.l.m

950m2 2.400m

Si tratta di un impianto unico nel suo genere, in termini localizzativi e in termini architettonici. Raggiungibile unicamente attraverso gli impianti sciistici, rappresenta una delle Spa tra le più alte in quota d’Europa, distinguendosi quindi nella localizzazione per la cornice ad elevata valenza ambientale. In tal senso, un approccio progettuale mimetico-ipogeo, estremamente rispettoso del contesto, codifica il volume nel prolungamento di una delle colline circostanti. In questo modo l’impianto si inserisce timidamente nel paesaggio, divenendone parte, senza perderne i pregi connotativi e caratteristici degli edifici d’alta quota. Una struttura singolare, realizzata con una successione di archi in legno e una copertura inverdita dal manto erboso esistente; si ottiene così un progetto che si propone con due semplici bolle sulla pendice montuosa, che si aprono per lasciare spazio alle vedute prospettiche verso l’esterno e all’ingresso diretto sulla pista dell’impianto sciistico.

Pianta piano terreno - scale 1:300

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Vista dall'alto scala 1:500

Pianta livello laghetto scala 1:500

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Piscina vitalizzante

E'SPA at Gianfranco Ferré - Milano GF10.2S

Costruzione 2001-2003 Superficie coperta 280m2

612

-109.12 A.F.P.

GF13

+91.5 A.F.P.

GF6.1S,2S

GF10.1S

WC

GF5.1S

610.B

91.50

+73.90

-14.35

+56.25

-32.00

+38.60

-49.65

+20.95

+3.30

-67.30

+91.5

GF7.2S SUITE TRATTAMENTI VIP

169

-18.5

+146.5 A.F.P.

616

+16.5

AREA IN ATTESA DI SPECIFICHE DA PARTE DI BARR & WRAY PISCINA VITALIZZANTE 611

ANTE-ROOM MUD ROOM

+34.5

608

GF5.3S

+52.5

+91.5 A.F.P.

LOCALE TECNICO

610.A

+91.5 A.F.P. +76.5

+70.5

SPOGLIATOIO

+88.5

609

GF7.2S

+106.5

614

615 +89.5 A.F.P.

GF4 GF5.2S GF5.1S

dwn

Arturo Montanelli

613 -84.95

±0.00

77

| Architettura

+91.5 A.F.P.

+91.5 A.F.P.

+10

-102.6

Il centro, di circa duecento metri quadrati, è stato ricavato al piano terreno di un signorile palazzo milanese. L’accesso avviene da uno spazio in comune con la boutique Gianfranco Ferré. L’aromaterapia, la cromoterapia, le esperienze di calore e gli idromassaggi rilassanti all’interno di una “vitality pool” appositamente disegnata per evocare sensazioni di tranquillità, vengono offerte in un ambiente elegante dove ci si può dimenticare della nevrosi della città sdraiati su morbidi lettini che guardano l’oasi verde all’esterno. Dallo spazio reception si procede verso la zona spogliatoio, le aree di trattamento e di relax. Un ponte in legno di wengé, sospeso lungo i bordi della piscina, definisce il percorso per raggiungere i vari spazi. Dalla sala VIP per i trattamenti, dotata di spogliatoio e bagno interno, si accede dalla zona centrale della “ vitality pool” e della veranda relax dove l’effetto della cromoterapia è particolarmente evidente grazie alle tre grandi pareti luminose ad effetto persiana contrapposte alle vetrate affacciate sul giardino. Due fontane, concepite come muri d’acqua e realizzate in marmo Nero Portoro, completano le restanti pareti e affiancano l’ingresso alle zone dei trattamenti. Il lieve e continuo rumore delle fontane culla ed amplia la sensazione di relax. Il soffitto a volta di questa sala, di particolare significato visto che lo spazio viene vissuto principalmente nella posizione sdraiata, è trattato con una pittura metallizzata dorata che aiuta ad aumentare la sensazione di benessere. Ogni singola parte dell’area relax è delimitata da colonne che tendono a difendere la privacy e definita al soffitto da una propria cuffia dorata. La luce, colorata e variabile, sempre soffusa e mai diretta, scende nella veranda attraverso gli spazi fra le differenti porzioni di soffitto. Le vetrate verso il giardino, leggermente ambrate smorzano la luce esterna. L’esperienza del calore viene poi praticata in una zona speciale, espressamente studiata. L’atrio, dove vengono applicati i fanghi necessari per affrontare il bagno Rasul e dove poi si conclude l’esperienza, è provvisto di due nicchiedoccia dove poter sperimentare diverse sensazioni attraverso piogge tropicali, nebbie fredde o semplici idromassaggi con la luce che varia colore, accompagnando le diverse esperienze. Di fronte alla porta di ingresso una vasca di marmo Nero Portoro accoglie una fontana di ghiaccio utile per la reazione dopo l’esperienza di calore. La sala per il bagno Rasul e l’esperienza di calore stessa trovano le loro radici nella forma tipica del bagno turco: le tre postazioni sono ricavate in nicchie avvolgenti, con mosaico in sfumatura dal nero all’oro; al centro, da una bassa colonna di marmo Nero Portoro, sormontata da una sfera in mosaico d’oro, esce il vapore. Dal soffitto microforato fibre ottiche emettono luce di colore variabile. I mosaici ed i legni degli arredi sono trattati con finitura lucida, abbinando la radica di olmo con il noce canaletto naturale o trattato ebano, accoppiando le impiallacciature a macchia aperta o a spina pesce con maestria artigiana. Le finiture in pelle avorio rendono accurate le soluzioni di arredo. Paraventi in silver mica traslucida schermano gli spazi di trattamento e la zona di accesso agli spogliatoi. Tutti gli arredi sono stati appositamente disegnati per questi ambienti: le poltroncine, realizzate con un guscio di legno dai morbidi raccordi, che evidenziano, attraverso i cambi di materiale, gli accostamenti fra le parti di massello e le parti impiallacciate; le ‘chaise longue’ della zona relax, con sedili in legno tinto ebano, curvato sulle forme in muratura sottostanti, rivestiti da morbidi cuscini in pelle avorio con poggia-testa; le poltrone per il trattamento rituale ai piedi, quasi degli importanti ‘troni’, per accogliere e rilassare l’ospite nella fase iniziale della terapia. I tavoli di servizio nelle zone relax sono realizzati accoppiando strati di plexiglass e silver mica e montati su sostegni costituiti da “perle” ovoidali di plexiglass, mentre quelli utilizzati per il trucco nelle zone spogliatoio combinano materiali tradizionali, come il legno e la radica lucidi, con componenti tecniche come il corian. Le luci a parete hanno la forma di candele di plexiglass illuminate da LED filtrati sui toni dell’arancio ed incassati nella base di legno. Anche le luci laterali delle zone trucco negli spogliatoi utilizzano un sistema di led diffuso attraverso piccoli volumi/mensola in plexiglass. Infine, nella sala di accesso al bagno Rasul, una luce sagomata da Giuseppe Mestrangelo mascherata negli arredi di corian nero lucido, inquadra perfettamente la fontana di ghiaccio.

GF12.1S

VERANDA RELAX

+20

con: Arch. Ezio Riva

GF5.1S

+62.5 A.F.P.

GF7.2S

GF10.2S

SALA RISTORO

SPOGLIATOIO

605

606

GF5.3S GF7.2S

+91.5 A.F.P.

GF6.3S

WC 607.A

GF4

607.B

GF10.3S GF5.4S

+23.5 A.F.P.

GF6.4S

GF10.4S RECEPTION SPA 604

GF6.1S GF8

GF7.3S

603

+161.4 A.F.P.

AREA IN ATTESA DI SPECIFICHE DA PARTE DI ANDREA SPLISGARD

X XXX

BOUTIQUE ±0.00 A.F.P.

BOUTIQUE

FOYER BOUTIQUE/SPA

INGRESSO SPA

601

602 ±0.00 A.F.P.

+48.0 A.F.P. ANDRONE

Pianta

scala 1:200

Arturo Montanelli

Architettura

|


+385

+385

+367.5

+394.5 A.F.S. +330.5 A.F.S.

+304.5 A.F.S.

9215.1B

+330.5 A.F.S.

9215.1B

9215.1B

+304.5 A.F.S.

9215.1B

+264.5 A.F.S.

+264.5 A.F.S.

+361 A.F.S.

+330.5 A.F.S. +330.5 A.F.S.

+330.5 A.F.S.

9620.1

9620.1

9620.1

9620.1

+304.5 A.F.S. +304.5 A.F.S.

9215.1B 9215.1B +304.5 A.F.S.

9215.1B ±0.00 A.F.P.

9620.5

+264.5 A.F.S.

±0.00 A.F.P.

-15 A.F.P. -29 A.F.P.

+264.5 A.F.S.

-29 A.F.P.

9640.6 9620.3 +225 A.F.P. +225 A.F.S.

9620.7

+193 A.F.S.

9600.5

1 GB02

+304 A.F.S.

9215.1B

+270 A.F.S.

9215.1A

9215.2B

+270 A.F.S.

9640.6 9620.3

9600.5

9215.2B

611

614

9620.1

LOCALE TECNICO

MUD ROOM

ANTE-ROOM

616

615

614

9215.1D

9620.1

9215.1D

9620.1

9620.1

GF12.1S

9620.2

9600.7

9620.5/9

9620.5/9

± 0.00

± 0.00

± 0.00 -15

+51 A.F.P.

+30 A.F.P.

-110

±0.00 A.F.P.

9215.2B

±0.00 A.F.P.

9215.2B

9215.2B -14.5 A.F.P.

±0.00 A.F.P.

-300

LOCALI TECNICI

-14.5 A.F.P.

9620.5/9

-351.5

9620.5/9 -29 A.F.P.

9620.8

-105 A.F.P. -110 A.F.S.

Sezioni di dettaglio

| Architettura

Sezioni

Arturo Montanelli

Arturo Montanelli

Architettura

|


Complesso residenziale - Milano Realizzazione: 2005 Fine lavori ottobre 2007

120

28 90

80 100

575

144

Balcone

C-C

Balcone

6

199

90 210

Cameretta H = 270

80 210

200 100

200 100

80 210

100 100

100 100

70 100

434

Areazione forzata

Ingresso H = 270

H = 270 346

252

Balcone

392

Soggiorno-pranzo

392

80 210 Camera H = 270

251 WC Areazione forzata

102

569

Soggiorno-pranzo H = 270

80 210

Camera matrimoniale

80 210

176

176

90 210 205

150 100

H = 270 363

Cucina H = 270 569

B-B

380 240

317

210 WC Areazione forzata

180 240

H = 270

274

140 Anti 80 bagno 210

180 240

Camera H = 270

Soggiorno pranzo

80 Ingresso 210

Blocco cottura 580

342

80 210

237

239

375 Blocco cottura

140

80 Anti 80 210 bagno 210 Ingresso

190 240

Soggiorno-pranzo H = 270 Cucina H = 270 224

5

90 210

100 100

90 210

200 WC Areazione forzata

190 240

273

195 240

256

380 240 Balcone

243 Bagno

Balcone

A-A

Camera H = 270 Soggiorno-pranzo H = 270 567

390

4

80 210

161

Blocco cottura

333

Ingresso H = 270

392

80 210

713

262

393

Anti 80 80 210 bagno 210

187

139

Areazione forzata

Camera H = 270

418

221

3

100 100 210 WC

200 100

194

80 210

491

7

273

190

143

1 2

180 240

80 210 Ingresso H = 270 90

149

B-B

80

Anti bagno 210 90 210

80 210 80 210

180 240

Bagno H = 270 257

80 Ingresso 90 210 H = 270 210 197

90 210

202 175

85 100

85 100

80 210

257

119

230

180

Blocco cottura 342

Camera H = 270

534

360

+10.30 80 210

Bagno H = 270

303

248 Blocco cottura

190

347

532

31

85

80 210

494

H = 270

58

180 240

180 240 428 Soggiorno-pranzo H = 270

Camera H = 270

80 210

Studio H = 270

Soggiorno - pranzo

120 Balcone

80 210

180 240

180 240

267 200 100

200 100

555

339

58

Balcone

201

372

Il complesso residenziale si sviluppa per 5 piani fuori terra, più spazi sottotetto e spazi di servizio distribuiti al piano terra. Ogni livello è composto da 7 unità abitative differenti per metratura, per un totale di 35 appartamenti. La morfologia della costruzione è caratterizzata dalla presenza di setti longitudinali portanti che scandiscono i distributivi di ogni livello. La costruzione ha due fronti prevalenti, a Sud, su via Fano e a Nord su cui si affacciano gli ambienti principali degli appartamenti con ampi terrazzi protetti con sistemi di ombreggiamento a doghe orizzontali in legno montate su di una intelaiatura metallica zincata. Al piano terra, rialzato di 50 cm rispetto alla quota marciapiede, sono stati localizzati spazi di servizio per l'intero complesso: una sala condominiale, un locale da attrezzare per il fitness, locale deposito biciclette e ciclomotori. Le aree libere esterne sono trattate a verde e/o attrezzate per il gioco dei bambini.

58

295

120 Balcone

414

555 Balcone

190 240

120

295

58

164

Superficie terreno 1.900 mq Superficie coperta 1.800 mq

A-A

C-C

Progettazione e direzione lavori.

Pianta piano terzo - scala 1:200

| Architettura

Arturo Montanelli

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Architettura

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Complesso residenziale "Parco S.Andrea" a Menaggio (CO)

Fine: lavori dicembre 2007 Committente: privato Progetto e direzione lavori Superficie terreno 12.000 mq Superficie coperta 4.000 mq

L’architettura del complesso residenziale trova una piena integrazione nel paesaggio attraverso una composizione morfologica che prevede per i volumi uno sviluppo allungato parallelo ai terrazzamenti esistenti, sfruttati come ideali piani d'imposta per il posizionamento delle diverse unità abitative. Tale dislocazione planimetrica, unita all'orizzontalità prevalente di tutte le linee formalmente caratterizzanti gli edifici, conferisce ai fronti un andamento omogeneo e rigoroso. Acciaio e vetro si inseriscono nell’ambiente naturale attraverso la volontà di far diventare il verde parte integrante del progetto. I volumi delle unità abitative svaniscono nella percezione globale della vista collinare attraverso la scelta progettuale di ricreare giardini pensili e coperture piane a verde per un miglior approccio alla sostenibilità.

Planimetria generale

Sezione e prospetto di dettaglio | Architettura

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Architettura

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Tipologia A

Tipologia B

Tipologia C

Porzione del prospetto principale

Tipologia D

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Architettura

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Villa Verdi Acque, Perledo (LC) Costruzione

2003-2008

Il progetto interessa il recupero di due edifici rustici e la formazione di quattro piccole unità abitative destinate a residenza. Gli edifici oggetto rappresentano una situazione di aggregazione di edifici rurali tipica del territorio di Perledo. L’idea base di sviluppo si è fortemente consolidata sulla forte “presenza” del luogo, della solarità e della naturalità di questo gruppo rurale, collocato ai piedi della fascia agricolo e boschiva pedemontana, in prossimità dello specchio acqueo del lago. La permeante presenza di aspetti naturalistici e di manufatti rurali ha portato la filosofia di intervento verso un approccio di recupero di carattere “organico”, con il rispetto dell’intorno naturale, il mantenimento di materiali semplici e storici come la pietra grezza, il legno ossidato e consunto, il cotto lombardo. La progettazione architettonica degli interventi ha colto dal luogo una serie di parole chiave: _ Luce _ Acqua _ Pietra La luce è una delle singolarità del luogo nella sua variabilità stagionale e climatica, e si appoggia alla riflessione dello specchio del lago su cui il borgo aggetta. L’acqua è presenza costante di affaccio e di riflesso del borgo di Perledo nella sua unitarietà. Essa è di riferimento nello sviluppo progettuale di tutte le singole aperture visive delle residenze. La pietra è elemento di affioramento naturale all’interno della struttura delle abitazioni, è presenza storica dell’uomo e dei suoi manufatti negli acciottolati delle contrade, mantenute nelle pavimentazioni grezze esistenti e nelle quinte dei muri di pietra con le loro continue diversità. L’intervento di ristrutturazione gioca con un continuo e dichiarato alternarsi di recupero dei materiali e di denuncia di nuove forme architettoniche ed abitative per i volumi di progetto. I materiali delle nuove sovrastrutture sono grezzi e creano un contrasto tra l’acciaio, il legno e la pietra grezza. La struttura delle nuove unità si basa sulla organizzazione distributiva preesistente, con l’integrazione e il recupero ai fini abitativi di quelle parti più prettamente rurali. Tutte le opere di recupero sono state effettuate utilizzando materiali e finiture con caratteristiche il più simili possibile a quelli originali, fatta eccezione della sottolineatura di nuovi elementi formali e materici che accompagnano gli interventi di progetto. Gli interventi distributivi ed impiantistici risultano rivolti ad un adeguamento dello spazio abitativo in accordo alle mutate esigenze di comfort dell’abitare.

| Architettura

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Architettura

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Pianta piano seminterrato

Pianta piano terra

Pianta piano primo

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Planimetria generale 1:10000

Villa C. a Besana Brianza (MI) Costruzione 2001-2003 Superficie terreno 14.000m2 Superficie coperta 1.200m2

Le linee guida progettuali dell’edificio proposto sono state condizionate dalla forma molto particolare della porzione del lotto di proprietà effettivamente utilizzabile. La necessità di proteggere l’edificio dalle intrusioni visive provenienti dalla viabilità, ha portato alla progettazione di un edificio avente fronti chiusi che si affacciano sui lati “pubblici” e fronti fortemente trasparenti che si affacciano sui lati “privati”. Tipologicamente l’edificio è ad un piano fuori terra più un piano interrato che ricalca la superficie del piano terra. La struttura dell’edificio è basata sul doppio sistema di quinte in muratura sul lato strada di differente altezza, a cui sono attaccati una serie di “portali” in legno e cotto con funzione di sostegno alla copertura piana e sostegno alle facciate fortemente finestrata che non si protende fino alle teste dei portali ma si ferma prima in modo da creare una facciata caratterizzata dal ritmo di vuoti e pieni, le quinte sui fronti strada saranno realizzati in muratura e rivestiti in tavelle di cotto San Marco posata a correre. A ridosso dell’ingresso, con funzione di cerniera tra la zona giorno a la zona notte – servizio, è realizzata una serra in acciaio e vetro con funzione di accumulatore di calore durante le stagioni fredde. Il piano terra dell’edificio ospita tutti gli spazi abitativi necessari all’abitazione mentre al piano seminterrato sono posizionati gli spazi di servizio, il box auto e la centrale termica.

Piano terra scala 1:400

Piano semiinterrato scala 1:400

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Architettura

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Vista sulla zona ingresso

Lamelle in cotto prefabbricato

Giunto verticale in acciaio inox

Vialetto in lastre di Pietra del Valmalenco

Griglia in pietra a pavimento

Sezione A-A scala 1:250

Sezione B-B scala 1:250

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Architettura

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Vista lago dalla cucina

A

6 17 15

Villa Verdi Acque, Fiumelatte - Varenna (LC) Costruzione Superficie coperta

11

16

1999-2003 450 m2

14 13

Dal punto di vista morfologico, l’edificio a tre livelli parzialmente sovrapposti, si sviluppa prevalentemente in orizzontale, inserendosi e adattandosi alla conformazione naturale del crinale pedemontano, e riprendendo i terrazzamenti artificiali caratteristici dei paesaggi lacustri dell’area pedemontana. A riguardo il rivestimento delle murature perimetrali è stato progettato con finitura in grandi blocchi di pietra calcarea posati con la tecnica “raso pietra” fortemente diffusa in tutta la zona. Questa soluzione architettonica permette alla costruzione di radicarsi al suolo e di trasmettere, contemporaneamente, un forte senso di appartenenza al luogo e anche di armonizzazione del costruito con il paesaggio circostante. La volontà progettuale verte su principi legati alla bioarchitettura e alla sostenibilità ambientale quali l’adattamento e il rispetto delle caratteristiche geomorfologiche del terreno, l’impiego di materiali naturali locali (pietra, legno), l’utilizzo di sistemi a basso voltaggio per ridurre i campi magnetici, l’adozione di strategie tecnologiche innovative per il controllo delle condizioni ambientali e per un risparmio energetico globale dell’edificio (es. impianto di riscaldamento con caldaia a condensazione) . Al piano terra si trova un’ampia taverna e una cantina termicamente controllata, mentre al primo piano si sviluppa la zona giorno con sala da pranzo e cucina, e all’ultimo livello trova spazio la zona notte con relativi servizi. Ogni spazio abitativo è caratterizzato da ampie finestre - vetrina che incorniciano le splendide viste sul lago, e portano metaforicamente, il paesaggio lacustre all’interno di ogni ambiente della casa.

12

Pianta piano primo

10

ingresso principale

7

8

9

Pianta piano terra | Architettura

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Architettura

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ContinuitĂ tra interno ed esterno

Sezione

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Vista del lago dalla pergola

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Architettura

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Planimetria scala 1:20000 Vista verso Menaggio

Casa di Pietra, Fiumelatte - Varenna (LC) Costruzione 2000-2002 Superficie terreno 1.800m2 Superficie coperta 700m2 Il corpo di fabbrica è articolato su due piani fuori terra e un piano interrato. Questo livello è fisicamente diviso in due parti distinte delle quali una, la più grande, ricalca il perimetro superiore dell’edificio, la seconda zona che compone il piano interrato ha forma rettangolare allungata e una grande finestra

Prospetto ovest scala 1:400

Prospetto nord scala 1:400

che apre verso Ovest la visuale di questo spazio e permette l’uscita all’esterno nello spazio piscina. Sopra questa parte di interrato trova luogo una terrazza panoramica. Il piano terra è a doppia altezza (h.mt. 4,80) ed è adibito a zona giorno con un ampia zona cottura a vista. Il terzo livello è costituito da un piano soppalcato aperto sulla zona giorno del piano inferiore. Sul livello più elevato, il quarto, si trovano le camere dal letto ed il bagno. Elemento caratterizzante l’edificio sono le ampie finestre in legno e vetro, disposte nelle fasce centrali delle quattro facciate principali della costruzione che tagliano il corpo di fabbrica secondo gli assi delle pareti conferendo un aspetto di leggerezza all’insieme e permettono alla luce di trapassare gli spazi interni da parte a parte. L’aspetto di leggerezza e di trasparenza delle finestre trova risalto nella cornice delle murature esterne rivestite in pietra locale calcarea dai caldi cromatismi che viene annegata nella malta anch’essa di colore grigio caldo sabbia, opportunamente preparata per realizzare la proposta tecnica di posa a “raso pietra”. L’esterno dell’edificio viene trattato a verde con la piantumazione di piante autoctone e di essenze climax compatibili con le condizioni ambientali e climatiche proprie del luogo. Sezione scala 1:400

| Architettura

Arturo Montanelli

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Architettura

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Vista dal deck del piano seminterrato

Vista sul camino al piano semiinterrato

| Architettura

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Piano semiinterrato scala 1:400

Piano primo scala 1:400

Piano terra scala 1:400

Piano soppalco scala 1:400

Arturo Montanelli

Architettura

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Vano scala con lucernario zenitale: Struttura superiore in acciaio Fissaggio montante di parapetto dettaglio inferiore

Legno castagno massello

Rivestimento esterno in pietra locale

Gradini in c.a.

Tetto in vetro

Dettagli parapetto scala 1:5

Dettaglio serramento scala 1:20

| Architettura

Arturo Montanelli

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Architettura

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Ristorante "Officina di Enrico" in Omotesando Road - Tokyo Realizzazione 2006 Con: Arch. Ezio Riva

Il progetto ha previsto la realizzazione di un ristorante sviluppato su due livelli. L’edificio in cui viene realizzato il ristorante Officina è ubicato su una traversa di Omotesando Road, la " Via Montenapoleone" di Tokyo. La particolarità e l’innovazione concettuale e progettuale di questo ristornate è nell’impianto della cucina e della preparazione/presentazione delle portate. Infatti lo spazio fisico della cucina non è nascosto ma è completamente a vista per permettere così al cliente di “monitorare e pregustare” la preparazione di quanto ha ordinato. I clienti possono essere serviti sul bancone che divide lo spazio cucina dalla sala da pranzo o su i diversi tavoli distribuiti nella sala da pranzo dei due livelli e del terrazzo. I particolari sono stati curati nei minimi dettagli per far risaltare gli aspetti della cucina e della cultura italiana in Giappone. Ricercatezza dei materiali e delle finiture dei tavoli, dei rivestimenti e delle pavimentazioni per creare uno spazio elegante e accogliente.

Pianta piano +3: sala ristorante e brasserie

| Design

Arturo Montanelli

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Design

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Ceramiche dell'artista Giapponese Michicawa

Dettaglio costruttivo della facciata in tubi di policarbonato

| Design

Arturo Montanelli

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Design

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Vista della passerella

Passerella lungolago, Abbadia Lariana (LC) Costruzione 2002 Lunghezza del percorso 200m Con: Arch. Paolo Bodega Al fine di garantire sotto l’aspetto ambientale la totale amovibilità dell’opera, e l’utilizzo di materia del luogo, si è impostato l’intera progettazione senza l’impiego di cemento armato per la realizzazione delle opere di attacco al suolo, che sono state proposte con un innovativo utilizzo di gabbioni metallici costipati di pietre. Infatti alla tradizionale funzione di difesa spondale, che viene peraltro utilizzata, è stata affiancata la utilizzazione come elemento strutturale di fondazione e sostegno della struttura della passerella e come elemento estetico formale di basamento a sviluppo lineare dell’opera con l’utilizzo della pietra calcarea locale posizionata come gli antichi muri a secco, all’interno dei gabbioni a maglia rettangolare in inox. La struttura metallica sulla quale è stato sviluppato il kit di assemblaggio è stata selezionata all’interno di sezioni di tipo aperto, zincati a caldo e successivamente finiti con verniciatura micacea, con nodi di connessione realizzati mediante bullonatura ad alta resistenza che permette la maggiore durabilità dell’opera in relazione alle previste ipotesi di completa sommersione durante eventi naturali straordinari con ampi tempi di ritorno (alluvione ’86). Il legno Teak, come materiale dei piani di calpestio è stato selezionato per la sua durabilità e leggerezza. La proposta di progetto si è basata sull’utilizzo di un unico materiale da impiegare all’interno dei vari “brani” del percorso per creare una immagine di continuità e fluidità.

| Ambiente

Arturo Montanelli

Arturo Montanelli

Ambiente

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Pista ciclo-pedonale Lecco-Abbadia Lariana (LC) Costruzione 2002 Lunghezza del percorso 4200m Con: Arch. Paolo Bodega

Le caratteristiche complessive del comparto ambientale all’interno del quale è stata collocata l’opera in progetto sono strettamente connesse alla morfologia globale del conoide di deiezione del Torrente Zerbo attorno al quale si struttura la linea di costa del tratto di lago interessato. Una struttura territoriale a bassa acclività che si discosta dalle morfologie medie delle sponde lariane, in sede storica utilizzata a fini agricoli ed in relazione alle dinamiche evolutive recenti,attualmente, urbanizzata da interventi privati a carattere residenziale estensivo prevalentemente di pregio. I caratteri di sensibilità paesistica specifici risultano connessi prevalentemente all’alto valore paesaggistico rintracciabile dai principali percorsi percettivi, in relazione alla qualità degli spazi aperti sullo specchio acqueo ed alla valenza delle aree verdi limitrofe. Il progetto si pone come nuova presenza di continuità tra la forte valenza dell’antico nucleo storico di Abbadia con il suo dinamico rapporto con il lago e il nuovo Parco pubblico “ Ulisse Guzzi” e le sue funzioni anch’esse fortemente legate alla presenza della linea d’acqua della costa. Lo spessore territoriale e paesaggistico risulta fortemente influenzato dal caratteristico nucleo storico, con una serie di beni paesisticamente rilevanti, e la forte matrice strutturale di impianto urbano medioevale rappresentata dalle contrade, dalle piazze, dai percorsi a lago e dalla fitta e complessa maglia insediativi, tracce e memorie storiche del ruolo focale assunto dall’antico borgo sul controllo del transito lacuale. La memoria storica ed i valori di cultura e di immagine sono insiemi costitutivi fondamentali del paesaggio stesso e della propria identità territoriale. L’intervento di progetto può rappresentare uno degli elementi primari all’interno di tale chiave di lettura in quanto identificabile come opera ed attività dell’uomo da sempre interagente con l’assetto del territorio, la sua forma fortemente antropica e le sue immagini testimonianza dello storico processo evolutivo e del rapporto dinamico tra naturalità ed antropizzazione tipico delle sponde lariane.

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Arturo Montanelli

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Nuovo Ospedale S.Anna - Como

Progetto: 2003 Area di proprietà 15 ha Superficie ospedaliera coperta 40.000 mq Con: Arch. Paolo Bodega e Ing. Giuseppe Rustignoli La localizzazione della struttura ospedaliera e delle dotazioni di supporto (parcheggi, ingressi ambulanze, infrastrutture) determinerà l’occupazione di una vasta superficie comprendente differenti tipologie di uso del suolo. Il sistema degli spazi aperti, delle radure alluvionali a destinazione prevalentemente agricola, è apparentemente dotato di un grande valore paesaggistico-ambientale, ma realmente risulta classificabile all’interno di tipologie di valore basso. Considerazioni analoghe possono essere espresse anche per quanto concerne la localizzazione dei parcheggi, pur se le corrispondenti aree aperte posseggono un interesse ecologico superiore alle precedenti per il loro ruolo di ambienti-margine (“ecotono”) dell’esteso complesso naturale della Val Grande. Un elemento paesaggistico significativo emerge con i rilievi geomofologici della collina di Lucino Alto, che racchiudono il comparto ambientale sui lati liberi con sistemi areali ad elevata valenza di naturalità complessiva. Infatti il territorio è quasi interamente pianeggiante, o leggermente declinante verso sud, fatta eccezione per i citati margini collinari di Lucino Alto, che presentano pendenze più accentuate ed esposizioni prevalenti ad est. Le teste di versante degli andamenti collinari ed i sistemi boschivi ad essi connessi costituiscono nello specifico gli elementi del paesaggio, con i quali l’ideazione e lo sviluppo progettuale si è costantemente confrontata, all’interno di un moderno sviluppo metaprogettuale multidisciplinare sul quale si è basata la fase di fattibilità elaborata.

Sintesi

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TEAM DI PROGETTAZIONE: ARCHITETTURA | ARCHITECTURE INGENIERIA | ENGENEERING Ar.De.A S.R.L. Ing. Arturo Montanelli

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Arturo Montanelli

Via Ugo Bassi 11 – 23900 Lecco 0341.363443 fax. 0341.287118 info@arturomontanelli.com

Arturo Montanelli

Ezio Riva

Opere pubbliche

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