Centro di Ricerca Didattica Ardea Editrice
Rosa Dattolico
ACCOGLIENZA EDUCAZIONE ALLE EMOZIONI
LETTURE 3
MAPPE DI RIEPILOGO LINGUAGGI ESPRESSIVI
EDUCAZIONE CIVICA
Centro di Ricerca Didattica Ardea Editrice
Rosa Dattolico
ACCOGLIENZA EDUCAZIONE ALLE EMOZIONI
MAPPE DI RIEPILOGO LINGUAGGI ESPRESSIVI
EDUCAZIONE CIVICA
4 Mare, monti e...
5 ... avventure
6 I ricordi dell’estate
7 Al campo scout
8 LABORATORIO DI ASCOLTO
10 Avventura lettura
11 La nuova scuola
12 Il gioco segreto
13 Attori o fantasmi?
14 Una lezione importante
16 Un tragico mercoledì
18 LABORATORIO DI ASCOLTO
20 Il racconto realistico
21 Il mio coniglio grigio
22 Il brevetto di bagnino
24 Due grandi amici
26 Riassumere un testo
Le susine
28 Il fringuellino
30 Un mondo…
31 … di emozioni
32 Scrivo un racconto realistico
33 RIPASSO CON LA MAPPA
34 VERIFICA
36 Autunno • Pioggia
37 Autunno a colori
38 Nel bosco dorato
39 La natura in autunno
40 Halloween
42 LABORATORIO DI ASCOLTO
44 Il racconto fantastico
45 La casa di Settimio
46 Basta barzellette!
47 I baffi del signor Egisto
48 Il cavallino bianco
50 VERIFICA
52 LA FIABA
53 La principessa gallina
54 Nel giardino delle fate
55 L’incantesimo del bosco
56 I tre cani
58 VERIFICA
60 LA FAVOLA
61 La testuggine e il gabbiano
62 La volpe e il corvo
63 Il lupo e l’airone
64 Una zebra malcontenta
66 VERIFICA
68 IL MITO
69 Gli strumenti musicali
70 Il carro del Sole
72 Prometeo e il fuoco
73 Il re Mida
74 VERIFICA
76 LA LEGGENDA
77 La spiga
78 Gior no e notte
79 Perché le tartarughe hanno il guscio?
80 Scrivo una leggenda
81 RIPASSO CON LA MAPPA
82 VERIFICA
84 Nevicata • Nevica
85 Inver no a colori
86 La neve azzurra
87 Uccelli e inver no
88 L'albero di Natale
89 La Befana risponde
90 LABORATORIO DI ASCOLTO
92 Il testo descrittivo
93 Percorsi descrittivi
DESCRIVERE PERSONE
94 Gemelle
95 Momo
96 I nonni
97 Una bizzarra creatura
DESCRIVERE ANIMALI
98 Un cane randagio
99 Beniamino
100 Il picchio
101 Incubo a colori
DESCRIVERE AMBIENTI
102 Paesaggio di periferia
103 L'isola scintillante
104 La casetta e il gelso
105 Un antico castello
106 Descrivo un animale
107 RIPASSO CON LA MAPPA
108 VERIFICA
110
LABORATORIO DI ASCOLTO
112 Il testo poetico
113 Versi e strofe
114 La filastrocca
116 La similitudine
117 La metafora
118 L'onomatopea
119 L'allitterazione
120 Scrivo una poesia
121 RIPASSO CON LA MAPPA
122 VERIFICA
È PRIMAVERA
124 La natura
125 Primavera a colori
126 Primavera nel bosco
127 È tempo di nidi
128 È Pasqua!
129 Le pizze di Pasqua
130 LABORATORIO DI ASCOLTO
132 Il testo informativo
133 Il coccodrillo del Nilo
134 Il pomodoro
135 Le ghiacciaie
136 Sei un giovane ambientalista?
137 L’acqua: un bene prezioso
138 La coccinella
139 Le piante
140 Scrivo un testo informativo
141 RIPASSO CON LA MAPPA
142 VERIFICA
144 LABORATORIO DI ASCOLTO
146 Il testo regolativo
147 Tante regole da rispettare
148 Il diorama del mare
149 I galli zoppi
150 Macedonia di frutta
151 Occhio alla segnaletica
152 Scrivo un testo regolativo
153 RIPASSO CON LA MAPPA
154 VERIFICA
156 Il testo pubblicitario
157 La Pubblicità Progresso
158 Il testo argomentativo
Vivere in città
159 Convivenza tra cuccioli
È ESTATE
160 Pensiero mare
161 Estate a colori
162 Estate al mare
163 Estate al campeggio
164 Verso l'INVALSI
172 Varietà di segni
173 Leggo il dipinto
174 La linea
175 Leggo il dipinto
176 Forme e colore
178 La luce e l'ombra
179 La luce al tramonto
180 I piani di lettura
Mi chiamo Chiara e non vedo l’ora di raccontarvi la mia estate. Ho trascorso giorni indimenticabili in un paesino di mare. Ricordo il calore del sole, il rumore delle onde che si infrangevano sul bagnasciuga lasciando tanti tesori sparsi qua e là: sassi lucidi e lisci e conchiglie. Ho imparato persino a nuotare.
Mi chiamo Andrea e ho trascorso le vacanze a casa dei nonni. Ogni mattina facevamo colazione sotto il portico. Sulla tavola c’erano i fichi neri dell’orto, la marmellata di ciliegie e il pane croccante che faceva la nonna nel forno. Dai nonni c’era proprio tutto: il fiume, il bosco e la fattoria. Un giorno io e mia cugina abbiamo combinato un gran bel guaio: siamo entrati col trattore nella stalla spaventando le mucche Bea e Corallina.
Un caldo pomeriggio d’estate io e Martino decidemmo di fare una passeggiata nel bosco; con noi c’era anche Scheggia, un vivace cucciolo di sette mesi che trotterellava davanti a noi guardandosi intorno con curiosità.
Gli alberi alti e pieni di foglie verdi creavano un’ombra fresca e riposante.
Ai piedi degli alberi scoprimmo delle fragoline rosse, ne raccogliemmo alcune e le assaggiammo: erano dolcissime, morbide e succose.
All’improvviso percepimmo un fruscio tra le foglie, Martino sbiancò mentre il mio cuore fece mille capriole.
– Ma è uno scoiattolo – esclamai – puntando l’indice verso il piccolo acrobata che balzava agile da un ramo all’altro con la coda ritta.
Dopo quella scoperta ci avviammo verso casa con Scheggia che trotterellava davanti a noi.
ᄗ E tu dove hai trascorso i giorni più belli? Scrivi sul quaderno seguendo la traccia.
Mi chiamo e ho trascorso le vacanze
Ogni mattina
Nel pomeriggio
Di solito la sera
ᄗ Cosa ha trovato
Roberto nel cassetto?
Una chia ve, un libro, una conchiglia
Una c onchiglia, un sasso, una chiave
ᄗ Cosa ricorda Roberto quando afferra la conchiglia? Sottolinea la risposta nel testo.
ᄗ Hai anche tu un oggetto che ti fa ricordare momenti felici vissuti in vacanza? Racconta.
Ieri Roberto ha aperto il cassetto della scrivania e ha allineato una chiave, un sasso, una conchiglia ancora odorosa di mare. Ciascuna di queste cose richiama alla mente di Roberto qualche momento felice dell’estate ormai finita.
Con la chiave in mano rivede se stesso nell’atto di aprire o chiudere il lucchetto della sua bicicletta: quante corse con il viso alzato contro il vento! Il sasso gli ricorda il torrente, l’acqua trasparente tra i ciottoli e il momento in cui aveva gridato: – Ho trovato un sasso meraviglioso! Ricorda l’amico che, interrompendo il gioco, gli era venuto vicino incuriosito. Infine tenendo la conchiglia tra le mani, Roberto ripensa al mare, al sole, ai giochi sulla spiaggia, al rumore delle onde, al volo dei gabbiani.
– Vorrei essere un pesce e girare e girare per tutto il mare – aveva detto alla mamma, mentre osservava i pesciolini che nuotavano velocemente. Roberto ripone la chiave, il sasso, la conchiglia odorosa di mare… In ogni momento potrà aprire il cassetto e trovare i “ricordi dell’estate”.
E. Menegatti, L’albero verde, EDI
Mi chiamo Alice e, come ogni anno, i giorni più belli di quest’estate li ho passati al campo scout in Sardegna.
Insieme a me c’erano Saverio, Francesca, Franco, Alessandro e, quest’anno, anche Lapo.
Ogni mattina stavamo sulla spiaggia. Stavamo là tutti insieme a guardare il mare e a scherzare, poi tutti nell’acqua e di nuovo fuori, sempre insieme. Il più delle volte Francesca proponeva di parlare, i maschi di fare la lotta. Poi si finiva sempre per fare un po’ di tutto.
Ogni sera dopo cena prendevamo un gelato all’unico bar del paese e parlavamo del più e del meno .
Mai un momento eravamo tristi, stanchi o annoiati. Poi è giunto il momento di separarci. Pian piano siamo tornati tutti a casa, chi prima, chi dopo, guardavamo il mare che appariva più splendido del solito.
Io, con una lacrimuccia, osservavo il cielo triste dalla nave che mi stava portando a Livorno. Alice Sturiale, Il libro di Alice, Bur
ᄗ Segna con una X le affermazioni corrette.
parlavamo del più e del meno: parlavamo di vari argomenti.
Alic e ha trascorso le vacanze in Sardegna insieme ai suoi amici. Ogni mattina an davano al mare.
Spesso Fr ancesco e Alessandro si annoiavano.
Tutti, chi prima e chi dopo, sono tornati a casa.
Alic e non vedeva l’ora di tornare a casa.
A casa Alberto aveva una collezione di biglie, ma non erano del tipo comune: erano cuscinetti a sfera argentati.
In un giorno di vacanza lucidò tutte le biglie e quando tornò a scuola ne mise in tasca sei di quelle grandi. Alberto era molto bravo a giocare a biglie e diventava bravissimo quando giocava con quelle argentate. Sul terreno accidentato andavano molto più diritte di quelle di vetro.
Così, all’ora di pranzo, nel cortile della scuola aveva già vinto dieci biglie. Tutti volevano giocare contro Alberto per vincere una delle sue biglie argentate, ma lui li batté tutti. Fu durante l’ora riservata alla lettura che il suo compagno Sid lo sfidò a giocare a biglie in classe. Alberto per non scontentare gli amici disse sì.
Nell’emozione del gioco si dimenticò che il signor Manners aveva proibito il gioco delle biglie dentro la scuola. Stava prendendo con cura la mira, accucciato sotto la scrivania dell’insegnante, quando il signor Manners arrivò silenziosamente alle sue spalle: – Alberto – disse, – stai giocando alle biglie?
– Oh… sì, signore.
– Devo confiscartele – disse il signor Manners. Alberto tirò fuori le sue biglie dalla tasca, una per una, e le depositò nella mano del signor Manners.
– Peccato, Alberto – disse il signor Manners scuotendo la testa. – Ti avevo avvertito. Non si possono infrangere le regole a scuola, lo sai!
M. Morpurgo in Cinque storie di scuola, Mondadori
ᄗ Rispondi con una X
• Chi è il protagonista del racconto?
Sid
Alberto
Il sign or Manners
• Dove si svolgono i fatti?
Nel c ortile della scuola
Nel c ortile della scuola e in classe
Nel labor atorio di scienze
• Chi è il signor Manners?
Il padr e di Sid
Il padr e di Alberto
L’insegnante di Alberto
ᄗ Segna con una X i fatti che si riferiscono alla storia.
Albert o e i compagni giocano a biglie nel cortile. Sid sfida Alberto a giocare in classe, ma vengono scoperti dal signor Manners che confisca le biglie di Alberto.
Il sign or Manners rimprovera Alberto per aver portato le biglie a scuola perciò gliele confisca.
ᄗ Qual è lo stato d’animo di Alberto?
ᄗ Quale messaggio vuol comunicare questa poesia?
Legger e è bello Legger e è noioso
Apri il libro…le pagine sfoglia ecco che piano sale la voglia, voglia di leggere in compagnia storie curiose di fantasia.
Voglia di leggere da solo storie che fanno spiccare il volo, voglia di leggere più di prima tante parole tutte in rima.
Voglia di leggere in allegria tante parole di una poesia, voglia di leggere e di ascoltare storie salate che sanno di mare.
Voglia di leggere e di capire storie per scendere e risalire,
In estate avevamo cambiato casa.
Ricordo che il primo giorno di scuola, quando per la prima volta dovetti andare nella nuova scuola, piansi a più non posso. Forse piangevo perché non c’era la mamma ad accompagnarmi, forse perché avevo paura di stare in un edificio tanto severo.
Il pianto andò aumentando quando salii le scale e vidi gli enormi finestroni dell’aula, i banchi, la cattedra alta sulla pedana di legno, la maestra dallo sguardo serio, i compagni che vedevo per la prima volta...
Per quanti sforzi facessi, non riuscivo a smettere di piangere; allora la maestra mi prese per mano e mi fece sedere al primo banco, vicino alla cattedra. Aveva capito che avevo bisogno di affetto.
F. Mongolo, La mia fanciullezza, quasi un diario, Omega
COMPRENDO
ᄗ Quali emozioni prova il protagonista?
Noia
Paura
Agitazione
Rabbia
ᄗ Quali emozioni hai provato il primo giorno di scuola? Gioia nel rivedere compagni e insegnanti o un po’ di agitazione per il nuovo inizio? Racconta.
Leggi il testo mentalmente per comprenderne il contenuto.
Poi rileggilo a voce alta senza incespicare nelle parole, rispettando la punteggiatura e usando i giusti toni di voce.
ᄗ Rispondi con una X .
• Chi immagina di trasformare Giuliano con la sua bacchetta magica?
I c ompagni di classe
Le sue maestr e
• Cosa dice la direttrice ai ragazzi a proposito della signora Mulinello?
È a c asa per un improvviso malore Arriv erà in ritardo
• In quale animale Giuliano pensa di aver trasformato la sua insegnante?
In un m oscone
In un r agnetto
ᄗ Leggi il testo con la giusta intonazione, poi rispondi alle domande.
Mi chiamo Giuliano e frequento la classe della signorina Mulinello.
A volte faccio finta di avere una bacchetta magica tra le mani. Poi pronuncio mentalmente una formula speciale: ”Abracadabra abracadì” serve a trasformare le maestre in ciò che si vuole. Bè, io almeno ci provo, anche se devo dire che finora la cosa non ha mai funzionato.
Stamattina la direttrice ci comunica: – La signorina Mulinello oggi farà un po’ più tardi. Strano, la maestra non ha mai fatto tardi.
Che la magia abbia funzionato? Vicino al calorifero mi pare di vedere un ragnetto che sta tessendo una tela. Mamma mia, e se fosse proprio la maestra? Oddio! Perdono!
Non dirò più le formule magiche! Mai più, lo giuro! Improvvisamente la porta della classe si spalanca... – Buongiorno, ragazzi! – dice una voce.
Ehi, è proprio la maestra; e accanto al calorifero il ragno non c’è più.
Forse l’incantesimo funziona davvero! Ma una promessa è una promessa e io ho giurato di non pronunciare più la formula magica! Sì, è certo, non la dirò mai più.
Ann Rocard, Favole della buonanotte, Lito
ᄗ Dividetevi in piccoli gruppi e divertitevi a trasformare i vostri compagni in animali, motivando la vostra scelta.
Finalmente è arrivato il giorno dello spettacolo! Alle 15 le maestre Silvia e Lorenza ci hanno chiamato per la prova.
La sala era già preparata per lo spettacolo, con tutte le sedie in fila per le nostre famiglie. Siamo saliti sul palco. Cra croc crac…
– E se si rompe come facciamo? – ho chiesto preoccupato.
– Alla peggio cadremo di sotto! – mi ha risposto Silvia ridendo.
La prova è cominciata e all’improvviso abbiamo sentito un suono di tromba. A un tratto ho visto il custode Valdemaro con un foglio scritto a lettere grandi: DOVETE SCAPPARE,
Ma che c’entrava lui con la nostra prova?
– Viaaaa! È l’allarme antincendio! Usciamo di qua! – ha urlato Lorenza. Per primo è partito Mattia, il nostro capofila, e a uno a uno ci siamo presi per mano come abbiamo deciso all’inizio dell’anno. Fuori dalla porta, via, di corsa, verso il giardino, fin sotto l’ulivo, il nostro punto di raccolta.
Le altre classi erano già lì, e quando ci hanno visto arrivare combinati in quel modo hanno cominciato a urlare: “I fantasmi!”.
Renatino di prima ha chiesto: – È la prova contro i fantasmi?
Quando finalmente è tornato un po’ di ordine abbiamo capito cos’era successo: avevano deciso di fare la prova di emergenza antincendio e non potevano certo sapere che noi stavamo facendo altre prove… quelle della recita.
B. Pumhösel,A. Sarfatti, Fughe e fantasmi, EDT-Giralangolo
ᄗ Rispondi a voce.
• Che cosa stanno preparando le maestre Silvia e Lorenza?
• Come si sono travestiti i bambini?
• Cosa succede all'improvviso? Racconta.
ᄗ Rispondi a voce.
• Quali sono le tue parole magiche?
• Quando le usi?
• Agire con gentilezza genera molti effetti positivi. Quali?
ᄗ Sottolinea nel testo le parti del discorso diretto.
Oggi in cortile sono scoppiati tanti litigi, così la maestra Michela ci ha fatto tornare subito in classe. Pensavamo che volesse farci una bella predica.
Ad un tratto la maestra ha detto:
– Adesso parliamo di parole magiche! Eravamo tutti stupiti e abbiamo pensato che ci volesse raccontare una fiaba, invece lei ha detto:
– Allora, bambini, quali sono le parole magiche che conoscete?
Giuseppe ha alzato la mano e ha detto ABRACADABRA, che è la formula dei maghi.
Sofia ha detto BIBIDI-BODIBI-BU, Margherita ha provato con SUPERCALIFRAGILISTICHESPIRALIDOSO, come Mary Poppins. Ma ogni volta la maestra faceva no con la testa.
– Io intendevo le parole magiche che si possono usare tutti i giorni per fare più bella la nostra giornata.
Prima non sapevamo cosa rispondere, ma poi Vanessa ha detto con una vocina un po’ incerta:
– SCUSA è una parola magica, perché ti fa fare la pace con chi è arrabbiato con te.
– Bene! – ha esclamato la maestra. – Adesso sì che ci siamo capiti!
E così tutti abbiamo cominciato a dire altre parole magiche: PER PIACERE , PERMESSO , GRAZIE e in classe si sentiva una gran confusione.
– Uno alla volta! – ha chiesto allora la maestra. – Lasciare che parlino anche gli altri è la prima azione magica che mi viene in mente in questo momento.
Insomma questa mattina abbiamo imparato perché è importante essere gentili ed educati con gli altri.
Filippo ha detto che non è giusto dare le spinte quando si è in fila.
Giuseppe ha spiegato che quando si è in mensa non bisogna toccare il cibo con le mani.
Chiara ha detto che quando si usano le cose di tutti bisogna avere molta cura.
– Insomma – ha osservato la maestra Michela – siamo tutti convinti che la buona educazione serve non solo per rispettare, ma anche per essere rispettati e vivere bene con gli altri.
Elisa ha detto che se ricambi un dispetto con una gentilezza non fai succedere un litigio.
Questa osservazione mi ha fatto venire in mente un bel pensiero così ho alzato la mano: – Per me l'azione più magica di tutti è il sorriso, tu ne regali uno e te ne ritornano indietro tanti.
E forse avevo ragione, perché tutti, proprio tutti mi hanno restituito un bellissimo sorriso. Anche Marta.
Maria Loretta Giraldo, Anna e le parole magiche, San Paolo Edizioni
ᄗ Dividetevi in piccoli gruppi. Ogni gruppo scriva le regole per andare d’accordo in classe. Poi confrontatele e, con le stesse, realizzate un cartellone murale dal titolo "Star bene insieme".
ᄗ Segna con una X i fatti che si riferiscono alla storia.
Un bullo vuole il telefonino del protagonista; riesce a prenderlo grazie all’intervento dei suoi amici
Un bullo vuole il telefonino del protagonista che reagisce avendo la meglio
Quel “tragico mercoledì” splendeva il sole e faceva caldo, come capita spesso, in maggio. I miei compagni stavano uscendo in cortile per trascorrere l’intervallo all’aria aperta.
– Andiamo a prendere il telefonino a quel microbo! –ha gridato Simone.
A quelle parole la vista mi si è annebbiata, mi è venuto un ronzio alla testa e... un impellente bisognino.
– Ma... il maestro Peretti... se ci vede... ci sospende –ha obiettato Gianni.
– E se poi quello si mette a frignare? – ha rincalzato Michele.
– Nessun problema, ho un metodo per farlo tacere! Voi state di guardia!
Quando me lo sono trovato davanti avevo la gola secca. Il cuore mi batteva come impazzito. Simone mi
ha trascinato in un angolo del cortile.
– Voglio il tuo cellulare! – ha intimato. – Sta molto meglio in tasca mia, piuttosto che in quella di un pappamolle come te. Ecco: io avrei dato volentieri il telefonino a Simone, se me lo avesse chiesto con le buone, ma lui mi aveva dato del pappamolle.
– Io... ti do... un bel niente! – ho balbettato, anche se mi sentivo svenire dalla paura.
Per Simone è stato il “via”. Mi si è avventato contro come una furia. Improvvisamente mi sono tornate in mente le parole del maestro di judo... finché ho sentito Gianni e Michele mormorare allucinati:
– Cavolo! L’ha atterrato!
M. A. Garavaglia, Un bullo da sballo, San Paolo Edizioni
• Ti sembra corretto il comportamento di Simone e dei suoi compagni?
• Ti è mai capitato di affrontare una situazione simile?
• Come ti sei sentito?
• Come hai reagito?
• Cosa ne pensano i tuoi compagni e le tue compagne?
ᄗ Progetta un finale diverso della storia insieme ai tuoi compagni e alle tue compagne.
Era una calda sera di agosto. Ben e il suo amico Josh avevano deciso di dormire in una tenda in giardino. Era la prima volta che i ragazzi facevano l’esperienza del campeggio ed erano molto agitati. La mamma di Ben aiutò i bambini a portare le loro cose nella tenda.
Fecero un sacco di viaggi avanti e indietro con sacchi a pelo, cuscini, pigiama e pantofole.
− Lasceremo la porta di casa aperta, non si sa mai... –disse il papà di Ben.
Di colpo fu buio. I bambini si rannicchiarono nei loro sacchi a pelo.
Ad un tratto Ben udì un rumore: snaff, snaff, snap! – Cos’era? – chiese a Josh schizzando a sedere.
Ben si mise in ascolto, in silenzio. Un gufo volò basso urlando: “Uiip! Uiip!”.
Lentamente aprì la tenda e guardò fuori. La luna brillava attraverso i rami degli alberi, riflettendo sulla tenda ombre di ramoscelli che parevano dita ossute, protese per entrare dentro.
La casa di Ben sembrava lontana da raggiungere, ma c’erano le luci accese e la porta era aperta. Ben si infilò le pantofole, Josh lo imitò, strisciarono fuori dalla tenda e corsero attraverso il giardino fino alla casa.
– Pensavo voleste fare il campeggio – disse il papà di Ben.
– C’erano animali feroci – spiegò Ben – e una strega ha cercato di prenderci.
Quella notte i ragazzi dormirono dentro casa e rimandarono a un’altra volta il campeggio all’aperto.
G. Adams, Un anno pieno di storie, Mondadori
ᄗ Cosa decisero una calda sera di agosto Ben e il suo amico Josh?
ᄗ Cosa sentì all’improvviso Ben?
ᄗ Cosa fecero i due amici?
ᄗ Perché il papà di Ben disse: “Lasceremo la porta di casa aperta, non si sa mai”?
ᄗ Perché i due amici strisciarono fuori dalla tenda e corsero attraverso il giardino fino alla casa?
Il racconto realistico è un testo narrativo. Narra fatti veri o verosimili , cioè che possono accadere nella realtà.
Nel racconto agiscono dei personaggi : persone o animali reali.
Il più importante è il protagonista , gli altri sono i personaggi secondari .
Per riconoscere i personaggi devi chiederti:
• Chi sono i personaggi?
• Chi è il protagonista?
I personaggi agiscono sempre in uno o più luoghi reali .
Per riconoscere il luogo o i luoghi devi chiederti:
• Dove si svolgono i fatti narrati?
I fatti si svolgono in un tempo definito che può essere presente , passato o futuro
Per riconoscerlo devi chiederti:
• Quando si svolgono i fatti narrati?
I fatti sono gli avvenimenti vissuti dai personaggi e si susseguono in ordine di tempo , uno dietro l’altro ( prima O poi O dopo O allora O infine ). Possono essere narrati in prima persona da un personaggio della storia o in terza persona da un personaggio che non appartiene alla storia.
Per riconoscere i fatti devi chiederti:
• Che cosa succede?
Qualche giorno fa è nato mio cugino Mattia.
La mamma è entrata tutta sorridente nella mia cameretta e mi ha detto che era nato il mio cuginetto. Poi ha deciso che dovevo fargli un regalo!
Così abbiamo aperto insieme lo scatolone dove tengo i giochi che non uso più e abbiamo messo da parte quelli in buono stato.
Fra questi c’era anche Mollica, il mio coniglio grigio, quello con le orecchie enormi e morbidissime.
La mamma l’ha controllato ben bene e poi ha scelto proprio quello da regalare a Mattia!
Quando le ho chiesto perché non gli compravamo un coniglio di peluche nuovo, mi ha risposto che sarebbe stato un gesto carino regalare al cuginetto un giocattolo di quando ero piccolo io.
Allora le ho detto che era meglio se la zia comperava un bel cane invece di avere un bambino.
La mamma, però, mi ha guardato storto ed è uscita dalla mia camera con il coniglio sotto il braccio!
Paola GentileESPLORO il testo
ᄗ Completa.
• Il PROTAGONISTA della storia è ...............................................................................................................
• L' ALTRO PERSONAGGIO della storia è
• Il LUOGO in cui si svolge il fatto è
• Il TEMPO è
• Il racconto è realistico perché .....................................................................................................................
ᄗ Segna con una X la frase che si riferisce alla storia. La mamma vuole r egalare al cuginetto appena nato, Mattia, il coniglietto a cui è ancora molto legato il protagonista della storia.
È nat o Mattia e tutti sono felici.
Ieri sono andata con il papà e Buck al lago. Buck deve fare la prova per prendere il brevetto di bagnino; così, dice la mamma, «potrà salvare la gente e potrà correre libero su tutte le spiagge».
Al lago c’era un istruttore con una faccia che assomigliava a quella di certi cani; poi c’erano tantissimi cani di razza. Buck non è di razza.
Mi ricordo quando siamo andati al canile a prenderlo. C’erano tanti di quei cani che era difficile scegliere. Tutti cani abbandonati.
Anche la mamma di Buck era stata abbandonata, vicino all’autostrada. E aspettava i cuccioli. Infatti abbiamo portato a casa Buck quando aveva tre mesi: era una palla soffice e nera.
Non pensavo che diventasse così grande! Ora è proprio bello e simpatico, anche se un po’ schizzato!
L’istruttore dava il via e i cani si gettavano in acqua e nuotavano come pazzi. Tutti, tranne Buck.
– Dai, Buck! – ha detto il papà.
Buck non si è mosso. Guardava il cielo e le piante. – Forza, Buck! – ho esclamato per fargli coraggio.
ᄗ Indica con una X se le affermazioni sono vere (V) o false (F).
• Arianna e il papà portarono Buck a passeggio. V F
• Buck era stato preso dal canile quando aveva tre mesi. V F
• Ad un segnale dell’istruttore i cani si gettavano in acqua tranne Buck. V F
• Arianna si chiede se Buck riuscirà a prendere il brevetto di bagnino. V F
• Buck ha la mania di rincorrere gli insetti. V F
Sentivo tutti gli occhi dei padroni dei cani fissi su di me e su papà.
Avrei voluto sparire io, in acqua. Ma papà si è messo a ridere e ha detto: – Andiamo, Arianna, torneremo un’altra volta.
Poi ha salutato l’istruttore e siamo tornati a casa.
– Allora? – ha chiesto la mamma, mentre si asciugava i capelli.
– Non ha voluto nemmeno entrare in acqua.
Alla mamma è caduto il phon.
– Riuscirà a prendere il brevetto di cane bagnino? – ho chiesto un po’ sconsolata.
– È più facile che prenda un’ombra! – ha detto la mamma, accarezzandolo.
Infatti, da un po’ di tempo, Buck ha una mania: rincorrere le ombre sul pavimento per prenderle.
Ce la mette tutta e non riesce a capire che sono ombre. Corre di qua e di là grattando le ombre in terra per tirarle su, si arrabbia, poi se ne va, depresso, sotto il tavolo. Ha gli occhi tristi per quelle ombre che non si lasciano prendere!
Se, però, faccio finta di essere triste anch’io e quasi piango, lui dimentica le ombre, mi salta addosso e mi lecca tutta la faccia e le mani.
Forse pensa che nemmeno io riesco a prendere le ombre. Erminia Dell’Oro, Le pagine segrete di Arianna, Edizioni EL
ᄗ Tra la protagonista e il suo cane c’è un rapporto speciale. Gli animali ci regalano compagnia e affetto ma hanno bisogno di cure e protezione. Sei d’accordo? Confrontati con i compagni e le compagne.
Il racconto
In un racconto i fatti sono le azioni, cioè gli avvenimenti che accadono. Di solito seguono un ordine cronologico : PRIMA → POI → INFINE
Quando Mix era piccolino, approfittando di una distrazione di Max e dei suoi fratelli, uscì in strada, sentì il richiamo dell’avventura, si arrampicò sui rami più alti di un ippocastano e, una volta lassù, scoprì che scendere era più difficile che salire, perciò tenendosi ben stretto al ramo cominciò a miagolare per chiedere aiuto. Max, che era altrettanto piccolino, salì sull’albero deciso a riportare giù Mix, ma quando arrivò ai rami più alti guardò in basso, ebbe le vertigini e scoprì che nemmeno lui era capace di scendere. Un vicino di casa chiamò i pompieri, che arrivarono con un grande camion rosso pieno di scale. Dal basso, i fratelli di Max, i vicini e il postino gridavano: – Non ti muovere, Max! Non ti muovere, Mix!
Il capo dei pompieri aveva un casco splendente e prima di salire sulla scala telescopica volle sapere chi si chiamava Max e chi si chiamava Mix. Nel frattempo, sul ramo più alto dell’ippocastano, Max teneva stretto Mix e gli diceva: – Accidenti, guarda che guaio abbiamo combinato… Mix, promettimi che non ti arrampicherai mai più in cima a un albero senza aver prima imparato a salire e scendere dai rami più bassi.
Questo Max lo disse sul ramo più alto dell’ippocastano perché Mix era suo amico e gli amici si danno man forte, si insegnano tante cose, condividono i successi e gli errori. Una volta a terra, Max e Mix ascoltarono gli ammonimenti del capo dei pompieri e tornarono a casa tutti coperti di polline di ippocastano.
Luis Sepúlveda, Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico, Guanda
ammonimenti: rimproveri.
EDUCAZIONE CIVICA
ᄗ Aggiungi altre parole dell’amicizia.
Il racconto realistico
ᄗ Leggi le frasi e metti in ordine i fatti narrati numerandoli da 1 a 4.
Max sale sull’albero per riportare giù Mix.
I pompieri soc corrono Max e Mix.
Mix sale sull’ippocastano.
Max e Mix asc oltano i consigli del capo dei pompieri.
ᄗ Scrivi in prima persona un fatto che ti è capitato e che ricordi volentieri. Tieni presente le domande che ti aiuteranno a sviluppare il testo.
• Quando è successo? Dov'eri? Con chi?
• Che cosa è successo? Come ti sei comportato/a? Cosa hai provato?
• Come si è conclusa la vicenda?
Ecco lo schema che potrai tener presente per riassumere un testo.
• Leggere attentamente il testo e comprendere il contenuto.
• Dividere il testo in sequenze.
• Scrivere per ogni sequenza una frase significativa.
• Unire le frasi con i connettivi giusti.
• Trasformare i discorsi diretti in discorsi indiretti.
• Usare la terza persona.
Ricorda di non usare mai il discorso diretto, cioè le frasi con il dialogo, ma di trasformare queste ultime in discorso indiretto, utilizzando le paroline di , che , se .
ᄗ Il testo è stato diviso in sequenze. Scrivi una frase significativa per ciascuna di esse aiutandoti anche con le illustrazioni. Poi racconta la storia.
La mamma aveva comprato alcune susine per i suoi bambini e le aveva messe in un piatto. Giovannino non aveva mai mangiato susine e si avvicinava continuamente al piatto per fiutarle. Il loro profumino gli piaceva; egli aveva una gran voglia di assaggiarle.
Quando Giovannino rimase solo nella stanza, non poté più resistere: prese una susina e la mangiò.
La mamma prima del pranzo contò le susine e vide che ne mancava una. Lo disse sottovoce al babbo.
Terminato il pranzo, il babbo domandò: – Uno di voi ha forse mangiato una susina?
Tutti risposero di no. Giovannino diventò rosso come un gambero ma rispose di no anche lui.
– Non è bene che qualcuno di voi abbia mangiato una susina – riprese il babbo facendosi pensieroso. – Se qualcuno inghiotte il nòcciolo il giorno dopo sta male.
Giovannino impallidì: – Io non l’ho mangiato il nòcciolo – disse. – Io l’ho gettato... – Tutti risero. Ma Giovannino no, Giovannino non rise.
Anzi, per la vergogna, si mise a piangere.
L. TolstojLa storia è stata divisa in sequenze Una nuova sequenza inizia quando compare un nuovo personaggio , cambia il luogo o il tempo oppure avviene un fatto nuovo
Tonino ebbe molte volte la tentazione di lasciare aperto lo sportello della gabbia per vedere se il fringuello, che pareva così felice, lo era davvero a tal punto da ritornare in gabbia spontaneamente.
Ma sempre gli era mancato il coraggio:
– E se gli piace la libertà e non torna più? – diceva.
Quel mattino accadde invece che se lo dimenticò aperto e il fringuello, senza farsi invitare e senza molti complimenti, scappò. Scappò davvero.
Si posò sulla grondaia della stalla e da lassù guardava il mondo più grande, non più il muro del corridoio con la luce della porta aperta e della lampada alla sera, ma il cielo azzurro, un mare d'aria brillante e calda e una gran luce abbagliante nel mezzo.
Tonino non sapeva che da lassù il suo fringuellino faceva la più bella scoperta della sua vita: credeva che invece non riuscisse a trovare la strada del ritorno alla gabbia e portò la gabbietta in cortile, con tutti gli sportelli aperti per dirgli: – D'ora in poi saranno sempre così, potrai entrare e uscire...
E sparse tutt'intorno miglio e altri semi buoni per fargli capire: – Qui non soffrirai mai la fame... Ritorna! – Ma il fringuello con un voletto passò dalla grondaia alla punta di un palo di sostegno della vite e qui, di fronte alla gabbia vuota, cantò come non aveva mai cantato.
Tonino entrò in casa per osservarlo dalla finestra e in cuor suo sperava che tornasse. Ma il fringuello dopo un po' gli fece una fischiatina leggera, prese la sua saggia decisione e con un guizzo si buttò nel cielo.
E fu in quel momento che quella cosa, che Tonino sentiva pesargli dentro, all'improvviso si sciolse e si trasformò in un sentimento di felicità.
“Ho perduto il fringuellino e sono contento,” pensava, “ma che cosa strana... ma che cosa bella...”
M. Lodi, Il permesso, Giunti Junior
ᄗ Rispondi alle domande.
• Chi sono i protagonisti della storia?
• In quale luogo si svolge la vicenda?
• Quando?
• Il testo è stato scritto in prima o in terza persona?
ᄗ Rispondi a voce alle domande, ma prima sottolineale nel testo. Poi collega le risposte con i connettivi giusti e fai il riassunto sul quaderno.
• Quale tentazione ebbe più volte Tonino?
• Cosa dimenticò un giorno?
• Cosa fece l’uccellino?
• In che modo Tonino cercò di convincere l’uccellino a ritornare in gabbia?
• Cosa sperava Tonino in cuor suo?
• Cosa provò Tonino quando vide l’uccellino spiccare il volo e allontanarsi?
Filastrocca delle emozioni, dei coraggiosi e dei fifoni, del bambino che si stupisce ogni volta che il giorno finisce.
Filastrocca di chi ha paura quando la notte diventa scura, del bambino che scoppia di rabbia e la vorrebbe chiudere in gabbia.
Filastrocca di chi è contento e con gli amici corre nel vento, del bambino che è sempre triste e chiede tutto l’amore che esiste.
Giuseppe Bordi
La filastrocca parla delle emozioni come la paura, la rabbia, la gioia, la tristezza. Esse spesso sopraggiungono in maniera inaspettata; ognuna ci manda un messaggio che ci permette di conoscerci meglio.
ᄗ Rispondi.
• Come ti comporti quando sei allegro?
• E quando ti senti triste?
• Ti capita spesso di arrabbiarti?
• E di annoiarti?
• Come ti senti quando hai paura?
ᄗ Dividetevi in gruppi. Ogni gruppo con parole, gesti ed espressioni del viso rappresenta una situazione che ha provocato una delle seguenti emozioni.
Vince la gara il gruppo che riesce a rappresentare meglio la situazione.
ᄗ Con i colori delle emozioni realizza un dipinto utilizzando linee e forme. Poi confrontati con la classe.
PAURA TRISTEZZA GIOIA NOIA RABBIAᄗ Scrivi il racconto sul quaderno.
Decidi se narrare in prima persona oppure in terza persona.
Decidi quale titolo dare al tuo racconto.
È un testo narrativo . Narra fatti veri o verosimili che potrebbero accadere nella realtà.
I personaggi appartengono al mondo reale. Il più importante è il protagonista , gli altri sono i personaggi secondari .
I fatti accadono nel presente , nel passato o nel futuro . Vengono narrati in ordine di tempo.
I personaggi agiscono sempre in uno o più luoghi realistici .
I fatti possono essere narrati in prima oppure in terza persona .
Devo aver sentito la mancanza di Balsamo durante il sonno, perché mi sono svegliata piangendo. Mi sono asciugata la faccia.
– Occhei, – ho detto – ricominciamo a cercarlo.
– Aspetta, – ha detto papà – penso che possiamo fare di meglio. Chiediamo aiuto ad altre persone.
– Hai ragione! – ho gridato. – Chiamiamo la polizia, l’FBI o la CIA. Il mio papà non ha chiamato l’FBI o la CIA perché non pensava che fosse stato commesso un crimine.
Poi mi ha comunicato la parte migliore del suo piano: i volantini! Che mi sembrava una magnifica idea, finché non ho pensato a una cosa terribile: “Oh, no! Non abbiamo mai fatto una foto! Ho dimenticato di scattargli delle foto!”. Altri pianti. Papà mi ha messo il braccio intorno alle spalle.
– Questa è una sfida, certo. Ma sai che cosa penso? Penso che Balsamo sia un gattino fortunato. Perché appartiene a un’artista di gran talento!
– Pensi che potrei disegnarlo? – ho chiesto.
– Lo penso, cucciola. Penso che sarà il tuo disegno più bello.
Lasciatemelo dire, è stato molto, molto difficile. Non la parte del disegno, ma la
Quando ho cercato di disegnare le sue orecchie, mi sono ricordata di come si contorcevano ogni volta che qualcuno apriva una scatoletta e i miei occhi si sono riempiti di lacrime. Quando ho disegnato il suo pelo morbido, mi sono ricordata di come era bello accarezzarlo e le lacrime sono scivolate sulla mia faccia. E quando ho disegnato i suoi baffi, ho pensato di come a volte se ne andava in giro con nuvolette di polvere tra i baffi e quasi sono caduta dalla sedia tanto piangevo a dirotto. Basta parlare di pianto! Alla fine il disegno era terminato.
Guardate com’è venuto bene!
S. Pennypacker, Clementine, che grande amica!, Giunti Junior
ᄗ Segna con una X il completamento giusto.
• La storia è narrata da: un bambin o
una bambina
un papà
• Il racconto è scritto: in prima per sona in t erza persona
• La bambina si rivolge: al suo gatt o a suo padr e all'amica
ᄗ Segna con una X le affermazioni corrette.
La bambina è disper ata per la mancanza di Balsamo.
Il papà la c onsola dicendole che l’avrebbero cercato.
Il papà si riv olge alla polizia.
La bambina n on condivide l'idea dei volantini.
La bambina disegna il suo gatt o.
ᄗ Rispondi alla domanda con una X .
• Quale sentimento prova la protagonista?
Disperazione
Indifferenza
Rabbia
L’estate se ne va
senza fare rumore e impigliati tra i rami
lascia pezzi di sole.
Foglie rosse, gialle, brune
foglie d’oro e di fuoco.
Poi l’albero
ha un brivido di freddo.
Ha sentito l’autunno.
Françoise Bobe, Storie per tutte le stagioni, Einaudi
No, non è una sola goccia, sono tante, sono pioggia: scende sciolta, lava, bagna, dà da bere a ogni campagna, riempie buchi nelle strade, fruscia fresca mentre cade, fa la doccia al mondo secco, dà una goccia ad ogni becco.
ᄗ Nella frase “L’albero ha un brivido di freddo. Ha sentito l’autunno” significa che:
l’albero ha percepito i primi freddi l’albero ha paura dell’autunno
ᄗ Nella frase “dà una goccia ad ogni becco” significa che:
la pioggia disseta gli uc cellini la pioggia la va il becco a ciascun uccellino
Françoise Bobe, Storie per tutte le stagioni, Einaudi
ᄗ Rispondi alle domande.
• Cosa rappresenta il dipinto?
• Quali elementi sono presenti?
• Quali colori ha utilizzato l’artista?
• Cosa ti piace di più del dipinto?
• Cosa provi osservandolo?
ᄗ Prova a riprodurre il dipinto utilizzando gli stessi colori.
ᄗ Scrivi le caratteristiche dell’autunno comunicando le tue emozioni.
refolo: soffio. ambra: colore giallo-arancio.
Un refolo di vento fa piovere sulle teste di Jacopo e di nonno Angelo leggere foglie dorate.
– Le foglie se ne stanno andando via una a una... –sospira Jacopo. – Che tristezza, che peccato. Nonno Angelo non è abituato a vedere Jacopo triste.
– Le foglie dopo essersi addormentate, dopo aver cambiato colore vestendo di ambra e di giallo, di oro e di bronzo gli alberi, a ogni ritorno di autunno cadono. Così nude, le piante aspettano l’inverno. Però sai che a primavera rispuntano.
– Comunque a me non piace – dice Jacopo.
– Tu pensa che le foglie sono stanche.
– Ma come stanche? Non lavorano mai!
– E invece sono proprio stanche – spiega il nonno che sta in silenzio per un po’. – Sono stanche della carezza dei venti di primavera, delle estati calde, dei temporali impetuosi. Perciò devono riposare e prepararsi al lungo sonno dell’inverno.
– Ma nonno, per me gli alberi per essere belli devono avere le foglie!
– Per me, invece, sono bellissimi anche spogli! –sorride il nonno.
E. Accati, Avventure nel bosco. 20 storie con radici, Lineadaria
Maturati gli ultimi frutti, gli alberi si preparano al riposo e per affrontare meglio il gelo abbandonano le foglie.
Le verdi chiome si sono trasformate in un giallo tappeto steso ai piedi dei tronchi, tra cui spuntano gli ultimi funghi dell’autunno.
Ogni tanto una folata di vento fa turbinare in tondo le foglie e le accumula in strati alti e morbidi.
Sotto questo riparo naturale molti animaletti scelgono il loro rifugio per sopravvivere al gelo dell’inverno. Tra le foglie non si nascondono solo ragni e chiocciole ma tanti vermiciattoli che, appena scoperti, tentano di sprofondarsi ancor più nel terreno.
Sono larve di insetti che si trasformeranno e metteranno le ali.
Ci sono anche tante radici bianche che strisciano sotto le foglie e si preparano a dar vita a nuove pianticelle. Basterà una pioggia a primavera e il tappeto di foglie si coprirà dei fili dell’erbetta nuova e di tanti fiorellini gialli, bianchi e azzurri.
G. Zanini, Il libro degli ambienti, Dami Editore
ᄗ La frase “una folata di vento fa turbinare in tondo le foglie” significa:
una sc arica di vento distrugge le foglie un soff io di vento impetuoso fa girare le foglie
ᄗ Dopo aver letto il testo completa con le informazioni sull’autunno.
• Gli alberi
• I funghi
• Il vento
• Molti animaletti
• Le radici bianche
Nella notte di Halloween in uno scantinato buio e abbandonato di una vecchia villa stregata, mamma vampiro chinata su una cassa di legno sveglia i suoi nove vampiretti adorati.
– Alzatevi, piccoli miei!
E per tutta la notte i nove vampiretti saltano su e giù nella cassa di legno.
Nella notte di Halloween, sulle travi del solaio impolverato della vecchia villa stregata, mamma pipistrello incoraggia i suoi sette pipistrelli adorati.
– Volate, piccoli miei!
E per tutta la notte i sette pipistrelli svolazzano nel solaio impolverato.
Nella notte di Halloween, sopra il caminetto illuminato della vecchia villa stregata, papà fantasma aleggia con i suoi sei fantasmini adorati.
– Fate buuuu, piccoli miei!
E per tutta la notte i sei fantasmini gemono sopra il vecchio caminetto illuminato.
Nella notte di Halloween, sopra un mucchio di ciarpame nella vecchia villa stregata, mamma ragno tesse la tela con i suoi tre ragnetti adorati.
– Penzolate, piccoli miei!
E per tutta la notte i tre ragnetti penzolano sopra il grosso mucchio di ciarpame.
Nella notte di Halloween, vicino ad un calderone fumante nella vecchia villa stregata mamma strega fa incantesimi con la sua unica figlia adorata.
– Vola, piccola mia!
E per tutta la notte la piccola strega volteggia.
Al levar del sole, nella vecchia villa stregata i genitori fanno tacere i loro piccoli adorati: – Bambini, sparite!
Pfu! E d’un tratto…. chi c’è più? Nessuno.
L’alba è cominciata e la notte di Halloween è terminata.
Erica Silverman, Jon Agee, La notte di Halloween, Edizioni EL
ᄗ Costruisci con i materiali a disposizione un buffo mostro scacciapaura.
• Cartoncini colorati,
• occhi mobili,
• rotolo vuoto di carta da cucina,
• forbici,
• colla,
• pennarello,
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Al gran Ballo delle Debuttanti le giovani streghe avevano danzato intorno al fuoco fino a sfinirsi. Ad un tratto si sentì il grido di una civetta. A quel punto le Anziane si alzarono e presero posto nel Palco d’Onore. Si fece avanti il Gufo viaggiatore e lesse il primo nome della lista.
Una giovane strega tremante si presentò davanti alle Anziane.
La strega balbettò una breve formula magica ed ecco che alle sue spalle apparvero due pipistrelli... giallo limone! Qualche strega si scambiò uno sguardo perplesso e scosse il capo. Le Anziane congedarono la prima concorrente e si accinsero a giudicare la seconda. Avanzò una strega che dopo una decina di minuti trovò la sua pozione.
Ma ruppe il flacone contro un sasso e la pozione si sparse per terra! Appena il liquido entrò nel terreno, si sviluppò una pianta... di aglio!
Le streghe cacciarono un urlo: aglio! Ciò che più detestano! Chi sarebbe capitata ora?
Infine venne chiamata una streghetta giovane e svelta che alzò una bacchetta e pronunciò una formula... All’istante i capelli delle anziane mutarono colore e diventarono verdi, rosa e blu.
Le streghe si guardarono l’un l’altra. Qualcuna emise un urlo, altre si rotolarono dalle risate, altre ancora non la finivano più di ammirare la tonalità dei loro capelli.
Gabriella Pirolaᄗ Rispondi con una X
• Questo testo è: realistico fantastico
• I personaggi sono: reali fantastici
• Le vicende narrate: po ssono accadere nella realtà n on possono accadere nella realtà
ᄗ Segna con una X i fatti che si riferiscono alla storia.
Le gio vani streghe si presentarono al gran Ballo delle Debuttanti e, davanti ad una giuria formata dalle streghe Anziane, fecero una magia.
Le gio vani streghe si presentarono, al gran Ballo delle Debuttanti e ballarono fino a perdere le forze.
ᄗ Cosa provarono le streghe quando i loro capelli mutarono colore?
Il racconto fantastico
Il racconto fantastico è un testo narrativo. Narra vicende immaginarie che non possono accadere nella realtà. Alcuni elementi possono essere realistici, ma basta un solo componente di fantasia per rendere la storia fantastica.
I personaggi sono creature fantastiche (maghi, orchi, folletti, streghe), animali, piante e oggetti che si animano e parlano, persone normali a cui capitano cose assurde.
Per riconoscere i personaggi devi chiederti:
• Chi sono i personaggi?
• Chi è il protagonista?
I personaggi agiscono in uno o più luoghi immaginari o reali
Per riconoscere il luogo o i luoghi devi chiederti:
• Dove si svolgono i fatti narrati?
I fatti si svolgono in un tempo indefinito , non ben precisato.
Per riconoscerlo devi chiederti:
• Quando si svolgono i fatti narrati?
I fatti sono avvenimenti strani e bizzarri , imprevedibili e si susseguono in ordine di tempo , uno dietro l’altro ( prima O poi O dopo O allora O infine ). Possono essere narrati in prima persona da un personaggio della storia o in terza persona da un personaggio che non appartiene alla storia.
Per riconoscere i fatti devi chiederti:
• Che cosa succede?
C’era una volta una casa che aveva il vizio di scappare. Quando Settimio, il suo proprietario, finito il lavoro, tornava a casa... niente, la casa non c’era, sparita. Ogni sera, per rintracciarla, perdeva ore girando l’intera Roma. Per fortuna tutti lo conoscevano.
– Scusi, ha visto una casetta a un piano, col tetto rosso... – Neanche lo lasciavano finire...
– E il comignolo un po’ storto? L’ho vista dalle parti di Piazza Mazzini.
Oppure: – Mezz’ora fa andava verso Via Nazionale. Spesso la ritrovava sistemata nel bel mezzo di una piazza o di un giardino pubblico (era una casetta vanitosa).
A volte, invece, la ritrovava vicino a un palazzone di dodici piani (oltre che vanitosa era civetta, le piacevano i palazzoni alti). E c’era sempre una contravvenzione da pagare per sosta vietata di casa. – Lo so, la colpa non è sua – si diceva Settimio. – La colpa è mia, che non trovo mai il tempo di farle le fondamenta.
Ma, per via del lavoro, Settimio il tempo per fare le fondamenta non lo trovava mai.
Il Sindaco era stufo della situazione. Ma cosa poteva fare: ordinare di demolirla? Siccome era un brav’uomo, ordinò che fosse sistemata in un parco e, a spese del comune, le fece fare anche le fondamenta perché non si muovesse più.
Marcello Argilli, Una storia al giorno, De Agostini
ᄗ Rispondi con una X .
• Il PROTAGONISTA è: reale fantastico
• I PERSONAGGI della storia sono: reali fantastici
• Il LUOGO dove si svolge la storia è: reale fantastico
• I fatti si svolgono in un TEMPO : definito indefinito
• Il testo è narrato in: prima per sona t erza persona
ᄗ Elimina le parole sbagliate.
• I fatti narrati nel racconto possono accadere nella realtà solo nella fantasia .
• L'elemento fantastico è la casa Settimio
Il racconto fantastico
ᄗ Rispondi con una X
• I personaggi sono: reali fantastici r eali e fantastici
• Il luogo è: reale fantastico
• Il tempo è: definito indefinito
• I fatti narrati: potrebbero accadere nella realtà n on potrebbero accadere nella realtà
ᄗ Nel racconto avvengono fatti straordinari. Racconta.
Il capitano della nave Tigre dei Mari aveva proibito ai suoi marinai di raccontare barzellette, perché le barzellette piacevano troppo alla sua nave. E questo era un disastro: quando sentiva una barzelletta, la Tigre dei Mari cominciava a ridere sempre più forte, fino a farsi venire il singhiozzo. Un giorno, però, al cuoco di bordo tornò in mente una barzelletta che aveva sentito quando, da ragazzo, frequentava la scuola di cucina. Il cuoco non seppe resistere e la raccontò al suo aiutante. La nave la trovò divertentissima e cominciò a ridere scuotendosi tutta. Era solo una questione di tempo: prima o poi le sarebbe venuto il singhiozzo. – HIC! HIC! – fece infatti dopo qualche minuto. Ogni dieci secondi la nave singhiozzava con uno scossone forte e improvviso. E ogni dieci secondi il capitano e tutti i marinai venivano sballottati qua e là. E poiché l’unico modo per far passare il singhiozzo a qualcuno è di fargli paura, il capitano cominciò a gridare: – La piovra! Attenti alla piovra gigante! La Tigre dei Mari, per lo spavento, smise all’istante di singhiozzare.
Stefano Bordiglioni, Storie col motore, Einaudi Ragazzi
Il signor Egisto è infelice perché non gli crescono i baffi. Tutti i signori che abitano nel suo palazzo hanno i baffi. Anche la signora Amelia ha i baffi, ma il signor Egisto non ne ha.
“Ne vorrei almeno uno” pensa un giorno, “almeno un baffetto piccolo piccolo, da una sola parte”.
Pensa e ripensa, la forza del pensiero del signor Egisto è tanta che il baffo gli cresce davvero. Però, gliene cresce uno solo. Fa uno strano effetto vedere il signor Egisto con un solo baffo, quando tutti ne hanno due.
– Adesso faccio ridere – dice il signor Egisto guardandosi nello specchio.
– Vorrei proprio anche quell’altro baffo per fare il paio. – Pensa e ripensa, gli cresce anche l’altro baffo.
Il signor Egisto è così contento che giura di non tagliarseli mai più.
Passa il tempo e i baffi crescono, diventano sempre più lunghi, coprono la bocca, il mento e il petto. Il signor Egisto fa molta fatica a mangiare. Prima di mangiare si lega i baffi sopra la testa, per lasciar libera la bocca.
Qualche volta la sua signora gli dice: – Egisto, prestami i tuoi baffi, che devo stendere i panni ad asciugare.
Il signor Egisto si mette tranquillo sul balcone, mentre la sua signora lega i baffi ad una sbarra ed ottiene così, due magnifiche corde per stendere i panni. Intanto che i panni asciugano, il signor Egisto legge il giornale. Tutti i signori e le signore del casamento vengono sui balconi a vedere i baffi del signor Egisto.
Le signore dicono ai loro mariti: – Così, almeno, i baffi servono a qualche cosa!
Gianni Rodari, Storie lunghe un sorriso, Editori Riuniti
ᄗ Quali elementi (personaggi, luogo, tempo, fatti) del racconto sono fantastici?
ᄗ Immagina e continua la storia sul quaderno. Puoi cominciare così:
• Una notte d’estate i baffi del signor Egisto spiccarono il volo dalla finestra e si intrufolarono nella bottega del più bravo barbiere della città…
Il
ᄗ Leggi e racconta utilizzando le parole del tempo.
C’era una volta una giostra con due automobiline, una carrozza, un cavallino bianco, un razzo giallo e rosso, una bicicletta e una barchetta azzurra.
Durante il giorno la giostra girava, ma di notte stava ferma e allora tutti chiacchieravano.
– Non siete stanchi di stare qui, legati a questo palo?
– disse una notte il cavallino bianco. – Non facciamo altro che girare...
– Già, a me gira sempre la testa! – disse l’automobilina rossa. – Ma dove potrei andare? Io conosco solo questa strada circolare... Le strade vere sono così grandi e rumorose!
– A me piacerebbe andare in giro... – disse l’automobilina blu. – Ma mi mancherebbero le risate dei bambini.
– E tu, razzo, che ne dici? – chiese il cavallino bianco.
– Dico che noi non siamo cose vere: io sono un razzo finto, tu sei un cavallino finto. Siamo solo pezzi di legno, metallo e plastica, e il nostro posto è questo!
Tutti restarono zitti e la notte passò.
Il giorno dopo la giostra riprese a girare: i bambini ridevano, la musica suonava, ma il cavallino bianco aveva il cuore triste.
A un certo punto gli montò in groppa una bambina che non rideva come tutte le altre, e che cominciò ad accarezzargli il collo. Il cavallino bianco oscillava su e giù con più lena del solito, per provare a farla ridere: ma lei non rideva, lo accarezzava soltanto.
Poi la giostra si fermò: mentre scendeva, la bambina gli sussurrò all’orecchio:
– Ci vediamo alla fontana a mezzanotte!
Quando la giostra si fermò e le luci si spensero, il cavallino sentì addormentarsi gli altri intorno: ma lui restò sveglio, con una strana sensazione dalla criniera alla coda.
A mezzanotte, qualcosa cominciò a battergli dentro.
E il cavallino sentì che non era più di legno, ma carne e ossa.
Allora diede uno strattone, ruppe le cinghie che lo legavano al palo e i chiodi che lo tenevano alla pedana: con un salto scese, con un altro fu alla fontana, dove la bambina lo aspettava.
Lui bevve un sorso d’acqua fresca, lei gli saltò in groppa, e questa volta rideva, e se ne andarono via verso il paese delle fate bambine e dei cavallini felici.
R. Piumini, Mi leggi un’altra storia?, Einaudi Ragazzi
ᄗ Completa la storia sul quaderno immaginando le avventure che potrebbero vivere la bambina e il cavallino bianco quando arriveranno al paese delle fate bambine e dei cavallini felici.
ᄗ Divisi in piccoli gruppi e aiutandovi con le domande, inventate una storia. Poi confrontatevi.
• Che cosa potrebbe accadere alle automobiline, al razzo giallo, alla barchetta azzurra e alla bicicletta quando raggiungeranno il paese delle fate bambine e dei cavallini felici?
C’era un uomo tanto miope che non vedeva nemmeno dove metteva i piedi, ma per paura di sembrare brutto non voleva portare gli occhiali. Così, al mattino, invece di mettere i piedi nelle scarpe, li infilava spesso uno in un vaso da fiori e l’altro in una borsa, oppure uno nel portaombrelli e l’altro in una scatola di cioccolatini, ed usciva a camminare per la città. Spesso, invece di salire una scala, la scendeva, o invece di dare calci al pallone li dava alle O delle pubblicità sui muri.
I due piedi erano stanchi di quelle botte e di quella confusione e una mattina, prima che ricominciassero le disgrazie, dissero all’uomo: “Senti, lassù, a noi non importa che, miope come sei, tu non voglia mettere gli occhiali per non sembrare brutto; noi però siamo stanchi di sbattere contro le cose, di girare qua e là e non sapere mai dove siamo, dove andiamo e come comportarci. Dunque procurati un paio di occhiali altrimenti ti teniamo a letto per tutta la vita”.
L’uomo ci pensò su un po’ e dovette ammettere che, anche se fatto dai piedi, il ragionamento era giusto. Andò dunque, non senza fatica, nel negozio di un ottico per comprare... gli occhiali ai suoi piedi! Ci volle parecchio tempo e non perché non ci fosse scelta, ma semplicemente perché i due piedi avevano gusti diversi.
Quando finalmente uscirono dal negozio, il piede destro portava un paio di occhiali pesanti e scuri da cacciatore di leoni, e il piede sinistro occhiali chiari e leggeri da studente.
R. Piumini, Il giovane che entrava nel palazzo, Nuove Edizioni Romane
ᄗ Segna con una X il completamento giusto.
• Il testo che hai letto è un testo: realistico fantastico
• Gli elementi fantastici sono: i piedi
gli oc chiali
ᄗ Riordina i fatti narrati con i numeri da 1 a 6.
L'uomo faceva cose molto strane.
• I fatti si svolgono in un luogo: che può esist ere nella realtà che n on può esistere nella realtà
• Il tempo in cui si svolgono i fatti è: definito indefinito
C'era un uomo miope che non voleva mettersi gli occhiali.
L'uomo andò da un ottico per comprare gli occhiali ai suoi piedi.
La sc elta non fu facile perché i piedi avevano gusti diversi.
I piedi er ano stanchi di prendere botte e rivolgendosi all'uomo dissero di procurarsi un paio di occhiali.
I piedi usc irono dal negozio con occhiali diversi tra loro.
ᄗ Come si conclude la storia? Segna con una X l'illustrazione corretta.
Il racconto fantastico
La fiaba è un racconto fantastico di origine popolare.
Nella fiaba accadono fatti straordinari e magici.
Nella fiaba ci sono personaggi realistici (regine, principi, principesse…) e personaggi fantastici dotati di poteri magici (orchi, streghe, fate, maghi, folletti…).
I personaggi principali sono:
• il protagonista buono e coraggioso;
• l’ antagonista , il personaggio malvagio che ostacola il protagonista;
• l’ aiutante , colui che aiuta il protagonista.
Il mezzo magico è un oggetto che permette di fare una magia. Esso di solito viene donato dall’aiutante al protagonista per sconfiggere l’antagonista.
Il lieto fine è la conclusione felice della fiaba (il bene trionfa sul male).
I luoghi possono essere ambienti reali come castelli, grotte, boschi, foreste… o del tutto fantastici .
I fatti accadono in un tempo passato indefinito : C’era una volta…
C’era un re che viveva insieme a sua figlia in un grande palazzo circondato da un bellissimo giardino. Un giorno una strega entrò nel giardino per rubare mele e pere; la principessa la vide ed iniziò ad urlare, ma la strega la trasformò in una gallina. Poco tempo dopo una carovana di nomadi passò da quelle parti. Su uno dei carrozzoni c’era Roki, un nomade alto e bello che tutte le ragazze della tribù desideravano sposare. Il ragazzo si avvicinò al pollaio, prese la gallina più bella, la nascose sotto la giacca e se la portò via. Roki aveva preso proprio la principessa, ma chi l’avrebbe riconosciuta così coperta di piume e con la cresta?
Il giovane stava preparando lo spiedo per arrostire la sua preda quando la gallina iniziò a supplicarlo con voce di donna, chiedendogli di sposarla.
Il ragazzo ci pensò e alla fine acconsentì.
Appena Roki e la gallina furono marito e moglie, essa si trasformò di nuovo in una bellissima principessa e la gabbia divenne una carrozza d’oro e d’argento.
Così il nomade divenne principe e visse felice e contento con la sua principessa.
Francesca Lazzarato, Vinicio Ongini, Il vampiro riconoscente, Mondadori ᄗ Rispondi.
• Chi è il PROTAGONISTA ?
• Chi è l’ ANTAGONISTA ?
• Chi è l’ AIUTANTE ?
• Quale fatto magico avviene in questa fiaba?
• Come si conclude la fiaba?
Bene Male
Il racconto fantastico
ᄗ Dividetevi in gruppi e divertitevi a raccontare, prendendo spunto dalla filastrocca, una fiaba completamente diversa da quella tradizionale. Poi confrontate i vostri lavori.
Nel giardino delle fate quante belle passeggiate. La Strega e Biancaneve assieme, con passo lieve, passeggiano fra i tulipani seguite dai Sette Nani. Cenerentola si toglie la scarpetta per camminare sull’erbetta; le sorellastre sono finite in mezzo alle margherite.
Vicino al Lupo c’è Cappuccetto, che se lo tiene stretto a braccetto: gli deve raccontare che la nonna non sa cucinare. Pinocchio guida Geppetto a gettare i suoi occhi sul paese dei balocchi. E la Fata dai capelli turchini va in giro coi bigodini.
L’Orco e Pollicino giocano a nascondino. Il Gatto con gli Stivali va sulla bici a pedali. La Piccola Fiammiferaia non è più triste, è gaia: in mezzo alle aiuole si scalda con il sole.
Domenico Volpi
Quando arrivava la primavera il bosco si riempiva di fiori e i bambini si prendevano cura degli animali. Un brutto giorno arrivò nel bosco una strega, gobba e cattiva.
Era invidiosa di tutta quella gioia e delle cure che i bambini regalavano al bosco, così fece una magia e tutte le foglie appassirono come se fosse autunno. I bambini andarono a cercare il mago Birì, perché togliesse l’incantesimo. Dopo aver attraversato monti e valli lo trovarono e lo accompagnarono al bosco.
Il mago mosse la sua bacchetta magica in aria pronunciando alcune parole. Ed ecco apparire le bellissime foglie sugli alberi.
I bambini saltarono di gioia, ringraziarono il buon mago e tornarono a curare il loro bosco.
100 schede e tante storie, Code
ᄗ Segna con una X la parola corretta.
• L’ambiente della fiaba è: un bo sco un giar dino
• Il tempo è: definito indefinito
• I protagonisti sono: gli uc cellini i bambini
• L’antagonista è: una f ata una str ega
• L’aiutante è: un mago un or co
• L’elemento magico: una piuma una bac chetta magica
ᄗ Riordina le scene numerandole.
Il racconto fantastico
C’era una volta un giovane povero che possedeva solo tre pecore.
Un giorno decise di andare per il mondo in cerca di fortuna con le sue pecore.
Sulla strada incontrò un uomo che teneva al guinzaglio tre cani neri. L’uomo gli propose di scambiare le pecore con i cani, ma il pastore rifiutò.
– Attento! – replicò lo sconosciuto.
– I miei cani hanno nomi che corrispondono alle loro qualità: “Porta da mangiare”, “Sbranalo” e “Rompi ferro e acciaio”.
Il pastore accettò lo scambio e, rimasto solo, disse al primo cane: – Porta da mangiare!
Il cane partì e ritornò con un cestino pieno di cibi prelibati.
Qualche giorno dopo vide una carrozza nella quale sedeva una fanciulla. Un uomo gli spiegò che lì vicino viveva un drago che avrebbe sterminato tutti, se ogni anno non gli avessero portato una ragazza da divorare. Quell’anno era toccato alla figlia del re. Il giovane seguì la carrozza. Arrivarono davanti a una caverna, allora, disse al secondo cane: – Sbranalo!
E il cane sbranò il drago.
ᄗ Completa.
• protagonista
• antagonista
• vittima
• aiutante del protagonista
La principessa, felice, invitò il giovane a corte.
– Verrò fra tre anni – disse il pastore.
– Vi aspetterò! – promise la fanciulla. Durante il ritorno verso la reggia, il cocchiere fermò la carrozza vicino alle sponde di un profondo fiume.
– Direte a vostro padre che vi ho salvata io! – disse con tono minaccioso alla fanciulla. – Giuratelo, altrimenti vi getterò nel fiume!
La principessa dovette giurare. Poco dopo giunsero in città. Il re, felicissimo, volle ricompensare il falso salvatore: gli promise la mano di sua figlia, di lì a un anno. La principessa, però, riuscì a rinviare le nozze fino a quando il pastore non tornò in città.
Quando il giovane seppe che la principessa si stava sposando, si mise a gridare contro il cocchiere; ma le guardie lo arrestarono e lo misero in prigione con i suoi tre cani.
– Rompi ferro e acciaio! – gridò il pastore. Subito il terzo cane sbriciolò le sbarre della prigione. Il giovane si precipitò al castello del re, interruppe le nozze e raccontò come erano andate le cose. Fu così che il malvagio cocchiere fu messo in prigione e la principessa poté sposare il suo vero amore.
L. Bechstein, Favolanuova, Malipiero
ᄗ Numera i fatti da 1 a 8.
Un giovane pastore parte in cerca di fortuna.
Il cane “Sbranalo” vince il drago che avrebbe divorato la figlia del re.
Il giovane deve uccidere il drago.
Il giovane finisce in prigione con i cani.
Il cocchiere si sostituisce al giovane.
Il giovane sposa la principessa.
Il cocchiere viene smascherato.
Il cocchiere viene imprigionato.
ᄗ Elenca i personaggi della fiaba e sottolinea il protagonista.
ᄗ Segna con una X la risposta giusta.
• Quale oggetto magico ricevette Jack in cambio della mucca?
La gallina
Cinque f agioli
Un sac chetto di monete d'oro
• Cosa fece la mamma quando Jack le raccontò l'accaduto?
Sgridò Jack e lan ciò i fagioli dalla finestra
Si c omplimentò con Jack
Cuc inò i fagioli
• Cosa fece Jack quando vide la gigantesca pianta di fagiolo?
Si arr ampicò, quando arrivò in cima vide un castello e vi entrò
Chiam ò la mamma
Guar dò la pianta con stupore
• Cosa fece Jack quando entrò nel castello?
V ide un orco e quando si addormentò
gli rubò la gallina dalle uova d'oro
F ece amicizia con l'orco
Chiese aiut o ai camerieri
ᄗ Segna con una X la conclusione della fiaba.
ᄗ Sottolinea nella fiaba il lieto fine.La favola è un breve racconto fantastico che vuole trasmettere un insegnamento, una morale . Ha come protagonisti animali parlanti che rappresentano i comportamenti degli uomini.
I personaggi sono fantastici Generalmente si tratta di animali che rappresentano i vizi e le virtù degli uomini.
I luoghi sono realistici e naturali (uno stagno, una foresta, un ruscello...).
TEMPO
I fatti accadono in un passato indefinito : Un giorno..., Una volta...
La morale può essere enunciata da uno dei personaggi , dall’ autore o si può ricavare dal senso della storia
Su un’isola nell’oceano vivevano una vecchia testuggine e un vecchio gabbiano.
Erano così vecchi che lei nuotava appena, e lui a stento volava. Facevano anche fatica a procurarsi il cibo, perché i più giovani arrivavano sempre prima di loro.
Un giorno i due si trovarono sulla spiaggia a guardare il mare.
– Com’è bello il mare! Ah, se potessimo arrivare a quell’isolotto laggiù, lontano! È pieno di cibo e potremmo stare in santa pace – disse il gabbiano.
– Io non so più nuotare, però potrei mettermi capovolta e galleggiare – disse la testuggine.
– Io non so più volare – disse il gabbiano – ma potrei aprire le ali come vele, prendere il vento e guidare la navigazione. Così fecero e, piano piano, arrivarono sull’isolotto solitario, dove rimasero per molti anni, pescando, parlando e guardando il grande mare.
Roberto Piumini, C’era una volta, ascolta, Einaudi Ragazzi
ᄗ Completa e rispondi.
• I PERSONAGGI della favola sono
• La favola si svolge in un TEMPO
• Quale decisione prendono la testuggine e il gabbiano?
• Quale virtù rappresentano i due personaggi?
• Qual è la MORALE della favola?
ᄗ Collega ogni personaggio alle sue caratteristiche.
orgoglio astuzia
Corvo Volpe
furbizia ingenuità
ᄗ Sottolinea le parole in rima. Poi riscrivi sul quaderno la favola in forma narrativa.
Un corvo aveva un giorno rubato del formaggio e s’era poi, bel bello, posato su di un faggio. Passò di lì una volpe e disse: “Forse è il caso che questo sciocco uccello io meni per il naso.”
“Mi scusi, signor corvo, le sembrerò invadente ma non ho mai veduto un tipo più attraente. Scommetto che un uccello sì bello ed elegante dev’essere senz’altro un ottimo cantante.”
Il corvo, compiaciuto, pensò: “Mi sembra giusto!
D’altronde è risaputo che sono un gran bel fusto.”
La volpe, a questo punto, pregò: “Non sia modesto! Mi canti un motivetto le chiedo solo questo!”
Allora, tutto gonfio di boria e vanità quel tonto di un uccello cantò: “Kra! Kra!”
Ma nell’aprire il becco quel corvo poco saggio commise un’imprudenza che gli costò il formaggio.
La volpe prese il cacio, facendo: “Marameo!” al corvo che guardava con aria da babbeo. Poi disse: “Vedi, amico, non solo non sei bello, ma anche, che disdetta, sprovvisto di cervello.”
Antonella Ossorio, Tante fiabe in rima, Raffaello
Un lupo aveva ingoiato un osso che si era fermato in gola e andava in giro per trovare qualcuno che lo liberasse.
S’imbatté in un airone, e lo pregò di estrargli l’osso dietro compenso.
Quello cacciò la testa nella gola del lupo, tirò fuori l’osso e poi reclamò il compenso.
Ma il lupo gli disse: – Caro mio, non sei contento di aver tirato fuori intera la testa dalla bocca del lupo? E osi ancora chiedere un compenso?
La favola mostra che il più grande compenso che si possa ottenere dai servizi resi a un malvagio è quello di non essere ricambiati con un sopruso
Esopo
sopruso: prepotenza.
ᄗ Rispondi a voce.
• Quali sono i PERSONAGGI della favola?
• Chi è il protagonista?
• Come si conclude la favola?
ᄗ Che cosa vuole insegnare questa favola? Sottolinea nel testo la morale e discutine con i compagni e l’insegnante.
ᄗ Completa.
Un lupo aveva ingoiato un ................................................... che si ...................................................... .
Incontrò un airone
Quando l’airone reclamò il compenso il lupo gli disse che
Il racconto fantastico
PARLO
ᄗ Tu sei d’accordo con questa morale? Perché?
ᄗ Sottolinea nel testo le preposizioni semplici e articolate.
C’era una zebra che si vergognava moltissimo delle sue righe nere, e avrebbe preferito essere un cavallo. La zebra stava dentro una gabbia dello zoo e, quando c’era il sole, alle righe della pelliccia si sovrapponevano le righe delle sbarre di ferro. Qualche volta appariva con le righe doppie, ma quando il sole era alto e lei si metteva di traverso, le righe delle sbarre formavano con le sue tanti piccoli quadrati. Se apparire con la pelle a righe la faceva vergognare, la pelle a quadretti la faceva addirittura andare in bestia. E allora si metteva a fare dei versacci che spaventavano le genti che giravano per lo zoo a curiosare. Un giorno che vide passare un cavallo con il suo manto lucente e biondo, la zebra si mise a piangere e pianse per un giorno e una notte. La zebra si sentiva molto triste e così, mentre era sempre stata scontrosa e solitaria, incominciò a chiacchierare con i vicini. Scoprì che la giraffa si vergognava per via del collo troppo lungo, che
l’ippopotamo non era per niente contento del suo muso quadrato, che la gru non avrebbe voluto avere delle gambe così stecchite perciò appena poteva ne nascondeva una sotto l’ala, che le foche non avrebbero voluto avere i baffi, che l’aquila invidiava la voce dell’usignolo, che il leopardo passava le giornate a leccarsi le macchie della pelliccia sperando di cancellarle, che i serpenti erano pieni di complessi perché non avevano le gambe, che l’elefante si vergognava di avere la coda al posto del naso. Insomma non c’era animale dello zoo che fosse contento di se stesso.
La zebra si prese la testa fra le zampe e si concentrò sulle sue righe nere. Dopo molto pensare decise che non era un animale bianco con le righe nere, ma un animale nero con le righe bianche.
Da quel momento si mise l’animo in pace e portò le sue righe bianche con grande disinvoltura.
L. Malerba, Storiette, Einaudi.
• Questa favola vuole insegnarci che: i n ostri difetti ci rendono la vita insopportabile occorre accettarsi per quello che si è, senza voler a tutti i costi assomigliare agli altri
Un leone malvagio terrorizzava tutti gli animali, perché uccideva non per necessità ma per il gusto di fare del male. Gli animali si riunirono per decidere che cosa fare. Non sapendo come difendersi stabilirono che si sarebbero sacrificati a turno: il primo giorno mandarono al leone da mangiare un elefante, il secondo una scimmia, e così via. Venne il turno della lepre, che non aveva la minima intenzione di farsi divorare. Decise che doveva ingannare il leone e si presentò che era mezzogiorno passato.
– Cos’è questo ritardo ingiustificato? – ruggì il leone. La lepre, fingendo un grande affanno, rispose: – Lo so, maestà, ma non sono io il colpevole. Lui mi ha trattenuta tanto a lungo...
– Lui?
– Il leone.
– Quale leone? Non ci deve essere alcun leone oltre me nella foresta! Allora dimmi: c’è un altro leone? – ruggì.
– Sì, maestà, e mi ha trattenuta per chiedermi di portarti una sfida. Dice che quando ti incontrerà ti ridurrà in pezzi.
– Portami subito da questo gradasso! – ordinò il leone. La lepre lo condusse presso un profondissimo pozzo.
– Abita qua dentro – disse. Il leone si affacciò al bordo del pozzo e vide riflessa nell’acqua l’immagine di un leone grande, forte, feroce e combattivo. Digrignò i denti e si lanciò dentro, pronto alla lotta. Annegò miseramente.
Così avvenne che una piccola lepre salvò tutti gli animali della foresta.
Mimma Dotti Castelli, Fiabe e leggende dell’India, Edizioni Demetra
ᄗ Numera le scene da 1 a 4.
ᄗ Indica con una X le frasi corrette.
Un leon e terrorizzava tutti gli animali della foresta.
Non sape ndo come difendersi, gli animali stabilirono che si sarebbero ribellati.
La le pre, che non aveva intenzione di farsi mangiare, disse al leone di aver incontrato un ippopotamo intenzionato ad ucciderlo.
Il leon e decise di andare a cercare l'altro leone e così la lepre lo accompagnò dove si trovava un pozzo molto profondo.
Il leon e si affacciò al bordo del pozzo e vide riflessa nell’acqua l’immagine di una tigre feroce.
Il leon e si tuffò nel pozzo e annegò miseramente.
Leggere
Il mito è un racconto fantastico con cui gli antichi popoli, che non avevano conoscenze scientifiche, spiegavano l’origine del mondo, la creazione degli esseri viventi e di elementi dei fenomeni naturali.
PERSONAGGI
I personaggi sono esseri con poteri straordinari come dèi, eroi, creature fantastiche che compiono imprese incredibili.
LUOGO
I luoghi in cui si svolgono i fatti narrati non sono ben definiti Di solito sono l’Universo e la Terra.
TEMPO
Il tempo del mito è un tempo passato spesso indefinito
I fatti sono fantastici FATTI
Un giorno il dio Nanye si recò a rendere visita a sua moglie che abitava lontano dalla sua dimora.
Pensava di tornare indietro il giorno stesso, ma l’ora del rientro passò senza che lui se ne accorgesse.
Dovette quindi fermarsi al villaggio per passarvi la notte.
Per rendere più piacevole la serata chiese agli abitanti di cantare e suonare per lui. Ma quelli lo guardavano stupiti: non conoscevano strumento alcuno.
Nanye rimase sorpreso: – Nessun popolo può vivere senza la musica – disse, e si sedette pazientemente in mezzo a loro.
Prese una zucca e iniziò a svuotarla. Bagnò una pelle, la tese ben bene e con essa ricoprì la zucca vuota. Poi intagliò un bastone di legno e ne fece il manico.
Lavorò per molte ore spiegando agli uomini e alle donne seduti attorno a lui cosa stava facendo, in modo che fossero in grado di ripeterlo, quando fosse ripartito. Spiegò la bellezza della musica e come questa servisse per far salire la propria voce in alto, fino al cielo. Alla fine, dalle sue mani uscì un liuto e da quel giorno lo strumento accompagnò per sempre i canti e le danze delle tribù.
J. Carioli, Ai due lati dell’arcobaleno, Accademia Naz. Di S. Cecilia
ᄗ Rispondi.
• Chi è il protagonista del racconto?
• Chi sono gli altri personaggi?
• Dove si svolge la vicenda?
• Cosa costruì il dio Nanye?
• Che cosa vuol spiegare questo mito?
Il dio Sole percorreva ogni giorno con il carro tutta la volta del cielo da Oriente a Occidente, dando luce e calore al mondo.
La sera tornava a riposarsi nella sua casa a Settentrione. Il suo carro era d’oro, tirato da quattro scalpitanti cavalli con la criniera d’oro, egli stesso portava un elmo d’oro, tutto scintillante di gioielli. Chi lo guardava doveva coprirsi gli occhi per non rimanere abbagliato. Fetonte era figlio del dio Sole e della ninfa Climene: vedeva il padre ogni giorno in lontananza nel suo viaggio attraverso il cielo, ma raramente riceveva una sua visita.
Così veniva preso in giro dai compagni che non credevano che egli fosse il figlio del dio Sole.
– Vi dimostrerò che avete torto – disse un giorno Fetonte tremante di collera.
Decise di andare dal padre a chiedergli un favore e così si mise in viaggio.
– Quello che tu mi chiedi è impossibile – gli disse il padre. – Sei troppo giovane per un impegno tanto difficile.
Fetonte gli aveva chiesto di poter prendere il suo posto per un giorno e guidare il carro del Sole attraverso il cielo, cosicché i compagni potessero vederlo. Alla fine, però, il padre acconsentì.
Fetonte per farsi vedere dai compagni, lanciò i cavalli giù verso la Terra. I cavalli, accortisi che non era la mano del dio Sole a guidarli, scalciarono, galopparono, sfiorarono la Terra bruciando ogni cosa con il calore del Sole. Fetonte, non riuscendo più a trattenere i cavalli, invocò il padre, ma il dio non poteva aiutarlo.
Il giovane fu sbalzato dal carro e piombò nelle acque del fiume Eridano.
M. Gibson, Dei e eroi della mitologia greca, Vallardi
ᄗ Rispondi con una X .
• Chi sono i protagonisti di questo mito?
P ersone comuni
Dèi
• Le loro azioni sono: straordinarie comuni
ᄗ Rispondi per iscritto sul quaderno.
• Cosa faceva ogni giorno il dio Sole?
• Come si chiamava il figlio del dio Sole?
• Da chi veniva preso in giro?
• Cosa chiese un giorno a suo padre?
• Come si comportò Fetonte mentre guidava il carro?
• Che cosa fecero i cavalli?
• Che fine fece Fetonte?
ᄗ Completa.
In origine, gli uomini vivevano nell’oscurità e nel freddo, perché non conoscevano il fuoco; di notte si rintanavano nelle caverne e trasalivano a ogni frusciare di cespuglio. Soltanto gli dèi possedevano il fuoco e lo custodivano gelosamente, minacciando terribili punizioni a chi avesse osato rubarlo.
Prometeo, metà umano e metà divino, ebbe pietà degli uomini e sfidò la collera degli dèi.
Salì sulla montagna dove i giganti Ciclopi lavoravano con il fuoco, di nascosto rubò un tizzone ardente e lo portò sulla Terra. Prometeo lo donò agli uomini e insegnò loro a utilizzarlo, così da quel giorno essi non ebbero più né freddo né paura.
Ma Zeus, il padre degli dèi, punì Prometeo per la sua disubbidienza: lo incatenò a una rupe e mandò un’aquila a beccargli continuamente il fegato che, però, sempre ricresceva.
Solo dopo molti anni di sofferenza, Prometeo fu liberato dall’atroce supplizio.
Mario Monge, Straordinarie avventure di dèi e di eroi, Petrini
In origine gli uomini non conoscevano il fuoco e di notte
Soltanto gli dèi possedevano
Prometeo ebbe pietà degli uomini, salì sulla montagna dove
Ma Zeus, il padre degli dèi, punì
Solo dopo molti anni di sofferenza, Prometeo
Il re Mida disse: – Io vorrei che tutto quanto sarà toccato da me si tramuti in oro.
– E così sia – esclamò il dio Bacco. – Da questo istante sarai esaudito.
E così dicendo alzò il bicchiere spumeggiante di vino e lo bevve.
Mida, esultante, in segno di riconoscenza volle fare altrettanto e, presa una coppa ricolma, fece l’atto di bere. Ma quale non fu il suo stupore quando il vino, appena accostato alle labbra, si rapprese e si tramutò in oro! Mida contemplava con evidente compiacimento il blocco d’oro, certo che sulla terra non avrebbe potuto esservi uomo più ricco di lui.
Al colmo della gioia ordinò che si apparecchiassero le tavole, ma portando alla bocca un delizioso pasticcio con i pistacchi e il miele, si accorse che egli accostava alle labbra un pasticcio d’oro.
Allora i suoi invitati lo videro impallidire. La grazia concessagli da Bacco era un terribile dono: egli poteva sì avere le più smisurate ricchezze del mondo, ma non le avrebbe godute, perché sarebbe morto di fame e di sete. Bacco era buono e generoso. Ebbe pietà del re affamato e gli suggerì il segreto per salvarsi dalla schiavitù dell’oro. – Lavati le mani nel fiume Pattolo e sarai liberato dal desiderio dell’oro.
Mida obbedì, si lavò le mani, come gli era stato suggerito, e da quel momento il fiume Pattolo si riempì di sabbie colore dell’oro.
C. Poggiali, Le amene favole degli dèi, Giunti
ᄗ Rispondi per iscritto sul quaderno.
• Cosa chiese re Mida al dio Bacco?
• Cosa provò re Mida quando vide tramutarsi in oro tutto ciò che toccava?
• Di cosa si rese conto il re?
• Cosa fece poi il dio Bacco?
ᄗ Che cosa vuol spiegare questo mito? Confrontati con la classe.
Sul monte Olimpo, insieme a tutti gli altri dèi, vivevano Demetra e l'amata figlia
Persefone. Demetra era la protettrice del grano, dell’agricoltura e di tutto ciò che la Terra produce. Ade, il dio degli Inferi, si era innamorato di Persefone e un giorno, mentre raccoglieva dei fiori lungo un ruscello, spaccò la Terra, emerse dal regno dei morti, la rapì e la portò con sé nel suo mondo sotterraneo. Demetra, non trovando più la figlia, la cercò disperatamente per giorni e giorni, finché, oppressa dal dolore per la sua scomparsa, smise di occuparsi della Terra: i campi non producevano più raccolti, gli alberi persero i frutti e le foglie, i fiori e le erbe appassirono. Gli uomini non avevano più cibo e rischiavano di morire di fame, allora Zeus, padre degli dèi, ordinò che Persefone facesse ritorno dalla madre. Nel mondo dei morti, però, vigeva una legge: se un vivo avesse mangiato qualcosa trovandosi agli Inferi, sarebbe rimasto intrappolato laggiù per sempre. E Ade aveva dato a Persefone dodici chicchi di melagrana.
La ragazza, vinta dalla fame, ne aveva mangiati sei. Come fare? Zeus intervenne allora a risolvere la questione: dei dodici chicchi offerti da Ade, sei chicchi erano stati mangiati dalla ragazza e sei no. Persefone allora avrebbe trascorso sei mesi con Ade, che nel frattempo era diventato suo sposo, e negli altri sei mesi sarebbe ritornata sulla Terra dalla madre. E così per sempre.
Quando Persefone tornò dalla madre, Demetra, dalla gioia, risvegliò tutta la natura: crebbero erbe fresche e fiori nei prati, tornarono le foglie e i frutti sugli alberi, i campi produssero di nuovo grano e ogni altro tipo di raccolto. Fu così che ebbe inizio il ciclo delle stagioni. Durante i sei mesi che Persefone si trovava nel regno dei morti, nel mondo sarebbe calato il freddo e la natura si sarebbe addormentata, dando origine all’autunno e all’inverno, mentre nei restanti sei mesi la Terra sarebbe rifiorita, dando origine alla primavera e all’estate.
Mito grecoᄗ Segna con una X il completamento giusto.
• I personaggi di questo mito sono: animali uomini divinità
• I fatti narrati sono: fantastici reali
ᄗ Vero (V) o Falso (F)? Segna con una X .
• Demetra viveva sul monte Olimpo con la figlia Persefone. V F
• Persefone era la figlia di Zeus. V F
• Ade, il dio degli inferi, si innamorò di Persefone. V F
• Ade portò Persefone sul monte Olimpo. V F
• Demetra non trovando sua figlia smise di occuparsi della Terra. V F
• Demetra si rivolse a Zeus. V F
• Persefone aveva mangiato sei chicchi di melagrana. V F
• Zeus decise che Persefone avrebbe trascorso sei mesi con la madre e sei mesi con Ade. V F
ᄗ Cosa spiega questo mito?
La nasc ita dei fiori
Il c iclo delle stagioni
La cr eazione del monte Olimpo
La leggenda è un racconto popolare che spiega, attraverso la fantasia, perché uomini, animali, piante, fenomeni naturali hanno certe caratteristiche.
I personaggi sono persone comuni, animali , piante o elementi della natura dei quali si spiega l’origine.
I luoghi sono in genere ambienti naturali e realistici .
Il tempo dei fatti è indefinito . I fatti avvengono in un passato lontano.
I fatti sono fantastici , ma spiegano elementi che esistono nella realtà.
Molto tempo fa, la spiga di grano aveva centinaia di chicchi che crescevano lungo lo stelo, dalla radice alla cima.
Un giorno, passando accanto un campo di grano, una donna strappò una manciata di spighe per ripulire il vestito del suo bambino, che si era sporcato di fango.
In quel momento passava di là il dio della natura, che disse: – Voi sprecate il grano che vi ho regalato! D’ora in poi il suo stelo non porterà più chicchi. Gli uomini, allora, si misero a supplicarlo: se avesse fatto sparire tutti i chicchi, quanta gente sarebbe andata a letto a pancia vuota! E poi, doveva pensare anche ai polli, poverini, che non avevano fatto nulla di male e sarebbero morti di fame senza colpa.
Alla fine il dio, impietosito, ascoltò le preghiere degli uomini: prese uno stelo e lo sgranò fin quasi alla cima, dove rimase solo un ciuffettino di chicchi. Così nacque la spiga del grano come la conosciamo oggi.
F. Lazzarato, Storie di foglie, di fiori, di frutti, Mondadori ᄗ Completa e rispondi.
• I PERSONAGGI della leggenda sono
• I fatti narrati accadono in un TEMPO
• Il LUOGO della vicenda è
• Questa leggenda spiega: la tr asformazione dei chicchi di grano in farina c ome nacque la spiga che conosciamo oggi
Il
ᄗ Rispondi con una X .
• Quando si svolgono i fatti?
In un t empo molto lontano
Ai n ostri giorni
In un t empo futuro
• Dove si svolgono i fatti?
In un luogo r eale
In un luogo f antastico
• I personaggi sono:
reali fantastici
• I fatti sono:
reali fantastici
• La leggenda spiega: per ché una volta c’erano due Soli per ché uno dei Soli è diventato Luna per ché abbiamo il giorno e la notte
Nei tempi antichi brillavano in cielo due Soli. Quando tramontava uno, sorgeva l’altro e sulla Terra era sempre giorno. I raggi cocenti tormentavano gli uomini e il calore bruciava ogni vita. I campi erano aridi come la pietra e se qualcosa spuntava dalla terra bruciata, gli uomini dovevano proteggere il raccolto stendendovi sopra delle tende.
Ma questo non è tutto. Anche il cielo a quel tempo era diverso da oggi. Era così basso che gli uomini quando battevano il grano lo urtavano con i bastoni. Una volta accadde che un uomo fece la birra col miglio. Finito il suo lavoro gli era rimasta un po’ di acqua calda nella pentola. Egli prese la pentola a due mani, la sollevò e la gettò lontano. Purtroppo non era stato bene attento e gettò l’acqua proprio in faccia a un Sole. Il Sole si ammalò, perdette il suo splendore e diventò la Luna.
Da quel tempo noi abbiamo il giorno e la notte. Inoltre adesso il cielo è più alto. Un giorno gli uomini unirono tutte le loro forze e lo spinsero in su dove si trova adesso. Da quel tempo non si urta più il cielo col bastone e la gente può lavorare senza difficoltà.
Gianni Rodari, a cura di, Enciclopedia della favola, Editori Riuniti
ᄗ Sottolinea nel testo i verbi al tempo imperfetto.
SULLA LINGUAAl tempo delle tartarughe senza guscio, una tartaruga andò al mercato, comprò lattuga fresca e pomodori maturi.
Quindi tornò a casa.
Era una bella giornata di sole. La tartaruga camminava lenta, a ogni passo si fermava e osservava i fiori e il volo degli insetti.
Così venne sera e poi notte. Presto scoppiò un temporale. La tartaruga si inzuppò così tanto che sembrava una tartaruga in brodo.
– Ah, se avessi avuto la mia casa per ripararmi! Non mi sarei certo conciata in questo modo! – esclamò. E appena spuntò il sole corse subito a casa a passi svelti. E quando finalmente arrivò, prese il guscio robusto dove abitava, se lo mise sulle spalle e sorrise come può sorridere una tartaruga, con la bocca sdentata bene in evidenza.
– Da oggi – disse – andrò sempre in giro con la mia casa. Perché non mi piacciono i temporali e neppure le corse veloci dei conigli. – E da allora fa proprio così, perché la tartaruga vuole essere libera di andare lentamente dove le pare e piace.
Emanuela Nava, E da quel giorno…, Giunti
ᄗ Rispondi a voce, ma prima sottolinea le risposte nel testo.
• Com’era all’inizio la tartaruga?
• Perché prese il guscio robusto e se lo mise sulle spalle?
• Cosa vuol spiegare questa leggenda?
ᄗ Dividetevi in tre gruppi e ciascuno scriva una leggenda, scegliendo un titolo tra i seguenti:
• Perché le rose sono profumate
• Come le formiche diventarono nere
ᄗ Scrivi una leggenda per spiegare perché le farfalle sono colorate.
TITOLO
Un giorno di tanto tempo fa le farfalle erano
Una mattina mentre volavano si posarono sui fiori del prato attratte dalla loro bellezza e dai colori.
Le farfalle diventarono all'improvviso tutte bianche e molto tristi, le più piccole non riuscirono a trattenere le lacrime.
Ma un giorno incontrarono che disse loro
Allora tutte le farfalle
Come per magia le ali delle farfalle
Ecco perché le farfalle hanno le ali colorate.
È un testo narrativo che contiene almeno un elemento fantastico . Narra fatti inverosimili, che non possono accadere nella realtà.
CARATTERISTICHE
• Nella fiaba la vicenda si conclude sempre con un lieto fine.
• La favola trasmette sempre un insegnamento: la morale.
• Il mito spiega l’origine del mondo, degli esseri viventi e di fenomeni naturali, o racconta le imprese di dèi ed eroi.
• La leggenda spiega l’origine o le caratteristiche di piante, animali, luoghi.
• Nella fiaba in genere agiscono: un protagonista , un antagonista , un aiutante che risolve la situazione grazie a un oggetto magico.
• Nella favola i personaggi in genere sono animali parlanti.
• Nel mito i personaggi sono spesso dèi o eroi che compiono grandi imprese .
• Nella leggenda di solito i fatti si svolgono in un ambiente immaginario e i personaggi possono essere reali o fantastici.
Tanto tempo fa, nell’antica Grecia, viveva un giovane di straordinaria bellezza, dal nome Narciso. Un indovino aveva predetto alla madre che il figlio sarebbe vissuto a lungo solo se non si fosse mai guardato in volto e così fu, perché la donna fece togliere tutti gli specchi. Narciso crebbe bellissimo e solitario, vagava per i boschi e ignorava tutte le ninfe che si innamoravano di lui. Tra queste c’era Eco, che era stata rifiutata dal giovane, e che per questo lo seguiva di nascosto, solo per poter godere della sua straordinaria bellezza.
Un giorno Narciso si avvicinò a una fonte per dissetarsi. Sporgendosi sopra l’acqua vide la sua immagine riflessa e immediatamente si innamorò di se stesso. Totalmente conquistato da tale bellezza, rimase per sempre lì a guardarsi e a guardarsi, consumandosi d’amore, dimenticandosi di bere e di mangiare, finché un giorno, sulla riva di quella fonte, morì. La ninfa Eco, distrutta dal dolore, si rinchiuse su un’alta montagna divenendo solo voce e da allora lei risponde ai viandanti ripetendo l’ultima sillaba delle loro parole. Il corpo del giovane fu trasformato in un bellissimo fiore, dal profumo intenso e dal capo sempre chino, come chi si rispecchi ancora nelle acque. Leggenda della mitologia greca
ᄗ Completa.
• I personaggi della leggenda sono
• Il protagonista è
• Il tempo in cui si svolgono i fatti è
ᄗ Segna con una X le affermazioni corrette.
Tanto tempo fa nell'antica Grecia viveva un bellissimo giovane di nome Narciso.
Un in dovino disse alla madre di Narciso che suo figlio non sarebbe mai morto se si fosse specchiato.
La madr e di Narciso fece togliere tutti gli specchi.
Nar ciso vagando per il bosco si avvicinò ad una fonte per dissetarsi.
Quan do vide la sua immagine riflessa si spaventò.
Il gio vane rimase sempre lì a guardarsi dimenticando di bere e di mangiare così morì.
La ninf a Eco, innamorata di Narciso, rimase per molti giorni accanto al corpo del giovane.
Il c orpo di Narciso fu trasformato in un bellissimo fiore dal profumo intenso e dal capo chino.
ᄗ Che cosa vuol spiegare questo mito?
È peric oloso specchiarsi
Non bisogna esser e troppo vanitosi
L'origine del narciso e dell'eco
Nevica: l’aria brulica di bianco; la terra è bianca; neve sopra neve: gemono gli olmi a un lungo mugghio stanco: cade del bianco con un tonfo lieve.
G. Pascoli
Scende il silenzio in fiocchi gelati.
Scende un silenzio che ammanta i prati.
Piove la danza di lucciole cristalline.
Piove la danza di mille stelline.
Fiocca la speranza di un giorno lieve.
Fiocca la speranza di giocare con la neve.
Monique Hion
ᄗ “Gemono gli olmi a un lungo mugghio stanco” significa: gli alberi c ome gli olmi si lamentano gli olmi per dono le foglie
ᄗ Completa.
• La neve cade silenziosamente.
• I fiocchi di neve danzano come
• I bambini sperano di
ᄗ Rispondi alle domande.
• Cosa rappresenta il dipinto?
• Quali elementi noti?
• Perché la donna trasporta la legna sulla slitta?
• I colori utilizzati dall’artista sono caldi o freddi?
• Quali emozioni ti trasmette il dipinto?
Felicità Tristezza Rabbia
ᄗ Rappresenta anche tu un paesaggio invernale con la tecnica pittorica che preferisci.
• Quali sensazioni suscita in te la neve quando cade?
• Quali giochi vorresti fare con la neve insieme ai tuoi compagni? Racconta.
ᄗ Le parole evidenziate nel testo sono: indicatori temporali in dicatori spaziali
Dalla finestra si vedeva il cielo pieno di piccole farfalle che si posavano senza far rumore al suolo.
– È sparito il prato! – urlò Severino. Uscimmo nel giardino a vedere la neve che aveva già coperto tutto e continuava a cadere sempre più fitta.
– Che silenzio! – disse Lucia meravigliata. Uno scricciolo, volando fuori a piccoli balzi, entrò in un cespuglio di rose, rovistò, poi volò più in là. Dopo un po’ , passarono due cornacchie, volavano alte e lente. Poi giunsero dei passeri, si posarono sul ramo del fico, gonfiarono le piume, si capiva che cercavano cibo.
Allora Lucia andò in casa, sbriciolò del pane e glielo buttò sotto il portico. Intanto Micione saltava nella neve come un pagliaccio, con i baffi d’argento. Arrivò all’abete e da sotto si arrampicò come una scimmia.
I rintocchi del campanile si sentivano appena, come se le campane fossero chiuse dentro una scatola.
– Avete visto che anche i colori cambiano?
– disse Lucia. – Micione che è grigio, pare nero, la casa è più scura, tutto è cambiato!
Quando la neve cessò c’era un paesaggio di fiaba: tutto era ricamato di pizzi.
M. Lodi, Il cielo che si muove, E. Elle
Il terreno è sempre più duro e gelato, la neve comincia a cadere. Molti uccelli sono migrati verso sud per svernare in paesi più caldi del nostro; ma non tutti possono affrontare lunghi viaggi. I passeri, i merli, le cince faticano non poco per trovare del cibo. Vuoi aiutarli?
Ecco ciò che puoi lasciare per loro sul davanzale della tua finestra:
• briciole di pane;
• una mela;
• una ciotola d’acqua con un po’ di sabbia sul fondo, che avrai intiepidito sul radiatore (onde evitare che l’acqua geli);
• un piattino con un ricciolo di margarina;
• chicchi di grano, semi di mela, di girasole, di miglio, bacche di edera, di agrifoglio, di sambuco, di ligustro, di vite americana (le troverai lungo i sentieri di campagna).
Se dovessi trovare un uccello infreddolito, portalo in un luogo asciutto e caldo, ma non troppo: un eccessivo sbalzo di temperatura potrebbe essergli fatale. Mettigli a disposizione acqua e cibo; non toccarlo con le mani più del necessario; quando starà meglio rimettilo in libertà.
Walt Disneyᄗ Scrivi qui di seguito ciò che potresti fare per aiutare gli uccellini a sopravvivere durante l’inverno.
Il papà era uscito al mattino per comprare l’abete. A mezzogiorno era tornato con un albero enorme. Quando la mamma arrivò aveva appena finito di drizzarlo. Anna, la mamma e il papà sgobbarono come matti per adornare l’abete di palline, candele, caramelle e fili d’argento. Ogni due minuti la mamma ripeteva impaziente: – Anna, adesso è a posto! Ma non era vero. La mamma lo diceva solo perché si stava facendo tardi. Anche il papà sosteneva che l’albero aveva un aspetto “fastoso”. Ma lui pure diceva una bugia perché alle sei in punto doveva stare alla stazione. Anna protestò. Ci mancavano ancora i biscottini con la glassa rosa, gli ometti di cioccolato e i festoni di carta colorata preparati con le sue mani. Il papà e la mamma le diedero ragione, ma non è molto divertente decorare un albero di Natale con due persone che a ogni momento guardano l’orologio. Finalmente alle cinque e mezzo Anna si dichiarò più o meno soddisfatta dell’albero di Natale.
Christine Nöstlinger, Ma che nano ti salta in testa?, Salani
ᄗ Per rendere il vostro albero allegro e colorato realizzate questi semplici addobbi utilizzando i materiali proposti.
• Cartoncini colorati,
• stelline dorate,
• nastro rosso,
• forbici,
• colla,
• pennarello nero.
Risposta:
In bicicletta! No, scherzo, era una battuta.
Posso dirti che in inglese ero una frana, e adesso me ne pento. Se avessi imparato le lingue straniere magari adesso sarei conosciuta in tutto il mondo, più di Babbo Natale. Accidentaccio!
Risposta:
Naturalmente sì, tranne quando salgo sulla mia scopa, da quando mi hanno tolto 12 punti della patente.
Come fai a sapere se siamo stati buoni durante l’anno?
Risposta:
Ho i miei informatori. Se hai un gatto in casa, lui è il primo a dirmi se gli tiri la coda. Il ragnetto che dorme dietro l’armadio della tua cameretta riferisce sui tuoi capricci. La mosca che ti ronza nell’orecchio ascolta le tue bugie. E anche la zanzara, mentre ti succhia il sangue, controlla se hai fatto i compiti.
Quanti anni hai?
Risposta:
Non si chiede mai l’età a una donna. E men che meno a una Befana. Anna Lavatelli, Manuale della Befana, Le rane interlinea
ᄗ Dividetevi in piccoli gruppi. Alcuni preparano le domande da fare alla Befana e altri le risposte. Immaginate poi di intervistare anche Babbo Natale. Con i vostri lavori realizzate un divertente giornalino.
La porta dell’ultima stanza è socchiusa. Tutta la casa è immersa nell’oscurità e dal fondo del corridoio filtra un riverbero di luce rossastra. Ma, insomma, cosa c’è là dentro?
Avanti, proviamo a entrare.
Le pareti sono tutte dipinte di nero, e dal soffitto pendono enormi ragnatele e mazzi di erbe secche. Su uno scaffale ci sono innumerevoli flaconcini pieni di polveri colorate, scatolette che ogni tanto cambiano posto da sole, barattoli grandi e piccoli con etichette che dicono: “Bava di rospo liofilizzata” o “Peli di ragno del Madagascar”.
Da una parte c’è un grande tavolo ingombrato da recipienti, alambicchi, mortai col pestello, fiale, bottiglie, palle di cristallo. In un angolo, su un fornello, sta cuocendo una ripugnante mistura giallastra, che manda un fetido odore di formaggio scaduto da molti anni.
In mezzo alla stanza c’è una donna alta, magra, coi capelli rosso fuoco, un cappello nero a punta e un ampio mantello di velluto pure nero.
T. Merani, Una maestra così, Mondadori
ᄗ Rispondi con una X .
• Com’è l’ambiente descritto?
Realistico
Fantastico
• Quali aggettivi utilizzeresti per definire questo luogo?
Confortevole
Spaventoso
Molt o ordinato
• Com'è la strega?
Alta e magr a
Bassa e gr assa
• Come sono i suoi capelli?
Ro sso fuoco
Neri e ric ci
• Cosa indossa la strega?
Un c appello colorato
Un c appello nero a punta
Un mant ello di velluto rosso
Un mant ello di velluto nero
ᄗ Cosa proveresti se entrassi nella stanza della strega?
La descrizione spiega con le parole le caratteristiche di persone, animali, oggetti e luoghi reali e fantastici.
La descrizione arricchisce la narrazione ricorrendo a un linguaggio ricco di dati sensoriali , di paragoni , di metafore , di aggettivi qualificativi necessari per immaginare meglio quello che è raccontato.
Dal generale al particolare o dal particolare al generale.
GUSTATIVI Il testo DESCRITTIVO
VISIVI
• colore
• dimensione
• forma
• posizione
• movimento
Per descrivere si può seguire un ordine:
• Dall’esterno all’interno o viceversa,
• da destra a sinistra o viceversa,
• dall’alto al basso o viceversa,
• da vicino a lontano o viceversa.
L’autore descrive un fenomeno in un dato momento e segue i cambiamenti che avvengono nel tempo.
Il linguaggio descrittivo utilizza i dati sensoriali:
UDITIVI
• suoni e rumori
• versi di animali
• voci umane
OLFATTIVI
• odori
• profumi
TATTILI
• superficie
• umidità
• materiale
• temperatura
ᄗ Sottolinea con colori differenti l’aspetto fisico, i gusti e il comportamento delle due gemelle.
Siamo gemelle. Io sono Rubinia, detta Ruby. Lei è Granata detta Gran. Siamo identiche. Sono pochi quelli che riescono a distinguerci. Be’, finché non cominciamo a parlare. Io quando comincio non la smetto più. Gran è un tipo silenzioso.
Siamo identiche: stesso peso, stessa altezza, stessi occhi piccoli e vivaci e un nasino all'insù che ci rende simpatiche. Io mangio un po’ di più di Gran, adoro i dolci, ma mi piacciono anche le cose salate. E riempio di sale e ketchup anche le patatine fritte. Lo ammetto: per quelle vado proprio matta.
Odio stare seduta. Gran è capace di stare curva su un libro per ore, invece a me viene il nervoso. Sia io che la mia gemella siamo campionesse di corsa. Nelle ultime gare scolastiche abbiamo battuto tutti, anche i ragazzi. Siamo arrivate prime. Be’, in realtà, io sono arrivata prima, Gran seconda.
Jacqueline Wilson, Fotocoppia, Salani
ᄗ Descrivi te stessa/o seguendo questo ordine e, per rendere efficace il testo, inserisci qualche paragone.
ASPETTO FISICO espressioni del viso, corporatura, capelli, occhi...
ABBIGLIAMENTO maglietta, pantaloni, felpa...
CARATTERE allegro, socievole, timido, simpatico, vivace...
COMPORTAMENTO abitudini
Descrivere persone
ᄗ Sottolinea con colori differenti le parole che descrivono l’aspetto fisico di Momo e l’abbigliamento. Che carattere avrà Momo? Immagina e completa sul quaderno.
Momo era piccola e magrolina. Aveva una testa selvaggia con tanti ricci neri. Aveva grandi occhi neri e i piedi quasi dello stesso colore.
Soltanto in inverno, e non sempre, portava scarpe diverse per forma e per colore e soprattutto larghe. Momo non possedeva niente, al di fuori di quello che trovava qua e là o che le regalavano.
La sottana, che le arrivava fino alle caviglie, era rossa, gialla, verde, insomma era fatta di toppe di tutti i colori. Sopra la gonna portava una vecchia giacca lunga e larga con le maniche di molto rimboccate ai polsi. Ma Momo non voleva accorciarle.
Michael Ende, Momo, Seiᄗ Descrivi una persona che conosci molto bene evidenziando:
ASPETTO FISICO
ABBIGLIAMENTO CARATTERE
Nonna Perla è piccola e grassa. È una specie di Mary Poppins, solo che le sue magie, anziché uscire dalla borsa, escono ogni giorno dal frigorifero sotto forma di pietanze prelibate. Quando arriva, ha l’abitudine di portare un’infinità di involucri mangerecci avvolti nella carta argentata. È allegra e proprio simpatica, soprattutto quando mi racconta le birichinate che faceva il papà da piccolo! Nonno Giulio è sempre allegro e gentile, soprattutto con me. È alto, magro e freddoloso. Sotto i calzoni porta sempre la calzamaglia pesante con i calzettoni. Alla sera si mette un gilet di lana sopra il pigiama e infila nel letto due borse con l’acqua calda. La nonna ha sempre vestiti leggeri senza maniche e sbuffa che ha caldo. Apre le finestre, anche in inverno, e il nonno di nascosto le va a chiudere. Guardano spesso la televisione e discutono sempre, perché il nonno vuole vedere i dibattiti e le partite e la nonna invece i film d’amore. Hanno un’altra televisione nel salottino ma stanno sempre vicini a farsi i dispetti con il telecomando. Giuliana Maldini
ᄗ Completa la tabella con i particolari della descrizione dei due personaggi.
NONNA PERLA
NONNO GIULIO
aspetto fisico
Inaspettatamente la porta dell’armadio si aprì. Dentro c’erano appesi alcuni cappotti, Lucy scoprì presto che lì dentro si poteva proseguire oltre. – È enorme – constatò mentre procedeva a tentoni.
Ad un tratto avvertì uno scricchiolio sotto i piedi. Di colpo qualcosa le grattò il viso: qualcosa di duro, ruvido e pungente e un attimo dopo si ritrovò nel bel mezzo di un bosco ammantato di neve. Era buio, e così cominciò a camminare. In lontananza vide un lampione... Mentre lo fissava, sentì un tippete toppete, come un leggero scalpiccio e, dopo qualche istante, dal folto degli alberi apparve una bizzarra creatura... Era più alta di Lucy e si riparava con un ombrello, dalla cintola in su aveva un aspetto umano. Ma la parte sotto era piuttosto quella di una capra con quegli zoccoli e le zampe ricoperte di pelo nero e lucido.
Aveva anche la coda. Non si notava subito però, perché l’aveva ripiegata con cura sul braccio per non farla strisciare per terra. Al collo portava una sciarpa rossa che richiamava un po’ il colore della sua carnagione. La faccia era strana, ma simpatica, con una barbetta a punta sul mento. Tra i capelli ricciuti spiccavano due piccole corna. Un fauno!
Clive Staples Lewis, Le cronache di Narnia: il Leone, la Strega, l’Armadio, Mondadori
ᄗ Sottolinea nel testo le parole che descrivono il fauno. Immagina e descrivi qui di seguito il carattere e le sue strane abitudini.
Ecco uno schema utile per descrivere un animale.
INTRODUZIONE
presentare l’animale che si vuol descrivere.
ASPETTO FISICO
corporatura, muso, occhi, orecchie, coda, colore del pelo.
CARATTERE com’è? (giocherellone, curioso, tranquillo, vivace…).
COMPORTAMENTO cosa gli piace fare?
ESPLORO il testo
Descrivere animali
Federico era un cane randagio.
Quel nome glielo avevano dato i bambini della strada, dove era di casa, perché aveva il pelo rosso, come la barba di Federico Barbarossa.
Federico non era bello: dalla testa rotonda gli usciva il muso lungo, rosso e arruffato; aveva zampe corte. La coda, sempre ritta con un bel pennacchio sulla punta.
Ma era così buono e simpatico che nessuno gli faceva i dispetti.
Era proprio il cane di quella strada: la attraversava avanti e indietro cento volte al giorno, senza curarsi del semaforo, sgusciando fra una macchina e l’altra senza mai farsi sfiorare la coda.
Nella strada lo conoscevano tutti: i bambini giocavano con lui e tutti insieme pensavano in qualche modo a sfamarlo.
B. Fo Garambois, La luna sulla neve, Emme Edizioni
ᄗ Sottolinea con colori diversi: la pr esentazione del cane Federico l'aspetto fisico il c arattere le abitudini
SCRIVO
ᄗ Tenendo presente la struttura del testo descrivi anche tu un cane che conosci molto bene.
Descrivere animali
ᄗ Sottolinea con colori diversi l’aspetto fisico e il comportamento. Cerchia la similitudine.
Nonna Matilde allevava una famiglia di conigli marroni e, tra questi mi ero scelto il coniglietto più piccolo, il più vivace, che avevo battezzato Beniamino.
Il suo pelo lucidissimo vibrava appena mi avvicinavo, le narici si sollevavano alternativamente lasciando intravvedere l'interno di colore rosa. Gli occhi grandi, umidi e bellissimi, mi fissavano. Dalle lunghe orecchie, leggermente inclinate sulla testa, spuntavano ciuffetti di pelo candido come nuvolette primaverili.
Mi avvicinavo alla conigliera con larghe foglie di lattuga verde: Beniamino era il primo ad avvicinarsi schiacciando il musetto contro la rete sottile. Naturalmente le foglie sparivano in un baleno e agli altri conigli non restava altro da fare che ritirarsi con le orecchie malinconicamente abbassate.
Poi golosamente mi fissava furbescamente come per dirmi: – E allora? Sei ancora qui? Va’ a prenderne dell’altra!
AA. VV.,
ᄗ Descrivi un animale che conosci o che vorresti avere. Utilizza i dati sensoriali e le similitudini.
• Di che animale si stratta?
• Come si chiama?
• Com’è il suo aspetto fisico?
• Che carattere ha?
• Come si comporta?
ᄗ Sottolinea gli aggettivi presenti nel testo.
ESPLORO il testo
DATI DI COLORE
DATI UDITIVI
DATI DI MOVIMENTO
Descrivere animali
Una mattina all’alba, mentre mi godevo il letto, sentii uno strano suono: un battere rapido e secco, con delle pause. In silenzio e lentamente aprii la finestra del bagno: era un picchio rosso maggiore. Si arrampicava veloce sul larice, a spirale, quando si fermava appoggiava il corpo sulla forte e breve coda e si attaccava al tronco con le quattro dita bene unghiate. Batteva sul tronco e questo rumore limpido risuonava nel mattino invernale, come uno strumento a percussione.
I pezzi di corteccia saltavano via con rapidità, ma con più rapidità ancora la lingua del picchio rosso cercava e coglieva gli insetti.
Instancabile, continuava a salire e scendere lungo il tronco, a battere, a far volare via scaglie di corteccia, a frugare, a prendere la sua colazione con la lingua lunga e viscosa.
M. Rigoni Stern, Il libro degli animali, Einaudi
ᄗ Nel brano sono presenti alcuni dati sensoriali. Riscrivili al posto giusto.
Foffo era un incubo dei sogni dei bambini. Era alto, aveva una cresta come quella dei dinosauri, zanne di tigre e artigli da orso, ma non faceva paura. Questo per via del suo colore: Foffo era rosa come un maialino appena nato, rosa come una torta alla fragola, rosa come un confetto.
Quando compariva nei sogni dei bambini, quelli ridevano e nessuno si spaventava, neanche Lisa, una piccolina di cinque anni che dormiva abbracciata al suo orsacchiotto di pezza.
Così Foffo decise che era ora di cambiare colore: si introdusse di nascosto nel laboratorio dove il mago della notte colorava i sogni, arraffò uno dei barattoli sugli scaffali e se lo rovesciò addosso. Era un azzurro denso e luccicante di stelle, che si posò a chiazze e macchie sul rosa della pelle di Foffo. Non ancora contento, aprì un altro barattolo e un altro ancora, e si colorò di rosso, di verde, di nero e perfino dell’argento del ghiaccio della coda delle comete. Così conciato si presentò nel sonno di Lisa e provò a fare la faccia feroce. La bambina, a vedere quel pasticcio di colori, rise di gusto. Comunque, visto che faceva ridere e non faceva paura a nessuno, Foffo, che era un mostro ragionevole, pensò bene di cambiare mestiere: lasciò perdere i sogni e il mondo della notte e si fece assumere come pagliaccio in un circo.
S. Bordiglioni, Storie sotto il letto, Einaudi ragazzi
ᄗ Sottolinea nel testo le parole che descrivono l’aspetto fisico di Foffo. Poi rispondi.
• Cosa succedeva quando Foffo compariva nei sogni dei bambini?
• Cosa fece allora?
• Quale fu il risultato?
• Quale decisione prese infine Foffo?
ᄗ Sottolinea nel testo le similitudini.
ᄗ Rispondi con una X
• Le parole dello spazio usate nel testo che cosa indicano?
Il disor dine dell’ambiente
La po sizione degli elementi presenti nell’ambiente
• La descrizione segue un percorso: logico spaziale
SCRIVO Il testo DESCRITTIVO
ll vicolo lastricato che scendeva fino a metà collina sotto le case era deserto.
Più in basso, su un altro sentiero della collina una coppia di ragazzi stava giocando con un boomerang.
Ancora più in basso, una villetta era imprigionata fra qualche albero e i mattoni di un muro. Nel cortile di dietro, si potevano notare dei panni stesi ad asciugare. Due piccioni scendevano la parte inclinata del tetto con grande sussiego, annuendo ritmicamente con il capo.
Un bus azzurro e marrone superò la casa e si fermò.
Raymond Chandler, La signora del lago, Feltrinelli
L’isola sonnecchiava sotto di noi, scintillante: nella foschia dell’afa ulivi grigio-verdi, cipressi neri, rocce multicolore lungo la costa, e il mare d’un azzurro martin pescatore, verde giada, con qualche lieve increspatura sulla sua superficie liscia, dove si incurvava intorno ad un promontorio roccioso.
Proprio sotto di noi c’era una baia a forma di luna con il suo bordo di sabbia bianca, una baia così bassa e con un fondo di sabbia così abbagliante che l’acqua era di un azzurro pallido quasi bianco. Decidemmo di fare il bagno.
Così scendemmo di corsa lungo il pendio fino alla piccola baia deserta, silenziosa, addormentata sotto quella luminosa pioggia di sole.
Gerald Durrell, La mia famiglia e altri animali, Adelphi
ᄗ Com'è l'isola?
Sottolinea nel testo i dati visivi di colore.
ᄗ Descrivi anche tu sul quaderno un posto incantevole, utilizzando i dati sensoriali.
ᄗ Sottolinea nel testo i dati di colore, tattili e gustativi riferiti alla mora di gelso.
• La descrizione della casa segue un ordine spaziale che va:
dal basso v erso l’alto
dall’alto verso il basso
Un giorno uscimmo a fare un giro in macchina, mamma, papà ed io. Io mi annoiavo e mi misi a frignare, allora papà si fermò davanti ad un baretto. Mentre facevamo due passi al sole con il nostro gelato, la vedemmo.
ardesia: roccia nera. caprifoglio: pianta con fiori e bacche.
Una casetta bianca con tetto di ardesia grigia e il camino nero e un lucido portoncino color panna. C’erano rampicanti con rose gialle e caprifoglio intorno alla porta e una quantità di altri fiori nel grande giardino. Al centro del giardino c’era un grande albero contorto con i grossi rami che si curvavano quasi fino a terra. Trotterellai oltre il cancello puntando verso l’albero perché era tutto costellato di frutti scuri e morbidi. Staccai una bacca e me la ficcai in bocca. Era dolce e aspra: fenomenale! La mia prima mora di gelso.
La casetta del gelso pareva fosse lì apposta per noi. J. Wilson, La bambina con la valigia, Salani
Sto camminando nel buio. Improvvisamente vedo un antico castello, fa freddo; c’è molto vento; sento i cani che abbaiano, le imposte che sbattono, mi avvicino con prudenza. Mi affascina la porta: è d’oro e di ottone, rifinita con pietre preziose. Ho paura ma mi decido: aprirò la porta.
Salgo i vecchi gradini di legno.
Piano tocco la porta, chiudo gli occhi e la spingo, apro gli occhi e mi ritrovo in una grande stanza. Poi cammino e avanti vedo tre scuri corridoi.
Dopo qualche minuto vado avanti correndo e mi ritrovo davanti una porta simile alla prima.
La spingo e corro corro fino a un’altra porta.
Vedo una torcia e mi guardo intorno, all’improvviso vedo un’ombra mostruosa.
ᄗ Rispondi con una X
• La descrizione segue un percorso: logico spaziale temporale
• L’autore riesce a dare l’idea: della ser enità della paur a
ᄗ Lavorando in coppia tu e il tuo compagno immaginate e scrivete il seguito della descrizione sul quaderno.
ᄗ Amplia sul quaderno la descrizione del cagnolino Teddy.
Teddy ha il pelo morbido...
In casa
In casa Teddy fa le feste alzandosi sulle zampe di dietro; spesso si solleva saltellando e...
In giardino si diverte a scavare una buca per nascondere l'osso...
Appena Max si addormenta
Teddy si accuccia sul suo letto...
Spiega le caratteristiche di persone, animali, oggetti, luoghi sia reali che fantastici.
Utilizza dati sensoriali (visivi, uditivi, gustativi, olfattivi e tattili), aggettivi e similitudini che arricchiscono il testo.
Per scrivere una descrizione è importante seguire un ordine .
Persona:
• presentazione,
• aspetto fisico,
• abbigliamento,
• carattere,
• comportamento,
• abitudini.
Luogo:
Animale:
• presentazione,
• aspetto fisico,
• carattere,
• comportamento.
• dal generale al particolare o viceversa,
• dall’esterno all’interno o viceversa,
• da destra a sinistra o viceversa,
• dall’alto al basso o viceversa,
• da vicino a lontano o viceversa.
La descrizione può seguire i cambiamenti che avvengono nel tempo .
All’età di sette anni avevo ricevuto in regalo un cagnolino ed ero diventato mezzo matto per la contentezza di averlo.
Anche lui sembrava contento di essere con me e, per mostrarmi il suo entusiasmo, si metteva sulla schiena e agitava le zampe.
Era proprio piccolo, tanto che non riuscì per molto tempo a salire i gradini delle scale!
Aveva il pelo nero e lungo e io lo avevo tosato come un leoncino.
Il mio gioco preferito con il cagnolino era questo: quando andavamo a passeggio in campagna, lo mettevo su un sasso sporgente e mi allontanavo senza che lui osasse saltare. Poi mi nascondevo.
Il cane prima strillava, poi riusciva a trovare il modo di scendere e correva a caccia: questo mi divertiva perché il cucciolo guardava dietro tutte le pietre, si affacciava alle piccole fosse e impazziva. Che festa quando, dopo un po’, finalmente mi facevo ritrovare!
Antonio Gramsci, L’albero del riccio, Piccoliᄗ Segna con una X la risposta giusta.
• Quale regalo aveva ricevuto il bambino all’età di sette anni?
Un gattin o Un c agnolino
• La frase “ero diventato mezzo matto per la contentezza” vuol dire che: er a contento er a fuori di sé dalla gioia
• In che modo il cagnolino manifestava il suo entusiasmo?
Si m etteva sulla schiena e agitava le zampe
Corr eva per tutta la casa
ᄗ Sottolinea nel testo la parole che descrivono l’aspetto fisico del cagnolino e poi segna l’illustrazione corretta.
ᄗ Completa.
Il bambino e il cagnolino si divertivano quando .......................................................................................
Il bambino metteva il cagnolino su un sasso sporgente e si allontanava.
Il cagnolino riusciva a trovare il modo di scendere e guardava
Quando il cucciolo trovava
Due streghe arrabbiate litigavano in piazza unicamente per una ramazza.
– È mia – urlò la prima –è così evidente!
– Ma non è affatto vero, sei un’impertinente!
Questa è la mia scopa, la mia preferita! –sbraitò l’altra strega fremendo inviperita.
– Pelo di cinghiale, legno di ciliegio, dammela subito o faccio un sortilegio!
Ma ormai arcistufa di tutto quel baccano, la ramazza prese il volo e se ne andò lontano.
ramazza: scopa fatta di rami sottili.
ᄗ Rispondi con una X .
• Nella filastrocca sono presenti parole in rima?
S ì No
• Dove litigano le due streghe?
In un c ortile
In una piazza
In una stanza
• Perché le due streghe litigano?
P er una ramazza
P erché una delle due ha nascosto la ramazza
P erché una delle due streghe ha venduto la ramazza
• Cosa fa alla fine la ramazza?
Fugge per ché arcistufa
Si nasc onde
Colpisc e le due streghe
ᄗ Qual è lo stato d'animo delle due streghe?
I testi poetici sono testi particolari che suscitano emozioni , sensazioni e pensieri , utilizzando le parole in modo originale per il loro significato, per il loro ritmo o per creare immagini suggestive.
La poesia ha lo scopo di raccontare, descrivere la realtà, esprimere emozioni e sentimenti con immagini originali.
Il testo poetico è scritto in versi (parole disposte in righe più o meno lunghe).
I versi sono raggruppati in strofe separate da uno spazio.
La filastrocca è un testo poetico gioioso e divertente e aiuta a imparare in modo piacevole.
Contiene parole in rima cioè parole che terminano con gli stessi suoni.
Rime
Onomatopee
Allitterazione danno alla poesia un suono musicale.
Similitudini
Metafore
creano immagini nuove per suscitare emozioni nel lettore.
La poesia è scritta in versi raggruppati in strofe . Le strofe sono separate da uno spazio bianco.
La filastrocca è un testo poetico scritto per giocare con le parole e divertire il lettore. Nelle filastrocche ci sono le rime. I versi sono in rima quando terminano con lo stesso suono
ᄗ Completa gli schemi inserendo la lettera nel quadratino, ma prima colora le rime.
Di nubi grigie a un tratto il ciel fu sp orco ; A e il tuono brontolò con voce d’ orco . A
Si cacciò avanti, lungo lo strad one , B carta, foglie ed uccelli il polver one B
Poi seminò la pioggia a piene mani tetti e vie di danzanti tulipani; tagliò il paesaggio, illividì ogni cosa in un polverio d’acqua luminosa.
C. Govoni, Il flauto magico, Al tempo della fortuna
Voglio fare un’altal ena A
di corteccia bia nca B per la piccola sir ena A
per quando sarà sta nca B
Un respiro di balena la soffierà alle stelle la mia piccola sirena libellula ribelle.
Sfiorerà la luna piena così potrò vederla questa piccola sirena di pelle madreperla.
Chiara Carminati, www.poesiaragazzi.it
ᄗ Colora le rime con lo stesso suono e completa lo schema.
Marzo
Un sentore di vi ole ... A
Ecco marzo pazzer ello , B piedi nudi e giubber ello , B ricci al vento e viso al s ole A
È una gioia rivederlo, e se a tratti si fa mesto, pur si rasserena presto e fischietta come un merlo.
Diego ValeriQuando in autunno c’erano gli alberi nudi, una sera è arrivata una nuvola di uccelli stanchissimi, e si sono fermati sui rami.
Pareva fossero tornate le foglie a dondolare al vento.
T. Guerra, Il miele, Maggioli
La rima è incrociata quando il primo verso fa rima con il quarto e il secondo con il terzo ( A BB A ).
ᄗ Questa poesia ha le rime? Sì No, è in versi liberi
ᄗ La poesia descrive:
Quando in una poesia non ci sono rime, si dice che i versi sono liberi .
una ser a di autunno, gli alberi spogli e l’arrivo inaspettato di uccelli che si posano sui rami
una ser a di autunno e gli alberi spogli
La similitudine è un paragone tra due elementi simili tra loro. Le similitudini sono delle immagini poetiche introdotte dalle parole: come , sembra , somiglia a
ᄗ Sottolinea le similitudini presenti nelle poesie.
Tramonto
Tramonta
all’improvviso il sole come un bambino che si nasconde dietro un cespuglio.
Enrico Marchesini
L'onda
Si gonfia, si incurva. Spumeggia, biancheggia. Il dorso ampio splende come cristallo; la cima leggera s’arruffa come criniera nivea di cavallo.
G. D’Annunzio, Tutte le poesie, Mondadori
ᄗ Che cosa fa il sole quando tramonta?
ᄗ Rispondi.
• A quale animale viene paragonata l'onda?
La metafora è un’immagine poetica che consiste in una similitudine abbreviata: due elementi vengono paragonati fra loro ma senza usare le parole come , sembra .
ᄗ Sottolinea le metafore presenti in queste poesie.
Gli uccelli nel sole sono fiocchi di lana fiori o pensieri abbandonati al vento.
David Maria Turoldo
Il mare
Il mare è un’azzurra coperta, le vele lenzuola nel vento. Io navigo verso ponente, la vita è un’immensa scoperta.
Nicola Cinquettiᄗ Trascrivi le metafore delle due poesie.
• Gli uccelli sono
• Il mare è .........................................................................................................................
• Le vele sono
• La vita è .........................................................................................................................
L' onomatopea consiste nel riprodurre i suoni, i rumori e i versi degli animali.
ᄗ Quali sono le parole che nella poesia riproducono i suoni? Sottolineale.
Un salto di qua un salto di là
la senti la sera la senti d’estate e che serenate e che primavera è tutto un cra cra!
Poi trova uno stagno e pluf si fa un bagno si scorda l’estate e il caldo che fa.
Pierluigi Cappello, Ogni goccia balla il tango, Rizzoli
ᄗ Scrivi per ogni animale il suo verso.
• leone O
• gatto O
• zanzara O
• cane O .....................................................
• mucca O
• lupo O
L’ allitterazione è la ripetizione di suoni uguali, all’interno di diverse parole. L’allitterazione dà musicalità al testo poetico.
ᄗ Sottolinea le allitterazioni presenti nelle poesie.
Le pinete si sono addormentate. Sulla collina il cielo è viola teneramente.
Svegliato, canta un usignolo.
Sentila, soffia, sentila, sbuffa: dolce ti graffia, un’aria buffa.
Senti che voce, senti che fiato, vento veloce, vento fatato.
R. Piumini e B. Tognolini, Rimelandia, Mondadori
Fruscia ruscello, scivola e sciacqua
Sciogli la foglia che fruscia nell’acqua
Fresco di frasche, sciame di stelle
Spruzza scintille gelate alla pelle
Striscia ruscello, scivola via Cuore freschissimo, segui la scia.
Bruno Tognolini
ᄗ Quali lettere si ripetono più volte?
Indicale con una X . V L S
F N T
ᄗ Quali gruppi di consonanti si ripetono nella filastrocca?
ᄗ Leggi le poesie e sottolinea le rime.
Il sole sboccia come un fiore e ci accarezza con il suo calore. Sole giallo, sole splendente sole allegro e sorridente.
Ho scoperto una farfalla un po’ rosa e un po’ gialla gioca nel cielo, si posa sul fiore che ha la forma di un cuore.
ᄗ Osserva l’illustrazione e scrivi una breve poesia.
Ha lo scopo di raccontare, descrivere la realtà, esprimere emozioni e sentimenti con immagini originali.
La filastrocca gioca con i suoni e le parole per divertire e anche per imparare.
È scritto in:
• versi (ogni riga è un verso);
• strofe (raggruppamenti di versi).
I versi di una poesia possono essere in rima o anche liberi .
Crea immagini originali per mezzo di:
• Similitudini
• Metafore
Contiene ritmo e musicalità se utilizza:
• Rime
• Onomatopee
• Allitterazione
C’era una volta in un castello un principino senza cervello che passeggiava per le scale con una scopa e uno stivale.
Se nel castello c’era una festa andava spesso nella foresta ed aspettava che gli invitati se ne fossero tutti andati.
Tutti offesi dal suo contegno gli parlarono senza ritegno: «Se vuoi restare in questo castello devi avere un po’ di cervello».
Da quel giorno il principino cessò d’essere birichino e capita la lezione fece tutto a perfezione.
P. Massimiᄗ Leggi la filastrocca e sottolinea le parole in rima.
ᄗ Segna con una X
• La rima è: baciata alternata incrociata
• Da quanti versi è formata la filastrocca?
12
16
18
• Da quante strofe?
4 3 5
ᄗ La filastrocca parla di un principino che si comportava in modo strano. Completa le frasi.
Il principino passeggiava per le scale con una scopa e uno stivale.
Se nel castello c'era una festa, il principino
Tutti offesi dal suo comportamento gli dissero che se voleva
Il principino da quel giorno
Cammina per viottoli campestri se vuoi gustare la gioia della natura a primavera che da ogni parte sorride. Verdi foglie in germoglio, fiori gialli, bianchi, rossi danno varietà di toni al paesaggio. E il sole, sulle fronde tenere, è una pioggia di raggi d’oro; nel sonoro scorrere del fiume si specchiano argentei e sottili i pioppi.
A. Machado, Poesie, Newton Compton
ᄗ Prendendo spunto dalla poesia fai una breve descrizione sulla primavera.
ᄗ Rispondi alle domande.
• Che cosa rappresenta il dipinto?
• Come definiresti i colori usati dall'artista?
Vivaci Scuri Delicati Luminosi
• I colori usati ti sembrano adatti al titolo?
Sì No
• Quali emozioni provi osservando il dipinto?
fronde: rami con foglie.
Nei primi giorni di primavera, gli alberi, silenziosi sotto l’azzurro cielo, stendevano le braccia a ricevere il calore vivificante del sole.
Sulle siepi e sui cespugli sbocciavano fiori, stelle bianche, rosse, gialle. Su più di un arbusto già cominciavano a riapparire le gemme, che coprivano le cime sottili dei rami: tenere, salde e risolute come piccoli pugni chiusi.
Dal suolo sorgevano fiori variopinti, d’ogni sorta, così che nella penombra la foresta risplendeva di una silenziosa e intensa letizia di colori.
Dappertutto si sentiva un odore di fronde
fresche, di fiori, di zolle umide, di legno verde. Dall’alba al tramonto tutto il bosco risuonava di mille voci, da mattina a sera nell’odorosa
solitudine cantavano e ronzavano api, vespe, calabroni. In quei giorni Bambi visse la sua prima fanciullezza.
F. Salten, Bambi, Vallardi
ᄗ Sottolinea nel testo con colori diversi i dati visivi, olfattivi, uditivi e la similitudine. Poi scrivila qui di seguito e rispondi alle domande.
• Quali odori si sentono nel bosco?
• Quali suoni?
In primavera il cielo azzurro si riempie del volo di uccelli tornati a rallegrare il cielo con il loro cinguettio.
Il maschio con il suo canto cerca una compagna per costruire il nido. Prima sceglie il posto adatto, poi si mette all’opera; ogni specie usa tecniche e materiali diversi.
Il pettirosso intreccia un cesto di muschio in un cespuglio.
Il picchio scava un buco nel tronco di un albero.
La gazza fa il suo nido in cima a un pioppo.
La capinera sceglie un cespuglio di rovi.
La rondine fa il suo nido sotto i tetti di case, fienili e stalle.
Fatto il nido, presto nasceranno i piccoli.
ᄗ Completa la tabella.
CHI? COSA FA?
Il pettirosso
Filastrocca della Pasqua metto un sogno nella tasca con tante uova di cioccolata una pizza dolce e una salata con un coniglio pieno d’amore che semina uova di ogni colore con un colombo bianco e giulivo che ha nel becco un ramo d’ulivo con tutto il mondo pieno di pace è questo il sogno che più mi piace.
Giuseppe Bordi
• Uova sode,
• matita,
• pennarelli,
• cartoncini colorati,
• nastrini,
• colla,
• forbici.
Si racconta che in un paesino del Lazio viveva un fornaio molto avaro.
Secondo un’antica usanza, la domenica di Pasqua i paesani salivano al convento dei frati francescani con piccoli doni: uova, galline, frutta, verdura, che i frati distribuivano poi ai poveri. L’unico che non dava mai nulla era il fornaio, che anzi era molto seccato da tutto quel viavai di gente allegra.
Arrivò la sera del sabato e tutti si chiusero in casa per cenare, e così fece anche il fornaio, al quale, però, questa volta la sua casa parve fredda e solitaria: sentiva un gran vuoto nel cuore. Cercò di distrarsi, andò a dormire, ma non ci riuscì. Allora si alzò, prese farina, zucchero, latte e uova, impastò e infornò tanti pani. Lavorò tutta la notte e al mattino sul tavolo vi era una fila enorme di piccole, semplici pagnotte, calde calde.
Il fornaio caricò tutto sul suo asino e andò di casa in casa a regalare le sue «pizze pasquali» ai compaesani. Poi salì al convento e consegnò il resto dei pani ai frati, che lo ringraziarono e benedissero. Quando le ceste furono vuote, si sentì leggero e con il cuore pieno di gioia.
Da allora, per tradizione, nel Lazio il giorno di Pasqua si fanno i pani dolci, chiamati appunto «pizze di Pasqua».
Tutti insieme,
Editrice La Scuolaᄗ Rispondi.
• Quale usanza c’era la domenica di Pasqua in un paesino dove viveva l’avaro fornaio?
• Perché la sera sentì un gran vuoto nel cuore?
• Che cosa decise di fare?
• Come si sentì alla fine?
Gli strumenti musicali sono antichi quanto l’uomo.
Gli strumenti preistorici che troviamo nei musei sono soprattutto di pietra e di osso, materiali che hanno potuto resistere all’usura del tempo.
Nell’Età della pietra erano già noti strumenti come l’idiofono che ricorda la forma di una sega, sui denti del quale si faceva scorrere una specie di plettro.
I sonagli di argilla trovati negli scavi dimostrano che l’uomo del Neolitico amava riprodurre suoni diversi.
Si usavano statuette cave in argilla di varie forme, contenenti sassolini; il crepitare di questi accompagnava le danze, le cerimonie e i giochi infantili.
Esistevano anche strumenti a membrana relativamente evoluti, come i tamburi in argilla.
Il progresso nella lavorazione dei metalli permise in seguito la fabbricazione di corni in bronzo a forma di corna bovine.
In Svezia è stato trovato anche un corno con fori risalenti all’Età del ferro di cui sicuramente i pastori si servivano per mettere in fuga gli animali feroci o per comunicare tra loro a grandi distanze.
DELLA PREISTORIA CHE SUONANO STATUETTE CAVE IN ARGILLA, TAMBURO....
Il testo informativo ha lo scopo di dare informazioni su argomenti di vario genere : storici, geografici, scientifici e di cultura generale.
L’esposizione dell’argomento segue una struttura:
• il titolo anticipa l’argomento che sarà trattato nel testo;
• il testo fornisce informazioni sull’argomento e può essere diviso in sequenze informative che affrontano un aspetto dell’argomento trattato.
• Il linguaggio è specifico, chiaro e preciso, con termini propri della materia trattata. Tali termini possono rappresentare le parole chiave del testo.
• Il testo è accompagnato da fotografie , grafici o tabelle .
• Le didascalie , cioè delle brevi scritte che accompagnano le immagini e forniscono informazioni su quanto rappresentato.
• Leggi con attenzione il testo.
• Cerca sul vocabolario il significato delle parole che non conosci.
• Sottolinea le parole chiave o le informazioni più importanti.
• Riassumi con frasi brevi, legando fra loro le informazioni.
• Ripeti più volte in modo da esporre in modo sicuro.
Con i suoi cinque metri di lunghezza e i suoi quasi mille chili di peso, il coccodrillo del Nilo è uno dei padri più teneri del mondo.
Alcuni studiosi hanno visto e filmato alcuni coccodrilli maschi circondare di attenzioni le loro femmine durante i circa tre mesi che esse passano a vegliare, senza sosta, il posto dove hanno deposto le uova. Gli studiosi hanno visto i futuri papà rompere delicatamente, con le loro formidabili mandibole, i gusci delle uova, per aiutare i piccoli ad uscirne.
Meglio ancora: se i coccodrillini non trovano spazio nelle fauci della madre, è il papà che offre loro la sua enorme bocca per portarli in acqua subito dopo la nascita. Papà coccodrillo, inoltre, è in grado di distinguere perfettamente i versi di paura emessi da uno dei suoi piccoli e correre immediatamente in suo soccorso. Il coccodrillo del Nilo non è sanguinario come si crede comunemente e, come tutti gli animali, uccide esclusivamente per procurarsi il cibo
Walt Disney, 6° manuale delle Giovani Marmotte, Mondadori
ᄗ Qual è lo scopo del testo?
Inf ormare sulle caratteristiche del coccodrillo del Nilo
Rac contare una storia
ᄗ Sottolinea le risposte alle seguenti domande, poi rielabora il testo a voce e per iscritto sul quaderno.
K Come è il coccodrillo del Nilo?
K Come si comporta con la femmina?
K Che cosa fa per i coccodrillini?
Il pomodoro ha viaggiato molto: nato in Perù, fu portato in Europa dagli spagnoli
intorno al 1500. All’inizio, tuttavia, veniva usato come pianta decorativa perché i suoi frutti erano considerati velenosi, mentre in realtà lo sono solo le foglie.
Entrò a far parte dell’alimentazione soltanto due secoli dopo e nacque così la prima salsa al pomodoro per condire la pasta. Oggi è, dopo la patata, l’ortaggio più diffuso nel mondo.
Il pomodoro viene consumato come verdura, ma in realtà è un frutto, una bacca per la precisione; infatti assomiglia alle bacche che troviamo sulle siepi lungo le strade di campagna, solo che è più grossa.
Le varietà sono tantissime: grandi, piccole, allungate, a forma di pera, a grappolo... Il loro particolare sapore è dato dalla combinazione di zucchero e di acidi della frutta: quando sono maturi sono meno acidi perché hanno un maggior contenuto di zucchero.
È ricco di sali minerali e vitamine, in particolare di vitamina C, che si trova soprattutto nella sostanza gelatinosa che circonda i semi all’interno. Il pomodoro si può conservare in molti modi, essiccato, in scatola, in salsa.
Ma niente può eguagliare il piacere di mordere un pomodoro fresco, sodo e ben sugoso.
A. Saban, L’Orto segreto, Ortocircuito
ᄗ Segna con una X le affermazioni corrette.
Il pom odoro fu portato in Europa dai francesi.
Veniva usato come pianta decorativa.
Dopo due sec oli nacque la salsa di pomodoro.
È un ortaggio poc o diffuso.
Le varietà di pomodoro sono pochissime.
Il pom odoro è ricco di sali minerali e vitamine.
La Brianza è una zona della Lombardia dove si trovano numerosi piccoli laghi circondati da colline. In inverno la superficie di questi laghi si gela. Nel passato, dallo strato gelato venivano tagliati dei blocchi ghiacciati.
Vi sono ancora alcuni anziani che ricordano le vecchie “ghiacciaie”: costruzioni di pietra destinate a contenere questi blocchi di ghiaccio.
Alcuni ricordano che da bambini, mentre giocavano in inverno sullo strato ghiacciato del lago, vedevano in lontananza carri, trainati dagli animali, trasportare i pezzi di ghiaccio verso la ghiacciaia.
I blocchi di ghiaccio venivano ammassati all’interno e alternati a strati di paglia che serviva da isolante termico.
Non esistevano ancora i congelatori elettrici e perciò i macellai dei dintorni si rifornivano presso queste ghiacciaie per poter conservare al fresco i loro prodotti.
da Flip, Fabbri Editori
ᄗ Vero o falso? Segna con una X
• Il testo parla di alcune usanze del passato.
V F
• Le ghiacciaie sono grandi forni. V F
• Il ghiaccio veniva ricavato da mari ghiacciati.
V F
• I blocchi di ghiaccio venivano alternati a strati di paglia. V F
• I macellai si rifornivano presso queste ghiacciaie.
V F
Oggi usiamo spesso i termini ecologia ed ecologico. Sapete qual è il loro significato?
È la scienza che studia i rapporti tra gli organismi viventi e l’ambiente. Si occupa di problemi relativi alla salvaguardia dell’ambiente, ai rifiuti e all’inquinamento.
È un prodotto o un comportamento che rispetta l’ambiente e i suoi esseri viventi. È bello rispettare il nostro pianeta e volergli bene, come se fosse il nostro migliore amico. Pensiamo a quanto ci sentiamo bene quando corriamo a piedi nudi su un prato, quando giochiamo sulla spiaggia con la sabbia, quando camminiamo in un bosco, quando nuotiamo nel mare circondati dai pesci… Ma non solo, dalla natura prendiamo anche il “carburante” di cui abbiamo bisogno per vivere: l’aria che respiriamo, l’acqua che beviamo, il cibo di cui ci nutriamo. Queste risorse sono un bene prezioso per la nostra sopravvivenza, quindi dobbiamo fare in modo di proteggere il patrimonio naturale.
G. Stilton, Il piccolo libro della natura, Piemme Junior
ᄗ A tal proposito il giorno 22 aprile si celebra in tutto il mondo la Giornata della Terra per ricordare l’importanza della salvaguardia ambientale. Tutti possiamo contribuire a migliorare il nostro pianeta, bastano piccoli gesti quotidiani.
Pratica la raccolta differenziata: vetro con vetro, plastica con plastica, lattine con lattine, perché possano essere più facilmente riciclabili.
ᄗ Tu rispetti l’ambiente?
Non lasciare rifiuti in giro.
Riduci il consumo dei detersivi.
Sempre Quasi se mpre Con f atica Raramente
Gli uomini, gli animali, le piante ne usano grandi quantità; ma l’acqua non si consuma e non si distrugge.
Quando le piogge cadono sul suolo, una parte di acqua viene assorbita dal terreno, una parte si raccoglie nei fiumi e viene portata al mare. Ma ovunque, sulla terra e nel mare, evapora con il caldo e torna come vapore nell’aria, quindi ricade come pioggia o neve completando così il suo ciclo. L’acqua dunque non si consuma, ma, se viene maltrattata, può ammalarsi.
Si ammala perché nei fiumi e nei mari vengono scaricati, oltre ai rifiuti urbani, anche i residui della lavorazione industriale, i pesticidi, gli insetticidi, i concimi chimici usati nei campi per nutrire e proteggere le piante dalle malattie e farle crescere meglio; perfino il piombo dei gas di scarico delle auto che si è depositato sull’asfalto finisce nei fiumi. Così i fiumi, i laghi e i mari si inquinano sempre più e l’acqua, invece di lavare il mondo, diventa un pericolo e contribuisce a diffondere le malattie.
AA.VV., Cielo, terra, acqua, Dami – Giunti
ᄗ L’acqua è un elemento prezioso e indispensabile per la vita di tutti. In occasione della Giornata dell’Acqua (22 marzo) prepara con i tuoi compagni di classe dei volantini con lo scopo di aiutare i bambini della tua scuola a comprenderne la sua importanza.
ᄗ Il testo ha lo scopo di:
f ornire informazioni sulle caratteristiche della coccinella descriv ere l’aspetto fisico della coccinella
ᄗ Descrivi anche tu sul quaderno un insetto utilizzando le parole che appartengono al linguaggio scientifico.
Cercando tra le piante di un giardino, in una giornata di sole, ti sarà facile trovare una coccinella.
Potrai tranquillamente prenderla in mano: non morde e non punge. Ma il suo aspetto simpatico e grazioso può trarre in inganno: la coccinella è una spietata cacciatrice di afidi, chiamati più semplicemente pidocchi delle piante, minuscoli insetti molto dannosi alle coltivazioni.
La coccinella li divora in grande quantità: è dunque un’amica preziosa per il contadino e il giardiniere.
Per gli afidi invece è un gigantesco mostro corazzato e un terribile nemico.
G. Antolini e A. Vignoli, Suoni, parole, racconti, Nicola Milano
COMPRENDO
ᄗ Completa.
• La coccinella non e non punge.
• La coccinella ha un aspetto e
• È una cacciatrice di
• Per gli afidi la coccinella è un ........................................ e un
• Per i giardinieri e i contadini la coccinella è
.
.
Intorno a noi e in ogni parte del mondo crescono piante di ogni dimensione, da quelle piccolissime agli alberi giganteschi.
Le piante non crescono solo nei giardini ben innaffiati, ma anche nel mare, nei fiumi, sulle rocce, sui vecchi tronchi di alberi, nelle paludi e perfino nei luoghi più ostili come le zone artiche.
Le piante sono vive quanto gli animali e hanno bisogno di un luogo adatto per vivere e di cibo. Fotografando delle piante per qualche tempo e facendo scorrere le foto una dopo l'altra, gli scienziati sono riusciti a spiegare come esse si comportano: come attorcigliano gli steli, come producono nuove gemme, fiori e semi, come si muovono verso il sole e traspirano acqua attraverso le foglie.
A differenza degli animali, che vanno in cerca del cibo, le piante stanno ferme e se lo procurano impiegando acqua e pochi sali minerali ricavati dal suolo, più l'anidride carbonica dell'aria. Solo le piante verdi possono nutrirsi in questo modo, perché esse contengono clorofilla, una sostanza capace di usare la luce solare come fonte di energia. Questo processo è detto fotosintesi clorofilliana.
J. Hann, Il libro degli esperimenti scientifici, Longanesi
ᄗ A quale disciplina si riferiscono le informazioni del testo?
Storia
Geografia
Sc ienze
ᄗ In coppia con un compagno o una compagna scrivi le informazioni presenti in ogni sequenza.
ᄗ Leggi le informazioni scritte nello schema e scrivi un testo informativo.
Com'è?
Dove vive?
Capo tondeggiante, becco corto, piumaggio scuro.
Vive in Europa, in Africa e Asia. Vive sia in città che in campagna, nei boschi, nelle cave e nelle pareti rocciose.
Cosa mangia?
Si nutre di insetti, lombrichi, piccoli roditori ma anche di gemme, semi e frutti.
Vita sociale
Vive in colonie. Le coppie sono legate per tutta la vita.
Fornisce informazioni e chiarimenti su argomenti di vario genere: storia, geografia, scienze, ecologia...
Il titolo presenta l’argomento affrontato nel testo.
È accompagnato da fotografie e disegni . Le immagini possono essere accompagnate da didascalie che forniscono informazioni su quanto rappresentato.
Usa un linguaggio chiaro e specifico dell’argomento trattato.
È formato da sequenze ciascuna delle quali tratta un aspetto particolare dell’argomento.
ᄗ Segna con una X .
• Il testo fornisce informazioni sui: dinosauri paleontologi
• Il testo che hai letto è:
un t esto informativo
un r acconto realistico
• Le informazioni del testo si riferiscono a: geografia scienze
• I paleontologi: studian o i fossili
c ercano le zone in cui cercare i reperti
ᄗ Segna con una X le informazioni corrette.
I din osauri sono comparsi circa duecento milioni di anni fa.
I paleont ologi hanno identificato duecento specie di dinosauri.
I din osauri potevano essere giganteschi o piccoli come una gallina.
I din osauri avevano le stesse caratteristiche fisiche.
Cammina vano su due o quattro zampe.
Tutti i dinosauri erano erbivori.
I din osauri si estinsero sessantacinque milioni di anni fa.
Nessun o sa con esattezza le cause che hanno determinato l'estinzione dei dinosauri.
Quando sei immerso nella natura comportati con l’ambiente che ti circonda come vorresti che fosse trattata la tua casa. I rifiuti non vanno lasciati in giro.
Nei parchi e nelle aree naturali non fare baccano, porta una macchina fotografica e tanta voglia di guardarti intorno.
Non raccogliere fiori, essi appartengono ai prati, agli insetti e alle farfalle.
Se hai ha fortuna di osservare gli animali, non schiamazzare e soprattutto non disturbarli: goditi in silenzio quei rari e preziosi momenti con la natura.
ᄗ Segna con una X .
• Il testo è: poetico descrittivo regolativo
• Lo scopo del testo è: asc oltare una storia pr ecisare regole di comportamento
ᄗ Segna con una X le affermazioni corrette.
Se si è imm ersi nella natura, i rifiuti vanno lasciati in giro.
Nei par chi e nelle aree naturali non bisogna fare baccano e non bisogna raccogliere i fiori.
Gli animali vanno disturbati.
ᄗ Tu e i tuoi compagni e compagne illustrate sul quaderno dei cartelli che rappresentano le regole elencate nel testo. Sotto a ciascun cartello scrivi il divieto che rappresenta.
Il testo regolativo può fornire:
• istruzioni per fare qualcosa , ad esempio una ricetta, un esperimento, montare un oggetto, eseguire un gioco;
• regole di comportamento , per esempio codici (stradale, della legge…) e regolamenti (di piscine, palestre…);
• consigli e suggerimenti da applicare in determinate situazioni.
La struttura: lista di ciò che serve per realizzare qualcosa.
Una sequenza di semplici azioni che si compiono in ordine cronologico per realizzare qualcosa.
Disegni o fotografie che aiutano a comprendere le varie fasi da svolgere.
Il linguaggio è chiaro e semplice ed è costituito da frasi molto brevi e chiare.
• Le ricette di cucina,
• le istruzioni da seguire,
• le regole di un gioco,
• i regolamenti,
• le leggi.
A vivere con gli altri ci aiutano le regole. Ci sono tante regole da rispettare, facili o difficili, in tutti i luoghi dove si sta insieme.
• Cosa succederebbe se non si rispettassero le regole in classe?
Per strada: rispettare il semaforo, le piste ciclabili, i segnali stradali… e altro. Se un automobilista andasse contro senso o un bambino attraversasse la strada con il semaforo rosso, potrebbero succedere cose gravi. A scuola: arrivare in orario, portare l’occorrente, rispettare maestri e compagni, e altro. Se un maestro o una maestra non rispettasse il suo orario o un bambino facesse merenda durante le ore di lezione, ci sarebbe un grave disordine e si combinerebbe poco. Nei posti di lavoro: ci sono orari, indumenti, modi di comportarsi adeguati ai vari lavori. Se un ferroviere non andasse a lavorare, la postina non consegnasse la posta… ci sarebbe un grande caos. Nel mondo dello sport: ogni sport ha le sue regole e tutti quelli che lo praticano devono rispettarle, altrimenti... interviene l’arbitro o l’allenatore.
Amnesty International, Per scoprire gli altri intorno a noi, Notes
• Qual è la regola della tua scuola che ti piace meno? Perché? Confrontati con la classe.
1 Tagliare uno dei due lati lunghi della scatola e colorare il cielo e il mare.
2 Disegnare sul cartoncino azzurro tre onde, ciascuna dovrà essere un po’ più grande dell’altra.
3 Fare delle pieghe sulla base di ogni onda per incollarla sul fondo della scatola a distanze diverse. Incollare l’onda più grande vicino al fondo della scatola, poi quella intermedia e infine la più piccola.
• Una scatola da scarpe,
• matita,
• cartoncino azzurro,
• colla,
• acquerelli,
• pasta autoindurente,
• forbici.
4 Modellare con la pasta autoindurente una barca e incollarla davanti alle onde.
ᄗ Spiega con ordine il procedimento da seguire per realizzare il diorama marino.
ᄗ Le immagini seguono: un or dine temporale un or dine causale aiutan o a capire meglio il procedimento
ᄗ Il linguaggio usato risulta: semplice difficile
1 Si disegna un cerchio da cui non si potrà uscire finché si è in gioco. Tutti i giocatori si dispongono lungo il bordo del campo.
2 Al via tutti avanzano su un piede solo e con le braccia incrociate verso il centro del cerchio, abbandonando il perimetro esterno.
3 A spallate i giocatori cercheranno di far perdere l’equilibrio agli altri, costringendoli ad appoggiare l’altro piede a terra o ad uscire dal cerchio.
4 Quando un giocatore appoggia l’altro piede a terra o esce dal cerchio, viene eliminato. L’ultimo giocatore che rimane nel cerchio su un piede solo sarà il vincitore.
J.M. Alluè, Giochi per l’Estate, La Scuola
ᄗ L’ordine indicato dai numeri va: rispettato n on va rispettato
ᄗ Il linguaggio utilizzato è: chiaro difficile
ᄗ Conosci altri giochi divertenti da fare in gruppo? Spiega a voce cosa occorre e come si gioca.
1 Taglia la frutta a dadini, mettila nell’insalatiera e cospargila di zucchero.
2 Aggiungi il succo di limone o di arancia, mescola e riponila al fresco per qualche ora.
3 Al momento di servire la macedonia aggiungi del gelato.
• Una insalatiera,
• un grembiule,
• un coltello,
• un cucchiaio.
• Frutta fresca di stagione,
• zucchero,
• succo di limone o di arancia,
• gelato.
ᄗ Sottolinea le azioni che si devono compiere per fare la macedonia.
ᄗ Questo testo è: un r egolamento una ric etta un ele nco di istruzioni
ᄗ Le istruzioni sono date: in or dine cronologico se nza un ordine preciso
Anche se non serve la patente per andare in bicicletta, è utile saper leggere alcuni segnali stradali che sicuramente ti sarà capitato di incontrare nei tuoi percorsi. La segnaletica stradale che devi osservare prevalentemente è:
Orizzontale: quella che viene scritta per terra.
Verticale: quella che trovi appesa ai pali.
Luminosa: gli impianti semaforici.
I segnali con forma triangolare ci avvisano di un pericolo oppure di dare la precedenza.
I segnali con forma circolare indicano un divieto (bordo rosso) oppure un obbligo (colore blu).
AA.VV., Fare, conoscere, creare l’avventura da manuale, Edizioni del Baldo
ᄗ Qual è lo scopo di questo testo regolativo?
Saper legger e alcuni segnali stradali
Dar e istruzioni per riparare una bicicletta
Spiegar e regole di comportamento per andare in bicicletta
I segnali con forma rettangolare o quadrata danno delle indicazioni.
ᄗ Osserva le immagini e completa il testo.
1 2
ᄗ Inserisci correttamente nel testo le seguenti parole: sentinella • oggetto • benda • giornale
Si estrae a sorte un giocatore che faccia la sentinella. Si siede a terra e mette davanti a sé la sua merce, per esempio palloncini, caramelle ecc. Poi si gli occhi e prende in una mano un arrotolato.
Gli altri si avvicinano in silenzio a quattro zampe per cercare di portar via qualche esposto.
Se la sente qualche rumore, può dare un leggero colpo con il giornale in quella direzione. Il giocatore toccato dice il suo nome e prende il suo posto. Il gioco continua fino a quando terminano gli oggetti.
Fornisce consigli , istruzioni e regole di comportamento .
Sono testi regolativi:
• le ricette di cucina,
• le istruzioni da seguire,
• le regole di un gioco,
• i regolamenti,
• le leggi.
È formato da una sequenza di azioni (fasi) presentate in ordine cronologico , cioè l’ordine in cui le azioni devono essere eseguite.
È accompagnato da disegni o fotografie che facilitano la comprensione.
È costituito da frasi brevi , semplici e chiare.
Il testo pubblicitario è un testo che ha lo scopo di convincere chi legge ad acquistare un prodotto. Utilizza immagini e parole efficaci.
ᄗ Il testo pubblicitario ti informa che esiste la merendina CIOCCORÌ.
• Quale scopo ha?
• Chi sono i destinatari?
• Credi che le immagini e le parole siano efficaci?
TUTTI INSIEME
ᄗ Dividetevi in piccoli gruppi e preparate un testo pubblicitario con immagini e parole per invogliare i vostri compagni e compagne a consumare il latte a colazione.
La Pubblicità Progresso ha lo scopo di contribuire alla soluzione di problemi civili ed educativi.
AL CANILE.
• Che cosa vedi nell’immagine?
• Sull’immagine c’è un invito: che cosa dice?
In un testo argomentativo possiamo distinguere:
• un problema , cioè un argomento su cui riflettere;
• la tesi , ossia un’opinione sull’argomento che si vuole affrontare;
• argomenti o prove per sostenere la tesi e convincere i lettori della validità di quanto si è sostenuto.
Nel testo argomentativo si utilizzano i connettivi logici (ma, perciò, quindi, pertanto, infatti, dunque) per sottolineare i legami tra la tesi e le varie argomentazioni.
La vita per i bambini che vivono in città è diventata molto difficile a causa del traffico intenso e dell’assenza di spazi verdi come parchi e giardini dove poter giocare.
Mancano strutture sportive e piscine tanto desiderate dalla maggior parte dei bambini, luoghi che permettono di stare insieme e di fare amicizia.
Secondo i pediatri queste carenze influiscono in modo negativo sulla crescita dei bambini.
ᄗ Rispondi alle domande.
• Quale problema viene affrontato?
• Qual è la tesi (opinione) espressa nel testo?
• Quali argomenti si portano per sostenere le tesi?
Molti genitori, quando in casa arriva un bebè, si domandano se sia opportuna la convivenza con un cucciolo di cane o di gatto. Le ragioni sono molte. È bello vedere un bambino che gioca con un cagnolino o con un gattino; ma deve essere presente un adulto, soprattutto i primi tempi. L’amicizia che può nascere fra i due cuccioli è importante: con l’aiuto dei genitori, i bambini imparano a non aver paura degli animali, e a rispettarli. A mano a mano che il bambino cresce, impara a prendersi cura dell’animale, dandogli da mangiare, tenendolo pulito, portandolo a passeggio se è un cane: è un modo per diventare responsabili.
Naturalmente i genitori dovranno provvedere alle vaccinazioni previste per evitare agli animali sofferenze, e ai bambini malattie.
da Viaggio nel testo, Editrice La Scuola
ᄗ Rispondi alle domande.
• Quale problema viene affrontato?
• Qual è la tesi (opinione) espressa nel testo?
• Quali argomenti si portano per sostenere la tesi?
• Qual è la tua opinione?
Mare di sale di onda e di vela mare di sole di aria e di cielo mare di scoglio di sabbia e conchiglia
mare di riccio di pesce e balena mare di soffio di urlo e di suono
mare di sogno di viaggio e avventure mare disteso sul mio pensiero perché ogni volta che io ti penso non mi diventi mare davvero?
questa poesia?
Pietro Formentini, Poesia di terra e di mare, (ma c’è anche il cielo…), Edicolors
André Derain, Barche nel porto di Collioure
ᄗ Rispondi alle domande.
• Che cosa rappresenta il dipinto?
• Quali colori ha utilizzato l’artista?
• Che cosa vedi in primo piano?
• E in secondo piano?
• Che cosa vedi sullo sfondo?
• Che sensazioni ti trasmette il dipinto?
ᄗ Ti piacerebbe trascorrere le vacanze in campeggio? Perché?
La mamma di Caterina ritorna a casa stanca, più stanca del solito. Si lascia andare su una sedia e si sfila le scarpe.
– Vieni, Cati, avvicina qui una sedia, perché possa alzare le gambe. Caterina porta lo sgabello della cucina. Per un po’ la mamma siede
silenziosa massaggiandosi solo di tanto in tanto i polpacci e le giunture. Dopo mangiato la mamma si siede a tavola e legge il giornale. Di tanto in tanto le si chiudono gli occhi e la testa le cade in avanti.
– Hai dormito troppo poco – osserva Caterina.
– Oppure ho lavorato troppo – aggiunge sua madre.
– Mamma, – dice Caterina – vai a letto. Ti preparo un tè.
La mamma annuisce e va in camera da letto. Caterina prende la teiera dall’armadio e osserva indecisa le tazze.
– Mamma, – grida – hai la luna gatto, gallina o fiore?
– Nessuna – risponde forte la madre. – Sono solo troppo stanca.
Caterina prende la tazza con sopra dipinta la gallina e la posa sul vassoio.
Vi aggiunge la zuccheriera e un cucchiaino. Poi toglie la bustina del tè dalla teiera.
Con attenzione porta il vassoio nella camera di sua madre e lo appoggia sullo sgabello accanto al letto.
– Un servizio coi fiocchi – dice la mamma.
– Vuoi per caso anche delle fette biscottate? – chiede Caterina. – Oppure un pezzo di cioccolata? Ne ho un po’. Me l’ha data nonna Colomba.
– Fette biscottate – risponde la mamma. Caterina va a prendere le fette biscottate. Versa il tè e porge la tazza alla mamma.
– Ho scelto la tazza con la gallina, – spiega – perché con le piume di pollo si fanno i piumoni. Non male, vero?
La mamma annuisce. Si tira un po’ più su, per poter tenere meglio la tazza.
– Caldo – dice, e sorseggia – ma buono. – Caterina si accomoda sul bordo del letto. – Adesso sei veramente contenta di avermi, eh?
La mamma ripone la tazza sullo sgabello-comodino e le dà un bacio. Caterina si raggomitola contro la mamma e prende una fetta biscottata.
Mirjam Pressler, Caterina e… tutto il resto, PiemmeA1 Come si sente la mamma di Caterina quando torna a casa?
A È pie na di energia e ha tante cose da raccontare
B È m olto stanca e fa fatica a restare sveglia
C È n ervosa e non rivolge la parola a nessuno
D È f elice e fa tante coccole a sua figlia
A2 Come si comporta Caterina con la mamma?
A È m olto premurosa e le riserva attenzioni
B Non si ac corge della stanchezza della mamma
C F a i capricci e si comporta da egoista
D Cer ca di farla ridere con i suoi scherzi
A3 In che modo Caterina cerca di dare conforto alla sua mamma?
A Le pr epara una cioccolata calda con i biscotti
B Le m ette una coperta sulle gambe e le accende la TV
C Le pr epara una tazza di tè con le fette biscottate
D Le pr epara un brodo di pollo
A4 Perché Caterina sceglie la tazza con la gallina?
A P erché è la preferita della mamma
B P erché è rossa ovvero del suo colore preferito
C P erché con le piume di pollo si fanno i piumoni
D P erché era l’unica tazza nella credenza
A5 Mentre sono sul letto, Caterina chiede alla mamma…
A se è da vvero contenta di averla
B se vuole an cora un po’ di zucchero nel tè
C se sia ac caduto qualcosa che l’ha fatta stancare tanto
D se per quella n otte può dormire con lei
A6 Che cosa fa capire la mamma a Caterina?
A Che ha fr eddo
B Che v orrebbe una figlia più responsabile
C Che è c ontenta di averla come figlia
D Che è c ontenta di averla come figlia, ma vorrebbe anche un figlio maschio
A7 Indica con una X se la frase è vera (V) o falsa (F).
a. La mamma torna a casa più stanca del solito. V F
b. Caterina si rifiuta di aiutarla. V F
c. La mamma legge il giornale per tutta la sera. V F
d. Caterina porta alla mamma il tè e la cioccolata della nonna. V F
e. La mamma dice che il tè è caldo ma buono. V F
f. Caterina si accoccola accanto alla sua mamma. V F
A8 Indica con una X le frasi che appartengono alla storia.
A La mamma t orna a casa energica.
B Cat erina cerca di aiutarla.
C Cat erina porta una coperta ed un cuscino alla mamma.
D Cat erina prepara poi un tè con le fette biscottate e lo porta alla mamma.
E La mamma sor seggia il tè lentamente.
F Cat erina si accoccola vicino alla mamma che beve il tè.
A9 Indica con una X la risposta corretta.
Nella frase “La mamma di Caterina ritorna a casa stanca, più stanca del solito”, che cos’è "più stanca"?
A Un superlativ o relativo
B Un c omparativo di minoranza
C Un c omparativo di maggioranza
D Un superlativ o assoluto
A10 Nella frase “Di tanto in tanto le si chiudono gli occhi e la testa le cade in avanti”, quanti articoli determinativi ci sono?
A 1
B 2
A11 TEIERA, ZUCCHERIERA, BISCOTTIERA
C 3
D 4
Che cosa hanno in comune queste parole?
A Son o nomi alterati
B Son o nomi composti
C Son o nomi primitivi
D Son o nomi derivati
A12 Nella frase “Poi toglie la bustina del tè dalla teiera”, quante preposizioni ci sono?
A Nessuna
B 1
C 2
D 3
A13 Nella frase “Caldo – dice , e sorseggia – ma buono”, che cosa sono le parole evidenziate?
A Nomi
B Articoli
C Verbi
D Aggettivi
A14 Metti la X nel riquadro giusto, come nell’esempio.
1 a coniugazione -ARE 2a coniugazione -ERE 3a coniugazione -IRE
Es. mangiava X
dormiamo
tornò
siete andati
bevono
leggevano
capitai
A15 Collega con una freccia le parole di ciascun gruppo per formare frasi che abbiano un senso logico.
GRUPPO SOGGETTO
1. La mamma di Caterina
2. La bustina del tè
3. La n onna Colomba
4. Gli occhi della mamma
GRUPPO PREDICATO
A. regala la cioccolata alla nipote
B. è in infusion e nella tazza
C. legge il giornale in cucina
D. ogni tanto si chiudono
In alcune località, in Francia e in Spagna, si trovano enormi caverne sui fianchi delle colline. Alcune di queste hanno aperture assai piccole, ma all’interno diventano più grandi, e si sviluppano in lunghe gallerie tortuose. Gli uomini del Paleolitico usavano come riparo le imboccature di queste caverne, dove entrava un po’ di luce; nelle gallerie più profonde, invece, svolgevano i loro riti magici.
Sulle pareti di pietra gli uomini primitivi dipinsero cavalli, cervi, bovini e tutti gli animali che allora vivevano nelle foreste, alcuni dei quali ora non esistono più. Raffigurarono il rinoceronte lanoso a due corna, il mammut e la tigre dalle zanne a sciabola. Forse pensarono che dipingendo questi animali avrebbero acquistato più forza per ucciderli durante le cacce.
La prima caverna fu scoperta per caso in Spagna circa cento anni fa. Una volpe inseguita si rifugiò in un cespuglio e, i cacciatori, cercandola, scoprirono l’imbocco di una caverna.
Il proprietario del terreno andò in seguito a esplorare questa caverna portando con sé la sua nipotina. La bambina riuscì a strisciare attraverso la stretta apertura facendosi luce con una candela e poco dopo riapparve gridando: – Tori! Tori!
Così furono trovati i primi dipinti dell’Età della Pietra.
Qualche decennio più tardi, alcuni ragazzi stavano giocando a palla a Lascaux, in Francia, e la palla cadde in una buca. Il loro cane la rincorse e i ragazzi, seguendolo, capitarono in una caverna dove nessuno era mai stato da migliaia di anni.
Videro nella penombra pitture di cavalli, tori e cervi galoppanti.
Robert OgilvieB1 Dove si trovano le caverne di cui si parla nel brano?
A In Italia
B In Fr ancia e in Spagna
C In Am erica
D In Asia
B2 Indica con una X se le seguenti affermazioni sulle caverne sono vere (V) o false (F).
a. Alcune hanno aperture assai piccole. V F
b. All’interno diventano più grandi. V F
c. Sono molto luminose. V F
d. Si sviluppano in lunghe gallerie tortuose. V F
e. Sono piccolissimi tunnel. V F
f. Hanno pareti lisce. V F
B3 Che cosa sono le “imboccature”?
A L’entrata delle caverne
B L’uscita delle caverne
C L’atrio delle caverne
D Lo spazio est erno delle caverne
B4 “Sulle pareti di pietra gli uomini primitivi dipinsero cavalli, cervi, bovini e tutti gli animali che allora vivevano nelle foreste, alcuni dei quali ora non esistono più”. Indica con una X quali animali, tra i seguenti, sono estinti.
a. Il rinoceronte lanoso a due corna
b. Il toro
c. Il mammut
d. La tigre dalle zanne a sciabola
e. Il cavallo
f. Il cervo
B5 Perché i cavernicoli dipingevano gli animali sui muri?
A P erché amavano disegnare
B P erché non avevano altro da fare
C P erché volevano abbellire la caverna
D P erché pensavano che dipingendo questi animali avrebbero acquistato più forza per ucciderli
B6 Quando fu scoperta la prima caverna in Spagna?
A Cir ca cento anni fa
B Cir ca mille anni fa
C P ochi anni fa
D Nel br ano non è scritto
B7 Chi scoprì l’imbocco della caverna in Spagna?
A Alcuni esplor atori
B Un gruppo di bambini
C Alcuni c acciatori
D Una squadr a di archeologi
B8 Chi vide per la prima volta i dipinti?
A Una bambina
B Un v ecchio proprietario terriero
C Un c acciatore
D Un t oro
B9 Chi scoprì la grotta a Lascaux?
A Un gruppo di r agazzi
B Alcuni esplor atori
C Una bambina c on il nonno
D Una squadr a di archeologi
B10 Che cos’hanno in comune i nomi "cacce" e "gallerie"?
A Son o nomi comuni derivati
B Son o nomi comuni alterati
C Son o nomi comuni primitivi
D Son o nomi comuni composti
B11 Quanti verbi ci sono nella frase “Sulle pareti di pietra gli uomini primitivi dipinsero cavalli, cervi, bovini e tutti gli animali che allora vivevano nelle foreste, alcuni dei quali ora non esistono più”?
A 2
B 4
C 3
D 1
B12 Nella frase “Il proprietario del terreno andò in seguito a esplorare questa caverna portando con sé la sua nipotina” quali sono le preposizioni semplici?
A Il-del-la
B Con-in-a
C Sé-sua-questa
D Non c i sono preposizioni semplici
B13 “Il loro cane la rincorse”. Quale tra queste parole è un articolo determinativo?
A La
B Loro
C Il
D Cane
B14 “Gli uomini del Paleolitico usavano come riparo le imboccature di queste caverne, dove entrava un po’ di luce; nelle gallerie più profonde, invece, svolgevano i loro riti magici.”
Riscrivi la frase volgendo i verbi al tempo presente.
Il mondo che ti circonda offre una varietà di segni: punti, linee, forme.
ᄗ Rispondi.
• Qual è il soggetto del dipinto?
• Quali elementi riesci ad individuare?
• Il pittore ha usato: linee colori punti
• I colori utilizzati dall’artista sono prevalentemente: caldi freddi
• Quale sensazione ti trasmette il dipinto?
ᄗ Osserva il dipinto e rispondi.
• Cosa rappresenta il dipinto di Signac?
• Qual è il soggetto principale del dipinto?
• Quali altri elementi sono presenti nel dipinto?
• Quali elementi del linguaggio visivo usa l’artista?
La lin ea La f orma Il punt o
La linea è un insieme di punti. La linea sottile o spessa viene usata dagli artisti per creare effetti espressivi diversi.
La linea può essere:
ORIZZONTALE
VERTICALE
OBLIQUA
ᄗ Scopri le linee e completa.
CURVA
SPEZZATA
MISTA
ᄗ Osserva il dipinto e rispondi.
• Che cosa rappresenta il dipinto secondo te?
• Quali linee sono presenti nell’opera?
Orizzontali Verticali Oblique Spezzate Curve Miste
• Che sensazione provi osservando questa immagine? Calma Movimento Confusione
ᄗ Realizza anche tu un disegno utilizzando in maniera creativa le linee che preferisci.
ᄗ Rispondi.
• Quali forme riconosci nei dipinti di Kandinsky?
• Quali sensazioni ti trasmettono?
• Quale dipinto preferisci? Perché?
ᄗ Scopri le forme e gli animali presenti nel dipinto. Rappresenta anche tu un giardino ispirandoti al dipinto di Joan Miró. Poi esprimi le tue sensazioni e confrontati con i compagni e le compagne. Sono le stesse?
ᄗ Che cosa vedi in questo dipinto?
ᄗ Rappresenta anche tu l'estate prendendo spunto dal dipinto dell'artista e aggiungendo nuovi elementi.
ᄗ Osserva queste immagini: a seconda della provenienza della luce, ci sono parti chiare e parti scure.
Se la luce è frontale, le zone d’ombra sono minime.
Se la luce è laterale, si formano zone d’ombra più grandi.
ᄗ Completa e colora i disegni mettendo l'ombra secondo le indicazioni.
ᄗ Osserva l’opera e rispondi.
• Quale momento del giorno è raffigurato dall’autore?
• Quale emozione ti suggerisce l’immagine?
C. D. Friedrich, Barche nel porto di sera
ᄗ Rappresenta anche tu un paesaggio al tramonto del sole con la tecnica pittorica che preferisci.
ᄗ Osserva l’opera e rispondi.
• Qual è il soggetto del quadro?
• Cosa vedi in primo piano?
• E in secondo piano?
• Che cosa c'è sullo sfondo?
• L’autore è riuscito a realizzare l’illusione di profondità dello spazio?
Sì No
• Le dimensioni delle figure rimpiccioliscono man mano che ti allontani dal primo piano?
Sì No