Cristiana Carta
Amici delL’ambiente
VACANZE AL LAGO
ARDEA
con MAX & PATtI
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LA CASA SUL LAGO – Che bella giornata di sole! – grida Max spalancando le imposte della sua stanza nella grande casa sul lago. Vede aperta la vetrata della villa della sua amica e il suo cuore fa salti di gioia: – Patti, sei arrivata finalmente! Max si precipita giù per le scale, attraversa il prato e raggiunge il vialetto che separa le due abitazioni. Apre il cancelletto di legno e le corre incontro. – Mi fermerò per tutto il mese – racconta alla sua amica. – Scommetto che ci divertiremo un mondo e le giornate sembreranno non aver fine. I due amici raggiungono le altalene che il padre di Patti ha montato su un grande albero. Nello stesso tempo spunta dal nulla la mamma della sua amica, la signora Emilia: – Sei qui! Potevi avvisarmi, ti ho cercata dappertutto – esclama, sbattendo le palpebre tanto nervosamente che il rimmel delle ciglia le sporca le palpebre. 2
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A Patti scappa da ridere ma riesce a controllarsi e intanto Max raggiunge l’altalena. – Hai deciso di toccare il cielo?! – protesta Patti un po’ preoccupata. – Andiamo a vedere i pescatori al lago. Facciamo come al solito, scommettiamo su quante trote pescano: vince chi si avvicina di più al numero esatto – propone, e intanto sua madre rientra in casa brontolando. – Andiamo – risponde Max arrestandosi di colpo. – Da un po’ di tempo, però, ci sono sempre meno pescatori e quelli che 4
ci sono si lamentano. Dicono che mancano i pesci. – Forse sarà il mostro che vive sotto le acque che se li mangia – sorride Patti saltando giù dall’altalena. Il gracidio delle rane e il ronzio delle libellule danno il benvenuto ai due ragazzini, che arrivano di corsa. Un’anatra curiosa sbuca da un canneto. – Il lago è incantevole! È come un grande specchio che riflette ogni bellezza – sospira sognante Patti sporgendosi dalla riva. 5
– Sei la solita romanticona – sentenzia Max che si è sdraiato col naso all’insù a guardare il cielo. Ma subito si accorgono che l’anatra è ferita. – Povera bestiola! – esclama Patti e allunga la mano per accarezzarla. – Non spaventarla! Gli animali selvatici non accettano di essere toccati perché temono per la loro vita. Dobbiamo andarle vicino con cautela guadagnando la sua fiducia. Così i due amici, a piccoli passi, la raggiungono facendole capire che di loro può fidarsi. L’animale si sente allo scoperto e, istintivamente, cerca di proteggersi nascondendosi; non riuscendo a volare, si spinge fra i giunchi avanzando a fatica. – Non la vedo più – dice Max. – Forse ha dei piccoli da proteggere e teme per la loro sorte. – Cerchiamo di vedere dove si è nascosta – insiste Patti. 6
La ragazzina, avanzando carponi, sposta con delicatezza i giunchi alla ricerca dell’anatra. Anche Max l’aiuta e, dopo essersi inoltrati per un po’ nel canneto, i due amici scorgono l’uccello adagiato in un punto dove l’erba è più folta.
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UNA PATINA MISTERIOSA “Cosa le sarà successo?!“ si chiedono Max e Patti. L’uccello ha le piume appesantite da una patina viscosa color turchese e il becco aperto in modo innaturale, perché fatica a respirare. – Somiglia a mio nonno quando dorme, lui batte qualunque sonnifero: appena adagia la testa sul cuscino inizia a ronfare. – Ma che c’entra adesso tuo nonno con l’anatra?! – Hanno la stessa espressione – precisa Max. – Ma l’anatra ha le penne di uno strano color turchese, perciò sono preoccupata – esclama Patti. – Per fortuna mio nonno ha solo una montagna di peli bianchi, se me lo immagino coperto di penne turchesi mi viene l’infarto – scherza Max. – Questo colore sarebbe normale per un pavone, non per un’anatra – osserva Patti. – A pensarci bene sembra che abbia fatto 8
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il bagno in una sostanza colorante – dice il ragazzino mentre guarda l’anatra che sbatte le ali tentando di pulirsi. – Forse nel lago c’è qualcosa di oleoso che danneggia le penne delle anatre e le avvelena – continua allarmata Patti. – Speriamo di no! Se così fosse, rischierebbero di morire non solo le anatre, ma anche i pesci e le piante che vivono nel lago – risponde Max preoccupato. Intanto, nuvolette di schiuma galleggiano in superficie. – Quelle non sono di certo zucchero filato. Dobbiamo indagare e capire – esclama Max. – Un’indagine? Che emozione! – grida Patti battendo le mani. – Facciamoci aiutare dal tuo papà che lavora nella redazione del quotidiano locale. – Sì, ma dobbiamo essere noi a scrivere un articolo che spieghi cosa sta succedendo al lago – ribatte Max. – Gli porteremo un articolo da prima pagina – risponde euforica Patti. – Allora non perdiamo tempo – dice il ra10
gazzino, – dobbiamo parlare con i pescatori che vivono laggiù. Intanto torniamo a casa e facciamo una ricerca al computer. – Mettiamoci subito al lavoro: mio padre non starà via per molto – esclama Max, cercando sul computer il nome del lago. Max comincia a scorrere con gli occhi velocemente tutto ciò che appare sullo schermo e improvvisamente si avvicina al monitor così tanto da sfiorarlo col naso. 11
– Ehi! Vuoi entrare nel computer? – domanda preoccupata Patti. – Pensaci bene perché non ho alcuna intenzione di seguirti! – Guarda, guarda cosa ho trovato! – sorride soddisfatto Max. – A pochi chilometri dal nostro lago è stata costruita la COLORFLUO. – E cos’è? – chiede sorpresa la ragazzina. – Una fabbrica di vernici, che non dovrebbe sorgere così vicino a paesaggi naturalistici – risponde Max, e annota quel nome su un foglio. Il cigolio di una porta li fa sobbalzare. I due rimangono con il fiato mozzato dallo spavento. – È mio padre! Non facciamoci trovare nel suo studio – mormora Max sottovoce. In punta di piedi raggiungono il terrazzo e si acquattano dietro una grande fioriera. Il papà di Max entra nello studio e si dirige verso la scrivania. Patti e Max si prendono per mano, trattenendo il fiato per non farsi scoprire e, intanto, Patti è sopraffatta dal terrore: nel 12
vaso di ortensie c’è una grossa lucertola che la guarda con insistenza, muovendo a tratti la coda. “Con un guizzo acrobatico me la ritrovo a mo’ di fermaglio tra i riccioli”, pensa la ragazzina e immagina la scena soffocando un urlo. Intanto, continua a sudare diventando sempre più pallida. “Il foglietto!”, pensa Max mentre vede che suo padre lo prende fra le mani e legge incuriosito il nome della fabbrica di vernici.
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– Mio padre ha letto il biglietto e lo ha messo in tasca. Fa sempre così quando trova un dettaglio interessante – spiega Max. – Meglio per noi. Con il suo aiuto faremo presto a scoprire cosa sta succedendo al nostro lago – osserva la ragazzina. – Per avere il suo aiuto non basta incuriosirlo. Bisogna portargli prove schiaccianti – precisa Max. – Allora andiamo. Stare nascosti ci fa perdere tempo prezioso – puntualizza Patti, strofinandosi il naso irritato dalle ortensie – e se quella lucertola continua a fissarmi potrei perdere le forze e svenire. – COSAAA?! Svenire per una lucertola che sembra finta? È lì immobile quasi ipnotizzata da chissà quanto tempo. – Vuoi tastarle il polso? Dai prendiamo la bici: la COLORFLUO è a qualche isolato da qui e a piedi impiegheremmo più tempo – taglia corto Patti. Patti segue Max in soffitta. Tra tutto quel 14
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ciarpame Patti vede il manubrio di due biciclette; poi scopre due grandi ragnatele che pendono dal soffitto, dondolando come amache spinte dal vento che entra nella stanza da una finestrella aperta. – Andiamo via, ho paura dei ragni! – esclama la ragazzina indietreggiando. – Qui ce n’è a palate, ecco perché nessuno ci mette piede all’infuori di mio nonno. A lui i ragni piacciono, dice che portano fortuna. – A me fanno venire i brividi! – urla Patti fuori di sé. In giardino c’è il nonno di Max. L’uomo ha una bella pelata e solo sopra le orecchie si drizzano verso l’alto due cespuglietti di capelli bianchi. Una gran pipa ricurva gli pende all’angolo della bocca. – Buon viaggio! – esclama e, salutandoli, regala ai due ragazzini due giganteschi lecca-lecca: uno arancione e l’altro verde bandiera. – Mio nonno ne va pazzo, pensa che cura il raffreddore con quelli alla menta e gli sciroppi per la tosse ce li regala il giorno 16
del suo compleanno. Il vento rende meno faticosa la pedalata dei due amici, che fiancheggiano il lago. Durante il tragitto vengono attirati dalle voci concitate di alcuni pescatori. – E ora cosa faccio? – dice sconfortato un pescatore guardando una carpa che boccheggia a pelo d’acqua. – Questi pesci sono già mezzi morti. Non hanno nemmeno la forza di afferrare l’esca! – Hai ragione – gli risponde l’altro – non si trova più un salmerino e sono scom17
parsi anche lavarelli e coregoni. Tutta colpa del padrone della COLORFLUO, che si diverte a intossicare i pesci. – Hai sentito? – sussurra Patti a Max. – Sono le informazioni che cerchiamo per scrivere il nostro articolo. – Dobbiamo trovare qualche prova in più che colleghi la COLORFLUO al malessere degli animali acquatici e alla schiuma che galleggia sulla superficie del lago. Andiamo a parlare con i pescatori! – esclama Max convinto. I due ragazzini legano le biciclette ad una staccionata e si incamminano. Vedono un pescatore che sta togliendo l’amo dalla canna da pesca e ha il cestino vuoto. – Brutta giornata? – domanda timidamente Max. – Brutte settimane – risponde avvilito l’uomo. – I pesci scarseggiano sempre di più e quelli rimasti non godono di buona salute. – Come mai? – incalza Patti. – Da quando è stata costruita la fabbrica di vernici tutti sospettiamo che il padro18
ne della COLORFLUO scarichi nell’acqua delle sostanze tossiche. – Ma è illegale! – esclama sbalordita la ragazzina. – È vero. Ma i depuratori costano tanto e costa molto anche tenerli puliti perché funzionino bene – spiega il pescatore. – Quindi si fa prima a scaricare quella robaccia nel lago. – Proprio così. Questo lago è sempre stato pescosissimo e le sue acque luccicavano al sole come smeraldi, tanto erano limpide – sospira il compagno. – Ora non è più prudente mangiare questi pesci, perché rischiamo di avvelenarci anche noi. Patti e Max riprendono le biciclette senza accorgersi che qualcuno, ben nascosto nella vegetazione, ha ascoltato i loro discorsi.
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COMINCIANO GLI IMPREVISTI I due amici sono pronti per partire. Percorsi alcuni metri, Patti sente un rumore. Rallenta la pedalata per mettersi in ascolto e individuarne l’origine: sente qualcosa che urta contro il sellino. Si ferma e si accorge che c’è un ospite nel cestino di vimini che ha sul portapacchi posteriore. – E tu che ci fai qui?! – grida sorpresa. Un gattino fa capolino, appoggiando le zampine anteriori sul bordo del cestino. Intanto Max si è accorto che la sua amica è rimasta indietro e quando la raggiunge, resta senza parole. – Guarda un po’ chi ha deciso di fare una gita fuori porta – sorride Patti, indicando il cucciolo. – Bignè!!! È la gatta della signora Rosa. Dobbiamo riportarla immediatamente a casa. La sua padrona ogni sera fa l’appello dei suoi gatti e se ne manca uno è capace di svegliare il vicinato nel cuore della notte. 20
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– La riporteremo quando ritorneremo a casa. – Così dicendo la ragazzina accarezza la gattina, che si struscia in segno di approvazione. – Bignè è di intralcio alle nostre indagini, ma se la lasciamo qui si potrebbe perdere e allora sarebbero guai! – esclama preoccupato Max, spingendola di nuovo nel cestino. – A questo punto non abbiamo altra scelta che portarla con noi – sospira Patti, – ma non perdiamo altro tempo. All’improvviso sentono un rumore, i ragazzini si arrestano di colpo. Con un forte stridio di pneumatici, sbuca alle loro spalle un’auto sollevando una nuvola di polvere. Zigzagando per alcuni metri, prende poi velocità puntando dritto contro di loro. – Ci viene addosso! – urlano Max e Patti e si buttano nel fossato lungo il ciglio della strada. L’auto pirata frena bruscamente e l’autista, lasciando il motore acceso, sosta per alcuni secondi guardandosi attorno. 22
– Stai giù! – dice categorico Max. Il ragazzino, malgrado la paura, vuole vedere il pazzo che per un pelo non li ha investiti. Si fa coraggio e si apre un varco fra i cespugli, ma riesce a scorgere solo un cappellino nero con la visiera. L’autista, prima di ripartire, sgommando a tutta velocità, getta dal finestrino una pallina di carta. Patti e Max, dopo aver atteso alcuni istanti, escono allo scoperto e la raccolgono. – È un semplice scontrino. Prendiamo le biciclette e andiamo! – esclama Max raccogliendo da terra la sua. Patti monta sul sellino, ma quando sono pronti per partire si accorgono che Bignè è sparita.
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MAI ABBASSARE LA GUARDIA! – Bignèèè!!! Dove sei?! – grida disperata Patti. – Sapevo che la gatta ci avrebbe dato dei problemi! – brontola Max. – Hai intenzione di lasciarla qui? – domanda preoccupata l’amica. – L’intenzione ce l’avrei, ma temo di più la ramanzina della signora Rosa – risponde seccato Max. – Quindi, sbrighiamoci a trovarla. Bignè, però, sembra svanita nel nulla. – Proviamo a ragionare come lei e chiediamoci: “Dove andrei se fossi un gatto?“ – propone Patti. – Di certo lontano dall’acqua, i gatti la temono – risponde convinto Max. – Io andrei verso l’erba fresca – osserva la ragazzina. – Quindi, se ci allontaniamo dal fossato e ci dirigiamo laggiù, forse abbiamo buone probabilità di trovarla. Con qualche pedalata i due amici rag24
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giungono il punto indicato e si mettono alla ricerca. – Non può che essere lei! – esclama Patti quando vede un arbusto di ginestra che ondeggia qua e là. Patti e Max si avvicinano e vedono Bignè in “assetto di guerra“: con una zampa trattiene una lucertola. Max afferra Bignè e la mette nel cestino. – Finalmente possiamo dirigerci verso la fabbrica – dice, ma Patti si accorge che la ruota della sua bici è forata: – Accidenti! Ci mancava anche questa! Addio, sopralluogo! – Ci andremo domani – esclama Max. I due amici restano in silenzio. Patti si guarda intorno e in lontananza scorge delle macchioline candide: – Sembrano margherite – dice rivolgendosi all’amico. – No, sono pecore, e quello è un povero cane vecchio e spelato che le guida. Quella laggiù, invece, è la stalla. Tutto ciò che vedi appartiene al signor Filetti, amico di mio nonno. 26
Dopo qualche minuto, Patti scopre tre mucche e si stupisce, poi, nel sentire il rumore secco delle mascelle di un asino che tritura il foraggio. – Mastica come mio padre quando è nervoso – afferma la ragazzina sorridendo e, concedendosi ancora un momento, continua ad ascoltare quella musica a lei fa-
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miliare. I due, dopo questa breve pausa, tornano a casa un po’ stanchi. Bignè viene finalmente consegnata alla sua padrona. In giardino c’è ancora il nonno di Max che schiaccia un sonnellino su una vecchia poltrona. All’improvviso si sente uno stridere di pneumatici tanto che Patti e Max dallo spavento fanno cadere i lecca-lecca appena scartati. Dalla macchina scende un tizio con il cappellino nero con la visiera, il suo aspetto è veramente losco. L’uomo attraversa il giardino e bussa alla porta della signora Rosa. Max e Patti si scambiano un’occhiata senza dir niente. A metterli di buon umore, però, c’è una novità e, cioè che la mamma di Max ha deciso di organizzare una festa in giardino. – Stanotte vedremo le stelle cadenti, nonno e ognuno di noi potrà esprimere un desiderio. – E se non cadranno? – chiede il nonno sollevando le palpebre. 28
– Cadranno, perché oggi è il 10 agosto, data in cui si celebra il martirio di San Lorenzo – lo rassicura Max. – E che c’entra San Lorenzo? – Secondo la credenza popolare le stelle cadenti altro non sarebbero che le lacrime del santo che piovono dal cielo. Chi ha la fortuna di vedere queste lacrime può esprimere un desiderio e sperare di vederlo realizzato. – Ho capito, stasera mi porterò l’ombrello: alla mia età una pioggia di stelle potrebbe essere fatale per la salute – conclude il nonno, riprendendo subito dopo a ronfare.
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QUANTA PAURA! La mamma e il papà di Max hanno addobbato il giardino con palloncini colorati, festoni e lampadine accese, che sembrano lucciole. Gli invitati si guardano intorno sorpresi. – Sembra il giardino delle fate! – esclama Patti, rivolgendosi ai suoi genitori. I loro occhi vengono travolti dallo stupore. C’è anche il nonno di Max appoggiato a un vecchio ombrello. Gli ospiti sono tanti e il brusio di voci aumenta. – Il cielo sembra velluto nero, non c’è la luna e di stelle neppure a parlarne e non mi meraviglierei se incominciasse a piovere, perciò non ti lascio – brontola l’anziano signore, rivolgendosi all’ombrello. Ad un tratto, gli invitati vengono sorpresi dal rombo di un tuono. – Il temporale! Facciamo presto! – dice con voce concitata il nonno di Max, trovando rifugio in casa. 30
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Volano dappertutto le foglie strappate dal vento, mentre i palloncini si agitano nel cielo, che si accende e si spegne a causa dei fulmini e, poi, acqua a catinelle. – Accidenti! – esclama qualcuno. Improvvisamente cala un silenzio profondo: tutti gli invitati sono spaventati. L’indomani è una bella giornata, Patti si fa prestare dalla signora Rosa la bicicletta di suo nipote e, dopo una lunga pedalata, i due ragazzini arrivano alla fabbrica di vernici. – Facciamo il giro. Ci sarà pure un pertugio da qualche parte – osserva Max. L’edificio è imponente. La struttura centrale ha le pareti rivestite di specchi ed è circondata da quattro altissime ciminiere in cemento armato che sbuffano pennacchi di fumo grigiastro. Patti non si accorge di un grande sasso e lo urta con la ruota della bicicletta perdendo l’equilibrio. Nello stesso momento Max scopre un buco nel terreno: – Sembra sia stato scavato apposta per nascondervi qualcosa. – Il ragazzino si avvi32
cina e si accorge che, oltre al coperchio, c’è anche un bidone su cui si leggono dei numeri e la sigla SADMIR. – Sei caduta nel punto giusto! – esclama Max. – Questo bidone è la prova che ci mancava. – Si tratta del contenitore delle sostanze nocive che versano nel lago, ne sono più 33
che sicura – osserva Patti, pulendosi con un fazzoletto le ginocchia sbucciate. – Ora possiamo scrivere il nostro articolo – dice Max. I due amici spingono la bicicletta sul sentiero, pronti per tornare a casa quando, alle loro spalle, una voce li spaventa. – Non dovete impicciarvi di cose che non vi riguardano! Max si volta indietro per un istante e vede l’inseguitore, steso a terra, che si lagna. Una cunetta del terreno, nascosta da un ciuffo d’erba, ha concluso la sua corsa. Di fianco c’è la sua vecchia bici. “Ma non è lo stesso uomo di ieri, non ha il cappellino nero con la visiera”, pensano i due amici. – Ci conviene prima scoprire chi è il tizio che ha fatto visita alla signora Rosa. Ti ricordi la sua faccia? Non prometteva nulla di buono – insiste Max. I due ragazzini restano di stucco quando ad accoglierli nella casa della loro vicina c’è proprio lui, l’uomo dal cappellino nero! – Che ci fa lei qui? – gli chiede a brucia34
pelo Max. – Io faccio il mio lavoro, vendo i prodotti della mia fattoria. Dunque, il misterioso personaggio dall’aria losca altri non è che il figlio del signor Filetti proprietario della fattoria e amico del nonno di Max. I ragazzi spalancano gli occhi e si guardano increduli. Quella scoperta li lascia senza parole. E allora chi è l’uomo che li ha inseguiti?...
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IL MISTERO SI INFITTISCE Max e Patti entrano nello studio. Il ragazzino scrive di getto l’articolo.
Salviamo il lago “Si indaga sulla presenza di anatre con le penne danneggiate da una sostanza misteriosa, la stessa che sembra avvelenare anche i pesci. Le acque del lago, prima cristalline, ora sono torbide e i pesci non sono più commestibili, lamentano alcuni pescatori. Il recente ritrovamento di bidoni sotterrati abusivamente, nelle vicinanze della fabbrica di vernici, accresce la preoccupazione e sollecita l’intervento delle autorità competenti affinché sia fatta luce sui fatti per evitare un disastro ecologico“. – Come sei bravo, Max! Il titolo calza a pennello! – esclama Patti dopo aver letto l’articolo. – Sembri un bravo giornalista. – E ora come lo firmiamo? Non ci conosce nessuno e non posso usare il nome di mio padre. 36
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– Allora concludi scrivendo “Amici dell’ambiente”. Max approva e invia l’articolo alla redazione del quotidiano locale. – Quanto ci vorrà prima che venga pubblicato? – domanda impaziente Patti. – Non lo so. Quando un articolo anonimo arriva in una redazione, penso che prima di pubblicarlo facciano dei controlli per accertare che sia vero ciò che vi è scritto. E, infatti, quando il caporedattore riceve sul cellulare il segnale sonoro che annuncia nuova posta, si accorge subito che il file è stato spedito dall’indirizzo email di un collega della redazione e lo convoca nel suo ufficio. Il padre di Max ricorda il ritrovamento del biglietto accanto al suo computer e non impiega molto tempo a collegare ogni cosa a suo figlio, che ha visto in precedenza entrare furtivamente nel suo studio. Così, trovato a casa, gli chiede spiegazioni. – Io e Patti ci siamo accorti per caso dell’anatra ammalata e, dopo aver senti38
to i discorsi dei pescatori, abbiamo deciso di investigare di persona – racconta tutto di un fiato Max. – Siete sicuri di quello che avete scritto? Ve lo chiedo perché verrà aperta un’inchiesta e le forze dell’ordine svolgeranno delle indagini più approfondite – spiega il papà di Max. 39
– Sarebbe ora! – interviene Patti. – Non deve restare impunito chi inquina il lago! – Avete corso un grosso rischio facendo tutto da soli, ma siete anche stati coraggiosi e bravi. Un bel gelato è il minimo che possiate meritare – e sorride stringendo loro la mano. Max e Patti si siedono ai tavolini della gelateria e, mentre gustano un gelato, ripensando alla loro breve esperienza di detective, sentono delle voci concitate provenire dall’angolo della strada. – Sembra che ci sia un litigio in corso – osserva Max, – andiamo a vedere. – Ma il gelato si scioglierà – risponde Patti, per nulla intenzionata a lasciare la sua invitante coppetta. – Ci vorrà solo un attimo. Sbirciamo da dietro l’angolo – la rassicura Max. – Non ci posso credere! – esclama poi con stupore. – Quello è il tizio che ci ha inseguiti con la sua bici; e adesso sta parlando con il pescatore che ha preso in consegna l’anatra ferita. 40
I ragazzini vedono che i due uomini parlano animatamente e che il pescatore viene spintonato con così tanta prepotenza che per poco non cade all’indietro. – Quel tizio è pericoloso e senza scrupoli! – dice seria Patti. – Guarda, ora sembra che lo minacci. – Il pescatore sta venendo verso di noi! – esclama la ragazzina. Per paura di essere visti, Max e Patti si nascondono dietro al frigorifero dei gelati. – Dobbiamo seguirlo per capire cosa sta succedendo. Corriamo o perderemo le sue tracce.
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AFFARI LOSCHI – Sei sicuro che stiamo pedinando la persona giusta? È da parecchio tempo che camminiamo; non vorrei che ti fossi confuso e andassimo nella direzione sbagliata – domanda Patti. – La direzione è giusta e non stiamo pedinando la persona sbagliata. Guarda: laggiù, sono ormeggiate le barche dei pescatori – risponde Max. Una folata di vento sposta le fronde di un salice scoprendo l’insegna AMICI DELLA PESCA. – Hai visto che ho ragione? – continua il ragazzino con un sorrisetto compiaciuto. Il pescatore, intanto, raggiunge un gabbiotto poco lontano e si intrattiene a parlare con alcuni colleghi. Poi, rimasto solo, si guarda alle spalle più volte e vi entra. – Bussiamo! – propone Patti. – Cosa diciamo? Sono arrivate le pizze? – la canzona Max. – Se c’è sotto un losco affare, il pescatore non risponderebbe mai alle nostre domande. 42
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Dobbiamo vedere cosa fa e aspettare che esca dal gabbiotto. – E poi? – domanda dubbiosa Patti. – Entriamo noi. Se si è precipitato al circolo degli AMICI DELLA PESCA è perché quel tizio al bar gli ha intimato di fare immediatamente qualcosa. E noi lo scopriremo. Saliamo sul tetto, tanto non è troppo inclinato. Così potremo controllare ciò che combina il pescatore spiandolo da quel lucernaio – dice il ragazzino. I due ragazzi, uno dopo l’altro, raggiungono il tetto con una scala e si accovacciano 44
in un punto sicuro da cui poter guardare. Il pescatore apre dei faldoni da cui estrae dei fogli sui quali imprime nuovi timbri. – Cosa ci sarà scritto su quei fogli? E sui timbri? Tu riesci a vedere? – chiede Patti. L’uomo rimane nel gabbiotto per parecchio tempo. – Speriamo che non ci costringa a trascorrere la notte sul tetto! – mormora la ragazzina. Ad un tratto il pescatore riceve una telefonata, esce e si allontana frettolosamente. – È il nostro momento! – esulta Max. 45
I ragazzi entrano nel gabbiotto. Raggiunta la scrivania, Max sposta velocemente tutti i fogli finché non gli capita fra le mani qualcosa di molto interessante. – I nostri sospetti sono fondati! – esclama, sventolando un foglio davanti al naso di Patti. – Il “pescatore”, così lo chiamano da queste parti, è stato minacciato da quel tizio, che lo ha costretto a falsificare l’esame delle acque del lago. Qui c’è scritto che le acque sono pulite e che non presentano traccia di sostanze tossiche. Un’ombra passa veloce davanti alla finestra del gabbiotto. – Presto, Max, è lui che ritorna! – grida Patti, trascinandolo fuori dalla porta. I due ragazzi vengono inseguiti e incominciano a correre. – Non ce la faccio più! – esclama Max quasi allo stremo delle forze. – Se almeno avessimo le nostre biciclette! Finalmente giungono nel punto in cui la strada si biforca e vedono sopraggiungere il marito della signora Rosa a bordo di un sidecar. Si scambiano uno sguardo di 46
intesa e, non appena l’uomo li affianca, i due amici balzano nel posto del passeggero con una agilità sorprendente. – Ci inseguono. Per favore, non si fermi, e ci porti in paese. Le spiegheremo tutto strada facendo – dice Max, interpretando lo stupore dell’uomo. Giunti a destinazione, Max e Patti corrono a casa. – Ora dobbiamo parlare con mio padre perché la vicenda si complica e non è più sufficiente l’articolo che denuncia gli scarichi tossici della COLORFLUO, ma è necessario smascherare anche quei due pericolosi imbroglioni.
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È ORA DI AGIRE Il papà legge e rilegge più volte il foglio che Max ha portato con sé: – Se queste persone non vengono fermate, moriranno tutti i pesci e gli altri animali del lago – afferma agitato. – Secondo me voi due guardate troppe serie poliziesche in televisione. Vi ho già detto che non è un gioco fare i detective; è ora che smettiate di indagare – precisa categorico. Max e Patti si guardano pensando: “Non se ne parla nemmeno” e, intanto, fanno cenno di sì con la testa. – Mentre aspettiamo che “chi di dovere” si occupi della vicenda, noi diventiamo abili pescatori. Il ragazzino si precipita in cantina: – Guarda – dice alla sua amica, – anche mio nonno ha l’hobby della pesca e qui c’è tutto l’occorrente che ci serve. Patti dà un’occhiata intorno e vede stivaloni verdi di gomma, canne da pesca, ami, cassettine piene di esche e cestini per i pesci. 48
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– Metti prima questi – dice Max, lanciandole un paio dei suoi pantaloni; poi completa il suo abbigliamento da pescatrice facendole calzare gli stivali e indossare un cappello di paglia, che scorge seminascosto tra vecchie bottiglie impolverate. Alla fine, però, ci ripensa e indossa i suoi vestiti. – Non dimenticare la canna da pesca e un cestino – taglia corto. I due amici escono dalla cantina e si dirigono verso il circolo degli AMICI DELLA PESCA. – Prendiamo la bici! – esclama Patti, ripensando alla lunga camminata di poco prima. – Come riusciremo a farci accettare al circolo? – chiede dubbiosa Patti. – Diremo che la maestra, per le vacanze estive, ci ha assegnato il compito di descrivere uno sport a nostra scelta e noi abbiamo deciso per la pesca – spiega Max. – Qual è il nostro obiettivo? – continua curiosa Patti. – Recuperare l'anatra che ci hanno sottratto con l'inganno e portarla da un vero 50
veterinario per dimostrare che il suo piumaggio è compromesso dalle sostanze inquinanti presenti nel lago. Tu distrarrai i pescatori, così io potrò cercare il luogo in cui tengono le anatre malconce. Sbrigate le prime formalità, Patti chiede a due pescatori di insegnarle a posizionare correttamente l’esca sull’amo. Mentre i due scelgono fra le esche quella 51
più adatta, Max sgattaiola via e imbocca un lungo corridoio. Patti, gioca d’astuzia comportandosi volutamente in modo maldestro: prima lascia cadere a terra le esche, poi fa finta di pungersi un dito con l’amo nel tentativo di fissare il cibo per i pesci e, di tanto in tanto, guarda di sottecchi, sperando di vedere Max, ma il ragazzino ritarda. Così escogita mille espedienti per fare in modo che i pescatori le restino sempre attorno. A un certo punto non sa più cosa inventarsi e teme che Max sia stato scoperto. – E tu da dove arrivi? – domandano minacciosi i pescatori che finora non hanno notato la sua assenza. – Ero di là, attratto dai vostri trofei – risponde Max abbozzando un sorriso. – Allora, l’hai trovata? – domanda sottovoce Patti tranquillizzandosi. – Sì. L’ho messa nel cestino dei pesci – risponde Max prima di salire sulla bicicletta. I due amici pedalano in fretta e si dirigono dal veterinario, che con un prodotto speciale riesce ad eliminare la patina ole52
osa dalle penne dell’anatra. – Non possiamo di certo rimetterla nel lago finché rimarrà così inquinato. Altrimenti tornerà ad ammalarsi. – Hai ragione – conviene Patti – ma l’anatra ha bisogno di acqua. Teniamola per un po’ nella vasca da bagno di tuo nonno. Che ne dici? – Ottima idea! – esclama sorridendo Max.
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Arrivati a casa, i due amici trovano ad attenderli il papà di Max. – Dove siete stati tutto questo tempo? – domanda. – Abbiamo fatto una lunga pedalata per sgranchirci le gambe – risponde Max. Ma l’anatra starnazza. – Cos’è questo rumore? – chiede il papà. – Quale rumore? – risponde Patti facendo finta di niente. L’anatra insiste e si agita nel cestino attirando così l’attenzione del padre di Max, che si avvicina alla bicicletta, solleva il coperchio del cestino e fa appena in tempo a ritirare la mano perché l’anatra cerca di beccarlo per difendersi. – Pensavo di essere stato chiaro quando vi avevo detto di non occuparvi più di questa storia – esclama il papà diventando rosso fin sulla punta del naso. – Veramente… non si poteva aspettare, sapendo che gli animali muoiono – cerca di difendersi Max. 54
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– Infatti, io vi stavo aspettando per dirvi che il vostro articolo uscirà sul giornale di domani e grazie a voi si apriranno le indagini. – Prima che il pezzo vada in stampa si può aggiungere la notizia che persone senza scrupoli hanno cercato di nascondere la vera causa della morte degli animali, manipolando dei documenti importanti? Noi ne abbiamo la prova vivente – afferma Patti, prendendo l’anatra dal cestino. – Siamo appena stati dal veterinario che è pronto a testimoniare di averla salvata da uno spesso strato di patina tossica – precisa Max. Di fronte alla determinazione dei ragazzini, e vedendo l’anatra così vispa, il papà di Max si lascia scappare un sorriso. – Telefonerò in redazione e farò inserire queste nuove informazioni nel vostro articolo. – Puoi dire ai tuoi colleghi che hai ricevuto una soffiata da alcuni collaboratori sotto copertura – gli suggerisce Max, constatando che la tensione si è allentata. – Quando la smetterete di fingervi detecti56
ve? – domanda rassegnato il papà. – Finché ci sarà qualcosa che minaccerà il benessere dell’ambiente, noi saremo sempre pronti a intervenire per difenderlo – risponde fiero Max. – Dove pensate di portare la vostra anatra? – chiede il papà. – Nella vasca da bagno del nonno, finché le acque del lago non saranno depurate – risponde serafica Patti. – Non se ne parla nemmeno! Il nonno potrebbe avere un infarto. Chiamerò un mio amico volontario dell’associazione IL PALMIPEDE FELICE che la metterà in un laghetto dalle acque limpide. L’anatra starà benissimo e voi potrete andare a trovarla quando vorrete. Patti e Max tirano un sospiro di sollievo perché ora sanno che questa intricata vicenda si sta concludendo nel migliore dei modi.
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UNA BELLA SORPRESA – Mi sono sentito utile scrivendo l’articolo sul lago – dice con orgoglio Max. – Hai reso finalmente pubblico un problema che non riguarda solo il nostro lago – risponde con altrettanto orgoglio Patti. – Domani andremo a trovare la nostra anatra e diremo ai volontari di fare un giro intorno al lago per salvare gli altri esemplari malati. Poche settimane dopo i due ragazzini, leggendo il quotidiano, scoprono che il proprietario della COLORFLUO è stato multato e la fabbrica di vernici è stata chiusa fino a quando non verrà dotata di adeguati sistemi di depurazione. – Il nostro lago è salvo e presto tornerà ad essere abitato da tutti quegli animali che per natura dovrebbero viverci tranquilli! – esclama Patti commossa. I due amici saltano di gioia quando il papà di Max li raggiunge: – Ragazzi, venite con me. 58
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Max e Patti si guardano sorpresi e chiedono spiegazioni, ma il padre di Max continua laconico: – Non posso dirvi di più. Seguitemi e vedrete. Il papà di Max si dirige verso la piazza del paese, dove è allestito un piccolo palco circondato da numerose sedie. I due ragazzini si domandano cosa stia succedendo. – Forse c’è una conferenza sul problema dell’inquinamento – prova a indovinare Max, vedendo sopraggiungere alla spicciolata alcune persone. – Magari deve arrivare un vip testimonial di qualche associazione a tutela dell’ambiente – spera Patti, immaginandosi già in fila per ricevere l’autografo. Ed ecco sopraggiunge il sindaco, che prende posto sul palco con le più importanti autorità comunali. Le forze dell’ordine fanno cordone di sicurezza intorno alla piazza ormai gremita di gente. E, a questo punto, anche il papà di Max sale sul palco, prendendo la parola: – Questi due ragazzi, dimostrando un forte senso civico, hanno insegnato anche a noi 60
adulti che la tutela dell’ambiente porta giovamento all’intera comunità. Pertanto, con orgoglio e soddisfazione, chiamo sul palco Max e Patti per la premiazione. A quelle parole, Patti si accende in viso come una lampadina e Max sente il cuore battergli all’impazzata. I due amici, con le gambe tremanti, arrivano al centro del palco fra gli applausi del pubblico. In paese tutti parlano dei due coraggiosi ragazzini. Patti e Max, appena le prime ombre della sera spengono il tramonto, vanno in giardino ad ascoltare il canto dei grilli seduti ai piedi di un abete. All’improvviso, vengono travolti da una strepitosa notizia: – Finalmente li hanno catturati! Sono due: una canaglia e un finto pescatore! – esclama il nonno di Max allontanandosi fischiettando. Detto ciò, si tappa la bocca con un enorme lecca-lecca alla frutta e, di tanto in tanto, sorride con aria soddisfatta.
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DENTRO LA STORIA Segna con una X le affermazioni corrette. L’animale ferito che sbuca dal canneto è un fenicottero. Max e Patti scoprono che vicino al fiume è stata costruita una fabbrica di vernici. I due amici iniziano la loro indagine interrogando i vicini di casa. Bignè è la gatta della signora Rosa. Max e Patti raggiungono la fabbrica in monopattino. I ragazzini scoprono che è stato un pescatore a falsificare l’esame delle acque del lago. Max e Patti si fingono pescatori per recuperare l’anatra e portarla dal veterinario. I due amici vogliono mettere l’anatra guarita nella doccia del nonno. La storia ha un lieto fine. Max e Patti sono “amici per la pelle“. Cosa significa secondo te? Che non vanno d’accordo. Che sono amici inseparabili. 62
Leggi le seguenti domande e scegli la risposta più responsabile. Come si possono mantener e pulite le acque dei laghi, dei mari e dei fiumi? Facendo attenzione a non but tarv i nessuna sos tan za o ogg etto inquinanti. Solo la pioggia può pulire i laghi, i mar i e i fiumi. Sono le cor renti sot terr anee a tenere lont ano l’inquinamento.
Se le acque di un ambiente naturale sono inquinate, chi ne paga le conseguenze? Solo gli animali che ci vivono. Solo le piante che ci vivono. Gli animali, le piante che ci vivono e, di conseguen za, anche gli uomini.
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LABORATORIO Trasforma il testo in un disegno e coloralo con la tecnica pittorica che preferisci.
IL LAGO Il lago era immerso nel silenzio, come se avesse inghiottito tutti i rumori. La superficie sembrava uno specchio, s’increspava a ogni soffio di vento. Si sentiva soltanto, ora alto, ora basso, il canto degli uccelli. B. Yoshimoto
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