Centro di Ricerca Didattica Ardea coordinato da Rosa Dattolico
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Rosa Dattolico
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DIDATTICA DIGITALE
METODOLOGIE ATTIVE
DIDATTICA INCLUSIVA
DIARIO DI BORDO
ASCOLTO TINKERING EDUCAZIONE CIVICA COMPITI DI REALTÀ VERIFICHE GRADUATE LINGUAGGI ESPRESSIVI INVALSI
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IN D ICE UN’ESTATE DA RACCONTARE
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SI RIPARTE! 6 7 8 9 10 11 12
Mi piace... Ci sono novità in classe! I disegni di Briz La scuola delle sorprese Gli errori magici Anche i bulli hanno paura! STAR BEN E I NSI EM E
Il camaleonte variopinto
IL TESTO NARRATIVO 16 17 18 20 21 22 24 26 28 29 30 32 33
Scopriamo... IL RACCONTO REALISTICO Il mio coniglio grigio La società dei cattivi Temporale nel bosco Lilli Un barboncino nero Giochiamo a farci paura Ho perso l’orsacchiotto Per riassumere un testo Che spavento!
36 37 38 40 42 44 46
Scopriamo... IL RACCONTO FANTASTICO La fata del parco Piccolo Bill e il terribile mostro Il dito magico I vestiti si ribellano GIOCO Il raccontastorie
48 49 50 52 54 58
Scopriamo... LA FIABA Il principe e l’orco Incontri alla fontana Voglio cambiare storia La Principessa dei Miei Stivali
60 61 62 63
Scopriamo... LA FAVOLA Il cervo alla fonte Il leone e il cinghiale La capra e l’asino
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64 66 67 68
Il giovane gambero La volpe e il corvo La rana e il bue
70 71 72 73 74 76
Scopriamo... IL MITO In principio fu un bozzolo Il Sole e la Luna Il vestito della Terra La creazione degli animali
78 79 80 81 82 83 84 86 87
Scopriamo... LA LEGGENDA L’aquila La leggenda dei pesci muti La leggenda delle lucciole La nascita del granoturco Il gufo tintore
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IL TESTO DESCRITTIVO 90 91 92 93 94
95 96 97 98 100 102 103 104 105 106 107 108 109 110 112 113
Scopriamo... LA DESCRIZIONE Percorsi descrittivi Mia sorella Il babbo, la mamma e Debbora Momo
Huck, il terribile Visita alla zia Nina L’uomo misterioso Trillo, il troll che sorrise Gli orchi Cecchina Lampone Pluto e Giovanna Il piccolo negozio Il giardino della nonna La caverna dello hobbit La stanza della strega VERIFICA GRADUATA >
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IL TESTO POETICO 116 117 118 119 120 121 122 123 124 126 127
Scopriamo... IL TESTO POETICO
La filastrocca Franco Nervetti - Desideri Versi in rima La similitudine La metafora L’onomatopea L’allitterazione VERIFICA GRADUATA >
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IL TESTO INFORMATIVO 130 131 132 133 134 135 136 138 139
Scopriamo... IL TESTO INFORMATIVO
Il coccodrillo del Nilo Il sale del mare L’isola di Murano La vita nelle acque basse Che cos’è l’ecologia? VERIFICA GRADUATA >
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IL TESTO REGOLATIVO 142 143 144 145 146 148 149
Scopriamo... IL TESTO REGOLATIVO
I diritti degli animali L’acquario Un gioco: sparviero VERIFICA GRADUATA >
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IL TESTO ARGOMENTATIVO 150 151 152 153
Quale opinione? Vacanze al mare o in montagna? Ricreazione sì o no? Viva la televisione
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LE STAGIO NI 158 160 161 162 163 164 165 166 167 168 170 172 174 175 176 177 178 179 180 182 183 184 185
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Stagioni in versi autunno nell’arte Lo spruzzo e le macchie Colori del bosco TINKERING
Dolcetto o scherzetto? Filastrocca paurosa inverno nell’arte TINKERING
Due pupazzi di neve Babbo Natale e i pirati pepati La Befana sono io primavera nell’arte TINKERING
Punti e linee Un fantastico vestito Pasqua nel mondo Pace è... La Pace dei colori del mondo Estate nell’arte TINKERING
Le forme Concerti estivi
BORDO SuDIARIO modelloDIINVALSI
UN’E’ESTATE DA RACCONTARE Il quaderno dei giorni che volano – Ho una sorpresa per te! – annunciò la mamma. – Quest’anno andrai in vacanza dai nonni. Io, però, non potrò restare con voi. Pochi giorni dopo, Daniele e la mamma erano già in viaggio. La mamma tirò dalla valigia una lunga carta piegata a fisarmonica. – Io lo chiamo ”quaderno dei giorni che volano” – spiegò la mamma. – Se ogni sera disegnerai qualcosa di bello che hai fatto durante la giornata, quando il quaderno sarò pieno io arriverò. Allora guarderemo i disegni e sarà come se fossimo stati sempre insieme. Quando arrivarono al mare trovarono ad aspettarli il nonno e la nonna. Daniele sentì gli occhi riempirsi di lacrime. – Resta qui! – piagnucolò. La mamma scosse il capo. – Non posso, tesoro, ma il tempo volerà. Quella notte Daniele dormì nel lettone con i nonni, ma il nonno russava come un orso e la nonna faceva certi versi che sembrava un topolino.
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VAI AL QUADERNO DELL’ACCOGLIENZA
Un’estate Un’ estate da raccontare – Domani faccio un disegno: io nel letto grande fra un orso che ronfa e un topolino fischione! – pensò. Il giorno dopo decisero di andare in spiaggia. Daniele costruì insieme al nonno un’automobile di sabbia e la nonna gli insegnò a stare a galla senza il salvagente. Prima di addormentarsi disegnò l’automobile con dentro lui e i nonni. Daniele aveva ogni giorno più cose da fare e quando la sera si metteva a disegnare, faceva fatica a decidere quale fosse la cosa più bella. I disegni si accumulavano finché, un giorno, il quaderno fu pieno. E finalmente arrivò la mamma! – Vieni! – disse trascinandola in acqua. – Ho una sorpresa per te! La mamma restò di stucco vedendolo. – Nuoti come un pesciolino! – gli disse. Fecero un lungo bagno, poi si sdraiarono sotto l’ombrellone e Daniele raccontò le storie che aveva disegnato. La mamma aveva avuto proprio una bella idea. Sembrava che avessero fatto ogni cosa insieme. L’indomani Daniele e la mamma... P. Friester – N. Duraussy, In vacanza senza la mamma, Nord – Sud
Cosa fecero l’indomani la mamma e Daniele? Immagina e racconta il finale della storia. Poi confronta il tuo lavoro con quello dei tuoi compagni di classe.
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SI RIPARTE!
M i piace... Mi piace la biro che corre veloce e anticipa il senso delle parole. Mi piace che scrive tutto quello che voglio il vento, il sole, la gioia, le viole. Mi piace il segno rotondo che resta mi piace la mano che lega il pensiero mi piace perché il nero su bianco mi sembra ancora più vero del vero. Mi piace il lucido filo che esce e si trasforma in riga diritta per diventare racconto e presente nella magia della pagina scritta. J. Carioli, Poesie a righe e quadretti, Giunti
Nella poesia l’autrice esprime il piacere di scrivere e trasmettere i propri pensieri. A te cosa piace scrivere?
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SI RIPARTE!
Ci sono novità in classe! Oggi, entrando in classe, mi accorgo subito che c’è un banco in più. – Fra una decina di minuti – annuncia la signorina Holt, – arriverà il vostro nuovo compagno. Voglio che mi aiutate a farlo sentire subito a suo agio nella nostra classe. Ecco, stanno bussando alla porta. È la vicepreside con il nuovo compagno. Lo guardiamo tutti. Ha i capelli e gli occhi scuri. Anche lui ci guarda e inizia a fare gli occhi storti e a muovere le orecchie. – Hal! – lo richiama la vicepreside. Hal smette di fare le smorfie e sorride. – Benvenuto nella nostra classe – dice la signorina Holt, indicandogli il banco vuoto. Hal va a sedersi. – Brenda ti farà da guida! – lo informa la signorina Holt. Puoi chiedere tutto quello che vuoi. – Anche io posso aiutarti se hai bisogno – grida Bobby. – Guarda, anch’io so muovere le orecchie e fare gli occhi storti, sono uno specialista delle boccacce! Bobby e Hal si mettono a fare le smorfie. In un attimo tutta la classe li sta imitando. Questo Hal mi sembra un ottimo acquisto per la nostra classe!
PARLO DI ME Rispondi. * Ci sono state novità nella tua classe? * Tra i tuoi compagni ci sono alcuni simpatici come Hal e Bobby? * Ti piacerebbe avere come compagno di banco un tipo come Hal? Perché?
Paula Danziger, Guai in vista per Ambra Chiaro, Piemme Junior
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SI RIPARTE! PRIMA DI LEGGERE Leggi il titolo e le prime righe del racconto per capire di che cosa si parla. Poi osserva le immagini con attenzione.
I disegni di briz La maestra era abbastanza in gamba: non stava sempre lì a raccontare ai genitori tutto quello che uno combinava. A Briz piaceva. Ma c’era una cosa che la maestra assolutamente non capiva: i suoi disegni liberi. Così quella mattina quando la maestra diede il via al suo disegno libero, Briz era convinto di poter disegnare qualsiasi cosa senza che lei riuscisse a indovinare che cosa fosse. Invece la maestra prese il suo disegno, lo osservò per qualche secondo e poi disse: – Questa volta sono quasi sicura d’aver capito: è un casco spaziale... – Ecco quasi – disse Briz. – Deve essere una specie di attrezzo per viaggi stellari, assomiglia un po’ a un casco da motociclista. – Sì, giusto, è proprio un casco da motociclista. – Strano, ma tu lo hai mai visto un casco da motociclista? Non ha mica tutti quei fili... – È un motociclista che fa anche l’elettricista e allora si porta in giro un po’ di fili, nel caso gli dovessero servire... – Briz, i tuoi disegni mi fanno venire il mal di testa. Guido Quarzo, Fuori il rospo, Briz!, Giunti
COMPRENDO * * * * * 8
Vero (V) o falso (F)? Segna con una X. A Briz piaceva la sua maestra. La maestra riusciva a capire i disegni di Briz. La maestra disse che il disegno di Briz somigliava a un casco da motociclista. Il casco aveva pochissimi fili. Briz disse che il casco da motociclista apparteneva ad un idraulico.
V F V F V F V F V F
SI RIPARTE!
la scuola delle sorprese – Stamattina ho fatto matematica – dice Alice. – Ti sei annoiata? – le chiede il papà, perché a lui i numeri non sono mai piaciuti. – Mi sono divertita tantissimo! – risponde Alice, e racconta: – Avevamo appena preso il quaderno coi quadretti quando TOC! TOC! Qualcuno bussa alla porta. “Avanti” dice la maestra. La porta si apre ed entra un clown. “È qui che si fa matematica?” ci ha chiesto. “È proprio qui” abbiamo risposto. “Ah, bene, credevo di aver sbagliato aula. Noi clown facciamo sempre pasticci.” Ha tirato fuori dalle tasche tante palle colorate e si è messo a lanciarle e a riprenderle. “Quante sono?” ci ha chiesto. “Sono sette” ha detto Paolo. Poi ha tirato fuori dalle tasche altre palle colorate e le ha distribuite. “Adesso lanciatele voi” ha detto e ci ha insegnato come si fa. Io riesco a lanciarne due, Giulia tre e la maestra, che è grande, quattro. – Tu quante ne lanci? – chiede Alice al suo papà. – Neanche una – le risponde il papà. – Ai miei tempi a scuola c’erano altri sistemi per imparare la matematica.
ESPLORO il testo La storia è raccontata da: □ una bambina □ un papà Il racconto è: □ realistico □ fantastico Dove si trova Alice? □ A casa □ A scuola Quando accadono i fatti narrati? □ Al mattino □ Al pomeriggio
PARLO DI ME Ti piacerebbe vivere a scuola una situazione simile a quella di Alice? Perché?
Maria Vago, La scuola delle sorprese, Il Battello a Vapore
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SI RIPARTE!
gli errori magici Stamattina in classe abbiamo scritto un testo. Quello che è stato divertente è che Giorgia ha fatto un errore di ortografia: non un errore normale ma... un errore magico! Gli errori magici sono gli unici per i quali il maestro non ci rimprovera ma ci fa quasi i complimenti. Infatti dice che ciascuno di essi è una specie di “chiave“ che apre le porte di una storia che nessuno altrimenti avrebbe immaginato. L’errore magico di Giorgia è stato questo: invece di scrivere “a me piace nuotare a dorso”, ha scritto “a me piace nuotare ad orso”. Quando il maestro l’ha letto a voce alta, mentre ridevo mi sono immaginata la mia compagna con costume e cuffia ricoperti di pelliccia, che avanzava nell’acqua dando delle zampate decise. Ci sono stati tre minuti di risate e di prove del famoso ”stile ad orso”. Quando le risate sono terminate, abbiamo immaginato la storia di una bambina che diventa una campionessa di nuoto inventando nuovi stili: il nuoto ad orso, a canguro, a granchio... Stefano Bordiglione, Il capitano e la sua nave, Einaudi scuola
con la storia Dividetevi in piccoli gruppi, cercate i vostri errori magici e utilizzateli per raccontare delle storie buffe. Scegliete le più divertenti e rappresentatele con il fumetto. 10
SI RIPARTE!
Anche i bulli hanno paura! È primavera inoltrata e gli insetti entrano anche nelle nostre aule. Questa mattina una grossa vespa gialla, ronzando, ha preso di mira Simone. L’anno prima aveva avuto un grande shock per la puntura di un calabrone, perciò era terrorizzato, non osava muoversi e tremava come una foglia. Io non avrei mai creduto che Simone, il bullo della classe, potesse avere paura. I compagni hanno iniziato una vera e propria caccia, fino a quando l’insetto è caduto sotto i loro colpi. Devo dire che hanno usato svariati sistemi per abbatterla, povera vespa, anche il cancellino della lavagna lanciato da Luca. Soltanto davanti alla vespa stecchita Simone si è rilassato ed è scoppiato in lacrime. – Ma... piange? – ha esclamato Gianni stupito. – Il pianto non è una debolezza. È uno sfogo salutare! – ha spiegato il maestro. – Vedi – ha poi detto a Simone. – una persona non vale per i suoi muscoli. Tu sei stato messo in difficoltà da un animaletto minuscolo: l’avresti mai detto?
PARLIAMONE E tu cosa avresti detto a Simone? Confronta la tua risposta con quella dei tuoi compagni. È uguale?
M.A. Garavaglia, Un bullo da sballo, San Paolo
COMPRENDO Completa. Simone aveva molta paura della vespa perché ............................................................................ ............................................................................................
I suoi compagni di classe
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EDUCAZIONE CIVICA Quale insegnamento dà il maestro a Simone? □ Anche chi è forte può trovarsi in difficoltà. □ I muscoli non servono a niente. 11
STA R BE NE IN SI EM E COMPRENDO › Com’è la vita del camaleonte? È soddisfatto del suo aspetto? › Che cosa accade quando entra allo zoo? Come si conclude la storia?
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il camaleonte variopinto Un camaleonte riposava su una brillante foglia verde. Se si spostava su un tronco marrone, diventava marroncino. Se si fermava su un fiore rosso, diventava rossiccio. Quando si muoveva lentamente sulla sabbia gialla, diventava giallognolo. Difficilmente riuscivi a vederlo. Quando il camaleonte stava al caldo e aveva abbastanza cibo, diventava verde brillante. Ma quando aveva freddo e sentiva fame, diventava grigio e triste. Quando aveva fame, stava fermo e aspettava. Solo i suoi occhi si muovevano – su, giù, di lato – finché non vedeva una mosca. A quel punto il camaleonte tirava fuori la sua lunga lingua appiccicosa e catturava la mosca. Questa era la sua vita. Non era particolarmente eccitante. Ma un giorno il camaleonte entrò in uno zoo! Non aveva mai visto tutti quei bellissimi animali. Così pensò: Come sono piccolo, lento e debole! Vorrei essere bianco e grande come un orso polare.
STAR BENE INSIE ME E immediatamente il desiderio del camaleonte si avverò! Ma si sentiva felice? No! Vorrei essere bello come un fenicottero. Vorrei essere elegante come una volpe. Vorrei nuotare come un pesce. Vorrei correre come un cervo. Vorrei vedere le cose lontane come una giraffa. Vorrei nascondermi in un guscio come una tartaruga. Vorrei essere forte come un elefante. Vorrei essere divertente come la foca. Vorrei essere come la gente. Proprio in quel momento arrivò una mosca. Il camaleonte aveva davvero fame. Ma era troppo mescolato. Era diventato un po’ di questo e un po’ di quello. E in quelle condizioni non poteva acchiappare la mosca. Vorrei essere me stesso. Il desiderio del camaleonte si avverò subito. E riuscì a catturare la mosca!
PARLO DI ME › Ti è mai capitato di voler essere diverso da come sei? ................................................ ................................................ ................................................ ................................................ ................................................ ................................................ ................................................ ................................................ ................................................ ................................................ ................................................ ................................................ ................................................
Adatt. da “Il camaleonte variopinto” di Eric Carle
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o iv t a r r a n o t s e t il I testi realistici raccontano storie che ti riguardano da vicino: la scuola, gli amici, la famiglia. Ci sono storie in cui il narratore racconta un’esperienza personale, ci fa conoscere qualcosa di sé, delle sue sensazioni ed emozioni.
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il racconto realistico
Racconta ai tuoi compagni e compagne un fatto che hai realmente vissuto e le emozioni che hai provato.
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S c o p r i a m o. . .
il racconto realistico Il racconto realistico è un testo narrativo. Narra fatti veri o verosimili, cioè che possono accadere nella realtà.
PERSONAGGI Nel racconto agiscono dei personaggi: persone o animali reali. Il più importante è il protagonista, gli altri sono i personaggi secondari. Per riconoscere i personaggi devi chiederti: Chi sono i personaggi? Chi è il protagonista?
FATTI I fatti sono gli avvenimenti vissuti dai personaggi e si susseguono in ordine di tempo, uno dietro l’altro. Possono essere narrati in prima persona da un personaggio della storia o in terza persona da un personaggio che non appartiene alla storia. Per riconoscere i fatti devi chiederti: Che cosa succede?
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LUOGO I personaggi agiscono sempre in uno o più luoghi reali. Per riconoscere il luogo o i luoghi devi chiederti: Dove si svolgono i fatti narrati? TEMPO I fatti si svolgono in un tempo definito che può essere presente, passato o futuro. Per riconoscerlo devi chiederti: Quando si svolgono i fatti narrati?
IL RACCONTO REALISTICO
il mio coniglio grigio Qualche giorno fa è nato mio cugino Mattia. La mamma è entrata tutta sorridente nella mia cameretta e mi ha detto che era nato il mio cuginetto. Poi ha deciso che dovevo fargli un regalo! Così abbiamo aperto insieme lo scatolone dove tengo i giochi che non uso più e abbiamo messo da parte quelli in buono stato. Fra questi c’era anche Mollica, il mio coniglio grigio, quello con le orecchie enormi e morbidissime. La mamma l’ha controllato ben bene e poi ha scelto proprio quello da regalare a Mattia! Quando le ho chiesto perché non gli compravamo un coniglio di peluche nuovo, mi ha risposto che sarebbe stato un gesto carino regalare al cuginetto un giocattolo di quando ero piccolo io. Allora le ho detto che era meglio se la zia comperava un bel cane invece di avere un bambino. La mamma, però, mi ha guardato storto ed è uscita dalla mia camera con il coniglio sotto il braccio! Paola Gentile
Rispondi. * Chi sono i personaggi del racconto? ......................................................................................................... * Dove è avvenuto il fatto narrato? .................................................................................................................. * Quando è avvenuto il fatto? ............................................................................................................................. Segna con una x la frase che si riferisce al fatto della storia. □ La mamma vuole regalare al cuginetto appena nato, Mattia, il coniglietto a cui è ancora molto legato il protagonista della storia. □ È nato Mattia e tutti sono felici. 17
IL TESTO NARRATIVO
Il racconto si può dividere in piccole parti, le sequenze, che narrano i fatti in ordine di tempo o descrivono una situazione o riferiscono uno scambio di parole.
la società dei cattivi I bambini si erano costruiti una casetta tra i rami di un grande platano e avevano formato la «Società dei Cattivi». Si raccontavano tutte le cattiverie, mettendole a confronto; ogni tanto si davano anche i premi. Di solito, Davide vinceva tutte le gare perché risultava cattivissimo. Un giorno arrivò a confessare di aver buttato nel bidone della spazzatura la cartella di suo fratello Maus, quella nuova, rossa, con tante figurine attaccate sopra. Un giorno che i bambini si trovavano nella casetta, scese lungo il tetto un gattino bianco, col naso rosa e larghi occhi chiari, si fermò vicino al bordo, guardandosi intorno come sperduto, e levò un «miao» lamentoso. Vedendo il gattino, tutti i bambini ebbero lo stesso pensiero: «Adesso Davide sarà cattivissimo». Davide allungò il braccio... prese il gattino con garbo e se lo mise su una spalla. – Lascio la società – disse, e scomparve attraverso la botola. Marilia Righetti
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IL RACCONTO REALISTICO
COMPRENDO Rispondi a voce alle domande, poi scrivi il contenuto di ogni sequenza. * Cosa avevano fondato i bambini? * Cosa confessò un giorno Davide ai suoi amici? * Chi scese un giorno dal tetto? * Cosa fece Davide?
I bambini avevano fondato
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Davide un giorno confessò di
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Un gattino scese
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e tutti
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Davide prese con garbo
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IL TESTO NARRATIVO
ESPLORO il testo PERSONAGGI Chi è il protagonista della storia? .................................................
LUOGO Dove si svolge la storia? .................................................
TEMPO Quando? .................................................
NARRATORE Il testo è stato scritto in prima o in terza persona? .................................................
Sottolinea nel testo i dati uditivi.
SCRIVO Immagina di essere il protagonista del racconto e, seguendo la struttura del testo, manipola a tuo piacimento qualche sequenza.
Temporale nel bosco Leggi e sottolinea le altre parole del tempo. Poi racconta la storia.
Un giorno andai nel bosco in cerca di funghi. Ne trovai in gran quantità e, dopo averne raccolti parecchi, pensai di fare ritorno a casa. Ma l’aria, quasi all’improvviso, si era fatta scura. Incominciò a piovere e a tempestare, mentre il tuono brontolava lontano. Preso dalla paura, mi rannicchiai sotto un grande albero. A un tratto, un lampo saettò nell’aria così vicino che chiusi gli occhi abbagliato. Nello stesso tempo qualcosa scricchiolò sul mio capo. Udii uno schianto, un forte colpo sulla testa e caddi a terra svenuto. Rimasi così a lungo, immobile sotto l’acqua. Quando rinvenni, tutti gli alberi del bosco scintillavano, gocciolavano, mentre il sole gettava sprazzi di luce tra i rami. Gli uccelli cantavano. Ma il grande albero giaceva al suolo schiantato e bruciacchiato; dal suo tronco si levavano ancora pennacchi di fumo. La terra, tutt’intorno, era cosparsa di schegge e frammenti di legno. I miei abiti erano fradici; la testa mi faceva male. Raccolsi in fretta i funghi, raccattai il mio berretto e corsi a casa. L. Tolstoj, Il primo libro di lettura, Fabbri
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IL RACCONTO REALISTICO
Lilli Una sera che ritornavamo a casa in macchina, abbiamo visto in mezzo alla strada, illuminato dai fari, un porcospino. Le luci e il rumore dell’auto che si avvicinava lo fecero arrotolare. Ho raccolto il porcospino avvolgendolo in uno straccio e lo abbiamo portato a casa. Lo abbiamo chiamato Lilli, un nome che può andare bene sia per un maschio che per una femmina. Lilli passò la notte in una conigliera vuota e la mattina dopo era pronto a fare colazione con una scatoletta di cibo per cani, che ai porcospini piace moltissimo. Lo abbiamo mantenuto per parecchi giorni, sperando che, se si fosse abituato, avrebbe continuato a rimanere con noi, quando lo avremmo lasciato libero in giardino. I porcospini sono molto utili in giardino perché mangiano le lumache e le chiocciole. Un giorno abbiamo dato a Lilli l’ultimo buon pasto e poi lo abbiamo messo sul prato e siamo stati ad osservarlo andarsene in tutta fretta. Il nostro giardino è recintato con un muro, ma quello che non sapevamo è che i porcospini sono capaci di scalare i muri. Non lo abbiamo mai più visto. Dick King-Smith, Gli animali della mia vita, Mondadori
Leggi e dividi con una linea le diverse sequenze del racconto: 1. Viene trovato un porcospino. 2. Il porcospino viene portato a casa. 3. Lilli, lasciato libero in giardino, scappa.
ESPLORO il testo * Chi è il protagonista della storia? .................................................
* Quando avvengono i fatti narrati? .................................................
* Dove? .................................................
Sottolinea nel testo le parole del tempo.
COMPRENDO Completa le frasi. * Il porcospino Lilli viene trovato
.........................................................
..................................................................................................................................
* Viene messo a trascorrere la notte
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..................................................................................................................................
* Quando viene lasciato libero, Lilli
...................................................
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IL TESTO NARRATIVO
un barboncino nero Giorgio ritorna mogio dalla scuola: il compito di matematica è andato male. Che disdetta! Il nonno gli aveva promesso un cane, se avesse portato buoni voti a casa. Mentre è assorto nei suoi pensieri, una palla nera gli rotola tra le gambe. Non credendo ai propri occhi, raccoglie tra le braccia un barboncino e lo accarezza. Impulsivamente Giorgio apre il cappotto, vi infila la bestiola e si avvia a casa. Sale le scale, ma giunto al secondo piano si ferma indeciso. Dove nascondere quel tesoro? Sa che non gli appartiene, infatti ha un collarino, vuole soltanto coccolarlo, illudersi un poco. Ecco, ha trovato! Al settimo piano ci sono i solai. Giorgio vola su. Con una cassetta e degli stracci prepara una morbida cuccetta per il barboncino. La bestiola si accuccia e chiude gli occhi. – Ti chiamerò Pall. Ti piace? Trascorrono due giorni di grande felicità. Ogni volta che può, Giorgio sale dal suo amico, gli porta una zuppetta di pane e latte, lo bacia, lo stringe al cuore. La mattina del terzo giorno un avviso lo inchioda all’angolo della via.
MANCIA A CHI RIPORTERÀ UN BARBONCINO NERO DI NOME BLACK ALLA FAMIGLIA ROMERI IN PIAZZA AMENDOLA, 7
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IL RACCONTO REALISTICO Mille pensieri gli si affollano nella mente, ma soltanto uno conta: deve restituire Pall, anzi Black, se non vuole essere un ladro. Nel pomeriggio, disperato e con il cucciolo in braccio, si reca all’indirizzo indicato. Gli apre un ragazzino di una decina d’anni. Pall-Black balza a terra, s’arrampica sulle gambe. In quel momento sulla porta appare un distinto signore, l’ingegner Romeri: – Se ti fa piacere, puoi venire a giocare con Black ogni volta che lo desideri. E ora eccoti il premio promesso. – E gli tende una busta. – Non voglio nulla – mormora arrossendo. – Ho soltanto restituito quello che non mi apparteneva… – Capisco, ti è costato molto riportare il cane. Sei stato tentato di tenerlo, vero? La tentazione non è peccato. Tu hai saputo vincerla, sei un bravo ragazzo. Vorrei avere il tuo indirizzo se non ti dispiace. Qualche giorno dopo a casa di Giorgio arrivò una cesta con un morbido Pall color carbone. I. B. Lagazzi, I ragazzi della scala A, La Scuola
COMPRENDO Riordina i fatti numerandoli da 1 a 6. Lo porta nel solaio e gli prepara una cuccetta. Giorgio trova un barboncino. Nel pomeriggio a malincuore restituisce il barboncino al suo proprietario. Giorgio appena può gli porta da mangiare. La mattina del terzo giorno, Giorgio legge un avviso che riguarda il barboncino. Dopo qualche giorno, Giorgio riceve una cesta con dentro un cagnolino. * Quale emozione provò Giorgio quando scoprì il grazioso barboncino?
INSIEME Dividetevi in piccoli gruppi e rappresentate con varie tecniche pittoriche le vostre emozioni. Poi descrivete a voce i segni che le manifestano: espressione degli occhi, il corrugarsi della fronte, l’intonazione della voce, l’arrossire o l’impallidire del volto. Provate, infine, a tradurre in parole le espressioni disegnate. 23
IL TESTO NARRATIVO
ESPLORO il testo Segna con una X l’affermazione corretta. * I personaggi della storia sono: due cugine due amiche * Il racconto è narrato: in prima persona in terza persona * I fatti narrati avvengono: di giorno di sera * Il luogo in cui si svolge il fatto è: il cortile il giardino
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Giochiamo a farci paura Quando mia cugina viene a stare da noi, dormiamo in una tenda in fondo al giardino. Non lasciamo assolutamente che mio fratello Simon ci metta piede. Rovinerebbe tutto. Ci piace da matti stare lì sole solette a chiacchierare una vicina all’altra. Ci raccontiamo a vicenda delle belle storielle, sussurrando perché non vogliamo che qualcuno ci scopra. Sappiamo bene che Simon è là, fuori dalla tenda che cerca di ascoltarci, così noi bisbigliamo. Non vogliamo che rovini tutto. Ben presto comincia a fare buio. Le ombre si allungano e fuori tutto diventa calmo e silenzioso, allora io e mia cugina cominciamo il solito gioco. Lo chiamiamo,
IL RACCONTO REALISTICO
“Giochiamo a farci paura”. Prima io le sussurro: – Hai paura? – No – risponde, – e tu? – No – le dico, – ma scommetto che potrei farti una paura incredibile. – Provaci, allora – risponde lei. – Va bene – dico e comincio a raccontarle tutto dei Diavoletti della Spazzatura. Sono una banda di spiritelli maligni che vivono sotto la spazzatura, al fondo dei bidoni. Ogni notte, appena sorge la luna, fanno saltare via il coperchio del bidone con un gran fracasso, pronti ad andare in cerca di prede. Lanciano in aria tutto il cibo marcio e arrancano strisciando e arrampicandosi uno sull’altro per saltar fuori. Sciamano in giro per il giardino finché trovano qualche sprovveduta creatura abbastanza folle da farsi trovare lì fuori da sola. Poi la portano via, mentre grida e si divincola, nel loro profondo regno puzzolente, dal quale non ritornerà mai più. Mia cugina è molto silenziosa. Si agita sprofondata nel suo sacco a pelo. Io rido tra me e me. Le ho fatto paura. Improvvisamente sentiamo CRASH! Sembra il suono del coperchio di un bidone della spazzatura che sbatte sul viale del giardino. I nostri cuori battono all’impazzata.
COMPRENDO In che modo si divertono le due bambine? Quale storia spaventosa racconta l’autrice alla cugina?
PARLO DI ME Anche tu hai una cugina con cui giochi e ti diverti? In che modo? Racconta.
Rose Impey, Giochiamo a farci paura, Piccoli
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IL TESTO NARRATIVO
Sottolinea nel testo le parole che descrivono l’orsetto di Titti.
Quali emozioni prova la protagonista del racconto? ............................................................ ............................................................ ............................................................
RIFLETTO SULLA LINGUA Quando succedono i fatti della storia? Sottolinea i verbi presenti nelle prime 6 righe. Poi segna con una x la risposta corretta. □ Presente □ Passato □ Futuro
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Ho perso l’orsacchiotto Titti adorava un vecchio orsetto, con un naso schiacciato, due zampe rosa e un paio di occhi di vetro luccicanti. Lo aveva chiamato Panciotto. Una sera Titti si stava preparando per andare a letto. Si lavò e si spazzolò i denti, poi corse in camera di Daniel per dargli la buonanotte. Anche se era più grande di lei, suo fratello era già a letto: quel giorno, infatti, non era andato a scuola a causa di un brutto raffreddore. Titti tornò in camera sua, saltò nel letto... – Oh, no! – strillò. – Dov’è Panciotto? Era qui stamattina. Il papà la raggiunse nella stanza. – Lo cercheremo domani – cercò di tranquillizzarla lui. Ma Titti andò su tutte le furie. – Lo sai che non riesco a dormire senza di lui – strillò. Fu allora che a papà venne un’idea.
IL RACCONTO REALISTICO – Dove mai vorrebbe essere Panciotto, in questo momento? Mmm, mi chiedo se... – borbottò, lanciando una rapida occhiata alla porta della camera di Daniel. – Ciao, Panciotto – sussurrò Titti. – Il mio orribile fratellone ti ha rapito, vero? – Credo che stesse cercando solo un po’ di compagnia... non pensi? – bisbigliò la mamma. – Perché quando si è malati si desidera qualcosa da abbracciare... anche se si è grandi – aggiunse papà. – Vuoi dire che dovrei lasciare Panciotto con Daniel? – domandò Titti, sentendosi molto grande. – Sì. Penso che dovresti – disse la mamma con un sorriso. E fu proprio quello che Titti decise di fare. B. Mooney, Uffa! Non lo trovo, Mondadori
ESPLORO il testo Colora il quadratino giusto. PERSONAGGI Titti La mamma Il fratello Il papà Il nonno LUOGO La casa La scuola TEMPO Una sera Un giorno Riordina i fatti numerando le frasi da 1 a 4 in ordine temporale: otterrai il RIASSUNTO. Titti scopre Panciotto nel letto di suo fratello. La bambina cerca l’orsetto ma non lo trova. Titti si prepara per andare a letto. La bambina gli lascia il suo orsetto.
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per r iAssu m ere
un testo
CAPIRE IL TESTO
SMONTARE IL TESTO
› Leggere il testo. › Cogliere il significato delle parole sconosciute. › Scoprire i legami logici.
› Individuare le sequenze e la successione temporale. › Scrivere una breve frase significativa per ogni sequenza. › Collegare le frasi, utilizzando correttamente i connettivi.
Ricorda di non usare mai il discorso diretto, cioè le frasi con il dialogo ma di trasformare queste ultime in discorso indiretto, utilizzando le paroline di, che, se.
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IL RACCONTO REALISTICO
Che spavento! Il testo è stato diviso in sequenze. Scrivi una frase significativa per ciascuna di esse. Poi racconta la storia e fai il riassunto sul quaderno collegando correttamente le frasi.
Oggi è stata una giornata veramente di Paradiso: tirava un bel venticello fresco, che mi ha fatto venire la voglia di andare a pescare. ...................................................................................................................................................
Dopo la scuola sono andato a comprare una lenza nuova, degli ami, e mi sono avviato in riva al fiume. Da principio non vengono su che delle erbacce, poi prendo due ghiozzi, che guizzano di nuovo in acqua; ma prima che faccia buio ecco un’anguilla vera, grossa come un coccodrillo. Che ci faccio? Naturalmente, la porto a casa per mangiarla il giorno dopo, a pranzo. Però, già che ci sono, voglio divertirmici un po’ e la metto per benino nel pianoforte, in salotto. ...................................................................................................................................................
Dopo cena, mia sorella si siede al piano per suonare e ad un tratto urla: – Ah, una vipera! Ah! Oh! Ih! Eh! ...................................................................................................................................................
Allora incomincia ad entrare in casa la gente del vicinato e tutti, appena data un’occhiata al pianoforte, a urlare come disperati. ...................................................................................................................................................
– Ma se è un’anguilla! – dico io, stanco di tutte queste esagerazioni. – È un’anguilla innocente! – ripeto, mettendomi a ridere. Ma nessuno ci ha trovato niente da ridere. Si sa: è la solita storia. Se mia sorella non sa riconoscere un’anguilla da una vipera, la colpa è mia. ............................................................................................................................. Vamba, Le storie di Giannino - Giamburrasca e le sorelle, Giunti
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verifica graduata
Mamma, il disordine mi piace! Io, Ambra Chiaro, sono tenuta prigioniera da una signora molto arrabbiata. La signora molto arrabbiata è mia madre, e la cosa che l’ha fatta infuriare è il disordine che ha trovato pochi minuti fa in camera mia. O, meglio, il disordine è una delle ragioni. L’altra ragione è una nota della mia maestra, la signorina Holt, in cui si dice che io, Ambra Chiaro, “non sto lavorando al meglio delle mie capacità”. La mamma è molto, molto arrabbiata per via di quella nota. Quello che si pensa di me, infatti, è che dovrei essere una specie di piccola studentessa modello. La mamma mi ha costretto a pulire e a riordinare la mia camera. Ha detto che devo farla diventare “pulita come il piatto in cui mangio”. Strano modo di dire. Come fa una camera a essere pulita come un piatto? In un piatto non ci vive nessuno. Non ci sono letti, mobili, tende e tutte le altre cose che normalmente si trovano in una stanza. Questa storia di far venire una camera pulita come un piatto è la cosa più sciocca che io abbia mai sentito. Possibile che non capisca che il giorno in cui la mia stanza sarà davvero ordinata, non sarò più capace di trovare niente? Io, Ambra Chiara, ho orrore dell’ordine, soprattutto del Troppo Ordine. Paula Danziger, Ambra Chiaro fa a modo suo, Piemme junior
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verifica graduata Completa. * I personaggi del racconto sono .................................................................................................................... * Ambra Chiaro è tenuta prigioniera da .................................................................................................... * La signorina Holt è ................................................................................................................................................ Segna con una x. * Il disordine è una delle ragioni per la quale la mamma di Ambra Chiaro è arrabbiata. Qual è l’altra ragione? La sporcizia Il suo modo impertinente di rispondere La nota della maestra I calzini spaiati * Qual è la cosa più sciocca che Ambra Chiaro abbia mai sentito?
□ Far venire una camera pulita come un piatto □ Accatastare i piatti □ Avere una stanza piena di piatti □ Non utilizzare i piatti * Di che cosa ha orrore Ambra Chiaro? Del disordine Dell’ordine Del Troppo Ordine Dei ragni Segna con una x. * “Non sto lavorando al meglio delle mie capacità” si può anche dire:
□ Sto facendo tutto il possibile □ Sto dando il meglio di me □ Mi sto sforzando molto □ Non mi sto impegnando abbastanza
* Perché Ambra Chiaro dice che il giorno in cui la camera sarà ordinata “non sarò più capace di trovare niente?”
□ Perché nel suo disordine lei conosce i posti
delle cose □ Perché per fare ordine dovrà cambiare stanza □ Perché non sarà lei a fare ordine □ Perché non le piace l’ordine
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DIARIO DI BORDO
COM’È ANDATA? LEGGI E COLORA IL FIORE
MOLTO BENE
COSÌ COSÌ
NON BENE
Nel RACCONTO REALISTICO: Comprendo il contenuto Riconosco gli elementi principali
Sei soddisfatto del tuo lavoro? Molto Così così Poco
Come ti sentivi durante la prova? Tranquilla/o Sicura/o
Hai avuto bisogno di aiuto? Sì Solo un po’
Un po’ agitata/o
Per nulla
Hai bisogno di esercitarti ancora? No perché
..........................................................................................................................................................
............................................................................................................................................................................
Sì
perché
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............................................................................................................................................................................
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Ripasso con... È un testo narrativo. Narra fatti veri o verosimili che potrebbero accadere nella realtà.
PERSONAGGI I personaggi appartengono al mondo reale. Il più importante è il protagonista, gli altri sono i personaggi secondari.
IL RACCONTO REALISTICO TEMPO
FATTI
I fatti accadono nel presente, nel passato o nel futuro. Vengono narrati in ordine cronologico.
I fatti possono essere narrati in prima oppure in terza persona.
LUOGO I personaggi agiscono sempre in uno o più luoghi realistici.
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o iv t a r r a n o t s e t il Con i testi fantastici si vola nel mondo della fantasia dove accadono avventure straordinarie: animali parlanti, foreste incantate, velieri d’argento che navigano sulla Luna.
Sono testi fantastici: • la fiaba; • la favola; • il mito; • la leggenda.
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il racconto fantastico
Quali elementi fantastici caratterizzano l’immagine? Prendendo spunto dall’illustrazione, rappresenta anche tu un paesaggio fantastico.
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S c o p r i a m o. . .
o ic t s a t n a f o t n o c c a il r Il racconto fantastico è un testo narrativo. Narra vicende immaginarie che non possono accadere nella realtà. Alcuni elementi possono essere realistici, ma basta un solo componente di fantasia per rendere la storia fantastica.
PERSONAGGI I personaggi sono creature fantastiche (maghi, orchi, folletti, streghe), animali, piante oppure oggetti che si animano e parlano. Persone normali a cui capitano cose assurde. Per riconoscere i personaggi dei chiederti: Chi sono i personaggi? Chi è il protagonista?
FATTI I fatti sono avvenimenti strani e bizzarri, imprevedibili e si susseguono in ordine di tempo, uno dietro l’altro. Possono essere narrati in prima persona da un personaggio delle storia o in terza persona da un personaggio che non appartiene alla storia. Per riconoscere i fatti devi chiederti: Che cosa succede?
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LUOGO I personaggi agiscono in uno o più luoghi immaginari o reali. Per riconoscere il luogo o i luoghi devi chiederti: Dove si svolgono i fatti narrati?
TEMPO I fatti si svolgono in un tempo indefinito non ben precisato. Per riconoscerlo devi chiederti: Quando si svolgono i fatti narrati?
IL RACCONTO FANTASTICO
La fata del parco Ernesto ha raccontato a Carmen, una sua compagna di classe, di aver visto una fata nel parco. Nonostante si tratti di uno scherzo, decide di accompagnarla sul posto. Quando arrivammo all’albero, mi avvicinai deciso al tronco e diedi alcuni colpetti con le nocche delle dita, come se stessi bussando a una porta: Toc, toc, toc. Aspettai un poco. Bussai di nuovo: Toc, toc, toc. Ma naturalmente non mi rispose nessuno. Mi appoggiai con la schiena al tronco dell’albero e guardai rassegnato Carmen. La poverina era così delusa che quasi quasi desiderai che quella non fosse stata una bugia. – E ha un nome? – mi chiese. – La fata? No, non credo, si chiama semplicemente così: Fata, la Fata del Parco. Fu allora che Carmen spalancò gli occhi e anche la bocca. E quasi nello stesso momento sentii accanto ai miei piedi una vocina stridula che diceva: – Allora, che cos’è tutto questo baccano? Non si può neanche fare un pisolino? E sappia giovanotto che ce l’ho un nome. Mi chiamo Rufina. Rufina del Bosco, professione: fata. Mi voltai. Una parte della corteccia dell’albero si era aperta, come una porticina e lì vicino c’era la figuretta che aveva appena parlato. Non era più alta di due spanne; era vestita da fata: aveva un cappello a punta di fata e, in mano, una bacchetta magica di quelle che portano sempre le fate. Io, vedendola, pensai: “Ernesto, questa dev’essere una fata”. E dopo, caddi svenuto. Fernando Lalana, Il segreto del parco incantato, Il Battello a Vapore, Edizioni Piemme
Sottolinea i personaggi della storia e il luogo in cui si svolgono i fatti narrati. Indica gli elementi fantastici. Poi racconta.
SCRIVO Come potrebbe concludersi la storia? Immagina e scrivi sul quaderno. Poi confronta il tuo finale con quello dei tuoi compagni di classe.
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IL TESTO NARRATIVO
ESPLORO il testo Segna con una X l’affermazione corretta. * Il racconto è narrato: in prima persona in terza persona * I fatti della storia: possono accadere nella realtà sono frutto della fantasia dell’autore
SCRIVO Che aspetto avrà il terribile mostro puzzolente? Disegna e descrivi sul quaderno partendo dall’immagine.
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Piccolo Bill e il terribile mostro Leggi e racconta la storia.
Piccolo Bill si è avventurato nella foresta. A un certo punto, una strana creatura comincia a inseguirlo. Piccolo Bill correva come una saetta, ma ogni volta che si voltava a guardare alle sue spalle, vedeva quegli sbuffi di fumo rosso-arancio sempre più vicini, così vicini che se li sentiva alitare sul collo. E il fracasso! Gli assordava le orecchie! Ciuff-ciuff faceva quello spaventoso rumore. Ciuff-ciuff, ciuff-ciuff, ciuffciuff! Proprio come una locomotiva a vapore in partenza. Poi, a un tratto, Piccolo Bill udì un altro rumore, forse addirittura più spaventoso ancora: il calpestio di giganteschi zoccoli che galoppavano sul terreno della foresta. Piccolo Bill si voltò di nuovo a guardare, ma il Coso, l’Animale, il Mostro o quel che era, rimaneva nascosto nel fumo che buttava fuori galoppando. Quel fiato fumante stava ormai avvolgendolo. Piccolo Bill ne sentiva il calore bruciante e, peggio ancora, l’odore. Un odore disgustoso, come il fetore che sale dalle profondità della pancia di una bestia carnivora.
IL RACCONTO FANTASTICO
– Mamma! – gridò Piccolo Bill. – Aiuto! Allora di colpo, proprio davanti ai suoi occhi, Piccolo Bill vide il tronco di un albero gigantesco. Era un albero diverso dagli altri perché i suoi rami pendevano molto in basso. Senza smettere di correre, Piccolo Bill con un balzo afferrò il ramo più vicino e si issò. Poi afferrò il ramo seguente, proprio sopra la sua testa, e riprese l’arrampicata. E continuò così, arrampicandosi sempre più in alto per sfuggire alla terribile bestia sbuffante e al suo fiato puzzolente. Smise di arrampicarsi solo quando si sentì sfinito. A quel punto guardò in alto, ma neppure allora riuscì a vedere in cima di quell’enorme albero. E quando guardò in basso, non vide più il terreno. Si trovava in un mondo di foglie verdi e grossi rami lisci, senza né terra né cielo in vista. La bestia puzzolente che giù in basso stronfiava e mandava sbuffi di fumo sembrava lontana mille miglia, e neanche si udiva più. Allora Piccolo Bill si trovò un comodo posticino alla biforcazione di due rami e si sedette a riposare. Almeno per il momento, era salvo. Roald Dahl, Minipin, Salani
COMPRENDO Il testo è stato diviso in sequenze: metti in ordine i titoli di ognuna numerandole da 1 a 5. Bill trovò un posticino alla biforcazione dell’albero. Bill continuava a correre nella foresta inseguito dalla strana creatura avvolta dal fumo che buttava fuori galoppando. Bill corre nella foresta inseguito da una strana creatura. Bill riesce a mettersi in salvo arrampicandosi su un albero. Guardando in basso, la bestia sembrava molto lontana. 39
IL TESTO NARRATIVO
il dito magico Il dito magico è una cosa che so fare da sempre. Non posso dirvi come faccio, perché non lo so nemmeno io. Ma mi capita sempre quando mi arrabbio, quando ci vedo rosso. Allora mi viene un gran caldo dappertutto. Poi all’indice della mano destra sento un formicolio terribile. E improvvisamente si sprigiona una specie di lampo rapido, come qualcosa di elettrico. Salta fuori e tocca la persona che mi ha fatto arrabbiare e a quel punto il dito magico è su quella persona e qualcosa succede. Una volta eravamo in classe, e facevamo gli esercizi di ortografia. – Alzati in piedi – mi ha detto la signora Winter, – e dimmi come si scrive “ciliegia”. – Facile – ho detto io. – C, i, g, l, i, e, g, i, a. – Sei una bambina stupidina – ha detto. – Non sono una bambina stupidina – ho ribattuto io. – Sono una bambina molto simpatica! – Vai subito nell’angolo! – ha detto la signora Winter. Allora mi sono arrabbiata, ci ho visto rosso, e ho puntato con forza il dito magico dritto sulla signora
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IL RACCONTO FANTASTICO Winter, e immediatamente… Indovinate cos’è successo? Le sono spuntati dei baffi in faccia! Erano baffi neri e lunghi come quelli dei gatti, solo molto più grossi. E come crescevano in fretta! Neanche il tempo di dire ‘bah’, e le erano arrivati alle orecchie! Naturalmente tutta la classe ululava dal ridere, e allora la signora Winter ha detto: – Vorreste farmi la cortesia di dirmi cosa vi diverte così pazzamente? E, quando si è voltata per scrivere qualcosa sulla lavagna, abbiamo visto che le era cresciuta anche una coda! Un’enorme coda cespugliosa! Non posso raccontarvi tutto quello che è successo dopo, ma se qualcuno di voi si chiede se la signora Winter sia tornata esattamente come prima, la risposta è no. E sarà sempre così. R. Dahl, Il dito magico, Nord Sud Edizioni
COMPRENDO * Dove si svolge la storia? * Perché la bambina si è arrabbiata? * Come si comporta quando le accade di arrabbiarsi? Racconta. Riordina i fatti numerandoli da 1 a 5. Quando la bambina si arrabbia sente uno strano formicolio all’indice della mano. Una volta in classe, mentre svolgevano gli esercizi di ortografia, è stata rimproverata dalla maestra. All’improvviso le sono spuntati i baffi e una enorme coda. La bambina ha puntato il dito magico sull’insegnante. Puntualmente il suo dito magico tocca la persona che l’ha fatta arrabbiare. Come ha reagito la signorina Winter quando ha scoperto che le era cresciuta una coda? Immagina e descrivi brevemente la scena sul quaderno.
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IL TESTO NARRATIVO
ESPLORO il testo Segna con una x l’affermazione corretta. * I personaggi della storia sono: reali fantastici * Nel testo sono presenti: le parole del tempo le parole dello spazio * I fatti vengono narrati seguendo un ordine: cronologico non cronologico
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i vestiti si ribellano Leggi e sottolinea nel testo le situazioni fantastiche.
C’erano due gemelle, uguali come due gocce d’acqua: però una era una goccia dolce, l’altra era una goccia amara, la gemella dolce era Marianna, quella amara era Annamaria. Annamaria era prepotente. “Dammi le tue scarpe!”, ”Mi metto il tuo cappotto”, “Oggi voglio i tuoi guanti”, diceva. Marianna non protestava, perché era una bambina pacifica e paziente, ma i suoi vestiti non erano contenti: perché erano molto affezionati a lei, e soffrivano quando Annamaria se li prendeva. Una sera, nell’armadio, ci furono i bisbigli: i vestiti di Marianna tenevano consiglio. Cosa bisbigliavano quelle voci di lana, seta e cotone? Chi lo sa? Chi legge e ascolta lo saprà. Il giorno dopo, al momento di vestirsi, ecco la solita tiritera. Marianna, come sempre, diede alla sorella quello che voleva. Non aveva fatto dieci passi che, in perfetto silenzio, le stringhe delle scarpe si slacciarono e si annodarono in fretta tra loro, come sottili serpentelli. Pataspanf! Annamaria finì distesa per terra, sbucciandosi il naso. Non aveva fatto sette passi che l’ultimo bottone del cappotto si slacciò di colpo, e un’asola si infilò al gancio di un cancello. Pataspreng! Annamaria fece una mezza giravolta, e andò a sbattere con la faccia contro l’inferriata sbucciandosela tutta.
IL RACCONTO FANTASTICO Non aveva fatto altri tre passi che il pon-pon della cuffia, mentre passava sotto un balconcino, si allungò rapidamente, infilandosi in una fessura di ferro. Pataslam! Annamaria fece una mezza capriola verso l’alto, sbattendo contro il pavimento del balcone, e ricadde sul duro del marciapiede, che le fece molto male. Quella fu la passeggiata più disastrosa e dolorosa che Annamaria avesse mai fatto. Quando tornò a casa, era la bambina più ammaccata della città. – Non ti ruberò più i vestiti – promise alla sorella e davvero lo fece. E siccome le gentilezze sono attaccate una all’altra come le ciliegie, da dispettosa diventò quasi gentile, e fu più felice lei, e tutti quelli che le stavano intorno. R. Piumini, Storie per chi le vuole, Einaudi Ragazzi
COMPRENDO Segna con una x le frasi corrette. C’erano due gemelle che non si somigliavano affatto. Annamaria era prepotente e voleva sempre i vestiti di Marianna. Marianna non accontentava mai la sorella. I vestiti di Marianna non erano contenti così presero una decisione. Mentre Annamaria passeggiava, l’asola del cappotto, le stringhe delle scarpe e il pon-pon entrarono in azione. Dopo quella disastrosa passeggiata, Annamaria diventò più prepotente.
PARLO DI ME A volte ti capita di essere prepotente? In quali occasioni? Quando, invece, sei gentile? Racconta.
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GIOCO
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e i r o t s a t n o i l Racc
gioc hi am o co n la fa Ntas ia
• • • • • • • •
Dividetevi in quattro gruppi, osservate con attenzione l'immagine e decidete quale storia inventare. Ciascun capogruppo legge le domande scritte sul foglietto. Chi è il protagonista? Con chi è? Dove si trova? Cosa capita al protagonista? Come si comporta il protagonista? Quali emozioni prova? Chi arriva all’improvviso? Come si conclude la vicenda? Scrivete le risposte sui bigliettini precedentemente distribuiti dall’insegnante. Con le risposte costruite la storia e pensate a un titolo. Infine leggete e confrontate le vostre storie.
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verifica graduata
Incontro con La Cosa Quella sera Piero, dopo aver fatto il bagno nella vasca, tolse il tappo e sentì degli strani rumori: un gorgoglio, poi un risucchio e infine qualcosa che sembrava un sospiro soddisfatto. Guardò attraverso la piccola grata che copriva il buco di scarico appena sotto i rubinetti e, per vedere meglio, chiuse un occhio. E vide che dall’altra parte c’era veramente qualcuno. Qualcuno che gli stava facendo l’occhiolino. Solo che aveva un occhio enorme. – Chi sei? – domandò Piero in preda al panico. Trattenne il respiro ed aspettò. Una mano verde a pallini marroni uscì dal buco della vasca e lo salutò. Poi si stirò, si tese, e pian piano dietro alla mano comparve tutto il corpo, lungo e schiacciato. Colò lentamente dal buco di scarico come una specie di dentifricio verde a pallini marroni, fino a quando non fu tutto lì, sul fondo, arrotolato come un serpentello lungo e sottile. La Cosa si alzò e prese a darsi dei colpetti qua e là, per rimettersi in forma. – Puoi cambiare forma come ti pare? – chiese Piero incuriosito. – Oh, sì – rispose la strana creatura, facendogli l’occhiolino con uno dei suoi enormi occhi. – Proprio così. Cosa vuoi che diventi? Poi ci fu un risucchio, uno schiocco, il rumore di una bolla d’acqua che scoppia, e la Cosa si trasformò in un grosso rospo che lo guardava sogghignando. Ci fu un altro sibilo e il rospo diventò una barchetta che ondeggiava in fondo alla vasca. – Fantastico! – esclamò Piero. – Ma come sei veramente? La Cosa schioccò di nuovo. Gorgogliò e prese la forma di una specie di grossa patata, con tanto di mani, piedi, occhi e una gran bocca sorridente. Adatt, da F. Hughes, Un amico in affitto, Mondadori
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verifica graduata Rispondi. * Chi sono i personaggi del racconto? ................................................................................................................................................................................................
* Dove avviene la vicenda? ............................................................................................................................... * Quando avviene? ................................................................................................................................................. Segna con una x. * Che cosa aveva fatto Piero prima di incontrare la Cosa? □ Il bagno □ La doccia □ Lavato i denti □ Lavato le mani
* Cosa uscì dal buco della vasca? □ Un piccolo ragno □ Una po’ di schiuma □ Una mano verde a pallini marroni □ Acqua calda
Segna con una x. * Cosa significa “gorgoglio”? □ Rumore di un liquido □ Verso di un animale □ Sentimento di orgoglio □ Rumore di passi
* Cosa significa “in preda al panico”? □ Che si fa coraggio □ Che sfida la sorte □ Che ha paura □ Che combatte
Com’era la Cosa? Metti una crocetta per ogni riga. * Aveva una mano verde a pallini marroni.
V F
* Aveva lunghe braccia allungabili.
V F
* Il corpo, lungo e schiacciato.
V F
* La sua pelle era ricoperta di muco viola.
V F
* Aveva tre occhi rossi spalancati.
V F
* Era come una specie di dentifricio verde a pallini marroni, arrotolato come un serpentello lungo e sottile.
V F
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. . . o m a i r p o c S
la fiaba La fiaba è un racconto fantastico di origine popolare. Nella fiaba accadono fatti straordinari e magici.
PERSONAGGI Nella fiaba ci sono personaggi realistici (regine, principi, principesse…) e personaggi fantastici dotati di poteri magici (orchi, streghe, fate, maghi, folletti…). I personaggi principali sono: • il protagonista buono e coraggioso; • l’antagonista è il personaggio malvagio che ostacola il protagonista; • l’aiutante è colui che aiuta il protagonista. Il mezzo magico è un oggetto che permette di fare una magia. Esso di solito viene donato dall’aiutante al protagonista per sconfiggere l’antagonista. Il lieto fine: è la conclusione felice della fiaba (il bene trionfa sul male).
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LUOGO I luoghi possono essere ambienti reali come castelli, grotte, boschi, foreste… o del tutto fantastici.
TEMPO I fatti accadono in un tempo passato indefinito: c’era una volta…
LA FIABA
il principe e l’orco C’era una volta una gentile fanciulla così buona e così bella che un principe se ne innamorò e decise di sposarla. Un terribile Orco aveva già visto la fanciulla e se ne era a sua volta invaghito. Così, proprio la mattina in cui si sarebbero celebrate le nozze, l’Orco giunse alla casa della fanciulla e la rapì, portandosela nel suo palazzo. Il principe quando seppe della terribile sorte toccata alla sua futura sposa, disperato, decise di andare a salvarla. Cavalcò un giorno e una notte, senza incontrare nessuno. Finalmente vide un vecchio, con una lunga barba bianca. Il principe gli chiese dove si trovasse il palazzo dell’Orco e il vecchio glielo indicò: – È proprio là, dietro la collina! Porse al principe la sua spada e continuò: – C’è solo un modo per uccidere l’Orco: conficcargli questa spada magica nell’occhio destro, ma, se mancherai il colpo, considerati morto! Il principe ringraziò e, arrivato al castello, sentì la voce implorante della ragazza. In un lampo si precipitò nella stanza dell’Orco e gli piantò la spada nell’occhio destro. L’Orco cadde a terra morto e i due fidanzati fuggirono a cavallo. F. Lazzarato, V. Ongini, La vecchia che ingannò la morte, Mondadori
LAVORANDO IN COPPIA leggete la fiaba e sottolineate: tempo protagonista antagonista aiutante oggetto magico prove da superare lieto fine Poi a turno raccontate la storia.
SCRIVO Immagina e illustra sul quaderno alcuni personaggi delle fiabe: un orco, una strega, una fata e un mago. Poi descrivili brevemente (aspetto fisico, abbigliamento, carattere e strane abitudini), utilizzando opportunamente i dati sensoriali. Infine confronta le tue descrizioni con quelle dei compagni di classe. 49
IL TESTO NARRATIVO
ESPLORO il testo Rispondi alle domande. * Chi sono i personaggi della fiaba? * Chi è il protagonista? * Chi è l’antagonista? * Chi aiuta il protagonista? * Come finisce la storia?
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Incontri alla fontanA C’era una volta una vedova con due figlie. La figlia maggiore era brutta e sgarbata, invece la figlia minore era bella e gentile. La vedova aveva in antipatia la minore e la costringeva a fare mille fatiche. Fra le altre cose, la fanciulla doveva recarsi a prendere acqua a una fontana molto distante. Fu lì che un giorno le si avvicinò una povera donna che le chiese da bere. – Ben volentieri, nonnina – disse la ragazza. Sciacquò la brocca, prese dell’acqua e gliela offrì. La donna, che era una fata, le disse: – Siete così gentile che vi farò un dono: a ogni parola vi uscirà dalla bocca una pietra preziosa. Arrivata a casa, la ragazza si scusò del ritardo e parlando le uscirono di bocca perle e diamanti. La madre, sbalordita, volle sapere l’accaduto. Subito dopo chiamò la figlia maggiore, le ordinò di andare alla fontana e di comportarsi come la sorella. La ragazza, arrivata alla fontana, trovò una splendida dama, che le chiese da bere. Questa, in realtà, era la stessa fata incontrata dalla sorella.
LA FIABA
– Sta a vedere che sono venuta qui per dare da bere a voi! – le disse quella sgarbataccia. – Bevete con le mani, se volete. – Giacché siete così poco cortese – rispose la fata – a ogni parola che direte vi uscirà di bocca un rospo o un serpente. Alla vista della figlia prediletta che buttava fuori vipere e rospi ogni volta che apriva bocca, la madre si scagliò contro la figlia minore. La povera fanciulla scappò e si nascose nel bosco. Il figlio del re, che tornava da caccia, la incontrò. Le chiese che cosa facesse, sola, in quel luogo deserto, e perché mai piangesse. Lei narrò tutta l’avventura e, mentre parlava, le uscivano dalla bocca perle e diamanti. I due giovani si innamorarono, andarono a palazzo e si sposarono. C. Perrault, I racconti delle fate, Newton
COMPRENDO Riordina i fatti narrati, numerando le frasi da 1 a 9. Poi racconta la fiaba. Quando una signora elegante, che era una fata, le chiese da bere lei ripose in modo sgarbato. Quando corse a casa e raccontò tutto, dalla sua bocca uscivano serpenti e rospi. La madre si scagliò contro la figlia minore che scappò nel bosco. Una vedova aveva due figlie, una bella e gentile e l’altra brutta e sgarbata. Un giorno la figlia gentile incontrò alla fontana una vecchina e le diede da bere. La vecchina, che era una fata, le fece un dono: ad ogni parola pronunciata dalla sua bocca sarebbero uscite pietre preziose. I due giovani si innamorarono e si sposarono. La madre sbalordita per l’accaduto mandò anche l’altra figlia alla fontana. Al figlio del re che tornava da caccia, la fanciulla raccontò tutta l’avventura. 51
IL TESTO NARRATIVO
GIOCHIAMO CON LA FIABA
voglio cambiare storia Verso la fine del capitolo trentacinque Pinocchio stava nuotando in mezzo al mare con il babbo Geppetto sulle spalle. E nuotando pensava che non aveva nessuna voglia di entrare nel capitolo seguente, cioè l’ultimo, perché lì sarebbe diventato un ragazzino per bene e questo a Pinocchio non piaceva proprio. Ma poteva abbandonare in mezzo alle onde il vecchio babbo che non sapeva nuotare? Per quanto scapestrato, Pinocchio non se la sentiva di fare una cosa simile. Fu così che, nel capitolo trentasei, arrivò sulla spiaggia insieme a Geppetto con l’aiuto del Delfino, e fu così che andò ad abitare nella bella capanna del Grillo Parlante. – Io mi trovo bene come burattino e non voglio diventare un ragazzo perbene – disse Pinocchio a se stesso mentre camminava nella campagna. A forza di camminare, Pinocchio arrivò nel bosco e incontrò il lupo. Stava aspettando Cappuccetto Rosso che era in ritardo. Quando vide arrivare Pinocchio invece di Cappuccetto Rosso, il Lupo strabuzzò gli occhi. – Posso esserti di aiuto? – disse Pinocchio. – No, meglio che te ne vai. Ho un appuntamento. – Con Cappuccetto Rosso? – Se lo sai, perché me lo domandi? – Perché, se vuoi, posso aspettarla io. Il lupo fece un brutta risata tra i denti. – Che c’entri tu con Cappuccetto Rosso? Non sapresti che cosa dire, né cosa fare con lei. – Ma che ti credi? La conosco a memoria la favola di Cappuccetto Rosso. La conosco così bene che se vuoi ti posso sostituire, per oggi. Così ti riposi. Il Lupo lo guardò di traverso. Luigi Malerba
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Attività di animazione
LA FIABA
Attività di animazione 1 Continua la storia con i tuoi
compagni di classe, tenendo presenti le domande. * Che cosa accadrà quando Pinocchio incontrerà Cappuccetto Rosso? * Come reagirà la bambina? * Che cosa accadrà? * Come si concluderà la storia? 2 Dividetevi poi in piccoli gruppi e
inventate una nuova storia dal titolo “Le nuove avventure di Pinocchio”. Il burattino decide di cambiare storia, intrufolandosi in altre fiabe famose come quella del ”Gatto con gli stivali”, per esempio. 3 Lavorando in coppia divertitevi a
raccontare una fiaba tradizionale rovesciando i ruoli dei personaggi. * I buoni diventano cattivi e viceversa. * Biancaneve litiga con i sette nani. * La bella addormentata inveisce contro il principe per averla svegliata. * Nella fiaba di Cappuccetto Rosso il lupo aiuta la nonna nelle faccende domestiche. 53
IL TESTO NARRATIVO Scrivi per ogni sequenza una frase significativa. Poi racconta la storia e con le frasi fai il riassunto sul quaderno.
la principessa dei miei stivali Priscilla era prepotente. Comandava tutti a bacchetta. – Mettiti subito la corona! – diceva al re. – Voglio immediatamente un nuovo vestito! – diceva alla regina. – Fai questo… fai quello! – ordinava ai servitori. Non c’è da stupirsi se la chiamavano Principessa dei Miei Stivali. Il giorno del suo sesto compleanno, la Principessa fece una festa. Un mago, che sapeva tutto di lei, le portò un regalo speciale, adatto a una persona così prepotente. La Principessa tolse il regalo dalle mani del mago, strappò la carta ed estrasse il più bel paio di stivali che avesse mai visto. Non appena si fu allacciata le stringhe, lo stivale destro disse: – Piede avanti. – Marcia veloce! – disse il piede sinistro. – Sinistra, destra. Sinistra, destra. – Ehi! – disse la Principessa dei Miei Stivali. – Sono io che do gli ordini, qui. Gli stivali non le prestarono attenzione. – Pronto per una corsa? – chiese lo stivale destro. – No! – disse la Principessa. – Sì! – rispose lo stivale sinistro.
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LA FIABA Partirono di corsa, attraverso un campo pieno di fango e su per la collina. La Principessa fu ben presto senza fiato, ma gli stivali continuarono a correre e correre. Alla fine riportarono la Principessa stravolta a palazzo. Il mago la stava aspettando. – Porta via questi stupidi stivali! – urlò. – Solo se chiedi per favore! – disse il mago. Principessa dei Miei Stivali non aveva mai detto prima quella parolina. Guardò giù, verso gli stivali. Erano pronti per partire di nuovo… – Per favore! – urlò la principessa e come per magia gli stivali sparirono. Da quel giorno Priscilla disse sempre “per favore” e “grazie” e non fu più prepotente. Georgie Adams, Selina Young, Un anno pieno di storie, Mondadori
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COMPITO DI REALTÀ Chiedi all’insegnante di iscrivere la classe ad un concorso letterario per fiabe. Leggete con attenzione il bando e attenetevi a quanto richiesto. Dividetevi in tre gruppi, concordate insieme le idee e scrivete la fiaba. Infine scegliete quella che vi piace di più e inviatela, seguendo le indicazioni del regolamento.
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IL TESTO NARRATIVO
Dalla storia al fumetto
la principessa dei miei stivali Scrivi nelle nuvolette le parole che si scambiano i personaggi della fiaba.
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LA FIABA
SCRIVO Credi davvero che la principessa Priscilla abbia imparato la lezione? Il giorno del suo settimo compleanno la principessa dimenticò le buone maniere. Cosa successe? Immagina, illustra e racconta sul quaderno.
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verifica graduata
M isha Tanto tempo fa, vicino a una grande foresta, Misha viveva con il padre e la matrigna che la trattava molto male. Una mattina la donna le disse: – Non ho più aghi. Vai da mia sorella che vive nella foresta e chiedile se me ne presta qualcuno. Sua sorella era la terribile strega Baba Yaga. Misha aveva paura, ma non osò dire nulla, prese di nascosto un po’ di formaggio e un osso e si mise in viaggio. Quando arrivò alla casa della strega, un cane in pelle e ossa le corse incontro ringhiando. Misha gli lanciò l’osso e gli diede una grattatina. Poi entrò in casa e un gatto magro magro le mostrò i denti. Misha gli diede il formaggio e lo accarezzò. In quel momento Baba Yaga entrò. – E tu che vuoi? – chiese alla bambina digrignando i denti di ferro. – Tua sorella mi ha mandato a chiederti degli aghi – rispose Misha. – Beh, dovrai aspettare, intanto mettiti al telaio e lavora – disse la strega. Poi sparì. Allora il gatto disse a Misha: – Prendi gli aghi e anche questo pettine e scappa. Io tesserò al tuo posto, così Baba Yaga non si accorgerà di nulla. Misha ringraziò il gatto e fece come le aveva detto. Intanto Baba Yaga sentiva il rumore del telaio, clik, clok e non sospettava nulla. Quando si accorse dell’inganno però andò su tutte le furie e si gettò all’inseguimento della bambina. L’aveva quasi raggiunta quando Misha buttò il pettine dietro di sé e subito spuntò una foresta di spine alta fino al cielo. La strega provò a rosicchiarla con i suoi denti di ferro, ma non ci riuscì e tornò a casa. Quando Misha arrivò a casa raccontò tutto al padre. – Mia moglie avrà quello che si merita! – disse il padre. La matrigna, che aveva sentito tutto, scappò e non si fece più vedere. www.tiraccontounafiaba.it
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LA FIABA verifica graduata Rispondi alle domande. * * * * *
Chi è il protagonista della fiaba? ................................................................................................................. Chi è l'antagonista? .............................................................................................................................................. Chi è l'aiutante? ........................................................................................................................................................ Qual è l'elemento magico? ............................................................................................................................... Quando si svolge la fiaba? ............................................................................................................................... Colora il riquadro corretto.
* * * * * *
La matrigna trattava Misha con affetto molto male . Baba Yaga era una fata strega . Il gatto diede a Misha un pettine una spazzola . Misha buttò il pettine la spazzola dietro di sé. Quando Misha arrivò a casa raccontò tutto al padre alla matrigna . La matrigna scappò abbracciò Misha. Riordina la fiaba. Usa i numeri da 1 a 9. Misha viveva con il padre e la matrigna che la trattava molto male. Misha prese un pezzo di formaggio, un osso e partì. Un giorno la matrigna disse a Misha di andare da sua sorella Baba Yaga a prendere degli aghi. Quando Misha arrivò a casa della strega, diede l’osso al cane e un pezzo di formaggio al gatto. La strega Baba Yaga disse a Misha di lavorare al telaio. Quando la strega Baba Yaga si accorse dell’inganno, inseguì la bambina che buttò il pettine dietro di sé. Subito spuntò una foresta di spine. Il gatto rivolgendosi a Misha disse di prendere gli aghi, un pettine e di scappare perché avrebbe lavorato lui al telaio. Quando la bambina tornò a casa raccontò la vicenda al padre e la matrigna, che aveva sentito tutto, scappò e non si fece più vedere. La strega provò a rosicchiarla con i suoi denti di ferro ma non ci riuscì. 59
S c o p r i a m o. . .
la favola La favola è un racconto fantastico che vuole trasmettere un insegnamento, una morale. Ha come protagonisti animali parlanti.
PERSONAGGI I personaggi sono fantastici. Generalmente si tratta di animali che rappresentano i vizi e le virtù degli uomini.
LUOGO I luoghi sono realistici e naturali (uno stagno, una foresta, un ruscello...).
TEMPO I fatti accadono in un tempo indefinito.
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MORALE La morale può essere enunciata da uno dei personaggi, dall’autore o si può ricavare dal senso della storia.
LA FAVOLA
Il cervo alla fonte Leggi, sottolinea la morale e racconta.
Un cervo un giorno andò alla fonte a bere e, vedendo riflessa nell’acqua la sua immagine, pensò: «Come sono belle le mie corna, come sono eleganti! Le zampe, invece, sono brutte, troppo sottili...». Ed ecco improvvisamente risuonare le grida dei cacciatori, i latrati furiosi dei cani. Il cervo si mise a correre attraverso i prati e, con pochi balzi, mise una buona distanza tra sé e i cani. Poi si rifugiò dentro il bosco, convinto di essere ormai al sicuro. Ma le sue belle corna si impigliarono nei rami, così i cani lo raggiunsero e lo uccisero. Il cervo ebbe appena il tempo di pensare: «Come sono stato sciocco! Disprezzavo ciò che mi era utile e mi vantavo di ciò che è stata la mia disgrazia». Fedro
Completa.
I personaggi della favola sono ..................................................................................................... La favola si svolge in un tempo .................................................................................................... Il luogo in cui si svolge la vicenda è .......................................................................................... La morale di questa favola è affermata dal .......................................................................... 61
IL TESTO NARRATIVO
il leone e il cinghiale Nella stagione estiva, quando l’afa e il caldo opprimente generano la sete, un leone e un cinghiale si trovarono contemporaneamente vicino a una piccola sorgente. Presero subito a litigare, poiché entrambi volevano bere per primi. Dalle parole passarono ai fatti: iniziarono una lotta mortale. I due contendenti erano già feriti e sanguinanti quando, sollevando lo sguardo al cielo per riprendere fiato, scorsero uno stormo di avvoltoi, gli uccelli che si nutrono di cadaveri. Questi volteggiavano sopra di loro, in attesa di divorare il primo che fosse caduto morto. Così interruppero la lotta e dissero: – Meglio essere amici fra di noi che pasto per altri. La favola dimostra l’inutilità delle liti: le conseguenze sono sempre dannose per entrambe le parti. Esopo, da Animali nelle favole, Giunti Marzocco
La morale di questa favola: è espressa dall’autore è espressa dai protagonisti si ricava dal senso della storia Quale parte del testo ti fa capire la morale della favola? Sottolineala. Completa il testo. Un leone ed un cinghiale si trovarono a una sorgente per dissetarsi. I due iniziarono a litigare ............................................................................................................................................ ........................................................................................................................................................................................................ ........................................................................................................................................................................................................
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LA FAVOLA
la capra e l’asino Un tale aveva un asino e una capra. La capra era invidiosa dell’asino perché gli davano fin troppo da mangiare; ogni giorno gli ripeteva che lo maltrattavano senza sosta, ora facendogli girare la macina, ora caricandolo di pesi. Gli consigliò pertanto di fingersi malato e di lasciarsi cadere in un fosso, se voleva godere un po’ di riposo. L’asino le diede retta, si buttò giù e si fracassò le ossa. Allora il padrone chiamò il veterinario e gli chiese un rimedio. E il medico ordinò che gli facessero un’infusione di polmone di capra, che lo avrebbe risanato. Così, per curare l’asino, uccisero la capra. Chi pensa inganni contro gli altri è il primo autore delle proprie disgrazie.
COMPRENDO * Di chi era invidiosa la capra? * Che cosa ripeteva ogni giorno all’asino? * Che cosa fece l’asino? * Per salvare l’asino che cosa ordinò il veterinario al padrone? Sottolinea la morale espressa nel testo e racconta la favola.
Esopo
INSIEME Disegnate su foglietti dieci animali e sistemateli in una busta; in un’altra scrivete alcuni proverbi. Un vostro compagno sceglierà dalla prima busta due animali per volta e dall’altra un proverbio (Tra i due litiganti il terzo gode; Chi fa per sé fa per tre; Chi trova un amico trova un tesoro; Chi troppo vuole nulla stringe). Dividetevi in piccoli gruppi e scrivete una favola. A fine lavoro confrontate le favole inventate.
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IL TESTO NARRATIVO
il giovane gambero Un giovane gambero pensò: “Perché nella mia famiglia tutti camminano all’indietro? Voglio imparare a camminare in avanti, come le rane e mi caschi la coda se non riesco”. Cominciò ad esercitarsi di nascosto, tra i sassi del ruscello dove era nato, e i primi giorni l’impresa gli costava moltissima fatica. Quando fu ben sicuro di sé, si presentò alla sua famiglia e disse: – State a vedere. E fece una magnifica corsetta in avanti. La mamma scoppiò in lacrime e cercò di convincerlo a camminare come avevano fatto i suoi nonni, i suoi genitori e i suoi fratelli. Il padre si arrabbiò molto: – Se vuoi fare di testa tua, il ruscello è grande: vattene e non tornare più indietro. Il bravo gamberetto, malgrado volesse bene ai suoi, era convinto di essere nel giusto così abbracciò la madre, salutò il padre ed i fratelli e se ne andò.
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LA FAVOLA – Il mondo va a rovescio, – disse una rana. – Guardate quel gambero e datemi torto se potete. – Non c’è più rispetto – disse un’altra rana. Ma il gambero proseguì per la sua strada. A un certo punto si sentì chiamare da un vecchio gamberone dall’espressione malinconica che se ne stava tutto solo accanto a un sasso: – Anch’io, quando ero giovane, pensavo di insegnare ai gamberi a camminare in avanti. Ed ecco cosa ci ho guadagnato: vivo tutto solo e nessuno vuol parlare con me. Il giovane gambero dentro di sé pensava: “Ho ragione io“ e, salutato gentilmente il vecchio gambero, proseguì il suo cammino. Gianni Rodari
COMPRENDO * * * * *
Che cosa decise di fare il giovane gambero? Che cosa gli dissero la mamma e il papà? Che cosa pensarono le due rane nel vederlo camminare in avanti? Quale consiglio ricevette il giovane gambero dal vecchio gambero? Che cosa pensò il giovane gambero?
* Qual è la morale? Indica con una x l’affermazione corretta. È sempre meglio fare come tutti gli altri. Quando ci si comporta in modo diverso dagli altri si rimane soli. Bisogna insistere in ciò che si crede.
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IL TESTO NARRATIVO
GIOCHIAMO CON LA FAVOLA
la favo la in rima Sottolinea le parole in rima. Poi riscrivi sul quaderno la favola in forma narrativa.
La volpe e il corvo Un corvo aveva un giorno rubato del formaggio e s’era poi, bel bello, posato su di un faggio. Passò di lì una volpe e disse: “Forse è il caso che questo sciocco uccello io meni per il naso.” “Mi scusi, signor corvo, le sembrerò invadente ma non ho mai veduto un tipo più attraente. Scommetto che un uccello sì bello ed elegante dev’essere senz’altro un ottimo cantante.” Il corvo, compiaciuto, pensò: “Mi sembra giusto! d’altronde è risaputo che sono un gran bel fusto.” La volpe, a questo punto, pregò: “Non sia modesto! Mi canti un motivetto le chiedo solo questo!”. Allora, tutto gonfio di boria e vanità quel tonto di un uccello cantò: “Kra! Kra!”. Ma nell’aprire il becco quel corvo poco saggio commise un’imprudenza che gli costò il formaggio. La volpe prese il cacio, facendo: “Marameo!” al corvo che guardava con aria da babbeo. Poi disse: “Vedi, amico non solo non sei bello, ma anche, che disdetta, sprovvisto di cervello”. Adatt. Antonella Ossorio, Tante fiabe in rima, Raffaello
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LA FAVOLA
la rana e il bue Un giorno una rana vide un bue che pascolava tranquillamente e, presa dall’invidia per quella imponenza, cominciò a gonfiarsi sempre di più. Ogni tanto chiedeva alle sue amiche se era diventata più grande del bue, ma quelle puntualmente le rispondevano di no. Allora la rana riprese a gonfiarsi, a gonfiarsi finché scoppiò e morì. Fedro
Completa i fumetti.
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verifica graduata
La lepre e il leone Un leone malvagio terrorizzava tutti gli animali, perché uccideva non per necessità ma per il gusto di fare del male. Gli animali si riunirono per decidere che cosa fare. Non sapendo come difendersi stabilirono che si sarebbero sacrificati a turno: il primo giorno mandarono al leone da mangiare un elefante, il secondo una scimmia, e così via. Venne il turno della lepre, che non aveva la minima intenzione di farsi divorare. Decise che doveva ingannare il leone e si presentò che era mezzogiorno passato. – Cos’è questo ritardo ingiustificato? – ruggì il leone. La lepre, fingendo un grande affanno, rispose: – Lo so, maestà, ma non sono io il colpevole. Lui mi ha trattenuta tanto a lungo... – Lui? – Il leone. – Quale leone? Non ci deve essere alcun leone oltre me nella foresta! Allora dimmi; c’è un altro leone? – ruggì. – Sì, maestà e mi ha trattenuta per chiedermi di portarti una sfida. Dice che quando ti incontrerà ti ridurrà in pezzi. – Portami subito da questo gradasso! – ordinò il leone. La lepre lo condusse presso un profondissimo pozzo. – Abita qua dentro – disse. Il leone si affacciò al bordo del pozzo e vide riflessa nell’acqua l’immagine di un leone grande, forte, feroce e combattivo. Digrignò i denti e si lanciò dentro, pronto alla lotta. Annegò miseramente. Così avvenne che una piccola lepre salvò tutti gli animali della foresta. Mimma Dotti Castelli, Fiabe e leggende dell’India, Edizioni Demetra
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LA FAVOLA verifica graduata Rispondi alle domande. * Chi è il protagonista della fiaba? ............................................................................................................... * È un personaggi fantastico? Perché? ........................................................................................................ .............................................................................................................................................................................................
Numera le scene da 1 a 4.
Indica con una x le frasi corrette. Un leone terrorizzava tutti gli animali della foresta. Non sapendo come difendersi, gli animali stabilirono che si sarebbero ribellati. La lepre, che non aveva intenzione di farsi mangiare, disse al leone di aver incontrato un ippopotamo intenzionato ad ucciderlo. Il leone decise di andare a cercarlo e così la lepre lo accompagnò dove si trovava un pozzo molto profondo. Il leone si affacciò al bordo del pozzo e vide riflessa nell’acqua l’immagine di una tigre feroce. Il leone si tuffò nel pozzo e annegò miseramente. 69
S c o p r i a m o. . .
il mito Il mito è un racconto fantastico con cui gli antichi popoli, che non avevano conoscenze scientifiche, spiegavano l’origine del mondo, la creazione degli esseri viventi e di elementi dei fenomeni naturali.
PERSONAGGI I personaggi sono esseri con poteri straordinari come dèi, eroi, creature fantastiche che compiono imprese incredibili.
LUOGO I luoghi in cui si svolgono i fatti narrati non sono ben definiti. Di solito sono l’Universo e la Terra.
TEMPO Il tempo del mito è un tempo passato spesso indefinito.
FATTI I fatti sono fantastici.
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IL MITO
in principio fu un bozzolo All’inizio del tempo le farfalle non erano farfalle. Erano idee e vivevano nel grande bozzolo. Il grande bozzolo era la testa di un signore, anzi, diciamo pure del Signore, perché allora, in quel luogo che ancora non era luogo, esisteva soltanto Lui. Un giorno il Signore disse: – Sono troppe queste idee! Ho mal di testa! Sarà meglio che ne lasci uscire qualcuna e la realizzi! E così dal grande bozzolo se ne volò fuori un’idea-farfalla tutta azzurra, e allargò le sue ali fino a coprire un immenso spazio che il Signore chiamò cielo. Subito dopo se ne scapparono fuori tantissime idee-farfalle gialle che riempirono tutto il cielo. Il Signore le chiamò stelle. In mezzo a loro se n’era uscita fuori anche una farfalla bruna, un po’ rotondetta che da tanto frullava nella testa del Signore. Il Signore appena la vide rotonda e scura, sospesa nel cielo, disse: – Tu sei la Terra. E se ne andò a dormire col grande bozzolo della sua testa più leggero e meno dolorante.
ESPLORO il testo I personaggi sono: elementi naturali persone ed elementi naturali Il tempo in cui si svolge il racconto è: imprecisato specificato Il racconto si svolge: in un luogo sconosciuto in un luogo aperto Il mito vuol spiegare: l’origine della Terra, delle stelle e del cielo l’origine delle farfalle
Silvia Roncaglia, Il signore delle farfalle, Sinnos editrice
LAVORANDO IN COPPIA
Leggete il mito e a turno raccontate la storia.
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IL TESTO NARRATIVO
il sole e la luna ESPLORO il testo Scrivi i protagonisti di questo mito. ………………………………………… ………………………………………… ………………………………………… …………………………………………
* Che cosa spiega questo mito? Perché la Luna è più piccola del Sole Perché il Sole è splendente Perché la Luna è ambiziosa
All’inizio dei tempi il Sole e la Luna erano della stessa grandezza e brillavano di identica luce: quando uno dei due tramontava, l’altro sorgeva a illuminare il mondo. La Luna, però, non sopportava che il Sole fosse grande e bello come lei, e chiese al Creatore: – Ti pare possibile che in cielo ci siano due re di uguale potere? Non sarebbe meglio che uno obbedisse all’altro? – Sono d’accordo – disse il Creatore. – Vuol dire che tu diventerai più piccola e rifletterai i raggi del Sole. Così la Luna, che era tanto ambiziosa, venne punita, e si lamentò: – Possibile che io debba rimpicciolirmi perché ho detto una cosa giusta? Allora il Creatore volle consolarla: – Ogni volta che riapparirai in cielo, una schiera di stelle ti farà compagnia, come se tu fossi una regina con il tuo seguito. A. Rollero
Completa e racconta. * In principio, il Sole e la Luna …………………………………………………………………….............……..………… * La Luna non sopportava che il Sole ……………………………………………………………….….……..........… * Il Creatore rivolgendosi alla Luna disse che sarebbe …………………………………………..………… ……………………………………………………………………...……………………………………………….........................….…….
* La Luna che era tanto ambiziosa …………………………………………………………........……………………… * Il Creatore per consolarla ………………………….....................…………………………………………….....………… …………………………………………………………………………………………………….....................……………………….….…
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IL MITO
il vestito della terra Tanto tempo fa la Terra aveva una veste sontuosa: boschi immensi, giardini e fiumi. Sulla Terra giocava il vento, che era un bimbo vivace, e non vivevano che bestiole gentili: colombi, cigni, pecore. Ma Jar, il cattivo gigante che abitava sulla stella Rossa, trovò che sulla Terra ci fosse troppa bellezza e troppa pace, e con un’asta lunghissima strappò al nostro povero pianeta il suo abito splendido. Il Cielo, però, ebbe pietà della povera Terra, rimasta nuda e solitaria. Tagliò un gran pezzo del suo raso azzurro e glielo diede in dono. Quindi Pink, il buon gigante che abitava sulla Stella Turchina, trasformò il raso in un luminoso mantello di acqua azzurra. Nacque così il mare. Poi Pink gettò nel mare isole immense e isole piccole, le vestì di alberi e di fiori e le popolò di bestie. Così il mondo ritornò bello e placido. M. Spano, Fiabe e leggende balcaniche, Principato
COMPRENDO Completa e racconta. In principio la Terra aveva
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Jar strappò
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Il Cielo allora
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Poi Pink trasformò
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Così il mondo ritornò bello.
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IL TESTO NARRATIVO
la creazione degli animali Un tempo il Sole aveva un aiutante, si chiamava Napi. Un giorno Napi si era sdraiato a riposare. Non era abituato a tenere le mani ferme e così afferrò un blocco di argilla e si mise a modellare. Fece le statuine di tutti gli animali, le mise ad asciugare, poi le prese in mano a una a una, soffiò loro addosso e attribuì a ciascuna un nome e un luogo dove vivere. Fu così che gli animali popolarono la Terra. Era rimasto solo un piccolo blocchetto di argilla. Napi ci soffiò sopra e disse: – Ti chiamerai uomo e abiterai tra i lupi. Napi non pensò più alle sue creature. Un giorno però queste vennero a protestare perché aveva loro assegnato luoghi inadatti. Egli ascoltò con pazienza e alla fine divise nuovamente la Terra a seconda delle esigenze di ciascuno. Ad alcuni assegnò le montagne, ad altri le praterie, ad altri i boschi, ai pesci le acque. Gli animali furono soddisfatti; solo l’uomo non trovò un posto che gli piacesse ed è per questo che abita dappertutto. Mimma Dotti Castelli, Fiabe e leggende dell’India, Demetra
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IL MITO Completa e rispondi alle domande. * Chi è il protagonista di questo mito? ....................................................................................................................................................................................... .......................................................................................................................................................................................
* Quando si svolgono i fatti? .......................................................................................................................................................................................
* Che cosa spiega questo mito? .......................................................................................................................................................................................
* Che cosa fece un giorno Napi? .......................................................................................................................................................................................
* Che cosa successe poi? .......................................................................................................................................................................................
Scrivi anche tu un mito per spiegare la nascita delle stelle.
Al principio del mondo non c’erano le stelle... * Che cosa accadde un giorno? * Quale dio fece apparire le stelle? * In che modo?
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verifica graduata
Come nacquero i deserti Una volta la Terra era verde e fresca come una foglia appena spuntata. Allah disse agli uomini: – Questo giardino fiorito è vostro, e vostri sono i suoi frutti. Ma per ogni azione malvagia che compirete io lascerò cadere sulla terra un granello di sabbia. Un giorno gli alberi e l’acqua fresca potrebbero così scomparire e non tornare mai più. Per molto tempo le sue parole vennero ricordate, finché un giorno due beduini cominciarono a litigare per la proprietà di un cammello. Appena le parole rabbiose furono pronunciate, Allah gettò al suolo dei granelli di sabbia, ma erano così piccoli che nessuno se ne accorse. Poi gli uomini cominciarono a ingannarsi e a combattere l’uno contro l’altro, tribù contro tribù. La sabbia allora crebbe sempre più finché seppellì i pascoli verdi, cancellò il corso dei ruscelli e cacciò le bestie lontano in cerca di cibo. In questo modo fu creato il deserto, e da allora in poi le tribù vagarono tra le dune, con tende e cammelli, pensando con nostalgia alla verde terra perduta. Francesca Lazzarato, Fiabe della città e del deserto, Mondadori
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verifica graduata Rispondi alle domande. * Chi è il protagonista di questo mito? ........................................................................................... * Quale azione compie quando due beduini cominciarono a litigare? .................................................................................................................................................................................. ..................................................................................................................................................................................
Segna la risposta esatta con una x. Il mito che hai letto è: una storia realistica una storia fantastica
Questo mito spiega: l’origine degli uomini l’origine dei deserti
Secondo questo mito i deserti sono nati: perché Allah ha punito gli uomini per la loro malvagità perché non c’era più acqua nei fiumi Numera correttamente le scene da 1 a 4.
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S c o p r i a m o. . .
la leggenda La leggenda è un racconto popolare che spiega, attraverso la fantasia, perché uomini, animali, piante, fenomeni naturali hanno certe caratteristiche.
PERSONAGGI I personaggi sono persone comuni, animali, piante o elementi della natura dei quali si spiega l’origine.
LUOGO I luoghi sono in genere ambienti naturali e realistici.
TEMPO Il tempo dei fatti è indefinito. I fatti avvengono in un passato lontano.
FATTI I fatti sono fantastici, ma spiegano fatti reali.
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LA LEGGENDA
L’aquila Sapete perché l’aquila ha il becco ricurvo? Non lo sapete? Ascoltate questa storia. Un tempo molto lontano le aquile avevano il becco dritto, come un fuso. E cacciavano gli scoiattoli. Appena li vedevano sulla terra, sugli alberi o fra le rocce, perché gli scoiattoli a volte scalano anche le rocce, calavano in picchiata e… Zac, con il lungo becco infilzavano i poveri animaletti e li divoravano. Spesso li portavano al nido per nutrire i piccoli. Ma a volte lo facevano come gioco. Trafiggevano gli scoiattoli per divertirsi, e questo non era più una cosa naturale o un bisogno per sopravvivere. Allora uno scoiattolo più furbo degli altri si accordò con il Signore per punire le aquile malvagie. Finse di stare al gioco. Si accoccolò sulla roccia e attese l’attacco dell’aquila regina. Accanto a sé sulla sinistra, il picchio gli aveva scavato un buco di salvezza. Quando l’aquila si buttò a capofitto per infilzarlo, lo scoiattolo sparì nel foro praticato dal picchio. L’aquila batté contro la parete rocciosa della montagna con tale violenza che il becco le si piegò e rimase storto per sempre. Punite dal Signore, da quel giorno tutte le aquile hanno il becco adunco e non toccano più gli scoiattoli.
COMPRENDO Indica con una X solo le affermazioni corrette. Un tempo molto lontano le aquile non avevano il becco. Le aquile cacciavano gli scoiattoli. Spesso gli scoiattoli giocavano con le aquile. Un picchio punì l’aquila regina. L’aquila che voleva infilzare lo scoiattolo rimase col becco storto, battendo contro la roccia.
Mauro Corona, Storie del bosco antico, Mondadori
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IL TESTO NARRATIVO
la leggenda dei pesci muti Un’antica leggenda racconta che una volta nessuno sapeva parlare. Gli animali non facevano versi, gli uccelli non cantavano e nemmeno l’uomo sapeva parlare. Un giorno, il signore del canto cominciò a suonare l’arpa e, quando fece vibrare le corde, ogni creatura sulla terra si mise in ascolto. Tutte le creature dei campi e dei boschi, del deserto e della giungla si riunirono e ascoltarono a lungo finché ognuno scoprì il suono più adatto. Alcuni decisero di sibilare, altri di ronzare, certi di abbaiare e alcuni di ruggire, qualcuno di ululare e qualcun altro di fischiare. I pesci, però, furono i più sfortunati. Infatti, essi si rendevano conto che stava accadendo qualcosa di molto importante, ma non riuscivano a capire che cosa fosse. I pesci potevano vedere che tutte le creature della terra e del cielo aprivano e chiudevano continuamente la bocca e il becco, ma essendo sott’acqua non potevano sentire alcun suono. I pesci decisero allora di comportarsi come tutti gli altri esseri del cielo e della terra. Ed è proprio per questo motivo che possiamo ancora oggi vedere i pesci che aprono e chiudono continuamente la bocca, ma senza produrre alcun suono. Jean Cousteau, Il mare nelle leggende, Fabbri
COMPRENDO Rispondi. * * * *
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Cosa fece un giorno il signore del canto? Cosa fecero tutte le creature sulla terra? Perché i pesci furono sfortunati? Che cosa vuol spiegare questa leggenda?
LA LEGGENDA
la leggenda delle lucciole Una volta le lucciole erano tutte nere e non avevano COMPRENDO ancora il lumicino. Uscivano di giorno e volavano sul grano in erba illuminato dal sole. Rispondi. – Che bel campo! – disse il contadino. – Qui c’è un * Com’erano le lucciole tesoro più prezioso dell’oro. tanto tempo fa? Una lucciola udì queste parole. Radunò le sue * Che cosa udì un giorno compagne e disse loro: – Ho udito un uomo, il quale una lucciola? diceva che in questo campo c’è un tesoro più prezioso * Che cosa successe poi? dell’oro. – Cerchiamolo! – dissero le lucciole in coro. – Di giorno non è possibile cercare i tesori. Bisognerà venire nel campo di notte – osservò la prima lucciola. – E come faremo a vedere il tesoro? – Ognuna di noi porterà un lanternino acceso. Detto fatto, la notte si videro sbucar fuori tutte le lucciole con il lumicino addosso. Si misero a cercare di qua, di là in tutte le direzioni. Cercarono ancora col loro lumicino. Cercarono, cercarono e non trovarono nulla. Il tesoro è lì a due dita da loro. È vicinissimo ma non lo riconoscono: è il grano che è più prezioso dell’oro. Piero Bargellini
INSIEME Dividetevi in tre gruppi e ciascuno scriva una leggenda, scegliendo un titolo tra i seguenti. * Perché le rose hanno le spine. * Come le farfalle diventarono colorate. * Come nacquero le fragole. 81
IL TESTO NARRATIVO
La nascita del granoturco Una volta, in un povero villaggio di indiani, giunse una donna anziana che si stabilì per alcuni giorni. Gli abitanti la accolsero gentilmente e la vecchia, per sdebitarsi della gentilezza ricevuta, diede al capo del villaggio delle pietruzze gialle, raccomandandogli di seppellirle nel campo vicino al villaggio dopo la sua partenza. Un giorno, l’anziana donna sparì e dopo un po’ di tempo, nel posto dove erano state seppellite le pietre, crebbero delle pianticelle dalle cui pannocchie, cariche di chicchi gialli, sporgevano dei filamenti simili ai capelli della vecchia. Allora gli indiani capirono che la misteriosa vecchietta aveva lasciato loro un dono prezioso: il granoturco che li avrebbe sfamati per sempre. Racconti degli indiani d’America, Giunti
COMPRENDO Segna con una X le frasi corrette.
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In un povero villaggio di indiani giunse una bellissima fanciulla. La vecchia fu accolta gentilmente dagli abitanti del villaggio. La vecchia diede al capo del villaggio delle pietruzze gialle dicendogli di seppellirle nel campo vicino dopo la sua partenza. L’anziana donna sparì. Nel posto dove erano state seppellite le pietre nacquero i fiori. Gli indiani capirono che la vecchietta aveva lasciato loro un dono prezioso.
LA LEGGENDA
Il gufo tintore Molto, molto tempo fa il gufo faceva il tintore. Tutti gli uccelli andavano da lui per farsi tingere le penne. Il gufo gliele tingeva nei colori più belli, a seconda di come le desideravano. Tutti erano soddisfatti di lui, all’infuori del corvo, che disprezzava l’arte del gufo tintore e decantava sempre il candore immacolato delle sue penne. Ma un bel giorno si stancò di tanta bianchezza, e volò dal gufo dicendogli: – Tingi anche le mie penne. Però le voglio di un colore speciale, nessun altro al mondo lo deve avere. Il gufo ci pensò su un bel po’ prima di decidere il colore da dare alle penne del corvo. E alla fine scelse il nero: – Ora le tue penne sono di un colore unico al mondo. Quando il corvo si accorse in realtà che erano completamente nere come se fosse passato attraverso un camino, montò su tutte le furie. Ma che cosa poteva fare ormai? E da quel giorno, tutti i corvi andarono vestiti di nero. Ma non hanno mai perdonato il gufo. Ogni volta che lo vedono gli si avventano addosso, e se potessero lo farebbero a pezzi. Ed ecco il motivo per cui il gufo sta nascosto durante l’intera giornata, e vola all’aperto in cerca di preda soltanto di notte, quando tutti i corvi dormono. Gianni Rodari, a cura di Enciclopedia della favola, Editori Riuniti
COMPRENDO Cosa spiega questa storia? Trova e sottolinea la risposta nel testo. Completa. Un giorno il corvo, stanco di avere le ...................................... andò dal ....................................... gli chiese di .............................................. Il gufo ci pensò un po’ e ................................................... Quando il corvo si vide tutto ..................................................................................................................... Da allora tutti i ...................................... non ................................................................................................ Per questo motivo .......................................................................................................................................... 83
verifica graduata
il girasole Un giorno, in un giardino, nacque un fiore strano: brutto, storto e con lo stelo sottile. Tutti gli altri fiori lo guardavano con disprezzo e non lo volevano vicino. Il povero fiore soffriva, ma non si lamentava; taceva e guardava il Sole: lo amava e ammirava la sua luce. Il Sole allora si commosse e decise di premiare il fiore: mandò i suoi raggi splendenti sulla sua corolla, circondandola di una stupenda luce d’oro. Allora il fiore crebbe al di sopra degli altri, alto e sottile. – Porterai il mio nome – disse il Sole – e sarai il mio amico prediletto. Con i tuoi petali gli uomini tingeranno d’oro i loro abiti, con i tuoi semi si nutriranno gli uccelli. Così nacque il girasole. M. Spano, Enciclopedia della fiaba, Principato
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verifica graduata Rispondi alle domande. * Chi è il protagonista della leggenda? ....................................................................................................... * Com’era all’inizio? ................................................................................................................................................... * Da chi veniva guardato con disprezzo? ................................................................................................... Colora il riquadro corretto. * * * *
I fatti sono reali fantastici . I fatti si svolgono in un orto giardino . Il narratore narra in terza prima persona. Il tempo in cui si svolge la vicenda è definito indefinito . Illustra la scena mancante. Poi scrivi la relativa didascalia sotto ogni scena.
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Questa leggenda spiega... .................................................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................................................
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DIARIO DI BORDO
COM’È ANDATA? LEGGI E COLORA IL FIORE
MOLTO BENE
COSÌ COSÌ
NON BENE
Comprendo il contenuto e riconosco le caratteristiche di: RACCONTO FANTASTICO
FIABA
FAVOLA
MITO
LEGGENDA
Sei soddisfatto del tuo lavoro? Molto Così così Poco Come ti sentivi durante la prova? Tranquilla/o Sicura/o Hai avuto bisogno di aiuto?
Sì
Un po’ agitata/o Solo un po’
Per nulla
Hai bisogno di esercitarti ancora? No perché
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Sì
perché
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Ripasso con... È un testo narrativo che contiene almeno un elemento fantastico. Narra fatti inverosimili, che non possono accadere nella realtà.
IL RACCONTO FANTASTICO
Che cosa contiene? * Nella fiaba in
genere agiscono: un protagonista, un antagonista, un aiutante che risolve la situazione grazie a un oggetto magico.
* Nella favola i personaggi
in genere sono animali parlanti.
Caratteristiche * Nella fiaba la vicenda si
conclude sempre con un lieto fine. * La favola trasmette sempre un insegnamento: la morale. * Il mito spiega l’origine del mondo, degli esseri viventi e di fenomeni naturali, o racconta le imprese di dèi ed eroi. * La leggenda spiega l’origine o le caratteristiche di piante, animali, luoghi.
* Nel mito i personaggi
sono spesso dèi o eroi che compiono grandi imprese.
* Nella leggenda di solito
i fatti si svolgono in un ambiente immaginario e i personaggi possono essere reali o fantastici.
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o iv t it r c s e d o t s e t il I testi descrittivi ci permettono di immaginare le persone, gli animali, i luoghi come se li stessimo vedendo.
Chi non conosce un prato con gli insetti e con i fiori, col vento che li accarezza, ronzii e profumi, bisbigli e colori... E sui fili d’erba tremanti sorridono le margherite e i papaveri tinti di rosso ascoltano le raganelle che cantano lungo il fosso.
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Con le parole si può spiegare “come sono” le persone, gli animali, i luoghi e le cose. Osserva l’immagine e cerca di far capire a un tuo compagno o compagna la bellezza del prato. Poi descrivi la bambina, il suo cagnolino e la loro felicità.
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S c o p r i a m o. . .
la descrizione La descrizione spiega con le parole le caratteristiche di persone, animali, ambienti, fenomeni atmosferici e cose.
Gli elementi descritti possono essere reali o di fantasia.
La descrizione arricchisce la narrazione ricorrendo a un linguaggio ricco di dati sensoriali, di paragoni, di metafore, di aggettivi qualificativi necessari per esprimere sensazioni ed emozioni.
Per descrivere si può seguire un ordine: LOGICO Dal generale al particolare o dal particolare al generale.
SPAZIALE * Dall’esterno all’interno o viceversa, * da destra a sinistra o viceversa, * dall’alto al basso o viceversa, * da vicino a lontano o viceversa.
TEMPORALE L’autore descrive un fenomeno in un dato momento e segue i cambiamenti che avvengono nel tempo.
Il linguaggio descrittivo utilizza i dati sensoriali: DATI VISIVI DATI UDITIVI DATI OLFATTIVI DATI TATTILI DATI GUSTATIVI 90
colore, dimensione, forma, posizione, movimento. suoni e rumori, versi di animali, voci umane.
odori, profumi. superficie, umidità, materiale, temperatura. sapori.
IL TESTO DESCRITTIVO
percorsi descrittivi PERCORSO LOGICO La mia stanza è grande, luminosa e si affaccia su un ampio cortile. È il luogo in cui mi rifugio volentieri con mio cagnolino Rochi. È una stanza speciale: il pavimento è rivestito da una moquette blu, le porte sono azzurre e la tappezzeria a onde con pesciolini mi fa sentire un vero pirata. A volte ho la sensazione di stare dentro il mare o su un bellissimo veliero. PERCORSO SPAZIALE Laggiù in campagna, vicino alla strada, si trovava una villa con un bel giardino pieno di fiori. Fuori dal cancello, in mezzo a un bel prato, era cresciuta una margherita. Il sole splendeva su di lei facendola crescere molto in fretta. Adatt. da H. C. Andersen, Le più belle fiabe, Lisciani
PERCORSO TEMPORALE Per sette giorni e per sette notti fu come se la città fosse sparita. I fiocchi continuavano a cadere così anche la casa dello zio rimase sepolta rapidamente. Poi smise di nevicare e ci fu possibile uscire di casa, non potevamo credere ai nostri occhi. La città sembrava in bianco e nero, come i film di una volta. Xosè Cernerìo, Neve, poi neve e poi neve, Piemme
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IL TESTO DESCRITTIVO
DESCRIVERE PERSONE
Per descrivere persone, animali e luoghi è necessario prima raccogliere informazioni attraverso i cinque sensi: vista, udito, tatto, olfatto e gusto (dati sensoriali). Molto importanti nelle descrizioni sono gli aggettivi e i paragoni o similitudini.
mia sorella Mia sorella Cristina ha i capelli corti e ricci. Ha il naso piccolo come una ciliegina e quando si raffredda sembra un rubinetto guasto. Mia sorella si muove in continuazione: sembra che abbia un sacco di pulci addosso. Quando ha fame strilla forte forte come la sirena dei pompieri. Di colpo le sue morbide guance diventano rosse. Cristina mangia di tutto, adora le dolcissime ciambelle zuccherate che prepara la nonna. La sua boccuccia ha sempre un buon odore. Rosa Dattolico
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DATI VISIVI: dimensione, colore, forma, posizione, movimento. DATI UDITIVI: suoni, rumori, voci, versi. DATI TATTILI: materiale, superficie, temperatura. DATI GUSTATIVI: sapori. DATI OLFATTIVI: profumi, odori.
LE PERSONE IL TESTO DESCRITTIVO
il babbo, la mamma e debbora Debbora vive con sua madre e suo padre. La madre è magrissima ed è fissata con la bellezza. Infatti di mestiere fa la parrucchiera, ma sa anche truccare, dipingere le unghie e costruire parrucche. Il suo sogno è quello di mettere le mani sulla testa di Debbora e provare su di lei le sue acconciature. Suo padre è bruno: tutto lavoro, calcio e TV. È grassoccio e basso e per questo costituisce un problema per la moglie che sognava un marito alto e snello come Ken di Barbie. Alla fine anche lei alla Barbie non somiglia per nulla! Il babbo SCRIVO è costretto dalla mamma a stare a dieta, ma di notte Descrivi un si fa dei panini enormi con i würstel e la maionese e componente della tua spesso li divide con la figlia. famiglia, mettendo Debbora è magra come uno stecco e ha i capelli in evidenza alcuni aspetti particolari del lunghi e biondi. È estroversa e le piace stare con gli fisico e del carattere. altri. Quando sta senza far nulla, si annoia, è più forte Per evidenziare di lei. Chiara Rapaccini, Debbora va in tivvù, Piemme Junior
Completa.
quest’ultimo, puoi raccontare un breve episodio.
Aspetto fisico
Carattere
Madre
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Padre
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Debbora
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IL TESTO DESCRITTIVO
DESCRIVERE PERSONE
momo Sottolinea con colori differenti le parole che descrivono l’aspetto fisico di Momo e l’abbigliamento. Che carattere avrà Momo? Immagina e completa sul quaderno.
Momo era piccola e magrolina. Aveva una testa selvaggia con tanti ricci neri. Aveva grandi occhi neri e i piedi quasi dello stesso colore. Soltanto in inverno, e non sempre, portava scarpe diverse per forma e per colore e soprattutto larghe. Momo non possedeva niente, al di fuori di quello che trovava qua e là o che le regalavano. La sottana, che le arrivava fino alle caviglie, era rossa, gialla, verde, insomma era fatta di toppe di tutti i colori. Sopra la gonna portava una vecchia giacca lunga e larga con le maniche di molto rimboccate ai polsi. Ma Momo non voleva accorciarle. Michael Ende, Momo, Sei
Ecco lo schema che potrai tener presente per descrivere una persona.
INTRODUZIONE: presentare chi si vuol descrivere. ASPETTO FISICO: occhi, capelli, corporatura, abbigliamento, espressione del viso… CARATTERE: com’è? (gioviale, gentile, severo, nervoso, calmo…) COMPORTAMENTO: cosa ama fare? Quali sono le sue abitudini? 94
mi alleno con
la scrittura Modifica gli elementi che caratterizzano Momo e trasformala in una graziosa e gentile ragazzina.
DESCRIVERE PERSONE
IL TESTO DESCRITTIVO
Huck, il terribile Sottolinea nel testo le parole che descrivono l’abbigliamento e il comportamento di Huck.
Huck, il peggiore monello del villaggio, era il terrore di tutte le mamme e il modello di tutti i ragazzini. Portava sempre abiti da uomo che gli cascavano da tutte le parti. Aveva un cappello sfondato, con la tesa staccata, in modo che da un lato sembrava una mezzaluna. A volte indossava un soprabito che gli arrivava alle calcagna, sosteneva i pantaloni con una sola bretella pertanto gli strisciavano sotto i piedi. Ma Huck non si preoccupava di rimboccarli. Huck faceva tutto ciò che voleva: dormiva all’aperto nella bella stagione e in una botte vuota quando pioveva. Era libero di andare a pescare e a nuotare dove e quando voleva. Non andava a scuola e non doveva ubbidire a nessuno. M. Twain, Le avventure di Tom Sawyer, Carroccio
SCRIVO Le descrizioni sono inserite spesso all’interno di un testo narrativo. Continua il testo sul quaderno, immaginando che cosa successe un giorno ad Huck mentre andava a pescare. Puoi incominciare così: Un giorno Huck, mentre raggiungeva il fiume, sentì uno strano rumore che proveniva da un cespuglio…
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IL TESTO DESCRITTIVO
DESCRIVERE PERSONE
Visita alla zia Il cancello cigolando si aprì. Lo spingeva con fatica un vecchio dalla lunga barba bianca, vestito con pantaloni e una camicia dalle maniche rimboccate. Un vialetto serpeggiante costeggiava sulla destra una collinetta ricca di vegetazione e sulla sinistra un prato con un ombrellone e due sedie a sdraio. Pochi attimi dopo l’auto si fermò davanti alla villa e zia Jolanda uscì. Era vestita di bianco e anche i suoi capelli che incorniciavano il volto erano candidi. Baciò i tre ragazzi in ordine di età. Improvvisamente si sentì un frullare d’ali e un pappagallo ornato di piume multicolori si appollaiò su una piccola palma gracchiando qualcosa. R. Giovannoli, Il mistero dell’Isola del Drago, Piemme Junior
ESPLORO il testo Sottolinea nel testo le parole che: * descrivono i due signori * indicano che cosa appare a destra e a sinistra del vialetto Quali dati sensoriali ha usato lo scrittore per descrivere il pappagallo? Segna con una X. Dati visivi Dati uditivi Dati olfattivi Dati gustativi Dati tattili 96
DESCRIVERE PERSONE
LE PERSONE IL TESTO DESCRITTIVO
N inA
ESPLORO il testo I bambini andavano sempre volentieri dalla * Che carattere ha Nina? nonna perché erano certi di trovare la Nina. * A chi viene paragonata? La Nina era una vecchietta piccola e brutta * Perché esce spesso a fare come la befana e raccontava sempre le storie la spesa? più divertenti che si possano immaginare. * Che lavoro fa Nina? – Ma dove le trovi? – chiedevano papà e mamma. Nel testo è presente – Sul giornale – rispondeva lei. una similitudine. Allora andavano a vedere in tutte le pagine, Sottolineala. ma trovavano solo catastrofi e annunci pubblicitari. Lei rideva, guardandoli con aria furba e strizzava l’occhio ai bambini. Usciva molto spesso a fare la spesa, anche perché dimenticava spesso almeno un pacchetto e, se la nonna le dava la lista, non portava a casa nemmeno quella. Quando la nonna la vedeva entrare, si arrabbiava talmente che le girava le spalle e si metteva a lavorare a maglia davanti alla televisione. La Nina ridacchiava, togliendosi il fazzoletto con le frange, si metteva in pantofole e cominciava a parlare tra sé, preparando la tavola. Marilia Righetti
SCRIVO Completa il testo, aggiungendo altri particolari relativi all’abbigliamento e al carattere dell’anziana governante. 97
IL TESTO DESCRITTIVO
LA DESCRIZIONE E LA NARRAZIONE
L’uomo misterioso Il signor August Sebastian Bennett era davvero un tipo assai bizzarro. Si era trasferito in quella piccola cittadina da poco più di un anno. Aveva acquosi occhi azzurri, infossati come biglie nella sabbia in un girotondo di rughe profondissime che parevano solchi. Folte sopracciglia scure stonavano con i capelli completamente bianchi nascosti, il più delle volte, sotto un cappello. Le labbra sottili non sorridevano mai. Era alto e magro, quasi appeso ai vestiti che erano un po’ più larghi del dovuto, alla giacca e alla cravatta che indossava anche in piena estate, con i pantaloni tenuti su da un paio di bretelle. Doveva essere sicuramente molto anziano. Sembrava che di anni ne avesse come minimo un migliaio. Aveva la fama di essere un burbero, non parlava mai con nessuno e a chi lo incontrava propinava solo un buongiorno e un buonasera non troppo convinti. Se ne stava sempre per conto suo. In giro si diceva che detestasse la gente e in modo particolare i bambini. Ma, al di là del nome e del cognome, nessuno sapeva nulla di lui. Nessuno sapeva da dove venisse, nessuno sapeva perché si fosse trasferito proprio in quella piccola cittadina. C. Ciccoli, Il segreto dei libri perduti, Piemme
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IL TESTO DESCRITTIVO ESPLORO il testo Il testo descrive un anziano signore: nome, età, abbigliamento, aspetto fisico, carattere e comportamento. Completa il testo, ma prima sottolinea i vari aspetti che caratterizzano il personaggio. L’anziano signore si chiamava
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aveva
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era un tipo
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Aveva
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Indossava vestiti piuttosto
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Aveva la fama di essere un
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LAVORANDO IN COPPIA Tu e il tuo compagno di banco completate il testo, immaginando ciò che potrebbe capitare un giorno all’anziano signore mentre fa la spesa in un supermercato.
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IL TESTO DESCRITTIVO
DESCRIVERE PERSONAGGI FANTASTICI
trillo, il troll che sorrise Trillo era un troll serio serio e non era affatto carino, cioè non è che fosse un brutto troll: aveva mani e piedi con solo quattro dita, un lungo naso bitorzoluto e una coda dal folto pelo, come ogni troll. Anche se aveva folte sopracciglia e uno sguardo severo, Trillo era un tipo abbastanza socievole e gli sarebbe piaciuto fare quattro chiacchiere con gli altri abitanti del bosco, ma quando se ne andava a spasso gli succedeva spesso di restare male: se incontrava una lepre, quella storceva il naso e saltava via; le volpi e le faine si giravano dall’altra parte, le rane smettevano di gracidare e gli uccelli si andavano ad appollaiare sui rami più alti degli alberi. Ogni volta Trillo ci restava male, perché anche se non sorrideva mai, non era affatto un troll cattivo. Cominciò a pensare che tutti gli animali lo evitassero perché era troppo brutto e che forse, se avesse migliorato il suo aspetto, volpi, lepri, faine, rane e uccelli non lo avrebbero trattato così. Per farsi bello, prese foglie e rametti profumati e ne infilò manciate dappertutto; sul cappello piantò fiori di tutti i tipi e ne mise anche sulla coda, ma la cosa non funzionò. Un giorno Trillo, triste e deluso, si sedette in riva a un fiume. – Tutti mi rifuggono: sono proprio così brutto? – chiese all’acqua.
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LAVORANDO IN COPPIA tu e il tuo amico scrivete un testo descrittivo su Trillo modificando il suo aspetto fisico.
IL TESTO DESCRITTIVO – No – gli rispose la cascatella tintinnando, – il fatto però è che tu non sorridi mai. Prova a farlo ogni tanto: un sorriso è la migliore cura di bellezza. Trillo allora fece prove su prove per imparare a sorridere. Quando ci riuscì, andò nel bosco e incontrò la lepre. – Ciao, Troll! – gli disse quella senza fuggire. Meravigliato, Trillo sgranò gli occhi e la sua bocca si aprì in un bel sorriso. S. Bordiglioni, Storie sotto il tetto, Einaudi
ESPLORO il testo Sottolinea con colori diversi: le parole che descrivono l’aspetto fisico di Trillo; il comportamento degli animali del bosco nei suoi confronti. Completa il testo e racconta.
Trillo era molto triste, perché tutti gli …………………...........………...............................................................................
Allora pensò di farsi bello e così …………………...........………................................................................................ ……………………………………………………………………..
ma la sua idea
non funzionò. Un giorno chiese aiuto all’acqua che gli
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IL TESTO DESCRITTIVO ESPLORO il testo Sottolinea nel testo con colori differenti le parole che descrivono l’aspetto fisico e il carattere del signore Orcocane e della signora Orcamiseria. * I dati sensoriali presenti nel testo sono: visivi olfattivi gustativi tattili uditivi
DESCRIVERE PERSONAGGI FANTASTICI
gli orchi Il signore Orcocane e la signora Orcamiseria erano marito e moglie. Erano due persone invidiose, pettegole e dispettose. Siccome Orcamiseria, un donnone alto quasi due metri e con il fisico da sollevatore di pesi, era anche curiosa, spesso si appostava sui pianerottoli, appoggiava l’orecchio sul buco della serratura e ascoltava quello che si dicevano gli altri inquilini. Si divertiva un mondo quando scopriva che qualcuno stava litigando, aveva l’influenza o il raffreddore, oppure si era pestato un dito nel piantare un chiodo. Orcocane era un tipo più tranquillo, seppure malefico quanto la consorte. Era completamente diverso come aspetto fisico: piccolo, magrolino, pallido, con in testa pochi ciuffi di capelli di diversi colori (giallo, arancione, verde) che sembravano aiuole attraversate da sentieri pelati. Il fiato dell’orca, come quello dell’orco, odorava di aglio, petrolio, peperone e polvere da sparo, tanto che una volta gli orchi, come i draghi, erano in grado di sputare fuoco. G. Pederiali, Le case dei sogni bambini, Paravia Bruno Mondadori
SCRIVO Segui la struttura del testo e descrivi un orco simpatico e combinaguai.
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DESCRIVERE ANIMALI
IL TESTO DESCRITTIVO
cecchina Sottolinea con colori diversi l’aspetto fisico, il comportamento di Cecchina e la similitudine.
Cecchina, una giovane cornacchia, abitò in casa mia per sette anni. Era bellissima: aveva le penne morbide come il velluto e due occhi vivi e attenti a tutto ciò che accadeva intorno a lei. Era diventata una cornacchia domestica, spesso si posava su una spalla o sul ginocchio di uno di noi; tirava persino con il becco l’orlo della gonna della mamma se voleva farsi dare un pezzetto di carne. Faceva il bagno ogni giorno, ma l’acqua doveva essere tiepida e limpida. Ogni tanto, se disturbata, emetteva un suono breve e stridulo. Era curiosissima: quando arrivava un pacchetto a casa non si dava pace finché non ne aveva visto il contenuto!
Ecco lo schema che potrai tener presente per descrivere un animale. INTRODUZIONE:
presentare l’animale che si vuol descrivere. ASPETTO FISICO:
corporatura, muso, occhi, orecchie, coda, colore del pelo. CARATTERE:
com’è? (giocherellone, curioso, tranquillo, vivace…). COMPORTAMENTO: cosa gli piace fare?
Grazia Deledda
Sottolinea i dati sensoriali e inseriscili in tabella. Dati tattili
Dati uditivi
Dati visivi
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SCRIVO Descrivi un grazioso pappagallino chiuso in una gabbietta, utilizzando opportunamente i dati sensoriali. 103
IL TESTO DESCRITTIVO
DESCRIVERE ANIMALI
lampone Ho conosciuto molti cani nella mia vita, ma nessuno come Lampone. Non si sapeva a che razza appartenesse. Qualche volta si svegliava nel cuore della notte e, mezzo insonnolito, gli veniva l’idea di essere un cane da guardia: al minimo scricchiolio incominciava ad abbaiare, svegliando tutto il caseggiato. Per un certo periodo gli si ficcò in testa l’idea di essere un cane di San Bernardo e fummo costretti a farlo andare in giro con una fiaschetta di liquore al collo. La notte, Lampone veniva a strapparci le lenzuola dai letti credendoci sepolti sotto la neve. Poiché era molto intelligente, gli insegnammo ad aprire la porta di casa. Dopo pochi giorni cominciammo a vedere cani sconosciuti che si aggiravano per casa. – Di chi saranno? – ci chiedevamo. Finalmente si scoprì il mistero: Lampone dava appuntamento in casa ai suoi amici e, quando li sentiva raspare fuori, andava ad aprire la porta. Achille Campanile
ESPLORO il testo Sottolinea nel testo le parole che descrivono il comportamento di Lampone. Poi rispondi alle domande. * Come si comporta Lampone quando crede di essere un cane da guardia? * E quando pensa di essere un cane di San Bernardo? * Cosa fa Lampone dopo aver imparato ad aprire la porta? Segna con una X la risposta corretta. * A quale razza apparteneva Lampone? Non si sapeva A una razza pregiata 104
DESCRIVERE ANIMALI
Pluto e Giovanna Avevamo due gatti persiani: goffi, pelosi, tondi come la luna, simili a due piccoli mammut di razza. I nobilgatti, li chiamavamo. Pluto era un gatto enorme, nero, con la faccia arrabbiata e una vocina sottilissima. La moglie Giovanna era una persiana azzurra, detta anche Gatta Seduta, per la sua abitudine di sedere in mezzo al corridoio. Col tempo i due nobilgatti adottarono la consuetudine di stare a tavola con noi. All’ora dei pasti Pluto e Giovanna salivano sulla panca sollevandosi sulle zampe posteriori, appoggiavano le anteriori alla tovaglia, guardandoci con gli occhi arancioni in attesa. Le zampe ai lati dei rispettivi piattini, mangiavano composti ad occhi bassi. Pluto e Giovanna
IL TESTO DESCRITTIVO
ESPLORO il testo Sottolinea nel testo, con colori diversi, le parole che descrivono l’aspetto fisico, il carattere, il comportamento dei due gatti persiani e la similitudine.
SCRIVO Un giorno i due gatti, che avevano l’abitudine di schiacciare un sonnellino in giardino, furono sorpresi da un grosso cane… (continua tu sul quaderno).
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IL TESTO DESCRITTIVO
DESCRIVERE AMBIENTI
il piccolo negozio Sottolinea nel testo i dati di posizione.
C’erano molti altri clienti e Laura, mentre aspettava di essere servita, ne approfittò per guardarsi intorno. L’aspetto del negozio le piaceva molto. Era piccolo, poco illuminato e senza pretese. Frutta e verdura erano tutte ammassate insieme in disordine. A destra, sul piano inclinato della vetrina, tra le mele, le mele da cuocere con la buccia ruvida, i vassoi di noci, di castagne e di nocciole, c’era un cesto di uova lisce e scure, come se fossero un altro tipo di frutta secca. Sull’altro lato della stanza c’era uno scaffale di legno con i barattoli di marmellata fatta in casa e le bottiglie di frutta sciroppata. Sul pavimento, al centro, c’era un mucchio di rape sporche. Era come se i resti dell’estate avessero trovato rifugio in quel negozio. S. Towsend Warner
Che impressione ha Laura osservando il negozio?
Completa la descrizione. Il negozio era
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A destra
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Sull’altro lato della stanza
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Al centro
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SCRIVO Seguendo la stessa struttura, descrivi anche tu un negozio che frequenti abitualmente.
DESCRIVERE AMBIENTI
il giardino della nonna Io mi chiamo Michele. Spesso vado a trovare la nonna. Abita in una villetta non molto lontana da noi. La sua casa è uguale a tutte le altre case della via… ma il giardino è molto diverso da tutti gli altri giardini. La nonna lo chiama la sua «giungla». In effetti, con il passare degli anni è cresciuto un po’ troppo. Le margherite si confondono tra i ranuncoli e i soffioni. Le ortiche si aggrovigliano fra i rovi e soprattutto fra tante erbacce. La nonna non ama fare giardinaggio, preferisce starsene seduta ad ascoltare gli insetti che ronzano e gli uccellini che cantano. Infatti, l’aria del giardino della nonna è tutta un pigolio, un trillo, un cinguettio. Un fru fru di voli matti. Un giorno io e la nonna abbiamo anche scavato una buca, poi l’abbiamo foderata con della plastica e così le salamandre e le rane hanno avuto uno stagno per giocare e… gracidare. Da allora è un continuo «cra cra». Insomma, il giardino della nonna non è ben curato, ordinato e silenzioso come quello del signor Lindo, che abita di fianco alla nonna, ma è il giardino più verde di tutta la città.
IL TESTO DESCRITTIVO ESPLORO il testo Come ti sembra il giardino della nonna di Michele? Quali dati sensoriali usa Michele per descriverlo? Segna con una X. Uditivi Visivi Olfattivi Tattili Gustativi Seguendo la struttura del testo descrivi anche tu un giardino, utilizzando opportunamente i dati sensoriali.
Colin West, La giungla della nonna, Piemme Junior
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IL TESTO DESCRITTIVO
ESPLORO il testo
* * * *
Rispondi alle domande. Quale ambiente viene descritto? È un ambiente realistico o fantastico? Dove si trova? Si tratta di un ambiente angusto o confortevole? Sottolinea nel testo le parole che lo fanno capire.
DESCRIVERE AMBIENTI FANTASTICI
La caverna dello hobbit In una caverna sotto terra viveva uno hobbit. Non era una caverna brutta, sporca, umida, e neanche una caverna arida, spoglia, sabbiosa, con dentro niente per sedersi o da mangiare: era una caverna hobbit, cioè comodissima. Aveva una porta perfettamente rotonda come un oblò, dipinta di verde, con un lucido pomello d’ottone proprio nel mezzo. La porta si apriva su un ingresso a forma di tubo, come un tunnel: un tunnel molto confortevole, con pareti foderate di legno e pavimento di piastrelle ricoperto di tappeti, fornito di sedie lucidate e di un gran numero di attaccapanni per cappelli e cappotti: lo hobbit amava molto ricevere visite. Il tunnel si snodava inoltrandosi più profondamente nel fianco della collina e molte porticine rotonde si aprivano su di esso, prima da una parte e poi dall’altra. Le camere da letto, i bagni, le cantine, le dispense (molto numerose), i guardaroba (c’erano camere intere destinate ai vestiti), le cucine, le sale da pranzo erano tutte sullo stesso piano, anzi sullo stesso corridoio. Le camere migliori erano tutte sul lato sinistro, perché erano le sole ad avere finestre che davano sul giardino e sui campi dietro di esso, lentamente degradanti verso il fiume. J. R. R. Tolkien
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DESCRIVERE AMBIENTI FANTASTICI
La stanza della strega
IL TESTO DESCRITTIVO ESPLORO il testo
La porta dell’ultima stanza è socchiusa. Tutta la casa è immersa nell’oscurità e dal fondo del corridoio filtra un riverbero di luce rossastra. Ma insomma cosa c’è là dentro? Avanti, proviamo ad entrare. Le pareti sono tutte dipinte di nero, e dal soffitto pendono enormi ragnatele e mazzi di erbe secche. Su uno scaffale ci sono innumerevoli flaconcini pieni di polveri colorate, scatolette che ogni tanto cambiano posto da sole, barattoli grandi e piccoli con etichette che dicono “Bava di rospo liofilizzata” o “Peli di ragno del Madagascar”. Da una parte c’è un grande tavolo ingombrato da recipienti, alambicchi, mortai col pestello, fiale, bottiglie, palle di cristallo. In un angolo, su un fornello, sta cuocendo una ripugnante mistura giallastra, che manda un fetido odore di formaggio scaduto da molti anni. In mezzo alla stanza c’è una donna alta, magra, coi capelli rosso fuoco, un cappello nero a punta e un ampio mantello di velluto pure nero.
Il testo descrive: un ambiente interno un ambiente esterno La descrizione segue un ordine: logico spaziale Come ti sembra la casa della strega? Utilizza alcuni aggettivi per definirla. ................................................... ................................................... ................................................... ................................................... ................................................... ................................................... ................................................... ................................................... ...................................................
T. Merani, Una maestra così, Mondadori
SCRIVO Come potrebbe essere la casa di una fata? E di uno gnomo? Immagina, illustra e descrivi sul quaderno, utilizzando i dati sensoriali e inserendo qualche similitudine. 109
verifica graduata
il cucciolo All’età di sette anni avevo ricevuto in regalo un cagnolino ed ero diventato mezzo matto per la contentezza di averlo. Anche lui sembrava contento di essere con me e, per mostrarmi il suo entusiasmo, si metteva sulla schiena e agitava le zampe. Era proprio piccolo, tanto che non riuscì per molto tempo a salire i gradini delle scale! Aveva il pelo nero e lungo e io lo avevo tosato come un leoncino. Il mio gioco preferito con il cagnolino era questo: quando andavamo a passeggio in campagna, lo mettevo su un sasso sporgente e mi allontanavo senza che lui osasse saltare .Poi mi nascondevo. Il cane prima strillava, poi riusciva a trovare il modo di scendere e correva a caccia: questo mi divertiva perché il cucciolo guardava dietro tutte le pietre, si affacciava alle piccole fosse e impazziva. Che festa quando, dopo un po’, finalmente mi facevo ritrovare! Antonio Gramsci, L’albero del riccio, Piccoli
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verifica graduata Segna con una x la risposta giusta. Quale regalo aveva ricevuto il bambino all’età di sette anni? Un gattino Un cagnolino
La frase “ero diventato mezzo matto per la contentezza” vuol dire che: era contento era fuori di sé dalla gioia In che modo il cagnolino manifestava il suo entusiasmo? Si metteva sulla schiena e agitava le zampe Correva per tutta la casa Sottolinea nel testo la parole che descrivono l’aspetto fisico del cagnolino e poi segna l’illustrazione corretta.
Completa.
Il bambino e il cagnolino si divertivano quando
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Il bambino metteva il cagnolino su un sasso sporgente e si allontanava. Il cagnolino riusciva a trovare il modo di scendere e guardava ..................................... .................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................
Quando il cucciolo trovava
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DIARIO DI BORDO
COM’È ANDATA? LEGGI E COLORA IL FIORE
MOLTO BENE
COSÌ COSÌ
NON BENE
So descrivere: PERSONE
ANIMALI
AMBIENTI
Sei soddisfatto del tuo lavoro? Molto Così così Poco
Come ti sentivi durante la prova? Tranquilla/o Sicura/o
Hai avuto bisogno di aiuto? Sì Solo un po’
Un po’ agitata/o
Per nulla
Hai bisogno di esercitarti ancora? No perché
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Sì
perché
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Ripasso con...
Il testo descrittivo spiega le caratteristiche di persone, animali, ambienti, oggetti sia reali che fantastici.
Utilizza i dati sensoriali: visivi, uditivi, gustativi, olfattivi e tattili, aggettivi e similitudini che ne definiscono le caratteristiche rendendo la descrizione più ricca e precisa.
IL TESTO DESCRITTIVO Le descrizioni seguono spesso un ordine. Le descrizioni di persone e di animali descrivono: * l’aspetto fisico, * il carattere, * il comportamento. Le descrizioni di luoghi descrivono: * dal generale al particolare o viceversa, * dall’esterno all’interno o viceversa, * da destra a sinistra o viceversa, * dall’alto al basso o viceversa, * da vicino a lontano o viceversa.
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il testo poetico I testi poetici usano parole per creare immagini e per esprimere in modo originale pensieri ed emozioni.
Che belle parole se si potesse scrivere con un raggio di sole.
Che parole d’argento se si potesse scrivere con un filo di vento. G. Rodari
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IL TESTO POETICO
PAROLE IN POESIA
Recita anche tu una filastrocca che conosci e che utilizzi per alcuni giochi.
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S c o p r i a m o. . .
Il testo poetico
I testi poetici sono testi particolari che suscitano emozioni, sensazioni e pensieri, utilizzando le parole in modo originale.
La poesia ha lo scopo di raccontare, descrivere la realtà, esprimere emozioni e sentimenti con immagini originali.
STRUTTURA Il testo poetico è scritto in versi (parole disposte in righe più o meno lunghe). I versi sono raggruppati in strofe separate da uno spazio.
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La filastrocca è un testo poetico gioioso e divertente e aiuta a imparare in modo piacevole. Contiene parole in rima cioè parole che terminano con gli stessi suoni.
MUSICALITÀ * Rime * Onomatopee * Allitterazione danno alla poesia un suono musicale.
IMMAGINI * Similitudini * Metafore creano immagini nuove per suscitare emozioni nel lettore.
IL TESTO POETICO
la filastrocca La filastrocca contiene sempre parole in rima cioè parole che finiscono sempre con gli stessi suoni. Se la rima è fra due versi consecutivi si ha la rima baciata.
IL CERBIATTO Sottolinea le parole in rima.
All’alba chi vidi sul prato nevoso? Un dolce cerbiatto dall’occhio curioso; leggero, chiazzato, col naso bagnato spiccava grazioso sul bianco del prato.
verso
Ma quando aprii e mi misi a gridare che ero suo amico e mi stesse ad aspettare, alzò la codina e in un battibaleno sparì nella macchia, più svelto di un treno!
strofa
Kathrin Jackson, 365 storie, Mondadori
Nella POESIA Da quanti versi è formata la filastrocca? 6 7 8 Da quante strofe? 2 3 4 * Che cosa vede il bambino sul prato coperto di neve? * Com’è? * Che cosa fa il cerbiatto quando il bambino gli dice che è suo amico e che vuole che lo aspetti? 117
IL TESTO POETICO
La filastrocca Completa la struttura della rima per ogni poesia.
Franco nervetti Questa è la storia di Franco Nervetti convinto d’essere senza difetti. Che avesse torto oppure ragione troncava sempre la discussione. E per sentirsi ancor più sicuro finì per parlare soltanto col muro. Guido Quarzo
A A B B
Rima baciata La rima è baciata quando due versi consecutivi rimano tra loro, seguendo lo schema A A B B
Desideri Voglio l’erba sulla pelle Voglio correre nei venti E lo zucchero di stelle Voglio romperlo tra i denti Voglio far le mie domande Ad un albero, ad un fiume Voglio diventare grande Senza perdere le piume Voglio i nomi e i cognomi Delle cose che non so Voglio due cugini gnomi Voglio quello che già ho Voglio il sole di domani Con le lucciole di ieri Voglio qua, sopra le mani Desideri, desideri! B. Tognolini
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A B A B
Rima alternata La rima è alternata quando si ripete un verso sì e uno no, seguendo lo schema A B A B
IL TESTO POETICO
Versi in rima Sottolinea nelle poesie le parole che sono in rima tra loro.
Filastrocca dell’acqua Acqua fuggita dalla sorgente Chiudo le dita e non stringo niente Acqua canzone fatta di fresco Voglio cantarti ma non ci riesco Acqua leggera, vento da bere Stai prigioniera nel mio bicchiere Scivola in bocca, scivola in gola Sei filastrocca ma senza parola Scivola giù per gole segrete Non c’è più acqua, ma non c’è più sete. Bruno Tognolini, Rima rimani, Rai Eri
Il gioco della rima Questo è il gioco della rima, quale mai sarà la prima? Cominciamo dal principio rimerà col municipio, dove il sindaco ha la giunta, la matita con la punta, il bilancio, il resoconto è un discorso sempre pronto. Rotto il ghiaccio puoi rimare con la cosa che ti pare, per esempio con la panna con la ninna e con la nanna.
* Le parole in rima delle poesie si trovano: in versi vicini in un verso sì e in uno no
V. Melegari
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IL TESTO POETICO
LA SIMILITU DIN E La similitudine è un‘immagine poetica che consiste nel paragonare un oggetto, un animale, una persona a qualcosa che le somiglia per qualche caratteristica. La similitudine è introdotta da: “come”, “sembra”, “pare”, “somiglia a”… Sottolinea le similitudini presenti nelle poesie e trascrivile sui puntini.
Il vento
La mia terra è dorata
Ascolto il vento. Mi sussurra: sono forte come un masso che rotola dalla montagna. Mi sussurra: ti spingo indietro come un palloncino alto e libero nel cielo. Mi sussurra: volo alto e potente come un’aquila in cielo.
La mia terra è dorata... somiglia alla fiamma il grano brucia ma non si consuma.
“La natura nelle poesie di adulti e bambini”, a cura di Mario Lodi
Daniel Vapujan
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La mia terra è dorata passano come lampi in mezzo alle spighe vespe e calabroni.
Completa le frasi. * I corvi sopra la neve somigliano ............................................................................................................ * Le nuvolette bianche sembrano ............................................................................................................ 120
IL TESTO POETICO
LA METAFORA La metafora è una similitudine abbreviata: due elementi vengono paragonati tra loro senza utilizzare le parole “come” o “sembra”.
Il mio cuore è un prato Il mio cuore è un prato. Qualche fiore bianco qualche fiore giallo. Sul grano nuovo un pettirosso si leva in volo. Raffaele Carrieri
Il mare Il mare è un’azzurra coperta, le vele lenzuola nel vento, la vita un’immensa scoperta. N. Cinquetti
Quali sensazioni hai provato leggendo le poesie? Trasforma ciascuna in un’immagine.
Unisci opportunamente ogni elemento con la sua immagine metaforica.
IL MARE
musiche di voli
IL CIELO
sorriso di luce
IL SOLE
prato di onde 121
IL TESTO POETICO
l’onomatopea Nelle poesie sono presenti a volte parole che riproducono i suoni, i rumori e i versi degli animali. Queste parole si chiamano onomatopee.
La fontana malata Clof, clop, cloch, cloffete, cloppete, clocchete, chchch… È giù nel cortile, la povera fontana malata; che spasimo sentirla tossire! Tossisce, tossisce, un poco si tace… Di nuovo tossisce.
Clof, clop, cloch, cloffete, cloppete, clocchete, chchch… Mia povera fontana, col male che hai finisci, vedrai, che uccidi me pure. Clof, clop, cloch, cloffete, cloppete, clocchete… Aldo Palazzeschi
Nella POESIA Sottolinea nella testo le parole che riproducono il suono della fontana malata. Quali azioni sono attribuite alla fontana?
Sta in cortile 122
Piange
Tossisce
IL TESTO POETICO
l’allitterazione L’allitterazione è la ripetizione di suoni uguali, all’interno di diverse parole. L’allitterazione dà musicalità al testo poetico.
Una zanzara pazza Una zanzara pazza, Ronzando con sveltezza A zonzo su una piazza, Puntò su una pizza. Ma Zeno il pizzaiolo, Disse con mezza stizza: “Eh no, la pizza no!”: E zac, con una pezza e con destrezza, al volo, la zanzara ammazzò. Roberto Piumini, Ridi ridi, Fabbri Editori
Filastrocca dei ruscelli fruscianti Fruscia ruscello, scivola e sciacqua Sciogli la foglia che fruscia nell’acqua Fresco di frasche, sciame di stelle Spruzza scintille gelate alla pelle Striscia ruscello, scivola via Cuore freschissimo, segui la scia. Bruno Tognolini
Nella POESIA Nella poesia l’allitterazione è costituita dalla lettera “z” e le vocali che la precedono o la seguono. Sottolinea le allitterazioni presenti nella poesia.
Nella POESIA Quali gruppi di consonanti si ripetono nella filastrocca? ........................................................ ........................................................ ........................................................ ........................................................
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verifica graduata
piove Piove da un’ora soltanto, ma il bimbo pensa che già piove da tanto, da tanto, sopra la grande città. Piove sui tetti e sui muri, piove sul lungo viale, piove sugli alberi oscuri con ritmo triste e uguale. Piove: e lo scroscio si sente giungere dalle vetrate che versan lacrime lente come fanciulle imbronciate. Piove; e laggiù sulla via e in ogni casa, già invade l’intima malinconia di quella pioggia che cade. Ada Negri
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verifica graduata Da quanti versi è formata la poesia? .................................... Da quante strofe? ....................................
Quale immagine rappresenta la poesia. Indicala con una x.
La poesia esprime un sentimento di:
gioia tristezza Il bambino pensa che:
pioverà per molti giorni piove da molte ore Sottolinea la similitudine presente nel testo e completa.
Le gocce di pioggia che scivolano sui vetri sono paragonate alle versate dalle fanciulle imbronciate.
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DIARIO DI BORDO
COM’È ANDATA? LEGGI E COLORA IL FIORE
MOLTO BENE
COSÌ COSÌ
NON BENE
Riconosco le caratteristiche delle: FILASTROCCHE
POESIE
Sei soddisfatto del tuo lavoro? Molto Così così Poco
Come ti sentivi durante la prova? Tranquilla/o Sicura/o
Hai avuto bisogno di aiuto? Sì Solo un po’
Un po’ agitata/o
Per nulla
Hai bisogno di esercitarti ancora? No perché
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Sì
perché
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Ripasso con... La poesia ha lo scopo di raccontare, descrivere la realtà, esprimere emozioni e sentimenti con immagini originali.
La filastrocca gioca con i suoni e le parole per divertire e anche per imparare.
IL TESTO POETICO
Si scrive in: * versi (ogni riga è un verso); * strofe (raggruppamenti di versi). I versi di una poesia possono essere in rima o anche liberi.
Usa un linguaggio magico e crea immagini per mezzo di: * Similitudini * Metafore
Usa un linguaggio che crea ritmo e musicalità con: * Rime * Onomatopee * Allitterazione
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o iv t a m r o f in o t s e t il Il testo informativo fornisce notizie, informazioni e spiegazioni. Si trova nei libri di scuola, nelle enciclopedie, nelle riviste, nei siti Internet…
I miei libri sanno tutti i perché: perché la luna c’è e non c’è, perché il sole scompare in fondo al mare perché la neve cade e dove vanno a finire tutte le strade. G. Rodari
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PAROLE PER IN FORMARE
Nella famiglia di Andrea tutti hanno diversi interessi e amano informarsi per acquisire nuove conoscenze sui loro argomenti preferiti. Che cosa interessa a ciascuno di loro?
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S c o p r i a m o. . .
il testo informativo COM’È FATTO? L’esposizione dell’argomento segue una struttura: * titolo anticipa l’argomento che sarà trattato nel testo. * testo fornisce informazioni sull’argomento. * Il testo può essere diviso in sequenze informative che affrontano un aspetto dell’argomento trattato.
ELEMENTI CARATTERISTICI * Il linguaggio è specifico, chiaro e preciso propri della materia trattata. Tali termini possono rappresentare le parole chiave del testo. * Il testo è accompagnato da fotografie, grafici o tabelle. * Le didascalie, cioè delle brevi scritte che accompagnano le immagini e forniscono informazioni su quanto rappresentato.
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IL TESTO INFORMATIVO
COME SI STUDIA? * Leggi con attenzione il testo. * Cerca sul vocabolario il significato della parole che non conosci. * Sottolinea le parole-chiave o le informazioni più importanti. * Riassumi con frasi brevi, legando fra loro le informazioni. * Ripeti più volte in modo da esporre in modo sicuro.
il coccodrillo del nilo Con i suoi cinque metri di lunghezza e i suoi quasi mille chili di peso, il coccodrillo del Nilo è uno dei padri più teneri del mondo. Alcuni studiosi hanno visto e filmato alcuni coccodrilli maschi circondare di attenzione le loro femmine durante i circa tre mesi che esse passano a vegliare, senza sosta, il posto dove hanno deposto le uova. Gli studiosi hanno visto i futuri papà rompere delicatamente, con le loro formidabili mandibole, i gusci delle uova, per aiutare i piccoli ad uscirne. Meglio ancora: se i coccodrillini non trovano spazio nelle fauci della madre, è il papà che offre loro la sua enorme bocca per portarli in acqua subito dopo la nascita. Papà coccodrillo, inoltre, è in grado di distinguere perfettamente i versi di paura emessi da uno dei suoi piccoli e correre immediatamente in suo soccorso. Il coccodrillo del Nilo non è sanguinario come si crede comunemente e, come tutti gli animali, uccide esclusivamente per procurarsi il cibo. Walt Disney, 6° manuale della Giovani Marmotte, Mondadori
COMPRENDO ESPLORO il testo Qual è lo scopo del testo? Informare sulle caratteristiche del coccodrillo del Nilo Raccontare una storia
Sottolinea nel testo le risposte alle seguenti domande, poi rielabora il testo a voce e per iscritto sul quaderno. U Come è il coccodrillo del Nilo? U Come si comporta con la femmina? U Che cosa fa per i coccodrillini? 131
IL TESTO INFORMATIVO
il sale del mare Si dice che le acque del mare sono salate mentre quelle dei laghi e dei fiumi sono dolci. In realtà anche queste ultime contengono una minima quantità di sale, proveniente dalle rocce sulle quali scorrono. I sali vengono trasportati e depositati nel mare, dove si accumulano. Una delle attività di mare più antiche è stata l’estrazione del sale dall’acqua marina, che veniva raccolta in grandi vasche, le saline, e poi lasciata evaporare. Il sale era prezioso perché serviva non solo a condire, ma anche a conservare i cibi quando ancora non esistevano i frigoriferi e i congelatori. Il sale era, perciò, venduto a caro prezzo alle popolazioni che non vivevano lungo il mare, trasportandolo lungo le cosiddette “vie del sale”. II commercio del sale era così importante che una di queste strade, costruita dai Romani, si chiama ancora oggi Via Salaria. G. Corbellini, C. Ruffinengo, Vivere la geografia, Marietti Scuola
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ESPLORO il testo Segna con una x le affermazioni corrette. Non solo le acque del mare ma anche quelle dei fiumi e dei laghi contengono una notevole quantità di sale. Una delle attività più antiche è stata la pesca. Il sale era prezioso e veniva utilizzato per condire e conservare i cibi. Sin dai tempi dei Romani, il commercio del sale era molto importante.
IL TESTO INFORMATIVO
L’isola di murano Eccoci a Murano, dove da otto secoli sono all’opera i più famosi maestri vetrai del mondo. Fino al 1295 molte delle fornaci dove si produceva il vetro erano a Venezia. Ma il grande calore necessario per lavorare il vetro provocava spesso incendi. Per risolvere il problema si decise di trasferire le fornaci sull’isola di Murano. I vetrai creavano cose così incredibilmente belle che vivevano come prigionieri nell’isoletta: non dovevano rivelare a nessuno il segreto della loro arte. Il Museo del vetro racchiude oggetti di ogni colore, forma e dimensione. I polmoni e una pinza sono i ferri del mestiere dei maestri vetrai: infilano una canna di ferro lunga e sottile nella massa di vetro fuso; poi ne tirano fuori una grossa goccia e, mentre soffiano forte dall’altra parte della canna, muovono la pinza in modo da trasformare la goccia di vetro in un vaso, o in una figura qualsiasi. Puoi vedere all’opera questi maghi in una fornace di Murano.
Scrivi una frase significativa per ogni sequenza. .................................................. .................................................. .................................................. ..................................................
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A. Garini, A spasso per Venezia, Lapis
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IL TESTO INFORMATIVO
La vita nelle acque basse Le acque costiere poco profonde sono piene di vita. La luce raggiunge il fondo marino, favorendo la crescita di alghe di vari colori. Le aragoste e i granchi vanno alla ricerca dei pesci morti di cui si nutrono, facendo attenzione ai polpi che possono attaccarli. Fra i vari animali che popolano queste acque vi sono banchi di tonni, di sgombri, di piccole anguille, di piccoli pescecani, di merluzzi e perfino di qualche megattera. Questo gigante marino si tuffa per inghiottire un enorme numero di piccoli pesci e poi sale in superficie per respirare. In queste acque sono numerose le stelle marine e i ricci, protetti dai loro rivestimenti robusti e spinosi. I bivalvi come i mitili, dalla doppia conchiglia, filtrano l’acqua trattenendo le minuscole particelle di cibo. Nell’acqua del mare sono sospesi milioni di organismi microscopici, animali e vegetali: il plancton. Il plancton è il cibo di milioni di piccolissimi gamberi e di larve di chiocciole di mare che a loro volta nutrono molte specie di pesci. Da Natura nascosta - Sotto l’acqua, Fabbri
COMPRENDO Rispondi alle domande. * Qual è l’argomento principale del testo? .............................................................................................................................................................
* Che cos’è il plancton? .............................................................................................................................................................
* Quali sono gli animali che vivono nei bassi fondali marini? .............................................................................................................................................................
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IL TESTO INFORMATIVO
Che cos’è l’ecologia? Tutto parte dalla considerazione che gli umani, gli animali e le piante hanno lo stesso diritto di abitare la Terra e quindi dovrebbero vivere insieme, senza darsi fastidio, anzi dandosi una mano quando serve, perché la vita di ciascuno in qualche modo coinvolge tutti gli altri. L’ecologia è la scienza che studia questi rapporti e suggerisce come mantenere un buon equilibrio con la Natura, perché si possa convivere felicemente. Ecologia è anche rispetto non solo per gli esseri viventi ma anche per l’aria e le acque, perché la vita può svilupparsi armoniosamente solo in un ambiente “pulito”. È anche rispetto per tutte le forme di vita, persino le più piccole e insignificanti: anche loro contribuiscono all’equilibrio generale. Inoltre, ecologia vuol dire rispetto COMPITO DI REALTÀ per chi verrà dopo di noi: non abbiamo il diritto di lasciare alle future generazioni un Ricerca con i tuoi compagni mondo ridotto a spazzatura. M. Gomboli, Ecogalateo, Fabbri
COMPRENDO
nel sito www.legambiente.com informazioni sulle leggi per la tutela dell’ambiente. Poi create dei volantini a riguardo, da distribuire nella tua scuola.
Completa le frasi. L’ecologia studia ....................................................................................................................... Si interessa degli esseri viventi, ma anche ................................................................... ............................................................................................................................................................. L’ecologia vuol dire .................................................................................................................. ............................................................................................................................................................. .............................................................................................................................................................
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verifica graduata
Una proboscide tutto fare L’olfatto più sopraffino del regno animale appartiene agli elefanti. Questa loro particolarità è stata favorita dall’evoluzione, che ha trasformato la loro proboscide – necessaria per afferrare anche gli oggetti – in un lungo e finissimo naso capace di distinguere, solo dall’odore, un uomo della tribù Masai da un uomo dei Kamba (i primi li cacciano e sono pertanto temuti). Gli elefanti sanno riconoscere il passaggio di un loro familiare odorando il terreno imbevuto della sua urina. La proboscide non serve soltanto ad annusare: formata da più di centomila muscoli, può sollevare pesi di oltre 250 kg, ma è anche così sensibile che consente di strappare un solo filo d’erba. Serve anche per barrire, portare acqua e cibo alla bocca, lanciare fango o fungere da boccaglio mentre il pachiderma nuota sott’acqua. Ma c’è di più: è usata per parlare con un linguaggio dei segni: se forma una «S» significa «voglio fare conoscenza». Se invece gli elefanti le incrociano si stanno salutando con una stretta di... «naso»! Adatt. da www.focusjunior.it
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verifica graduata Il testo che hai letto: racconta una storia
fornisce informazioni
L’argomento del testo è: a che cosa serve la proboscide degli elefanti l’antenato dell’elefante Osserva la foto e spiega il linguaggio dei segni degli elefanti.
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Segna con una x le affermazioni corrette. L’olfatto più eccellente del regno animale appartiene agli elefanti. Gli elefanti sanno distinguere dall’odore un uomo della tribù Masai da un uomo dei Kamba. Gli elefanti sanno riconoscere il passaggio di un orso o di un leone. La proboscide serve soltanto ad annusare. La proboscide può sollevare pesi di oltre 250 Kg. La proboscide serve per barrire, portare acqua e cibo alla bocca, lanciare fango o fungere da boccaglio quando l’elefante nuota sott’acqua. Sopraffino significa: scarso eccellente 137
DIARIO DI BORDO
COM’È ANDATA? LEGGI E COLORA IL FIORE
MOLTO BENE
COSÌ COSÌ
NON BENE
Riconosco le caratteristiche dei testi informativi
Riconosco le informazioni più importanti in un testo informativo
Sei soddisfatto del tuo lavoro? Molto Così così Poco
Come ti sentivi durante la prova? Tranquilla/o Sicura/o
Hai avuto bisogno di aiuto? Sì Solo un po’
Un po’ agitata/o
Per nulla
Hai bisogno di esercitarti ancora? No perché
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Sì
perché
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Ripasso con...
È accompagnato da fotografie e disegni. Le immagini possono essere accompagnate da didascalie che forniscono informazioni su quanto rappresentato.
Il titolo presenta l’argomento affrontato nel testo.
IL TESTO INFORMATIVO
Fornisce informazioni e chiarimenti su argomenti di vario genere: storia, geografia, scienze, ecologia...
Usa un linguaggio chiaro e specifico dell’argomento trattato.
È formato da sequenze ciascuna delle quali tratta un aspetto particolare dell’argomento.
139
o iv t a l o g e r o t s e t il I testi regolativi insegnano a preparare una ricetta, a costruire un manufatto, a svolgere un gioco, a vivere bene con gli altri.
Fai una pallina. Forma la faccia, modella un berretto, le braccia, le gambe e la pancina fin che non esce un bell’ometto. Impasta di nuovo. E ora che spunta? Una conchiglia, un grosso uovo... o un serpente con la lingua a punta. G. Adams-S. Youbg, Un anno pieno di storie, A Mondadori
140
PAROLE PER FARE
Che cosa legge il papà? Perché? Cosa fanno i fratellini?
141
S c o p r i a m o. . .
il testo regolativo
COM’È FATTO? La struttura: * lista di ciò che serve per realizzare qualcosa. * Una sequenza di semplici azioni che si compiono in ordine cronologico per realizzare qualcosa. * Disegni o fotografie che aiutano a comprendere le varie fasi da svolgere. * Il linguaggio è chiaro e semplice ed è costituito da frasi molto brevi e chiare.
142
SONO TESTI REGOLATIVI: * * * * *
Le ricette di cucina, le istruzioni da seguire, le regole di un gioco, i regolamenti, le leggi.
IL TESTO REGOLATIVO
i diritti degli animali 1. Ogni animale deve essere rispettato. 2. L’uomo, in quanto specie animale, non deve sterminare gli animali. 3. Ogni animale ha il diritto di essere protetto e curato dall’uomo. 4. Nessun animale deve essere sottoposto a maltrattamenti e ad atti di crudeltà. 5. Gli animali selvatici hanno il diritto di vivere liberi nel proprio ambiente naturale e di riprodursi. 6. La caccia, l’inquinamento e la distruzione dell’ambiente possono causare un genocidio di animali selvaggi, cioè un delitto contro la specie. Dalla Carta dei diritti degli animali promulgata dall’UNESCO
Rispondi alle domande. * Ritieni che questo documento sia importante? Perché? * Quale punto della Carta dei diritti degli animali ti ha maggiormente colpito? * Aggiungeresti qualche tua osservazione? Quale?
143
IL TESTO REGOLATIVO
l’acquario Non costa quasi nulla eppure è una cosa magnifica: coprite il fondo di un recipiente di vetro con un pugno di sabbia pulita e piantatevi alcune comuni pianticelle acquatiche, versateci sopra delicatamente alcuni litri di acqua di rubinetto e ponete il tutto su un davanzale soleggiato. Quando l’acqua si è purificata e le pianticelle hanno incominciato a crescere, mettetevi dentro alcuni pesciolini. Molti non resistono alla tentazione di inserire nel recipiente, già pieno di animali, ancora questo o quel bel pesciolino. E proprio il nuovo pesciolino può essere la rovina di quel mondo che è l’acquario, perché consumerà l’ossigeno presente nell’acqua.
Scrivi le fasi per costruire un acquario. 1.
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2.
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3.
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4.
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K. Lorenz
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5.
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6.
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144
IL TESTO REGOLATIVO
un gioco: sparviero 1 Le “prede” si schierano sul lato più corto del campo; dalla parte opposta è pronto il feroce “sparviero”. Ad un tratto questi urla: “Chi ha paura dello sparviero?” e corre verso gli avversari.
2 Quelli toccati dagli “artigli” dello sparviero sono presi e si fermano.
4 Alla ripresa del gioco, lo sparviero e le sue prede formano dei gruppetti tenendosi per mano, e cominciano la nuova caccia ai compagni.
5 L’ultimo ad essere preso sarà lo sparviero nel gioco successivo.
3 Intanto, lo sparviero raggiunge il lato opposto del campo.
COMPRENDO Leggi e spiega a voce le regole del gioco.
145
verifica graduata
il gioco del dosu Tibi oggi si annoia. È seduta all’ombra del baobab, mentre tutti i suoi amici giocano con un pallone. Tra le mani ha l’anello che le ha regalato nonna Fadua: lo gira e lo rigira, quando ha un’idea strepitosa per un nuovo gioco. Chissà se ai suoi amici piacerà e la smetteranno di prendere a calcio quel noioso pallone! Tibi nasconde l’anello sotto a un mucchietto di sabbia e poi crea altri mucchietti, tanti quanti sono i suoi amici. – Venite a giocare con me – grida – vi insegnerò un gioco nuovo. La partita è terminata, così, stanchi e sudati i bambini del villaggio corrono da lei. Tibi spiega che ognuno di loro dovrà, a turno, scegliere un mucchietto di sabbia: che troverà l’anello lo nasconderà al turno successivo. Che gioco divertente: dopo un’ora, Michel, che ha indovinato per tre volte dove si trova l’anello, vince la gara! Il gioco di Tibi esiste veramente. È chiamato Dosu ed è praticato dai bambini di paesi e città dell’Africa Occidentale. F.V. Grunfeld, Giochi nel mondo, Comitato italiano per l’Unicef
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verifica graduata Il testo che hai letto è: espressivo
informativo
regolativo
Il gioco di Tibi: esiste veramente
non esiste
Quale gioco inventa Tibi con l’anello? Il gioco dell’anello
Il gioco del Dosu
Le regole del gioco seguono un ordine: preciso
casuale
Lo scopo di questo testo è: spiegare le regole del gioco dare istruzioni per la costruzione di un giocattolo
Osserva le illustrazioni e scrivi accanto ad ognuna le regole del gioco. ............................................................................. ............................................................................. ............................................................................. .............................................................................
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Completa. Vince la gara chi riesce
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DIARIO DI BORDO
COM’È ANDATA? LEGGI E COLORA IL FIORE
MOLTO BENE
COSÌ COSÌ
NON BENE
Riconosco le caratteristiche dei testi regolativi
So spiegare le regole di un gioco
Sei soddisfatto del tuo lavoro? Molto Così così Poco
Come ti sentivi durante la prova? Tranquilla/o Sicura/o
Hai avuto bisogno di aiuto? Sì Solo un po’
Un po’ agitata/o
Per nulla
Hai bisogno di esercitarti ancora? No perché
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Sì
perché
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Ripasso con...
È formato da una sequenza di azioni (fasi) presentate con un ordine cronologico, cioè l’ordine in cui le azioni devono essere eseguite. Fornisce consigli, istruzioni e regole di comportamento. * * * * *
Sono testi regolativi: le ricette di cucina, le istruzioni da seguire, le regole di un gioco, i regolamenti, le leggi.
IL TESTO REGOLATIVO
È costituito da frasi brevi, semplici e chiare.
È accompagnato da disegni o fotografie che facilitano la comprensione.
149
golat ntativo rego meivo testoar il teilsto
In un testo argomentativo possiamo distinguere: * un problema, cioè un argomento su cui riflettere; * la tesi, ossia un’opinione sull’argomento che si vuole affrontare; * argomenti o prove per sostenere la tesi e convincere i lettori della validità di quanto si è sostenuto. * Nel testo argomentativo si utilizzano i connettivi logici (ma, perciò, quindi, pertanto, infatti, dunque) per sottolineare i legami tra la tesi e le varie argomentazioni.
quale opinione? Ma perché lavarsi? Matilde, anche se è sporca da capo a piedi, non ha nessuna intenzione di lavarsi. – Tanto – dice – dopo mi sporcherò di nuovo! La mamma, stanca di ricorrere a castighi per farle fare il bagno, cerca di spiegare i motivi per cui bisogna lavarsi. – Per prima cosa lo sporco è pieno di microbi: piccolissimi mostriciattoli che vivono solo per dar fastidio e, se gliene diamo la possibilità, per farci ammalare. Meglio cacciarli via! Secondo motivo: lo sporco ha cattivo odore e quindi, se ce lo teniamo addosso, anche noi sembriamo puzzole vaganti. E nessuno ha voglia di fare amicizia con una puzzola. Mario Gomboli, Lavarsi è bello, Fabbri
Trova altri argomenti per convincere Matilde a lavarsi. ................................................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................................................
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il o test o reom il test golat arg ivo ent ativo
vacanze al mare o in montagna? Molti affermano che la vacanza in montagna è più rilassante di quella al mare perché offre al turista tranquillità e paesaggi stupendi: paesini incantevoli, immensi prati, boschi dove l’ombra è fitta e l’aria è carica del profumo dei fiori. Altri affermano che la vacanza al mare è più salutare perché i raggi del sole non solo irrobustiscono lo scheletro e favoriscono la formazione della vitamina D, necessaria per fissare il calcio nelle ossa, ma combattono alcune malattie della pelle.
Completa lo schema scrivendo le due tesi e le relative argomentazioni o prove.
TESI
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TESI
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ARGOMENTAZIONI
ARGOMENTAZIONI
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golat ntativo rego meivo testoar il teilsto
Ricreazione sì o no? Nelle scuole a metà mattinata, si fanno quindi minuti di ricreazione. Gli alunni sotto la sorveglianza degli insegnanti vengono mandati in cortile. Essi corrono, parlano, inventano giochi. Per alcuni insegnanti la ricreazione diventa un momento necessario per dare agli alunni la carica necessaria per riprendere il lavoro scolastico con meno fatica. Per altri insegnanti, invece, la ricreazione rappresenta una perdita di tempo perché gli alunni vengono distolti e riprendono malvolentieri le attività scolastiche.
COMPRENDO Rispondi alle domande. * Quale problema viene affrontato? .............................................................................................................................................................
* Quali sono le tesi dei due gruppi? .............................................................................................................................................................
* Quali argomenti si portano per sostenere le tesi? .............................................................................................................................................................
* Qual è la tua proposta? ............................................................................................................................................................. ............................................................................................................................................................. ............................................................................................................................................................. .............................................................................................................................................................
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il o test o reom il test golat arg ivo ent ativo
Viva la televisione Non capisco proprio perché a tanti miei compagni piaccia, correre sudare, prendersi calci e insulti correndo, dietro a un pallone. E quando uno segna un goal che sarà mai? Una palla infilata tra due pali! Non c’è avventura, non c’è fantasia. Seduto comodo sul divano io assisto a scontri fra creature portentose, vedo paesaggi eccezionali, posso andare nel passato, esplorare il presente, osservare il futuro. E quando uno spettacolo mi annoia, clic, pigio un tasto e cambio lo spettacolo, clic e cambia la situazione. Non mi vengono i lividi, non mi sporco, non mi viene il fiatone, non sudo e non mi viene il mal di gola. N. Fattori
Completa con gli argomenti che il ragazzo porta per sostenere la sua tesi. Tesi: È molto più divertente guardare la tivù che giocare a calcio. 1° argomento ...................................................................................................................................................................................
2° argomento
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3° argomento
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* Qual è la tua opinione? ................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................
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ascolto
Inquadra per ascoltare il brano
LE PREOCCUPAZIONI DI PRISCA Ascolta il brano e svolgi le attività. Segna con una X la risposta giusta. * Chi è la protagonista principale del racconto? La mamma Prisca La maestra Argia Sforza * Perché Prisca è preoccupata? Il merciao ha venduto il nastro richiesto dalla maestra Sforza Deve sedersi al primo banco * Cosa pensa di fare Prisca? Di cambiare scuola Di non andare a scuola * Cosa dice la mamma per tranquillizzarla? L’accompagnerà fino al cancello della scuola Spiegherà la faccenda del nastro alla maestra Chi pronuncia queste parole? Segna con una X.
– Oh, non farla tanto lunga per così poco! Ti scriverò una giustificazione. Prisca
La mamma
– Non ci vado, non ci vado e non ci vado! Prisca
154
La mamma
ascolto
Inquadra per ascoltare il brano
IL RESPIRO DEL CILIEGIO Ascolta il brano e svolgi le attività. Riordina le scene numerandole. Poi racconta la storia.
Segna con una X la risposta giusta. * Il nonno del protagonista trascorre
molte ore:
sotto un abete sotto un ciliegio * Il nonno ad occhi chiusi: dorme ascolta * Il nonno insegna al nipote: a osservare ad ascoltare
* Il bambino ad occhi chiusi sente: un battito d’ali, i piccoli della cincia che cinguettano e il ronzio delle api il ronzio delle api * Il bambino infine sente: il respiro del nonno il respiro del ciliegio
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ascolto
Inquadra per ascoltare il brano
LA FAMIGLIA ALLINCONTRARIO Ascolta il brano e svolgi le attività. Segna con una X la risposta giusta. * I personaggi della storia sono: reali fantastici * Il tempo è: determinato indeterminato * I fatti narrati avvengono: in un solo luogo in più luoghi Dopo aver ascoltato la storia, riordina le scene numerandole e racconta. Poi fai il riassunto sul quaderno aiutandoti con i disegni e i titoletti: * Le abitudini della famiglia allincontrario. * La signora Ciambella. * A casa della signora Ciambella.
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* La colazione sotto la tavola. * Il ladro. * Il rientro della signora Ciambella.
ascolto
Inquadra per ascoltare il brano
LA NAVE CON IL SINGHIOZZO Ascolta il brano e svolgi le attività. Segna con una X la risposta giusta. * La Tigre dei Mari è:
una tigre
una nave
* Il capitano della nave aveva proibito ai suoi marinai di: raccontare barzellette usare il cannocchiale * La nave trovò molto divertente la barzelletta del cuoco e: cambiò rotta incominciò a ridere * Alla nave venne il singhiozzo: il capitano e i marinai ridevano venivano sballottolati * Il capitano gridando disse che c’era una piovra gigante e la nave: smise di singhiozzare si mise a cantare
Quale elemento rende la storia fantastica? ................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................
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STAG IO N I IN V ERS I AUTU N NO No, non è una sola goccia, sono tante, sono pioggia: scende sciolta, lava, bagna, dà da bere a ogni campagna, riempie buchi nelle strade, fruscia fresca mentre cade, fa la doccia al mondo secco, dà una goccia ad ogni becco. Roberto Piumini
INVERNO Nella notte un incantesimo si fermò sugli alti rami; stese lento in mezzo agli alberi le sue alte trine. G. Bertacchi, Acquerelli, Noseda
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PRIMAVERA Un ramo di pesco vestito di rosa un cantico fresco nell’aria odorosa un nido, un grido un sole, tre viole un soffio di vento un rosso di sera e il cuore è contento perché è primavera. L. Caramellino
ESTATE E viene il tempo degli alberi alti nel cielo azzurro viene il tempo dei fiori alti nell’erba verde. E il cielo acchiappa le nuvole bianche come vele. E. Borchers
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autunn o
Autunno nell’arte
Deiva de Angelis, Alberi a villa Strohl-Fern, 1920
Che cosa rappresenta il dipinto? .........................................................................................................................................................................
Quali elementi sono raffigurati?
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Quali colori prevalgono?
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I colori utilizzati dall’artista sono freddi o caldi?
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Cosa ti piace del dipinto?
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Quale sensazione ti comunica?
160
Malinconia
Gioia
Paura
autunn o
Lo spruzzo e le macchie Ti proponiamo due attività semplici per rappresentare l’autunno con lo spruzzo e le macchie di colore.
OCCORRENTE * carta da pacchi bianca; * 2 vaporizzatori; * colori a tempera: giallo, rosso
e verde.
lo spruzzo PROCEDIMENTO 1 Attacca alla parete un foglio di carta da
pacchi. 2 Versa una certa quantità di tempera gialla (diluita con un po’ d’acqua) nel primo vaporizzatore e quella rossa nell’altro. 3 Spruzza alternativamente i due colori. Che cosa succede?
le macchie PROCEDIMENTO 1 Con un pennello versa al centro di un foglio
bianco due gocce di tempera verde, due di tempera rossa, due di tempera gialla. 2 Piega il foglio, premi bene e riapri. Che cosa succede?
161
autunn o
Colori del bosco Il bosco è un trionfo di colori. Nel tetto verde degli alberi si sono infiltrati il giallo, il rosso, l’arancione e il violetto. I pioppi, che circondano lo stagno, seminano una moltitudine di foglie gialle, simili a monete d’oro abbandonate sul muschio di velluto scuro. È il momento in cui compaiono i funghi; essi spuntano tutti insieme. Ecco il porcino con il cappello color tonaca di cappuccino, con il grosso piede color avorio; ecco il gallinaccio con il collaretto color arancione tutto piegoline, come le cuffie delle contadine antiche; ecco l’ovolaccio con il suo ombrello da fiera, vermiglio punteggiato di lacrime bianche; ed ecco ancora il prataiolo con il suo parasole chiaro da vecchia signora. Marcel Roland
Hai mai passeggiato nei boschi in autunno? Che sensazione hai provato scoprendo i colori delle foglie? Hai raccolto delle castagne? Racconta.
162
Gli animali del bosco Raccogli tante foglie diverse, scegliendo quelle con le forme più interessanti. Esistono foglie rotonde, a punta, larghe e strette. Utilizzale per creare originali animaletti o realizzare una composizione.
OCCORRENTE * * * * *
foglie, cartoncini colorati, pennarelli, colla, forbici.
163
autunn o
HALLOWEEN
Dolcetto o scherzetto? Leggi con espressione e racconta la storia. Finalmente, puntuale come ogni anno, ecco di nuovo Halloween! Rico stentava a crederlo: aveva a disposizione una giornata intera per rimpinzarsi di dolci e per giocare brutti scherzi alla gente. IUHUUUU! Rico la peste era armato e pronto all’azione. Aveva un rotolo di carta igienica, le pistole ad acqua e la schiuma da barba. Che scherzi avrebbe fatto quella sera! Il suo costume rosso da diavolo era pronto da indossare, insieme alla maschera con la faccia cattiva, le corna che si illuminavano, il tridente e la coda a punta. Avrebbe spaventato tutti... – Rico! – lo chiamò una vocetta. – Vieni a vedere il mio costume nuovo. – No! – rispose Rico al suo fratellino Pietro, l’angioletto. – Oh, per favore... Rico! – lo implorò il fratellino. – E va bene, entra. E un grosso coniglio rosa saltellante entrò nella stanza di Rico. Aveva due orecchiette bianche da coniglio ed una piccola coda bianca a pon pon. Ed era ricoperto ovunque di puntolini rossi! Rico la peste gemette: – Che costume stupido! Ma Pietro l’angioletto esordì: – Non vedo l’ora di uscire con te mascherato, questa sera... Oh nooooo! Come sarebbe potuto andare a chiedere dolcetto o scherzetto insieme a Pietro? Lui, Rico, che camminava accanto a un coniglio rosa a pois? Che vergogna! Tutti avrebbero riso di lui. Bisognava trovare subito una soluzione! F. Simon, Rico la peste e la baby sitter più feroce del mondo, Mondadori
164
SCRIVO Quale soluzione troverà Rico? Immagina e scrivi una conclusione. Poi confrontala con quella dei tuoi compagni di classe.
autunn o
FILASTROCCA PAUROSA Scuri vampiri, occhi feroci, maghi barbuti, orride voci. Streghe nasone rimestan pozioni mostri tremendi a tutti i portoni. Candele tremanti in zucche svuotate, orchi, fantasmi e bacchette fatate. Maschere brutte eppur divertenti per spaventare amici e parenti e fare scherzi in gran quantità a chi dolcetti in casa non ha! Bruno Tognolini
INSIEME Con i tuoi compagni divertiti a realizzare il lapbook dell’allegra paura. Inventa, scrivi e illustra poesie spaventose, e originali ricette per mostri, streghe e vampiri. 165
invern o
inverno nell’arte
A. Sisley, Neve a Louveciennes
Che cosa rappresenta il dipinto? .........................................................................................................................................................................
Quali colori prevalgono?
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Quali tipi di linee compaiono nel dipinto? Verticali Orizzontali Curve Oblique Miste Spezzate Quale sensazione ti comunica?
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Malinconia
Gioia
Paura
fiocchi di neve Puoi stupire i tuoi parenti realizzando alcuni fiocchi di neve per addobbare l’albero di Natale o per creare un’atmosfera particolare nella tua classe. Il risultato sarà sorprendente!
OCCORRENTE * Un cartoncino, * cotton fioc, * un pennello,
* glitter argentato e dorato, * colla, * filo di perline natalizio.
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invern o LAVORANDO IN COPPIA Leggete e raccontate a turno la storia.
Due pupazzi di neve I ragazzi del cortile avevano fatto due pupazzi di neve. – Gli manca il naso! – disse uno di loro. – Cosa ci mettiamo? Una carota? – e corsero nelle rispettive cucine a cercare tra gli ortaggi. Marcovaldo contemplava l’uomo di neve e, assorto nelle sue meditazioni, non si accorse che dal tetto due uomini gridavano: – Ehi, signore, si tolga un po’ di lì! Erano quelli che fanno scendere la neve dalle tegole. E tutt’a un tratto, un carico di neve di tre quintali gli piombò proprio addosso. I bambini tornarono col proprio bottino di carote. – Oh, hanno fatto un altro uomo di neve. Mettiamo il naso a tutti e due! – e affondarono due carote nelle teste dei due uomini di neve. Marcovaldo, più morto che vivo, sentì, attraverso l’involucro in cui era sepolto, arrivargli il cibo. E masticò. – Mamma mia! La carota è sparita!
168
invern o I bambini erano molto spaventati. Il più coraggioso non si perse d’animo: applicò all’uomo di neve un peperone. L’uomo di neve ingoiò anche quello. Allora provarono a mettergli per naso un pezzo di carbone. Marcovaldo lo sputò via con tutte le sue forze. – Aiuto! È vivo! È vivo! I ragazzi scapparono. In un angolo del cortile c’era una grata da cui usciva una nube di vapore caldo. Marcovaldo si andò a mettere lì. La neve si sciolse e ricomparve un Marcovaldo intasato dal raffreddore.
Rispondi alle domande. * Chi narra la vicenda? ...................................................... ......................................................
* Chi è il protagonista? ...................................................... ......................................................
* Quali sono gli aspetti del racconto che lo rendono divertente? Sottolinea le frasi che rendono in modo efficace la comicità della situazione.
SCRIVO Manipola il finale della storia e confrontalo con quello dei tuoi compagni di classe.
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invern o ESPLORO il testo Quali sono i personaggi principali della storia? Sottolineali e trascrivili. ................................................. ................................................. ................................................. ................................................. ................................................. ...................................
è NATALE!
Babbo Natale e i pirati pepati Era la vigilia di Natale. Il Capitano Tempesta e i Pirati Pepati stavano andando al Polo Nord, dove viveva Babbo Natale. – Non è giusto – dissero Truffa e Arraffa. – Babbo Natale non ci porta mai un regalo. – Perché siamo pirati – disse Cicca, il cuoco. – Bene ascoltatemi – disse Capitano Tempesta. – Lo rapiremo stanotte. E poi lui dovrà riempire le nostre calze! I Pirati Pepati ormeggiarono la loro nave, Mucchio d’Ossa, dietro un iceberg. Volevano attirare Babbo Natale, con un trucco. Truffa e Arraffa lasciarono cadere alcune carote sulla neve. Poi Cicca cucinò alcuni fagottini di mele e li gettò sul ponte della nave. Il capitano Tempesta guardava con il suo cannocchiale. Vide Babbo Natale sulla slitta trainata dalle renne, pronto a partire. – Andiamo – gridò Babbo Natale. Ma le renne avevano visto le carote. Così seguirono la pista mangiucchiando felicemente. COMPRENDO * Che cosa vogliono fare i Pirati Pepati la vigilia di Natale? * In che modo pensano di attirare le renne? * Che cosa fanno Samuele e Gualtiero? * Che cosa fa Babbo Natale?
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invern o Il piano dei pirati stava funzionando! Quando la slitta arrivò alla neve, Babbo Natale sentì un profumino di fagottini di mele. – Mmm! – fece Babbo Natale. – Preso! – urlò il Capitano Tempesta afferrandolo. – Vogliamo i regali – dissero Truffa e Arraffa. – Non li meritate – disse Babbo Natale. – Siete stati cattivi. Per fortuna Samuele e Gualtiero, il gatto, stavano passando da quelle parti con il loro peschereccio Sottosopra, mentre stavano tornando a casa. – Lasciate andare Babbo Natale immediatamente – ordinò Samuele. I pirati si scusarono e promisero di essere buoni. Poi Cicca, il cuoco, offrì a Babbo Natale un piatto di fagottini di mele. – Deliziosi! – disse Babbo Natale. – Ora devo andare. Ma più tardi, durante la notte, mentre i pirati dormivano, Babbo Natale tornò indietro e riempì le loro calze. Dopo tutto avevano promesso che sarebbero stati buoni, no? Quando la mattina dopo Samuele si svegliò, trovò un sacco di regali con un bigliettino di ringraziamento di Babbo Natale. E c’era anche un pesce grosso per Gualtiero! Georgie Adams, Un anno pieno di storie, Mondadori
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invern o
è NATALE!
La Befana sono io La Befana volava a cavallo della scopa. Vola e vola, a un certo punto vide una vecchina uguale a lei. – Chi sei? – chiese la Befana, e quella rispose: – Sono la Befana. – La Befana sono io! – disse la Befana. – Non vedi che ho la scopa, il naso lungo, eccetera? – Anch’io ce li ho! – disse l’altra. – Non vedi che ho il sacco pieno di doni? – Anch’io ce li ho! La Befana era confusa, forse c’erano due befane nel mondo e lei non l’aveva mai saputo. – Senti – disse allora, – facciamo una gara: chi vince sarà la vera Befana. Facciamo un volo da qui alla Luna e ritorno. Le due vecchine partirono aggrappate alle scope. Arrivarono insieme alla Luna e le girarono intorno. A un tratto la Befana, guardando la rivale, vide che sotto i capelli aveva dei bulloni e delle giunture di metallo: era una Befana-robot!
172
invern o
Allora puntò verso il Monte Calamita, tutto magnetico. Quando fu vicino rallentò, mentre l’altra Befana strillava: – Arrivo prima! E, infatti, arrivò prima perché il Monte Calamita la tirò verso di sé a una tale velocità che quando ci cadde sopra si frantumò in mille pezzi. E la Befana in carne e ossa se ne tornò a volare per il mondo col suo sacco pieno di doni. Roberto Piumini, C’era una volta ascolta, Einaudi
COMPRENDO Vero (V) o falso (F)? Segna con una X. * * * * * *
La Befana vide una vecchia uguale a lei. Le due Befane fecero una gara di nuoto. Le due vecchine partirono aggrappate alla scopa e raggiunsero la Luna. La Befana notò che la sua rivale aveva dei bulloni sotto i capelli. La Befana non si diresse verso il Monte Calamita. L’altra Befana fu attratta dal Monte Calamita e quando ci cadde sopra si frantumò. * La vera Befana scoppiò in una fragorosa risata.
V V V V V
F F F F F
V F V F
173
primavera
primavera nell’arte
Gino Tarozzi, Allegria e felicità
Che cosa rappresenta il dipinto? .........................................................................................................................................................................
Quali elementi sono presenti?
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Quali colori ha utilizzato l’artista?
.........................................................................................................................................................................
Quali emozioni ti comunica il dipinto? Malinconia Gioia Tristezza
174
un’allegra ghirlanda Realizza anche tu una ghirlanda di papaveri da appendere nella tua cameretta per festeggiare l’arrivo della bella stagione.
OCCORRENTE * Cartoncino verde, * fogli di carta rossi, * pennarello nero a
punta fine,
* matita, * colla, * forbici.
175
primavera
Punti e linee Rappresenta anche tu la primavera, prendendo spunto da questi esempi. A lavoro ultimato scrivi le tue sensazioni.
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176
primavera
Un fantastico vestito Una mattina il vecchio ciliegio disse alle foglie: – Care figlie, è venuto il tempo di preparare il fantastico vestito della festa ornato di fiori bianchi. Le foglie presero a lavorare tutto il giorno, e intanto guardavano di qua e di là, sui rami, se spuntavano i fiori. E i fiori ripresero a spuntare dappertutto. Alla fine il ciliegio era vestito come una sposa. Arrivarono le rondini, fecero tanti girotondi attorno al ciliegio, cantando nella loro lingua gioiosa. Anche una nuvola, che andava dritta e superba verso il mare, a vedere lo spettacolo del grande albero in fiore frenò la sua corsa, fece una deviazione e passò sul ciliegio in silenzio, stupefatta di tanta bellezza. Alla sera le lucciole accesero i lumi, uscirono dai loro nascondigli in esplorazione, girarono attorno al ciliegio, e lo illuminarono come un albero di Natale. I grilli e le rane, intanto, facevano festa cantando «cri cri» e «gra gra» tutta la notte. Mario Lodi
Che cosa disse il vecchio ciliegio alle foglie? Che cosa fecero le foglie? Che cosa accadde poi? Racconta.
177
primavera
è pasqua
Pasqua nel mondo Sono molte le tradizioni popolari legate alla Pasqua. La più conosciuta è l’usanza delle uova pasquali. In tutti i Paesi dell’Est europeo l’arte di decorare le uova è diffusissima. I bambini, invece di cercare come noi la sorpresa, guardano il guscio dell’uovo che a volte è una vera e propria opera d’arte. I veri campioni di giochi con le uova sono i bambini svizzeri. Per prima cosa, le fanno bollire insieme ad erbe e vegetali vari; quindi, fanno gare che consistono nel lanciarle per aria il più in alto possibile e nel riprenderle senza romperle. In Inghilterra, in ogni paese, i ragazzi fanno un gioco divertente. Si radunano su una collina e fanno rotolare in basso decine di uova colorate, simbolo, dice la tradizione, della pietra che il mattino di Pasqua rotolò giù dal sepolcro di Gesù. AA.VV., I ragazzi del mondo, Mondadori
Quali sono le tradizioni pasquali di casa tua?
EDUCAZIONE CIVICA
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178
primavera
Pace è... Pace è… volare leggeri nell’aria. Pace è… un albero verde fiorito. Pace è… una colomba bianca. Pace è… darsi la mano e andare lontano lontano. Pace è… un uccellino piccino e la sua mamma. Pace, ancora, è non avere fame è non avere freddo.
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Stefania Benincasa
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Scrivi nei cuori alcuni pensieri sulla Pace.
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179
primavera
la pace dei colori del mondo COMPRENDO › Perché i colori litigano tra loro? › Che cosa mise fine al loro litigio? › Che cosa nacque dal loro abbraccio? PARLO DI ME › E tu, che cosa ne pensi? Cos’è per te la pace? Perché, secondo te, l’arcobaleno è il simbolo della pace?
Un giorno, tanto tempo fa, i colori del mondo cominciarono a litigare; ognuno sosteneva di essere il più importante, il più utile, il preferito. Il Verde disse: – Il più importante sono io! Sono il simbolo della vita e della speranza; sono il colore dell’erba, degli alberi, delle foglie... Senza di me gli uomini e gli animali non vivrebbero. Il Blu replicò: – Tu dimentichi il mare e il cielo! Io sono il colore di questi spazi: i più belli e i più grandi. Il Giallo intervenne dicendo: – Io porto il sorriso, l’allegria e il caldo alle creature! Io sono il colore del sole, della luna e delle stelle. L’Arancio aggiunse: – Dimentichi l’importanza della salute! Io sono il colore delle vitamine che danno vigore. Il Rosso arrivò urlando: – Io sono il colore del sangue, e il sangue è salute e vita. Sono il colore
Ogni persona è come un colore speciale; deve essere accettata per quello che è e deve impegnarsi ad accogliere gli altri con le loro caratteristiche, i loro punti di vista e la loro storia. Se ci sforzassimo di convivere nel rispetto delle diversità, conquisteremmo più facilmente la libertà e la pace.
180
primavera
dell’amore, dei papaveri, delle stelle di Natale e delle rose! L’Indaco parlò in modo pacato, ma con determinazione: – Io rappresento il pensiero e la riflessione. Io sono il colore del silenzio! E così i colori continuarono con le loro vanterie. All’improvviso un tuono potente li fece sussultare e poco dopo una pioggia torrenziale cominciò a scrosciare in mezzo ai lampi e ai fulmini. Presi dalla paura, i colori si raccolsero vicini l’uno all’altro per farsi forza. Uniti in quell’abbraccio, diedero vita al colore preferito dagli uomini: l’arcobaleno, quell’insieme di colori che ricorda la pace. E. Del Favero, Uno scrigno di matite colorate, Gribaudi
Colora l’arcobaleno e in ogni colore scrivi una parola di pace.
181
estate
estate nell’arte
André Derain, Barche nel porto di Collioure
Che cosa rappresenta il dipinto? .........................................................................................................................................................................
Come sono i colori utilizzati dall’artista? .........................................................................................................................................................................
Quali elementi vedi: In primo piano: ......................................................................................................................................... In secondo piano: .................................................................................................................................... Sullo sfondo: ............................................................................................................................................... Che sensazioni provi guardando il dipinto? .........................................................................................................................................................................
182
pesciolini tra le onde Con la carta colorata puoi realizzare un bel quadretto da regalare a un parente oppure a un amico. La rappresentazione del mare e dei pesciolini ti riporterà alla mente le splendide giornate vissute in vacanza.
OCCORRENTE * carta colorata, * colla, * forbici.
183
estate
le forme Prendendo spunto dal dipinto astratto di Paul Klee disegna, utilizzando le figure geometriche, la tua città inserendo alcuni elementi che caratterizzano l’estate. Confronta il tuo lavoro con quello dei compagni di classe scoprendone le differenze. Quali figure geometriche sono presenti nel dipinto? .............................................................. .............................................................. .............................................................. .............................................................. .............................................................. .............................................................. .............................................................. ..............................................................
Quale sensazione ti comunica l’accostamento dei colori utilizzati dall’artista? .............................................................. .............................................................. .............................................................. .............................................................. .............................................................. .............................................................. .............................................................. .............................................................. .............................................................. .............................................................. ..............................................................
184
estate
Concerti estivi L’estate è la stagione dei colori, della luce, dei profumi e, grazie ad alcuni insetti, di luci particolari ed anche di suoni. Le lucciole ornano il paesaggio delle serate estive con i loro segnali luminosi; i grilli e le cicale compongono, invece, la colonna sonora. Il grillo non “canta” con la bocca, ma sfregando ripetutamente le sue elitre, cioè le ali. A fare questi concerti serali è solo il maschio che, in questo modo, corteggia la femmina. Di giorno, invece, il concerto è tenuto dalle cicale con il loro frinire. Anche in questo caso è solo il maschio a cantare per ore. Non usa la bocca, ma un apparato situato nella sua pancia. Così, proprio grazie a questi insetti, l’estate può essere davvero magica. Da Viaggio nel testo 3, Editrice La Scuola
* L’estate
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* Le lucciole
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* Il grillo canta
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* Di giorno cantano le
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185
Su modello INVALSI
Emil 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32
Emil era un ragazzino ribelle e testardo. Aveva grandi occhi azzurri, un visetto tondo e i capelli biondi come il grano. Era così dolce e bello da sembrare un angioletto, ma era meglio non farsi illusioni! Un giorno per pranzo c’era la minestra. Tutti mangiarono a sazietà, finché la zuppiera fu vuota. In fondo era rimasto un goccino di brodo. Emil lo voleva, e l’unico sistema era quello di infilare la testa nella zuppiera. Fu ciò che fece, ma quando ebbe l’intenzione di tirar fuori la testa non ci riuscì. A questo punto Emil si spaventò e afferrò il recipiente strillando. – Per amor del cielo, prendiamo il ferro del camino e spacchiamo la zuppiera – disse la mamma. – Sei ammattita? – disse il papà. Afferrò la zuppiera per i manici e la sollevò energicamente. Con che risultato? Che Emil fu sollevato insieme alla zuppiera. – Smettila... mettimi giù! – gridava. La mamma pensò di nuovo di spaccare la zuppiera, ma il padre disse: – Andiamo dal medico. Lui riesce senz’altro a levarla. Alla madre di Emil questa parve una buona trovata. – Farai a meno di lavarti le orecchie, Emil – disse. Da sotto la zuppiera apparve allora un sorriso soddisfatto, ed Emil disse: – È la prima cosa buona che ho da questa zuppiera. Non restava che mettersi in strada. Alla fine Emil entrò nello studio del dottore. Anche se non lo vedeva, doveva ben salutarlo, perciò, con la zuppiera e tutto, fece un inchino il più profondo possibile. Fu allora che questa andò in pezzi. Emil aveva sbattuto la testa contro la scrivania e la zuppiera fece “crac” e si spaccò a metà. Così ritornarono a casa e il papà incollò la zuppiera. – Come hai fatto, Emil, a infilare la testa nella zuppiera? – chiese. – Non è stato difficile – disse Emil. – Ho fatto così. Ed eccolo di nuovo con la zuppiera in testa: era rimasto incastrato come prima. Lindgren, Emil, Salani
186
Su mode llo INVALSI
* Chi è il protagonista del racconto?
* Cos’è “un goccino di brodo?”
A. B.
A. B. C.
Emil Emily
C. D.
Eric Ernest
* Com’è Emil? Metti una crocetta per ogni riga. V A.
Aveva grandi occhi azzurri.
B.
Un visetto sottile e allungato.
C.
Un visetto tondo.
D.
I capelli biondi come il grano.
E.
I capelli neri come la pece.
F.
Era così dolce e bello.
D.
Tanto brodo Una ciotola di brodo Una piccolissima quantità di brodo Abbastanza brodo
F
* Con quale espressione potresti sostituire “l’unico sistema”? A. L’unico meccanismo B. L’unico modo C. L’unico aggeggio D. L’unico problema
* Perché, dopo la descrizione di Emil, c’è scritto “era meglio non farsi illusioni”? A. Perché aveva solo l’aspetto di un angioletto B. Perché non era davvero biondo C. Perché era davvero un angioletto D. Perché non era bello
* Cosa significa “Tutti mangiarono a sazietà?” A. B. C. D.
Che tutti mangiarono ma non si saziarono Che tutti mangiarono fino ad essere completamente sazi Che tutti mangiarono e solo alcuni si saziarono Che non tutti mangiarono
* Cos’è una “zuppiera? ” A. B. C. D.
Un Un Un Un
tipo di zuppa tipo di bevanda contenitore per la zuppa piatto per la zuppa
* Perché il papà propone
“Andiamo dal medico?” A. Per fare l’iniezione B. Per fare una visita C. Per chiedere un consiglio D. Per togliere la zuppiera dalla testa di Emil
* Che cosa aveva proposto
invece la mamma? A. Di spaccare la zuppiera con il ferro del camino B. Di chiamare un’ambulanza C. Di dare un calcio alla zuppiera D. Di aggiungere del brodo nella zuppiera 187
Su modello INVALSI * Cosa significa è “una buona trovata? ” A. B. C. D.
Una pessima idea Un’idea stravagante Un’idea curiosa Un’ottima idea
* A cosa si riferisce Emil con l’espressione “È la prima cosa buona che ho da questa zuppiera”? A. Al brodo caldo B. Al formaggio rimasto sul fondo della zuppiera C. Al non potersi lavare le orecchie D. Al poter giocare a nascondino da sotto la zuppiera
* “Non restava che mettersi in strada”. Cosa fecero allora? A. Uscirono di casa e si incamminarono verso il dottore B. Rimasero a casa C. Si sedettero fuori casa D. Si misero a giocare per strada
* Sottolinea gli aggettivi qualificativi. Quanti sono?
Emil era un ragazzino ribelle e testardo. Aveva grandi occhi azzurri, un visetto tondo e i capelli biondi come il grano. Era così dolce e bello da sembrare un angioletto, ma era meglio non farsi illusioni! A. B. C. D.
10 6 9 8
* Che cosa accade quando viene chiesto a Emil come ha fatto ad infilare la testa nella zuppiera? A. Scoppia in una risata B. Non risponde perché ha paura C. Resta incastrato di nuovo D. Dice che è stata la zuppiera a saltargli in testa
* Emil “fece un inchino il più profondo possibile”, perché? A. Per mettersi in mostra B. Per salutare il dottore C. Per salutare i genitori D. Perché era maleducato
* “Fu allora che questa andò in pezzi.” Cosa successe alla zuppiera? A. Si ruppe B. Non riusciva a rompersi C. Rimase intera D. Si versò sul pavimento
188
* Zuppiera è un nome… A. B. C. D.
Alterato Primitivo Derivato Composto
Su mode llo INVALSI
* Nella frase “La mamma pensò di nuovo di spaccare la zuppiera”, quante sono le preposizioni semplici? A. 3 B. 2 C. 1 D. Nessuna
* Nella frase “Afferrò la zuppiera per i
manici e la sollevò energicamente”, quanti sono gli articoli? A. 3 B. Nessuno C. 4 D. 2
* Analizza i verbi in tabella. verbo
coniugazione
modo
tempo
persona
entrò vedeva farei riesce ho mangiarono
* Nelle frasi seguenti ci sono 5 errori. Sottolineali e riscrivi le parole in forma corretta.
“Un giorno per pranzo cera la minestra. Tutti mangarono a sazietà, fincé la zupiera fu vuota. In fondo era rimasto un gocchino di brodo”.
.................................................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................................................
* In ogni frase sottolinea il soggetto e il predicato, poi inseriscili in tabella al posto giusto. soggetto
predicato
Emil entrò nello studio. Il papà incollò la zuppiera. A questo punto Emil si spaventò. Tutti mangiarono a sazietà. 189
Su modello INVALSI
Il pinguino imperatore 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20
È buffo: è un uccello con tante piume, che non vola ma nuota benissimo. Può rimanere sott’acqua per una quindicina di minuti e scendere a più di 400 metri e, quindi, pescare al buio. Alto circa 120 centimetri e pesante fino a 37 chili, è il più grande tra i pinguini. Forma colonie molto numerose. In marzo tutta la colonia si sposta camminando sulla terraferma, in modo buffissimo, anche per 120 chilometri. Mamma pinguino e papà pinguino trasportano l’uovo da cui nascerà il loro piccolo tenendolo a turno in equilibrio sulle zampe! I pinguini si riconoscono tra loro grazie a una specie di verso-canzoncina. La femmina, dopo aver deposto l’uovo, se ne va al mare con le amiche lasciando al compagno il compito di covare! E se lei non ritorna sarà il papà a nutrire il piccolo con un «latte speciale» che proviene da un’apposita ghiandola. Come tutti i pinguini, il pinguino imperatore in acqua è praticamente invisibile perché scuro come il colore del mare visto dall’alto. I predatori, così, non si accorgono di lui. Le sue prede, invece, che dall’acqua del mare vedono il chiarore del giorno, spesso non lo riconoscono perché la sua pancia è bianca. Da “Focus Junior”, Le più incredibili curiosità sugli animali, Mondadori
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Su mode llo INVALSI
* “Trasportano l’uovo da cui nascerà
* Di quale tipo di testo si tratta? Testo Testo Testo Testo
A. B. C. D.
descrittivo informativo espressivo regolativo
* Com’è il pinguino imperatore? Metti una crocetta per ogni riga.
A.
È un uccello con tante piume.
B.
Non vola ma nuota benissimo.
C.
È tutto giallo a macchie blu.
D.
Può rimanere sott’acqua per una quindicina di minuti e scendere a più di 400 metri e, quindi, pescare al buio.
E.
Non ha le zampe
F.
Alto circa 120 centimetri e pesante fino a 37 chili, è il più grande tra i pinguini.
V
* Cosa sono le “colonie? ” A. B. C. D.
Un gruppo di animali Una coppia di animali Una famiglia di animali Una specie di animali
* “In marzo tutta la colonia si sposta
camminando sulla terraferma”. Come camminano? A. Velocemente B. Lentamente C. In modo elegante D. In modo buffissimo
F
il loro piccolo tenendolo a turno in equilibrio sulle zampe!”. Si può anche dire: A. lasciano che il piccolo cammini sulle sue zampe B. portano l’uovo sulle loro zampe a turno C. portano l’uovo sotto le loro ali D. portano l’uovo sulla testa
* Come si riconoscono i pinguini tra loro?
A. B. C. D.
Grazie alla buffa andatura Grazie al colore delle piume Grazie ad una specie di versocanzoncina Grazie ad una danza particolare
* Cosa significa “dopo aver deposto
l’uovo”? A. Dopo B. Dopo C. Dopo D. Dopo
aver aver aver aver
depositato l’uovo appostato l’uovo mangiato l’uovo rotto l’uovo
* A cosa serve il “latte speciale” del
papà? A. A B. A C. A D. A
nutrire il piccolo lavare il piccolo far nuotare il piccolo far giocare il piccolo
* Cos’è una “ghiandola?” A. B. C. D.
Una pianta Un fiore Un organo Un animale
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Su modello INVALSI * Perché i predatori “non si accorgono di lui?”
A. B. C. D.
Perché Perché Perché Perché
* Qual è il sinonimo di “buffo?” Severo Bello Grosso Divertente
A. B. C. D.
è trasparente ha la pancia bianca è scuro come il mare è molto piccolo
* “Le sue prede, invece, che dall’acqua del
mare vedono il chiarore del giorno, spesso non lo riconoscono perché la sua pancia è bianca.” Si può dire anche: A. le sue prede non lo riconoscono perché è molto piccolo B. le sue prede non lo riconoscono perché ha la pancia bianca e si mimetizza C. le sue prede non lo riconoscono perché è troppo scuro D. le prede non lo riconoscono perché è molto grande
* Indica con una X la parola di ogni coppia scritta in modo errato. pinguino
pinquino
equilibrio
ecuilibrio
ghiandola
giandola
inperatore
imperatore
compagno
compagnio
spece
specie
chiarore
ciarore
gorno
giorno
* Nella frase “il pinguino imperatore in acqua è praticamente invisibile”, il soggetto è: A. B.
è invisibile il pinguino imperatore
C. D.
in acqua praticamente
* “Le sue prede, invece, che dall’acqua del mare vedono il chiarore del giorno, spesso non lo riconoscono perché la sua pancia è bianca.” Quali sono i verbi? Sottolineali e analizzali in tabella. verbo
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coniugazione
modo
tempo
persona