Centro di Ricerca Didattica Ardea Editrice
Rosa Dattolico • Tiziana Trotta • Giusi Landi • Valentina Olivieri
Rosa Dattolico • Tiziana Trotta • Giusi Landi • Valentina Olivieri
Il Progetto Storie in fiore per le classi quarte e quinte della Scuola Primaria è decisamente innovativo perché parte da un principio psico-pedagogico e metodologico-didattico fondamentale per rendere stimolante e piacevole la lettura: coinvolgere fattivamente e operativamente gli alunni, impegnandoli in prima persona e divertendoli nel lavoro di coppia e di gruppo, favorendo il lavoro collaborativo e cooperativo.
È un Progetto particolarmente flessibile e di piacevole uso, adattabile ad ogni tipo di classe.
I volumi presentano tipologie testuali , generi narrativi e attività che consentono di sviluppare abilità linguistiche : ascoltare, parlare, leggere, scrivere, cognitive e trasversali indispensabili per lo sviluppo del pensiero convergente (logico-analitico) e divergente (creativo e multidirezionale) indispensabile per affrontare argomenti da più punti di vista.
Ogni genere è preceduto da una chiara, precisa e costante spiegazione delle caratteristiche specifiche.
L’organizzazione articolata e dinamica che caratterizza il Progetto offre al bambino la possibilità di esprimere le proprie capacita e di esercitare le competenze apprese (linguistiche, cognitive e trasversali) in contesti significativi promuovendo la sua crescita globale, inoltre facilita la progettazione e il lavoro in classe dell’insegnante permettendo di: personalizzare l’attività didattica valutando le prestazioni dell’alunno e l’efficacia dell’azione didattica attraverso una valutazione formativa presente nei vari volumi che compongono il Progetto.
Sono presenti prove di ascolto, pagine di verifiche , compiti di realtà , attività CLIL e di classe capovolta e rimandi con Educazione Civica
I testi presenti nelle antologie di quarta e di quinta sono tratti dalla migliore letteratura per ragazzi. Sono corredati da illustrazioni stimolanti e originali che sostengono e guidano ciascun alunno al raggiungimento della competenza linguistica per la comprensione, analisi e la produzione di testi di vario tipo.
• Il testo narrativo
Il racconto realistico
Il racconto autobiografico
Il racconto biografico
Il diario, la lettera, l'e-mail
Il racconto fantastico
il racconto umoristico
Il racconto d’avventura
Il racconto di paura
• Il testo descrittivo (persone, animali, luoghi, fenomeni atmosferici)
• Il testo poetico
• Il testo informativo
• il testo argomentativo
• Il testo regolativo
• Il testo narrativo
Il racconto realistico
Il racconto umoristico
Il racconto d’avventura
Il racconto di paura
Il racconto giallo
Il racconto storico
Il racconto di fantascienza
Il racconto fantasy
• Il testo descrittivo (persone, emozioni, animali, luoghi, fenomeni atmosferici)
• Il testo poetico
• Il testo informativo
• il testo argomentativo
I testi sono accompagnati da un apparato operativo per scoprire gli elementi di ogni tipologia testuale affrontata.
ASCOLTO
per capire le diverse informazioni del testo.
LEGGO
COMPRENDO
per migliorare l’espressività e stimolare gli alunni al piacere e all’interesse per la lettura.
per verificare la comprensione del testo e favorire la rielaborazione orale.
ANALIZZO
per svolgere l’analisi testuale in relazione alle diverse tipologie cogliendone gli elementi le caratterizzano.
SCRIVO
per favorire la rielaborazione e avviare alla produzione delle varie tipologie testuali.
PARLO IO
RIFLESSIONE
SULLA LINGUA
per stimolare a parlare delle proprie emozioni ed esperienze.
per rinforzare le competenze metalinguistiche e ampliare il patrimonio lessicale e le relazioni di significato tra le parole.
Il volume Accoglienza , indirizzato agli alunni della classe quarta, è ricco di attività interdisciplinari stimolanti e di gruppo che, oltre a favorire l’accoglienza e la socializzazione e facilitare da parte di ogni alunno il progressivo adattamento alla realtà scolastica, daranno all’insegnante utili indicazioni circa il reale possesso delle competenze acquisite dagli alunni in ingresso.
L’Accoglienza trova spazio anche nelle prime pagine nell’antologia di quinta. Il percorso è caratterizzato da una serie di attività interdisciplinari
Il percorso delle Letture è strutturato in unità testuali introdotte da una mappa e da un testo che la esemplifica e visualizza attivamente le caratteristiche principali per guidare l’alunno all’analisi e da una prova di ascolto funzionale al potenziamento di una capacità che è trasversale a ogni ambito del sapere.
Il percorso linguistico è arricchito da pagine tematiche , vicine al vissuto dei bambini per cogliere informazioni nascoste come le emozioni dei personaggi, (per riflettere sulle emozioni proprie e altrui) il pensiero e il messaggio dell’autore, per favorire la riflessione e la comunicazione orale e il confronto attraverso attività di coppia e di gruppo.
INSIEME: sono attività in coppia e in gruppo per favorire l’apprendimento cooperativo e stimolare diversi stili di apprendimento.
PARLIAMONE: un invito a discutere sui vari argomenti affrontati e a dare spazio all’espressione orale, all’argomentazione di idee e opinioni.
ANCH'IO SCRITTORE: un percorso di scrittura libera.
GIOCO CON LA FANTASIA: per sollecitare l'immaginazione dei bambini dando voce alla loro fantasia.
GIOCO CON LA STORIA: per stimolare i bambini a inventare una nuova storia partendo da un testo.
CLASSE CAPOVOLTA: attività per stimolare l’interesse, la curiosità e coinvolgere gli allievi in modo da renderli parte attiva nella costruzione delle conoscenze indicate.
CLIL: per sviluppare competenze di lingua inglese e abilità di comunicazione interculturale.
COMPITI DI REALTÀ: invitano l’alunno a mettersi in gioco per risolvere problemi autentici e realistici utilizzando con consapevolezza conoscenze e abilità cognitive, relazionali, pratiche e di problem solving.
STAGIONI E RICORRENZE: percorsi conoscitivi, emotivi, espressivi realizzati attraverso le varie tipologie testuali e lo studio di famose opere d’arte.
VERIFICHE: per l’autovalutazione delle competenze linguistico-espressive attraverso la comprensione, l’analisi e la riflessione sulla lingua.
PAGINE DI EDUCAZIONE CIVICA: per formare cittadini responsabili e consapevoli del valore etico delle proprie azioni.
PERCORSO SULLE EMOZIONI: per arrivare, attraverso le storie, al cuore dei bambini, promuovendo l’apprendimento del linguaggio delle emozioni.
INVALSI: per individuare il livello di competenze raggiunto dall’alunno.
La scrittura dei generi e delle varie tipologie testuali è anticipata da una sezione mirata a organizzare le idee a cui seguono mappe semplificate per avviare alla produzione scritta.
Alla fine della sezione dedicata alla scrittura c’è un percorso che guida l’alunno all’apprendimento di strategie per riassumere.
Vengono proposte in entrambi i quaderni attività propedeutiche alla prova INVALSI.
Propongono un percorso finalizzato alla scoperta delle regole ortografiche e morfosintattiche. Ne consolida l’acquisizione attraverso numerosi esercizi.
I quaderni presentano alla fine esercizi di consolidamento riepilogativi e attività propedeutiche alla prova INVALSI.
Le Mappe di ripasso completano i due volumi.
L'album di Arte e Musica amplia il percorso di arte già presente nei volumi di antologia. Esso si basa sull’osservazione e l’interpretazione dei dipinti di artisti famosi. Le proposte di tecniche creative e musicali presenti nel volume mirano a far esprimere appieno la creatività del bambino.
Il volume unico di Educazione civica , destinato agli alunni delle classi quarta e quinta, si inserisce pienamente nella struttura del Progetto, considerando i tre nuclei tematici previsti dalle Linee Guida e proponendo percorsi su temi legati al vissuto del bambino, alla storia e all’attualità, con proposte di compiti di realtà , attività di debate, CLIL e flipped classroom . Tutti i percorsi sono legati ai principali obiettivi previsti dall’Agenda 2030, sviluppati in chiave interdisciplinare nell’ambito della cittadinanza, partendo dalla realtà quotidiana della vita scolastica fino a giungere al concetto di cittadino d’Italia e del mondo. Il volume è interconnesso alle antologie e alla Guida, dove sono sviluppate proposte operative su dieci tra le principali Giornate nazionali e internazionali
La valutazione, parte integrante del percorso didattico, aiuta gli alunni ad auto-valutarsi diventando protagonisti attivi del proprio processo di apprendimento e regola e sostiene l’operato degli insegnanti attenti a migliorare l’azione didattica e a sostenere e indirizzare il processo di apprendimento ridefinendo gli obiettivi attraverso metodologie didattiche e strategie educative più adeguate ed efficaci. ACCOGLIENZA LETTURE
QUADERNO DI VALUTAZIONE
GUIDE DI VALUTAZIONE
Raccolgono prove di verifica e di valutazione iniziale per rilevare i livelli di partenza degli alunni per effettuare poi una valutazione formativa intermedia e finale per accompagnare ogni alunno nel proprio percorso di apprendimento, lungo l’intero anno scolastico attraverso eventuali interventi mirati da parte degli insegnanti.
In tutte le schede è presente l’obiettivo di apprendimento di cui si verifica l’acquisizione.
Le Guide hanno lo scopo di aiutare il docente a monitorare i progressi degli alunni nel loro percorso di apprendimento, attraverso momenti valutativi in itinere (prova d’ingresso, intermedia e finale) per giungere alla formulazione del giudizio descrittivo, in relazione a uno dei quattro livelli previsti.
PROVE D'INGRESSO
COMPETENZA CHIAVE EUROPEA: Competenza alfabetica funzionale
Traguardi per lo sviluppo delle competenze Obiettivi di apprendimento Contenuti e attività
• L’alunno partecipa a scambi comunicativi (conversazione, discussione di classe o di gruppo…) con compagni e insegnanti rispettando il turno e formulando messaggi chiari e pertinenti, utilizzando un registro il più possibile adeguato alla situazione.
• Ascolta e comprende testi orali "diretti" o "trasmessi" dai media cogliendone il senso, le informazioni principali e lo scopo.
• Interagire negli scambi comunicativi (conversazione, discussione…) rispettando i turni di parola e i tempi dei compagni.
• Comprendere l’argomento e le informazioni più importanti di discorsi affrontati in classe.
• Prestare attenzione al parere dei compagni e saper esprimere il proprio punto di vista, motivandolo con esempi e spiegazioni.
• Ascoltare testi di vario tipo riuscendo a coglierne il senso globale, i più evidenti significati impliciti, la struttura e l'intenzione comunicativa dell'autore, esprimendo un motivato parere personale.
• Raccontare esperienze personali e altrui o narrare storie rispettando l’ordine logico e cronologico e fornendo le informazioni essenziali.
• Esporre argomenti di studio in modo chiaro e coerente.
• Comprendere lo scopo e l'argomento di messaggi trasmessi dai media.
• Comprendere consegne e istruzioni per l'esecuzione di attività scolastiche ed extrascolastiche.
• Le regole della conversazione di gruppo.
• Riflessioni personali e di gruppo sull’ascolto di testi in relazione anche a tematiche in relazione a vari argomenti.
• Comunicazione chiara ed efficace di pensieri, opinioni, emozioni e vissuti personali e altrui.
• Comprensione di domande relative a testi ascoltati.
• Rielaborazione orale di testi ascoltati e analisi degli stessi.
• Esercizi di comprensione sull’uso di espressioni particolari.
• Esposizione su un argomento di studio utilizzando una scaletta.
Traguardi per lo sviluppo delle competenze Obiettivi di apprendimento
• L’alunno legge e comprende testi di vario tipo, continui e non continui, ne individua il senso globale e le informazioni principali, utilizzando strategie di lettura adeguate agli scopi.
• Legge testi di vario genere facenti parte della letteratura per l'infanzia, sia a voce alta sia in lettura silenziosa e autonoma e formula su di essi giudizi personali.
• Utilizza abilità funzionali allo studio: individua nei testi scritti informazioni utili per l’apprendimento di un argomento dato e le mette in relazione; le sintetizza, in funzione anche dell’esposizione orale; acquisisce un primo nucleo di terminologia specifica.
• Padroneggiare tecniche di lettura, silenziosa e ad alta voce, dando espressività.
• Sfruttare le informazioni fornite dalla titolazione, dalle immagini e dalle didascalie per farsi un’idea del testo che si intende leggere.
• Prevedere, attraverso tutte le anticipazioni (argomento, titolo ed immagini), il significato generale di un testo.
• Leggere testi letterari narrativi di vario genere e comprendere gli elementi che li caratterizzano.
• Leggere testi poetici cogliendone il senso, le caratteristiche formali più evidenti, l'intenzione comunicativa dell'autore ed esprimendo un motivato parere personale.
• Intuire il significato di un termine non noto a partire dal contesto.
• Ricercare informazioni in testi di diversa natura e provenienza (compresi moduli, orari, grafici, mappe ecc.) per scopi pratici o conoscitivi, applicando tecniche di supporto alla comprensione quali, ad esempio, sottolineare, annotare informazioni, costruire mappe e schemi...
• Seguire istruzioni scritte per realizzare prodotti, per regolare comportamenti, per svolgere un'attività, per realizzare un procedimento.
• Produrre testi per persuadere.
Contenuti e attività
• Vari tipi di testi espressivi.
• Lettura prosodica di vari tipi di testi.
• Il testo narrativo e i suoi ingredienti: personaggi, tempo, luoghi, fatti.
• L’ordine narrativo delle storie, non lineare e lineare: il flashback e la fabula.
• Diversi generi narrativi: realistico, autobiografico, diaristico, fantastico, umoristico, di avventura, di paura.
• Individuazione, attraverso la lettura autonoma, degli elementi essenziali di ciascun tipo di testo.
• Lettura e riflessione su vari argomenti.
• Il testo descrittivo e i suoi elementi.
• La descrizione soggettiva e oggettiva.
• Il testo poetico per comunicare sensazioni, emozioni, sentimenti e idee.
• Il testo informativo e la sua struttura: individuazione delle parole chiave, interpretazione di schemi e tabelle.
• Il testo regolativo e le sue caratteristiche.
• Il testo argomentativopersuasivo.
• Pagine di Educazione civica
Traguardi per lo sviluppo delle competenze Obiettivi di apprendimento
• L’alunno scrive testi corretti nell’ortografia, chiari e coerenti, legati all’esperienza e alle diverse occasioni di scrittura che la scuola offre.
• Rielabora testi parafrasandoli, completandoli, trasformandoli.
• Produce testi di vario tipo.
• Raccogliere le idee, organizzarle per punti, pianificare la traccia di un testo narrativo.
• Sintetizzare un testo utilizzando le informazioni essenziali.
• Rielaborare testi modificando il punto di vista.
• Produrre testi narrativi con l'utilizzo di dati e di tecniche espressive.
• Completare un testo narrativo con la parte mancante.
• Integrare un racconto con elementi descrittivi funzionali alla narrazione.
• Creare racconti sul modello dei generi testuali conosciuti.
• Manipolare storie.
• Produrre racconti di esperienze personali o vissute da altri che contengano le informazioni essenziali relative a persone, luoghi, tempi, situazioni, azioni.
• Scrivere testi adeguando il contenuto allo scopo.
• Scrivere testi utilizzando programmi di videoscrittura.
• Produrre testi informativi partendo da schemi.
• Produrre testi corretti dal punto di vista ortografico, morfosintattico e lessicale.
Contenuti e attività
• Scrittura di testi coerenti, coesi e corretti.
• Rielaborazione di testi attraverso una sintesi coerente.
• Rielaborazione di un testo variandone l’ordine cronologico e/o il punto di vista.
• Gli ingredienti essenziali per scrivere una storia.
• Scrittura individuale libera e guidata.
• Scrittura in coppia e in gruppo.
• Sperimentazione di diverse forme di scrittura sia su carta sia con il computer.
• Produzione di testi adeguati agli scopi e ai destinatari.
• Produzione dei vari generi narrativi.
• Produzione e completamento di testi narrativi con elementi descrittivi.
• Produzione di testi poetici e descrittivi.
• Produzione di testi informativi, regolativi e argomentativi.
Traguardi per lo sviluppo delle competenze Obiettivi di apprendimento Contenuti e attività
• L’alunno scrive testi corretti nell'ortografia, chiari e coerenti, legati all'esperienza e alle diverse occasioni di scrittura che la scuola offre.
• Padroneggia e applica in situazioni diverse le conoscenze fondamentali relative all’organizzazione logicosintattica della frase semplice, alle parti del discorso (o categorie lessicali) e ai principali connettivi.
• Riflette sui testi propri e altrui per cogliere regolarità morfosintattiche e caratteristiche lessicali; riconosce che le diverse scelte linguistiche sono correlate alla varietà di situazioni comunicative.
• Conoscere i principali meccanismi di formazione delle parole (parole semplici, derivate, composte).
• Comprendere le principali relazioni di significato tra le parole (somiglianze, differenze, appartenenza a un campo semantico).
• Riconoscere la struttura del nucleo della frase semplice (la cosiddetta frase minima): predicato, soggetto, altri elementi richiesti dal verbo.
• Riconoscere in una frase o in un testo le parti del discorso, o categorie lessicali e riconoscere le congiunzioni di uso più frequente (come: e, ma, infatti, perché, quando, perciò, ...).
• Conoscere le fondamentali convenzioni ortografiche e servirsi di questa conoscenza per rivedere la propria produzione scritta e correggere eventuali errori.
• Uso corretto delle principali convenzioni ortografiche.
• Riflessione sulla frase (distinguere la frase minima e i suoi elementi).
• Individuazione di una frase espansa, distinzione dell'espansione diretta e delle espansioni indirette della frase.
• Rappresentazione grafica della struttura della frase con la visualizzazione dei rapporti che legano le varie parti.
• Individuazione, all’interno della frase, delle parti del discorso (il nome, l’articolo, l’aggettivo, il pronome, il verbo, l’avverbio, l'esclamazione, la preposizione, la congiunzione).
Traguardi per lo sviluppo delle competenze Obiettivi di apprendimento Contenuti e attività
• L'alunno capisce e utilizza nell’uso orale e scritto i vocaboli fondamentali e quelli di alto uso; capisce e utilizza i più frequenti termini specifici legati alle discipline di studio.
• Comprendere ed utilizzare in modo appropriato il lessico di base (parole del vocabolario fondamentale e di quello ad alto uso).
• Arricchire il patrimonio lessicale attraverso attività comunicative orali, di lettura e di scrittura e attivando la conoscenza delle principali relazioni di significato tra le parole (somiglianze, differenze, appartenenza a un campo semantico).
• Comprendere che le parole hanno diverse accezioni e individuare l’accezione specifica di una parola in un testo.
• Comprendere, nei casi più semplici e frequenti, l’uso e il significato figurato delle parole.
• Comprendere e utilizzare parole e termini specifici legati alle discipline di studio.
• Utilizzare il dizionario come strumento di consultazione.
• Arricchimento del lessico, attraverso la lettura dei testi proposti e riutilizzo dei diversi termini nei propri testi.
• Esposizioni orali per individuare un lessico più ampio e appropriato in contesti differenti.
• Utilizzo dei termini propri dei linguaggi riferiti alle materie di studio.
• Uso corretto del dizionario.
Traguardi per lo sviluppo delle competenze Obiettivi di apprendimento Contenuti e attività
• L’alunno partecipa a scambi comunicativi con compagni e docenti, con messaggi chiari e pertinenti formulati in un registro adeguato alle diverse situazioni.
• Ascolta e comprende testi orali "diretti" o "trasmessi" dai media cogliendone il senso, le informazioni principali e lo scopo.
• Espone argomenti di studio in modo chiaro utilizzando un linguaggio specifico.
• Interagire negli scambi comunicativi (conversazione, discussione…) rispettando i turni di parola e i tempi dei compagni.
• Formulare domande pertinenti o richiedendo chiarimenti.
• Prestare attenzione al parere dei compagni e saper esprimere il proprio punto di vista, motivandolo con esempi e spiegazioni.
• Comprendere le informazioni più importanti di discorsi e argomenti, affrontati in classe.
• Comprendere i messaggi dei media e riconoscere la loro finalità comunicativa.
• Ascoltare e comprendere testi orali di vario tipo.
• Raccontare esperienze personali o narrare storie rispettando l’ordine logico e cronologico inserendo gli opportuni elementi descrittivi e informativi funzionali alla narrazione.
• Comprendere il tema e le informazioni essenziali di un’esposizione (diretta o trasmessa).
• Esporre oralmente un argomento di studio utilizzando un linguaggio specifico.
• Le regole della conversazione di gruppo.
• Riflessioni personali e di gruppo sull’ascolto di testi in relazione anche a tematiche di vario tipo.
• Comunicazione chiara di pensieri, opinioni, emozioni, vissuti personali e altrui.
• Comprensione di domande relative a testi ascoltati e rielaborazione degli stessi con un linguaggio chiaro e adeguato all'argomento.
Traguardi per lo sviluppo delle competenze Obiettivi di apprendimento Contenuti e attività
• L’alunno legge e comprende testi di vario tipo, continui e non continui; ne individua il senso globale e le informazioni principali, utilizzando strategie di lettura adeguate agli scopi.
• Legge testi di vario genere facenti parte della letteratura per l’infanzia, sia a voce alta sia in lettura silenziosa e autonoma e formula su di essi giudizi personali.
• Utilizza abilità funzionali allo studio: individua nei testi scritti informazioni utili per l’apprendimento di un argomento dato e le mette in relazione; le sintetizza, in funzione anche dell’esposizione orale; acquisisce un primo nucleo di terminologia specifica; amplia il nucleo di terminologia specifica.
• Impiegare tecniche di lettura silenziosa e di lettura espressiva ad alta voce.
• Usare, nella lettura di vari tipi di testo, opportune strategie per analizzare il contenuto.
• Porsi domande all’inizio e durante la lettura del testo; cogliere indizi utili a risolvere i nodi della comprensione.
• Sfruttare le informazioni della titolazione, delle immagini e delle didascalie per farsi un’idea del testo che si intende leggere.
• Leggere e confrontare informazioni provenienti da testi diversi per farsi un’idea dell’argomento e trovare spunti di riflessione per parlare o scrivere.
• Ricercare informazioni in testi di diversa natura e provenienza (compresi moduli, orari, grafici, mappe, ecc.) per scopi pratici o conoscitivi, applicando tecniche di supporto alla comprensione (quali, ad esempio: sottolineare, annotare informazioni, costruire mappe e schemi, ecc.).
• Leggere testi narrativi e descrittivi, sia realistici sia fantastici, distinguendo l’invenzione letteraria dalla realtà.
• Leggere testi letterari narrativi, in lingua italiana contemporanea, e semplici testi poetici, cogliendone il senso, le caratteristiche formali più evidenti, l’intenzione comunicativa dell’autore, ed esprimendo un motivato parere personale.
• Lettura silenziosa in funzione della consegna.
• Lettura ad alta voce ed espressiva.
• Lettura selettiva finalizzate ad uno scopo.
• Lettura di anticipazione del contenuto partendo da titoli e immagini.
• Lettura e comprensione del senso globale dei vari tipi di testi letti, individuando le informazioni essenziali e le loro relazioni.
• Rappresentazione grafica (tramite mappe, schemi, tabelle…) dei concetti individuati in un testo e le loro relazioni.
• Lettura e riconoscimento delle tipologie testuali e dei generi letterari individuandone gli elementi caratterizzanti:
• TESTO NARRATIVO
• Il racconto realistico
• Il racconto autobiografico
• Il racconto umoristico
• Il racconto di avventura
• Il racconto di paura
• Il racconto giallo
• Il racconto storico
• Il racconto di fantascienza
• Il racconto fantasy
• TESTO DESCRITTIVO
• TESTO POETICO
• TESTO INFORMATIVO
• TESTO ARGOMENTATIVO
• Pagine di Educazione civica.
Traguardi per lo sviluppo delle competenze Obiettivi di apprendimento
• L'alunno scrive testi corretti nell’ortografia, chiari e coerenti, legati all’esperienza e alle diverse occasioni di scrittura che la scuola offre.
• Rielabora testi parafrasandoli, completandoli, trasformandoli.
• Raccogliere le idee e organizzarle per punti, pianificare la traccia di un racconto o di un’esperienza.
• Produrre racconti scritti di esperienze personali o vissute da altri che contengano le informazioni essenziali, relative a persone, luoghi, tempi, situazioni, azioni.
• Rielaborare testi (ad esempio: parafrasare o riassumere un testo, trasformarlo, completarlo) e redigerne di nuovi, anche utilizzando programmi di videoscrittura.
• Produrre testi sulla base di modelli dati (filastrocche, racconti brevi, poesie).
• Realizzare testi su argomenti di studio.
• Sperimentare liberamente, anche con l’utilizzo del computer, diverse forme di scrittura, adattando il lessico, la struttura del testo, l’impaginazione, le soluzioni grafiche alla forma testuale scelta e integrando eventualmente il testo verbale con materiali multimediali.
• Produrre testi corretti dal punto di vista ortografico, morfosintattico, lessicale, rispettando le funzioni sintattiche dei principali segni interpuntivi.
Contenuti e attività
• Produzione delle varie tipologie testuali e di generi letterari:
• TESTO NARRATIVO
• Il racconto realistico
• Il racconto autobiografico
• Il racconto umoristico
• Il racconto di avventura
• Il racconto di paura
• Il racconto giallo
• Il racconto storico
• Il racconto di fantascienza
• Il racconto fantasy
• TESTO DESCRITTIVO
• TESTO POETICO
• TESTO INFORMATIVO
• TESTO ARGOMENTATIVO
• Percorso di scrittura: comprendere, analizzare, manipolare e riflettere sulla lingua.
• Rielaborazione di testi attraverso una sintesi coerente.
• Scrittura individuale libera e guidata.
• Scrittura in coppia e in gruppo.
• Sviluppo delle competenze lessicali.
• Scrittura di testi coerenti, coesi e corretti.
Traguardi per lo sviluppo delle competenze Obiettivi di apprendimento Contenuti e attività
• L'alunno padroneggia e applica in situazioni diverse le conoscenze fondamentali relative all’organizzazione logicosintattica della frase semplice, alle parti del discorso (o categorie lessicali) e ai principali connettivi.
• Riflette sui testi propri e altrui per cogliere regolarità morfosintattiche e caratteristiche lessicali; riconosce che le diverse scelte linguistiche sono correlate alla varietà di situazioni comunicative.
• È consapevole che nella comunicazione sono usate varietà diverse di lingua e lingue differenti (plurilinguismo).
• Relativamente a testi o in situazioni di esperienza diretta, riconoscere la variabilità della lingua nel tempo e nello spazio geografico, sociale e comunicativo.
• Conoscere i principali meccanismi di formazione delle parole (parole semplici, derivate, composte).
• Comprendere le principali relazioni di significato tra le parole (somiglianze, differenze, appartenenza a un campo semantico).
• Riconoscere la struttura del nucleo della frase semplice (la cosiddetta frase minima): predicato, soggetto, altri elementi richiesti dal verbo.
• Riconoscere in una frase o in un testo le parti del discorso, o categorie lessicali e riconoscerne i principali tratti grammaticali; riconoscere le congiunzioni di uso più frequente (come: e, ma, infatti, perché, quando).
• Conoscere le fondamentali convenzioni ortografiche e servirsi di questa conoscenza per rivedere la propria produzione scritta e correggere eventuali errori.
• Uso corretto delle fondamentali convenzioni ortografiche.
• Riflessione sulla frase (la frase minima e i principali complementi; l’attributo e l’apposizione).
• Rappresentazione grafica della struttura della frase con la visualizzazione dei rapporti che legano le varie parti.
• Riflessione sulle parti del discorso (l'articolo, il nome, l'aggettivo, il pronome, il verbo, l'avverbio, l'esclamazione, la preposizione, la congiunzione).
• Scrittura di testi corretti nell'ortografia, chiari e coerenti, legati all'esperienza e alle diverse occasioni di scrittura che la scuola offre.
• Analisi logica e grammaticale.
Traguardi per lo sviluppo delle competenze
• L'alunno capisce e utilizza nell’uso orale e scritto i vocaboli fondamentali e quelli di alto uso; capisce e utilizza i più frequenti termini specifici legati alle discipline di studio.
Obiettivi di apprendimento
• Comprendere ed utilizzare in modo appropriato il lessico di base (parole del vocabolario fondamentale e di quello ad alto uso).
• Arricchire il patrimonio lessicale attraverso attività comunicative orali, di lettura e di scrittura e attivando la conoscenza delle principali relazioni di significato tra le parole (somiglianze, differenze, appartenenza a un campo semantico).
• Comprendere che le parole hanno diverse accezioni e individuare l’accezione specifica di una parola in un testo.
• Comprendere, nei casi più semplici e frequenti, l’uso e il significato figurato delle parole.
• Comprendere e utilizzare parole e termini specifici legati alle discipline di studio.
• Utilizzare il dizionario come strumento di consultazione.
Contenuti e attività
• Arricchimento del lessico, attraverso la lettura dei testi proposti e riutilizzo dei diversi termini nei propri testi.
• Esposizioni orali per individuare un lessico più ampio e appropriato in contesti differenti.
• Utilizzo dei termini propri dei linguaggi riferiti alle materie di studio.
• Uso corretto del vocabolario.
COMPETENZA CHIAVE EUROPEA: Competenza in materia di consapevolezza ed espressioni culturali
NUCLEO TEMATICO: ARTE (Osservare e leggere immagini - Esprimersi e comunicare - Comprendere e apprezzare le opere d’arte)
Traguardi per lo sviluppo delle competenze Obiettivi di apprendimento Contenuti e attività
• L'alunno è in grado di osservare, esplorare, descrivere e leggere immagini.
• Utilizza le conoscenze e le abilità relative al linguaggio visivo per produrre varie tipologie di testi visivi.
• Rielabora in modo creativo le immagini utilizzando tecniche artistiche, materiali e strumenti.
• Comprende e apprezza le opera d'arte.
• Conoscere gli elementi del linguaggio visivo.
• Osservare immagini e descriverne verbalmente le emozioni derivate dall’osservazione delle espressioni dei personaggi dalle forme e dai colori.
• Individuare le funzioni che un’immagine svolge sia dal punto di vista informativo che emotivo.
• Utilizzare tecniche artistiche di vario tipo.
• Rielaborare in modo creativo disegni ed immagini e materiali diversi per crearne di nuove.
• Esprimere emozioni e pensieri attraverso produzioni realizzate con tecniche e materiali diversi.
• Utilizzare in modo creativo i colori.
• Leggere e produrre immagini per raccontare.
• Cogliere la ricchezza del patrimonio artistico-culturale.
• Gli elementi del linguaggio visivo:
• il colore
• il punto
• la linea
• la forma
• il ritmo
• luci e ombre
• il volume
• la prospettiva
• i piani di lettura
• la composizione
• Attività legate alla conoscenza e all’utilizzo di colori, linee, forme e volume.
• Analisi di dipinti d’autore attraverso l’osservazione, l’espressione di un proprio giudizio e una possibile rielaborazione personale.
• Tecniche artistiche per stimolare la creatività.
NUCLEO TEMATICO: MUSICA (Educare al suono e alla musica - Discriminare gli elementi costitutivi del linguaggio musicale)
• L'alunno esplora, discrimina ed elabora eventi sonori dal punto di vista qualitativo e spaziale e in riferimento alla fonte.
• Esplora diverse possibilità espressive della voce, di oggetti sonori e strumenti musicali, imparando ad ascoltare sé stesso e gli altri.
• Riconoscere gli elementi basilari del linguaggio musicale.
• Riconoscere in diversi brani musicali melodia, ritmo e timbro.
• Utilizzare la voce e gli strumenti in modo creativo e consapevole.
• Eseguire individualmente o collettivamente brani vocali curando l’intonazione.
• Conoscere alcuni generi musicali.
• Comprendere l’importanza della musica nella realtà multimediale: cartoni animati, film, pubblicità e computer.
• Uso efficace della voce attraverso il controllo del proprio tono vocale e calibrando il proprio canto con quello degli altri.
• Sincronizzazione dei movimenti del corpo a canti di vario tipo.
• Uso efficace di semplici strumenti musicali realizzati anche con materiali da recupero.
• Attività legate alla conoscenza di alcuni generi musicali.
• Trasformazione in parole, azioni o disegni dei valori espressivi di brani musicali ascoltati.
COMPETENZA CHIAVE EUROPEA: competenza alfabetica funzionale; competenza personale, sociale; competenza digitale; competenza sociale e civica in materia di cittadinanza.
NUCLEO TEMATICO: COSTITUZIONE, DIRITTO, LEGALITÀ E SOLIDARIETÀ
Traguardi per lo sviluppo delle competenze
• L’alunno comprende i concetti del prendersi cura di sé, della comunità, dell’ambiente.
• Esprime e manifesta riflessioni sui valori della convivenza, della democrazia e della cittadinanza.
• Dà valore alla memoria individuale e collettiva delle nostre radici storiche per progettare il futuro.
• È consapevole che i principi di solidarietà, uguaglianza e rispetto delle diversità, sanciti dalla Costituzione, sono i pilastri della convivenza civile.
• Riconosce il ruolo delle Organizzazioni Internazionali.
Obiettivi di apprendimento
• Essere consapevole dei propri comportamenti, delle proprie esigenze e di quelli degli altri.
• Riconoscere di far parte di una comunità e rispettare i valori della convivenza democratica.
• Accettare le differenze e gestire responsabilmente i propri compiti.
• Riconoscere la necessità di rispettare regole condivise e agire responsabilmente.
• Manifestare il proprio punto di vista, ascoltare quello degli altri e confrontarsi in modo costruttivo.
• Riconoscere e rispettare i valori sanciti nella costituzione.
• Conoscere i propri diritti e i propri doveri.
• Analizzare il significato dei simboli dello stato.
• Riconoscere i simboli dell’identità italiana ed europea.
• Riconoscere il ruolo delle organizzazioni internazionali che si occupano di cooperazione e di solidarietà.
Contenuti e attività
Laboratori interdisciplinari su:
• I comportamenti sociali che rendono possibile la convivenza democratica;
• il rispetto e la tolleranza;
• il valore della collaborazione e della cooperazione;
• la prevenzione al bullismo e al cyberbullismo;
• la parità di genere;
• il valore della Memoria;
• storia e struttura della Costituzione;
• lo Stato italiano e i suoi principali organi;
• l’inno e la bandiera;
• gli articoli fondamentali della Costituzione;
• storia, organi principali e finalità dell’Unione Europea.
NUCLEO TEMATICO: CITTADINANZA DIGITALE
Traguardi per lo sviluppo delle competenze Obiettivi di apprendimento
• L’alunno è in grado di distinguere l’identità digitale da un’identità reale.
• prende piena consapevolezza dell’identità digitale come valore individuale e collettivo da preservare.
• è consapevole dei rischi della rete e sa individuarli.
• matura un atteggiamento consapevole e responsabile nell’uso delle tecnologie: si impegna a costruire una consapevole cittadinanza globale.
• Utilizzare in maniera responsabile le nuove tecnologie.
• navigare in modo sicuro con la guida dell’adulto.
• distinguere l’identità digitale da quella reale.
• usare correttamente le tecnologie digitali per evitare rischi per la salute e minacce al proprio benessere fisico.
• essere in grado di ricercare correttamente informazioni sul web.
• comprendere come le tecnologie digitali possano essere di aiuto alla comunicazione, alla creatività e all’innovazione.
Contenuti e attività
Laboratori interdisciplinari su:
• rischi e i pericoli insiti nell’uso del web;
• il cyberbullismo;
• il lessico digitale;
• fonti, dati e contenuti digitali;
• il valore della privacy;
• le fake news;
• le tecnologie digitali.
NUCLEO TEMATICO: SVILUPPO SOSTENIBILE, EDUCAZIONE AMBIENTALE, CONOSCENZA E TUTELA DEL PATRIMONIO E DEL TERRITORIO.
Traguardi per lo sviluppo delle competenze
• L’alunno comprende la necessità di uno sviluppo equo e sostenibile, rispettoso dell’ecosistema, nonché di un utilizzo consapevole delle risorse ambientali.
• promuove il rispetto verso gli altri, l’ambiente e la natura e sa riconoscere gli effetti del degrado e dell’incuria.
• sa riconoscere le fonti energetiche e promuove un atteggiamento critico e razionale nel loro utilizzo.
• sa classificare i rifiuti, sviluppandone l’attività di riciclaggio.
• conosce le principali associazioni di volontariato e di protezione civile operanti sul territorio.
Obiettivi di apprendimento
• Assumere comportamenti che favoriscano un sano e corretto stile di vita.
• conoscere le norme che tutelano l’ambiente per diventare cittadini responsabili.
• individuare i bisogni primari e quelli sociali degli esseri umani e la funzione di alcuni servizi pubblici.
• riflettere sull’importanza del valore del rispetto di persone, animali e della natura e l’importanza di prendersi cura di sé, degli altri e dell’ambiente.
• riconoscere le caratteristiche dei vari materiali e il ciclo di vita di alcuni oggetti (produzione, consumo e smaltimento).
Contenuti e attività
Laboratori interdisciplinari su:
• Il rispetto dell’ambiente e l’importanza della raccolta differenziata;
• lo spreco energetico ed alimentare;
• la valorizzazione del patrimonio ambientale, storico e culturale;
• i regolamenti che disciplinano l’utilizzo di spazi e servizi;
• lo sviluppo sostenibile;
• l’Agenda 2030.
Il compito della scuola, oggi, non più finalizzato alla selezione e alla trasmissione di contenuti, è quello di dare i necessari strumenti per l’esercizio di una cittadinanza consapevole e attiva. Conseguenza di tale assunto è stato il necessario passaggio alla progettazione per competenze, con la conseguente transizione dai Programmi alle Indicazioni Nazionali; un passaggio che ha in sé aspetti non meramente formali, ma sostanziali. Uno di essi è la motivazione pedagogica, didattica ed epistemologica che ci guida verso una scuola delle competenze, in quanto lo studente non è più visto quale fruitore di contenuti passivi e inerti, ma come soggetto “competente”, in grado di risolvere problemi, di mobilitare risorse in modo originale e creativo, per essere in grado di “far fronte ad un compito riuscendo a mettere in moto le proprie risorse interne (cognitive, affettive e volitive) a e utilizzare quelle esterne disponibili in modo coerente e fecondo” (Pellerey).
L’idea di competenza deve servire a guidare i docenti all’uso di metodologie attive, cercando di affiancare alla lezione frontale metodi che rendano l’alunno protagonista della costruzione del proprio sapere, senza mai dimenticare l’orizzonte di significato che identifica e connota il nostro essere in classe: la formazione della persona, l’attenzione agli aspetti relazionali, alle emozioni, ai diversi stili di apprendimento
Agli insegnanti viene chiesto di ripensare le programmazioni sotto forma di Unità di Apprendimento, non a partire dai contenuti disciplinari, ma in funzione dell’effettivo esercizio delle competenze da parte degli alunni e dell’accertamento della loro capacità di raggiungere i risultati richiesti. La competenza, infatti, si mobilita, si sviluppa e si dimostra “facendo”, applicando cioè le proprie conoscenze e abilità all’esecuzione di un compito o alla soluzione di un problema
Come possiamo definire la competenza? Qui di seguito, alcune definizioni:
Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio d’Europa relativa alle competenze chiave per l’apprendimento permanente (2006)
Sono definite alla stregua di una combinazione di conoscenze, abilità e atteggiamenti appropriati al contesto
Una combinazione di conoscenze, abilità e atteggiamenti, in cui:
Raccomandazione del Consiglio dell’Unione europea del 22 maggio 2018, relativa alle competenze chiave per l’apprendimento permanente
a) la conoscenza si compone di fatti e cifre, concetti, idee e teorie che sono già stabiliti e che forniscono le basi per comprendere un certo settore o argomento;
b) per abilità si intende sapere ed essere capaci di eseguire processi ed applicare le conoscenze esistenti al fine di ottenere risultati;
c) gli atteggiamenti descrivono la disposizione e la mentalità per agire o reagire a idee, persone o situazioni.
Raccomandazione per il “Quadro Europeo delle Qualifiche” del Consiglio dell’Unione Europea (2017),
M. Pellerey, Le competenze individuali e il portfolio, La Nuova Italia – RCS, Milano 2004, p 12
P. Perrenoud, Dieci nuove competenze per insegnare, Anicia, Roma 2003, p. 38
Comprovata capacità di utilizzare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e personale”. Le competenze sono descritte in termini di responsabilità e autonomia
Capacità di far fronte a un compito, o a un insieme di compiti, riuscendo a mettere in moto e a orchestrare le proprie risorse interne, cognitive affettive e volitive, e a utilizzare quelle esterne disponibili in modo coerente e fecondo.
Capacità di mobilitare risorse cognitive per far fronte ad un certo tipo di situazioni.
Lo sguardo alla competenza ci aiuta a considerare l'alunno in tutti i suoi aspetti, andando oltre il semplice passaggio dei contenuti, nella consapevolezza che l'apprendimento diventa fecondo solo se consideriamo anche gli aspetti relazionali ed emozionali.
Consapevoli che gli obiettivi si raggiungono direttamente e le competenze si raggiungono in modo indiretto, poiché sono a lungo termine, vengono necessariamente modificati l’impianto curricolare e la conseguente attività didattica, in quanto le competenze definiscono criteri che vincolano le modalità di raggiungimento degli obiettivi.
La competenza diventa, dunque, una regola con cui selezioniamo il modo con cui raggiungiamo gli obiettivi.
Dall’idea di competenza alle life skills il passo è breve, in quanto in un ambiente di apprendimento orientato alle competenze l’insegnamento basato sulla trasmissione di informazioni settoriali non basta più: occorre che gli alunni imparino a fronteggiare le sfide della complessità , imparando a utilizzare e a trasferire le conoscenze in contesti diversi. Per far questo occorrono abilità adattive, metacognitive, metodologiche, personali e sociali che possano essere usate in contesti incerti, complessi e mutevoli, caratterizzanti lo scenario attuale nel quale le nuove generazioni si trovano a vivere.
Con il termine life skill , secondo l’OMS , si intendono le capacità di assumere comportamenti positivi che consentono di trattare efficacemente le richieste e le sfide della vita quotidiana e della post-modernità. Esse sono dimensioni fondamentali per la crescita personale e il benessere.
Sono state individuate, dall’OMS, dieci life skills :
Competenza che aiuta ad affrontare in modo costruttivo le decisioni nelle diverse situazioni e contesti di vita. La capacità di elaborare in modo attivo il processo decisionale può avere implicazioni positive sulla salute attraverso una valutazione delle diverse opzioni e delle conseguenze delle scelte possibili.
Competenza che permette di affrontare in modo costruttivo i diversi problemi.
Competenza che agisce in modo sinergico rispetto alle due precedenti, aiutando ad affrontare in modo versatile e flessibile tutte le situazioni della vita quotidiana.
4. Pensiero critico
Abilità nell’analizzare informazioni ed esperienze in modo oggettivo. Il pensiero critico può contribuire alla promozione della salute, permettendo di riconoscere e valutare i diversi fattori che influenzano atteggiamenti e comportamenti.
5. Comunicazione efficace
Consiste nel sapersi esprimere, sia verbalmente che non verbalmente, con modalità appropriate rispetto alla cultura e alle situazioni Significa saper esprimere opinioni e desideri, bisogni e sentimenti. Significa essere capaci, in caso di necessità, di chiedere aiuto e consiglio.
Abilità di interagire e relazionarsi con gli altri in modo positivo, sapendo creare e mantenere relazioni significative, fondamentali per il benessere psico-sociale, sia in ambito amicale che familiare; può inoltre voler dire esser capaci, se opportuno, di porre fine alle relazioni in maniera costruttiva.
Ovvero riconoscimento di sé, del proprio carattere, dei propri punti forti e deboli, dei propri desideri e bisogni e delle proprie insofferenze. Sviluppare l’autoconsapevolezza è prerequisito indispensabile per una comunicazione efficace, per relazioni interpersonali positive e per sviluppare empatia nei confronti degli altri.
Capacità di comprendere gli altri, di "mettersi nei loro panni". Tale capacità aiuta ad accettare i diversi, a offrire sostegno, a essere tolleranti.
Capacità di riconoscere le emozioni in se stessi e negli altri. Consapevolezza di come le emozioni influenzino i comportamento e la capacità di rispondere alle medesime in maniera appropriata.
Competenza nel riconoscere le fonti dello stress nella vita quotidiana, comprendendo come queste abbiano conseguenze nel nostro agire, in modo da controllare i diversi livelli delle tensioni.
Nella tabella seguente vengono mostrate le possibili correlazioni tra le competenze chiave 2018 e le life skills.
• Competenza alfabetica funzionale
• Competenza multi linguistica
• Competenza matematica e competenza in scienze, tecnologia e ingegneria
• Competenza digitale
• Competenza personale, sociale e capacità di imparare a imparare
• Comunicazione efficace
• Capacità di relazione interpersonale
• Gestione delle emozioni
• Creatività, senso critico
• Empatia, autocoscienza
• Problem solving
• Senso critico
• Problem solving, comunicazione efficace
• Problem solving, autocoscienza, senso critico
• Gestione dello stress
• Gestione delle emozioni, empatia
• Capacità di relazione interpersonale
• Autocoscienza, senso critico
• Gestione delle emozioni, empatia
• Competenza in materia di cittadinanza
• Gestione dello stress
• Capacità di relazione interpersonale
• Senso critico
• Problem solving, decision making
• Competenza imprenditoriale
• Creatività
• Gestione delle emozioni, gestione dello stress
• Autocoscienza
• Competenza in materia di consapevolezza ed espressione culturali
• Comunicazione efficace, creatività, empatia, autocoscienza
• Senso critico
Tratto da “Life skills e competenza chiave nel curricolo” (Franca da Re)
In conclusione, nella scuola , luogo privilegiato per l’apprendimento di tali competenze di vita , diventa fondamentale considerare il cambio di prospettiva che tale idea applicata alla didattica genera.
Lo sguardo alla competenza, alle life skills, agli aspetti relazionali, alle emozioni, diventa quel filtro che induce a scegliere contenuti, metodologie, strategie che non possono e non devono essere neutre, ma che devono necessariamente orientarsi verso metodologie attive, che mettano l’alunno in grado di affrontare le sfide quotidiane della vita, rapportandosi a se stesso e agli altri con fiducia nelle proprie capacità e con atteggiamento positivo e costruttivo.
Nel nostro tempo storico, nel quale emergono nuove fragilità, è fondamentale sottolineare l'importanza di un ascolto attento alle richieste educative degli alunni. Tale competenza dell'insegnante si inserisce nel quadro generale del profilo professionale del docente.
In quest'ottica, la didattica delle emozioni assume un ruolo cruciale, in quanto c'è vero apprendimento solo se l'alunno è emotivamente coinvolto, solo se si instaurano relazioni positive. Le pagine che seguono indicano un possibile percorso che, partendo dall'idea di intelligenza emotiva, si sviluppa in una serie di proposte che mettono al centro la didattica delle emozioni. Lo stile educativo sotteso è ispirato ai criteri di ascolto attivo, di relazione e interazione, che rendono l'ambiente di apprendimento in cui si vive la quotidiniatà didattica realmente inclusivo e significativo.
Già il pedagogista Jean Piaget (1896-1980) sottolineava l’importanza delle emozioni per lo sviluppo armonico della personalità evidenziando la stretta interazione che c’è tra sviluppo cognitivo e affettività. Infatti scriveva nella “ Nascita dell’intelligenza nel fanciullo” che “non esiste un’azione puramente intellettuale e neppure atti puramente affettivi, ma sempre e in ogni caso, sia nelle condotte relative agli oggetti, sia in quelle relative alle persone, intervengono entrambi gli elementi, giacché uno presuppone l’altro.”
Più recentemente lo psicologo Gardner riconosce molta importanza alle emozioni affermando che l’alunno, stimolato nella sua curiosità, apprenderà con maggior successo e con minore fatica rispetto a un compito imposto che non susciti interesse. Gardner sostiene, infatti, che solo un ambiente di apprendimento coinvolgente, capace di sollecitare emozioni, può condurre gli allievi a conseguire buoni risultati, mentre le esperienze prive di richiami emozionali ben presto verranno dimenticate.
Di intelligenza emotiva, nel 1990 parlano i professori Peter Salovey e John D. Mayer nel loro articolo “Emotional Intelligence”, dimostrando l’importanza che essa ha per tutti sia nell’ambito relazionale che in quello di apprendimento. Goleman nel 1995 riprende il concetto di intelligenza emotiva, lo amplia e lo approfondisce pienamente convinto che essa influenzi in modo significativo la vita quotidiana di ogni individuo e che sia anche responsabile del suo successo o meno. Egli definisce l’intelligenza emotiva come “… capacità di riconoscere i nostri sentimenti e quelli degli altri, di motivare noi stessi e di gestire positivamente le emozioni, tanto interiormente quanto nelle nostre relazioni…”. In senso più specifico essa viene declinata, dall’Istituto di ricerca C.A.S.E.L. (Collaborative for Academic, Social and Emotional Learning) fondato nel 1994 da Goleman, in consapevolezza, autocontrollo, motivazione, empatia e abilità sociali che influenzano in modo significativo l’apprendimento, il comportamento, il vissuto personale e le condotte relazionali nel contesto scolastico.
La consapevolezza presuppone un’adeguata conoscenza di sé, dei propri pensieri, desideri, emozioni e abilità. Dare spazio agli alunni per esprimersi permette loro di accrescere la fiducia e l’autostima, di accettare i propri punti di forza e quelli di debolezza e di affrontare l’impegno scolastico con serenità. Conoscere se stessi permette infine di essere capaci di scegliere situazioni, comportamenti e atteggiamenti funzionali in base ai propri obiettivi.
L’autocontrollo è la capacità di gestire e controllare le proprie emozioni. Tale abilità è essenziale per gli alunni per trasformare l’ansia da prestazione di fronte a un compito nuovo o a una verifica in energia positiva e per gestire l’insuccesso come occasione per un’autoriflessione metacognitiva. Non è facile per un bambino controllare questa funzione così strettamente connessa alla forza di volontà. Sarà molto importante accompagnare i piccoli allievi uno ad uno in questo percorso dando loro fiducia e sicurezza.
La motivazione, che regola e dirige il nostro agire, ha un ruolo determinante perché aumenta la capacità di concentrazione e di impegno. Proporre attività coinvolgenti e accattivanti stimola la curiosità e produce ricadute positive sul processo di apprendimento degli alunni, che, se opportunamente motivati e rassicurati, saranno portati, secondo un processo naturale, a porsi obiettivi sempre più complessi.
L’empatia , sia quella emotiva come capacità di provare ciò che gli altri provano, che quella cognitiva che ci permette di assumere il punto di vista dell’altro, è una alleata fondamentale che l’insegnante deve mettere in campo per creare un buon clima di classe e un gruppo coeso e collaborativo capace di stare insieme e di supportare l’altro quando si trova in un momento di difficoltà.
Le abilità sociali permettono di stabilire buone relazioni e favorirne lo sviluppo e il potenziamento, riduce il manifestarsi di condotte disfunzionali che minano gli equilibri e la serenità nel gruppo classe. Sviluppare corrette abilità sociali nei bambini li aiuterà a costruire rapporti più positivi e a interagire molto meglio con gli altri. Tutto quello che forniremo loro rappresenterà l’autentico nucleo di apprendimento sociale ed emotivo, dove l’empatia e l’assertività costituiscono due indiscutibili pilastri psichici.
Possiamo dunque affermare che favorire l’intelligenza emotiva a scuola diventa cruciale per il benessere psicofisico degli alunni, un’esigenza sociale ed è qualcosa che implicitamente gli alunni richiedono spesso attraverso manifestazioni di sofferenza e comportamenti non adeguati, che non vanno banalmente etichettati come capricci. I linguaggi non verbali ci dicono spesso molto più di quanto dicano le parole.
La didattica delle emozioni , come traduzione nella pratica scolastica dei principi sopra esplicitati, rappresenta pertanto uno strumento importante per promuovere il benessere in classe e prevenire condotte comportamentali inadeguate. A tal fine si propone, come ipotesi di lavoro, un progetto sulle sei emozioni primarie individuate da Goleman ( felicità , paura , tristezza , sorpresa , disgusto e rabbia) da sviluppare e approfondire con cadenza settimanale.
Il progetto parte dall’osservazione della realtà attuale, oggi troppo spesso intrisa di tecnologia artificiale, che isola i bambini in un mondo virtuale e non permette loro di esperire pienamente le emozioni che sono alla base delle relazioni con gli altri.
L’idea nasce, quindi, dall’esigenza di far riflettere gli alunni sulle emozioni offrendo loro l’opportunità di riconoscerle, capirle, esprimerle, controllarle e saperle utilizzare.
• Promuovere la capacità di lettura della sfera emotiva.
• Facilitare l’espressione del proprio vissuto.
• Incoraggiare l’uso di un adeguato e “colorato” lessico emotivo.
Classi: ...........................................................................................................................................
Il percorso sarà finalizzato al riconoscimento, all’espressione e al controllo delle emozioni per potenziare l’intelligenza emotiva.
• Role playing.
• Cooperative learning.
• Circle time.
• Debate con i “cappelli” di De Bono.
• Lettura di brani sulle sei emozioni primarie.
• Visione di cartoni animati, cortometraggi e stralci tratti da film per ragazzi sulle emozioni trattate.
• Visione alla fine del percorso del film “Inside Out”.
Si monitorerà continuamente il grado di interesse suscitato dalle diverse attività proposte (feedback) e laddove nell’azione di monitoraggio si dovessero evidenziare delle criticità, i docenti ricalibreranno la proposta formativa.
Osservazione sistematica iniziale e in itinere del comportamento degli alunni.
Le attività si svolgeranno nel corso dell’anno scolastico con incontri a cadenza settimanale. I docenti faranno visionare dei brevi filmati e leggeranno dei brani: pagine di diario, autobiografie, testi narrativi, che di volta in volta, avranno come focus una delle sei emozioni che Goleman definisce primarie: felicità, tristezza, sorpresa, paura, rabbia e disgusto. Dopo l’ascolto gli insegnanti utilizzeranno domande-stimolo svolgendo il ruolo di moderatori e sollecitatori di riflessioni. Gli interventi saranno disciplinati facendo indossare all’alunno, che ha il turno di parola, un cappello secondo il metodo De Bono.
EVENTUALI “DOCUMENTI/MANUFATTI” REALIZZATI DURANTE IL PROGETTO
Attività grafico-pittoriche accompagnate da brevi didascalie con le quali ciascun alunno verbalizzerà brevemente per iscritto quanto manifestato in fase di discussione e confronto di gruppo. Realizzazione di un Lapbook in cui raccogliere i disegni svolti, i pensieri e i racconti personali sulle emozioni trattate.
Si propone la lettura del seguente brano:
Il giorno del mio quinto compleanno mi regalarono un cane. Era la cosa più straordinaria che mi fosse capitata e l’emozione fu tale che non riuscii a spiccicare parola. Non osavo quasi guardare il mio splendido cane, anzi, finii per ignorarlo tale era il bisogno di stare da sola per assimilare tanta incredibile felicità. Il cucciolo, nel frattempo, si era messo a vagare con aria sconsolata nel giardino.
Il cane, infatti, era stato allevato da un giardiniere e, alla vista della vanga, si era sentito a casa. Fu lì che lo trovai. Cominciammo a fare amicizia, nonostante fossimo entrambi timidi e ci limitassimo a delle caute manovre di avvicinamento. Ma alla fine della settimana Tony e io eravamo diventati inseparabili.
Tony era il cane ideale per un bambino; era buono, affettuoso e si prestava a tutti i miei capricci. Fiocchi, nastri e altri ornamenti venivano applicati a Tony, che li accoglieva come un segno di riguardo e, di tanto in tanto, ne mordicchiava qualche pezzettino, in aggiunta alla sua dose abituale di pantofole.
Si suggerisce inoltre la visione del seguente filmato “Dare dà più gioia che ricevere”
• Se foste stati al posto della protagonista della storia ascoltata cosa avreste provato?
• Cosa avete provato vedendo questo breve filmato?
• Vi sareste comportati allo stesso modo?
• Vi è mai capitato di fare qualcosa di simile?
• Cosa vi rende felici?
• Come esprimete la felicità?
• In quale parte del corpo sentite più forte l’emozione della felicità?
• Come riconoscete la felicità negli altri?
• Si può essere felici dando felicità agli altri?
• Ci sono modi diversi per esprimere la felicità?
• Dai un colore all’emozione della felicità e, con lo stesso, realizza un dipinto.
• Racconta: “Sono felice quando...”
Si propone la lettura della seguente pagina di diario di una bambina della ex-Jugoslavia:
Martedì 16 Luglio 1992 Cara Mimmy, le finestre della nostra casa sono in frantumi. Tutte tranne quelle della mia camera. Questo è il risultato della maledetta granata che ha colpito l’altra parte della strada. Quando è successo io ero a casa da sola. Mamma e papà erano giù in cortile a preparare il pranzo, mentre io ero andata su per apparecchiare. Improvvisamente ho sentito un’esplosione terribile e un fracasso di vetri rotti. Ero terrorizzata e mi sono precipitata verso le scale. Nello stesso momento, mamma e papà hanno raggiunto la porta di casa. Erano senza respiro, pallidi e sudati. Mi hanno abbracciato e siamo corsi in cantina, perché di solito le granate arrivano una dietro l’altra. Quando mi sono resa conto di quello che era successo ho iniziato a piangere e a tremare. Hanno cercato tutti di calmarmi, ma io ero sconvolta. L’abbiamo davvero scampata bella!
Ti voglio bene, Zlata
Si suggerisce inoltre la visione del cortometraggio “Piper” per ampliare il dibattito sul tema della paura
• Come vi sareste sentiti al posto di Zlata? Provate ad immaginare…
• Vi è mai capitato di avere paura e per quale motivo?
• Secondo voi in quali occasioni provare paura è positivo?
• Come affrontate le vostre paure? E come le superate?
• In quale parte del corpo avvertite maggiormente l'emozione della paura?
• Dai un colore all’emozione della paura e, con lo stesso, realizza un dipinto.
• Racconta: “Ho paura quando…”
Si propone la lettura di uno stralcio tratto da “Harry Potter e la camera dei segreti”:
Nel capitolo 8 del libro, per la prima volta, viene presentato questo personaggio. Mirtilla è un fantasma che abita nel bagno delle ragazze del primo piano, è sempre triste e piange per la sua situazione…
“... Ehmm, salve Mirtilla”. Il fantasma tarchiato di una ragazza si era avvicinato furtivamente. Aveva la faccia più malinconica che Harry avesse mai visto, per metà nascosta dai capelli dritti come spinaci e da un paio di spessi occhiali perlati.
“Dicevate?” domandò scontrosa.
“Come stai, Mirtilla?” chiese Hermione con finta disinvoltura. “È bello vederti una volta tanto fuori dai gabinetti”. Mirtilla tirò su col naso.
“La signorina Granger stava proprio parlando di te…” le sussurrò subdolamente all’orecchio Pix (il folletto del castello). Mirtilla squadrò Hermione con sospetto.
“Dicevo… dicevo che stasera sei veramente carina!” disse Hermione lanciando un’occhiataccia a Pix.
“Vi state prendendo gioco di me” disse, e i piccoli occhi trasparenti le si riempirono subito di lacrime argentee.
“No… sul serio… non stavo proprio dicendo quanto è carina Mirtilla?” disse Hermione mollando a Harry e a Ron una potente gomitata nelle costole.
“Come no…”
“Ma certo…”
“Non mi raccontate frottole” singhiozzò Mirtilla; ora le lacrime le inondavano la faccia, mentre Pix se la rideva felice sopra la sua spalla.
“Pensate che non sappia quel che la gente mi dice dietro? Mirtilla grassona! Mirtilla racchiona! Mirtilla piagnona, malcontenta, Mirtilla che fa le boccacce!”
“Ti sei dimenticata Mirtilla brufolosa” le sibilò Pix all’orecchio. La malcontenta Mirtilla scoppiò in singhiozzi disperati e abbandonò il sotterraneo.
J.K. Rowling, Harry Potter e la camera dei segreti, Salani Editore
Si suggerisce inoltre la visione del seguente filmato tratto dal film “Harry Potter e la camera dei segreti”
• Vi siete mai sentiti come la protagonista della storia? E in quale occasione?
• Cosa avete provato vedendo la scena del film?
• Come vi sentite quando siete tristi e come manifestate la tristezza?
• In quale parte del corpo avvertite maggiormente l’emozione della tristezza?
• Riuscite a riconoscere la tristezza negli altri?
• Tutti esprimono la tristezza allo stesso modo?
• Dai un colore all’emozione della tristezza e, con lo stesso, realizza un disegno.
• Racconta: “Mi sono sentito/a triste quella volta che…”
Si propone la lettura di uno stralcio tratto da “Harry Potter e la camera dei segreti”:
Harry entrò in cucina, c’era un odore orribile che sembrava provenire da una grossa bacinella… La bacinella era piena di quelli che sembravano stracci sporchi a mollo in un’acqua grigia.
“E questo cos’è?” chiese a zia Petunia…
“Ti sto tingendo di grigio alcuni vestiti smessi di Dudley. Quando avrò finito sembreranno uguali a quelli di tutti gli altri”. Di questo Harry dubitava seriamente… si sedette a tavola e cercò di non immaginare che aspetto avrebbe avuto il primo giorno di scuola a Stonewall High… Dudley e zio Vernon entrarono in cucina ed entrambi arricciarono il naso per via dell’odore che emanava la nuova uniforme di Harry… in quel momento, udirono lo scatto della cassetta delle lettere e il lieve tonfo della posta che cadeva sullo zerbino… Harry andò a prendere la posta. Sullo zerbino c’erano tre cose: una cartolina della sorella di zio Vernon, Marge, che era in vacanza nell’isola di Wight, una busta marrone che sembrava una fattura e… una lettera per Harry.
Harry la raccolse e la fissò con il cuore che gli vibrava come un gigantesco elastico. Nessuno in vita sua gli aveva mai scritto. E chi avrebbe dovuto farlo? Non aveva amici, non aveva altri parenti; non era neanche socio della biblioteca e quindi non aveva mai ricevuto perentori avvisi di restituire i libri presi in prestito. Eppure, eccola lì, una lettera dall’indirizzo così inequivocabile da non poter essere frainteso:
Signor H. Potter
Ripostiglio del sottoscala
4, Privet Drive
Little Whinging
Surrey
La busta era spessa e pesante, di pergamena giallastra, e l’indirizzo era scritto con inchiostro verde smeraldo. Non c’era francobollo. Girando la busta con mano tremante, Harry vide un sigillo di ceralacca color porpora con uno stemma araldico: un leone, un corvo, un tasso e un serpente intorno a una grossa “H”.
Si propone la visione delle scene ad esso relative tratte dal film: “Harry Potter e la pietra filosofale”
• Al posto di Harry Potter cosa avreste provato?
• Avete mai provato l’emozione della sorpresa e in quale occasione?
• In quale parte del corpo avvertite maggiormente l’emozione della sorpresa?
• La sorpresa secondo voi è un’emozione che dura poco o tanto?
• Dai un colore all’emozione della sorpresa e, con lo stesso, realizza un disegno.
• Racconta: “Sono rimasto/a sorpreso/a quando...”
Si propone la lettura del seguente brano:
Il signor Gogol ha raccontato la storia di un naso di Leningrado, che se ne andava a spasso in carrozza e ne combinava di tutti i colori.
Una storia del genere è accaduta a Laveno, sul Lago Maggiore. Una mattina un signore che abitava proprio di fronte al pontile dove si prendono i battelli si alzò, andò in bagno per farsi la barba e nel guardarsi allo specchio gridò:
“Aiuto! Il mio naso!”
Il naso, in mezzo alla faccia, non c’era più, al suo posto c’era tutto un liscio. Quel signore, in vestaglia come stava, corse sul balcone, giusto in tempo per vedere il naso che usciva sulla piazza e si avviava di buon passo verso il pontile, sgusciando tra le automobili che si stavano imbarcando sulla motonave traghetto per Verbania.
“Ferma, ferma!” gridò il signore. “Il mio naso! Al ladro, al ladro!”
La gente guardava in su e rideva:
“Le hanno rubato il naso e le hanno lasciato la zucca? Brutto affare”.
A quel signore non rimase che scendere in strada e inseguire il fuggitivo, e intanto si teneva un fazzoletto davanti alla faccia come se avesse il raffreddore.
Purtroppo arrivò appena in tempo per vedere il battello che si staccava dal pontile. Il signore si buttò coraggiosamente in acqua per raggiungerlo, mentre passeggeri e turisti gridavano: — Forza! Forza!
Ma il battello aveva già preso velocità e il capitano non aveva nessuna intenzione di tornare indietro per imbarcare i ritardatari.
“Aspetti l’altro traghetto”, gridò un marinaio a quel signore, “ce n’è uno ogni mezz’ora!”
Il signore, scoraggiato, stava tornando a riva quando vide il suo naso che, steso sull’acqua un mantello, come San Giulio nella leggenda, navigava a piccola velocità.
“Dunque non hai preso il battello? È stata tutta una finta?” gridò quel signore.
Il naso guardava fisso davanti a sé, come un vecchio lupo di lago, e non si degnò neanche di voltarsi.
Il mantello ondeggiava dolcemente come una medusa.
“Ma dove vai?” gridò il signore.
Il naso non rispose, e il suo disgraziato padrone si rassegnò a raggiungere il porto di Laveno e a passare in mezzo a una folla di curiosi per tornare a casa, dove si
tappò, dando ordine alla domestica di non lasciar entrare nessuno, e passava il tempo a guardarsi nello specchio la faccia senza naso.
Qualche giorno dopo un pescatore di Ranco, tirando su la rete, si trovò il naso fuggitivo, che aveva fatto naufragio in mezzo al lago perché il mantello era pieno di buchi, e pensò di portarlo al mercato di Laveno.
La domestica di quel signore, che era andata al mercato per comprare il pesce, vide subito il naso, esposto in bella vista in mezzo alle tinghe e ai lucci.
“Ma questo è il naso del mio padrone!” esclamò inorridita. “Datemelo subito che glielo porto”.
“Di chi sia non so”, dichiarò il pescatore, “io l’ho pescato e lo vendo”.
“A quanto?”
“A peso d’oro, si sa. È un naso, non è mica un pesce persico”.
La domestica corse a informare il suo padrone.
“Dagli quello che domanda! Voglio il mio naso!”.
La domestica fece il conto che ci voleva un sacco di denaro, perché il naso era piuttosto grosso: ci volevano tremendamila lire, tredici tredicioni e mezzo. Per mettere insieme la somma dovette vendere anche i suoi orecchini, ma siccome era molto affezionata al suo padrone li sacrificò con un sospiro. Comprò il naso, lo avvolse in un fazzoletto e lo portò a casa. Il naso si lasciò ricondurre buono buono, e non si ribellò nemmeno quando il suo padrone lo accolse tra le mani tremanti.
“Ma perché sei scappato? Che cosa ti avevo fatto?”
Il naso lo guardò di traverso arriciandosi tutto per il disgusto, e disse: “Senti, non metterti mai più le dita nel naso. O almeno tagliati le unghie”.
Gianni RodariSi suggerisce la visione di una breve scena tratta dal film “Inside out”, film che può essere proposto integralmente alla fine del percorso sulle emozioni
• Vi è mai capitato di provare disgusto?
• In quali parti del corpo avvertite maggiormente l’emozione del disgusto?
• Come esprimete il disgusto?
• Riuscite a controllare l’emozione del disgusto?
• Dai un colore all’emozione del disgusto e, con lo stesso, realizza un dipinto.
• Racconta: “Ho provato disgusto quando…”
Si propone la lettura della seguente pagina di diario:
21 Aprile
Sto scrivendo il mio diario a letto. Ho deciso di fare sempre così, perché è troppo rischioso portarlo a scuola: se me lo vedono Michele e company sto fresco! Mi ricordo ancora quella volta che me lo hanno strappato di mano mentre lo scrivevo a ricreazione. Non la finivano più di prendermi in giro! Dicono che scrivere il diario è una cosa da femmine. Io però non sono d’accordo. Il diario è l’unico amico che ho; se no a chi lo racconto quello che mi succede e perché sono arrabbiato? Quando mi lamento con la mamma mi viene ancora più rabbia, perché mi dice: — Ma tu sei mille volte meglio di Michele! - Col babbo non ci provo nemmeno, perché ho capito che a lui dispiace che mi faccio prendere in giro. Non capisco perché Michele e gli altri ce l’hanno con me. Ogni mattina, appena salgo sullo scuolabus comincia il tormento. Quando va bene mi chiamano “Carotina” per i miei capelli rossi. Ogni tanto mi chiamano anche “Talpa” o “Quattrocchi”, ma da quando la mamma mi ha comprato un paio di occhiali tondi non me lo dicono più tanto spesso. Sono sicuro che a loro secca di non essere miopi come me per potersi mettere gli occhiali tondi e somigliare a Harry Potter (loro, non io che non gli somiglio affatto neanche con gli occhiali).
Vanna Cercenà, “Dal diario di Tommaso”
Si suggerisce inoltre la visione del seguente filmato tratto dal film della Disney “La Bella e la Bestia”
• Vi siete mai sentiti come il protagonista del pagina di diario ascoltata?
• Per quale motivo vi capita di arrabbiarvi?
• In quale parte del corpo sentite più forte l’emozione della rabbia?
• Come esprimete la vostra rabbia?
• Come riuscite a controllare la rabbia?
• Dai un colore all’emozione della rabbia e, con lo stesso, realizza un dipinto.
• Racconta: “Mi arrabbio quando…”
L’utilizzo di metodologie di tipo attivo è fondamentale se si assume una idea di scuola inclusiva, che non lascia indietro nessuno, che tiene conto dei diversi stili di apprendimento e che sia al passo con i tempi. Qui di seguito vengono descritte alcune di tali metodologie.
La Flipped classroom è una strategia didattica attiva, una pratica didattica che usa la tecnologia come strumento di apprendimento in modo asincrono, liberando tempo per le attività in classe, a favore di un apprendimento personalizzato e collaborativo, guidato dal docente.
I primi ideatori e teorizzatori di tale strategia sono stati Jonathan Bergmann e Aaron Sams, autori del testo “Flip your Classroom” e Salman Khan della Khanacademy.
La classe è “ rovesciata ” perché si inverte l’ordine abituale delle azioni didattiche: tradizionalmente si ottengono le informazioni a lezione e si studia a casa, nella Flipped classroom a casa si studiano le informazioni, in classe si apprende.
Ad essere capovolto, in definitiva, è il normale schema di lavoro in classe:
1. Prima lo studio individuale, a casa
2. Poi il lavoro in classe
La rivoluzione non consiste tanto nel metodo di insegnamento, ma nel diverso modo di articolare i tempi di apprendimento e nel proporre i contenuti, è comunque una modalità che stimola alla scoperta e contribuisce alla costruzione della conoscenza.
Viene, dunque, capovolto:
• Il tempo del processo di insegnamento/apprendimento.
• Lo spazio della classe tradizionale.
• Il rapporto tra insegnante e alunno.
• Il rapporto fra contesto scolastico e dispositivi digitali.
L’idea-base della «flipped classroom» è che la lezione diventa compito a casa, in modo tale che il tempo “liberato” è usato, in classe, per attività collaborative, esperienze, dibattiti e laboratori. È importante che il tempo guadagnato’ in classe grazie al flipping venga usato in maniera ottimale e che le risorse utilizzate dallo studente nel tempo a casa siano di qualità elevata.
In questo contesto, il docente non assume il ruolo di attore protagonista, diventa piuttosto una sorta di “mentor”, il regista dell’azione pedagogica.
I vantaggi sono molteplici: infatti, gli alunni apprendono secondo i loro tempi e ciascuno di essi può ricevere più attenzione in classe; si abituano, inoltre, ad applicare ciò che apprendono e a lavorare in un contesto collaborativo; infine, i materiali sono sempre a disposizione e accessibili.
Una metodologia che utilizza la Flipped Classroom è la strategia degli EAS (Episodi di Apprendimento Situato), un modello didattico messo a punto dal prof. Rivoltella (professore ordinario di Didattica e Tecnologie dell’istruzione e dell’apprendimento presso L’Università Cattolica del S. Cuore di Milano) che si è diffusa in Italia a partire dal 20141
Tre sono gli aspetti fondamentali:
• un’attuazione ridotta del tempo e del contenuto (EPISODIO)
• una forte contestualizzazione e messa in situazione (SITUATO)
• la produzione coincide con un artefatto digitale
Il cooperative learning e la Flipped Classroom sono gli elementi fondamentali del percorso.
La valutazione suggerita è per competenze, attraverso rubriche di valutazione.
A partire da questi assunti, viene sviluppata la metodologia EAS, che si compone di tre momenti:
1. Fase preparatoria – Si fornisce preliminarmente agli studenti del materiale per uno studio autonomo, a casa.
2. Fase operatoria – Gli studenti operano in classe.
3. Fase ristrutturativa – Gli alunni valutano il prodotto realizzato e il processo che ha portato alla creazione e riflettono criticamente, con l’aiuto dell’insegnate, sui processi attivati. Il docente fa sintesi e riorganizza le conoscenze degli studenti.
1 Alla base di tale metodologia ci sono diversi studi:
1) il paradigma della semplessità
Alain Berthoz individua la semplessità come strategia di destreggiamento della complessità. È una soluzione complessa che l’organismo introduce per affrontare una complessità ancora maggiore. Proviene dallo studio del mondo biologico e si riferisce alle strategie attraverso le quali le specie viventi si adattano alla complessità circostante. Il cervello è semplesso, in quanto semplifica la visione della realtà e seleziona gli elementi essenziali. L’ipotesi di lavoro è di trovare dei punti di contatto tra la semplessità e la didattica, declinando didatticamente la semplessità: un EAS è una strategia semplessa.
2) Célestine Freinet e il Movimento di Cooperazione Educativa - C.I.S. (Cooperativa della Tipografia a Scuola (1896-1966). La “pedagogia popolare” coniuga il riscatto docente attraverso la sua capacità di organizzarsi pedagogicamente ed impostare cooperativamente un intervento didattico che si fondi sui principi della operatività, del “metodo naturale”, della solidarietà sociale e della liberazione culturale nel pieno rispetto della persona bambino. La classe è intesa come comunità, con l’eliminazione del libro di testo e la costruzione di strumenti operativi e auto correttivi.
3) Pierre Francastel: la scuola dovrebbe fare questo lavoro: montaggio di oggetti culturali.
LA SCUOLA È TEATRO:
• Teach at home, insegnare a casa
• Learn at school, imparare a scuola.
Gli alunni accedano ai contenuti a casa, mentre a scuola si “fermano” gli apprendimenti.
4) New London Group Sono noti al pubblico dell’educazione per la teoria delle multiliteracies sviluppata a partire dal 1994 con il New London Group, un gruppo di ricercatori e docenti accomunati dalla passione per lo studio del processo di alfabetizzazione, a partire da una domanda: “cosa sta succedendo nel mondo della comunicazione e cosa nel modo con cui si insegna a leggere e scrivere?”. La costruzione del concetto di multiliteracies (che in italiano non ha un vero corrispettivo, di fatto si tratta di “alfabetizzazioni molteplici” indicando un saper leggere e scrivere non solo relativo al testo scritto), dunque, è contestualizzato nel quadro dei cambiamenti del nostro modo di vivere e comunicare, in chiave di multiculturalità, stimoli, connessioni e reti globali. Il termine inglese, in questo senso, è capace di restituire una complessità su due livelli: quello della multimedialità e della presenza di diversi linguaggi di comunicazione, come ben si evince dal panorama dei consumi dei ragazzi e dalle tecnologie a disposizione, e quello della multiculturalità, come incrocio/incontro di culture e diversità linguistiche.
Di seguito, alcune tabelle esplicative tratte dal volume “Fare didattica con gli EAS” – Rivoltella.
EAS Framework NLG Azioni didattiche
Momento preparatorio Designed Fare esperienza, concettualizzare, analizzare
Momento operatorio Designed Analizzare, applicare
Momento ristrutturativo
Redesigned Discutere, pubblicare
È il momento della trasformazione.
È il momento della costruzione di significati, in cui il docente fa sinstesi e riorganizza le conoscenze degli studenti.
Framework NLG Azioni didattiche Step di progettazione
Designed Fare esperienza
1. Preparare il lavoro a casa
2. Preparare il framework concettuale
3. Scegliere lo stimolo per lanciare l'attività
4. Preparare schede di supporto per il lavoro a casa
Concettualizzare
Analizzare
Fasi EAS Azioni didattiche
Assegna compiti
5. Preparare la presentazione del framework concettuale
6. Fornire indicazioni nelle schede di supporto
Azioni dello studente Logica didattica
Preparatoria
Disegna ed espone un framwork concettuale
Fornisce uno stimolo
Dà una consegna
Definisce i tempi dell'attività
Svolge i compiti assegnati
Ascolta, legge e comprende
Operatoria
Organizza il lavoro individuale e/o di gruppo
Valuta gli artefatti
Ristrutturativa
Corregge le misconceptions
Fissa i concetti
Problem solving
Produce e condivide un artefatto Learning by doing
Analizza criticamente gli artefatti
Sviluppa riflessione sui processi attivati
TITOLO FACCIAMO UN FILM STORICO
DISCIPLINE
COINVOLTE Storia - Italiano - Tecnologia - Arte e Immagine
DESTINATARI Alunni di classe III
PRODOTTO FINALE Filmato
Si chiede agli alunni di realizzare un film con tematica storica, utilizzando la metodologia EAS (episodi apprendimento situati) che consiste nel prevedere un'attività suddivisa in tre momenti
1. Fase preparatoria - Fornire preliminarmente agli alunni del materiale per uno studio autonomo, a casa. Occorre che il docente decida quale episodio storico voglia trattare e cerchi, di conseguenza, materiale idoneo. Gli alunni devono rielaborare il materiale creando uno schema riassuntivo del materiale fornito che diventerà il supporto per stendere una breve sceneggiatura, suddivisa in scene.
INDICAZIONI PER L'INSEGNANTE
2. Fase operatoria - Gli alunni, divisi in gruppi, creano una sceneggiatura e si organizzano per la trasformazione in un breve filmato: vengono assegnate le parti e stabiliscono un giorno in cui ognuno avrà imparato la parte assegnata (possibilmente verrà curato l'abbigliamento o i materiali/oggetti occorrenti) e, utilizzando un qualsiasi strumento (anche un cellulare - uso di dispositivi BYOD), registrano le scene. Deve trattarsi di qualche breve episodio storico: ogni scena registrata non deve durare più di qualche minuto. Una volta registrate le varie scene, ci si sposta nel laboratorio di informatica (anche in un giorno successivo alla registrazione) e si montano le scene con un qualsiasi software per il montaggio (ad esempio MovieMaker), aggiungendo il titolo, qualche didascalia e un sottofondo musicale, se necessario.
3. Fase ristrutturativa - Gli alunni valutano il prodotto realizzato e il processo che ha portato alla creazione e riflettono criticamente, con l'aiuto dell'insegnate, sui processi attivati.
CHE COSA
Immagina di essere un regista e di produrre un vero e proprio breve filmato su un episodio storico.
COSA TI SERVE AVERE - SAPERE - SAPER FARE
• Leggere le informazioni storiche che ti procurerà il tuo insegnante.
• Produrre uno schema a partire da un testo informativo.
• Scrivere una breve sceneggiatura, suddivisa in scene, a partire dalla linea del tempo degli avvenimenti storici.
• Registrare (anche con il cellulare) un video.
• Usare un software che ti permetta di realizzare un breve filmato.
COME
Il lavoro sarà suddiviso in tre fasi
FASE 1 - A CASA
• Leggi il materiale e trasformalo in uno schema
FASE 2 - A SCUOLA
QUALI SONO LE RISORSE CHE GLI SERVONO, DA MOBILITARE PER LA RISOLUZIONE DEL PROBLEMA (SAPERI E SAPER FARE NECESSARI)
• Divisi in gruppi, a partire dallo schema, scrivete una breve sceneggiatura, suddivisa in scene, partendo dalla linea del tempo degli avvenimenti.
• Assegnate le parti e decidete il giorno in cui registrerete le scene e porterete i piccoli oggetti che eventualmente potrebbero servire.
• Ognuno imparerà la parte assegnata.
• Nel giorno stabilito verranno registrate le diverse scene. Verrà creato un breve filmato per ogni scen. Ogni filmato non deve durare più di qualche minuto.
• Nel laboratorio di informatica o in classe, montate le scene con un qualsiasi software per il montaggio (ad esempio MovieMaker), aggiungendo il titolo, qualche didascalia e un sottofondo musicale, se necessario.
FASE 3
• Compilate la scheda di autovalutazione e condividetela con i compagni, raccontandovi a vicenda i momenti più interessanti e coinvolgenti dell'esperienza, oppure i momenti difficili, etc...
Il debate è una metodologia attiva che si basa sul confronto dialettico attorno a un tema, con tempi e regole ben definiti. Tale metodologia è stata inserita da Indire tra le Avanguardie Educative. Il debate come metodo didattico contribuisce a siluppare competenze disciplinari (approfondimento di determinati argomenti) e trasversali (life skills), ad esempio la capacità di lavorare in gruppo o l’abilità nella ricerca di informazioni e documenti (procedura di selezione, analisi, rielaborazione e restituzione delle informazioni trovate) a supporto dei diversi argomenti.
Per una buona riuscita del dibattito occorre dividere il lavoro in fasi:
• Ascolto attivo
• Riduzione aggressività
• Capacità di argomentazione
• È opportuno scegliere un tema «divisivo, non neutro, dai più semplici (es. grembuile sì, gembiule no a scuola) ai più compelssi (ad esempio progresso sì – progresso no)
Si possono assegnare materiali o si può prevedere che gli alunni portino i loro materiali, ma devono essere vagliati dal docente prima del dibattito.
La preparazione del dibattito, a partire dai materiali, deve basarsi su due elementi essenziali:
• la tesi
• gli argomenti a sostegno della tesi
Esempio di argomentazioni per il tema PROGRESSO SÌ – PROGRESSO NO
• Relatore, che ha il compito di argomentare
• Ricercatore, con il compito di cercare materiali
• Operatore per eventuali strumenti tecnologici da usare durante il dibattito
La classe deve essere divisa in due gruppi: ogni gruppo porta avanti una delle due tesi opposte rispetto allo stesso argomento.
I gruppi interagiranno, nel momento del dibattito, secondo diverse modalità:
Struttura 1: domande incrociate
• Parla Gruppo A
• Parla Gruppo B
• Gruppo A fa domande a Gruppo B
• Gruppo B fa domande a Gruppo A
• Conclusioni Gruppo A
• Conclusioni Gruppo B
Struttura 2: domande del pubblico
• Parla Gruppo A
• Parla Gruppo B
• Il Pubblico fa domande al Gruppo A
• Il Pubblico fa domande a Gruppo B
• Conclusioni Gruppo A
• Conclusioni Gruppo B
Il pubblico funge anche da giudice
Struttura 3: domande del pubblico
• Parla Gruppo A
• Parla Gruppo B
• Il Gruppo A cerca di decostruire le argomentazioni di B
• Il Gruppo B cerca di decostruire le argomentazioni di A
• Conclusioni Gruppo A
• Conclusioni Gruppo B
Occorre stabilire in anticipo:
• La struttura del dibattito
• L’uso dei materiali e delle fonti
• I tempi a disposizione: è importante fissare i tempi per ciascuna fase. Inoltre, tempi per la realizzazione del progetto e delle argomentazioni non dovrà essere inferiore alle due/tre settimane
Il dibattito verrà organizzato in aula o in altro luogo idoneo, secondo le regole fissate. Esso ha, di norma, la seguente struttura:
• Fase 1: si dà la parola ai due gruppi che devono rispettare i tempi stabiliti (generalmente 10/15 minuti) e illustrare, senza interruzioni e/o domande, la loro tesi;
• Fase 2: ciascun gruppo rivolge domande al gruppo avversario oppure tenta di decostruire le tesi opposte (a seconda della struttura scelta);
• Fase 3: conclusioni finali. Al termine del dibattito è opportuno prevedere un momento di valutazione, che può essere effettuata dagli stessi gruppi, dagli studenti in quel momento non coinvolti nella discussione, vale a dire dal "pubblico" o dal docente.
Si può prevedere una valutazione su vari livelli. Risultano utili delle schede da compilare da parte del pubblico.
Si può valutare:
• L’uso delle fonti
• La capacità persuasiva
• Il rispetto dei tempi
• La padronanza dei contenuti
I l debate vuole recuperare l’oralità, quindi non richiede necessariamente le tecnologie. Se le tecnologie sono presen ti, occorre tenerne conto in fase di valutazione.
Uso delle fonti
Capacità persuasive
Rispetto dei tempi
Uso del linguaggio specifico
Abilità nell'uso delle tecnologie
Competenze nell'uso dei deti
Il docente ha il ruolo di moderatore e garante scientifico della metodologia , in altre parole non svolge la funzione di “emittente del sapere”.
Parte del lavoro del debate si svolge in classe (formazione gruppi, scelta argomento, elaborazione strategia dialettica, scelta delle argomentazioni, dibattito), parte viene svolta a casa dagli studenti (reperimento materiali e dati, ecc). I tempi, come per ogni metodologia attiva, sono piuttosto lunghi, in genere si lasciano ai due gruppi almeno 2/3 settimane per l’elaborazione delle argomentazioni.
Di norma una forte motivazione (specie se il tema viene suggerito dagli studenti), l’abitudine al lavoro di gruppo, il rafforzamento delle competenze trasversali come l’ascolto attivo, l’imparare ad imparare e l’uso critico delle fonti (Internet, ad esempio).
La base pedagogico-didattica del Service Learning si fonda sulla riduzione della lontananza tra l’apprendimento e le problematiche della vita quotidiana e del contesto territoriale di cui si è parte, permettendo lo sviluppo di un rapporto stretto tra gli alunni e i problemi della comunità, che vengono affrontati in un progetto organico ed unitario; infatti, le attività da realizzare devono rispondere ad un effettivo bisogno sociale, prevedendo la soluzione di un problema della comunità (service), completamente integrate nell’apprendimento, sulla base di un preciso progetto didattico ( learning ).
Con il Service Learning le porte della classe si aprono verso l’esterno, lo spazio aula si amplia, inglobando il contesto in cui la scuola è inserita. In tal modo gli alunni imparano a divenire cittadini consapevoli e responsabili, vivendo concretamente quella “cittadinanza” attiva che è obiettivo primario di una Scuola che non vuole chiudersi, ma aprirsi al contesto che la circonda.
Le fasi dell’attuazione di tale metodologia consistono nella definizione del problema (con motivazione e diagnosi), nella possibilità di soluzione del problema (con ideazione e pianificazione), nell’attuazione di quanto progettato e nella valutazione finale.
Le attività si svolgono in una contesto collaborativo e con un setting d’aula modulare e flessibile che prevede il ripensamento degli spazi e la presenza di tecnologie necessarie in relazione alle attività che si vanno a svolgere.
I vantaggi di tale metodologia sono molteplici, perché gli studenti diventano protagonisti del loro processo di apprendimento: imparano a lavorare in gruppo; acquisiscono competenze digitali in situazioni reali; diventano più consapevoli dei problemi del contesto in cui vivono; apprendono in modo attivo.
Il Service Learning è stato inserito da Indire tra le Avanguardie educative.
Lo Spaced Learning o apprendimento intervallato è un metodo di ripetizione strutturata, separata da brevi intervalli, che aiuta a memorizzare informazioni in un contesto motivante.
Si basa su studi con i quali è stato dimostrato che lo schema dell’apprendimento intervallato (nel quale a periodi di stimolazione seguono periodi di assenza di stimoli) migliora l’efficacia della memoria a lungo termine, permettendo una migliore e più veloce memorizzazione delle conoscenze. (Itoh et al., 1995; Scharf et al., 2002; Morris, 2003).
Lo schema prevede 3 input di 15-20 minuti separati da intervalli di 10 minuti
1° INPUT: il docente mostra alla classe, tramite una presentazione multimediale (es. PPT), le informazioni di un determinato argomento che è importante memorizzare.
MOMENTO DI PAUSA
2° INPUT: si richiamano all’attenzione dell’alunno le informazioni precedentemente presentate, mostrandole in modo diverso, ad esempio con esempi diversi dello stesso argomento o facendo completare agli studenti il testo della presentazione a cui sono state tolte alcune informazioni chiave.
MOMENTO DI PAUSA
3° INPUT: questa ultima fase è il momento della verifica, nella quale gli alunni dovranno dimostrare la comprensione dell’argomento, tramite quiz a scelta multipla, anche svolti in modalità digitale o con altre modalità scelte dal docente.
DURANTE LE PAUSE: gli alunni svolgeranno attività di distrazione: giochi, attività fisiche, disegni, ecc.
È bene ricordare che tale strategia serve per rinforzare le conoscenze di determinati apprendimenti . È infatti sconsigliabile utilizzare l’apprendimento intervallato per presentare nuovi argomenti o quando gli alunni sono troppo piccoli.
Una didattica che tenga conto dei diversi stili di apprendimento è una didattica inclusiva, che parte dal presupposto che l’intera scuola operi secondo una logica mirante a creare un contesto educativo collaborativo (affondiamo o nuotiamo tutti) e non competitivo (se tu vinci, io perdo).
Per una didattica realmente inclusiva, che tenga conto di quanto detto, occorre considerare alcuni punti chiave imprescindibili:
• il clima della classe (che deve essere inclusivo e deve porre attenzione alle diverse intelligenze e ai diversi stili di apprendimento, nella consapevolezza che la diversità è una ricchezza);
• le strategie didattiche e gli strumenti (la progettualità didattica orientata all’inclusione e che consideri i diversi stili di apprendimento degli alunni comporta l’adozione di strategie e metodologie favorenti, quali l’apprendimento cooperativo, il lavoro di gruppo e/o a coppie, il tutoring, l’apprendimento per scoperta, la suddivisione del tempo in tempi, l’utilizzo di mediatori didattici, di attrezzature e ausili informatici, di software e sussidi specifici).
Possiamo parlare di “didattica integrata ”, che capovolge il punto di vista: ciò che deve cambiare è il tipo di didattica, una didattica che sia “per tutti” e che si muova partendo dal concetto di persona integrata “quella persona che conserva una propria identità diversa dalle altre e con il suo posto nel gruppo”. A tal proposito è possibile parlare anche di insegnamento individualizzato e personalizzato : “l’azione formativa individualizzata pone obiettivi comuni per tutti i componenti del gruppo-classe, ma è concepita adattando le metodologie in funzione delle caratteristiche individuali dei discenti, con l’obiettivo di assicurare a tutti il conseguimento delle competenze fondamentali del curricolo, comportando quindi attenzione alle differenze individuali in rapporto ad una pluralità di dimensioni. L’azione formativa personalizzata ha, in più, l’obiettivo di dare a ciascun alunno l’opportunità di sviluppare al meglio le proprie potenzialità e, quindi, può porsi obiettivi diversi per ciascun discente, essendo strettamente legata a quella specifica ed unica persona dello studente a cui ci rivolgiamo. […] Si può favorire, così l’accrescimento dei punti di forza di ciascun alunno, lo sviluppo consapevole delle sue ‘preferenze’ e del suo talento. Nel rispetto degli obiettivi generali e specifici di apprendimento, la didattica personalizzata si sostanzia attraverso l’impiego di una varietà di metodologie e strategie didattiche, tali da promuovere le potenzialità e il successo formativo in ogni alunno: l’uso dei mediatori didattici (schemi, mappe concettuali, etc.), l’attenzione agli stili di apprendimento, la calibrazione degli interventi sulla base dei livelli raggiunti, nell’ottica di promuovere un apprendimento significativo”. (Linee Guida per il diritto allo studio degli alunni con DSA - 2011).
Pertanto, le strategie inclusive tengono conto del fatto che ogni alunno perviene al sapere per strade diverse, in quanto ognuno ha stili di apprendimento differenti.
“Gli individui apprendono in maniera diversa uno dall’altro secondo le modalità e le strategie con cui ciascuno elabora le informazioni. Un insegnamento che tenga conto dello stile di apprendimento dello studente facilita il raggiungimento degli obiettivi educativi e didattici”. (Linee Guida per il diritto allo studio degli alunni con DSA - 2011)
Nel 1983, Gardner, psicologo, docente e ricercatore statunitense ad Harvard, pubblicò un testo rivoluzionario in materia, nel quale teorizzò l’esistenza di sette intelligenze: linguistica, matematica, intrapersonale, interpersonale, cinestetica, musicale e visivo-spaziale; in seguito aggiunse l’intelligenza naturalistica ed infine ipotizzò l'intelligenza esistenziale.
Stile globale/analitico: chi utilizza uno stile globale ha prima una visione generale di quanto deve imparare per poi muoversi verso il particolare; viceversa, chi utilizza lo stile analitico preferisce muoversi dal particolare al generale, partendo dai dettagli e gradualmente costruendo il quadro d'insieme.
Stile verbale/visuale: chi utilizza lo stile verbale preferisce il codice linguistico, apprende meglio tramite letture, testi scritti o orali; chi utilizza il codice visivo preferisce imparare e memorizzare attraverso immagini, schemi, tabelle.
Stile convergente/divergente: chi utilizza lo stile convergente parte da informazioni diverse per convergere a un'unica soluzione del problema; chi utilizza lo stile divergente, partendo dalle informazioni a disposizione, trova soluzioni creative, inedite e originali.
Stile sistematico/intuitivo: chi utilizza lo stile sistematico procede in modo puntuale e preciso (step by step) per studiare un argomento; chi utilizza lo stile intuitivo procede per ipotesi personali, cercando di intuire le possibili connessioni.
Stile impulsivo/riflessivo: il primo procede in modo veloce e meno accurato, studiando quando capita; il secondo è più metodico e lento, e procede pianificando nel dettaglio tutte le fasi dello studio
Di seguito, se ne elencano alcune:
• Il ripasso frequente degli argomenti di studio.
• L’operatività estesa a tutte le discipline per tutti gli alunni.
• Il lavoro sulle abilità di studio, attraverso simbologie grafiche, mappe e organizzatori anticipati delle conoscenze.
Le mappe, infatti, si rivelano molto utili, in quanto favoriscono la comprensione dei legami tra le varie informazioni e facilitano la memorizzazione e l’esposizione, evidenziando le parole-chiave.
• la differenziazione della mediazione didattica , utilizzando tutti i mediatori
È importante prevedere nella didattica quotidiana l’uso differenziato dei vari mediatori, per andare incontro ai diversi stili di apprendimento:
1. DIDATTICA LABORATORIALE E MEDIATORI DIDATTICI ATTIVI : si fa ricorso all’esperienza diretta, all’osservazione finalizzata della realtà, alla ricostruzione di esperienze.
2. DIDATTICA ESPERIENZIALE E MEDIATORI DIDATTICI ANALOGICI: si rifanno alle possibilità di apprendimento insite nel gioco e nella simulazione: giochi di ruolo. copioni, drammatizzazoni.
3. DIDATTICA DELL’IMMAGINE E MEDIATORI DIDATTICI ICONICI : utilizzano rappresentazioni di linguaggi grafico-spaziali (schematizzazione di concetti, mappe, fotografie, carte geografiche, diagrammi).
4. DIDATTICA PER CONCETTI E MEDIATORI DIDATTICI SIMBOLICI : utilizzano i codici di rappresentazione convenzionali e universali, come quelli linguistici: la lezione verbale dell’insegnante, la discussione per sintetizzare le informazioni, l’argomentazione o la narrazione scritta.
Segue tabella riassuntiva D
MEDIATORI DIDATTICI "come insegnare"
DIDATTICA LABORATORIALE ATTIVI
DIDATTICA ESPERIENZIALE ANALOGICI
DIDATTICA DELL'IMMAGINE ICONICI
• osservazione finalizzata della realtà
• ricostruzione di esperienza
• drammatizzazioni
• simulazioni secondo canovacci
• copioni
• giochi per individuare regole
• disegno spontaneo
• disegno su progetto
• resa grafica dei testi verbali e non
• schematizzazione dei concetti... mappe... etc.
• discussione per sintetizzare le informazioni
• produzione di definizioni
DIDATTICA PER CONCETTI SIMBOLICI
• narrazione di eventi scritta
• spiegazione, argomentazione scritta
• riflessione sul linguaggio... sulle regole
• l’utilizzo di metodi di insegnamento tra pari, quali il tutoring e il cooperative learning.
Il tutoring consiste nell’affidare ad un alunno specifiche responsabilità di tipo educativo e didattico. Questi alunni assumono il ruolo di "insegnanti".
Lo scopo è quello di favorire la responsabilizzazione e di rendere più efficace la comunicazione didattica, poiché non c'è scarto di codice nella relazione alunno-alunno e si crea un clima emozionale favorevole all’apprendimento.
L’attività va opportunamente preparata e può essere suddivisa in tre fasi:
1. Preparazione specifica dei tutor, attraverso una simulazione dell'esperienza in una situazione controllata con la supervisione dell'insegnante (occorre che l’alunno tutor impari, ad esempio, a non saltare passaggi, a utilizzare un linguaggio idoneo).
2. Attuazione dell'esperienza (senza insegnante). Il tutor può scrivere le sue considerazioni in un diario di bordo e poi discuterle con l'insegnante per consentire al docente di raccogliere informazioni senza essere stato presente.
3. Messa a punto di eventuali modifiche per interventi successivi.
È possibile rilevare un eventuale limite nel rischio della cristallizzazione dei ruoli e dei compiti: è pertanto opportuno che tutti siano tutor a turno.
I vantaggi sono, peraltro, molteplici:
PER IL TUTOR
• dal punto di vista cognitivo, il tutor è incentivato a prepararsi meglio, poiché «insegnando s'impara»
• dal punto di vista umano, si sperimenta la solidarietà
PER GLI ALUNNI AFFIDATI
• usufruiscono di una lezione più individualizzata, centrata su bisogni e tempi adeguati
PER IL DOCENTE
• Utilizzando il tutoring per compiti di recupero e consolidamento o per le consuete attività didattiche, vengono ottimizzati i tempi
PER L’ORGANIZZAZIONE DELLAVORO DI CLASSE
• Superando la schematicità dei ruoli, si promuove lo spirito collaborativo
Il cooperative learning è centrato su gruppi di lavoro eterogenei, sulla effettiva interdipendenza dei ruoli e sull’uguaglianza di opportunità di successo per tutti.
Secondo Kaye, si tratta di "un apprendimento individuale come risultato di un processo di gruppo".
È un metodo di insegnamento a mediazione sociale di tipo orizzontale (vengono strutturati i compiti perché siano gli alunni a lavorare autonomamente tra loro). L’apprendimento è sicuramente un processo attivo individuale ma, perché questo possa avvenire, è importante che il processo sia condiviso e vissuto socialmente. Richiede all’insegnante di agire in modo differente, cioè di assumere un ruolo diverso all’interno della classe. Il C.L., per funzionare bene, ha bisogno di un clima di classe cooperativo. " Tutti imparano da tutti come si impara ", oltre che essere coinvolti in un progetto comune. Ma tutti imparano anche a prendersi le proprie responsabilità, sia nei confronti degli altri che nei confronti del gruppo in sé in funzione del progetto: non c'è successo personale senza il successo dell'intero gruppo, non c'è insuccesso personale senza l'insuccesso dell'intero gruppo.
Il sistema di valori che sta a monte è di tipo cooperativo (vinco-vinco), in chiara contrapposizione con il modello competitivo (vinco-perdo), così come affermato da Sharon-Hertz (1990) "Una tecnica educativa non è indipendente dal sistema di valori dal quale deriva. L'apprendimento in classe che sottolinea la competizione tra i compagni e usa confronti costanti per misurare i risultati, probabilmente non coltiva la cooperazione e la condivisione costruttiva delle idee indipendentemente dal contenuto che si insegna".
Il cooperative learning si fonda su alcuni principi:
• Il principio della leadership distribuita : il C.L. nasce dalle ceneri dei vecchi lavori di gruppo, che prevedevano un solo leader
• Il principio del raggruppamento eterogeneo : vale a dire affidare a ognuno il compito più vicino alle sue competenze; ognuno è leader nel compito affidatogli
• Il principio della interdipendenza positiva , poiché è essenziale che ci siano scambio e condivisione
• Il principio dell'acquisizione delle competenze sociali , attraverso la negoziazione di significati e la capacità di considerare il punto di vista dell'altro
• Il principio dell'autonomia del gruppo : occorre che a monte ci sia una buona organizzazione, con consegne precise e chiarezza di compiti e fasi
Una ottimale organizzazione di un’attività secondo la metodologia del C.L. prevede l’articolazione di alcune fasi, poiché è improbabile che gruppi non organizzati siano spontaneamente produttivi:
1. IL COINVOLGIMENTO: occorre che l’insegnante proponga un argomento e chiarisca il motivo per cui l'argomento è significativo. La scelta dell’argomento può anche essere effettuata condividendola con gli alunni, attraverso, ad esempio, una preliminare fase di brainstorming.
2. L’ASSEGNAZIONE DEI RUOLI: in considerazione del principio della leadership distribuita, è fondamentale assegnare ruoli ben precisi ai diversi alunni, in modo che ognuno si senta responsabile di una parte del lavoro e possa mettere a frutto le proprie potenzialità. (Ad esempio ruoli relativi al compito (relatore, sintetizzatore, disegnatore, lettore, ecc.) o ruoli di mantenimento (moderatore, incoraggiatore, controllore del tempo, controllore del volume di voce, responsabile dei materiali, ecc.).
3. L'ESPLORAZIONE: costituisce il primo contatto con la nuova conoscenza. Il docente fornisce alcuni materiali e chiede di analizzarli.
4. LA TRASFORMAZIONE: è la parte più attiva del percorso. L’insegnante richiede una attività da svolgere sul contenuto di conoscenza esplorato. Ad esempio, la costruzione un cartellone – la creazione di una mappa, ecc.).
5. LA PRESENTAZIONE: l'esposizione a un pubblico interessato (ogni gruppo espone il risultato del proprio lavoro).
6. LA RIFLESSIONE: è opportuno che il lavoro si concluda con una revisione di ciò che è stato appreso, si evidenzino gli errori e i punti di forza, si pensi a cosa e come migliorare. È il momento della metacognizione.
È possibile, a tal proposito, prendere in considerazione i 5 livelli di Ianes (2005).
Tali livelli riguardano in particolare gli alunni disabili, ma possono essere strumento utile per tutti:
Accessibilità del codice linguistico. L’obiettivo rimane invariato; l’adeguamento riguarda il mezzo attraverso il quale vengono comunicati i contenuti: si usano, ad esempio, la barra Braille, il sintetizzatore vocale, le registrazioni, gli audiolibri, lo stampato in luogo del corsivo, ecc.;
Obiettivo di apprendimento Obiettivo modificato
Italiano (letture)
Leggere semplici e brevi testi letterati, sia poetici sia narrativi, mostrando di saperne cogliere il senso globale.
• Non viene modificato.
Per garantire il raggiungimento dell’obiettivo (ancora non modificato) si utilizzano tecnologie più motivanti (ad esempio software didattici) e contesti didattici fortemente interattivi, operativi e cooperativi, mediatori iconici quali linee del tempo e schemi vari;
Obiettivo di apprendimento Obiettivo modificato
Storia (strumenti concettuali)
Organizzare le conoscenze acquisite in semplici schemi temporali.
Organizzare le conoscenze acquisite in semplici schemi temporali, tramite mediatori didattici
Si modifica il lessico, si riduce la complessità concettuale, si modificano i criteri di corretta esecuzione di un compito (consentendo più errori e imprecisioni); è opportuno estrapolare dal testo i concetti chiave, ingrandirli graficamente e aggiungere a questi un supporto iconico che sia particolarmente motivante o ristrutturare il testo, eliminando le parti non essenziali e riportando solo le idee più importanti espresse con parole semplici, con caratteri grandi e con parole - chiave in neretto;
Obiettivo di apprendimento Obiettivo modificato
Storia (strumenti concettuali)
Organizzare le conoscenze acquisite in semplici schemi temporali.
Organizzare le conoscenze acquisite in semplici schemi temporali, espressi tramite frasi semplici, supportate da immagini.
Nell’epistemologia di un sapere disciplinare si identificano delle attività fondanti e accessibili al livello di difficoltà di cui abbiamo bisogno;
Obiettivo di apprendimento Obiettivo modificato
Storia (strumenti concettuali)
Organizzare le conoscenze acquisite in semplici schemi temporali.
Ordinare le conoscenze in semplici schemi temporali, espresse tramite immagini .
5. LA PARTECIPAZIONE ALLA CULTURA DEL COMPITO si cerca di trovare occasioni perché l’alunno sperimenti, anche se soltanto da spettatore, la “cultura del compito” (il clima emotivo, la tensione cognitiva, i prodotti elaborati, etc.)
Obiettivo di apprendimento Obiettivo modificato
Storia (strumenti concettuali)
Organizzare le conoscenze acquisite in semplici schemi temporali.
Partecipare ad attività di ordinamento.
Tale approccio inclusivo ha quale orizzonte di senso un’idea di Scuola comunità, una Scuola che non lascia indietro nessuno, che sia in linea con il target n.4 dell’agenda ONU 2030, secondo il quale occorre che la scuola sia “equa e inclusiva” e promuova opportunità di apprendimento permanente per tutti e che, infine, come indicato nelle Indicazioni 2012, sia una “Scuola di tutti e di ciascuno” 1
1. La scuola italiana sviluppa la propria azione educativa in coerenza con i principi dell’inclusione delle persone e dell’integrazione delle culture, considerando l’accoglienza della diversità un valore irrinunciabile. La scuola consolida le pratiche inclusive nei confronti di bambini e ragazzi di cittadinanza non italiana promuovendone la piena integrazione. Favorisce inoltre, con specifiche strategie e percorsi personalizzati, la prevenzione e il recupero della dispersione scolastica e del fallimento formativo precoce; a tal fine attiva risorse e iniziative mirate anche in collaborazione con gli enti locali e le altre agenzie educative del territorio.
Particolare cura è riservata agli allievi con disabilità o con bisogni educativi speciali, attraverso adeguate strategie organizzative e didattiche, da considerare nella normale progettazione dell’offerta formativa. Per affrontare difficoltà non risolvibili dai soli insegnanti curricolari, la scuola si avvale dell’apporto di professionalità specifiche come quelle dei docenti di sostegno e di altri operatori. Tali scelte sono bene espresse in alcuni documenti di forte valore strategico per la scuola, quali «La via italiana per la scuola interculturale e l’integrazione degli alunni stranieri» del 2007, «Linee guida per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità» del 2009, e «Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento» del 2011, che sintetizzano i criteri che devono ispirare il lavoro quotidiano degli insegnanti.
A scuola spesso ci confrontiamo con bambini che hanno difficoltà ad esprimere o gestire le proprie emozioni e sappiamo bene invece quanto sia importante l’aspetto emotivo nel complesso quadro del processo di apprendimento e di crescita, come singoli e come membri di una comunità. Talvolta ci sembra che non siano mai abbastanza gli strumenti e le strategie messi in campo per favorire queste dinamiche.
Il metodo Caviardage è senza dubbio una validissima risorsa per rispondere a questa esigenza, poiché soddisfa un’area importante della crescita formativa di bambini: esprimersi liberamente e senza filtri con nuove parole e nuovi codici comunicativi . Permette infatti di mettere l’alunno al centro della didattica e del processo di apprendimento, di scoprire la sua emotività, il suo modo di apprendere anche in maniera originale.
La produzione con il Caviardage permette a tutti di aprire la mente anche a nuovi modi di concepire e percepire il reale, di relazionarsi con il sé e con l’altro, favorendo un confronto essenziale in una società sempre più variegata, da un punto di vista sociale e culturale.
Il Metodo didattico è stato creato ed è diffuso in Italia da Tina Festa che si definisce “un’insegnante di scuola Primaria che non conserva i sogni nel cassetto, una persona curiosa di apprendere, con una grande sete di sperimentare nuove strade”.
È un metodo di scrittura creativa poetica che aiuta a creare poesie e a dar voce a pensieri attraverso un processo ben definito e con l’applicazione di tecniche e strategie. L’innovazione sta nello “scrivere” non partendo da un foglio vuoto ma da una pagina stampata: possiamo utilizzare pagine di vecchi libri, articoli di giornale, bugiardini, testi di canzoni. Per creare la metodologia didattica del Caviardage, Tina Festa ha preso spunto da tecniche artistiche già esistenti ma non strutturate sul piano didattico: mentre, ad esempio, Isgrò parte dalla cancellatura, il punto nodale del metodo della Festa è la ricerca poetica iniziale, ovvero il rapporto con le parole.
La cancellazione del Caviardage (non cancellatura) si configura come atto finale e artistico che può essere fatto in modi diversi, a partire dal nero. Sebbene possa sembrare che il risultato sia uguale, ciò che cambia è il processo.
Potremmo definirlo una “caccia alle parole nascoste”, nel senso che le parole sono celate in un testo e aspettano solo di essere trovate. Infatti emerge ciò che è da prima dentro di noi: spesso il bambino si trova un testo sul foglio senza rendersene conto e si rispecchia in un contenuto, in un pensiero che magari diversamente non avrebbe formulato. La parola diventa la chiave di accesso ad un mondo sommerso di emozioni sottese e assume una forte valenza metacognitiva quando il bambino si rende conto di ciò che è stato capace di creare.
Grazie all’applicazione di varie tecniche artistiche espressive (il collage, la pittura, l’acquerello, etc.) la
poesia si contamina e diventa in un secondo momento “visiva”: nascono produzioni uniche che attraverso le parole, i segni e i colori sono capaci di esprimere e trasmettere le emozioni che il vivere quotidiano spesso soffoca.
I bambini sono pertanto liberi di scegliere le parole che più sono congeniali, quelle per loro più significative, e di combinarle allo scopo di creare un pensiero che parli delle loro emozioni più intime.
Il metodo è creativo sia dal punto di vista espressivo sia a livello poetico, che artistico. I risultati sono sorprendenti, spesso anche divertenti, ma il più delle volte introspettivi. Nella loro ingenuità e nella loro freschezza, i bambini sono in grado di creare dei pensieri poetici stupefacenti, illuminanti.
Il Caviardage un tempo era sinonimo di censura. Era un’operazione che consisteva infatti nell’annerire (dal francese caviar = caviale) le parti di testo considerate immorali o compromettenti.
Oggi è diventata una tecnica artistica la cui caratteristica è l’esatto contrario però della censura: si mettono in evidenza alcune parole o frasi di una pagina di testo oscurando completamente il resto.
Nel lavoro con i bambini faremo evidenziare (cerchiandole, colorandole, sottolineandole…) le parole da loro scelte, perché formeranno la poesia, e verranno oscurate quelle frasi o parole che invece non servono. Eliminare parole o frasi a proprio piacimento, facendosi guidare dal flusso emotivo del momento, consente di mostrare nel componimento poetico con le parole scelte ciò che si vuole esprimere e di cui forse non ci si rende nemmeno conto.
Secondo la professoressa Sciancalepore, insegnante di lettere in una scuola secondaria di primo grado di Taranto e formatrice del Metodo Caviardage, “l’uso didattico del Caviardage fa riscoprire il valore della parola scritta e promuove la lettura come un ulteriore mezzo di conoscenza di sé, del proprio mondo, del proprio tempo”. Lavorare infatti su pagine con testi già costruiti permette ai bambini di avere un approccio positivo rispetto al libro come oggetto materiale, prendendo confidenza con esso, toccandolo, manipolandolo.
La produzione scritta consente a tutti gli alunni, anche a quelli con difficoltà, di accostarsi serenamente alla scrittura poetica, permettendo loro di giocare con le parole fino a giungere alla composizione di testi profondi ed espressivi. Quale meraviglia nello scoprire che da un gioco è nata una poesia!
Inoltre il Metodo Caviardage promuove competenze grammaticali, lessicali, retoriche. Aiuta infatti il bambino, che manipola il testo nel suo insieme e nei particolari della struttura, a sviluppare una buona competenza linguistica sia dal punto di vista lessicale sia dal punto di vista semantico.
Comporre un testo porta con sé necessariamente il confronto con la struttura della frase, la riflessione sui connettivi, e sollecita lo sviluppo del pensiero retorico.
Passando alla seconda parte del processo, quella relativa all’uso e alla creazione di immagini, vengono stimolate competenze artistico-espressive. I bambini imparano a formulare ipotesi, progettando soluzioni creative da applicare al testo poetico e verificando soluzioni in modo autonomo. Sperimentano tecniche artistiche e si esprimono liberamente e creativamente sulle immagini prodotte. Le tecniche visive servono infatti a rinforzare l’emozione da esprimere e non solo a decorare il lavoro prodotto. Inoltre
aiuta a valorizzare la competenza del problem solving nel risolvere alcuni problemi, come, ad esempio, selezionare e scegliere le parole giuste per arrivare a formulare una frase capace di trasmettere esattamente ciò che si vuole esprimere.
Infine non bisogna dimenticare le competenze civiche e sociali che si attivano quando il metodo viene utilizzato nei lavori in coppia o in piccolo gruppo. I bambini imparano a esprimere e a saper gestire in maniera controllata la propria emotività, compiendo scelte condivise e rispettando il punto di vista altrui, pur nel rispetto del proprio bisogno di esprimersi come individuo. Vengono stimolati ad agire in modo autonomo e responsabile, prendendo coscienza di sé stessi, di ciò che si esprime e delle conseguenze che questa consapevolezza comporta; imparano a individuare collegamenti e relazioni e interpretare l’informazione data dagli insegnanti nel modo corretto. Altra competenza chiave che la metodologia del Caviardage consente di sviluppare è l’imparare a imparare, che permette di arrivare a conoscere e possedere metodi per acquisire nuove conoscenze, a non fermarsi al significato del testo ma ad approfondire ed arrivare a quello delle parole.
Il metodo contribuisce a valorizzare il pensiero creativo e divergente, dà valore alla fantasia e all’immaginazione, richiede l’utilizzo sinergico di diverse forme di intelligenze (Gardner): da quella linguistica che serve per cimentarsi nella scrittura creativa di poesie a quella corporeo–cinestesica nel muoversi nello spazio del foglio, tra le frasi e le parole. Durante le attività laboratoriali vengono particolarmente valorizzate anche l’intelligenza interpersonale e quella intrapersonale. Riguardo alla prima il metodo del Caviardage fa aumentare la consapevolezza delle proprie emozioni, fornendo ai ragazzi gli strumenti per gestirle e controllarle, nel momento in cui emergono o prendono il sopravvento. L’intelligenza intrapersonale invece consente di dar voce ai propri sentimenti ed emozioni attraverso l’utilizzo del linguaggio poetico. La peculiarità del metodo del Caviardage è proprio quella di sviluppare la creatività e la sensibilità artistica degli alunni, in particolare consente anche ai ragazzi di esprimere le proprie emozioni senza vergognarsi.
Per quanto concerne invece lo spirito di iniziativa e imprenditorialità, questo metodo didattico aiuta a prendere decisioni e iniziative, valutando benefici, rischi e opportunità. Insegna agli alunni a organizzare le proprie azioni in base ad una gerarchia di priorità, agendo quindi in modo autonomo, responsabile e flessibile all’interno di contesti che possono cambiare.
Parlare infine di consapevolezza ed espressione culturale significa valorizzare l’aspetto di forte interdisciplinarità del metodo che porta con sé una ricaduta positiva sulla didattica quotidiana, in quanto si mostra duttile e versatile, facilmente applicabile alle materie tradizionali, che vengono presentate in una veste nuova.
Il metodo sensibilizza i ragazzi alla diversità e li predispone al confronto e al dialogo, insegnando loro il rispetto e l’accoglienza. Il Caviardage è un ottimo supporto alla didattica inclusiva, poiché favorisce il processo di inclusione degli alunni, con BES e ad alto potenziale cognitivo, dando a tutti la possibilità di esprimersi nella modalità che più gli è consona. Anche il bambino che ha difficoltà di esprimersi può riuscire a farlo attraverso “parole scoperte” e l’arte, in quanto protagonista attivo del processo educativo, in cui viene valorizzata la più ampia gamma di talenti e di linguaggi verbali e non verbali. Le attività proposte consentono di dare importanza, ma anche ascolto e voce, al vissuto di ogni singolo alunno, favorendo al contempo l’instaurarsi di rapporti interpersonali duraturi, se si organizzano attività in coppia o in piccolo gruppo. I bambini con alto potenziale cognitivo e quelli con Bisogni Educativi Speciali possono attingere alla propria ricchezza interiore, al proprio bagaglio cognitivo ed emozionale per creare poesie a partire da una semplice pagina di libro, strappata a caso, e trovare una loro strada che consenta loro di esprimersi e valorizzare alcune abilità piuttosto che altre.
Serve davvero poco. Si possono utilizzare per il testo pagine di vecchi libri, fogli strappati da quotidiani o riviste, una fotocopia inutilizzata, un bugiardino, e poi una matita, un pennarello nero con la punta a scalpello e un pennarello rosso.
Nella seconda fase si utilizzeranno altri materiali, utili all’arricchimento visivo della poesia, come carta da collage, acquerelli, pennarelli o altri materiali simili.
Quando i bambini avranno preso confidenza con il Caviardage, si potrebbe proporre un’associazione alla tecnica del Cut-Up. Si tratta di ritagliare dal foglio di testo alcune parole o frasi da incollare e assemblare su un cartellone in modo da creare la propria poesia.
Il cartellone, poi, può essere personalizzato a piacere con le tecniche artistiche.
ESPERIENZA DIRETTA: Consigliamo ai docenti di sperimentare il metodo in prima persona, prima di proporlo ai bambini. Solo se l’insegnante avrà messo in pratica personalmente le tecniche creative e manuali del Caviardage, potrà raggiungere determinate competenze e abilità che gli consentiranno non solo di ottenere i risultati sperati, ma anche di applicare con successo il metodo nella propria classe. Non si può insegnare ciò che non si conosce.
INCORAGGIAMENTO: Alcuni bambini inizialmente sono spaesati davanti alla novità di un foglio da annerire e non sanno come procedere. Sta a noi insegnanti incoraggiarli e motivarli, rassicurandoli sul fatto che in ogni modo il loro lavoro sarà unico e speciale. Non ci saranno compiti migliori o peggiori di un altro, né un lavoro potrà essere considerato sbagliato, perché sarà sempre frutto delle loro emozioni.
LIBERTÀ: Capita spesso che qualcuno dica di non saper disegnare e si rifiuti di proseguire nella seconda fase del lavoro. Lasciate sempre libertà di scelta sia nella tecnica artistica che nelle modalità di espressione creativa, che può essere ricca ma anche molto semplice, consistendo in uno scarabocchio astratto. È pur sempre frutto di un’emozione!
TEMA: Il metodo Caviardage consente anche di affrontare in maniera coinvolgente e personale temi specifici come la Giornata della Memoria o una festività, approfondire argomenti che riguardano l’attualità, la cronaca, esaminare da un punto di vista insolito brani di autori classici. Si può favorire il coinvolgimento di più discipline andando alla ricerca di poesia nascosta in una fonte storica o in una lettura di scienze e, infine, trattare tematiche delicate su richiesta dei bambini o quando in classe ci sono momenti di tensione o problemi da risolvere.
“La poesia è ovunque, siamo circondati di poesia e bellezza, sta a noi intercettarla nel nostro quotidiano e lasciarci guidare nell’ascolto delle nostre emozioni. Ciascuno di noi può aprire la porta alla poesia e in un mondo sempre più pervaso da toni accesi della comunicazione, dove spesso le parole sono dure, urlate, volgari, diviene fondamentale educare alla bellezza, con un uso della parola ponderato e un costante richiamo alla nostra intimità.”
https://www.scintille.it/caviardage/
Possiamo osservare una pagina di cronaca tratta dal libro di letture 5 (pag 183) trasformata in caviardage.
PAG. 62 PROVE D'ASCOLTO
PAG. 72 VARIE TIPOLOGIE TESTUALI
Classe 4a
Classe 5a
PAG. 130 GRAMMATICA
PAG. 294
LETTURE 4 �� pag. 190
Odio i miei capelli.
Guardateli, sono tutti diversi. Un ciuffo è marrone e un altro è nero. Da una parte sono ricci e dall’altra sono lisci. Papà dice che se qualcosa non ti piace devi cambiarla.
E allora ho pensato di fare proprio come dice lui. Ho preso tutto quello che serviva e l’ho messo sulla mia scrivania. C’erano le forbici che stavano nel cassetto della cucina, il gel di mio fratello grande per lisciare le parti con i ricci, un paio di occhialetti da piscina per proteggermi gli occhi nel caso mi fossero scivolate le forbici.
Per prima cosa mi sono messa il gel sui capelli, poi mi sono infilata gli occhialetti da piscina. È arrivata l’ora di tagliare. All’inizio andavo piano tagliando un capello alla volta. Poi ho visto che me la cavavo bene come parrucchiera, così ho incominciato a sforbiciare più in fretta che potevo. Dopo un po’ il pavimento della mia camera era coperto da centinaia di ricci, come le foglie che in autunno cadono sull’erba. Mi sono levata gli occhialetti. I miei capelli erano fantastici.
Il parrucchiere avrebbe smesso di spillarmi soldi. Anzi potevo aprire un negozio di parrucchiera io stessa, lì nella mia stanza.
Già mi immaginavo l’insegna:
DA MARY TAGLIO E PIEGA
10 CENTESIMI A SEDUTA
SI PREGA DI PORTARE
GLI OCCHIALETTI DA CASA
– Prendi il fucile, Giuseppe, prendi il fucile e vai a caccia, – disse una mattina al suo figliolo una donna. – Domani tua sorella si sposa e vuol mangiare polenta e lepre.
Giuseppe prese il fucile e andò a caccia. Vide subito una lepre che balzava da una siepe e correva in un campo. Puntò il fucile, prese la mira e premette il grilletto.
Ma il fucile disse: “Pum!”, proprio con voce umana e, invece di sparar fuori la pallottola, la fece cadere per terra.
Giuseppe la raccattò e la guardava meravigliato.
Poi osservò attentamente il fucile, e pareva proprio lo stesso di sempre, ma intanto invece di sparare aveva detto: “Pum!”, con una vocetta allegra e fresca. Giuseppe scrutò anche dentro la canna, ma com’era possibile, andiamo, che ci fosse nascosto qualcuno? Difatti dentro la canna non c’era niente e nessuno.
– E la mamma che vuole la lepre. E mia sorella che vuol mangiarla con la polenta…
In quel momento la lepre di prima ripassò davanti a Giuseppe, ma stavolta aveva un velo bianco in testa, e dei fiori d’arancio sul velo, e teneva gli occhi bassi, e camminava a passettini passettini. – Toh – disse Giuseppe – anche la lepre va a sposarsi. Pazienza, tirerò a un fagiano. Un po’ più in là nel bosco, difatti, vide un fagiano che passeggiava sul sentiero, per nulla spaventato, come il primo giorno della caccia, quando i fagiani non sanno ancora che cosa sia un fucile.
Giuseppe prese la mira, tirò il grilletto, e il fucile fece: “Pam!”, disse: “Pam! Pam!” due volte, come avrebbe fatto un bambino col suo fucile di legno. La cartuccia cadde in terra e spaventò certe formiche rosse, che corsero a rifugiarsi sotto un pino.
– Ma benone – disse Giuseppe che cominciava ad arrabbiarsi, – la mamma sarà contenta davvero se torno col carniere vuoto.
Il fagiano, che a sentire quel pam, pam, si era tuffato nel folto, ricomparve sul sentiero, e stavolta lo seguivano i suoi piccoli, in fila, con una gran voglia di ridere addosso, e dietro a tutti camminava la madre, fiera e contenta come se le avessero dato il primo premio.
Ah, tu sei contenta, tu – borbottò Giuseppe. – Tu ti sei già sposata da un pezzo. E adesso a che cosa tiro?
Ricaricò il fucile con gran cura e si guardò intorno. C’era soltanto un merlo su un ramo, e fischiava come per dire: – Sparami, sparami.
E Giuseppe sparò. Ma il fucile disse: “Bang!”, come i bambini quando leggono i fumetti. E aggiunse un rumorino che pareva una risatina. Il merlo fischiò più allegramente di prima, come per dire: «Hai sparato, hai sentito, hai la barba lunga un dito.»
Me l’aspettavo, – disse Giuseppe. – Ma si vede che oggi c’è lo sciopero dei fucili.
Hai fatto buona caccia, Giuseppe? – gli domandò la mamma, al ritorno.
Sì, mamma. Ho preso tre arrabbiature belle grosse. Chissà come saranno buone, con la polenta.
Atomino piantò l’ombrellone in riva al mare, sistemò la sdraio e il tavolino perché Smeraldina stesse comoda, gonfiò la ciambella e il canotto di gomma.
– Hai caldo, Smeraldina? Vuoi che ti faccia vento?
Prese un ventaglio e le fece vento.
– Desideri qualcosa? Hai sete?
Corse a comprarle una bibita. Smeraldina si sentiva una principessa.
– Vuoi fare il bagno? – chiese Atomino. – Scavo subito un canale, così ti porto il mare fin qui.
– Grazie, per oggi ci andrò io – concesse Smeraldina e si degnò di fare i cinque passi che la separavano dal mare. Si tuffò, ma appena riemerse esclamò: – Come è fredda l’acqua!
– disse con un brivido.
Come una molla, Atomino balzò in acqua accanto a lei. Subito Smeraldina avvertì un delizioso tepore; come uno scaldabagno, Atomino stava intiepidendo l’acqua del mare.
Adesso si sta proprio bene. Bravo Atomino! Che calduccio!
La superficie fumava, sembrava d’essere in una vasca da bagno; ma la temperatura saliva rapidamente.
– Ora non esagerare, Atomino, l’acqua sta diventando un po’ troppo calda... Ehi, sta’ attento, scotta!... Così è troppo!... Basta!...
Aiuto, bolle!... Brucia!...
Urlando, Smeraldina corse fuori dall’acqua e con lei scapparono tutti gli altri bagnanti.
Rimase solo Atomino. Abituato alle temperature delle esplosioni atomiche, per lui quello era un bagno appena tiepido.
– Fanatico! – gridò Smeraldina dalla riva. – Ti sembrano scherzi da fare?
Anche gli altri bagnanti gridavano arrabbiati: – Non siamo spaghetti da far bollire, noi. Vieni fuori, faremo i conti!
Avvilitissimo, Atomino raffreddò subito l’acqua. Ma, appena svanì il vapore, un signore grosso cominciò a gridare allegramente: – Guardate! Guardate!
Sulla superficie del mare era affiorata un’infinità di pesci: lessi al punto giusto, mandavano un odorino prelibato.
Atomino ne raccolse delle ceste: sogliole, triglie, orate, ce n’era per tutti i gusti, bastava metterci un po’ d’olio e qualche goccia di limone...
– E voi sareste dei pirati? – gridò dal ponte Capitan Barracuda. Barracuda era il pirata più temuto dei pirati. Era scaltro, spietato e si vantava di non avere amici.
La sua faccia era piena di cicatrici e gli mancava la mano sinistra.
Ma Capitano… sono dieci giorni che navighiamo e non c’è traccia di quella dannata isola di Kopra.
In quel momento, Due Denti gridò dal punto più alto dell’albero principale: – Terra in vista! Là a babordo!
L’isola di Kopra, come aveva annunciato Barracuda, era poco più di un pugno di terra in mezzo al mare. Ci avvicinammo con la nave finché la chiglia non sfiorò il fondo e mettemmo in acqua le scialuppe. Ci dirigemmo a remi verso la spiaggia. Il capitano ci ordinò di perlustrare l’isola… Barracuda cominciò a percorrere l’isola a grandi falcate contando i passi: due a sud, dieci a est, cinque a nord, due giravolte complete verso sinistra e due salti sulla gamba zoppa all’indietro.
È qui! – indicò il Capitano segnando una “x” nella sabbia con l’uncino. – Proprio qui! Iniziate a scavare!
Stabilimmo dei turni. Mentre due scavavano altri due buttavano in mare la sabbia estratta dal buco. Nessuno avrebbe mai immaginato che un’isola così minuscola fosse anche tanto profonda: furono necessari sette turni di due uomini ciascuno perché, finalmente, la pala sbattesse contro qualcosa di scuro e lo sforzo di cinque uomini per tirare fuori il bottino dalla buca.
Era un forziere grande e nero, che pesava come se contenesse tutte le Antille Olandesi. Lì, dentro quella cassa di legno scuro, si nascondeva il tesoro di Phineas Krane, il più vecchio pirata dei Mari del Sud.
Il Capitano in persona, facendo leva con l’uncino, fece saltare il lucchetto del forziere. Il pesante coperchio si aprì con un cigolio di ruggine. Lì nel fondo dell’enorme forziere c’era… un libro.
E nient’altro! Il tesoro di Phineas: un dannato libro!
Capitan Barracuda era diventato rosso come un peperone. – Un libro? Tutti questi anni alla ricerca di un dannato libro? Sembrava che stessero per esplodergli i bottoni della giacca.
Peter aveva fatto solo pochi passi, quando udì un prolungato e lamentoso grido, si voltò e là nell’incerta luce del crepuscolo vide uno scheletro teso verso di lui, un pipistrello che volteggiava sinistramente e un lupo pronto a balzargli addosso.
Naturalmente queste terribili creature erano dipinte sulla facciata di legno dell’edificio lì accanto: la Casa del Terrore.
La porta che immetteva nella Casa del Terrore era chiusa, ma era vecchia e di legno.
Il ragazzo infilò la punta del suo coltellino nella serratura e la porta si aprì.
Una corrente di aria umida e fredda lo colpì in pieno viso.
Peter trovò l’interruttore, ma luce che si accese non illuminò chiaramente la stanza.
Da una nicchia del muro uno scheletro sollevò la mano verso il visitatore: – Benvenuto! –lo salutò con voce cavernosa. – Segui le tracce.
Il ragazzo sapeva benissimo che lo scheletro era di plastica e che la voce era incisa sul nastro.
Lo spettro emise una sinistra risata e scomparve.
Subito sul pavimento si illuminarono una serie di impronte. Peter si mosse seguendo le tracce fluorescenti.
Aprì una porta: risuonò uno strillo acutissimo e tre streghe gli passarono al volo davanti al naso.
Nella stanza successiva un branco di pipistrelli gli roteò intorno al capo.
Resistette all’impulso di scappare, ma, quando in un’altra stanza alcune figure spettrali balzarono in piedi tendendosi verso di lui, dovette trattenersi un attimo prima di ricordare che erano fatte solo di stoffa.
Il cuore adesso gli batteva più forte del solito. Per farsi coraggio chiamò nuovamente il cane: qui, vieni qui!
C’erano molte altre stanze, tutte ugualmente piene di congegni terrificanti, ma ormai Peter aveva ripreso il controllo dei propri nervi.
Con suo grande stupore gli ululati del cane non si avvicinavano mai. Finalmente giunse all’uscita. Poco più in là, legato in un cortile c’era un cane che, non appena vide il ragazzo emise un lungo e triste guaito.
Il suono veniva raccolto dall’impianto di ventilazione della Casa del Terrore, attraversava tutto l’edificio e usciva dal tubo di scarico del marciapiede, esattamente dove Peter l’aveva sentito la prima volta.
– Finalmente ti ho trovato!– disse il ragazzo. – Su andiamo vieni con me!
Dorothy abitava in mezzo alle grandi praterie del Kansas, con lo zio Henry, che faceva il fattore, e la zia Em, che faceva la moglie del fattore. La casa era piccola, perché la legna per costruirla l’aveva dovuta portare col carro, da molto lontano. C’erano quattro pareti, un pavimento e un tetto, dal che risultava una stanza, e questa conteneva un fornello arrugginito, un armadio per i piatti, un tavolo, tre o quattro sedie e i letti. Non c’erano soffitta né cantina, c’era soltanto una piccola buca scavata nella terra e chiamata cantina da ciclone, per dare rifugio alla famiglia nel caso di una di quelle grandi bufere di vento, tanto forti da schiantare qualsiasi edificio. Era una buca stretta e buia, e ci si arrivava attraverso una botola in mezzo al pavimento e una scala a pioli.
Quando era venuta ad abitare lì, la zia Em era una sposa giovane e carina. Sole e vento le avevano tolto la luce dagli occhi lasciandoli di un grigio sommesso; e le avevano tolto il sorriso da guance e bocca che erano diventate, manco a dirlo, grigie.
Era magra, e ora non sorrideva più.
Lo zio Henry non rideva mai e non sapeva che cosa fosse l’allegria. Anche lui era grigio, dalla lunga barba agli stivali, aveva un aspetto rigido e solenne e parlava di rado.
Era Toto a far ridere Dorothy, a impedirle di diventare grigia come tutto il resto. Toto non era grigio, era un cagnolino dal pelo lungo e lucido e dagli occhietti neri che scintillavano giulivi sui due lati di un buffo nasetto.
Toto giocava tutto il giorno e Dorothy giocava con lui, e lo amava teneramente.
Oggi però non giocavano. Lo zio Henry era seduto sul gradino della porta di casa e fissava preoccupato il cielo, che era anche più grigio del solito. Dorothy era in piedi sulla porta con Toto in braccio e guardava il cielo anche lei.
Un uomo entrò in un ristorante ma lo scacciarono perché non era elegante. Allora l’uomo entrò in un’osteria ma anche da lì lo mandarono via. Andò su una panchina dei giardini ma gli ridevano dietro i bambini. Allora si nascose sotto il ponte dove i topi lo elessero conte. Conte dei topi e marchese dei sorci gli portarono pane, frutta e dolci.
R. PiuminiLa costruzione di un tempio rappresentava per gli Egizi un momento importante: si trattava di onorare degnamente la divinità alla quale esso veniva dedicato. Era inoltre un dovere religioso, attraverso il quale si confermava il legame con gli dèi che proteggevano il paese e lo rendevano ricco e potente. Innalzare un nuovo tempio o ingrandirne e arricchirne uno già esistente era un compito preciso del faraone.
I grandi templi, per essere eterni, dovevano essere innalzati in pietra dura. Ciò comportava notevolissimi problemi nell’esecuzione: per rendere possibile il lavoro si montavano grandi rampe di mattoni crudi e terra, sulle quali gli operai sospingevano massicci blocchi di pietra già squadrati.
Quando la struttura generale era infine completata, gli operai lasciavano il posto a scultori e decoratori, che procedevano nel lavoro smontando via via le strutture non più necessarie.
Al termine dei lavori, attorno al tempio venivano alzate delle mura al fine di proteggere le divinità.
L’ingresso al tempio (o pilone) era monumentale e fiancheggiato da torrioni. Davanti al pilone dei templi dedicati a divinità solari si innalzavano, in genere a coppie, gli obelischi monoliti altissimi, la cui punta a forma di piramide veniva rivestita d’oro per riflettere la luce del Sole.
Gli obelischi richiedevano mesi di lavoro a numerosi operai e decoratori. Alzarli era una vera impresa, un successo da ricordare negli annali del faraone.
Leggere dà un gran vantaggio nella vita!
In Italia si legge poco, lo dicono le statistiche: più di 49 persone su 100 non leggono nemmeno un libro all’anno. I bambini e i ragazzi sono i cosiddetti forti lettori, cioè quelli che leggono di più. Ma è solo una questione di abitudine. Infatti, se in casa ci sono altri lettori, viene naturale leggere. Per chi, invece, a casa non ha libri, la scuola offre un’alternativa organizzando la biblioteca di classe e mettendo a disposizione dei bambini i libri da prendere in prestito.
Ecco i benefici che si ottengono con la lettura.
1. Arricchisce il vocabolario. Fa conoscere sempre più parole e quindi si parla più correttamente. Inoltre si è avvantaggiati anche nello studio di una lingua straniera!
2. Allena la fantasia e l’espressività.
3. Tenere in allenamento la fantasia ci fa capire e apprezzare il mondo.
4. Ci aiuta a cogliere le sfumature delle emozioni e a vivere meglio con gli altri. Ci aiuta a conoscere il mondo e noi stessi.
5. Attraverso le storie che leggi puoi comprendere perché certe cose ti fanno paura e capire come comportarti di conseguenza. Così sarai più consapevole e coraggioso.
6. È anche dimostrato che chi diventa lettore da ragazzo continua a esserlo da grande e avrà più successo a scuola e nella vita.
Ingredienti:
• 200 grammi di burro
• 200 grammi di farina
• 100 grammi di zucchero
• 1 decilitro di acqua fredda
• 1 uovo
• marmellata del gusto che preferisci
Fasi di lavoro:
• Versa la farina, il burro, l’acqua in un recipiente e mescola con le mani fino ad ottenere una pasta consistente.
• Fai una palla di pasta e lasciala riposare per un’ora.
• Stendi la pasta sfoglia su un piano infarinato e spianala fino a mezzo centimetro di spessore.
• Taglia nella pasta dei quadratini di almeno 8 centimetri e metti nel centro di ognuno un cucchiaio di marmellata.
• Stendi un foglio di carta da forno in una teglia e mettici i biscotti, inforna a 170 gradi e cuoci per una venti minuti.
La seguente griglia vuole essere uno strumento utile per l’osservazione sistematica degli alunni durante i laboratori di ascolto, per verificare le capacità di ascolto e comprensione. Ogni docente potrà poi stabilire se associare una valutazione sommativa alle verifiche o tenerne conto all’interno di un processo più complesso e articolato di valutazione formativa.
NOME ALUNNO
Ascolta in modo discontinuo e con brevi tempi di attenzione. Comprende in modo confuso e frammentario, anche se guidato.
Ascolta in modo discontinuo, comprende le informazioni essenziali, anche con l’aiuto di domande di stimolo.
Ascolta con sufficiente attenzione e comprende in modo autonomo le informazioni essenziali.
Ascolta con attenzione prolungata e comprende in modo autonomo, corretto e sicuro le informazioni.
Presta attenzione per tempi prolungati, comprende in modo articolato, approfondito e complesso.
Una sera Miretta si grattò e vide un enorme ragno che passeggiava sul muro. La camera era quasi buia, c’era solo un po’ di luce che filtrava dalla persiana. Miretta si mosse per scappare e il ragno sparì. Dov’era andato? Forse sotto l’armadio.
O magari in una delle sue pantofole.
“Se poi domani ci metto il piede dentro e lo schiaccio?”
Miretta non aveva affatto paura dei ragni. I ragni mangiano le zanzare che fanno prudere e le mosche che sono sporche… Però quel ragno faceva davvero paura…
Miretta chiamò papà.
– Che c’è? È tardi, perché non dormi? – chiese entrando papà.
– C’è un ragno enorme nella stanza. –
– E dov’è questo ragno? –
– Là sul muro. Sarà grande almeno come un gatto… – Papà guardò il muro e sorrise.
– Allora vediamo quanto è grande un gatto. – disse.
Strinse una mano a pugno, con il mignolo leggermente sollevato e il pollice dritto: sul muro apparve la testa di un gatto.
– Era grande così? – Miretta ci pensò su.
– Mmm, sì, circa…
– Se non ti va un gatto, facciamo venire un bel cane e il gatto scapperà, – disse papà.
Tese la mano, alzò un poco il pollice e abbassò il mignolo. Il gatto scomparve. Adesso sul muro c’era il profilo di un cane lupo.
Poi papà incrociò le braccia, tenne una mano tesa e l’altra piegata, con l’indice che formava un piccolo occhiello. Subito comparve sul muro un’oca dal collo dritto e dal becco aperto.
– Si è accorta del cane, vedrai che si alzerà in volo –. Papà unì le mani con i pollici uno sull’altro e l’oca volò.
– Chi passeggia ancora sul muro della mia camera? – chiese Miretta.
– Stiamo a vedere – rispose papà.
Poi improvvisamente il lampione sulla strada si spense e tutto finì.
– Mai vista una camera così affollata! – disse Miretta con gli occhi pieni di sonno.
– Troppo – disse papà rimboccandole le coperte.
da A. Vivarelli, Storie per gioco, Nuove Edizioni Romane
Indica con una x le affermazioni corrette.
• Il racconto è scritto in:
⃞ prima persona ⃞ terza persona
• I fatti raccontati sono:
⃞ avventurosi ⃞ fantastici ⃞ realistici
• I fatti vengono narrati in:
⃞ ordine cronologico ⃞ ordine non cronologico
• La storia si svolge:
⃞ di sera ⃞ di giorno
• Cosa vede Miretta sul muro?
⃞ Un ragno vero
⃞ Un’ombra
• Cosa fa comparire sul muro il papà di Miretta?
⃞ un’oca ⃞ un cigno ⃞ un pulcino
⃞ un cane lupo ⃞ un gatto
Cosa fa apparire il papà di Miretta con la mano a pugno, il mignolo sollevato e il pollice dritto sul muro?
⃞ Un gatto
⃞ Un’oca
⃞ Un cane lupo
Perché finisce il gioco delle ombre?
⃞ Il papà si stanca
⃞ Miretta si addormenta
⃞ Il papà risponde al telefono
Quella notte Miretta fece un sogno buffo. Immagina e racconta sul quaderno.
Peter si avviò alla fermata del bus con sua sorella tenendola per mano lungo tutto il tragitto. Non gli dispiaceva l’incarico. Sperava solo che nessuno dei suoi compagni lo vedesse in giro mano nella mano con una bambina. Ed ecco l’autobus. I due salirono e presero posto. Si sentivano ridicoli a tenersi per mano anche stando seduti e poi c’erano degli altri bambini della scuola intorno, perciò si lasciarono liberi. Peter era piuttosto fiero di sé. Avrebbe potuto badare a sua sorella dovunque. Kate poteva contare su di lui. Supponiamo che si ritrovassero da soli in montagna di fronte a un branco di lupi affamati. Facendo ben attenzione a non compiere alcun movimento improvviso, avrebbe indietreggiato con Kate, fino ad avere le spalle al sicuro contro una parete rocciosa. In quel modo, i lupi non avrebbero potuto circondarli… Ridicolo! Erano fantasticherie come questa che potevano fargli scordare la fermata se non stava attento.
Intanto l’autobus si era fermato e i bambini della scuola incominciarono a scendere. Peter scattò in piedi e fece giusto in tempo a saltare a terra che l’autobus era ripartito. Fu solo una ventina di metri dopo che si accorse di aver dimenticato qualcosa. La cartella, magari. Macché! Era sua sorella. Se l’era scordata sul pullman. Per un momento osservò l’autobus allontanarsi lungo la via.
– Torna indietro – sussurrò – Ti prego.
Uno dei bambini della scuola gli si avvicinò e battendogli sulla schiena, disse:
– Ehi, che ti prende? Hai visto un fantasma, per caso?
La voce di Peter sembrò arrivare da molto lontano.
– Oh, niente. Ho dimenticato una cosa sull’autobus. – E poi si mise a correre. L’autobus era già trecento metri oltre e stava incominciando a rallentare per la fermata successiva. Peter accelerò la corsa. Correva tanto veloce che se avesse aperto le braccia, probabilmente si sarebbe alzato in volo. Allora avrebbe potuto sfiorare la cima degli alberi e… Ma no! Non poteva davvero permettersi altri sogni a occhi aperti adesso.
Doveva recuperare sua sorella. Magari la poverina stava già strillando in preda al terrore. Alcuni passeggeri erano scesi, e l’autobus stava già ripartendo. Peter era più vicino, questa volta. Il veicolo arrancava dietro a un camion. Se solo fosse riuscito a correre senza badare al dolore alle gambe e alla fitta al petto, l’avrebbe raggiunto. Quando arrivò alla fermata, l’autobus era a una cinquantina di metri da lui. “Più in fretta, più in fretta” si ripeté. Una bambina, che stava sotto la tettoia della fermata, vedendolo passare gli gridò: – Peter, fermati! Sono io, Kate!
Mettendosi una mano sul petto Peter crollò a terra, ai piedi di sua sorella.
– Dai, su. Meglio che torniamo, se no faremo tardi – disse lei tranquilla. – E dammi la mano, se non vuoi cacciarti in qualche altro guaio. Così arrivarono a scuola insieme e Kate promise di non far parola di quanto era accaduto quando tornavano a casa. In cambio dello stipendio settimanale di Peter, si intende.
Ian McEwan, L’inventore dei sogni, Einaudi
Indica con una x le affermazioni corrette.
• I personaggi sono: ⃞ realistici ⃞ fantastici
• I fatti avvengono: ⃞ di giorno ⃞ di sera
• Il tempo della storia è : ⃞ definito ⃞ indefinito
• Il racconto è narrato in:
⃞ terza persona ⃞ prima persona
Numera le frasi secondo la successione temporale dei fatti.
⃞ Sopraffatto dallo spavento, Peter cominciò a correre dietro al pullman, che finalmente si fermò alla fermata successiva.
⃞ Peter era sfinito, ma per fortuna Kate era lì che lo aspettava sotto la tettoia della fermata.
⃞ Una mattina Peter accompagnò sua sorella Kate a scuola.
⃞ I fratellini presero insieme l’autobus.
⃞ Al momento di scendere, Peter si dimenticò la sorellina sul bus.
⃞ Insieme arrivarono così a scuola.
Trascrivi sul quaderno il racconto dall’inizio fino a “si lasciarono liberi” immaginando che sia Peter a raccontare i fatti.
Il dottore arrivò, premette e tastò la mia pancia. Poi mi mise il termometro in bocca.
– Mmm – fece. – Temperatura normale. Fammi dare un’altra occhiata alla tua pancia.
– Ahia! – urlai, Il dottore uscì seguito dalla sorvegliante. Questa tornò dopo mezz’ora annunciando: – Il dottore ha telefonato a tua madre. Verrà a prenderti. Non feci commenti, restai rannicchiato sotto le coperte sforzandomi di sembrare più ammalato possibile, ma il mio cuore cantava di gioia. Tornai a casa così contento che per un pelo non mi credevano malato. Nel pomeriggio fui visitato dal dottor Dunbar. Ma il dottor Dunbar era assai più perspicace e competente del medico scolastico.
Dopo avermi tastato la pancia e sentito strillare, mi disse: – Rivestiti e siediti qui. Anche lui andò a sedersi dietro la scrivania e mi fissò con uno sguardo penetrante ma non malevolo.
– Fai la commedia, eh? – chiese.
– Come lo sa? – sbottai
– Perché la tua pancia è morbida e perfettamente normale. Se avessi una infiammazione, lo stomaco sarebbe duro e contratto. Rimasi zitto.
– Si tratta di nostalgia, eh?
Annuii malinconicamente.
– Da principio succede a tutti ma devi tener duro. E non avercela con tua madre per averti mandato in collegio.
Anzi, lei sosteneva che eri troppo piccolo, ma io l’ho persuasa che era la cosa migliore da fare. La vita è dura, è più presto impari a cavartela e meglio sarà per te.
– E lei cosa dirà alla scuola? – chiesi tremando.
Dirò che hai avuto una gravissima infezione intestinale per cui ti ho dato delle pillole. – disse sorridendo. – Questo significa che potrai restare a casa ancora per tre giorni.
Ma promettimi che non userai più questi trucchi. Tua madre ha già abbastanza problemi senza doversi precipitare a venirti a prendere a scuola.
– Prometto – dissi – Non lo farò mai più.
Roald Dahl, Boy, Salani
Segna con una x solo le affermazioni corrette.
• Il protagonista finge di avere un forte mal di pancia. V F
• Il protagonista sente la nostalgia di casa. V F
• Il protagonista viene visitato da un solo medico. V F
• Il dottor Dumbar scopre l’inganno. V F
• Il dottore scolastico si dimostra benevolo. V F
• Il protagonista torna subito in collegio. V F
• La madre del ragazzo viene messa al corrente. V F
Rispondi.
• A quale epoca della vita dell’autore si riferiscono i fatti narrati?
• Quali sono i personaggi della storia oltre il protagonista?
• L’autore narra un episodio di cui è stato protagonista o un episodio a cui ha assistito?
Scrivi una lettera a un amico o un'amica raccontando i fatti presenti nel testo che hai appena letto.
Artemisia Gentileschi fu la prima grande pittrice nella Storia dell’Arte e una delle più importanti pittrici italiane.
Nacque a Roma nel 1593 e, fin da bambina, fu educata all’arte dal padre, il pittore toscano Orazio Gentileschi. È lui che le insegnò a disegnare, a impastare i colori e a dare lucentezza ai dipinti: all’epoca, infatti, le donne non potevano frequentare alcuna scuola o bottega d’arte.
Benché giovanissima e in un settore dominato dagli uomini, Artemisia riuscì a farsi notare con le sue opere, tra cui Susanna e i vecchioni, dipinto nel 1610. Nel 1612 si trasferì a Firenze, dove frequentò l’Accademia delle Arti del Disegno, fu la prima donna a ricevere questo «privilegio». Negli anni successivi realizzò alcune delle sue opere più celebri, che hanno come tema principale donne coraggiose, determinate e dedite al sacrificio come le eroine bibliche: La conversione della Maddalena (16151616) e Giuditta con la sua ancella (1618-1619).
Morì nel 1653, lasciando in eredità i suoi capolavori, ma soprattutto la consapevolezza che rinchiudere il talento nel recinto del pregiudizio serve solo a reprimere la capacità di esprimersi. Ad Artemisia Gentileschi sono stati dedicati libri e film, come il romanzo La passione di Artemisia, di Susan Vreeland (2002) e il film Artemisia, di Agnès Merlet (1997).
Riduzione e adattamento da www.enciclopediadelledonne.it
Segna con X le affermazioni corrette.
⃞ Fin da bambina Artemisia Gentileschi fu educata all’arte dal padre.
⃞ A quei tempi, le donne potevano frequentare una scuola d’arte.
⃞ Artemisia riuscì a farsi notare con le sue opere.
⃞ In seguito non fu ammessa all’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze.
⃞ Artemisia realizzò alcune opere che hanno come tema donne coraggiose e determinate.
⃞ Morì nel 1653, lasciando in eredità i suoi capolavori.
Rifletti e rispondi.
• La vita di Artemisia ha contribuito a far nascere una consapevolezza. Quale?
Leggi l’inizio del racconto e continualo sul quaderno, prendendo spunto dalle immagini e dalle parole.
La casa di Luciana era accanto a quella di nonna Rosalia. Spesso Luciana faceva pochi passi, apriva il cancelletto e suonava il campanello. Dopo pochi minuti ad accoglierla con un abbraccio e un sorriso c’era nonna Rosalia. Un giorno l’anziana signora andò a vivere in un’altra città con sua figlia Rosa. Luciana si rattristò moltissimo.
Un pomeriggio...
Da quel momento...
Luciana non si sentì più sola. Aveva trovato una nuova amica meravigliosa e un cagnolino un po’ combinaguai, ma simpaticissimo amico di straordinarie avventure. Trascorsero alcune settimane e un giorno…
Dopo alcune settimane...
Un mattino...
Caro diario, è molto tardi, ma non potevo andare a letto senza prima averti raccontato qualcosa. Stamattina a scuola abbiamo fatto inglese. Il maestro Giovanni ci ha fatto leggere un brano e poi ce l’ha fatto tradurre sul quaderno. Io ho fatto solo un paio di errori, così ho preso un bel “Brava”. Invece a Mirco non è andata bene: quando il maestro ha corretto il suo compito, ha fatto tanti segni rossi. Doveva tradurre “of course”, che significa “naturalmente”, ma lui si è confuso e ha tradotto “di corsa”.
Il maestro gli ha detto che è ora di impegnarsi e di mettersi a studiare. Il povero Mirco stava lì fermo in piedi e si guardava le scarpe. La prossima volta che c’è il compito di inglese, io e Licia abbiamo deciso di metterci nel banco dietro di lui per dargli una mano.
Quando sarò grande, vorrei comportarmi in modo diverso: se farò la maestra, aiuterò quelli che fanno più errori; se diventerò istruttrice di nuoto, starò in acqua con i miei allievi per rassicurarli; e se sarò mamma... darò ogni giorno pane e marmellata, patatine fritte e gelato ai miei figli! E non li obbligherò a lavarsi i denti tutte le volte!
Stefano Bordiglioni e Manuela Badocco, Dal diario di una bambina troppo occupata, Einaudi Scuola
Rispondi con una x.
• La pagina è scritta in:
⃞ prima persona
⃞ terza persona
Sottolinea nel testo i verbi che sottolineano la tua risposta.
• Il linguaggio è:
⃞ formale - confidenziale
⃞ informale - distaccato
Cosa scrive la bambina nel suo diario?
Caro diario, ho litigato con mamma. Lei non può semplicemente venirmi a dire: “Dal 15 ottobre Paul verrà da noi tutti i pomeriggi”. Perché la mamma non sa dire di no?
“Cerca di capire!”, mi ha detto. “Sono amica di sua madre. Devo farle questo piacere. È già tutto così difficile per lei! Almeno il mio papà è dalla mia parte. Ha litigato con la mamma per colpa di Paul. Ma lei non cede.
Adesso dice che Paul ha dei problemi che lo turbano e ha bisogno di affetto. E il papà dice che questa non è una casa per bambini turbati.
E la mamma dice che chiunque si occupi solo dei propri figli è un egoista.
E il papà dice che la mamma non può fare delle buone azioni a mie spese.
E la mamma dice che a me non farà affatto male trascorrere un po’ di tempo con Paul.
“Un po’ di tempo” va bene, ma cinque ore al giorno per cinque giorni alla settimana… sono cento ore al mese!
La tua Susi
Racconta sul quaderno un episodio in cui un’amica di scuola ti ha imposto qualcosa che non condividevi. Immagina che qualcuno della tua classe sia intervenuto in tua difesa.
Come si è conclusa la vicenda?
Ricorda di descrivere il tuo stato d’animo e di utilizzare un linguaggio confidenziale.
Scrivi una pagina di diario seguendo le indicazioni.
• Scrivi in alto la data e il luogo in cui ti trovi.
• Pensa a un fatto che ti è capitato e che ricordi volentieri, spiegando in modo chiaro cosa è successo e quali emozioni hai provato (Quando è successo? Dove ti trovavi? Con chi eri? Cosa è successo? Come hai reagito? Come ti sei sentito? Come si è conclusa la vicenda?).
• Esprimi le tue riflessioni ed emozioni.
• Usa la prima persona e un linguaggio confidenziale.
• Non dimenticare una formula di apertura, di chiusura e la tua firma.
Cara nonna, ciao, come stai?
Questa volta ti scrivo per chiederti se, quando vengo da te in vacanza, posso invitare Adalberto. Adalberto è il mio compagno di tenda. Te lo volevo dire anche nella lettera precedente, ma siccome non ero ancora molto sicuro non l’ho fatto. Ora penso che mi piacerebbe e penso che Adalberto piacerebbe anche a te. È un ragazzo piccolo e biondo, e quando si emoziona balbetta un poco. Con lui vado d’accordo perché è tranquillo e mi parla dei suoi problemi. Insomma, non è uno di quelli che tu chiami palloni gonfiati. Qui ce n’è uno di quel genere, ma io gliele ho suonate. Non ci credi? Sono diventato coraggioso, lo sai? Non sono più il pulcino che il papà dice e lo vedrai. In questi mesi sono anche molto cresciuto e forse non mi riconoscerai.
Cosa mi rispondi?
Ti mando tanti saluti.
P.S. Scrivimi presto. Ulrich
adatt. da A. Nanetti, Cara Rachel…Caro Denis, Edizioni EL
Vero o falso? Segna con una x.
• Non è indicato il giorno in cui scrive. V F
• Non c’è la formula di apertura. V F
• Nella chiusura ci sono i saluti. V F
• La lettera è scritta in terza persona. V F
• Il linguaggio è affettuoso. V F
• La lettera è indirizzata alla nonna di Ulrich. V F
• Nella lettera Ulrich parla di Adalberto V F
Stoccolma, 15 giugno
Cara Lim, scrivo per dirti che in questo periodo sono spesso stanca e nervosa. Hai una mamma agitata e sempre tesa che ti abbraccia in fretta e ti ascolta tamburellando con le dita sul tavolo.
Devi sapere però che provo sempre un grande amore per te. Ho lottato molto in questi anni per riuscire nella mia professione, ma tu sei la mia vita, la cosa più importante per me. Quando mi accarezzi la guancia dicendo "mammina", so che capisci più cose di quanto io mi renda conto.
Quando mi affaccio alla finestra e ti vedo giocare con i pantaloncini consumati sulle ginocchia, penso che mi sento più vicina a te che a qualunque altra persona.
Ti chiedo perciò di essere abbastanza grande da comprendere che certe mie disattenzioni sono solo frutto dei miei troppi impegni e della mancanza di tempo.
Ti voglio bene la tua mamma
Liv Ulmann, Cambiare, Mondadori
Rispondi alle domande.
• Chi è il mittente della lettera?
• Chi è il destinatario della lettera?
• Da quale luogo e in quale giorno è stata scritta?
• Qual è l’argomento della lettera?
• Quali sentimenti esprime la mamma nella lettera?
• Il linguaggio usato è:
⃞ formale ⃞ informale
Immagina di essere Lim e rispondi alla lettera della sua mamma sul quaderno.
FORMULA DI APERTURA E CORPO DELLA LETTERA
FIRMA
Racconta a un tuo amico oppure a una tua amica un fatto che ti ha reso felice. Metti il saluto finale e la firma.
• Dov’eri?
• Con chi?
• Cosa è successo?
• Cosa hai provato?
Scrivi per ogni sequenza le informazioni più importanti.
C’era una volta una bambina che si chiamava Alice. I suoi genitori, quando disubbidiva, la mettevano in una stanza da sola. E più la mettevano in castigo, più la bambina diventava disubbidiente.
Un giorno in cui era chiusa nella stanza come al solito, si affacciò alla finestra sperando di vedere qualcosa di bello. E, infatti, ecco per aria un piccolo aeroplano arancione a pallini bianchi, con una buffa elica che sembrava una farfalla.
– Allora? Vieni a fare un giro con me? – chiese l’aeroplano magico.
La bambina non se lo fece dire due volte, si annoiava da morire lì da sola. Si tuffò nell’aeroplano dicendo:
– Portami dove c’è il fiume più grande del mondo.
Ci arrivarono dopo tante ore di volo. Alice vide sotto di sé un largo nastro azzurro che attraversava un’immensa foresta. – Ecco il Mississippi – disse l’aeroplano e scesero a vedere più da vicino.
Adesso si distingueva bene la scia che lasciavano certe barche curiose con delle grosse ruote che giravano.
– Sono le chiatte del fiume – spiegò l’aeroplano – che trasportano persone, legname e altre cose…
E, così dicendo, atterrò sulla tolda di un’imbarcazione, dove Alice poté mangiare le pannocchie di granoturco abbrustolite e giocare a carte con i marinai.
Poi, per fare piacere alla bambina, la barca si accostò a una sponda del fiume, dove cominciava un’immensa foresta. E allora fu veramente straordinario: strani uccelli grandi, con le piume bianche e rosa, si alzarono in volo stridendo e Alice vide scimmie, coccodrilli e serpenti. C’erano fiori grandi come angurie e alberi così grossi che ci volevano dieci minuti per girarci intorno.
Ma era ora di tornare. «Peccato» pensò Alice. L’aeroplano l’accompagnò nel suo paese, poi nella sua casa, infine nella sua stanza e le promise che sarebbe tornato, ogni volta che fosse stata messa in castigo. – Che gioia! – esclamò Alice.
– Allora mi farò mettere in castigo tutti i giorni!
Marina Valcarenghi, Fiabe minime, Savelli
Indica con una x le affermazioni corrette.
• Il racconto contiene:
⃞ solo elementi realistici
⃞ elementi realistici e fantastici
• I personaggi sono:
⃞ realistici e fantastici ⃞ solo fantastici
• Il tempo è: ⃞ definito
⃞ indefinito
• I fatti avvengono: ⃞ di notte
di giorno
Organizza le frasi delle sequenze e scrivi il riassunto.
Ieri notte sono stata svegliata all’improvviso da un tonfo enorme e dall’allarme di casa che suonava all’impazzata. Mi sono affacciata alla finestra della mia camera e ho visto che tutte le finestre delle case vicine con le luci di Natale colorate e gli alberi nei cortili coperti di neve erano accese.
Tutti i vicini stavano guardando la scena. Pa’ e mamma hanno spento l’allarme e sono corsi fuori in giardino con la vestaglia per vedere cos’era successo.
Sono scesa anch’io scalza e c’era fumo e puzza di bruciato. Quando sono arrivata in salotto ho trovato mamma e pa’ di fronte allo spettacolo più desolante che abbia mai visto in vita mia. La moto di nonno con tanto di sidecar aveva sradicato la siepe, attraversato il prato, rovesciato il tavolo del giardino, fracassato la porta a vetri ed era entrata per metà in salotto. Nonno era volato sull’albero di Natale provocando un cortocircuito che aveva causato un principio d’incendio e nel volo aveva mandato in frantumi il vaso di porcellana che la mamma aveva comprato a Parigi in viaggio di nozze.
Nonno è comparso sulla soglia coperto di fili argentati e palline di Natale e ha salutato: – Buonasera a tutti. Hic! Bel parcheggio vero? Di precisione Hic! –, e barcollando ha cominciato a cantare: – Quindici uomini! Quindici uomini sulla cassa del morto e una bottiglia di rum!...
Non avevo mai visto mio padre così infuriato! Per non parlare della mamma, che guardava le finestre dei vicini e gridava: – Basta! Non ne posso più! Voglio una vita tranquilla!
Poi le sirene hanno annunciato l’arrivo dei pompieri.
Pa’ è corso fuori appena in tempo per beccarsi uno spruzzo d’acqua gigante che l’ha mandato a gambe all’aria.
Segna con una x la risposta esatta.
• I personaggi del racconto sono:
⃞ fantastici
⃞ realistici
• Il racconto è scritto:
⃞ in prima persona
⃞ in terza persona
• Il tempo è:
⃞ definito
⃞ indefinito
• La vicenda si svolge:
⃞ di notte
⃞ di giorno
• L’effetto comico è generato da:
⃞ uno scherzo
⃞ un equivoco
⃞ un gioco di parole
⃞ una situazione
Indica con una X se la frase è vera o falsa.
• Tutti i vicini guardano la scena V F
• La moto del nonno abbatte un albero in giardino V F
• Un cortocircuito provoca un principio di incendio V F
• Il nonno è avvolto dalle decorazioni dell’albero V F
• Il padre e la madre sono tranquilli V F
• Le sirene annunciano l’arrivo dei pompieri V F
Sottolinea nel testo la scena che ti è sembrata più divertente, poi completa. Nel cuore della notte una famiglia viene svegliata da un tonfo enorme e dall’allarme che .
Dopo aver spento l’allarme il papà e la mamma si precipitano
Dopo qualche minuto, vengono raggiunti in salotto dalla loro figlia che vede il nonno provocando un cortocircuito che aveva causato .
Poi è comparso sulla soglia il nonno coperto di fili argentati e palline di Natale. La sua presenza ha scatenato Subito dopo sono arrivati i
Quando mio zio Podger doveva appendere un quadro, spediva uno dei bambini a comprare cinquanta centesimi di chiodi, e poi un altro bambino a raggiungerlo per dirgli di quali dimensioni dovevano essere i chiodi, quindi proseguiva a mettere in moto tutta la casa.
– Tu, Guglielmo, vai a prendere il martello, e tu, Tommasino, prendi la squadra! Mi occorrerà anche la scaletta, o forse sarà meglio una sedia.
– Tu, Gianni, corri dal signor Goggles e digli così: “Il mio papà la saluta tanto, vuol sapere come sta con le gambe e la prega di prestargli la livella”.
– Tu, Maria, non te ne andare: bisogna comprare un pezzo di cordone. Tommasino, poi... Dov’è Tommasino? Tommasino, vieni: prendi il quadro e dammelo!
In quel momento il quadro sollevato gli sfuggiva di mano, usciva dalla cornice, e lo zio, per salvare il vetro, si tagliava un dito. Allora si metteva a saltellare per la stanza, cercando il fazzoletto.
Non trovava il fazzoletto: era nella tasca della giacca, quindi tutti dovevano interrompere la ricerca degli strumenti per mettersi a caccia della giacca, mentre lui continuava a girare come una mosca, ostacolando le ricerche.
– Nessuno sa dove si trovi la mia giacca? In sei, non siete capaci di trovare una giacca...
In quel momento scopriva di trovarsi seduto proprio sopra la giacca e allora esclamava: – È inutile che andiate in giro: l’ho trovata da me! Rivolgermi a voi perché troviate una cosa, è come dirlo al gatto.
E, dopo che aveva impiegato mezz’ora a fasciarsi l’indice tagliato e aver trovato un altro vetro, quando gli strumenti erano pronti, ecco che si dava inizio a un altro divertimento: tutta la famiglia doveva essere presente in semicerchio, pronta a dare una mano.
• Di quale lavoro deve occuparsi lo zio Podger?
• Quali altri personaggi interagiscono con lui?
• Cosa crea l’impresa dello zio Podger in famiglia?
• Quali caratteristiche rendono buffo il personaggio?
Segna con una x.
• Quale stati d’animo prova lo zio Podger? ⃞ Nervosismo
⃞ Allegria
⃞ Tranquillità
⃞ Rabbia ⃞ Agitazione
• Su cosa è basato l’umorismo del racconto?
⃞ Su un equivoco
⃞ Sull’esagerazione
⃞ Su un gioco di parole
Ogni componente della famiglia aveva un compito. Quale?
Segna con una x se l'affermazione è vera o falsa.
• La domestica andava a comprare cinquanta centesimi di chiodi. V F
• Guglielmo prendeva la scala. V F
• Tommasino prendeva la squadra. V F
• Gianni chiedeva la livella al signor Goggles. V F
• Maria comprava un pezzo di cordone. V F
• Zio Podger appendeva il quadro. V F
Riordina i momenti della storia numerandoli.
⃞ Lo zio cerca il fazzoletto che era nella tasca della giacca. ⃞ Tutti cercano la giacca.
⃞ Lo zio, per salvare il vetro, si taglia un dito.
⃞ Lo zio assegna ad ogni componente della famiglia un compito.
⃞ Lo zio solleva il quadro, se lo lascia sfuggire di mano e il quadro esce dalla cornice.
⃞ Lo zio scopre di trovarsi seduto sulla sua giacca e rimprovera la sua famiglia considerandola inefficiente.
La Hope dondolava in modo forsennato, ora impennandosi, ora precipitando, ora inclinandosi da un lato e poi da quello opposto.
James cercò un appiglio a cui tenersi e l’attimo successivo venne investito da un’onda immensa, che gli strappò il fiato.
Trovò una cima, la strinse e quando l’onda passò era ancora sul ponte.
James si rese conto di non poter rimanere sul ponte, ma di non poter nemmeno scendere sottocoperta, dove gli sembrava di soffocare.
Vide i suoi compagni che gli facevano cenno di muoversi, prima di una nuova onda.
James si tuffò in avanti scivolando sul legno viscido fino a loro. Venne afferrato e sollevato, poi mani robuste lo tennero fermo e lo legarono all’albero.
– ONDA! – gridarono i marinai.
E poi il boato li sommerse tutti.
James pensò di essere morto. Morto in mare a quattordici anni.
Allora gridò e il grido divenne un’esplosione di bolle d’aria.
Tossì acqua e cercò di capire quale fosse l’alto e quale il basso. Vide i bagliori del temporale e si orientò: stava affondando.
Si girò su se stesso e cominciò a nuotare verso i lampi.
Sentiva corpi e vedeva ombre che precipitavano accanto a lui. Casse. Barili… Nuotò, senza pensare e senza guardare. Era faticoso. Doloroso. Estenuante. Quando riemerse vide una lontana lingua di terra. Poteva sopravvivere.
Pierdomenico Baccalario, La vera storia di Capitan Uncino, Piemme Edizioni
Segna con una x la risposta esatta.
• Il racconto è scritto:
⃞ in prima persona
⃞ in terza persona
• Il personaggio della storia è:
⃞ realistico
⃞ fantastico
• I tempi della narrazione sono:
⃞ al presente
⃞ al passato
• Il tema del racconto è:
⃞ Il salvataggio di un ragazzo
⃞ la lotta contro un ambiente ostile
Rispondi alle domande.
• Dove avvengono i fatti narrati?
• Perché James è in pericolo?
• Da chi venne legato all’albero? Perché?
• Cosa succede quando arriva l’onda?
• Cose fa James? ….....………………………………………………………………………………………………………....……………………
• Cosa vede quando riemerge?
Segna solo le affermazioni corrette.
⃞ La nave viene sommersa durante una tempesta.
⃞ James soffre pensando ai suoi compagni annegati.
⃞ Nuota senza pensare e senza guardare.
⃞ James è un ragazzo di quattordici anni.
⃞ Nuota nella direzione opposta ai lampi.
⃞ Quando riemerge vede una imbarcazione.
Quanto tempo ci vuole per fare il giro del mondo? Cinque amici ne discutono durante la consueta partita di carte al club, mentre commentano la fuga di un ladro, autore di un furto sensazionale avvenuto in quei giorni a Londra.
Durante la partita i giocatori tacevano, ma tra una mano e l’altra la conversazione veniva ripresa più animatamente.
– Sostengo – disse Andrew Stuart – che le maggiori probabilità siano in favore del ladro, il quale certamente non mancherà di abilità!
– Andiamo! – rispose Ralph. – Non c’è un Paese nel quale possa rifugiarsi.
– Non esageriamo!
– Dove volete che vada?
– Non lo so – rispose Andrew Stuart. – Dopo tutto la Terra è abbastanza grande.
– Era tale in altri tempi – disse a mezza voce Phileas Fogg.
– Come, in altri tempi? Forse la Terra si è rimpicciolita?
– Certamente – rispose Gauthier Ralph. – Sono dello stesso parere del signor Fogg. La Terra è diventata più piccola in quanto la si può percorrere dieci volte più rapidamente di cento anni fa.
E proprio questo, nel nostro caso, renderà più veloci le ricerche.
L’incredulo Stuart non era convinto e, appena terminata la partita, riprese: – Bisogna però ammettere, signor Ralph, che lei ha trovato una maniera divertente per dire che la Terra si è rimpicciolita!
Così, dato che ora se ne può fare il giro in tre mesi…
– In ottanta giorni soltanto – disse Phileas Fogg.
– Ottanta giorni! – esclamò Andrew Stuart. – Vorrei vederla alla prova.
– Dipende da lei. Partiamo insieme.
– Dio me ne guardi! Ma scommetterei quattromila sterline che un tale viaggio fatto a simili condizioni è impossibile – aggiunse Stuart.
– Possibilissimo, invece! – rispose il signor Fogg.
– E allora fatelo!
– Il giro del mondo in ottanta giorni?
– Sì!
– Sono disposto a farlo.
– Quando?
– Anche subito.
Andrew Stuart depose improvvisamente le carte sul tavolino esclamando: – Ebbene, ci sto, signor Fogg.
Poi rivolto agli altri giocatori: – Ma alle mie condizioni. Scommetto ventimila sterline contro chi vuole che farò il giro del mondo in centoquindicimiladuecento minuti. Accettate? – concluse Fogg.onto
– Accettiamo – risposero i signori Stuart, Fallentin, Sullivan, Flanagan, Ralph, dopo essersi consultati.
– Bene – disse il signor Fogg. – Il treno per Dover parte alle otto e quarantacinque. Lo prenderò.
– Questa sera stessa? – domandò Stuart.
– Questa sera stessa! – rispose Phileas Fogg.
Jules Verne, Il giro del mondo in 80 giorni, Giunti Segna con una x la risposta esatta.
• Chi è il protagonista del racconto?
⃞ Stuart
⃞ Miller
⃞ Sullivan
⃞ Fogg
• Di che cosa parlano gli amici mentre giocano a carte?
⃞ Di un furto sensazionale avvenuto in quei giorni
⃞ Di affari
⃞ Dei viaggi che vorrebbero fare
• Chi non partecipa alla scommessa del signor Fogg?
⃞ Stuart ⃞ Fallentin
⃞ John ⃞ Sullivan
⃞ Flanagan ⃞ Ralph
• Il signor Fogg parte quella sera stessa. Qual è la sua prima meta?
⃞ Dublino
⃞ Dover
⃞ Denver
Chi mi sta inseguendo? Che cosa vogliono? Perché mi rincorrono? Con il cuore che batte all’impazzata, mi giro e cerco di sbirciare fra le canne. Inutile: la vegetazione è troppo fitta e non ci vedo.
I passi dei miei inseguitori sono rapidi. Chi mi cerca è molto vicino. Inspiro a fondo e corro via. Corro tenendo la schiena piegata sotto i rami bassi e facendomi scudo con gli avambracci. Sto per cadere, ma mi aggrappo al tronco di un albero nodoso.
I miei inseguitori si stanno avvicinando. Sento i loro passi… Devo assolutamente trovare un nascondiglio.
Ma dove? Vedo una distesa d’erba molto alta che oscilla nel vento. Chino il capo e mi fiondo fra l’erba riparandomi nella fresca penombra. Ansimando come un animale, appoggio le mani sulle ginocchia e cerco di riprendere fiato.
Nessun rumore di passi. Ce l’ho fatta! Ho seminato i miei inseguitori! Ma c’è qualcosa che non va. Avverto un pizzicore alle gambe.
Mi chino. Sollevo leggermente i jeans per grattarmi…
E sobbalzo, inorridito. Guardo sbigottito gli insetti che ho sulle gambe. Decine e decine di bestioline grasse e tonde attaccate alla mia pelle fra le caviglie e le ginocchia. Non hanno né faccia né zampe. Sembrano bolle… bolle col diametro di una monetina e ricoperte di ispidi peli scuri.
Le guardo. Palpitano e tremolano. Emettono anche dei versi simili a quelli dei maiali alla mangiatoia. Mi stanno succhiando il sangue! Ne stringo una e la tiro.
I suoi peli sono appiccicosi. Mentre cerco di staccarmela dalla pelle, emette uno SQUISH disgustoso ma non si stacca!
La tiro più forte. Mi formicolano le gambe! Il prurito e il bruciore si stanno diffondendo al resto del corpo.
Non resisto e lancio un urlo. Un urlo stridulo d’orrore.
Poi mi chino e cerco nuovamente di liberarmi di quei parassiti, stringendoli e tirandoli freneticamente uno dopo l’altro.
Gli animali si staccano con rumori simili a quelli di una ventosa. Li scaglio lontano da me.
Con il petto che si alza e si abbassa come un mantice, mi do da fare come un ossesso per staccarmi dalla pelle quegli esseri disgustosi.
Ora me ne restano pochi. Li stacco. L’ultimo è attaccato a un ginocchio. Lo afferro, lo getto per terra e corro via.
Avverto ancora un intenso bruciore alle gambe e un prurito al resto del corpo ma mi sforzo di non pensarci e filo come una saetta fra gli alberi.
Ma dove sto andando? Verso la scuola o in tutt’altra direzione? Non lo so. Ho perso l’orientamento.
Riesco soltanto a correre. Il pensiero di quegli animaletti grassi e pelosi mi mette le ali ai piedi.
Robert L. Stine, I terrestri senza memoria, Mondadori
Sottolinea nel testo le parole che descrivono gli insetti e descrivine altri ugualmente spaventosi. Puoi cominciare così:
Sobbalzo, inorridito. Guardo sbigottito gli insetti che ho sulle gambe. Decine e decine di strane bestioline verdi e gelatinose tempestate di occhietti neri ….....………………………………………………………………………………………………………....……………………
Non si resero conto del trascorrere del tempo, così quando l’orologio a pendolo batté l’una si guardarono stupiti.
– Già così tardi? – esclamò Lys. – Potremmo chiedere un po’ il cambio.
– Per ora io sono sveglissimo.
– Anch’io veramente.
Ma tutt’a un tratto udirono un gran baccano e si riscossero spaventati. Il fracasso si ripeté, seguito da una serie di colpi. Provenivano dal piano superiore.
– Sveglia gli altri, – la spronò Justus – mentre io corro su! Volò in corridoio e su per la scala. Intanto i rumori continuavano. Sentì la signora Cartier gridare. Sia il baccano, sia il grido provenivano dalla sua camera da letto.
Justus si precipitò alla porta, ma era chiusa a chiave.
– Apra, signora Cartier! – la esortò.
– Non posso! La chiave! – esclamò dall’interno.
In quel momento sopraggiunsero gli altri. Stavano per tentare di aprire la serratura quando, di colpo, il baccano cessò.
– Signora Cartier? – chiamò Justus. In quell’improvviso silenzio poteva udire il battito accelerato del proprio cuore.
Passarono alcuni secondi, poi dall’interno una chiave fu introdotta nella serratura e girata. Un attimo dopo la porta si aprì lentamente e davanti a loro comparve una figura bianca come la neve.
In camicia da notte candida, i capelli grigio chiaro, la signora Cartier li fissava con lo sguardo sconvolto.
La camera da letto era a soqquadro: il comò nel mezzo, il comodino rovesciato, una sedia sul letto e abiti sparsi dappertutto.
– Cosa è successo signora Cartier? – le chiese Justus sforzandosi di controllare un accenno di tremolio nella voce.
La signora si mise a singhiozzare:
– È stato terribile! Mi sono svegliata sentendo battere. Poi ho acceso la luce. E tutto… tutto!... il comò, la sedia il comodino… tutto si muoveva. Sono balzata fuori dal letto, volevo uscire ma la porta era bloccata e quando l’ho toccata per aprire, la chiave è schizzata via, sotto il letto! Poi è finito. Così, di colpo!
– Ha visto qualcosa? – la incalzò Bob.
– Qualcosa? Questo non è sufficiente? – gli rispose la signora Cartier indicando in giro. Bob la ammirava perché le erano bastati pochi secondi per ritrovare il controllo. Ma si accorse che le tremavano le mani.
– Intendevo dire se non ha visto qualche figura o qualunque altra presenza… Lei scosse la testa.
Con un colpo secco la porta si chiuse dietro di loro.
A. Marx, Sulle tracce di un fantasma, Piemme Junior Rispondi.
• Dove si svolgono i fatti?
• Quando si svolgono?
• Chi sono i protagonisti?
• Che cosa udirono i ragazzi all’improvviso?
• Cosa fecero?
• Perché la signora Cartier non poté aprire la porta?
• Che successe poi?
• Cosa raccontò ai ragazzi l’anziana signora?
Come continua il racconto? Che cosa vede l’anziana signora voltandosi? Inventa tu il finale di questo racconto.
Continua a narrare le storie sul quaderno, tenendo conto degli elementi che caratterizzano ciascun genere narrativo.
Il racconto fantastico
Era un frigorifero molto strano, e il signor Pino e la signora Pina se ne accorsero quando glielo portarono a casa: invece di raffreddare all’interno, mandava freddo all’esterno, diffondendo per casa una temperatura gelida. Dentro il frigorifero il burro si scioglieva, l’insalata ingialliva, il latte cagliava, mentre per casa faceva un freddo da Polo Nord. Sul lampadario e in alcuni punti del soffitto si formarono lunghi ghiaccioli che sembravano fantasiose sculture di cristallo.
A. Borsani, La casa Asac, Einaudi
Il racconto umoristico
Era un ombrello straordinario che riparava da tutto: dai raggi del sole, dal vento dalla grandine, dai vasi che cadevano dai balconi, dai fulmini e all’occasione, persino dai colpi di pistola e di fucile. Era un ombrello che non aveva paura di nulla. Solo una cosa temeva…
Marcello Argilli
Il racconto di avventura
Tom e Huck, con il piccone e il badile in spalla, raggiunsero sotto il sole cocente la casa abbandonata.
Avanzarono con cautela fino alla porta, poi guardarono timorosi nell’interno. Videro una stanza….
Mark Twain, Le avventure di Tom Sawyer, Mursia
Il racconto di paura
Ermete era un uomo fortunato. Aveva trovato il modo di lavorare con ciò che più gli piaceva: le pietre.
Fin da piccolo aveva avuto una vera e propria passione per le pietre, quando poteva andava al fiume e raccoglieva sassi che avevano forme strane: di albero, di uomo, di nave… Ne aveva perfino trovato uno che faceva pensare a un orco con le braccia spalancate, pronto a catturare una preda. Un giorno….
Stefano Bordiglioni, Una storia in ogni cosa, Einaudi Ragazzi
Dario, mio fratello, aveva gli occhi verdi e rotondi, con le ciglia lunghe e diritte e due dentoni sporgenti da farlo sembrare un coniglietto. Era intelligente e a scuola sarebbe stato molto bravo se non fosse stato per l’ortografia: faceva degli erroracci da sbalordire la maestra. Era distratto e aveva sempre la testa fra le nuvole. Un giorno che la mamma lo mandò a comprare un pezzo di sapone da bucato, tornò dopo un’ora senza sapone, tenendo, però, per la coda una lucertola viva: «Guarda, mamma, che meraviglia!».
adatt. da Bianca Fo Garambois, Io da grande sposo un partigiano, Einaudi
Adesso descrivi un tuo amico o una tua amica, seguendo lo schema.
Presentazione della persona
Aspetto fisico Breve
Intorno al ragazzo col catino dei frutti di mare era radunata un po’ di folla, si sentiva odore di alghe e di pesca e ogni tanto la voce del venditore che invitava a comprare. Era un ragazzo ricciuto dal volto maculato e come roso dalla salsedine; mi fermai per un istante a osservarlo: con sveltezza sbuzzava i ricci spuntando gli aculei dal guscio, vi strizzava sopra una fetta di limone, offriva complimentoso la valva dove s’adagiava il mollusco tremolante e roseo. Indossava un paio di pantaloni stinti, dove erano attaccate e brillavano qua e là come stelline le scaglie di qualche pesce. Altri s’avvicinavano a guardare: – Volete favorire?
E la mano che reggeva la conchiglia s’allargava in un soddisfatto e involontariamente esibizionistico gesto d’affetto, s’incrociavano inchini, saluti e ringraziamenti.
M. Prisco, Figli difficili, Rizzoli
Sottolinea le informazioni nel testo con colori diversi e completa.
Aspetto fisico
Abbigliamento
Gesti
atteggiamenti
Seguendo lo schema proposto, descrivi sul quaderno una persona che ti ha colpito.
Completa il racconto inserendo sequenze descrittive e narrative. Scrivi il titolo della storia.
Scrivi il nome della persona che intendi descrivere.
• Chi è?
• Come si chiama?
• Com’è?
• Qual è il suo aspetto fisico? (statura, corporatura, capelli, occhi, naso, bocca, espressioni del viso)
• Come si veste? ………………….......……………………..……………………...................
• Com’è il suo carattere? (allegro, nervoso, generoso, ...)
• Come si comporta con te?
• Quali aspetti del suo carattere preferisci?
Seguendo lo schema descrivi te stesso sul quaderno.
Gli era apparso all’improvviso, il piccolo martin pescatore; con un lievissimo frullo si era posato su un ramo di sambuco che sporgeva dall’acqua e, ondeggiando lievemente, si era lasciato tranquillamente ammirare.
Azzurro? Più che azzurro! Tutto riflessi, tutto un brillio, il sole lo inondava di luce e iridescenze metalliche, ora verdi, ora azzurre. Poi l’uccelIino aveva girato il capo, curiosando all’intorno.
Francesco ne ammirava i riflessi dorati sul petto, sul ventre, sulla gola spruzzata di piume bianche.
Era splendido davvero, anche se piccino e un po’ tozzo nell’insieme, per via di quella codina cortissima, che pareva fosse stata mozzata.
Francesco ne spiava le mosse. Lo vide immobile a lungo, penzoloni sull’acqua. Poi, all’improvviso, l’uccellino si calò giù e, sfiorando le onde, vi tuffò il lungo becco. Risalì rapidamente e scomparve. Sembrava fosse stato inghiottito dalla terra. Dov’era finito il martin pescatore?
Francesco si avvicinò cauto al punto dove l’aveva visto sparire, esplorò il terreno e, a un tratto, vide un buco.
Pareva la tana di un grosso topo campagnolo. Il bambino si pose in disparte a osservare. Ed ecco, poco dopo, il martino affacciarsi al suo buco! Un frullo, e via, verso l’acqua.
Quali dati sono presenti nel testo?
La descrizione è: ⃞ oggettiva ⃞ soggettiva ⃞ statica ⃞ dinamica
Sottolinea nel testo, con colori diversi, le informazioni che servono a completare lo schema e trascrivile.
Comportamento
Sottolinea nel testo di verde le parole che descrivono l’aspetto fisico di Briciola e di rosso il suo comportamento.
Valentina in classe racconta che sua zia Poppi si è presa un cane. Non un cane qualsiasi, bensì un cane enorme e, nonostante questo, lo ha chiamato Briciola. È un mastino napoletano ancora cucciolo, col muso spiaccicato, gli occhioni scuri e la coda non tanto lunga. Briciola è una femmina ed è simpatica. Le piace giocare e quando va da Federica può girare libera nel giardino. Allora corre come una pazza, abbaia tutto il tempo e caccia farfalle, uccellini e qualsiasi cosa si muova, pezzi di carta e foglie svolazzanti inclusi.
Tutti i giorni va a spasso con zia Poppi, naturalmente al guinzaglio, per fare i propri bisognini.
L’altro giorno però la cucciolona ha visto un gatto che passava di lì per caso e che, quando si è accorto di lei, si è messo a correre come un matto.
Briciola allora lo ha inseguito a tutta velocità e la povera zia Poppi, che teneva il guinzaglio attorno al polso e aveva i tacchi alti, ha perso l’equilibrio ed è caduta, mentre Briciola la tirava abbaiando.
Briciola è proprio una grande pasticciona, ma Federica dice che quando la guardi non puoi fare a meno di sentire una grande tenerezza!
Georg Maoag, Federica e la magia dell’antico Egitto, Piccoli
Nel testo è presente un paragone. Sottolinealo.
Che emozioni suscita Briciola in Federica?
Descrivi anche tu un animale che possiedi o che vorresti avere, seguendo lo schema.
Completa il racconto inserendo sequenze descrittive e narrative. Scrivi il titolo della storia.
Scrivi il nome dell’animale che intendi descrivere.
• Chi è?
• Spiega di che animale si tratta, come si chiama.
• Com’è?
• Parla del suo aspetto fisico.
• Utilizza i dati sensoriali: visivi (se lo guardo vedo che...), tattili (se lo tocco sento che...)
• Che cosa fa?
• Come si comporta?
• Spiega le caratteristiche del suo comportamento: come si comporta con gli altri animali, con te, se è felice quando sei con lui...
………………….......……………………..……………………...................
Seguendo lo schema descrivi sul quaderno un altro animale che conosci.
La mia casa sorge, unica costruzione, sull’alto di un monticello ripido, in mezzo a un terreno incolto e sparso di sassolini di lava. La facciata guarda verso il paese e, da questa parte, il fianco del monticello è rafforzato da una vecchia muraglia fatta di pezzi di roccia; qui abita la lucertola turchina (che non si può incontrare altrove, in nessun altro luogo del mondo).
A destra, una scalinata di sassi e terra scende verso il piano carrozzabile. Dietro la casa, si stende una larga spianata, giù dalla quale il terreno diventa scosceso e impervio. E, attraverso una lunga frana, si arriva a una spiaggetta a forma di triangolo, dalla sabbia nera. Non esiste nessun sentiero che porti a quella spiaggia; ma a piedi nudi è facile scendere a precipizio fra i sassi. Laggiù è attraccata una sola barca: la mia, che si chiama «Torpediniera delle Antille».
La mia casa non dista molto da una piazzetta quasi cittadina e dalle fitte abitazioni del paese.
Elsa Morante, L’isola di Arturo, Einaudi
Nel testo sono presenti:
⃞ indicatori temporali
⃞ indicatori spaziali Completa.
La casa guarda verso
Il monticello è rafforzato
A destra
Dietro la casa
Si arriva, attraverso una lunga frana, Laggiù è attaccata
Il pomeriggio del sabato e della domenica il nonno mi portava a visitare il podere. La campagna intorno al podere era varia e bella.
Appezzamenti ricchi di piante in pianura si alternavano a colline sparse di boschi e di campi.
Davanti a me prati di morbida erba, prati fioriti di rosso, di bianco e di viola. Campi stupendamente ordinati e coltivati, e in mezzo ai prati e ai campi, case celesti e rosa dei contadini, grandi fattorie piene di macchine e di carri, e con strade pulite e ville con colombaie sul tetto e torri ai quattro angoli.
Gridavo di gioia, afferravo i rami delle piante, correvo ed imparavo che tutto era indispensabile in natura, anche le piante che mi sembravano insignificanti.
Romano Bilenchi, La siccità ed altri racconti, Mondadori
Rispondi.
• Di che cosa si parla?
• Quali elementi vengono descritti?
• Con quali dati?
• Quale emozione prova il protagonista?
Descrivi anche tu un ambiente naturale utilizzando i dati sensoriali. Arricchisci la descrizione con aggettivi similitudini e personificazioni.
Prova ad essere esploratore per un giorno: vai nel cortile della scuola o in un giardino e fai la descrizione del luogo.
Scrivi il nome del luogo che intendi descrivere.
• Come ti sembra il luogo che stai descrivendo?
• Che cosa vedi davanti a te, che cosa dietro, cosa c’è a destra e a sinistra?
• Che cosa senti? (Insetti che ronzano, uccellini che cinguettano, gente che chiacchiera…)
• Quali rumori e quali odori riesci a individuare?
• Come ti sembrano?
Descrivi un ambiente della tua casa applicando lo stesso metodo di osservazione.
Osserva l’immagine e descrivila utilizzando opportunamente i dati sensoriali, gli aggettivi e qualche similitudine. Rendi il testo vivace descrivendo le caratteristiche fisiche della farfalla e degli uccellini e i movimenti che possono svolgere nell’ambiente in cui si trovano, ed esprimi le tue emozioni. ….....………………………………………………………………………………………………………....……………………
Il vento aveva piegato gli alberi, strappato rami, fatto turbinare foglie contro il cielo nero e lampeggiante; nel rimbombo dei tuoni la pioggia era caduta scrosciante, fitta come una cappa grigia. Le strade prima polverose s’erano riempite di fango e i sentieri s’erano trasformati in ruscelli. Dopo pochi minuti, il temporale brontolando s’era allontanato verso le montagne. L’aria era pulita, ora, fresca; tutto sembrava nuovo: i campi verdi, gli alberi stillanti acqua, i tetti rossi del villaggio, il campanile della chiesa. Nelle strade, grandi pozzanghere brillavano come specchi.
Leggi e sottolinea nel testo con colori diversi le similitudini e la personificazione.
• Con quali dati l’autore descrive il temporale?
• Che cosa succede durante il temporale?
• Che cosa succede dopo il temporale?
Segna con una x l’ordine descrittivo seguito dall’autore: ⃞ logico ⃞ spaziale
⃞ temporale
Sottolinea gli aggettivi presenti nel testo.
Una nebbia leggera leggera ingombra l’orizzonte.
È una nebbia uguale, soffice, trasparente; quasi una velatura, che non nasconda, ma armonizzi le bellezze di un quadro.
La natura ha mutato veste; smesso il verde, smesse le mille tinte che ne formano l’ornamento, ha indossato una veste candida.
Tutto tace nella campagna.
Solo si vedono di lontano i corvi disegnare una larga macchia nera sulla bianca distesa dei campi… Tutto investe, tutto penetra la brina. Le piante hanno rimessa, quasi per incanto, la chioma, ma quella chioma è bianca. I fiori e le foglie sono di cristallo.
Stoppani, Il bel paese, Rizzoli
Quali dati sono presenti nel testo?
Sottolinea la metafora.
Completa la descrizioni.
Venne la nebbia. Venne una sera quasi improvvisamente e pareva che fosse nata dal fiume.
Durò per due settimane.
Si levava prima del tramonto e diventava spessa durante la notte...
G. Berto, Il cielo è rosso, Rizzoli
La neve continua a cadere lenta, verticale, uniforme, e lo strato bianco si fa più spesso sugli orli dei davanzali, sulle soglie dei portoni, sui rilievi dei lampioni neri, sulla strada senza veicoli.
Alain Robbe-Grillet
Completa la storia e scrivi il titolo, seguendo le indicazioni.
Era una bella giornata e Chiara e Tommaso giocavano in giardino. (Descrivi il giardino)
Dopo un po’ arrivò zia Marilù con il suo cane Fifì. Chiara e Tommaso lo accarezzarono (Descrivi il comportamento del cagnolino)
Chiara, Tommaso e Fifì cominciarono a rincorrersi. Ad un tratto Fifì scoprì dietro un cespuglio una lucertola. (Racconta il comportamento di Fifì)
Mentre Chiara e Tommaso parlavano con zia Marilù, il piccolo Fifì con un salto oltrepassò la siepe finendo nel giardino dell’anziana signora Matilde. (Descrivi cosa provò l’anziana signora quando vide il cagnolino e come reagì)
Fifì, appena vide il gatto tra le braccia dell’anziana signora, incominciò ad abbaiare sempre più forte. (Descrivi il gattino spaventato)
Completa il testo inserendo le descrizioni e scrivi il titolo.
Si va dalla nonna Rosetta, nella casa sul lago.
La nonna ha la casa più bella del mondo: bassa e solida come un vecchio gatto accucciato nell’erba, con i muri di pietra su cui si arrampicano alla rinfusa edera, vite americana, gelsomini e rose.
Nel giardino
Del resto la nonna tira fuori il buono dappertutto. È un tipo speciale.
La nonna non butta via niente, come vorrebbe fare anche Letizia, che stringe i denti quando la mamma, per amore del noiosissimo ordine, straccia i suoi disegni vecchi e annega nella pattumiera una bellissima carta stagnola o una scarpa spaiata della bambola.
La casa della nonna è il Paese delle Meraviglie: si apre una scatola con su scritto “Biscotti” e ci sono dentro matassine di filo dai colori sgargianti, più una pietra pomice e le istruzioni per l’uso di chissà quale sveglia.
La cucina
Lei non è davvero vecchia
Ogni mattina si pettina davanti a un mobile con le gambe curve e lo specchio.
A Letizia piace stare a osservarla da dietro, le piace quello sguardo azzurro che, rimbalzando nello specchio, stringe anche lei in un cerchio segreto.
Quando Letizia corre fuori a giocare, la nonna sorride e le dice: – Ciao cara!
Non aggiunge: – Dove vai? Torna presto. Stai attenta. Mettiti il cappellino.
La sera, abbracciata alla nonna come un koala, Letizia le chiede: – Raccontami qualcosa di quando eri piccola.
Lei ride. – Ma cara, sai queste storie a memoria!
Scuote la testa, ma Letizia è sicura che la accontenterà.
M. Belardetti, Letizia, 400 anni, 6 mesi, 1 giorno, Feltrinelli Kids
Completa lo schema e rispondi.
Sul melo fischietta un allegro fringuello A facendo sentire il suo ritornello. A Una ranocchia, saltando affannata, arriva su in cima del tutto stremata. Si gonfia e gracida: «Eccomi, hoplà! Sono arrivata anch’io, cra, cra!» .
E mentre l’uccello gentile e grazioso lascia vibrare il suo canto armonioso, la rana gracchiona, con voce sgraziata, sembra una vera campana stonata.
W. Bush, Nel buio splendeva la luna, Einaudi
Rispondi alle domande.
• Da quante strofe è composta la poesia?
• Da quanti versi è composta ogni strofa? e
• Com’è la rima?
Sottolinea nel testo la similitudine e scrivila sui puntini.
Scopri la rima.
Spighe di grano accarezzate dal sole nel prato spuntano mille
Nello stagno tre rospi e tre rane fanno colazione con le
Intanto sbadiglia un grazioso girino che dorme beato nel suo
Sottolinea le similitudini presenti nelle poesie
Le mie parole sono profonde come le radici terrene, altre serene come i firmamenti, nette come i cristalli del monte, tremule come le fronde del pioppo, tumide come le narici dei cavalli al galoppo, pieghevoli come i salici dello stagno, tenui come i teli che fra due steli tesse il ragno.
Gabriele D’annunzio, Airone, EinaudiL’erba era verde come una mela il cielo verde come un vino alzato nel sole: la luna era un petalo d’oro, tra loro due.
David H. LawrenceCompleta con una similitudine.
• La margherita sorride come
• I tuoi capelli sono biondi come
• Le stelle sono splendenti come …………………………………………….…………...........………………
Sottolinea le metafore presenti nelle poesie.
Gli alberi tengono il cielo azzurro prigioniero dei rami, si vestono di silenzio e di abbandono
o tremano di voli e di canzoni. Spandono un lume di fiori
ai mesi chiari
e camminano col vento per ignoti reami.
La notte li ritrova incappucciati monaci solitari nel convento.
da Idillio Dell’Era, Fiori in campo, Vallardi
La tazza del latte è un benvenuto, chiaro tepore di saluto un mare in miniatura. Affonda la nave del biscotto, senza paura.
Silvia Vecchini, Poesia della notte, del giorno, di ogni cosa intorno, Topipittori
Costruisci alcune metafore con le seguenti parole.
sentinella O I nostri occhi sono sentinelle.
mare O Per strada c’era un mare di gente.
roccia O
montagna O
rosa O fulmine O
Sottolinea le personificazioni presenti nelle poesie.
La luna cammina sull’acqua. Com’è tranquillo il cielo!
Passa e taglia lentamente il vecchio tremore del fiume, mentre un giovane rametto la prende per specchietto.
F. García Lorca, Poesie, Guanda
Sottolinea nella poesia le personificazioni, poi completa le frasi usando opportunamente le seguenti parole.
abbraccia • mani • dita
• Il sole con le sue calde accarezza le spighe di grano.
• La luna gli alberi avvolti nell’oscurità.
• La pioggia tamburella con le sue un’allegra musichetta.
Fra smeraldi di monti
una penna nera dietro un muro sereno un ruscello con la voce di due passeri in rissa un diroccato castel d’edera
che nel cielo s’inabissa
una chiesina
dalla facciata di centenaria
tutta rughe chissà se piange o ride dal gruppo delle case nere si divide.
Corrado Govoni, Poesie, Mondadori
Sottolinea le personificazioni presenti nella poesia e scrivi le sensazioni che hai provato leggendola.
Ecco come si svolgono le sepolture presso gli Egizi. Vi sono uomini addetti proprio a questo compito e che conoscono l’arte della mummificazione. Essi, quando viene portato un morto, fanno vedere a coloro che l’hanno portato dei modelli di legno a forma di uomo, dipinti con colori naturali e li informano che ci sono tre possibilità di imbalsamazione a prezzi differenti.
Dopo aver dato queste spiegazioni, si informano da loro in quale modo desiderano che il morto sia trattato. Una volta accordatisi sul prezzo, i clienti si allontanano mentre gli imbalsamatori cominciano il lavoro. Per l’imbalsamazione più accurata procedono in questo modo. Per prima cosa, servendosi di un ferro ricurvo estraggono il cervello attraverso le narici.
Poi, con una pietra aguzza, incidono l’addome dal quale tirano fuori gli altri organi. Infine, dopo aver riempito la cavità con mirra, cannella e altre essenze profumate, lo ricuciono.
Fatto questo, disseccano il corpo con il sale, tenendovelo immerso per settanta giorni. Trascorsi i settanta giorni, lavano il corpo e l’avvolgono in bende tagliate da un lenzuolo di lino. Poi il defunto viene posto dentro una bara a forma d’uomo.
Storie, Erodoto Completa.
Presso gli Egizi vi erano uomini addetti all’imbalsamazione dei defunti. Essi proponevano ai parenti del morto .
Per l’imbalsamazione più accurata estraevano il . Poi con una pietra
e lo ricucivano.
Infine
Le tartarughe marine hanno bisogno di spiagge, e la Florida (Stati Uniti) ne ha a migliaia. Lungo tutta la costa, le tartarughe femmine escono dall’oceano e si trascinano sulla sabbia per deporre le uova. Scavano un buco con le zampe, depongono un centinaio di uova per volta, le ricoprono con la sabbia e ritornano in mare. La femmina può deporre le uova da tre a cinque volte in una stagione. Circa cinquantacinque giorni dopo la deposizione, le uova si schiudono.
Dal primo maggio, data in cui le uova vengono deposte, fino ad Halloween, quando si schiudono le ultime, le pattuglie addette alle tartarughe perlustrano la spiaggia. I membri di una pattuglia sono addestrati a riconoscere le orme di mamma tartaruga, che il cinquanta per cento delle volte depone le uova in un luogo pericoloso, dove potrebbero venire inghiottite dall’alta marea, o calpestate, o addirittura schiacciate dalle auto. Le uova di tartaruga, inoltre, sono un cibo prelibato per gli uccelli, per i grossi pesci e soprattutto per i procioni.
Le pattuglie si preoccupano di spostare i nidi in un posto più sicuro. Su tutti, sia su quelli spostati che sugli altri, viene collocato un paletto con un cartello che dice: «Disturbare i nidi è contro la legge». Chi lo fa, rischia una multa di 5000 dollari e/o un anno di prigione.
Leggi le domande e sottolinea nel testo le risposte. Poi scrivile.
• Quante uova depongono nella sabbia le tartarughe marine?
• Quante volte la tartaruga femmina può deporre le uova in una stagione?
• Quali sono i pericoli per le uova?
• Chi punisce la legge della Florida?
I tesori archeologici non si nascondono solo nelle viscere della Terra, ma anche nei fondali dei mari e dei laghi. Per scoprirli, è nata l’archeologia subacquea.
Archeologi in tuta da sommozzatori con pinne, autorespiratori o lunghi tubi collegati alla superficie, scendono sott’acqua alla ricerca di navi naufragate con i loro carichi, palafitte e resti di città sommerse.
Le esplorazioni subacquee sono precedute da localizzazioni precise dei reperti archeologici ottenute con fotografie aeree. Talvolta, però, ci sono state grandi scoperte dovute al caso. Per esempio, l’antica città sommersa di Baia, presso Napoli, fu localizzata dopo che un ragazzo, durante le sue immersioni, ebbe trovato molte lucerne di terracotta d’epoca romano-imperiale.
L’attrezzatura essenziale di un gruppo di archeosub prevede una barca o un galleggiante d’appoggio e il necessario per la documentazione e il rilevamento: disegni, fotografie, descrizioni, campioni da esaminare in laboratorio. Bisogna infatti documentare con precisione lo stato del fondale prima di iniziare il lavoro di “scavo”, di estrazione e di recupero.
Un noto archeologo, Sabatino Moscati, ha dichiarato che il più grande museo sconosciuto al mondo è senz’altro il museo sommerso, cioè l’insieme di tutto ciò che giace sott’acqua e non è ancora stato recuperato. Ha affermato inoltre che, se questo vale in generale, vale soprattutto per l’Italia, un Paese con oltre ottomila chilometri di coste lungo le quali, attraverso i millenni, hanno fatto naufragio navi e carichi di ogni genere.
Completa le frasi con le informazioni del testo.
I tesori archeologici si trovano nelle ma anche di mari e laghi. in tuta da sommozzatori, pinne e bombole scendono sott’acqua alla ricerca di naufragate, e resti di sommerse.
L’antica città di ..................................... presso ...................................... fu localizzata grazie a un che, immergendosi, trovò d’epoca romano-imperiale.
Prima di iniziare i lavori di scavo e di recupero dei tesori sommersi, bisogna . L’Italia, con i suoi ottomila chilometri di è un grandioso ........................................ sommerso.
Leggi le informazioni scritte in tabella e scrivi un testo informativo.
Nome scientifico: Fagus sylvatica. È una pianta a foglie caduche
Famiglia: Fagaceae
Crescita: vive a fasce elevate sugli Appennini e sui Pirenei
Dimensioni: diametro fino a 140 centimetri, altezza fino a 35 metri
Chioma: ampia e fitta
Foglie: forma ovale e di un bel verde acceso, margine leggermente ondulato. Con i primi freddi cambiano colore (dal verde al giallo dorato fino a diventare rosso arancione)
Fiori: appaiono contemporaneamente alle foglie
Frutti: le faggiole sono ricche di olio commestibile e usate per l’alimentazione animale
Tronco: diritto e densamente ramificato con la corteccia grigio chiara
Radici: molto sviluppate
Legno: duro e compatto utilizzato per costruzione e mobilio
Che gioia poter dormire di più la mattina, che bello scorrazzare in bicicletta o passare il pomeriggio in piscina o sulle spiagge.
E come dimenticare la televisione, che di solito i genitori vi proibiscono: in questi tre mesi sono un po’ più indulgenti. Nella mia inchiesta di inviato speciale nelle scuole elementari torinesi, ho intervistato un centinaio di ragazzi di quarta e di quinta.
Ora vi racconto la mia intervista collettiva.
− Che cos’è la vacanza? − domando. − È il senso della vita − dice Giulia.
− Un modo per stare tranquilli − dice Giuseppe.
− Per me è certamente la parte più bella di tutto l’anno − afferma senza esitazioni Giovanna.
Per Stefano sono un’occasione per conoscere nuovi amici e stare lontani dalla scuola.
Valentina, invece, è convinta che le vacanze durino troppo: – Dopo un po’ che sono via, sento la nostalgia dei miei compagni.
Jan azzarda: − A me piace la scuola, qui mi diverto! − e segue bordata di proteste.
Quale problema viene affrontato nel testo? Sottolinea la tesi e l’antitesi e scrivi le argomentazioni o prove a sostegno di ciascuna.
Problema:
Tesi:
Argomentazioni:
Antitesi:
Argomentazioni:
L’uomo è cattivo corridore, ma ha inventato la ruota e quindi le macchine che gli permettono di spostarsi ad altissima velocità. È cattivo saltatore, ma è riuscito a staccarsi da terra più di qualsiasi altro essere vivente, fino a mettere piede sulla Luna e a esplorare lo spazio. L’uomo non ha il senso di orientamento posseduto da molti animali, ma ha inventato la bussola. Ha la vista corta, ma ha inventato le lenti, il microscopio per vedere le cose straordinariamente piccole e il telescopio per vedere le cose straordinariamente lontane. La sua forza muscolare è scarsa, però ha inventato la leva, l’argano e via via tutte le macchine che lo aiutano e lo sostituiscono nel lavoro.
Che cosa ha permesso all’uomo di diventare così potente nel suo ambiente?
La risposta sembra ovvia… egli ha capacità di pensiero superiori a quelle delle altre specie.
Maria Luisa Altieri Biagi, Io amo, tu ami, egli ama..., Mursia
Scrivi la tesi sostenuta dall’autrice e le argomentazioni che adduce per sostenerla.
Tesi:
Argomentazioni:
I grandi dicono sempre: «Beato te, che sei ancora un bambino!»
I grandi non hanno sempre ragione. Ma in questo caso sì. Perché ci sono un sacco di buoni motivi per essere un bambino. Da bambini si possono fare un sacco di cose che da grandi è più difficile fare e si possono anche dire un sacco di cose che da grandi non si dicono, tipo: «Guarda quella signora com’è grassa» oppure «Non voglio venire dalla zia Flora perché sembra un vampiro». Da bambini si possono sognare un sacco di cose: di diventare astronauta, ballerina, casellante dell’autostrada, pompiere, fioraio, gelataio... Poi magari si finisce per diventare impiegato, giornalista, ragioniere, insegnante, guidatore di autobus. E ci si stufa un po’, ma ormai è troppo tardi, non si può più tornare indietro, non si può più essere bambini e sognare che tutto, ma proprio tutto è possibile. Perché da bambini è proprio così.
Si possono tenere occupati i nonni, che senza bambini intorno non saprebbero proprio cosa fare. Si possono fare i capricci per una cosa che si desidera assolutamente. Io ho contato 101 buoni motivi per essere un bambino. Era un bel numero e così mi sono fermata lì. Però se tu vuoi puoi andare avanti. Ognuno ha i suoi buoni motivi per essere un bambino.
Qual è la tesi sostenuta dall’autrice del testo?
Con quali argomenti sostiene la sua tesi? Sottolineali nel testo.
Aggiungi anche tu altri tre buoni motivi per essere un bambino.
È conosciuta come batata, patata dolce o americana ed e buonissima cotta in forno. Se pero non la cuoci ma la fai germogliare, nascerà una bella pianta da appartamento con tante foglie.
Prendi una patata e mettila in un vaso di vetro, con la parte più grossa rivolta verso l’alto. Per non farla scivolare in fondo al vaso, bloccala con tre stecchini infilati nella polpa.
Versa l’acqua nel vaso: deve bagnare solo la parte inferiore della patata.
Metti il vaso alla luce e mantieni costante il livello dell’acqua. Dopo pochi giorni spunteranno le radici e i primi germogli.
Sistema il vaso su uno scaffale alto cosi, quando le ramificazioni si allungheranno, avranno uno spazio sufficiente.
da E. Contri, Il mio giardino, Giunti Junior
Segna con una x la risposta esatta.
• Il testo fornisce:
⃞ informazioni sulla patata
⃞ norme di comportamento
⃞ istruzioni per far germogliare una patata
• Si tratta di un testo:
⃞ informativo
⃞ regolativo
• Il linguaggio è:
⃞ chiaro e preciso
⃞ difficile e tecnico
• I verbi sono espressi:
⃞ all’infinito
⃞ all’imperativo
Ecco alcuni consigli per sciare bene, in buona salute e felici.
Primo: partire a pancia piena, dopo aver fatto una colazione abbondante a base di cereali, cioccolata e succhi di frutta.
Bere è importante perché l’altitudine aumenta la disidratazione, cioè la perdita d’acqua da parte dell’organismo, provocando dei fastidiosi malesseri.
Secondo: cominciare a sciare solo se si è in perfetta forma fisica, quindi riposarsi se si è arrivati sulle piste dopo un lungo viaggio. A metà giornata fare una pausa di almeno mezz’ora. Le statistiche dicono che gli incidenti sulle piste da sci capitano perlopiù nell’ora di pranzo e verso sera, quando il fisico è stanco.
Terzo: evitare di sciare da soli. In compagnia è meglio: se capita qualche incidente, c’è chi se ne accorge e può soccorrere o chiedere aiuto. Inoltre in compagnia ci si diverte di più. Se siete dei principianti, iniziate con un maestro. Imparare a leggere i cartelli che segnalano le difficoltà delle piste è fondamentale: il colore azzurro indica le piste facili, il rosso le discese difficili, il nero quelle super-difficili!
Quarto: divertitevi, ma non siate pericolosi, né per voi stessi, né per gli altri. Controllate la vostra velocità.
Guardatevi intorno prima di curvare e imparate a cadere... e rialzatevi senza farvi male!
Da Storie per conoscere, Fabbri
Il testo che hai letto è:
⃞ espressivo ⃞ informativo ⃞ regolativo
Completa la tabella scrivendo le regole che uno sciatore deve rispettare.
1. Colazione abbondante
2. Cominciare a sciare A metà giornata
3. Evitare di sciare da Se siete principianti
4. Divertitevi, ma
Questo è un gioco da fare all’aperto. È molto divertente ed è un gioco cinese!
• Prima di tutto si sorteggia il bambino che sarà il folletto.
• Gli altri si dividono in due squadre e si dispongono in due righe, una di fronte all’altra. In mezzo resta uno spazio largo che rappresenta il fiume.
• Il folletto sta nel mezzo; fa un cenno a un bambino di una squadra e questo fa un cenno a un giocatore del gruppo avversario.
• I due bambini devono cercare di scambiarsi i posti correndo veloci attraverso il fiume.
• Il folletto cercherà di prenderli e di farli prigionieri.
• Si continua così con tutti i bambini delle due squadre finché il folletto li ha presi prigionieri tutti.
• L’ultimo rimasto diventerà folletto.
Lauretta Dalla Rosa, Liliana Roggia, Orizzonti della scuola primaria, Ardea Editrice
Dopo aver letto il testo, spiega le regole del gioco.
1. Si sorteggia il bambino che sarà il folletto
2. Gli altri bambini
3. Poi i bambini si
4. In mezzo c’è il bambino-folletto
5. I due bambini mentre il bambino-folletto
6.
7.
Completa le parole con le lettere mancanti, facendo attenzione alle doppie.
D o T?
cor a au omobile giar ino ri ornello pa ella mor a ella
M o N?
cor eo mar ello a ore a ivo a en are ris oran e
a ondanza ri etere addo i im aziente sa ere fur o
u licare Re u lica im ossibile com uter im uto rim alzare
L o R?
B o P? i qui ato co izio i itare i quadrare ca po bi bo
de tista i alzare co te ere ri piazzare i orale i ondizia
fa o to ta inte igente co te o pa migiano pa ma
pa coscenico ma ti e co da mante o co e e dicemb e
F o V?
s itare iducia a amato a elenare di ano ri elare
pa one cer o in ito a etto in radito a ilito
Correggi le parole e poi componi delle frasi.
dopio = zuchero = anbiente = insuppare =
S o Z?
introdu ione ca tello ma aia
sottra ione convin ione cla e
in ultare con umare a ione acqua one in ipido an ara
Completa le parole con C o G, facendo attenzione alle doppie.
• mu a
• pa ella
• re ita
• pe ora
• pa o
Trasforma al plurale.
• camicia
• reggia
• ciliegia
• frangia
• valigia
• pa are
• i ante
• re ista
• an uro
• re into
• fri ere
• elato
• velo e
• spa o
• re ina
• bilancia
• pancia
• bugia
• farmacia
• arancia
Componi delle frasi usando il plurale delle seguenti parole.
• guancia
• acacia
• scheggia
• lancia
• roccia
• provincia
• strategia
• cuccia
Completa scrivendo alcune parole contenenti ce • cie e ge • gie.
ce - cie
specie, frecce, efficienza
ge - gie
logge, regge, igienista
Completa le frasi con parole che contengono SCA • SCO • SCU.
• Paolo ha comprato un nuovo per andare in moto.
• Mangerò una bella a merenda.
• L’artista completò la in marmo prima dell’inaugurazione della mostra.
• Metterò tutte le mie perline in una colorata.
• Ti chiedo . Non avrei dovuto dirti quelle cose.
• Da oggi la resterà chiusa per le vacanze estive.
Completa con SCE • SCI • SCIE.
• riffo
• u o
• nza
• pi na
• ru llo
• a nsore
• co enza
• are
• nziato
• ma lla
• pe cane
• volo
• adole nte
• fanta nza
• di sa
Inserisci la “I” dove occorre, poi riscrivi la parola correttamente.
• sc enza =
• asc utto =
• cosc ente =
• sc endere =
• sc ettro =
• conosc ente =
• sc enata =
• usc ere =
• lasc eremo =
• sc egliere =
Trova parole derivate dalle parole date.
Scienza
Coscienza
Completa con GN o NI.
• dise o
• giardi era
• pi a
• co ome
• omo
Completa con GLI o LI.
• consi o
• mani a
• tova a
• cigo o
• quadifo o
• sco o
• ve ero
Risolvi gli indovinelli.
• mi olo
• compa o
• mi era
• biso o
• ente
• mi one
• a o
• o o
• tri a
• conchi a
• domici o
• fi o
• Lo puoi fare anche ad occhi aperti
• Contenitore per l’olio
• Chi possiede petrolio
• Il contrario di accendere
• Lo fai su un foglio con la matita
• Dove si mettono i bagagli
• Chi vive in Italia
Scrivi i nomi che derivano dai seguenti verbi:
• delirante
• oliare
• tagliare
• so o
• inge ere
• ge o
• a ello
• co glio
• sbagliare
• sbadigliare
• consigliare
• pa a
• meravi a
• cande ere
• cavi a
• pasti a
• gi o
• de zia
Colora le parole con CQ.
Completa le frasi utilizzando i seguenti verbi, coniugandoli adeguatamente: rincuorare • riscuotere • percuotere • cuocere
• Il padrone venne a casa per l’affitto.
• Mi sapere che almeno tu mi credi.
• La tempesta le chiome degli alberi sul viale.
• La zuppa deve per tanto tempo a fuoco lento.
Scrivi le parole che conosci con i seguenti gruppi di lettere.
Completa le parole con i raddoppiamenti corretti.
Completa il cruciverba.
1. Formaggio dolce spalmabile.
2. Puoi immergerli nel latte la mattina.
3. È un colore primario.
4. Ti serve per cancellare.
5. Ci puoi bere.
Che cosa compare nella colonna evidenziata? Disegna.
6. Squisiti con pomodoro e basilico.
Dividi in sillabe le seguenti parole.
• giocattolo =
• serpente =
• carrozzina =
• proboscide =
• automobile =
• fratello =
• elefante =
• bambolina =
• compasso =
• paesaggio =
• trenino =
• aiuola =
Completa la tabella scrivendo delle parole.
PAROLE BISILLABE PAROLE TRISILLABE PAROLE QUADRISILLABE
Scrivi delle frasi che contengano almeno una parola quadrisillaba.
Colora solo i monosillabi.
in te con tuo su per fa chi ciò da sui tuoi la
Per ogni coppia di parole scrivi una frase.
pero/però casco/cascò Sara/sarà papa/papà faro/farò
Metti l’accento dove occorre.
• Il gatto sali sul divano nuovo.
• Volevo uscire a fare una passeggiata, pero era troppo tardi.
• L’anno prossimo giochero nella squadra degli under 12.
• Luca casco dalla bicicletta e si sbuccio un ginocchio.
• Il leone ruggi appena vide la preda avvicinarsi.
Colora i monosillabi che si possono accentare.
sa se piu tu fa su qua
mi qui ma va fu ne me si
Cerchia le parole scritte correttamente.
• Un’uomo / Un uomo
• All’improvviso / All improvviso
• Qual’ è / Qual è
• Quest ora / Quest’ora
• Un elefante / Un’elefante
• Un estate / Un’estate
• L’infermiere / L infermiere
• Un ombrello / Un’ombrello
• Sull autostrada / Sull’autostrada
• Quest anno / Quest’anno
Riscrivi le frasi e inserisci l'apostrofo dove occorre.
• Ho scoperto una macchia sullo abito nuovo.
• Nello armadio ho trovato la maglia di mia sorella.
• Lo atleta è scivolato poco prima di raggiungere il traguardo.
• Alla ora di cena mi viene la acquolina in bocca.
• Ho ordinato dello arrosto con della insalata.
• Lo orologio indica la ora sbagliata.
Nel testo ci sono alcune parole che vanno apostrofate. Sottolineale.
La acqua dei mari, dei fiumi, dei laghi e degli oceani al calore dei raggi del sole, si scalda, come succede con la pentola sul fuoco.
Con il calore la acqua cambia forma, diventa vapore leggero che sale verso lo alto e, nel cielo, forma le nuvole. Esse, spinte dal vento, assumono forme strane: di cani, di aquile, di draghi e tutto ciò che ognuno riesce a vedere.
Completa inserendo la parola adatta.
• L’
• All’
• Dall’
• Un’
• D’
• Dell’
• Sull’
• Nell’
• Quest’
Completa le frasi con C’È o CI SONO.
• Nel mio astuccio due penne blu, nel tuo solo una penna.
• Vedi cosa nel frigo. delle mele?
• Qui troppa confusione! Non speranze di vedere un po’ d’ordine?
• In questo prato tanti fiori, tante farfalle e anche una libellula.
• Oggi non un raggio di sole, nel cielo solo nuvole.
• troppi errori nel tuo tema, prova a riscriverlo!
Scrivi tre frasi con C’È e tre con CI SONO.
Cancella la forma sbagliata.
• Laura ha comprato una candela di cera • c’era profumata.
• Quando sono arrivato non cera • c’era più nessuno in casa; cera • c’era solo il gatto ad aspettarmi.
• Mi piace colorare con i pastelli a cera • c’era
• Non cera • c’era più nessuno al parco, ormai era quasi sera.
Scrivi quattro frasi utilizzando C’È • CI SONO • C’ERA • C’ERANO.
Completa le frasi con CE N’È • CE NE SONO.
• Ho controllato, non più sono terminate.
• Vorrei una fetta di torta, ma non più, l’ha mangiata tutta Luca.
• Di penne tante, ma solo queste scrivono scorrevolmente.
• Non gettare la bottiglia del latte, ancora un po’.
• Hai mangiato tutta l’insalata e non più per me.
Scrivi quattro frasi con CE N’È • CE NE SONO • CE N’ERA • CE N’ERANO.
Cerchia la forma corretta.
• Devo lavare il bagno, cene • ce ne • ce n’è davvero bisogno.
• Marta adora organizzare cene • ce ne • ce n’è con gli amici.
• Aggiungi un altro po’ di latte, cene • ce ne • ce n’è vuole ancora.
• È stato un ottimo acquisto, non cene • ce ne • ce n’è pentiremo!
• Preferisco le cene • ce ne • ce n’è leggere, altrimenti non dormo bene.
• Cene • Ce ne • Ce n’è per tutti, dovete solo aspettare il vostro turno.
Scrivi sei frasi in tutto con CE N’È • CE N’ERANO.
Completa con HO • O • OH • HAI • AI • AHI • HA • A • AH.
• che male! Mi sono morso la lingua.
• che spettacolo meraviglioso!
• Non mai mangiato così tanti dolci, davvero esagerato nelle quantità.
• Vuoi la pasta la carne? Non capito cosa mi detto prima.
• un gran male denti, credo che prenderò un appuntamento dal dentista.
• Non mi ancora detto perché non sei più andato dal dottore.
• ! Credevo ti piacesse.
• ragione, non ci avevo pensato.
• voluto vedermi casa, ma poi non è venuto.
• telefonato a scuola ma non trovato nessuno.
Cerchia la forma corretta tra ANNO • HANNO.
• L’ anno • hanno prossimo non andrò più in vacanza al mare, mi anno • hanno detto che la montagna è più rilassante.
• Non anno • hanno ancora detto se verranno quest’ anno • hanno o l’ anno • hanno prossimo.
• L’ anno • hanno scolastico è quasi terminato, mancano solo poche settimane.
Scrivi una frase con ciascuna delle parole indicate.
Inserisci il punto o la virgola dove occorre.
• Vai a comprare il pane il latte le uova e le mele Se ci sono prendi anche le pere
• I miei amici sono Luca Mattia Carlo e Gabriele
• Sono stanco Credo che andrò a dormire.
• Mi servono il giallo il rosso il blu e il verde per completare il mio disegno
Evidenzia il segno di punteggiatura corretto.
Caro Alberto ; , è un po’ che non ci scriviamo . ; Tutto bene ! ? Vorrei farti una proposta per le vacanze estive . : Il WWF organizza , ; in varie zone dell’Italia , ; dei campi per ragazzi della nostra età ! . Quando l’ho saputo ho pensato a te . , perché sei un buono amico e perché fra di noi non c’è mai stato nessuno litigio ? . Pensi che a qualcun altro della compagnia possa interessare ! ? Sarebbe una grande idea ritrovarsi con tutti gli amici dell’estate scorsa ; Per invogliarti , ; ti mando quest’immagine che ho ritagliato da una rivista ; Ciao a presto
Luca
P.S. Qual è il nuovo indirizzo di Matteo ? ! Vorrei invitare anche lui : .
Scrivi una frase con ciascuno dei segni di punteggiatura indicati
Sottolinea i discorsi diretti presenti nel brano.
– È sempre quella peste di Mica... – ruggiva Alberto.
– Attenti! Attenti! Viene di qua... – strillava Carlo.
– Dobbiamo scappare prima che ci veda e ne combini una delle sue! – disse scocciato Andrea. Era sempre la stessa storia. Ogni volta che a ricreazione si incontravano per scambiarsi le figurine, arrivava Mica e creava scompiglio. Per non parlare di quando prendeva le loro figurine e le portava proprio sotto il naso della maestra.
– Dove credete di andare voi tre? Tanto vi ho visti! – li canzonò Mica, che già pregustava di rovinare l’intesa del terzetto.
Prosegui il dialogo utilizzando il discorso diretto.
È mattino! È ora di svegliarsi! – disse la mamma con voce dolce.
– Ancora cinque minuti…. Ti prego! – sussurrò Francesca con voce flebile che appena si sentiva sotto la montagna di coperte.
Devi alzarti o farai tardi! – replicò seccata la mamma.
Completa le frasi con i discorsi diretti.
– La maestra disse:
– Il papà replicò:
– Luca esclamò:
– La presentatrice annunciò:
– Il direttore gridò:
– La zia sussurrò:
Leggi il brano e trasforma i discorsi diretti in discorsi indiretti.
La mamma teneva ancora tra le mani il quotidiano arrotolato e diceva tra sé e sé: – È un miracolo che non mi abbia punta! Queste api sono davvero tremende, appena comincia la bella stagione invadono la casa.
– Mamma! Che ci fai con quel giornale? – chiese Martina incuriosita.
– Stavo cercando di cacciare un’ape! – disse lei, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
– Non mi dirai che l’hai uccisa! – replicò Martina.
– Avresti voluto che mi pungesse? – rispose stizzita la mamma.
MAMMA! Avresti potuto lasciarla uscire dalla finestra… non c’era bisogno di ammazzarla! – rispose infuriata Martina.
– Ammazzarla! – disse ridendo la mamma – Io non ho ammazzato nessuno. L’ho solo cacciata via di casa. Stai tranquilla.
Martina si riprese dall’arrabbiatura e poi rispose: – Per un attimo avevo temuto il peggio!
Trasforma i discorsi diretti in discorsi indiretti.
Luca chiese a Paolo: – Vuoi venire a giocare da me?
Lucia esclamò: – Smettetela di urlare!
Il nonno chiede a Paola: – Cosa avete fatto oggi a scuola?
Maria strilla: – Adesso basta! Sono stufa di essere trattata come una bambina.
Sottolinea le parole errate.
• Oggi a scuola cè stato un gran tranbusto.
• Qualche volta sbaglio a incolonnare la moltiplicazzione.
• Quest’anno cerchero di prendere voti miliori.
• Non occorre essere uno scenziato per capire la spiegazione.
• Il cardiologo ha detto che la zia ha i battiti del quore un po accellerati.
Completa le seguenti frasi inserendo hai • ha • ho • hanno oppure ai • a • o anno.
• Quest’estate andrò Siracusa.
• Tu già fatto tutte le vaccinazioni di quest’ ?
• Ti visto ieri scuola e non mi salutato.
• detto lo zio che verrà presto trovarci.
Metti l’accento quando è necessario.
• Dammi subito i pennarelli e le matite.
• Puoi appoggiare li quei pacchi.
• Qualche giorno fa c’e stata una bufera di vento.
• Mario fu trasferito a Bari nel 1998.
Inserisci QU o CU.
• aderno
• ore
• oziente
• oio
• esito
• a ire
• cir ire
• s otere
• a leo
• s cire
• Non mi visto fatto finta di non vedermi?
• Leo e Giò lo stesso libro.
• Teresa ha detto suoi cugini di essere stanca per giocare ancora.
• urlato quattro venti il tuo segreto.
• Non ne posso piu dei suoi modi bruschi.
• Vittorio non da mai una mano ai compagni.
• s arcio
• iete
• ando
• oco
• e ino
• aglia
• anto
• a stica
• e estre
• estione
Sottolinea la forma corretta.
• giustizia – giustisia
• farza – farsa
• verza – versa
• verso – verzo
• borsa – borza
• senza – sensa
• abbastansa – abbastanza
• menza – mensa
• esensione – esenzione
• zuppa – suppa
Completa le parole delle seguenti frasi, inserendo c • cc • q • cq • qq.
• Il capitano della mia s uadra di calcio è stato s ualificato.
• La tua camera è stata messa completamente a so uadro.
• Nel mio uartiere oggi è mancata l’a ua per qualche ora.
• Scrivi uesto numero di telefono nel tuo ta uino.
• uando finirà la s uola voglio dipingere un bel uadro con gli a uerelli.
Indica con una X le elisioni e i troncamenti giusti. un abito un’abito un antenna un’antenna un ipotesi un’ipotesi
Completa con mp • mb • nb.
• o brello
• a iente
• ri rovero
qual è qual è buon anno buon’anno
buon idea buon’idea
• i rovviso
• po a
• i revisto
Cerchia le parole corrette.
• coscienza | coscenza
• scenza | scienza
• igienico | igenico
• sufficiente | sufficente
• proficuo | profiquo
• ingegniere | ingegnere
un po d’aria un po’ d’aria nessun altro nessun’altro questo uomo quest’uomo
• ta onare
• a olla
• co aciare
• ingegnioso | ingegnoso
• conoscenza | conoscienza
• scuadra | squadra
Completa le frasi, collegando la due parti.
Il gatto
La nonna
La ricetta
Il medico
L’elefante
La televisione
mi ha prescritto la cura. è acciambellato sul divano. di Luca è molto simpatica. della torta di mele è molto semplice. non si accende più. ha una lunga proboscide.
Sottolinea di rosso le frasi semplici e di blu quelle complesse.
• La maestra sorride agli alunni e racconta loro una fiaba.
• Taglio le patate e le sistemo nella teglia.
• Lucia ha imparato la poesia.
• Leo apparecchia la tavola mentre Luca condisce l'insalata.
• Per la festa in maschera indosserò il costume di Arlecchino.
Completa l’esercizio scrivendo altre frasi semplici.
• Chiara ascolta la lezione.
• Luca ha disegnato un paesaggio.
• La nonna ha infornato la pizza.
• La mamma apparecchia la tavola.
Completa l’esercizio scrivendo tre frasi complesse.
• La nonna sorride ai nipoti e racconta loro una bella fiaba.
RICORDA CHE... le frasi possono essere semplici e complesse.
La frase semplice è formata da un singolo verbo, quella complessa è formata da tante frasi semplici quanti sono i verbi che vi compaiono.
• Il papà ha comprato gli ortaggi ed ha preparato un ottimo minestrone.
• Il nonno legge prima il giornale, poi passeggia in giardino.
Individua nel brano i soggetti.
Quando avevo due anni ci trasferimmo tutti in un’imponente dimora di campagna.
C’erano terreni coltivati, boschi e tante casette per i domestici. In breve le stalle furono piene di mucche da latte, i porcili di maialini e il pollaio di galline.
C’erano robusti cavalli da tiro, e c’erano un contadino, un vaccaro, una coppia di giardinieri e ogni tipo di domestici.
Roald Dahl, Boy, Salani
Aggiungi un soggetto adatto in ciascuna frase.
• abbaiò tutta la notte.
• del mio amico Luca è molto anziana.
• del mio giardino sono davvero profumati.
• di avventure mi piacciono molto.
• svolazzano attorno ai fiori in cerca di polline.
Scrivi qual è il soggetto sottinteso di ogni frase.
• Ieri siamo usciti a fare una passeggiata. ( )
• Sei stato davvero gentile! ( )
• Ci vediamo il mese prossimo. ( )
• Vorrei comprare una nuova bicicletta. ( )
• Non è stato molto fortunato! ( )
• Siete sicuri di quello che dite? ( )
• Parlottavano tra loro a bassa voce. ( )
• Possiede una barca a vela. ( )
• Disegnate un bellissimo prato fiorito. ( …………………...….. )
Aggiungi a ogni soggetto un predicato verbale adatto.
• Il topo
• Il medico
• La sarta
• Lucia
• Il barista
• Gli alunni
• La scrittrice
• La scienziata
Completa le frasi con due possibili predicati diversi.
• Luca al telefono.
• Luca al telefono.
• Marta la torta.
• Marta la torta.
Cerchia il predicato verbale corretto.
• Il medico la cura.
• Il medico la cura.
• Marco con Mattia.
• Marco con Mattia.
• Maria ha organizzato/ha organizzati una festa in maschera per carnevale.
• Io e i miei amici vorremmo/vorremo andare in vacanza insieme.
• In famiglia compriamo/conpriamo solo frutta di stagione.
• Nel frigo ho visto/ho visti tanti pomodori rossi.
• In televisione stanno trasmettendo/sta trasmettendo un film che ho già visto.
• Francesco ha letto/ha letti i libri che gli ho consigliato.
Sottolinea i predicati verbali.
Se guardi il mare
In un giorno pulito, ti può sembrare che sia infinito.
Se viaggerai su una barchetta e sempre andrai in linea retta,
R. Piumini, Filastrocche dei perché, Mondadori.
ti accorgerai che dopo il mare sempre una terra si può toccare.
Completa con i predicati nominali.
• La mia maestra
• Il mio cane
• I nostri compagni
• Questo bicchiere
• Il mio computer
• Mia nonna
• Mio padre
• La strega
Sottolinea di rosso i predicati nominali e di blu i predicati verbali.
• Bari è una bella città.
• La maestra corregge i compiti.
• Il mio amico Maurizio è un bravo ragazzo.
• Serena prepara un’insalata con mais e pomodorini.
• Il papà stende con cura il bucato.
• Oggi la nebbia è fittissima.
• Domani il sole tramonterà alle 17.
• Silvia è andata via.
• La mia bici è nuova.
• Questo problema è un rompicapo.
Per ogni soggetto scrivi un predicato verbale e uno nominale, poi indica di quale dei due si tratta.
Le farfalle
Scrivi i soggetti o i predicati mancanti per formare la frase minima.
• La maestra
• abbaiò.
• Laura .
• dorme.
• La luce
• sorride.
• La fata
• piange.
• Pinocchio • cadde.
Sottolinea le frasi minime all’interno del brano.
Il leone è chiamato “re della foresta”, ma sarebbe più giusto dire che è il re della savana. La savana è la prateria africana dove il clima è molto secco e dove l’erba per la maggior parte dell’anno è giallo scuro. Il manto del leone è dello stesso colore: così può nascondersi nell’erba senza farsi vedere dalle prede.
Il leone è molto pigro e non avrebbe nessuna voglia di inseguire gazzelle o zebre se non fosse sempre così affamato. Ma un carnivoro non può fare a meno della carne così, al tramonto, quando il sole cala, si mette a caccia.
Riduci le frasi a frasi minime, poi riscrivile.
• Peter Pan combatte contro Capitan Uncino e i suoi pirati con la sua spada.
• Ieri Luca è tornato a casa in pullman.
• Ho mangiato la deliziosa torta al cioccolato di mia nonna.
• Il leopardo insegue la zebra fino al fiume. •
• Francesca mangia con gusto le mele rosse.
• Michele pedala a fatica durante la salita.
Completa le frasi con le espansioni adeguate.
• Marcella dorme beata (dove?) (quando?)
• Sono andata in vacanza (dove?) (con chi?) come lo scorso anno.
• Chiederò (a chi?) se vuole accompagnarmi in palestra (quando?)
………….............…… .
• Ho conosciuto (chi?) del mio migliore amico (quando?) .
• Van Gogh dipingeva (cosa?) spennellando grandi quantità di colore (con che cosa?)
• Il gatto mangia (che cosa?) nella ciotola (dove?)
Scrivi le domande che hanno permesso di arricchire la frase.
• Mattia gioca ( ) con gli amici ( ) in cortile.
• Ho conosciuto ( ) tua nonna ( ) al supermercato.
• Roberto beve ( ) il latte ( ) nel bicchiere.
• Laura legge ( ) libri ( ) horror.
• Michela e Laura sono andate a fare un giro ( ) in bicicletta.
• Salvatore calcia ( ) la palla ( ) in rete.
Arricchisci ogni frase minima con almeno due espansioni.
• Giorgio accende
• Marica prepara
• Il lupo ulula
• Il sole sorge
• Il delfino nuota
• Daniela indossa ….................................................................................…………….
Sottolinea i complementi oggetto che trovi nel brano.
La strega nella sua caverna era di cattivo umore e se ne stava accucciata accanto al fuoco sbucciando pere e mele. Questo cattivo personaggio poteva trasformare le persone in animali, come pecore, asini, maiali… però la magia di togliere la buccia ai frutti non le era mai riuscita. Così se non voleva mangiare sempre bistecca, risotto, pizza e minestrone doveva di tanto in tanto mettersi il grembiule, prendere il coltello e sbucciare pere e mele.
• Quanti complementi oggetto hai trovato? ……….
Scrivi tra parentesi la domanda a cui risponde il complemento oggetto di ciascuna frase.
• Ho chiamato ( ) Matteo per dirgli cosa era successo.
• Mangio ( ) il panino perché non c’è altro.
• Barbara ha scritto ( ) una lettera per la sua migliore amica.
• Martina ha indossato ( ) l’abito a fiori che le ho regalato.
• Ho visto ( ) Giorgio al parco.
• Spegni ( ) la televisione.
Completa ogni frase con i possibili complementi oggetto.
CHI?
L’ortopedico cura…
Marcella prepara….
La zia ascolta…
Il fuoco riscalda…
Ho visto…
Luca ha trovato…
CHE COSA?
Completa le frasi con il complemento indiretto richiesto e per ciascuno scrivi una frase.
Complemento di specificazione
• Il libro (di chi?) è sul tavolo
•
Complemento di termine
• La mamma dà un bacio (a chi?)
•
Complemento di luogo
• Oggi spero di arrivare in orario (dove?)
•
Complemento di tempo
• Vorrei chiamare Giulio (quando?)
•
Complemento di materia
• Il nuovo tavolo di casa è fatto (di che cosa?)
•
Complemento di compagnia
• Mirco gioca in giardino (con chi?) ............................................
•
Complemento di causa
• La strada è chiusa (per quale causa?)
•
Complemento di mezzo
• Domani andrò a Roma (con che cosa?)
•
Complemento di modo
• La gazzella scatta (in che modo?)
•
Sottolinea ogni predicato e indica se si tratta di un predicato verbale (V) o nominale (N).
• Le fragole sono molto buone. (.…)
• Domani andrò in piscina. (……)
• Di notte il babbo russa. (……)
• Ieri il cielo era nuvoloso. (……)
• Partirò verso sera. (……)
• Carla è una bambina studiosa.(……)
Scrivi in tabella una frase per ciascun complemento.
oggetto di specificazione di luogo di tempo di mezzo di compagnia di causa di materia di modo
Analizza le seguenti frasi.
• Luca ha regalato un libro a Matteo.
•
• Le rose sono sbocciate in giardino.
•
• Il cane di Matteo abbaiò per tutta la notte.
• Lucia è andata nella camera dei nonni con il suo cagnolino.
• La nonna ha letto una fiaba a Luigi.
• Silvia ha avvolto i regali con una bellissima carta.
• ....……………………..……………………………………………………………………........................……….…
Scrivi l’articolo determinativo davanti a ciascun nome.
• elefante
• torcia
• camice
• forbici
• occhiali
• penne
• colori
• scatole
• giradischi
• wafer
Trasforma dal singolare al plurale.
• La persona
• La ciliegia
• Il manico
• L’autobus
• ripostiglio
• antenna
• armadio
• casa
• favola
• L’aiuola
• Il giocoliere
• Il divano
• L’altalena
Scrivi l’articolo determinativo davanti a ciascun nome.
• orso
• ghiro
• ape
• uomo
• diligenza
• aquila
• aspirapolvere
• erbivoro
Scrivi l’articolo davanti a ciascun nome.
Rugiada
Città
Agenda
Parete Istrice
Archivio
Borsa
Pavimento
• esemplare
• quadrato
• sciatore
• erboristeria
Articolo determinativo Articolo indeterminativo
Nel seguente brano cerchia di rosso i nomi comuni e di blu i nomi propri. Poi riportali in tabella.
Precipitato nel deserto del Sahara in Africa con l’aereo, un aviatore incontra un ometto biondo e gli chiede: – Mi disegni una pecora? Io sono il Piccolo Principe! –gli dice presentandosi.
– Che cosa te ne fai di una pecora?
– Voglio portarla sul mio pianeta e la chiamerò Dolly. Ma dimmi prima, che cosa mangia questo ovino?
– Mangia fiori, erba, frutta… Quando il pilota gli ebbe dato il disegno, il Piccolo Principe se ne andò in cerca di altri pianeti.
Rielaborazione de “Il piccolo Principe”
Sottolinea i nomi comuni di cosa in blu, i nomi comuni di persona in rosso.
• Il cantante non riuscì a cantare la sua canzone.
• Il camice del dottore è bianco.
• Il cuoco prepara una zuppa saporita.
• Lo zio di Lucrezia ha due piedi che sembrano zattere.
• Il salumiere affetta i salumi con precisione.
• La maestra spiega la lezione.
Aggiungi tre nomi propri per ogni categoria.
Per ogni nome scrivi almeno due significati.
Dama
Calcio
Capitale ……………….......……………….........…….. ……………….......……………….........……..
Rosa
Penna
Ricci
Scrivi due frasi per ogni parola, dando ad ognuna un significato diverso.
riso
boa ……………….......……………………..……………………………………………………...............
Colora con lo stesso colore i sinonimi.
elegante felice raffinato allegro freddo
caldo gelido pacifico torrido tranquillo
Riscrivi le frasi cambiando la parola sottolineata con il suo contrario.
• Oggi mi sento molto triste
• Luca e Mattia sono amici da molto tempo.
• Oggi è una giornata afosa .
• Laura è una bambina generosa .
Per ogni nome indica il nome generico.
• aquila
• abete
• delfino
• pesca
• bicicletta
• pinza
• cane
• cappotto
• mela
• margherita
Per ogni nome generico indica tre nomi specifici.
• giocattolo
• emozione
• mezzo di trasporto
• frutto
• mobile
• stoviglia
……….................... ………....................
……….................... ………....................
……….................... ………....................
Metti in ordine dal nome più generico al nome più specifico.
animale • mammifero • orso • vertebrato quartiere • città • edificio • appartamento
Scrivi il nome che comprende tutti gli altri.
• tazza, pentola, piatto, bicchiere
• aspirapolvere, asciugacapelli, microonde, frullatore
• stivale, scarponcino, sandalo, infradito
• crescenza, stracchino, parmigiano, pecorino
Metti l’articolo determinativo ai seguenti nomi, poi scrivi se sono maschili (M) o femminili (F) .
• estate ( )
• gregge ( )
• statua ( )
• problema ( )
• condotta ( )
• eritema ( )
• computer ( )
• goal ( )
• sabato ( )
• pero ( )
• polpetta ( )
• emozione ( )
Volgi dal maschile al femminile e viceversa.
• fratello
• re
• sciatore
• pittore
• vigile
Trasforma dal singolare al plurale.
• camicia
• uovo
• farmacia
• libro
• incontro
• imperatrice
• lettrice
• avvocatessa
• dottoressa
• scrittrice
• braccio
• corno
• muro
• provincia
• strega
Segna con una X se i nomi sono maschili, femminili o invariabili.
Maschili Femminili Invariabili
Magia
Slogan
Aquila
Margherita
Quiz
Autista
Sottolinea di rosso i nomi concreti e di blu i nomi astratti.
• Lucia è una bambina che mi ispira simpatia.
• Lo yoga mi riporta in uno stato di pace ed equilibrio.
• Tra Luca e Mario c’è un’amicizia molto profonda.
• In estate il mio cane soffre molto il caldo.
• L’albero di ciliegio in fiore è di una bellezza sconcertante.
Da ogni nome astratto ricava un nome concreto.
• vecchiaia =
• scienza =
• insegnamento =
• filosofia =
• astrologia =
• povertà =
• musica =
• cattiveria =
• gelosia =
• giovinezza =
Scrivi il nome astratto corrispondente all’aggettivo.
• simpatico =
• felice =
• comico =
• arrogante =
• ambizioso =
• pacifico =
• gentile =
• timido =
• silenzioso =
• rumoroso =
• amichevole =
• orgoglioso =
Completa scrivendo il significato del nome collettivo.
• Il frutteto è un insieme di
• Il roseto è un insieme di
• L’agrumeto è un insieme di
• La flotta è un insieme di
• L’esercito è un insieme di
• L’equipaggio è un insieme di
• Il coro è un insieme di ………............................................................................….....…........
Indica da quale nome primitivo hanno origine questi nomi derivati.
• fienile
• orafo
• scolaro
• acquario
• boscaiolo
• dentiera
• fioraio
• libreria
• giornalista
• casalinga
Sottolinea di rosso i nomi alterati diminutivi, di verde i vezzeggiativi, di giallo gli accrescitivi e di blu i dispregiativi.
• boccuccia
• divanetto
• canzoncina
• ragazzone
• cartaccia
• testona
• asinello
• poetastro
Scrivi le spiegazioni dei falsi alterati.
• Il melone è e non
• La focaccia è e non
• Il pulcino è e non
• Il torrone è e non
• La salina è e non
• Il fumetto è e non
Scomponi i nomi composti.
altorilievo
capoclasse
ferrovia
madreperla
• piattino
• gonnona
• pietruzza
• straducola
cantastorie
giravolta
sottoufficiale
anticamera
Sottolinea di verde l’aggettivo qualificativo e di rosso il nome a cui si riferisce.
• Credo di non aver mai ricevuto un regalo così bello e utile alle stesso tempo.
• Paolo ha preparato una zuppa di farro davvero gustosa.
• Sto leggendo un libro di avventure davvero emozionante.
• Laura ha comprato una borsa rossa grande e capiente.
• Oggi ho il viso troppo pallido, credo che userò un po’ di trucco colorato.
• Giovanni ha cucinato un piatto di spaghetti con il pomodoro delizioso.
Scrivi l’aggettivo qualificativo che deriva dai seguenti nomi.
• zucchero
• olio
• schiuma
• ovatta
• sole
• bellezza
• sincerità
• equilibrio
• pioggia
• succo
Sostituisci la spiegazione con l’aggettivo qualificativo più adatto.
• Un bambino che fa i capricci =
• Un animale che mangia solo carne =
• Una canzone che commuove =
• Un libro che diverte =
• Un oggetto che costa poco =
• Una donna che si veste bene =
• Una stanza che ha tutto fuori posto =
Scrivi una frase per ogni aggettivo qualificativo.
• vellutato =
• nauseante =
• assordante = …………..............................................................................................…
• ritmato =
• salato =
• gradevole =
Segna con una crocetta il grado del comparativo.
Positivo Comparativo di maggioranza Comparativo di minoranza Comparativo di uguaglianza
più basso
meno sincero
largo quanto
più lungo
saporito quanto
bello
più piccolo
meno cotto
Completa le frasi contenenti gli aggettivi di grado superlativo relativo.
• è il più divertente tra i amici perché
• è la più intelligente della classe perché
• è il più forte degli animali perché
Per ogni coppia nome / aggettivo, scrivi una frase al grado superlativo assoluto.
• Luca / furbo
• Lupo / famelico
• Michela / simpatica
• Mario / spiritoso
• Flavia / bella
Scrivi delle frasi seguendo le indicazioni.
Sottolinea gli aggettivi determinativi.
• Ho comprato alcune penne blu.
• Tra pochi giorni incominceranno le vacanze.
• Vorrei una tazza di thè, la mia giornata è stata troppo stressante.
• Mi piace il tuo cappello nuovo, io ne ho tanti, ma nessuno del colore del tuo.
• Giovanni ha comprato alcuni quaderni a quadretti.
Completa la tabella degli aggettivi possessivi.
Maschile singolare Femminile singolare Maschile plurale Femminile plurale mio tua suo nostre vostri proprio altrui
Completa le frasi con QUESTO • QUELLO • CODESTO, concordandoli.
• .................... casa è molto più luminosa di in cui abitavo prima.
• notte non riuscì a dormire.
• Sono tuoi giocattoli?
• Vorrei uno di biscotti.
• Potrebbe darmi un etto di prosciutto dietro di lei?
Sottolinea di verde gli aggettivi indefiniti e di rosso il nome a cui si riferiscono.
• Ogni giorno incontro qualche macchina che mi rallenta sulla strada.
• Certe bambine sono molto vanitose.
• Laura è assente da diversi giorni, quest’anno è spesso malata.
• Luca ha qualche dubbio sulle risposte date durante la verifica.
• Tutte le scarpe che compro dopo un po’ mi fanno male ai piedi.
Osserva le foto e completa le frasi con gli aggettivi numerali.
• La pecora è già in fila.
• La mucca è entrata nella stalla.
• Il cane è il animale domestico.
• La gallina ha covato uova.
• Ci sono pulcini.
• In tutto ci sono animali nel recinto.
In ogni frase evidenzia l’aggettivo numerale, poi segna se è cardinale o ordinale.
Cardinale Ordinale
Ho comprato tre nuovi libri da leggere.
Ho vinto dieci biglie.
Ieri ho compiuto nove anni.
Mia sorella ha quattro anni meno di me.
Sono salito nel secondo vagone.
Sottolinea di rosso gli aggettivi interrogativi e di verde quelli esclamativi.
• Quale maglia preferisci?
• Che splendido tramonto!
• Quanti giorni mancano al tuo compleanno?
• Quale novità volevi dirmi?
• Che bella giornata!
• Quale attore preferisci?
• Quale onore!
• Quali amici sono venuti a trovarti?
• Quale dolce mangi più volentieri?
• Mi chiese quante sorelle avevo.
• Quanti bambini!
• Che maschera indossi?
Scrivi due frasi per ogni aggettivo, seguendo le richieste della tabella.
Esclamazione Domanda
Quale...
Quanti...
Che...
Sottolinea di rosso gli aggettivi possessivi e di blu i pronomi possessivi.
• I tuoi stivali sono di gomma, i miei di suola.
• Mangiate i vostri biscotti, i nostri sono finiti.
• La loro stanza è più grande della nostra.
• Mi presti la tua penna blu? La mia è scarica.
• Le sue zie sono molto chiacchierone, le nostre no.
Scrivi due frasi con gli aggettivi dimostrativi. •
•
Completa le frasi con l’aggettivo o il pronome dimostrativo corretti.
• Al cinema danno sempre film.
• Marica indossa vestito da due giorni.
• bambini credono di essere simpatici.
• vestito è che ho messo al mio compleanno.
• Quando comprerò le scarpe nuove butterò via vecchie.
Scrivi due frasi con i pronomi dimostrativi.
Per ogni forma scrivi una frase con la funzione di aggettivo indefinito e una con la funzione di pronome indefinito.
Pochi
Tanta
Molte
Parecchio
Sottolinea di rosso gli aggettivi numerali e di blu i pronomi numerali.
• Il quarto mese dell’anno è aprile, il quinto è maggio.
• Il quindici agosto Laura compirà dieci anni.
• Voglio bene a Silvia e Sara le mie due amiche, ma di più alla seconda.
• Il pranzo era formato da sei portate, io mi sono fermato alla terza.
• In classe quarta ci sono ventidue alunni: le femmine sono dodici, i maschi sono dieci.
• Ho compiuto nove anni due mesi fa.
• Gennaio ha trentuno giorni, novembre ne ha trenta.
Scrivi tre frasi con i pronomi numerali.
Colora di rosso gli aggettivi interrogativi ed esclamativi e di verde i pronomi interrogativi ed esclamativi.
• Quali pennelli avete adoperato?
• Chi di voi verrà in palestra?
• Quanti funghi hai racconto?
• Quanti parteciperanno alla festa?
• Che pace!
• Chi ha avuto questa idea brillante?
• A che ora dobbiamo incontraci?
• Con che treno siete arrivati?
• Chi ha terminato gli esercizi stia in silenzio!
• Che cosa voleva quella signora?
• Che cosa hai ordinato?
Completa le frasi con le forme adatte dei pronomi relativi. in cui • su cui • con i quali • con cui • alla quale • per il quale
• La città vivo è molto grande.
• La stazione siamo diretti dista molto dalla nostra casa.
• Ecco i pennarelli possiamo colorare.
• Daniele è l’amico vado in palestra.
• Ho un quaderno scrivo le poesie.
• Il motivo .................................... è arrabbiato non mi è chiaro.
Evidenzia nella filastrocca i pronomi personali, poi indica il numero e il genere.
Io bevo un caffè nella tazzina tu invece mangi una piadina egli si mette i pantaloni noi piantiamo i meloni voi giocate ad acchiapparello essi aspettano che arrivi il fratello
Completa l’esercizio scrivendo due frasi con i pronomi personali.
• Sei stato tu a prenderlo.
• A me piace il gelato.
• Tu oggi non andrai in piscina.
Sottolinea il nome a cui si riferisce il pronome personale.
• Maria è troppo arrogante, nessuno la sopporta.
• Raffaele è un bambino in gamba, lo stimo molto.
• Oggi il cielo è cupo, non lo vedevo così da settimane.
• Domani incontrerò i miei amici, è da tanto che non li vedo.
Lega il pronome al verbo, come nell’esempio.
• Leggere a lui = leggergli
• Interrogare voi =
• Parlare a lei =
• Aspettare me =
• Invitare voi =
• Aspettare noi =
• Incontrare essi =
• Guardare te =
Sostituisci il pronome relativo CHE con i pronomi IL QUALE • LA QUALE •
I QUALI
• LE QUALI.
• Ho fiducia nelle amiche, che (…..............……………
• Ho fotografato il sole che (
) non tradiscono mai.
) sorgeva.
• Il mare è pieno di pesci che ( ) nuotano.
• Ho chiamato Nina, che ( ) mi ha parlato di te.
Leggi e sottolinea i verbi e trascrivili nel riquadro.
Un giorno in una dispensa si ruppe un barattolo di miele. Le mosche accorsero subito e cominciarono a succhiare con avidità: – Uhm! Che delizia! – dicevano senza riuscire a staccarsi dal loro pasto.
Quando furono ben sazie cercarono di levarsi in volo, ma le loro zampine rimasero impigliate nel miele.
– Come faremo adesso a volare? – gridarono spaventate. Intanto dal barattolo continuava a uscire fuori il miele e quando le mosche si sentirono affogare esclamarono: –Poverette noi! Per un attimo di dolcezza perdiamo la vita. Spesso la ghiottoneria è causa di guai.
Esopo
Completa inserendo dei verbi all’infinito presente per ogni coniugazione.
1° coniugazione 2° coniugazione 3° coniugazione
Scrivi l’infinito presente di ciascun verbo, poi segna a quale coniugazione appartiene.
Infinito 1° coniugazione 2° coniugazione 3° coniugazione
Arrivereste
Ritornarono
Parlasti
Regredirono
Lavorai
Sorrisi
Ruggirebbero
Completa e scrivi sul quaderno cinque frasi con il verbo essere quando ha significato proprio e cinque quando ha la funzione di ausiliare.
MODO INDICATIVO
presente imperfetto passato remoto futuro semplice io sono io ero io fui io sarò
passato prossimo trapassato prossimo trapassato remoto futuro anteriore io sono stato io ero stato io fui stato io sarò stato
MODO CONGIUNTIVO
presente imperfetto passato trapassato che io sia che io fossi che io sia stato che io fossi stato
MODO CONDIZIONALE presente passato io sarei io sarei stato
Modo presente passato infinito essere participio stato gerundio essendo imperativo
Completa e scrivi sul quaderno cinque frasi con il verbo avere quando ha significato proprio e cinque quando ha la funzione di ausiliare.
MODO INDICATIVO
presente imperfetto passato remoto futuro semplice io ho io avevo io ebbi io avrò
passato prossimo trapassato prossimo trapassato remoto futuro anteriore io ho avuto io avevo avuto io ebbi avuto io avrò avuto
MODO CONGIUNTIVO
presente imperfetto passato trapassato che io abbia che io avessi che io abbia avuto che io avessi avuto
MODO CONDIZIONALE
presente passato io avrei io avrei avuto
Modo presente passato infinito avere participio avuto gerundio avendo imperativo
Completa la coniugazione del verbo parlare.
MODO INDICATIVO
presente imperfetto passato remoto futuro semplice io parlo io parlavo io parlai io parlerò
passato prossimo trapassato prossimo trapassato remoto futuro anteriore io ho parlato io avevo parlato io ebbi parlato io avrò parlato
MODO CONGIUNTIVO
presente imperfetto passato trapassato che io parli che io parlassi che io abbia parlato che io avessi parlato
MODO CONDIZIONALE presente passato io parlerei io avrei parlato
Modo presente passato infinito parlare participio parlato gerundio parlando imperativo
Completa la coniugazione del verbo VEDERE.
MODO INDICATIVO
presente imperfetto passato remoto futuro semplice io vedo io vedevo io vidi io vedrò
passato prossimo trapassato prossimo trapassato remoto futuro anteriore io ho visto io avevo visto io ebbi visto io avrò visto
MODO CONGIUNTIVO
presente imperfetto passato trapassato che io veda che io vedessi che io abbia visto che io avessi visto
MODO CONDIZIONALE presente passato io vedrei io avrei visto
Modo presente passato infinito vedere participio visto gerundio vedendo imperativo
Completa la coniugazione del verbo PARTIRE.
MODO INDICATIVO
presente imperfetto passato remoto futuro semplice io parto io partivo io partii io partirò
passato prossimo trapassato prossimo trapassato remoto futuro anteriore io sono partito io ero partito io fui partito io sarò partito
MODO CONGIUNTIVO
presente imperfetto passato trapassato che io parta che io partissi che io sia partito che io fossi partito
MODO CONDIZIONALE
presente passato io partirei io sarei partito
Modo presente passato infinito partire participio partito gerundio partendo imperativo
Indica il tempo semplice dei verbi, poi trasformali nel corrispondente tempo composto, come nell’esempio.
• salirò (futuro semplice) = sarò salito (futuro anteriore)
• camminava ( ) = ( )
• giocano ( ) = ( )
• salutavi ( ) = ( )
• mangia ( ) = ( )
• studieranno ( ) = ( )
• collaboravano ( ) = ( )
Sottolinea in blu i tempi semplici e in rosso quelli composti e analizzali sul quaderno.
• Sono tornato da scuola con un forte mal di testa.
• Domani partirò per la montagna.
• I miei amici hanno vinto la partita.
• Ti avevo parlato di lui, vero?
• L’anno scorso Gianni perse lo zaino.
• Andrò alla festa di compleanno dei nonni.
• I miei amici hanno organizzato una festa.
• Il gatto aveva cominciato a miagolare.
Trascrivi i verbi nella colonna giusta. avranno saputo / giocano / aggiustavano / ho lavorato / vincerai / ero andato / dormi scriverete / avranno abbaiato / mangiano / leggono / avevi sudato / poltriva / avrà telefonato/ avrete annusato / avevano nuotato / sono andato / ha visto / beveva avevo cotto / miagoleranno / hanno sognato / guarderà / segnarono
Presente Passato Imperfetto Trapassato Futuro semplice Futuro anteriore
Completa le frasi con il VERBO ESSERE o AVERE coniugato al congiuntivo.
• Credo che non possibile cambiare il suo modo di fare.
• Luca pensa che noi tanto tempo per pensarci.
• Pensi che io non una scelta?
• Dubito che Erica qui!
• È probabile che voi troppo buoni con lei in passato.
• Piange ancora! Credo che ancora fame!
Inserisci i verbi al congiuntivo presente.
• Sto cucinando un buon piatto di spaghetti, nonostante non (avere) tutti gli ingredienti.
• Spero che tu (volere) ripetere ancora una volta.
• Non credo che Martina (arrivare)
• Paolo gioca in cortile nonostante (fare) molto caldo.
Sottolinea solamente le voci verbali espresse al congiuntivo.
avrò letto / siate spariti / fummo puniti / hai nuotato / amassi / abbiano aperto / avessi perso / giocò / abbia cantato / avesse scritto / impariate / avessimo lodato / crediate
Scrivi due frasi al congiuntivo presente e passato utilizzando i verbi dati.
Congiuntivo presente Congiuntivo passato
suggerire
capire
cucinare
riordinare
lavorare
scrivere
Inserisci il VERBO ESSERE o AVERE al tempo presente del modo condizionale.
• Se lo avessi fatto io, soddisfatta.
• Cinzia una brava alunna se studiasse di più.
• Non lo mai detto.
• bisogno di un altro bicchiere d’acqua, per favore.
• Loro a calcio in cinque, ma il campo è da quattro.
Inserisci il VERBO ESSERE o AVERE al tempo passato del modo condizionale.
• Se fossi partito prima da casa tutto più semplice.
• Loro tranquilli al mio posto?
• I miei genitori contenti se avessi studiato giurisprudenza.
• Mia nonna contenta di vedermi crescere.
• più tempo per studiare, se non fossi andato a giocare in cortile.
Completa la tabella nei tempi richiesti del modo condizionale.
Condizionale presente Condizionale passato correre spegnere cucinare leggere Scrivi delle frasi utilizzando prima il condizionale presente e poi il condizionale passato dei verbi dati.
Mangiare Rispondere
Amare
Trasforma le frasi passando dal condizionale all’imperativo.
• Mi daresti una mano a finire? =
• Chiuderesti la porta, per favore? =
• Mi aiuteresti a portare le buste della spesa? =
• Mi leggeresti una favola? =
• Mi prepareresti un panino? =
• Porteresti giù il cane? =
Scrivi un divieto e un comando, usando l’imperativo.
• Divieto:
• Comando:
Scrivi l’infinito presente dei seguenti verbi.
• giocassimo =
• seguiremmo =
• abiteremo =
• sosteremmo =
• progettassimo =
• infranto =
• gestiranno =
• parlassimo =
Trasforma dall’infinito presente all’infinito passato.
• aiutare =
• mangiare =
• guardare =
• suonare =
• completare =
• sognare =
• tradurre =
• dipingere =
Sottolinea i verbi all’interno delle frasi, poi trasformali all’infinito presente.
• Luca sta chiacchierando da ore a telefono.
• Ho letto un libro di centottanta pagine in tre giorni.
• Mangerei volentieri una mela.
• Stai guardando un film?
Sottolinea di rosso i verbi al participio presente e di blu quelli al participio passato.
• Sei una persona davvero indisponente.
• Aver guadagnato molti consensi non lo ha aiutato.
• Vorrei una bibita dissetante.
• Sento di aver mangiato molto.
Segna se il participio viene utilizzato come nome, come aggettivo o come verbo.
Nome Aggettivo Verbo
Il cantante ha registrato la sua nuova canzone.
Questa notizia è davvero stupefacente!
Il mio lavoro è finito.
L’insegnante di religione è assente.
Il film era troppo divertente.
Aggiungi il gerundio presente nelle seguenti frasi.
• (leggere) quel libro ho scoperto tante cose che non sapevo.
• Solo (studiare) potrai ottenere dei risultati.
• (giocare) con te mi sono divertito.
• (temperare) troppo i colori, si rischia di spezzare la punta.
• Si addormentò (guardare) la televisione.
Trasforma il gerundio presente in gerundio passato.
• ballando =
• saltellando =
• ridendo =
• mangiando =
• correndo =
• gridando =
Scrivi delle frasi utilizzando prima il condizionale presente e poi il condizionale passato dei verbi dati.
Salutare
Giocare
Unisci le parole di ogni fase con e • o • anzi • ma • né...né • perché • perciò.
• Marcella Lucrezia sono amiche da tanti anni, non hanno mai litigato.
• Marco è veloce nella corsa, velocissimo.
• Non voglio mangiare carne pesce, mi basta un’insalata.
• Vuoi leggere un libro colorare?
• Sono molto stanco stanchissimo, mi stenderò sul divano dormirò.
• La scuola mi piace imparo molte cose.
• Mi piacerebbe giocare a calcio oggi non posso!
• Ho finito i compiti posso andare a giocare con le amiche in cortile.
Unisci le frasi utilizzando perché • perciò • se • né.
• Tonerò a casa per pranzo. Riuscirò a prendere in tempo il treno.
• Voglio parlare con Luca. Luca non ha capito cosa volevo dirgli.
• Mi piace giocare con te. Vengo spesso a chiamarti per andare in cortile.
• Non ho sonno. Non ho fame.
Completa la frase con le diverse congiunzioni possibili.
Chiara fece il bagno perché nonostante poiché
Luca si sbucciò un ginocchio perché sebbene ma Il
Inserisci gli avverbi in tabella.
molto • probabilmente • non • domani • sì • bene • vicino • ieri • troppo • poco qui • lentamente • certo • forse • nemmeno • no
Avverbi di luogo Avverbi di modo Avverbi di tempo
Avverbi di quantità Avverbi di negazione, dubbio, affermazione
Sottolinea gli avverbi.
• Nicola mangia svogliatamente la pastina.
• Abbiamo camminato abbastanza, torniamo .
• Ti ho aspettato parecchio accanto all’edicola.
• Forse domani andrò in pizzeria con i miei cugini.
• Arrivo subito.
• Mi piace molto giocare con la palla.
• Luca scrive velocemente seminando errori.
• Probabilmente verrò a trovarti.
• Ci siamo divertiti parecchio alla festa.
• Nevicò fittamente per due ore.
• Hai sicuramente ragione.
• Lia mi ha detto di no.
• Nel giardino dei nonni c’erano dappertutto fiori colorati.
• Sto bene con gli amici.
• Ho letto molto durante le vacanze natalizie.
Sottolinea gli avverbi presenti nel brano, poi scrivi di quali si tratta.
Ieri sono andato giù in cortile e ho trovato il mio amico Giulio. Stavamo giocando a palla, quando improvvisamente è scoppiato un temporale. Ci siamo rifugiati sotto la tettoia del portone. Purtroppo la corrente era andata via, quindi non potevamo citofonare per tornare su a casa. Abbiamo aspettato parecchio tempo, poi per fortuna è arrivato papà e siamo tornati a casa.
Scrivi delle frasi con gli avverbi indicati.
Avverbi di luogo
Avverbi di modo
Avverbi di tempo
Avverbi di quantità Avverbi di negazione, dubbio, affermazione
Completa le frasi con l’avverbio adeguato.
• Gli uccellini volavano fra i rami del ciliegio.
• Il gatto si acciambella sul divano e fa le fusa.
• apparve il sole tra le nuvolette.
• partirò per Roma.
• Sono arrivata
• Chiara si è comportata con me
• Ho visto Mattia correre verso casa.
• Non lo dimenticherò
• Trascorrerò le vacanze in montagna con i nonni e gli zii.
• Ho studiato ed ora sono stanca.
Inserisci l’esclamazione esatta tra: OH!, AHI!, UFFA!, AH!, OHI!, OHIBÒ!
• Non mi aspettavo di vederti.
• Che male al piede.
• Mi sono morso la lingua.
• Che fantastico tramonto.
• Questo film è davvero noioso.
• Che bel venticello.
• Questa è la quarta fetta di torta che mangio.
• Non pensavo andasse a finire così.
Scrivi una frase per ognuna delle esclamazioni.
• Oh! =
• Ahi! =
• Ahimè! = .................................................................................................................................................
• Uffa! =
• Ah! =
• Ohi! =
• Ohibò! =
Scrivi dieci frasi con le esclamazioni scritte di seguito.
Evviva! Ohè! Ahi! Ehi! Orsù! Dai! Ciao! Urrà! Addio! Uffà!
Scrivi l’articolo determinativo o indeterminativo adatto.
• Ho mangiato arancia dopo aver finito compiti.
• Passami penna blu, devo mettere firma.
• Vorrei caffè e cornetto.
• mio amico Paolo ha bici nuova.
• …..... televisore è rotto e non riesco a vedere …..... mio programma preferito.
Scrivi dieci nomi composti.
Colora di rosso i nomi concreti, di verde i nomi astratti e di blu i nomi collettivi.
pace vita bambina libertà squadriglia
violetta serenità vigneto astuzia stormo
carota albero odio folla rosa
Segna di che tipo di nome si tratta, mettendo una X.
Nome primitivo Nome derivato Nome alterato
occhio
donnona salumiere
vocina gattino mano
Cerchia di rosso gli aggettivi e di blu i pronomi.
• Mio nonno è un uomo mattiniero.
• La villa era circondata da alberi alti e ombrosi.
• Io e Valeria frequentiamo gli stessi amici.
• Ho scelto queste scarpe e non quelle.
• Ho incontrato tuo fratello che mi ha parlato dei vostri progetti.
• Il mio zaino è più capiente del tuo.
• Ho acquistato questa rivista in quell’edicola laggiù.
Indica di quale pronome si tratta. Metti una crocetta per ogni riga.
Pron. personale Pron. possessivo Pron. dimostrativo Loro arriveranno domani.
Quella penna è tua.
Mi hanno cercato?
Ho sentito parlare poco di te.
Queste sono tutte bugie.
Le ho già detto tutto.
Le foto esposte sono tutte mie.
Coniuga i verbi seguendo il comando.
gioire (passato remoto, 2 a persona plurale)
cantare (trapassato prossimo, 3 a persona plurale)
saltare (presente indicativo, 1 a persona plurale)
recitare (futuro semplice, 2 a persona singolare)
leggere (imperfetto indicativo, 1 a persona singolare)
suonare (futuro anteriore, 2 a persona plurale)
giocare (passato remoto, 1 a persona plurale)
amare (futuro semplice, 3 a persona singolare)
sorridere (trapassato prossimo, 1 a persona singolare)
cucire (passato prossimo, 3 a persona plurale)
Metti una crocetta per ogni riga.
Classe 5a
LETTURE 5 �� pag. 200
Jessi e il fratello Andrea appena arrivano con i genitori alla piccola pensione scoprono che erano attesi per il giorno dopo. Viene trovata una camera per i genitori; i bambini dormiranno nella camera di Ferdi, il figlio dei padroni.
Jessi è distesa sul divano e non riesce a dormire. Andrea invece sì. È appena andato a letto, ma sta già russando.
Jessi sente un fruscìo da qualche parte, probabilmente proviene da quello strano armadio a muro vicino alla finestra, direttamente a filo con il pavimento.
«Forse ci sono i topi» pensa Jessi facendosi venire la pelle d’oca. È notte. Dalla finestra entra la luce della luna. Il suo chiarore pallido e smorto dà un aspetto sinistro alla camera come in un castello dei fantasmi.
Quando sente di nuovo il fruscìo, Jessi chiude gli occhi. Andrea ha smesso di russare purtroppo.
Improvvisamente Jessi si sente molto sola. Si infilerebbe volentieri nel letto del fratello, ma per far ciò dovrebbe riaprire gli occhi. Si sente cigolare la porta. Ora Jessi deve per forza aprire gli occhi. Spaventata si porta una mano alla bocca. La porta si apre muovendosi lentamente.
«I fantasmi non esistono» pensa Jessi. «Solo nei libri. Almeno così dice la mamma».
Una figura pallida cammina di soppiatto per la camera, avvolta in una veste fluttuante.
Jessi trattiene il fiato.
Ad un tratto la luce lunare cade sulla testa della figura e Jessi può tornare a respirare. Macché fantasma! È Ferdi. E la veste fluttuante è una camicia da notte. Jessi si trattiene a fatica dal ridere. Un ragazzo con la camicia da notte lo si trova solo da queste parti.
M. PresslerQuando Galileo, osservando le oscillazioni del pendolo, fece la grande scoperta, per prima cosa andò a corte a dar la notizia al Granduca.
– Eccellenza, – gli disse – ho scoperto che il mondo si muove.
– Ma davvero? – fece il granduca, meravigliato e anche un po’ allarmato. – E come l’avete scoperto?
– Col pendolo.
– Accidenti! Colpendolo con che cosa?
– Come, con che cosa? Col pendolo e basta. Non c’era nient’altro quando ho fatto la scoperta.
– Ho capito. Ma colpendolo con che cosa? Con un oggetto? Con un’arma? Con la mano?
– Col pendolo, soltanto col pendolo.
– Benedetto uomo ho capito. Avete scoperto il mondo che si muove colpendolo. Cioè che si muove quando lo si colpisce. Bisogna vedere con che cosa lo si colpisce. Non potete averlo colpito con niente. E ci vuole un bell’aggeggio per colpire il mondo in modo da farlo muovere.
Il grande astronomo e matematico si mise a ridere di cuore.
– Eccellenza, – disse – col pendolo ho scoperto che il mondo si muove. L’ho scoperto col pendolo.
– Colpendo il mondo. Ho capito.
– Ma non colpendolo. Col pendolo! Insomma, per chiarire l’equivoco, Galileo dovette scriverglielo su un pezzo di carta.
Un giorno arrivò alla nostra locanda un vecchio marinaio che si trascinava dietro, sopra una carriola, una vecchia cassetta. Appena arrivato, ci disse che potevamo chiamarlo “Capitano” e nei giorni seguenti non parlò quasi mai.
Un giorno però arrivò un forestiero, con il quale il Capitano cominciò una lite furibonda. Alla fine, il forestiero fuggì: io trovai il Capitano lungo disteso per terra.
Per fortuna, arrivò il mio amico, il dottor Livesey, e constatò che non era ferito, così lo lasciammo solo a riposare.
Verso mezzogiorno mi recai dal Capitano con le medicine che il dottore aveva ordinato. Egli tentò di alzarsi, senza successo; prima rimase in silenzio, poi mi confessò che alcuni uomini volevano la sua cassetta da marinaio dove era custodito un segreto molto importante. Mi fece giurare che se lui fosse morto avrei impedito in ogni modo che quegli uomini se ne impossessassero.
Qualche giorno dopo il Capitano morì improvvisamente, io presi la chiave che portava al collo e aprii la cassetta: sul fondo c’era un pacchetto di tela cerata, lo presi e corsi a raccontare tutto a mia madre.
Decidemmo di andare subito dal Dottor Livesey per chiedergli un consiglio. Ci dissero che era a cena dal Cavaliere e lì lo raggiungemmo. Aprimmo la cassetta e vi trovammo la pianta di un’isola con tutte le informazioni necessarie per raggiungerla. Sopra di essa c’erano tre croci segnate in inchiostro rosso. Accanto a quella segnata a sud-ovest c’era scritto: IL
GROSSO TESORO STA QUI!
Fu deciso di partire al più presto.
La mia impazienza faceva galoppare la fantasia e mi sembrava, in certi momenti, di essere ormai sull’isola del tesoro.
LETTURE 5 �� pag. 203
Sobbalzai.
In un primo momento, pensai che qualcuno mi stesse spiando. Poi mi resi conto che a proiettare l’ombra era un pupazzo di neve. Lo osservai. I rami che fungevano da braccia, uno alzato e l’altro disteso orizzontalmente, erano lunghi, esili e inquietanti.
Superai l’ombra e attraversai la strada. Incrociai un’altra ombra. Ancora un pupazzo di neve. Identico al precedente. Le ombre di tanti pupazzi di neve si incrociarono lungo la via.
A un tratto ebbi l’impressione di camminare in un mondo in bianco e nero fatto di teste scure, sciarpe svolazzanti e braccia secche come rami che oscillavano in un saluto spaventoso.
Perché c’erano così tanti pupazzi di neve? Perché la gente del villaggio li faceva tutti uguali?
Un altro gemito mi fece sollevare lo sguardo dalle lunghe ombre che si incrociavano sulla neve. Sembrava provenire da vicino ed era decisamente umano!
Un brivido di terrore mi corse lungo la schiena. “È ora di rientrare”, pensai. I battiti del mio cuore stavano accelerando.
Allungai il passo e, china nel vento che aveva incominciato a soffiare, tornai verso casa. Quando vidi l’ennesimo pupazzo di neve in un vialetto, mi bloccai.
C’era qualcosa di molto strano in quel pupazzo. Sobbalzai.
– Noooo! – gridai sconvolta.
Il pupazzo di neve annuiva! Annuiva veramente!
D’un tratto la testa rotolò giù dal corpo del pupazzo e si spaccò con un tonfo.
Mi resi conto che era stato il vento a muovere la testa sfregiata e poi a farla cadere dal corpo.
R. Stine, Il mistero della caverna di ghiaccio, Mondadori
Entrando nella mia stanza a grandi passi Holmes esclamò:
– Ah, mio caro Watson, sono proprio felice di vederla. Noto che lei non è stato bene in quest’ultimo periodo. I raffreddori d’estate sono sempre molto noiosi.
– Infatti sono stato costretto a rimanere a casa per ben tre giorni, ma credevo di essere perfettamente guarito.
– È vero. Lei ha l’aria di stare benone.
– Come ha fatto a capire che sono stato raffreddato?
– Mio caro amico, lei conosce i miei sistemi.
L’ho dedotto dalle sue pantofole.
Mi guardai istintivamente le nuove pantofole di vernice che avevo indossato.
– Come hai fatto? – incominciai.
Senza lasciarmi finire Holmes rispose:
– Le sue pantofole sono nuove: non può averle acquistate che da poche settimane, eppure le suole sono leggermente bruciacchiate. Per un attimo ho pensato che lei le avesse bagnate e successivamente bruciate nell’asciugarle.
Ma vicino all’incollatura ho notato un piccolo disco circolare di carta con impressa l’etichetta del venditore. Ora l’umidità avrebbe certamente fatto staccare questa etichetta.
Perciò ho dedotto che lei è rimasto seduto con i piedi allungati vicino al fuoco, cosa che difficilmente farebbe chiunque, durante il mese di giugno, se la sua salute fosse perfetta.
Come sempre, quando Holmes ragionava e spiegava i suoi metodi, la cosa mi apparve di una straordinaria semplicità.
Fortunato e il figlio Marco, con un cucciolo di leone di nome Fulvo, attraversano un bosco e incontrano un gruppo di uomini armati di lance e frecce con una muta di cani…
Fortunato vide il terrore sulle facce degli uomini armati e cercò di tranquillizzarli. –È un leone, ma non vi farà alcun male!
Un uomo scese da cavallo e si avvicinò incuriosito al leone. Il liberto Tito Flavio balzò subito da sella. – Non avvicinatevi principe, può essere pericoloso!
Fortunato sbarrò gli occhi per la meraviglia: quell’uomo piccolo e grassoccio era l’Imperatore? Poi tutto accadde in un attimo.
Nella piccola radura sbucò un toro nero, gigantesco che arrivava al galoppo, puntando dritto sul mantello color porpora dell’Imperatore.
Marco cominciò ad avanzare nella piccola radura, mettendosi proprio tra
l’Imperatore e il toro. Fortunato sentì un violento strattone al braccio. Fulvo si era liberato. Con due balzi il leone si portò di lato al toro e lo azzannò alla gola. Il bestione ferito emise un forte muggito, si piegò su se stesso finendo nella polvere proprio ai piedi di Marco e dell’Imperatore.
Gli uomini lo finirono con le loro lance.
L’imperatore disse: – Hai un figlio coraggioso! Si è messo davanti a un toro per salvare il suo Imperatore! Inoltre direi che anche il tuo leone merita un premio!
Chiedi quello che vuoi e potrai ottenerlo!
Fortunato non ci pensò neppure un attimo.
– Voglio che mio figlio possa studiare in una scuola pubblica!
– Non si può dire che sei un uomo avido! Ti accontenteremo senz’altro!
Poi si ricordò del leone. – E per lui che cosa chiedi?
L’uomo sorrise: era proprio la sua giornata fortunata. – Voglio carne e cibo in abbondanza per mantenerlo!
Una sera Marco sentì il cane abbaiare e si ricordò che era solo in casa.
Bibo abbaiava forte, Marco aprì la finestra e guardò fuori.
Vide una zampa dai grandi unghioni agitarsi nella sua direzione e una bocca aprirsi mostrando delle zanne spaventose.
Quella specie di grande orso si diresse verso la finestra, mentre una voce forte e rauca diceva:
– Salute terrestre! Vengo dalle stelle e vengo in pace!
A Marco mancò il fiato. Lo fissò e notò due cornetti verdi e sottili sulla fronte. La curiosità fu più grande della paura, così domandò: – Com’è che parli?
– Parlo perché ho studiato la tua lingua apposta per questo viaggio. Il mio nome è Ursinox.
Marco decise di essere gentile, corse in cucina a prendere un barattolo di miele e l’offrì alla strana creatura.
Ursinox si avvicinò, guardò con curiosità il barattolo poi chiese: – È il tuo dono per l’ospite venuto da lontano?
– Mangia, è buono! – lo incoraggiò Marco – prendi il cucchiaio e mettilo in bocca!
– Io sono Ursinox e spero che tu non sia un avvelenatore! – gli rispose l’ospite guardandolo dritto negli occhi.
Marco intinse un dito nel miele e lo leccò per mostrare che non c’era pericolo. Ursinox annusò il cucchiaio. Il profumo lo fece rabbrividire e, senza più trattenersi, lo succhiò finché non lo ebbe ripulito per bene. Chiuse gli occhi per il piacere, le orecchie gli vibravano visibilmente per quel meraviglioso cibo liquido che sapeva di fiori. Poi guardò Marco ed esclamò:
Grazie per avermi accolto con un regalo!
C. Lastrego e F. Testa, Ursinox l’extraterrestre, Mondadori
Sam è stato rapito dallo spietato Odoursin e dalle Forze Oscure per portare a termine il loro programma letale contro la Terra.
– Sam – sussurrò una voce – Sam mi senti?
Sam stentava a crederci. Era la voce di una ragazzina, forse della sua età.
– Sì, ti sento. Dove sei?
– Nella cella accanto – rispose la voce.
– Chi sei?
– Mi chiamo Skipper. Ti stavo aspettando.
– Forse mi confondi con un altro, – le disse. – Io mi chiamo Sam Palmer, e tutto questo è frutto di un terribile errore.
– So bene chi sei – replicò la ragazzina – perciò sono venuta ad aiutarti. Guarda il cielo!
Sam appoggiò la schiena alla porta e prese la rincorsa saltando verso la finestra, sollevandosi aggrappato alle sbarre.
Guardò il cielo, ma non vide altro che nuvoloni scuri che gettavano ombre sul paesaggio.
“È già notte” pensò e, lasciandosi cadere a terra, sprofondò in un sonno agitato. Quando si svegliò, la cella era buia. Dalla finestra filtrava un bagliore azzurro.
Saltò nuovamente verso la finestra e volse lo sguardo all’orizzonte e percepì una travolgente sensazione di pericolo: vide appena sopra la linea dell’orizzonte due lune, una rossa e una verde. Una terza, celeste, stava sorgendo sopra le cime degli alberi. Era lo spettacolo più sconvolgente e meraviglioso che avesse mai visto. Un mondo diverso.
S. Voake, Le tre lune di Aurobon, Mondadori
Un’idea mi ronzava in testa già da tempo: volevo che Daniele mi portasse alla palude bianca. – Ma com’è questa palude? – gli chiedevo.
È un posto squallido, perché ci vuoi andare?
Daniele temporeggiava.
Una mattina che insistevo più del solito, Daniele sbottò di malavoglia: – Vuoi andarci? Vieni!
Si incamminò veloce senza più parlare. Stentavo a stargli dietro. Ci inerpicammo fra rocce e sassi: per poter raggiungere il versante opposto dell’isola dovevamo superare un monte. Ci vollero due ore per scalarlo.
Quando fummo in cima, col vulcano alle spalle, rimasi senza fiato. Di fronte a noi si dispiegava tutta una valle di terra rossa e arida. Al di là della valle e tutto intorno, strani rilievi rocciosi si ergevano contro il cielo come dorsi di dinosauri.
Proprio alle pendici di questi rilievi tormentati giaceva la palude.
Non c’era vegetazione lungo gli argini della palude, né un giunco, né un albero che sporgesse i suoi rami in acqua: niente mitigava la gelida immobilità del paesaggio. Rimanemmo in piedi sulla riva fangosa a osservare in silenzio. Non un ronzio di insetto, non un salto di ranocchio.
Quest’acqua puzza come il fiato di un ippopotamo moribondo – osservai. Come al solito ero a corto di paragoni veramente efficaci. Quell’acqua puzzava più di qualsiasi cosa riuscissi ad immaginare.
S. Gandolfi, L’isola del tempo perso, Salani
Il pomeriggio distratto si vestiva di freddo. Dietro i vetri offuscati i bambini, tutti insieme, vedono un albero giallo tramutarsi in uccello.
Il pomeriggio si stende sulle rive del fiume.
E un rossore di mela si dondola sui tetti.
F. García Lorca, Tutte le poesie, Rizzoli
LETTURE 5 �� pag. 209
Gli acquedotti vennero ideati a Roma a partire dal V sec. a.C. perché ormai la fornitura idrica, che fino ad allora si affidava al Tevere o ai pozzi, non era più sufficiente. Roma si stava trasformando nella più grande metropoli di tutta l’antichità, quindi si decise di costruire un acquedotto che collegasse una sorgente e portasse l’acqua fresca in città.
Il primo acquedotto fu l’Aqua Appia costruito nel 312 a.C. per volere del console Appio Mario.
Con il passare degli anni ne vennero costruiti altri di maggiore portata. In totale c’erano ventiquattro acquedotti, che trasportavano ogni giorno nell’Urbe più di un milione di metri cubi d’acqua percorrendo in totale oltre 400 km di condutture. Dietro la costruzione di un acquedotto ci sono tutta una serie di problematiche, che gli ingegneri romani hanno saputo perfettamente risolvere. L’acqua non si sposta da sola! È necessario un “motore”, e gli ingegneri romani ne trovarono uno veramente autonomo: cioè la forza di gravità.
Essi avevano intuito che sarebbe stato sufficiente dare una certa pendenza all’acquedotto e mantenerla per tutto il tragitto, poi la forza di gravità avrebbe fatto tutto il resto: capirono che una inclinazione del 25%, in media un metro di pendenza ogni chilometro, avrebbe fatto scorrere l’acqua senza problemi fino alla città. Era inoltre necessario saper scegliere la sorgente giusta, in modo da far defluire una giusta quantità d’acqua tutto l’anno senza periodi di secca e periodi di piena. Talvolta la conduttura doveva superare fiumi o pianure ed era quindi necessario costruire una struttura di sostegno a volte a due o tre piani sovrapposti. Uno degli esempi più famosi è il ponte-acquedotto sul fiume Gard nell’attuale Francia, che riforniva la città di Nemasus, l’odierna Nimes.
Imperium Romanum
Io in città vado solo in bicicletta. Non uso mai la bicicletta per il cosiddetto sport. Secondo me è assurdo sprecare fiato per pedalare la domenica mattina, e poi magari tutta la settimana andare in macchina in ufficio.
Molto meglio andare al lavoro in bicicletta e, magari la domenica, spostarsi in macchina. Insomma la bicicletta va usata come mezzo di trasporto.
Si dice che in città ci sono molte salite, come a Roma, che si respira un’aria pessima, inquinata dalle auto, che c’è pericolo di farsi travolgere.
La mia esperienza ultradecennale di ciclista metropolitano dice invece che:
1. Per le salite basta un buon cambio (ce ne sono di ottimi).
2. Per quanto riguarda l’inquinamento non è che l’aria che si respira in macchina sia migliore. Inoltre, oggi, le zone pedonali chiuse al traffico sono diffuse, soprattutto nelle città.
3. L’utilizzo delle piste ciclabili riduce il rischio di incorrere nei pericoli del traffico. Insomma con la bicicletta non si appesantisce il traffico, non si inquina, si arriva sempre puntuali. La bicicletta fa bene e ci fa sentire indipendenti e allegri.
F. Pratesi, Ecologia domestica
La seguente griglia vuole essere uno strumento utile per l’osservazione sistematica degli alunni durante i laboratori di ascolto, per verificare le capacità di ascolto e comprensione. Ogni docente potrà poi stabilire se associare una valutazione sommativa alle verifiche o tenerne conto all’interno di un processo più complesso e articolato di valutazione formativa.
NOME ALUNNO
Ascolta in modo discontinuo e con brevi tempi di attenzione. Comprende in modo confuso e frammentario, anche se guidato.
Ascolta in modo discontinuo, comprende le informazioni essenziali, anche con l’aiuto di domande di stimolo.
Ascolta con sufficiente attenzione e comprende in modo autonomo le informazioni essenziali.
Ascolta con attenzione prolungata e comprende in modo autonomo, corretto e sicuro le informazioni.
Presta attenzione per tempi prolungati, comprende in modo articolato, approfondito e complesso.
Riassumi ogni sequenza con una frase. Di fronte al piccolo porto di Luino sul lago Maggiore sorge l’antica Casa Zanella, nella quale sono nato io molti anni fa.
Verso i dieci anni la mia attenzione fu attirata da vignette e fotografie con palloni trascinati dal vento o paracadute sospesi nel vuoto, che suggerivano la semplice e sicura meccanica dell’ombrello. Incominciai con l’appropriarmi dell’ombrello e col portarlo al sicuro in soffitta. A occhio giudicai che sarebbe bastato a tenermi in aria. Comunque, per prudenza e anche per conferire un migliore aspetto alla mia macchina volante, decisi di legare, al momento del lancio, un palloncino gonfiato a ognuna delle sette capocchiette che sporgevano dal telo dell’ombrello.
Non potevo stabilire per il mio esperimento che un mercoledì, giorno di vacanza dalla scuola e anche giorno di mercato. Se il mio paracadute avesse tenuto bene avrei potuto raggiungere il centro della piazza, ma nel caso che la mia discesa fosse avvenuta troppo rapidamente, sarei finito sul telone del banco sottostante senza alcun danno.
Il mercoledì giusto, si presentò dopo due o tre settimane di pioggia. Verso le undici del mattino comperai sette palloncini.
Senza farmi notare dai miei li portai in soffitta, dove aprii l’ombrello, controllai gli spaghi e mi accertai che il manico al quale dovevo appendermi fosse ben saldo. Uscii sul tetto attraverso un abbaino e dopo aver attaccato i palloncini alla punta delle bacchette, alzai per prova l’ombrello.
Sotto il portico del Caffè Clerici i miei compagni aspettavano in silenzio, guardando tutti in gruppo verso il tetto. Ma fu un venditore ambulante a dare l’allarme, alzando gli occhi al cielo mi vide sull’orlo del tetto con l’ombrellone in mano e urlò:
– Guardate quel ragazzo!
– Fermo, fermo! – gridava la gente.
Capii che presto qualcuno sarebbe balzato fuori dall’abbaino per afferrarmi. Così spiccai un gran salto e mi trovai nel vuoto.
Non potrei dire quanto rimasi in aria, ma si trattò certo di non molti secondi, durante i quali non vidi nulla. Sentii soltanto, al momento in cui mi staccai dal tetto che dalla folla si levava un grido.
Sentii poi il molle abbraccio del telone steso sopra il banco del rigattiere e subito dopo, quando il telone cedette, l’urto, sul piano del banco che sfondai, mandando all’aria pettini, specchietti, spazzole, scatole di spille e di bottoni.
Appena mi vidi in piedi sano e salvo, presi la corsa in direzione del porto.
Rispondi con una x.
• I fatti sono:
⃞ possibili
⃞ impossibili nella realtà
• I fatti si svolgono in un luogo:
⃞ definito
⃞ indefinito
• I fatti si svolgono in un tempo:
⃞ definito
⃞ indefinito
Fu nell’estate dei suoi dodici anni che Peter cominciò a notare quanto fossero diversi il mondo dei grandi e quello dei bambini. Non sarebbe esatto dire che i genitori non si divertivano mai. Per esempio, anche loro facevano il bagno, ma non rimanevano in acqua per più di venti minuti. Anche loro facevano qualche partita di pallavolo ma della durata di mezz’ora al massimo. Certe volte li si poteva persino convincere a costruire un enorme castello di sabbia, ma si trattava sempre di occasioni speciali.
La verità era che tutti i grandi, alla minima opportunità, preferivano sprofondare in una delle tre tipiche attività da spiaggia: stare seduti a chiacchierare, leggere libri e giornali o dormicchiare. Se decidevano di fare un po’ di movimento, ammesso che lo si voglia così definire, era solo per dedicarsi a passeggiate, tanto interminabili quanto noiose, che si riducevano a pretesti per continuare a chiacchierare.
Peter aveva notato che i grandi, quasi tutti, non erano in grado di cominciare sereni una nuova giornata se prima non erano andati a comperare il giornale e a leggerlo bevendo un caffè.
Invece Peter e i suoi amici scorrazzavano per la spiaggia, rincorrendosi, nascondendosi, ingaggiando battaglie e invasioni tra navi di pirati e alieni di altri pianeti. Con la sabbia costruivano dighe, canali, fortini e zoo acquatici.
Peter e gli altri bambini più grandi inventavano storie tremende e le spacciavano per vere, per far paura ai più piccoli: poteva trattarsi di mostri marini muniti di orrendi tentacoli che, strisciando fuori del mare, acciuffavano i bimbi per le caviglie e li trascinavano in fondo agli abissi.
Una sera, dopo cena, Peter litigò con un amico, che si chiamava Henry. A scatenare la lite era stato un pezzo di cioccolato ma, ben presto, la cosa si trasformò in uno sfogo di insulti reciproci. Per chissà quale ragione tutti gli altri, fatta eccezione, ovviamente, per sua sorella Kate, si schierarono dalla parte di Henry. Allora Peter gettò il pezzo di cioccolato per terra, in mezzo alla sabbia, e andò via tutto solo.
All’improvviso comprese qualcosa di ovvio e terribile: un giorno o l’altro avrebbe lasciato il gruppo, che scorrazzava sfrenato lungo la spiaggia, per unirsi a quello di chi restava seduto a parlare.
Questi pensieri gli pesavano sul cuore quella sera quando decise di andare a dormire. Non si poteva certo definirli pensieri felici.
Chi avrebbe potuto rallegrarsi alla prospettiva di una vita trascorsa stando seduti a parlare? O facendo commissioni e andando a lavorare? Senza giocare mai, senza mai divertirsi sul serio? Un giorno o l’altro sarebbe stata una persona completamente diversa.
Rispondi con una X.
• È un racconto:
⃞ realistico
⃞ fantastico
• È scritto:
⃞ in prima persona
⃞ in terza persona
• Il tempo del racconto è: ⃞ definito ⃞ indefinito
Rispondi alle domande.
• Dove è ambientata la storia?
• Chi è il protagonista?
• Quanti anni ha?
• Come si divertivano gli adulti?
• Come si divertivano Peter e i suoi amici?
• Cosa comprese Peter dopo la lite con il suo amico Henry?
• Cosa provò?
Per parecchio tempo mamma ci aveva molto invidiato le nostre nuotate, ma, come ci faceva notare quando le dicevamo di venire con noi, era troppo vecchia per quel genere di cose.
Finalmente, però, cedendo alle nostre insistenze, fece una scappata in città e tornò alla villa portando un misterioso pacchetto.
Quando l’aprì ci lasciò tutti sbalorditi mostrandoci uno straordinario indumento di stoffa nera coperto da cima a fondo di gale, balze e piegoline.
– Bé, che cosa ne pensate? – disse la mamma.
– Che cos’è? – domandò infine Larry.
È un costume da bagno, naturalmente.
– A che servono tutte quelle gale e quei fronzoli? – domandò Larry.
– Ma insomma, sono per ornamento – disse mamma indignata.
– Mamma, è atroce! – disse Margot. – Perché non hai preso un costume un po’ più moderno?
– Quando si arriva alla mia età, cara, non si può andare in giro con il due pezzi…
Nonostante tutte le opposizioni mamma si tenne quel costume da bagno che sembrava una tenda, e alla fine ci arrendemmo. Per festeggiare il suo primo contatto col mare, decidemmo di fare un pic-nic giù alla baia.
Tra grandi acclamazioni, mamma si tolse la vestaglia e apparve in tutto il suo splendore, avvolta nel suo costume da bagno. Roger, il nostro cane, si comportò molto bene finché non vide la mamma entrare in acqua. Allora diventò frenetico. Probabilmente era convinto che quel costume fosse chi sa quale mostro marino che aveva avviluppato la mamma e adesso la stava trascinando in mare. Abbaiando come un forsennato partì alla riscossa, addentò una delle gale e tirò con tutta la sua forza per riportare mamma in salvo. Mamma si sentì tirare improvvisamente all’indietro. Gettando un grido perse l’equilibrio e piombò a sedere in mezzo metro d’acqua, mentre Roger tirava così forte che riuscì a strappare un bel pezzo di gala. Esultante nel constatare che il nemico si stava disintegrando, Roger, tra molti ringhi di incoraggiamento rivolti a mamma, continuò a toglierle di dosso il resto di quel mostro ripugnante.
Noi ci torcevamo dal gran ridere, mentre mamma se ne stava seduta nell’acqua facendo sforzi disperati per rimettersi in piedi, liberarsi di Roger e salvare almeno una parte del suo costume che era fatto di un tessuto pesantissimo e l’aria vi restava intrappolata dentro; l’effetto dell’acqua lo fece gonfiare come un pallone, e
il tentativo di tenere sotto controllo quel dirigibile rendeva più difficili le difficoltà di mamma.
Alla fine Larry riuscì a far mollare la presa a Roger.
E così mentre noi ce ne andammo a fare una nuotata, mamma rimase
prudentemente seduta nell’acqua bassa mentre Roger, accovacciato poco lontano, ringhiava minaccioso contro il costume che tutto gonfio le fluttuava intorno alla vita.
G. Durrell, La mia famiglia ed altri animali, Adelphi Rispondi.
• Perché la mamma non voleva andare al mare?
• Cosa fece un giorno la mamma?
• In che modo decisero di festeggiare il suo primo contatto col mare?
• Quando il cane Roger diventò frenetico?
• Cosa fece abbaiando come un forsennato?
• Come si concluse la vicenda?
Sottolinea nel testo la scena che lo rende umoristico. Quali potrebbero essere i pensieri della mamma? Immagina e scrivi.
“E così mentre noi ce ne andammo a fare una nuotata, mamma rimase
prudentemente seduta nell’acqua bassa mentre Roger, accovacciato poco lontano, ringhiava minaccioso contro il costume che tutto gonfio le fluttuava intorno alla vita.”
Oggi è il ventisette di dicembre. Sono le dieci di sera e qui a Roma piove. Il mio cane Nabucco mi porge il guinzaglio perché lo porti a passeggio. Facciamo sempre un giro attorno all’isolato, niente di più. Ma questa non sarà una sera qualunque né una passeggiata come quelle di tutti i giorni. Nabucco si è messo in testa un’idea. E non posso rifiutargli niente perché oggi è il suo compleanno. Ora devo dirvi che Nabucco è il cane più piccolo che si possa immaginare. È così da sempre, o almeno da quando me lo hanno regalato. È minuscolo. Dorme in una fruttiera, e avanza ancora spazio. Come ho detto, oggi Nabucco compie gli anni. In questo periodo gli faccio sempre la stessa domanda: “Che cosa vuoi che ti regali?” Finora si era accontentato di cose ragionevoli: una ciotola nuova, un cappottino, un osso di plastica, borotalco, un fazzoletto, ciabatte… Invece quest’anno è stato diverso, la faccenda si è complicata. La storia è iniziata dieci o quindici giorni fa, una mattina, quando Nabucco mi portò il giornale a letto. O meglio, quella mattina non me lo portò perché rimase in cucina a guardare il supplemento di viaggi e turismo. C’era un articolo sulla California. Scoprì una fotografia magnifica: un bosco di sequoie del Parco Nazionale, quanto di più grande si possa immaginare in fatto di alberi. Tronchi di cento metri d’altezza e trentacinque metri di circonferenza, che ci avevano messo tremila anni a crescere. In un’altra foto si vedeva una sequoia sotto cui passava una strada dove viaggiava un’automobile. Quel giorno Nabucco rimase talmente impressionato dalle sequoie che si dimenticò di reclamare la colazione. Da quel giorno non fu più lo stesso.
All’inizio non mi rendevo conto del motivo di quel cambiamento, ma adesso è tutto chiaro: durante le passeggiate serali, Nabucco si è sempre accontentato di innaffiare i modesti aranci che crescono sul marciapiede. L’arbusto del mio vicino di casa Roberto è troppo grande per lui. Nabucco ci si perde dentro. Allora io mi domando: perché un cane delle dimensioni di Nabucco dovrebbe volere una sequoia gigante, se una margherita gli è più che sufficiente per fare quel che fa ogni sera? Che cosa gli ha preso? Come gli è venuto in mente? E non posso neanche dirgli di no, perché non ho mai detto di no ai suoi desideri per il compleanno.
Oggi, ventisette dicembre, sono le dieci di sera e piove. Nabucco scuote il guinzaglio, segno che è impaziente di uscire. Spero solo che la California non sia troppo lontana. Nel dubbio, prima di uscire, tolgo le pentole dal fuoco. E comunque gliel’ho detto chiarissimo: – Va bene, andiamo in California, fai la tua pipì contro la sequoia e torniamo subito indietro.
Rispondi.
• Dove si svolge la vicenda?
• Quali azioni strane compie Nabucco?
• Come si conclude il racconto?
• Che cosa rende umoristico il racconto?
⃞ Le battute dei personaggi
⃞ Il malinteso ovvero il fraintendimento di parole
⃞ Situazioni buffe e divertenti
⃞ L’aspetto fisico dei personaggi
Sottolinea nel testo almeno tre frasi che giustificano la tua scelta.
Era ormai calata la sera con la nebbia su tutti i fiordi e le isole e gli scogli. E nebbia sul canotto che avrebbe dovuto ormai da tempo attraccare al molo di casa.
– Quanto tempo è che stiamo remando, secondo voi? – disse Teddy.
– Una settimana o giù di lì – fece Johan – o almeno così mi sembra. Avevano riso parecchio durante le ultime cinque ore. Avevano remato e remato, avevano patito il freddo e bisticciato un tantino, avevano mangiato i panini imbottiti, cantato e chiamato aiuto, e ancora remato e remato e detestato la nebbia, e avevano sentito nostalgia di casa, ma ciò nonostante avevano anche riso parecchio. Ora però stava calando la sera e ridere era più difficile.
– Non c’è proprio più niente nello zaino? – chiese Teddy.
– Una bottiglia d’acqua e i merluzzi pescati – disse Freddy.
Niklas si domandava cos’era peggio: morire di freddo o morire di fame?
Infreddolito fino alle ossa, tirò fuori la scatoletta di fiammiferi, che teneva ancora in tasca, e ne accese uno. In quel mentre qualcosa colpì la sua attenzione.
– Cosa c’è lì a poppa, sotto il vostro sedile? Non è un fornelletto a spirito?
– Proprio così! – fece Teddy.
Cercò con gli occhi il recipiente che usavano per svuotare il canotto dall’acqua di mare, lo riempì d’acqua e accese il fornelletto.
– Perché non ci lessiamo i merluzzi? – esclamò Johan.
Presi da una specie di frenesia, pulirono in un batter d’occhio i sei merluzzi, li tagliarono a pezzi e passarono un’oretta quasi felice, mentre il pesce bolliva.
A. Lindgren, Vacanze all’isola dei gabbiani, Salani
Cancella la parola sbagliata.
• La vicenda si svolge in un luogo definito • indefinito
• I personaggi sono realistici • fantastici che si trovano in una situazione imbarazzante • pericolosa
• La vicenda è narrata in terza • prima persona.
Sottolinea le parole che secondo te rendono questo testo un racconto di avventura.
Gli anni passavano e Robinson cominciava ad abituarsi alla vita sull’isola. Durante l’undicesimo anno della sua permanenza, fece però una scoperta che lo riempì di stupore e di paura.
Quel mattino stava andando a caccia, come sempre, camminava nella foresta, canticchiando serenamente, poi s’inoltrò sulla spiaggia. Robinson si arrestò stupefatto. Sembrava impossibile… Nitidamente stampata sulla sabbia vi era l’impronta di un piede umano! Robinson restò folgorato. Alzò il fucile e si guardò attorno: nulla.
Percorse adagio la spiaggia, cercando altre impronte, tenendo d’occhio il mare e la foresta, entrambi silenziosi e deserti. Si chiedeva tra sé: «Chi può essere venuto su quest’isola? C’è dunque qualcuno oltre a me! O forse è stato uno scherzo della mia fantasia?».
La paura lo travolse e prese a fuggire. Attraversò il bosco, che con gli anni era cresciuto attorno alla palizzata da lui costruita, balzò sulla scala, che gli serviva per entrare dentro, si lasciò cadere oltre il recinto, recuperò la scala, imbracciò un fucile e cautamente sporse la testa a spiare: nulla. Trattenne il fiato restando in ascolto. Nessuno.
Robinson non si mosse. Fu presto notte e Robinson restava sempre là, in allerta; infine si addormentò con il fucile ancora tra le mani.
Rispondi.
• Che cosa accade una mattina al protagonista?
• Che cosa lo ha spaventato?
• In che modo reagisce?
Viaggiammo giorno e notte e incontrammo animali marini di ogni specie e dimensione.
Arrivammo fino all’isola di Ceylon, famosa per le grandissime ostriche e per le altrettanto grandi perle che si potevano trovare al loro interno.
“Volete partecipare alla pesca delle perle?” propose il capitano Nemo una volta a terra.
“Corpo di mille collanine, certo che lo voglio!” si entusiasmò Ned.
Prendemmo la solita barchetta sulla quale avevamo caricato la solita attrezzatura, e in compagnia del ben noto capitano ci dirigemmo alla Baia delle Perle Giganti sulla barriera corallina. Una volta giunti a destinazione indossammo gli scafandri e ci buttammo in acqua. Il fondo della barriera era lastricato di molluschi.
“Il fondo pullula di ostriche!” osservò Consiglio.
“Venite con me!” fece cenno Nemo.
Ci scortò in una grotta. In un angolo, nascosta a occhi indiscreti, c’era un’ostrica di straordinarie dimensioni. Il capitano ne forzò il guscio, che si aprì, rivelando la più grossa perla che ci fosse mai capitato di vedere. Il capitano non raccolse il prezioso oggetto ma richiuse con cura l’ostrica che lo conteneva.
“Perché non l’hai presa?” chiese Ned.
“Ogni volta che vengo a vederla è più grande e più bella. La lascio qui perché a me non interessa possederla: a me basta guardarla…” rispose umilmente il capitano. Detto questo ci invitò a lasciare quel luogo.
Intorno a noi c’erano decine di raccoglitori di perle che nuotavano sul fondo aprendo le ostriche alla ricerca del prezioso contenuto. Proprio in quel momento l’ombra di un grosso squalo si profilò davanti a uno dei pescatori. Il poveretto, che si era accorto troppo tardi del pericolo, si sentì perduto e restò immobile, in preda al terrore.
Lo squalo, come se avesse percepito la paura della sua vittima, si scagliò contro il pescatore e gli assestò un tremendo colpo di coda che lo fece cadere svenuto.
“Dobbiamo aiutare quel poveretto!” gridò Nemo e si scagliò contro l’animale. Il capitano lottava con tutte le sue forze contro il pericoloso pesce: gli tirava le pinne, gli infilava le dita negli occhi e cercava in ogni modo di colpirlo con un pugnale. Lo squalo però era forte e non ne voleva sapere di lasciarsi sopraffare.
Quando Ned si accorse che il capitano era in difficoltà, inforcò il suo famoso arpione e corse in suo aiuto.
“Prendi questo, brutto muso!” disse mentre colpiva quella terribile creatura dai denti affilatissimi. Lo squalo capì presto che non era aria e decise di sparire in tutta fretta.
Nel frattempo Consiglio si era precipitato ad aiutare il pescatore, che era rimasto in acqua troppo a lungo e che, se non fosse stato soccorso al più presto, avrebbe rischiato di annegare. Lo raccolse che era ancora svenuto, lo portò in superficie, lo adagiò con delicatezza sulla nostra barchetta e lo fece rinvenire.
J. Verne, 20 000 leghe sotto i mari, Dami Rispondi.
• Dove approdò il capitano Nemo con il suo equipaggio?
• Cosa propose ai suoi marinai?
• Perché il capitano non pescò l’ostrica?
• Cosa successe quando il capitano invitò i suoi uomini ad uscire dall’acqua?
Scrivi un racconto di avventura utilizzando i suggerimenti scritti in tabella.
Titolo Tesori nascosti
Avvio della storia A bordo di una nave…
Personaggi l’equipaggio del Capitano Luis Trudi…
Tempo in una calda estate…
Luogo oceano
Il problema comparsa di uno squalo…
Soluzione del problema l’idea geniale del Capitano la ripresa del viaggio…
Riassumi il testo scrivendo una breve frase per ogni sequenza.
Avevano corso a perdifiato nel bosco, sorpresi dal temporale, e ora non sapevano più dove si trovavano. – Misericordia! Dove siamo finiti? – si udì la voce tremante di Tizi.
– Non possiamo stare sotto il temporale! –protestò
Raffaella che era fradicia.
– Già… ma dove andiamo? – mormorò Maurizio, che non era in condizioni migliori. Io ho visto una casa – affermò Marco.
Un altro fulmine terrificante illuminò una catapecchia sbilenca, a poche decine di metri.
– SVELTI! – urlò Maurizio sotto il fragore del tuono. Con il cuore in tumulto, i quattro ragazzi corsero verso la baita e si affacciarono al vetro rigato di pioggia.
Una vecchina curva, con un fazzoletto sulla testa, stava seduta davanti al camino e rimescolava qualcosa che bolliva nel paiolo appeso alla catena. Si consultarono con un’occhiata, poi bussarono al vetro con le nocche. La vecchina si voltò.
Aveva il volto magro e ossuto, incredibilmente rugoso, il naso grosso e adunco e il mento sporgente, vedendo i ragazzi incorniciati nel vetro, ciabattò verso la porta, che si aprì cigolando.
– Siete bagnati, entrate… – li invitò.
“Che strano ambiente… sembra l’antro delle streghe… ”rifletté Raffi, guardandosi intorno. Il paiolo che bolliva sul fuoco, il grosso gatto nero che dormiva sulle pietre del camino, la ramazza in un angolo… Ma, a rassicurarla, fu il profumo di polenta che c’era nell’aria. Le streghe non cucinano polenta. Un minuto dopo si godevano il tepore del fuoco, mangiarono senza neppure rendersene conto la polenta e bevvero il latte caldo e caddero profondamente addormentati.
Maurizio si risvegliò per primo. Gli ci volle qualche istante per capire dove si trovava. Già, nella baita della vecchina…
Il temporale era passato, anzi, era tornato addirittura il sereno. Guardò l’orologio e scoprì che aveva dormito soltanto poco più di mezz’ora. Destò i suoi compagni.
Nel camino la cenere era fredda, come se il fuoco non fosse mai stato acceso. Il paiolo pendeva vuoto sulla mensola, come se non fossero stati usati da anni. E nella baita non c’era nessuno.
– Bisogna salutare la padrona di casa – ricordò Tizi.
– Ma non c’è. – Sarà nella stalla, nell’orto… Non la trovarono.
– Se ne è andata – disse Maurizio. Ma avrebbe voluto dire: ”È sparita”.
Quando era uscito all’aperto, aveva riconosciuto la baita in cui si erano rifugiati: era quella in cui, secondo una leggenda abitava la “masca”, la strega di quel bosco, alla quale nessuno osava avvicinarsi.
Sottolinea nel testo le parole che descrivono alcuni particolari dell’aspetto fisico del conte Dracula.
Mi sono svegliato di soprassalto, mentre il cocchiere fermava i cavalli nel cortile di un grande castello in rovina.
Dopo avermi aiutato a scendere, il cocchiere è scomparso. Ho udito un passo pesante provenire da dietro il portone. C’è stato un rumore di catene, poi è stata girata una chiave e la porta si è spalancata.
Sulla soglia c’era un uomo anziano, alto, con lunghi baffi bianchi. Sopra una elegante camicia bianca, indossava abiti neri, illuminati a stento da un’antica lampada che teneva in mano.
– Benvenuto nella mia casa. Entrate liberamente.
Appena ho varcato la soglia, ha afferrato la mia mano con la sua. Era più fredda del ghiaccio.
– Il conte Dracula? – ho chiesto.
– Sono Dracula e vi do il benvenuto, Mister Harker.
Mi ha poi guidato fino a una sala ben illuminata, dove una tavola era già stata imbandita. – Sedetevi, ve ne prego... – mi ha detto.
– Vorrete scusarmi, se non mi unisco a voi, ma ho già cenato.
Dopo aver finito di mangiare, l’ho osservato attentamente: sotto i folti baffi, denti bianchi e aguzzi spiccavano contro le labbra rosse. Le orecchie erano pallide e sottili, le unghie lunghe e affilate.
Strano a dirsi, dal centro dei suoi palmi spuntavano alcuni peli.
Quando si è chinato verso di me, ho provato un orribile senso di malessere, ed egli, accorgendosene, si è allontanato subito. Ho guardato allora verso la finestra per spiare le prime strisce di luce, ma ho udito soltanto un ululare di lupi. Allora gli occhi del conte si sono accesi e ha detto: – La vostra camera è pronta.
Starò via fino a domani, perciò vi auguro la buonanotte.
Completa la storia sul quaderno, aiutandoti con le domande.
• Cosa accadrà l’indomani al rientro del conte Dracula?
• Come reagirà Mister Harker?
• In che modo riuscirà a mettersi in salvo?
• Come si concluderà la vicenda?
Miss Marple è un’arzilla vecchietta a cui non sfugge nulla e, quasi senza darlo a vedere, fornisce alla polizia le prove determinanti per risolvere i casi.
La mattina dell’undicesimo giorno, il risveglio fu accompagnato da un colpo di scena. Mary Higgins, la cameriera modello delle sorelle Skinner, era scomparsa. E insieme a lei erano scomparsi anche i gioielli!
Seguirono altre rivelazioni. Mary Higgins era un nome falso.
– Un imbroglio maledettamente astuto – fu costretto ad ammettere l’ispettore Slack. Pochi giorni dopo, Miss Marple, agitata e piuttosto colorita in viso, si recò alla stazione di polizia.
– Ha qualche idea in proposito? – chiese l’ispettore.
Effettivamente sì – rispose miss Marple. – Le impronte digitali le sarebbero di aiuto? – È stata più furba di noi. Pare che svolgesse quasi tutti i lavori indossando i guanti. Non siamo riusciti a trovare un’unica impronta in tutto l’appartamento!
Miss Marple, raggiante, aprì la borsa e ne tirò fuori uno specchietto avvolto nel cotone.
– Ci sono sopra le impronte della domestica – dichiarò.
L’ispettore Slack la fissò un po’: – Le ha preso le impronte digitali?
– Naturalmente. Giorni fa, ho fatto visita alle Skinner, ho lasciato cadere la borsa e mi sono fatta aiutare dalla cameriera a raccogliere gli oggetti che ne erano usciti, tra i quali un lecca-lecca appiccicoso e… uno specchietto!
– Allora sospettava di lei. Come sapeva che avrebbe commesso il furto?
– Beh, mi aveva colpita il fatto che fosse un po’ troppo brava per essere vera: tutti abbiamo i nostri difetti…
– Bene – disse l’ispettor e, cercando di darsi un contegno.
– Le sono molto grato. Invieremo le impronte a Scotland Yard e vedremo. Miss Marple uscì con passo dignitoso.
– Diavolo! – borbottò l’ispettore. – Chissà se ha ragione?
A. Christie, Miss Marple alla riscossa, Mondadori
Rispondi.
• Chi era Miss Marple?
• Cosa successe la mattina dell’undicesimo giorno nella casa delle sorelle Skinner?
• Dove si recò Miss Marple pochi giorni dopo l’accaduto?
• Cosa mostrò all’ispettore?
• Cosa pensò quest’ultimo?
Il commissario Van Damin, responsabile della sezione furti della polizia di Amsterdam, fece un cenno all’ispettore: – Allora, che cosa mi dice del furto alla galleria?
L’ispettore cominciò il suo rapporto: – Il furto è avvenuto tra mezzanotte e l’una. Abbiamo rintracciato una donna che proprio a quell’ora ha visto una luce muoversi nei locali della galleria. La donna abita nella casa di fronte. Ha pensato che si trattasse di un normale controllo notturno. Inoltre abbiamo appurato che il ladro è entrato dal tetto e se n’è andato da una finestra della cantina. Ha portato via una preziosa raccolta di monete d’oro. Con un gesto d’impazienza Van Damin gettò sul tavolo la biro:
– Scommetto quello che vuoi che in questa faccenda c’è lo zampino del nostro vecchio amico Boris Lutrink. I tetti, la finestra della cantina: è il suo classico modo di procedere. La stampa è già al corrente dell’accaduto?
– No – rispose l’ispettore, – nessuno ne sa niente, tranne noi.
– Molto bene. Adesso trova Lutrink e portamelo qui. Neanche tre ore dopo, Lutrink entrava protestando nella stanza del commissario.
– Ecco qui il nostro amico – disse l’ispettore. – L’ho pescato al Caffè Strooten dove se ne stava seduto innocente come un uccellino.
– Proprio così, signor commissario! – esclamò Lutrink con aria indignata. – Di che cosa mi si accusa?
– Si sieda! – tuonò la voce del commissario. – Si tratta di un tetto e della finestra di una cantina. Certo che se lei ha un alibi... Con un lampo negli occhi, Lutrink si batté il petto: – Ebbene, signor commissario, ho un alibi! Mentre avveniva questo vostro furto io me ne stavo a giocare a carte con due miei amici. Dalle 23 fino all’una passata. Come vede non posso essere stato io!
– Uhm... – sospirò Van Damin, – sono dispiaciuto di doverla mettere al fresco.
Segna con una x solo le frasi giuste.
⃞ L’ispettore spiega al commissario ciò che è avvenuto.
⃞ Il furto è avvenuto tra mezzanotte e l’una.
⃞ Il ladro è entrato nella galleria dalla porta principale.
⃞ Ha portato via una raccolta di monete d’oro.
⃞ Il commissario pensa che a compiere il furto sia stato Boris Lutrink.
⃞ Il commissario va a cercare il sospettato.
⃞ Lutrink entra nella stanza del commissario con un amico.
⃞ L’ispettore interroga il sospettato.
⃞ Il commissario arresta il colpevole.
Descrivi i due personaggi evidenziando alcune caratteristiche fisiche e del carattere di ciascuno.
Una folla immensa si era riunita nei pressi del tempio di Karnak, molto prima dell’alba. Per molti giorni la capitale d’Egitto si sarebbe abbandonata alla festa. Nel preciso istante in cui i primi raggi del sole cominciarono a splendere a oriente, la grande porta di cedro del Libano si aprì.
Un corteo di sacerdoti, vestiti di lino bianco, precedeva la grande barca sacra del dio Amon, portata in spalla da alcuni iniziati. Dietro camminava il faraone, Ramses il Grande in persona, con in testa la doppia corona bianca e rossa, simbolo della sua autorità sull’Alto e Basso Egitto.
Kamosè scorse il suo viso, per un attimo. Si domandò se per caso il sovrano portasse una maschera, tanto i tratti del suo volto erano impassibili. La processione si dirigeva verso il molo del tempio di Karnak, dove c’era una cappella. Là furono deposte delle offerte di cibo. Quindi, il Faraone e il suo seguito salirono a bordo di una barca, imitati da sacerdoti e sacerdotesse. Vennero infine i rappresentanti delle corporazioni, tra i quali c’era Kamosè.
Il giovane era più emozionato di quanto non lasciasse trasparire. Il rituale, perfettamente organizzato, avrebbe affascinato anche i più smaliziati.
A Kamosè piacevano le feste. Al villaggio partecipava attivamente alla loro organizzazione. Qui invece si sentiva quasi un estraneo.
C. Jacq, Il ragazzo che sfidò Ramses il Grande, Piemme junior
Indica con una x la risposta corretta.
• Il racconto è ambientato:
⃞ in Mesopotamia
⃞ nell’Antico Egitto
⃞ in un luogo storico non precisato
Sottolinea nel testo le risposte.
• Chi sono i personaggi?
• Sono realmente esistiti o sono frutto dell’immaginazione dello scrittore?
• Quando e dove accadono i fatti?
Per ogni affermazione indica con una x se è vera (V) o falsa (F).
• Una folla si era riunita vicino al tempio di Karnak. V F
• Una folla di sacerdoti precedeva la barca sacra del dio Amon. V F
• Dietro la barca camminava Kamosè. V F
• La processione si dirigeva verso la grande porta di cedro. V F
• Nella cappella furono deposte delle offerte di cibo. V F
• Il Faraone e il suo seguito salirono a bordo di una barca. V F
• I sacerdoti e le sacerdotesse non salirono sulla barca. V F
Secondo te come potrebbe concludersi la storia?
……………………………………………………………………………………………………………………………………………
– Questa volta funziona! – dice Archimede mentre i ragazzi si affacciano all’uscio.
– Che cosa funziona? – gli chiede Didio. – Che nuova diavoleria stai inventando?
– Eh, eh, – ridacchia lui. – Marcello da un po’ di tempo non attacca più. Allora ho pensato: se i Romani non si muovono tocca a noi farci avanti, non ti pare?
– Vuoi dire che faremo una sortita fuori dalle mura?
– Ma figurati Didio! Quelli sono tre volte più numerosi di noi! – risponde Archimede.
– E allora – interviene Helio – stai inventando qualcosa di nuovo? Tipo le catapulte a molla.
– Eh no, quella è roba vecchia ormai!
– Ma zio – protesta Didio – le hai inventate meno di tre mesi fa!
– Appunto. Funzionano benissimo. Ma se i Romani tengono la flotta fuori dal porto, noi non li possiamo raggiungere con le catapulte.
– E allora? – chiedono in coro i due ragazzi.
Archimede ridacchia. – Segreto militare! – dice, ma subito aggiunge: – Però vi considero membri della mia squadra, quindi avete il diritto a conoscere il mio progetto.
E all’improvviso cattura con uno specchietto un raggio di sole.
– Ecco – spiega. – Immaginate che questo spicchio sia cento volte più grande e sia concavo. Avrete ottenuto uno specchio ustore.
– E a che serve? – domanda Didio.
– Non lo capisci da solo? – si esaspera Archimede.
– Se è abbastanza potente, – risponde Helio – manda i raggi del sole su una nave nemica con una tale forza che riesce a incendiarla!
– Vuoi incendiare la flotta romana con uno specchietto? – chiede Didio incredulo.
– Non proprio con uno specchietto – precisa Archimede, – con enormi specchi esagonali girevoli, sospesi sulle mura. Una faccenda abbastanza complicata. Così complicata che adesso sarà meglio che voi due vi leviate di torno e mi lasciate lavorare in pace.
A. Gagliardi, Il fuoco di Archimede, Edizioni Piemme
• Il narratore è: ⃞ interno
esterno
• Il personaggio principale è:
⃞ realmente esistito
⃞ inventato dall’autrice
• Tra i personaggi di cui si parla nel testo l’unico Romano è:
⃞ Helio ⃞ Didio
⃞ Marcello ⃞ Archimede
• Il tema della storia è:
⃞ la guerra tra Roma e Siracusa
⃞ il contributo di Archimede nella guerra contro i Romani
L’astronave si librava a mezz’aria. Questa unità leggera della Federazione dei Liberi Pianeti non assomigliava affatto a un disco volante.
L’equipaggio era composto da membri di varie razze, forniti di corpi differenti, ognuno adatto alle condizioni del pianeta sul quale era nato.
Proprio per questo, e perché venivano da culture differenti, si completavano a vicenda.
A nessuno di loro sarebbe venuto in mente che le caratteristiche fisiche dei membri di altre razze fossero degli handicap: le consideravano, piuttosto, utili differenze.
I “fleggols” erano sferoidali e bulbosi, sobbalzavano a ogni risata ed erano specialisti in astronomia e calcolo delle rotte.
Lo “sferrold” acquatico aveva la parlata lenta e riflessi fulminei: viveva in un ampio locale adatto alle sue esigenze.
Il “praster” si occupava di linguistica comparata e aveva studiato i linguaggi terrestri. Le sue corna tozze, sovrastate da un ciuffo di pelo scuro e la sua coda dai movimenti nervosi ricordavano un alce un po’ ottuso.
Lastrego e Testa, Ursinox l’extraterrestre, Mondadori
Quali caratteristiche fisiche avranno i “manistrol” e i “tetranil”? Immagina e scrivi.
– SUPER! – esclamò Annie, facendo un passo avanti su una distesa grigia e rocciosa: il terreno era cosparso di crateri giganteschi.
Jack, invece, si immobilizzò. Fissò il terreno: era coperto da uno strato di polvere grigia, fine come borotalco.
C’erano impronte di piedi dappertutto.
– Di chi sono, Jack? – chiese allegramente Annie.
Jack le spiegò che, sulla Luna, non c’è vento né pioggia, quindi la polvere non viene mai sollevata e non vola via. Perciò le impronte dei piedi non spariscono mai, neppure dopo milioni di anni.
– Oh, caspita! – esclamò Annie affascinata.
La Luna era il posto più silenzioso che i due bambini avessero mai visitato. Scrutarono il cielo, nero come l’inchiostro.
Una pallina dai colori azzurro e bianco riluceva in lontananza.
– La Terra! – esclamò Jack.
– Guarda! – gridò Annie, ridendo.
Rimbalzava davanti a Jack, quasi galleggiando nell’aria. Atterrò sui due piedi, poi fece un altro salto.
– Sono un canguro spaziale!
Jack scoppiò a ridere. Sapeva bene che sulla Luna tutto pesa meno perché c’è una gravità inferiore a quella terrestre. Quindi, se un uomo pesa 60 chilogrammi sulla Terra, sulla Luna ne peserà 10!
– Guarda, Annie! Anch’io sono un canguro!
M. P. Osborne, Mezzanotte sulla Luna, Piemme Completa.
• Il fatti narrati sono
• Quale gioco fanno Jack e Annie? Perché possono farlo?
Aiutandoti con le domande scrivi il testo sul quaderno.
• Cosa succederà quando sulla luna arriveranno molti turisti da ogni parte della Terra?
• Come reagiranno gli abitanti della luna?
• Dove dormiranno i turisti?
• Che cosa mangeranno nei ristoranti lunari?
Lily Quench e il signor Cuorpius si recano sulle Montagne Nere alla ricerca del giglio azzurro, necessario per fabbricare le gocce spazzatutto, utili per distruggere le armate del Conte Nero, nemico del regno di Ashby.
Lily e il signor Cuorpius proseguirono in silenzio verso la Rovina dei Draghi, guardandosi attorno.
Quasi subito il pendio diventò più ripido e, davanti a loro, comparve l’orlo di un precipizio. L’altezza diede a Lily le vertigini.
– Là c’è qualcosa che scintilla. È una persona. No, è una statua d’oro… Lily afferrò il cannocchiale. Sulla sporgenza rocciosa c’era la statua di un bambino avvolto in un mantello.
Poi il bambino le fece un cenno mentre le sorrideva e la chiamava. Sbigottita, Lily lasciò cadere il cannocchiale, s’inginocchiò, poi passò le gambe oltre il bordo del dirupo.
Intanto il signor Cuorpius continuava a chiamarla, a gridarle di pensare ad Ashby e al giglio azzurro, ma Lily non poteva sentirlo.
– Lily! Ferma! Pensa alla Regina Drago! – urlava il signor Cuorpius. Di colpo, Lily ricordò la Regina Drago e una voce draghesca.
A quel punto il bambino d’oro gridò di rabbia e la Regina Drago ruggì; per un momento le loro voci si scontrarono nella sua mente.
Ma, alla fine, il ruggito del drago sommerse gli strilli del ragazzo. Subito le voci nella sua testa si zittirono e calò il silenzio.
Lily rimase immobile; sotto di lei, il bambino brillava nel sole. Era soltanto una statua, ma adesso Lily vedeva, sparse per tutto il precipizio, le ossa di chi non era riuscito a sfuggire al suo richiamo mortale. – Stai bene, Lily? – chiese pallido il signor Cuorpius.
Lily non rispose, ma scoppiò a ridere dicendo: – Là! Il giglio azzurro! Lo raggiunse, arrancando sulla neve. Il fiore azzurro tremò sullo stelo, mentre Lily infilava le dita nella buca, tentando di raggiungere le radici. – Missione compiuta! – esclamò compiaciuta.
Completa con gli elementi fondamentali del racconto fantasy che trovi nel testo.
Protagonista:
Antagonista:
Aiutanti:
Oggetto magico:
Luogo della vicenda:
Missione da compiere: Che tipo di racconto hai appena letto? ⃞ Racconto fantastico
Racconto fantasy
Racconto di fantascienza
Segna con una x se le affermazioni sono vere (V) o false (F).
• Lily e il signor Cuorpius non si recano alla Rovina dei Draghi. V F
• La Rovina dei Draghi è una vasta pianura. V F
• Lily viene ipnotizzata dalla statua d’oro di un bambino. V F
• La Regina Drago conosce il richiamo mortale della statua. V F
• Lily trova il fiore arcobaleno. V F
• Lily è stata scelta per aiutare gli abitanti del Regno di Ashby. V F
Rispondi.
• Dove si recano il signor Cuorpius e Lily?
• Perché il signor Cuorpius dice a Lily di pensare al regno di Ashby, al giglio azzurro e alla Regina Drago?
• Cosa vede Lily sparse per tutto il precipizio?
• Che cosa trova alla fine Lily?
Passò così il loro terzo giorno di viaggio con Gollum. Camminavano piano, curvi, stretti l’uno dietro l’altro, intenti a seguire ogni mossa di Gollum.
Le paludi divenivano sempre più acquitrinose, grandi laghi stagnanti fra i quali era sempre più difficile trovare punti solidi ove appoggiare i piedi senza affondare nel fango gorgogliante. Poi, il buio divenne completo: l’aria stessa pareva nera e pesante da respirare.
Quando ad un tratto apparvero delle luci, Sam si strofinò gli occhi credendo di avere le traveggole: alcune parevano fumo vagante scintillante, altre tremule fiammelle indistinte su candele invisibili. Ma nessuno dei suoi compagni diceva nulla.
Infine Sam non ne poté più. – Che cos’è tutto ciò, Gollum? Che sono queste luci? Le vedo ovunque intorno a noi. Siamo forse intrappolati? Cosa sono? Gollum levò gli occhi verso di lui. Si trovava innanzi a dell’acqua cupa e strisciava carponi a destra e sinistra in cerca di un sentiero.
– Sì, sono ovunque intorno a noi – bisbigliò. – Luci furbe. Candele di cadaveri, sì, sì.
Non farci caso! Non guardare! Non seguirle!
Sam inciampò in qualche vecchia radice. Cadde lungo disteso, mettendo avanti le mani, che affondarono in una viscida e profonda melma, tanto che il suo viso toccò quasi la superficie scura del fango. Un odore nauseabondo lo avvolse, le luci tremarono e girarono vorticosamente. Per un attimo l’acqua sotto di lui parve una finestra dai vetri sporchi attraverso la quale egli sbirciava. – Ci sono facce morte nell’acqua! – disse pieno d’orrore.
J.R.R. Tolkien, Il signore degli anelli, Bompiani
Inventa sul quaderno il tuo racconto fantasy, prendendo spunto dai suggerimenti scritti in tabella.
Luogo una foresta misteriosa
Personaggio un giovane speciale predestinato a lottare per il Bene e sconfiggere il Male
Antagonista si manifesta in alcuni elementi della natura (alberi, uccelli, fiume…) e cerca di sottomettere alle forze del Male la volontà degli uomini.
Elemento magico una piuma
Continua a narrare le storie sul quaderno, tenendo conto degli elementi che caratterizzano ciascun genere narrativo.
Il racconto giallo
“Tenox” aveva fatto installare nel suo ufficio un nuovo modello di cassaforte, sicurissima e praticamente impossibile a forzarsi.
Ma una mattina, appena entrato in ufficio, il direttore s’accorse che dalla cassaforte mancavano tutti i soldi predisposti per lo stipendio mensile dei dipendenti.
M. de Las Casas
Il racconto storico
In lontananza la sommità del Vesuvio stava bruciando. Pietre infuocate e cenere incandescente cadevano dal cielo in quantità impressionante. L’aria calda e polverosa puzzava di zolfo, lo stesso odore delle uova marce. Jack e Annie correvano a perdifiato. Nel foro negozianti, soldati, gladiatori, ortolani e pescivendoli correvano in ogni direzione...
M. P. Osborne
La porta si spalancò. Comparve un alieno in carne e ossa! Lo si poteva prendere anche per un terrestre non fosse stato per tre particolari: era violetto dalla testa ai piedi; era completamente calvo; In cima alla testa aveva una specie di gambo. Era lungo circa una quindicina di centimetri del diametro di una matita. In cima aveva una pallina grande all'incirca come una noce.
B. Coville, Hevi-Hevi, chiama Terra!, Feltrinelli Kids
– I Mollicci amano i luoghi chiusi e oscuri – spiegò il professore. – Gli armadi, gli spazi sotto i letti... questo si è trasferito lì ieri pomeriggio, e ho chiesto al preside di lasciarcelo per fare pratica con voi. Allora: che cos’è un Molliccio?
È un Mutaforma – rispose Ermione. – Può assumere l’aspetto di quello che ritiene ci spaventi di più.
J. K. Rowling, Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, Sala
Leggi con attenzione i testi.
Mia madre era una persona silenziosa, capace di confondersi fra i mobili, di smarrirsi nel disegno del tappeto, di non fare il minimo rumore; tuttavia, nell’intimità della stanza che condividevamo, si trasformava. Cominciava a raccontare le sue storie e la stanza si riempiva di luce, scomparivano le pareti per lasciare posto a incredibili paesaggi, paesi lontani inventati da lei.
I.
Allende, Eva Luna, FeltrinelliLa donna che venne al campo era magra e alta, poteva avere diciotto anni come trenta. Marciò dritta verso di me nell’alba gialla d’agosto. Mi salutò con voce alta e chiara. Sorrise con denti regolari, bianchi come ciottoli di torrente. Aveva una veste di pelle di capra, resa rossa da grasso e polvere d’ocra. Al lobo del suo orecchio destro, era agganciato un monile di latta, lucente come argento, e simile a una freccia. Nell’orecchio sinistro era incastonato un vecchio tappo di birra. Intorno al collo, sulla fronte e intorno agli occhi ondeggiavano simmetricamente sottili collane di perle di vetro colorato.
K. Gallmann, Notti africane, MondadoriNei tardi pomeriggi delle domeniche d’estate, quando il sole era ancora alto, Sirio mi prendeva per mano e mi accompagnava al teatro dei burattini. Indossava sempre un abito grigio, sdrucito e stringeva nella mano destra un bastone di legno. I lunghi capelli si univano alla barba grigia e lo facevano assomigliare a uno di quei profeti che vedevo raffigurati nelle illustrazioni dei libri di scuola.
Mi faceva sedere sulle panche di legno con gli altri ragazzi, mentre lui andava dietro la tenda della baracca a dare una mano al suo amico burattinaio.
Assieme inventavano favole: quelle di Sirio erano sempre le più belle.
R. Battaglia, La capanna incantata, RizzoliEra piccola e magrolina. Aveva una testa selvaggia, ricciuta, nera come la pece, mai sfiorata da pettine o forbici.
Aveva grandi, vividi, meravigliosi occhi neri e i piedi dello stesso colore perché andava sempre scalza.
Soltanto in inverno, e non sempre, portava scarpe, spaiate di colore e di forma, e per di più troppo larghe.
La sottana, che le arrivava alle caviglie, era un complesso di toppe variopinte di tessuti d’ogni genere. E sopra la gonna portava una vecchia giacca maschile lunga e larga, con le maniche rimboccate ai polsi.
M. Ende, Momo, Longanesi
Completa la tabella.
Donna Masai
Descrivi alcune persone che conosci mettendo in risalto alcune caratteristiche fisiche, l’abbigliamento e il carattere narrando un breve episodio.
Sono rappresentate delle situazioni in cui i protagonisti provano delle emozioni diverse. Osserva e descrivi le scene.
Descrivi anche tu sul quaderno un’emozione che hai vissuto e che ti ha lasciato un bel ricordo.
Presenta la situazione che ha determinato in te l’emozione;
Descrivi i segni esteriori attraverso i quali l’emozione si è manifestata.
C’è nella mia casa un essere che il caldo di questa estate torrida, che tutti raggiunge e opprime, non tocca. È una tartaruga e il suo nome è Pasqua. Non so quanti anni abbia né se debba considerarsi giovane o vecchia. Io la trovai dodici anni fa, venendo a Roma.
È una tartaruga femmina, perché un giorno fece due uova. Pasqua, come tutte le tartarughe, dorme una parte dell’anno. Si intana sotto un mobile o in qualche buco o nascondiglio, si trasforma in una pietra o una piastrella del pavimento, un oggetto nel quale si inciampa e che si può calpestare e per tutto questo tempo non esiste. Ma ai primi tepori della primavera comincia lentamente a muovere una zampa o il capo, acquista, di giorno in giorno, la vita, riapre le palpebre, riconosce i luoghi familiari e le persone. Il suo piacere è di seguirmi, di stare nel mio studio mentre lavoro, di andare la notte nella mia camera da letto. In cucina va soltanto ogni due o tre giorni, per mangiare qualcosa. Il caldo le fa l’effetto opposto che a tutti gli altri viventi, la rende più svelta, più attiva e, forse, più felice. Rizza curiosa la testa, con il duro becco e gli occhi neri, e guarda con una certa sua impenetrabile allegria.
• La descrizione di Pasqua è:
⃞ oggettiva
⃞ soggettiva
Della tartaruga Pasqua vengono descritte le abitudini e alcuni particolari del suo aspetto fisico. Sottolinea nel testo le parole che te lo fanno capire. Arricchisci il testo aggiungendo un breve episodio che metta in luce altre abitudini della tartaruga. Puoi iniziare così:
Un giorno vidi Pasqua scavare con impegno una buca nel terreno; di tanto in tanto si fermava ………...…………………………........................................…..........…..........…..........…................
Sottolinea le frasi che esprimono i sentimenti di Jody nei confronti del grazioso capriolo.
Il capriolo alzò la testa per guardarlo. La mossa fu lenta, come di chi è rassegnato, ma il fermo sguardo liquido degli occhioni pareva trafiggere Jody da parte a parte.
Il poverino tremava.
Non accennò a fuggire. Jody non osava muoversi.
Bisbigliò: “Sono io”.
Il capriolo alzò il muso e lo fiutò. Adagio adagio Jody allungò una mano e gliela posò sul collo.
Il contatto gli fece piacere. Si spostò avanti pian piano finché gli fu accosto. Gli circondò il corpo con le braccia. Il piccolo ebbe un leggerissimo sobbalzo ma non si mosse.
Jody lo accarezzò sui fianchi con una delicatezza di mosse che avrebbe usato se la bestiola fosse stata di vetro e avesse temuto di romperla. La pelle era più morbida di quella della martora albina e aveva un buon odore di erba. Jody si alzò pian piano e sollevò il capriolo da terra.
M. K. Rawlings, Il cucciolo, Fabbri
Segna con una X i dati presenti nel testo.
⃞ Olfattivi visivi ⃞ Gustativi tattili
Aiutandoti con l’immagine, descrivi il piccolo e vivace criceto, utilizzando opportunamente i dati e utilizzando aggettivi e similitudini.
La casa era vuota, abbandonata. Le tende delle finestre erano state strappate e gettate a brandelli qua e là.
La camera da letto era ampia, con una grande tavola rotonda in mezzo, sotto un lampadario di ottone e intorno alla tavola alcune sedie.
Dal materasso sventrato era uscita l’imbottitura di piume d’oca, e al primo passo che feci nella camera una nuvola di piume bianche si sollevò dal pavimento, turbinandomi intorno.
I cassetti dei mobili erano aperti, indumenti e carte a terra. La cucina era sparsa di paglia e di cocci. I tegami e le pentole giacevano alla rinfusa sul focolare. In un angolo ammuffiva un mucchio di patate. Un odore di sudiciume e di cibi guasti rendeva l’aria irrespirabile.
C. Malaparte Rispondi.
• Come ti sembra la casa descritta nel testo? Sottolinea nel testo le parole che te lo fanno capire.
• Quale odore si sentiva in tutta la casa?
• Quali rumori si percepivano?
• Che cosa pendeva dal soffitto delle altre stanze?
Completa il testo.
Come sarà la facciata della casa? E il giardino che la circondava?
Dopo poco lasciammo le montagne e c’erano ora alberi ai due lati della strada, e un ruscello e campi di grano maturo.
La strada continuava molto bianca e diritta davanti a noi, poi cominciò a salire un poco e sulla collina a sinistra apparve un castello con altre costruzioni strette attorno a un campo di grano che si spingeva fin sotto le mura e ondeggiava nel vento.
Infine traversammo una vasta pianura; sulla destra vi era un gran fiume luccicante tra i filari degli alberi e lontano si scorgeva l’altopiano di Pamplona sorgere in mezzo alla pianura.
Da qualsiasi parte si guardasse vi erano montagne. Davanti noi la strada si stendeva bianca.
H. HemingwayRispondi.
• Dove si trovava il protagonista mentre osservava il paesaggio?
• Com’era, quindi, il suo punto di osservazione?
Immagina di viaggiare in auto e, utilizzando la stessa struttura del testo, descrivi con i dati sensoriali i paesaggi che hai osservato. Arricchisci la descrizione con aggettivi e similitudini.
Scorreva dietro la casa e, per raggiungerlo, bastava scendere pochi scalini sconnessi sul retro e si era a pelo d’acqua.
Per la verità, era un torrente che, in quel punto, trovava un letto abbastanza largo e pianeggiante e, poco più in là, formava un ampio bozzo dove, nelle afose giornate d’agosto, la gente andava a fare il bagno.
La riva opposta scendeva a picco ed era intervallata, qua e là, da qualche cespuglio basso o da alberelli stecchiti che protendevano i loro rami fin sull’acqua chiara del torrente.
Nei pressi dell’ampio bozzo, invece, la vegetazione si faceva più folta e contribuiva così a dare al fiume un’intensa colorazione verde smeraldo, in alcuni punti quasi nera, quando il sole non vi batteva nell’ora più calda.
Non ho mai potuto dimenticare l’incanto del fiume con le sue acque limpidissime, i suoi sassi levigati dagli anni, i suoi piccoli gorghi e i suoi balzi che rendevano l’acqua spumeggiante e così viva che veniva voglia di inebriarsene.
Sono certa che, se un giorno tornerò su quel fiume, proverò un’emozione così viva e forte come per una persona ritrovata.
L’ordine della descrizione è:
logico
spaziale ⃞ temporale
Rispondi.
La descrizione è scritta:
⃞ in prima persona ⃞ in terza persona
• Dove si trovava il fiume descritto?
• Che cosa formava?
• Perché il fiume era di un verde ancora più intenso?
Il linguaggio è:
espressivo
impersonale
Qual è lo stato d’animo di chi descrive? Sottolinea le frasi che te lo fanno capire.
I favori che la zia mi chiedeva erano sempre interessanti.
– Se ti mandassi da sola dalla Meneghina a prendere un’altra bottiglia di latte?
– Vado! – dissi.
– Ricordi la strada? – La zia era un po’ preoccupata.
– È tutta dritta.
Mi mise in mano una pesca e mi accompagnò al cancello.
Facevo quella strada per la seconda volta e a guardarla da sola mi pareva diversa.
La vedevo più lunga e più larga e più sconosciuta.
I cespugli di more, ai lati della strada, ricoperti da campanelli rosa, mi sembravano enormi.
Il bosco di robinie sulla sinistra mi appariva scuro e impenetrabile, anche se gli alberi di sambuco in primo piano mi mostravano i loro fiori bianchi, che mi piacevano tanto.
Avevo un po’ di paura.
Solo il canto delle cicale mi faceva compagnia.
Mi stupii quando scorsi dietro le betulle, sulla strada, la cascina della Meneghina.
Vedevo chiaramente i tetti rossi della cascina in mezzo agli alberi.
Mi venne un pensiero improvviso: “Se vado dritta per la strada, fino alla curva, posso veder e la tenuta”.
Proseguii, lasciando la cascina sulla destra.
Vidi subito i cavalli liberi sulla radura.
E più lontano nel secondo recinto, correva un cavallo dal manto rosso: quel cavallo era Attila.
R. Grazzani, Peppina Millecode, Ed. Messaggero Padova
Leggi il testo, sottolinea la sequenza descrittiva e trasformala in modo da suscitare nella protagonista una forte sensazione di meraviglia.
Leggi, scrivi il titolo e completa il testo con le descrizioni adatte.
TITOLO:
Dopo un’ora di pioggia, finalmente il cielo è diventato sereno. Un pallido sole ha fatto la sua comparsa tra le nuvole.
Chiara ha telefonato a Giada e insieme vanno alla fiera del santo patrono del paese. Le due amiche si guardano intorno. C’è tanta gente, ci sono moltissime bancarelle e giochi.
Dopo un po’ Chiara si ferma davanti ad una bancarella che trabocca di oggetti luminosi; i suoi occhi e quelli di Giada mandano scintille.
Le due amiche acquistano due biglietti di una pesca. Chiara vince un tenerissimo coniglietto di peluche rosa.
Giada, invece, un topolino di pezza con un buffo cappellino e u n paio di occhialini dorati.
Ecco che incontrano Andrea. Si fermano e si mettono a chiacchierare.
Chiara poi gli mostra il suo coniglietto rosa e Giada il suo buffo topolino.
Andrea osserva i due buffi animaletti e scoppia a ridere.
– Il topolino ha la stessa espressione del mio maestro – esclama solleticandogli il nasino. – E il coniglietto ha gli incisivi uguali a quelli di mio nonno – puntualizza poi Andrea. All’improvviso ricomincia a piovere. Giada e Chiara salutano Andrea e si affrettano verso casa
Che calduccio stare al sole presso l’uscio di campagna; pare che odorino le viole lungo i cigli della via.
La via è bianca e azzurro il cielo e verdina la pianura; c’è nell’aria come un velo che avvolge campi e mura.
Una voce molle molle, una voce roca, roca par che nasca dalle zolle e trapunga l’aria fioca.
È un fanciullo che ripete la poesia sotto il sole. Sulle guance rosse e liete Gli occhi son due viole.
P. P. Pasolini Rispondi.
• Da quante strofe è composta la poesia?
• Da quanti versi è composta ogni strofa?
Evidenzia con lo stesso colore le parole che fanno rima tra loro.
• Di quali rime si tratta?
• Quali dati sono presenti nel testo?
• Quali sensazioni trasmette la poesia?
Dalla superba chioma dell’acacia ravviata dal pettine del vento graziosamente sfuggivano riccioli di passeri cantori.
Farfa Rispondi.
• Con chi viene identificata l’acacia?
• Che impressione ha voluto rendere il poeta?
• Nella poesia ci sono le metafore. Sottolineale.
Tardi, con le stelle spalancate nel freddo aprii la porta.
Il mare galoppava nella notte.
Come una mano dalla casa buia uscì il profumo intenso della legna tenuta in serbo.
P. Neruda Rispondi.
• Quale sentimento è espresso nella poesia?
Sottolinea nel testo poetico, con colori diversi, le metafore e la similitudine.
Sottolinea nelle poesie le personificazioni.
Pianura d’oro, ranuncoli, campo che ondeggia leggermente. Con argentea serenità fa tremolare il pioppo un venticello: si dondola il cielo.
Viene la vespa, viene, annusa un poco, brontola e si dirige sulla rosa canina, che adirata si ritrae. L’estate è rossa, ma gracile ancora.
Le nuvole tramano per far prigioniera la luna: la luna emana la sua conchiglia magica. Al suono incantato svaniscono le tenebre; le nuvole navigano bianche come schiuma, al chiarore della luna.
R. Tagore
Completa e scrivi delle personificazione.
• Le stelle danzano
• Il vento accarezza …………………………………………………………………………………………………………
• La pioggia canta
• Il mare insegue
Sottolinea le allitterazioni cioè i suoni che sono stati usati con più frequenza nelle due poesie.
alla lettera F
Funghi fritti e friulane
offre Foffo alle farfalle
fitte fette di affettato
fichi e fiaschi nella muffa
fichi soffici e soffietti
fra le frasche della fiera
fra le effimere fanfare
soffre Foffo
a far affari.
alla lettera Q
Quintino ha quadri in quantità ma quadranti non ne ha.
Quando Quintino avrà quadranti
saremo a soqquadro tutti quanti.
Scrivi alcuni versi ripetendo il suono F.
Scegli le parole, poi dai un titolo alla tua poesia.
Il suono F: fiume, fiore, farfalla, foglia, favola, delfino, fortuna, fragola.
Il ruolo della donna nella società etrusca era molto più importante di quello che le veniva attribuito nella società greco-romana.
Le donne etrusche godevano di una notevole libertà: partecipavano ai banchetti insieme agli uomini e a tutte la manifestazioni della vita pubblica, come i concerti, le corse dei carri e gli incontri di pugilato.
Tutto ciò sta a testimoniare l’importante posizione che occupava la donna in Etruria, non solo in famiglia ma anche nella società in generale. Ed è proprio questo status, così diverso da quello delle donne greche e latine, che scandalizzava gli antichi.
Nelle necropoli del periodo di maggior e sviluppo della civiltà etrusca, come quella di Cerveteri per esempio, alle donne il più delle volte veniva riservata la camera centrale, quella più ampia, nella quale abbondavano suppellettili di ogni tipo legate alla vita quotidiana e preziosi gioielli, sempre contraddistinti da incisioni di un marchio ben definito. Inoltre le sepolture femminili e maschili non presentano differenze significative e ciò sembra confermare che esistesse una sostanziale parità tra uomo e donna.
Nelle iscrizioni, cioè nelle frasi e nei testi incisi, lo stato civile della donna viene in genere indicato prima con il prenome, il corrispondente del nostro nome personale, e anche con un nome gentilizio, simile al nostro cognome, che manteneva anche dopo il matrimonio.
Sin dall’inizio, nelle raffigurazioni a noi note, i volti femminili mostrano i segni di un maquillage (trucco del volto per mezzo dei cosmetici) perfetto; creme, profumi; unguenti conservati in contenitori di alabastro, di ceramica, oppure di ambra venivano utilizzati dalle più abbienti, che si agghindavano con l’ausili o di specchi decorati con particolare raffinatezza.
Il testo è stato diviso in quattro sequenze informative.
Sottolinea in ciascuna le informazioni più importanti e con le stesse fai un breve riassunto sul quaderno.
L’osservazione di una cavalletta, insetto tipico delle zone erbose, ti permetterà di scoprire le caratteristiche di questo gruppo che risulta il più numeroso tra gli animali terrestri.
Il corpo è diviso in tre regioni, il capo, il torace e I’addome ed è avvolto da uno scheletro esterno, l’esoscheletro, un rigido rivestimento che lo protegge. Sul capo si trovano un paio di antenne con organi sensoriali: olfattivi e tattili. Ai lati del capo ci sono due voluminosi occhi “composti”, formati da circa novemila fotorecettori, che sono in grado di ricevere ed elaborare un’immagine completa. La bocca è formata da un paio di mascelle e robuste mandibole adatte a sminuzzare le erbe e le foglie. Come la maggior parte degli insetti, la cavalletta ha tre paia di zampe fissate al torace. Un paio di ali anteriori, durante il riposo, protegge le più delicate ali posteriori, adatte al volo.
Anche la cavalletta subisce una metamorfosi, una serie di trasformazioni durante il suo ciclo vitale. Nella tarda estate, dopo l’accoppiamento, la femmina scava un buco nel terreno e vi depone circa 20 uova, che vengono ricoperte di muco, una sostanza protettiva. Dopo la deposizione delle uova la femmina adulta muore. Durante tutto il periodo invernale lo sviluppo embrionale delle uova si ferma per riprendere e completarsi in primavera, momento in cui hanno origine delle forme larvali che escono alla superficie del terreno.
La crescita continua attraverso numerose mute, per mezzo delle quali si ha una trasformazione graduale da larva a insetto perfetto o completo in grado di riprodursi e di vivere una sola stagione.
M.N. Caspani, Grandangolo, Elmedi
Rispondi alle domande.
• Come si chiamano le parti del corpo della cavalletta?
• In quali zone vive per lo più la cavalletta?
• Che cosa mangia?
……………………………………………………………………………………………………………………………………………
• Quante uova depone di solito?
• Come si trasforma?
La Terra è un po’ come te: troppo sole può scottarla. Fino a qualche anno fa a proteggerla dai raggi dannosi del Sole c’era uno strato di gas, l’ozono, che funzionava come una crema solare.
Poi l’inquinamento cominciò ad attaccare lo strato di ozono, aprendovi dei buchi. Il primo buco fu avvistato sopra l’Antartide nel 1982. Era grande quanto gli Stati Uniti. Quattro anni più tardi si scoprì un buco più piccolo anche sull’Artide. Questi buchi, e altri assottigliamenti dello strato di ozono su altre parti del globo, lasciano passare dei raggi solari dannosi: possono causare il cancro alla pelle negli uomini, danneggiare gli animali marini che vivono vicino alla superficie e ridurre il raccolto di prodotti agricoli importantissimi, come grano, riso e mais. Ma cos’è che sta distruggendo lo strato di ozono?
I clorofluorocarburi, ossia composti chimici che contengono fluoro e carbonio.
Fino a poco tempo fa venivano usati negli spray, ma ora i governi di molti Paesi, fra cui l’Italia, ne hanno proibito l’uso. Ma i clorofluorocarburi vengono ancora usati: nei frigoriferi, nei condizionatori d’aria e nei vassoietti di polietilene che spesso contengono i cibi (ad esempio la carne e la frutta).
Puoi contribuire a proteggere lo strato di ozono boicottando i vassoietti di polietilene. Fai sapere a supermercati e ristoranti che non ti piacciono e perché. Chiedi loro se è possibile sostituirli con altro materiale.
A casa cerca di riciclarli. Usali per conservarci qualcosa, come le figurine doppie. Nei vassoietti delle uova che hai già, pianta dei semi e la prossima volta compera quelle nel contenitore di cartone.
Rispondi alle domande.
• Che cos’è l’ozono?
• Da che cosa è provocato il suo assottigliamento? ………………………………………………………
• Quando fu avvistato il primo buco dell’ozono?
• Da che cosa viene distrutto?
• Quali conseguenze possono provocare i buchi dell’ozono?
• In che modo si potrebbe proteggere lo strato di ozono?
Treviso – Una telefonata al 113 rivela: «È di Feltre, si chiama Enza e ha due anni. Non fatele del male. La pantera che state cercando è un animale dolcissimo. Io conosco il proprietario, abita nella zona di Feltre. Soltanto con lui riuscirete a rintracciarla, perché lei riconosce un solo tipo di richiamo, quello del suo padrone». La telefonata è arrivata ieri pomeriggio, 7 ottobre, alla centrale di Polizia.
Erano circa le 18.30. Dall’altra parte del filo una donna ha confessato di conoscere la famiglia a cui appartiene la pantera che, da giorni, sta facendo impazzire la gente tra Miane, Follina e Cison. «Il proprietario ha saputo che la pantera era scappata mentre era in viaggio in Brasile – ha raccontato la donna – e sta tornando proprio in queste ore.»
Sulla telefonata giunta in questura a Treviso si concentra ora l’attenzione delle forze dell’ordine. Soprattutto, si sta valutando l’attendibilità della versione fornita dalla testimone.
La donna che ha affermato di avere notizie sulla pantera che sta terrorizzando la zona tra Valdobbiadene e Vittorio Veneto è stata identificata.
Immediatamente la polizia di Treviso ha avvertito i colleghi della questura di Belluno, i quali stanno verificando l’autenticità di nome e cognome dell’uomo indicato come proprietario della pantera, che già in mattinata potrebbe essere rintracciato.
Da « La tribuna di Treviso»
Rispondi.
Who? (Chi?)
What? (Cosa?)
When? (Quando?)
Where? (Dove?)
Why? (Perché?)
Brescia – Tre ore di maltempo, ed è stato un disastro: una maxigrandinata, con chicchi pesanti fino a sette ettogrammi, trombe d’aria, alberi sradicati, danni a persone, abitazioni e coltivazioni, si è abbattuta sulle regioni del Nord Italia. Una lunga notte di paura, quella fra sabato 3 e domenica 4 agosto, per gli abitanti della provincia di Brescia. Tutto è cominciato verso le 3 del mattino, quando chicchi di grandine delle dimensioni di pesche, accompagnati da una tromba d’aria, hanno colpito vaste zone del bresciano. A Manerba sono stati devastati alcuni campeggi: i chicchi hanno forato le tende e rovinato le strutture.
Pesantemente danneggiata l’agricoltura: la produzione di uva è stata falcidiata; bisognerà vedere se i grappoli rimasti sui tralci “guariranno” o marciranno; duecentomila ulivi colpiti comporteranno anche la perdita di cinquecento tonnellate di olio pregiato.
Tutta colpa di Ermengarda: è questo il nome che i meteorologi hanno dato all’aria temporalesca che si accumula sulle acque del lago di Garda: l’aria fredda che arriva dall’Europa, a contatto con l’umidità dell’acqua, si raffredda ulteriormente provocando violente grandinate e colpi di vento.
Da « la Repubblica»
Rispondi.
Who? (Chi?)
What? (Cosa?)
When? (Quando?)
Where? (Dove?)
Why? (Perché?)
Scrivi sul quaderno un articolo di cronaca su un fatto che ti ha colpito. Usa la terza persona singolare e tieni presente le 5 W.
Who? (Chi?) What? (Che cosa è accaduto?)
When? (Quando?) Where? (Dove?)
Why? (Perché?)
Leggi l’articolo di cronaca e rispondi alle domande, dopo aver sottolineato le informazioni nel testo.
La delfina Bonnie, ospite dell’acquario di Genova e proveniente dal Delphinarium di Riccione, è di nuovo mamma.
Il 22 agosto Bonnie ha dato alla luce un cucciolo; proprio nella stessa vasca in cui, nel 1994, partorì la piccola Cleo. Il neonato è un maschio, pesa 10 chilogrammi e misura circa 90 centimetri.
Mamma Bonnie si è immediatamente presa cura del cucciolo, affiancandolo nelle prime nuotate, e lo accompagnerà nelle emozionanti esplorazioni di un nuovo mondo. Il Dipartimento di Mammiferi e Uccelli marini, coordinato da Guido Gnone, la veterinaria dell’acquario, Claudia Gili, e i tecnici del Delphinarium di Riccione, che hanno assistito Bonnie durante la gravidanza, hanno constatato le loro buone condizioni di salute.
I visitatori dell’acquario di Genova possono già ammirare Bonnie e il suo cucciolo all’interno della grande vasca espositiva. Dopo lo svezzamento, il piccolo farà ritorno al Delphinarium di Riccione, dove vivrà con gli altri delfini.
Rispondi.
• QUANDO è avvenuto il fatto?
• DOVE è avvenuto?
• DI CHI si parla?
• CHE COSA si dice nell’articolo? ………………………………………………………………………………
Scrivi un articolo di cronaca sul quaderno, partendo dalle informazioni fornite. Scegli anche un titolo adatto.
• Quando? Il 23 marzo 2022
• Dove? In una cittadina tedesca
• Chi? Un pappagallo
• Che cosa? I poliziotti, avvisati dai vicini, hanno fatto irruzione in una casa e hanno trovato un pappagallo urlante, affamato.
• Perché? I vicini hanno sentito gemiti e lamenti e, credendo che fosse un bambino intrappolato in casa, hanno chiamato la polizia.
Studiare è importante. Ma non basta studiare durante gli anni della carriera scolastica: bisogna continuare ad apprendere per tutta la vita. Ad esempio, una persona che, essendosi diplomata o laureata venticinque anni fa, non avesse imparato più nulla, nel suo lavoro verrebbe facilmente scavalcata da chi, invece, ha saputo aggiornarsi.
Le persone che sanno molte cose hanno notevoli vantaggi rispetto a chi sa poco: in primo luogo non si trovano a disagio in nessun ambiente, sono in grado di capire ciò di cui si sta parlando e sanno intervenire con osservazioni pertinenti.
In secondo luogo, risultano gradite ad amici e colleghi perché hanno sempre qualcosa da dare, la loro compagnia è stimolante, con loro annoiarsi è difficile. Infine, tenere in esercizio il cervello serve a rallentare il processo che porta alla vecchiaia. Un cervello ricco di stimoli mette in moto una serie di meccanismi di difesa e di rinforzo: essere vitali anche dal punto di vista del cervello aiuta a rimanere giovani.
Lo studio, quindi, non è solo necessario per vivere meglio insieme agli altri, sia nel lavoro che nell’ambiente familiare e con gli amici, ma fa anche bene alla salute del cervello!
R. Irti, Come sopravvivere a scuola, Sansoni
Completa.
• L’argomento trattato nel testo riguarda...
• L’autore esprime la sua opinione affermando che...
………………………………………………………………………………………………………………………………………
• L’autore sostiene che chi studia...
• L’autore conclude dicendo che...
• Lo scopo dell’autore è...
Il panda è il più famoso tra tutti i mammiferi. La sua popolarità dipende da molti fattori. Innanzitutto questo mammifero ha uno straordinario mantello bianco e nero: le zampe, le spalle, le orecchie, il contorno degli occhi e la punta del naso sono completamente neri, mentre il resto del corpo è bianco.
Questa particolare disposizione dei colori è molto apprezzata dall’uomo perché dà all’animale un aspetto simpatico e rassicurante.
Secondo elemento di interesse è la taglia: il panda infatti è un gigante.
Ci lasciamo facilmente impressionare dagli animali molto grandi e già la denominazione “panda gigante” stimola la nostra fantasia: il panda ci appare proprio come un “gigante buono”.
Va inoltre detto che questo animale è tipico di Paesi esotici e decisamente poco frequentati dagli uomini occidentali.
L’habitat originario del panda è quello delle foreste di bambù che si trovano sulle montagne della Cina.
Inoltre, questo animale ci appare come un essere misterioso: in effetti è raro che si lasci fotografare nella sua “casa”, un po’ come fanno le stelle del cinema che vogliono difendere la loro vita privata.
Infine, come sempre la rarità di un animale ne aumenta il valore.
D. Morris Rispondi.• Qual è la tesi dell’autore?
• Con quali argomenti la sostiene? Sottolineali nel testo e riscrivili.
Completa con CE • CIE oppure GE • GIE.
• Gli ar ri ripongono le frec nella faretra.
• Nel parco c’erano, tra i rami delle quer , tanti nidi.
• A causa della caccia molte spe si stanno estinguendo.
• Ho rotto il candeliere d’ar nto.
Davide racconta spesso tante bu
• Ho le guan rosse a causa del freddo.
• Lo zio ha guarnito la torta con le cilie .
• Non sempre vengono rispettate le norme i niche.
• Luca ha preparato le vali per la partenza.
• Le cami del babbo sono state appena stirate.
• Il papà ha preparato le focac da offrire agli ospiti.
Cerchia la parola corretta in ogni coppia.
acace acacie roccie rocce arcere arciere
pancie pance
arance arancie
province provincie spiagge spiaggie regge reggie
marce marcie
schegge scheggie
superfice superficie
celo cielo
pasticcieria pasticceria
lance lancie
viaggieremo viaggeremo
cieleste celeste
gielosia gelosia
cierbiatto cerbiatto
Cancella la parola sbagliata. Sono un coniglio – conilio mi chiamo Emiglio – Emilio. Mio cugino Attilio – Attiglio non ama il trifolio – trifoglio condito con l’oglio – olio. Preferisce i teneri germoli – germogli lessi e saltati in padella con un po’ di besciamella.
Rosa DattolicoCompleta le parole con GLI • LI • LLI; G+L (suono duro).
• umi azione
• botti a
• ucosio
• icine
• Ita ani
• venta o
• camme ere
• tena a
Completa con SCE
• ....... na
• enza
• ntifico
• SCIE.
• adole ....... nza
• fanta nza
• nario
Completa con GN • NI.
• carabi ere
• cimi era
• ge o
• occhi
• pu o
• so o
• se ale
• co ome
• pu ale
• stra ero
• paro era
• cande ere
• bersa o
• esi o
• ve ero
• ferma o
• sona o
• obo
• cono ....... nte
• mi la
• u re
• ....... mpio
• nziato
• co nza
• mi era
• inse ante
• riu one
• condomi o
• ra atela
Completa con CU • QU • CQU • QQU.
• inno o
• li ore
• a olina
• a ilino
• a attarsi
• a ila
• suba eo
• indici
• per otere
• s ola
• so adro
• li irizia
Cerchia le parole sbagliate e scrivile in modo corretto.
• oio
• a to
• tac ino • a itrino
• ecquino – acuire – arcuato ..............................................................
• oqqupato – equatore – nacque
• cuota – loquace – squisito
• scualo – quadriglia – sciacquare
Inventa le frasi con le seguenti parole: nacque / scuotere / rincuorare / piacque / riscuotere
Completa con CU • QU • CQU.
• Luca ha urlato davanti a un inno o lombrico.
• Il suba ......... eo osserva il fondo del mare.
• Non trovo il mio tac ino.
• È scoppiato all'improvviso un terribile a ......... azzone.
• Ho rin orato Claudia che è stata sgridata dalla mamma.
• Ho dipinto il paesaggio con gli a erelli.
• Quando non sono tran illa il cuore mi batte forte.
• Papà è andato in banca a ris otere l'assegno.
• Nell'a ario nuotano tanti pesci argentati.
Sottolinea le parole che richiedono il raddoppiamento della consonante.
La marmotta è un simpatico animale dal pelo corto e liscio, di colore marroncino. La testa è grande e arrotondata, le orecchie piccole, le zampe piuttosto corte. La coda, corta e pelosa, termina con un ciuffo nero. Sul labbro superiore sono presenti folti baffi. Abita in alta montagna e si nutre di vegetali che rosicchia al modo dei conigli (infatti è un roditore). Vive in gruppi di dieci, quindici individui e si può vedere più facilmente di mattina presto quando va alla ricerca di cibo. D’inverno le marmotte vanno in letargo e si rifugiano tutte insieme in una grossa tana scavata in profondità. La marmotta è un animale molto prudente, non si allontana troppo dalla sua tana ed è pronta a rifugiarvisi in caso di pericolo.
G. Roggero, Topolino, 20/09/94
Riscrivi correttamente le parole.
carozela / ombrelone / sopratuto / capotto / papagalo / attacapani / caseto / cappelo aprofitare / masicio / ciotolo
Metti l’apostrofo dove occorre.
• un arancia
• quell isola
• un ombra
• un oca
• un attacco
• un uomo
• alcun albero
• nessun errore
• un insetto
• nessun amica
Metti l’apostrofo dov’è necessario.
• Lascia stare lascia del nonno.
• Alla mamma piace tanto loro.
• Era luna quando giunse papà da Firenze.
• un aquila
• un occhio
• nella entrata
• sulla erba
• nello aereo
• mezza ora
• quello orso
• dallo ottico
• una idea
• nella acqua
• Mi accorsi che in cielo era spuntata la luna.
• Sotto lacero riposa un vecchio mendicante tutto lacero.
Cerchia la parola corretta in ogni coppia. l'assegno lassegno
Fai il troncamento dove occorre.
• Quello signore è l’amico di mio nonno. .............................
• Mi offri un po’ di quello gelato alla nocciola?
• Per favore vai a ritirare i biglietti dall’agenzia.
• A ciascuno dei partecipanti verrà consegnata una medaglia.
• Quello semaforo laggiù non funziona da parecchi giorni.
• Mi ha telefonato il signore Damiano per fissarmi l’appuntamento.
Stai attento. Alcune parole cambiano significato a seconda di dove cade l’accento. Cerca sul dizionario.
àncora / ancòra
viòla / vìola
càpitano / capitàno
sùbito / subìto
Nelle seguenti frasi metti l’accento dove occorre.
• Non c’e nulla da fare, ce ne andiamo subito.
• Non ho più ne biscotti ne latte.
• Cerchi gli occhiali? Sono proprio li!
• La tua maglietta è la sulla sedia.
• Quando la mamma gli ha detto: – Si, andiamo al circo
– Matteo si e messo a saltare dalla felicita.
• Matteo e in cortile e corre qua e la dietro il pallone.
• Chiara porta con se il suo cagnolino Flip.
• Il lavoro del babbo gli da tante soddisfazioni.
• Molti anni fa qui ci fu un lungo periodo di siccita.
• Cosa ci fai la?
Cancella la forma sbagliata.
• I miei cugini anno – hanno acquistato una bellissima bicicletta.
• Se hai – ai mentito, dillo chiaramente.
• Carla ti ha – a consegnato il mio libro?
• Ai – Hai scritto la lettera ai – hai nonni?
• Hai – Ahi , che dolore! Ho battuto la testa contro il mobile.
• Ieri le insegnanti anno – hanno consegnato le schede di valutazione di fine hanno – anno scolastico.
• O – Oh , che bella festa!
• La mamma è tornata a – ha casa molto stanca.
• Vorrei tanto andare a – ha giocare con i miei compagni.
Per ogni frase, scrivi a quale categoria grammaticale appartiene la parola. verbo avere / esclamazione / preposizione / congiunzione / nome
• Vado a cinema.
• È già passato un anno
• Vuoi uscire o guardare i cartoni?
• Oh , che meraviglia!
• Non ho fame.
• Hai ancora sonno? .......................................................
• Ai bambini piacciono le caramelle.
Completa le frasi con LO
• Ho cercato ovunque zaino, ma non trovato.
• tua cartella è molto capiente. Quanto pagata?
• prossimo mi trasferirò a Roma con la mia famiglia.
• I tuoi compagni non fatto apposta.
• Dov'è la mia giacca? Forse presa Luca.
me • m’è
• venuta fame.
• ne sono andato da casa triste.
• Non …… nessuno.
ce • c’è
• Chi l’ha il pallone?
• Perché ne andate?
ve • v’è
• Non nessuno.
te • t’è
• piaciuto il film?
• Ho preparato per …… una sorpresa.
• Portò con il suo fratellino.
sé • s’è
• Luisa chiesta se le tue parole fossero sincere.
• Se …… andarono senza salutare.
ne • n’è
• È un dolce squisito. vorrei ancora se ce
ce ne ce n’è
• Ci sediamo in terrazza a chiacchierare e andremo dopo mezzanotte.
• Se vuoi della macedonia, ancora.
ve l’ho ve lo
• ripetuto più volte che dovete studiare.
• trovo io il ristorante.
melo me lo
• sono scritto sul quaderno per non dimenticare.
• Nel giardino c'è un in fiore.
glielo gliel’ho
• detto e ripetuto più volte che non deve raccontare frottole. ….....… dicono in tanti.
Inserisci la virgola e il punto e virgola.
• Ci avviammo per il sentiero ma presto ci fermammo spaventati da uno strano rumore.
• Ho comprato tutto il materiale scolastico: quaderni penne astuccio e il diario.
• Sono uscito alle ore 16 sono andato in palestra con gli amici e poi sono tornato a casa.
• Il Po nasce dal Monviso sulle Alpi l’Arno ha origine negli Appennini.
Inserisci i due punti, il punto esclamativo o interrogativo.
• Ne sei proprio sicuro Non credevo che fosse stato lui a pasticciarti il quaderno.
• I grandi laghi italiani sono il lago di Garda, il lago Maggiore, il lago di Como e il lago Trasimeno.
• Avanti, sbrigati
• Perché l'insegnante è arrivato in ritardo
• Sono veramente nervoso non trovo gli occhiali e neppure il diario.
Inserisci i segni di punteggiatura.
I nonni avevano una casa con un bellissimo giardino sul davanti c’era un cancello e un lungo viale fiancheggiato da alberi che facevano ombra
Dopo una corsa spesso mi fermavo sotto uno di questi alberi per riprender fiato e per ascoltare il cinguettio armonioso degli uccellini
Oltre il cancello di legno c’era il mare un mare dolce di onde striate di bianco che mormoravano silenziosamente fino a raggiungere la spiaggia
A pelo d’acqua nuotavano minuscoli pesci argentati vicino alla riva giocavano con la sabbia e costruivano ponti e bellissimi castelli
Trasforma il discorso diretto in discorso indiretto.
• La mamma urlò: – Corri, il bus sta per arrivare!
• Il nonno mi domandò: – Hai visto per caso la mia pipa?
• La maestra ci esortò: – La campanella è già suonata! Mettete tutto in cartella. ............................................................................................................................... .....
• Clementina, – chiese la mamma, – perché non hai sistemato i libri sulla scrivania? ............................................................................................................................... .....
• Signora Matilde, – disse la nostra dirimpettaia – il vostro gattaccio si è intrufolato nel mio appartamento, entrando dalla finestra aperta del soggiorno. Lo porti subito via.
Trasforma il discorso indiretto in discorso diretto.
Il babbo ci raccontò che era arrivato tardi in un ufficio a causa del traffico. Il suo capufficio gli ha detto che prima o poi gli regalerà un grande orologio che gli permetterà di arrivare sempre in orario.
Leggi, sottolinea le parole errate e riscrivile correttamente.
Un giorno il Sole decisse di sposare la Luna.
Ma il Sole lavorava tutto il giorno e la Luna tuta la note, così non pottevano mai stare inssieme.
Si vedevano da l’ontano, si mandavano un bacio coi ragi, ma non potevano abracciarsi.
Il Vento decise allora di aiutarli.
Era mezoggiorno e il Sole risplendeva nel celo sereno; la Luna, che a quell ora stava dormendo, fu sveliata e spinta fuori dal Vento verso il Sole.
Quando gli fù davanti, lui l’abbracciò.
Allora tutto il cielo si oscurò: mettendosi davanti al Sole, la Luna non permetteva più hai suoi raggi di arrivare sulla Terra.
Da allora il Sole e la Luna ogni tanto s’incontrano è s’abracciano.
E quando questo succede, sulla Tera, in pieno giorno, si fa buio e avviene quel fenomeno che gli uomini hanno chiamato “eclisse”.
Antonella Varcasia
Metti l’accento dove occorre.
• Chi mi da una mano?
• Ti piace il te alla menta?
• Sono appena arrivata da un lungo viaggio.
• La prego di accomodarsi di la.
• Si, si vede che hai svolto con impegno il lavoro.
• Un di mi recherò in centro per fare acquisti.
• A te cio non spaventa, a me si.
Metti l’accento e l’apostrofo dove occorre.
• Non mi ha detto la verita.
• Lucia riesce a dare sempre qualcosa di se.
• Il treno è partito con un ora di ritardo.
• Passare i pomeriggi con il nonno e davvero bello.
• Qui in citta non c’e piu tranquillita.
• Vorrei del miele nel te per favore.
• Vuoi ancora un po di crostata?
• Marco se n'e andato verso sera.
Completa con l’ho • lo; l’ha • la • là; l’hanno • l’anno; gliel’ho • glielo; gliel’hai.
• Non .................... più incontrato. Ti garantisco che non .................... so.
• Ho incontrato Margherita, ma non riconosciuta.
• prossimo frequenterò la scuola di danza.
• Smettila di curiosare qua e
• C’era il mio quaderno. Chi preso?
• È stato Alberto: visto tutti.
• Perché non detto a Francesco?
• Come te .......... passi?
• Che bel disegno! Chi fatto?
• Aveva smarrito il bracciale e ....................... ritrovato io.
• rimproverato perché aveva pasticciato il quaderno del suo compagno.
• Hai comprato il libro, e perché non ancora dato?
• La mamma ha acquistato un orologio per il babbo. regalerà il giorno del suo compleanno.
Riscrivi correttamente le frasi.
• Ho visto l’ha ragazza che cercavi.
• Se l’ho incontri salutamelo.
• Ho voglia di un buon t’è.
• Ai finito di svolgere l’esercizio?
• Finirà l’università fra un hanno.
Sottolinea il soggetto di ogni frase.
• Tutti corsero verso il cancello.
• Nel cielo apparve la luna con il suo carico di stelle.
• Scendeva la sera.
• Luigi e suo fratello mi vennero incontro.
• I miei cugini vanno in vacanza al mare.
• Per me nuotare è un piacere.
• L’ultimo chiuda la porta.
• Il cane del vicino mise in fuga i ladri.
• Io preferisco il gelato alla granita.
• Nella savana corrono veloci i ghepardi.
• Nella piazza c'è una fontana circolare.
Completa le frasi con i soggetti adeguati.
• del parco perdono le foglie.
• Nel mese di agosto …………...… d’arte vengono visitate da molti turisti.
• di Fabiola abitano in una casa molto grande.
• della ricreazione suona alle undici.
• rincorre un gomitolo di lana.
• eseguono gli esprimenti in laboratori attrezzati.
• Per tutta la notte hanno abbaiato.
Scrivi fra parentesi il soggetto sottinteso di ogni frase.
• Verrò da te verso sera. ( )
• È andata via pochi minuti fa. ( ........................... )
• Partimmo verso le due. ( )
• È stanco di camminare. ( ........................... )
• Che cosa state mangiando? ( )
• È ora che se ne vadano. ( )
• Abbiamo ripassato le tabelline. ( )
• Dipinsero le pareti dell'appartamento. ( )
• Mi arrampicai su quel pino. ( )
Sottolinea di rosso il soggetto e di blu il predicato di ogni frase.
• Il cane del vicino scodinzola quando mi vede.
• Il papà di Franco è partito due ore fa.
• Il disegno di Martina raffigura un bellissimo paesaggio.
• Nella vasca di pietra bianca nuotano in tondo tanti pesciolini rossi.
• Mio cugino guarda i cartoni ogni giorno.
• Oggi il sole splende nel cielo azzurro.
• Le rondini intrecciano voli.
• Al ristorante arrivarono in anticipo gli zii.
• Gli scolari hanno fatto un bel cartellone.
• Gli Egizi costruirono le piramidi.
Sottolinea di rosso il predicato verbale e di verde il predicato nominale.
• Pallino è un gattino allegro.
• La Sicilia è un’isola.
• Ieri abbiamo montato la tenda in giardino.
• Quel signore è lo zio di Daniele.
• I miei genitori sono a Londra.
• Anna è una bambina di sei anni. Sua sorella Alessia invece ne ha undici.
• La mamma è molto stanca.
• La grandine è caduta per pochi minuti.
• Questo quaderno è di Andrea.
• Maria è molto golosa.
• Il cane di Matilde gioca in giardino.
• Il gatto è grazioso.
• Questo documentario è interessante.
• Il panorama è davvero splendido.
• Ho disegnato un bellissimo paesaggio.
• Gli alberi del mio giardino sono rigogliosi.
• La rosa è un fiore profumatissimo.
• Per le strade la gente cantava e lanciava coriandoli.
• Il vassoio è colmo di biscotti.
• Il vento ha piegato i rami degli alberi.
Sottolinea in rosso il soggetto e in blu il complemento oggetto.
• La mamma di Lucia ha acquistato un ombrello e una sciarpa.
• A pranzo io ho mangiato la pastasciutta.
• La gru sposta i blocchi di cemento.
• Carla ha dipinto un quadro con gli acquerelli.
• Lino e i suoi compagni sentirono un rumore spaventoso.
• Mara e Nico devono fare gli esercizi di matematica.
• Chiara festeggia il suo compleanno a casa dei nonni.
• La maestra scrive la poesia alla lavagna.
• La mamma coltiva in giardino splendide rose.
• Il medico cura i malati.
• Anna invia una e-mail alla sua compagna di banco.
• Mario innaffia le piante della nonna.
Completa le frasi inserendo un complemento oggetto adatto.
• L'artista ha dipinto
• Il nonno ha appena infornato …………..……..
• Il comico divertiva
• Il cuoco ha preparato ……………….. con i funghi.
• Il nonno mi racconta di avventura.
• Carlo legge seduto sul dondolo.
• Il babbo è andato ad aprire
• Il vento spazzò via
• Il vigile indossa
• Dagli alberi cadono
Sottolinea, dove ci sono, i complementi oggetto.
• I pesciolini colorati nuotano nell’acquario.
• La bibliotecaria riordina gli scaffali.
• L’orologio segnava la mezzanotte.
• Il nonno è partito con il treno.
• Il papà spedisce una cartolina ad un suo amico.
• Laura arriverà in stazione verso le otto.
• Il gatto di Lucia dorme sul divano.
Osserva e completa la tabella.
Soggetto Predicato Domanda complemento indiretto
Luisa abita (Dove?) a Torino (di luogo)
Il treno parte (Quando?) alle 17.30 ( .................... )
Lo zio parla (Come?) ad alta voce ( )
Il nonno ha viaggiato (Con quale mezzo?) in aereo ( )
Il pallone è (Di quale materiale?) di cuoio ( )
Gina telefona (A chi?) alla sorellina ( .................... )
Dario trema (Per quale causa?) per la paura ( )
Il vaso è stato rotto (Da chi?) da Laura ( )
Sottolinea il complemento di luogo e di tempo.
• Abbiamo viaggiato per tre ore con difficoltà.
• D’inverno piove e cade la neve.
• A Natale vado spesso a Pisa dai miei nonni.
• Ogni mattina alle otto Luisa va a scuola.
• Siamo appena arrivati in stazione.
• Il papà è andato in farmacia a comprare le pillole.
• Sono andato in cantina con il nonno.
Scrivi tre frasi con il complemento di luogo e tre con il complemento di tempo.
Sottolinea il complemento di modo e di mezzo.
• Gli zii sono arrivati con il treno.
• L’autista guidava con prudenza.
• I pompieri spengono l’incendio con l’idrante.
• Camminava a passi lenti.
• Il babbo lava l’auto con la spugna.
• La mamma parlava in fretta.
• Lucia è partita a malincuore.
Scrivi tre frasi con il complemento di modo e tre con il complemento di mezzo.
Sottolinea il complemento di materia e di termine.
• La zia ha offerto il gelato a tutti noi.
• Il nonno ha regalato un braccialetto d’argento a Cristina.
• La collana della mamma è d'oro.
• Ho telefonato a Giovanna la scorsa settimana.
• La mamma ha comprato un abito di seta.
• Lo zio di Stefania ha dato un incarico a Giulia.
• Ho rotto la tazzina di porcellana.
Scrivi tre frasi con il complemento di materia e tre con il complemento di termine.
Sottolinea con colori diversi i complementi di causa, d'agente e di compagnia. Poi per ognuno scrivi tre frasi.
• Il nonno non esce per il temporale.
• Valentina piangeva dalla gioia.
• Il gregge fu assalito dai lupi.
• Ieri non siamo andati in gita per la pioggia.
• Le strade sono impraticabili a causa della neve.
• Sono andato a cinema con la nonna.
• Eleonora pattina con Giulia.
• I miei cugini sono partiti per la montagna con alcuni amici.
• La sentenza venne pronunciata dal giudice.
• Elena ogni sera va a passeggio con il suo cane.
• I nonni hanno acquistato un quadro per la sua bellissima cornice.
• Le medicine mi sono state prescritte dal medico.
Sottolinea i complementi e scrivi due frasi per ognuno.
Il complemento di causa efficiente
• L’albero del giardino è stato piegato dal vento.
• Il nonno di Ludovico è stato investito da un’auto.
• L’autista fu abbagliato dal sole.
Il complemento di specificazione
• Il cane di Camilla è un gran combinaguai.
• Linda è la sorella di Giacomo.
• Nel giardino dei nonni ci sono molti alberi da frutto.
Il complemento di unione
• La bambina arrivò con un mazzo di fiori.
• La nonna mi ha offerto delle caramelle di menta con il cioccolato.
• Spesso mangio il riso con le lenticchie. • ………...........…..…………...........…..……………...........…..……………...........……
Il complemento di fine o scopo
• Ci incontrammo per una cenetta.
• Fa rumore per dispetto.
• Comprerò una scatola di colori per la realizzazione di un dipinto.
Sottolinea i predicati e, per ognuno, indica se si tratta di un predicato verbale (V) o nominale (N).
• La mucca è un mammifero.
• Ieri il tempo era proprio brutto.
• Partiremo appena cesserà di piovere.
• I miei compagni sono simpatici.
• La mamma ha fatto una crostata con le fragole. ..........
• Le ciliegie sono davvero buone.
• Luigi mi racconta tante storie divertenti. ..........
• Luca ha regalato un fiore alla maestra.
• Domani inizierà il corso di pittura.
• Più tardi scriverò una e-mail a Francesca.
Leggi le frasi, cerchia i soggetti, sottolinea e analizza i complementi.
• Il gatto di Carmine ( ) è scappato.
• Matteo ha regalato alla mamma ( ) una statuina ( ………………..……… ) di porcellana ( ………………..……… ) .
• La città è stata distrutta da un violento terremoto ( )
• La notizia fu accolta da tutti ( ………………..……… ) con gioia ( ) .
• Vito è partito da Bologna ( ) per andare a Roma ( ) . Ora è sul treno ( )
• Partiremo con gli zaini nuovi ( )
• Marina tornò a casa ( ………………..……… ) a piedi ( ………………..……… ) .
• L’anno scorso ( ) sono stata in montagna ( ) per una settimana ( )
• Sono andato allo stadio ( ) con lo zio ( ) .
• Una mattina ( ) Marcovaldo notò dei funghi ( ) in un'aiuola ( ) .
Per ogni complemento scrivi una frase.
Complemento
• oggetto
• di specificazione …………………………………………………...........................
• di tempo
• di termine
• di mezzo
• di luogo
• di unione
• di compagnia
• d’agente …………………………………………………...........................
• di fine o scopo
• di causa efficiente
Analizza le seguenti frasi.
Il papà: ………………………………......................…
di Sara: ………………………………......................…
prepara:
un ottimo risotto:
A pranzo:
mangio:
l’insalata: con i pomodori:
Il tempio:
è stato costruito: in epoca romana:
I nonni:
vivono:
in Calabria:
Sottolinea i nomi e trascrivili in tabella nella colonna giusta.
Il tempo era orribile. Soffiava un vento di tramontana freddo e impetuoso.
Giovannino, Tullio, Alberto e altri ragazzi tornavano a casa da scuola, quando un colpo di vento portò via il berretto di Tullio.
– Piglialo, piglialo! – gridò Giovannino. E insieme a tutti gli altri cominciò a correre dietro al berretto, ma il berretto correva più dei ragazzi.
– Piglialo, piglialo! – gridavano i ragazzi e correvano scalmanati. Alle grida la gente si affacciava dalle porte e dalle botteghe.
Qualcuno cominciava a correre dietro ai ragazzi, non sapendo nemmeno di cosa si trattasse. Dopo cinque minuti, una folla intera correva e strillava per la strada. Si gridava sempre: – Piglialo!
Piglialo!
E anche: – Al ladro! Al ladro!
Finalmente Tullio acciuffò il suo berretto e se lo mise in testa trionfante.
Tutti si fermarono. Un uomo chiese: – E il ladro chi è?
È il vento che mi aveva preso il berretto! – rispose
Tullio.
E tutti si misero a ridere. Nessuno aveva più freddo.
Cerchia i nomi invariabili cioè che possono essere sia maschili che femminili.
dirigente / narratore / nipote / cantante / giudice parente / parrucchiere / fiore / carabiniere
Cambia di genere i seguenti nomi.
• uomo – donna
• fratello –
• dottoressa – ……........……….
• marito –
• attrice –
Indica il genere dei seguenti nomi.
• Emma …....
• scuola
• delfino
• ciclista
• maschio – ……........……….
• frate –
• re – ……........……….
• madrina –
• scrittrice –
• finestra …....
• Aurora
• foce …....
• cognata
Trasforma i nomi al plurale. Cosa noti?
• compagno …....
• cantante
• attrice
• poetessa
Singolare Plurale Singolare Plurale
coltello emozione
industria ciclista
ciminiera baffo
foglio città
astuccio re
pilota pennarello
autista latte
brontolio pittore
farmacia crema
valigia matrimonio
frangia caffè
Sottolinea solo i nomi concreti.
pugile / giustizia / stelle / buio / generosità / perfezione / scultura / timidezza nebbia / timore / cucciolo / fantasia / luna / falco
Dai seguenti nomi concreti, ricava un nome astratto.
artista arte
giudice
psicologa ………….........................
chirurgo
profeta
filosofo
amico ………….........................
scienziato
Dai seguenti verbi ricava un nome astratto.
soffrire spaventare vincere pensare
impegnarsi creare amare sperare
Dai seguenti aggettivi ricava un nome astratto.
povero ………….........................
ricco vanitoso
stanco ………….........................
allegro sospettoso
Sottolinea di rosso i nomi concreti e di blu i nomi astratti.
• La gioia è stata grande quando abbiamo ricevuto la tua telefonata.
• La mamma ebbe paura quando vide nel giardino un enorme gatto.
• Abbiamo finito di pulire la cameretta.
• Quell’attore è bravo, ma la fama gli ha dato alla testa.
• La rabbia lo assalì alla notizia.
• Il pallone volava da un giocatore all’altro fra la gioia e gli applausi dei tifosi.
Indica con (I) i nomi invariabili, con (D) i difettivi e con (S) i sovrabbondanti.
• varicella
• sangue
• virtù ..........
• labbro
• muro
• grido
• latte
• pepe ..........
• bontà
• caffè ..........
Scrivi i due plurali dei nomi sovrabbondanti e spiegane oralmente il significato.
Singolare Plurale il ciglio l'urlo il membro il labbro
Singolare Plurale l'osso il gesto il dito il muro
Con i nomi invariabili, difettivi e sovrabbondanti scrivi le frasi.
Nomi invariabili
Nomi difettivi
Nomi sovrabbondanti ….................................................................................................. …..................................................................................................
Cancella le parole sbagliate.
• Nell’Iliade si cantano i gesti – le gesta di Achille.
• Il cane ha sotterrato gli ossi – le ossa di pollo.
• Sono state gettate le fondamenta – i fondamenti della nuova casa.
• In primavera le ciglia – i cigli dei fossi sono erbosi.
• Le mura – I muri di questa città sono ben conservate.
• La nonna tiene tra le braccia – i bracci il nipotino.
Scrivi il nome primitivo di ciascun nome derivato.
• libraio
• maglificio
• orefice
• birrificio
• portinaio …………....................
• orologiaio
• zuppiera
• cavaliere
• saliera
• oliera …………....................
• controllore carta mare cavallo
• autista
Scrivi accanto a ciascun nome primitivo almeno tre nomi derivati.
acqua fiore
dente
Completa la tabella con tutte le alterazioni possibili.
Nome Diminutivo Vezzeggiativo Accrescitivo Dispregiativo uomo cappello
naso
giornale
libro
ombrello
scarpa
casa
donna gatto
Definisci i seguenti nomi collettivi.
Insieme di...
• sciame …………................
• gregge
• fogliame
• arcipelago
• stormo
• banda
Insieme di...
• flotta …………................
• ciurma
• squadra
• cucciolata
• folla
• bosco
Completa le frasi con il verbo adeguato.
• Uno stormo di uccelli su un maestoso albero.
• Questa sera l’orchestra ………………….. in piazza
• Un gregge di pecore vicino al lago.
• Una scolaresca nel cortile della scuola.
Analizza i seguenti nomi composti.
arcobaleno =
sempreverde =
cartapesta =
dormiveglia =
schiaccianoci =
portachiavi = ………....…....…......
saliscendi = ………....…....…......
bassorilievo =
lavavetri =
aspirapolvere =
caposquadra =
pianoforte =
lavastoviglie =
portapacchi =
Scrivi il plurale dei seguenti nomi composti.
terracotta
copricapo
capostazione
arcobaleno
pescespada ………....…....…......
portalettera
francobollo ………....…....…......
asciugamano
portapacco
bassorilievo
capofila
girasole
Leggi e sottolinea tutti gli articoli.
I prati sono il regno di molti insetti, tra i quali le farfalle. Molte farfalle, soprattutto quelle con le ali variopinte, simili ai petali di un fiore, sono fra gli insetti più belli. Il capo della farfalla ha lunghe antenne e la bocca termina con una piccola proboscide, la spiritromba, necessaria per succhiare il nettare dai fiori. Il passaggio allo stato adulto nella farfalla e in altri insetti è un processo che avviene per fasi successive ed è chiamato metamorfosi.
AA.VV., Avventure del sapere, Piccoli un gatto un anatroccolo un amico
Trasforma al plurale usando l’articolo partitivo.
un pagliaccio un turista un compagno
Sottolinea gli articoli partitivi.
• Mi piacerebbe mangiare qualche dolcetto.
• Prendimi delle mele dal cesto.
• Vorrei dei libri nuovi da leggere durante le vacanze.
• Vorrei fotografare alcune farfalle in volo.
• Ho sentito dei rumori nelle mia cameretta.
• Luca mi ha lanciato delle strane occhiate.
• Ho comprato delle perline colorate.
• Silvia mi ha chiesto dei fogli per disegnare.
• La mia sorellina ha messo degli orecchini alla sua bambola.
• Hai dello spago, per favore?
Sottolinea le preposizioni e analizzale nel riquadro.
Filastrocca a voce bassa, chi è di notte che passa e ripassa?
È il principe Fine e non può dormire perché ha sentito una foglia stormire?
O forse è l’omino dei sogni che porta i numeri del lotto di porta in porta?
È un signore col mal di denti in compagnia di mille tormenti?
L’ho visto: è il vigile notturno che fa la ronda taciturno: i ladri scantonano per la paura, la città dorme sicura.
Gianni RodariSottolinea di rosso le preposizioni e di blu gli articoli partitivi.
• Il papà di Umberto viaggia sempre in treno.
• Mangerà volentieri dei biscotti farciti.
• Le ali delle farfalle sembrano preziosi ventaglietti colorati.
• Delle rane si tuffavano nello stagno.
• Di sera compaiono nel cielo delle piccole stelle splendenti.
Sottolinea le preposizioni improprie.
• Il nonno si è fermato davanti al cancello della villa.
• Il cane di Patrizia si è accucciato sotto l’automobile del nonno.
• Abbiamo passeggiato lungo il fiume.
• La fontana è vicino all'aiuola.
• La casa è dietro alla collina.
• Maurizio si è nascosto dietro la siepe.
Sottolinea le congiunzioni.
Quando piove e resto in casa mi annoio terribilmente perché non posso giocare all’aperto, così guardo un po’ di tivù.
Dopo un po’ riprendo puntualmente a sbuffare.
– Sei una frana – esclama la mamma. – Quando ti lagni sei la copia di Micetto.
Micetto è il gatto della nostra vicina di casa, anche lui si lamenta se piove.
Elimina la congiunzione sbagliata.
• Mi piace il mare ma – anche non so nuotare.
• Si è spenta la luce perciò – ma stiamo al buio.
• La mamma è molto stanca perché – perciò ha lavorato molto.
Completa frasi.
• Carla è triste perché
• Ho acceso la televisione ma ………………………………………..…...........…..………
• Francesca aprì la sua cameretta e
• Per fortuna la mamma è tornata presto dall’ufficio così
• In cortile Mara giocava mentre
• Verranno a trovarmi tutti i compagni di classe perciò
• Credevo di divertirmi invece
• Claudia sta male perché
• I bambini girarono intorno al tavolo finché …………....……...........….......…..…………
• Ho paura del buio perciò
• Quando mi arrabbio piango o
• Domani andrò al parco e
• Il nonno brontola quando
• La mamma stira mentre
• Io adoro la marmellata ma
Sottolinea nel testo gli aggettivi qualificativi.
Ricordo di aver trascorso dei giorni stupendi a casa di mia zia Clara.
Lei possiede una casetta piccola, ma tanto graziosa. La casa ha il tetto rosso, le finestre con le persiane verdi e due balconi abbelliti dai vasi di gerani rossi.
La casa è circondata da un piccolo giardino impreziosito dai cespugli di rose. Oltre la casetta c’è un sentiero che scende verso il mare azzurro.
Raggiungevo con gioia la spiaggia di sabbia dorata. Un giorno scoprii una piccola conchiglia dai riflessi argentati.
Osserva il paesaggio e fai una descrizione usando opportunamente gli aggettivi qualificativi. Poi sottolineali.
Completa la tabella con i gradi dell’aggettivo qualificativo.
COMPARATIVO SUPERLATIVO
positivo maggioranza minoranza uguaglianza assoluto relativo freddo morbido felice sicuro educato studioso
Sottolinea gli aggettivi qualificativi e indicane il grado.
• Mario è più alto di Gianni.
• La nostra auto è veloce come la vostra.
• La rosa è meno profumata del giglio.
• Questo disegno è bellissimo.
• Oggi abbiamo letto un racconto molto divertente. ………...........…..………
• Il monte Bianco è il più alto di tutta la catena alpina.
• Questo maglione è morbidissimo.
Indica il grado degli aggettivi e poi scrivi una frase con ciascuno di essi.
più dolce = meno dolce = superveloce = difficilissimo =
Sottolinea gli aggettivi possessivi e cerchia i pronomi possessivi.
Poi completa scrivendo due frasi con gli aggettivi e due con i pronomi possessivi.
• Perché hai preso i miei giochi?
• Ho trovato i tuoi occhiali.
• Ho lasciato a casa il cellulare. Hai portato il tuo?
• I miei cugini sono simpatici mentre i vostri sono sempre scortesi. •
Sottolinea gli aggettivi dimostrativi e cerchia i pronomi dimostrativi.
Poi completa scrivendo due frasi con gli aggettivi e due con i pronomi dimostrativi.
• Ho appena finito di leggere questo racconto, domani leggerò quello di avventura.
• Questo lago è ricco di pesci.
• Vorrei conoscere colui che ha progettato questa casa.
• Ti piacciono di più questi pantaloni o quelli?
Sottolinea gli aggettivi indefiniti e cerchia i pronomi indefiniti.
Poi completa scrivendo due frasi con gli aggettivi e due con i pronomi indefiniti.
• Pochi scolari conoscono bene le tabelline.
• Giuseppe ha già letto tante pagine di storia.
• Quale colore vuoi? Va bene uno qualunque?
• Questo problema era facile, chiunque avrebbe potuto risolverlo.
Sottolinea gli aggettivi numerali e cerchia i pronomi numerali. Poi completa scrivendo due frasi con gli aggettivi e due con i pronomi numerali.
• L'esagono ha sei lati, il pentagono ne ha cinque.
• La signora Giada abita al quinto piano.
• La seconda strada porta nel centro storico, la quarta è quella che porta ai giardini.
• Nell’astuccio ci sono dodici pastelli e quattro penne.
• ………………………………………………………………………………………………
• ………………………………………………………………………………………………
Sottolinea gli aggettivi interrogativi e cerchia i pronomi interrogativi. Poi completa scrivendo due frasi con gli aggettivi e due con i pronomi interrogativi.
• Quante persone verranno a pranzo?
• Che trasmissione televisiva guardi?
• Con chi hai giocato lunedì scorso?
• Quale regalo desideri per la tua festa?
• …………………………………………………………........………………………………… • …………………………………………………………........…………………………………
Sottolinea gli aggettivi esclamativi e cerchia i pronomi esclamativi. Poi completa scrivendo due frasi con gli aggettivi e due con i pronomi esclamativi.
• Che gioia vederti!
• Che ci fai qui!
• Quanti ricordi in questo diario!
• Chi credi di essere!
Sottolinea i pronomi presenti nel brano.
Il gatto di mia figlia si chiama Martino. Lo trovò piccolo e solo in un mattino di novembre, tremava dal freddo sotto una panchina del Giardino Pubblico.
Lei, lo prese in braccio, lo coprì e lo portò a casa.
Sottolinea di rosso LO • LA • LE • GLI se sono articoli, di blu se sono pronomi.
• Lo zio mi ha proposto di andare ad assistere alla partita di pallone e io gli ho detto di sì.
• Ho ritrovato il giornalino di mio fratello: lo vuoi? Te lo presto.
• Vedi quell’isolotto laggiù? Lo si può raggiungere anche a nuoto.
• Dammi lo zaino: lo porto io.
• Gli hai riparato la bici?
• Marina è tranquilla, non la vedi mai correre.
• La tua borsetta è bellissima: me la presti?
Completa le frasi con il pronome personale adatto.
• Quando incontrerò Mario, restituirò il libro.
• Mara e Rosaria sono laggiù: puoi chiamar per favore?
• Pietro è molto generoso: tutti vogliono bene.
• Ho nostalgia dei miei nonni. Non …...… vedo da molto tempo.
• siamo stanchi.
• …...… corri velocemente?
• Ho comprato un gelato e mangerò guardando i cartoni.
• Ho telefonato a Luca e ho ricordato l'appuntamento.
• Non trovo la penna perciò domani ricomprerò.
• Avete trovato i miei guanti? sto cercando ovunque.
• mi sento agitato e confuso.
F. TomizzaSottolinea il pronome relativo che ritieni corretto.
• La compagna che – alla quale ho prestato la penna è una ragazza molto studiosa.
• Non farti convincere dai ragionamenti che – con cui Pietro ha convinto anche me.
• Quel bambino di cui – che tutti giudicano molto educato è un gran combinaguai.
• La mamma ha preparato una torta di cui – che mi piace molto.
• Il film a cui – di cui mi hai tanto parlato non mi è piaciuto affatto.
• Questo è il libro di cui – che mi avevi prestato.
• Ti presento la mia amica alla quale – della quale ti avevo parlato.
• Il cane è un amico fedele con cui – sui cui puoi sempre contare.
• I dolci sono un alimento a cui – che non rinuncerei mai.
• Ecco il vestito di cui – che indosserò alla festa.
Riscrivi le frasi con il pronome relativo più opportuno.
• Ho visto dei bambini; essi giocavano in cortile.
• Ho raccolto le ciliegie; con esse ho preparato la marmellata.
• La casa è sulla collina. La casa piace tanto ai miei nonni.
………………......................................................……………………………………………
Sottolinea con colori differenti CHE PRONOME e CHE CONGIUNZIONE.
• Il gioco che preferisco è la pallavolo.
• Credo che Luca sia stato sincero.
• Penso che sia una buona idea.
• Mi piacciono le storie che hanno un lieto fine.
• L’orologio che mi hai regalato è molto costoso.
Scrivi due frasi con CHE PRONOME e due con CHE CONGIUNZIONE.
CHE pronome
CHE congiunzione
Sottolinea di rosso i nomi, di blu gli articoli, di verde le preposizioni e di giallo gli aggettivi qualificativi.
La testa del gatto è piccola, il naso umido, le orecchie corte e diritte. Gli occhi sono a forma di mandorla e la pupilla è una fessura ovale che si restringe alla luce del sole e si dilata nella penombra. I lunghi baffi, detti vibrisse, sono i suoi organi di tatto. Il tronco snello, agile e muscoloso, è sostenuto dalla colonna vertebrale, che continua nella coda. Il gatto è un animale dall’incedere silenzioso, elegante, agile ed elastico. È dotato di finissimo udito e di vista acutissima, che gli permettono di avvertire la presenza della preda, sulla quale piomba fulmineo senza lasciarle possibilità di scampo.
A. D’Addabbo, Insegno le scienze, Atlas
Sottolinea gli aggettivi qualificativi e indicane il grado.
• Sei meno presuntuoso di quanto credessi. ..............................
• L'inverno è la stagione più fredda.
• Fabio ha un pessimo carattere.
• Oggi Luisa è pallida pallida.
• Il mio gatto ha gli occhi verdi.
• Il grattacielo Pirelli, a Milano, è il più alto edificio d'Italia. ..............................
• Lo Ionio è il più profondo dei mari.
Completa.
• dolcissimo: superlativo assoluto
• chiaro come:
• più calmo di:
• meno amaro di:
• il più bravo: …………………..…….
• meno bravo di: …………………..…….
• lentissimo:
• rapido come: …………………..…….
• il più agile:
• il più calmo:
Sottolinea di rosso gli aggettivi e di blu i pronomi presenti nelle frasi.
• I miei genitori hanno trascorso le vacanze all’estero. E i tuoi?
• Ho dimenticato la mia gomma, puoi prestarmi la tua?
• I nostri vicini di casa sono molto gentili.
• Non confondete i nostri quaderni con i vostri.
▲ Sono aggettivi e pronomi ……………………………...….
• Tutti possono sbagliare.
• Certi cani hanno il pelo lungo.
• Qualcuno mi presti il righello, per favore!
• Hai molti libri, ma non ne leggi nessuno!
▲ Sono aggettivi e pronomi
• Quel prato laggiù è pieno di bellissimi fiori.
• Portami quel contenitore, non questo!
• Questa penna che sto usando è di mia sorella.
• Questi documentari sono più interessanti di quelli che ho visto giorni fa.
▲ Sono aggettivi e pronomi
• Di che segno sei?
• Quale maglia preferisci?
• Che disordine!
• Chi sono i tuoi amici?
• Chi si vede!
• Quante ore hai trascorso in treno?
▲ Sono aggettivi e pronomi
Sottolinea i verbi presenti nel testo e per ciascuno scrivi in tabella l'infinito e la coniugazione.
Luigi e Andrea sono fratelli e non si somigliano affatto.
Andrea è grasso, ma molto agile, infatti, quando i due fratellini si azzuffano.
Andrea ha una faccia bella tonda, ma anche il resto del corpo è altrettanto sferico, mi ricorda Pagnotta, un cane di pezza che tempo fa il babbo aveva regalato a mia sorella.
Luigi, invece, è piccolo e secco e scricchiola un po’ dappertutto; la sua mamma si preoccupa tanto e, sorridendo, gli dice che è pieno di tarli. Luigi è convinto di averne, ma solo uno, nascosto nel ginocchio destro.
Andrea piange e strepita per niente.
Ieri cadendo dalla bicicletta si è ferito il mento; appena si è accorto che gli sanguinava un po’, ha lanciato un urlo terrificante.
Rosa Dattolico
Sottolinea con tre colori diversi i verbi al modo indicativo, congiuntivo e condizionale.
• Se fossi venuto alla mia festa ti saresti divertito molto.
• Il babbo aveva acquistato un’auto d’epoca.
• Nel cestino mancano due prugne.
• Spero che Silvia e Riccardo arrivino in orario.
• Ti piacerebbe se gli zii venissero a cena con il loro cagnetto?
• Quando finirà il temporale, usciremo in giardino.
Completa con un verbo al congiuntivo.
• Spero che la maestra
• Temo che stasera
• Vorrei che il nonno ………………………………...………………
• Mi piacerebbe che i miei cugini
Completa con un verbo al condizionale.
• Se facesse meno freddo
• Ho sete, per favore ………………………………...………………
• Se avessi letto prima l’avviso
Sottolinea con tre colori diversi i verbi al modo infinito, participio e gerundio.
• Appena giunto a casa, telefonai a Rita.
• Salutati gli amici, tornammo a casa.
• Il sole nascente colorò di rosa il cielo.
• Camminando lungo il viale incontrai un amico di mio padre.
• Con il viso sorridente, mi tese la mano per chiedermi scusa.
• Raggiunsi la riva nuotando vigorosamente.
• Uscendo, chiudi bene la porta.
• Il grillo parlante è un personaggio delle fiabe.
Completa la tabella. tempo voce del verbo e coniugazione persona modo andarono
parlaste caddi fa’
squilleranno avevano saltato avresti vinto abbia detto fosse venuto andando avendo visto avessi sentito scrivente avremmo giocato parlare credente
avendo giocato parlato
Sottolinea il verbo quando è transitivo.
• Dania ha mangiato tutta la minestra.
• Nel laghetto nuotavano graziosi cigni.
• La maestra ha corretto le verifiche di matematica.
• Ad agosto il caldo è insopportabile.
• Il cameriere servì subito le pizze.
• Il cielo è coperto dalle nuvole.
• Le stelle apparvero nel cielo a poco a poco.
• Federica si lava i denti con cura.
Sottolinea i verbi e indica se sono transitivi (T) o intransitivi (I).
• Elena legge un libro.
• Il nonno cura le piante.
• La mamma prepara il pranzo.
• La luna splende di notte.
• Il sole tramonta dietro le colline.
• Il cavallo galoppa nel recinto.
• I bambini si divertono in giardino.
• Il medico cura i malati.
• La maestra ha corretto l’esercizio.
• Il treno di Luca partì in ritardo.
Sottolinea tutti i verbi transitivi e, per ognuno di essi, scrivi una frase. camminare / cucinare / stirare / correre / giocare / nuotare costruire / rompere / abbracciare / cantare / scrivere ……………………………………......…….…….…….…….…….…….…….……..…………
Sottolinea in rosso i verbi di forma attiva e in blu quelli di forma passiva.
• L’albero fu colpito da un fulmine.
• Il Sole riscalda la Terra.
• Mara ha finito di leggere un libro.
• Il gatto ha rovesciato la ciotola.
• Il nonno mi ha raccontato un episodio della sua infanzia.
• Un lampadario illuminava la stanza.
• La pizza è stata preparata dalla zia.
• Le foglie secche sono state bruciate dal contadino.
• Torte e pasticcini erano stati preparati dai bambini della scuola.
• Il tesoro è stato trovato dai pirati.
Sottolinea di rosso i verbi in forma riflessiva.
• Lucia si guarda spesso allo specchio.
• Mi vedo molto dimagrita.
• Noi ci prepariamo per l’interrogazione.
• Le mie amiche si travestiranno da streghe.
• Noi ci tufferemo dopo.
• Nicola si è scottato con l’olio.
• Gina si prepara per l’interrogazione.
Scrivi una frase per ogni verbo.
lavarsi / curarsi / pettinarsi / vestirsi
Sottolinea i verbi usati in modo impersonale.
• Bisogna che vada a casa in orario.
• È nevicato per poche ore.
• Ieri mattina albeggiò prestissimo.
• In montagna grandina facilmente.
Sottolinea i verbi servili.
• Bisogna proprio risolvere questi problemi.
• È necessario chiarire l’equivoco.
• Sono in punizione perciò non posso uscire.
• Puoi cambiare canale?
• Vorrei sapere perché non hai partecipato alla gara.
• Non ho potuto esprimere la mia opinione.
• Qui non si deve fumare.
• Volete stare più attenti?
• Vorrei parlati.
Sottolinea gli avverbi nel testo.
Il gatto di Giovanna si sveglia piano piano, apre gli occhi, poi gira la testa lentamente.
Quando vede la ciotola colma di latte agita, per un attimo, velocemente la coda tanto è felice. Dopo aver fatto colazione si acciambella tranquillamente sul divano e si addormenta.
A mezzogiorno in punto schizza in giardino per giocare con Miao Miao, la gatta dei vicini.
Sottolinea gli avverbi e riscrivili correttamente in tabella.
• Domani verrò a trovarti.
• Uscì di casa velocemente.
• Guarda laggiù… ci sono i nostri amici.
• La porta probabilmente è scardinata.
• Nicola non parla mai chiaramente.
• Ritorna presto!
• Ho mangiato molto.
• Forse verrò a trovarti.
modo tempo luogo quantità dubbio
Con ciascuna delle seguenti locuzioni avverbiali scrivi una frase. a malincuore / in fretta e furia / di buon grado / a gambe levate
Sottolinea le esclamazioni.
• Evviva! Ha vinto la mia squadra!
• Uffa, ho poca voglia di studiare!
• Ahia, mi hai pestato un piede!
• Ehi, Lorenzo, vieni a giocare!
• Uffa, mamma! La colpa è di Marianna!
• Non ti sei lamentato dal dentista. Bravo!
• Oh, è proprio un bel tramonto!
• Al fuoco! Chiamate i pompieri!
• Accidenti! Anche oggi il treno parte in ritardo!
• Mamma mia! Che salto!
• Santo cielo! Ti sei fatto male?
• Aiuto! Affogo!
Scrivi una frase per ogni esclamazione.
Ah! • Ehi! • Ahimè! • Eh!
Uffa! Coraggio!
Evviva! Mamma mia!
Ah!
Ahi!
“L'Educazione civica contribuisce a formare cittadini responsabili e attivi e a promuovere la partecipazione piena e consapevole alla vita civica, culturale e sociale delle comunità, nel rispetto delle regole, dei diritti e dei doveri”: così recita l’art. 1 della L. 92/2019, che istituisce l’insegnamento dell’Educazione civica, e che costituisce l’orizzonte di senso entro cui la Scuola è chiamata a muoversi, fornendo delle chiavi di lettura, attraverso alcune parole quali responsabilità, partecipazione, comunità.
I tre nuclei tematici della Costituzione, della Cittadinanza digitale e dello Sviluppo sostenibile implicano, di fatto, che “l’Educazione civica superi i canoni di una tradizionale disciplina, assumendo più propriamente la valenza di matrice valoriale trasversale che va coniugata con le discipline di studio, per evitare superficiali e improduttive aggregazioni di contenuti teorici e per sviluppare processi di interconnessione tra saperi disciplinari ed extradisciplinari”. [Linee Guida per l’insegnamento dell’Educazione civica]
Fondamentale è il principio della trasversalità del nuovo insegnamento, anche in ragione della pluralità degli obiettivi di apprendimento e delle competenze attese, che non sono legate ad una sola disciplina. Ogni scuola ha il compito, come previsto dal D.M. n. 35 del 22/06/2020 - Linee guida per l’insegnamento dell’Educazione civica L.20/19 n° 92, di elaborare un proprio curricolo per offrire ad ogni alunno un percorso formativo organico e completo, articolato secondo i tre nuclei tematici precisati nel c. 2 dell’art. 1:
1. Conoscenza della Costituzione italiana e delle istituzioni dell’Unione europea, per sostanziare in particolare la condivisione e la promozione dei principi di legalità;
2. Cittadinanza attiva e digitale;
3. Sostenibilità ambientale e diritto alla salute e al benessere della persona.
In questo contesto si inserisce a pieno titolo l’Agenda 2030 dell’ONU con i suoi 17 obiettivi, poiché permette di affrontare i temi fondamentali dell’Educazione civica in stretta connessione con l’attualità e in chiave interdisciplinare. Nel documento “Indicazioni Nazionali e nuovi scenari” del 22/02/2018 si legge infatti che “i 17 obiettivi comuni riguardano tutti i Paesi e tutti gli individui: nessuno ne è escluso, né deve essere lasciato indietro lungo il cammino necessario per portare il mondo sulla strada della sostenibilità”.
L’idea sottesa è dunque quella di una Scuola che assume gli aspetti valoriali, relazionali e di trasformazione quali principi di base che fanno da filtro e ci aiutano a declinare tale idea attraverso le categorie pedagogiche della responsabilità, della relazionalità e del cambiamento.
Il volume unico, per gli alunni delle classi quarta e quinta, è strutturato in percorsi che affrontano i principali argomenti previsti dalle Linee Guida nell’ambito dei tre nuclei fondanti, rimandando dunque alla Costituzione, allo Sviluppo sostenibile e alla Cittadinanza digitale. Costituisce di per sé un approfondimento e un arricchimento di percorsi presenti nelle antologie e in generale nell’intero Progetto, con pagine di ampliamento laboratoriale anche in questa Guida.
Il Volume unico, per gli alunni delle classi quarta e quinta, e strutturato in percorsi che affrontano i principali argomenti previsti dalle Linee Guida nell’ambito dei tre nuclei fondanti, rimandando dunque alla Costituzione, allo Sviluppo sostenibile e alla Cittadinanza digitale. Costituisce di per sè un approfondimento e un arricchimento di percorsi presenti nelle antologie e in generale nell’intero Progetto, con pagine di proposte laboratoriali sulle principali Giornate nazionali e internazionali nella presente Guida.
Ampio spazio è dato all’Agenda 2030 e ai suoi 17 obiettivi, che trovano riscontro in ogni percorso e sono strettamente connessi ai tre nuclei fondanti previsti dalle Linee Guida. I percorsi possono essere affrontati nel corso di uno o due anni, a discrezione della programmazione dei docenti che terranno conto dei bisogni e delle competenze maturate e ancora da sviluppare della classe. Ogni disciplina è coinvolta a pieno titolo nel percorso di Educazione civica, attraverso lo sviluppo di tematiche ricche di spunti di riflessione da condividere in classe tra alunni e docenti, per la costruzione di una comunità educante in cui tutti gli attori siano parte attiva. Ci sono attività di lettura tratte da classici o da argomenti di attualità, con riferimento a personaggi noti ai bambini, diverse tipologie testuali, con rubriche ricorrenti per favorire la riflessione, la discussione e stimolare la curiosità e la ricerca.
Sono presenti attività di Flipped Classroom, pagine di CLIL, numerose proposte in apprendimento cooperativo, con frequenti rimandi alle principali Giornate nazionali e internazionali, per rafforzare il senso di appartenenza alla comunità italiana e globale. Le attività mirano a stimolare il senso di responsabilità delle bambine e dei bambini, affinché si sentano protagonisti nel processo di costruzione della propria cittadinanza e avvertano l’urgenza di fare qualcosa di concreto per raccogliere le sfide e dare un contributo alla società, sviluppando una cittadinanza attiva sin dai banchi di scuola.
Arricchiscono il volume i compiti di realtà, le cui rubriche di valutazione sono sviluppate in questa Guida, e le pagine di autovalutazione dell’alunno, una per classe, al termine del volume. Gli argomenti trattati sono i seguenti:
• Amicizia;
• Bullismo;
• Pace;
• Memoria;
• Parità di genere;
• Fake news e uso dei social;
• Cyberbullismo;
• Agenda 2030 (sviluppo sostenibile, rifiuti, ambiente)
• Costituzione (i primi12 articoli, i simboli, gli organi costituzionali);
• L’Unione Europea (simboli e organi)
Il volume si chiude con un “Attestato di buona cittadinanza” che potrà essere consegnato al termine della classe quinta, per dare valore ad un processo costruito insieme.
La Giornata Internazionale della Pace è stata istituita dall’ONU e nasce dalla volontà di creare un giorno all’insegna della pace mondiale e della non violenza. Inizialmente veniva celebrata il terzo giovedì di settembre, poi dal 2001 si fissò un’unica data: il 21 settembre di ogni anno.
• Proponete uno dei graffiti di Banksy, celebre artista e writer inglese, di cui non si conosce l’identità. Molte sue opere sono ispirate alla pace e recentemente sono apparse sui muri delle città ucraine. Dopo averle mostrate, lasciate spazio ai commenti poi invitate i bambini a modificare un’immagine di guerra in un’immagine di pace, come in questo graffito comparso a Kiev.
• Fate ascoltare alcune celebri canzoni sul tema della pace e per quelle in lingua inglese aiutate i bambini a tradurre i testi con l’ausilio di immagini o di video con i sottotitoli.
• Ecco alcuni esempi: Imagine di John Lennon; Blowin’ in the wind di Bob Dylan; Il mondo che vorrei di Laura Pausini, Non mi avete fatto niente di Ermal Meta e Fabrizio Moro, Pace di Arisa.
• Presentate le figure di grandi pacifisti come Gandhi, Rigoberta Menchù, Martin Luther King, il Dalai Lama e invitate i bambini a costruire le schede biografiche, dopo aver cercato informazioni sulle loro vite.
Il film è una divertente parodia della guerra utilizzando il gioco tra bande di ragazzi. Per umiliare gli avversari, quelli che vengono presi prigionieri vengono privati di lacci, cinture e bottoni e rimandati a casa reggendosi i calzoni con le mani. Nella scuola di Longeverne poi arriva una ragazzina ebrea. Il coraggio e la determinazione dei ragazzi, delle loro famiglie e del maestro riusciranno a metterla in salvo dai miliziani collaborazionisti che cercano di arrestarla.
La Giornata internazionale della Non violenza, proclamata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, nasce con la finalità di “promuovere una cultura della pace, della tolleranza, della comprensione e della non violenza”. Si celebra il 2 ottobre per ricordare la nascita del Mahatma (Grande Anima) Gandhi. L’espressione “non violenza” indica il nome ufficiale del movimento e del metodo di lotta promosso da Gandhi: la forza che nasce dalla verità e dall’amore.
• Presentate la figura di Gandhi ai bambini con un brevissimo video che troverete a questo link. Invitateli poi a fare una ricerca sulla sua storia e sul movimento nato dal metodo di lotta non violenta. Chiedete infine di condividere i lavori e avviate in circle time una discussione sul significato dell’espressione non violenza, cercando di calarla nella loro realtà quotidiana.
• Comunemente si associa il colore rosso alla violenza e il bianco al suo contrario. Preparate un grande cartellone rosso e chiedete ai bambini di formare, tutti insieme, la sagoma di un albero con l’impronta delle loro mani che avranno ricoperto di tempera bianca. Mentre il colore asciuga, fate ritagliare delle foglie di cartoncino bianco e su ognuna di esse fate scrivere frasi famose o pensieri spontanei sulla non violenza.
• Proponete il testo in inglese con la traduzione di “If I can dream”, la famosa canzone di Elvis Presley, nella versione recente dei Måneskin, più nota ai bambini. Fate ascoltare la canzone, magari cantandola e ballandola con loro, poi commentate insieme il testo. Infine chiedete a ogni bambino di disegnare il loro sogno di mondo migliore, lasciando la canzone in sottofondo. Potreste anche proporre il celebre discorso di M. L. King “I have a dream” e avviare una riflessione condivisa.
Dopo la caduta dell'apartheid, Mandela vince le elezioni e tenta di ridare speranza alla nazione. Per farlo si farà aiutare dal capitano della squadra nazionale di rugby, impegnato a giocare il torneo mondiale. Madiba, come lo chiamano affettuosamente i suoi collaboratori e sostenitori, capisce come gli Springboks, una squadra di rugby che attira l’attenzione di tutti, sia la chiave. Si tratta di una squadra formata da bianchi con un solo giocatore nero, un chiaro simbolo dell'apartheid contro cui Mandela si batte. Decide così di puntare proprio su di loro in vista dei mondiali di rugby che si stanno per giocare in Sudafrica nel 1995.
Il 13 novembre si celebra in tutto il mondo la Giornata della Gentilezza con l’obiettivo di promuoverne il potere positivo verso gli altri e verso se stessi. La data del 13 novembre è stata scelta perché ricorda il giorno d’inizio della conferenza del World Kindness Movement svoltasi a Tokyo nel 1997, che portò alla firma della Dichiarazione della Gentilezza. I Paesi aderenti al Movimento sono 27, chiamati a deliberare principalmente di sviluppo sostenibile in una Assemblea Generale che ha adottato il motto “guardare oltre noi stessi e oltre i confini di Paesi, etnie, religioni e culture”.
• Leggete ai bambini il Decalogo della gentilezza , poi avviate una discussione in circle time e chiedete loro di lavorare in gruppo per stilare il Decalogo della gentilezza della classe. Dovranno poi scriverlo e illustrarlo su di un cartellone e firmarlo tutti.
1. Vivere bene insieme: ascoltare ed essere pazienti
2. Essere aperti verso tutti: salutare, ringraziare e sorridere
3. Lasciare scivolare via le sgarberie e abbandonare l’aggressività
4. Rispettare e valorizzare la diversità, grande fonte di ricchezza
5. Non essere gelosi del sapere: comunicare, trasmettere e condividere
6. Il pianeta è uno solo, non inquinare e non sporcare
7. Ridurre gli sprechi: riciclare, riutilizzare e riparare
8. Seguire la stagionalità e preferire i prodotti locali
9. Proteggere gli animali: non sfruttarli, non maltrattarli e non abbandonarli
10. Allevare gli animali in modo etico, non infliggere sofferenze
• Proponete ai bambini un gioco da fare in gruppo. Serve per sviluppare, empatia, gratitudine e attenzione. All'inizio del gioco i partecipanti stabiliscono un traguardo da raggiungere durante la giornata, ad esempio 50 Grazie, o 100 Grazie. I giocatori hanno una giornata scolastica di tempo per raggiungere l'obiettivo. Valgono i "sì grazie" e i "no grazie". Sono considerati punto soltanto i grazie pronunciati per una ragione valida.
• Ecco i link ad alcuni cortometraggi sul tema della gentilezza:
La giornata mondiale dei Diritti Umani si celebra ogni anno per ricordare a tutto il mondo che tutti hanno gli stessi diritti e che migliaia di persone, nel corso dei secoli, hanno combattuto per ottenerli. Alla fine della il mondo cercava di risollevarsi dalla Seconda guerra mondiale e il 10 dicembre 1948 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite approvò la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani: ecco perché la Giornata Internazionale dei Diritti Umani si festeggia proprio il 10 dicembre di ogni anno.
• Leggete ai bambini alcuni tra i più importanti articoli della Dichiarazione e discutete tra voi per trovare degli esempi, nella vita reale, di rispetto e di non rispetto dei diritti umani. Poi chiedete ai bambini, divisi in gruppi, di inventare uno slogan e un logo per celebrare la Giornata.
• Proponete ai bambini di realizzare un lapbook murale sui diritti umani. Saranno divisi in gruppi e ogni gruppo, in base al numero dei membri, riceverà 4 o 5 articoli su cui fare ricerca e redigere una scheda. I lavori dei gruppi andranno poi assemblati nel grande lapbook dei diritti che tutti insieme poi arricchiranno con immagini e illustrazioni.
• Partendo dalla Dichiarazione dei diritti dell’uomo, offrite ai bambini, divisi in gruppi, il testo di alcuni articoli e il testo di una o due canzoni che ritenete adeguate. Dopo aver individuato il messaggio chiave della canzone la si ascolta e si dialoga: rispetto a questo articolo la canzone sviluppa un particolare aspetto, ma l’articolo dice di più: che cosa?
• Ecco alcuni esempi: Tikibombom di Levante, Mio fratello che guardi il mondo di I. Fossati, Uguali e diversi di G. Grignani,
• Ecco i link ad alcuni cartoni animati sui diritti:
Iqbal: bambini senza paura
Il film è ispirato alla storia vera di Iqbal Masih, il giovanissimo lavoratore e attivista pakistano divenuto icona della lotta allo sfruttamento del lavoro minorile. Iqbal riuscì a portare la sua testimonianza fino all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, prima di essere assassinato a soli 12 anni, nel 1995.
Il 27 gennaio 1945 l’Armata Rossa fece irruzione nel campo di concentramento di Auschwitz. Ogni 27 gennaio si celebra il Giorno della Memoria, ricorrenza istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite per commemorare le vittime della shoah e condannare tutte le manifestazioni di intolleranza, incitamento, molestia o violenza contro persone o comunità, sia su base etnica che religiosa.
• Avviate una riflessione, anche per capire quanto i bambini già sanno sul Giorno della memoria, proponendo la visione di un breve filmato realizzato dal Comune di Napoli
La difficoltà di affrontare questo tema con alunni di età inferiore ai 10 anni rende necessario che ogni docente individui, nell’ambito della propria classe, il percorso più idoneo a conciliare la necessità di informare e far riflettere gli alunni con l’esigenza di non rendere questa esperienza traumatica. Consigliamo di evitare la rappresentazione realistica dell’orrore, di favorire la riflessione sul tema della discriminazione, quella di allora nei confronti degli ebrei e quella di oggi nei confronti dei “diversi” e di stimolare la riflessione sulla funzione della memoria, intesa come memoria individuale, familiare, del gruppoclasse, ma anche collettiva e pubblica.
• Spiegate ai bambini l’importanza del ricordo, invitandoli a riproporre un episodio che hanno vissuto un po’ di tempo fa e facendo loro capire che la memoria è indispensabile per non ripetere nuovamente gli stessi errori. Bastano esempi molto semplici, come il ricordo di una caduta in bicicletta, da cui hanno imparato a guidare con più prudenza. Potranno così capire che il loro contributo sarà indispensabile perché cose sbagliate e dolorose non si ripetano.
• Mostrate ai bambini i disegni dei bambini di Terezin e avviate un confronto in circle time, chiedendo ad ognuno quale lo abbia colpito e perché. Invitate poi tutti a realizzare un disegno come quelli di Terezin, usando la tecnica che preferiscono.
È la commovente storia vera delle sorelle Bucci, due bambine sopravvissute alla Shoah. A Napoli, primi anni Quaranta, cominciano le deportazioni degli ebrei nei campi di concentramento. Le due sorelle finiscono ad Auschwitz, dove sono scambiate per gemelle, merce rara per gli esperimenti dei nazisti, e sarà proprio questo, paradossalmente, a salvare le due bimbe di quattro e sei anni dalla camera a gas. Il cartone animato è un messaggio di speranza che vince sull’orrore di Auschwitz.
Il 7 febbraio si celebra la Giornata Nazionale contro il Bullismo ed il Cyberbullismo. La data è vicina all’11 febbraio, in cui ricorre il Safer Internet Day (SID), la Giornata per la Sicurezza in Rete, un evento annuale promosso a livello internazionale ed istituito nel 2004, allo scopo di promuovere un uso più responsabile del web, soprattutto tra i bambini e gli adolescenti. Il simbolo della lotta nazionale delle scuole italiane contro il Bullismo è un braccialetto con un Nodo Blu.
• Mostrate ai bambini due brevi video che raccontano la storia di Gaetano, un bambino vittima di bullismo. I due video narrano la stessa vicenda ma da due punti di vista diversi, quello di Gaetano e quello di una compagna di classe.
• Dopo ogni video, chiedete ai bambini che cosa prova, secondo loro il protagonista. Avviate infine una discussione insistendo, con domande di stimolo, sulle emozioni dei vari personaggi della vicenda: vittima, bullo e testimoni.
• Chiedete ai bambini di realizzare nastrini blu di stoffa o di qualsiasi altro materiale e di scambiarli tra di loro e con i docenti. Indossarli per tutto l’anno sarà un modo per ricordare a se stessi ed agli altri che alla classe il bullismo non piace.
GAETANO: STORIE DI ORDINARIO CYBERBULLISMO
STORIE DI ORDINARIO CYBERBULLISMO 2GAETANO
• Fate ascoltare alcune celebri canzoni sul bullismo, poi lavorate insieme sui testi, sottolineando i versi che colpiscono particolarmente. Per le canzoni straniere, proponete anche la traduzione del testo. Chiedete infine ai bambini di riportare su di un unico cartellone le frasi evidenziate per scrivere la canzone antibullismo della classe.
• Ecco alcuni titoli: Guerriero di M. Mengoni, E mi si escludeva sempre di V. Rossi, Adesso basta di G. D’Alessio, Non possiamo chiudere gli occhi di E. Ramazzotti, Oro nero di Giorgia, Beautiful di C. Aguilera, Born this way di Lady Gaga, Hurts di Mika.
Wonder narra la storia di Auggie, un bambino con la sindrome di Treacher Collins che comincia il suo primo anno di scuola media, non avendo mai frequentato prima la scuola. Si scontrerà con la discriminazione e il bullismo, ma dalla sua parte ha una storia di inclusione e amore familiare. Il film insegna ad andare oltre le apparenze e a non escludere le persone a causa del loro aspetto fisico.
Già dall’inizio del secolo scorso in diversi Paesi del mondo si è deciso di celebrare la Giornata Internazionale della Donna. In Italia, la Giornata della Donna viene celebrata ufficialmente dal 1946, l’anno seguente alla fine della Seconda guerra mondiale. Quell’anno è ricordato nella Storia italiana anche perché le donne votarono per la prima volta. Si decise allora di creare un simbolo per l’8 marzo: l’UDI (Unione Donne Italiane) propose la mimosa, il fiore giallo e profumato che in tutta Italia fiorisce tra febbraio e marzo. Per molti anni si è raccontato che la data della Giornata fosse collegata ad un incendio avvenuto in una fabbrica a New York nel 1908, in cui morirono molte operaie, ma in realtà all’inizio del ‘900 il clima politico era molto teso e la popolazione femminile era ormai sempre più organizzata per combattere per i propri diritti.
• Introducete la Giornata partendo dall’Obiettivo 5 dell’Agenda 2030 e invitate i bambini a condividere, in circle time, quanto sanno sulla condizione della donna nei vari paesi in Italia e nel mondo. Partendo dalle loro risposte, proponete una ricerca per gruppi, magari suggerendo qualche Paese in particolare, legato a fatti di attualità.
• Parlate di giochi da maschi e da femmina. Sempre in circle time, chiedete loro se gli mai capitato di non voler partecipare oppure di essere escluso/a da un gioco perché considerato da maschio o da femmina e se credono che esistano giochi a cui possono prendere parte solo maschi o solo femmine. Chiedete poi di scegliere un gioco "da maschi" e uno ‘da femmine’ e di giocare invertendo i ruoli. Al termine riunite la classe e chiedete a ognuno se è riuscito/a a divertirsi lo stesso o se ha incontrato difficoltà.
• Fate realizzare un ramo di mimose su un cartellone utilizzando colori a tempera marrone e verde e palline di carta crespa gialla e verde. Chiedete poi a ognuno di scrivere in un fumetto un augurio, tenendo presente l’Obiettivo 5 dell’Agenda 2030.
Il diritto di contare
Il film racconta la storia vera della matematica, scienziata e fisica afroamericana Katherine Johnson che riuscì a collaborare con la NASA, nonostante pregiudizi sul colore della pelle e l’essere donna, e a porre le basi per il Programma Mercury e la missione Apollo 11.
La Giornata della Terra, momento fortemente voluto dal senatore statunitense Gaylord Nelson e promosso ancor prima dal presidente John Fitzgerald Kennedy, coinvolge ogni anno fino a un miliardo di persone in ben 192 paesi del mondo. Le Nazioni Unite celebrano l’Earth Day ogni anno, un mese e due giorni dopo l’equinozio di primavera, il 22 aprile.
• In circle time, chiedete ai bambini di raccontarvi le loro abitudini in merito alla raccolta differenziata, ai consumi di acqua ed energia, in generale su tutto ciò che attiene la salvaguardia dell’ambiente. Poi mostrate loro questo breve video al link.
• Infine chiedete di scrivere in gruppo un elenco di tutti i gesti che potete fare ogni giorno che riguardano la tutela del Pianeta. Per rendere più allegro l’elenco, i bambini possono decorare il foglio con disegni e adesivi. Appendete l'elenco in un luogo ben visibile a tutti, come impegno di classe.
• Fate costruire oggetti da utilizzare in classe (un raccoglitore, un portapenne da tavolo, una cassettiera, giochi da tavolo, ecc…) utilizzando esclusivamente materiale da riciclare.
• Su di un grande cartellone bianco disegnate l’immagine della Terra e scrivete in stampato maiuscolo THERE’S NO PLANET BE. Ritagliate l’immagine in tanti riquadri quanti sono gli alunni e numerate i vari cartoncini. Chiedete a ogni bambino di colorare la sua parte di immagine e/o scritta, ma non dite quale immagine si formerà, poi assemblate i pezzi. I bambini avranno realizzato un disegno collaborativo, di grande impatto visivo ma soprattutto emotivo.
Wall-E
Lo sfruttamento delle risorse e l’inquinamento da parte dell'umanità ha trasformato la Terra in una gigantesca discarica. Qui lavora un robottino della serie Wall-E, incaricato dell'ingrato compito di passare la propria esistenza a compattare rifiuti, ma l'incontro con un nuovo robot giunto chissà da dove apre uno scenario completamente inaspettato, che porterà Wall-E a vivere un'avventura che forse potrebbe portare l'umanità a riportare la vita sulla Terra.
Il 23 maggio ricorre l’anniversario della strage di Capaci in cui persero la vita il giudice Falcone, sua moglie e gli agenti della scorta. Dal 2002 in questa data ogni anno viene celebrata la Giornata della legalità, per promuovere la cultura e la diffusione della legalità tra i giovani, affinché la memoria dei giudici Falcone e Borsellino possa essere un punto di partenza per la costruzione di percorsi di crescita civile. Questa Giornata può essere collegata alle pagine della pace, ma anche a quelle sulla Costituzione collegandola al rispetto delle leggi che garantiscono il vivere civile.
• Coinvolgete gli alunni in conversazioni sul valore storico, istituzionale, sociale della lotta alla mafia, presentando dei modelli esemplari per favorire la riflessione sul valore della legalità come garanzia di tutele dei diritti di tutti (Falcone e Borsellino, Peppino Impastato, don Giuseppe Diana, Giancarlo Siani, don Luigi Ciotti, ecc.).
• Leggete brani riguardanti la mafia, in particolare si consiglia la lettura del libro di Luigi Garlando “Per questo mi chiamo Giovanni”, nella sua versione di romanzo o a fumetti.
• Invitate i bambini a fare ricerca sui suddetti personaggi e chiedete loro, divisi in piccoli gruppi, di realizzare su cartelloni schede informative corredate di immagini.
• Proponete alla lavagna frasi famose di vittime innocenti della mafia e lasciate che i bambini commentino liberamente. Costruite l’albero della legalità per ricordare l’albero di Falcone e chiedete ai bambini di ricopiare le frasi e appenderle all’albero. Potreste anche proporre ad ogni bambino di scrivere una lettera a Falcone e Borsellino e metterla alla base dello stesso albero.
In modo delicato, attraverso gli occhi del protagonista, interpretato da Pif, il film narra vent'anni di storia siciliana, dall'elezione a sindaco di Vito Ciancimino all'omicidio di Salvo Lima, fino alle stragi ordinate da Totò Riina negli anni Ottanta. Il film dissacra i boss e restituisce l’umanità dei grandi eroi dell’antimafia con un sorriso ironico e mai banale sugli anni terribili degli omicidi eccellenti.
La Festa della Repubblica Italiana è una giornata celebrativa nazionale italiana istituita per ricordare la nascita della Repubblica Italiana. Si festeggia ogni anno il 2 giugno, data del referendum istituzionale del 1946, con la celebrazione principale che avviene a Roma. La Festa della Repubblica Italiana è uno dei simboli patri italiani. Il cerimoniale della manifestazione organizzata a Roma comprende la deposizione di una corona d'alloro in omaggio al Milite Ignoto all'Altare della Patria da parte del Presidente della Repubblica Italiana e una parata militare lungo via dei Fori Imperiali.
• Introducete brevemente il contesto storico che portò al referendum, poi leggete questo pensiero di Benigni, tratto dalla trasmissione “La più bella del mondo” (ancora disponibile su Raiplay): “Con la dittatura la gente era vuota, senza diritti, grigia; con la Costituzione si ridà importanza alla persona che ha il diritto di vivere, di contare. In questo modo hanno fatto diventare legge un sentimento come la solidarietà, che ci caratterizza come uomini e che spiega il perché ci siamo evoluti. Hanno inserito il dovere di aiutare chi sta peggio perché tutti abbiano una fetta di felicità. Hanno fatto diventare legge un sogno.” Avviate poi un brainstorming, chiedendo ad esempio perché la gente era vuota e grigia, perché la legge è diventata un sogno, ecc….
• Fate costruire un lapbook murale sulla Repubblica, che raccolga immagini e informazioni sui simboli patri italiani: la bandiera, l’inno, l’emblema, la festa, lo stendardo, l’Altare della Patria.
• Mostrate video sulle esibizioni delle Frecce Tricolori, in particolare quelle in cui l’esibizione si chiude con la voce di Pavarotti che canta “Nessun dorma”.
• Proponete ai bambini la seguente poesia di Giulia Fresca e lasciate che la commentino e illustrino liberamente:
La mano sul cuore
Gli occhi socchiusi
Il viso olivastro
La voce di un bimbo
Che bianca s’infiamma
Cantando quell’Inno
Che già fu di Padri
“Calpesti, derisi”
E mai più divisi.
Italiani si nasce
Orsù si diventa
Non sia più il colore
Non sia più la Fede
Sia solo il desio
Di un futuro migliore.
Messaggi di amicizia Pag. 9 Volume Educazione Civica
DISCIPLINE COINVOLTE Italiano – Arte
DESTINATARI Alunni di classe IV
PRODOTTO FINALE Giornalino scolastico
DESCRIZIONE COMPITO E INDICAZIONI PER L’INSEGNANTE
Si chiede agli alunni di realizzare un una poesia in rima ed un acrostico della parola AMICO, da rappresentare su cartoncini per realizzare una mostra sull’amicizia. Ogni alunno preparerà il suo messaggio di amicizia, poi in gruppo sarà allestita la mostra, con la supervisione dei docenti.
Obiettivi di apprendimento (conoscenze + abilità) e competenze coinvolti nel compito di realtà
COMPETENZE CHIAVE EUROPEE
Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006
PROFILO DELLO STUDENTE
Indicazioni nazionali per il curricolo 2012
TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE AL TERMINE DELLA SCUOLA PRIMARIA Indicazioni nazionali per il curricolo 2012
NUCLEO TEMATICO
Indicazioni nazionali per il curricolo 2012
OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO AL TERMINE DELLA CLASSE V DI SCUOLA PRIMARIA
Indicazioni nazionali per il curricolo 2012
ITALIANO
Competenza
alfabetica funzionale
Dimostra una padronanza della lingua italiana tale da consentirgli di comprendere enunciati e testi di una certa complessità, di esprimere le proprie idee, di adottare un registro linguistico appropriato alle diverse situazioni
Scrive testi corretti nell’ortografia, chiari e coerenti, legati all’esperienza e alle diverse occasioni di scrittura che la scuola offre
SCRITTURA
Produrre testi sostanzialmente corretti dal punto di vista ortografico, morfosintattico, lessicale
Competenza in materia di consapevolezza ed espressione culturali
In relazione alle proprie potenzialità e al proprio talento si impegna in campi espressivi che gli sono congeniali
L’alunno utilizza le conoscenze e le abilità relative al linguaggio visivo per produrre varie tipologie di testi visivi e rielaborare in modo creativo le immagini con molteplici tecniche, materiali, strumenti
Scheda di AUTOVALUTAZIONE �� pag. 310
Scheda di OSSERVAZIONE �� pag. 311
Elaborare creativamente produzioni personali e autentiche per esprimere sensazioni ed emozioni; rappresentare e comunicare la realtà percepita
TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLA
COMPETENZA
DIMENSIONI (la competenza viene scomposta nei suoi aspetti qualificanti)
CRITERI (Che cosa significa concretamente ogni dimensione individuata? È la traduzione della dimensione in traguardo formativo )
INDICATORI ESPLICATIVI, SUDDIVISI IN LIVELLI (sono le evidenze da osservare per stabilire se quel traguardo è stato raggiunto)
Competenza alfabetica funzionale
Scrive senza errori ortografici
Scrive testi corretti dal punto di vista ortografico
STESURA DI UN TESTO
Scrive testi poetici su un dato argomento significativi e originali
Produce un testo visivo, utilizzando la tecnica prescelta nel modo opportuno
Scrive autonomamente poesie significative e originali, rispettando il tema assegnato
Utilizza autonomamente la tecnica prescelta in modo corretto
Competenza in materia di consapevolezza ed espressione culturali
PRODUZIONE DI TESTI VISIVI
Esprime vissuti e sensazioni attraverso l’uso del linguaggio visivo
Esprime vissuti e sensazioni, in modo creativo e originale, attraverso l’uso del linguaggio visivo
Scrive testi corretti dal punto di vista ortografico, in modo soddisfacente
Scrive poesie significative, rispettando il tema assegnato
Scrive testi sufficientemente corretti dal punto di vista ortografico
Con l’aiuto dell’insegnante, scrive testi corretti dal punto di vista ortografico
Utilizza in modo soddisfacente la tecnica prescelta
Scrive poesie sufficientemente significative, rispettando il tema assegnato
Utilizza autonomamente la tecnica prescelta in modo abbastanza corretto
Scrive poesie sull’argomento, rispettando il tema assegnato, con l’aiuto dell’insegnante
Utilizza la tecnica scelta, con l’aiuto dell’insegnante
Esprime vissuti e sensazioni, in modo creativo, attraverso l’uso del linguaggio visivo
Esprime vissuti e sensazioni attraverso l’uso del linguaggio visivo
Occorre stimolarlo opportunamente per esprimere vissuti attraverso l’uso del linguaggio visivo
DISCIPLINE COINVOLTE Italiano – Tecnologia
DESTINATARI Alunni di classe V
PRODOTTO FINALE Intervista
DESCRIZIONE COMPITO E INDICAZIONI PER L’INSEGNANTE
Si chiede agli alunni di preparare un’intervista alla senatrice Liliana Segre, come testimone della Shoah.
Gli alunni lavoreranno in coppia o in piccolo gruppo e cercheranno materiale informativo sia cartaceo che in rete. Dopo la ricerca, scriveranno le domande dell’intervista immaginaria e le possibili risposte della senatrice.
Obiettivi di apprendimento (conoscenze + abilità) e competenze coinvolti nel compito di realtà
COMPETENZE CHIAVE EUROPEE
Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006
Competenza alfabetica funzionale
PROFILO DELLO STUDENTE
Indicazioni nazionali per il curricolo 2012
TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE AL TERMINE DELLA SCUOLA PRIMARIA Indicazioni nazionali per il curricolo 2012
Capacità di imparare ad imparare
Dimostra una padronanza della lingua italiana tale da consentirgli di esprimere idee ed argomenti
Possiede un patrimonio di conoscenze ed è in grado di organizzare informazioni
Utilizza abilità funzionali allo studio: individua informazioni utili per l’apprendimento di un argomento dato e le mette in relazione, le sintetizza, anche in funzione dell’esposizione orale
NUCLEO TEMATICO
Indicazioni nazionali per il curricolo 2012
OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO AL TERMINE DELLA CLASSE V DI SCUOLA PRIMARIA Indicazioni nazionali per il curricolo 2012
ASCOLTO E PARLATO
Organizzare una semplice intervista orale su un tema affrontato in classe con un breve intervento preparato in precedenza o un’esposizione su un argomento di studio utilizzando una scaletta
Competenza digitale
Ha buone competenze digitali, usa con consapevolezza le tecnologie della comunicazione per ricercare e analizzare dati e informazioni, per distinguere informazioni attendibili
Competenza imprenditoriale
Dimostra originalità e spirito di iniziativa. È in grado di realizzare semplici progetti
Si orienta tra i diversi mezzi di comunicazione e informazione ed è in grado di farne un uso adeguato a seconda delle diverse situazioni
Scheda di AUTOVALUTAZIONE �� pag. 310
Scheda di OSSERVAZIONE �� pag. 311
PREVEDERE E IMMAGINARE
Reperire notizie e informazioni da testi cartacei e da motori di ricerca
Produrre rappresentazioni del proprio operato, utilizzando anche strumenti multimediali
TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLA COMPETENZA
DIMENSIONI (la competenza viene scomposta nei suoi aspetti qualificanti)
CRITERI (Che cosa significa concretamente ogni dimensione individuata? È la traduzione della dimensione in traguardo formativo )
INDICATORI ESPLICATIVI, SUDDIVISI IN LIVELLI (sono le evidenze da osservare per stabilire se quel traguardo è stato raggiunto)
Livello avanzato Livello intermedio Livello base Livello iniziale
IDEAZIONE
Competenza alfabetica funzionale e Capacità di imparare ad imparare
ESPOSIZIONE ORALE
Individua informazioni e le mette in relazione
Costruisce autonomamente uno schema su un argomento dato, mettendo in relazione i concetti individuati
Costruisce in modo soddisfacente uno schema su un argomento dato, mettendo in relazione i concetti individuati
Costruisce uno schema, individuando le idee chiave e le mette in relazione con l’aiuto dell’insegnante
Con l’aiuto dell’insegnante, individua le idee principali e costruisce uno schema su un argomento dato
Verbalizza con linguaggio appropriato, seguendo lo schema preparato
Verbalizza oralmente lo schema, usando un linguaggio corretto e ricco.
Verbalizza oralmente lo schema, usando opportunamente il linguaggio orale, ampliando le informazioni in modo soddisfacente
Verbalizza oralmente lo schema, usando un linguaggio adeguato, ampliando sufficientemente le informazioni.
Con l’aiuto dell’insegnante, verbalizza lo schema, senza ampliarne le informazioni
Competenza digitale RICERCA DI INFORMAZIONI
Competenza imprenditoriale
IMPEGNO PER TERMINARE IL LAVORO
Fa un uso adeguato dei mezzi di comunicazione
Utilizza motori di ricerca per cercare autonomamente informazioni, selezionando quelle necessarie
Utilizza motori di ricerca per cercare informazioni, selezionando quelle necessarie in modo soddisfacente
Utilizza autonomamente motori di ricerca. Con l’aiuto dell’insegnante o dei compagni seleziona le informazioni utili
Con l’aiuto dell’insegnante o dei compagni utilizza motori di ricerca per cercare informazioni
Porta a termine il lavoro
Porta a termine il lavoro in modo autonomo e responsabile
Porta a termine il lavoro in modo soddisfacente
Porta a termine il lavoro, con sufficiente autonomia e responsabilità
Occorre sollecitarlo per portare a termine il lavoro
COMPITO DI REALTÀ: .............................................................
Questa attività è stata...
moltissimo molto abbastanza poco pochissimo per niente
Interessante
Divertente
Facile
Le mie parole chiave...
Scrivi 5 parole che colleghi all’attività che hai svolto.
Racconta cosa ti è piaciuto o non ti è piaciuto e perché, cosa pensi di aver imparato, le eventuali difficoltà, i momenti più interessanti e coinvolgenti, ecc. .................................................................................................................. .................................................................................................................. ..................................................................................................................
AUTONOMIA
È capace di reperire da solo strumenti o materiali necessari e di usarli in modo efficace.
È capace di reperire strumenti o materiali necessari e di usarli in modo soddisfacente.
È capace di reperire semplici strumenti o materiali necessari e di usarli in modo opportuno.
È capace di reperire semplici strumenti o materiali necessari e di usarli in modo opportuno, con l’aiuto dei compagni o dell’insegnante.
RELAZIONE
Interagisce con i compagni, sa esprimere e infondere fiducia, sa creare un clima propositivo.
PARTECIPAZIONE
Interagisce in modo soddisfacente con i compagni, sa esprimere e infondere fiducia, sa creare un clima propositivo.
Interagisce con i compagni, creando un clima sufficientemente propositivo.
Occorre stimolarlo, perché interagisca con i compagni in modo propositivo.
Collabora, formula richieste di aiuto, offre il proprio contributo.
Collabora in modo soddisfacente, formula richieste di aiuto, offre il proprio contributo.
È sufficientemente collaborativo, formula richieste di aiuto, offre il proprio contributo.
Occorre stimolarlo perché abbia un atteggiamento collaborativo, per chiedere e offrire il proprio contributo.
RESPONSABILITÀ
Rispetta i temi assegnati e le fasi previste del lavoro, porta a termine la consegna ricevuta.
Rispetta i temi assegnati e le fasi previste del lavoro, porta a termine la consegna ricevuta in modo soddisfacente.
Rispetta i temi assegnati e le fasi previste del lavoro, porta a termine la consegna ricevuta, con sufficiente senso di responsabilità.
Rispetta i temi assegnati e le fasi previste del lavoro, porta a termine la consegna ricevuta, con l’aiuto dei compagni o dell’insegnante.
FLESSIBILITÀ
Reagisce a situazioni o esigenze non previste, con proposte divergenti, con soluzioni funzionali, con utilizzo originale di materiali, ecc.
CONSAPEVOLEZZA
È del tutto consapevole degli effetti delle sue scelte e delle sue azioni.
Reagisce a situazioni o esigenze non previste, con proposte divergenti, con soluzioni funzionali, con utilizzo originale di materiali, ecc., in modo soddisfacente.
È consapevole degli effetti delle sue scelte e delle sue azioni.
Reagisce a situazioni o esigenze non previste, con soluzioni funzionali.
Reagisce a situazioni o esigenze non previste, con soluzioni standard.
È sufficientemente consapevole degli effetti delle sue scelte e delle sue azioni.
Occorre invitarlo a riflettere, perché sia consapevole degli effetti delle sue scelte e delle sue azioni.