ANTOLOGIA
Centro di Ricerca Didattica Ardea Editrice
Rosa Dattolico
o Sussidiari ggi a u g n i l i e d
LIBRO ACCESSIBILE
IMPARARE FACENDO
IMPARARE INSIEME
ARDEA
DIDATTICA INCLUSIVA
LIBRO DIGITALE
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ACCOGLIENZA LABORATORI DI ASCOLTO LINGUAGGI ESPRESSIVI COMPITI DI REALTÀ FLIPPED CLASSROOM FACCIAMO FILOSOFIA PERCORSI DI EDUCAZIONE CIVICA
5
COMPRENDERE è FACILE VERIFICO LE MIE COMPETENZE PERCORSO DI SCRITTURA RIPASSO CON LA MAPPA
74 76 78 81
GALLERIA D'ARTE 82
Scene di vita
Il racconto UMORISTICO
84 85 86 88
Gli ingredienti del TESTO La tela del ragno Voglia di mamma Un fischio nella notte
90 92 94 96 97
COMPRENDERE è FACILE VERIFICO LE MIE COMPETENZE LABORATORIO DI ASCOLTO PERCORSO DI SCRITTURA RIPASSO CON LA MAPPA Il racconto di AVVENTURA
98 Gli ingredienti del TESTO 99 Sull’isola deserta 100 I naufraghi del Bounty 102 Laboratorio di LETTURA 104 Avventura a FUMETTI 106 Laboratorio di LETTURA 108 COMPRENDERE è FACILE 110 VERIFICO LE MIE COMPETENZE 112 PERCORSO DI SCRITTURA 113 RIPASSO CON LA MAPPA Il racconto di PAURA
114 115 116 118
Gli ingredienti del TESTO Un luogo inquietante Pianta un seme... e spunta un mostro! Una sorpresa dal passato
120 COMPRENDERE è FACILE 122 VERIFICO LE MIE COMPETENZE 124 PERCORSO DI SCRITTURA 125 RIPASSO CON LA MAPPA
Il racconto GIALLO
126 127 128 130
Gli ingredienti del TESTO Gomma da masticare La donna misteriosa Una mente eccellente
132 134 136 138 139
COMPRENDERE è FACILE VERIFICO LE MIE COMPETENZE LABORATORIO DI ASCOLTO PERCORSO DI SCRITTURA RIPASSO CON LA MAPPA Il racconto STORICO
140 Gli ingredienti del TESTO 141 Nubia, la piccola schiava 142 Fuga da Veio 144 146 148 150 151
COMPRENDERE è FACILE VERIFICO LE MIE COMPETENZE LABORATORIO DI ASCOLTO PERCORSO DI SCRITTURA RIPASSO CON LA MAPPA
Il racconto di FANTASCIENZA
152 153 154 156
Gli ingredienti del TESTO Un alieno nel capanno Il labirinto L’amico programmato
158 COMPRENDERE è FACILE 160 VERIFICO LE MIE COMPETENZE 162 PERCORSO DI SCRITTURA 163 RIPASSO CON LA MAPPA Il racconto FANTASY
164 165 166 168
Gli ingredienti del TESTO Un incontro L’Anello magico La sconfitta degli Urgali
170 172 174 175
COMPRENDERE è FACILE VERIFICO LE MIE COMPETENZE PERCORSO DI SCRITTURA RIPASSO CON LA MAPPA
Scrittura creativa 176
Da una storia... tante storie
GALLERIA D'ARTE 178
Scene di vita
Il testo POETICO
205 66 milioni di alberi piantati in dodici ore 206 Squalo a pochi metri dalla riva. panico sulle spiagge di ostia 207 Gatta salva il bebè abbandonato
Parliamo di
AMBIENTE
208 La Terra a rischio
180 Il testo POETICO 181 Ofelia
210 Animali di città 211 La dieta dei Romani
182 183
212 214 216 217
La similitudine
Alla luna Tempesta - Si leva nel cielo Vennero i freddi
La metafora
184 185
Stelle cadenti - Ragnatela Brinata
L’allitterazione
186 187
Le parole adatte - Il tuono L’acqua
L’onomatopea
188 189
Nacchera Il tuono - Goccia di pioggia
190 Gli HAIKU Il caviardage
192 193
La pioggia venne La primavera
194 196 197
COMPRENDERE è FACILE VERIFICO LE MIE COMPETENZE RIPASSO CON LA MAPPA
GALLERIA D'ARTE 198
Composizioni di oggetti
Il testo INFORMATIVO 200 Il testo INFORMATIVO 201 Cina, petroliera affondata: brucia un’enorme chiazza di petrolio L’avvelenata La cronaca
202 La cronaca 203 La prima pagina 204 Recuperato un quadro di sironi
COMPRENDERE è FACILE VERIFICO LE MIE COMPETENZE PERCORSO DI SCRITTURA RIPASSO CON LA MAPPA
Il testo PRAGMATICO 218 Il testo PRAGMATICO 219 Rispettiamo i parchi 220 C O D I N G 221 La pubblicità 224 La pubblicità progresso
Parliamo di
AMBIENTE
226 Lettera al futuro della Terra Il testo argomentativo
228 Il testo argomentativo 229 Un animale in casa! CITTADINANZA DIGITALE 230 Videogiochi in classe? 231 I social: un’opportunità o un pericolo? 232 Lo IAD: disturbo da dipendenza da Internet 233
A che cosa serve la paura?
234 COMPRENDERE è FACILE 236 VERIFICO LE MIE COMPETENZE 238 PERCORSO DI SCRITTURA 240 RIPASSO CON LA MAPPA
Frammenti di VACANZE
La casa delle vacanze La casa delle vacanze si trovava ai margini del bosco: sembrava uscita da un libro di fiabe e, proprio per questo, Laura non la sopportava. I muri erano ricoperti di rose rampicanti, il tetto aveva una punta che sembrava fatta col temperino e un cancelletto cigolante delimitava il giardino. E, come se non bastasse, era così isolato che, a parte gli amici, non si vedeva mai nessuno per tutta l’estate. La mamma andava pazza per quel tipo di vacanza e Laura pensava con rimpianto a tutte le madri delle sue amiche, che d’estate sceglievano affollatissimi e divertentissimi posti di villeggiatura dove si passava il tempo a sgomitare in spiaggia, sgomitare nei negozi, sgomitare nei locali. La sua, invece, si infilava un vecchio cappello di paglia e un vecchio vestito e andava in giro a piedi nudi cantando, potando, leggendo. Laura cercava di rimediare all’isolamento invitando squadre di amiche, che si alternavano per tutta l’estate. Ogni tanto la mamma si impietosiva, caricava l’auto di materassini, asciugamani e pinne, e le portava in spiaggia. A Laura sembrava un sogno: stava in acqua per ore e poi andava avanti e indietro sul lungomare in mezzo alla folla, ridendo e cantando a squarciagola con le amiche e bevendo ogni sorta di bevande gassate che “in casetta” non si vedevano neppure col cannocchiale. o Dopo aver letto il testo, completa la tabella. LUOGO TEMPO PERSONAGGI
o I fatti sono in ordine temporale? o Il racconto è narrato:
4
sì
in prima persona
no in terza persona
ACCOGLIENZA Nel viaggio di ritorno, abbrustolite dal sole e intontite dal vento, Laura e le sue amiche si appisolavano. Si svegliavano quando la mamma imboccava la strada sterrata che era tutte buche e cunette, e fissavano imbambolate il buio che usciva direttamente dagli alberi ed era quasi più profondo di quello del cielo. I rami ai lati del sentiero erano così carichi di foglie che si inclinavano formando un tunnel, lungo cui frusciava misteriosa la luce dei fari. Quando aprivano le portiere dell’auto, il silenzio era così rumoroso, dopo il chiasso della spiaggia, che sembrava vivo, come gli alberi e la civetta sul ramo. Solo in quei momenti, Laura pensava che la sua casa fosse davvero un po’ magica, ma si guardava bene dal dirlo. Impariamo
Sabina Colloredo, Confetti e dispetti, Einaudi
insieme 1. Come un gioco Dopo aver letto il testo, sedetevi in cerchio e, col gioco del passaparola, raccontate la storia. Un bambino inizia a narrare; ad un comando dell’insegnante passa la parola ad un compagno che continua a raccontare e così via. Potete divertirvi manipolando la storia, inserendo nuovi personaggi e inventando nuove situazioni.
2. Racconta le tue vacanze Racconta sul quaderno un episodio piacevole delle vacanze che vorresti rivivere. Arricchisci la storia con le emozioni da te provate. Confronta poi il tuo testo con quello dei tuoi compagni di classe. Avete vissuto le stesse esperienze?
3. Vacanze a colori e in versi Illustra il luogo dove hai trascorso le vacanze. Poi descrivilo brevemente. Lavorando in coppia scrivete alcune poesie sull’estate appena trascorsa.
4. In palestra Divertitevi in palestra con i giochi tipici delle vacanze.
5. I luoghi delle vacanze Realizzate un’indagine sui luoghi delle vacanze appena trascorse o sulle attività svolte in questo periodo e registrate i dati in un grafico.
5
Frammenti di VACANZE
o Rispondi alle domande.
• Quali sono i personaggi della storia? • Dove si svolge la vicenda? • I fatti sono narrati in ordine temporale? sì no • Il racconto è narrato in prima o in terza persona? • Che cosa prova il bambino? • A chi si rivolge? • Come mai il maestro lo prende in braccio? • E in che modo lo consola? o Segna con una x la tipologia testuale spiegando il motivo della tua scelta.
informativo espressivo pragmatico Perché? ........................................................................................................................... ........................................................................................................................... ...........................................................................................................................
Al campeggio Mi giro e rigiro nel sacco a pelo e non riesco a dormire. Sarò capace di camminare come gli altri? E se non ce la facessi chi mi potrebbe aiutare? Mi è venuta paura, mi sento solo e non so cosa fare. E allora mi alzo e mi infilo i pantaloni. Ho voglia di piangere perché mi sento proprio solo. Vado davanti alla tenda del maestro e chiamo piano: – Maestro! – Ciao! – dice il maestro aprendo la chiusura lampo della sua tenda. – Vieni dentro. Ho proprio voglia di fare due chiacchiere con qualcuno. Mi sento così solo stasera, che sono felice di poter parlare con un amico! Entro nella tenda e non ho più il coraggio di dirgli perché l’ho chiamato. – Che ne diresti di una tazza di cioccolata? – dice il maestro. – A me piace tanto – dico io – a casa la mamma… Ma appena ho detto mamma sono scoppiato a piangere. Il maestro mi ha preso in braccio. – Anche i grandi, sai, hanno nostalgia di casa – mi ha detto piano – non c’è mica da vergognarsene. Capita a tutti.
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Lucia Tumiati, Cara, piccola Huè, Juvenilia
Immagina di essere il protagonista del racconto e continua la storia inventando un nuovo finale.
6
ACCOGLIENZA
Caro diario... 9 luglio
Caro diario, Oggi ho un diavolo per capello, sono di cattivo umore. E siccome di capelli ne ho tanti, mi ritrovo con più diavoli sulla testa che lentiggini sul naso, il che non è divertente. È divertente, secondo te, scoprire che la sorellina che aspettavi da tanto tempo è un mostriciattolo pelato e sdentato che non fa che piangere e sputacchiare latte dappertutto? È divertente vedere le zie che si affollano attorno alla culla della Sgorbia (in realtà il suo nome sarebbe Stefania) dicendo cose stupide del tipo “Ciricicì!” oppure “Che carina?” carina la Sgorbia? Ma se è bruttissima! A me, invece, che sono carina davvero nessuno mi dà retta. Scommetto che se mi dipingessi la faccia di blu nemmeno se ne accorgerebbero! Il papà e la mamma, quando sono troppo indaffarati con la Sgorbia, mi dicono che ormai sono grande e devo aver pazienza con la sorellina. Tanto, pensavo, tra poco si parte per le vacanze e potrò starmene tutto il giorno a giocare sulla spiaggia. Ma mi sbagliavo. Quest’anno (indovina per colpa di chi!) non si va al mare, ma in un posto chiamato Macchiaombrosa. Il papà ha detto che è una bella località di “mezza montagna” e che l’aria pura farà bene a Stefi. Ora vado. Ma prima devo assolutamente dirti che questo non è giusto. Antonella Ossorio
o Perché la bambina scrive sul suo diario?
per sfogarsi per raccontare un episodio divertente o Qual è il suo stato d’animo?
nervosa molto contenta o Segna con una x la tipologia testuale spiegando il motivo della tua scelta.
informativo espressivo pragmatico Perché? ................................................................................................... ................................................................................................... ................................................................................................... ...................................................................................................
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Dalla QUARTA alla QUINTA
Paesaggio notturno La luna, limpidissima, illuminava le casette nere e grigie che parevano fatte di carbone e di cenere: il vasto orizzonte, tutto di un azzurro latteo, sembrava uno sfondo di mare lontano. Qua e là brillavano, tristi fra i giunchi neri, larghe e rotonde chiazze d’acqua che parevano gli occhi melanconici della montagna non ancora addormentata. Nel bosco la luna penetrava qua e là fra gli alberi altissimi, ma spesso le rocce dei monti la nascondevano e l’ombra s’addossava sul sentiero. Allora le macchie sembravano bestie accovacciate e dai rami degli alberi si protendevano braccia nere, teste di serpenti: tutto un mondo di sogno. G. Deledda, L’edera, Gulliver
o Rispondi per iscritto sul quaderno.
• Che cosa esprime il testo? • Quali dati ha utilizzato lo scrittore? o Segna con una X la tipologia testuale spiegando il motivo della tua scelta.
informativo
espressivo
pragmatico
Perché? ........................................................................................................................................................................................................................... .......................................................................................................................................................................................................................................................... .......................................................................................................................................................................................................................................................... ..........................................................................................................................................................................................................................................................
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ACCOGLIENZA I laghi alpini L’origine di questi laghi si può individuare spesso attraverso la loro forma. Ce ne sono alcuni perfettamente rotondi: si chiamano laghi di circo e sono stati i ghiacciai a formarli: durante il loro lentissimo percorso verso la valle, i ghiacciai hanno scavato in profondità la terra e nel loro tratto iniziale hanno creato conche tondeggianti, colmate dalle acque di scioglimento e dalle precipitazioni. Ai piedi delle montagne si trovano i grandi specchi d’acqua, di forma allungata, detti laghi vallivi. Anche questi hanno origine glaciale: antichi ghiacciai prima di ritirarsi e scomparire per sempre, hanno eroso un tratto terminale di valle. Ci sono infine i laghi di sbarramento, originati dall’ostruzione di un tratto di valle che poi si riempie di acqua: le frane che si staccano dai versanti possono essere una delle cause principali. Le acque dei laghi alpini sono limpidissime e si può vedere quanta vita c’è sul fondo: molti pesci, alghe, piante e tantissimi insetti. L’acqua ogni tanto si increspa al soffio della brezza profumata di resina che proviene dal bosco. Dorotea Garozzo, Laura Tassi, I libri dell’estate in montagna, De Agostini
o Completa lo schema. ORIGINE
FORMA
Laghi di circo Laghi vallivi Laghi di sbarramento o Segna con una x la tipologia testuale spiegando il motivo della tua scelta.
informativo
espressivo
pragmatico
Perché? .......................................................................................................................................................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................
9
Dalla QUARTA alla QUINTA
o Rispondi alle domande.
Nel Mediterraneo c’è stata una grande proliferazione di meduse. Quali sono le cause? ............................................................................................................................. ............................................................................................................................. ............................................................................................................................. ............................................................................................................................. ............................................................................................................................. .............................................................................................................................
Quali i possibili rimedi? ............................................................................................................................. ............................................................................................................................. ............................................................................................................................. ............................................................................................................................. ............................................................................................................................. .............................................................................................................................
o Segna con una x la tipologia testuale spiegando il motivo della tua scelta.
informativo espressivo pragmatico Perché? ............................................................................................................................. ............................................................................................................................. ............................................................................................................................. ............................................................................................................................. .............................................................................................................................
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Nostra nemica medusa Le bandiere rosse hanno sventolato a lungo quest’estate in moltissimi stabilimenti balneari del Mediterraneo. Non per la presenza di squali o di onde preoccupanti. L’allarme è stato causato dalla proliferazione di milioni di meduse. La Croce Rossa spagnola ha trattato nella sola Costa Brava ben diciannovemila persone colpite da meduse, il triplo degli interventi effettuati lo scorso anno. E sulle coste italiane il problema non è stato da meno. Silvio Greco, commissario del Ministero dell’Ambiente, ha cercato di spiegare le cause del fenomeno. La temperatura superficiale dell’acqua sta aumentando e si sta estinguendo la specie di pesci predatori degli stadi larvali delle meduse. Tali predatori sono le acciughe, gli sgombri e i tonni, che riducono naturalmente l’aumento delle meduse cibandosi di esse. Il problema delle meduse deve essere affrontato per evitare che ogni estate si trasformi in una nuova emergenza. Un vero aiuto verrebbe dalla riduzione della pesca di predatori senza dimenticarsi dei provvedimenti che i governi devono prendere per migliorare lo stato del clima del pianeta. Roberto Furlani, da “Corriere della Sera”
ACCOGLIENZA Magnolia
La neve
Tra grandi foglie e lisce, lucide, verdi, bionde, la magnolia, irradiata dai mezzodì, fiorisce una bianca covata di odorose colombe.
Viveva come una nuvola come una gatta in soffitta stanotte zitta zitta la neve è caduta giù.
Diego Valeri
o Sottolinea le similitudini presenti nella poesia.
R. Pezzani
o Individua nel testo le rime. Sottolinea con colori diversi gli aggettivi utilizzati dal poeta per descrivere le foglie e la metafora.
o Segna con una x la tipologia testuale dei due testi.
Tartine coccinelle Procedimento
1. Lava i pomodori ciliegini e taglia in due, con l’aiuto di un adulto, i pomodori e le olive. 2. Ricava dal pane in cassetta delle fette rotonde: aiutati con un bicchiere. 3. Spalma su ogni fetta il formaggio. 4. Aggiungi su ogni cerchio di pane mezzo pomodorino, mezza oliva nera denocciolata e un po’ di prezzemolo. Ed ecco una bella coccinella.
informativo
espressivo
pragmatico
Occorrente • • • • • •
pomodori ciliegini pane in cassetta olive nere denocciolate formaggio spalmabile prezzemolo un bicchiere
da “Focus Pico”, n. 99, maggio 2016
o Dopo aver letto il testo, spiega l’occorrente e il procedimento per realizzare le tartine coccinelle. o Segna con una x la tipologia testuale spiegando il motivo della tua scelta.
informativo
espressivo
pragmatico 11
Bentornati a scuola
Per un errore di ortografia
Analizzo 1 Che impressione fa la direttrice? E il papà di Charlotte? Sottolinea le parole che te lo fanno capire. 2 Completa scrivendo gli stati d’animo di ciascun personaggio:
La direttrice: ..............................................................................................
Charlotte: ..............................................................................................
Il papà: ..............................................................................................
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Madame Beauvier, la direttrice, mi aveva convocato nel suo ufficio nel bel mezzo di una lezione. Era una donna bassa, con le spalle strette e curve e un viso tirato e pallido. – Bonjour, mademoiselle Charlotte – esordì energicamente, quasi fosse contenta di vedermi mentre io ero paralizzata a mezzo metro dalla scrivania. – Sentiamo, come si scrive gymnastic? Le sue mani aprirono un cassetto e ne estrassero un foglietto piegato. Lo aprirono lentamente e me lo posero davanti. – Questa è la giustificazione che hai portato per non fare ginnastica… Tuo padre è un famoso scrittore, vero? Quindi mi sembra che dovrebbe conoscere l’ortografia, no? Invece… Spinse verso di me il foglietto voltandolo dalla mia parte. – Invece qui c’è un errore. Gym è scritto con la j. E questa è la firma di tuo padre, vero? – No – mormorai. – L’ho fatta io, madame. Madame Beauvier mantenne la calma, ma alzò terribilmente la voce. – Ho telefonato a tuo padre. Normalmente per una cosa come questa ci sarebbe l’espulsione, ma, in considerazione del fatto che non hai mai dato problemi finora, lasceremo ai tuoi genitori il compito di punirti come meglio credono. Gli occhi mi si riempirono di lacrime, ma rimasi impassibile, impietrita davanti a Madame Beauvier che scuoteva la testa. – Mi dispiace – disse soltanto. – Torna in classe. Mio padre non si sarebbe affatto impietosito. Mi avrebbe picchiato? Non lo aveva mai fatto, anche se a volte mi minacciava scuotendo un pugno nell’aria. – Te le darò di santa ragione. Bussai piano alla porta dello studio di mio padre. Aprii la porta. – Oh, ciao – disse con voce rauca. Vidi che aveva la fronte cor-
Bentornati a scuola rucciata. Le sopracciglia erano quasi unite a formare una specie di grande baffo riccioluto color sale e pepe sopra il naso. Aveva il mento sporgente come Braccio di Ferro, che di solito mi faceva ridere, ma quel giorno le labbra erano strette in una smorfia rabbiosa. – Entra e siediti. Dobbiamo fare un discorso serio. Avevo il viso in fiamme e non osavo alzare gli occhi da terra. – Oggi mi ha telefonato Madame Beauvier. Hai fatto una bruttissima azione, sai? Sai che se fossi più grande potresti finire in prigione, per una cosa del genere? Firmare al posto di un altro è un reato molto grave. È contro la legge. Mio padre non alzò la voce, ma il tono era severo, fermo. Il suo sguardo, quando gli diedi una sbirciatina, sembrava più preoccupato che arrabbiato. Avrei voluto che mi sgridasse o mi desse gli scapaccioni di cui parlava sempre. Almeno mi sarei potuta arrabbiare. Invece papà non era in collera, ma deluso, e questo era terribile. Mi misi a piangere, stringendo i denti. Dopo un lungo silenzio disse: – Non so che cosa fare. Secondo te, quale sarebbe il castigo giusto? – Non so – risposi. – Magari non far venire nessuno a dormire da me per un mese? – Fammi pensare – disse in tono solenne. – Mi sembra che tu sia un po’ troppo severa con te stessa. Facciamo soltanto niente dolci per un mese, va bene? Annuii lentamente. Papà fece un gran sospiro e agitò le braccia come per allontanare da sé l’intera faccenda. – Sei ancora arrabbiato con me, papà? Sei ancora triste? – No – rispose. Per un attimo mi guardò negli occhi, poi scoppiò a ridere forte. – Allora, come si scrive gymnastic? Fammi lo spelling. – J… No, G-Y-M. Facevo fatica a distinguere la J dalla G perché la pronuncia era la stessa. Mio padre continuava a sbellicarsi. – Ci scommetto che adesso non te lo scorderai più – disse.
Wsbirciatina: occhiata rapida e furtiva.
Comprendo 1 Leggi le domande e sottolineale nel testo.
• Quale brutta azione compie Charlotte? • Che cosa prova quando viene richiamata dalla direttrice? • Cosa le riferisce in merito? • Come ha reagito il padre di Charlotte dopo aver appreso la notizia? • Quali castighi dice di meritare Charlotte?
CONFRONTIAMOCI 1 Rispondi alle domande e discutine in classe con i compagni e l’insegnante. • Ti sembra corretto il comportamento di Charlotte? • Come ti sentiresti se ti venisse detta una bugia o ti fosse fatto un imbroglio?
Kaylie Jones, La figlia di un soldato non piange mai, Garzanti
13
Bentornati a scuola Analizzo 1 Quali sono le sensazioni e le emozioni che prova Britt quando è a scuola? paura meraviglia panico tristezza
Da quali frasi lo capisci? Sottolineale nel testo. 2 Come reagisce
Britt alla domanda del professore? Sottolinea nel testo la frase che spiega l’emozione da lei provata.
Comunico 1 Rispondi e confronta la tua risposta con quella dei tuoi compagni.
• Quali emozioni e sensazioni ti è capitato di provare a scuola? In quali occasioni? • In che modo hai superato quelle negative?
La rivincita di Britt A scuola Britt stava sempre sulle spine. La cosa peggiore di tutte era quando veniva interrogata. E quando la facevano andare alla lavagna si sentiva letteralmente morire. Poco a poco i professori avevano smesso di farle domande. Alcuni sostenevano che era pigra; altri che era semplicemente un caso di ribellione e mancanza di volontà. Qualcosa in fin dei conti doveva avere, visto che non sapeva mai la lezione. In realtà Britt sapeva molto più di quanto i professori non credessero. A casa studiava. E in classe sapeva molte cose che gli insegnanti le chiedevano, fino a quando non toccava a lei. Allora andava completamente nel pallone e dalla sua bocca non usciva neanche una misera risposta. Un giorno il professore camminava avanti e indietro. Parlava di qualcosa che Britt non stava ascoltando. L’insegnante si fermò e formulò una domanda. Britt improvvisamente tornò in se stessa. Sentiva la propria fronte coprirsi di goccioline di sudore e il cuore le batteva così forte da farle male. Succedeva sempre così. Ogni volta che il professore si metteva a fare domande, lei veniva presa dal panico. D’un tratto si rese conto che stava fissando l’insegnante. I loro occhi si incontrarono. Britt non aveva il coraggio di distogliere lo sguardo. Era come ipnotizzata. – Magari tu, Britt, mi potresti dire di quale re si tratta? – chiese quello, un po’ incerto. “Devo rispondere” pensò. “Perché devo sempre fare la figura della cretina?” Britt aveva le guance in fiamme. Sentiva la rabbia crescere dentro di lei. E senza sapere come, né perché, udì la propria voce che diceva: – Hakon il Buono. – Esatto, Britt – confermò il professore, meravigliato. – Britt respirava a fatica. Era esausta. A quanto pareva, aveva risposto correttamente. Tomod Haugen, In attesa della prossima estate, Piemme Edizioni
14
Non ci sono risposte giuste o sbagliate. In questa pagina stai esprimendo liberamente il tuo pensiero.
1
DIARIO DI BORDO
Come ti sei sentito pensando al ritorno a scuola?
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2
Quali emozioni hai provato nel rivedere i tuoi compagni e gli insegnanti?
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3
Cosa ti aspetti da quest’ultimo anno di Scuola Primaria?
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4
Che cosa ti rende felice e cosa invece ti preoccupa?
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“SE FOSSE…” 5 Pensa all’anno scolastico che hai appena incominciato e completa le frasi. Poi inventa altri “se fosse” e proponili ai tuoi compagni, per giocare insieme a ricreazione.
• • • • • •
Se fosse un animale, sarebbe Se fosse un colore, sarebbe Se fosse una canzone, sarebbe Se fosse un dolce, sarebbe Se fosse un oggetto, sarebbe Se fosse un fiore, sarebbe 6
C ................................................................................................................................................................. C ................................................................................................................................................................. C ................................................................................................................................................................. C ................................................................................................................................................................. C ................................................................................................................................................................. C .................................................................................................................................................................
Segna con una X.
Come sarà quest’anno scolastico? Come saranno i rapporti con i miei compagni? Come saranno i rapporti con gli insegnanti? Come saranno i nuovi argomenti da studiare?
AUTOVALUTAZIONE
1515
Il testo NARRATIVO Lo scopo
Un testo narrativo ha lo scopo di coinvolgere e appassionare il lettore. Può essere realistico o verosimile, quando racconta fatti che potrebbero accadere nella realtà; fantastico, quando la storia raccontata non può accadere nella realtà.
Gli ingredienti del testo narrativo
Personaggi I personaggi principali sono i protagonisti e si distinguono dai personaggi secondari che non hanno un ruolo importante per lo svolgimento della storia.
Tempo Il tempo in cui si svolgono le vicende, cioè gli avvenimenti di cui sono protagonisti i personaggi, può essere precisato o imprecisato.
Narratore Il narratore può essere esterno al racconto, se narra la vicenda in terza persona, o interno al racconto, se è un personaggio che narra la vicenda in prima persona.
16
Luoghi I luoghi sono gli ambienti in cui si svolgono le vicende.
Fatti I fatti sono gli avvenimenti che forniscono informazioni fondamentali per la comprensione del testo.
Il testo NARRATIVO
Caratteristiche della narrazione Il testo narrativo è formato da tre momenti: inizio, svolgimento e conclusione caratterizzati da sequenze di vario tipo: NARRATIVE:
si narrano fatti, vicende;
DESCRITTIVE:
vengono descritti ambienti o personaggi;
DIALOGICHE:
vengono riportati i dialoghi;
RIFLESSIVE:
l’autore o un personaggio della storia introduce commenti e riflessioni.
Le sequenze sono porzioni di testo dotate di senso compiuto.
Le storie vengono narrate seguendo un ordine
Non lineare
Lineare
quando i fatti non seguono un ordine cronologico. In questo caso l’autore utilizza particolari tecniche, come: il flashback che significa “salto all’indietro” per raccontare qualcosa che è successo prima rispetto ai fatti che si stanno narrando o la tecnica dell’anticipazione, il flashforward.
quando i fatti vengono presentati in ordine di tempo si ha la fabula.
La fabula, il flashback e il flashforward determinano la struttura della storia, arricchita dalle “unità espressive” (descrizioni di personaggi, di luoghi, di situazioni) per esprimere e comunicare impressioni, sensazioni e stati d’animo.
I generi narrativi Secondo le caratteristiche della storia e dei personaggi i testi narrativi possono avere caratteristiche diverse, ossia possono essere di diverso genere: • realistico • autobiografico • umoristico • di avventura • di paura • giallo • storico • di fantascienza • fantasy
17
Il racconto
REALISTICO
Gli ti ingredien del testo
Personaggi Il racconto realistico è un testo narrativo che racconta vicende reali o verosimili cioè inventate ma che potrebbero accadere nella realtà... Lo scopo delle storie è quello di far riflettere, divertire, emozionare, trasmettere insegnamenti...
I personaggi sono persone comuni, quelli che potresti incontrare nella vita quotidiana: nonni, fratelli, insegnanti, compagni di scuola, cani, gatti…
Tempo Il tempo può essere il tempo passato o il tempo presente. Di solito è ben precisato, anche nella sua durata (breve, lunga, indefinita).
Luoghi I luoghi sono reali e ben definiti.
Fatti I fatti possono essere narrati secondo un ordine cronologico o fabula attraverso sequenze narrative, descrittive, dialogiche e riflessive o secondo un intreccio quando non seguono l’ordine cronologico. Il narratore, in questo caso, fa un “salto all’indietro nel tempo” per raccontare qualcosa accaduto prima, utilizzando la tecnica del flashback o dell’anticipazione, il flashforward. Gli avvenimenti possono essere raccontati in prima o in terza persona.
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Il testo NARRATIVO
Stelle cadenti Senza ombra di dubbio, quello fu il momento più bello di tutta l’estate. Mamma spense le luci e si fece aiutare da Pietro a spostare il divano sotto il gelsomino, nel giardino di casa nostra. La mia migliore amica e la sua mamma accettarono entusiaste di cenare tutti insieme e di restare alzate a esprimere desideri. Mangiammo, poi chiacchierammo di cose senza importanza finché non arrivò il buio vero. La notte era senza luna e quella era la cosa straordinaria, perché subito iniziammo a vedere le prime code luminose. Cadevano a frotte, troppo numerose persino per contarle. Fu una notte incantata e irripetibile. Scie brillanti e velocissime a decine attraversavano il cielo lasciandosi dietro un nastro d’argento fuso. Ci saremmo messi tutti a piangere per la commozione se non fosse stato per Paolino, che strillava felice ogni volta che vedeva una stella cadente, agitandosi sulle ginocchia di Pietro. – Voglio la barca a vela radiocomandata! Voglio un cannocchiale! – Stai un po’ zitto – lo rimproverò Pietro – mi fai venire il mal di testa. – E poi se li dici ad alta voce i desideri non si avverano – intervenne con dolcezza la mamma di Silvia. L’avvertimento ottenne l’effetto di far tacere il mio fratellino il quale, in quel silenzio irreale, si addormentò all’istante fra le braccia di Pietro. Restammo tutti zitti fra grilli e stelle cadenti, a esprimere desideri irrealizzabili.
I personaggi del racconto sono: realistici fantastici La vicenda si colloca in un tempo: determinato indeterminato Il luogo dove si svolge la storia è: reale di fantasia I fatti narrati: sono avvenuti realmente possono accadere nella realtà sono frutto della fantasia Il racconto è scritto in: prima persona terza persona
Cristina Brambilla, L’estate in cui caddero le stelle, Mondadori
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Il racconto REALISTICO
LE SEQUENZE Ricorda che la sequenza è quella parte del racconto che ha un senso compiuto e che si potrebbe staccare e leggere da sola. Il passaggio da una sequenza all’altra è determinato dal cambiamento dei fatti o dei personaggi, dal cambiamento di luogo e di tempo. In base al loro contenuto le sequenze possono essere di vario tipo.
Narrative: raccontano vicende, azioni e fatti dei personaggi.
Descrittive: descrivono caratteristiche di personaggi, luoghi, oggetti e arricchiscono la narrazione.
Dialogiche: riportano le parole dette dai personaggi e coinvolgono il lettore nelle vicende narrate.
Riflessive: presentano opinioni e riflessioni dei personaggi o del narratore.
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Un pomeriggio noioso Sequenza narrativa
Era un pomeriggio noioso di pioggia di primavera. Michele aveva finito da dieci minuti i compiti per la scuola e quelli per il corso d’inglese. Era solo a casa e stava davanti alla finestra a guardare le goccioline leggere che cadevano sul prato del piccolo giardino. Mancava ancora un’ora al ritorno della mamma e non sapeva cosa fare. Cercò di contare gli schizzi che cadevano sul vetro, ma dopo cinque minuti si trovò ancora più annoiato di prima. Con un sospiro si staccò dal davanzale e si lasciò cadere a peso morto. Sequenza riflessiva
“Come sarebbe bello avere un fratellino o un cane” pensò. “Se ci fossero giocherei sempre con loro e così quell’orribile idea non mi verrebbe mai in mente, mai”. Sequenza narrativa
Appena detto “mai”, naturalmente, l’orribile idea cominciò a parlare. “Hai fame” diceva. “Hai fame e la tua pancia è vuota come il cestello della lavatrice, se vuoi saziarti puoi fare solo una cosa: alzati e vai in cucina, riempiti la pancia, saziati!” Michele resistette alla voce ancora per un minuto poi, lento come un robot, si alzò, uscì dalla stanza, attraversò il corridoio si fermò un istante davanti alla porta della cucina e, dopo aver sospirato, la spinse con delicatezza. Lui stava lì, lo aspettava quietamente in un angolo.
Il testo NARRATIVO
Sequenza descrittiva
Michele lo guardò bene prima di avvicinarsi; nella penombra della camera, così lucido, così bianco, così alto, invece che un frigorifero sembrava un’innocente balenottera addormentata nella profondità dell’oceano. Sequenza dialogica
– Sei venuto di nuovo a trovarmi – aveva detto Frig. – Che bellezza! – Mangia pure tutto quello che c’è dentro, divora anche il burro e le uova e vedrai che la noia scappa via. – Non devo! – rispose Michele avvicinandosi allo sportello. Sequenza narrativa
Prima di rendersene conto, la sua mano era scivolata sulla maniglia, l’aveva premuta e subito la grande porta bianca si era aperta. Che spettacolo meraviglioso! Susanna Tamaro, Cuore di ciccia, Giunti Junior
Comprendo 1 Rispondi alle domande.
• Perché Michele si sente annoiato? • Con chi vorrebbe giocare per vincere la noia? • Quale orribile idea assale Michele? • Cosa fa subito dopo? 2 Rileggi il testo eliminando le due sequenze narrative. Come ti sembra la storia?
Scrivo 1 Completa sul quaderno il testo aggiungendo una sequenza narrativa e una descrittiva.
Comunico 1 A volte capita di annoiarsi. Tu in che modo riesci a vincere la noia?
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Il racconto REALISTICO
Un racconto è avvincente se alterna narrazioni, descrizioni, dialoghi, emozioni e riflessioni. Un racconto così strutturato non annoia il lettore perché è ben movimentato e ha un ritmo.
Analizzo 1 Il testo narrativo è stato diviso in sequenze di diverso tipo. Indica la tipologia di ognuna. 2 Sottolinea poi le parole che descrivono lo stato d’animo dei fratellini e la similitudine presente nel testo. 3 Prova a rileggere il brano saltando le sequenze descrittive. • Cosa noti? • Quali dei due testi preferisci? Perché?
Sul vulcano Monte Nero Sequenza ..........................................................................................
Il vulcano è talmente addormentato che ha lasciato crescere nella sua bocca piante di fichi d’India e alberelli di fichi selvatici. Non ci sono tracce di fumo, né lava incandescente, né baratri paurosi. Sequenza ..........................................................................................
– Questa è lava solidificata – dice lo zio, battendo le mani sulle rocce pungenti e sulla polvere nera che la copre. – Hai notato, zio, che non ci sono né orti né giardini su quest’isola? – dice Elisa. – La vegetazione non può crescere sul terreno lavico – spiega lo zio. – E quindi è difficile coltivare qualsiasi cosa. Qualche orto c’è però e anche giardini, guardali laggiù, ma ci crescono solo pochi alberi di fico e piante aromatiche. Manca la terra e manca anche l’acqua. Sara dice: – Come fa Mimma a cuocere la pasta, se non c’è l’acqua? E come fanno la doccia? E come lavano i piatti? – Portano l’acqua con la nave dal continente – spiega lo zio. – La versano in una grande cisterna e gli abitanti di Linosa la usano. – E quando l’acqua finisce? – – Arriva un’altra nave dal continente. Sequenza ..........................................................................................
In basso, recintata dai muretti antichi di pietre laviche, si vedono dei piccoli orti con qualche albero e qualche cespuglio verde. Sembrano scatolette senza coperchio. Guardiamo il mare, che ci circonda da ogni lato, Paolo. Sequenza ..........................................................................................
Lassù, seduti sulla cima di un vulcano addormentato, circondati da ogni parte dal mare, in quell’isola strana, dove l’acqua arriva con la nave, ci sentiamo importanti e coraggiosi, dei veri esploratori. E zio Melo, con quel cappello a pagoda che non si toglie mai, è il nostro capo. Appollaiati sulle rocce, protetti dal sole dai nostri cappellini di tela bianchi, siamo contenti. È bello essere lì. 22
Il testo NARRATIVO
Impariamo
insieme
Sequenza ..........................................................................................
Sara si distende tranquilla su una lastra liscia e stretta. Paolo propone di mangiare e apre il suo zainetto. Mimma ci ha preparato un delizioso pranzo al sacco e là, in vetta al vulcano, stendiamo una tovaglia di carta e allineiamo ogni cosa: pizzette al formaggio, alle olive, ai pomodori. Arancini di riso. Involtini di melanzane, dolcetti di ricotta, fichi neri e fichi bianchi. Guardiamo giù e con un solo sguardo abbracciamo tutta Linosa. Sequenza ..........................................................................................
Tornando a casa, nel pomeriggio, in groppa ai muli che ci hanno aspettato pazienti in fondo alla salita del Monte Nero, costeggiamo il recinto dove sono rinchiuse le mucche. Dal cancelletto di legno guardiamo dentro. Lo zio lo chiama: – Ehi, c’è qualcuno? Nessuno risponde. Le mucche ci guardano curiose e vengono verso di noi. Non c’è nessuno. Riprendiamo il cammino verso il paese.
1 A gruppi di tre, inventate un finale diverso della storia, scegliendo un tipo di sequenza per ogni gruppo. Poi confrontate i vostri finali.
Comprendo 1 Rispondi alle domande.
• Cosa scoprono i fratellini visitando insieme allo zio Melo il vulcano spento? • Cosa provano? • Come trascorrono la mattinata?
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Il racconto REALISTICO
Il girino King
LA FABULA La fabula è la successione cronologica degli eventi che costituiscono la trama di un testo narrativo
Oltre le
PAROLE
1 Qual è il significato delle seguenti espressioni?
“Non farsi beccare” non farsi scoprire non farsi colpire con un becco “Non stare nella pelle” essere eccitati essere scomodi
Tutta la banda, io, Alcide, Nando, Rocco, Clemente e gli altri, abbiamo deciso di andare a pescare. Vicino a casa ci sono dei giardinetti dove spesso andiamo a giocare, e nei giardinetti c’è un laghetto che è una bomba. E nel laghetto ci sono i girini. Prima di uscire, ho preso un vasetto di marmellata vuoto, e quando sono stato ai giardinetti sono stato bene attento a non farmi beccare dal guardiano. Il guardiano dei giardinetti ha i baffoni, il bastone e il fischietto, e ci sgrida in continuazione perché ci sono tante cose proibite ai giardinetti: calpestare l’erba, salire sugli alberi, cogliere i fiori, andare in bici, giocare a pallone e gettare carte per terra. Rocco, Turi e Clemente erano già piazzati sul bordo del laghetto coi loro vasetti. Alcide è arrivato per ultimo. Approfittando del fatto che il guardiano non era in vista, ci siamo subito messi a pescare. Il primo che è riuscito a pescare il suo girino è stato Clemente, che non stava più nella pelle, perché non è mai il primo in niente. Alla fine, tutti avevamo il nostro girino. – E adesso che cosa ne facciamo? – ha chiesto Clemente. – E che ne so? – ha risposto Rocco. – Intanto ce li portiamo a casa, aspettiamo che crescano, e quando diventano rane organizziamo delle corse. Sarà uno spasso.
Rifletto sulla lingua 1 Sottolinea nel testo i nomi alterati e analizzali.
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Per approfondire le TECNICHE NARRATIVE vai alle pagine 10-15 del QUADERNO DI SCRITTURA.
Il testo NARRATIVO
Osservavo il mio girino: si agitava guizzando per tutto il vasetto. Lo chiamerò King: è il nome di un cavallo bianco che ho visto in un film di cow-boy. Appena mi ha visto, mia madre si è messa le mani nei capelli, e ha urlato: – Dove sei andato a cacciarti? Ma guarda come ti sei ridotto. Bagnato, infangato… Non potevo darle torto, anche perché avevo dimenticato di arrotolarmi le maniche della camicia quando avevo tuffato le braccia nel laghetto. Quando papà ha visto il vasetto, ha detto: – Toh! Un girino, – ed è tornato a sedersi in poltrona a leggere il giornale. – Mamma gli è andata dietro. – È tutto quello che trovi da dire? – ha chiesto a mio padre. Lo sai che non voglio che Nicola porti delle bestiacce per casa! Ma vi avverto: o il girino o la sottoscritta! Mio padre ha tirato un profondo respiro e ha ripiegato il giornale. – Ci rimane poca scelta, Nicola, – mi ha detto, – dobbiamo sbarazzarci di questa povera bestia. Sai cosa facciamo? Adesso noi due usciamo, e andiamo a rimettere il girino dove l’hai trovato. Poi papà è andato in cucina, e ha detto a mamma che aveva deciso di tenere lei e di sbarazzarsi del girino, e rideva. Allora ha riso anche mamma. Ai giardinetti, papà ha versato nell’acqua il contenuto del vasetto. Mentre ci stavamo girando, abbiamo visto il guardiano che sbucava da dietro un albero con due occhi grandi così. – Non ho capito se i matti siete voi o se viceversa il matto sono io, – ha detto il guardiano, – ma lei è la settima persona che viene a versare qualcosa da un vasetto proprio in questo punto.
Analizzo 1 Dividi il testo in cinque sequenze. Poi numera nel corretto ordine cronologico le seguenti frasi e utilizzale per raccontare la storia a voce e per iscritto sul quaderno.
Clemente è il primo a pescare il girino. Il papà e Nicola ritornano ai giardinetti e versano il girino nel laghetto sotto lo sguardo incredulo del guardiano. La mamma di Nicola appena vede il girino si porta le mani nei capelli. Nicola e i suoi amici decidono di andare a pescare ai giardinetti. Tutti con i vasetti vuoti, piazzati sul bordo del laghetto, si mettono a pescare. Il papà di Nicola decide di sbarazzarsi del girino.
Jean-Jacques Sempé, René Goscinny, I divertimenti di Nicola, Einaudi Ragazzi
Gioco con la
STOR IA C Manipola il testo inventando alcune situazioni diverse da quelle presenti nella storia. Confronta il tuo testo con quello dei tuoi compagni e cogli le differenze. 25
Il racconto REALISTICO
IL FLASHBACK Il flashback è una tecnica narrativa che consiste nel narrare episodi passati rispetto a quelli che si stanno narrando.
Analizzo 1 Dividi il testo in sequenze segnandole a margine della pagina. 2 Definisci con pochi aggettivi il carattere di Mila e Antonella. 3 Nel testo è stato evidenziato il flashback. Individua l’altro delimitandolo con un riquadro. 4 Manipola il racconto e sostituisci i due flashback con nuovi episodi. 5 L’autore usa il flashback attraverso: le parole dei protagonisti la narrazione della storia
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Tecniche della narrazione: Il flashback
Le cugine La nonna li attendeva sulla soglia: – Su, presto, che sono già arrivate le bambine! Michele e Angiolino si guardarono un attimo negli occhi; si fecero coraggio ed entrarono in casa. Mila corse incontro ai cugini allegramente, con in mano un bicchiere: inciampò e precipitò addosso ad Angiolino, rovesciandogli sopra tutta l’acqua. Per fortuna non si vedevano spesso: le cugine abitavano in un’altra città, e così capitava raramente di ritrovarsi tutti quanti insieme. L’ultima volta era stata due anni prima: Mila aveva distrutto il teatrino di carta di Michele e poi si era messa tranquilla a disegnare sui quaderni di scuola di Angiolino. Per qualche incomprensibile motivo, nessuno dei grandi l’aveva sgridata. Sua sorella Antonella, coetanea di Michele, era una ragazza di dieci anni, dispettosa e sempre pronta ad attaccare briga con chiunque. I due fratelli ricordavano bene un episodio di qualche tempo prima quando, senza nessun motivo, Antonella aveva deciso di provocare: – Ehi, Angiolino, fa’ vedere le ali – e aveva iniziato ad agitare le braccia, svolazzando per la stanza come una cornacchia impazzita. Alla fine Angiolino, esasperato, si era lanciato contro di lei. Michele, vedendo che Angiolino stava per avere la peggio, aveva deciso di intervenire in suo soccorso. Ma, quasi subito, erano arrivati i genitori, zii parenti vari, che avevano cominciato a gridare: – Vergogna picchiare una bambina! Cosicché era finita con una punizione, e per diversi giorni la vigliacca se ne era andata zoppicando in giro, mentre in realtà non si era fatta nulla. Erano passati diversi anni, ma l’ingiustizia è dura da scordare. Paola Balzarro
Tecniche della narrazione: Il flashforward
Un giardino meraviglioso Tom esplora di notte il cortile sul retro della casa degli zii; gli hanno detto che non c’è nulla di interessante da vedere... e invece c’è un bellissimo parco. Niente di interessante…! Solo un grande prato con aiuole in fiore, un abete maestoso e tassi frondosi, accigliati, che si curvavano su due lati del prato; sul terzo lato, a destra, c’era una serra grande quasi come una casa; e da ogni angolo del prato si snodava un sentiero, serpeggiando verso le profondità di altri giardini, di altri alberi. Istintivamente Tom aveva mosso qualche passo, trattenendo il fiato per la sorpresa; adesso respirò profondamente. Sarebbe ritornato domani, di nascosto, alla luce del giorno. Avevano cercato di tenerlo lontano da quelle meraviglie, ma adesso non lo avrebbero fermato: né zio né zia né gli inquilini del pianterreno. Si sarebbe lanciato nell’erba, saltando sopra le aiuole; avrebbe sbirciato attraverso i vetri scintillanti della serra; avrebbe ispezionato ogni angolo, ogni galleria ritagliata nelle fronde dai tassi; si sarebbe arrampicato sugli alberi e si sarebbe aperto un passaggio dall’uno all’altro, servendosi dei rami fittamente intrecciati. E quando fossero venuti a chiamarlo, sarebbe rimasto nascosto, zitto e sicuro come un uccello, in mezzo a quel tripudio di foglie, di rami, di tronchi. Philippa Pearce, Il giardino di mezzanotte, Mondadori
Il testo NARRATIVO
IL FLASHFORWARD Il flashforward è l’anticipazione di un evento che deve ancora avvenire.
Analizzo 1 Segna con una X.
Questo racconto segue l’ordine: cronologico non cronologico Nel testo è presente: un flashback un flashforward
Comprendo 1 Rispondi alle domande. • Che cosa scopre Tom? • Cosa prova? • Cosa immagina che farà il giorno dopo?
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Il racconto REALISTICO
Tecniche della narrazione: Il flashforward
La visita al museo Analizzo 1 Evidenzia con una barra laterale l’anticipazione in cui Davide esprime il desiderio di visitare il museo. 2 Sottolinea poi con colori diversi le altre anticipazioni presenti nel testo.
Rifletto sulla lingua 1 Il verbo “abbiamo fatto” è al tempo: passato prossimo trapassato prossimo trapassato remoto
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Allora siamo d’accordo: ci troviamo al solito incrocio… alle tre, puntuali. Davide saluta così i suoi compagni di scuola, Giorgio e Marco, e contento si avvia verso casa. Da tempo desideravano visitare da soli il Museo d’arte Moderna e finalmente è giunto il momento. “Tanto per domani non abbiamo compiti!”, pensa fra sé Davide – “Possiamo rimanere al museo tutto il pomeriggio, e magari farci chiudere dentro, come è successo a Pippo nel Topolino!” – Come è andata oggi a scuola? – chiede la mamma a Davide che entra in casa lanciando la cartella nel corridoio per poi tuffarsi a terra a salutare il cagnolino. – Sì… bene… abbiamo fatto la verifica di matematica… due errori… – Era difficile? – cerca di saperne di più la mamma. – Noo… non tanto…! Me li hai comprati i biglietti dell’autobus per oggi? – chiede il ragazzino che ormai ha in testa solo l’avventura che lo attende nel pomeriggio. – Siete proprio decisi, allora, ad andare al museo? Sono contenta, vedrete che sarà interessante! – Ma tu ci sei già stata vero mamma? – domanda Davide che conosce la risposta, ma gli piace sentirsi spalleggiato in questa nuova avventura.
Tecniche della narrazione: Il flashforward
– Tante volte, ma anche tu sei entrato in quella sala quando eri piccolo… e sbuffavi perché c’era tanta gente e dovevi stare zitto, non correre, non appoggiarti ai muri… Bè, adesso sei grande – e nel dirlo sa di puntare sull’orgoglio del figlio – e andandoci da solo, con i tuoi amici, sai tu questa volta che magari ti lamenterai di qualche bambino “rompi” che disturba… Driiin… suona il campanello. – È papà! Aveva detto che finiva presto la riunione per pranzare con noi – esclama contento Davide correndo ad aprire la porta. – Ciao, papà oggi vado al museo con Marco e Giorgio! – Ma dai, davvero….?! E noi che non lo sapevamo! – Ironizza il papà. – Mica ce lo avevi detto! – e lo abbraccia con affetto. – Guarda cosa ti ho portato – porge un piccolo sacchetto di carta al ragazzo i cui occhi sono tutto un luccichio. – Uauuu! Il notes di Guerre Stellari con la penna che scrive blu fluorescente… Grazie papà, che bello… – Così potrai prendere appunti fantastici su quello che vedrai. Non dimenticare di scrivere il nome degli artisti che ti saranno piaciuti di più – rincara il papà con entusiasmo. Ormai non si sa più chi in famiglia sia il più eccitato per questa visita al museo. Silvia Vernaccini, Avventura al museo, Panorama Ragazzi
Il testo NARRATIVO
Comunico 1 Rispondi a voce.
• Ti è mai capitato di visitare un museo? • Che cosa hai visto? • Quali sensazioni hai provato? • Cosa è successo?
Scrivo 1 Che cosa accadrà il pomeriggio quando Davide e i suoi amici andranno al museo? Racconta.
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Il racconto REALISTICO
Alla scoperta delle
EMOZIONI
IL RACCONTO AUTOBIOGRAFICO Il racconto autobiografico ha lo scopo di narrare episodi e avvenimenti vissuti dall’autore che ritiene importanti esprimendo emozioni e stati d’animo attraverso pensieri e comportamenti che aiutano il lettore a sentirsi più coinvolto nelle situazioni vissute dai personaggi. È un testo narrativo realistico che ha come protagonista l’autore stesso. È narrato in prima persona perché l’autore e il narratore coincidono.
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Il racconto autobiografico
Dolci ricordi A nove anni, l’unica geografia che conoscevo davvero era quella del mio paese, costituita dai bassi rilievi delle Murge, dalle pareti scoscese delle gravine, dai campi di grano, dai vigneti, dai tanti uliveti alla cui ombra ascoltavo rapito le storie magiche di mio nonno. E poi c’era il mare. Di cui sbirciavo il luccichio dalle terrazze delle case più alte, e nelle cui acque pulite sguazzavo d’estate, insieme a una folla di cugini, sotto gli occhi vigili di tutte le mamme. Perciò, quando il maestro parlava della catena delle Alpi, del lago di Garda e di una importante città chiamata Milano, annuivo e, se interrogato, ripetevo diligentemente le sue parole. Ma a quelle parole non riuscivo ad associare vere meraviglie e vere emozioni, come quelle che mi suscitavano i paesaggi nei quali trascorrevo un’infanzia povera, ma libera e selvatica. Poco dopo emigrai in Francia con i miei genitori, risalii la penisola, conobbi l’Adriatico al tramonto, gli Appennini di notte e approdai poco dopo l’alba sotto le volte della stazione di Milano.
Il racconto autobiografico
Feci una breve sosta e, verso mezzogiorno, attraversai con gli occhi increduli lo scrosciare di una cascatella, il borbottio di un ruscello, il percorso dolce e sinuoso di una vallata. Stavo lasciando l’Italia, ma di quell’Italia che avevo attraversato in una vettura di seconda classe, trainata da una locomotiva a carbone, mi restava dentro un ricordo incancellabile, un desiderio di percorrerla un giorno in tutte le sue pieghe. Un desiderio realizzato negli ultimi quindici anni, quando ho potuto riappropriarmi passo a passo del mio Paese, della sua natura, delle sue città, delle sue tradizioni e delle sue storie. Angelo Petrosino, Leggendo leggendo, Anno X, n. 1
Scrivo 1 Scrivi sul quaderno.
• • • • •
Qual è uno dei tuoi ricordi più lontani nel tempo? Dove ti trovavi? Cosa è successo? Con chi eri? Come si concluse la vicenda?
Il testo NARRATIVO
Analizzo 1 Sottolinea nella prima frase le parole che ti fanno capire che il racconto è in prima persona. 2 Segna con una X.
Il brano che hai letto è un testo narrativo: realistico fantastico L’autore di questo racconto: coincide col protagonista non coincide col protagonista 3 Cosa prova l’autore ricordando i luoghi della sua infanzia? Sottolinea nel testo le parole che te lo fanno capire.
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Il racconto REALISTICO
Alla scoperta deIlle
N LEEEMMOOZZIOIO NI
Il racconto autobiografico Il racconto autobiografico
Una nevicata di piume Mia nonna aveva un cuscino imbottito di piume. Lo teneva sul divano del salotto, perché era fatto di una bella stoffa damascata, con rilievi e colori eleganti che, chissà perché, a me facevano immaginare bestie esotiche come tigri e coccodrilli. Mi piaceva giocare con il cuscino perché era disposto, senza mai protestare, a far parte dell’animale feroce, a lottare con me e perdere, ogni volta lasciandomi senza graffio, eroico vincitore. …............................................................................................................................................................................................................................................. ….............................................................................................................................................................................................................................................
Ma una volta che mia nonna era a chiacchierare dalla vicina, nel corso di una lotta particolarmente accanita (si trattava di una pantera e io ero Tarzan) dal cuscino fuoriuscì una piuma. La piuma svolazzò per il salotto e io mi incantai a seguire il suo misterioso volo. …............................................................................................................................................................................................................................................. ….............................................................................................................................................................................................................................................
Quando si posò sul pavimento, la raccolsi e la soffiai in alto. Era bello vederla scendere lenta e leggera, disegnando imprevedibili ghirigori. Il percorso però era breve e il gioco finiva subito. Mi venne allora un’idea: lanciare la piuma dal balcone, che era al secondo piano. E infatti fu bellissimo vederla volare giù, verso il marciapiede. Un po’ si abbassava e un po’ risaliva, a tratti veniva presa come in un mulinello e girava su se stessa. Infine sparì. Avevo perso la mia piuma. Ma il cuscino della nonna ne era pieno… potevo prenderne un’altra. ERA IMPOSSIBILE RESISTERE Trovai il buco, la piccola scucitura dalla quale era uscita la piuma e facilmente ne cavai fuori un’altra. Il suo volo fu molto più bello. «Eh, via» pensai «ancora una e poi basta». …............................................................................................................................................................................................................................................. ….............................................................................................................................................................................................................................................
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Il testo NARRATIVO Il racconto autobiografico autobiografico Il racconto
E dal balcone decollò la terza piuma. Guardandola scendere mi venne in mente l’idea di provare un lancio multiplo. Allargai un poco la scucitura e agguantai una manciata di piume: fu uno spettacolo incredibile. A quel punto era impossibile resistere. Incominciai a gettare piume a piene mani giù dal balcone. …............................................................................................................................................................... …...............................................................................................................................................................
Infine, tenendo il cuscino per un’estremità, lo scossi con forza, fino a svuotarlo completamente. La gente si fermava in strada a guardare stupita quella nevicata di piume. …............................................................................................................................................................... …...............................................................................................................................................................
Fu esaltante, fino a che non rientrò mia nonna. Con una solenne sculacciata, mi obbligò a scendere in strada con scopa e paletta e a ripulire il marciapiede.
Analizzo 1 Rispondi alle domande.
• Qual è lo scopo di questo racconto autobiografico? • Chi è il protagonista? • Chi sono gli altri personaggi? • Dove si svolge la storia? • I fatti si svolgono di giorno o di notte? • Quanto tempo dura l’intera vicenda? • I fatti sono narrati in ordine cronologico o in ordine cronologico con flashback? 2 Il racconto è stato diviso in sequenze. Individua e scrivi i fatti più importanti di ognuna di esse sottolineandoli. 3 Utilizza le stesse per raccontare a voce la storia e per fare il riassunto sul quaderno.
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Guido Quarzo, Popotus, Anno IX, n. 76
Impariamo
Scrivo 1 Quale episodio della tua infanzia ricordi volentieri? Racconta ciò che hai vissuto, mettendo in evidenza i sentimenti che hai provato. Confronta il tuo testo con quello dei tuoi compagni di classe. Avete provato le stesse emozioni?
insieme 1 Formate delle coppie e continuate a scrivere il racconto, evidenziando le emozioni provate dal protagonista.
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Parliamo di
LEGALITÀ 1 Rispondi alle domande.
il bambino che vivrà per sempre
• Di che cosa parla il testo? • Cosa hai provato leggendolo? • Quale messaggio vuol trasmettere l’autore del brano attraverso questo racconto?
Questa è la storia di Giancarlo, un bambino come tutti gli altri. A Giancarlo piace molto giocare con il fratello e con gli amici. Gli piace fare i compiti e uscire con la mamma e con il papà. E, proprio come tutti i bambini, è tanto goloso di gelato, specialmente al cioccolato. In verità, Giancarlo è un bambino speciale. Perché lui... vivrà per sempre.
2 Leggi con i tuoi compagni le parole evidenziate e fate le vostre considerazioni sul valore della legalità.
Ero un bambino allegro e gioviale, difficilmente mi azzuffavo con mio fratello, anzi. Condividevamo lo stesso amore per le macchinine, le miniature delle auto vere. Il nostro parco-macchinine era enorme, ne avevamo file lunghissime sul pavimento di casa oppure sul divano. Un’altra cosa che ci piaceva tanto era giocare con i soldatini, ne avevamo veramente molti, divisi in due collezioni, i miei e quelli di mio fratello Paolo. Progettavamo gli scontri, costruivamo i fortini e man mano che crescevamo ci specializzavamo a fare battaglie sempre più precise strategicamente, tra indiani e cow-boy. Però il passatempo che preferivamo in assoluto era il calcio. Volevamo emulare gli eroi del Napoli, la nostra squadra del cuore. Erano gli anni di Zoff, Pogliana, Juliano, Altafini. Quante lunghissime partite a pallone ci siamo fatti nel corridoio di casa o nel cortile del palazzo! Io e Paolo avevamo tanti hobby, soprattutto curare le nostre collezioni. Avevamo una raccolta proprio bella di francobolli, di varie nazionalità, di varie annate e alcune proprio interessanti perché in edizione limitata o particolarmente significativi. Ogni anno sportivo completavamo l’album delle figurine dei calciatori e sognavamo di diventare un giorno dei campioni come loro. Per non parlare di un altro album, quello dei Grandi della Storia. Mi affascinava sapere cosa avessero fatto, quali imprese avessero compiuto per essere considerati grandi. Così leggendo e collezionando figurine ho scoperto che i Grandi della Storia sono quelle persone
A CASA:
Cercate in Internet e sui libri storie di personaggi che si sono battuti e che continuano a credere nel valore della legalità.
A SCUOLA:
Divisi in gruppi, esaminate il materiale che avete raccolto e scegliete ciò che ritenete più significativo. Con il materiale selezionato preparate un cartellone, aggiungendo anche le vostre riflessioni e le motivazioni che vi hanno portato a scegliere quel personaggio. Mostrate e spiegate infine il vostro lavoro agli altri gruppi.
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Giancarlo Siani,
Per approfondire l’argomento vai alle pagine 62-67 del volume di EDUCAZIONE CIVICA.
CITTADINANZA GLOBALE che durante la loro vita hanno fatto qualcosa di straordinario al punto che anche dopo la loro morte ci si ricorderà sempre di loro. Donne e uomini si sono talmente distinti per i loro meriti da essere scelti come esempio di bravura, di bontà, di coraggio, di generosità da seguire e imitare. Grandi personalità diventate immortali perché non sono mai più scomparse dalla memoria della gente. Anzi sono entrati a far parte a pieno titolo della vita della gente, perché sono inseriti nei programmi di studio nelle scuole, oppure gli hanno dedicato il nome di una strada o di una piazza, di un teatro o anche proprio di una scuola. In effetti è proprio quello che è successo a me quando sono diventato adulto. La mia vita è durata solo ventisei anni, ma nella memoria della storia io vivrò per sempre. Successe il 23 settembre del 1985, una sera sotto casa mia, quella casa in cui avevo giocato da bambino, nel cortile dove avevamo fatto tante partitelle a pallone. Due sicari, con dieci colpi di pistola, misero fine alla mia esistenza. Ero a bordo della mia Citröen Méhari, un’auto divertente, aperta, scoperta, senza porte e senza tetto, che ti consente di sentire il vento tra i capelli, di emozionarti come fossi su una giostra, e assaporare un senso di libertà. La libertà di avere un cuore puro che crede nel valore della legalità, una libertà che tutti possono sperimentare, perché si è liberi quando si ha riguardo per le persone, quando si considera sacra la vita, quando si rispettano le regole. Perché è il rispetto che permette di affermare la verità. Adatt. Angela Mallardo, Giancarlo Siani il bambino che vivrà per sempre, Buk Buk
Giancarlo Siani aveva compiuto 26 anni da quattro giorni quando fu ucciso. Ogni mattina, a bordo della sua Méhari, raggiungeva Torre Annunziata, dove lavorava nella redazione del quotidiano “Il Mattino”. Si occupava principalmente di cronaca nera e la ricerca della verità era al primo posto nel suo lavoro. Organizzava iniziative di impegno civile, cercava di scuotere le coscienze dei cittadini, collaborava con l’“Osservatorio sulla camorra” diretto da Amato Lamberti. Agli occhi dei criminali divenne un personaggio scomodo e fastidioso e decisero la sua condanna a morte. Sono passati più di trent’anni dalla sua morte ma giustizia è stata fatta e in nome di Giancarlo Siani sono state combattute e si combattono ancora molte battaglie per la legalità. Giancarlo sarà per sempre un esempio di cittadinanza, coraggio e onestà.
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Il racconto REALISTICO
Alla scoperta delle
EMOZIONI
Comunico 1 Come giudichi il comportamento del protagonista? Hai mai compiuto un'imprudenza? Racconta.
RIASSUMO IL TESTO Dividi il testo in s sequenze evidenziandole al lato della pagina e sottolinea in ognuna di esse le informazioni più importanti. Poi utilizzale per fare il riassunto sul quaderno.
Il racconto autobiografico
Un aiuto provvidenziale
Un giorno i miei mi hanno portato al lago d’Orta sull’isola di San Giulio. Ci siamo arrivati in barca, e quello è stato il primo contatto con l’acqua. Da un lato ero spaventato dalla sua profondità, dall’altro mi sarebbe piaciuto tuffarmi e nuotare come un pesce. Ma nessuno mi aveva mai insegnato a farlo. Quando siamo sbarcati sull’isola, mi sono tolto la maglietta e mi sono messo a camminare lungo un minuscolo tratto di spiaggia. – Resta sul bordo della riva – si è raccomandata la mamma. Quando lei e mio padre si sono seduti ai piedi di un albero e hanno chiuso gli occhi, sono entrato in acqua, allontanandomi piano piano dalla riva. Prima mezzo metro, poi un metro, poi due… A un certo punto ho gettato un urlo e sono sprofondato: ho cominciato a sbracciarmi e ad agitare le gambe… L’urlo non era abbastanza forte da svegliare i miei e ogni volta che aprivo la bocca per chiamarli, la gola si riempiva d’acqua e mi mancava il respiro. All’improvviso ho sentito uno sciacquio alla mia destra e ho visto un cane che nuotava verso di me. Quando è arrivato a tiro, gli ho gettato le braccia al collo e mi sono lasciato trascinare da lui. Dopo un po’ di tempo che mi è parso interminabile, abbiamo raggiunto la riva, il cane ha scosso il pelo e se n’è andato. Mio padre e mia madre dormivano ancora e non si erano accorti di niente. Ecco come ho imparato a nuotare e ad amare i cani. Angelo Petrosino, Quattro gatti per Valentina, Piemme
Analizzo 1 Scrivi Vero
V
o Falso
F
.
Le sequenze per la maggior parte sono narrative. Ci sono pochi dialoghi. C’è una lunga descrizione. C’è una riflessione del protagonista. 2 Le parole evidenziate sono connettivi temporali. Eliminando alcune sequenze narrative presenti nel testo, risulterebbe ugualmente comprensibile la storia?
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Per approfondire vai alle pagine 16-25 del QUADERNO DI SCRITTURA.
10 REGOLE PER
RIASSUMERE UN TESTO
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
FACCIAMO IL PUNTO
Leggere con attenzione la storia;
cercare sul dizionario le parole che non si conoscono;
individuare nel racconto le sequenze, che presentano i diversi momenti
in cui si articola la storia;
individuare e sottolineare in ogni sequenza le informazioni piĂš importanti,
tralasciando i particolari superflui (elementi descrittivi) non necessari alla comprensione del testo;
riscrivere e collegare le informazioni usando correttamente i connettivi
temporali, logici e i pronomi per evitare fastidiose ripetizioni;
può essere utile dare a ogni sequenza un titoletto che ne esprima il contenuto;
scrivere il testo in terza persona;
trasformare i discorsi diretti (dialoghi) in discorsi indiretti. Bisogna riscrivere ciò che dicono i personaggi senza far parlare loro in prima persona;
usare correttamente i tempi verbali;
non inserire commenti e giudizi personali.
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COMPRENDERE è FA CIL E Fantasmi? PERSONAGGI TEMPO LUOGO FATTI
Jessi e il fratello Andrea appena arrivano con i genitori alla piccola pensione scoprono che erano attesi per il giorno dopo. Viene trovata una camera per i genitori; i bambini dormiranno nella camera di Ferdi, il figlio dei padroni. Jessi è distesa sul divano e non riesce a dormire. Andrea invece sì. È appena andato a letto, ma sta già russando. Jessi sente un fruscìo da qualche parte, probabilmente proviene da quello strano armadio a muro vicino alla finestra, direttamente a filo con il pavimento. «Forse ci sono i topi» pensa Jessi facendosi venire la pelle d’oca. È notte. Dalla finestra entra la luce della luna. Il suo chiarore pallido e smorto dà un aspetto sinistro alla camera come in un castello dei fantasmi. Quando sente di nuovo il fruscìo, Jessi chiude gli occhi. Andrea ha smesso di russare purtroppo. Improvvisamente Jessi si sente molto sola. Si infilerebbe volentieri nel letto del fratello, ma per far ciò dovrebbe riaprire gli occhi. Si sente cigolare la porta. Ora Jessi deve per forza aprire gli occhi. Spaventata si porta una mano alla bocca. La porta si apre muovendosi lentamente. «I fantasmi non esistono» pensa Jessi. «Solo nei libri. Almeno così dice la mamma». Una figura pallida cammina di soppiatto per la camera, avvolta in una veste fluttuante. Jessi trattiene il fiato. Ad un tratto la luce lunare cade sulla testa della figura e Jessi può tornare a respirare. Macché fantasma! È Ferdi. E la veste fluttuante è una camicia da notte. Jessi si trattiene a fatica dal ridere. Un ragazzo con la camicia da notte lo si trova solo da queste parti. Max M. Pressler
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IL RACCONTO REALISTICO
1
Segna con una X la risposta corretta. PERSONAGGI
Un fantasma TEMPO
Di notte
Chi sono i protagonisti del racconto? Jessi e Andrea Quando si svolge la vicenda? Di giorno
Dove è ambientato il racconto? In un castello In camera da letto LUOGO FATTI
PerchĂŠ Jessi non riesce a dormire? Ci sono i topi Sente rumori strani Che cosa vede nella camera? Ferdi in camicia da notte Un fantasma bianco 2 Riordina, nel corretto ordine cronologico, le seguenti fasi del racconto.
Jessi Jessi Jessi Jessi Jessi Jessi
ha paura e si sente sola. e Andrea vanno a dormire. si porta una mano alla bocca. vede che la porta si apre. vede Ferdi in camicia da notte. vede una figura pallida alla luce della luna.
3 Osserva le immagini. Quale scena non appartiene al racconto? Indica con una X.
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VE RI FI CO
LE MIE COMPETENZE
Il pesce rosso Qualunque bambino lo sa. Se chiedi un cane, ti vengono proposte in alternativa: il pesce rosso, la tartarughina d’acqua, gli uccellini o il criceto. A me, che non ho mai posseduto un animale, tocca un pesce rosso. E tutti insieme, papà, mamma e sorella, si va a comprare la vaschetta, con aggiunta di alghe di plastica e conchiglie colorate. – Come lo vuoi, Giacomo? – chiede il commesso. – Voglio quello con la coda bianca – rispondo. Il commesso infila nell’acquario un retino e in un attimo mi ritrovo in mano un sacchetto di plastica pieno d’acqua, con dentro Flopper (ho deciso che si chiamerà così). Il pesciolino ha più o meno la forma di quelle vecchie sveglie rotonde della nonna che facevano tremare la casa con i loro TIC-TAC-TIC-TAC. Sono felice. È il mio primo animale. Ripartiamo felici verso casa. Paoletta canticchia guardando Flopper e si appende al sacchetto urlando che vuole vedere il suo pesce. Ma piuttosto che mollare Flopper mi faccio segare una mano. Intanto papà usa il braccio sinistro per guidare e col destro, proiettato all’indietro, cerca di separarci. Sfortuna vuole che separi il sacchetto da me, con acqua e pesce, e che tutto finisca sul sedile della nostra auto. Mamma lancia un urlo selvaggio, Paoletta pure e Flopper intanto saltella sul sedile dell’auto. Io lo afferro velocemente e lo rimetto in quel poco d’acqua rimasta nel sacchetto. – Fermati al bar! – grida mamma a papà.– Prendiamo dell’acqua. Papà fa una deviazione tipo rientro ai box Ferrari e tutti e quattro entriamo nel bar Canarino. Agitatissimo, noto sul bancone un bel bicchiere di acqua minerale e dopo un secondo Flopper ci nuota dentro. Finalmente posso tirare il fiato e mi rilasso. Molto meno rilassato è il signore che stava per bersi la minerale, anche se papà gli offre un caffè, sforzandosi di sorridere. Ivano Benini, Ma un cane è un’altra cosa, Mondadori
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ESPLORO IL TESTO
IL RACCONTO REALISTICO
Comprendo un pesce rosso il bambino protagonista M Chi è Giacomo? un pesce rosso un cane M Che cosa gli viene regalato? M A cosa somiglia il pesce scelto da Giacomo? ad un orologio a cucù
ad una vecchia sveglia
M Che cosa succede in auto?
il sacchetto con il pesce vola fuori dal finestrino il sacchetto con il pesce si rovescia
M Come sarà salvato il pesciolino?
mettendolo nella fontana del parco
tuffandolo in un bicchiere d’acqua al bar
M Che cosa ti fa capire l’espressione “papà fa una deviazione tipo rientro ai box Ferrari”? il papà fa una manovra velocissima
M Perché il cliente al bar è infastidito? Giacomo gli ha rovesciato il caffè
il papà parcheggia con calma l’automobile Giacomo ha versato Flopper nel suo bicchiere
M Indica con una X se l’affermazione è vera o falsa • • • • • • •
Giacomo desidera un gatto ma riceve un pesce. Il pesce sarà chiamato Flopper. Paoletta è la cugina di Giacomo. Paoletta e Giacomo litigano e il sacchetto con il pesce si rovescia. La mamma suggerisce di fermarsi in un bar. Giacomo mette Flopper in una tazza di cappuccino freddo. Il papà di Giacomo offre un caffè al cliente del bar infastidito.
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F
Analizzo M Il racconto è scritto: M I personaggi sono:
in prima persona realistici
M Il tempo della narrazione è: M La vicenda è narrata:
fantastici precisato
al presente
M La vicenda è narrata in ordine:
in terza persona imprecisato al passato
cronologico
in ordine non cronologico
Rifletto sulla lingua M Analizza a voce le seguenti parole: cane • pesce • tartarughina • criceto. AUTOVALUTAZIONE H Com’è stato svolgere le attività?
semplice
difficile
molto difficile
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Percorso d i
SCRITTURA 1
Narrare in prima e in terza persona
Scrivi il titolo e completa lo sviluppo dei RACCONTI REALISTICI sul quaderno narrando i fatti in ordine cronologico, usando le parole del tempo (fabula) o utilizzando il flashback.
TITOLO ...............................................................................
La casa di Alberto è pazzesca, non volevo più venire via. Tanto per cominciare c’è un profumo dolce molto intenso: sono le spezie che la mamma di Alberto usa per cucinare alla marocchina (da piccola ha vissuto in Marocco) che emanano questo particolare odore gradevolissimo. Poi, Alberto ha una stanza con la ringhiera che dà sul salotto. Fantastica! A. Lavatelli, A. Vivarelli
TITOLO ...............................................................................
È successo verso la fine del pomeriggio. Ero sulla solita sedia che ho sistemato sotto il fico che sta vicino all’orto. Ero lì che fingevo di studiare quando il nonno mi è venuto a chiamare… Stefano Bordiglioni
TITOLO ...............................................................................
Zia Clotilde afferrò l’innaffiatoio e, con passo da parata, corse in giardino dove i fiori, alla luce di un lampione, sfavillavano con i mille colori accesi. La seguii. Era intenta a pulire le aiuole quando vide... Rosa Dattolico
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RIPASSO con la
MAPPA
Leggi la mappa: ti aiuterà a ricordare le caratteristiche del RACCONTO REALISTICO.
IL RACCONTO REALISTICO È un testo narrativo che racconta fatti veri o verosimili.
FATTI I fatti possono essere narrati secondo un ordine cronologico (fabula) o utilizzando la tecnica del flashback o dell’anticipazione, il flashforward. Gli avvenimenti possono essere raccontati in prima o in terza persona.
PERSONAGGI
Sono persone che potresti incontrare nella vita di tutti i giorni.
TEMPO
Il tempo è definito, cioè espresso con chiarezza al presente, passato o al futuro.
LUOGHI
I luoghi in cui sono ambientati i fatti sono reali.
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L’AGENDA DELLO
SCRITTORE
PER SCRIVERE UNA STORIA
Se vuoi diventare un bravo scrittore puoi seguire queste quattro fasi di lavoro:
1 2
IDEAZIONE
• Leggi con attenzione il titolo per capire l’argomento da trattare e lo scopo per cui scrivi. • Raccogli le idee man mano che ti vengono in mente.
ORGANIZZAZIONE
• Organizza le idee che devono essere coerenti con il significato della storia e collegale le une alle altre con un filo logico.
STESURA
• Sviluppa le idee, che nel testo diventano sequenze, in
3
• • • •
4 44
successione temporale (fabula) o cambiando l’ordine temporale (intreccio). Utilizza frasi semplici, chiare e ben collegate con i connettivi temporali e logici. Arricchisci la struttura del testo con descrizioni per esprimere e trasmettere sensazioni ed emozioni e per renderlo più interessante, piacevole e coinvolgente. Usa un lessico appropriato ed efficace a seconda del genere narrativo. Evita le ripetizioni utilizzando sinonimi e pronomi.
REVISIONE
• Leggi il testo e controlla che il contenuto sia chiaro e coerente. • Correggi eventuali errori di contenuto e forma (ortografia, punteggiatura, lessico…).
STRUTTURA DEL TESTO
L’AGENDA DELLO
SCRITTORE
Se ti trovi in difficoltà tieni presente le seguenti domande:
1
2
Dove si è svolta la vicenda?
4 Cosa è successo?
Quando?
5 Quali sono state le conseguenze?
3 Chi sono i personaggi coinvolti?
6 Come si è conclusa la vicenda?
Nella narrazione di un fatto per dare ritmo alla storia inserisci:
Sequenze descrittive
di persone, luoghi, animali, oggetti, emozioni, cioè vissuti selezionando: • elementi caratteristici • particolari significativi • dati sensoriali • parole scelte con cura • aggettivi e verbi • metafore, similitudini e personificazioni • tecniche descrittive: dal particolare al generale, dal generale al particolare...
Sequenze dialogiche: dialoghi tra i personaggi
finalizzate ad esprimere un vissuto.
Sequenze riflessive: per riportare le opinioni dei personaggi o i tuoi pensieri intorno alla vicenda.
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Parliamo di
LEGALITÀ CONFRONTIAMOCI
Nel libro “Le valigie di Auschwitz” si raccontano le storie di Carlo, Hannah, Jacob, Émeline e Dawid, cinque ragazzini provenienti da diverse città dell’Europa e arrivati nel campo di concentramento di Auschwitz con il loro bagaglio a mano e con storie di emarginazione e di paura, a causa delle persecuzioni razziali.
1 Rispondi alle domande.
• Che cos’è l’Olocausto? • Sapevi che anche i bambini furono deportati nei lager nazisti? • Credi che sia importante ricordare a tanti anni di distanza il periodo delle persecuzioni razziali? Perché? • Perché i sopravvissuti ai campi di sterminio hanno sentito il bisogno di raccontare le loro esperienze? • Che cosa significa per te essere testimone?
• Quando si parla della guerra si pensa alla pace. Pensi che essa dipenda da chi governa i Paesi o va trovata dentro di noi e rilanciata fuori con gesti concreti? Con i tuoi compagni cerca le soluzioni per risolvere i conflitti come un malinteso, un dissidio, una tensione che raggelano spesso un’amicizia tra coetanei.
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Le valigie di Auschwitz Il campo di stermino di Auschwitz fu costruito nella piccola cittadina di Oświęcim, in Polonia. Era il 22 maggio 1940. Oggi il campo di sterminio, che in tedesco si chiama Vernichtungslager, è diventato un museo. Io ci sono stata. È un luogo buio... Immagina un posto in cui la gioia, i sorrisi, gli abbracci e gli scherzi non sono mai entrati. Un luogo in cui anche il sole, quando si affaccia dentro le stanze dalle grandi finestre, non riesce a cancellare la gelida oscurità che è rimasta attaccata ai muri e ai soffitti. Come una polvere sottile, l’oscurità è penetrata in ogni fessura di Auschwitz. Non se ne andrà più. Ad Auschwitz, nella stanza numero 4 del blocco 5, ci sono migliaia di valigie ammassate l’una sull’altra. Una montagna di borse vuote, tutte diverse: vecchie, rotte, strette, larghe, eleganti, di cartone, di pelle…
1 Rispondi alle domande. • Che cosa prova la scrittrice nel visitare Auschwitz? • Che cosa vuol dire che l’oscurità è penetrata in ogni fessura di Auschwitz? • La valigia, simbolo del viaggio, di solito rappresenta l’andare e il tornare. Perché per i deportati nei lager non fu così?
Per approfondire l’argomento vai alle pagine 30-37 del volume di EDUCAZIONE CIVICA.
CITTADINANZA GLOBALE Quando si entra in quella stanza, si resta immobili a guardare le valigie. Su tutte ci sono scritti un nome, un cognome e un indirizzo. Ce ne sono di piccole e di grandi. Ma non è la misura della valigia a raccontare se la speranza che trasportava era grande o piccola. Una speranza è una speranza. Punto. E una valigia è il posto giusto per conservarla. Perché c’è spazio per andare e per tornare. Di solito è così che funziona. Ma non per questa storia, non per quelle valigie... Adattato da D. Palumbo, Le valigie di Auschwitz, Piemme, Milano, 2011
Terezin Appena qualcuno arriva qui ogni cosa gli sembra strana. Come, devo coricarmi per terra? No, io non mangerò quella sudicia patata nera. E questa sarà la mia casa? Dio come è lurida! Il pavimento è solo fango e sporcizia e io qui dovrei distendermi. Come farò senza sporcarmi? C’è sempre un gran movimento quaggiù e tante, tante mosche: le mosche non portano le malattie? Ecco, qualcosa mi ha punto: una cimice forse. Com’è terribile Terezin! Chissà quando ritorneremo a casa! Teddy
Il giorno della memoria Il 27 gennaio è la Giornata della Memoria. Un giorno nato per ricordare le vittime dell’Olocausto o Shoah, come chiamata dal popolo ebraico. È un’occasione per non dimenticare l’orrore di cui l’uomo è stato capace affinché non si ripeta mai più. Quando anche l’ultimo superstite sarà morto, resteranno le testimonianze a tener vivo il ricordo.
Che cos’è Terezin? In Boemia c’è una strana città, a 60 km da Praga, chiamata Terezin. Alla vigilia della Seconda guerra mondiale, tra il 1941 ed il 1945, i nazisti trasformarono questo luogo in un ghetto dell’infanzia. Quindicimila bambini dai 7 ai 13 anni furono strappati dalle loro case, dalle loro famiglie e costretti a vivere in condizioni di continua paura, privati del loro tempo e del loro mondo. Da Terezin poi, a scaglioni, questi bambini furono trasportati ad Auschwitz. Soltanto cento di essi sopravvissero.
1 Rispondi alle domande. • Cosa esprime la poesia? • Cosa si domanda Teddy? • Quali sentimenti prova il bambino?
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Parliamo di
LEGALITÀ
FLIPPED CLASSROOM A CASA:
Cercate immagini e notizie sulle pietre di inciampo in Italia.
A SCUOLA:
Le pietre di inciampo Dal 1993 l’artista tedesco Günter Demnig ha ideato il progetto delle “pietre di inciampo”. Sono piccoli cubi di pietra che vengono collocati davanti all’ultima abitazione liberamente scelta dalla persona che si vuole ricordare. Su ogni pietra sono incisi pochissimi dati: il nome della persona, la data e il luogo di nascita, il luogo e, quando è nota, la data di morte. Le pietre di inciampo sono tutte uguali ma raccontano storie diverse, perché riportano alla memoria la vita quotidiana delle tante persone strappate alle loro case e deportate nei campi di sterminio. Fino ad oggi in Europa sono state installate oltre 50.000 pietre.
Anche a Milano ci sono le “pietre di inciampo”. La prima pietra è stata posata in corso Magenta 55, dove abitava Alberto Segre, alla presenza del sindaco Giuseppe Sala e della figlia Liliana Segre, anche lei deportata ad Auschwitz il 30 gennaio 1944 all’età di 13 anni e sopravvissuta, mentre il padre morì il 27 aprile 1944. Anche Giuseppe e Olga, i nonni paterni di Liliana, furono deportati e uccisi. Liliana oggi è senatrice a vita e si batte per tenere viva la memoria di tutti i deportati nei campi di concentramento e di sterminio nazisti che non hanno fatto ritorno alle loro case. 48
Divisi in gruppi, esaminate il materiale che avete trovato e scegliete quello più significativo. Realizzate poi una presentazione multimediale per raccontare agli altri gruppi ciò che avete scoperto su questa iniziativa. Se possibile, raccontate anche la storia di qualche persona deportata il cui nome è ora inciso su una pietra d’inciampo.
CLIL Life is beautiful (Beautiful That Way) Noa Colonna sonora del film “La vita è bella” di Roberto Benigni Smile, without a reason why Love, as if you were a child Smile, no matter what they tell you Don’t listen to a word they say Is life is beautiful that way Tears, a tidal wave of tears Light that slowly disappears Wait, before you close the curtain There is still another game to play And life is beautiful that way Here his eyes forevermore I will always be as close as you remember from before. Now, that you’re out there on your own.
Gino Bartali Gino Bartali was the most famous Italian cyclist before the Second World War. He acted as a courier, secreting and transporting forged documents in his bicycle all under the guise of training. He is recognized as Righteous for having taken risks to help Jews.
Righteous Among the Nations Righteous Among the Nations is an honorific used by the State of Israel to describe non-Jews who risked their lives during the Holocaust to save Jews from extermination by the Nazis. Read the articles and tick
true or false.
• Righteous Among The Nations risked their lives to save Jews • Righteous are awarded a golden cup • Gino Bartali was a famous football player • Gino Bartali transported Jews during his training • Gino Bartali is recognized as a Righteous
T F T F T F T F T F
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GALLERIA
D'ARTE
I PAESAGGI
Paul Gauguin dipingeva con l’immaginazione e rappresentava sulle tele le impressioni che riceveva dalla realtà. Nei suoi dipinti il colore è disteso a larghe zone e le forme sono ben definite.
P. Gauguin, Il Mulino David a Pont-Aven
INTERPRETO 1 Rispondi alle domande.
• • • •
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Che cosa rappresenta il dipinto? Quali sono gli elementi che lo caratterizzano? Quali sensazioni provi osservando il quadro? I colori utilizzati dall’artista sono: caldi freddi intensi tenui
PICCOLI ARTISTI 1 Prova a rappresentare il dipinto di P. Gauguin, utilizzando gli stessi colori e imitando la sua tecnica artistica.
Per approfondire vai al volume di ARTE E MUSICA.
Gli elementi del linguaggio visivo
P. Gauguin, Campagna ad Arles
INTERPRETO 1 Rispondi alle domande.
• Che cosa rappresentano i dipinti? • Quali colori ha utilizzato l’artista nel primo dipinto e nel secondo? • Quali sensazioni ti trasmettono? • Quali dei due preferisci? Perché? P. Gauguin, La Bergère Bretonne
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Il testo
DESCRITTIVO Lo scopo
Il testo narrativo contiene sempre sequenze descrittive di personaggi, luoghi, situazioni che fanno immaginare e che danno emozioni. Il linguaggio di un testo descrittivo è ricco di aggettivi qualificativi. Per rendere più efficace la descrizione l’autore utilizza similitudini, personificazioni e metafore. La descrizione può essere soggettiva e oggettiva.
L’ordine della descrizione Una descrizione può procedere esponendo i contenuti in un certo ordine: LOGICO: • partendo dal generale al particolare o viceversa. SPAZIALE: • dall’alto verso il basso o viceversa; • da sinistra verso destra o viceversa; • da vicino a lontano o viceversa; • dall’esterno all’interno o viceversa; • dal primo piano allo sfondo. TEMPORALE: gli elementi vengono presentati e descritti secondo un ordine temporale, cogliendo ciò che si modifica nel trascorrere del tempo.
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I dati sensoriali Per scrivere una descrizione, l’autore utilizza i dati sensoriali. Attraverso i cinque sensi, infatti, egli cerca di cogliere le caratteristiche della realtà. VISIVI: forma, posizione, colore, movimento. UDITIVI: suoni, rumori, tono di voce. OLFATTIVI: profumi, odori. GUSTATIVI: sapori (amaro, dolce, insipido). TATTILI: sensazioni del tatto (ruvido, morbido liscio, vellutato, caldo).
Il testo DESCRITTIVO
Il parco Il parco era immerso nel silenzio. Uno spicchio di luna illuminava le bianche arcate che sostenevano il lato più lungo della casa; tre vecchissimi pini e una grande magnolia disegnavano zone d’ombra sullo spiazzo davanti al colonnato. Dalla lunga ringhiera si vedeva laggiù tra gli scogli il mare calmo sotto la luna e di scorcio il piccolo porto di Capri con navi e motoscafi immersi nel sonno. L’aria era leggera, dolcissima.
Descrizione soggettiva Quando l’autore, esprime impressioni ed emozioni, servendosi di aggettivi, similitudini, metafore, personificazioni per creare immagini. La descrizione soggettiva definisce meglio un personaggio, un ambiente o un oggetto nelle sue caratteristiche.
E. Patti, Gente di mondo, “Corriere della Sera”
Il parco È bello che nelle città dove abitiamo, tra alti palazzi e strade piene di traffico, ci sia qualche area verde con alberi e aiuole ben curate. I parchi e i giardini pubblici servono allo svago dei cittadini: sono belli da vedere ma sono anche molto importanti perché forniscono un po’ d’aria pulita. Le persone che frequentano i parchi sono di tutti i tipi: c’è chi si allena al mattino presto o la sera dopo il lavoro; c’è chi ama passeggiare e chi porta i bambini a giocare.
Descrizione oggettiva Quando l’autore non esprime il proprio personale punto di vista, né manifesta emozioni e sentimenti. La realtà, pertanto, viene descritta così com’è. Il linguaggio è chiaro, essenziale, scientifico. La descrizione oggettiva è presente nei testi informativi: enciclopedie e testi di studio.
Maria Paola Guarracino in “La Giostra”
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Il testo DESCRITTIVO
La descrizione di PERSONE nel racconto
I due gelatai
Analizzo 1 Sottolinea con colori diversi le parole che descrivono l’aspetto fisico, l’abbigliamento di Olga e il suo carattere e l’aspetto fisico, l’abbigliamento e il carattere di Prospero.
Scrivo 1 Seguendo la stessa struttura del testo descrivi due persone l’una l’opposto dell’altra sia per l’aspetto fisico che per l’abbigliamento e il carattere.
Tra poco sarebbe arrivata la primavera, e ancora una volta Prospero avrebbe alzato la serranda della sua gelateria, il SOGNO GOLOSO. Avrebbe riaperto anche l’IGLOO, la gelateria di fronte al SOGNO GOLOSO, da quella parte della strada dove il sole non batte mai. La gelataia dell’IGLOO era Olga. I due non potevano essere più diversi. A parte che uno era maschio e l’altra femmina. Prospero era alto, grasso e rosa in faccia: il ritratto della salute. Olga era piccola, magra e pallida come una luna. Prospero non aveva un capello in testa. Olga invece li aveva lunghi e neri. Prospero portava una giacca immacolata, pantaloni candidi e la sua gelateria era un arcobaleno di colori pastello. Olga era sempre vestita di nero, come la sua gelateria, ravvivata però (si fa per dire) da sfumature violette, rosse e grigie. Olga e Prospero non si potevano vedere. Olga aspettava i clienti davanti alla vetrina dell’IGLOO, l’aria annoiata e lo sguardo truce, le mani sempre affondate nelle tasche dei pantaloni. Dal negozio uscivano onde di musica jazz, rock, a seconda delle ore e dell’umore. – Ehi, Olga, non è quasi il tuo compleanno? – gridava Prospero per sovrastare il baccano. – E allora? – Volevo regalarti dello shampoo. Sai cos’è, vero? – la canzonava. – Lo so, lo so… Una volta ho assaggiato i tuoi gelati! – rispondeva Olga. Prospero attraversava la strada a lunghe falcate. Era un provocatore ma non reggeva le beffe altrui, soprattutto quando mettevano in dubbio la bontà dei suoi gelati. Dalle parole alla zuffa era questione di un attimo. Pino Pace, Prospero e l’Esaggelato, EDT Giralangolo
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Per approfondire LA DESCRIZIONE vai alle pagine 28-45 del QUADERNO DI SCRITTURA.
La descrizione di PERSONE
Le descrizioni possono essere statiche quando rappresentano un soggetto (persona, animale, cosa) che è fermo nello spazio. Sono invece dinamiche quando nel testo sono presenti azioni e movimenti di una persona, di un animale o di una cosa come ad esempio il vento, il mare…
Una frenetica signora Vittoria si affacciò sulla porta e dovette fare un grande sforzo per non scoppiare a ridere. Non era così facile. Una signora piccolissima si aggirava per la cucina a frenetica velocità, piroettando e zigzagando tra i mobili. La donnina aveva un aspetto davvero buffo. Era, come si è detto, molto piccola, ma in compenso molto grassa, aveva le guance di un rosso acceso, come il vestito. Dava l’impressione non di muoversi, ma di rotolare come una palla sul pavimento. In quel momento stava preparando la tavola per la colazione e filava come una saetta, o rotolava come un palla, dalla mensola dei piatti alla parete, dal frigorifero al fornello e al tavolo, dove appoggiava vivande e posate. Aveva, come la figlia, i capelli corti, ma erano di un rosso vivo, esattamente come le guance. Portava, come la figlia, occhiali con la montatura di metallo. Quel viso sarebbe stato molto simpatico, pensò Vittoria, se la donna avesse sorriso. Ma al momento la donna non sorrideva; anzi, aveva un aspetto molto serio. Sembrava, però, in ottima forma e provvista di una energia non comune. Evidentemente non si era accorta della presenza delle due ragazze, perché parlava precipitosamente tra sé e sé sfrecciando avanti e indietro. – La lattina del caffè… dov’è? Ah, naturalmente dove sta sempre. Tè, pane, burro, salame e formaggio. E il latte dov’è? Parlando, disponeva sul tavolo le portate con una frenesia che Vittoria non avrebbe creduto possibile. “Per me lavora in un ristorante” pensò. “Sarà di sicuro campionessa mondiale di apparecchiatura dei tavoli”.
Il testo DESCRITTIVO
Analizzo 1 Lo scrittore ha descritto la signora mentre si sta muovendo. Per quale scopo? 2 Sottolinea nel testo con colori diversi:
le parole che descrivono l’aspetto fisico della signora; i verbi; le similitudini presenti nel testo. 3 La descrizione è: statica dinamica
Perché? ……………………………………………..........….......................... .....................................................................................
Scrivo 1 Descrivi il comportamento di un cameriere mentre svolge il suo lavoro. 2 Dopo aver letto il testo, immagina e descrivi la frenetica signora intenta a trafficare in cucina tra pentole e fornelli.
Klaus Hagerup, Il paese dove il tempo non c’era più, Fabbri
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Il testo DESCRITTIVO
Analizzo 1 Sottolinea nel testo con colori diversi:
il comportamento di Arno e di Bruno; l’aspetto fisico del signor Lorenz e l’abbigliamento della mamma dei due fratellini; la signora Miriam. 2 Poi per ciascun personaggio scrivi i loro stati d’animo. Arno ……………………………………………..........…..........................
Bruno ……………………………………………..........…..........................
Miriam ……………………………………………..........…..........................
La descrizione di PERSONE
A cena dal signor Lorenz Arno con la madre Miriam e il fratellino Bruno vengono invitati a pranzo dal signor Lorenz, il fornaio del paese... Era la prima volta che mettevano piede in quella casa e Arno ne rimase impressionato. Il signor Lorenz gli sembrò all’improvviso un uomo ricco e potente, come non se l’era mai figurato vedendolo con la pala in mano e la barba bianca di farina. La stanza dove entrarono era calda e ben illuminata, con una tavola coperta da una tovaglia bianca e piatti di ceramica, posate che brillavano e una cesta piena di pane di tutte le specie. C’era anche su una grande madia un’altra cesta ricolma di frutta e di piccoli dolci. Arno si sentì intimidito da tutto quel lusso. Bruno, invece, si buttò verso la tavola con un grido di gioia. – Il mio selvaggio! – disse il signor Lorenz. Era di ottimo umore e si vedeva. L’allegria gli usciva dagli occhi, dalla barba grigia ben pettinata che sussultava spesso, dalle braccia forti e pelose che si agitavano nell’aria; perfino dal panciotto teso sullo stomaco pieno e soddisfatto. A poco a poco la diffidenza iniziale di Arno si sciolse e cominciò a sorridere. – Accomodatevi, prego! Sedetevi voglio che vi sentiate a casa vostra. Bruno, per la verità, s’era già accomodato, e aveva anche provveduto ad assaggiare un meraviglioso pezzo di pane alle noci, che aveva adocchiato da tempo. Quanto a loro si sedettero compostamente sul bordo delle sedie ed era strano vedere Miriam, con la gonna di velluto nero a grandi fiori, la camicia dalle maniche a sbuffo, e il fiore di seta tra i capelli, il vestito dei balli e delle feste, seduta in quel modo e a quella tavola non sembrava nemmeno lei. Angela Nanetti, L’uomo che coltivava le comete, Edizioni EL
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La descrizione di PERSONE
Il testo DESCRITTIVO
Susi si ribella – No angioletto – disse la mamma arricciando il sopracciglio destro e incurvando all’ingiù l’angolo sinistro della bocca – così conciata non puoi proprio uscire! Non te lo permetto, non è possibile! – E invece io esco proprio così! – gridò Susi. Susi indossava i suoi vecchissimi jeans con le toppe a fiorellini sulle ginocchia e da una parte sul sedere e anche le toppe a loro volta erano già piene di buchi. Di sopra Susi aveva una T-shirt slavata che un tempo doveva essere stata verde, con il collo e le maniche tutte slabbrate e sformate e con un rammendo mezzo scucito sulla spalla destra. Susi era senza calze e ai piedi aveva delle scarpe da tennis, grigie, tanto erano zozze. La mamma tirò fuori dall’armadio il vestito della festa di Susi, quello rosso e glielo sventolò sotto il naso. Era un vestitino di finissima tela batista, con la gonna a cinque balze, lungo fino al polpaccio, il bustino ben aderente e sottili spalline che si incrociavano sulla schiena. – Guarda com’è bello, angioletto! – diceva con voce mielosa. – L’hai messo solo una volta! – E pensare che hai insistito tanto per averlo! L’estate prossima sarai di nuovo cresciuta e non ti andrà più bene! – DOVRETE PASSARE SUL MIO CADAVERE! – gridò Susi.
Analizzo 1 Che carattere ha Susi? Sottolinea le parole che te lo fanno capire. 2 Evidenzia poi quelle che descrivono il suo abbigliamento e il vestito rosso. 3 In che modo la mamma cerca di convincere Susi ad indossare il vestitino rosso?
Scrivo 1 Osserva l’illustrazione e descrivi sul quaderno l’aspetto fisico di Susi.
C. Nöstlinger, La vera Susi, Piemme
Comunico 1 Conosci qualcuno che somiglia a Susi? Descrivi l’aspetto fisico e il suo carattere narrando un breve episodio.
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Il testo DESCRITTIVO
La descrizione di ANIMALI nel RACCONTO
Una straordinaria visione Comprendo 1 Rispondi alle domande.
• Cosa scoprono Dan e la moglie nel giardino della loro casa? • Cosa fanno? • Che cosa provano i due coniugi? • Come reagiscono i cavalli? Sottolinea nel testo le parole che li descrivono, poi racconta la storia.
È notte, Dan non riesce a dormire, è in soggiorno e passeggia in su e in giù… Quando rialzai gli occhi verso la finestra, notai qualcosa muoversi nella nebbia e vidi un cavallo che pascolava nel giardino davanti. Andai subito alla finestra. Il cavallo alzò la testa e mi guardò per un attimo, poi tornò a brucare l’erba. Un altro cavallo sbucò dalla nebbia, e si mise a brucare l’erba del prato anche lui. Accesi la luce della veranda e mi misi a guardarli. Erano grandi cavalli bianchi dalla lunga criniera. Dovevano essere usciti da uno dei recinti o da un cancello lasciato aperto in una delle fattorie vicine. In qualche modo erano finiti nel nostro giardino. Si stavano divertendo un mondo, godendosi la loro scappatella. Però erano anche nervosi, in piedi dietro la finestra, riuscivo a vederne il bianco degli occhi. Abbassavano e rizzavano le orecchie mentre strappavano grossi ciuffi d’erba. Ne arrivò un terzo e poi un quarto. Era un branco di cavalli bianchi e stavano pascolando nel giardino davanti alla casa.
Rifletto sulla lingua 1 Gli aggettivi evidenziati nel testo: bianchi, nervosi, grossi sono: al grado positivo al grado superlativo 2 Trasforma gli stessi al grado superlativo assoluto. bianchi ……………………………………………...........................................................…..........................
nervosi ……………………………………………...........................................................…..........................
grossi ……………………………………………...........................................................…..........................
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La descrizione di ANIMALI nel RACCONTO
Andai in camera da letto e svegliai Nancy, mia moglie. Tornai nell’altra stanza e mi misi alla finestra; dopo pochi minuti lei arrivò. Guardò fuori dalla finestra e disse: – Dio mio, ma sono bellissimi! Da dove sono saltati fuori, Dan? Sono stupendi! Mi piacerebbe accarezzare quello lì, quello che ci ha appena guardato. Mi piacerebbe fargli una carezza sulla spalla. Io esco. Ci infilammo una giacca e uscimmo nel giardino invaso da cavalli. Alzarono tutti la testa e ci guardarono. Poi due di loro tornarono a brucare l’erba. Un altro sbuffò e arretrò di qualche passo, ma poi anche lui si rimise a brucare e a masticare, con la testa bassa. Accarezzai la fronte di un cavallo e gli diedi qualche pacca sulla spalla. Continuò a masticare. Nancy allungò la mano e cominciò ad accarezzare la criniera a un altro cavallo. – Da dove vieni, cavallino? – disse. – Dove abiti e perché sei uscito stasera, cavallino? – E continuò a lisciargli la criniera. Il cavallo la guardò, poi soffiò aria dalle labbra e riabbassò la testa. Lei gli diede qualche pacca sulla spalla. Eravamo lì, con i cavalli e non saremmo mai tornati dentro. Raymond Carver, Se hai bisogno, chiama, Minimum fax
Il testo DESCRITTIVO
Comunico 1 Rispondi a voce.
• Hai mai provato un’emozione forte come quella vissuta dai due coniugi? Racconta. • Quando è successo? • Dove è successo? • Con chi eri? • Cosa è accaduto? • Come si è conclusa la vicenda?
Scrivo 1 Manipola il testo inserendo una descrizione dinamica immaginando i cavalli in movimento.
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Il testo DESCRITTIVO
Analizzo 1 La descrizione è: soggettiva oggettiva 2 Sottolinea nel testo le parole che descrivono l’aspetto fisico, il carattere e il comportamento del pettirosso.
Wdiscreto: sobrio, moderato. Wcristallino: limpido, chiaro.
La descrizione di ANIMALI
Il pettirosso Ogni volta che mi apposto in qualche parte della foresta, ogni volta che attendo pazientemente un capriolo, un tasso o un cervo, un uccellino grassottello viene a esaminarmi da vicino con un mucchio d’inchini e movimenti nervosi delle ali e della coda. Bruno olivastro, uniforme sul dorso, esso mette in mostra una superba macchia arancio nella parte anteriore del corpo: è il pettirosso! Già a marzo-aprile il piccolo uccello fa sentire il suo canto, soprattutto al mattino e al crepuscolo: per quanto discreto, questo ha un timbro bellissimo ed è pervaso di struggente malinconia. È un susseguirsi di note cristalline di squisita dolcezza: sembra far parte della gran pace della sera… Tuttavia il suo vero significato è un altro. Il pettirosso è un solitario, terribilmente geloso del proprio territorio; la sua aggressività è tale che non sopporta nessun altro maschio della stessa specie all’interno del dominio che si è scelto. Mi sono divertito, un giorno, a riprendere il suo canto con un registratore e a riprodurlo. Immediatamente il pettirosso si è messo a cantare senza interruzione e, vedendo che questo avvertimento non era sufficiente, si è avvicinato, visibilmente furioso e molto agitato, squadrandomi con i grandi occhi scuri e mostrandomi senza posa tutta la superficie arancione del suo petto! Renè Pierre Bille, Animali di montagna, Zanichelli
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La descrizione di ANIMALI
William, il gatto Se ne stava sdraiato sulla mensola sopra il calorifero, con gli occhi socchiusi, dando qualche sbadiglio di quando in quando. William, il gatto, si preparava a vivere un’altra giornata. Quando Peter afferrava la cartella e si dava ancora un’occhiata intorno prima di uscire di casa di corsa, era sempre William l’ultima cosa che vedeva. Teneva la testa appoggiata a una zampa, mentre quell’altra ciondolava molle dal bordo della mensola, e si godeva l’aria calda che saliva. Una volta liberatosi di quei ridicoli essere umani, il gatto avrebbe potuto sonnecchiare in pace per qualche ora. Nei pomeriggi d’inverno, di ritorno da scuola, non c’era cosa che Peter amasse di più che sfilarsi con un calcio le scarpe e sdraiarsi davanti al fuoco del camino accanto al gatto William. Gli piaceva mettersi giù all’altezza William e poi andargli vicino vicino con la faccia a guardare la sua, quella faccia straordinaria diversa e bellissima, con ciuffi di pelo nero che si aprivano a raggio intorno al musetto, e i baffi bianchi leggermente piegati all’ingiù, e i peli del sopracciglio sparati diritti come antenne della televisione, e gli occhi verde marroni, con quelle fessure strette come porte socchiuse su un mondo nel quale Peter non sarebbe mai potuto entrare. Appena gli si avvicinava, incominciava il ronzio soddisfatto delle sue fusa, talmente basso e potente da far vibrare anche il pavimento. E Peter sapeva di essere gradito.
Il testo DESCRITTIVO
Comprendo 1 Rispondi alle domande.
• Quali sono le abitudini del gatto William? • Come definiresti il carattere del gatto? • In che modo Peter dimostra le sue attenzioni verso la bestiola? 2 Sottolinea le parole che descrivono il suo aspetto fisico.
Gioco con la
STOR IA C Come potrebbe reagire il gatto William, scoprendo in giardino il grosso cane nero dei vicini? Immagina e descrivi utilizzando i dati di movimento e inserendo qualche similitudine.
Adatt. Jan McEwan
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Il testo DESCRITTIVO
La descrizione di LUOGHI nel RACCONTO
La collina dei cipressi Analizzo 1 Sottolinea nel testo la sequenza che descrive il paesaggio e completa. In primo piano ……………………………………………..........…....................... ……………………………………………..........…....................... ……………………………………………..........….......................
In secondo piano ……………………………………………..........…....................... ……………………………………………..........…....................... ……………………………………………..........….......................
Sullo sfondo ……………………………………………..........…....................... ……………………………………………..........…....................... ……………………………………………..........….......................
Oltre le
PAROLE
1 Qual è il significato della seguente espressione?
“la voce rotta dallo sforzo” parlare con difficoltà per la fatica balbettare
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Alice e Sergio spingono sui pedali, sbuffando per lo sforzo. Che fatica, la salita! Finalmente arrivano in cima alla collina. – Non ce la faccio più… – sbuffa Sergio lasciandosi cadere, insieme alla sua bici, sopra l’erba soffice ai lati della stradina. – Uff, anch’io sono stanca! – esclama Alice. – Però ne valeva la pena! – riconosce Sergio, guardandosi intorno. Il paesaggio che si apre davanti ai loro occhi è davvero molto bello. In primo piano, spicca un cespuglio di gialle ginestre. È abbastanza vicino per sentire il profumo amarognolo. In secondo piano, ecco il cocuzzolo di una collina, con una corona di cipressi snelli e scuri a guardia di un casolare con i muri di pietra giallastra e il tetto di tegole rosse. Sullo sfondo, fino all’orizzonte, altre colline rivestite da prati di velluto verde; alcune hanno in cima una casa, come una ciliegina messa sopra a enormi pasticcini di terra ed erba. – Guarda lassù, in cielo! – grida improvvisamente Sergio indicando ancora più lontano. Alice scruta l’azzurro nella direzione indicata dal suo amico e vede una pallina a spicchi rossi e bianchi che galleggia nell’aria. È una mongolfiera. La mongolfiera si sta avvicinando. Ora si distingue la cesta… Ora si riescono a vedere i due passeggeri. I due amici si lanciano uno sguardo. Non hanno bisogno di parole per capirsi. Saltano su, inforcano le bici e riprendono a pedalare veloci. Ricomincia la gara, ma questa volta l’avversario da battere è la mongolfiera. – Dai, che arriviamo prima noi! – grida Sergio. – Dai! – ripete Alice, con la voce rotta dallo sforzo. Finalmente comincia la discesa. Ora “si vola”! Maria Vago
La descrizione di LUOGHI
Il testo DESCRITTIVO
Primavera in montagna Quella fu dalle nostre parti una primavera molto bella. La neve, con le piogge di marzo, si era sciolta molto in fretta, e pareva proprio che, più di ogni altro anno passato, la chiamata della primavera con i suoni dei campanacci e i falò avessero risvegliato in anticipo la vegetazione: appena le neve se ne fu andata per i mille ruscelli, tutti i prati si vestirono di bianchi crochi subito visitati dalle api. Ai primi di maggio misero la veste i faggi: un bel nero lucente che spiccava sul nero degli abeti; il ciliegio sul tetto della casa era come una nuvola fiorita: i petali si staccavano dai rami ancora nudi come leggere farfalle e si posavano dondolando sulla paglia che pur essa sembrava rinverdire. Intanto il cuculo volando di bosco in bosco ripeteva il suo verso: a volte sembrava così vicino alle case degli uomini come volesse chiamare qualcuno. A causa della pioggia prima, e ora di un caldo insolito, l’erba dei prati cresceva rigogliosa e in fretta. Mario Rigoni Stern
Analizzo 1 Segna con una X l’affermazione corretta. La descrizione è:
soggettiva oggettiva Che cosa esprime il testo:
gioia malinconia 2 Sottolinea i dati visivi, uditivi e le similitudini presenti nel testo.
La descrizione dinamica Scrivi una descrizione guidando il lettore attraverso un bosco in cui ti muovi osservando ciò che vedi intorno e che attira la tua attenzione.
Segui la traccia. • Vedo… • Imbocco un sentiero… • Ad un tratto scorgo… • Mi addentro sempre di più... • Proseguo fino… • Sollevo lo sguardo e…
Wfalò: grande fuoco all’aperto. Wcrochi: fiori colorati che annunciano la primavera.
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Il testo DESCRITTIVO
La descrizione di LUOGHI
Analizzo 1 Quale ordine segue la descrizione? dal generale al particolare dal particolare al generale 2 Sottolinea nel testo gli indicatori spaziali. 3 Rispondi alle domande. • Che cosa viene descritto nei particolari? ……………………………………………..........…......................... ……………………………………………..........….........................
• La descrizione è in prima o in terza persona? ……………………………………………..........…......................... ……………………………………………..........….........................
• Qual è lo scopo della descrizione? ……………………………………………..........…......................... ……………………………………………..........…......................... ……………………………………………..........…......................... ……………………………………………..........…......................... ……………………………………………..........…......................... ……………………………………………..........….........................
Il mio paese Passo l’intera giornata a camminare per il paese. Non riconosco più i luoghi delle passeggiate della mia infanzia: il paese è cambiato. Dove c’erano solo prati, sorgono ora fattorie pulite, boschetti di aceri, le vasche delle fontane lasciano debordare l’acqua fresca su tappeti di menta. Al posto di case abbandonate, divorate dalle ortiche, sorgono ora case nuove, intonacate di fresco. Sono circondate da orti in cui crescono, mescolati, ma allineati, verdure e fiori, cavoli e rose profumate, sedani e anemoni variopinti. Al centro della piazza, hanno costruito una fontana; vicino ad essa hanno piantato un tiglio di forse quattro anni, già rigoglioso. In lontananza, sulle pendici più basse della montagna, si vedono i campicelli di orzo; in fondo alla stretta valle, dove prima non c’era nulla, crescono grandi querce. Anche l’aria è cambiata. Invece delle bufere di un tempo, soffia una brezza leggera carica di odori. Un rumore simile a quello dell’acqua viene dalla cima delle montagne: è il vento dei boschi. Il paese è cambiato ma fa pensare a una vita lieta e comoda. È ancora il mio paese, il luogo dove mi piacerebbe tornare ad abitare. Jean Giono
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La descrizione di LUOGHI
Il testo DESCRITTIVO
Il giardino di Miss Claridge Da piccola, quando arrivavo nel giardino di Miss Claridge, mi sembrava di oltrepassare la frontiera di un mondo sconosciuto. Il giardino è molto grande, circondato da una cancellata nera e alta. Quando si entra, si cammina sotto archi di ferro battuto, su cui si arrampicano alcune rose gialle. Sul prato, che adesso è un po’ trascurato e pieno di erbacce, crescono azalee, camelie e narcisi. Nell’angolo a destra ci sono castagni e tigli e in quello a sinistra quattro faggi che adesso sono verdissimi, ma in autunno diventano rossi, dorati… sembrano un incendio. Su un lato della casa, un orticello di erbe aromatiche, che mi piace tantissimo con prezzemolo, rosmarino, menta, basilico, origano, timo. Molti anni fa il giardino doveva essere molto curato, ma da quando Miss Claridge è invecchiata, è sempre un po’ in disordine. Naturalmente a me piace molto di più così che tenuto alla perfezione. Miss Claridge era seduta su una sedia a dondolo, piena di coperte, vicino alla finestra della sala. – Christie! Che bello che sei venuta a trovarmi! – mi guardò con approvazione. – Ho accettato il suo invito, ma voglio darle una mano in giardino. Poi prenderemo una tazza di tè – le risposi. Asun Balzola
Analizzo 1 La descrizione segue un percorso logico: dal generale al particolare dal particolare al generale 2 Sottolinea gli indicatori spaziali e la similitudine presente nel testo. • Cosa provava Christie quando arrivava nel giardino di Miss Claridge?
Comunico 1 Che sensazione hai provato trovandoti in un bellissimo giardino?
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Il testo DESCRITTIVO
Analizzo 1 Che cosa esprime il testo? 2 Quali dati ha utilizzato l’autore? Sottolineali e cerchia la similitudine.
Analizzo 1 Che cosa descrive il testo? 2 Quale percorso descrittivo ha scelto l’autore?
dal generale al particolare dal particolare al generale 3 La descrizione è ricca di dati sensoriali. Di che tipo? visivi uditivi olfattivi tattili gustativi
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La descrizione di LUOGHI
Città di notte Gli pareva di dormire, e invece ha percepito perfettamente il motore dell’ambulanza che imboccava il vicolo. A quell’ora la città dorme, questa città che durante il giorno non trova sosta; si quietano i rumori del traffico, ogni tanto il rombo isolato di un camion che percorre la litoranea, resta il ronzìo dell’acciaieria che domina la città come una spettrale sentinella con luci lunari. Antonio Tabucchi
La grande serra I ragazzi di via Paal penetrarono dentro un luogo eccezionale: la grande serra. Era un’enorme sala di vetro, riscaldata a vapore e grondante di gocce d’acqua che tamburellavano sulle foglie delle piante e provocavano fruscii a volte inquietanti. C’erano dappertutto delle tinozze tinte di verde in cui erano piantati alberi dalle foglie larghe e dai tronchi grossi. In lunghe cassette crescevano felci e mimose. Sotto la grande cupola si ergevano palme dalle foglie a ventaglio e una vera selva di piante tropicali. Nel mezzo c’era una vasca per i pesci dorati, con una panca accanto. Poi ancora magnolie, lauri, aranci, felci gigantesche: piante dal profumo intenso, soffocante, che riempivano l’aria. Ferenc Molnàr, I ragazzi della via Paal, Mondadori
La descrizione di LUOGHI
Il testo DESCRITTIVO
La stanza Attorno alla testata del letto sul quale sedevo stava appesa una gran quantità di animaletti di stoffa ricalcati su quelli dei cartoni animati: topi, gatti, lupi, conigli, leoni e così via. Erano fermati al muro per mezzo di ganci e nastri colorati. Il letto era coperto da una luccicante e cangiante trapunta di seta tra l’azzurro, il verde e il viola. Sul capezzale stava seduta una bambola vestita da damina settecentesca, con una grande parrucca bianca, la faccia incipriata e punteggiata di nei; un’altra bambola, vestita questa da spagnola, con un pettine tra i capelli e uno scialle di merletto nero sulle spalle, era appoggiata contro il fondo del letto. Il piano di marmo del cassettone era gremito da una fitta chincaglieria sulla quale mi sono chinato con curiosità. Erano bomboniere di cristallo che contenevano i confetti matrimoniali; vasetti di vetro colorato; statuette di porcellana; bicchierini, tazzine, posatine per servire i pasti di una bambola, puntaspilli di velluto rosso, boccette di profumi e di liquori. Nel bel mezzo di questa minutaglia, come su un altare, si vedevano disposte in cerchio alcune fotografie incorniciate.
Questa descrizione è statica. L’autore osserva la stanza e descrive ciò che lo colpisce di più.
Scrivo 1 L’autore ha descritto gli oggetti presenti nella stanza. Prova anche tu a descrivere la tua stanza seguendo la stessa struttura del testo, cercando di mettere in evidenza le tue emozioni.
Alberto Moravia, L’attenzione, Bompiani
Analizzo 1 Completa il testo.
Attorno alla testata del letto ................................................................................................................................................... Il letto .................................................................................................................................................................................................................................... Una bambola ............................................................................................................................................................................................................. Un’altra bambola ................................................................................................................................................................................................ Il piano di marmo ............................................................................................................................................................................................. 2 Come ti sembra la stanza? ............................................................................................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................................................................... ...............................................................................................................................................................................................................................................................
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Il testo DESCRITTIVO
La descrizione di AMBIENTI NATURALI
Tanti modi per descrivere il mare Il mare calmo Il mare, calmo e innocente, come un fanciullo, si distendeva sotto un cielo di perla. Talvolta appariva tutto verde, talvolta tutto azzurro, d’un azzurro intenso, solcato di vene d’oro. Sopra, le vele somigliavano a una processione di stendardi. Talvolta, prendeva un diffuso luccicore metallico, un color pallido d’argento, misto del colore di cherubini. Gabriele D’Annunzio
Analizzo 1 Scrivi Vero
V
o Falso
F
.
• Nel testo sono presenti dati visivi. • Il testo non trasmette un senso di pace e di serenità. • Nel testo sono presenti le similitudini. • Nel testo è presente una metafora.
Il mare in tempesta Un denso banco di nubi, di colore oliva scuro, attraversato da bianchi lampi, pesava basso sul mare. Il rumore del vento divenne rapidamente più forte e la pioggia cominciò a riversarsi sul mare, a sferzarlo con raffiche fitte come lenzuola, facendolo impazzire. Esplosero enormi ondate, quasi che una diga immensa fosse crollata all’improvviso. A tratti il mare era appiattito dalle raffiche di vento più violente, poi si risollevava in montagne di spuma luminosa che si ampliavano sotto il cielo nero come il carbone. Le onde furiose avanzavano e si rovesciavano aggiungendo il loro scroscio al frastuono tremendo Analizzo che infuriava tutt’attorno. Joseph Conrad
1 Scrivi Vero
V
o Falso
F
.
• Nel testo sono presenti dati uditivi. • Il testo non trasmette un senso di inquietudine. • Nel testo sono presenti le similitudini. 68
La descrizione di AMBIENTI NATURALI
Il testo DESCRITTIVO
Il mare al mattino Mi piace remare la mattina presto, sul mare. Il mare ha un odore fresco di alghe e ci volano sopra le farfalle bianche, due a due, come sui prati in campagna. Il mare è liscio, di un blu di vetro, io remo piano, raggiungendo la costa e prendo a remare vicino alle rocce. Ogni tanto mi fermo e guardo nell’acqua, vedo che è trasparente fino a una grande profondità, e posso scorgere dei pesciolini che nuotano nello scintillio del sole, scodinzolanti, argentei con una riga nera dentro il corpo di vetro e la pallina nera dell’occhio nella testa. A. Moravia
Scrivo 1 Scrivi per ciascun brano le emozioni che suscita in te.
Il mare di notte Il tempo era dolce e tiepido, si sentiva l’odore del mare. La luna e le luci della città si riflettevano nella magnifica baia ed era difficile dire quale fosse il colore dell’acqua. Era un misto infinitamente delicato di turchino e di verde: in certi tratti aveva i riflessi bluastri, in certi altri il lume della luna si addensava così che pareva riempisse la baia, al posto dell’acqua: nel complesso, componeva un accordo straordinario di toni nobili e calmi. Anton Cechov
Il mare calmo ……………………………………………..........…................................................................................ ……………………………………………..........…................................................................................
Il mare in tempesta ……………………………………………..........…................................................................................ ……………………………………………..........…................................................................................
Il mare al mattino ……………………………………………..........…................................................................................ ……………………………………………..........…................................................................................
Il mare di notte ……………………………………………..........…................................................................................ ……………………………………………..........…................................................................................
2 Descrivi anche tu il mare in un particolare momento della giornata.
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Il testo DESCRITTIVO
La descrizione di FENOMENI ATMOSFERICI
Che spettacolo! E quando spuntò il sole, allora sì che tutto scintillò come se ogni cosa fosse cosparsa di polvere lucente e sulla distesa di neve brillarono grandi diamanti; oppure si poteva pensare che splendessero innumerevoli candele piccole piccole, più bianche ancora della neve. La nebbia umida e fitta scese nelle prime ore del mattino sopra tutto il paese. All’alba cominciò a tirar vento; era un vento così gelato che il ghiaccio fece subito presa. Ma che spettacolo quando sorse il sole! Tutti gli alberi e i cespugli erano pieni di brina; era come un grande bosco di perle bianche, era come se tutti i rami fossero sovraccarichi di fiori lucenti. Quei piccoli rami sottili e fitti fitti che, d’estate, non si vedono mai perché solo rivestiti di tante foglie, adesso si scorgevano tutti, uno a uno. Era un ricamo, così bianco e squillante come se da ogni ramo sgorgasse una miriade di brillanti. La betulla piangente si divincolava nel vento, c’era una vita lì dentro come in tutti gli alberi nel tempo dell’estate; era di una bellezza incomparabile. H. C. Andersen, L’uomo di neve
Analizzo 1 Rispondi alle domande.
• Qual è lo scopo della descrizione? .............................................................................................................................. • Quali dati ha utilizzato lo scrittore? .......................................................................................................................... 2 La descrizione è divisa in vari momenti temporali. Completa il testo.
Quando spuntò il sole tutto scintillò come se ogni cosa fosse cosparsa di polvere lucente .................................................................................................................................................................................................... Nelle prime ore del mattino ............................................................................................................................................................... ..........................................................................................................................................................................................................................................................................
All’alba ............................................................................................................................................................................................................................................. Quando sorse il sole ...........................................................................................................................................................................................
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La descrizione di FENOMENI ATMOSFERICI
Il testo DESCRITTIVO
Il temporale Quel giorno, di primo mattino, c’è stato un gran temporale. Il vento aveva piegato gli alberi, strappato rami, fatto volare le foglie contro il cielo nero e lampeggiante. Nel rimbombo dei tuoni la pioggia era caduta scrosciante: le strade, prima polverose, si erano riempite di fango, e i sentieri si erano trasformati in ruscelli. Pioveva ancora quando il sole era ricomparso tra le nubi, che si erano aperte svelando pezzetti di azzurro. Dopo un po’ il temporale si era allontanato verso le montagne. L’aria adesso era pulita, fresca, tutto sembrava nuovo: i campi verdi, gli alberi stillanti acqua, i tetti rossi del villaggio, il campanile della chiesa dalla punta aguzza con in cima un galletto di ferro che girando segnava la direzione del vento. Per strada grandi pozzanghere brillavano come specchi. I rumori si sentivano forti, vicini: porte che si aprivano, abbaiar di cani, ragliar di asini, cantar di galli, voci di uomini.
Analizzo 1 Rispondi alle domande.
• Quali dati sono presenti nel testo? ................................................................................................... ............................................................................................................................ ............................................................................................................................
• L’autore per passare da un aspetto all’altro quali connettivi ha utilizzato? ......................................................................... ............................................................................................................................ ............................................................................................................................
2 La descrizione segue un ordine: logico spaziale temporale
Mino Milani
Scrivo 1 Descrivi sul quaderno le fasi di un acquazzone estivo, utilizzando la stessa struttura del testo.
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Il testo DESCRITTIVO
CRESCENDO ESPRESSIVO L’autore per descrivere le fasi di un uragano che diventa sempre più violento utilizza una tecnica che si chiama “crescendo espressivo”.
Analizzo 1 Segna con una linea i quattro momenti del fenomeno atmosferico.
La descrizione di FENOMENI ATMOSFERICI
L’uragano L’esercito dei tuoni scende in campo. Si sentono, deboli dapprima, che s’avvicinano da grandi distanze. Più e più forti, terrificanti nella loro grandiosità, arrivano, vi passano sopra il capo e corrono ad annunciare ad altre zone della foresta l’avvicinarsi dell’uragano. È l’avanguardia della tempesta, e al suo passaggio un brivido percorre il sottobosco e le erbe e gli arbusti e gli alberi giovani. Una pausa, mentre tutta la natura sembra in attesa. Quindi arriva la seconda ondata e il suo arrivo sembra essere una sorpresa, tanto è violento. L’oscurità è rotta da lampi accecanti. Il silenzio è interrotto da spettacolosi crepitii elettrici. Ora tocca alla vegetazione alta di tremare. È il momento che qualche vecchio albero sceglie per la sua morte impressionante: uno strepito, poi uno scroscio, poi un altro ancora.
Impariamo
insieme 1 Ciascuno di voi illustri un paesaggio e lo descriva brevemente, utilizzando poche parole e inserendo similitudini, personificazioni o metafore. Raccogliete i vostri lavori in un unico cartellone dal titolo “Paesaggi a colori”.
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La descrizione di FENOMENI ATMOSFERICI
Il testo DESCRITTIVO
Finalmente un vento freddo e impetuoso viene ad annunciare la pioggia. La si sente venire da lontano, che avanza in un potente, diffuso tambureggiare sulle foglie. Un diluvio‌ Tuoni, lampi, fulmini si scatenano con nuova violenza. La vegetazione si agita, si contorce diabolicamente, alberi che si curvano, alberi che scricchiolano, alberi che cadono. Grossi uccelli fuggono alla cieca, scimmie strillano terrorizzate, bufali galoppano, elefanti corrono pesantemente. In un momento il sentiero aperto dagli animali è trasformato in un torrente; i torrenti diventano fiumi, i fiumi pandemoni. Angelo Gatti, Nella foresta equatoriale, Treves
Scrivo 1 Completa il testo, scrivendo che cosa succede alla vegetazione, nel cielo, agli animali durante le fasi dell’uragano.
1. tuoni, ................................................................................................................................................................................................................................................................. .....................................................................................................................................................................................................................................................................................................
2.
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3.
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4.
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COMPRENDERE è FA CIL E La palude PERSONAGGI TEMPO LUOGO FATTI
Un’idea mi ronzava in testa già da tempo: volevo che Daniele mi portasse alla palude bianca. – Ma com’è questa palude? – gli chiedevo. – È un posto squallido, perché ci vuoi andare? Daniele temporeggiava. Una mattina che insistevo più del solito, Daniele sbottò di malavoglia: – Vuoi andarci? Vieni! Si incamminò veloce senza più parlare. Stentavo a stargli dietro. Ci inerpicammo fra rocce e sassi: per poter raggiungere il versante opposto dell’isola dovevamo superare un monte. Ci vollero due ore per scalarlo. Quando fummo in cima, col vulcano alle spalle, rimasi senza fiato. Di fronte a noi si dispiegava tutta una valle di terra rossa e arida. Al di là della valle e tutto intorno, strani rilievi rocciosi si ergevano contro il cielo come dorsi di dinosauri. Proprio alle pendici di questi rilievi tormentati giaceva la palude. Non c’era vegetazione lungo gli argini della palude, né un giunco, né un albero che sporgesse i suoi rami in acqua: niente mitigava la gelida immobilità del paesaggio. Rimanemmo in piedi sulla riva fangosa a osservare in silenzio. Non un ronzio di insetto, non un salto di ranocchio. – Quest’acqua puzza come il fiato di un ippopotamo moribondo – osservai. Come al solito ero a corto di paragoni veramente efficaci. Quell’acqua puzzava più di qualsiasi cosa riuscissi ad immaginare. S. Gandolfi, L’isola del tempo perso, Salani
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Il testo DESCRITTIVO
1
Segna con una X la risposta corretta. PERSONAGGI
un fantasma TEMPO
di notte
Chi sono i protagonisti del racconto? il narratore e Daniele Quando si svolge la vicenda? di giorno
Dove è ambientato il racconto? vicino a una palude in campagna LUOGO
FATTI
Qual è l’idea fissa del narratore? visitare la palude con Daniele
andare in giro con Daniele
Cosa devono superare i due amici per giungere alla palude? un deserto un monte Che cosa fecero quando giunsero alla palude? si tuffarono nell’acqua fangosa rimasero in piedi in silenzio 2 Indica con una X se le affermazioni sono vere (V) o false (F).
• Daniele dice che la palude è un posto bellissimo.
V
F
• Per arrivare alla palude i ragazzi scalano un monte.
V
F
• La valle ai piedi del monte è arida e rossa.
V
F
• La palude è ricoperta di neve.
V
F
• Vicino alla palude non si sente nessun rumore.
V
F
• C’è un odore molto forte e sgradevole.
V
F
3 Osserva le immagini. Solo una scena appartiene alla storia. Quale? Indica con una X.
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VE RI FI CO
LE MIE COMPETENZE
La famiglia dei nonni A questo punto vi devo parlare del nonno. Io allora non c’ero, ma immagino che fosse già un tipo speciale. La nonna diceva che era l’uomo più bello del paese e che aveva dovuto sudare sette camicie per accalappiarlo. Io il nonno non me lo ricordo proprio bello, ma alto e diritto, con i capelli al vento, quelli che aveva, e un filo d’erba sempre in bocca. L’erba dei prati, che strappava con due dita e mordicchiava piano piano. «Meglio questo di un sigaro», diceva. Dunque, quando la mamma nacque, il nonno andò in paese e tornò con un paio di orecchini d’oro per la nonna e una pianta di ciliegio. Andò nell’orto, scavò una buca, la riempì di letame caldo e piantò l’albero; il nonno decise che lo avrebbe chiamato Felice, e così è stato. Da quel momento la mamma e il ciliegio sono cresciuti insieme e con il nonno e la nonna hanno formato una famiglia. Bastava guardare l’album delle fotografie per capirlo. Nella prima c’è la mamma a sette mesi, in braccio alla nonna Teodolinda, che la sollevava in alto come un pupazzo. Allora era giovane e non era ancora grassa come io la ricordavo, ma aveva certe braccia che con una se ne facevano due di quelle della nonna Antonietta. Per non parlare del seno! La nonna Teodolinda aveva due cose grandi e morbide che, quando mi prendeva in braccio e mi stringeva, mi pareva di affondare in un cuscino di piume e avrei voluto dormirci sopra per sempre. Questa è la cosa più bella che mi ricordo della nonna, e anche l’odore che aveva, che non assomigliava ai profumi puzzoni della nonna Antonietta, ma all’odore della mamma dopo il bagno. Lei diceva che erano le saponette che fabbricava in casa con una ricetta segreta che le aveva dato una strega, e io allora ci credevo, perché la nonna era così diversa dalle altre donne che tutto mi sembrava possibile. Accanto alla nonna, in quella prima fotografia dell’album c’era Felice: era alto più o meno come lei e sembrava un ciliegio bambino. Secondo il nonno, quando lo aveva piantato doveva avere tre anni, l’età giusta per essere un buon compagno di giochi. Angela Nanetti, Mio nonno era un ciliegio, Einaudi Ragazzi
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ESPLORO IL TESTO
IL TESTO DESCRITTIVO
Comprendo M Il brano parla di ricordi di avventure M Il narratore parla della famiglia della madre della famiglia del padre M Quando sua madre nacque il nonno piantò un ciliegio il nonno fumò un sigaro
M La nonna materna già da giovane era una lottatrice era molto robusta M La nonna paterna usava profumi gradevoli usava profumi sgradevoli M Felice era il nome del fratello della mamma del ciliegio M Che cosa significa sudare sette camicie? soffrire molto per il caldo
fare un grande sforzo
M Cosa vuol dire che “la nonna Teodolinda aveva certe braccia che con uno se ne facevano due di quelle della nonna Antonietta”? le braccia della nonna Teodolinda erano grandi il doppio di quelle della nonna Antonietta la nonna Teodolinda aveva un solo braccio
Analizzo M Il racconto è scritto:
in prima persona
in terza persona
M I personaggi sono: realistici fantastici M Il luogo della narrazione è: precisato imprecisato M Il tempo della narrazione è: M La vicenda è narrata: M La descrizione è:
precisato
al presente
oggettiva
imprecisato
al passato
soggettiva
Rifletto sulla lingua M Nella frase “La nonna diceva che era l’uomo più bello del paese” sottolinea l’aggettivo qualificativo e analizzalo, indicando anche il grado.
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AUTOVALUTAZIONE H Com’è stato svolgere le attività?
semplice
difficile
molto difficile
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Percorso d i
La descrizione nella narrazione
SCRITTURA 1
Leggi attentamente il testo e riscrivilo sul quaderno arricchendolo con le descrizioni indicate dai numeretti. Scrivi poi il titolo della storia.
TITOLO ....................................................................................................
Camminavamo a tentoni lungo la parete della roccia. 1 Il viso di Martina fu investito dal fascio di luce che faceva la torcia di Andrea. Martina cacciò un urlo. 2 All’improvviso sentirono un tonfo, fu allora che Andrea provò 3 Subito dopo i due ragazzi scorsero due tipi. Il primo… l’altro… 4 I ragazzi fecero in tempo a nascondersi in una cavità della caverna. – Possiamo andare avanti ora ammesso che sia la strada giusta – mormorò Martina con un fil di voce. – Ma quanto è lungo questo cunicolo? – chiese ancora diventando sempre più preoccupata. 5
È da un bel po’ che camminavano e sarebbero dovuti arrivare all’altra uscita già da un bel pezzo. Andrea, puntò la torcia davanti a sé. Nella sua voce era chiarissima una nota di inquietudine. Camminarono ancora e dopo un po’ finalmente davanti a loro scorsero una luce fioca: era già buio. 6 I due fratelli corsero per i campi. 7 Verso la mezzanotte raggiunsero il paese. 8 Finalmente erano al sicuro.
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Per descrivere una situazione
Percorso d i
SCRITTURA
Descrivere una situazione vuol dire descrivere le emozioni e gli stati d’animo che viviamo a seconda delle circostanze. Quali stati d’animo ti suggeriscono questi comportamenti?
1
Osserva e descrivi brevemente. ........................................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................... ...........................................................................................................................................................................
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Percorso d i
SCRITTURA 1
Descrivere persone, animali, luoghi e fenomeni atmosferici
Leggi, metti il titolo e completa le descrizioni sul quaderno. Poi confrontale con quelle dei tuoi compagni. TITOLO .......................................................................
Mia sorella Paula è molto simpatica. Forse perché è piccola. Adesso sta imparando a camminare e a mettere le dita nelle prese della corrente… Carmen Vázquez-Vigo
TITOLO .......................................................................
Un giorno, mentre camminavo per strada, mi si è affiancato un cane, uno spinone sale e pepe dai baffi folti e gli occhi grandi, liquidi. Dacia Maraini
TITOLO .......................................................
TITOLO ........................................................
La casa, a un sol piano oltre il terreno, sorgeva in fondo al cortile subito dominata dal monte che pareva incomberle sopra come un enorme cappuccio bianco e verde.
Davanti alle case c’erano alti mucchi di neve. L’aria era asciutta e chiara; nevicava ancora, ma a fiocchi radi, piatti quasi raggrinziti, come prossimi a finire.
Grazia Deledda
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Robert Musil
RIPASSO con la
MAPPA
Leggi la mappa: ti aiuterà a ricordare le caratteristiche del TESTO DESCRITTIVO.
IL TESTO DESCRITTIVO Il testo descrittivo presenta la realtà che ci circonda: persone, animali, luoghi e ha lo scopo di far vedere e sentire attraverso le parole.
ESPEDIENTI LINGUISTICI
Utilizza molti dati sensoriali. Il linguaggio è ricco di aggettivi, similitudini,
personificazioni e metafore.
PUÒ ESSERE:
Soggettivo: chi scrive esprime le proprie impressioni e stati d’animo. Oggettivo: chi scrive non esprime le proprie impressioni e stati d’animo.
PERCORSO DESCRITTIVO
Segue un ordine: Logico: dal generale al particolare o viceversa. Spaziale: • dall’alto al basso o viceversa; • da sinistra verso destra o viceversa; • da vicino a lontano o viceversa; • dall’esterno all’interno o viceversa; • dal primo piano allo sfondo. Temporale: si descrivono i cambiamenti nel tempo.
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GALLERIA
D'ARTE
SCENE DI VITA
Per Renoir la pittura è gioia di vivere, voglia di farsi travolgere dalle meraviglie della natura e dai colori. Inizialmente la pittura dell’artista si orienta dapprima al paesaggio, ma poi verso la rappresentazione di soggetti umani inseriti nel loro ambiente. INTERPRETO 1 Osserva attentamente ogni dettaglio del dipinto.
• Quali colori predominano nel dipinto? .................................................................................................... ....................................................................................................
• Dove si trovano le due sorelle? .................................................................................................... ....................................................................................................
• Cosa esprime il volto della giovane fanciulla? E quello della bambina? .................................................................................................... .................................................................................................... .................................................................................................... ....................................................................................................
• Cosa vedi alle loro spalle? .................................................................................................... ....................................................................................................
• Quale sensazione provi osservando il dipinto?
Pierre-Auguste Renoir, Sulla terrazza
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PICCOLI ARTISTI
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1 Fai una ricerca sui dipinti di Renoir che ritraggono scene di vita quotidiana, scegline uno e riproducilo utilizzando gli stessi colori utilizzati dall’artista.
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Per approfondire vai al volume di ARTE E MUSICA.
Gli elementi del linguaggio visivo
Pierre-Auguste Renoir, La colazione dei canottieri
INTERPRETO 1 Rispondi alle domande e poi confronta le tue risposte con quelle dei tuoi compagni.
• Cosa rappresentano i dipinti? • Cosa ti colpisce osservandoli? • Casa fanno i canottieri? • Come ti sembrano, allegri o pensierosi? • Secondo te, cosa rende questo quadro importante?
Pierre-Auguste Renoir, Il pomeriggio dei bambini Bérard a Wargemont
2 Osserva il secondo dipinto e descrivilo prima a voce e poi per iscritto. Quali dei due preferisci? Perché?
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Il racconto
UMORISTICO
Gli ti ingredien del testo
Personaggi Il racconto narrativo umoristico è un testo buffo e comico che ha lo scopo di far divertire il lettore. La descrizione nel racconto umoristico mette in rilievo i comportamenti ridicoli dei personaggi, ed esagera le caratteristiche di persone.
I personaggi realistici e fantastici sono buffi, bizzarri, pasticcioni, ridicoli. Essi presentano di solito caratteristiche esagerate e si comportano in modo strano e imprevedibile, combinano guai rispetto alla situazione.
Tempo La vicenda può avvenire in un tempo presente o passato.
Luoghi I luoghi sono reali: infatti, situazioni normali possono diventare divertenti in qualsiasi luogo.
Fatti I fatti si trasformano in situazioni fuori dal comune che suscitano in chi legge il divertimento. Accadono cose strane: colpi di scena, malintesi, sorprese, equivoci.
Linguaggio Il linguaggio del racconto è fresco e divertente. L’autore crea un effetto comico attraverso l’uso di tecniche.
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Lo scrittore per ottenere l’effetto comico utilizza alcune tecniche: • gli imprevisti che modificano una situazione normale trasformandola in situazione ridicola; • il capovolgimento dei ruoli, quando i personaggi si comportano in modo opposto a ciò che il lettore si aspetta; • gli equivoci basati su giochi di parole. Gli avvenimenti possono essere raccontati in prima persona o in terza persona.
Il testo NARRATIVO
La tela del ragno Se ci riesce il ragno, disse Alessandrone, ci riuscirò anch’io. Scherziamo? Il ragno è una bestia, cioè un insetto, e io sono io, cioè un uomo. Che cosa sa fare il ragno? La ragnatela e niente altro. Come la fa? Con lo sputo. A che cosa serve la tela del ragno? Non per fare lenzuoli, asciugamani, federe, camicie e via dicendo. La tela del ragno serve solo per acchiappare le mosche cioè per procurare al ragno, che è un insetto, un altro insetto da mangiare. Il ragno infatti mangia le mosche. L’uomo non mangia le mosche, salvo qualche volta quando gli cadono dentro il piatto della minestra. Bisogna riconoscere che lo sputo del ragno è un filo lungo e sottile, ma molto robusto, così che il ragno ci può stare appeso con tutto il suo corpo e calarsi nel vuoto e dondolarsi da un ramo all’altro se sta su un albero, da un muro all’altro se sta in una casa, da un cavolo all’altro se sta in un orto, di palo in frasca se sta in giro per il mondo. Agli uomini il ragno fa schifo, soprattutto alle donne. Solo i contadini gli lasciano fare le sue ragnatele nelle stalle perché così ci vanno a finire le mosche e non danno fastidio alle vacche. Un giorno Alessandrone si arrampicò su un albero. Quello che fa un ragno lo posso fare anch’io meglio di lui. Alessandrone raccolse lo sputo sulla lingua, scelse un ramo robusto e vi sputò sopra. Poi si buttò di sotto pensando di rimanere appeso allo sputo come aveva visto fare al ragno. Invece cascò a terra malamente e si slogò il collo, una spalla, un ginocchio, un gomito, un polso, quattro dita della mano sinistra e due del piede destro. Luigi Malerba, Storiette, Einaudi
Il personaggio del racconto è: realistico fantastico La vicenda si colloca in un tempo: determinato indeterminato Il luogo dove si svolge la storia è: reale fantastico ben precisato imprecisato Il fatto che crea l’effetto umoristico nella vicenda è legato: al comportamento del protagonista ad un equivoco Il racconto è scritto in: prima persona terza persona L’autore ha scritto il testo per: parlare della caratteristica del ragno divertire il lettore
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Il racconto UMORISTICO
Voglia di mamma Analizzo 1 Da quali elementi nasce l’umorismo del racconto? Segna con una x quello che non c’entra con la storia.
situazioni esagerate personaggi pasticcioni e combinaguai battute divertenti narrazione dei fatti minuto per minuto travestimento e trucco della voce colpo di scena
Comunico 1 Racconta un episodio divertente di cui sei stato protagonista.
Wassembramento: raggruppamento di persone. Wtollerare: sopportare.
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Ecco la storia molto divertente di un papà che deve occuparsi del figlioletto abituato a trascorrere le giornate con la mamma. Verso le 15 di quel giorno mia moglie Margherita mi fece solennemente le consegne: un appartamento di 4 vani pulito e in buono stato, una cameriera di 25 anni semisveglia e un figlio di anni 0, addormentato. Poi, avvicinatasi alla culla del già nominato reggendo una bracciata di pentole e coperchi, lasciò cadere tutto sul pavimento. Nonostante l’orribile frastuono, il dormiente non si scompose di un millimetro. – Eccotelo collaudato – affermò la distinta signora. – Per farlo svegliare bisognerebbe almeno sparargli da vicino dei pezzi da mortaio. Quindi uscì con la coscienza a posto e io, sdraiatomi su una poltrona, mi diedi alla lettura. Dieci minuti dopo lasciavo cadere il libro e balzavo in piedi di soprassalto. – Marietta! Marietta si affacciò alla porta dello studio: – Marietta comincia a preparare per il pranzo. Non senti la sirena delle cinque? – No, signore, non è la sirena delle cinque: è il bambino che si è svegliato – precisò Marietta. Dalla strada veniva uno strano brusio. Un folto gruppo di persone stazionava davanti alla casa. – C’è un incendio, – dicevano – stanno per arrivare i vigili del fuoco! – Bisogna rassicurare quella gente – affermai io e mi precipitai nella stanza da letto; prelevai dalla culla l’ululante personaggio e, affacciatomi al balcone, lo mostrai alla folla. La gente comprese l’equivoco e l’assembramento si sciolse… L’urlo intanto usciva senza interruzione dalla piccola gola rosea. Provai di tutto per far tacere il bambino: lo misi a gambe in su, orizzontale, verticale, diagonale. Feci suonare la sveglia, il fonografo, la radio.
Il testo NARRATIVO
Alle 16,30 la cameriera Marietta, disfatta, buttò tutta la sua roba in un sacco e abbandonò il mio servizio. Alle 16,52 arrivarono due poliziotti per chiedermi se era lì che stavano ammazzando una vecchia. Alle 17 l’inquilino del secondo piano, riempite alcune valigie, partì per i laghi. Si radunò d’urgenza in casa mia una commissione di padri e madri di famiglia per stabilire le cause della catastrofe canora e per studiare gli eventuali rimedi. Dopo venti minuti di discussione balzava fuori la verità: il bambino voleva la mamma. Dieci donne tentarono di imitarla, ma invano. Allora risolsi di giocare il tutto per tutto. Mi tirai i capelli sugli occhi, mi legai un fazzoletto di seta in testa, ingentilii i miei lineamenti con cipria rosa… Verso le 17,25 ero pronto, ma c’era un grave problema: la voce… Dopo laboriosa discussione si stabiliva di doppiare la voce: io avrei fatto i movimenti con le labbra e la signora Rosetta, nascosta dietro di me, avrebbe imitato la voce… Alle 17,40 mi avvicinavo a passettini al bambino, che continuava a urlare come l’inferno in rivolta, e lo prendevo in braccio. Poi cominciavo a muovere le labbra e la signora Rosetta cominciava a parlare: – Ciriciricì, curucurucù, caricaricà, cirlicicì… Il bambino smise di urlare, mi guardò con estrema attenzione e serietà. Infine appoggiò la testa sulla mia spalla e tacque. Quando, dopo cinque minuti ritornò mia moglie, il bambino cominciò ad urlare di nuovo, abbracciandomi stretto stretto. Egli non poteva assolutamente tollerare il fatto di avere un’altra madre oltre quella che lo aveva in braccio…
Comprendo 1 Rispondi sul quaderno.
• Perché la mamma lasciò cadere pentole e coperchi vicino al bimbo addormentato? • Cosa successe appena andò via? • Quale rimedio escogitò il papà per tranquillizzare il bambino? • Perché alla fine il bambino ricominciò a piangere?
G. Guareschi, La scoperta di Milano, Ed. Rizzoli
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Il racconto UMORISTICO
Un fischio nella notte Il signor Veneranda si fermò davanti al portone di una casa, guardò le finestre buie e spente e fischiò più volte come volesse chiamare qualcuno. A una finestra del terzo piano si affacciò un signore. – È senza chiave? – chiese il signore gridando per farsi sentire. – Sì, sono senza chiave – gridò il signor Veneranda. – E il portone è chiuso? – gridò di nuovo il signore affacciato. – Sì è chiuso – rispose il signor Veneranda. – Allora le butto la chiave. – Per fare cosa? – chiese il signor Veneranda. – Per aprire il portone – rispose il signore affacciato. – Va bene, – gridò il signor Veneranda – se vuole che apra il portone, butti pure la chiave. – Ma lei deve entrare? – Io no... Cosa dovrei entrare a fare? – Ma non abita qui lei? – chiese il signore affacciato, che cominciava a non capire. – Io no – gridò il signor Veneranda. – E allora perché vuole la chiave? – Se lei vuole che apra il portone non posso mica aprirlo con la pipa, le pare? – Io non voglio aprire il portone, – gridò il signore affacciato – io credevo che lei abitasse qui: ho sentito che fischiava. – Perché, tutti quelli che abitano in questa casa fischiano? – chiese il signor Veneranda, sempre gridando. – Se sono senza chiave, sì! – rispose il signore affacciato.
Comunico 1 Racconta un episodio divertente a cui hai assistito o di cui sei stato protagonista.
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Il testo NARRATIVO
– Io sono senza chiave – gridò il signor Veneranda. – Insomma si può sapere cosa avete da gridare? Qui non si può dormire – urlò un signore affacciandosi a una finestra del primo piano. – Gridiamo perché quello sta al terzo piano e io sto in strada – disse il signor Veneranda – se parliamo piano non ci si capisce. – Ma lei cosa vuole? – chiese il signore affacciato al primo piano. – Lo domandi a quello del terzo piano cosa vuole, – disse il signor Veneranda – io non ho ancora capito: prima vuol buttarmi la chiave per aprire il portone, poi non vuole che io apra il portone, poi dice che se fischio debbo abitare in questa casa. Insomma io non ho ancora capito. Lei fischia? – Io? Io no... perché dovrei fischiare? – chiese il signore affacciato al primo piano. – Perché abita in questa casa – disse il signor Veneranda. – L’ha detto quello del terzo piano che quelli che abitano in questa casa fischiano! BÈ, ad ogni modo non mi interessa, se vuole può anche fischiare. Il signor Veneranda salutò con un cenno del capo e si avviò per la strada, brontolando che quello doveva essere una specie di manicomio. Carlo Manzoni, Il Signor Veneranda, Rizzoli
Rifletto sulla lingua 1 Nella frase “L’ha detto”, “L’” ha la funzione di:
articolo pronome
Analizzo 1 Segna con una X l’affermazione corretta. La situazione descritta è:
normale esagerata Il paradosso viene reso:
dalle descrizioni dai dialoghi La comicità del testo nasce dal fatto che:
il signor Veneranda vuole la chiave pur non abitando in quel palazzo l’inquilino del terzo piano vuole buttargli la chiave il signor Veneranda fischia davanti al portone
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COMPRENDERE è FA CIL E Galileo e il pendolo PERSONAGGI TEMPO LUOGO FATTI
Quando Galileo, osservando le oscillazioni del pendolo, fece la grande scoperta, per prima cosa andò a corte a dar la notizia al Granduca. – Eccellenza, – gli disse – ho scoperto che il mondo si muove. – Ma davvero? – fece il granduca, meravigliato e anche un po’ allarmato. – E come l’avete scoperto? – Col pendolo. – Accidenti! Colpendolo con che cosa? – Come, con che cosa? Col pendolo e basta. Non c’era nient’altro quando ho fatto la scoperta. – Ho capito. Ma colpendolo con che cosa? Con un oggetto? Con un’arma? Con la mano? – Col pendolo, soltanto col pendolo. – Benedetto uomo ho capito. Avete scoperto il mondo che si muove colpendolo. Cioè che si muove quando lo si colpisce. Bisogna vedere con che cosa lo si colpisce. Non potete averlo colpito con niente. E ci vuole un bell’aggeggio per colpire il mondo in modo da farlo muovere. Il grande astronomo e matematico si mise a ridere di cuore. – Eccellenza, – disse – col pendolo ho scoperto che il mondo si muove. L’ho scoperto col pendolo. – Colpendo il mondo. Ho capito. – Ma non colpendolo. Col pendolo! Insomma, per chiarire l’equivoco, Galileo dovette scriverglielo su un pezzo di carta. A. Campanile, Vite degli uomini illustri, Rizzoli
90
IL RACCONTO UMORISTICO
1
Segna con una X la risposta corretta. Chi sono i protagonisti del racconto? Galileo e il Granduca un lottatore PERSONAGGI
Quando si svolge la vicenda? in un tempo imprecisato in un tempo precisato TEMPO
Dove è ambientato il racconto? alla corte del Granduca in un laboratorio LUOGO FATTI
Che cosa ha scoperto Galileo? il mondo si muove il mondo è immobile In che modo lo ha scoperto? osservando il pendolo guardando dalla finestra Qual è la causa dell’equivoco? la sordità del Granduca le parole “col pendolo” 2 Indica con una X se le affermazioni sono vere (V) o false (F).
• Galileo scopre che il mondo si muove.
V
F
• Il Granduca osserva il pendolo che oscilla.
V
F
• Galileo colpisce il Granduca.
V
F
• Il Granduca equivoca le parole di Galileo.
V
F
• Galileo scrive la sua scoperta su un pezzo di carta.
V
F
3
Osserva le immagini. Solo un oggetto appartiene alla storia. Quale? Indica con una X.
91
VE RI FI CO
LE MIE COMPETENZE
In vacanza a Piro Piro
– Andrò sull’isola di Piro Piro, in pallone! – dissi con entusiasmo all’agenzia di viaggi. Il sabato della settimana successiva mi presentai puntualissimo all’addetto dei palloni, così come stabilito. Un omone mi portò in cima a un grattacielo e mi disse: – Ecco i palloni, li vede! Sono laggiù pronti per la partenza – indicando con la mano un angolo dell’enorme terrazzo, dove si vedevano legati a un anello centinaia di palloncini colorati. – E io dovrei viaggiare con quei cosi? – dissi io alquanto preoccupato. – Già! – rispose l’addetto ai palloni senza aggiungere altro. Senza neanche rendermene conto, mi trovai legato saldamente ai palloncini. – Ma come troverò la strada per Piro Piro? – domandai in preda al panico. – Questo stormo di piccioni viaggiatori la guiderà! – rispose l’omone. Detto questo, li legò ai palloncini e li liberò immediatamente. – Non voglio più partire! – urlai con tutto il fiato che avevo in corpo. Senza cambiare espressione, l’omone mi guardò e mi salutò, mentre i piccioni cominciarono a volare trascinandomi via con loro. Continuai a urlare per qualche minuto, stringendo così forte le palpebre da sentire dolore agli occhi. Nonostante le mie preoccupazioni, il viaggio proseguì senza troppi pericoli e il mercoledì seguente, giungemmo in vista dell’isola di Piro Piro con una puntualità straordinaria. Mi congratulai con i piccioni, che finsero di non aver sentito. In verità secondo me si erano montati un po’ la testa per i miei complimenti, perché continuarono a volare sopra Piro Piro senza volersi posare sull’isola. Gli indigeni trovarono comunque un metodo efficace per farmi atterrare. Sentii, infatti, l’improvviso sibilo di numerose fionde e, nel giro di pochi minuti, fecero esplodere tutti i palloncini facendomi precipitare in mare. Nonostante i miei sforzi per assumere una corretta posizione, colpii il mare con le natiche che mi dolgono ancora. Molto gentilmente e con estrema rapidità, gli indigeni vennero a ripescarmi. Dino Ticli, Sette giorni a Piro Piro, Piemme
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ESPLORO IL TESTO
IL RACCONTO UMORISTICO
Comprendo un agente di viaggi il narratore M Chi è il protagonista del racconto? un’isola una tribù M Che cos’è Piro Piro? a bordo di una mongolfiera legati a palloncini M Come si arriva a Piro Piro? M Quale reazione ha il narratore scoprendo il mezzo con cui viaggerà? è in preda al panico
è eccitato
M Quale mezzo userà per orientarsi? un navigatore satellitare
uno stormo di piccioni viaggiatori
M Cosa vuol dire “montarsi la testa”? indossare un cappello
darsi delle arie
M Come riuscirà ad atterrare?
gli indigeni bucheranno i palloni con le fionde
si lancerà con il paracadute
M Che cosa rende divertente la vicenda? l’insolito mezzo di trasporto
l’ambientazione
M Segna con una X gli elementi che non appartengono al racconto. piccioni palloncini segretaria
indigeni nave fionde
aereo agenzia di viaggi cartuccia
Analizzo M Il racconto è scritto: M I personaggi sono:
in prima persona realistici
M Il luogo della narrazione è: M Il tempo della narrazione è: M La vicenda è narrata:
in terza persona
fantastici precisato
imprecisato
precisato
al presente
imprecisato al passato
Rifletto sulla lingua M Sottolinea i verbi e analizzali sul quaderno. Senza cambiare espressione, l’omone mi guardò e mi salutò, mentre i piccioni cominciarono a volare trascinandomi via con loro. Continuai a urlare per qualche minuto, stringendo così forte le palpebre da sentire dolore agli occhi.
AUTOVALUTAZIONE H Com’è stato svolgere le attività?
semplice
difficile
molto difficile
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LABORATORIO DI
ASCOLTO
Ascolta il brano facendo una scansione del QR Code e svolgi le attività.
Racconto umoristico 1
Ascolta attentamente il brano, poi indica con una X le parole che completano correttamente la frase. • Il racconto è narrato in prima persona terza persona • Il racconto narra fatti • • • •
fantastici reali Il protagonista è un personaggio reale fantastico Il luogo del racconto è precisato imprecisato I fatti sono narrati al passato presente Il tempo della storia è precisato imprecisato
2
Completa il brano, inserendo le seguenti parole al posto giusto: miele • apicoltore • Caserta • Napoli • anziane signorine • entomologo • studente • capotreno • mutande • manicomio Un omone grande e grosso salì sul treno a ……….................….........................................................................., diretto a Napoli da un ……….................…................................... a cui doveva far vedere le sue api che non producevano più ………................................................... Nel suo scompartimento viaggiavano due ………............................................................................................................…..................................... Ad un tratto le api uscirono dai barattoli in cui erano conservate ed entrarono nei calzoni dell’……….................….................................... che scattò in piedi come una molla e fece uscire le signorine. Subito si tolse i calzoni e li sventolò fuori dal finestrino per far andare via le api. In quel momento passava un altro treno e uno ……….................….................................... gli rubò i calzoni. Intanto, chiamato dalle signorine, arrivò il ……….................…....................................che trovò l’uomo in mutande e lo invitò a seguirlo per prestargli un paio di pantaloni della sua divisa. L’uomo in ……….................….................................... attraversò svelto il corridoio e si trovò rinchiuso in un ripostiglio. Il capotreno tranquillizzò i passeggeri, dicendo che il passeggero pazzo sarebbe stato condotto in ……….................….................................... a ……….................…..................................... 3
Segna con una X i personaggi citati nel racconto.
capotreno studenti
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passeggeri bigliettaio
allevatore di api ambulante
entomologo anziane
signorine psichiatra
LABORATORIO DI 1
ASCOLTO
è FA CIL E
Segna con una X la risposta corretta.
Chi è il protagonista della storia? Un omone grande e grosso Un ometto piccino Qual è la sua professione? È un esperto di insetti
È un allevatore di api
Perché si toglie i pantaloni? Perché si sono bagnati Perché le api sono entrate nei pantaloni Che cosa fanno le anziane signorine che viaggiavano con lui? Chiedono aiuto al capotreno Scendono alla prima fermata Come reagisce il capotreno? Gli presta un paio di pantaloni Lo chiude in un ripostiglio credendo che sia pazzo 2
Riordina le scene numerandole da 1 a 4.
3
Cerchia il personaggio che non appartiene alla storia. 95
Percorso d i
SCRITTURA
1
Immagina e completa i RACCONTI UMORISTICI di Ursula Wölfel, inserendo gli elementi che lo caratterizzano.
Una donna distratta Un giorno una donna voleva fare il bucato, cuocere le patate e pulire la cucina. Ma pensava ad altro, così mise il secchio col sapone sul fuoco, gettò le patate nella lavatrice e versò il detersivo sul pavimento. Poi si accorse che aveva sbagliato tutto. Tolse in fretta il secchio dal fuoco, tirò fuori le patate dalla lavatrice e raccolse il detersivo. Ora voleva fare tutto per benino. Ma già stava pensando ad altro! Versò l’acqua per pulire la cucina nella lavatrice, il detersivo nella pentola e le patate le buttò nel secchio. Quando... Ursula Wölfel
Un uomo ordinato Un uomo era così ordinato che non sopportava di vedere storte neppure le lancette dell’orologio. I suoi orologi dovevano indicare solo le undici e mezzo o le tre meno un quarto. Era un uomo che metteva in ordine persino il secchio dell’immondizia e che durante il sonno si aggiustava sempre le coperte. Un giorno si cucinò delle fettuccine, le tolse dalla pentola ad una ad una, le stirò per bene e... Ursula Wölfel
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RIPASSO con la
MAPPA
Leggi la mappa: ti aiuterà a ricordare le caratteristiche del RACCONTO UMORISTICO.
IL RACCONTO UMORISTICO È un testo narrativo che racconta fatti che suscitano nel lettore il divertimento.
FATTI
I fatti si trasformano in situazioni fuori dal comune. Accadono cose strane: colpi di scena, malintesi, sorprese, equivoci. Il testo può essere scritto in prima o in terza persona.
LINGUAGGIO
Il linguaggio del racconto è fresco e divertente. L’autore crea un effetto comico attraverso l’uso di tecniche.
PERSONAGGI
Hanno caratteristiche esagerate e riescono a trovare strategie per mettersi in salvo.
TEMPO
Il tempo è definito. La vicenda può avvenire in un tempo passato o presente.
LUOGHI
I luoghi in cui sono ambientati i fatti sono reali; infatti situazioni normali possono diventare divertenti.
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Il racconto di
AVVENTURA
Gli ti ingredien del testo
Personaggi Il racconto di avventura narra fatti rischiosi, straordinari ed emozionanti che lasciano il lettore col fiato sospeso. Gli eventi sono narrati in modo rapido e incalzante.
Il protagonista è un eroe dotato di intelligenza, coraggio e intraprendenza capace di superare pericoli e prove difficili inaspettate. A volte è accompagnato da altri personaggi che lo aiutano ad affrontare dei nemici (antagonisti).
Tempo Le vicende si svolgono nel tempo passato o nel presente. Il tempo può essere sia definito sia indefinito.
Luoghi Le vicende sono ambientate in luoghi naturali lontani e selvaggi in cui si nascondono insidie e pericoli: foreste, isole deserte, abissi marini, sotterranei e grotte…
Fatti Accadono fatti eccezionali, eventi inattesi che complicano la situazione iniziale dando avvio ad una serie di peripezie e di colpi di scena. Gli avvenimenti possono essere raccontati in prima persona o in terza persona.
Linguaggio Il linguaggio è caratterizzato da frasi ricche d’azione, da descrizioni particolareggiate e da dialoghi che hanno lo scopo non solo di vivacizzare il racconto, ma di esprimere le emozioni dei personaggi.
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Il testo NARRATIVO
Sull’isola deserta Tirata in secco la barca, non avendo una briciola di sonno ed essendo la notte bella e chiara, i sette naufraghi andarono ad esplorare l’isola per scoprire dove mai fossero capitati. Scoprirono prima di tutto che non si trattava di un’isola deserta, ma di un’isola una volta abitata e poi per una misteriosa ragione abbandonata. C’era nel cuore dell’isola, una vasta radura tra palme e cedri, con un gruppo di costruzioni, una sorta di villaggio turistico ben attrezzato. Gli edifici principali della radura erano un albergo ed un supermercato. Poi c’erano delle casette in cemento con il tetto di paglia, una piscina, un campo da tennis, una palestra coperta ed una rimessa per le barche. Barche però non ce n’erano e nemmeno benzina. L’albergo era piccolo, con palme nell’ingresso ed aria condizionata. L’energia elettrica era fornita da un generatore e tutti gli edifici erano illuminati. Le stanze dell’albergo erano pulite ed ordinate, con i tetti rifatti, l’acqua calda nei rubinetti e i fiori freschi nei vasi sui tavolini. Nel frigorifero del bar c’era ancora una piccola scorta di gelati. Quando i sette naufraghi ebbero visitato tutto l’edificio, suonando tutti i citofoni ed i campanelli, lanciando richiami per i corridoi, colpendo ripetutamente il gong della sala da pranzo, si convinsero che era proprio deserto. Altrettanto deserto era il supermercato. Le porte erano spalancate, le luci accese, i banchi degli alimentari, dei surgelati, dei detersivi erano pieni di prodotti ben ordinati, ma di persone nemmeno l’ombra… Bianca Pitzorno, Sette Robinson in un’isola matta, Juvenilia
I personaggi del racconto sono: naufraghi su un’isola naufraghi che vivono una situazione di pericolo Il luogo in cui si svolge la vicenda è: un’isola abbandonata un’isola piena di insidie Il tempo in cui accadono i fatti è: precisato imprecisato Quale di questi fatti è presente nel testo? I sette naufraghi, di notte, esplorano l’isola deserta Rimangono intrappolati in una vecchia casa Fanno strani incontri Nel testo prevalgono: sequenze descrittive sequenze narrative Il racconto è scritto in: prima persona terza persona
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Il racconto di AVVENTURA
Analizzo 1 Sottolinea nel testo con colori diversi: le parole del tempo; le parole che descrivono; i discorsi diretti; le riflessioni di chi narra. 2 Sottolinea poi per ogni sequenza l’informazione più importante e racconta la storia.
I classici dell’avventura
I naufraghi del Bounty Giorno trentaduesimo – 29 maggio Finalmente siamo riusciti a farci strada tra la barriera corallina, raggiungendo sani e salvi una spiaggia. L’eccitazione di tutti era dovuta dalle continue raccomandazioni del signor Bligh che ci diceva di rimanere calmi, perché soltanto poche settimane prima avevamo rischiato di perdere la vita per mano degli indigeni. Quando la lancia toccò la sabbia, saltammo giù godendoci la sensazione dei piedi che toccavano la terraferma. Non ci mettemmo a correre o a ballare come pazzi; l’avevamo fatto in passato, ma in quel momento eravamo troppo deboli, ci girava la testa, avevamo la pancia vuota e il morale basso, così ci distendemmo sulla sabbia. Dopo un po’, vedendoci leggermente più in forze, il capitano ci divise in due gruppi, uno a cercare acqua e cibo, e l’altro a fare qualche piccola riparazione alla nostra imbarcazione. Io ero stato scelto per andare in esplorazione e ne ero felice. – L’isola sembra deserta – ci ammonì – ma fate attenzione. I selvaggi potrebbero essersi nascosti se ci hanno avvistato da lontano, e se è così possiamo star certi che saranno dieci volte più di noi. Eravamo sei o sette e ci inoltrammo tra gli alberi.
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Il testo NARRATIVO
Ad un tratto mi giunse alle orecchie un suono più piacevole che un uomo possa sentire: lo scroscio d’acqua di una fonte. Avanzammo ancora tra i cespugli e ci trovammo davanti a uno specchio d’acqua minuscolo, ma che per noi era più che sufficiente. Ci buttammo nell’acqua fredda e, quando decidemmo di placare la sete, ci guardammo ridendo a crepapelle. – Ragazzi date un’occhiata – disse Tomas Hall con gli occhi fissi su una fila di rocce ricoperte di conchiglie. Non capivamo cosa avesse in mente, ma un attimo dopo afferrò una conchiglia e l’aprì. Mostrando una lucida, pallida ostrica. Poi fece scivolare in bocca il mollusco e chiuse gli occhi deliziato. Nel giro di pochi secondi lo stavamo copiando tutti: eravamo indaffarati a staccare le ostriche, aprirle, estrarre il mollusco e mangiarlo. Ce n’erano a migliaia e non vedevo l’ora di tornare alla spiaggia e dirlo agli altri. In più, al ritorno, ci imbattemmo in una macchia di cespugli ricoperti da una infinità di bacche rosse e nere. Ci lanciammo su di esse e mangiammo fino ad avere la pancia gonfia. Quando finalmente tornammo in spiaggia, cominciai a sentirmi male. Mi strinsi la pancia gemendo, e pensai che forse non era stata una buona idea mangiare così tanto e in fretta dopo un periodo così lungo di denutrizione. Mi sembrava che ogni ostrica e ogni bacca che avevo ingurgitato si ribellasse a quella temporanea prigionia. E in quella guerra che si svolgeva nel mio intestino, bacche e ostriche erano di sicuro le vincitrici. Parecchi degli altri uomini erano in condizioni simili alle mie, mentre altri non sembravano soffrire quanto noi.
Windigeni: nativi del luogo. Wlancia: scialuppa di salvataggio.
Scrivo 1 Scrivi un racconto di avventure. Segui la traccia.
• Perché ti trovavi nella foresta tropicale? • Che cosa stavi cercando? • Dove pensavi che fosse nascosto? • Quali pericoli hai dovuto affrontare? • Quali emozioni hai provato? • In che modo si è conclusa l’avventura?
Era comunque stato un bel pomeriggio, il migliore che ricordassi, in tutto quel dannato viaggio. Jules Verne
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Il racconto di DI AVVENTURA IL RACCONTO AVVENTURA Laboratorio di LETTURA
1 Rispondi alle domande.
• Dove si svolge l’avventura? • Chi è il protagonista? • Quale pericolo deve affrontare? • In che modo riesce a superarlo? 2 Sottolinea nel testo le parole che descrivono Polifemo. 3 Che aspetto avranno i Ciclopi accorsi in aiuto a Polifemo? Illustrali sul quaderno e fai una breve descrizione di ciascuno.
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I classici dell’avventura
Le avventure di Ulisse Giunto a un’isola sconosciuta e gettata l’ancora, Ulisse scelse dodici compagni e prese un otre di buon vino rosso. – Un vino prelibato come questo può essere utile, anche come dono augurale. Presto si trovarono di fronte a un’enorme apertura di una grotta, circondata da un recinto in cui pascolavano capre e pecore. – Questa grotta è abitata – commentò un marinaio. – Entriamo! – ordinò Ulisse. E i tredici uomini si addentrarono nella grotta, un enorme antro destinato ad abitazione. – Ma questa è la grotta di un gigante! – disse qualcuno. – Sì – confermò Ulisse. – Ho sentito parlare di mostri giganti, detti Ciclopi. Io resto a conoscere l’abitante della grotta. Mentre Come gli uomini si guardavano perplessi, un rumore di passi scosse tutto l’antro. Il mostro entrò, fischiettando e spingendo dentro le greggi. Era immenso, una vera montagna umana e, sul viso orrendo, si apriva un solo grande occhio, rosso e terribile, posto in mezzo alla fronte. Il gigante, con un pesante macigno, chiuse l’apertura della grotta. – Chi siete, stranieri? – chiese il Ciclope, quando mentre vide comparire Ulisse e i suoi compagni. – Veniamo da Troia e siamo diretti alla nostra patria – spiegò Ulisse. – Io mi chiamo Polifemo – borbottò quello. – E ora dovrò accontentarmi di voi. Subito su di loro calarono le manacce del mostro e due giovani furono sollevati da terra e in un attimo il gigante se li cacciò in bocca. Il giorno dopo, appena il gigante fu uscito con le greggi ed ebbe rinchiuso i prigionieri nella grotta, Ulisse ordinò ai compagni di acuminare ben bene un palo di olivo.
Il testo NARRATIVO
La sera, quando Polifemo tornò, Ulisse gli offrì una scodella di vino. Al gigante piacque così tanto che si fece riempire la tazza in continuazione, diventando sempre più allegro. – Senti – disse a un certo punto – come ti chiami? – Il mio nome è Nessuno – rispose pronto Ulisse. – Nessuno? Che bel nome! – E detto questo, si sdraiò vinto dal sonno. Subito Ulisse e i compagni arroventarono il palo di olivo nella brace, si avvicinarono al Ciclope, sollevarono il palo e lo infilarono nell’unico occhio del mostro. – Aiuto! Aiuto! Amici, compagni Ciclopi, salvatemi! – urlò il gigante. – Chi ti fa del male, Polifemo? – tuonarono i Ciclopi accorsi. – Nessuno! – strillò subito il mostro. – E perché ci disturbi? – domandarono quelli allontanandosi seccati. Il mattino seguente Polifemo frugò in ogni angolo alla ricerca dei suoi aggressori, ma Ulisse e i suoi compagni riuscirono a sfuggirgli. – Non importa. Tanto non hai scampo, maledetto Nessuno: da qui non puoi andartene. – Su, venite qui! – bisbigliò Ulisse ai compagni. Afferrò alcuni montoni e li legò insieme a tre a tre. Sotto la pancia del montone nel mezzo legò poi ognuno dei compagni. – E tu, come uscirai? – gli chiesero. Ulisse indicò un ariete più grosso degli altri. – Mi attaccherò sotto la sua pancia. Di lì a poco Polifemo spostò il macigno che chiudeva la caverna, poi come si pose a sedere all’uscita e distese le mani per tastare tutte le bestie e scoprire se in mezzo a loro qualche uomo tentasse la fuga. Tutti ben presto furono fuori, usciti sotto le pance dei montoni. In un attimo Ulisse e i suoi compagni raggiunsero gli scogli, poi la loro nave. A. Gagliardi, Le più belle storie del mondo antico, Petrini
Rifletto sulla lingua 1 Leggi con attenzione il testo e cancella il connettivo che non è adatto.
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AVVENtUra A
FUMETTI
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Le avventure di Ulisse 1
Dopo aver letto il testo, scrivi nelle vignette le parole che potrebbero pronunciare i personaggi. Poi racconta a voce e rielabora per iscritto sul quaderno.
IL RACCONTO DI AVVENTURA
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Il racconto di AVVENTURA Laboratorio di LETTURA
I classici dell’avventura
La maga Circe Dopo giorni di navigazione Ulisse con i suoi uomini sbarcò sull’isola di Eea. Tutti guardavano l’ignota terra col cuore pieno di angoscia e, vinti dalla stanchezza, si addormentarono. Ulisse vide del fumo sopra le chiome degli alberi e mandò un gruppo di uomini guidato da Euriloco per capire da dove provenisse. Dopo molte ore Euriloco fece ritorno e raccontò la triste sorte toccata ai suoi compagni: – Il fumo veniva da un palazzo in mezzo alla radura. Tutt’intorno vi erano boschi e fra i rami più bassi abbiamo scorto una gran quantità di animali che stridevano, ululavano e grugnivano, ma in modo gentile, quasi fossero addomesticati. Tutti avevano occhi umani e sembravano implorarci di andar via, di salvare la vita. Ad un tratto ci è apparsa una dea o tale sembrava, il suo nome è Circe. Entrati nella sua splendida dimora ci ha offerto un ricco banchetto e bevande, io ho nutrito subito un sospetto perciò non ho toccato cibo mentre i miei amici, ammaliati dalle sue parole, si sono saziati di ogni prelibatezza. Poi Circe ha toccato con una bacchetta la fronte di ognuno trasformandoli in porci. Ulisse, spinto dall’ira, si avviò verso il palazzo della maga Circe e, mentre attraversava il bosco, incontrò Ermes, il messaggero degli dèi, che gli diede un potente antidoto per sconfiggere la perfida maga. Ulisse fu accolto con grandi cerimonie, sorrisi, danze e canti di ancelle. Ordinò un banchetto e offrì a Ulisse una coppa colma di vino, ma l’erba salubre aveva sciolto ogni incantesimo. La maga fece un passo indietro e lo implorò: – Ti scongiuro forestiero, non attentare alla mia vita, solo Ulisse può fare ciò! – Sono Ulisse e, se non mi rendi i compagni, nulla mi frenerà di trapassarti con questa spada da parte a parte – esclamò l’eroe. – Poiché non mi uccidi sono obbligata a restituirti i tuoi compagni – disse la maga, dirigendosi verso un basso edificio con spesse grate. Lì Ulisse scoprì i suoi compagni trasformati in porci. Circe sollevò la verga mormorando delle parole, aprì il porcile e i ventidue musi porcini si tramutarono in facce umane e i grugniti
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testo NARRATIVO Faccia mo FILIl O SOFIA
diventarono chiare voci di uomo. Ulisse commosso abbracciò i suoi uomini e, su invito della maga, sedettero a un banchetto, senza più temere i suoi inganni. La maga convinse Ulisse a rimanere nel suo palazzo insieme ai suoi uomini e fu così che nell’isola di Circe vi rimasero un anno. Tuttavia la nostalgia di ritornare ad Itaca prese il sopravvento, così Ulisse decise di partire nonostante i suoi compagni non fossero d’accordo. – Dove vuoi condurci ancora? Abbiamo affrontato tutto e non vogliamo affrontare nuove sciagure – esclamarono. – Partirò solo, accompagnatemi alla nave – disse Ulisse ai suoi compagni. Essi lo accompagnarono, ma non ebbero il coraggio di lasciarlo andare sui flutti insidiosi. Giunse anche Circe e, salutandoli, disse loro che avrebbero affrontato nuove pericolose avventure.
Ulisse dopo aver vinto la guerra di Troia, grazie allo stratagemma del cavallo, riparte per la sua amata Itaca. Durante il viaggio è ostacolato da alcuni dèi ostili, a causa del suo comportamento offensivo verso di loro. Al suo fianco ha però anche dèi favorevoli, che in lui vedono l’uomo che non si ferma davanti ai pericoli per amore della conoscenza. Tutti gli ostacoli che incontrerà nel suo lungo e difficile viaggio saranno affrontati e superati grazie alla sua intelligenza e al suo coraggio.
1 Dopo aver letto le pagine delle avventure di Ulisse, prova a riflettere sulla sua figura e condividi poi le tue riflessioni con i compagni: insieme, con l’aiuto dell’insegnante, provate a capire in che modo e attraverso quali caratteristiche Ulisse sia un simbolo dell’umanità. Aiutati nella riflessione con le seguenti domande:
• Che cosa, oltre il desiderio di conoscenza, spinge Ulisse a non arrendersi mai? • In quali occasioni dimostra di essere intelligente e astuto? • Rileggendo la storia di Ulisse, ti vengono in mente imprese eroiche compiute da altri uomini? • È giusto sfidare sempre i propri limiti o a volte bisogna saper accettare la sconfitta? • Credi che Ulisse sia stato capace di provare emozioni? • Al suo posto come ti saresti comportato? Avresti rischiato la vita pur di tornare a casa dalla tua famiglia? • Che cosa, secondo te, accomuna Ulisse all’uomo moderno? 2 Raccogliete poi le considerazioni alle quali siete giunti tutti insieme e realizzate un lapbook sul quale traccerete l’identikit di Ulisse.
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COMPRENDERE è FA CIL E L’isola del tesoro PERSONAGGI TEMPO LUOGO FATTI
Un giorno arrivò alla nostra locanda un vecchio marinaio che si trascinava dietro, sopra una carriola, una vecchia cassetta. Appena arrivato, ci disse che potevamo chiamarlo “Capitano” e nei giorni seguenti non parlò quasi mai. Un giorno però arrivò un forestiero, con il quale il Capitano cominciò una lite furibonda. Alla fine, il forestiero fuggì: io trovai il Capitano lungo disteso per terra. Per fortuna, arrivò il mio amico, il dottor Livesey, e constatò che non era ferito, così lo lasciammo solo a riposare. Verso mezzogiorno mi recai dal Capitano con le medicine che il dottore aveva ordinato. Egli tentò di alzarsi, senza successo; prima rimase in silenzio, poi mi confessò che alcuni uomini volevano la sua cassetta da marinaio dove era custodito un segreto molto importante. Mi fece giurare che se lui fosse morto avrei impedito in ogni modo che quegli uomini se ne impossessassero. Qualche giorno dopo il Capitano morì improvvisamente, io presi la chiave che portava al collo e aprii la cassetta: sul fondo c’era un pacchetto di tela cerata, lo presi e corsi a raccontare tutto a mia madre. Decidemmo di andare subito dal Dottor Livesey per chiedergli un consiglio. Ci dissero che era a cena dal Cavaliere e lì lo raggiungemmo. Aprimmo la cassetta e vi trovammo la pianta di un’isola con tutte le informazioni necessarie per raggiungerla. Sopra di essa c’erano tre croci segnate in inchiostro rosso. Accanto a quella segnata a sud-ovest c’era scritto: IL GROSSO TESORO STA QUI! Fu deciso di partire al più presto. La mia impazienza faceva galoppare la fantasia e mi sembrava, in certi momenti, di essere ormai sull’isola del tesoro. Robert Louis Stevenson, L’isola del Tesoro, Dami
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IL RACCONTO DI AVVENTURA
1
Segna con una X la risposta corretta. Chi è il protagonista del racconto? un ragazzo che vive in una locanda un pirata PERSONAGGI
Quando si svolge la vicenda? in un tempo imprecisato in un tempo precisato TEMPO
Dove si svolge la vicenda? in una locanda in un cimitero LUOGO
Chi arriva nella locanda? un “Capitano” un ammiraglio FATTI
Che cosa succede al Capitano? scappa con un tesoro litiga con un forestiero e poco dopo muore Che cosa c’è nella cassetta del Capitano? la mappa di un tesoro un forziere pieno d’oro Quale decisione fu presa? si decise di seppellire il tesoro
si decise di partire al più presto
2 Collega con una freccia i personaggi alle azioni che compiono.
aprono il pacchetto e trovano la mappa
3
prende la chiave e apre la cassetta
porta una cassetta in una carriola
Osserva le immagini. Quale personaggio non appartiene al racconto? Indica con una X. 109
VE RI FI CO
LE MIE COMPETENZE
Lo squalo – Certo che la Guardia Costiera fa schifo! – sentenziò Giada. – Siamo in mare da venti minuti e non si vede neppure l’ombra di un motoscafo. Non dicevano che avrebbero pattugliato la costa metro per metro, dopo l’avvistamento dello squalo? – Penseranno, giustamente, che nessun idiota uscirebbe in mare con questo tempo! – le rispose Davide imbronciato, con l’asciugamano fradicio buttato sulle spalle per difendersi dagli spruzzi salati che lo investivano in pieno. – Che ne dite di tornare? Comincio ad avere freddo e fame... – Come vuoi – dissi un po’ delusa. Davide iniziò la manovra di ritorno, lentamente, come se fosse alla guida di un transatlantico, ma il mare si era alzato e, nonostante le sue precauzioni, un’ondata più alta delle altre si abbatté sul gommone, infradiciandoci. – Accidenti a te! – strillai. – Possibile che… Mi interruppi, vedendo lo sguardo sconvolto di Davide. – Che cosa c’è? Lo squalo? – domandai preoccupata, saltando al centro del gommone, con il cuore che mi batteva all’impazzata. – Peggio! – sibilò Giada, pallida. – Non ti sei accorta che si è spento il motore? Il mare mordeva i fianchi del gommone, sollevandoci e ributtandoci giù, con un gesto maestoso e indifferente. Dopo ore alla deriva, la costa, le insenature e i tetti delle case erano spariti. Il mare color argento ingrossava e il vento ci toglieva il respiro. Mi alzai in piedi e guardai intorno, e fu allora che compresi che non saremmo mai riusciti a tornare a casa. Mare, solo mare fin dove potevo spingere lo sguardo. Scoppiai a piangere. Qualcosa urtò con violenza il tavolato del gommone. Persi l’equilibrio, scivolai e picchiai il sedere. Poi l’urlo di Davide mi fece accapponare la pelle. – C’è qualcosa sotto di noi! Avvertimmo un movimento come se l’acqua, sotto di noi, fosse mancata improvvisamente, come quando in aereo c’è un vuoto d’aria e ti manca il respiro… In pochi secondi la mia testa svolse una moviola di immagini, una più orripilante dell’altra: un fondo marino brulicante di esseri mostruosi; voragini buie; onde anomale che ci avrebbero sprofondato in una notte eterna… Gocce di sudore mi imperlavano la fronte. – Lo squalo! – gemette Giada disperata. – Fanno così prima di attaccare! Mi coprii il viso con le mani. Arrivò un altro colpo più forte degli altri e strillai con tutto il fiato che avevo in gola. Davide e Giada allungarono il mio urlo all’infinito. Ci abbracciammo tremanti, aspettando il colpo fatale che ci avrebbe scaraventati in acqua. Dopo un interminabile silenzio, i colpi si fecero leggeri, costanti. Lentamente, il gommone si mosse. S. Colloredo, Secondo me, Ape Junior
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ESPLORO IL TESTO
IL RACCONTO DI AVVENTURA
Comprendo M Chi sono i protagonisti del racconto? gli uomini della Guardia Costiera
M Dove si trovano i ragazzi?
tre ragazzi
a bordo di un motoscafo
M Che cosa li preoccupa?
la possibile presenza di uno squalo
a bordo di un gommone
la mancanza di carburante
M Perché l’imbarcazione finisce alla deriva? si è rotto il timone
si è spento il motore
M Che cosa ti fa capire la frase “Il mare mordeva i fianchi del gommone”? il mare è molto agitato
lo squalo si trova sotto il gommone
M Che cosa significa “brulicante di esseri mostruosi”? pieno di mostri
mostri striscianti
M Da cosa sono causati i colpi che spaventano i tre ragazzi? dallo squalo che li attacca
dal motore che si è riavviato
Analizzo M Il racconto è scritto:
in prima persona
M I fatti narrati sono:
verosimili
M I personaggi sono:
realistici
M Il luogo della narrazione è: M Il tempo della narrazione è: M La vicenda è narrata:
in terza persona
inverosimili fantastici
precisato precisato
al presente
imprecisato imprecisato al passato
Rifletto sulla lingua M Rispondi alle domande. • • • • •
Nella frase “Persi l’equilibrio, scivolai e picchiai il sedere” quanti verbi ci sono? ................... In quale tempo e modo sono espressi? ................................................................................................................................................................................... Qual è il soggetto della frase? ...................................................................................................................................................................................................................... C’è almeno un complemento oggetto? .................................................................................................................................................................................... Se sì, qual è? ...........................................................................................................................................................................................................................................................................................
AUTOVALUTAZIONE H Com’è stato svolgere le attività?
semplice
difficile
molto difficile
111
Percorso d i
SCRITTURA
1
Immagina e completa sul quaderno lo sviluppo dei RACCONTI DI AVVENTURA tratti da alcuni famosi classici, inserendo gli elementi che caratterizzano questo genere narrativo.
Morgan il pirata
Morgan, il luogotenente del Corsaro Nero, gettò la sua nave contro il veliero spagnolo. Quaranta corsari si lanciarono, senza mandare un grido, addosso ai marinai spagnoli che cercarono di darsi alla fuga. Morgan gridò ai marinai della nave catturata: – arrendetevi o comando di aprire il fuoco su di voi. E. Salgari, Il corsaro Nero, Vallardi Editori
Robin Hood
Tutto solo, nella radura dominata da un enorme albero secolare, Robin Hood stava esercitandosi al tiro con l’arco. Dopo un po’, mentre stava percorrendo col suo amico Little John un sentiero della foresta fu raggiunto da una ragazza in lacrime. – Cercavo te, Robin – disse tra i singhiozzi. – Hanno arrestato i miei fratelli e li hanno condannati alla forca. Aiutaci tu. Alexandre Dumas, Le avventure di Robin Hood, Giunti Editori
Avventura negli abissi marini
Da sei mesi eravamo prigionieri a bordo del Nautilus e, come mi facevano notare i miei compagni, per noi non si presentava nessuna possibilità di cambiare la situazione. Il 20 aprile navigavamo a una profondità di millecinquecento metri. Erano le undici quando Ned attirò la nostra attenzione su un formidabile formicolio che si intravvedeva attraverso grandi alghe. – Che bestia spaventosa! – esclamò. Andai a guardare anch’io e non potei reprimere un moto di repulsione. Davanti ai miei occhi si agitava un mostro orribile. Jules Verne, Ventimila leghe sotto i mari, Editrice Piccoli
112
RIPASSO con la
MAPPA
Leggi la mappa: ti aiuterà a ricordare le caratteristiche del RACCONTO DI AVVENTURA.
IL RACCONTO DI AVVENTURA È un testo narrativo che racconta fatti avvincenti ed emozionanti.
PERSONAGGI FATTI Accadono fatti eccezionali, eventi inattesi che complicano la situazione iniziale dando avvio ad una serie di peripezie. Gli avvenimenti possono essere raccontati in prima o in terza
persona.
LINGUAGGIO
Il linguaggio è caratterizzato da descrizioni particolareggiate e da dialoghi che hanno lo scopo non solo di vivacizzare il racconto, ma anche di esprimere le emozioni dei personaggi.
Hanno caratteristiche esagerate e riescono a trovare strategie per mettersi in salvo.
TEMPO
Il tempo è definito con precisione, in generale è il passato o il presente.
LUOGHI
I luoghi in cui sono ambientati i fatti possono essere naturali e selvaggi, vi si nascondono insidie e pericoli.
113
Il racconto di PAURA
Gli ti ingredien del testo
Personaggi Il racconto di paura narra storie realistiche o fantastiche ricche di vicende spaventose. Ha lo scopo di tenere il lettore col fiato sospeso, suscitando paura e tensione.
Persone comuni si trovano ad affrontare creature spaventose come mostri, fantasmi, vampiri...
Tempo Le vicende si svolgono in un tempo a volte precisato a volte indefinito.
Luoghi Le storie si svolgono in luoghi spesso bui e spaventosi: case abbandonate, antichi castelli, ambienti oscuri e tenebrosi, boschi, cimiteri, soffitte polverose, castelli in rovina, foreste...
Fatti Accadono fatti terrificanti e spaventosi: apparizioni di esseri mostruosi che suscitano terrore. Il testo può essere scritto in prima o in terza persona.
Linguaggio Il linguaggio è caratterizzato da frasi brevi che danno un ritmo incalzante. È ricco di aggettivi e di similitudini per esprimere gli stati d’animo dei personaggi.
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Il testo NARRATIVO
Un luogo inquietante Scesi dal marciapiede e mi addentrai nel bosco di notte. Mi sentii cadere addosso oscurità e silenzio, e improvvisamente ebbi freddo. “È così silenzioso qui” pensai, rabbrividendo. “Alberi alti, fitti arbusti, ma nemmeno un cinguettio. Perché non ci sono uccelli e scoiattoli?” mi chiesi. Trovai un sentierino di terra battuta che sembrava portare nella direzione giusta. Lo imboccai. Arrivai in un’ampia radura. Lastroni di pietra sbucavano dal terreno: pietre tombali. Mi accorsi che era un cimitero. Sentii di nuovo freddo. Sentivo solo lo scricchiolio dei ramoscelli secchi sotto i piedi: crunc, crunc, crunc, crunc, crunc... Ma improvvisamente mi sembrò di sentire un rumore. Feci un passo di lato e qualcosa sfiorò il mio zaino. – Oh! – gridai voltandomi. Vidi una vecchia faccia rugosa che rideva rivolta verso di me. Un vecchio. No... Era una statua. La statua di un vecchio seduto sulla sua tomba! “Devo uscire di qui” pensai, e ripresi a camminare in fretta. Crunc, crunc, crunc, crunc, crunc... Eccolo di nuovo. Un risolino. O una risata. La risata di un ragazzo. E un rumore di passi proprio dietro di me! Mi voltai di scatto! Non c’era nessuno. Corsi fuori dal cimitero a gambe levate e mi ritrovai finalmente a pochi passi da casa. – Hai sentito il vento tra gli alberi – dissi fra me con fermezza. – Non c’è assolutamente niente di cui aver paura in quel cimitero – mi ripetevo.
Il personaggio del racconto è: realistico fantastico La vicenda si colloca in un tempo: determinato indeterminato Il luogo dove si svolge la storia è: realistico e spaventoso misterioso e inesistente La vicenda si svolge: di giorno di notte Il fatto narrato è: realistico fantastico Il racconto è scritto in: prima persona terza persona
Robert Lawrence Stine, Nascondino con il morto, Mondadori
115
Il racconto di PAURA
Analizzo 1 Segna con una X l’affermazione corretta.
I personaggi sono reali e fantastici reali Le vicende narrate sono: straordinarie e fantastiche reali e possibili Il tempo è: precisato imprecisato
Scrivo 1 Concludi la storia.
• Come reagiranno i genitori di Lisetta e di Guglielmo alla vista del piccolo mostro? • Quali doti eccezionali rivelerà quest’ultimo? • In quale occasione?
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Pianta un seme… e spunta un mostro! Probabilmente, quando sono entrato nel negozio del signor Trapianti, avrei dovuto notare la sua gobba sotto l’abito nero e i suoi capelli arrugginiti. Avrei dovuto notare che tutte le piante avevano nomi strani: Calamita Mordorea o Absurdis Gigantibus. Ma mia figlia mi tirava per la manica: – Prendiamo dei semi, papà! Dai, prendiamo dei semi! – Ho proprio quello che fa per te, bella bambina! – disse il signor Trapianti. – Un grazioso sacchetto di semi di Monsteriosa Deliciosa. Tu li pianti, li annaffi e in brevissimo tempo hai una Monsteriosa. – Tutti questi semi per una sola pianta? – mi stupii io. – Sì, mio caro signore! Non crederà ai suoi occhi, vedrà! Qualche giorno più tardi, mia moglie e io eravamo in salotto quando mia figlia e mio figlio arrivarono correndo. – E adesso papà, che cosa ne facciamo di questo mostro? – mi domandò incuriosita Lisetta. Sono sempre felice quando i miei figli mi invitano a giocare con loro. – Il mostro? – dissi io assumendo un’aria da coraggioso. – Lo farò a pezzi, il mostro! E feci finta di estrarre la spada dal fodero.
Il testo NARRATIVO
– Oh, no! – supplicò Guglielmo. – Ha un’aria così buona! – Buona? – ripetei un po’ sorpreso. – Ma in genere i mostri… – Non questo! – gridarono mia figlia e mio figlio. – Vieni a vederlo. Feci l’occhiolino a mia moglie e andai nella camera dei bambini. – Ma è… è un mostro! – esclamai vedendo uno strano essere seduto sul letto di Lisetta. – È quello che ti stavamo dicendo – mi fece notare Guglielmo. Era un vero mostro. Una Monsteriosa Deliciosa appena germogliata. Era verde, con delle pustole blu. Aveva gli occhi rossi e una corta proboscide, due ali membranose come quelle di un pipistrello e una lunghissima coda che saliva fino al soffitto. Non era più alto di Guglielmo. Doveva trattarsi di un mostro-bambino. Marie-Aude Murail, Pianta un seme… e spunta un mostro, Edizioni EL
Comprendo 1 Indica con una X se l’affermazione è vera V o falsa F .
• Il signor Trapianti è titolare di un negozio di piante. • Ha la gobba e strani capelli. • Le piante del suo negozio crescono rigogliose. • Il signor Trapianti consiglia alla bambina delle piantine con fiori. • Per avere una Monsteriosa Deliciosa non è necessario piantare un solo seme. • Il papà va nella cameretta sollecitato dai figli. • Quando vi arriva vede un mostro seduto sul letto di Lisetta. • La Monsteriosa Deliciosa è un mostro bambino verde con delle pustole blu.
V
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Il racconto di PAURA
Analizzo 1 Indica con una X gli elementi del racconto di paura presenti in questa storia.
l’ora in cui si svolgono i fatti il luogo in cui è ambientata la scena colpo di scena il clima di suspense oggetti che prendono vita 2 In questo racconto ci sono parti descrittive. Sottolineale.
Secondo te queste descrizioni rendono la storia: più noiosa più avvincente
Oltre le
PAROLE
1 Qual è il significato della seguente espressione?
“i piedi sembravano inchiodati al pavimento” i piedi erano di legno i piedi non riuscivano a muoversi
118
Una sorpresa dal passato I due uomini tolsero lentamente i pannelli di legno coperti di ragnatele e li deposero a terra. Poi guardarono il meraviglioso sarcofago egizio, decorato da una infinità di geroglifici. Nel vecchio scantinato deserto e maleodorante la luce del giorno andava scomparendo. Era buio e il professor Jelly avvicinò la lampada per esaminare i geroglifici. – Che cosa significano? – domandò Grimstone, il direttore della sezione egizia del museo. Il professore incominciò a tradurre i geroglifici: «Chi apre questo sarcofago sarà maledetto da Anubi». Saremo maledetti da Anubi, il dio dei morti. Grimstone era impallidito: – E queste maledizioni funzionano? – Non ne ho un’idea rispose Jelly. Poi aggiunse: – Ah, ascolti questo: «Qui giacciono le sacre spoglie del faraone sovrano il cui nome rimbomberà nei secoli». È lui! È Sennapod, il faraone scomparso della quarta dinastia e mezzo! – Le fonti scritte – disse Grimstone – sostengono che accanto alla sua tomba sia stato seppellito un tesoro e nel sarcofago sia nascosta la mappa per raggiungerlo. Cerchiamolo, Jelly! I due sollevarono il coperchio con cautela, ed ecco Sennapod vecchio di oltre quattromila anni, tutto avvolto in bende grigiastre. – Bleah! Che puzza! – esclamò Grimstone!
Gioco con la
STOR IA C Quali inaspettate avventure vivranno il professor Jelly e Grimstone per recuperare la mummia vivente del faraone Sennapod? Immagina e racconta la storia con i fumetti.
Il testo NARRATIVO
– Anche lei puzzerebbe se fosse morto da tanto tempo… – gli fece notare il professor Jelly. – Guardi qui, Sennapod stringe in mano un papiro! Deve essere la mappa! E liberò il papiro dalle dita bendate della mummia. Improvvisamente il locale si fece buio e freddo. Sotto gli occhi sbarrati dei due uomini la mummia cominciò a dare impercettibili segni di vita… Le antiche dita si mossero. La bocca lottò per farsi largo tra le bende e finalmente l’aria fresca penetrò nei millenari polmoni, che cominciarono a respirare di nuovo. La testa si sollevò di colpo e il corpo si mise seduto. Poi la mummia si alzò lentamente in piedi, mentre le bende cadevano a terra. Grimstone e Jelly fecero per gridare, ma le loro voci erano così soffocate che ogni sforzo risultò inutile. I due cercarono di fuggire ma i piedi sembravano inchiodati al pavimento. Il faraone Sennapod, signore dei serpenti e re degli ippopotami, superò i corpi tremanti, raggiunse la porta del locale e uscì nella notte buia e piovosa. Proprio quel giorno ricorreva il suo quattromilaseicentesimo compleanno. Jeremy Strong, C’è un faraone nel mio bagno!, Piemme Junior
Comprendo 1 Completa le frasi.
Il professor Jelly e il direttore della sezione egizia del museo si trovano ……………………………..........................…………………………………………………………… ……………………………..........................…………………………………………………………… ……………………………..........................……………………………………………………………
Il professore iniziò a tradurre ……………………………..........................…………………………………………………………… ……………………………..........................…………………………………………………………… ……………………………..........................……………………………………………………………
Grimstone disse che accanto alla tomba avrebbero trovato ……………………………..........................…………………………………………………………… ……………………………..........................…………………………………………………………… ……………………………..........................…………………………………………………………… ……………………………..........................…………………………………………………………… ……………………………..........................……………………………………………………………
Il professor Jelly liberò il ……………………… ……………………………..........................……………………………………………………………
Sotto gli occhi sbarrati dei due uomini la mummia …………………………………………… ……………………………..........................…………………………………………………………… ……………………………..........................…………………………………………………………… ……………………………..........................…………………………………………………………… ……………………………..........................……………………………………………………………
I due uomini rimasero paralizzati ………………………………………………………………………… ……………………………..........................…………………………………………………………… ……………………………..........................…………………………………………………………… ……………………………..........................…………………………………………………………… ……………………………..........................……………………………………………………………
Il faraone Sennapod ……………………………………… …………………………………..........................…………………………………………………….. ……………………………..........................…………………………………………………………… ……………………………..........................…………………………………………………………… ……………………………..........................…………………………………………………………… ……………………………..........................……………………………………………………………
119
COMPRENDERE è FA CIL E Il pupazzo maledetto PERSONAGGI TEMPO LUOGO FATTI
Sobbalzai. In un primo momento, pensai che qualcuno mi stesse spiando. Poi mi resi conto che a proiettare l’ombra era un pupazzo di neve. Lo osservai. I rami che fungevano da braccia, uno alzato e l’altro disteso orizzontalmente, erano lunghi, esili e inquietanti. Superai l’ombra e attraversai la strada. Incrociai un’altra ombra. Ancora un pupazzo di neve. Identico al precedente. Le ombre di tanti pupazzi di neve si incrociarono lungo la via. A un tratto ebbi l’impressione di camminare in un mondo in bianco e nero fatto di teste scure, sciarpe svolazzanti e braccia secche come rami che oscillavano in un saluto spaventoso. Perché c’erano così tanti pupazzi di neve? Perché la gente del villaggio li faceva tutti uguali? Un altro gemito mi fece sollevare lo sguardo dalle lunghe ombre che si incrociavano sulla neve. Sembrava provenire da vicino ed era decisamente umano! Un brivido di terrore mi corse lungo la schiena. “È ora di rientrare”, pensai. I battiti del mio cuore stavano accelerando. Allungai il passo e, china nel vento che aveva incominciato a soffiare, tornai verso casa. Quando vidi l’ennesimo pupazzo di neve in un vialetto, mi bloccai. C’era qualcosa di molto strano in quel pupazzo. Sobbalzai. – Noooo! – gridai sconvolta. Il pupazzo di neve annuiva! Annuiva veramente! D’un tratto la testa rotolò giù dal corpo del pupazzo e si spaccò con un tonfo. Mi resi conto che era stato il vento a muovere la testa sfregiata e poi a farla cadere dal corpo. R. Stine, Il mistero della caverna di ghiaccio, Mondadori
120
o IL RACCONTO DIDIPAURA IL RACCONTO PAURA 1
Segna con una X la risposta corretta. PERSONAGGI
la narratrice
Chi è il protagonista del racconto? un mostro
Quando si svolge la vicenda? in un tempo imprecisato in un tempo precisato TEMPO
Dov’è ambientato il racconto? in un luogo chiuso all’aperto LUOGO
FATTI
Che cosa vede la protagonista? tanti pupazzi di neve tutti uguali Che cosa la spaventa? l’ululato del vento
un pupazzo stregato
un pupazzo di neve che muove la testa
2 Completa inserendo le seguenti parole al posto giusto:
teste • sciarpe • braccia • pupazzi di neve • testa • vento • gemiti Lungo la strada c’erano tanti …………………………………..................................……………………………………………… tutti uguali. Con le loro ………………………………………………………………………………… scure, le ………………………………………………………………………………… svolazzanti e le ………………………………………………………………………………… fatte di rami secchi erano davvero inquietanti. Sembrava di sentire dei …………………................................………………..............………………………………………………. Un pupazzo all’improvviso cominciò a muovere la …………………………………………………............................................……………… ma per fortuna era solo a causa del …………………………………………………………………………………. 3 Quale immagine descrive correttamente i pupazzi di cui si parla nel brano? Indicalo con una X.
121
VE RI FI CO
LE MIE COMPETENZE
Un sospetto nella notte Stanley trascorre una notte di grande paura perché teme che nella sua stanza ci sia qualcuno. Solo al mattino scoprirà che a provocare i rumori nell’armadio era... Quella notte, in sogno, mi parve di sentire odore di fumo. Una sensazione così intensa da provocarmi il risveglio, nel tentativo di vedere se la mia stanza stesse andando a fuoco. Ma c’era un’altra sensazione, ben più spaventosa del fumo. La sensazione che nella stanza ci fosse qualcuno. Dovetti spremere ogni stilla di coraggio ed energia per costringermi ad aprire gli occhi. Mi drizzai a sedere sul letto. Avevo la sgradevole impressione che qualcuno si stesse muovendo nell’ombra. A tastoni, cercai di accendere la lampada sul comodino, ci riuscii, mi trovai davanti al nulla. Mi accorsi che la porta dell’armadio era socchiusa. Dal suo interno, poco prima di andare a letto, avevo preso un cuscino pulito. Mi ero forse scordato di chiuderla bene? Per un bel pezzo me ne restai seduto sul letto, poi con calma scostai le coperte e mi diressi all’armadio, nel costante timore che da un momento all’altro la porta potesse spalancarsi; feci per aprirla, poi decisi che mi stavo comportando da stupido. La richiusi. Dall’interno, udii provenire un fruscio. Forse era qualche mia carabattola in fase d’assestamento. Fui colto da un attacco di pelle d’oca. Tornai verso il letto. Sentivo un brivido scivolarmi giù per la schiena, in una stanza tutt’altro che fredda mi sentivo gelido come un cadavere. Mi infilai a letto, mi misi seduto contro la testata, mi tirai le coperte fino al collo e rimasi a fissare la porta dell’armadio. Senza spegnere la luce. Mi convinsi che qualcosa vagava tra le ombre della mia stanza per poi nascondersi nell’armadio, o forse anche sotto il letto. Alla lunga, tuttavia, il sonno l’ebbe vinta sulla paura, e mi addormentai a luce accesa. Mi svegliai che era mattina inoltrata. Alla più rassicurante luce del giorno, mi azzardai infine a guardare nell’armadio. Ne saltò fuori Nub, scodinzolante. Mi sentii un idiota. Adatt. da J.R. Lansdale, La sottile linea scura, Einaudi
122
ESPLORO IL TESTO
IL RACCONTO DI PAURA
Comprendo M Chi è il protagonista del racconto? il narratore un cane M Per quale motivo si sveglia? gli sembra di sentire odore di fumo e avverte una presenza
la sua casa sta andando a fuoco
M Che cosa significa la frase “Dovetti spremere ogni stilla di coraggio ed energia
per costringermi ad aprire gli occhi”? fece appello a tutto il suo coraggio per vincere la paura si sforzò in tutti i modi per restare sveglio
M Perché Stanley ha un attacco di pelle d’oca?
perché ha la febbre
paura
perché ha
M Di cosa è convinto il protagonista? stanza
che ci sia qualcosa di sovrannaturale nella che qualcuno voglia ucciderlo
M Che cosa scopre infine il protagonista? che aveva fatto un brutto sogno
che nell’armadio c’era Nub
M Quale parola ti fa capire che Nub è un animaletto?
idiota
scodinzolante
Analizzo M Il racconto è scritto: M I fatti narrati sono:
in prima persona verosimili
M Il luogo della narrazione è: M I personaggi sono: M La vicenda si svolge:
inverosimili
precisato
realistici
M La vicenda è narrata:
imprecisato
fantastici
all’aperto
M Il tempo della narrazione è:
in terza persona
in un ambiente chiuso
precisato
al presente
imprecisato al passato
Rifletto sulla lingua M Nella frase “Per un bel pezzo me ne restai seduto sul letto, poi con calma scostai le coperte e mi diressi all’armadio” sottolinea i verbi ed analizzali in tabella. VERBO
CONIUGAZIONE
AUTOVALUTAZIONE H Com’è stato svolgere le attività?
MODO
semplice
TEMPO
difficile
PERSONA
molto difficile
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Percorso d i
SCRITTURA
1
Immagina e completa sul quaderno lo sviluppo dei RACCONTI DI PAURA, inserendo gli elementi che caratterizzano questo genere narrativo.
Paura Uscimmo dalla stanza buia e scendemmo le scale, verso l’atrio illuminato dalla luna. Se fossimo riusciti a cavarcela! Camminavamo il più silenziosamente possibile. Il sangue stava tornando a circolare nelle gambe di Jeanie, perciò procedeva sempre più facilmente. Poi all’improvviso accadde quello che avevo temuto. Un rumore simile allo sparo di un revolver ci paralizzò. C. Woolrich, Appuntamenti in nero, Einaudi
Ho visto una strega A otto anni mi capitò di imbattermi in una strega e, se sono ancora vivo, lo devo soltanto alla mia straordinaria nonna che era molto esperta di streghe e mi aveva messo in guardia: – Non si può indovinare con certezza se una donna è o no una strega semplicemente guardandola, ma se porta i guanti e la parrucca, se ha il naso aguzzo, strani occhi, i denti sfumati di blu... allora scappa più svelto che puoi! Quel pomeriggio... R. Dahl, Le streghe, Salani
Una visione terrificante Un ruggito altissimo squarciò il silenzio. Un essere mostruoso emerse dalla superficie del lago. Gli uomini videro dapprima degli enormi fanali rossi. Poi apparve un corpo spaventoso simile a un dinosauro fornito di tentacoli anziché di zampe: un mostro disgustoso e gigantesco, metà rettile e metà piovra! In men che non si dica, la terribile creatura... D. Rotta, Il mostro di Loch Ness, La Spiga
124
RIPASSO con la
MAPPA
Leggi la mappa: ti aiuterà a ricordare le caratteristiche del RACCONTO DI PAURA.
IL RACCONTO DI PAURA È un testo narrativo che racconta strane e spaventose storie che suscitano nel lettore paura e tensione.
PERSONAGGI FATTI
I fatti che accadono nel racconto di paura sono spaventosi e misteriosi a cui spesso non è possibile dare una spiegazione razionale. Gli avvenimenti possono essere raccontati in prima o in terza persona.
LINGUAGGIO
Il linguaggio è caratterizzato da frasi brevi che danno un ritmo incalzante. È ricco di aggettivi e di similitudini per esprimere gli stati d’animo dei personaggi.
Persone comuni si trovano ad affrontare creature spaventose, come mostri, vampiri, fantasmi... TEMPO
Il tempo a volte è precisato, a volte indefinito.
LUOGHI
I luoghi in cui sono ambientati i fatti sono bui e spaventosi come case abbandonate, antichi castelli, cimiteri...
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Il racconto GIALLO
Gli ti ingredien del testo
Personaggi Il racconto giallo è un particolare tipo di testo narrativo incentrato su un caso da risolvere: un furto, una comparsa misteriosa, in seguito al quale entra in scena un investigatore che attraverso indizi e testimoniante e, grazie al suo intuito, riesce a smascherare il colpevole. Il suo scopo è coinvolgere il lettore e tenerlo con il fiato sospeso.
Il protagonista è l’investigatore, che può essere un poliziotto, un detective dotato di intuito e capacità deduttive. Gli altri personaggi sono: la vittima, il colpevole, i sospettati (coloro che potrebbero aver commesso il crimine), i testimoni (coloro che hanno assistito al fatto).
Tempo Il tempo è determinato con l’indicazione precisa dell’ora e del giorno, utili per la soluzione del caso.
Luoghi I luoghi sono reali o verosimili. Essi hanno una grande importanza nella vicenda, soprattutto la scena del crimine in cui dovranno svolgersi le indagini.
Fatti I fatti partono da un crimine commesso. Le indagini occupano gran parte della storia. L’investigatore interroga i testimoni, raccoglie indizi e prove, cerca il movente cioè il motivo che ha spinto il colpevole a commettere il reato. La vicenda si conclude con la soluzione del caso. Gli avvenimenti possono essere raccontati in prima o in terza persona.
Linguaggio Il linguaggio presenta termini specifici: reato, indagine movente, alibi, indizi. Il ritmo narrativo è rapido e incalzante, con un effetto di suspense e colpo di scena.
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Il testo NARRATIVO
Gomma da masticare L’ispettore Venanzio Bracco si affacciò sulla porta dell’ufficio del sergente Rebecca Bonamira, mentre un adolescente dai modi arroganti che non smetteva di ruminare una gomma veniva portato nella sala degli interrogatori. Si chiamava Giorgio Mascella, ed era accusato di furto presso un concessionario di auto usate. Il rivenditore aveva lasciato la chiave nel cruscotto solo per pochi istanti, durante i quali aveva risposto al telefono voltando le spalle all’auto. Qualcuno ne aveva approfittato per fuggire sgommando. Il rivenditore aveva chiamato subito la polizia, che aveva inseguito l’auto rubata finché non aveva svoltato in una strada senza uscita. Nel veicolo c’era solo Giorgio, ma nessuno lo aveva visto effettivamente alla guida dell’auto. C’era anche la macchina, ma senza la chiave. Gli agenti l’avevano cercata in strada, ma non l’avevano trovata. Così avevano portato il ragazzo al commissariato, convinti che nascondesse la chiave, ma non era saltata fuori. L’ispettore Bracco iniziò l’interrogatorio. – Posso avere una gomma? – chiese Giorgio. – Non stavi già masticando? – domandò il sergente Bonamira. – L’ho buttata via, non sapeva più di niente – rispose lui. – Penso di sapere come fare a incastrare questo giovanotto e trovare la chiave, cioè la prova che risolverà questo caso – disse bruscamente il detective. Jim Sukach, Le indagini lampo dell’ispettore Bracco, Il Battello a Vapore
I personaggi del racconto sono: un ispettore un adolescente un rivenditore un distinto signore Il luogo in cui si svolge la vicenda è: indicato non indicato Il tempo in cui accadono i fatti è: passato e precisato indefinito Fatti: Gli indizi che fanno pensare alla colpevolezza di Giorgio sono: nella strada chiusa c’era solo lui la chiave non è stata trovata è un presuntuoso È importante trovare la chiave per: restituirla al rivenditore trovare la prova del furto commesso Il racconto è scritto in: prima persona terza persona
127
Il racconto GIALLO
La donna misteriosa La festa nella villa di Fred Furbi era davvero fantastica e gli ospiti eleganti conversavano gustando gli antipasti serviti dai camerieri. – Avete idea di chi possa essere la donna misteriosa? – chiese Fred Furbi all’ispettore Bracco. – Assolutamente no – rispose il detective. – L’ultima volta che l’ho vista sembrava alta più o meno come te, ma indossava dei sandali con i tacchi alti. È bravissima nel travestimento, perciò è improbabile che oggi abbia lo stesso aspetto. La donna misteriosa era un’abilissima ladra capace di intrufolarsi alle feste delle persone facoltose per rubare gioielli. Questa volta però l’ispettore Bracco la stava aspettando: aveva organizzato una trappola a casa del suo amico Fred Furbi. Aveva fatto circolare la voce che una famosa collana fosse depositata nella cassaforte di Furbi e che quella sera si sarebbe tenuta una festa alla villa. – Secondo voi ha fiutato la trappola o cercherà di rubare la collana? – chiese ancora Fred Furbi all’ispettore Bracco. – Presto lo scopriremo – rispose il detective. – La cosa migliore che possiamo fare è cercare fra gli sconosciuti: siccome conosco la maggior parte delle persone che hai invitato, se ne deduce che tutti gli altri siano sospetti. – Bene. Io vado in biblioteca a controllare – disse Fred. L’ispettore Bracco lo guardò farsi strada fra gli invitati e salire al piano di sopra. Proprio in quel momento una sconosciuta iniziò a salire le scale. L’ispettore Bracco la seguì con lo sguardo finché
Analizzo 1 Rispondi alle domande.
• Chi sono i protagonisti del racconto? ………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………......………………
• Dove si svolgono i fatti? ………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………......………………
• Quando? …………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………................ • La narrazione si svolge secondo lo schema dell’intreccio o della fabula? ………………………………………………………………………………… 128
Il testo NARRATIVO
scomparve in corridoio. Il detective sapeva che da quella parte si trovavano solo due stanze: la biblioteca e la camera da letto con la cassaforte. – È lei! – esclamò Bracco facendosi strada tra gli ospiti. Lui e il tenente Manetta raggiunsero le scale e le salirono di corsa. Quando arrivarono in camera da letto, trovarono la cassaforte aperta. La collana era sparita! Ma della donna misteriosa nessuna traccia. – Eppure la donna non è tornata di sotto – protestò il poliziotto. L’ispettore controllò le finestre, che erano state bloccate proprio per impedire alla ladra di fuggire. Erano intatte. Nella camera da letto tutto era in ordine. Solo l’armadio era leggermente aperto. – Diamo un’occhiata in giro – disse l’ispettore Bracco. – Guardi! – esclamò il tenente Manetta, mostrando un sacchetto trovato dietro la porta. – La collana è qui! – La ladra non deve essere lontana – disse il detective. – Deve essere ancora al piano di sopra. Cerchiamola. Lungo il corridoio c’erano solo tre persone. Una era Fred Furbi, l’altra era un uomo un po’ più basso, ma con molti più capelli. La terza era una donna, un po’ più alta dei due, nonostante indossasse scarpe senza tacco. – Fermate quella donna! – esclamò il tenente Manetta. – No, arresti quell’uomo! – ordinò l’ispettore Bracco al tenente. – È lei la donna misteriosa, ne sono sicuro! Jim Sukach, Le indagini lampo dell’ispettore Bracco, Piemme
Comprendo 1 Scrivi Vero
V
o Falso
F
.
• L’ispettore Bracco vuole sorprendere un’abile ladra di gioielli. • Organizza una festa nella villa del suo amico Fred Furbi. • Fa circolare la voce che nella cassaforte di Furbi è custodito un grosso smeraldo. • L’ispettore Bracco e il tenente Manetta sorprendono la donna. • Il tenente Manetta arresta un uomo basso e pelato.
V
F
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129
Il racconto GIALLO
Una mente eccellente
Oltre le
PAROLE
1 Qual è il significato della seguente espressione?
“navigava spesso in cattive acque” aveva spesso problemi economici affrontava spesso acque tempestose 130
Io e Sherlock Holmes, anche quel pomeriggio, ci mettemmo a discutere. Lui mi voleva dimostrare che da certe osservazioni era semplicissimo fare deduzioni. Io, non convinto, gli dissi: – L’ho sentita sostenere che è difficile per chiunque servirsi quotidianamente di un oggetto senza lasciarvi l’impronta della sua personalità, al punto che un osservatore allenato può sempre leggervela. Orbene, ho da poco acquisito un orologio da tasca: vuole cortesemente darmi la sua opinione circa la personalità dell’ex proprietario? Lui soppesò l’orologio, ne scrutò attentamente il quadrante, aprì la cassa ed osservò il meccanismo, dapprima ad occhio nudo e poi con una potentissima lente. – Quasi non ci sono indizi – osservò – l’orologio è stato pulito, e ciò mi priva delle notizie più rivelatrici. – È vero – dissi – è stato pulito prima che me lo mandassero. – Sebbene incompleto, il mio esame non è stato però del tutto infruttuoso – ripigliò – direi che l’orologio sia appartenuto a suo fratello maggiore il quale l’ha ereditato da vostro padre. – L’ha dedotto dalle iniziali H.W. incise sulla cassa. – Certamente la lettera W suggerisce il suo cognome, caro Watson. Questo genere di cose di solito passa in eredità a primogeniti che spesso portano lo stesso nome del padre. Se ben ricordo suo padre è deceduto già da molti anni. Quindi doveva essere passato a suo fratello. – Fin qui tutto bene – ammise – c’è altro? – Doveva avere abitudini disordinate e superficiali. Aveva ottime potenzialità, ma le ha sprecate ed è vissuto in povertà con pochi intervalli di benessere finché, datosi al bere, è morto. – Questo è indegno di lei, Holmes! – protestai. – Ha indagato sulla vita del mio infelice fratello e ora cerca di farmi credere di avere tratto queste notizie da astrusi ragionamenti. – Mio caro dottore – disse in tono gentile – la prego di accettare le mie scuse. Ho dimenticato quanto la faccenda la toccasse intimamente. Le garantisco comunque che non sapevo neppure che lei avesse un fratello, prima che mi consegnasse l’orologio. – Come ha fatto a darmi tutte quelle informazioni? – A lei sembra strano, ma da piccoli fatti si possono trarre grandi
Il testo NARRATIVO
deduzioni. Andiamo con ordine. Vede? Nella cassa dell’orologio ci sono mille segni, il che segnala l’abitudine di tenere nella stessa tasca gli oggetti più svariati, quali monete e chiavi. Quindi, un uomo capace di trattare con noncuranza un oggetto di valore è un tipo piuttosto trascurato. D’altra parte, con la mia lente sono visibili almeno quattro numeri, come quelli che vengono incisi dai banchi dei pegni quando ritirano un orologio. Deduzione: suo fratello navigava spesso in cattive acque. Altra deduzione incontrava, però, anche sprazzi di benessere, altrimenti non sarebbe stato in grado di recuperare l’orologio. Infine, voglia dare uno sguardo alla serratura della chiavetta. Vede tutti quegli innumerevoli graffi che circondano il foro della chiave? Non c’è orologio di alcolizzato che non abbia quei segni. Lo carica di notte e lascia queste tracce dovute all’incertezza della sua mano. Come vede, nessun mistero. – Chiaro come la luce del giorno! – riconobbi. – Avrei dovuto avere più fiducia nelle sue eccellenti facoltà.
Wdeduzione: procedimento logico che consiste nel trarre delle conclusioni particolari partendo dall’osservazione di fatti generali.
Scrivo 1 Quali aggettivi ti sembrano più appropriati per descrivere la figura di Holmes? Sottolineali.
collerico riflessivo distratto attento impulsivo
Arthur Conan Doyle, Il segno dei quattro, Mondadori
Analizzo 1 Segna con una x la riposta corretta.
• Chi è il narratore?
Sherlock Holmes
• Dove si svolge la vicenda?
un narratore esterno
il suo amico, dottor Watson
in un luogo inquietante e misterioso
in un luogo realistico
• Qual è il metodo investigativo di Holmes? interroga perquisisce osserva e deduce • Quali aggettivi ti sembrano più appropriati per descrivere Holmes? riflessivo e attento impulsivo e frenetico osservatore scrupoloso 2 • • •
Scrivi accanto agli indizi la deduzione di Sherlock Holmes.
Nella cassa dell’orologio sono incise le lettere H.W., quindi ……………….....……..........……..........……..........……..........……..........……..........……..........…….. La cassa dell’orologio ha tanti segni pertanto il proprietario ……………….....……..........……..........……..........……..........……..........……...........……..........… All’interno della cassa ci sono alcuni numeri incisi dal banco dei pegni, ciò vuol dire che ……………….....……. .........……........………..........……..........……..........……..............…..........……..........……..........……..........……..........……......……..........……..........……..........……..........……..........……........……..........……..........……..........……..........……..........…….......
• Il proprietario ha ripreso l’orologio dal banco dei pegni, quindi ……………….....……..........……..........……..........……..........……..........……..........…….... • Il foro della chiavetta presenta numerosi graffi perciò ……………….....……..........……..........……..........……..........……..........…….......................……..........……....... 131
COMPRENDERE è FA CIL E Gli indizi PERSONAGGI TEMPO LUOGO FATTI
Entrando nella mia stanza a grandi passi Holmes esclamò: – Ah, mio caro Watson, sono proprio felice di vederla. Noto che lei non è stato bene in quest’ultimo periodo. I raffreddori d’estate sono sempre molto noiosi. – Infatti sono stato costretto a rimanere a casa per ben tre giorni, ma credevo di essere perfettamente guarito. – È vero. Lei ha l’aria di stare benone. – Come ha fatto a capire che sono stato raffreddato? – Mio caro amico, lei conosce i miei sistemi. L’ho dedotto dalle sue pantofole. Mi guardai istintivamente le nuove pantofole di vernice che avevo indossato. – Come hai fatto?– incominciai. Senza lasciarmi finire Holmes rispose: – Le sue pantofole sono nuove: non può averle acquistate che da poche settimane, eppure le suole sono leggermente bruciacchiate. Per un attimo ho pensato che lei le avesse bagnate e successivamente bruciate nell’asciugarle. Ma vicino all’incollatura ho notato un piccolo disco circolare di carta con impressa l’etichetta del venditore. Ora l’umidità avrebbe certamente fatto staccare questa etichetta. Perciò ho dedotto che lei è rimasto seduto con i piedi allungati vicino al fuoco, cosa che difficilmente farebbe chiunque, durante il mese di giugno, se la sua salute fosse perfetta. Come sempre, quando Holmes ragionava e spiegava i suoi metodi, la cosa mi apparve di una straordinaria semplicità. Arthur Conan Doyle, Le memorie di Sherlock Holmes, Mondadori
132
IL RACCONTO GIALLO
1
Segna con una X la risposta corretta. PERSONAGGI
Holmes PERSONAGGI
Holmes
Chi è il protagonista del racconto? un dottore Chi racconta la vicenda? Watson
Quando si svolge la vicenda? nel mese di giugno nel mese di dicembre TEMPO
Dove è ambientato il racconto? in una stanza in un ambulatorio LUOGO
Che cosa capisce subito Holmes? Watson è stato ammalato Watson è stato derubato FATTI
In che modo lo capisce? osservando le pantofole
guardando le medicine
2 Indica con una X se le affermazioni sono vere (V) o false (F).
• Holmes fa visita a Watson che ha la febbre.
V
F
• Holmes osserva le pantofole di Watson.
V
F
• Watson si è bruciato i piedi nel camino.
V
F
• La vicenda si svolge in inverno.
V
F
• Watson pensa che Holmes spieghi in modo semplice.
V
F
3 Osserva le immagini. Quale oggetto non appartiene al racconto? Indica con una X.
133
VE RI FI CO
LE MIE COMPETENZE
Anello, orecchino e spilla… spariti! In casa dei signori Bianchi c’è grande agitazione: dal cofanetto della signora Bianchi sono spariti un anello d’oro con brillante, un orecchino d’argento e una spilla di madreperla. – Forse un ladro è entrato in casa! – dice la signora preoccupata. Michele e Gianni decidono di aiutare la mamma a scoprire il ladro. Cominciano a cercare le tracce lasciate dal ladro e sul tavolo, dove è posato il cofanetto dei gioielli, Michele trova la prima minuscola piuma nera. Gianni scopre una strana penna sul davanzale della finestra. – Il ladro è passato sicuramente di qui! – esclama. Mentre i due piccoli investigatori lavorano, si sente un rumore improvviso in soffitta. – Andiamo a vedere! – dice Gianni. E Michele esclama: – Sì, ma avvertiamo mamma e papà, potrebbe essere il ladro! Così bambini e genitori salgono su per la scala che scricchiola ed entrano in silenzio in soffitta. Il papà ha un bastone, la mamma ha una pentola e i due piccoli investigatori hanno le loro pistole ad acqua. La soffitta è piuttosto buia e piena zeppa di cianfrusaglie. A un tratto, nello specchio di un vecchio armadio, Gianni vede un’ombra. Grida e spara con la sua pistola ad acqua. Papà accorre, ma è solo l’immagine riflessa del bambino. Tutto quel rumore, però, disturba un uccello che ha il suo nido proprio lì, dietro il vecchio armadio. L’animale batte le ali e fugge. Con il cuore che batte forte per la sorpresa, Gianni e Michele corrono dietro l’armadio. Sul pavimento c’è un mucchietto d’erba e di rametti: è un nido. Nel nido ci sono tre uova e i gioielli della mamma! – Mamma, ecco il tuo anello d’oro! – grida Michele. – Ci sono anche l’orecchino e la spilla – gli fa eco Gianni. Il papà guarda le uova e sorride: – È un nido di gazza. Sono uccelli che amano tutto ciò che luccica! Stefano Bordiglioni, Un attimo prima di dormire, Einaudi
134
ESPLORO IL TESTO
IL RACCONTO GIALLO
Comprendo M In casa dei signori Bianchi c’è grande emozione sono spariti dei gioielli M La mamma crede che sia entrato un ladro che sia uno scherzo M Il primo indizio trovato è un’impronta nera una piuma nera M All’improvviso si sente un rumore in soffitta nell’armadio M Dietro il vecchio armadio scoprono che c’è un nido di uccelli c’è un ladro nascosto
M Gli uccelli sono gazze ladre passerotti M Segna con una X chi compie le azioni indicate in tabella. Mamma
Papà
Michele
Gianni
Pensa che sia entrato un ladro Scopre una penna sul davanzale Ha un bastone Vede un’ombra e urla Trova l’anello d’oro Trova orecchino e spilla Dice che le gazze amano ciò che luccica
Analizzo M Il narratore è:
interno
M I fatti narrati sono:
esterno
verosimili
M Il luogo della narrazione è: M La vicenda si svolge: M La vicenda è narrata:
precisato
all’aperto
M Il tempo della narrazione è:
inverosimili in un ambiente chiuso
precisato
al presente
imprecisato imprecisato al passato
Rifletto sulla lingua M Leggi con attenzione la frase “dal cofanetto della signora Bianchi sono spariti un anello d’oro con brillante, un orecchino d’argento e una spilla di madreperla” ed esegui l’analisi logica sul quaderno.
AUTOVALUTAZIONE H Com’è stato svolgere le attività?
semplice
difficile
molto difficile
135
LABORATORIO DI
ASCOLTO
Ascolta il brano facendo una scansione del QR Code e svolgi le attività.
Racconto giallo 1
Ascolta attentamente il brano, poi indica con una X le parole che completano correttamente la frase. • Il racconto è narrato in prima persona terza persona • Il racconto narra fatti • • • •
fantastici reali Il protagonista è un personaggio reale fantastico Il luogo del racconto è precisato imprecisato I fatti sono narrati al passato presente Il tempo della storia è precisato imprecisato
2
Completa il brano, inserendo le seguenti parole al posto giusto: sparizione • tasca • cameriera • pigiama • lavatrice • pallottola • documento.
Il silenzio imbarazzato fu rotto dalla stessa donna, che estrasse dalla ……….................….................................... del pigiama una ……….................….................................... mezza sfatta di carta: – Che cos’è questo? Non si capisce più, è stato in lavatrice… Il signor Baffietti guardò la ……….................….................................... sorpreso: – Ora ricordo. Una sera ho portato con me il ……….................….................................... per leggerlo, poi l’ho messo nella tasca del ……….................….................................... e l’ho lasciato lì. Il pigiama è finito in ……….................…..................................... Ecco risolto l’enigma della ……….................….....................................
3
Leggi le seguenti affermazioni e indica con una X se sono vere o false.
Ser Lovuoto è il miglior allievo di Ser Locolmo. La signora Baffietti ha perso una collana. Ser Lovuoto con il metro misura l’altezza della cameriera. Nel cappello di feltro ci sono peli di gatto. La cameriera stira una camicia da uomo. La cameriera trova una pallottola di carta nel pigiama che sta stirando. Il signor Baffietti ricorda di aver messo il documento nella tasca del pigiama. Il pigiama è finito in lavastoviglie. Ser Lovuoto viene licenziato. 136
Vero
Falso
LABORATORIO DI 1
ASCOLTO
è FA CIL E
Segna con una X la risposta corretta.
Chi è il protagonista della storia? il detective Ser Lovuoto il giardiniere Che cosa deve scoprire Ser Lovuoto? chi ha rubato un documento del signor Baffietti quanto misurano le teste dei signori Baffietti Quali strumenti usa Ser Lovuoto? una lente di ingrandimento e un metro un microscopio e un registratore Dove è finito in realtà il documento smarrito? nella tasca di un pigiama nella cuccia del gatto Che cosa accade a Ser Lovuoto? viene premiato viene licenziato 2
Indica con una X quali scene appartengono alla storia.
3
Indica con una X quale strumento non usa Ser Lovuoto.
137
Percorso d i
SCRITTURA
1
Inventa il tuo detective ideale così come te lo immagini e diventa un brillante investigatore di RACCONTI GIALLI.
DETECTIVE nome
……………….....……..........……..........……..........……..........……..........……..........……..........……......................................
cognome
……………….....……..........……..........……..........……..........……..........……..........……..........……......................................
età
……………….....……..........……..........……..........……..........……..........……..........……..........……......................................
……………….....……..........……..........……..........……..........……..........……..........……..........……......................................
aspetto fisico
……………….....……..........……..........……..........……..........……..........……..........……..........……...................................... ……………….....……..........……..........……..........……..........……..........……..........……..........……...................................... ……………….....……..........……..........……..........……..........……..........……..........……..........……......................................
……………….....……..........……..........……..........……..........……..........……..........……..........……......................................
abbigliamento
……………….....……..........……..........……..........……..........……..........……..........……..........……...................................... ……………….....……..........……..........……..........……..........……..........……..........……..........……......................................
……………….....……..........……..........……..........……..........……..........……..........……..........……...................................... ……………….....……..........……..........……..........……..........……..........……..........……..........……......................................
hobby
……………….....……..........……..........……..........……..........……..........……..........……..........……...................................... ……………….....……..........……..........……..........……..........……..........……..........……..........……......................................
……………….....……..........……..........……..........……..........……..........……..........……..........……...................................... ……………….....……..........……..........……..........……..........……..........……..........……..........……......................................
carattere
……………….....……..........……..........……..........……..........……..........……..........……..........……...................................... ……………….....……..........……..........……..........……..........……..........……..........……..........……...................................... ……………….....……..........……..........……..........……..........……..........……..........……..........……...................................... ……………….....……..........……..........……..........……..........……..........……..........……..........……......................................
……………….....……..........……..........……..........……..........……..........……..........……..........……......................................
comportamento durante le indagini
……………….....……..........……..........……..........……..........……..........……..........……..........……...................................... ……………….....……..........……..........……..........……..........……..........……..........……..........……...................................... ……………….....……..........……..........……..........……..........……..........……..........……..........……...................................... ……………….....……..........……..........……..........……..........……..........……..........……..........……......................................
CASI DA RISOLVERE Furto a scuola
138
Il documento sparito
Il quadro scomparso
RIPASSO con la
MAPPA
Leggi la mappa: ti aiuterà a ricordare le caratteristiche del RACCONTO GIALLO.
IL RACCONTO GIALLO È un testo narrativo che si sviluppa intorno a un caso da risolvere: avviene un furto, un rapimento, una scomparsa. PERSONAGGI FATTI I fatti partono da un crimine commesso. Le indagini occupano gran parte della storia. La vicenda si conclude con la soluzione del caso. Gli avvenimenti possono essere raccontati in prima o in terza persona.
Il protagonista è l’investigatore, che può essere un poliziotto, un detective dotato di intuito e capacità deduttive. Gli altri personaggi sono: la vittima, il colpevole, i sospettati (coloro che potrebbero aver commesso il crimine), i testimoni (coloro che hanno assistito al fatto).
TEMPO
LINGUAGGIO Il linguaggio presenta termini specifici: reato, indagine, movente, alibi, indizi. Il ritmo narrativo è rapido e incalzante, con un effetto di suspense e colpo di scena.
Il tempo è determinato con l’indicazione precisa dell’ora e del giorno, utili per la soluzione del caso.
LUOGHI I luoghi sono reali o verosimili. Essi hanno una grande importanza nella vicenda, soprattutto la scena del crimine in cui dovranno svolgersi le indagini. 139
Il racconto STORICO
Gli ti ingredien del testo
Personaggi
Il racconto storico è un testo che racconta storie realmente accadute o inventate ma ambientate in un contesto storico ben preciso. Le descrizioni di paesaggi, oggetti, arredi e abiti sono fedeli all’epoca in cui è ambientata la storia e la rendono credibile.
Il protagonista è di solito immaginario. Al suo fianco si muovono personaggi storici realmente esistiti che agiscono secondo le usanze dell’epoca.
Tempo Il tempo è ben definito perché l’autore fa riferimento a un’epoca precisa.
Luoghi I luoghi sono storicamente attendibili descritti in modo coerente con la realtà storica dell’epoca.
Fatti I fatti possono narrare avvenimenti storici reali ma rivisitati dalla fantasia dell’autore oppure avvenimenti immaginari ambientati in una realtà storica ben precisa. Gli avvenimenti possono essere raccontati in prima o in terza persona.
Linguaggio Il linguaggio presenta termini specifici della storia. È caratterizzato da descrizioni dettagliate per ricostruire una determinata epoca storica.
140
Il testo NARRATIVO
Nubia, la piccola schiava A Ostia, nelle prime ore del mattino, c’era spesso la nebbia. Era così la mattina del compleanno di Flavia. Uscirono poco dopo l’alba, padre e figlia, attraversarono con cautela il Decumano Massimo, l’arteria principale della città, e raggiunsero il mercato. Flavia andava talmente di fretta che suo padre faceva fatica a starle dietro. Quando giunsero al banco degli schiavi, prima si guardò intorno ansiosa, poi fece un sospirone. – C’è ancora! – esclamò, indicando la ragazzina. Incastrata tra due bancarelle c’era una pedana. Le schiave erano in piedi sulla piattaforma, mentre Venalicio esaltava le virtù di ciascuno davanti alla folla. – Come fanno a trattarla così? – sussurrò Flavia. Il padre indicò la bambina e comunicò a Venalicio che aveva scelto quella. Il mercante di schiavi sollevò la faccia e disse: – Costa settecento sesterzi. – Eccoli – disse il padre con voce calma. Flavia chiuse gli occhi e trattenne il respiro, poi abbracciò forte suo padre e avrebbe voluto abbracciare anche la ragazzina, dirle che sarebbe andato tutto bene. Ma prima si tolse il mantello per coprire la poverina che indossava solo un telo stracciato. – Io sono Flavia – disse allora adagio. – Flavia – ripeté Nubia con voce incerta.
I personaggi del racconto sono: realistici fantastici Il luogo in cui si svolge la vicenda è: reale e precisato fantastico L’epoca storica in cui accadono i fatti è: precisata non precisata I fatti narrati sono: realmente accaduti hanno una parte di verità sono fantastici Il racconto è scritto in: prima persona terza persona
C. Lawrence, Avventure nell’antica Roma, I ladri di Ostia, Il Battello a Vapore, Piemme
141
Il racconto STORICO
Comprendo 1 Dopo aver ascoltato la storia rispondi sul quaderno alle domande.
• In quale epoca si svolgono i fatti? • Il luogo nominato nel testo esiste veramente? • I personaggi sono realmente esistiti o inventati dall’autore? 2 Nel testo sono presenti alcune parole della civiltà etrusca: Veio, Tuculca, Tabenne, Volsini, Fulflus. Ricerca e scopri il significato di ciascuna. 3 Segna con una x le affermazioni corrette.
Tarconte fuggì con un gruppo di ragazzi attraversando una galleria sotterranea durante il viaggio molti di loro scoppiarono in lacrime all’uscita del cunicolo si trovarono in un bosco di castagni Tarconte è convinto che la mamma sia morta, ma fa credere il contrario agli altri
142
Fuga da Veio Veio, una delle più importanti città etrusche, dopo dieci anni di assedio viene espugnata e messa a ferro e fuoco dal comandante romano Furio Camillo. Veio è finita, ma Tarconte riesce a fuggire con i suoi amici attraverso i cunicoli segreti che si diramano sotto la città. Veio era finita. Ma nelle sue viscere un gruppo di ragazzi avanzavano lentamente, sfuggendo al destino. Il cunicolo scendeva in forte pendenza, scavato nel tufo. – Seguitemi uno dopo l’aItro – sussurrò Tarconte inoltrandosi nel buio. Poi, vedendoli esitanti: – Non c’è da aver paura – aggiunse – qui non ci sono Romani. L’aria del cunicolo era umida, sapeva di muffa e serrava la gola. La pendenza era forte e si slittava sulla fanghiglia. A poco a poco i ragazzi procedettero con minori difficoltà. Il passaggio, scomodo per un uomo, era abbastanza agevole per loro, ma si stringeva in alto e occorreva avanzare con prudenza per non picchiare il capo. Sul collo di Arnath scendevano calde le lacrime di Senia che egli portava in spalla. Cercò di consolarla, ma lei singhiozzò più forte. Ramtha tremava, se ne accorse Cele che veniva subito dopo e le strinse forte la spalla. Vipi veniva ultima, aveva indosso i sandaletti etruschi più adatti per la danza che per la fuga. Un laccio era saltato: – Tra poco – mormorò – mi toccherà camminare scalza. Poi il buio fu rotto da un lieve chiarore accolto da sospiri di sollievo. Ma non era la fine del cammino. Si trattava semplicemente di una presa d’aria: ne avrebbero trovate altre, assicurò Tarconte. Tutti respiravano aria e luce fino a riempirsene i polmoni. Senia gridò, improvvisamente festante: – Ma allora, non stiamo andando verso il regno di Tuculca! – e gli altri compresero solo allora l’angoscia del suo pianto di prima. Forse così la bambina si immaginava la morte, semplicemente come un volgere i propri passi nella fonda oscurità della terra e ne
Il testo NARRATIVO
provarono pena. Lei invece aveva perso ogni timore. Volle scendere dalle spalle del fratello e proseguì ridendo a ogni scivolone. Dopo la seconda feritoia la pendenza si attenuò: ora si procedeva orizzontalmente. Infine il cunicolo riprese a salire dolcemente e un chiarore verdognolo apparve dopo un’ennesima svolta. Sgusciarono fuori guardinghi, uno dopo l’altro, impigliandosi nell’edera che ricopriva il passaggio, e respirarono rade, fino a sentirsi girare la testa. Erano in un boschetto di querce. L’aria era ancora più fredda di quanto fosse nel cunicolo e i ragazzi si stringevano tremanti nelle tabenne. Tarconte scrutava le linee scure della campagna che s’ondulava all’infinito, risorgendo dal buio. Ramtha gli si accostò: – Non vai a prendere la mamma? – chiese. Il ragazzo avvertì una gran pena. “Martia Matumnai”, pensò, “sarà ormai tra gli schiavi, se è ancora viva”, ma non lo disse. – La mamma ci raggiungerà – rispose invece. – Noi sarà meglio muoverci. – Ci raggiungerà dove? – insistette Ramtha. E Tarconte disse la prima cosa che gli venne in mente: – A Volsini, alle Feste di Voltumna. Tutti lo ascoltavano ora. – Per Fulflus – esclamò Lucio Tolumnio – è un piano ottimo! – E aggiunse che a Volsini, se qualche altro veiente fosse scampato, lo avrebbero certo trovato. Tutti sentirono divampare la speranza, già sicuri di ritrovare genitori e amici.
Oltre le
PAROLE
1 Qual è il significato della seguente espressione?
“il buio fu rotto da un lieve chiarore” un lampo illuminò il buio il buio fu rischiarato da una luce leggera
Teresa Buongiorno, Ragazzo etrusco, Piemme Edizioni
143
COMPRENDERE è FA CIL E Una giornata fortunata PERSONAGGI TEMPO LUOGO FATTI
Fortunato e il figlio Marco, con un cucciolo di leone di nome Fulvo, attraversano un bosco e incontrano un gruppo di uomini armati di lance e frecce con una muta di cani… Fortunato vide il terrore sulle facce degli uomini armati e cercò di tranquillizzarli. – È un leone, ma non vi farà alcun male! Un uomo scese da cavallo e si avvicinò incuriosito al leone. Il liberto Tito Flavio balzò subito da sella. – Non avvicinatevi principe, può essere pericoloso! Fortunato sbarrò gli occhi per la meraviglia: quell’uomo piccolo e grassoccio era l’Imperatore? Poi tutto accadde in un attimo. Nella piccola radura sbucò un toro nero, gigantesco che arrivava al galoppo, puntando dritto sul mantello color porpora dell’Imperatore. Marco cominciò ad avanzare nella piccola radura, mettendosi proprio tra l’Imperatore e il toro. Fortunato sentì un violento strattone al braccio. Fulvo si era liberato. Con due balzi il leone si portò di lato al toro e lo azzannò alla gola. Il bestione ferito emise un forte muggito, si piegò su se stesso finendo nella polvere proprio ai piedi di Marco e dell’Imperatore. Gli uomini lo finirono con le loro lance. L’imperatore disse: – Hai un figlio coraggioso! Si è messo davanti a un toro per salvare il suo Imperatore! Inoltre direi che anche il tuo leone merita un premio! Chiedi quello che vuoi e potrai ottenerlo! Fortunato non ci pensò neppure un attimo. – Voglio che mio figlio possa studiare in una scuola pubblica! – Non si può dire che sei un uomo avido! Ti accontenteremo senz’altro! Poi si ricordò del leone. – E per lui che cosa chiedi? L’uomo sorrise: era proprio la sua giornata fortunata. – Voglio carne e cibo in abbondanza per mantenerlo! Nadia Vittori, Tre cuccioli imperiali, Raffaello Editore
144
IL RACCONTO STORICO 1
Segna con una X la risposta corretta. Chi sono i protagonisti del racconto? Fortunato e suo figlio Marco alcuni soldati PERSONAGGI
Chi è Fulvo? uno schiavo
un leone
Quando si svolge la vicenda? in un tempo imprecisato in un tempo precisato TEMPO
LUOGO
in un bosco
Dove è ambientato il racconto? nel deserto
Chi incontrano Marco e Fortunato? l’imperatore e i suoi soldati un gruppo di nemici FATTI
Che cosa accade all’improvviso? arriva una tigre arriva un toro Perché l’imperatore vuole premiare Marco? per il coraggio con cui ha difeso l’imperatore perché ha ucciso il toro Perché vuole premiare il leone? perché ha attaccato il toro perché si è inchinato all’Imperatore Quale premio chiede Fortunato? di far studiare Marco e del cibo per il leone di diventare addestratore di leoni 2 Indica con una X se le affermazioni sono vere (V) o false (F).
• L’Imperatore era piccolo e grassoccio.
V
F
• Fortunato ha paura del leone.
V
F
• Marco si mette tra il toro e l’Imperatore.
V
F
• Fulvo azzanna il toro.
V
F
• L’Imperatore fa imprigionare Fortunato.
V
F
• Fortunato chiede che Marco possa studiare in una scuola pubblica.
V
F
• Fortunato chiede carne e cibo per Fulvo.
V
F
145
VE RI FI CO
LE MIE COMPETENZE
Il tesoro nella cesta Il grande tempio sull’Acropoli, che sarà dedicato alla dea Atena, non è ancora terminato, ma la sua struttura è già splendida. Lungo la città si snoda una solenne processione che sale verso l’Acropoli. Mirto si guarda intorno affascinata: non ha mai visto tanta gente in vita sua. La vecchina che l’ha allevata abitava in una zona periferica dell’Attica e non si recava mai ad Atene per le feste. La ragazza si sente confusa in mezzo alla folla, tanto che le gira la testa. – Hai ancora la cesta che ti ho dato, Mirto? – le chiede la padrona. – Ascolta bene: mentre noi saliamo sull’Acropoli, porta la cesta a casa della mia amica Corinna. Poiché è ammalata e non potrà partecipare alla festa, le invio in dono dei frutti del mio giardino. Mentre si dirige verso casa di Corinne, Mirto si scontra con qualcuno. La cesta le cade, l’intero contenuto si rovescia a terra. Costernata, Mirto si china a raccogliere i doni. – Scusami – dice una voce gentile. È Xantia, che le sorride e si inginocchia accanto a lei per aiutarla. – Grazie, signore – mormora Mirto, allontanandosi dalla parte opposta. Non se n’è accorta, ma la benda di lino che contiene i suoi tesori le è caduta e Xantia, trovandola a terra, l’ha messa nella cesta. Solo dopo aver lasciato la casa di Corinna, Mirto si accorge di aver perduto il medaglione e l’anello. Torna indietro, ripercorre tutta la strada, ma inutilmente. Gli occhi le si riempiono di lacrime: quei due oggetti erano tutto ciò che possedeva, non se n’era mai separata, e ora li aveva persi stupidamente. Era così confusa dall’incontro di Xantia che non se n’era accorta subito, e ormai non c’è più niente da fare. Intanto la schiava di Corinna ha portato la cesta alla sua signora. – Eufronia è sempre tanto gentile! – commenta sorridendo Corinna. – Dimmi che cosa contiene la cesta. La schiava solleva il panno che ricopre la cesta ed enumera: – Fichi, uva, vino e… che cos’è questo? – estrae l’involtino di lino e lo apre. – Signora! – esclama sorpresa – un medaglione d’argento e un anello d’oro! P. Vitagliano, Storie dal mondo antico, Loescher
146
ESPLORO IL TESTO
IL RACCONTO STORICO
Comprendo una serva una sacerdotessa M Chi è Mirto? Eufronia Corinna M Chi è la sua padrona? M Quale incarico viene affidato a Mirto? portare una cesta di frutti a Corinna
portare dei gioielli a Xantia
M Nello scontro con Xantia cosa accade? Xantia le ruba dei gioielli
Xantia mette nella cesta dei gioielli perduti da Mirto
M Perché Mirto è dispiaciuta?
ha rovinato i frutti nella cesta
ha perduto il medaglione e l’anello
M Come si conclude la vicenda?
Corinna trova i gioielli nella cesta e pensa che siano un dono Corinna trova i gioielli nella cesta e li restituisce a Mirto
M Trova un sinonimo per ciascuna delle seguenti parole. Costernato Snodarsi
Enumerare ……………………………...........................................................……… Processione ……………………………...........................................................………
……………………………...........................................................……… ……………………………...........................................................………
Analizzo M Il narratore è:
interno
M I fatti narrati sono:
esterno
verosimili
M Il luogo della narrazione è: M Il tempo della narrazione è:
inverosimili
precisato precisato
imprecisato imprecisato
M La vicenda è narrata:
al presente
M La vicenda è narrata:
in ordine cronologico
M Nel racconto viene narrato: evento storico
al passato in ordine non cronologico
un momento di vita quotidiana
un importante
Rifletto sulla lingua M Leggi con attenzione la frase “Gli occhi le si riempiono di lacrime: quei due oggetti erano tutto ciò che possedeva, non se n’era mai separata, e ora li aveva persi stupidamente”. Poi sottolinea tutti i verbi e analizzali sul quaderno.
AUTOVALUTAZIONE H Com’è stato svolgere le attività?
semplice
difficile
molto difficile
147
LABORATORIO DI
ASCOLTO
Ascolta il brano facendo una scansione del QR Code e svolgi le attività.
Racconto storico 1
Ascolta attentamente il brano, poi indica con una X le parole che completano correttamente la frase. • Il racconto è narrato in prima persona terza persona • Il racconto narra fatti • • • •
fantastici reali Il protagonista è un personaggio reale fantastico Il luogo del racconto è precisato imprecisato I fatti sono narrati al passato presente Il tempo della storia è precisato imprecisato
2
Completa il brano, inserendo le seguenti parole al posto giusto: ammirazione • debito • nipote • lupi • doppio • affamati • Cesare • Ferax
Marco aveva prima sconfitto ……….................…...................................., un ragazzo grosso quasi il ……….................….................................................. di lui, poi era stato costretto ad affrontare due ……….................….................................................. perché si era rifiutato di finirlo. Ma non era stato nessuno di quei due gesti a conquistargli l’……….................….................................... di Cesare, era successo quando aveva salvato la vita di sua ……….................….................................... Porzia, caduta nell’arena alla mercé dei lupi………........................................…..................................... Quello era il motivo per cui ………............................................….................................... era in ……….................….................................... con lui. 3
Segna con una X i personaggi citati nel racconto.
Ferax Festo Porzia 4
148
Annibale Marco Spartaco
Claudia Cesare Teodoro
Indica con una X se l’affermazione è vera o falsa.
• Cesare vuole che Marco sia la sua guardia del corpo.
V
F
• Cesare è stato acquistato alla scuola dei gladiatori di Capua.
V
F
• Marco sa che la politica è questione di vita o di morte.
V
F
• Marco ha paura che Cesare scopra che è figlio di Spartaco.
V
F
LABORATORIO DI 1
ASCOLTO
è FA CIL E
Segna con una X la risposta corretta.
Chi è il protagonista della storia? Marco Spartaco Dove è ambientata la storia? a Capua a Roma Qual è la professione di Marco? è un cavaliere è un gladiatore Quale compito importante gli affida Cesare? proteggere sua nipote Porzia combattere contro i lupi Quale segreto nasconde Marco? ha derubato Cesare è figlio di Spartaco, un nemico di Cesare 2
Indica con una X quale scena appartiene alla storia.
3
Indica con una X quale personaggio non appartiene alla storia.
149
Percorso d i
SCRITTURA
1
Completa sul quaderno lo sviluppo dei RACCONTI STORICI dopo aver raccolto informazioni sul sussidiario o in Internet.
Un giorno a scuola
Al Colosseo – Voglio giocare con gli amici – esclamò Julius lanciando uno sguardo di sfida alla madre. – Tu ora ti farai vestire e verrai con me e tuo padre ad ammirare gli spettacoli al Colosseo – rispose fulminandolo con uno sguardo severo.
Lo schiavo Policleto mi attendeva sull’uscio di casa per condurmi come ogni mattina a scuola, nel cuore di Roma. Quel giorno avevo poca voglia di andarci...
L. Taffarel, Il barbaro gladiatore, Tredieci Editrice
Sbarco a Maratona Nel 490 a.C. la piana di Maratona, in Grecia, fu teatro di una battaglia tra l’esercito persiano e quello greco che, malgrado l’inferiorità numerica, riportò una strepitosa vittoria. Filippo riprese fiato e spiegò il motivo della sua visita. – I Persiani? – esclamò la cugina Nicea allarmata. Ma non abbiamo mai pensato che potessero arrivare anche da noi. Perché dovrebbero venire qui a Maratona? Non c’è niente! Siamo in tutto tre o quattro villaggi di poche case. – È il luogo ideale per sbarcare, un porto naturale dove ancorare le navi da guerra e le navi con i rifornimenti. Geoffrey Trease, Maratona, San Paolo Edizioni
150
RIPASSO con la
MAPPA
Leggi la mappa: ti aiuterà a ricordare le caratteristiche del RACCONTO STORICO.
IL RACCONTO STORICO È un testo narrativo che racconta storie realmente accadute o inventate ma ambientate in un contesto storico ben preciso.
PERSONAGGI FATTI I fatti possono narrare avvenimenti storici reali oppure inventati, ma verosimili. Gli avvenimenti possono essere raccontati in prima o in terza persona.
Il protagonista è di solito immaginario. Al suo fianco si muovono personaggi storici realmente esistiti che agiscono secondo le usanze dell’epoca.
TEMPO
LINGUAGGIO Il linguaggio presenta termini specifici della storia. È caratterizzato da descrizioni dettagliate per ricostruire una determinata epoca storica.
Il tempo è ben definito perché l’autore fa riferimento a un’epoca precisa.
LUOGHI I luoghi sono storicamente attendibili descritti in modo coerente con la realtà storica dell’epoca.
151
Il racconto di
FANTASCIENZA
Gli ti ingredien del testo
Personaggi Il racconto di fantascienza è un testo narrativo fantastico che tratta argomenti di fantasia combinati a elementi scientifici: la scoperta e l’esplorazione di nuovi mondi, tentativi di conquista della Terra da parte di alieni, utilizzo di tecnologie innovative. Il racconto di fantascienza ha lo scopo di catturare i lettori con colpi di scena, pericoli e mistero. Spesso attraverso momenti di suspense si arriva al lieto fine.
I personaggi possono essere uomini comuni, scienziati o inventori o personaggi fantastici: extraterrestri come alieni, creature mostruose; robot ovvero macchine costruite dall’uomo che spesso si rendono autonome e pericolose; mutanti, cioè esseri che subiscono delle trasformazioni; androidi, creature artificiali; cyborg, cioè esseri per metà umani e per metà artificiali.
Tempo Il tempo è determinato. Le storie sono collocate nel futuro ma possono essere ambientate anche nel passato o nel presente.
Luoghi Le storie sono ambientate in luoghi reali e fantastici: la Terra, pianeti sconosciuti e galassie, asteroidi.
Fatti I fatti eccezionali avvengono in situazioni ricorrenti: l’esplorazione dello spazio, robot che si comportano come esseri umani, catastrofi ambientali, colonizzazione di altri pianeti da parte dell’uomo. Gli avvenimenti possono essere raccontati in prima o in terza persona.
Linguaggio Si utilizzano termini che appartengono al linguaggio scientifico e tecnologico.
152
Il testo NARRATIVO
Un alieno nel capanno Appena entrato nel giardino della nonna, vidi la porta del capanno semiaperta. Qualcuno era inginocchiato a terra, chino su un cumulo di pezzi di ricambio. Appoggiati alla parete più lontana c’erano la carcassa di un computer, un tagliaerba e una sparachiodi: sembrava che da tutti fossero state tolte alcune parti e poi usate per assemblare l’oggetto che troneggiava al centro del capanno. Mi avvicinai piano piano e guardai meglio. La persona inginocchiata indossava una tuta nera; con una mano pallida digitò una serie di numeri sulla tastiera del computer e la lama del tagliaerba si animò sibilando, cominciò a girare e si alzò in volo come una piccola elica. Attaccato sotto c’era un contenitore fatto di tubi e pieno di chiodi. La macchina si sollevò, fino a galleggiare a mezz’aria. La figura in nero mosse di qua e di là il mouse del computer e la macchina volante mitragliò una raffica di chiodi. Dal computer, aperto e con i circuiti interni in bella vista, cominciarono a sprizzare scintille. – Accidenti a questi aggeggi preistorici! – urlò la figura in nero, poco prima che la macchina sfuggisse al suo controllo schiantandosi contro la parete. – Wow! – esclamai a voce bassissima, ma la creatura sobbalzò e uscì dal capanno: era altissima, le labbra viola scuro e gli occhi completamente neri. Arretrai e incespicai. Certo, era un anno intero che non vedevo un alieno, ma bisogna solo ricordarsi che sono esattamente come noi, dentro. Anche se fuori alcuni di loro sembrano dei veri mostri.
I personaggi del racconto sono: esseri umani ed extraterrestri esseri umani Il luogo in cui si svolge la vicenda è: reale fantastico Il tempo è: precisato imprecisato I fatti narrati sono: realmente accaduti immaginari ma potrebbero accadere irrealizzabili Il racconto è scritto in: prima persona terza persona
Clete Barrett Smith, Alieni in missione per conquistare il mondo, Salani Editore
153
Il racconto di FANTASCIENZA
Il labirinto Un frastuono fortissimo rimbombò alle sue spalle, ma Thomas si rifiutò di guardare indietro. Sapeva che ogni secondo era vitale. Svoltò un angolo del labirinto e poi un altro. Corse più forte che poteva. A destra, poi a sinistra. Giù per un lungo corridoio e poi a destra. A sinistra. Ancora a destra. Due svolte a sinistra. Un altro lungo corridoio. Il rumore del mostro di metallo alle sue spalle non cessò e non si affievolì. Continuò a correre, il cuore pronto a schizzargli fuori dal petto. Quando svoltò l’angolo successivo, sbandò e si fermò. Altri tre Dolenti stavano arrivando da quella parte, rotolando e conficcando le punte di ferro nella pietra. Venivano dritti verso di lui. Preferiva di gran lunga affrontarne uno al posto di tre, quindi corse dritto verso il Dolente che l’aveva inseguito. L’orrenda creatura arretrò di un paio di centimetri e smise di muovere il gigantesco artiglio, come sbalordito dal coraggio del ragazzo. Poi, con un ululato metallico, si preparò a gettarsi su Thomas. Due mani sbucarono all’improvviso e lo tirarono in un vicolo laterale. – Seguimi! – urlò Minho, uno degli altri ragazzi della Radura. Insieme, i due ragazzi corsero corridoio dopo corridoio, svolta dopo svolta. Sembrava che Minho sapesse esattamente dove andare, non si fermava mai a pensare alle svolte da prendere. Dopo alcune svolte, davanti a sé Thomas vide qualcosa che il suo cervello non riuscì a elaborare. Sembrava... assurdo. Il corridoio che stavano percorrendo non terminava con un altro muro di pietra. Terminava con il buio.
154
Il testo NARRATIVO
Thomas strizzò gli occhi mentre, insieme a Minho, correva verso quella parete di tenebra, cercando di capire a che cosa si stesse avvicinando. I due muri ai lati sembravano incontrare solamente il cielo, in alto. Si vedevano le stelle. Quando sì avvicinarono, infine, si rese conto che si trattava di un’apertura. Il Labirinto aveva una fine! Come era possibile? Si chiese Thomas. Dopo anni di ricerche, come avevano fatto a scoprirla tanto facilmente? Minho parve intuire i suoi pensieri. – Non entusiasmarti! – disse, riuscendo appena a formulare la frase. A poca distanza dalla fine del corridoio, Minho si arrestò, tenendo la mano a bloccare il petto di Thomas, per assicurarsi che si fermasse anche lui. Thomas rallentò e poi camminò fino al punto in cui il Labirinto si apriva nel vuoto. Si trovò a fissare una voragine! In qualunque direzione Thomas vide solo aria e stelle. Era un panorama strano, disturbante, come se si fosse trovato ai confini dell’universo. Era come se qualcuno avesse costruito il Labirinto e lo avesse messo a galleggiare nello spazio, nel nulla per l’eternità. – Attento! – disse Minho. – Non saresti il primo pivello a cadere giù. La vista dell’immensità dello spazio aveva provocato in Thomas una sorta di trance. Ma la voce dell’amico lo riportò alla realtà. I Dolenti stavano arrivando di gran carriera, erano furenti e si muovevano con velocità sorprendente. – Questi cosi saranno anche cattivissimi – disse Minho, – ma non sono molto svegli... Thomas capì all’istante. I Dolenti erano di fronte a loro e arrivavano a tutta velocità. Il bordo della scarpata era alle loro spalle. – Sei pronto? – domandò. – Al mio segnale!
Comprendo 1 Rispondi alle domande.
• Da chi erano inseguiti i due ragazzi Thomas e Minho? • Quale scoperta fecero dopo aver percorso il Labirinto? • Cosa fecero quando furono raggiunti dai Dolenti?
Scrivo 1 Come potrebbe concludersi la storia? Immagina e scrivi il finale.
James Dashner, Maze Runner, Il Labirinto, Fanucci Editore
155
Il racconto di FANTASCIENZA
L’amico programmato Analizzo 1 Rispondi alle domande.
• Chi sono i personaggi reali di questo racconto? • Chi è il personaggio immaginario? • Il narratore del testo è un personaggio esterno o un personaggio interno al racconto? • Il luogo è reale o immaginario?
156
I genitori di Tim, un bambino con problemi di comportamento, sono stati consigliati dal dottor Donar Hendl di affidare il figlio a un robot educatore. Il campanello della porta suonò. Subito Lorna strillò: – Tim, rimani dove sei! Ma Tim si stava già precipitando verso la porta. Gli piaceva dare il benvenuto agli ospiti: con la sinistra aprì la porta, e con la destra scagliò una manciata di frutta marcia e fondi di caffè. Contemporaneamente, una voce disse: – Tim! Sono il tuo Amico! E questo non è affatto il modo di trattare un amico, non ti pare? Quando vide la creatura sulla soglia, Tim restò a bocca aperta. L’Amico era un umanoide ricoperto da una lunga pelliccia di un brillante verde smeraldo. – Non mi inviti a entrare? Sono Buddy, l’amico programmato – disse. – Fuori di qui! – urlò Tim e si lanciò contro l’Amico tempestandolo di calci e pugni. Di colpo si trovò sospeso da terra: la cintura dei suoi calzoni era stretta in una morsa simile a quella di una gru. Lorna fece un ampio sorriso. – Credo che tutto sommato il dottor Hendl ci abbia dato un buon consiglio. Il giorno dopo, a colazione, Lorna preparò una farinata calda per tutti; i robot del modello di Buddy potevano mangiare gli stessi cibi della famiglia a cui erano assegnati, il che rappresentava un bel vantaggio. Tim, appena il piatto gli fu messo davanti, lo tirò a Buddy con tutte le sue forze. L’Amico lo afferrò al volo, con tale destrezza che sul tavolo non cadde neppure una goccia.
Il testo NARRATIVO
– Grazie, Tim – disse, e ingoiò il tutto in un unico boccone. – Mi hanno detto che adori questo tipo di cibo, perciò sei stato molto generoso a offrirmelo, anche se avresti potuto porgermi il piatto in modo più delicato. I giorni passano e Tim, senza rendersene conto, modifica il suo comportamento. Una sera, in casa... – Come si è comportata, oggi, quella spaventosa bestia verde? – chiese il papà di Tim. – È davvero fantastico. Finalmente comincio a capire qual è il suo sistema – disse Lorna con aria soddisfatta. – Ecco, sopporta qualunque cosa faccia Tim e la interpreta nel modo più favorevole possibile, insistendo che lui è il suo Amico e quindi agisce in modo assolutamente amichevole. – Permettete? – intervenne Buddy, che silenziosamente era entrato in cucina. – Tim dorme sul divano. Io vi suggerirei di parlare a voce bassa. – Stammi a sentire, io non prendo ordini da... – Signor Patterson, io non intendevo darle un ordine. – Basta, sono stufo! Domani mattina chiamerò l’agenzia per chiedere che ti portino via. Sono stufo di essere trattato come un incapace e... Tim, che cosa ci fai qui? Tim andò dritto verso Buddy, poi mise le sue dita rosee fra quelle pelose dell’Amico e disse: – Non puoi mandarlo via! Ho Ietto il contratto e dice che non puoi. – Che cosa vuol dire, hai letto il contratto? – chiese Lorna. – Se non sai leggere. – Per vostra informazione, sa leggere – disse tranquillamente Buddy. – Gliel’ho insegnato questo pomeriggio. – E quindi so che Buddy può restare con me per sempre. – Tim strinse la mano di Buddy. – Adesso basta con le stupidaggini. E smettetela di strillare perché i ragazzini della mia età hanno bisogno di dormire. Vieni Buddy? – Sì, certo. Buonanotte, signore e signora Patterson.
Comprendo 1 Leggi le domande e sottolinea le risposte nel testo, poi utilizzale per raccontare la storia.
• A chi viene affidato Tim? • Come reagisce il robot ai comportamenti di Tim? • Cosa succede una sera in casa? • Cosa fa inaspettatamente Tim? • Cosa scoprono i genitori e la sorella di Tim? • Qual è il messaggio che la storia vuole trasmetterci?
Scrivo 1 Immagina e scrivi insieme a un tuo compagno di classe “Le fantastiche avventure di Tim e Buddy”. Trasformate poi in fumetti le vostre storie. Buon divertimento!
John Brunner, Storie di giovani mostri, Mondadori
157
COMPRENDERE è FA CIL E Un ospite dalle stelle PERSONAGGI TEMPO LUOGO FATTI
Una sera Marco sentì il cane abbaiare e si ricordò che era solo in casa. Bibo abbaiava forte, Marco aprì la finestra e guardò fuori. Vide una zampa dai grandi unghioni agitarsi nella sua direzione e una bocca aprirsi mostrando delle zanne spaventose. Quella specie di grande orso si diresse verso la finestra, mentre una voce forte e rauca diceva: – Salute terrestre! Vengo dalle stelle e vengo in pace! A Marco mancò il fiato. Lo fissò e notò due cornetti verdi e sottili sulla fronte. La curiosità fu più grande della paura, così domandò: – Com’è che parli? – Parlo perché ho studiato la tua lingua apposta per questo viaggio. Il mio nome è Ursinox. Marco decise di essere gentile, corse in cucina a prendere un barattolo di miele e l’offrì alla strana creatura. Ursinox si avvicinò, guardò con curiosità il barattolo poi chiese: – È il tuo dono per l’ospite venuto da lontano? – Mangia, è buono! – lo incoraggiò Marco – prendi il cucchiaio e mettilo in bocca! – Io sono Ursinox e spero che tu non sia un avvelenatore! – gli rispose l’ospite guardandolo dritto negli occhi. Marco intinse un dito nel miele e lo leccò per mostrare che non c’era pericolo. Ursinox annusò il cucchiaio. Il profumo lo fece rabbrividire e, senza più trattenersi, lo succhiò finché non lo ebbe ripulito per bene. Chiuse gli occhi per il piacere, le orecchie gli vibravano visibilmente per quel meraviglioso cibo liquido che sapeva di fiori. Poi guardò Marco ed esclamò: – Grazie per avermi accolto con un regalo! Cristina Lastrego – Francesco Testa, Ursinox l’extraterrestre, Mondadori
158
IL RACCONTO DI FANTASCIENZA
1
Segna con una X la risposta corretta. PERSONAGGI
Chi sono i protagonisti del racconto?
Marco e Ursinox
Marco e un orso
Quando si svolge la vicenda? in un tempo imprecisato in un tempo precisato TEMPO
LUOGO
all’aperto
Dove è ambientato il racconto? in un luogo chiuso
FATTI
Che cosa vede Marco fuori dalla finestra? un extraterrestre un grande orso Da dove vene Ursinox? dalle stelle da un altro continente Che cosa gli offre Marco in segno di pace? un ramoscello d’ulivo un barattolo di miele Come reagisce Ursinox all’offerta di pace? mangia tutto il miele
rifiuta preoccupato
2 Sottolinea nel racconto i particolari della descrizione di Ursinox poi illustralo
nel riquadro.
159
VE RI FI CO
LE MIE COMPETENZE
Un robot in giardino – C’è un robot in giardino – mi informò mia moglie Amy. Con un pigro sospiro scostai il piumone, raggiunsi la finestra e guardai fuori. C’era davvero un robot in giardino. – Dici che è vivo? – chiese Amy. – Vivo nel senso di cosciente o nel senso di funzionante? – le risposi. – Dai Ben, vai a dare un’occhiata! Il robot era seduto sotto il salice, con le gambe protese in avanti. Sembrava immobile, ma avvicinandomi mi accorsi che era solo imbambolato a fissare i cavalli del terreno confinante. Mi fermai a qualche passo di distanza e aspettai. Non sapevo bene come attaccare discorso con un robot. Da ragazzi in casa non ne avevamo mai avuti, ma certi miei amici li avevano. Erano perlopiù dei semplici domestici, dei manichini in plastica e metallo che pulivano casa, preparavano la colazione o andavano di quando in quando a prendere i figli a scuola al posto dei genitori. Ne esistevano anche di più economici, con meno funzioni, che magari si limitavano a stirarti le camicie e a portarti fuori la spazzatura. Io non avevo mai voluto un robot in casa. Amy invece voleva un androide, uno di quelli super accessoriati, con anche la faccia umana. Un robot come quello però non l’avevo mai visto. Nemmeno i più economici erano così malconci. Era piccolo e buffo, faceva quasi tenerezza. – Ehm... salve. Il robot sobbalzò, spaventato. Fece per alzarsi ma cadde sul fianco. Vedendolo lì disteso, con le piante dei piedi rivolte verso di me, a scalciare all’impazzata come una coccinella capovolta, mi sentii in obbligo di aiutarlo. – Tutto bene? – chiesi rimettendolo a sedere. Lui ruotò la testa e mi guardò, quasi intimidito. Mi accovacciai sull’erba accanto a lui. Ero affascinato dal nostro piccolo nuovo ospite e volevo sapere di più sul suo conto. Deborah Install, L’incredibile viaggio di un piccolo robot dal cuore grande, Piemme
160
ESPLORO IL TESTO
IL RACCONTO DI FANTASCIENZA
Comprendo M Che cosa ti fa capire l’espressione “con un pigro sospiro” riferita a Ben? Ben lascia malvolentieri il letto
Ben non respira bene
M Perché Ben non si avvicina subito al robot? non sa come attaccare discorso
ha paura che possa fargli male
M Che cosa Ben non aveva mai avuto in casa da ragazzo? un robot come domestico
un elettrodomestico tuttofare
M Che cosa avrebbe voluto Amy?
un androide con la faccia umana
un piccolo e tenero robot
M Che cosa aveva di insolito il robot in giardino? era buffo, piccolo e malconcio
aveva la forma di una coccinella
M Che cosa prova Ben nell’osservarlo? è infastidito dalla sua presenza
è affascinato e vorrebbe conoscerlo meglio
Analizzo M Il narratore è:
interno
M I fatti narrati sono:
esterno
verosimili
M Il luogo della narrazione è: M Il tempo della narrazione è:
inverosimili
precisato precisato
imprecisato imprecisato
M La vicenda è narrata:
al presente
al passato
M La vicenda è narrata:
in ordine cronologico
in ordine non cronologico
Rifletto sulla lingua M Nella frase “Vedendolo lì disteso, con le piante dei piedi rivolte verso di me, a
scalciare all’impazzata come una coccinella capovolta, mi sentii in obbligo di aiutarlo” quanti verbi ci sono? …………………………………………………………………………...…………………………………………...………………………………………………………...………………………
M Esegui l’analisi logica della frase “C’era davvero un robot in giardino”. …………………………………………………………………………...……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….............…...……………………...…………............................................ …………………………………………………………………………...……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….............…...……………………...…………............................................ …………………………………………………………………………...……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….............…...……………………...…………............................................ …………………………………………………………………………...……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….............…...……………………...…………............................................
AUTOVALUTAZIONE H Com’è stato svolgere le attività?
semplice
difficile
molto difficile
161
Percorso d i
SCRITTURA
1
Immagina e completa i RACCONTI DI FANTASCIENZA, inserendo gli elementi di questo genere narrativo.
Un alieno in classe La porta si spalancò. Comparve un alieno in carne e ossa! Lo si poteva anche prendere per un terrestre, non fosse stato per tre particolari: 1) Era violetto dalla testa ai piedi. 2) Era completamente calvo. 3) In cima alla testa aveva una specie di gambo lungo una quindicina di centimetri, del diametro di una matita. In cima aveva una pallina grande all’incirca come una noce. Bruce Coville, Hevi-Hevi chiama Terra!, Feltrinelli
La strana cosa La strana cosa si muoveva da sola, come potrebbe fare un’automobilina a pile, un piccolo robot o un altro giocattolo telecomandato. Aveva quattro gambe e una testa con due protuberanze più simili a lunghe orecchie che ad antenne. Davide guardò dietro il cespuglio, allungò la mano, la sfiorò, l’afferrò. Giuseppe Pederiali, La strana cosa, Einaudi
L’ultima esplorazione Viaggiando veloce, il razzo a vela dei due bambini arrivò in mezzo agli asteroidi. Poi il razzo passò vicino a Giove. Il pianeta Giove è grandissimo ed è fatto di un miscuglio di fumo, di nuvole e di una specie di panna infuocata. I suoi abitanti che sono grandi come grattacieli nuotano in quella panna e in quelle nuvole facendo delle cose molto misteriose. P. Carpi, Il papà mangione e altre storie, Piemme Junior
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RIPASSO con la
MAPPA
Leggi la mappa: ti aiuterà a ricordare le caratteristiche del RACCONTO DI FANTASCIENZA.
IL RACCONTO DI FANTASCIENZA È un testo narrativo fantastico che tratta argomenti di fantasia combinati a elementi scientifici. PERSONAGGI FATTI Sono storie di fantasia combinate a elementi scientifici: l’esplorazione dello spazio, robot che si comportano come esseri umani, catastrofi ambientali, colonizzazione di altri pianeti da parte dell’uomo. Gli avvenimenti possono essere raccontati in prima o in terza persona.
I personaggi possono essere uomini comuni, scienziati o inventori o personaggi fantastici, extraterrestri: alieni, creature mostruose, robot, androidi creature artificiali, cyborg, cioè esseri per metà umani e per metà artificiali.
TEMPO Il tempo è determinato. Le storie sono collocate nel futuro ma possono essere ambientate anche nel passato o nel presente.
LINGUAGGIO Si utilizzano termini che appartengono al linguaggio scientifico e tecnologico.
LUOGHI Le storie sono ambientate in luoghi reali e fantastici: la Terra, pianeti sconosciuti e galassie, asteroidi.
163
Il racconto FANTASY
Gli ti ingredien del testo
Personaggi Il racconto fantasy è un testo narrativo fantastico in cui il tema fondamentale è la lotta tra il Bene e il Male. Nel genere fantasy si trovano elementi tipici della leggenda, della fiaba, della fantascienza e dell’horror pur avendo un impianto assolutamente originale che lo rende un genere a sé. Il racconto fantasy ha lo scopo di divertire e di sorprendere i lettori.
I personaggi sono esseri umani. Il protagonista scopre di essere predestinato ad affrontare prove difficili per il trionfo del Bene. I personaggi antagonisti o alleati del protagonista sono fantastici con poteri soprannaturali: elfi, gnomi, hobbit, orchi, draghi, troll, unicorni.
Tempo Il tempo è irreale e indeterminato. La vicenda può svolgersi in un remoto passato o in un lontano futuro.
Luoghi I luoghi sono immaginari come boschi, foreste incantate, paludi pericolose, fortezze inespugnabili, altissime montagne. In questi ambienti spesso vivono animali e piante dotati di strani poteri.
Fatti La narrazione si basa sull’antica lotta tra il Bene e il Male. Gli avvenimenti fantastici prevalgono su quelli realistici. Le imprese che i personaggi buoni devono affrontare sono avvincenti e ricche di cambiamenti e colpi di scena. Gli avvenimenti possono essere raccontati in prima o in terza persona.
Linguaggio Il linguaggio è ricco di nomi fantasiosi dei personaggi, degli oggetti magici, dei luoghi in cui accadono le storie.
164
Il testo NARRATIVO
Un incontro Secondo un’antica profezia, il destino del mondo dipende da chi vincerà lo scontro che avverrà nel futuro tra Bene e Male. Errand montò in groppa al suo sauro e insieme si avviarono sulla strada di casa. Attraversando i campi immersi nella luce dorata del sole, il ragazzo non si accorse della figura incappucciata che si ergeva sotto un grande pino. Fu il cavallo a richiamare la sua attenzione con un improvviso scarto, quando l’ombra si mosse impercettibilmente. – Dunque sei tu – disse, ostile, con voce che aveva ben poco di umano. Errand rassicurò il cavallo accarezzandogli il collo fremente e guardò la misteriosa figura che la fronteggiava. Sentiva le vibrazioni d’odio emanate da quell’ombra e sapeva che doveva temerla più di qualsiasi altra cosa avesse mai potuto incontrare. Si sorprese perciò nel constatare l’assoluta calma e l’assenza di timore con cui restava a osservarla. La figura scoppiò a ridere, emettendo un suono cupo e raccapricciante. – Tu sei un folle – disse. – Temimi, perché verrà il giorno in cui ti distruggerò. – Questo è ancora da vedersi – ribatté Errand con grande serenità. Osservò attentamente la figura avvolta nell’ombra e si accorse che quello non era un essere reale, ma un’immagine proiettata con tutto il suo odio da miglia di distanza. – E poi – aggiunse – sono abbastanza grande da non lasciarmi spaventare dalle ombre. – Ci incontreremo in carne e ossa, ragazzo – sibilò la figura – e allora tu morirai. – La decisione non è ancora stata presa – rispose Errand. – È per questo che dovremo incontrarci... per decidere chi di noi sopravvivrà e chi dovrà svanire. La figura incappucciata inspirò con un acuto sibilo. – Goditi la gioventù, ragazzo – lo ammonì a denti stretti – poiché non ti sarà concesso di vivere oltre i tuoi anni. Io vincerò. E detto questo svanì.
I personaggi del racconto sono: esseri umani e creature del male esseri umani Il personaggio che rappresenta il male è: la figura incappucciata Errand Il luogo in cui si svolge la vicenda è: reale fantastico Il tempo è: precisato imprecisato I fatti narrati riguardano: la lotta tra il Bene e il Male un viaggio interstellare Il racconto è scritto in: prima persona terza persona
David Eddings, I Guardiani della Luce, Sperling & Kupfer
165
Il racconto FANTASY
Analizzo 1 Sottolinea nel racconto le parole che descrivono l’Anello magico. 2 Completa il testo.
Oggetto magico: ................................................................................................
Il predestinato all’impresa: ................................................................................................
Aiutante: ................................................................................................
Antagonista: ................................................................................................
Luoghi immaginari: ................................................................................................ ................................................................................................
Comprendo 1 Rispondi alle domande.
• Che cosa possiede Frodo? • Cosa intende farne? • Per quale motivo è quasi impossibile distruggere l’Anello? • Qual è l’unico modo per poterlo distruggere? • Infine che cosa dice Gandalf a Frodo?
166
L’Anello magico Il giovane hobbit Frodo eredita dal cugino Bilbo un Anello magico. Frodo tolse nuovamente di tasca l’Anello e lo guardò. L’oro sembrava molto bello e puro, e l’hobbit ammirò la ricchezza e lo splendore del colore, la perfezione della forma. Era un oggetto straordinario e di altissimo pregio. Prima di averlo in mano, la sua intenzione era di scaraventarlo lontano, nella parte più infuocata del camino. Ma ora si accorgeva che non era così facile, che avrebbe avuto bisogno di un grandissimo sforzo di volontà. Soppesò l’Anello, esitante, e imponendosi di pensare a tutto ciò che Gandalf gli aveva detto; poi riunì tutte le sue forze per lanciarlo lontano nel fuoco, ma scoprì di esserselo messo in tasca. Gandalf rise sardonicamente. – Lo vedi? Si sta impadronendo di te, e anche tu, Frodo, già non riesci a sbarazzartene, e non hai più la volontà di distruggerlo. Ma quanto a rompere l’Anello, la forza è del tutto vana. Anche colpendolo con una mazza da fabbro, non lo scalfiresti nemmeno. Le tue mani e le mie mani mai lo potranno disintegrare. Nemmeno le fornaci e le incudini dei Nani vi riuscirebbero. È stato detto che il fuoco di drago può fondere gli Anelli del Potere, ma oggi sulla Terra non vi è un solo drago, il cui antico fuoco sia ancora vivo e intenso a tal punto da riuscirvi; e comunque non è mai esistito un drago che potesse danneggiare l’Unico Anello, l’Anello Dominante, poiché era stato forgiato da Sauron in persona. C’è una sola strada: trovare la voragine del Fato, negli abissi dell’Orodruin, la Montagna di Fuoco e lanciarvi l’Anello, se desideri effettivamente distruggerlo e impedire per sempre al Nemico di impadronirsene. – Certo che desidero distruggerlo, e con tutte le mie forze! –
Il testo NARRATIVO
gridò Frodo. – O perlomeno che venga distrutto. Non sono affatto amante delle imprese pericolose. Cosa darei per non aver mai visto quell’Anello! Perché è toccato a me? Come mai sono stato scelto io? – Queste sono domande senza risposta – disse Gandalf, – ma sei stato scelto tu, e hai dunque il dovere di adoperare tutta la tua forza, l’intelligenza e il coraggio di cui puoi disporre. E ora, sta a te decidere; ma io ti starò sempre accanto per aiutarti. Ti aiuterò a sostenere questo peso, fin quando toccherà a te sopportarlo. Ma dobbiamo fare qualcosa, e subito: il Nemico sta per agire. J.R.R. Tolkien, Il signore degli Anelli, Bompiani
Al cinema Nel cinema, il fantasy è un genere recente, che si è diffuso a partire dagli anni ’80, grazie anche al perfezionamento delle tecnologie necessarie a realizzare effetti speciali. Ha trovato poi la sua consacrazione dal 2000 in poi proprio con il romanzo di Tolkien da cui è stata realizzata una celebre trilogia cinematografica. Il terzo film della serie è stato addirittura premiato con undici Oscar.
Scrivo 1 Rispondi alle domande.
• Riuscirà Frodo a sconfiggere il nemico? • In che modo? Quale ruolo avrà il mago Gandalf? • Quale funzione avrà l’Anello magico? 2 Descrivi brevemente l’aspetto fisico del giovane hobbit Frodo e del mago Gandalf, evidenziando alcuni particolari significativi che li contraddistinguono.
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Il racconto FANTASY
Analizzo 1 Il narratore è: interno esterno 2 Rispondi alle domande. • In quale luogo si svolge la vicenda? • Chi sono i personaggi del racconto? • Quali creature fantastiche compaiono nel racconto? • Chi sono gli eroi della vicenda? • Chi sono gli antagonisti? • Quali forze risultano vittoriose alla fine della battaglia? • È presente un mezzo magico? Qual è? 3 La narrazione si svolge secondo lo schema:
della fabula dell’intreccio
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La sconfitta degli Urgali Il vento urlava nella notte. Lo spettro Norduk, dai capelli cremisi e gli occhi rossi come braci, ordinò ai suoi in tono gelido: – Nascondetevi ed uccidete chiunque si avvicini! Subito si mossero dodici goffi Urgali, armati di corte spade e tondi scudi di ferro: sembravano “umani” con le gambe storte, le braccia tozze e un paio di corna ritorte. I mostri si nascosero nella boscaglia, mentre Norduk li osservava da dietro un albero. Dall’oscurità emersero tre cavalieri. Sul primo cavallo c’era l’elfo Nantar, armato di spade e di arco con faretra; sul secondo c’era Sadam, un’elfa che portava al fianco la spada magica e sulla schiena l’arco con la faretra; sul terzo cavallo Politum armato di lancia e pugnale, con la testa protetta dall’elmo. Subito gli Urgali uscirono allo scoperto, spargendo intorno a sé il loro fetore e scoccarono un nugolo di frecce nere.
Il testo NARRATIVO
Impariamo
insieme 1 Dividetevi in tre gruppi; ogni gruppo deve raccogliere le caratteristiche dei testi narrativi di vario genere. Con le stesse poi realizzate una mappa da appendere in classe e da utilizzare all’occorrenza.
Lo spettro Narduk lanciò verso l’elfa un globo infuocato che colpì il cavallo, mentre Sadam atterrava senza farsi male. Nantar fu velocissimo a soccorrerla e a farla salire in groppa al suo cavallo. La battaglia aveva ormai avuto inizio: gli Urgali si buttarono implacabili sui due cavalli superstiti e lanciarono contro di loro una fitta serie di globi infuocati. Politum fu ferito alla spalla, ma l’elfo Nantar intervenne in sua difesa scoccando una freccia della sua faretra: intorno agli Urgali si diffuse una nuvola di scintille infuocate, i capelli cremisi di Norduk presero fuoco e lo spettro si rotolò per terra in preda alle fiamme. In quel momento Politum, trattenendo la spalla ferita, fu addosso ad un gruppo di Urgali e riuscì a ferirne due con la sua lunga lancia. Anche l’elfa, con l’aiuto della magica spada, colpì gli Urgali rimasti in piedi. In breve i mostri furono sconfitti: il fetore pestilenziale che gli Urgali diffondevano intorno a sé svanì, l’aria della notte ritornò fresca e pulita e i tre cavalieri andarono vincitori incontro all’alba. Christopher Paolini, Eragon, Fabbri Editori
Scrivo 1 Scrivi, per ogni sequenza, una frase significativa. Poi sintetizza sul quaderno. 1. ………………………………………………………………………..........…………… ………………………………………………………………………..........………………….....
2. ………………………………………………………………………..........…………… ………………………………………………………………………..........………………….....
3. ………………………………………………………………………..........…………… ………………………………………………………………………..........………………….....
4. ………………………………………………………………………..........…………… ………………………………………………………………………..........………………….....
5. ………………………………………………………………………..........…………… ………………………………………………………………………..........………………….....
6. ………………………………………………………………………..........…………… ………………………………………………………………………..........………………….....
7. ………………………………………………………………………..........…………… ………………………………………………………………………..........………………….....
8. ………………………………………………………………………..........…………… ………………………………………………………………………..........………………….....
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COMPRENDERE è FA CIL E Luna rossa, verde, celeste PERSONAGGI TEMPO LUOGO FATTI
Sam è stato rapito dallo spietato Odoursin e dalle Forze Oscure per portare a termine il loro programma letale contro la Terra. – Sam – sussurrò una voce – Sam mi senti? Sam stentava a crederci. Era la voce di una ragazzina, forse della sua età. – Sì, ti sento. Dove sei? – Nella cella accanto – rispose la voce. – Chi sei? – Mi chiamo Skipper. Ti stavo aspettando. – Forse mi confondi con un altro, – le disse. – Io mi chiamo Sam Palmer, e tutto questo è frutto di un terribile errore. – So bene chi sei – replicò la ragazzina – perciò sono venuta ad aiutarti. Guarda il cielo! Sam appoggiò la schiena alla porta e prese la rincorsa saltando verso la finestra, sollevandosi aggrappato alle sbarre. Guardò il cielo, ma non vide altro che nuvoloni scuri che gettavano ombre sul paesaggio. “È già notte” pensò e, lasciandosi cadere a terra, sprofondò in un sonno agitato. Quando si svegliò, la cella era buia. Dalla finestra filtrava un bagliore azzurro. Saltò nuovamente verso la finestra e volse lo sguardo all’orizzonte e percepì una travolgente sensazione di pericolo: vide appena sopra la linea dell’orizzonte due lune, una rossa e una verde. Una terza, celeste, stava sorgendo sopra le cime degli alberi. Era lo spettacolo più sconvolgente e meraviglioso che avesse mai visto. Un mondo diverso. S. Voake, Le tre lune di Aurobon, Mondadori
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IL RACCONTO FANTASY
1
Segna con una X la risposta corretta. Chi è il protagonista del racconto? Skipper
PERSONAGGI
Sam
Quando si svolge la vicenda? in un tempo imprecisato in un tempo precisato TEMPO
LUOGO
all’aperto
Dove è ambientato il racconto? in una cella
FATTI
Che cosa è successo a Sam? è stato rapito è stato arrestato Che cosa gli dice Skipper? di far finta di dormire Che cosa vede Sam? tre lune di colori diversi
di guardare il cielo un’astronave di tre colori
2 Indica con una X se le affermazioni sono vere (V) o false (F).
• Sam è un rapitore.
V
F
• Skipper è prigioniera come Sam.
V
F
• Sam dorme serenamente nella cella.
V
F
• Sam vede una grande luna di sette colori.
V
F
• Sam capisce che il mondo è cambiato.
V
F
3 Leggi la descrizione
finale del paesaggio, poi illustra il cielo nel riquadro, così come lo ha visto Sam.
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VE RI FI CO
LE MIE COMPETENZE
Nella terra degli Unicorni Quando Diana si risvegliò portò subito la mano al collo: il misterioso amuleto che le aveva donato la nonna era scomparso! Sforzandosi di rimanere calma, si guardò intorno. Era sdraiata su un giaciglio di muschio e foglie, in una grotta illuminata dalla luce fioca di una sola torcia. All’improvviso Diana trasalì, spaventata. Davanti a lei c’era un essere simile a un orso. Era alto, con le spalle larghe. Il suo corpo era ricoperto da una folta pelliccia. Aveva un muso largo e un piccolo naso nero. L’uomo-orso si chinò su Diana e la guardò con i suoi grandi occhi scuri. Fiutandola con le larghe narici, le posò una grossa zampa sulla guancia. Poi con uno sguardo triste, si voltò e si allontanò. Diana tentò di sollevarsi sui gomiti, per cercare un modo per comunicare con lui, ma il dolore della ferita al fianco, causata dalla roccia su cui era caduta, la bloccò e ricadde all’indietro. In un attimo si addormentò. Quando riaprì gli occhi, vide un unicorno piccolo e aggraziato. Il maestoso animale aveva trapassato la sua maglietta con il corno e sulla pelle, vicino al cuore, s’intravedeva una minuscola stella. L’unicorno posò gentilmente il suo lungo corno sulla spalla della bambina. Poi le disse: – Non devi aver paura. Le aveva parlato con il pensiero. – Era l’unico modo per comunicare con te. – Non capisco… – mormorò Diana. – Se parli a voce alta, non posso capirti. Basterà che tu formuli un pensiero e me lo invii mentalmente. – Dove sono? – chiese, pensando, la bambina. – Sei nella tana di Dimbolthum, l’uomo-orso. E la tana si trova nella Foresta della Regina, nel mondo di Luster. – Luster? – La Terra degli Unicorni. – Chi sei? – chiese Diana. – Mi chiamo Lampo d’Argento. E tu? – Diana. Ma dov’è adesso Dimbolthum? – È andato a raccogliere alcune erbe che ti aiuteranno a riprendere le forze. Il passaggio dalla Terra a Luster è stato molto faticoso. Io intanto curerò la tua ferita. Bruce Coville, Nella terra degli unicorni, Piemme
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ESPLORO IL TESTO
IL RACCONTO FANTASY
Comprendo M Quale parola nella prima frase ti fa capire che stai leggendo un racconto fantastico?
………………………………………………………………....…………………..............................…………………..............................…………………..............................…………………......................................................................
M Quali creature fantastiche ci sono nel racconto? ………………………………………………………………....…………………..............................…………………..............................…………………..............................…………………......................................................................
M In che modo Lampo d’Argento comunica con Diana? ………………………………………………………………....…………………..............................…………………..............................…………………..............................…………………......................................................................
M Da che cosa si capisce che il mondo di Luster è un luogo irreale? ………………………………………………………………....…………………..............................…………………..............................…………………..............................…………………......................................................................
M In che modo l’uomo-orso aiuterà Diana? ………………………………………………………………....…………………..............................…………………..............................…………………..............................…………………......................................................................
M Trova un sinonimo per ciascuna delle seguenti parole. Trasalire Amuleto
Maestoso Fiutare
................…………………........................................ ................…………………........................................
................…………………........................................ ................…………………........................................
Analizzo M Il narratore è:
interno
M I fatti narrati sono:
esterno
verosimili
M Il luogo della narrazione è:
inverosimili
realistico
M Il tempo della narrazione è:
precisato
fantastico imprecisato
M La vicenda è narrata:
al presente
al passato
M La vicenda è narrata:
in ordine cronologico
in ordine non cronologico
M Sottolinea nel testo con colori diversi la descrizione dell’uomo-orso e dell’unicorno.
Rifletto sulla lingua M Leggi la frase “La grotta era illuminata dalla luce fioca di una sola torcia” e segna con una X le risposte corrette.
M Qual è il soggetto della frase? la grotta la luce fioca M Che funzione ha “era illuminata”? predicato verbale predicato nominale M Che cos’è “dalla luce fioca”? complemento di causa efficiente complemento di modo M Quale attributo è riferito alla parola “torcia”?
AUTOVALUTAZIONE H Com’è stato svolgere le attività?
fioca
sola
semplice
difficile
molto difficile
173
Percorso d i
SCRITTURA
1
Immagina e completa i RACCONTI FANTASY, inserendo gli elementi di questo genere narrativo.
Atreiu Il mare erboso era un’immensa prateria, vasta come un mare. Gli abitanti erano un popolo di cacciatori. Un bel giorno comparve all’accampamento un vecchio Centauro Nero con la barba bianca. Era Cairone. – Atreiu è a caccia? – bofonchiò. – Sì straniero – rispose un vecchietto con le stampelle. Cairone scalpito è... M. Ende, La storia infinita, Longanesi
Il Bosco della Nebbia In poco tempo i ragazzi raggiunsero il Bosco della Nebbia. Era un luogo sinistro, circondato da una nebbiolina spessa che non lasciava vedere quasi nulla. Per entrare bisognava passare in mezzo a una giungla di rampicanti con fiori velenosi e piante ricoperte di spine. Cale tirò fuori il libro dalla borsa e lo aprì. Il libro cominciò a parlare... Ana Calan, La prima missione, Mondragò, vol. 2, Einaudi Ragazzi
Il guardiano del tesoro Lo hobbit strisciò attraverso la porta incantata e si introdusse furtivamente nella Montagna. “Se solo potessi svegliarmi e scoprire che questo tunnel della malora è l’ingresso di casa mia” egli disse tra sé e sé. Man mano che avanzava, una specie di bagliore diventava sempre più forte. Era una luce rossa, inoltre adesso faceva indubbiamente caldo nel tunnel: sbuffi di vapori fluttuavano intorno a lui e sopra la sua testa... J.R.R. Tolkien, Lo hobbit, Adelphi
174
RIPASSO con la
MAPPA
Leggi la mappa: ti aiuterà a ricordare le caratteristiche del RACCONTO FANTASY.
IL RACCONTO FANTASY È un testo narrativo fantastico. Il tema fondamentale è la lotta tra il Bene e il Male. PERSONAGGI FATTI La narrazione si basa sull’antica lotta tra il Bene e il Male. Gli avvenimenti fantastici prevalgono su quelli realistici. Le imprese che i personaggi buoni devono affrontare sono avvincenti e ricche di cambiamenti.
I personaggi sono esseri umani. Il protagonista scopre di essere predestinato ad affrontare prove difficili per il trionfo del Bene. I personaggi antagonisti o alleati del protagonista sono fantastici con poteri soprannaturali: elfi, gnomi, hobbit, orchi, draghi, troll, unicorni.
TEMPO Il tempo è irreale e indeterminato. La vicenda può svolgersi in un remoto passato o in un lontano futuro. LINGUAGGIO Il linguaggio è ricco di nomi fantasiosi dei personaggi, degli oggetti magici, dei luoghi in cui accadono le storie.
LUOGHI I luoghi sono immaginari come boschi, foreste incantate, paludi pericolose, fortezze inespugnabili... descritti con ricchezza di particolari. 175
Scrittura creativa Da una storia... tante storie Ecco l’inizio di un racconto che puoi completare, scegliendo il genere narrativo che preferisci.
MRacconto realistico Era la Vigilia di Natale. Per tutta la giornata le vie del centro erano state percorse da tanta gente. La signora Eleonora era ritornata a casa con due pacchi: erano i regali per i suoi bambini. Aveva acquistato una bambola per Matilde e un piccolo alieno parlante per il piccolo Sandro. Per la cena aveva deciso di preparare un bel tacchino...
Percorso 1
Se vuoi scrivere un racconto umoristico narra un episodio esagerato e divertente.
Era la Vigilia di Natale. Per tutta la giornata le vie del centro erano state percorse da tanta gente. La signora Eleonora era ritornata a casa con due pacchi: erano i regali per i suoi bambini. Aveva acquistato una bambola per Matilde e un piccolo alieno parlante per il piccolo Sandro. Per la cena aveva deciso di preparare un bel tacchino... “Lo farò cuocere lentamente” pensò ammirandolo nella casseruola. Ad un tratto si accorse che sotto un’ala c’era un biglietto arrotolato su cui c’era scritto: “Il pennuto si chiamava Serafino, se lo infornate a 250 gradi vi accorgerete che agiterà le ali a mo’ di ventaglio. Lui da vivo soffriva molto il caldo. Non vi impressionate se mentre cuoce vi chiede una bibita fresca. Siate gentili altrimenti...”
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GIOCHIAMO CON LE STORIE MRacconto d’avventura Percorso 2
Se vuoi scrivere un racconto d’avventura pensa agli ostacoli che dovrà superare la signora Eleonora per evitare che il tacchino finisca nelle mani di due loschi individui pronti a tutto pur di averlo.
Era la Vigilia di Natale. Per tutta la giornata le vie del centro erano state percorse da tanta gente. La signora Eleonora era ritornata a casa con due pacchi: erano i regali per i suoi bambini. Aveva acquistato una bambola per Matilde e un piccolo alieno parlante per il piccolo Sandro. Per la cena aveva deciso di preparare un bel tacchino... Nel frattempo alla tivù un giornalista parlava di un prezioso tacchino, frutto di un esperimento di clonazione che era stato venduto per sbaglio. La signora Eleonora, che stava ascoltando il programma, intuì da alcuni dettagli che si trattava proprio del tacchino che aveva comprato e che possederlo significava avere molto denaro...
Compito di realtà ∞ Cocktail di storie Divisi in gruppi, preparate delle carte da gioco su cui disegnerete gli elementi tipici dei vari testi che avete studiato (la lente d’ingrandimento dell’investigatore, un alieno, il sarcofago della mummia ecc.). Mescolate poi le carte dei vari generi narrativi. Ogni gruppo riceverà un mazzo di carte che utilizzerà per scrivere un testo narrativo. Potrebbe capitare di trovare un cavaliere senza testa o un robot alle prese con Sherlock Holmes! Ci sarà da divertirsi! 177
GALLERIA
D'ARTE
SCENE DI VITA
Giovanni Fattori è considerato tra i principali esponenti del movimento dei Macchiaioli. Gli artisti stendevano il colore con luminose macchie e dipingevano spesso all’aria aperta per cogliere i mutamenti della luce sulle cose. I temi preferiti sono: la campagna, il mare, le scene familiari, il lavoro dei contadini.
Giovanni Fattori, Acquaiole livornesi
INTERPRETO
PICCOLI ARTISTI
1 Osserva attentamente ogni dettaglio del dipinto.
1 Osserva il dipinto le “Acquaiole livornesi” di Giovanni Fattori e riproducilo aggiungendo nuovi particolari. Poi coloralo rispettando i colori utilizzati dall’artista. • Quali sensazioni hai
• Quali elementi sono presenti nel dipinto? • Quali colori ha utilizzato l’artista? • Cosa vedi in primo piano? E in secondo piano? • Cosa vedi sullo sfondo?
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provato a lavoro ultimato?
Per approfondire vai al volume di ARTE E MUSICA.
Gli elementi del linguaggio visivo
Giovanni Fattori, Il riposo
INTERPRETO 1 Osserva i dipinti e rispondi alle domande.
Il riposo • Quali elementi naturali vedi nel dipinto? • Quali colori ha utilizzato l’artista? • Ti sembrano adatti a rappresentare una scena naturalistica? • Che cosa ha voluto esprimere?
Butteri
Giovanni Fattori, Butteri
• Quale colore prevale nel dipinto? • Cosa vedi in primo piano? • Cosa fanno i butteri? • Quali sensazioni provi osservando il dipinto?
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Il testo
POETICO Lo scopo
La poesia esprime e comunica con un linguaggio particolare sensazioni, emozioni, sentimenti e idee. Con il testo poetico si possono raccontare storie vere o fantastiche e descrivere persone, ambienti o animali. Alcuni testi hanno versi in rima, altri liberi.
può essere strutturato in: strofe versi rime
le rime possono essere:
Struttura Nei testi poetici ogni riga si chiama verso. I versi che terminano con lo stesso suono formano le rime. I versi sono raggruppati in strofe separate da uno spazio.
baciata (AABB) alternata (ABAB) incrociata (ABBA)
può contenere suoni: ritmo allitterazioni onomatopee
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PER CAPIRE LA POESIA
può contenere immagini:
Leggi attentamente i versi e, aiutandoti con il dizionario, scopri il significato delle parole che non conosci. All’occorrenza modifica il loro ordine per coglierne meglio il contenuto.
similitudini metafore personificazioni
Il testo POETICO
Ofelia Ofelia è tutta bianca e non sembra mai stanca di correre e saltare: sembra un’onda del mare. È piccola e leggera Ofelia, ed ogni sera instancabile gioca con qualche ombra fioca. Con i suoi polpastrelli morbidi e delicati pigia scialli e mantelli e li trasforma in prati.
1 Da quante strofe è formato il testo poetico? Quanti versi contiene ogni strofa?
I versi sono in: rima baciata rima alternata rima incrociata
E si lecca e si stira si struscia e poi s’aggira percorrendo ogni stanza sempre a passo di danza. Ofelia è tutta bianca e non sembra mai stanca di divertirsi e sognare: forse è un’onda del mare. Giuseppe Pontremoli
Impariamo
insieme 1 Dividetevi in gruppi; ogni gruppo deve ricercare e scrivere alcune filastrocche, scegliendo il tipo di rima.
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Il testo POETICO
La SIMILITUDINE
LA SIMILITUDINE La similitudine è un paragone tra immagini che hanno una o più caratteristiche in comune. È introdotta dalle parole: è come, sembra, pare, somiglia a, è simile a… Per esempio: il sole è simile a una sfera splendente; le stelline sembrano scintille d’oro…
Alla luna Bianca tartaruga luna addormentata come cammini piano! Nel prato del cielo, tra i fiori delle stelle va la luna crescente come un uncino d’oro. La luna diventa un bastone di luce nel torrente chiaro.
1 Individua le similitudini e riscrivile. • Di che cosa parla la poesia? • Quali elementi del paesaggio sono descritti? • Di quale momento della giornata si parla? • E di quale stagione? • A cosa viene paragonata la luna? • E l’acqua del lago? 2 Sottolinea nel testo l’altra similitudine.
ORA TOCCA A TE 1 Scrivi anche tu una poesia, puoi incominciare così:
La luna Risplendi nella notte azzurra limpida la luna come ………………………………………………………………….... Sospesa nel vuoto sembra ………………………………………......... ……………………………………….......……….………………….………………….………………….………………….…………………..… ……………………………………….......……….………………….………………….………………….………………….…………………..… ……………………………………….......……….………………….………………….………………….………………….………………….…
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Per approfondire LA POESIA vai alle pagine 59-69 del QUADERNO DI SCRITTURA.
La SIMILITUDINE
Tempesta Una terribile tempesta sconvolse l’aria. Le nubi erano poche, quasi trasparenti. L’oscurità, come il mantello di uno spettro, nascose il cielo e la terra alla vista.
Il testo POETICO
1 Leggi le poesie e completale aggiungendo per ognuna una similitudine.
Emily Dickinson, Poesie, Giunti Demetra ……………………………………….......……….………………….………………….………………….………………….………………….………………………… ……………………………………….......……….………………….………………….………………….………………….………………….…………………………
Si leva nel cielo La luna si leva nel cielo avvolta in una nuvola lieve come un velo. Donatella Bisutti, Le parole magiche, Feltrinelli Kids ……………………………………….......……….………………….………………….………………….………………….………………….………………………… ……………………………………….......……….………………….………………….………………….………………….………………….…………………………
Vennero i freddi Vennero i freddi, con bianchi pennacchi e azzurre spade spopolarono le contrade. Il riverbero dei fuochi splendé calmo nei vetri. La luna era sugli spogli orti invernali. Attilio Bertolucci ……………………………………….......……….………………….………………….………………….………………….………………….………………………… ……………………………………….......……….………………….………………….………………….………………….………………….…………………………
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Il testo POETICO
La METAFORA
LA METAFORA La metafora accosta tra loro due elementi, tra i quali esiste un rapporto di somiglianza. Nel confronto mancano le parole sembra, somiglia a…. La metafora, pertanto, può considerarsi una similitudine abbreviata.
Stelle cadenti Quante! così da pensare a un improvviso migrare di luminose rondini, in fuga davanti al volo lentissimo della luna. Prodigiose stelle, zampilli di aeree fontane piume scosse da un’ala di fiamma, sui mondi, fiori di mandorlo colti negli orti infiniti, che la notte disfoglia. Antonia Pozzi, Parole, Garzanti
Ragnatela Perle e diamanti sulla tela del ragno: sono perle d’acqua che brillano al sole; diamanti di rugiada che cambiano di colore.
ORA TOCCA A TE 1 Completa la poesia inserendo una nuova metafora.
La pioggia si scioglie in sottili fili di seta ……………………………………….......……….………………….………………….………………….………………….………………… ……………………………………….......……….………………….………………….………………….………………….…………………
S. Bordiglioni
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……………………………………….......……….………………….………………….………………….………………….…………………
La PERSONIFICAZIONE
Brinata La terra era squallida e grigia e grigio e monotono il cielo; l’inverno riaprì la valigia e poi disse al gelo: “Ricama con mano gentile quest’umida nebbia sottile!” Il gelo si mise al lavoro: sui penduli rami tremanti profuse, con arte, un tesoro di perle, e diamanti, e, all’alba del nuovo mattino, la terra fu tutta un giardino. Il sole dal monte si affaccia i candidi fiori a guardare, la nebbia fumosa discaccia, li viene a baciare; e allora si rompe l’incanto… e i fiori si sciolgono in pianto! R. Calleri
Il testo POETICO
LA PERSONIFICAZIONE Attraverso la personificazione il poeta attribuisce pensieri e azioni umane a oggetti, animali e ad elementi della natura.
1 Rispondi alle domande.
• Di che colore sono la terra e il cielo? ……………………………………….......……….………………….………………….………………….
• Come appare la terra all’alba del nuovo mattino? E come sono i fiori? ……………………………………….......……….………………….………………….…………………. ……………………………………….......……….………………….………………….………………….
• Cosa succede quando arriva il sole? ……………………………………….......……….………………….………………….…………………. ……………………………………….......……….………………….………………….………………….
• Come si trasforma la nebbia fine? ……………………………………….......……….………………….………………….…………………. ……………………………………….......……….………………….………………….………………….
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Il testo POETICO
L’ALLITTERAZIONE
Le parole adatte Quando fa caldo caldo molto caldo se mi parlate per favore usate solo parole con molte effe e vi fffresche e vvventose. Parlatemi con soffi, con affetto, parlatemi davvero, siate affabili, parlatemi di tuffi, stoffe, staffe, avventure, avvocati con i baffi e quando finirete le parole per favore ditemi solo ffff e vvvv, ma tanto, fin quando viene sera e cala il sole.
L’ALLITTERAZIONE In una poesia la ripetizione di suoni uguali, all’interno di diverse parole, si chiama allitterazione.
1 Il poeta giocando con i suoni ha evidenziato il bisogno di fresco e di vento per sopportare meglio il caldo. Sottolinea nella poesia la ripetizione di suoni uguali che creano tale effetto.
R. Piumini
Il tuono E nella notte nera come il nulla, a un tratto, col fragor d’arduo dirupo che frana, il tuono rimbombò di schianto: rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo, e tacque, e poi rimareggiò rinfranto, e poi vanì. Soave allora un canto s’udì di madre, e il moto di una culla. Giovanni Pascoli
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1 Sottolinea nella poesia con colori diversi la ripetizione di suoni uguali. Quale significato vuole comunicarci l’allitterazione nella poesia?
L’ALLITTERAZIONE
L’acqua E l’acqua fresca nasce fa ruscelli scende casca sui sassi scroscia e frusciando fa il fiume. E l’acqua sciolta nuota nelle valli e lunga e lenta larga silenziosa luminosa fa il lago.
Il testo POETICO
1 Rispondi alle domande.
• Da quante strofe è formata la poesia? ............................. • Quanti versi ha ogni strofa? .............................
• Attraverso le parole che contengono sc, fr sentiamo il ........................................................................
• Attraverso la scelta della seconda strofa che contiene il suono ............................................... sentiamo il lago. • Attraverso le parole che contengono la ........................................................................ sentiamo il mare. • Sottolinea gli aggettivi qualificativi e le azioni che si riferiscono all’acqua.
E l’acqua a onde muore non muore mai e muore non muore mai e muore mentre immensa fa il mare. R. Piumini
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Il testo POETICO
L’ONOMATOPEA
L’ONOMATOPEA L’onomatopea è una parola che imita o riproduce dei suoni (voci, rumori, versi di animali). Nella poesia sono presenti parole onomatopeiche che riproducono il suono di ciò che significano.
Nacchera Nacchera Nacchera Nacchera Scarabeo sonoro. Nel ragno della mano arricci l’aria calda e ti strozzi nel tuo trillo di legno. Nacchera Nacchera Nacchera
Wnacchera: piccolo strumento di legno a forma di conchiglia.
F. García Lorca, Poesie, Guanda
1 Da quanti versi è composta la poesia? 2 Nella poesia c’è una parola onomatopeica. Qual è? Sottolineala. 3 Attraverso quale figura retorica il poeta esprime la somiglianza tra la nacchera e lo scarabeo? personificazione metafora similitudine
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L’ONOMATOPEA
Il tuono
E nella notte nera come il nulla, a un tratto con fragor d’arduo dirupo che frana, il tuono rimbombò di schianto: rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo, e tacque, e poi rimaneggiò rinfranto, e poi vanì. Soave allora un canto s’udì di madre, e il moto di una culla. Giovanni Pascoli
Il testo POETICO
Goccia di pioggia Goccia di pioggia d’argento, cado dal cielo con altre cento. Ballo, guizzo, saltello, il mio suono è un tamburello. Tic, toc, tic, toc, tac. Goccia di pioggia d’argento, balliamo tutti a cuor contento. A grandi balzi e svelti saltelli suoniamo i nostri tamburelli. Albena Ivanovitch-Lair
1 Che cosa vuol esprimere il poeta? Quale espressione usa per dire che il cielo era molto scuro? Evidenziala nella poesia. 2 Da quanti versi è composto il testo poetico? 3 Sottolinea le parole onomatopeiche che richiamano il suono del tuono.
1 Rispondi alle domande.
• Com’è la rima? .........................................................................................................................
• Quali sono le onomatopee? .........................................................................................................................
ORA TOCCA A TE 1 Completa con il nome onomatopeico adatto.
• • • •
Mi affacciai alla finestra attratto dal .................................................................. degli uccellini. Il .................................................................. delle api incominciava ad infastidirmi. L’.................................................................. del vento serpeggiava tra gli alberi del giardino. Mi svegliai a causa del .................................................................. insistente della pioggia che batteva sui vetri della finestra. • Nel silenzio si sentiva il .................................................................. del treno. • Il continuo .................................................................. del rubinetto mi tenne sveglio per tutta la notte.
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Il testo POETICO
Gli HAIKU
HAIKU L’haiku è un componimento di origine giapponese, è una poesia formata da tre versi. Il linguaggio è ricco di dati sensoriali utilizzati per descrivere la natura, esprimere emozioni, ricordi.
L’uccello in gabbia osserva invidiosa, la farfalla.
Si fa largo tra la folla brandendo un papavero.
Kobayashi Issa
Haiku, Mondadori
Gatti in amore sopra i rami di pino fonde la luna. Haiku, Mondadori
1 Dopo aver letto gli haiku, scegli quello che ti ha maggiormente colpito e descrivilo brevemente. Completa il testo con il titolo.
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Gli HAIKU
O quanta calma! solo, penetrante le rocce, il grido delle cicale!
Il testo POETICO
Dal cuore della peonia esce un’ape ubriaca. M. Basho
M. Basho
Il pruno bianco ritorna secco. Notte di luna. Yosa Buson
ORA TOCCA A TE 1 Scrivi anche tu un haiku, rispettando le sue caratteristiche.
Impariamo
insieme 1 Formate delle coppie e inventate insieme degli haiku scegliendo un elemento della natura.
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Il testo POETICO
Il CAVIARDAGE
IL CAVIARDAGE Il caviardage è una tecnica di scrittura creativa per scoprire la poesia tra le righe di una pagina già scritta. Utilizzando tecniche artistiche dà vita a poesie visive che, con parole, segni e colori, parlano dritto al cuore.
Poi finalmente la pioggia venne. Un pomeriggio nuvoloni scuri invasero il cielo. All’improvviso un lampo e poi il fragore di un tuono che, rimbombando tra le nubi, fece scappare nelle tane i conigli impauriti. E poi che acquazzone! Un vero diluvio di gocce con scrosci sempre più violenti! Il vecchio rospo strisciò fuori dal suo riparo sotto la pietra e rimase sotto la pioggia. Decine di ranocchi balzarono fuori dallo stagno e saltellarono fino al fosso felici. Presto un odore penetrante si levò dai campi e dalla siepe: l’odore della terra bagnata. Gli animali lo annusavano e lo trovavano delizioso, mentre ascoltavano il mormorio, il fruscio, il picchiettio della pioggia.
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La pioggia venne La pioggia venne nuvoloni invasero il cielo. Un lampo tra le nubi e poi un diluvio di gocce. Un odore si levò dai campi. Delizioso mormorio il picchiettio della pioggia.
Il CAVIARDAGE
D’un tratto sbocciò la primavera,
Il testo POETICO
Compito di realtà
il melo apparve trasformato in cascata
Cerca la poesia
odorosa di stelle.
Divisi in piccoli gruppi cercate alcuni brevi testi espressivi che descrivono luoghi, piante, persone, sentimenti, animali. Ogni gruppo ne sceglierà uno per tipo, leggetelo attentamente ed evidenziate le parole per comporre una poesia. Cancellate tutte le altre parole con un pennarello nero. Il risultato sarà sorprendente!
Tutto mi sapeva di miracolo. Nel cielo sfrecciavano le rondini impazzite di sole. All’improvviso sparirono tutte in un istante per riapparire un attimo dopo. Facevano capriole e intrecciavano infiniti voli aspettando il tramonto. E intanto in ogni nido si levava il canto che si spegneva solo verso sera quando nel cielo appariva la luna.
La primavera D’un tratto sbocciò il melo cascata odorosa di stelle. Rondini impazzite di sole intrecciavano infiniti voli. Il canto si spegneva verso sera quando appariva la luna.
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COMPRENDERE è FA CIL E Paesaggio Il pomeriggio distratto si vestiva di freddo. Dietro i vetri offuscati i bambini, tutti insieme, vedono un albero giallo tramutarsi in uccello. Il pomeriggio si stende sulle rive del fiume. E un rossore di mela si dondola sui tetti. Federico GarcĂa Lorca, Tutte le poesie, Rizzoli
Occhi per vedere Viaggiai per giorni e notti per Paesi lontani molto spesi per vedere altri mondi, grandi mari. E non avevo occhi per vedere a due passi da casa la goccia di rugiada sulla spiga di grano. R. Tagore, Poesie, Newton Compton
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Il testo POETICO
1
Segna con una X la risposta corretta. In quante strofe è divisa la poesia ”Paesaggio?” 2 3 4 Quale stagione viene descritta? autunno inverno primavera estate Dove si trovano i bambini? dietro la porta dietro la finestra Che cosa fanno? osservano gli alberi osservano un albero dalle foglie gialle
Quale messaggio vuol comunicare l’autore della poesia “Occhi per vedere“? ci invita a soffermarci sulla bellezza delle piccole cose che ci circondano ci invita a osservare le spighe di grano crede che una goccia di rugiada sia molto preziosa 2
Indica con una X quali delle due immagini può essere adatta alla poesia “Occhi per vedere”.
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VE RI FI CO 1 Sottolinea le similitudini.
Un’altra luna D’un tratto arrivo vicino al mare e un’altra luna mi sembri, bianca, bagnata e fresca come una cavalla nuova che corre sulla rugiada, giovane come una perla, chiara come una fronte di sirena.
LE MIE COMPETENZE
2 Sottolinea le personificazioni.
Bella
Bella, come nella pietra fresca della sorgente, l’acqua apre un ampio lampo di spuma, così è il sorriso del tuo volto, bella. Bella, dalle fini mani e dagli esili piedi come un cavallino d’argento, che cammina, fiore del mondo, così ti vedo, bella. P. Neruda, Poesie d’amore e di vita, Guanda
Riad. P. Neruda
3 Sottolinea le metafore.
Uccelli
Gli uccelli nel sole sono fiocchi di lana, fiori o pensieri abbandonati al vento. D.M. Turoldo
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4 Completa la poesia, inserendo una metafora, una similitudine e due personificazioni. d’inchiostro – sorride – culla – carezza
Il cielo …….......……….………………….………………….…………………. alla luna che …….......……….………………….………………….…………………. le sue stelle. E nella notte …….......……….………………….………………….…………………. soffia una brezza leggera come la …….......……….……………………………….…………………. di un bimbo.
RIPASSO con la
MAPPA
Leggi la mappa: ti aiuterà a ricordare le caratteristiche del TESTO POETICO.
IL TESTO POETICO È un testo scritto in versi che usa le parole non solo per il loro significato, ma anche per il loro suono. Sono testi poetici: filastrocche, limerick, nonsense. LINGUAGGIO Utilizza figure retoriche STRUTTURA È scritto in versi liberi o in rima raggruppati in strofe separate da uno spazio. La rima può essere: baciata alternata incrociata A A B B
A B A B
A B B A
I versi e le rime creano il ritmo e la musicalità della poesia.
METAFORA: il significato di una parola viene dato ad un’altra con caratteristiche comuni. SIMILITUDINE: un paragone fatto tra due elementi. È introdotta da sembra, somiglia a, come... PERSONIFICAZIONE: attribuisce caratteristiche umane ad animali, ambienti e oggetti. ALLITTERAZIONE: è la ripetizione di suoni all’interno dei versi, tra parole vicine. ONOMATOPEA: parole che riproducono suoni, rumori di oggetti, versi di animali.
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GALLERIA
D'ARTE
COMPOSIZIONI DI OGGETTI
Il quadro di Paul Cézanne rappresenta una natura morta. In questo genere di pittura si possono ritrarre vari tipi di oggetti, fiori, piante, frutta, animali in un insieme armonico in modo tale che l’immagine risulti gradevole.
Paul Cézanne, Il tavolo di cucina
INTERPRETO
PICCOLI ARTISTI
1 Rispondi alle domande.
1 Riproduci il dipinto e coloralo con colori diversi da quelli usati dall’artista. Provi le stesse sensazioni?
• Osserva e descrivi gli elementi che caratterizzano il dipinto. • Che cosa colpisce di più la tua attenzione? • La composizione è: squilibrata e confusa equilibrata
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Per approfondire vai al volume di ARTE E MUSICA.
Gli elementi del linguaggio visivo
INTERPRETO 1 Rispondi alle domande.
• Cosa rappresenta il dipinto? ……………………………………………................................................................................. …………………………………………….................................................................................
• Quali colori ha utilizzato l’artista? ……………………………………………................................................................................. …………………………………………….................................................................................
• Osserva attentamente quest’opera ed esprimi il tuo giudizio. ……………………………………………................................................................................. ……………………………………………................................................................................. ……………………………………………................................................................................. …………………………………………….................................................................................
• Che cosa colpisce di più la tua attenzione? ……………………………………………................................................................................. …………………………………………….................................................................................
• Descrivi sul quaderno gli elementi che compongono il dipinto. ……………………………………………................................................................................. ……………………………………………................................................................................. …………………………………………….................................................................................
Paul Cézanne, Vaso blu
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PICCOLI ARTISTI 1 Riproduci il dipinto cambiando i colori e la disposizione degli oggetti. Quali differenze noti? Provi le stesse sensazioni?
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Il testo
INFORMATIVO Lo scopo
Il testo informativo ha lo scopo di trasmettere informazioni e conoscenze su argomenti storici, geografici, scientifici. Si può trovare nei libri scolastici, in enciclopedie, giornali o Internet.
Struttura Il titolo indica l’argomento di cui si parla. Segue lo sviluppo in cui il testo può essere diviso in sequenze informative o paragrafi, ciascuno dei quali affronta un argomento specifico collegato all’argomento generale. Le informazioni di un testo informativo sono organizzate secondo un ordine che può essere: H cronologico quando i dati vengono esposti in successione temporale; H logico quando vengono esposte prima le informazioni generali, poi quelle particolari; H logico-causale quando si mettono in evidenza le relazioni di causaeffetto che legano tra loro le diverse informazioni.
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Linguaggio Il linguaggio è chiaro e preciso e fa uso di termini specifici della disciplina trattata (storia, geografia, scienze...); sono evidenziate in grassetto le parole chiave per richiamare l’attenzione sui termini da ricordare. Per rendere le informazioni più chiare e complete i testi informativi sono accompagnati da fotografie, didascalie, grafici e tabelle.
PER STUDIARE IN MODO ATTIVO: leggi con attenzione il testo; cerca sul dizionario le parole di cui non conosci il significato; sottolinea le parole chiave o i concetti chiave; scrivi le informazioni che hai sottolineato sotto forma di schema o di appunti; rileggi il testo, ricontrolla lo schema e verbalizzalo più volte a voce con chiarezza, cercando di fissare l’ordine di presentazione dei contenuti.
Il testo INFORMATIVO
Cina, petroliera affondata: brucia un’enorme chiazza di petrolio La nave trasportava 136 mila tonnellate di greggio che è fuoriuscito e si è disperso su una vasta area del mar Cinese orientale. Timori per l’ambiente. Morte le 32 persone che erano a bordo della nave. Un’enorme chiazza di petrolio brucia nel mar Cinese e si teme per l’ambiente. In fiamme il greggio, fuoriuscito dalla petroliera iraniana Sanchi, affondata domenica, dopo essersi scontrata contro un mercantile cinese, a 160 chilometri da Shangai. Le immagini diffuse dalla tv statale cinese Cctv mostrano una grande colonna di fumo denso e nero che domina le acque del mar Cinese orientale. Il petrolio fuoriuscito continua a bruciare in un’enorme chiazza per circa un chilometro quadrato. “Corriere della Sera”
L’avvelenata Italia, maglia nera in Europa con altri 8 Paesi: non rispettano le regole contro l’inquinamento atmosferico. L’inquinamento atmosferico uccide migliaia di persone l’anno. Bruxelles accusa l’Italia e altri 8 Paesi della UE, convocando i ministri dell’Ambiente: «Subito misure contro lo smog-killer o partono provvedimenti penali». Gli altri otto Paesi coinvolti sono: Repubblica Ceca, Germania, Spagna, Francia, Ungheria, Romania, Slovacchia e Regno Unito. La convocazione dei ministri ha lo scopo di fare pressione sui governi affinché prendano le misure necessarie a contrastare l’inquinamento atmosferico. E, soprattutto, a farle rispettare. “Il Manifesto”
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LA CRONACA Gli articoli di cronaca sono scritti sui quotidiani ovvero sui giornali che vengono stampati e pubblicati tutti i giorni. Essi informano sui principali fatti e avvenimenti di vario genere: politica interna ed estera, cronaca, attualità, cultura, spettacoli, sport accaduti il giorno precedente. Per scrivere gli articoli di un giornale lavorano in stretta collaborazione diverse persone: direttore, caporedattore, redattori, fotografi, grafici, giornalisti, cronisti, corrispondenti, inviati speciali… Il quotidiano è composto da una prima pagina e da numerose pagine interne.
Struttura TESTATA: riporta il nome del quotidiano. ARTICOLO DI APERTURA: presenta la notizia più importante del giorno. ARTICOLO DI SPALLA: è una notizia di grande interesse ed è collocata nella colonna in alto a destra. MANCHETTE è lo spazio occupato dagli inserti pubblicitari spesso in fondo alla pagina. CIVETTA O STRILLI sintesi che rimandano agli articoli contenuti nelle pagine interne del giornale.
1 Scopri con l’aiuto del vocabolario il significato di alcuni termini del linguaggio giornalistico: scoop, menabò, bozza, dossier, reportage, inchiesta . 2 Insieme ai tuoi compagni e l’insegnante organizza una visita al giornale della tua città per conoscere da vicino le persone che vi collaborano.
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Per approfondire IL TESTO INFORMATIVO vai alle pagine 70-87 del QUADERNO DI SCRITTURA.
Il testo INFORMATIVO
LA PRIMA PAGINA
TESTATA
ARTICOLO DI APERTURA
ARTICOLO DI SPALLA
ARTICOLO DI FONDO
CIVETTA O STRILLI MANCHETTE
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Il testo INFORMATIVO
LA CRONACA I giornalisti per scrivere gli articoli di cronaca seguono la regola delle “cinque W”. Who (chi) spiega chi è il protagonista. Where (dove) spiega in quale luogo è avvenuto il fatto. When (quando) spiega in quale circostanza è avvenuto il fatto. What (che cosa) spiega che cosa è accaduto. Why (perché) spiega per quali ragioni è accaduto il fatto.
Analizzo 1 Sottolinea con colori diversi il titolo e il sommario.
Comprendo 1 Rispondi alle domande. • Di chi si parla? • Perché è successo il fatto? • Dove è stato ritrovato il quadro? • Quando è stato ritrovato? • Da chi è stato ritrovato?
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La CRONACA GIORNALISTICA
RECUPERATO UN QUADRO DI SIRONI La polizia ha ritrovato l’opera “Cavallo e Cavaliere”, rubato 12 anni fa Dopo 12 anni il quadro “Cavallo e Cavaliere” di Mario Sironi è stato rinvenuto dai militari del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Monza in un’abitazione privata di Vicenza. L’opera è un dipinto olio su tela (cm 27 x 35,5), del valore commerciale di circa 300mila euro. Era stata rubata il 7 gennaio 2003, a Roma, da un appartamento nei pressi della via Cassia. In quella occasione erano stati trafugati anche altri tre dipinti di Sironi e Fortunato Depero, oltre a una scultura. Nel corso delle indagini, i carabinieri avevano accertato che il dipinto in questione era stato esposto a Pietrasanta, in provincia di Lucca, dall’8 luglio al 10 settembre 2006, nella mostra dal titolo “Mario Sironi, il linguaggio allegorico”. I conseguenti accertamenti presso l’archivio di una gallerista milanese, ora deceduta, hanno consentito di scoprire che l’opera era stata acquistata il 12 maggio 2005, da un’ignara settantenne vicentina. Ora prosegue la ricerca delle altre opere rubate. S. Sbaffi, In Terris, Online International Newspaper, 10 ottobre 2014
La CRONACA GIORNALISTICA
66 MILIONI DI ALBERI PIANTATI IN DODICI ORE Un milione e mezzo di volontari al lavoro nel Guinness dei primati Dodici ore e un milione e mezzo di volontari. Sono questi due ingredienti che hanno permesso all’India di registrare l’ennesimo record mondiale: 66 milioni di alberi piantati in mezza giornata. Il risultato – certificato dal “Guinness dei primati” – è stato raggiunto nello Stato di Madhya Pradesh domenica 2 luglio. A prendere parte all’evento casalinghe e studenti, bambini e amministratori locali. Risultato: 66 milioni e 750 mila piante hanno trovato un nuovo terreno dove crescere. Shyraj Singh Chouhan, il primo ministro dello Stato, ha commentato su Twitter: “Sono orgoglioso di condividere con voi le notizie: gli abitanti del Madhya Pradesh hanno piantato con successo 6,63 crore (l’unità del sistema indiano che corrisponde alle decine di milioni) di alberelli”. Sempre in India, nel luglio 2016, si era registrato un primato simile con la piantumazione di 50 milioni di alberi in circa un giorno, nello Stato dell’Uttar Pradesh. Un evento unico, in un Paese che risente degli effetti del cambiamento climatico: dai ghiacciai dell’Himalaya, che non riescono più a garantire l’acqua necessaria al sistema agricolo, a Nuova Delhi immersa nell’inquinamento. A farne le spese, ricordava nel gennaio scorso Oswald Gracias, arcivescovo di Bombay, “sono i più vulnerabili”. La riforestazione di ampie aree è una delle strade per contrastare il fenomeno. Perciò il Paese si è impegnato ad aumentare il verde con 95 milioni di alberi entro il 2030, investendo 6,2 miliardi di dollari.
Il testo INFORMATIVO
Analizzo 1 Sottolinea con colori diversi il titolo e il sommario.
Comprendo 1 Leggi le domande e sottolinea nel testo le risposte. Utilizza le stesse per fare il riassunto sul quaderno. • Di chi si parla? • Che cosa è accaduto? • Quando è avvenuto il fatto? • Dove è accaduto? • Perché è accaduto?
Silvia Morosi, “Corriere della Sera”, 9 luglio 2017
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Il testo INFORMATIVO
La CRONACA GIORNALISTICA
SQUALO A POCHI METRI DALLA RIVA. PANICO SULLE SPIAGGE DI OSTIA Si tratta di una verdesca. La Capitaneria: mai visto così vicino
Comprendo 1 Dopo aver letto il testo leggi le domande e con colori diversi evidenzia le risposte nell’articolo. • Di che cosa parla l’articolo? • Cosa è successo? • Dove è successo? • Quando? • Perché?
ROMA – Lido di Ostia, ore 11 di ieri. La giornata afosa aveva attirato sul litorale una gran folla di romani. E tutto è andato bene finché non si è vista “quella” pinna che volteggiava ad appena 10 metri della riva. Una ventresca, ovvero uno squalo in piena regola, molto comune nel Mediterraneo, un pericoloso predatore solitario di colore azzurrino. Al più si muove in coppia e raramente si avvicina alla costa. È stato un avvistamento davvero eccezionale, insomma, quello di ieri a Ostia davanti allo stabilimento della Marina Militare. Gli esperti non ricordano precedenti di un pescecane simile che si sia spinto così vicino alla riva. A giudicare dalle dimensioni e dal colore, s’è trattato di uno squalo di circa un metro e mezzo di lunghezza. E se la sua sola presenza ha gettato nel panico un’intera spiaggia, anche lo squalo s’è preso uno spavento perché dopo pochi minuti, con tutta quella gente che gridava, ha velocemente preso il largo. «Capita – conferma il Comandante della Guardia Costiera di Ostia, luogotenente Adolfo Esposito – che squali di questo tipo si avvicinino alla riva, ma non ricordo in tanti anni un caso in cui un esemplare sia arrivato tanto vicino alla spiaggia. Forse è stata l’acqua troppo calda, in questi giorni con punte di 28 gradi, a spingerlo fino lì. Oppure non stava bene.» In ogni caso la Guardia Costiera ci tiene a sottolineare: niente panico. «La verdesca – dice ancora Esposito – può diventare pericolosa se un essere umano si avvicina troppo, ma se non viene toccata in genere non è pericolosa». Fatto sta che la Capitaneria ha allertato tutti gli stabilimenti del litorale di Ostia di stare con gli occhi aperti. Sono possibili altri avvistamenti. Ma non è stato decretato alcun divieto ai bagnanti. Grignetti, in “La Stampa”
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La CRONACA GIORNALISTICA
Il testo INFORMATIVO
GATTA SALVA IL BEBÈ ABBANDONATO L’ha protetto dal freddo per ore Un bimbo di pochi mesi abbandonato sul pianerottolo di un condominio è stato salvato da una gatta randagia, che l’ha accudito per ore scaldandolo e leccandolo, prima che un’inquilina sentisse i vagiti del piccolo. L’episodio è successo ieri a Obninsk, in Russia. Il felino, chiamato Marsha, si è raggomitolato sul neonato, proteggendolo dal freddo. da “Il Resto del Carlino”
1 Dopo aver letto il testo completa lo schema. WHO? (CHI?) WHAT=? (CHE COSA?) WHERE? (DOVE=?) WHEN? (QUANDO?)
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WHY? (PERCHÉ?)
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Compito di realtà ∞ A caccia di notizie Immaginate che la vostra aula sia una redazione. Voi sarete i reporter incaricati, a coppia o in piccolo gruppo, di redigere degli articoli che raccontino le esperienze più significative di questi cinque anni di scuola primaria. Gli articoli, corredati da immagini, saranno poi pubblicati sul giornalino di classe per condividere con le vostre famiglie il lavoro che avete svolto.
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Parliamo di
AMBIENTE La Terra a rischio Il pianeta si scioglie Ormai è scientificamente provato e misurato: i ghiacciai del pianeta si sciolgono sempre più velocemente. Le osservazioni compiute su decine di migliaia di ghiacciai in tutto il mondo mostrano che negli ultimi vent’anni la loro superficie è diminuita, mentre il loro spessore si è ridotto tra i 50 centimetri e il metro ogni anno. Tutto questo avviene a una velocità impressionante, e a un ritmo più che doppio rispetto alla media registrata nel secolo scorso. Si calcola che, di questo passo, entro il 2050 il polo Nord, d’estate, sarà circondato solo di acqua. In Antartide non va meglio. Lo spessore si sta assottigliando, tanto che in 200 anni il suo volume potrebbe dimezzarsi. Le conseguenze La fusione dei ghiacci scatena una serie di conseguenze negative per il pianeta. Per prima cosa accelera il riscaldamento globale: le superfici liberate dai ghiacci, più scure, assorbono i raggi solari che prima venivano riflessi dalle bianche distese. Quindi aumenta ulteriormente la temperatura della Terra. Inoltre si alza il livello dei mari: entro il 2100 potrebbero essere un metro più alti sommergendo intere isole e città costiere come New York, Shangai, Londra e Venezia. L’equilibrio naturale dell’intero pianeta può essere sconvolto a partire dal clima, con eventi meteorologici sempre più intensi ed estremi. Tornado, ondate di calore, gelo e siccità.
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Per approfondire L’ARGOMENTO vai alle pagine 68-79 del volume di EDUCAZIONE CIVICA.
CITTADINANZA GLOBALE Un aiuto dalla tecnologia Case e auto che consumano meno energia contribuiranno a limitare le emissioni dei pericolosi gas serra prodotti soprattutto dalla combustione di carbone, gas e petrolio, che trattengono il calore proveniente dal Sole. Sono state proposte anche soluzioni drastiche, ma poco attuabili, come il rilascio di particelle chimiche nell’atmosfera che funzionerebbero da filtro, diminuendo così il calore che arriva sulla superficie terrestre. Dopo i primi esperimenti in Austria e in Svizzera, anche sulla Marmolada in Italia, vengono utilizzati teli di plastica per ridurre la fusione del ghiaccio in alcuni tratti delle piste da sci. I risultati sono buoni, ma i costi sono troppo elevati per applicare questa protezione a tutti i ghiacciai. “Il Messaggero dei ragazzi”, febbraio 2016, Messaggero di Sant’Antonio
I comportamenti da adottare A Parigi è stato definito un accordo per mantenere sotto controllo l’aumento della temperatura Ma, anche se le leggi possono dare l’indirizzo, molto dipende dai comportamenti che teniamo per diminuire le emissioni dannose: spegnere le luci inutili, usare poco l’auto, comprare prodotti con contenitori riciclati… Piccoli gesti che, se fatti sempre da tutti, possono contribuire a salvare il pianeta! Dopo aver letto il testo, soffermatevi a riflettere sui comportamenti da adottare in difesa dell’ambiente e scopritene altri per tutelare e migliorare l’ambiente in cui vivete.
Comprendo 1 Indica con una X se le seguenti affermazioni sono vere
V
o false
F
.
I ghiacciai del pianeta si sciolgono sempre più velocemente. Entro il 2050 il Polo Nord sarà circondato di fiumi. In Antartide la calotta dei ghiacciai si sta assottigliando. La fusione dei ghiacci accelera il riscaldamento globale. A causa dell’innalzamento del livello dei mari alcune isole e città potrebbero essere sommerse. • Eventi meteorologici sono collegati allo scioglimento dei ghiacciai. • Si potrebbe ridurre il calore della Terra rilasciando particelle chimiche nell’atmosfera. • Le persone, con i loro comportamenti, possono contribuire a salvare il pianeta. • • • • •
V F V F V F V F V F
V F V F V F
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Il testo INFORMATIVO
Analizzo 1 Segna con una X l’affermazione corretta.
Il titolo suggerisce che il testo parla: degli animali che vivono nei parchi degli animali che si sono stabilizzati nelle città Lo scopo del testo è: fornire informazioni su un argomento parlare degli animali in genere Le informazioni sono organizzate in ordine: logico temporale La causa principale dello spostamento degli animali in città è: l’inquinamento degli ambienti naturali l’inquinamento della città 2 Nel testo sono evidenziate parole-chiave che ti permettono di capire a colpo d’occhio le informazioni, trovane altre e utilizzale per esporre a voce il contenuto del testo.
Animali di città Cinghiali, lupi e orsi lasciano le foreste, si avvicinano ai centri urbani o si stabiliscono nei parchi cittadini. Fino a poco tempo fa per poterli vedere occorreva spingersi in zone selvagge e si potevano vedere da vicino solo dopo lunghe ore di appostamento. Ora sono loro ad avvicinarsi alle nostre porte di casa! Molti uccelli trovano in città angoli tranquilli per nidificare e passeri, merli e colombi sono da tempo inquilini stabili degli ambienti urbani; cornacchie, falchi e civette si stanno abituando a convivere con i rumori del traffico cittadino. I piccioni si sono moltiplicati a dismisura. Lo stesso problema si ha con molti altri animali, come le nutrie e le tartarughe americane, ma anche con cani e gatti randagi. Uno dei principali motivi di questo fenomeno è l’ambiente naturale in cui vivono questi animali è sempre più degradato a causa delle invadenti e inquinanti attività umane, mentre in città possono trovare acqua, cibo e rifugio. Vederli scorrazzare liberamente può essere simpatico. Ma ci sono pericoli per la loro sopravvivenza e anche per l’uomo. Ad esempio la volpe può trasmettere la rabbia attraverso la saliva. Questa malattia rende l’animale meno pauroso, ma molto incline a mordere. In città gli animali trovano tanti pericoli: gli uccelli in volo finiscono tra i cavi dell’alta tensione o sbattono sui vetri dei palazzi. Ci sono poi gli inquinanti che possono avvelenare l’acqua dei canali da cui gli animali bevono, con gravi rischi per la loro salute. Quello che gli animali trovano in città non è certo il nutrimento ideale per il loro fabbisogno. Inoltre l’abitudine a prendere il cibo dagli umani può indurli a una pericolosa fiducia verso gli uomini. Molti studiosi e volontari si occupano di nutrire e tutelare gli animali selvatici che hanno trovato casa nelle grandi città. In diverse aree del mondo sono stati realizzati i cartelli stradali più strani per segnalare il pericolo di attraversamento animali come mucche, anatre, rospi, canguri, coccodrilli e persino pinguini! “Il Messaggero dei ragazzi”, Messaggero di Sant’Antonio
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Il testo INFORMATIVO
La dieta dei Romani Quando si parla di qualunque aspetto della civiltà romana si dovrebbe tenere presente che essa si sviluppò e decadde nell’arco di oltre mille anni. Il nostro interesse si concentrerà dunque nel periodo di massimo splendore della romanità: fra le grandi conquiste repubblicane e il primo periodo imperiale. La dieta normale dei Romani era abbastanza semplice sia tra il popolo sia nelle classi superiori. La prima colazione era a base di legumi, di focaccia cotta sulla brace e condita con olio d’oliva. Poteva comprendere anche dolci realizzati con succo concentrato di uva, la cosiddetta sapa, termine ancora in uso nei dialetti del nord Italia (saba) e nell’inglese (sap). Anche la seconda colazione (prandium) era abbastanza frugale e si consumava in piedi in cucina. Comprendeva uova sode con il sale, pane, focacce, legumi conditi con olio d’oliva e vino, naturalmente. Per chi usciva per sbrigare i propri affari e le faccende quotidiane era più facile consumare un pasto nei locali pubblici o alle bancarelle ai bordi delle piazze o delle strade. Una consumazione che comprendesse una focaccia condita e un bicchiere di vino costava 2 assi, l’equivalente per noi della spesa per un espresso o un cappuccino. Il pasto di gran lunga più importante era quello serale (coena) che si consumava al tramonto, tornando a casa. Comprendeva l’immancabile uovo sodo come entrée, poi zuppe di piselli o di rape o di altre verdure, così come vari tipi d’insalata come la lattuga o il radicchio. Seguivano i formaggi, quasi sempre freschi, ed eventualmente carni: salsicce (salsa insicia), prosciutto della Cisalpina (perna), pollame, selvaggina o pesci. Il vino, sia bianco sia rosso, si conservava in anfore e portava l’indicazione dell’annata con i nomi dei consoli in carica. V. M. Manfredi in “Airone”, n. 331 novembre 2008
1 Dividi il testo in sequenze informative e per ognuna sottolinea le informazioni più importanti, poi completa la tabella. COLAZIONE ………………………..........….......................................................... ………………………..........….......................................................... ………………………..........…..........................................................
PRANZO ………………………..........….......................................................... ………………………..........….......................................................... ………………………..........…..........................................................
CENA ………………………..........….......................................................... ………………………..........….......................................................... ………………………..........…..........................................................
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COMPRENDERE è FA CIL E Cagnolino salvato da due ragazzi Cucciolo di cane gettato dal cavalcavia, due ragazzi lo salvano L’incredibile vicenda è accaduta venerdì pomeriggio nei pressi dell’ospedale Santissima Trinità di Sora. Due ragazzi, che lavorano per una nota ditta che si occupa di affissioni pubblicitarie, stavano attaccando un manifesto. A un certo punto hanno notato una persona in alto, che scaraventava verso il basso un cucciolo di cane. Forse l’uomo è fuggito via subito. Il cane, un cucciolo di pochi mesi, ha fatto un volo di diversi metri. Fortunatamente non è finito sull’asfalto ma la caduta è stata attutita dalla vegetazione. I ragazzi non hanno esitato un solo istante e si sono precipitati verso quei rovi in cerca del povero animale. Poi hanno avvertito dei guaiti: era il povero cane che si stava lamentando. A mani nude, si sono fatti largo e rompendo rami e arbusti hanno trovato il piccolo cagnolino che miracolosamente era vivo. Lo hanno preso e lo hanno immediatamente portato dal veterinario. Il cane sta bene e domani, fanno sapere i ragazzi che ora lo accudiscono, sarà vaccinato. A quel punto potrà essere adottato e l’augurio è che possa trovare una famiglia che gli voglia bene e che lo accudisca come merita. Si resta davvero sbalorditi di fronte a episodi di questo tipo, un gesto vigliacco compiuto da una persona senza scrupoli. Roberta Pugliesi, ilmessaggero.it, 20 marzo 2018
212
Il testo INFORMATIVO
1
Segna con una X la risposta corretta. CHI?
Chi sono i protagonisti del racconto?
due ragazzi due bambini Dove si è svolta la vicenda? in un luogo precisato in un luogo imprecisato DOVE?
Quando è accaduto il fatto? di venerdì pomeriggio di sabato mattina QUANDO?
CHE COSA?
Che cosa hanno visto cadere dall’alto i due ragazzi? una grossa pietra un cagnolino Perché il cagnolino è caduto? è stato lanciato da un uomo ha scavalcato il guard-rail Come hanno salvato il cagnolino? lo hanno portato dal veterinario lo hanno medicato tra i cespugli Che cosa viene augurato al cagnolino? che trovi presto una famiglia che gli voglia bene che guarisca presto
213
VE RI FI CO
LE MIE COMPETENZE
L’aumento dei rifiuti e il riciclaggio Comunemente viene definito rifiuto tutto ciò che viene gettato perché non serve più. Fino a pochi decenni fa, quando i nostri nonni erano giovani, le cose che finivano nella pattumiera erano poche: ogni famiglia cercava di far durare gli oggetti il più a lungo possibile, riutilizzandoli per gli usi più svariati (pensa per esempio ai barattoli, alle bottiglie, alla carta, agli indumenti ecc.). Se si abitava in campagna, i pochi rifiuti prodotti finivano nelle concimaie; in città, invece, venivano consegnati al netturbino che passava ogni tanto sotto casa. I rifiuti allora non erano un grave problema per l’ambiente perché erano biodegradabili. Questo significa che organismi particolari, detti decompositori, utilizzandoli per la propria sopravvivenza li trasformavano. Ora, invece, l’abitudine diffusa all’“usa e getta” fa sì che in ogni casa venga “rifiutata” insieme ai resti di cibo una grande quantità di oggetti come gli imballaggi, cioè i contenitori di carta, vetro, alluminio, plastica ecc., che creano numerosi problemi di smaltimento. Questi problemi sono aumentati a causa della grande quantità di sostanze sintetiche, non presenti in natura ma “create” dall’uomo. Queste sostanze risultano “sconosciute” agli organismi decompositori che non riescono quindi a trasformarle. Esistono poi rifiuti, come le siringhe abbandonate, o quelli provenienti da ospedali e laboratori sanitari, che sono particolarmente pericolosi: essi vanno trattati con molta attenzione perché possono essere fonte di infezioni e di gravi danni per la salute. Gran parte degli oggetti che buttiamo via non meritano di essere scartati. Molti oggetti sono facilmente “riutilizzabili” per nuovi scopi: questo è il riciclaggio. Il riciclaggio permette di risparmiare materie prime ed energia: materiali come la carta, il vetro, l’alluminio delle lattine e la plastica, possono essere facilmente riutilizzati. Per questo in molte città è stata organizzata una “raccolta differenziata” di questi rifiuti. A. Bachiorri, A. Bonelli, Labirinti ambientali, Giunti
214
ESPLORO IL TESTO
TESTO INFORMATIVO
Comprendo M Come definiresti un rifiuto? ………………………………………………………………....…………………..............................…………………..............................…………………..............................…………………......................................................................
M Quali abitudini avevano i tuoi nonni rispetto alle cose che non servivano più? ………………………………………………………………....…………………..............................…………………..............................…………………..............................…………………......................................................................
M Che cosa indica l’espressione “usa e getta”? ………………………………………………………………....…………………..............................…………………..............................…………………..............................…………………......................................................................
M Quali rifiuti sono particolarmente pericolosi? ………………………………………………………………....…………………..............................…………………..............................…………………..............................…………………......................................................................
M Che cosa significa riciclaggio? ………………………………………………………………....…………………..............................…………………..............................…………………..............................…………………......................................................................
M Che cos’è la raccolta differenziata? ………………………………………………………………....…………………..............................…………………..............................…………………..............................…………………......................................................................
Analizzo M Il testo ha una funzione: M Il linguaggio è: M Il narratore:
educativa
settoriale
di intrattenimento
colloquiale
esprime pareri personali
M Le informazioni sono: M Il testo segue un ordine:
precise
non esprime pareri personali
imprecise
logico-causale
cronologico
M Sottolinea nel testo le parole e le espressioni che ti fanno capire che stai leggendo un testo di educazione ambientale.
Rifletto sulla lingua M Leggi con attenzione la frase “quando i nostri nonni erano giovani, le cose che
finivano nella spazzatura erano poche”. Poi segna con una X la risposta corretta.
un pronome relativo M La parola “che” è: una congiunzione all’indicativo al congiuntivo M I verbi sono tutti espressi: un pronome possessivo un aggettivo possessivo M La parola “nostri“ è: una congiunzione un avverbio M La parola “quando“ è:
M Esegui l’analisi logica della frase dell’esercizio precedente sul quaderno.
AUTOVALUTAZIONE H Com’è stato svolgere le attività?
semplice
difficile
molto difficile
215
Percorso d i
SCRITTURA 1
Scrivo una cronaca
Seguendo la regola delle cinque W, scrivi una breve cronaca di un avvenimento a cui hai assistito o che hai vissuto. Tieni presente lo schema scegliendo l’ordine di presentazione.
Who (chi?) Il protagonista del fatto. Where (dove?) Il luogo dove è avvenuto il fatto. When (quando?) Quando è accaduto il fatto. What (che cosa?) Cosa è avvenuto. Why (perché?) Le cause che hanno determinato il fatto.
Dallo 2
SCHEMA al TESTO INFORMATIVO
Scrivi due cronache tenendo conto dell’argomento che ti proponiamo. PRIMO ARTICOLO
SECONDO ARTICOLO
200 ettari di bosco
Un subacqueo
Un incendio
Si è ferito
Campania
A Palinuro durante l’esplorazione di una grotta
WHEN? (QUANDO?)
Notte fra il 20 e il 21 agosto
Il 18 luglio 2019
WHY? (PERCHÉ?)
Due focolai di natura dolosa
Scarsa visibilità in seguito ad una mareggiata
WHO? (CHI?) WHAT=? (CHE COSA?) WHERE? (DOVE=?)
216
RIPASSO con la
MAPPA
Leggi la mappa: ti aiuterà a ricordare le caratteristiche del TESTO INFORMATIVO.
IL TESTO INFORMATIVO
È un testo che ha lo scopo di trasmettere informazioni su argomenti diversi. Si trova nei testi scolatici, in giornali, riviste, negli opuscoli e su Internet.
STRUTTURA LINGUAGGIO Il linguaggio è chiaro e preciso e fa uso di termini specifici della disciplina trattata (storia, geografia, scienze...); sono evidenziate in grassetto le parole chiave per richiamare l’attenzione sui termini da ricordare. Ciascun paragrafo può essere, a sua volta, diviso in capoversi che trattano i sotto-argomenti che forniscono informazioni specifiche. Il testo è accompagnato da fotografie, disegni con didascalie, grafici e tabelle.
Il titolo indica l’argomento di cui si parla. Il testo può essere diviso in sequenze informative o paragrafi. Le informazioni sono organizzate secondo un ordine che può essere: cronologico: quando i dati vengono esposti in successione temporale; logico: quando vengono esposte prima le informazioni generali, poi quelle particolari; logico-causale: quando si mettono in evidenza le relazioni di causa-effetto che legano tra loro le diverse informazioni.
217
Il testo
PRAGMATICO
Il testo pragmatico comunica regole, istruzioni, raccomandazioni e consigli.
Sono testi pragmatici lettere giochi ricette avvisi volantini slogan pubblicitari leggi testi per persuadere Forniscono regole e istruzioni per: organizzare giochi preparare ricette costruire oggetti realizzare un esperimento scientifico guidare il comportamento delle persone
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Struttura I testi regolativi utilizzano:
• elenchi puntati o numerati che guidano la lettura • disegni o foto che aiutano la comprensione del testo
Linguaggio Il linguaggio è semplice, chiaro e preciso, usa termini specifici e frasi brevi. I verbi sono espressi all’infinito o all’imperativo.
Il testo PRAGMATICO
Rispettiamo i parchi Caro visitatore… 1.
All’interno del Parco è vietato il campeggio libero.
2.
Porta via con te i rifiuti.
3.
Rispetta la quiete del Parco.
4.
Collabora a mantenere e proteggere gli ecosistemi, i luoghi di nidificazione e le fonti alimentari, evitando di arrecare disturbo e di provocare danni.
5.
Puoi ammirare ma non puoi cogliere i minerali e i fossili.
6.
L’accensione di fuochi di ogni genere può causare danni irreparabili e viene punita severamente. Per cortesia non danneggiare le attrezzature del Parco, che servono a fornire informazioni.
7.
Non abbandonare i sentieri segnati.
8.
Collabora a mantenere intatta la bellezza di questo paesaggio e rispetta le norme relative alla protezione del territorio.
9.
Le infrazioni alle norme vigenti verranno punite severamente dalle autorità competenti.
da www.stelviopark.it
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CODING Caccia al tesoro Divisi in gruppi da tre, vi sfiderete a seguire in modo corretto le istruzioni per poter giungere al forziere del tesoro. A turno uno di voi sarà il timoniere, uno il pirata e l’altro il pirata in seconda. Il timoniere nasconderà la carta del forziere, il pirata dovrà seguire le istruzioni per trovarla, mentre il pirata in seconda trascriverà le indicazioni. Alcuni dei vostri compagni saranno la bussola umana.
Materiale occorrente: • • • • •
fogli A4 bianchi una carta del forziere una carta con la bussola un foglio a quadretti una penna
Istruzioni: 1
Prima di cominciare disegnate su un foglio bianco la carta del forziere e su di un altro la carta della bussola.
2
Posizionate i fogli bianchi sul pavimento, in modo da formare un reticolo. Tra i fogli bianchi, ci sarà anche la carta del forziere che il timoniere posizionerà capovolta, in modo che i due pirati non possano vederla.
3
Il timoniere posizionerà poi, con l’immagine ben visibile, la carta della bussola, che fungerà da VIA.
4
I bambini che formeranno la bussola umana, al comando del timoniere, dovranno mimare le direzioni: NORD: braccia in alto SUD: braccia in basso EST: braccia tese a destra OVEST: braccia tese a sinistra STOP: braccio teso in avanti
220
Per approfondire IL TESTO PRAGMATICO vai alle pagine 88-93 del QUADERNO DI SCRITTURA.
CODING 5
6
7
Il pirata dovrà muoversi partendo dalla carta della bussola e dovrà seguire i comandi vocali del timoniere, senza perdere d’occhio la bussola umana, che indicherà man mano le direzioni con le braccia.
Il pirata in seconda dovrà segnare le indicazioni (il codice) sul foglio a quadretti, stando ben attento a usare la funzione “ripetizione” quando si ripeteranno indicazioni uguali. Ad esempio invece di scrivere tre volte di seguito NORD-NORD-NORD scriverà “ripeti 3 VOLTE esegui NORD”.
ripeti 3 volte esegui
NORD
Quando il timoniere darà lo STOP, il pirata dovrà girare il foglio su cui si è fermato. Se trova la carta del forziere, diventerà timoniere e la sfida ricomincerà a ruoli invertiti. Se non trova la carta, dovrà percorrere il percorso al contrario per scoprire dove ha commesso l’errore, consultando il codice trascritto dal pirata in seconda.
1.
Dopo aver letto il testo, sintetizzalo in un diagramma di flusso (flow chart) sul tuo quaderno.
2. Divisi in gruppo, provate a creare delle varianti al gioco e sfidate i vostri amici “a colpi di codice”. 221
LA PUBBLICITÀ La pubblicità è una forma di comunicazione che ha l’obiettivo di convincere ad acquistare un prodotto utilizzando parole e immagini che vengono scelte con cura in modo che sappiano colpire. Più il messaggio è efficace e più il consumatore sarà persuaso dell’acquisto. I testi sono di solito brevi rispetto alle immagini che hanno, invece, maggiore capacità di colpire l’attenzione del consumatore. La pubblicità fa ormai parte della nostra vita e la troviamo dappertutto attraverso gli spot televisivi, ma anche su giornali e su grandi cartelloni ai lati delle strade.
Il messaggio pubblicitario è composto dai seguenti elementi: • un’idea originale
A R O ' L E R P È SEM E C N A R A DELLE
• una grafica d’effetto • un breve testo che spiega le caratteristiche del prodotto reclamizzato, i benefici e i vantaggi che offre acquistandolo • lo slogan, una breve frase per attirare l’attenzione del consumatore • l’emittente cioè chi invia la pubblicità
Comprendo 1 Rispondi alle domande.
• Che cosa ti attrae di più della pubblicità: l’immagine o lo slogan? • Quando devi comprare qualcosa, ti fai influenzare da ciò che hai visto nelle pubblicità oppure acquisti ciò che ritieni più utile?
222
Il testo PRAGMATICO 1 Osserva questi esempi di pubblicità e completa le tabelle.
Il prodotto pubblicizzato
dolcemiele
BUONO DI NATURA
…………............................................................................................................................
Lo slogan che attira l’attenzione …………............................................................................................................................ …………............................................................................................................................
L’immagine …………............................................................................................................................ …………............................................................................................................................ …………............................................................................................................................
Lo scopo del testo …………............................................................................................................................ …………............................................................................................................................
COLORSCARPE
COLORA I TUOI PASSI
Il prodotto pubblicizzato …………............................................................................................................................
Lo slogan che attira l’attenzione …………............................................................................................................................ …………............................................................................................................................
L’immagine …………............................................................................................................................ …………............................................................................................................................ …………............................................................................................................................
Lo scopo del testo …………............................................................................................................................ …………............................................................................................................................
2 Prova a reclamizzare un prodotto tipico della tua regione. Pensa a chi è rivolto il messaggio pubblicitario, all’immagine e allo slogan che attiri l’attenzione del consumatore.
223
Il testo PRAGMATICO
LA PUBBLICITÀ PROGRESSO La pubblicità progresso non ha interessi commerciali, ha lo scopo di farci riflettere su problemi sociali al fine di diffondere comportamenti corretti e responsabili che migliorino la qualità della vita e della convivenza civile. Fanno parte di questo tipo di pubblicità le campagne pubblicitarie promosse da Enti e associazioni per l’aiuto a popolazioni in difficoltà, la difesa dell’ambiente e degli animali, la lotta contro ogni forma di violenza...
Leggere è il cibo della mente.
Comprendo 1 Rispondi alle domande.
• Che cosa rappresenta l’immagine? ………….............................................................................................................................................................................................................................................................................................................…
• Qual è il significato dello slogan? ………….............................................................................................................................................................................................................................................................................................................…
• Perché questa pubblicità rientra nella campagna di pubblicità progresso? ………….............................................................................................................................................................................................................................................................................................................… ………….............................................................................................................................................................................................................................................................................................................…
224
Il testo PRAGMATICO
Chi fuma avvelena anche te.
La loro vita è in pericolo.
Siamo tutti una famiglia Scrivo 1 Elabora una “Pubblicità progresso” per diffondere un messaggio su un problema sociale o ambientale scegliendolo tra i seguenti argomenti:
• la solidarietà verso i più deboli; • l’abbandono degli animali; • l’inquinamento dell’aria.
225
Parliamo di
AMBIENTE Lettera al futuro della Terra Jane Goodall, la scienziata famosa in tutto il mondo per i suoi studi sugli scimpanzé, ha scritto una lettera sul futuro della Terra e delle giovani generazioni. L’occasione è stata il Festival delle lettere di Milano.
28 settembre 2016
1 Rispondi alle domande. • A chi è destinata la lettera della scienziata? • Cosa pensa a proposito dell’innovazione e dello sviluppo? • Quale messaggio vuol trasmettere alle persone che pensano di essere inutili? • Secondo la scienziata quando il mondo diventerà migliore? • Quale esempio vuole dare ai giovani la scienziata? • Cosa ha scoperto la scienziata? Sottolinea le parole che te lo fanno capire.
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81 anni di vita e il mondo che mi circonda è completamente cambiato. Quando ero bambina non esisteva la televisione, non c’erano le e-mail o i telefoni cellulari. Leggevamo libri di carta e io trascorrevo il mio tempo all’aria aperta. Innovazione e sviluppo hanno reso la vita molto più semplice, non c’è dubbio. Ma hanno inflitto terribili danni all’ambiente e aggravato le condizioni di povertà in cui vivono milioni di persone. Abbiamo dato origine a una società avida e materialista che si è diffusa in tutto il mondo. Se ci ostiniamo a proseguire su questa strada come nulla fosse, il futuro dei nostri figli e delle nuove generazioni è destinato a essere sempre più cupo. Alcuni di voi, probabilmente, sanno di cosa sto parlando. Ma si sentono inutili: questi problemi sono troppo grandi, come può una singola persona fare la differenza? Così vi sentite inermi. O depressi. Oppure molto arrabbiati. Lasciate dunque che, con questa lettera, io vi sveli un segreto. Ognuno di voi può davvero fare la differenza, giorno dopo giorno, tutti noi possiamo. E siamo noi a scegliere che tipo di cambiamento portare avanti. Provate a pensare a tutte le conseguenze delle piccole scelte che compiamo ogni giorno: cosa comprare ad esempio – cibo, vestiti e tutto il resto. Da dove proviene? Come è stato realizzato? Ha causato la sofferenza di un animale o è in qualche modo derivato dallo sfruttamento di lavoro minorile? Ne
Per approfondire L’ARGOMENTO vai alle pagine 68-79 del volume di EDUCAZIONE CIVICA
CITTADINANZA GLOBALE abbiamo davvero bisogno? Stiamo attenti a non dimenticare la luce accesa o a non sprecare l’acqua del rubinetto? Come trattiamo, noi per primi, le altre persone e gli animali? Quando a porsi queste domande e a fare delle scelte etiche non sarà soltanto uno, ma saranno miliardi di noi, il mondo non potrà che essere un posto migliore. Si tratta di abbattere le barriere che abbiamo costruito tra nazioni, culture e religioni differenti, per portare avanti qualcosa di giusto insieme. A dieci anni ricordo di aver letto un libro intitolato “Tarzan delle scimmie”. Sfogliando quelle pagine decisi che, una volta diventata grande, sarei partita per l’Africa e avrei vissuto con gli animali della foresta e scritto libri su di loro. “Impossibile!” mi fu risposto. La Seconda guerra mondiale stava imperversando in tutta Europa, l’Africa era troppo lontana, i soldi non bastavano neanche per mangiare e io in fondo che cos’ero? Soltanto una ragazza. Fu mia madre a dirmi: – Se desideri davvero qualcosa dovrai lavorare sodo per ottenerla, imparare a cogliere le opportunità e importi di non rinunciare per nulla al mondo. Ho seguito il suo consiglio e il mio sogno, alla fine, è diventato realtà. L’ho fatto. Sono arrivata fino in Africa e ho vissuto insieme agli animali selvaggi. Ho condiviso la mia vita con gli scimpanzé, la specie che più ci assomiglia. E mi sono innamorata della foresta, della sua preziosa biodiversità, della sua più pura bellezza. Poi ho scoperto che il numero degli scimpanzé stava diminuendo velocemente, che le loro foreste venivano distrutte senza alcun rispetto, che venivano cacciati ed uccisi. E ho capito che la mia specie stava causando l’estinzione delle altre in tutto il mondo.
Wmaterialista: che pensa solo ad accumulare beni materiali. Wetiche: corrette.
UNA LETTERA SPECIALE 1 Cosa risponderesti insieme ai tuoi compagni alla lettera della scienziata Jane Goodall perché la salvaguardia del pianeta, della natura e degli animali non resti solo un miraggio?
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IL TESTO ARGOMENTATIVO Viene chiamato argomentativo il testo in cui l’autore espone la propria opinione su un determinato argomento e la sostiene attraverso una serie di argomentazioni o prove. Scopo del testo argomentativo è quello di convincere gli altri della validità della propria tesi, contrastando le tesi contrarie. Nel testo argomentativo il linguaggio è ricco di termini specifici legati al tema. Vengono utilizzati molti connettivi (ma, perciò, quindi, pertanto, infatti, dunque) per collegare tra loro le argomentazioni.
STRUTTURA PROBLEMA: l’argomento su cui riflettere;
TESI: un’opinione sull’argomento che si vuole affrontare;
ARGOMENTI O PROVE A SOSTEGNO DELLA TESI: per convincere i lettori della validità di quanto si è sostenuto;
ANTITESI: un’opinione che si contrappone alla tesi;
ARGOMENTI O PROVE A SOSTEGNO DELL’ANTITESI: per convincere i lettori della validità di quanto si è sostenuto;
CONCLUSIONE: in cui emergono le argomentazioni a favore della tesi sostenuta. Spesso si suggeriscono possibili soluzioni al problema.
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Il testo PRAGMATICO
Un animale in casa!
Comprendo
In Italia gli animali domestici, soprattutto i cani e i gatti, sono milioni, una quantità enorme di esseri viventi che richiedono cure, attenzione, rispetto. Sì, perché i nostri amici hanno voglia di tenerezza e compagnia: in cambio assicurano una tale carica di gratitudine e di affetto che fa pendere decisamente la bilancia dalla loro parte e di chi li vuole avere con sé. È importante, però, sottolineare che il nostro impegno, assunto nel momento in cui il cucciolo ha varcato la soglia di casa, non si deve MAI interrompere, neppure d’estate, tempo tragico di abbandoni, quando c’è chi pensa che gli animali siano come giochi «usa e getta». Eppure soluzioni per chi deve andare in vacanza, e non sa dove lasciare Micio e Fido, ce ne sono, e neppure troppo costose. Dai volontari (che per pochi euro passano ogni giorno a cambiare la cassetta del gatto e a dargli cibo e acqua) ai negozi di animali, che spesso propongono soggiorni in pensione a prezzi accessibili (se si fa questa scelta, è bene accertarsi che le gabbie siano sufficientemente grandi e che siano previsti momenti in cui gli animali possano «sgranchirsi le zampe»). E se proprio non si volesse o potesse spendere, ci si può sempre mettere d’accordo con amici e fare i turni: per 15 giorni mi occupo io del tuo cane o gatto, per altri 15 lo fai tu per il mio animale. Insomma, questi nostri amici e compagni di vita vanno rispettati, sempre, dal momento in cui entrano nella nostra casa. “Focus Junior”
1 Completa il testo. PROBLEMA: …………............................................................................................................................ …………............................................................................................................................
TESI: …………............................................................................................................................ …………............................................................................................................................
ANTITESI: …………............................................................................................................................ …………............................................................................................................................ …………............................................................................................................................
ARGOMENTI A SOSTEGNO DELLA TESI: …………............................................................................................................................ …………............................................................................................................................ …………............................................................................................................................ …………............................................................................................................................ …………............................................................................................................................ …………............................................................................................................................
CONCLUSIONE: …………............................................................................................................................ …………............................................................................................................................ …………............................................................................................................................
Comunico 1 Rispondi e confronta le tue risposte con quelle dei tuoi compagni di classe.
• Quando discuti con qualcuno esponi il tuo punto di vista sull’argomento spiegando perché è giusto? • Ascolti il punto di vista dell’altra persona? • Se l’altro non la pensa come te, ascolti le sue motivazioni? • A volte cambi idea?
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CITTADINANZA DIGITALE Videogiochi in classe? Comprendo 1 Completa. PROBLEMA: ………….......................................................................................................... ………….......................................................................................................... ………….......................................................................................................... …………..........................................................................................................
TESI A FAVORE: ………….......................................................................................................... ………….......................................................................................................... ………….......................................................................................................... …………..........................................................................................................
ARGOMENTI A SOSTEGNO DELLA TESI: ………….......................................................................................................... ………….......................................................................................................... ………….......................................................................................................... …………..........................................................................................................
CONCLUSIONE: ………….......................................................................................................... ………….......................................................................................................... ………….......................................................................................................... ………….......................................................................................................... …………..........................................................................................................
Nelle scuole inglesi, a partire dalle elementari, sarà obbligatorio imparare a creare programmi al computer. A scuola, anche giocare con i videogiochi, i cosiddetti «serious games», può essere molto utile. Questa è la tesi di numerosi professori inglesi. Essi sostengono che gli studenti appaiono molto più motivati e impegnati nello studio della storia a computer acceso, sfidando eserciti di imperatori romani, e molto più interessati alle scienze, affrontando missioni da portare a termine con «strumenti» e tempi limitati, prima che si verifichi la simulazione di uno tsunami, di un terremoto o di un uragano. Esistono, per esempio, videogiochi che attingono a diverse discipline (educazione ambientale, scienze, economia) per aiutare i ragazzi a imparare i vantaggi delle energie alternative. Superate le resistenze iniziali, soprattutto da parte dei genitori degli alunni più piccoli, anche nelle scuole italiane le console da gioco (tablet), sono oggi una realtà, con grande divertimento e interesse degli studenti. I videogiochi sono apprezzati dalle neuroscienze che, da più di dieci anni, sottolineano l’importanza, per l’apprendimento, del contesto, della corporeità e dei legami con i sensi e con le azioni. Gli studiosi ritengono, infatti, che il videogioco sviluppi una maggiore attenzione visiva, spinga alla cooperazione con altri giocatori, alla ricerca di nuove soluzioni, e che sviluppi meglio l’intelligenza. – L’idea di fondo è che non s’impara per accumulo di conoscenze, ma per esperienze e azioni che avvengono in una situazione significativa – sostiene la psicologa della comunicazione, Fabrizia Mantovani. – Il gioco consente di interagire con le informazioni, anziché impararle passivamente – aggiunge la psicologa – e impegna più sensi contemporaneamente: vista, udito e tatto. I videogame potrebbero essere, dunque, un valido strumento per imparare.
…………..........................................................................................................
“Corriere della Sera”
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CITTADINANZA DIGITALE
I social: un’opportunità o un pericolo? Facebook, Twitter, Instagram sono solo alcuni tra i più famosi ed utilizzati social che sono entrati ormai a far parte della nostra vita quotidiana. Essi rappresentano senza dubbio una opportunità ma anche un pericolo. Grazie ai social le informazioni si muovono in tempo reale, le distanze si sono accorciate. Infatti ci si può mettere in contatto in pochi secondi con persone che si trovano dall’altra parte del mondo. Sono mezzi di comunicazione accessibili a tutti che permettono di curare i rapporti interpersonali, non solo restando in contatto con chi già si conosce ma facendo anche nuove amicizie; si possono condividere interessi e pensieri in modo da cercare un confronto. I social, però, rappresentano un pericolo soprattutto per i giovanissimi, che navigano in Internet e spesso comunicano con gli altri senza un vero controllo da parte degli adulti; utilizzano anche applicazioni di messaggistica come WhatsApp aggiungendo ai propri contatti persone mai incontrate nella vita reale. A ciò si aggiungono nuove forme di violenza come gli episodi di cyberbullismo eseguite tramite strumenti digitali per intimorire e molestare una persona. I più piccoli sono i più indifesi e sono quelli più esposti a rischi. L’unico controllo possibile è in mano alla famiglia e alla scuola che devono educare i giovanissimi all’uso corretto e consapevole di Internet. Rosa Dattolico
Comprendo 1 Qual è l’argomento di questo testo? …………............................................................................................................................
2 Sottolinea con colori differenti la tesi, l’antitesi, le argomentazioni e il consiglio presente a conclusione del testo.
Compito di realtà STOP al Cyberbullismo
Dividetevi in piccoli gruppi e realizzate una campagna di sensibilizzazione contro il cyberbullismo creando un manifesto pubblicitario che promuova il tema dell’amicizia e della solidarietà tra coetanei. Poi sottoponetelo ai compagni delle altre classi della vostra scuola.
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Il testo PRAGMATICO
CITTADINANZA DIGITALE Lo IAD: disturbo da dipendenza da Internet Navigare in Internet senza meta e senza soste può fare ammalare di IAD (Internet Addiction Disorder), cioè “disturbo da dipendenza da Internet”. È quanto affermano gli psichiatri della Columbia University di New York, i quali hanno studiato i disagi denunciati da molti utenti della Rete che collega milioni di computer nel mondo. Questa nuova malattia psichica presenta tutte le caratteristiche della tossicodipendenza. Il primo sintomo è l’aumento del tempo della “navigazione”. Il secondo sintomo è l’assuefazione: più tempo si passa dentro Internet, meno soddisfazione si riceve a parità di tempo, di conseguenza, si aumenta sempre più il tempo di permanenza e così si crea la dipendenza. Il soggetto si sente agitato e nervoso, comincia a chiedersi ossessivamente cosa stia succedendo in Internet mentre non lo sta usando. Alcuni arrivano a muovere meccanicamente le dita, come se stesero digitando la tastiera del computer. È inutile dire che sono compromessi i rapporti sociali e che l’unica realtà diventa quella virtuale, dove tutto è possibile. Non pochi sociologi prevedono che lo sviluppo delle nuove tecnologie possa comunque portare nel futuro dell’uomo minori occasioni di rapporti sociali, di contatti umani e una possibile involuzione delle sue capacità creative. Aldo De Matteis, Brunella Conte, Quale futuro, Marco Derva Editore
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Comprendo 1 Completa. PROBLEMA: …………............................................................................................................................ …………............................................................................................................................ …………............................................................................................................................
TESI: …………............................................................................................................................ …………............................................................................................................................
ARGOMENTAZIONI: …………............................................................................................................................ …………............................................................................................................................ …………............................................................................................................................
CONCLUSIONE: …………............................................................................................................................ …………............................................................................................................................ …………............................................................................................................................ …………............................................................................................................................ …………............................................................................................................................
CONFRONTIAMOCI 1 Il testo parla di un problema causato dall’uso delle nuove tecnologie; in primo luogo la diminuzione dei rapporti sociali tra le persone. Qual è la tua opinione e quella dei tuoi compagni di classe?
Il testo PRAGMATICO
A che cosa serve la paura? L’autore spiega ai bambini che la paura può essere utile e che, senza paura, non esiste il vero coraggio. – Non puoi non aver paura di niente. Forse, quando eri piccolo, ti sarà capitato di sentirti dire questa frase dalla mamma o dal papà. Un po’ di paura in certi casi, può essere molto utile. Per capire, ad esempio, di ridurre la velocità della bici quando la lanci per il pendio o di non esagerare quando decidi di dimostrare ai tuoi compagni che sei coraggioso… Perché chi non ha paura di nulla non riconosce il pericolo e corre guai seri. Ricordati che non bisogna vergognarsi di avere paura, perché tutti, prima o poi, per un motivo o per l’altro la provano o l’hanno provata; parlare delle proprie paure, raccontarle a qualcuno fa stare meglio. G. Quarenghi
Comprendo 1 Completa. PROBLEMA: …………......................................................................................................... …………......................................................................................................... ………….........................................................................................................
TESI: …………......................................................................................................... …………......................................................................................................... …………......................................................................................................... …………......................................................................................................... …………......................................................................................................... ………….........................................................................................................
ARGOMENTI O PROVE: …………......................................................................................................... …………......................................................................................................... …………......................................................................................................... …………......................................................................................................... …………......................................................................................................... …………......................................................................................................... …………......................................................................................................... …………......................................................................................................... …………......................................................................................................... ………….........................................................................................................
SUGGERIMENTI:
Scrivo 1 Sviluppa sul quaderno i seguenti testi argomentativi.
• Meglio leggere un libro o andare al cinema? • L’intervallo a scuola è necessario oppure è una perdita di tempo? • Meglio essere figli unici o avere fratelli? • Calcio o nuoto? Quali dei due sport ritieni sia adeguato a un bambino della tua età? • È più piacevole studiare da soli o in compagnia?
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COMPRENDERE è FA CIL E Quale abete? Addobbare un abete con stelle, luci, palline colorate, sistemare i regali ai suoi piedi: uno dei riti e dei simboli del Natale più amato. Ma il Natale per gli alberi è un brutto giorno, e per noi è uno spreco da evitare. Molti abeti vengono, infatti, tagliati nei boschi e poi venduti. Ma in questo modo vengono impoveriti i boschi. Inoltre, molti alberi vengono messi in vendita con le radici per accontentare quelli che vogliono l’albero di Natale “vero” a tutti i costi. Ma spesso le radici sono troppo corte perché sono state tagliate male e l’albero muore. Infine fa tristezza vedere gli alberi buttati vicino ai cassonetti dopo le feste, fa tristezza pensare che prima crescevano in terra e ci davano ossigeno. Sarebbe meglio realizzare con materiale riciclato un albero originale oppure un’altra soluzione sarebbe quella di addobbare, per chi ce l’ha, l’abete del giardino: l’effetto magico è assicurato. O ancora, se proprio lo si vuole in casa e “vero” a tutti i costi bisogna acquistarlo da chi ci assicura che proviene da una piantagione con le radici lunghe, sistemarlo in un vaso grande, bagnarlo regolarmente e poi piantarlo in un bosco a feste finite. da Viaggio nel testo, Editrice La Scuola
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Il testo PRAGMATICO
1
Segna con una X la risposta corretta.
Qual è uno dei riti più amati del Natale? addobbare un abete tagliare un abete Qual è l’argomento del testo? il taglio degli abeti per Natale le decorazioni degli abeti per Natale Perché non bisogna tagliare gli abeti? per non impoverire i boschi perché gli abeti finti sono più belli Perché spesso gli abeti veri muoiono ugualmente? perché le radici sono troppo corte perché gli addobbi fanno cadere gli aghi Dove sarebbe meglio acquistare un abete vero? da chi ci assicura che abbia le radici lunghe in un bosco Come bisogna curarlo? sistemandolo in un vaso grande e bagnandolo regolarmente lasciandolo all’aria aperta e togliendo gli aghi secchi
2 Indica con una X le soluzioni proposte dall’autore del testo.
Sì
No
Realizzare un albero finto con materiale riciclato. Addobbare un abete in giardino. Allestire solo il presepe.
Gettare gli abeti nei cassonetti dell’umido. Comprare abeti con radici lunghe.
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VE RI FI CO
LE MIE COMPETENZE
Viva la pace!
Non credo che una reale educazione alla pace si realizzi impedendo ai bambini di possedere armi giocattolo. L’esperienza che mi comunicano genitori che hanno tentato questa strada è quella di bambini che, invece di sparare con pistole finte, sparano con righelli, pezzi di legno o con le dita. La banda, lo scontro, l’appostamento, l’inseguimento sono da sempre giochi che affascinano i bambini come li affascinavano gli orchi, le streghe, le fate. Mi sembra che educare alla pace sia permettere ai bambini di incontrarsi tra loro e giocare autonomamente, in modo che sappiano sviluppare criteri di scelta e risolvere i problemi che ogni gruppo presenta. Stare insieme significa affermare delle regole e, poi, accettarle significa imparare a perdere, aiutare gli altri, dividere con loro, essere solidali. Credo che sia un diseducare alla pace proteggere il proprio figlio fino a non fargli correre i rischi necessari alla crescita della sua autonomia, fino a farlo restare troppo tempo solo. Credo sia contrario allo spirito di pace un uso ossessivo di giochi individuali che sviluppano notevole aggressività contro se stessi e contro gli altri. Francesco Tonucci, Il gioco raccontato, Carthusia
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ESPLORO IL TESTO
IL TESTO PRAGMATICO
Comprendo M Qual è l’argomento del testo? ………………………………………………………………....…………………..............................…………………..............................…………………..............................…………………......................................................................
M Qual è la tesi dell’autore? ………………………………………………………………....…………………..............................…………………..............................…………………..............................…………………......................................................................
M Con quali argomenti la sostiene? ………………………………………………………………....…………………..............................…………………..............................…………………..............................…………………...................................................................... ………………………………………………………………....…………………..............................…………………..............................…………………..............................…………………...................................................................... ………………………………………………………………....…………………..............................…………………..............................…………………..............................…………………......................................................................
M Quali comportamenti non bisogna seguire? ………………………………………………………………....…………………..............................…………………..............................…………………..............................…………………...................................................................... ………………………………………………………………....…………………..............................…………………..............................…………………..............................…………………...................................................................... ………………………………………………………………....…………………..............................…………………..............................…………………..............................…………………......................................................................
M Qual è la conclusione? ………………………………………………………………....…………………..............................…………………..............................…………………..............................…………………...................................................................... ………………………………………………………………....…………………..............................…………………..............................…………………..............................…………………...................................................................... ………………………………………………………………....…………………..............................…………………..............................…………………..............................…………………......................................................................
Analizzo in terza persona M Il testo è scritto: in prima persona argomentativo M Il testo è di tipo: informativo al presente M I verbi sono espressi: al passato una tesi un’antitesi M L’autore presenta: ricercato e complesso M Il linguaggio è: chiaro ed essenziale
Rifletto sulla lingua M Leggi con attenzione la frase ”Mi sembra che educare alla pace sia permettere ai
bambini di incontrarsi tra loro e giocare autonomamente”. Poi segna con una X il completamento corretto.
un aggettivo M ”Sembra” è: un verbo impersonale al modo condizionale M ”Sia” è un verbo espresso: al modo congiuntivo di forma riflessiva M ”Incontrarsi” è un verbo: di forma passiva un pronome personale M ”Loro” è: un pronome possessivo
AUTOVALUTAZIONE H Com’è stato svolgere le attività?
semplice
difficile
molto difficile
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Percorso d i
SCRITTURA
1 Completa. PROBLEMA: …………............................................................................................................................ …………............................................................................................................................
TESI: …………............................................................................................................................ …………............................................................................................................................ …………............................................................................................................................
ARGOMENTI A FAVORE DEL TELEFONINO: …………............................................................................................................................ …………............................................................................................................................ …………............................................................................................................................
ANTITESI: …………............................................................................................................................ …………............................................................................................................................ …………............................................................................................................................ …………............................................................................................................................
ARGOMENTI A SFAVORE DEL TELEFONINO: …………............................................................................................................................ …………............................................................................................................................ …………............................................................................................................................
CONCLUSIONE: …………............................................................................................................................ …………............................................................................................................................ …………............................................................................................................................ …………............................................................................................................................ …………............................................................................................................................
2 Qual è la tua opinione? Sostienila con nuovi argomenti.
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Telefonino sì o no? I telefonini sono comparsi in Italia nel 1990. Quello che all’inizio era uno status symbol di uomini d’affari e personaggi dello spettacolo, ora è diventato un oggetto di uso comune. Attualmente in Italia i cellulari sono oltre ventisei milioni. Per strada, in treno, al ristorante, le suonerie più bizzarre squillano contemporaneamente, mentre anziani, massaie, ragazzini si affrettano a frugare nelle borse e nelle tasche della giacca e a rispondere alla fatidica domanda: “Ciao, dove sei?”. La distanza tra emittente e destinatario è stata annullata; quasi ovunque siamo raggiungibili e possiamo raggiungere gli altri, e tutto questo comporta alcuni aspetti positivi: quando siamo in pericolo, quando abbiamo perso la strada, quando desideriamo ascoltare una voce amica, il telefonino ci mette in contatto con le persone di cui abbiamo bisogno. Ma l’abuso di questo strumento comporta anche aspetti negativi: le onde elettromagnetiche emesse dal telefonino sono dannose per la salute; parlare al telefono mentre si guida può causare incidenti; conversazioni telefoniche nei luoghi pubblici disturbano gli altri; infine, i segnali del telefonino possono interferire con apparecchi come i radar degli aerei e soprattutto il suo uso eccessivo può sostituire l’importanza di parlare guardandosi negli occhi. E allora? Usiamo pure il telefonino, ma solo quando è necessario. Il Giornalino, Edizioni San Paolo
Percorso d i
Calcio o tivù?
SCRITTURA
Non capisco proprio perché a tanti miei compagni piaccia correre, sudare, prendersi a calci e insulti correndo dietro a un pallone. E quando uno segna un goal che sarà mai? Una palla infilata tra due pali! Non c’è avventura, non c’è fantasia. Seduto comodo sul divano io assisto a scontri fra creature portentose, vedo paesaggi eccezionali, posso andare nel passato, esplorare il presente, osservare il futuro. E quando uno spettacolo mi annoia, clic, pigio un tasto e cambio lo spettacolo, clic e cambia la situazione. Non mi vengono i lividi, non mi sporco, non mi viene il fiatone, non sudo e non mi viene il mal di gola. N. Fattori
1 Completa con gli argomenti che il ragazzo porta per sostenere la sua tesi. Tesi: 1° argomento:
È molto più divertente guardare la tivù che giocare a calcio. ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................................................................................................
2° argomento:
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3° argomento:
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Conclusione:
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2 Prova a scrivere un testo argomentativo, scegli un problema che ti interessa affrontare. Per esempio puoi trattare: • Giocare da soli o in compagnia? • Le vacanze: meglio al mare o in montagna?
PUBBLICITÀ PROGRESSO
Scegli un tema sociale che ti interessa, per esempio avere degli spazi verdi dove giocare, e crea un manifesto pubblicitario tenendo presente gli elementi che lo caratterizzano. Ricorda di realizzare un disegno e uno slogan efficaci. Confronta poi il tuo lavoro con quello dei tuoi compagni e cogli le differenze.
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RIPASSO con la
MAPPA
Leggi la mappa: ti aiuterà a ricordare le caratteristiche del TESTO PRAGMATICO.
IL TESTO PRAGMATICO
È un testo che fornisce regole, istruzioni e raccomandazioni.
CONTENUTI
Sono testi pragmatici: le ricette, i giochi, le leggi, la lettera, gli avvisi, i volantini, la pubblicità, i testi argomentativi persuasivi.
STRUTTURA
Utilizza una struttura chiara con un’attenta successione logica delle azioni da compiere. Sono presenti immagini: disegni, fotografie con brevi didascalie che ne facilitano la comprensione.
LINGUAGGIO
Il linguaggio è semplice, chiaro e preciso, usa termini specifici e frasi brevi. I verbi sono espressi all’infinito o all’imperativo.
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