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Stelle cadenti
Senza ombra di dubbio, quello fu il momento più bello di tutta l’estate. Mamma spense le luci e si fece aiutare da Pietro a spostare il divano sotto il gelsomino, nel giardino di casa nostra.
La mia migliore amica e la sua mamma accettarono entusiaste di cenare tutti insieme e di restare alzate a esprimere desideri.
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Mangiammo, poi chiacchierammo di cose senza importanza finché non arrivò il buio vero.
La notte era senza luna e quella era la cosa straordinaria, perché subito iniziammo a vedere le prime code luminose. Cadevano a frotte, troppo numerose persino per contarle. Fu una notte incantata e irripetibile. Scie brillanti e velocissime a decine attraversavano il cielo lasciandosi dietro un nastro d’argento fuso.
Ci saremmo messi tutti a piangere per la commozione se non fosse stato per Paolino, che strillava felice ogni volta che vedeva una stella cadente, agitandosi sulle ginocchia di Pietro.
– Voglio la barca a vela radiocomandata! Voglio un cannocchiale!
– Stai un po’ zitto: – lo rimproverò Pietro – mi fai venire il mal di testa!
– E poi se li dici ad alta voce i desideri non si avverano –intervenne con dolcezza la mamma di Silvia.
L’avvertimento ottenne l’effetto di far tacere il mio fratellino, il quale, in quel silenzio irreale, si addormentò all’istante fra le braccia di Pietro. Restammo tutti zitti fra grilli e stelle cadenti, a esprimere desideri irrealizzabili.
Gli elementi del testo
I personaggi del racconto sono: realistici fantastici
La vicenda si colloca in un tempo: definito indefinito
Il luogo dove si svolge la storia è: reale di fantasia
I fatti narrati: possono accadere nella realtà sono frutto della fantasia
Il racconto è scritto: in prima persona in terza persona
Lessico
zimbello: persona che viene presa in giro. mimetizzarsi: confondersi.