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La struttura del testo
Ogni testo può essere suddiviso in sequenze, ciascuna dotata di senso compiuto. Suddividere il testo in parti aiuta a comprenderlo e ad analizzarlo con più facilità.
La prima sequenza corrisponde all’inizio; poi si passa da una sequenza all’altra ogni volta che c’è un cambiamento, cioè accade un fatto nuovo, entra in scena un nuovo personaggio oppure cambia il luogo dell’azione o il suo tempo L’ultima sequenza coincide con la conclusione
Avventura sulla spiaggia
Marta e Nicolò raggiunsero tremanti la riva. Non osavano avvicinarsi alla grossa forma affusolata che si agitava sulla sabbia, cercando inutilmente di tornare in acqua. Ne avevano paura.
- Dobbiamo vedere che cos’è - decise Nicolò.
- Sì... - mormorò Marta. - Dobbiamo vedere. Si avviarono. Il cetaceo ansimava, agitandosi con tutto il corpo.
Marta lo osservò dalla coda al muso. Vide quegli occhi stretti, quel naso arrotondato, quella piega della bocca che sembrava un sorriso e fece un grande urlo: - Un delfino! È un delfino! Si avvicinò senza più paura e lo accarezzò.
L’animale ebbe un guizzo. Uno solo. Respirava affannosamente.
- Che cosa facciamo, Marta? - mormorò al suo fianco Nicolò, pallidissimo.
- Dobbiamo spingerlo in mare - disse lei.
L’animale non si agitava più. Stava disteso sulla sabbia, appoggiato su un fianco. Teneva gli occhi chiusi, ma la bocca era semiaperta e lasciava uscire una specie di fischio lamentoso.
- Noi spingiamo dalla testa, voi tirate per la coda - disse Nicolò.
Lui e Marta presero fra le mani il muso del delfino sollevandolo leggermente, Chiara e Pietro afferrarono la coda.
Spingevano e tiravano. Non riuscirono a spostarlo di un centimetro.
Chiara, appoggiata al muso dell’animale, gli parlava sottovoce:
- Delfino, fa’ il bravo. Devi tornare nell’acqua, sennò muori. Muoviti un pochino ché l’acqua è lì.
- È inutile che gli parli - disse Pietro. - Tanto non capisce, e se anche capisse non riuscirebbe a muoversi. - Però mi ascolta
- disse Chiara. Sì, il delfino ascoltava. Sentiva le voci dei bambini, capiva che volevano aiutarlo. Gli dava piacere sentire le loro mani sul suo corpo, ma non riusciva a muoversi.
Aveva caldo. La pelle gli si stava velocemente asciugando, soffocava. Marta ebbe un guizzo. Ma certo, come aveva fatto a non pensarci!
- Dobbiamo bagnarlo, bagnarlo continuamente e tenerlo all’ombra. L’hanno fatto vedere tante volte anche alla televisione.
Niccolò corse a prendere l’ombrellone, lo conficcò nella sabbia e lo aprì sopra il corpo dell’animale. Marta afferrò un grosso asciugamano di spugna, lo impregnò d’acqua e glielo stese sul corpo. - Via con l’acqua, adesso!
Avevano solo il secchiello di plastica di Chiara. Con quello presero a correre avanti e indietro dal mare all’ombrellone, buttandogli addosso tutta l’acqua che riuscivano a portare.
Se almeno arrivasse qualcuno…
Marta si guardava attorno, ma lo spiaggia era deserta, più deserta di tutti gli altri giorni. Poi, d’improvviso, ebbe uno scatto, di corsa, sì buttò a capofitto sullo zaino. Cercò il telefonino. Fece il numero.
Perché non ci aveva pensato prima?
- Papà, papà, aiuto. Aiuto, papà, aiuto!
g Completa scrivendo un titolo per ogni sequenza. Poi racconta.
1. Marta e Nicolò si avvicinano al delfino.
2.
3. Chiara parla con il delfino, che sembra ascoltarla.
4.
5.
g Scrivi il numero della sequenza in cui: avviene un altro fatto; entrano in scena altri due personaggi e avviene un fatto nuovo; avviene un altro fatto ancora.
il testo Comprendo
g Leggi le domande e sottolineane le risposte nel brano, poi utilizzale per farne il riassunto sul quaderno.
• Quali attività aveva svolto Michele?
• Perché Michele si sente annoiato?
• Con chi vorrebbe giocare per vincere la noia?
• Quale orribile idea assale Michele?
• Cosa fa subito dopo?
il testo Analizzo
g Attraverso quali comportamenti viene spiegata la noia di Michele? Sottolinea le parole che te lo fanno capire.
g A che cosa viene paragonato il frigorifero? Sottolinea nel testo la similitudine.