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Un maialino portafortuna

A casa nostra c’è un maiale. No, non sto parlando della mia sorellina piccola, ma di un maiale vero, che si chiama Mimmo Codino.

Una domenica andammo a fare una gita in campagna. C’eravamo tutti, cioè mia madre, mio padre, mia sorella Betti, che ha solo un anno meno di me, e Zuppi, la mia sorellina piccola. Non eravamo neanche arrivati che subito cominciammo a fare una cosa che a noi bambini non va proprio giù: passeggiare.

Il papà e la mamma non facevano altro che ripetere:

– Guardate laggiù che bello! – Poi ogni volta si fermavano e indicavano una collina o un albero.

Finalmente arrivammo in un paesino dove stavano celebrando una festa: era il cinquantesimo anniversario del corpo dei pompieri volontari. La gente era seduta sotto i castagni a mangiare salsicce attorno a lunghi tavoli di legno e su un palco c’era un’orchestrina che suonava. Finalmente potemmo sederci a bere la nostra aranciata.

A un certo punto le trombe finirono di suonare e un uomo vestito da pompiere andò al microfono e disse:

È arrivato il momento della lotteria. Tutti quelli che acquisteranno un biglietto ci aiuteranno a comprare una nuova pompa antincendio.

In palio ci sono molti premi e uno davvero sostanzioso. Pochi istanti dopo venne al nostro tavolo un uomo con in mano un secchiello pieno di biglietti della lotteria.

Ognuno di noi ebbe il permesso di comperarne uno.

Zuppi estrasse un numero rosso e, quando tutti i biglietti furono venduti, corse fino al palco con il suo pezzettino di carta.

Il pompiere si fece dare il biglietto e urlò: g Metti in ordine cronologico i fatti narrati numerandoli da 1 a 7. Poi racconta la storia. g Cancella il completamento errato.

– Il numero 33! Ecco la vincitrice del primo premio! Quanti anni hai?

– Sei.

– Sei veramente fortunata, sai? Hai vinto un maialino portafortuna.

A quel punto il pompiere estrasse un porcellino da una cassetta di legno e lo piazzò tra le braccia di Zuppi.

La gente applaudiva e rideva e, con un gran sorriso stampato in faccia, Zuppi trascinò il porcellino fino al nostro tavolo e si sedette in braccio alla mamma.

Era proprio grazioso, ma il papà era scuro in volto.

– Molto grazioso, – disse – ma quando ce ne andiamo lo restituisci ai pompieri!

– No! – esclamò Zuppi. – L’ho vinto! È mio.

– Non possiamo mica portarci un maiale a casa. A quelle parole Zuppi cominciò a piangere fortissimo.

Dagli altri tavoli cominciarono a fissarci tutti quanti: perché mai quella bambina stava piangendo, se aveva appena vinto un maialino?

Il papà pagò il conto e tornammo alla macchina. C’era molto da camminare, anche se scegliemmo il sentiero più breve, e il maialino dovemmo portarcelo in braccio.

Una domenica la famiglia decide di fare una passeggiata.

La famiglia arriva in un paesino dove hanno organizzato una festa.

Infine tornano verso l’auto scegliendo il sentiero più corto.

Un pompiere annuncia il momento della lotteria.

Il pompiere consegna il maialino a Zuppi che possiede il numero del biglietto vincente.

In una famiglia vive un maialino.

Zuppi ritorna al tavolo con il maialino.

• L’autore ha scelto di presentare i fatti attraverso la fabula • l’intreccio, cioè non ha • ha modificato l’ordine cronologico degli avvenimenti.

Il flashback scopriamo

Il flashback è una tecnica narrativa che consiste nel raccontare episodi passati rispetto a quelli che si stanno narrando.

il testo Analizzo IL RACCONTO REALISTICO g Dividi il testo in sequenze segnandole a margine del testo. g Definisci con pochi aggettivi il carattere di Mila e di Antonella. g Nel testo è stato evidenziato un flashback. Individua l’altro delimitandolo con un riquadro. g Manipola il racconto e sostituisci i due flashback con nuovi episodi.

Le cugine

La nonna li attendeva sulla soglia: – Su, presto, ché sono già arrivate le bambine!

Michele e Angiolino si guardarono un attimo negli occhi; si fecero coraggio ed entrarono in casa.

Mila corse incontro ai cugini allegramente, con in mano un bicchiere: inciampò e precipitò addosso ad Angiolino, rovesciandogli sopra tutta l’acqua. Per fortuna non si vedevano spesso: le cugine abitavano in un’altra città, e così capitava raramente di ritrovarsi tutti quanti insieme.

L’ultima volta era stata due anni prima: Mila aveva distrutto il teatrino di carta di Michele e poi si era messa tranquilla a disegnare sui quaderni di scuola di Angiolino. Per qualche incomprensibile motivo, nessuno dei grandi l’aveva sgridata. Sua sorella Antonella, coetanea di Michele, era una ragazza di dieci anni, dispettosa e sempre pronta ad attaccare briga con chiunque. I due fratelli ricordavano bene un episodio di qualche tempo prima, quando, senza nessun motivo, Antonella aveva deciso di provocare: – Ehi, Angiolino, fa’ vedere le ali – e aveva iniziato ad agitare le braccia, svolazzando per la stanza come una cornacchia impazzita.

Alla fine Angiolino, esasperato, si era lanciato contro di lei. Michele, vedendo che Angiolino stava per avere la peggio, aveva deciso di intervenire in suo soccorso.

Ma, quasi subito, erano arrivati i genitori, zii, parenti vari, che avevano cominciato a gridare: – Vergogna picchiare una bambina! Cosicché era finita con una punizione, e per diversi giorni la vigliacca se ne era andata zoppicando in giro, mentre in realtà non si era fatta nulla.

Erano passati diversi anni, ma l’ingiustizia è dura da scordare.

P. Balzarro

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