2 minute read
Il labirinto
Un frastuono fortissimo rimbombò alle sue spalle, ma Thomas si rifiutò di guardare indietro. Sapeva che ogni secondo era vitale. Svoltò un angolo del labirinto e poi un altro. Corse più forte che poteva. A destra, poi a sinistra.
Giù per un lungo corridoio e poi a destra. A sinistra. Ancora a destra. Due svolte a sinistra. Un altro lungo corridoio. Il rumore del mostro di metallo alle sue spalle non cessò e non si affievolì. Continuò a correre, il cuore pronto a schizzargli fuori dal petto. Quando svoltò l’angolo successivo, sbandò e si fermò. Altri tre Dolenti stavano arrivando da quella parte, rotolando e conficcando le punte di ferro nella pietra. Venivano dritti verso di lui. Preferiva di gran lunga affrontarne uno al posto di tre, quindi corse dritto verso il Dolente che l’aveva inseguito.
Advertisement
L’orrenda creatura arretrò di un paio di centimetri e smise di muovere il gigantesco artiglio, come sbalordito dal coraggio del ragazzo.
Poi, con un ululato metallico, si preparò a gettarsi su Thomas. Due mani sbucarono all’improvviso e lo tirarono in un vicolo laterale.
– Seguimi! – urlò Minho, uno degli altri ragazzi della Radura. Insieme, i due ragazzi corsero corridoio dopo corridoio, svolta dopo svolta. Sembrava che Minho sapesse esattamente dove andare, non si fermava mai a pensare alle svolte da prendere. Dopo alcune svolte, davanti a sé Thomas vide qualcosa che il suo cervello non riuscì a elaborare. Sembrava… assurdo. Il corridoio che stavano percorrendo non terminava con un altro muro di pietra. Terminava con il buio.
Thomas strizzò gli occhi mentre, insieme a Minho, correva verso quella parete di tenebra, cercando di capire a che cosa si stesse avvicinando.
I due muri ai lati sembravano incontrare solamente il cielo, in alto. Si vedevano le stelle. Quando sì avvicinarono, infine, si rese conto che si trattava di un’apertura. Il Labirinto aveva una fine!
Come era possibile? Si chiese Thomas. Dopo anni di ricerche, come avevano fatto a scoprirla tanto facilmente? Minho parve intuire i suoi pensieri.
– Non entusiasmarti! – disse, riuscendo appena a formulare la frase.
A poca distanza dalla fine del corridoio, Minho si arrestò, tenendo la mano a bloccare il petto di Thomas, per assicurarsi che si fermasse anche lui. Thomas rallentò e poi camminò fino al punto in cui il Labirinto si apriva nel vuoto.
Si trovò a fissare una voragine! In qualunque direzione Thomas vide solo aria e stelle. Era un panorama strano, disturbante, come se si fosse trovato ai confini dell’universo. Era come se qualcuno avesse costruito il Labirinto e lo avesse messo a galleggiare nello spazio, nel nulla per l’eternità.
– Attento! – disse Minho. – Non saresti il primo pivello a cadere giù. La vista dell’immensità dello spazio aveva provocato in Thomas una sorta di trance. Ma la voce dell’amico lo riportò alla realtà.
I Dolenti stavano arrivando di gran carriera, erano furenti e si muovevano con velocità sorprendente.
– Questi cosi saranno anche cattivissimi – disse Minho, – ma non sono molto svegli…
Thomas capì all’istante. I Dolenti erano di fronte a loro e arrivavano a tutta velocità. Il bordo della scarpata era alle loro spalle.
– Sei pronto? – domandò. – Al mio segnale!
J. Dashner, Maze Runner, Il Labirinto, Fanucci Editore g Rispondi alle domande. io Scrivo IL TESTO NARRATIVO
• Da chi erano inseguiti i due ragazzi Thomas e Minho?
• Quale scoperta fecero dopo aver percorso il Labirinto?
• Cosa fecero quando furono raggiunti dai Dolenti?
il testo Analizzo
g Rispondi alle domande.
• Chi sono i personaggi reali di questo racconto?
• Chi è il personaggio immaginario?
• Il narratore del testo è un personaggio esterno o un personaggio interno al racconto?
• Il luogo è reale o immaginario?