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L’amico programmato
I genitori di Tim, un bambino con problemi di comportamento, sono stati consigliati dal dottor Donar Hendl di affidare il figlio a un robot educatore.
Il campanello della porta suonò. Subito Lorna strillò: – Tim, rimani dove sei!
Ma Tim si stava già precipitando verso la porta. Gli piaceva dare il benvenuto agli ospiti: con la sinistra aprì la porta, e con la destra scagliò una manciata di frutta marcia e fondi di caffè. Contemporaneamente, una voce disse: – Tim! Sono il tuo Amico! E questo non è affatto il modo di trattare un amico, non ti pare? – Quando vide la creatura sulla soglia, Tim restò a bocca aperta. L’Amico era un umanoide ricoperto da una lunga pelliccia di un brillante verde smeraldo.
– Non mi inviti a entrare? Sono Buddy, l’amico programmato –disse.
– Fuori di qui! – urlò Tim e si lanciò contro l’Amico tempestandolo di calci e pugni. Di colpo si trovò sospeso da terra: la cintura dei suoi calzoni era stretta in una morsa simile a quella di una gru. Lorna fece un ampio sorriso. –Credo che tutto sommato il dottor Hendl ci abbia dato un buon consiglio.
Il giorno dopo, a colazione, Lorna preparò una farinata calda per tutti; i robot del modello di Buddy potevano mangiare gli stessi cibi della famiglia a cui erano assegnati, il che rappresentava un bel vantaggio. Tim, appena il piatto gli fu messo davanti, lo tirò a Buddy con tutte le sue forze. L’Amico lo afferrò al volo, con tale destrezza che sul tavolo non cadde neppure una goccia.
– Grazie, Tim – disse, e ingoiò il tutto in un unico boccone. –
Mi hanno detto che adori questo tipo di cibo, perciò sei stato molto generoso a offrirmelo, anche se avresti potuto porgermi il piatto in modo più delicato.
I giorni passavano e Tim, senza rendersene conto, modificava il suo comportamento. Una sera, in casa…
– Come si è comportata, oggi, quella spaventosa bestia verde?
– chiese il papà di Tim.
– È davvero fantastico. Finalmente comincio a capire qual è il suo sistema – disse Lorna con aria soddisfatta. – Ecco, sopporta qualunque cosa faccia Tim e la interpreta nel modo più favorevole possibile, insistendo che lui è il suo Amico e quindi agisce in modo assolutamente amichevole.
– Permettete? – intervenne Buddy, che silenziosamente era entrato in cucina. – Tim dorme sul divano. Io vi suggerirei di parlare a voce bassa.
– Stammi a sentire, io non prendo ordini da…
– Signor Patterson, io non intendevo darle un ordine.
– Basta, sono stufo! Domani mattina chiamerò l’agenzia per chiedere che ti portino via. Sono stufo di essere trattato come un incapace e… Tim, che cosa ci fai qui?
Tim andò dritto verso Buddy, poi mise le sue dita rosee fra quelle pelose dell’Amico e disse: – Non puoi mandarlo via! Ho Ietto il contratto e dice che non puoi.
– Che cosa vuol dire che hai letto il contratto? – chiese Lorna.
– Se non sai leggere.
– Per vostra informazione, sa leggere – disse tranquillamente Buddy. – Gliel’ho insegnato questo pomeriggio.
– E quindi so che Buddy può restare con me per sempre. – Tim strinse la mano di Buddy. – Adesso basta con le stupidaggini.
E smettetela di strillare perché i ragazzini della mia età hanno bisogno di dormire. Vieni, Buddy?
– Sì, certo. Buonanotte, signore e signora Patterson.
J. Brunner, Storie di giovani mostri, Mondadori
il testo Comprendo
g Leggi le domande e sottolinea le risposte nel testo, poi utilizzale per raccontare la storia.
• A chi viene affidato Tim?
• Come reagisce il robot ai comportamenti di Tim?
• Cosa succede una sera in casa?
• Cosa fa inaspettatamente Tim?
• Cosa scoprono i genitori di Tim?
• Qual è il messaggio che la storia vuole trasmetterci?
Insieme
g Dividetevi in piccoli gruppi e ciascuno scriva un episodio sulle fantastiche avventure di Tim e Buddy. Poi trasformate le vostre storie in fumetti.