Pianeta Letture 5 - Quaderno di Scrittura

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QUADERNO DI SCRITTURA

Centro di Ricerca Didattica Ardea Editrice

Rosa Dattolico

o Sussidiari ggi a u g n i l i e d

LIBRO ACCESSIBILE

IMPARARE FACENDO

IMPARARE INSIEME

ARDEA

DIDATTICA INCLUSIVA

LIBRO DIGITALE

• PROPOSTE E STRATEGIE DI SCRITTURA ATTIVA E CREATIVA • PROVE INVALSI • ESERCIZI DI PASSAGGIO ALLA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO

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INDICE LA COERENZA E LA COESIONE TESTUALE 3 Scrivere con coerenza e coesione 4 I connettivi 5 L’importanza dei verbi 6 Alla ricerca del parco 7 Un gioco indimenticabile: l’aquilone IL RACCONTO REALISTICO 8 A casa di Marco 9 Il gufo Ulisse 10 Mio fratello è sonnambulo 11 Al circo 12 L’amore accese il giorno 13 Partenza dal campeggio 14 Nico 15 Adelina IL RIASSUNTO 16 Argo e le nozze 18 Profumo nel sacchetto bianco 20 Sulle orme degli animali 24 Una bella lezione 26 Narrare in prima persona 27 Narrare in terza persona LA DESCRIZIONE NELLA NARRAZIONE 28 La casa sull’albero IL TESTO DESCRITTIVO 29 I dati sensoriali 30 Zia Julia e zia Kate 31 La bambina Vabbè 32 Una nuova compagna - Il vecchio pastore 33 La barboncina Ciak 34 L’orma - La chiocciola 35 La vecchia casa 36 Odore di chiuso e di muffa 37 Il lago 38 La grande montagna 39 La piazza con la fontana - Al mare 40 Dopo la pioggia - Nevicata 41 Rugiada LA DESCRIZIONE NELLA NARRAZIONE 43 Chi c’è in soffitta? 44 Una notte da incubo 45 Il Cerchio Magico IL RACCONTO GIALLO 46 Il rapinatore mascherato 48 La foto rivelatrice 49 Scrivo un racconto giallo

IL RACCONTO STORICO racconto STORICO 50 Ad Atene 51 Scrivo un racconto storico IL RACCONTO DI FANTASCIENZA rac 52 Gli invasori 53 Scrivo un racconto di fantascienza IL RACCONTO FANTASY rac 54 Il drago Smog 55 Scrivo un racconto fantasy IL TESTO POETICO 56 Piove 57 Il sole d’estate 58 Canzone primaverile 59 La similitudine 60 La metafora 61 La personificazione 62 La similitudine, la metafora e la personificazione 64 L’allitterazione 65 L’onomatopea 66 Gli haiku 67 Le stagioni in quattro haiku 68 I nonsense 69 I limerick IL TESTO INFORMATIVO 70 Un flash mob per dire no al bullismo 71 Australia, serpente sull’aereo 72 La cronaca 73 Diventa giornalista 74 Il deserto in fiore 75 Predatori con foglie 76 L’importanza degli alberi 77 Un clima impazzito 78 La plastica 79 Il gufo 80 Pericle 82 I fari 84 Dal testo allo schema 86 Dal testo allo schema 87 Dallo schema al testo IL TESTO PRAGMATICO 88 Sulla neve: sani e allegri 89 Il linguaggio pubblicitario 90 La paghetta ai figli 92 Opinioni a confronto 93 Compiti: utili o inutili? 94 111

INVALSI

PRONTI PER LA SCUOLA SECONDARIA


LA COERENZA E LA COESIONE TESTUALE

Scrivere con coerenza e coesione Quando si scrive un testo bisogna rispettare alcune regole fondamentali. Il testo deve essere:

corretto dal punto di vista grammaticale; coerente, in modo che tutti i pensieri e gli argomenti trattati siano attinenti al tema principale; coeso, ovvero lineare e chiaro, nel senso che tutte le frasi devono essere legate fra loro da un ordine preciso e con parole chiare, cucite insieme con delle parole-legame: i connettivi. Per collegare le parti di un testo si usano i connettivi temporali (danno una successione temporale agli eventi) o logici (danno un senso logico ai passaggi). CONNETTIVI TEMPORALI

oggi • ieri • domani • dopo • in seguito • prima • poi • mentre • subito • contemporaneamente • intanto • ora • quando • in quell’istante • allora • appena • all’improvviso • alla fine • immediatamente CONNETTIVI LOGICI

infatti • quindi • pertanto • purtroppo • siccome • dal momento che • perché • così • tuttavia • invece • al contrario • se • però • eppure • ma • dal momento che • visto che • perciò • di conseguenza • ad esempio • anche • non solo

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LA COESIONE TESTUALE

I connettivi La frittata 1 Cancella il connettivo che non è adatto.

Per fare lo zabaione, tutte le sere io e il nonno andavamo a prendere le uova da un contadino che si chiamava Emilio e abitava a un paio di chilometri da noi. Un giorno il nonno volle prendersi un uovo solo, perché ma diceva che purtroppo fresco da odorare ancora di lo zabaione doveva essere così gallina. Se lo infilò dentro la camicia, mi fece sedere sul tubo della bicicletta e partimmo. Emilio gli aveva detto: – Quando Ma proprio lì lo devi mettere? – E dove dovrei metterlo secondo te? – gli aveva risposto il nonno. Infatti Invece , quando comprava qualcosa, lo metteva sempre lì dentro, nella camicia. La nonna la chiamava “una maledetta abitudine”, perché quindi il nonno ci metteva proprio di tutto: sigari, giornale, pane, una volta perfino quattro o cinque pulcini che aveva comprato al mercato. Quando Ma la nonna brontolava, lui diceva che aveva fatto sempre così, fin da bambino, e così avrebbe fatto anche a ottant’anni. Dunque il nonno prese l’uovo e lo sistemò per bene come ho detto. Quando Ma dopo un chilometro circa si sentì uno strano rumore. Allora il nonno si fermò. – Fammi dare un’occhiata, Marina – disse. Guardò dentro la camicia e annunciò: – Abbiamo fatto la frittata! Infatti Quando la camicia era tutta impiastricciata di giallo, ma lui non si scompose. – Niente paura, adesso ritorniamo indietro e di uova ce ne prendiamo due. Così come , se uno si rompe abbiamo quello di ricambio. Adatt. da A. Nanetti, Mio nonno era un ciliegio, Einaudi Ragazzi

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LA COESIONE TESTUALE

L’importanza dei verbi Fuga nella notte 1 Leggi il racconto e cancella il verbo che non è adatto.

Quando mi svegliai era buio e i cannoni avevano ripreso a sparare tutto intorno a me. Il cielo era incendiato dai lampi gialli delle esplosioni e da bianchi bagliori intermittenti che mi ferivano feriscono gli occhi e illuminavano illuminano il paesaggio. In qualunque direzione avessi scelto di andare, avrei trovato i cannoni. Meglio a quel punto restare dove mi trovo trovavo , dove c’è c’era erba in quantità e acqua da bere. Avevo appena preso quella decisione quando ci fu un’esplosione di luce bianca proprio sopra la mia testa e lo sferragliare di una mitragliatrice squarcia squarciò il silenzio della notte, con le pallottole che cadono cadevano a pioggia intorno a me. Partii al galoppo e continuai a correre, inciampando continuamente nei fossati e nelle siepi, finché non ci fu erba nei campi. Ovunque c’erano ci sono enormi inciampo crateri pieni di torbida acqua stagnante. Fu mentre inciampavo in uno di quei crateri che finii contro un rotolo di filo spinato che non vedo avevo visto e restai intrappolato con la zampa anteriore. Da quel momento avanzai zoppicando nel buio. era sempre più rigida per La zampa ferita è il freddo della notte e anche solo sollevarmi procurava fitte di dolore. Quella fu la notte più lunga della mia vita e è stato il puro istinto di credo sia stato sopravvivenza a tenermi in piedi e a spingermi in avanti. Michael Morpurgo

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LA COERENZA TESTUALE

Alla ricerca del parco 1 Scrivi la parte iniziale e finale del racconto. ….......................................................................................................................................................................................................................................................................... ….......................................................................................................................................................................................................................................................................... ….......................................................................................................................................................................................................................................................................... ….......................................................................................................................................................................................................................................................................... ….......................................................................................................................................................................................................................................................................... ….......................................................................................................................................................................................................................................................................... ….......................................................................................................................................................................................................................................................................... …..........................................................................................................................................................................................................................................................................

“Forza, Ernesto!” mi dicevo da solo. “Corri! Ancora due salti e ci sei!”. Arrivai quasi senza fiato, però arrivai. Ma la cosa triste fu che ciò che trovai al mio arrivo non somigliava affatto, ma proprio per niente, a quello che io ricordavo. C’erano sempre alberi da tutte le parti, certo, ma in mezzo agli alberi qualcuno aveva piazzato sentieri di cemento. E lungo i sentieri, tante panchine di legno, verniciate di giallo e bianco, o di bianco e verde, o di bianco e blu. E al centro dove si riunivano tutti i sentieri, altre panchine. Tutto era nuovo e allegro. Tutto era pulito e curato. Tuttavia mi sentii un po’ deluso. Quello non era il parco che io conoscevo! E pensai che quello di prima mi piaceva di più, con i suoi sentieri di terra e le sue panchine di pietra, anche se qualcuna era rotta e malridotta. E dissi tra me e me: “Che peccato!”. Mentre ero assorto nei miei pensieri riconobbi la voce di Matteo ….......................................................................................................................................................................................................................................................................... ….......................................................................................................................................................................................................................................................................... ….......................................................................................................................................................................................................................................................................... ….......................................................................................................................................................................................................................................................................... ….......................................................................................................................................................................................................................................................................... ….......................................................................................................................................................................................................................................................................... ….......................................................................................................................................................................................................................................................................... …..........................................................................................................................................................................................................................................................................

Fernando Lalana

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LA COERENZA TESTUALE

Un gioco indimenticabile: l’aquilone 1 Scrivi la parte centrale e completa il racconto inserendo un episodio.

Una mattina vedemmo nostro padre davanti casa, affaccendato con grandi fogli di carta da pacchi, lunghe stecche ricavate da canne, barattoli di colla di farina e gomitoli di spago. Fu una giornata indimenticabile: lavorammo tutti insieme ininterrottamente per ore e ore. Il risultato fu un aquilone spettacolare, robusto come un aeroplano, con una coda lunghissima e, per reggerlo, un grosso gomitolo di spago che non ci stava neppure nelle mani. Lo trasportammo sul prato. Mio padre ................................................................................................................................................................................................................................................................................. …............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................ …............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................ …............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................ …............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................ …............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................ …............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

Trepidanti seguimmo l’aquilone, che barcollò, ondeggiò, poi, trasportato dal vento, cominciò a salire e ad allontanarsi nel cielo. Fra lo stupore commosso di tutti noi, si levò più su del campanile. Il filo vibrava e noi facevamo fatica a trattenerlo. ….................................................................................................................................................................................. ….................................................................................................................................................................................. ….................................................................................................................................................................................. ….................................................................................................................................................................................. ….................................................................................................................................................................................. ….................................................................................................................................................................................. ….................................................................................................................................................................................. ….................................................................................................................................................................................. ….................................................................................................................................................................................. ….................................................................................................................................................................................. ….................................................................................................................................................................................. …..................................................................................................................................................................................

Giani Stuparich, Ricordi istriani

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Il racconto REALISTICO

A casa di Marco 1 Sottolinea con

colori diversi il dialogo, i fatti, la descrizione e i pensieri di Chiara.

Ieri Marco ha invitato a casa sua la sua amica Chiara che, in fatto di giochi, ha gli stessi suoi gusti. L’appuntamento era per il pomeriggio, subito dopo il pranzo. Appena arrivata a casa di Marco, Chiara ha mostrato al suo compagno un nuovo piccolo videogioco. – Wow, che bello! Voglio provarlo subito! – ha esclamato Marco. – Posso prendere la scacchiera della dama intanto? – ha domandato Chiara incuriosita. – Certo! Prendila pure! Mentre Marco cercava di capire il funzionamento del videogioco, Chiara si è avvicinata alla scacchiera, osservandola con attenzione. Era di legno lucido, suddivisa in otto righe e otto colonne, con quadrati bianchi e marroni; su di essi erano posizionati in bell’ordine le pedine. Subito Chiara ha invitato Marco a giocare e insieme hanno fatto delle combattutissime partite. Più tardi, dopo una merenda a base di biscotti e cioccolata, i due bambini si sono divertiti con Fufi, il buffissimo gatto soriano di Marco. Prima Marco lanciava sul pavimento un gomitolo, poi era la volta di Chiara e, da ultimo, Fufi rincorreva i gomitoli come un matto, ingarbugliando tutti i fili di lana. Guardando Fufi, Chiara pensava tra sé e sé: “È proprio pazzerello il gatto di Marco! Penso proprio che chiederò alla mamma di prendere anche noi un gattino. Chissà se sarà d’accordo…”. Al termine del loro pomeriggio di gioco, Marco e Chiara si sono lasciati con la promessa di ritrovarsi anche il giorno dopo. Adatt. da Scrivere bene, scrivere meglio, Nicola Milano Editore

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Il racconto REALISTICO

Il gufo Ulisse 1 Scrivi la tipologia di ogni sequenza.

Un giorno cacciai un braccio in un buco di un albero e le mie dita si strinsero intorno a qualcosa di piccolo e morbido, qualcosa che si dimenava mentre io lo tiravo fuori. SEQUENZA ..........................................................

Alla prima occhiata la mia preda mi parve uno smisurato ammasso di semi di dente di leone, muniti di un paio di enormi occhi dorati; un esame più attento mi rilevò che era un piccolo gufo, ancora avvolto nella sua peluria di neonato. SEQUENZA ..........................................................

Restammo un momento a guardarci, poi l’uccello, evidentemente indignato per il modo villano con cui io risi del suo aspetto, mi affondò i minuscoli artigli nel pollice, e io, che mi tenevo aggrappato al ramo, persi l’equilibrio e cascammo dall’albero tutti e due. Mi misi in tasca lo sdegnato gufetto e me lo portai a casa. La mia famiglia accolse bene il gufetto che io chiamai Ulisse. SEQUENZA ..........................................................

Quando Ulisse diventò più grande, perse la sua peluria infantile e mise un bel piumaggio color grigio cenere, rosso ruggine e nero della sua specie. Mise anche due lunghi ciuffi di penne ai lati della testa, che gli si drizzavano per lo sdegno quando qualcuno osava prendersi delle libertà con lui. SEQUENZA .......................................................... G. Durrell

2 Completa il testo con una sequenza narrativa. Un giorno Ulisse

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Il racconto REALISTICO

LA FABULA

La fabula è la narrazione dei fatti che seguono l’ordine temporale in cui sono avvenuti.

Mio fratello è sonnambulo 1 L’ordine narrativo

utilizzato dall’autore è la fabula. Sottolinea nel testo gli indicatori temporali e utilizzane altri (a un tratto… subito dopo… poi… all’improvviso...) immaginando cosa sarà potuto accadere la notte successiva.

Erano le due. È stato il miagolio di Alice a svegliarmi. Ho aperto gli occhi, rimanendo immobile e ammutolita. Luca era sul bordo del mio letto, con gli occhi chiusi e le mani sotto la guancia. – Luca! Che ci fai qui? Perché non sei nel tuo letto? Lui è rimasto immobile e non ha dato segno di avermi sentita. A quel punto mi sono spaventata davvero. Sono scesa piano piano dal letto, mi sono avvicinata a mio fratello con il cuore che batteva forte, ma non ho osato sfiorarlo nemmeno con un dito. Avevo l’impressione che, se lo avessi toccato, sarebbe crollato a terra frantumandosi come una statua di gesso. Allora in punta di piedi sono andata in camera dei miei. La mamma ha il sonno leggero, quindi si è svegliata subito e le ho raccontato tutto; insieme ci siamo precipitate in camera mia, ma Luca non c’era più. Ci siamo guardate intorno, poi siamo andate nella camera di Luca. La porta era spalancata e, nella penombra, lo abbiamo visto seduto sulla sedia. Aveva gli occhi chiusi e le mani sulle ginocchia. In quel momento è arrivato anche papà. Ci siamo scambiati un’occhiata preoccupata. Poi mio padre ha preso cautamente Luca fra le braccia e lo ha adagiato sul letto, coprendolo con la coperta. Nel frattempo si è svegliata anche Irene e tutti e quattro abbiamo tenuto una riunione improvvisata in cucina. Papà ha cercato di tranquillizzarci e ha detto che, secondo lui, si trattava di sonnambulismo. Mia madre, però, scuoteva la testa ed era chiaro che non la faceva così semplice come papà. Adatt. da A. Petrosino, Il diario segreto di Valentina, Piemme

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Il racconto REALISTICO

Al circo 1 Completa il testo secondo la successione temporale dei fatti.

Stamattina prima di partire eravamo un bel po’ agitati in classe. Aspettavamo il pullman e finalmente è arrivato. Ci siamo precipitati verso la porta …................................................................................................................................................................................................................................... …................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... …...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

Dopo un po’ siamo arrivati al circo. C’erano tanti ragazzini della nostra età …............................................................. …................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... …...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

Un suono di tromba ed ecco apparire i clown ........................................................................................................................................................................................ …................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... …...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

Subito dopo due piccoli orsi bianchi hanno seguito il domatore ............................................................................................................. …................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... …...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

Poi un orso è andato via e sono arrivati i cavalli con le cavallerizze .................................................................................................. …................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... …...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

le scimmie e i cammelli; poi di nuovo i pagliacci che ........................................................................................................................................................... …................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... …................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... …...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

Quando siamo tornati in classe ...................................................................................................................................................................................................................... …......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ….................................................................................................................................................................................................................................................................................. …..................................................................................................................................................................................................................................................................................

Al suono della campanella ..................................................................................................................................................................... ….................................................................................................................................................................................................................................................................................. …..................................................................................................................................................................................................................... …..................................................................................................................................................................................................................... …..................................................................................................................................................................................................................... …..................................................................................................................................................................................................................... …..................................................................................................................................................................................................................... …..................................................................................................................................................................................................................... ….....................................................................................................................................................................................................................

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Il racconto REALISTICO

IL FLASHBACK

Il flashback interrompe la narrazione cronologica dei fatti per inserire un episodio accaduto nel passato.

L’amore accese il giorno 1 Sottolinea l’inizio

di eventuali flashback presenti nel racconto.

Ho vissuto con lei e poi sono andato a vivere altrove quando di anni ne avevo otto. Per un sacco di tempo ho ricordato il suo lieve aroma di lavanda e che non mi sgridava mai, qualunque cosa io facessi, e soprattutto come il suo sorriso sembrava avviluppare tutto il mio mondo come un caldo scialle protettivo. Sapevo di essere al sicuro quando lei era vicina, era così alta, così ampia, così larga che sarebbe sorta come una montagna tra me e la mia paura, ma era anche così dolce e capiva ogni speranza, ogni sogno che avevo. Mi lodava fin troppo quando ero buono, ma non mi puniva mai quando ero cattivo. Anni dopo scoppiò la guerra e diventai soldato e fui ferito in Francia. Tornavo a casa, in ospedale, ancora molto debole, capii che il caso mi aveva portato vicino alla piccola città dove lei viveva ancora. E ancora ho un vivido ricordo del colpo che subii quando comparve quel freddo giorno scuro. La mia grande Nonna era così piccolina! Una minuscola, fragile vecchia signora. Era strano. Avanzò impacciata nella corsia fino al mio letto, si avvicinò, e poi, esitante, mi guardò. E poi sorrise: e l’amore accese il giorno. Adatt. da Un salto e tocchi il cielo, a cura di Fiona Waters, Einaudi Ragazzi

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Il racconto REALISTICO

Partenza dal campeggio Adalberto e i suoi amici stanno smontando le tende e tra poco torneranno a casa. Adalberto è dispiaciuto che il campo sia finito. Ricorda che ha passato giornate avventurose. Insomma ha vissuto tante, tantissime emozioni. È successo di tutto. 1 Inserisci il flashback narrando, aiutandoti con le immagini, le giornate avventurose vissute dal protagonista.

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Ora che il momento della partenza è vicino, Adalberto vorrebbe fermare il tempo. A. Nanetti

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Il racconto REALISTICO

In un testo narrativo il flashforward interrompe la sequenza cronologica dei fatti per anticipare gli eventi.

1 Sottolinea il

flashforward presente nel racconto.

2 Racconta una

H

H

H

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vicenda durante la quale immagini quello che potrebbe succedere. Segui la traccia: partecipi ad una gita con i compagni di classe; si attraversa un vecchio ponte di legno per raggiungere la sponda opposta del fiume (immagina quello che potrebbe accadere); si arriva dall’altra parte del fiume.

IL FLASHFORWARD

Nico Seguivo Nico a fatica. A parte gli alberi secolari, c’erano cespugli che lui scavalcava con un balzo. A me non riusciva e dovevo fare lunghi giri per evitarli. Sudavo, benché laggiù fosse così fresco; mi affaticavo soprattutto per via dell’inesperienza. Meno male che Nico scoprì un elce gigantesco, dal tronco vuoto. – Ecco! – mi gridò. – Aspetta sotto, tu. S’infilò la scure nella cintura dei calzoni e si arrampicò come un gatto al tronco dell’elce. Arrivato alla forcella da dove cominciavano i rami, esitò come per studiare la situazione. Salì in alto e camminò in equilibrio lungo un grosso ramo orizzontale. Lo guardavo stupefatto e nello stesso tempo temevo che cadesse. Cosa avrei fatto se fosse caduto?! Ero teso. Anche se gridavo, nessuno mi sentiva. Non avrei potuto tornare indietro. Fra un’ora sarebbe scesa la notte. Sarei rimasto solo in un bosco buio. Nella notte sarebbero venuti fuori tutti gli animali feroci. Lupi, orsi, mostri. Ci sarebbe stato l’orco. Avrei vagato piangendo. Avrei scoperto una lucina e mi ci sarei diretto e vi avrei trovato la fata, o forse l’orco? – Cerca di non cascare – dissi a Nico. – Chi casca! Chi vuoi che caschi?! Saverio Strati


Il racconto REALISTICO

Adelina 1 Inserisci il flashforward e completa il testo aiutandoti con le domande.

Fa freddo. Sono a letto con il febbrone. Fuori nevica e sono di cattivo umore. Per fortuna c’è la nonna che ogni tanto mi fa qualche domanda e mi sorride. In casa tutti sono felici perché mia zia, la sorella di mia madre, è in ospedale per dare alla luce Adelina. Tutti aspettano il lieto evento e si precipitano al telefono appena squilla. Di certo Adelina avrà i capelli neri ................................................................................................................................... …................................................................................................................................................................................................................................................................................ …................................................................................................................................................................................................................................................................................ …................................................................................................................................................................................................................................................................................ …................................................................................................................................................................................................................................................................................ …................................................................................................................................................................................................................................................................................ …................................................................................................................................................................................................................................................................................

• Come il protagonista immagina Adelina? • Cosa pensa che faranno i suoi genitori appena verrà alla luce?

Poco dopo arriva la mamma sorridente e commossa. – È nata! – esclama. – È bionda e ha gli occhi azzurri come quelli di nonna Matilde. Sono rimasto senza parole. L’indomani sono andato in ospedale con i miei genitori e i miei nonni per conoscere Adelina. …................................................................................................................................................................................................................................................................................ …................................................................................................................................................................................................................................................................................ …................................................................................................................................................................................................................................................................................ …................................................................................................................................................................................................................................................................................ …................................................................................................................................................................................................................................................................................ …................................................................................................................................................................................................................................................................................

• Descrivi le impressioni provate dal protagonista e dai nonni.

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Mi sono impressionato quando ho visto Adelina piangere. La piccolina è diventata rossa come un’aragosta e si agitava come se avesse un sacco di pulci addosso.

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IL RIASSUNTO

Il primo passo per riassumere un testo è: • dividerlo in sequenze; • considerare le informazioni più importanti; • tener conto dei personaggi, del tempo, del luogo e dei fatti; • eliminare i discorsi diretti; • usare correttamente la terza persona e i connettivi.

Argo e le nozze

1 Leggi il brano già diviso in sequenze e scrivi una breve frase che riassuma ciascuna di esse.

Quella domenica mattina gli sposi uscirono dalla chiesa raggianti. Le signore, con grandi cappelli, e i signori, con le scarpe lustre, si erano già raggruppati per la foto sul portale della chiesa. Di fronte, si era formato il corridoio da cui gli sposi sarebbero passati. I miei amici ed io eravamo in prima fila, per raccogliere la nostra parte di confetti. Con noi c’era Argo. Dopo la foto, il corteo s’avviò: prima gli sposi e, subito dietro, un bambino e una bambina, seri e impettiti, che reggevano il velo della sposa. Cominciò il lancio dei confetti, e noi a sgattaiolare fra le gambe delle persone. Anche Argo cominciò a correre e ad abbaiare festoso, ma, quando vide il velo teso, lo addentò e cominciò a tirare. I due bambini mollarono il velo, ma la sposa non fu in grado di sganciarlo, perché era fissato ai capelli. Argo cercava di allontanarsi con il velo in bocca, e lei era costretta a seguirlo, camminando all’indietro. Lo sposo, frastornato, la tratteneva per un braccio. Tutti urlavano. Qualcuno provò a dare una pedata ad Argo: lui ringhiò, senza lasciare la preda. Quando mi resi conto di quel che stava accadendo, chiamai: – Argo, Argo – e corsi via con gli amici. Il cane mollò il velo e ci venne dietro, abbaiando festosamente. 16

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IL RIASSUNTO

Rincasai all’ora di pranzo. Erano tutti a tavola. Argo l’avevo sistemato da un amico. Se per caso la notizia era arrivata, conveniva che la burrasca si scatenasse su di me: il mio posto in casa era sicuro, non altrettanto quello del cane. Notai uno strano silenzio. Mio fratello mi chiese se avevo le mani pulite. – No – e feci per alzarmi da tavola. – Resta a sedere – disse mio padre, – le mani te le laverai dopo. Ora ci devi spiegare la faccenda della sposa e del cane. Mentre riferivo i fatti, cambiavo il posto alle posate e cercavo di trovare una giusta posizione sulla seggiola. Detti un’occhiata di sfuggita a mio padre: non sembrava arrabbiato, ma era presto per dirlo. – Il cane dov’è? – chiese. – Perché? – Le domande le faccio io. – La colpa non è stata sua, sono stato io a portarlo al matrimonio. Finalmente cominciammo a mangiare. Il peggio sembrava passato (mia sorella nel frattempo mi informò a bassa voce che la sposa era già stata risarcita). Finito il pranzo, malgrado fosse domenica, mi ritirai ostentatamente in camera, a studiare. A cena arrivarono due amici di mio padre e lui raccontò la storia del matrimonio. Siccome sentii che tutti ci ridevano sopra, uscii di corsa per riportare Argo a casa.

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Guerrino Giorgetti

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IL RIASSUNTO

1 Rispondi alle domande.

• Dove andò la bambina di buon mattino mentre nevicava? • Cosa aveva fra le braccia Giulia? • Chi incontrò? • Cosa fece più tardi la nonna? • Cosa successe poi? • Perché la nonna si commosse?

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Profumo nel sacchetto bianco Nevicava molto forte quando la bambina uscì silenziosamente dalla porta del giardino. Si coprì il capo con il cappuccio, corse al cancello, l’aprì piano e si buttò giù per la discesa. Alle sue spalle la casa, ancora con le finestre chiuse, dormiva. Nessuno l’aveva vista né sentita uscire. Era la vigilia di Natale e il paese sulla collina sembrava un grande presepio. “Devo tornare prima che la nonna si svegli” pensò la bambina. In fondo alla discesa si diresse verso un boschetto e scomparve. Riapparve poco dopo e aveva fra le braccia un sacchetto di tela bianca rigonfio. Nel turbinio della neve, sulla stradina in discesa, apparve un uomo. Era Ulisse, l’anziano proprietario del piccolo supermercato del paese. – Giulia! – esclamò. – Dove vai a quest’ora e con questo tempo? La bambina ansimava per la corsa. – Ciao Ulisse – disse. – Non posso fermarmi. – È successo qualcosa? – si preoccupò Ulisse. – No, non è successo niente! – gridò Giulia, mentre correva verso casa con il sacchetto gonfio ma leggero, appeso alla spalla. Dal campanile vennero otto rintocchi. “Sono stata via solo mezz’ora” pensò. La casa, però, non dormiva più. Le finestre erano aperte. La bambina rientrò di nuovo dalla porta secondaria. Più tardi, nella mattina, la nonna aprì la grande scatola che conteneva le statuine del presepio.


IL RIASSUNTO

– Come ti ho raccontato altre volte – diceva, mentre disponeva i pastori sul tavolo – quando ero bambina il presepio aveva un profumo... un profumo... – Un profumo verde – mormorò Giulia. – Sì, cara. Era il profumo del muschio fresco. Un profumo che non sento da tanto tempo, ma che non posso dimenticare... – Mentre la nonna cercava le pecorelle con la testa nello scatolone, Giulia prese il sacchetto di tela bianca e ne tolse velocemente il contenuto. – Che strano – disse la nonna girandosi. – Il ricordo mi riporta quel profumo, come se... I suoi occhi corsero al camino: e là, disteso in tutto il suo soffice splendore, c’era il muschio. Lei si avvicinò e rimase ferma ad aspirarne il profumo. – Sei stata tu, Giulia! – disse volgendo gli occhi lucidi sulla nipotina. – Sì, sono andata a prenderlo questa mattina. – Dove? – Là dove andavi tu quando eri bambina. La nonna guardò fuori. – Anche allora nevicava – disse. Giulia le si avvicinò e l’abbracciò stretta. – È il mio regalo di Natale – mormorò. Fresco e leggero, un po’ misterioso, come venuto da lontano, il profumo verde del muschio aleggiava nella stanza.

2 Metti in ordine

cronologico i momenti del racconto scrivendo i numeri nei quadratini.

Incontro con Ulisse Arrivo nel boschetto Raccolta del muschio Abbraccio tra nonna e bambina Ritorno a casa Apertura del sacchetto Il ricordo della nonna Partenza da casa

R. Grazzani, Ciao amici

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IL RIASSUNTO

Sulle orme degli animali Quel mattino, i ragazzi erano partiti di buon’ora, con gli zaini gonfi, caricati sulle spalle; vi avevano infilato tutto ciò che poteva rivelarsi utile ad un’escursione ad alta quota: un ricambio, fiammiferi, un coltello, corda e perfino tutto il necessario per la disinfezione delle ferite. Salirono sotto le pareti a picco del monte Zingarella e percorsero un fondovalle arido e pietroso: i boschi avevano ceduto il posto ad un intrico di cespugli bassi e striscianti di pino mugo. Camminavano in fila indiana, attenti ad ogni suono, forma, colore. Ed ecco finalmente apparire, in tutta la sua continuità, la catena che si innalzava lungo il bordo dell’Altopiano. – Guardate… sicuramente tra quegli anfratti ci saranno covi o tane! – gridò all’improvviso Lucio indicando una parete rocciosa. – È la zona più adatta per un appostamento, abbiamo scelto bene, avviciniamoci! – confermò con entusiasmo Mino. Anche Ciccio era attirato dall’idea di incontrare degli animali. I ragazzi ripresero il cammino; ora che erano vicini alla meta, attivavano ancor più i loro sensi, pronti a cogliere ogni movimento, ogni suono. Fu passando sotto i bastioni del monte Corno che Denis si arrestò di scatto e alzò gli occhi: ad una quindicina di metri più in su, su uno spuntone di roccia, si stagliavano le agili figure di due splendidi camosci. I due animali rimasero lì per un istante poi, di colpo, alzarono il muso ostentando le corna ricurve e, come avvertiti di un improvviso pericolo, spiccarono un salto e sparirono dietro una roccia.

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IL RIASSUNTO – Per me ci siamo, – disse Marco indicando uno spuntone – che ne dite? – Tutti furono d’accordo e si lanciarono di corsa verso il nascondiglio; le due gemelline, per sbaglio, finirono col dare uno spintone a Mino che perse l’equilibrio e finì con il naso proprio in un cespuglio di pino mugo. – Ahiaaa! – gridò risollevandosi tutto punzecchiato. – Smettetela, se c’erano animali, saranno sicuramente scappati tutti a gambe levate! – borbottò Lisa prendendo il cannocchiale. Si appiattirono, finalmente silenziosi. Non rimasero a lungo in attesa: da una cavità buia della parete rocciosa si affacciò furtivo il musetto peloso di una marmotta; l’animaletto si rizzò sulle zampe posteriori, sollevò in aria il nasino… nessun pericolo! I ragazzi, dal loro nascondiglio, osservavano divertiti quel batuffolo tenero e palpitante, nessuno poteva immaginare ciò che sarebbe da lì a poco accaduto. All’improvviso, un’aquila piombò come una saetta di fronte all’animaletto sprovveduto e lo ghermì con gli artigli adunchi. Si sentì il fischio disperato della bestiola che si dibatteva nel tentativo di liberarsi. Denis lanciò un sasso e colpì il rapace ad una zampa; il predatore mosse appena il capo nella direzione di Denis, mostrando il becco adunco e l’occhio freddo e acuto. Pur essendo protetti dalla roccia i ragazzi si sentirono scoperti… un’ultima contorsione della marmotta richiamò l’attenzione dell’aquila sulla preda catturata: il rapace con un vigoroso colpo d’ali si sollevò nell’aria e si innalzò rapido, sparendo dietro un picco. – E adesso? – chiesero con le lacrime agli occhi Lisa e Caterina. – È la legge della natura – rispose Marco – anche se a noi può sembrare crudele. Ogni essere per viescursione: breve gita alpinistica. vere deve nutrirsi. L’aquila non è anfratto: avvallamento stretto. cattiva, ubbidisce solamente alla appostamento: attesa in un luogo nascosto. bastione: muraglione. legge che la natura gli impone. spuntone: breve sporgenza acuminata di roccia. I ragazzi annuirono ma in cuor loro stagliarsi: vedere con chiarezza. continuavano a pensare quanto ostentare: far vedere per essere ammirato, sfoggiare. bello sarebbe stato se la marmotcavità: vuoto interno, buco, foro. tina fosse riuscita a fuggire. furtivo: che non vuole farsi vedere dagli altri, cauto. ghermire: prendere con gli artigli, afferrare, artigliare. M. Teresa Dalla Vecchia, Alta quota, Tredieci adunco: che ha la forma di un uncino, ricurvo. 21


IL RIASSUNTO

1 Sottolinea nel testo queste parti. Con il : rosso ciò che riguarda i due camosci. Con il : blu le parole che narrano della marmotta. Con il : verde tutto ciò che riguarda l’aquila.

2 Rispondi alle domande. • Chi sono i protagonisti dell’avventura? …..................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

• In quale ambiente e in quale parte della giornata si verificano gli episodi narrati? …..................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

• Qual è l’obiettivo del gruppo? ….................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ….................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. …..................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

• Quali materiali i ragazzi hanno ritenuto indispensabili per la loro avventura? …..................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

• In ordine cronologico, quali animali hanno scoperto? ….................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ….................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ….................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ….................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. …..................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

• Che cosa avviene tra l’aquila e la giovane marmotta? ….................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ….................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ….................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ….................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ….................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ….................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ….................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. …..................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

• Che cosa spiega Marco agli altri ragazzi? ….................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ….................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ….................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ….................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ….................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. …..................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

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IL RIASSUNTO

3 Trova, cerchia nel testo e spiega il significato di queste “immagini”.

“... scappati tutti a gambe levate!” ….................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ….................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. …..................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

“... quel batuffolo tenero e palpitante...” ….................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ….................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. …..................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

“... piombò come una saetta...” ….................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ….................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. …..................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

4 Ora fai il riassunto del testo (ricorda che i discorsi diretti vanno trasformati in indiretti). Alcuni ragazzi partirono ….................................................................................................................................................................................................................................................................................... camminavano …........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... I giovani giunsero in una zona che giudicarono …........................................................................................................................................................................................... Notarono, fra le rocce, …...................................................................................................................................................................................................................................................................................... che ben presto …...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... I ragazzi si nascosero ................................................................................................................................................................................................................................................................................................ …...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

Dopo un po’, velocissima, un’

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Denis provò a salvare ............................................................................................................................................................................................................................................................................................... ma il rapace .................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... Marco spiegò agli amici che ....................................................................................................................................................................................................................................................................... …...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

In cuor loro i ragazzi

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IL RIASSUNTO

1 Leggi il testo, dividilo in sequenze e in ognuna sottolinea l’informazione più importante. Poi scrivi il riassunto del seguente brano.

Una bella lezione Il protagonista e i suoi amici formano la banda delle Allodole, per contrastare la banda dei Guerrieri e il loro capo, il prepotente Aristo. Una volta sfidammo i Guerrieri a incontrarci al cimitero, a mezzanotte. Impallidirono, ma non poterono rifiutarsi, altrimenti avrebbero potuto dimostrare a tutti quanto fossero vigliacchi. Era una notte fredda, con nuvole grosse che si muovevano velocemente. Per qualche istante il cimitero si colorava d’argento, piombando nella più totale oscurità appena le nuvole coprivano la bianca faccia della luna. Era la notte giusta per far venire i brividi. Dimitri, che conosceva il cimitero come le sue tasche, ci portò nei pressi di uno scavo che aveva fatto quella mattina. Là mettemmo a punto il nostro piano per terrorizzare i Guerrieri. Prendemmo un vecchio lenzuolo bianco, che Gina aveva chiesto alla madre, e coprimmo Dimitri che si era accucciato. Poi, andammo a nasconderci dietro i cespugli. Non dovemmo aspettare molto. Appena l’orologio della torre suonò mezzanotte, i Guerrieri entrarono dal cancello in fila indiana, volgendo intorno gli occhi terrorizzati. Si vedeva da lontano che erano spaventati a morte. Quello che successe fu davvero spassoso.

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IL RIASSUNTO

Improvvisamente, proprio mentre la luna scompariva dietro una grossa nuvola, Dimitri spuntò fuori dalla buca dove era nascosto. Fu una scena orripilante. Le luci, le ombre... ma la cosa più orribile era Dimitri. Molto lentamente, con una calma spettrale, il viso illuminato da una torcia che teneva sotto il mento, si incamminò verso Aristo e la sua banda. Era davvero spaventoso, fin troppo per i Guerrieri. Piagnucolando e singhiozzando, alzarono i tacchi e si precipitarono verso il cancello del cimitero. Correvano sempre più velocemente, e scommetto che si fermarono soltanto dopo essersi infilati a letto, con le coperte fin sopra la testa. Billi Rosen, La guerra di Anna, Mondadori

2 Scrivi il riassunto.

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Il racconto REALISTICO

NARRARE IN PRIMA PERSONA 1 Leggi il titolo e completa lo sviluppo della storia sul quaderno narrando i fatti in ordine cronologico e usando le parole del tempo (fabula).

Giochiamo alle mummie – Vado a farle il bagnetto – mi ha detto la mamma con Olga in braccio. Che fortuna, avevamo campo libero! – Giochiamo alle mummie? – ho detto a Caterina. – Ma come si fa? Mi sono fiondato nel ripostiglio e ho preso due rotoli di carta igienica da una confezione gigante e... Anna Sarfatti

Passeggiata in montagna Io e la nonna ci avviamo per il bosco in una giornata di gran sole. Salto qua e là ai bordi del sentiero, agile come un giovane capriolo; la nonna cammina lenta, appoggiata al bastone... Adatt. da L. Facetti

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Nel bosco col nonno Appena mettemmo piede nel bosco, sentii un intenso profumo di foglie e di terra bagnata. Il sole di tanto in tanto si infiltrava nei rami intricati degli alberi creando coni di luce. Camminavamo in silenzio io, Anita e il nonno. Attraversammo sentieri e ci inoltrammo fra i cespugli. A un tratto... Rosa Dattolico


Il racconto REALISTICO

NARRARE IN TERZA PERSONA 1 Sviluppa la storia sul quaderno e inserisci il flashback per narrare un ricordo.

Le castagne selvatiche Entrò nei giardini dall’ingresso del Planetario. Gli ippocastani erano dorati e notò che mai come in quella stagione le foglie allargate mostravano così bene le venature. Per terra, nei viali, resisteva qualche castagna selvatica, ma già molle e piuttosto grinzosa. Ricordò quando da ragazzo andava con i fratelli e il padre a raccogliere le castagne… P. Parazzoli

Nel fienile

Il compleanno di Greta

Nella casa di nonno Francesco, Oddo e Roberto avevano a disposizione un intero parco-giochi: un enorme cortile, vasti magazzini, il fienile e soprattutto un ottimo compagno di giochi, Fox, uno splendido fox terrier. Un gioco consisteva nel far allontanare il cane scagliando il più lontano possibile un pezzo di legno, per potersi poi nascondere velocemente in qualche angolino o sotto la paglia del fienile.

Appena sveglia, Greta non ricordava che giorno fosse. Quando si è recata in cucina, ha notato sulla tavola un grande pacco fasciato di carta luccicante verde con un vivace fiocco giallo e un cartoncino, su cui ha letto “Buon compleanno!”. Per l’emozione il cuore ha cominciato a batterle forte e gli occhi le sono diventati lucenti come stelle. Adatt. da A. Lavatelli

Adatt. da Francesca Venturini

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LA DESCRIZIONE NELLA NARRAZIONE

La casa sull’albero Arrivammo a Santo Stefano al tramonto. Scendemmo dalla macchina e, appena guardammo verso la quercia, rimanemmo senza parole: nell’albero era incastrata una costruzione di legno, bellissima. Milioni di bimbi hanno avuto e hanno case sull’albero, lo so, ma sono convinto che la nostra sia stata la più bella di tutte, senza paragoni. Era una costruzione rettangolare. Per reggerla erano stati inchiodati al tronco quattro pezzi di legno massiccio, che la sorreggevano dal pavimento. Sulla parete di fronte a noi c’era una porticina alta più o meno come me. Dalla soglia partiva una scala di corda che arrivava a terra; su ognuna delle altre tre pareti, c’era una finestra. Su quella che si affacciava sulla nostra camera c’era un minuscolo balcone con tanto di vasetto di gerani rossi. Sul tetto a spiovente, che si mescolava con le fronde più alte dell’albero, un comignolo faceva bella mostra di sé. Accanto alla porta una campanella collegata a uno spago che scendeva quasi fino a terra. Continuammo per diversi minuti a camminare intorno all’albero, mano nella mano, finché il babbo ci disse: – Ma non andate a vedere com’è dentro? Iris si buttò sulla scaletta di corda. La seguii. Arrivata in cima, di fronte alla porticina chiusa si bloccò e si girò verso di me. – Cosimo, la casetta è tua, credo che debba inaugurarla tu. Adatt. da Silvia Fuochi, Liberi tutti!, Einaudi Ragazzi

1 Sottolinea nel testo le parole che descrivono la casa sull’albero. 2 Immagina l’interno della casetta e descrivilo brevemente. ….................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ….................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ….................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ….................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ….................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... …....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

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Il testo DESCRITTIVO

I DATI SENSORIALI Gli odori di casa

Non c’è in casa un odore che io non conosca. Quando mi lasciano solo sulla veranda, chiudo gli occhi. Allungo le braccia e cammino. Penso: “Quando sentirò un odore di rum canforato, sarò nella stanza del nonno”. Continuo a camminare con gli occhi chiusi e le braccia tese. Penso: “Adesso sono passato per la stanza di mia madre perché odora di carte da gioco nuove. Poi odorerà di palline di naftalina, girerò a sinistra e sentirò l’altro odore di biancheria e finestre chiuse. Lì mi fermerò”. Resto con gli occhi chiusi e le braccia tese e sento la voce di Anna che grida: – Bimbo, stai di nuovo camminando a occhi chiusi! G. García Márquez

Colori d’autunno

Una settimana prima gli alberi erano verdi come il prato falciato di fresco e poi tutti quanti, improvvisamente, avevano cominciato a cambiar colore. Il boschetto di aceri sulla collina era arancione e oro, gli alberi più giovani di un colore più scuro e, nel cortile, i vecchi aceri stavano diventando gialli e porpora. E. Caldwell

Risveglio

Si levò dal letto e cominciò a vestirsi. Il vento faceva schioccare la biancheria stesa nelle terrazze e sbattere qualche persiana. Gli parve che non ci fossero altri rumori. Guardò l’orologio: erano soltanto le nove. Continuò a vestirsi con più calma, e si accorse che altri rumori erano nell’aria. Ne scopriva sempre di nuovi: un brusìo di folla come di alveare, trombe, sirene, campane. Ma nella casa c’era silenzio e pareva che la casa si opponesse ai rumori della città che arrivavano attutiti, confusi. G. Dessì

1 Nei testi sono presenti diversi dati sensoriali, sottolineali e poi completa la tabella. VISIVI

UDITIVI

DATI TATTILI

OLFATTIVI

GUSTATIVI

Gli odori di casa Colori d’autunno Risveglio

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Il testo DESCRITTIVO

DESCRIVERE PERSONE

Zia Julia e zia Kate Le zie erano due vecchiette piccoline vestite modestamente. Zia Julia, più alta dell’altra di qualche centimetro, aveva i capelli grigi, pettinati bassi sulle orecchie, e grigia, con ombre più scure, era la faccia, flaccida e larga. Zia Kate era più vivace. Il viso, più sano di quello della sorella, era tutto grinze e fossette come una rossa mela vizza e i capelli pettinati anch’essi all’antica, non avevano perduto il loro colore di nocciola matura. J. Joyce, Gente di Dublino, Einaudi

1 Completa lo schema.

ZIA JULIA

ZIA KATE

Caratteristiche dei capelli

Caratteristiche del viso

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2 Descrivi anche tu una persona che conosci molto bene evidenziando alcune caratteristiche particolari dell’aspetto, del carattere e alcuni dettagli dell’abbigliamento.

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DESCRIVERE PERSONE

Il testo DESCRITTIVO

La bambina Vabbè Aveva un carattere meraviglioso, era una bambina che non si lamentava mai, qualunque cosa succedesse lei diceva “vabbè” che è l’abbreviazione di una frase lunghissima: “Va-bene-pazienza-cosa-vuoi-che-sia-c’è-di-peggio-non-è-la-fine-delmondo-ti-pare?”. Da amici e amiche era molto amata e ricercata, perché il buon umore era contagioso. Quando qualcuno aveva il muso lungo e le lacrime agli occhi lo portavano da lei. – Cosa c’è che non va? – chiedeva gentilmente la bambina. – Ho perso il diario, adesso chissà cosa dirà la maestra! – Vabbè, meglio perdere il diario che una gamba, ti pare? Passava poi all’azione: – Ora organizziamo una squadra-cerca-tutto, chi si unisce a noi? – L’unione fa la forza e il diario veniva rintracciato in un baleno. – Ih… ih... – ecco un’altra bambina in lacrime. – Cosa c’è che non va? – chiedeva gentilmente la bambina Vabbè. – Ho rovesciato una bottiglietta di acqua frizzante sul libro di inglese. – Vabbè, sempre meglio l’acqua frizzante del vino, ti pare? Poi passava all’azione: – Ora noi due andiamo dalla bidella, le regaliamo un cioccolatino e le chiediamo se ci aiuta con il suo phon. – E il libro era asciutto in un baleno. Insomma mentre alcuni bambini erano come cieli nuvolosi, che minacciavano temporale da un momento all’altro per ogni sciocchezza, la bambina Vabbè era come un bel cielo azzurro, con un sole giallo e la bocca che ride nel mezzo. V. Lamarque

1 Rispondi alle domande. • Come era il carattere della bambina Vabbè? .....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

• Perché quando qualcuno dei suoi compagni di classe aveva il muso lungo e le lacrime agli occhi lo portavano da lei? ..................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... .....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

2 Manipola il testo immaginando che la bambina sia antipatica e dispettosa. 3 Descrivi, così come te la immagini, l’aspetto fisico e le abitudini della bambina Vabbè. 31


Il testo DESCRITTIVO

DESCRIVERE PERSONE

Una nuova compagna Il giorno in cui entrai in quarta, il posto accanto al mio era occupato da una bambina nuova, una brunetta dai capelli lunghi fino alle spalle. Si chiamava Elisabetta. Aveva perso un anno di scuola a causa di una grave malattia. La mia nuova compagna mi conquistò letteralmente, e tutto quello che diceva era interessante o strano. La nostra amicizia crebbe: ormai ci chiamavano “le due inseparabili”. Con Elisabetta facevo vere conversazioni, come papà con mamma, la sera. S. de Beauvoir, Memorie di una ragazza perbene, Einaudi

1 Immagina e descrivi sul quaderno il carattere di Elisabetta narrando un breve episodio.

Il vecchio pastore Il vecchio pastore era un uomo dall’aspetto assai buffo, col viso grinzoso e abbronzato, fino a sembrare un vecchio pezzo di cuoio. I capelli e la barba lunghi e stopposi dovevano essere stati bianchi un tempo ma ora il sole e l’aria gli avevano conferito una tonalità giallastra, tanto che sembravano erba secca. Si chiamava Jacob, era sordo come una campana e, non potendo sentire il suono della propria voce perché era vissuto a lungo da solo, era abituato a parlare a voce altissima, non sospettando che gli altri, invece, lo potessero udire facilmente. 1 Arricchisci il testo descrivendo l’abbigliamento del vecchio

pastore. 2 Immagina e descrivi il vecchio pastore con caratteristiche fisiche diverse.

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DESCRIVERE ANIMALI

Il testo DESCRITTIVO

La barboncina Ciak Ciak è una barboncina nana. Una sua specialità è voler dormire a ogni costo sul nostro letto. Immersa in un sonno pesantissimo, diventa lei stessa pesantissima, non si riesce a smuoverla coi piedi, bisogna alzarsi e tirarla via. Certe volte, da un insolito movimento, capisce che stiamo per uscire tutti e che lei dovrà rimanere a casa. Allora va a mettersi di sentinella davanti alla porta di casa, con l’aria di dire: “Dovrete passare sul mio corpo”. La prima volta che restò sola, per tutta la durata della nostra assenza riempì la casa di strazianti guaiti, che s’udivano per tutto il caseggiato. Ciò perché, non conoscendo ancora le nostre abitudini, credeva di essere stata abbandonata in una casa deserta. Poi ha capito che se andiamo via torniamo, s’è abituata e non grida più. Ogni volta che torniamo, però, la troviamo al buio circondata da tutte le scarpe di mia moglie. Adatt. da A. Campanile, Manuale di conversazione, Rizzoli

1 Come si comporta la cagnolina Ciak? Sottolinea nel testo le parole che te lo fanno capire.

2 Prova a descrivere in modo più approfondito la barboncina Ciak soffermandoti sul suo

aspetto fisico: occhi, caratteristiche del pelo e della coda. Per vivacizzare il testo utilizza gli aggettivi e inserisci qualche similitudine.

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DESCRIVERE ANIMALI

Il testo DESCRITTIVO

1 Amplia il testo sul quaderno descrivendo l’aspetto fisico

del cane Bastiano e narrando un altro episodio che metta in luce il suo carattere vivace e giocherellone.

L’orma Il cane Bastiano è contento. Siamo nel bosco. Con un orecchio buttato all’indietro, correndo di sghembo, come sogliono i cani, Bastiano trotta davanti a me sulla ghiaia. All’improvviso lo vedo trasalire anima e corpo; vedo il suo mozzicone di coda agitarsi freneticamente per aria. La sua testa si protende in avanti e di lato, il suo corpo si stira e si allunga. Bastiano salta di qua e di là e, subito dopo, sempre col naso a terra, schizza via in una determinata direzione: ha scovato un’orma. È sulle tracce di una lepre. Thomas Mann

2 Quali dati ha utilizzato lo scrittore per descrivere il cane? Con quale scopo? Sottolineali di rosso nel testo.

La chiocciola Nella piccola aiuola la chiocciola cominciò a trascinarsi a fatica sulle briciole di terra friabile che si staccavano e scivolavano giù al suo passaggio. Sembrava avesse davanti a sé una meta ben precisa. Molti oggetti ostacolavano il suo cammino tra uno stelo e l’altro… Virginia Woolf

1 Sviluppa il testo sul quaderno. Descrivi, utilizzando i dati di movimento, il percorso faticoso e pieno di ostacoli che dovrà superare la piccola chiocciola.

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DESCRIVERE LUOGHI

Il testo DESCRITTIVO

La vecchia casa La vecchia casa si trovava fuori dal paese, immersa in un grande giardino non visibile dalla strada perché protetto dall’edera e da altre piante sempreverdi. Un vialetto fiancheggiato da cespugli di rose che emanavano un delicato profumo conduceva alla costruzione. La facciata chiara spiccava contro lo sfondo cupo di un boschetto sopra il quale volteggiavano alcune cornacchie che emettevano un fastidioso cra cra. Varcato l’ingresso ci si trovava in un atrio. A destra c’era la cucina. Al centro troneggiava un antico tavolo di rovere su cui era posata una grande fruttiera. Una delle pareti era occupata da una credenza, su cui erano disposti in bella vista una serie di piatti e ceramiche bianche e verdi. La parete opposta era occupata da fornelli e da un vecchio acquaio incastrato fra due piani sovrastati da mensole. C’era anche il camino che, nelle fredde giornate invernali, dava un tocco di allegria all’ambiente. Adatt. da #CheStorie! 5, Fabbri

1 Rispondi alle domande. • Quali dati sensoriali sono presenti nel testo? ........................................................................................................................ ........................................................................................................................ .......................................................................................................................

• Quale ordine segue la descrizione? ........................................................................................................................ ........................................................................................................................ .......................................................................................................................

2 Sottolinea gli indicatori spaziali presenti nel testo.

3 Seguendo la stessa

struttura del testo immagina e descrivi una casa abbandonata.

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Il testo DESCRITTIVO

DESCRIVERE LUOGHI

Odore di chiuso e di muffa Al pianterreno spinse una porta a due battenti e scoprì una vasta sala con le persiane serrate. Immersa nel buio, vi regnava un odore di chiuso e di muffa. Cercò l’interruttore e si accesero solo due lampadine delle dodici di un lampadario di cristallo da cui penzolavano numerose ghirlande rotte. In un angolo c’era un pianoforte, nell’altro un clavicembalo. Alcuni tappeti erano arrotolati contro le pareti. Sul pavimento, in mezzo alla stanza, erano accatastate riviste, cartelline verdi e scatole da biscotti di ferro bianco. Se una volta in quella stanza si suonava e si ballava, da molto tempo non vi si metteva più piede e la seta cremisi, che rivestiva le pareti, si era scollata in più punti. Georges Simenon

1 Che impressione vuol rendere il narratore descrivendo in questo modo la villa? ..................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... .....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

2 Manipola il testo e descrivi la villa ai tempi in cui era abitata. Cerca di comunicare una sensazione di ordine ed eleganza.

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DESCRIVERE LUOGHI

Il testo DESCRITTIVO

Il lago Il lago era liscio, dolcissimo nel suo celeste pallido che si confondeva col cielo. Era domenica; evidentemente cittadini e turisti si erano allontanati per il week-end. Sulla riva, una sottilissima onda batteva regolarmente; piccoli scafi, barchette, sandolini vi erano attraccati e, distanti un centinaio di metri l’uno dall’altro, minuscoli bar riflettevano le loro luci nell’acqua, offrendo tavolini e sedie poco lontani dalla sponda erbosa. Più frequenti, le panchine di tipo ottocentesco accentuavano il carattere provinciale, domestico della passeggiata. Con affettuosa naturalezza un signore aveva infilato il braccio sotto quello della moglie; passeggiarono lentamente, ma senza stanchezza, proprio come due anziani coniugi avvezzi a concedersi una boccata d’aria prima di cena. 1 Il testo vuole esprimere il senso di tranquillità di un luogo. Nel testo sono presenti alcuni aggettivi, sottolineali e riportali sui puntini.

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2 Riscrivi il testo in modo che dia un senso di confusione. A tale scopo inserisci i dati di movimento e qualche similitudine.

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DESCRIVERE LUOGHI

Il testo DESCRITTIVO

La grande montagna La grande montagna sulla quale stiamo arrancando è più viva che mai; ce lo fa sentire la voce allegra e a volte fragorosa dei torrenti, delle sue cascate, il frusciare del vento, il cinguettio degli uccelli, il fischio lontano delle marmotte e il ronzio degli insetti attirati fin quassù dagli odori dei fiori. Spesso si avverte il profumo piacevole della terra umida, a tratti ancora impregnata del buon odore d’erba secca della passata stagione. Sopra di noi, ogni tanto, volteggia incuriosita una cornacchia. S’avvicina, gracchia e se ne va. Grandi nuvolette si addensano intorno ai picchi, creando fantastiche figure. A destra un sasso che rotola d’improvviso verso la valle ci rivela una gradita sorpresa: due camosci. Infine, il nostro arrivo alla capanna sorprende una grossa marmotta intenta a scavarsi la tana proprio dietro il rifugio. Scappa velocissima emettendo il suo caratteristico fischio. W. Bonatti, Le mie montagne, Zanichelli

1 Rispondi alle domande. • Quali sensazioni hai provato dopo aver letto il testo? .............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

• Quali elementi vengono descritti? .............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

• Quale impressione ha voluto rendere l’autore? .............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

2 Quali dati sensoriali sono presenti nel testo? Segna con una x. Visivi Gustativi

Olfattivi Tattili

Uditivi

3 Ripensa a un luogo che ti ha particolarmente colpito e descrivilo cercando di comunicare le tue impressioni. Fai riferimento ai colori e ai suoni che hanno determinato le tue sensazioni.

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DESCRIVERE LUOGHI

Il testo DESCRITTIVO

La piazza con la fontana La piazza della chiesa aveva una fontanella nel mezzo: era di ghisa, e per far uscire l’acqua bisognava azionare un braccio posto di fianco. Sul lato lungo, la piazza era delimitata da una fila di case intonacate da poco con colori leggeri: rosa, verdolino, azzurrino, giallino... Anche la facciata della chiesa era stata imbiancata da poco. Di fronte alla chiesa un paio di casucce a un piano, abitate da pescatori. Verso il mare non c’erano costruzioni; il limite della piazza era rappresentato da una siepe bassa. 1 Arricchisci la descrizione sul quaderno utilizzando gli indicatori spaziali e aggiungendo nuovi particolari.

Al mare Il vento ha soffiato tutta la notte e ha dato una bella ripulita al cielo. È un giorno di sole e la luce è così accecante che tengo gli occhi chiusi. L’aria profuma di mare. Di onde e di pesce. C’è qualche peschereccio che sta rientrando e due o tre barchette rovesciate su un fianco, a metà spiaggia. Sento i pescatori che parlano e ridono mentre le pitturano. I gabbiani mi sfiorano, stridono, si posano in equilibrio sulle onde e dondolano su e giù in mezzo al mare. Sabina Colloredo

1 Immagina che il protagonista camminando sulla

spiaggia trovi una bellissima conchiglia. Descrivila utilizzando i dati sensoriali ed esprimi la sua felicità.

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Il testo DESCRITTIVO

DESCRIVERE FENOMENI ATMOSFERICI

Dopo la pioggia Quando smise di piovere, era ancora mattina. A un tratto i fili della pioggia luccicarono, le nebbie sparirono; e i campi parevano diventati verdi da un momento all’altro. Ma il cielo era ancora pieno di nuvole torbide, come se non avesse potuto mandarle via. Il vento, poi, si mise d’accordo con il turchino; e si fece sempre di più sereno. Tuttavia il senso della pioggia durava ancora. L’orto era tutto bagnato; e ogni foglia sgocciolava. I muri delle case erano umidi. E c’era nell’aria un grande odore. F. Tozzi, Opere, Vallecchi

Nevicata E la neve cadeva, in linee leggermente oblique, eguali, silenziose su uno sfondo vaporoso e candido. Ora i fiocchi erano lunghi e sottili, simili a petali di margherite, a peluria delicatissima di candidi uccelli: e si ammucchiavano sul terreno, sulle piante. Ogni foglia riceveva la neve come una piccola mano aperta verso il cielo e sui cespugli e sulle rupi si stendevano drappi di velluto candido, sull’edera fili irregolari di madreperla, sul terreno strati di piume di cigno. Grazia Deledda

1 Sottolinea nel testo gli aggettivi, le similitudini, le metafore e gli elementi osservati dall’autrice.

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DESCRIVERE FENOMENI ATMOSFERICI

Il testo DESCRITTIVO

Rugiada Nelle mattine d’estate, quando il sole è appena spuntato, nei campi e nei boschi si vedono scintillare tra l’erba miriadi di diamanti. Questi diamanti riflettono i raggi del sole in mille luci multicolori, che vanno dal giallo al rosso, all’azzurro. L’avvicinarsi e il chinarsi su queste fonti di luce portano a scoprire con sorpresa tante piccole gocce di rugiada, raccolte nel cavo di una foglia o posate su un filo d’erba. Qualche foglia è vellutata, tutta coperta all’interno da una specie di peluria: le goccioline vi scorrono sopra senza bagnarla. Se, con ogni precauzione, si raccoglie una foglia sulla quale si è posata una goccia di rugiada, il piccolo globo luminoso scivola via, rotolando così in fretta che l’occhio quasi non lo vede scorrere lungo la costola della foglia e sparire. Lev Tolstoj, I quattro libri di lettura, Einaudi

1 Riscrivi il testo inserendo opportunamente alcune similitudini e metafore.

Dopo aver letto i testi, scegli il fenomeno atmosferico che ti ispira di più e descrivilo sul quaderno selezionando il percorso descrittivo. Utilizza opportunamente dati sensoriali, similitudini e personificazioni.

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LA DESCRIZIONE NELLA NARRAZIONE

1 Mancano l’inizio del racconto e il seguito. Prova tu a inventare le parti mancanti aiutandoti con le domande. Poi metti un titolo adeguato.

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Il mio amico Aldo e io approfittavamo di quella solitudine, in cui non si udiva altro che il rumore del vento contro lo scoglio, per scambiarci i progetti più azzardosi. E, come avviene ai ragazzi, solo col parlarne e col fantasticarne ci pareva già di immaginare cacce al delfino o agguati tesi ai nostri “nemici”, i ragazzi delle altre ville, che qualche volta venivano sullo scoglio a fare il bagno abusivamente secondo noi, rubando il nostro territorio. …......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... …......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... …......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... …......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... …......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... …......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... …......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ….........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

DOMANDE GUIDA • Dove si nascondevano i ragazzi nei pomeriggi d’estate? (Fai una breve descrizione del luogo) • Cosa successe un giorno quando arrivarono i ragazzi delle altre ville? (Racconta ed esprimi le emozioni provate dai personaggi) • Cosa fecero poi Aldo e il suo amico? • Chi arrivò all’improvviso? • Come si concluse la vicenda?

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LA DESCRIZIONE NELLA NARRAZIONE

Chi c’è in soffitta? A casa di mia nonna c’è una soffitta grande e polverosa. Non ci vado mai da solo, ma un giorno io e il mio amico Mik ci abbiamo portato la mia sorellina per spaventarla. È stata un’idea di Mik. Abbiamo preso mia sorella per mano e l’abbiamo portata su per le scale. Arrivati in cima abbiamo girato la maniglia e la porta si è aperta scricchiolando. (descrivi la soffitta utilizzando opportunamente i vari dati sensoriali e le similitudini) ..................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... .....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

A un tratto io e il mio amico abbiamo sentito un rumore che ci ha fatto accapponare la pelle. Mik ha incominciato a balbettare parole sconclusionate... (descrivi la paura provata dai due ragazzini)

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Io, invece, .......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... .....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

Ma dove era finita mia sorella? Mentre fissavo alcuni vecchi vestiti ammucchiati abbiamo visto due occhietti spiare fuori da strati di gonne, sciarpe, maglioni… quegli occhi ci guardavano. Piano piano, senza mai togliere lo sguardo dal mucchio, ci siamo mossi in punta di piedi verso l’uscita. Eravamo quasi arrivati alla porta e Mik stava cercando di girare la maniglia, quando un vestito si è sollevato, è corso verso di noi e ha cercato di acchiapparci. – Presi! – ha gridato. Io e Mik abbiamo raggiunto le scale col cuore in gola e (descrivi, utilizzando i dati di movimento, come i due ragazzi riescono a scappare)

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– Aspetta, non vedo mia sorella! – ho detto. – Niente paura, tua sorella se la sa cavare bene anche da sola! – ha esclamato il mio amico salutandomi. Adatt. da R. Impey, Chi c’è in soffitta?, Piccoli

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LA DESCRIZIONE NELLA NARRAZIONE

Una notte da incubo 1 Completa il testo con le sequenze descrittive.

È stata una notte agitatissima: uno strano omettino verdognolo si è intrufolato nei miei pensieri ed è rimasto a tormentarmi per tutta la notte. Aveva il naso molto strano, ............................................................................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

– Mi chiamo Cric – mi ha detto tirandomi i lobi delle orecchie – e quel tipetto laggiù è mio fratello. – Ma è un bruchino! – ho esclamato. – Bruchino sarà tuo padre, io sono Tim! – ha esclamato lo strano tipo ingigantendosi. I due avevano il corpo .................................................................................................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

Dopo pochi minuti avvertivo uno strano formicolio, la pelle diventava verde mentre il naso allungandosi si adornava di fiori e di foglie. Mi accorgevo che il mio aspetto peggiorava ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

– Ora sei dei nostri – mi dissero i due strani fratellini facendomi salire su una strana auto. – Non va a benzina e neppure a gasolio – precisarono versando nel serbatoio una bottiglia di latte. – Ma non è un’auto è ..................................................................................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

Piangevo e gridavo disperatamente seminando lacrime simili a coriandoli. – Non fare il bamboccio – mi ripeteva Tim tirandomi il naso. – Sali sulla vettura e niente storie! Mi svegliai con la testa che mi girava e, completamente confuso, alzandomi dal letto ebbi un forte capogiro. Provai ................................................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

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LA DESCRIZIONE NELLA NARRAZIONE

Il Cerchio Magico 1 Completa il testo alternando sequenze narrative e descrittive.

Il Cerchio Magico era un bosco all’interno del parco di una grande città. Quando il tempo era bello al parco andava moltissima gente, gente che correva o che andava in bicicletta, gente che stava seduta sulle panchine, che parlava o che giocava a palla. Tra tutti coloro che frequentavano il parco, però, non ce n’era uno che avesse il coraggio di avventurarsi nel bosco. Molti anni prima, infatti, un giardiniere un po’ distratto aveva varcato quell’invisibile confine e non era più tornato indietro. Da quel giorno, tutt’intorno al Cerchio Magico, erano stati messi dei cartelli con la scritta “Pericolo di morte” e il disegno di un teschio con due tibie incrociate. Le mamme con i bambini evitavano di passarci vicino e chi proprio era costretto a farlo lo faceva con passo veloce. Susanna Tamaro, Il Cerchio Magico, Arnoldo Mondadori

Un giorno Martino, Massimo e Fabio .................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................ 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Il racconto GIALLO

Il rapinatore mascherato 1 Qual è il significato dell’espressione: “senza essere pizzicato”?

Senza che qualcuno ti stringa la pelle tra le dita Senza essere colti sul fatto mentre si compie un’azione scorretta

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Per Jack Tipton rapinare una banca non era niente di nuovo. L’aveva fatto altre volte e chissà quante volte ancora ci avrebbe provato. Certo, non gli era sempre andata bene: aveva dovuto trascorrere cinque anni in prigione, dove aveva imparato tutto quello che c’era da sapere per evitare di tornare a misurare a passi il cortile del carcere durante l’ora d’aria. Così, quando quel martedì varcò la porta della Credit Bank di Brooklyn, Tipton indossava un lungo impermeabile scuro che gli nascondeva il corpo e una maschera da Paperino che gli copriva completamente il volto. Le sue mani erano imbustate in comodi guanti da chirurgo, perché non lasciassero impronte. Sarebbe stato anche buffo da vedere, se non fosse stato per la Colt 45 che impugnava nella mano destra. Per il suo “lavoro” quella era la divisa giusta: negli ultimi tre anni aveva compiuto ben dodici rapine in piccole banche senza essere “pizzicato”. Jack Tipton entrò nella banca, gridando. Disarmò la guardia giurata, quindi ordinò a tutti i presenti di stendersi a terra e non fiatare. Nessuno osò ribellarsi. Tipton costrinse un’impiegata ad aprire la cassaforte.


Il racconto GIALLO

La donna ubbidì tremando e, quando la pesante porta di acciaio si aprì, apparve una montagna di bigliettoni verdi. Jack Tipton sentì la gola che gli si seccava. Senza perdere la testa ordinò all’impiegata di riempire due capienti sacchetti che si era portato dietro. Mentre la donna eseguiva il suo compito sotto la minaccia della Colt, Jack controllò la situazione: tutto tranquillo, nessuno dei presenti aveva voglia di fare l’eroe. Indietreggiò allora fino alla porta a vetri dell’uscita per prepararsi alla fuga. Frugò in tasca e tirò fuori un pezzo di carta. L’appallottolò e lo cacciò sotto la porta perché restasse aperta. Quindi ritornò veloce alla cassaforte, spinse via l’impiegata, sollevò i due sacchi gonfi di soldi e filò via attraverso l’uscita aperta. In strada non ci mise più di venti secondi a confondersi nel traffico e a sparire. Quando il detective Stone giunse sulla scena della rapina, aveva mal di stomaco. Ancora “Paperino”, ancora una rapina. E probabilmente ancora una brutta figura per il Dipartimento di Polizia. Quel tipo era un professionista: colpiva mascherato, non lasciava tracce e non aveva mai commesso errori. Almeno, non ancora... Il detective Stone sapeva per esperienza che prima o poi i criminali, anche i più abili, si lasciano sfuggire un piccolo particolare, una traccia da nulla che svela alla polizia il sentiero giusto per arrivare fino a loro. Stone interrogò impiegati e clienti presenti al momento della rapina, ma nessun testimone seppe dare la minima indicazione. Inutile anche la ricerca di eventuali impronte digitali. Il detective sentiva diminuire le probabilità di mettere le mani su “Paperino”, quando uno dei suoi uomini gli mostrò una pallina di carta. – Era sotto la porta, la teneva aperta – disse l’uomo al suo superiore. Il detective Stone svolse la pallina di carta. La sorpresa gli tolse il fiato, non riusciva a credere ai suoi occhi. Era una multa per eccesso di velocità contestata il giorno prima a un certo Jack Tipton. Il detective Stone sorrise soddisfatto.

2 Sintetizza in poche parole il racconto. Segui la traccia e ricorda di evitare i discorsi diretti.

• Jack Tipton negli anni trascorsi in carcere per rapina aveva imparato… • Un martedì decise… • Per essere irriconoscibile aveva indossato… • Per non lasciare impronte aveva messo… • Per spaventare le persone si era portato… • Entrò nella banca e... • La montagna di denaro contenuta nella cassaforte fu messa… • Per fuggire in fretta Jack Tipton bloccò la porta… • Il detective Stone giunse sulla scena del crimine... • Svolse la pallina di carta e...

P. Corona, Rapina in banca, Mondadori

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Il racconto GIALLO

La foto rivelatrice 1 L’investigatore Shellrock Homes è un investigatore un po’ maldestro; per sua fortuna il famoso Sherlock Holmes lo aiuta con suggerimenti utili a risolvere i casi in cui si trova coinvolto. Prova anche tu a risolvere il caso della foto rivelatrice. Leggi la storia e di’ la tua. Segui il suggerimento del famoso Holmes.

SOLUZIONE

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Nella foto, il sospettato e la sua fidanzata non hanno l’ombra, mentre gli altri oggetti dell’immagine ce l’hanno, perciò si tratta di un fotomontaggio.

“Focus Junior”


Il racconto GIALLO

Scrivo un racconto giallo Il racconto giallo contiene degli elementi che lo caratterizzano Mun enigma su cui indagare: • una rapina • un furto • una scomparsa • un crimine Muna vittima e un colpevole autore del misfatto Mdelle prove o degli indizi • impronte • oggetti • tracce • particolari apparentemente

insignificanti • alibi Mdei personaggi principali • un protagonista • un commissario di polizia • un investigatore Mdei personaggi secondari • testimoni • conoscenti o parenti della vittima

1 Inventa la storia tenendo conto dello schema.

La collana di smeraldi Vittima

Un gioielliere è stato derubato di una collana di smeraldi. Sospettato

Un giovane cliente. Alibi del sospettato

Il cliente afferma che non sarebbe potuto entrare nel negozio dalla porta perché era chiusa a chiave e neppure da una finestrella. Investigatore

Il commissario smaschera il giovane cliente. Indizi

Nessuno conosce l’esistenza della finestrella. Prove

Il commissario scopre che le impronte lasciate sui vetri della finestrella appartengono a quelle del giovane cliente.

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Il racconto STORICO

Ad Atene 1 Rispondi alle domande.

• Chi è il protagonista? • In che modo si comporta? Perché? • In quale periodo storico è ambientata la vicenda? • Nell’antica Grecia l’istruzione era riservata: solo ai maschi ai maschi e alle femmine

Guardai la mia amica e scoppiai in una risata. – Oh, Nike, come sei buffa! Il sole ti ha riempito la faccia di lentiggini. Sembri un ragazzo del porto, a parte la corporatura gracilina. – Pazienza. Sarò bruttina, ma almeno non c’è rischio che qualcuno si accorga che sono una femmina: le ragazze qui ad Atene non possono mica prendere il sole, dal momento che non escono mai di casa. E pensare che siamo nel VII a.C., ti sembra giusto? A proposito, stai attento quando ti rivolgi a me, Milos! – Perché? Che cosa ho fatto? – Ieri mi hai chiamato Nike e mi hai parlato al femminile in mezzo a tanta gente. Vuoi che mi sbattono fuori dalla scuola? – Va be’, amico mio! – ripresi affettuoso. – Vuol dire che ti parlerò al maschile. Ma prima o poi dovrai pur farla finita con questa maschera. Nike si fece seria di colpo: – Già, – si rattristò – ti confesso che sono un po’ stanca di vestirmi da uomo. – Non dire queste parole – le dissi. Nike aveva rialzato i suoi riccioli mettendo in risalto il collo lungo e sottile. – Oh, sì! – esclamai stupito. – Sai che saresti proprio carina? – Credi? – gli occhi le brillarono divertiti. – Forse! Però me ne starei chiusa tutto il giorno in un gineceo, ignorante come una capra e annoiata da morire. E Nike scoppiò in una di quelle sue risate sonore e improvvise che erano così caratteristiche di quel suo temperamento. La risata di Nike, celebre tra gli amici, aveva il potere di mettere tutti di buon umore. Ma squillante e tipicamente femminile com’era, faceva sorgere dei dubbi sulla vera identità di quel ragazzino, minuto, piccolo e monello, sotto le cui spoglie la mia amica passeggiava liberamente per la città e frequentava le scuole riservate ai maschi. A. Gagliardi, I ragazzi dell’Acropoli, Fabbri

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Il racconto STORICO

Scrivo un racconto storico 1 Scrivi un racconto storico seguendo i suggerimenti.

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Il racconto storico narra fatti realmente accaduti o che sarebbero potuti accadere ed è ambientato in un periodo storico preciso. In quale periodo storico ti piacerebbe ambientare il tuo racconto?

Ricorda che le descrizioni di paesaggi, oggetti, arredi e abiti devono essere fedeli all’epoca in cui la storia è ambientata, per rendere credibili le situazioni. Prima di scrivere il racconto ricerca le informazioni e rispondi alle domande. • Come si vestivano le persone? • Com’erano le case? • Quali attività svolgevano gli

uomini? E le donne? • Come veniva amministrata la vita della città? • Come venivano istruiti i bambini? • Quali erano i mezzi di trasporto?

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Scegli il protagonista e gli altri personaggi precisandone il nome e il ruolo e inventa una storia facendo capire quando avvengono i fatti.

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Il racconto di FANTASCIENZA

1 Sottolinea nel

testo le parole che descrivono gli invasori.

2 Segna con una x solo le affermazioni vere.

Nel giardino della signorina Macy sono arrivati gli invasori, creature dall’aspetto mostruoso. La signorina Macy si preoccupa del loro arrivo. La sorella la incoraggia dicendo che gli invasori non hanno cattive intenzioni. Gli invasori andavano in giro per tutta la Terra, ma non rappresentavano un pericolo. Due invasori tenevano un oggetto sferico da cui spruzzavano piccole nubi.

Gli invasori – Non capisco perché ti preoccupi tanto – disse la signorina Macy alla sorella – finora non ci hanno fatto niente, no? Altrove, in tutte le città, regnava il panico. Ma non nel suo giardino. Con calma, serenamente, lei alzò gli occhi e guardò gli invasori: mostruose sagome alte più di mille metri con enormi teste triangolari senza capelli e orecchie tonde provviste di antenne. Erano sbarcati una settimana prima da un’astronave lunga almeno cento chilometri. Erano usciti in lunga fila – almeno in mille – e ora se ne andavano in giro per tutta la Terra, ma non avevano toccato nulla e non avevano fatto male a nessuno. Non erano abbastanza densi da rappresentare un pericolo. Quando uno di loro ti calpestava o calpestava la casa in cui ti trovavi, tutto si oscurava finché non avesse spostato il piede, ma tutto finiva lì. Non avevano mostrato alcun interesse per gli esseri umani e ogni tentativo di comunicare con loro si era dimostrato vano. – Questa è la prova che non vogliono farci del male, non trovi? – insistette la signorina Macy. – Speriamo bene, Amanda – replicò la sorella. – Ma guarda cosa stanno facendo adesso. Il cielo, fino a poco prima di un azzurro terso, ora si andava annebbiando. Due invasori tenevano un oggetto cilindrico da cui spruzzavano grandi nubi di una sostanza vaporosa che scendeva lentamente sulla Terra. – Forse è il loro modo di divertirsi – disse la signorina Macy. E tornò al suo lavoro. F. Brown, Il secondo libro della fantascienza, Einaudi

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Il racconto di FANTASCIENZA

Scrivo un racconto di fantascienza Il racconto di fantascienza tratta argomenti legati al futuro: la scoperta e l’esplorazione di mondi nuovi, l’utilizzo di macchine intelligenti, l’invasione di ufo e alieni… 1 Osserva l’illustrazione, leggi le domande e scrivi il racconto sul quaderno.

Chi sono i personaggi? In quale tempo si svolgono i fatti? In quale ambiente? Quale robot stanno costruendo nel capanno i due compagni? • Con quali materiali? • Che cosa fanno poi i due amici? • Chi arriva inaspettatamente dallo spazio?

• • • •

• Quali difficoltà incontrano? • Quali sentimenti provano i protagonisti della storia? • Racconta come si conclude la vicenda: i due compagni e il robot continueranno a vivere delle avventure insieme o si separeranno?

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Il racconto FANTASY

Il drago Smog 1 Rispondi alle domande.

• Dove è ambientato il racconto? • Chi sono i personaggi? • Chi è il protagonistaeroe? • Chi è l’antagonista? • Chi è l’aiutante? • In che modo aiuta il protagonista? • Quale missione deve compiere Bard?

Il perfido drago Smog si precipita sugli abitanti di Pontelagolungo, deciso a sterminarli. Solo il capitano degli arcieri, Bard, ha il coraggio di affrontarlo. Bard, il capitano degli arcieri, era un lontano discendente di Girion, Signore di Dale. Aveva scagliato le frecce col suo grande arco di tasso, tranne una. Intanto, le fiamme erano vicine e i suoi compagni lo abbandonarono. Improvvisamente qualcosa frullò sulla sua spalla. Era un vecchio tordo che gli si appollaiò vicino all’orecchio e gli portò notizie. Bard scoprì di capire il suo linguaggio, appartenendo alla stirpe di Dale. – Aspetta! – gli disse il tordo. – Si sta levando la luna. Punta alla macchia scoperta sulla sinistra del petto, ora che si alza in volo e si dirige verso di te! Mentre Bard esitava stupefatto, il tordo gli riferì le notizie che provenivano dalla Montagna… Allora Bard tese l’arco al massimo. Il drago volteggiava, basso, e mentre si avvicinava, la luna si levò sopra la riva orientale e inargentò le sue grandi ali. – Freccia nera! – disse l’arciere. – Ti ho conservata per ultima. Non mi hai mai tradito e ti ho sempre recuperata. Ti ho avuta dai miei antenati. Se veramente provieni dalla fornace del vero Re sotto la Montagna, va’ ora dritta al bersaglio! Il drago piombò ancora una volta più in basso che mai e, mentre virava e si tuffava giù, il suo ventre brillò bianco per la luce scintillante della luna, tranne che in un punto. La freccia nera schizzò, puntando dritta alla zona scoperta sulla sinistra del petto. Lì si conficcò e sparì. Con un grido assordante, Smog abbatté gli alberi, spaccò le pietre e si schiantò al suolo. Questa fu la fine di Smog. J.R.R. Tolkien, Lo Hobbit, Bompiani

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Il racconto FANTASY

Scrivo un racconto fantasy Gli elementi fondamentali del racconto fantasy sono il protagonista e l’antagonista. Il protagonista rappresenta il Bene e combatte contro l’antagonista che rappresenta il Male. 1 Con l’aiuto dell’immagine e delle domande scrivi un racconto fantasy sul quaderno.

• • • • • • •

Chi è il protagonista? Perché si trova coinvolto nella storia? In quale strano ambiente si viene a trovare? Chi incontra? Quali poteri speciali ha l’antagonista? Qual è il suo scopo malvagio? Che cosa succede di spaventoso?

• Qual è lo stato d’animo del protagonista? • Che cosa succede d’imprevisto? • Quale colpo di scena interrompe la situazione di paura? • Lo scontro finale in cui il Bene trionfa sul Male dove avviene? • Che fine fa l’antagonista? • Che cosa fa alla fine il protagonista? 55


Il testo POETICO

Piove

1 Rispondi alle domande.

Piove da ore, piove, piove, piove, dal cielo scende acqua, scende, scende, un grigio che non passa, non si muove, pioggia che non finisce, non si arrende.

• Da quante strofe è formato il testo poetico? ..........................................................................................

• Quanti versi ci sono in ogni strofa?

Uscire? Occorre prendere l’ombrello, pozzanghere gelate da evitare. Uscire con la pioggia è meno bello che stare alla finestra, a contemplare.

..........................................................................................

2 Colora con tinte uguali i

quadratini di fianco ai versi che rimano fra loro.

Ombrelli frettolosi per le strade, bollire d’acqua fredda nelle pozze, pioggia che cade senza pausa, cade, e fa cerchietti sopra le tinozze.

• In questo caso la rima è: baciata alternata incrociata

Roberto Piumini

3 Completa la tabella scrivendo le rime corrispondenti.

piove

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scende

ombrello

evitare

strade

pozze


Il testo POETICO

Il sole d’estate 1 Sottolinea le parole in rima.

ll sole è grande e viaggia imperioso nel cielo vuoto senza riposo, e quando il giorno è azzurro e radiante più della pioggia si effonde scrosciante. Nella soffitta ragnatelosa investe la polvere di luce radiosa, e dalle tegole un poco sbrecciate porta al fienile le sue fresche risate. E intanto mostra al giardino ammirato il volto rosso, pieno e dorato e sparge luce calda e brillante in ogni angolo e in mezzo alle piante. Sulle colline e nel blu del cielo, nell’aria tersa spazzando ogni velo, per divertirsi o piantare le rose, è il giardiniere di tutte le cose. Robert Louis Stevenson

2 Trova sul vocabolario il significato delle seguenti parole. imperioso B scrosciante B sbrecciate B

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3 Completa. Le strofe sono ........................ Ogni strofa è formata da ........................versi. La rima è ..................................................................

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Il testo POETICO

Canzone primaverile Escono allegri i bambini dalle scuole, lanciando nell’aria tiepida d’aprile tenere canzoni. Quanta allegria nel profondo silenzio della stradina! Un silenzio fatto a pezzi da risa d’argento nuovo. Federico García Lorca

fatto a pezzi: rotto. da risa d’argento nuovo: da risate squillanti.

1 Rispondi alle domande. • Questa poesia è composta da: un’unica strofa • Questa poesia è: in rima incrociata

due strofe

tre strofe

in rima baciata

a versi sciolti

• Di che cosa parla la poesia? .............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

• Che stati d’animo vuole esprimere il poeta? .............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

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Il testo POETICO

La similitudine La similitudine è un paragone tra due elementi diversi che hanno delle caratteristiche in comune. È introdotta da: sembra, come, è simile a...

Quiete Mi sento quieto come fa le fusa un gatto come una sera, con il compito già fatto come una foglia che galleggia senza fretta come una lenta pedalata in bicicletta. Mi sento quieto come un giorno di vacanza come la luna quando taglia in due la stanza come sul mare guardando l’orizzonte con i gabbiani che mi ridono di fronte. Janna Carioli, L’alfabeto dei sentimenti, Fatatrac

4 Osserva l’immagine e scrivi una breve poesia. ..................................................................................................................................................................................................

1 Sottolinea le similitudini presenti nella poesia e le parole in rima.

2 Rispondi alle domande. • Quali sentimenti ed emozioni trasmette la poesia? Tranquillità Euforia • La rima della poesia segue lo schema: AABB ABBA

3 Leggi le similitudini e utilizzale per scrivere alcune poesie sul quaderno.

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• Il sole: sembra una sfera splendente, somiglia a una mela rossa... • Le nuvole: sembrano morbidi cuscini di schiuma, sembrano panna montata... • Il prato: sembra un soffice tappeto colorato, somiglia ad uno scialle ricamato... • Le stelle: somigliano a lucciole splendenti, sembrano preziosi diamanti...

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Il testo POETICO

La metafora La metafora è una similitudine abbreviata: vengono accostati due elementi che si somigliano eliminando il paragone.

Quel segno di luce I pesci dorati del tramonto calano al fondo delle chiare acque celesti; dileguano, svaniscono. E dal fondo perduto emerge lento un che di bianco, un fil di luna ad arco, nitidissimo poi nel bigio crepuscolo. Quel segno di luce basta a dare un senso, un’anima al deserto del cielo…

1 Sottolinea nel testo le altre due metafore e scrivile.

• pesci dorati = raggi di sole •

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Diego Valeri, Poesie, Mondadori

2 Leggi le metafore e utilizzale per scrivere alcune poesie sul quaderno. • L’arcobaleno: un ponte colorato, un arco splendente… • La luna: una falce di luce, un occhio luminoso… • Il cielo: una coperta azzurra, un prato turchino...

3 Osserva queste immagini e scrivi per ognuna una breve poesia.

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Il testo POETICO

La personificazione La personificazione è una figura retorica che consiste nell’attribuire caratteristiche, sentimenti e azioni umane a elementi della natura, animali od oggetti.

Ricordi d’estate Il mare alle finestre cadeva. Onde verdi infrante tintinnavano sui vetri. Era antica la casa. A piedi scalzi tu correvi sugli scogli: ti tuffavi per rubare le vongole gettate dai pescatori. A mezzogiorno dal balcone del palazzo una campana chiamava a riva la tua gioia assolata di bambino.

1 Rispondi alle domande. • Nella poesia i versi sono: in rima sono liberi (senza rima) • Che cosa faceva il bambino al mare? ........................................................................................................................................................................ ........................................................................................................................................................................

• Che cosa succedeva a mezzogiorno? ........................................................................................................................................................................ ........................................................................................................................................................................

2 Sottolinea nella poesia eventuali personificazioni e metafore.

A. Pozzi, Parole, Garzanti

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Il testo POETICO

La similitudine, la metafora e la personificazione 1 Sottolinea nella poesia le personificazioni.

nella poesia.

Tamburo d’argento

Luna calante

Nel giardino l’acqua suona il suo tamburo d’argento. Gli alberi chiamano il vento e le rose lo tingono di profumo.

Spicchio di languido argento la luna calante mette gialle parrucche sulle torri gialle. La notte bussa tremando ai vetri delle finestre, inseguita dai mille cani che non la conoscono.

Federico García Lorca

Federico García Lorca

3 Sottolinea le similitudini.

Cielo di notte Il cielo è come un mare e le nubi paiono ombre; la luna è come una barca che naviga fra le stelle. Poesia giapponese

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2 Sottolinea le metafore presenti


Il testo POETICO

1 Sottolinea le similitudini, le metafore e le personificazioni presenti nelle poesie. Poi completale.

M Aggiungi una similitudine.

M Aggiungi una metafora.

C’era una volta

Ottobre

Bosco Cappuccio ha un declivio di velluto verde come una dolce poltrona. ............................................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................................

Ottobre, nel suo cortile chiuso il pergolato stende l’oro del suo fogliame. .................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................

S. Baganzani

G. Ungaretti

M Aggiungi una personificazione.

Ăˆ notte La luna si dondola, con abiti lucenti le stelle si vestono e aspettano le lucciole. .................................................................................................................................................................. ..................................................................................................................................................................

Rosa Dattolico

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Il testo POETICO

L’allitterazione L’allitterazione è la ripetizione delle stesse lettere e degli stessi suoni in parole vicine. L’allitterazione nella poesia stabilisce legami di suono e di senso tra le parole.

Penna E prima di prendere carta prendi penna. Penna di falco o di cigno penna di pollo, penna con pancia piena di inchiostri azzurri e neri e di ogni colore tranne quello della carta su cui scriverai. Prendi penna che punga la carta e la mano e che lasci un segno netto e lungo e sottile che non vi inciampi la formica ma cada proprio nel punto dove il mondo ride. Dunque un segno che sfiori che tiri che tenga. Roberto Piumini

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1 Il poeta usa l’allitterazione della P ottenendo

un giocoso effetto sonoro. Scrivi tutte le parole contenenti il suono P.

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2 Completa il testo poetico utilizzando l’allitterazione della R.

Rino ranocchio raggiunse il ruscello e salutò rana Racchia che col retino inseguiva ridendo un grazioso girino. ............................................................................................................................................................................................................. ............................................................................................................................................................................................................. ............................................................................................................................................................................................................. .............................................................................................................................................................................................................


Il testo POETICO

L’onomatopea L’onomatopea è una parola che riproduce un suono, ad esempio il verso di un animale o il suono di un elemento della natura.

L’assiuolo Le stelle lucevano rare tra mezzo alla nebbia di latte: sentivo il cullare del mare, sentivo un fru fru tra le fratte; sentivo nel cuore un sussulto, com’eco d’un grido che fu. Sonava lontano il singulto: chiù... Giovanni Pascoli

1 Quale suono si vuol riprodurre con le onomatopee evidenziate nella poesia?

assiuolo: uccello notturno simile a un piccolo gufo. fratte: folta vegetazione.

Fru fru = Chiù =

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2 Associa a ciascun animale il suo verso e la parola onomatopeica che lo indica. pecora

H

belato

H

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cavallo

H

...............................................................

H

...............................................................

asino

H

...............................................................

H

...............................................................

mucca

H

...............................................................

H

...............................................................

maiale

H

...............................................................

H

...............................................................

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Il testo POETICO

Gli haiku L’haiku è un componimento di origine giapponese. È una poesia formata da tre versi. Il linguaggio è ricco di dati sensoriali utilizzati per descrivere la natura, esprimere emozioni, ricordi.

Tendi la mano, ed eccola subito imprigionata: una farfalla d’autunno.

Curvi sotto il muro, i fiori starnutiscono. Jack Kerouac

Takahama Kyoshi

Esplora l’ape i calici di glicine, cadono stami. Pasquale Emanuele

Soffioni occhi di primavera ridenti sul litorale sabbioso. Ogiwara Seisensui

1 Scrivi anche tu un haiku,

rispettando le sue caratteristiche. Deve essere formato da tre versi e deve contenere un riferimento ad un elemento della natura.

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Il testo POETICO

Le stagioni in quattro haiku 1 Scrivi gli haiku ispirandoti alle stagioni.

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Il testo POETICO

l nonsense Il nonsense è un breve testo poetico senza senso. È una composizione che ha lo scopo di divertire.

Gianni Calore Questa è la storia di Gianni Calore tutta la vita con il raffreddore. Anche d’estate portava il cappotto e maglia di lana di sopra e di sotto. Un giorno un gelato al limone assaggiò e per il freddo il suo naso cascò. Guido Quarzo

L’acciuga non si asciuga La carpa C’è una carpa ama l’arpa ma la suona con la suola della scarpa.

L’acciuga non si asciuga davvero quasi mai l’acciuga se si asciuga davvero sta nei guai. Guido Quarzo

Toti Scialoja

1 Completa il nonsense.

Il bruco C’era un bruco col batticuore che andò da un bravo dottore. ……………………………………………..........….......................................................................................................... ……………………………………………..........…..........................................................................................................

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Il testo POETICO

I limerick Il limerick è un particolare tipo di nonsense ed ha una struttura fissa. Il primo verso presenta il personaggio mentre il secondo, il terzo e il quarto raccontano le sue azioni stravaganti. L’ultimo verso riprende il primo, inserendo una piccola aggiunta che rende ancora più divertente il nonsense.

Un vecchio di Lonato C’era un vecchio di Lonato da una pulce orrendamente tormentato. Quando disse: “La schiaccerò pure!” gli portarono una scure. Il che afflisse quel vecchio di Lonato. Edward Lear

Una giovane matita

Una dama vicentina

Una nobile dama vicentina andò a comprare sei uova in Cina. “Laggiù costano un soldo di meno!” esclamava salendo sul treno quella risparmievole dama vicentina. Gianni Rodari

Una giovane matita amava molto la vita e un giorno trovò un’apertura per cominciare un’avventura con un compasso in cerca di matita. Ersilia Zamponi

1 Completa il limerick secondo le regole di composizione.

Un signore di Salsomaggiore contava il naso alle signore. ……………………………………………..........….......................................................................................................... ……………………………………………..........….......................................................................................................... ……………………………………………..........…..........................................................................................................

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Il testo INFORMATIVO

Un flash mob per dire no al bullismo 7-2-2017 – Un abbraccio di trenta secondi e decine di barchette azzurre in piazza San Carlo, a Torino, per combattere il bullismo. Oggi a mezzogiorno circa duemila bambini e ragazzi delle scuole torinesi, quasi tutti con qualcosa di blu addosso, hanno partecipato al flash mob “Il nodo blu – Le scuole unite contro il bullismo”, nella prima giornata nazionale indetta sul tema dal Ministero dell’Istruzione, a cui ha partecipato anche l’assessore ai servizi sociali, Sonia Schellino. L’evento è iniziato questa mattina, alle 10, con esibizioni di danza, musicali e circensi. Ogni studente ha poi lasciato un messaggio sul tema in una barchetta blu, che ha depositato in piazza; come: «La violenza non è mai la risposta giusta» di Enrico oppure «È facile essere bullo: quelli veramente forti aiutano gli altri» di Vittoria. Giulia ha scritto una lettera aperta ai suoi genitori sui lati della barchetta: «Non accontentatevi dei nostri “va tutto bene”, fateci più domande sulla nostra vita a scuola».

Flash mob è un’espressione inglese che significa “folla lampo” o “lampo di folla”. Infatti flash significa “lampo” e mob significa “folla”.

“La Stampa”

1 Di che cosa parla l’articolo? Sottolinea le risposte nel testo. 2 Rispondi alle domande. • Cosa è successo? ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

• Dove è successo? ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

• Quando? ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

• Perché? ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

• Chi? ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

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Il testo INFORMATIVO

Australia, serpente sull’aereo Australia, serpente sull’aereo. La compagnia annulla il volo. Tra i passeggeri del volo anche un serpente. Per questo motivo la compagnia aerea australiana Qantas è stata costretta ad annullare un volo da Sydney a Tokyo, lasciando a terra 370 passeggeri. Il rettile misurava 20 cm e secondo il Dipartimento dell’Agricoltura australiano apparteneva a una specie non velenosa diffusa in Asia. L’aereo, un Boeing 747-400, aveva appena concluso un volo da Singapore a Sydney ed era rimasto nell’aeroporto australiano per la maggior parte della giornata. Il serpente è stato trovato dal personale di bordo prima della salita dei passeggeri. La Qantas ha ospitato tutti i clienti in hotel a Sydney e li ha imbarcati per Tokyo il giorno seguente. A gennaio la stessa compagnia aveva avuto un altro incidente con i serpenti: un pitone di tre metri aveva volato da Cairns, in Australia, a Port Moresby in Papua Nuova Guinea. “Corriere della Sera”, 23 settembre 2013

1 Dopo aver letto l’articolo, cerca nel testo le cinque W e rispondi alle domande. WHO H Chi?

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WHAT H Che cosa?

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WHY H Perché?

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WHERE H Dove?

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WHEN H Quando?

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Il testo INFORMATIVO

La cronaca

Picchetto d’onore per Fag, il cane antidroga che se ne va in pensione

• Di chi si parla?

Sull’attenti. Il momento degli onori al pastore tedesco Fag.

• Che cosa è accaduto?

VARESE – È arrivato anche per lui il giorno della pensione, dopo quasi 12 anni di onorato servizio, per raggiunti limiti di età. Fag, uno dei cani antidroga di Malpensa, è stato congedato ieri, con tutti gli onori, durante la festa provinciale della Guardia di Finanza. Il suo conduttore, l’appuntato Gian Pietro Fanizzi, lo ha portato davanti al picchetto d’onore, e gli hanno concesso un ultimo meritato saluto delle autorità. Il curriculum del blasonato pastore tedesco è ampio. Ha scoperto droga nascosta nelle scarpe, nelle statuette, nei doppifondi delle valigie, nelle scatolette di cibo. Ha partecipato a svariate operazioni contro il narcotraffico ed è grazie anche al suo fiuto che l’unità cinofila dell’aeroporto, in questi anni, ha sequestrato almeno 642 chili di cocaina, facendo arrestare 93 trafficanti. Durante gli anni di servizio ha abitato nelle gabbie della Guardia di Finanza a ridosso del Terminal 2 di Malpensa, insieme agli altri amici e colleghi. Da domani, avrà una cuccia tutta sua, nel giardino dell’appuntato Fanizzi, che ha fatto richiesta per tenerlo con sé: «È stato il mio primo cane di servizio» spiega l’appuntato, «ho con lui un rapporto affettivo particolare. Nel nostro ambiente è normale che il conduttore si tenga il cane. Si troverà bene». Fag era entrato in servizio il 18 giugno 1998 dopo sei mesi di corso d’addestramento.

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R. Rotondo, “Corriere della Sera”

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1 Rispondi alle domande.

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• Quando è avvenuto il fatto? ................................................................................................ ................................................................................................ ................................................................................................

• Per quale motivo? ................................................................................................ ................................................................................................ ................................................................................................

• In quale luogo si è verificato? ................................................................................................ ................................................................................................ ................................................................................................


Il testo INFORMATIVO

Diventa giornalista 1 Osserva i disegni e scrivi un articolo di cronaca

raccontando ciò che è accaduto, aiutandoti con le domande. Poi inventa il titolo.

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• A chi è successo? • Che cosa è accaduto? • Dove? • Quando? • Perché? 73


Il testo INFORMATIVO

Il deserto in fiore La superficie del deserto al bagliore del sole è bianca, le sue anguste valli sono immerse in una bruma azzurrina; i pendii appaiono striati di sabbia o roccia nera, retaggio di antiche colate laviche. Per mesi, magari per anni, il deserto non muta aspetto. L’aria è pura, il cielo azzurro e bianche nubi veleggiano sulle montagne lontane. Cactus, mesquite, creosoti si levano dal terreno senza mutare colore e dimensioni, come dipinti sullo sfondo del deserto. Tutto può aspettare, non sembra avere molta importanza quando pioverà. Ma quando un bel giorno piove si assiste ad uno spettacolo magico. Innumerevoli migliaia di semi si sono dispersi invisibilmente sulla distesa di sabbia. Ogni seme contiene il germe di un fiore avvolto in una tenue pellicola di umidità, in un involucro che lo protegge dal sole. Tutte queste scintille di vita attendono nel deserto. E ora arriva la pioggia: la sabbia si imbeve e rinfresca, e la vita che vi è sepolta di colpo si desta. Sul deserto si stende un tappeto di color giallo e rosso vivo. Nessun altro spettacolo sulla Terra può eguagliare lo splendore del deserto in tale momento. W. Disney, I segreti della natura, Mondadori

1

Segna con una x le frasi corrette.

Per mesi, il deserto non ha una superficie bianca. L’aria non è pura, il cielo è spesso cupo e le nuvole minacciose veleggiano sulle montagne. Cactus, mesquite e creosoti sembrano dipinti sullo sfondo del deserto. Miliardi di semi si disperdono sulla sabbia. Quando arriva la pioggia la sabbia si imbeve e rinfresca, e la vita di colpo si desta. Sul deserto si stende un tappeto di color giallo e rosso vivo.

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Il testo INFORMATIVO

Predatori con foglie Esistono piante carnivore che mangiano insetti, qualche lucertola o rana. Le trappole che usano per catturare le loro prede sono micidiali. Alcune, come la drosera, producono goccioline di colla che, grazie a dei riflessi di luce, attirano l’insetto e poi lo intrappolano impedendogli di volare via. Altre, per non far scappare le proprie prede, hanno una foglia avvolta su se stessa e piena di liquido digestivo (fino a due litri) che scioglie l’insetto scivolato all’interno. Non tutti gli insetti vengono uccisi. Ad esempio, gli impollinatori servono vivi: portano il fiore di una pianta a quella di un’altra per far sì che si riproduca. La roridula, invece, risparmia insetti con zampe molto lunghe: questi si nutrono di altri insetti rimasti appiccicati sulle foglie e, in cambio, depositano i propri escrementi sulla pianta, che ne ricava così il proprio cibo. W. Disney, I segreti della natura, Mondadori

1 Segna con una x se l’affermazione è vera o falsa.

VERO

FALSO

Le piante carnivore non esistono. Le piante carnivore mangiano insetti e piccoli animali. Le piante carnivore usano trappole. Tutti gli insetti vengono uccisi. Gli impollinatori servono morti. La roridula mangia insetti con le zampe corte. La roridula mangia gli escrementi degli insetti.

2 Sottolinea con colori diversi le differenti tecniche usate dalle piante carnivore per catturare le prede.

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Il testo INFORMATIVO

L’importanza degli alberi Un albero, grande o piccolo che sia, è un elemento del paesaggio. La vista di un albero è abituale a tutti e solo nel momento in cui l’albero non c’è più ci accorgiamo che manca qualcosa. Perché è importante parlare di alberi, di boschi e di foreste? Gli alberi, le foreste e i boschi non sono solo elementi del paesaggio, ma svolgono un preciso ruolo nell’equilibrio naturale. I loro compiti principali sono: • assorbire l’anidride carbonica e produrre ossigeno; • impedire l’erosione del suolo; • accogliere e nutrire tutta una serie di specie biologiche (batteri, funghi, insetti e animali). In mille anni circa, in Europa, sono stati distrutti i due terzi delle foreste esistenti: da 100 milioni di ettari, le foreste europee si sono ridotte a 35 milioni di ettari. Si calcola che ogni anno la diminuzione della foresta vergine sia intorno ai 15 milioni di ettari. Più di 30.000 ettari di foresta tropicale al giorno. Ogni minuto scompare nel mondo una superficie di foresta tropicale pari a 36 campi da calcio! Il legno è importante per vivere: viene usato per le costruzioni, per la carta, per il riscaldamento. Non possiamo immaginare un futuro senza il legno ma possiamo prevederne un uso più equilibrato. Perché senza alberi e foreste è difficile immaginare un futuro. A come ambiente, Teca libri

1 Rispondi alle domande. • Perché è importante parlare di alberi, di boschi e di foreste? ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

• Quali informazioni invitano alla riflessione? ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

• Quale rimedio viene ipotizzato? ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

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Il testo INFORMATIVO

Un clima impazzito Perché si parla tanto di global warming? Da alcuni anni il termine global warming, “riscaldamento globale” in inglese, è diventato di dominio pubblico. Scienziati e divulgatori, giornali e televisioni richiamano la nostra attenzione verso questo fenomeno preoccupante per il pianeta. L’uomo non è certamente l’unico responsabile dei cambiamenti climatici. Tuttavia, negli ultimi cento anni ci sono stati alcuni grandi cambiamenti dovuti all’emissione di gas a effetto serra, all’inquinamento e alla deforestazione.

1 Rispondi alle domande. • Le informazioni date in questo testo, secondo te, seguono: un ordine logico di causa-effetto un ordine cronologico

2 Sottolinea nel testo

le informazioni e completa lo schema.

CAUSE ...........................................................................................................

Le piante e gli animali risentono dei cambiamenti climatici? Immaginate di vedere un anfibio trasferirsi da una zona umida a una secca e arida. Oppure, viceversa, provate a pensare a un cactus che viene sradicato dal deserto e piantato in una foresta pluviale. È come se qualcuno venisse a casa vostra e vi “sfrattasse” fuori al freddo! È facile capire che ogni organismo ha bisogno di un suo ambiente, con temperatura, umidità e disponibilità di nutrimento adatti alle proprie esigenze. Il cambiamento del clima influenza quindi radicalmente la vita di piante e animali. Qual è il pericolo? Semplice: quando la mutazione del clima è molto rapida, tutte quelle specie che non riescono ad adattarsi per tempo alle nuove condizioni rischiano di estinguersi. A. Provenzale, A. Losacco, E. Manghi, Che cos’è il global warming?, Editoriale Scienza

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IL CAMBIAMENTO CLIMATICO

CONSEGUENZA ........................................................................................................... ........................................................................................................... ........................................................................................................... ...........................................................................................................

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Il testo INFORMATIVO

1 Dividi il testo in cinque

sequenze informative segnandole a lato della pagina e per ognuna scrivi una frase di sintesi.

1.

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2.

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3.

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4.

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5.

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La plastica La plastica è un materiale che non esiste in natura, come invece il legno o i metalli, ma è sintetico, cioè viene prodotto artificialmente mediante la trasformazione chimica di altre sostanze. Queste possono essere naturali, come la cera e la gomma naturale, oppure a loro volta sintetiche, create in laboratorio mediante procedimenti chimici. Molte volte, comunque, la plastica deriva dalla lavorazione del petrolio. La prima materia plastica, la celluloide, fu inventata nel 1860. Poi ne furono inventate tante altre: la bachelite, il rayon, il PVC, il polistirolo, il teflon, il nylon. Un criterio interessante per classificare le materie plastiche è il loro comportamento ad alta temperatura. Da questo punto di vista esistono due tipi di materie plastiche: quelle termoplastiche e quelle termoindurenti (il prefisso “termo” indica la temperatura). Le prime, se riscaldate, si ammorbidiscono e possono essere modellate. Le altre, invece, una volta indurite non si possono più fondere e rimodellare. La plastica è economica, leggera, modellabile, però non è biodegradabile. Questo significa che, se abbandonata nell’ambiente, rimane così com’è indefinitamente, senza poter essere degradata (cioè distrutta), come succederebbe invece a un oggetto di legno, a un indumento di cotone o a un sacchetto di carta. Inutile dire che utilizzandola senza criterio il mondo finirebbe per essere sommerso dalla plastica! La via migliore per limitare i danni, per il momento, è il riciclaggio, cioè il riutilizzo della plastica usata per la realizzazione di nuovi oggetti. Gli scienziati stanno anche cercando di inventare nuovi materiali plastici biodegradabili, ma nel frattempo è il caso di rispettare la raccolta differenziata e non abbandonare oggetti di plastica nell’ambiente. Microsoft Encarta

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Il testo INFORMATIVO

Il gufo Il gufo ha abitudini notturne. La testa è grande, fornita di ciuffi auricolari di penne lunghe ed erettili, le piume della faccia formano un grande disco intorno ad ogni occhio che è grande e adatto alla vita notturna. Il gufo possiede zampe robuste e dita munite di unghie grandi e ricurve ad artiglio. Il becco è corto, robusto e ricurvo verso il basso dove si aprono le narici. È un uccello di dimensioni notevoli, il piumaggio molto folto è giallo, fulvo ed è tutto variegato da grandi macchie e da numerosi disegni a zig-zag quasi neri; la gola e il petto sono bianchi mentre le ali e la coda sono marcate di chiazze giallastre e brunastre. Il gufo, nonostante le sue dimensioni, possiede un volo agile e silenzioso con cui si precipita sulle prede, costituite da scoiattoli, lepri, conigli e corvi, ma non teme di assalire animali come volpi, caprioli e fagiani. Appare crudele con le sue prede, ma affettuoso con la sua compagna: l’aiuta a costruire il nido e a curare i piccoli dopo la loro nascita. 1

Completa lo schema.

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ASPETTO FISICO

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NUTRIMENTO

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COMPORTAMENTO

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Il testo INFORMATIVO

Pericle Pericle, primo cittadino di Atene, era un politico nato nel 495 a.C. Grande uomo di guerra e di cultura, promosse le arti ma anche il costante sviluppo della città, che sotto il suo comando visse la sua epoca d’oro. Pericle era molto amato dal popolo, anche dai poveri, cui concedeva agevolazioni economiche e libertà mai avute prima. Era così amato che governò per trentadue anni, fino alla morte. Durante tutto questo tempo, Pericle dovette combattere di continuo sia in Grecia, contro la città di Sparta che voleva usurpare il potere di Atene, che contro la Persia. Con entrambi questi nemici, dopo anni di feroci battaglie, il comandante firmò dei trattati di pace per assicurare un po’ di serenità alla popolazione stanca e provata. Nei periodi di pace, Pericle pensava allo sviluppo economico di Atene, dando ampio slancio al commercio, all’agricoltura, all’economia, alla cultura. I consiglieri e i nemici lo rimproveravano perché spendeva molto denaro per abbellire la città, ma lui non si lasciava spaventare. Al contrario, stanco di quelle critiche, decise di utilizzare i propri soldi pur di continuare nell’opera. Infatti era ricchissimo, quindi poteva permettersi di investire ingenti somme, secondo i suoi desideri. Instancabile costruttore, fece erigere splendidi edifici, grandi templi come il maestoso Partenone e un’enorme statua d’oro di Atena, dea della saggezza e protettrice della città a lei sacra. Il grande Pericle, che aveva reso la sua polis il centro più fiorente, ricco e colto della Grecia, morì a sessantasei anni e fu sempre ricordato come il simbolo della libertà e dell’innovazione. Adatt. da Carmela Torelli, Vite da favola, Einaudi Ragazzi

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Il testo INFORMATIVO

1 Leggi le domande e rispondi. Poi utilizza le risposte per fare il riassunto. • Chi era Pericle? ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

• Perché era amato dal popolo? ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

• Con chi dovette combattere? Perché? Come terminarono i conflitti? ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

• Quali settori cercò di sviluppare nei periodi di pace? Cosa fece erigere? ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

• Perché Pericle fu sempre ricordato? ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

2 Ora utilizza le stesse per fare il riassunto. ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

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Il testo INFORMATIVO

I fari Nei tempi antichi, i primi marinai navigavano soltanto di giorno, costeggiando il litorale senza mai perderlo di vista. Quando calava la notte, approdavano a una spiaggia per sfuggire alle tempeste e riprendevano il viaggio la mattina seguente. Quando però gli scambi commerciali s’intensificarono tra un Paese e l’altro, il traffico marittimo aumentò e alcuni porti cominciarono a dotarsi di un segnale luminoso posto su un edificio. La costruzione più famosa dell’antichità, tutta di marmo bianco, fu realizzata dagli antichi Egizi verso il 300 a.C. ad Alessandria, più precisamente sull’isola di Faro, che ha dato il nome a tutti i fari del mondo. I fari svolgono funzioni importanti: annunciano la presenza della terra alle imbarcazioni provenienti dal largo, indicano ai naviganti la rotta da seguire per entrare in porto e segnalano i pericoli che si celano sotto i flutti. I fari di terra o fari costieri sono più numerosi. Situati a diversi chilometri di distanza gli uni dagli altri, punteggiano le coste in modo da consentire alle navi che vengono dal mare aperto di trovare un segnale luminoso per orientarsi di notte. Alcuni si trovano nelle immediate vicinanze di un porto o accanto alla foce di un fiume per segnalare questi importanti luoghi di transito marittimo. I fari marini sono situati su isole, le prime terre che si scorgono dal mare aperto, o proprio sopra gli scogli, invisibili e pericolosi per le navi, che affiorano dalla superficie dell’acqua a varie miglia di distanza dalla costa. La luce emessa da questi fari deve essere particolarmente intensa per essere avvistata da molto lontano. Oltre a svolgere una funzione di allarme, i fari devono consentire alle navi di orientarsi di notte. Ma se i fari presentassero tutti le stesse caratteristiche (fanale dello stesso colore e luce fissa come una stella), le navi avrebbero difficoltà a orientarsi. È stato pertanto necessario distinguere i fari in base al modo di lampeggiare. Ogni segnale luminoso possiede un suo codice che i marinai devono essere in grado di decifrare. Alcune luci sono intermittenti, altre ruotano nella notte, altre ancora sono fisse e sempre visibili. Certi segnali luminosi sono addirittura di color rosso per distinguersi da quelli del faro vicino. Philip Plisson (testi di Francis Drever), I fari raccontati ai bambini, L’ippocampo

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Il testo INFORMATIVO

1 Leggi le domande e sottolinea le risposte nel testo, poi utilizzale per scrivere il riassunto sul quaderno.

Quando nacquero i primi fari? Da chi furono costruiti? Quali funzioni svolgono? Quali sono i più numerosi? Quali sono gli altri? • Quali sono le caratteristiche dei fari? • • • •

2 Completa lo schema. .................................................................................................................................................................................................................

Origine

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Funzione

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I FARI

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Luoghi

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Caratteristiche

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Il testo INFORMATIVO

I doni del bosco

Dal testo allo schema

In tutto il mondo i boschi e le foreste sono una ricchezza per l’uomo. Oltre a quelli alimentari, infiniti sono i loro prodotti; innanzitutto il legname per ogni sorta di costruzioni, dalle case ai mobili. Poi la gomma e la pasta di legno per la fabbricazione della carta; la clorofilla, indispensabile in molte industrie chimiche, che ora è anche di moda nei dentifrici e nelle caramelle; il sughero; i vimini; le resine ecc. Anche il carbon fossile altro non è che una foresta sepolta e mineralizzata nei secoli. Il fogliame viene utilizzato in alcuni casi come foraggio per il bestiame. In certe condizioni si sfrutta il terreno dei boschi per il pascolo. Il prodotto principale è il legno. Questo presenta caratteristiche differenti da specie a specie arborea e anche nella stessa pianta, secondo il periodo in cui si è formato: le conifere, per esempio, hanno un legno diverso da quello delle latifoglie. Il legno fresco, o umido, è di scarsa resistenza, perciò si sottopone a stagionatura o essiccazione prima di impiegarlo. La stagionatura avviene in un ambiente asciutto, in modo che l’umidità del legno si riduca. Il legno perfettamente asciutto non conduce il calore e l’elettricità, perciò è utilizzabile come isolante termico ed elettrico. Infiniti sono gli usi del legno. L’impiego più semplice è quello della combustione. Per ottenere un combustibile di più elevato potere calorifero lo si trasforma in carbone in apposite carbonaie. Larghissimo è l’uso del legno nelle costruzioni edili: per travi, per infissi; per ponti e costruzioni stradali, per pavimentazioni, per rivestimenti. Si utilizza per pali da linee elettriche e telegrafiche, per costruzioni navali e per tanti altri scopi. M. Amulfi, Vita e segreti del bosco, Marino Fabbri

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Il testo INFORMATIVO

1 Completa lo schema.

• i prodotti alimentari • il legname per ............................................................................................................. ...........................................................................................................................................................................

I boschi e le foreste sono una ricchezza per l’uomo per...

• la gomma e

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• la clorofilla, usata in molte

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e anche ....................................................................................................................................... il sughero i ...................................................................................................................................................................... le ................................................................................................................................................................ il carbon .................................................................................................................................... il fogliame ............................................................................................................................. il terreno ................................................................................................................................. .

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(prodotto principale)

ha caratteristiche diverse

• • • • • •

• da specie a specie • anche nella stessa specie, secondo il

periodo ....................................................................................................................................... ..........................................................................................................................................................................

• può essere fresco e di scarsa resistenza,

quindi .............................................................................................................................................. ...........................................................................................................................................................................

• il legno asciutto

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ha usi diversi

• come combustibile • nelle costruzioni edili per

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• per i pali

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• per le costruzioni

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85


Il testo INFORMATIVO

Dal testo allo schema 1 Leggi il testo e completa la tabella.

Il merlo Il maschio è completamente nero e il contorno degli occhi giallo; la femmina e i giovani sono bruni con le parti inferiori più chiare. Il merlo è lungo circa 25 cm e ha un’apertura alare di 30-40 cm. Si trasferisce dai Paesi più freddi a quelli più caldi. Nelle zone temperate, come l’Italia, è presente tutto l’anno. Cattura insetti, vermi, frutti selvatici e bacche. Solitario e territoriale scaccia energicamente i rivali che osano invadere il suo spazio durante la stagione degli amori. La femmina costruisce il nido tra i rami di un albero oppure in un cespuglio. Due o tre volte l’anno, depone una covata di 3-5 uova. Il merlo è in grado di riprodurre una grande quantità di suoni. È costantemente all’erta da eventuali predatori.

Il merlo ASPETTO FISICO

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HABITAT

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COMPORTAMENTO

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86


Il testo INFORMATIVO

Dallo schema al testo 1 Leggi lo schema e scrivi il testo informativo sul quaderno.

CITTÀ PRINCIPALI Bari, Barletta-AndriaTrani, Brindisi, Foggia, Lecce, Taranto.

CONFINI Molise e Campania ad ovest; Basilicata a sud-ovest.

CLIMA è mediterraneo, con inverni miti ed estati calde ma non afose. Le precipitazioni sono scarse.

PUGLIA

pianura 53%

montagna 2%

collina 45%

MONTAGNE promontorio del Gargano. COLLINE altopiano delle Murge.

ISOLE arcipelago delle Isole Tremiti. TERRITORIO MARE è bagnata dal Mar Adriatico e dal Mar Ionio.

PIANURE Il Tavoliere, la Terra di Bari e la pianura salentina.

FIUMI Ofanto e Fortore.

LAGHI Lesina e Varano.

87


Il testo PRAGMATICO

Sulla neve: sani e allegri Primo: Partire a pancia piena, dopo aver fatto una colazione abbondante a base di cereali, cioccolata e succhi di frutta. Bere è importante poiché l’altitudine aumenta la disidratazione, provocando dei fastidiosi malesseri. Secondo: Cominciare a sciare solo se si è in perfetta forma fisica; quindi riposarsi se si è arrivati sulle piste dopo un lungo viaggio. A metà giornata fare una pausa di almeno mezz’ora. Le statistiche dicono che gli incidenti sulle piste da sci capitano soprattutto nell’ora di pranzo e verso sera quando il fisico è stanco. Terzo: Evitare di sciare da soli. Se capita qualche incidente c’è chi se ne accorge e può soccorrere e chiedere aiuto. Inoltre, in compagnia ci si diverte di più! Quarto: Se siete dei principianti iniziate con un maestro. Imparare a leggere i cartelli che segnalano le difficoltà delle piste è fondamentale. Il colore verde indica le piste facilissime, il blu quelle facili, il rosso le discese difficili, il nero quelle superdifficili, da campioni! Quinto: Divertitevi. Ma non siate pericolosi, né per voi stessi, né per gli altri. Controllate la vostra velocità. Guardatevi attorno prima di curvare e imparate a cadere… Storie per conoscere, Fabbri Editore

1 Completa e riordina le regole per sciare bene numerandole. Evitare di sciare ………….....................................................................................................................................................................................................................…....................................................................…. A metà giornata ………….....................................................................................................................................................................................................................….................................................................... È meglio sciare in …………......................................................................................................................................................................................................................................................................................… Cominciare a sciare dopo ………….......................................................................................................................................................................................................................................................... Iniziare con un ............................................................................................................... e imparare a leggere i ..................................................................................................... Divertitevi ma .................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

88


Il testo PRAGMATICO

Il linguaggio pubblicitario 1 Osserva le illustrazioni, inventa uno slogan per ognuno e spiega lo scopo delle due pubblicità.

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..............................................................................................................................................

..............................................................................................................................................

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2 Inventa gli slogan per le seguenti Pubblicità Progresso. • • • •

Aver cura dell’ambiente K ..................................................................................................................................................................................................................................................................... Aver cura della salute K ............................................................................................................................................................................................................................................................................. Fare sport K ......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... Rispettare i diritti dei bambini K .............................................................................................................................................................................................................................................

89


Il testo PRAGMATICO

La paghetta ai figli Dare ogni mattina oppure ogni mese la paghetta fissa ai propri figli o ai propri nipoti non è giusto, li abitua a spendere in fretta tutto quello che hanno in tasca e non li aiuta a dare il giusto peso al denaro. «Alla nostra ricerca hanno preso parte seimila ragazze e ragazzi inglesi, dagli undici ai quindici anni, che ricevono dai genitori oppure dai nonni una mancia fissa per le loro piccole spese» spiega la professoressa Sarah Brown, insegnante di Economia all’università di Sheffield e coordinatrice dello studio. «Ci siamo resi conto delle risposte che avere denaro in tasca, di qualsiasi cifra si tratti, rende i ragazzini dipendenti dai soldi e tentati di spendere anche quando non ne hanno la necessità. Se una volta i bambini risparmiavano gelosamente la paghetta per poi acquistare un giocattolo tanto desiderato, adesso non è più così» spiega l’economista inglese. Ma allora come si devono comportare i genitori? «Per imparare il valore del denaro, i ragazzi devono guadagnarsi quello che vogliono spendere» afferma la professoressa Sarah Brown. «Per questo è meglio non dare una paghetta fissa, ma offrirla soltanto in determinate circostanze. La nostra ricerca ha dimostrato che i ragazzini che ricevono denaro in cambio di lavoretti, sbrigando per esempio piccole commissioni oppure aiutando in casa, comprendono meglio l’importanza dei soldi, tanto da spendere soltanto una piccola parte della mancia ricevuta. In questo modo imparano ad associare la fatica al denaro e capiscono che soltanto facendo qualcosa si ha il diritto di guadagnare». Roberta Pasero

90


Il testo PRAGMATICO

1 Rispondi alle domande. • Quale argomento viene affrontato? ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

• Qual è l’opinione dell’autore e con quali argomentazioni la sostiene? ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

• Quale consiglio viene dato alla fine ai genitori? ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

• Qual è la tua opinione in merito? ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

2 Esprimi la tua opinione su tale argomento: È meglio leggere un libro cartaceo o al computer?

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91


Il testo PRAGMATICO

Opinioni a confronto Il testo argomentativo, come già sai, è un testo in cui si esprime la propria opinione con delle prove o argomentazioni.

Che cosa preferire Ma che cosa mangiare al posto delle merendine industriali? Che domanda! Semplicissimo: normali merende fatte in casa. Possiamo scegliere la più appetitosa: pane, burro e marmellata o pane e miele; una torta di mele o di pere, una crostata, un frullato di frutta, una buona macedonia con frutta di stagione… Non ci sarà la pubblicità, non ci sarà il regalino, non ci saranno i punti per il concorso a premi, non ci sarà nemmeno la confezione colorata e decorata, con tanta carta e tanta plastica. Ma godremo di buona salute e avremo fatto di testa nostra: che soddisfazione! “Popotus”, anno V, n. 416

1 Rispondi alle domande. • Qual è l’argomento di questo articolo? .................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ..................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

• Quale tesi espone chi l’ha scritto? .................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ..................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

• Con quali argomentazioni egli sostiene la sua tesi? .................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ..................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

92


Il testo PRAGMATICO

Compiti: utili o inutili? 1 Scrivi un testo argomentativo seguendo lo schema. Devi convincere un amico a svolgere costantemente i compiti.

M Presentazione del problema: ............................................................................................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................................................................... ...............................................................................................................................................................................................................................................................

M Tesi (o giudizio personale): ............................................................................................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................................................................... ...............................................................................................................................................................................................................................................................

M Argomenti in difesa della tesi: ............................................................................................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................................................................... ...............................................................................................................................................................................................................................................................

M Conclusione: ............................................................................................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................................................................... ...............................................................................................................................................................................................................................................................

93


INVALSI

TESTO ESPRESSIVO

Buchi nella sabbia

5

10

15

20

25

30

– Sentite, bambini, voglio riposare tranquillo. Invece di giocare a pallone, perché non giocate a fare i buchi nella sabbia? Noi abbiamo trovato l’idea formidabile, abbiamo preso le palette e abbiamo cominciato a fare un buco. Un buco da matti, grosso e profondo come non so che. Ho chiamato papà e gli ho detto: – Hai visto il nostro buco? – È molto carino, tesoro – ha detto il papà. Poi, è venuto un signore con un berretto bianco e ci ha chiesto chi ci aveva dato il permesso di fare quel buco sulla sua spiaggia. – È lui, signore! – hanno detto tutti i miei amici mostrando il papà. Io ero molto fiero, perché credevo che il signore dal berretto si sarebbe congratulato con il papà. Ma il signore non sembrava contento. – Non è per caso impazzito, a dare di queste idee ai bambini? Il signore dal berretto si è messo a gridare che ci si poteva rompere una gamba cadendo nel buco e che bisognava assolutamente richiuderlo. – Bambini, chiudete il buco – ha detto il papà. – Lasci stare i bambini, mi chiuda quel buco, e subito! E il signore dal berretto se ne è andato via. Il papà ha fatto un grosso sospiro e mi ha aiutato a chiudere il buco. Siccome avevamo solo una paletta piccola, c’è voluto un sacco di tempo e avevamo appena finito quando la mamma ha detto che era ora di tornare in albergo. Io ho preso la mia roba ma non ho trovato il secchiello. – Calma, – ha soggiunto il papà, – dove l’hai messo quel secchiello? Ho risposto che forse era in fondo al buco. Il papà mi ha guardato come se volesse darmi una bella punizione, allora ho pianto forte e il papà mi ha detto che, insomma, lo avrebbe tirato fuori quel secchiello, ma che non dovevo più rompergli le orecchie. – Senti, – ha detto la mamma al papà, – vado in albergo con Nicola. Ci raggiungerai appena avrai ritrovato il secchiello. Il papà è arrivato in albergo tardissimo, era stanco morto ed è andato subito a dormire. Il secchiello non l’aveva trovato, ma non fa niente perché mi sono accorto che l’avevo lasciato in camera. Adatt. da Jean-Jacques Sempé, René Goscinny

94


INVALSI 1

Chi propone ai bambini di scavare una buca nella sabbia?

a. b. c. d.

Un signore con il berretto Il papà La mamma Nessuno, è un’idea dei bambini

2

Perché il signore con il berretto vuole che il buco sia richiuso subito?

a. b. c. d.

3

a. b. c. d.

4

a. b. c. d. 5

a. b. c. d.

Perché crede che il papà sia un pigrone Perché la spiaggia è di sua proprietà Perché qualcuno potrebbe farsi male cadendoci dentro Perché quella spiaggia è un’oasi naturalistica protetta Chi richiude il buco?

I bambini, su ordine del papà La mamma, che ha sentito il trambusto dall’albergo Il signore con il berretto, aiutato dal papà Il papà, su ordine del signore con il berretto Perché occorre tanto tempo per richiudere il buco?

Perché Perché Perché Perché

è molto profondo lo richiude solo il papà usano solo una piccola paletta lo richiudono a mani nude

6

a. b. c. d.

Smetterla forte Smetterla orecchie Smetterla sosta Smetterla bagnanti

di piangere tanto di dare schiaffi sulle di parlare senza di importunare i

7

Con chi torna Nicola in albergo?

a. b. c. d.

Con il papà Con i fratellini Con la mamma Con il signore dal berretto bianco

8

a.

b.

c.

Perché il bambino scoppia a piangere?

Non trova il secchiello e vuole che il papà vada a prenderlo in albergo Non trova il secchiello e il papà lo guarda con aria minacciosa Non trova il secchiello e il papà non vuole comprarne un altro Non vuole andarsene ancora dalla spiaggia

Cosa intende il papà con l’espressione “non rompere più le orecchie” (righe 27-28)?

d.

e. f.

Indica con una x se l’affermazione è vera o falsa. V F I bambini scavano un buco grosso e profondo nella sabbia Il signore con il berretto bianco si congratula con il papà I bambini chiudono il buco perché il signore vi cade dentro e si rompe una gamba Il bambino dice che il secchiello forse è in fondo al buco e il papà lo guarda come se volesse punirlo Il papà torna in albergo molto stanco e va subito a letto Il secchiello è rimasto in camera

95


INVALSI Indica con una x quello che potrebbe pensare il papà mentre scava per cercare il secchiello.

9

Potevo stare zitto e lasciare che continuassero a giocare a palla! a.

Come sono contento di scavare questa buca per i miei figli! b.

Mi sto davvero godendo il meritato riposo. Questa sì che è una vacanza! c.

Per fortuna che ce ne siamo accorti, altrimenti avremmo perso il secchiello! d.

10 Indica quale, tra le seguenti frasi, non potrebbe mai appartenere al brano.

a. b. c. d.

”Il signore con il berretto bianco era diventato rosso per la rabbia“ ”Papà era davvero arrabbiato, glielo leggevo negli occhi“ ”La mamma mi calmò con uno dei suoi abbracci morbidi e profumati“ ”La salita verso la baita si svolse in un silenzio tombale“

11 Quale altro titolo potrebbe avere il brano?

a. b. c. d.

“Giochi in spiaggia“ “L’uomo dal berretto bianco“ “In albergo“ “Misteri in vacanza“

12 Nella frase “è venuto un signore con un berretto bianco” (riga 9), il soggetto è:

a. b. c. d.

“Un signore“ “Bianco“ “Egli” (è sottinteso) “Un berretto“

13 In quale delle seguenti frasi c’è un predicato nominale?

a. b. c. d.

“E il signore dal berretto se ne è andato via“ “Io ero molto fiero“ “Il papà è arrivato in albergo tardissimo“ “Il signore con il berretto si è messo a gridare“

14 Nella frase “– Bambini, chiudete il buco – ha detto il papà” (riga 17), “chiudete” è un

verbo...

a. b. c. d.

96

Al Al Al Al

modo modo modo modo

indicativo imperativo infinito congiuntivo


INVALSI 15 Che cosa hanno in comune i seguenti aggettivi? quel - questi - quelle - codesta

a. b. c. d.

Sono Sono Sono Sono

indefiniti qualificativi dimostrativi possessivi

16 Leggi la frase “Il secchiello non l’aveva trovato, ma non fa niente� (riga 32). Ora volgila al

plurale. Quante parole dovrai modificare?

a. b. c. d.

10 4 6 7

17 Collega ogni preposizione articolata alle parole che la formano.

1. Dalla 2. Negli 3. Sui 4. Delle 5. Dagli 6. Sulla

a. di+le b. su+la c. da+la d. da+gli e. in+gli f. su+i

18 Indica con una x la colonna giusta per ogni nome.

primitivo

derivato

alterato

composto

collettivo

paletta secchio berretto sculacciata albergo stanzina comitiva parasole occhiali scavatrice

97


INVALSI

TESTO ESPRESSIVO

Entrare in un armadio 1

5

10

15

20

25

30

35 98

Durante l’esplorazione di una villa di campagna, la piccola Lucy scopre un mondo fantastico dentro l’armadio della camera da letto. Lucy toccò la maniglia e l’armadio si aprì. Ne vennero fuori due palline di naftalina. Lucy entrò nel vano e si divertì ad accarezzare i cappotti con la mano. Dietro la prima fila ce n’era un’altra. Lucy fece qualche passo, tenendo le braccia tese in avanti: non voleva sbattere improvvisamente contro la parete dell’armadio. Un passo, due, un altro. Lucy non vedeva niente, e per quanto annaspasse con le mani non incontrava che il vuoto. Poi sentì qualcosa che scricchiolava sotto le scarpe. – Molto strano, sembra neve – mormorò Lucy. Un attimo dopo sentì contro il viso qualcosa di ruvido. – Sembrerebbero i rami di un albero – bisbigliò, sbigottita. E allora si rese conto che dove avrebbe dovuto esserci la parete di fondo dell’armadio c’erano invece alberi. Quello era un bosco, e nel bosco c’era un sentiero. La scoperta la riempì di curiosità e di una strana eccitazione. Voltò la testa un attimo, e tra i neri tronchi degli alberi riuscì a vedere la porta spalancata dell’armadio. – Se qualcosa non va, tornerò indietro – si disse Lucy, e puntò decisa verso un lumicino che brillava in lontananza. Dopo pochi minuti arrivò a un lampione e sentì un leggero scalpiccio. Qualcuno veniva dalla sua parte… Tra gli alberi apparve una strana figura. Dalla cintola in su sembrava un uomo come tutti gli altri, ma i fianchi e le gambe erano quelli di una capra. Il viso era strano, ma con un’aria simpatica e una barbetta a punta. In mezzo ai riccioli, da una parte e dall’altra della fronte, spuntavano due bei cornetti. Sembrava un signore, invece era un fauno, che, vedendo Lucy, sussultò, poi fece un bell’inchino e disse: – Buona sera. Credo di non sbagliare se dico che sei una figlia di Eva. – Mi chiamo Lucy – rispose la piccola senza aver capito bene la domanda. – Però sei una… bambina e appartieni alla razza umana, vero?


INVALSI

40

45

– Certo che sì – si stupì Lucy. – Certo, certo – mormorò il fauno. – Mi chiamo Tumnus. – Felice di conoscerti, signor Tumnus – rispose Lucy. – Posso chiederti come sei arrivata a Narnia? – Narnia? E cos’è? – chiese subito Lucy. – Narnia è un paese. Qui siamo a Narnia. Il territorio che si estende dal lampione fino al castello che sorge sulle rive dell’Oceano orientale è Narnia – rispose il fauno. – E tu da dove vieni? Dai boschi selvaggi che si trovano a occidente? – Io… sono venuta dal guardaroba – balbettò Lucy. – O figlia di Eva che vieni dalla città di Guarda Roba, che ne diresti di venire a casa mia a prendere un tè? C.S. Lewis, Le cronache di Narnia – Il leone, la strega e l’armadio, Mondadori

1

a. b. c. d.

2

a. b. c. d.

3

a. b. c. d.

Il brano che hai letto è:

un un un un

testo testo testo testo

realistico fantastico regolativo poetico

Prima di scoprire un mondo fantastico, che cosa sta facendo la piccola Lucy?

Sta Sta Sta Sta

facendo il cambio di stagione esplorando una villa di campagna cercando il suo cane sognando

Quale oggetto dell’arredamento la conduce nel mondo fantastico?

Uno specchio Una poltrona Un armadio Un tavolo

99


INVALSI 4

a. b. c. d. 5

a. b. c. d. 6

a. b. c. d. 7

a. b. c. d. 8

a. b. c. d. 9

a. b. c. d.

100

Che cosa trova Lucy quando apre l’armadio?

Una porta segreta Due palline di Natale Una vecchia chiave Due palline di naftalina In che modo Lucy avanza tra i cappotti?

Li sposta furiosamente Li poggia a terra Avanza con le braccia tese Avanza ad occhi chiusi Che cosa significa “annaspare con le mani” (righe 10-11)?

Agitare le mani Soffocare con le mani Battere le mani Affaticare le mani Che cosa sente contro il viso a un tratto?

Qualcosa Qualcosa Qualcosa Qualcosa

di di di di

freddo soffice viscido ruvido

Che cosa c’è al posto del fondo dell’armadio?

Un bosco Una caverna Un muro Un burrone Che cosa prova Lucy scoprendo il bosco e il sentiero?

Paura Eccitazione Sgomento Indifferenza

10 Che cosa le dà il coraggio di

avanzare sul sentiero?

a.

Il riuscire a vedere la porta dell’armadio tra gli alberi La voglia di vivere una nuova avventura L’avere in tasca una piccola torcia L’idea che sia solo un sogno

b. c. d.

11 Chi è la strana figura che appare a

Lucy?

a. b. c. d.

Un elfo Uno gnomo Uno spirito dei boschi Un fauno

12 Segna con una x solo le

caratteristiche del fauno.

a.

Barbetta a punta

b. Lingua biforcuta c.

Busto umano

d. Gambe e fianchi di una capra e.

Coda appuntita

f.

Due cornetti sulla fronte

g. Denti aguzzi 13 Che atteggiamento ha la strana

creatura verso Lucy?

a. b. c. d.

Diffidente Minaccioso Cortese Incuriosito


INVALSI 14 Che cosa scopre Lucy parlando con il

17 Quale tra le seguenti parole è

a. b.

a. b. c. d.

fauno?

c. d.

Scopre di trovarsi a Narnia Scopre di essere in una cittadina di Guarda Roba Scopre che il fauno vive ad Oceano Non scopre nulla

a.

esseri umani?

b.

Figli di Adamo Figli di Eva Abitanti dei boschi settentrionali In nessun modo

c. d.

16 Indica con una x se l’affermazione è

vera o falsa.

Lucy accarezza i cappotti nell’armadio

b.

In fondo all’armadio c’è uno specchio magico

c.

Lucy scopre un sentiero nel bosco

Lungo la strada Lucy d. incontra una fata dei boschi Il fauno saluta Lucy con un e. inchino galante f.

Il fauno si chiama Tumnus

g.

Narnia si trova sulle rive dell’Oceano orientale

Il fauno invita Lucy a prendere un caffè Il fauno si offre di fare da guida a Lucy Il fauno invita Lucy a prendere il tè a casa sua Il fauno sparisce all’improvviso nel bosco

19 Quale tra le seguenti parole è

V a.

Oriente Meridione Ponente Levante

18 Come si conclude il racconto?

15 In che modo il fauno definisce gli

a. b. c. d.

sinonimo di “occidente” (riga 44)?

sinonimo di “guardaroba”?

F a. b. c. d.

Cassettiera Armadio Dispensa Credenza

20 Quale, tra le seguenti, può essere

una definizione della parola “inchino” (riga 32)?

a. b. c. d.

Atto Atto Atto Atto

di sfida di riverenza di coraggio d’amore

h. Il fauno crede che Lucy sia un’abitante di Guarda Roba

101


INVALSI 21 Nel testo ci sono 8 errori. Sottolinea le parole sbagliate e riscrivile correttamente nello

spazio sottostante.

Tra gli alberi apparve una strana fighura. Dalla cintola in sù sembrava un uomo come tutti gli altri, ma i fianci e le ganbe erano cuelli di una capra. Il viso era strano, ma con un aria sinpatica e una barbetta a punta. In mezzo ai riccoli, da una parte e dall’altra dela fronte, spuntavano due bei cornetti. .................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ..................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

22 Leggi questa frase: “Durante l’esplorazione di una villa di campagna, la piccola Lucy scopre

un mondo fantastico dentro l’armadio della camera da letto” (righe 1-2). Indica nella tabella quali parole sono nomi e quali non lo sono. Metti una x per ogni riga della tabella. È un nome

È un nome

NON è un nome

Durante La (l’) Esplorazione Di Una Villa Di Campagna La Piccola Lucy Scopre

Un Mondo Fantastico Dentro Lo (l’) Armadio Della Camera Da Letto

23 “Lucy puntò decisa verso un lumicino

24 Rileggi la frase della domanda precedente.

a. b. c. d.

102

NON è un nome

che brillava in lontananza”, quale funzione ha la parola evidenziata? Congiunzione Preposizione Pronome relativo Avverbio

a. b. c. d.

In che modo puoi trasformare il “che”? La quale Il quale Cui Non si può trasformare


INVALSI 25 Leggi la frase “Lucy entrò nel vano e si divertì ad accarezzare i cappotti con la mano.

Dietro la prima fila ce n’era un’altra. Lucy fece qualche passo, tenendo le braccia tese in avanti: non voleva sbattere improvvisamente contro la parete dell’armadio” (righe 6-9). Sottolinea i verbi, poi analizzali in tabella. verbo

coniugazione

modo

tempo

persona

26 Indica per ciascuna parola riportata nella tabella se è variabile (es. fiore K fiori) oppure

no. Metti una crocetta per ogni riga.

a. b. c. d. e. f. g. h.

parola Latte Armadio Bambino Gas Sport Luce Libertà Ambiente

variabile

non variabile

27 Indica in quale serie di aggettivi c’è

28 In ogni frase sottolinea il soggetto e

a. b. c. d.

a.

un intruso, poi spiega il perché. Questo, quelle, codesti, stessa Bello, gradevoli, scure, prolisso Mia, sue, vostre, loro Cinque, sette, ottimo, secondo

Perché

……………………………………………………………………………………...................................…………..…

……………………………………………………………………………………...................................…………..…............................. ……………………………………………………………………………………...................................…………..…............................. ……………………………………………………………………………………...................................…………..…............................. ……………………………………………………………………………………...................................…………..…............................. ……………………………………………………………………………………...................................…………..….............................

b. c. d. e. f.

cerchia il predicato. Mirko di solito a merenda mangia una brioche. Nessuno di noi sarà mai bravo quanto te in matematica. Oh, Laura sei tu? La nostra maestra adora il profumo dei fiori in primavera. Gli alunni della V B stanno studiando la nostra Costituzione. Ogni lunedì i miei genitori guardano una famosa serie TV americana.

103


INVALSI

TESTO INFORMATIVO

Giochi e giocattoli degli antichi Romani

5

10

15

20

25

Duemila anni fa i giochi elettronici non c’erano, ma i bimbi romani si divertivano lo stesso. I reperti archeologici, i dipinti sui vasi, i bassorilievi ci raccontano di decine di passatempi e giocattoli. E, come oggi, anche i grandi avevano i loro giochi. Già i poppanti potevano dilettarsi con “biberon” di terracotta a forma di porcellino o cagnolino. Forse poco pratici, ma molto divertenti. Gli animali di terracotta andavano molto anche nell’infanzia, ma solo per le femminucce. I maschi preferivano carrozze in miniatura e cavallini di coccio con le ruote, che, legati con un laccio di cuoio per trascinarli, permettevano di imitare le corse con le bighe e le campagne militari degli adulti. Un capitolo a parte meritano le bambole. Le bambine romane ne andavano matte, ma potevano conservarle solo fino a che erano nubili. Ce n’erano di molti tipi, ma tutte rappresentavano ragazze e non bambine, un po’ come le nostre Barbie. Fuori dal comune è la splendida bambola di Crepereia, la giovane del II secolo dopo Cristo la cui tomba è stata scoperta a Roma nel 1889. Si tratta di una bambola in avorio con gli arti snodabili, che aveva persino i propri minuscoli gioielli d’oro: anelli, orecchini, bracciali. Ai bambini poveri non andava così bene: bastoni o canne da cavalcare al posto dei cavallucci, e bambole di pezza. Fra coetanei si giocava poi a nascondino e mosca cieca. Ed è inutile dire che già allora andava di moda fare giochi diversi con la palla. Molti giochi di bambini avevano poi come protagoniste le noci, tanto che l’età della fanciullezza era definita “l’età delle noci”. Accumulate gelosamente, si potevano lanciare, far rotolare o utilizzare come fiches. I giochi d’azzardo erano invece praticati con accanimento dai Romani adulti. Intere fortune furono dilapidate in pochi lanci di dadi, che, peraltro, erano vietati dalla legge. Ma anche alcuni imperatori, come Claudio e Nerone, erano sfrenati giocatori. Era vietato anche giocare con gli astragali, ossicini del piede presi da pecore o altri animali, oppure riprodotti in piombo, bronzo o metalli preziosi. Rosetta Zordan

104


INVALSI 1

a. b. c. d. 2

a. b. c. d.

Che cosa ci ha permesso di scoprire che anche duemila anni fa i bambini giocavano?

Le scoperte archeologiche I racconti orali I film sull’antica Roma I siti internet sull’argomento

Un sonaglino in pietra Un carillon in avorio Un biberon a forma di animale in terracotta Nessuno Quale gioco andava molto tra le femminucce?

a. b. c. d.

I gioielli Gli animali in terracotta Le carrozze in miniatura I piccoli forni per cucinare

4

Che cosa usavano i maschietti per imitare le corse con le bighe?

a.

Carrozze in miniatura e cavallucci di coccio Elmetti di cuoio Cuccioli di cane o di pecora Puledri veri

5

a. b. c. d.

Quali straordinarie caratteristiche ha la bambola di Crepereia?

a. b.

Indossa abiti pregiati Ha arti snodabili e gioielli in miniatura veri È di plastica e parla È uguale a Crepereia, la giovane a cui apparteneva

c. d.

Quale giocattolo era dedicato ai neonati?

3

b. c. d.

6

Uno dei giochi preferiti dalle bambine erano le bambole, ma c’era una condizione da rispettare. Quale?

Potevano usarle solo in casa Potevano giocare solo con altre femminucce Potevano tenerle solo fino a che erano nubili Potevano usarle solo all’aperto

7

Perché la fanciullezza era chiamata “età delle noci” (riga 22)?

a.

Perché i bambini erano ghiotti di noci Perché i bambini erano piccoli come noci Perché i bambini usavano molto le noci per giocare Perché i bambini dormivano su materassi fatti di noci

b. c. d.

8

Segna con una X solo i giochi dei piccoli Romani.

a.

Mosca cieca

b.

Nascondino

c.

Ruba bandiera

d.

Cavallucci

e.

Palla

f.

Bambole

g.

Animali in terracotta

h.

Giochi da tavolo

i.

Noci

l.

Pattini

m.

Bicicletta

105


INVALSI 9

a. b. c. d.

Quale passione avevano i Romani adulti?

Il gioco d’azzardo Le corse Mangiare noci Giocare con i giochi dei piccoli

10 Che cosa vuol dire dilapidare?

a. b. c. d.

Distribuire Regalare Concedere Sperperare

11 Che cosa era vietato ai Romani adulti?

a. b. c. d.

Giocare Giocare Giocare Giocare

con con con con

le noci i dadi e con gli astragali le carte i bambini

12 Quanti aggettivi qualificativi ci sono nella frase “Molti giochi di bambini avevano poi

come protagoniste le noci, tanto che l’età della fanciullezza era definita «l’età delle noci»” (righe 21-22)?

a. b.

Due Nessuno

c. d.

Tre Uno

13 Indica con una X in quale forma sono espressi i verbi.

Forma attiva

Si pettinò Berranno Sarebbe andata Sarete interrogati Fossero amati Mi lavai Essere scovato Vestirsi Che fosse uscita

106

Forma passiva

Forma riflessiva


INVALSI 14 Quale delle seguenti frasi volge correttamente all’attivo la frase “I giochi

d’azzardo erano praticati con accanimento dai Romani”?

a. b. c. d.

Non si può volgere all’attivo ”I Romani erano praticanti dei giochi d’azzardo“ ”I Romani praticavano con accanimento i giochi d’azzardo“ ”Presso i Romani si praticavano con accanimento i giochi d’azzardo“

15 Nella frase “è inutile dire che già allora andava di moda fare giochi diversi con la

palla” (riga 20) sicuramente puoi trovare…

a. b. c. d.

Un aggettivo possessivo Tre aggettivi qualificativi Due preposizioni semplici Quattro congiunzioni

16 La frase “i maschi preferivano cavallini di coccio” è composta, nell’ordine, da

un soggetto, un predicato verbale, un complemento oggetto e un complemento di materia. Indica quali tra le seguenti frasi hanno la stessa struttura logica (possono essere più di una).

a. b. c. d. e. f. g. h.

“I cani adorano le polpette di carne“ “Molte persone usano la metropolitana“ “Le bambole d’avorio sono molto pregiate“ “Marcella perse un bracciale d’argento“ “Il mio pappagallo canta allegre canzoncine“ “Manuel ha vinto la medaglia d’oro“ “La cuoca ha preparato uno sformato di carne“ “Me ne andrei volentieri al mare“

17 Nella frase “i lanci di dadi erano vietati dalla legge”, che funzione logica ha

l’espressione evidenziata?

a. b. c. d.

Complemento Complemento Complemento Complemento

di moto da luogo d’agente di causa efficiente di mezzo

107


INVALSI

TESTO INFORMATIVO

Gli animali si curano con le piante

5

10

15

20

25

Forse non tutti sanno che anche gli animali si curano, scegliendo fra centinaia e centinaia di piante quelle che hanno il potere di guarire i loro mali o di sanare le loro ferite. Ebbene gli animali, a seconda del loro habitat, sanno cercare e scoprire le prodigiose sostanze in grado di ridare la salute. Un esempio tra i più significativi, dell’oculata scelta operata dagli animali nella ricerca delle piante curative, è quello rappresentato dai cervi, dalle pernici, dalle cicogne e dai colombi selvatici. Queste specie quando sentono qualche malessere, prendono a mangiare avidamente le foglie dell’origano e del timo. Essi ricorrono a queste piante quando vengono trafitti da una spina, se colpiti non gravemente da una fucilata o da una freccia; in questi casi, gli animali ingurgitano una grande quantità di foglie e di fiori di origano e continuano a cibarsi quasi esclusivamente di queste piante fino a quando le spine fuoriescono spontaneamente dalle ferite che subito prendono a rimarginarsi. Evidentemente gli olii essenziali contenuti nelle due pianticelle, provocando la formazione di nuovi tessuti, determinano un’azione di spinta verso il corpo estraneo e finiscono per espellerlo. Inoltre, le sostanze contenute nell’origano e nel timo, note per il loro potere disinfettante, evitano qualsiasi infezione derivante dalla ferita stessa. Un altro esempio è la cura disintossicante che l’orso fa a primavera. Al momento del risveglio dal letargo invernale, esce dalla sua tana indebolito e affamato. Ancora prima di incominciare la ricerca del cibo e di dissetarsi, l’orso si mette a girare con frenesia per tutto il bosco e finalmente riesce a individuare la tenera vegetazione appena spuntata di un Arum. Il grosso bestione comincia allora a scavare, mette allo scoperto il rizoma della pianta e lo rosicchia incurante del sapore acre, amarissimo, quasi consapevole di dover ingurgitare la “medicina” che avrà il potere di liberare il suo sangue e i suoi visceri da tutte le tossine accumulate durante il letargo. Gigliola Magrini, Primo incontro con le piante, Giunti

108


INVALSI 1

a. b. c. d. 2

a. b. c. d. 3

a. b. c. d. 4

a. b. c. d. 5

a. b. c. d. 6

a. b. c. d.

Qual è l’argomento del testo?

La riproduzione degli animali L’alimentazione degli animali Le cure naturali degli animali Le malattie degli animali Che cosa condiziona gli animali nella scelta delle piante curative?

L’habitat Il colore delle piante Il sapore delle piante La quantità di piante disponibili Quali specie animali usano timo e origano per sanare le loro ferite?

Gabbiani, alci, cervi e piccioni Cervi, aquile, orsi, lontre Pernici, cervi, cicogne e colombi selvatici Allodole, fagiani, marmotte e cicogne A cosa serve ingurgitare timo e origano?

Serve Serve Serve Serve

a a a a

far ricrescere i tessuti fino all’espulsione dell’oggetto che ha ferito l’animale far assimilare all’animale ferito sostanze antidolorifiche tenere lontani animali attratti altrimenti dall’odore del sangue creare una membrana protettiva intorno alla ferita

Che cosa mangia l’orso quando si risveglia dal letargo?

I bulbi dei narcisi Le radici di liquerizia Il rizoma dell’Arum I germogli di quercia Perché dopo il letargo l’orso mangia questa pianta, nonostante abbia un sapore molto sgradevole?

Per Per Per Per

dissetarsi assimilare energie purificare il corpo rafforzare la dentatura

109


INVALSI 7

Indica con una X se l’affermazione è vera o falsa. Vero

a. b. c. d. e. f. g. h. 8

a. b. 9

a. b. c. d.

Falso

Gli animali sanno scegliere le piante per curarsi Gli animali scelgono le piante in base al loro gusto Timo e origano servono a guarire le ferite Gli oli essenziali di timo e rosmarino fanno ricrescere i tessuti L’orso non va in letargo L’orso cerca freneticamente l’Arum nei boschi L’Arum ha un sapore molto dolce L’Arum depura l’orso dalle tossine accumulate in inverno Nella frase “Forse non tutti sanno che anche gli animali si curano” (riga 1), che cos’è la parola evidenziata?

Aggettivo qualificativo Pronome indefinito

c. d.

Aggettivo dimostrativo Pronome possessivo

Che cos’è la parola “pianticella”?

Nome Nome Nome Nome

primitivo alterato composto derivato

10 Sottolinea i verbi e analizzali in tabella.

Scegliendo fra centinaia e centinaia di piante quelle che hanno il potere di guarire i loro mali o di sanare le loro ferite, gli animali sanno cercare e scoprire le prodigiose sostanze in grado di ridare la salute. verbo

110

coniugazione

modo

tempo

persona


PRONTI PER LA

PRONTI PERLA LA SCUOLA SECONDARIA SCUO SECOND

ARIA

Il giardino segreto Mary si voltò per assicurarsi che nessuno passasse nel vialetto. Spinse la porta che adagio adagio si aprì. Scivolò dentro, si chiuse dietro la porta e vi rimase appoggiata con le spalle mentre il suo respiro si faceva affannoso per l’eccitazione, la sorpresa e la gioia. Era entrata nel giardino segreto. Il giardino era immerso in un’atmosfera di mistero. Gli alti muri che lo circondavano erano ricoperti dai rametti nudi dei rosai rampicanti. Si erano arrampicati anche sui rami degli alberi spingendosi da un albero all’altro, formando un intrico di ramoscelli contorti che pendevano dall’alto come festoni. Era questo intrecciarsi e aggrovigliarsi di rami tra albero e albero che dava al giardino quell’atmosfera misteriosa. – Che silenzio! – mormorò Mary. Si allontanò dalla porta camminando in punta di piedi come se temesse di svegliare qualcuno. In certi angoli c’erano delle nicchie di sempreverdi con dei sedili di pietra. Vicino a una di queste nicchie vide un’aiuola abbandonata e le parve che qualcosa sbucasse dalla terra scura. Erano delle minuscole puntine verdi. Guardò intorno e trovò un pezzo di legno appuntito, poi si inginocchiò e cominciò a scavare e a strappare le erbacce finché ebbe fatto un piccolo spazio libero intorno ai germogli. – Così potranno respirare meglio – disse. – Voglio sistemare tutte le piantine che posso. – Era un lavoro che la divertiva e la riscaldava, tanto che fu costretta a levarsi il cappotto e il cappello. Mary lavorò fino all’ora di pranzo. Se ne ricordò appena in tempo, e quando si rimise il cappotto le sembrò impossibile di aver lavorato quasi tre ore. – Tornerò questo pomeriggio – disse, percorrendo con un’occhiata il suo nuovo regno e rivolgendosi agli alberi e ai rosai come se la potessero sentire. F.H. Burnett, Il giardino segreto, De Agostini

111


PRONTI PER LA

SCUOLA SECONDARIA

Analizzo Indica con una X le parole che completano correttamente la frase.

La storia è narrata in: prima persona terza persona

Il luogo del racconto è: precisato imprecisato

La storia narra fatti: fantastici reali

I fatti sono narrati al: passato presente

La protagonista è un personaggio: realistico fantastico

Il tempo della storia è: precisato imprecisato

Comprendo

Chi è la protagonista del brano? Manny Mary Perché è eccitata? È entrata in un giardino segreto Ha scoperto un passaggio segreto Quale particolare del paesaggio rende misteriosa l’atmosfera del giardino segreto? I rami aggrovigliati Le crepe nei muri Quale particolare colpisce la protagonista? La confusione Il silenzio Che cosa nota Mary in un’aiuola abbandonata? Piccoli germogli verdi Piccole pietre verdi

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PRONTI PER LA SCUOLA SECONDARIA Che cosa fa Mary quando vede i germogli? Comincia a guardarsi intorno pensando che ci sia qualcuno Comincia a liberare l’aiuola dalle erbacce Che cosa decide di fare infine? Decide di tornare nel pomeriggio Decide di tagliare i rami secchi

Indica con una X l’affermazione corretta.

Mary ha il respiro affannoso per l’eccitazione Nel giardino tutto appare in ordine Dai muri pendono grappoli d’uva Da un’aiuola spuntano dei germogli verdi Mary usa una zappa Mary si diverte a fare giardinaggio Mary lavora per oltre tre ore Mary parla alle piante come se la capissero

Completa il brano inserendo le seguenti parole al posto giusto: arrampicati • groviglio • festoni • mistero • atmosfera • rami.

Il giardino era avvolto dal .............................................................................................................................................................................................................................................................. I .......................................................................................................................................... nudi dei rosai rampicanti circondavano gli alti muri e si erano .......................................................................................................................................... anche sui rami degli alberi spingendosi da un albero all’altro, formando un .......................................................................................................................................... di ramoscelli contorti che pendevano dall’alto come .......................................................................................................................................... Era questo intrecciarsi e aggrovigliarsi di rami tra albero e albero che dava al giardino quell’.......................................................................................................................................... misteriosa.

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PRONTI PER LA

SCUOLA SECONDARIA

Dall’immagine al testo Osserva il dipinto e descrivi le tue emozioni utilizzando opportunamente i dati sensoriali e inserendo personificazioni e similitudini. ......................................................................................................................... ......................................................................................................................... ......................................................................................................................... ......................................................................................................................... ......................................................................................................................... ......................................................................................................................... ......................................................................................................................... ......................................................................................................................... ......................................................................................................................... ......................................................................................................................... ......................................................................................................................... ......................................................................................................................... ......................................................................................................................... ......................................................................................................................... ......................................................................................................................... ......................................................................................................................... ......................................................................................................................... .........................................................................................................................

Claude Monet, Il giardino dell’artista a Giverny

......................................................................................................................... ......................................................................................................................... .........................................................................................................................

Mi alleno con la scrittura Immagina e racconta sul quaderno.

• • • • •

Quale scoperta fece Mary ritornando nel pomeriggio di quello stesso giorno in giardino? Quali sentimenti provò? Cosa successe poi? Chi arrivò? Come si concluse la vicenda? Immagina e descrivi sul quaderno.

• Come diventò il giardino in primavera? • Quali erano i colori dominanti? • Cosa provò Mary osservando i fiori e le piante del giardino?

114


PRONTI PER LA SCUOLA SECONDARIA

Riflessione linguistica Esegui l’analisi logica delle seguenti frasi.

• • • •

Gli alti muri erano ricoperti dai rametti dei rosai.

• • • •

In certi angoli c’erano delle nicchie di sempreverdi.

............................................................................................................................................................................................................................................................. ............................................................................................................................................................................................................................................................. ............................................................................................................................................................................................................................................................. .............................................................................................................................................................................................................................................................

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Esegui l’analisi grammaticale della seguente frase.

• • • • • • • • • •

Vicino a una di queste nicchie vide un’ aiuola abbandonata

.............................................................................................................. .............................................................................................................. .............................................................................................................. .............................................................................................................. .............................................................................................................. .............................................................................................................. .............................................................................................................. .............................................................................................................. ..............................................................................................................

• • • • • • • • •

e le parve che qualcosa sbucasse dalla terra scura.

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..............................................................................................................

Analizza in tabella alcuni verbi presenti nel testo. verbo

coniugazione

modo

tempo

persona

passare spinse aprì era entrata formando pendevano cominciò

115


PRONTI PER LA

SCUOLA SECONDARIA

Pirati! Tom, Joe e Huck sono tre amici per la pelle che decidono di scappare di casa per fare la vita dei pirati. – Questa notte – decise Tom – partiremo! A mezzanotte ci troveremo in riva al fiume, all’insenatura. Portate quanto più cibo potete! Per i primi giorni dovremo consumare le nostre provviste; non appena poi avremo trovato il terreno adatto, stabiliremo il nostro covo e potremo procurarci il cibo cacciando e pescando. Andate ora e siate puntuali! Le ore del pomeriggio trascorsero veloci come non mai. I tre pirati impiegarono il tempo depredando le rispettive cucine di quanto di meglio c’era. Lentamente dodici rintocchi solcarono la notte. Un’ombra silenziosa strisciava lungo il fiume. Era Tom, il capo dei pirati. Portava, stretto sotto il braccio, un lungo prosciutto e, nell’altra mano, teneva un lungo filone di pane. Accoccolatosi presso la riva del fiume, nella piccola insenatura, Tom attese l’arrivo dei compagni. La notte era serena; il cielo stellato pareva favorire, con la sua luminosità, l’evasione dei tre ragazzi da quel terribile carcere costituito dalla scuola, dalle famiglie e dai compagni. A un tratto, tre lunghi miagolii fecero sussultare il capopirata: si trattava di semplici gatti o del segnale dei compagni. Comunque per precauzione, ripeté il verso dei mici. – Miaoooo! Miaoo! Miaooo! Joe e Huck comparvero tra l’erba alta della sponda. – Chi va là? – intimò pur sapendo che si trattava di loro due. – Sangue! Udita la parola d’ordine dei pirati, Tom Sawyer fece cenno ai compagni di avvicinarsi. – Joe, hai preso da mangiare?

116


PRONTI PER LA SCUOLA SECONDARIA

– Due salsicce, un pezzo di pancetta, pane e formaggio. – E tu, Huck? – Tabacco, pipe, scorze di limoni, pane e carne secca. Caricate le provviste sulla zattera, che di solito serviva per traghettare legna, i tre fuggiaschi presero a spingere l’imbarcazione verso il centro del fiume. – Ooh! Aoh! – gridava Tom. – Molla a sinistra! Vira a tribordo! Ammaina le vele! Naturalmente tutti quegli ordini non servivano ad altro che ad eccitare la fantasia dei novelli marinai, poiché la zattera si pilotava esclusivamente con due rudimentali remi. Tom gridò: – Compagni, ormai siamo in alto mare. Grandi destini ci attendono! Un giorno torneremo carichi di gioielli e di gloria e tutti, tutti coloro che ci hanno costretti a partire, dovranno inginocchiarsi ai nostri piedi. – Terra! – esclamò poi balzando in piedi. Era vero; alla loro destra si profilava nell’oscurità la riva sabbiosa dell’isola di Jackson Accostata la riva, i tre sbarcarono, trasbordando le provviste che tenevano alte sulle teste perché non si bagnassero. Così sotto il pallido chiarore lunare, essi parevano tre veri pirati che, dopo una lunga scorribanda sugli oceani, ritornano nel loro covo, su una terra sconosciuta e selvaggia trasportando con sé il frutto delle razzie. Ormeggiata la zattera, Tom, Joe e Huck si addentrarono nel bosco. Fermatisi all’inizio d’una breve radura, Huck accese un fuoco servendosi della piccola fiaccola che aveva portato. – Eccoci a casa – disse Tom entusiasta. Dopo poco, attorno ad un fuoco scoppiettante, i tre amici banchettarono con vero appetito da lupi. In breve, la carne secca scomparve assieme alla salsiccia. – Ah! – esclamava Tom rotolandosi sull’erba. – Questa sì che è vita, altro che scuola! Qui possiamo dirci veramente liberi! – E lontani dal mondo! – aggiunse Joe al quale le tre miglia che avevano percorso parevano una distanza enorme. – E che faremo? – domandò Huck. – Faremo quello che fanno gli altri pirati! Prima dobbiamo organizzarci, esplorare l’isola e prendere confidenza con la solitudine. Domani, per cominciare, ci procureremo dei cibi freschi. Abbiamo portato lenze e ami per questo, no? Col pensiero della pesca che era il suo passatempo preferito, Huck si tranquillizzò. Gli altri si rivoltarono sull’erba e aspettarono il sonno. Poco dopo i tre pirati dormivano tranquillamente. Mark Twain

117


PRONTI PER LA

SCUOLA SECONDARIA

Analizzo Segna con una x la risposta corretta.

I personaggi sono: realistici fantastici

Il testo è narrato: in prima persona in terza persona

Il tempo della narrazione è: passato presente futuro

definito

Il racconto è ambientato: in un piccolo villaggio in un’isola indefinito

Il racconto procede rispettando: l’ordine cronologico l’intreccio Dividi il testo in sequenze segnandole a lato della pagina. Eliminando alcune sequenze narrative presenti nel testo, risulterebbe ugualmente comprensibile la storia? Il linguaggio utilizzato dallo scrittore è ricco di aggettivi qualificativi e di verbi di movimento, che funzione hanno questi ultimi? Nel racconto ci sono parole che descrivono, sottolineale.

Comprendo Rispondi prima oralmente alle domande, poi fai un breve riassunto scritto sul quaderno.

• • • • •

Che cosa vuole fare Tom? Per i tre ragazzi cosa rappresentano la scuola, le famiglie e i compagni? Dove si imbarcano? Come ti sembrano? Cosa accade quando sbarcano sull’isola?

Comunico Dopo aver letto il racconto, immagina di essere uno dei tre protagonisti ed esprimi a voce le emozioni provate prima della partenza, durante il viaggio lungo il fiume e dopo essere approdato sull’isola.

118


PRONTI PER LA SCUOLA SECONDARIA Lessico Con l’aiuto del dizionario scrivi il significato delle seguenti parole ed espressioni. Poi scrivi una breve frase con ognuna.

insenatura Significato: ..................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... Frase: ........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... depredare Significato: ..................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... Frase: ........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... virare a tribordo Significato: ..................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... Frase: ........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ammainare le vele Significato: ..................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... Frase: ........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... in alto mare Significato: ..................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... Frase: ...........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

Riflessione linguistica Fai l’analisi logica delle seguenti frasi.

• • • •

A un tratto tre lunghi miagolii fecero sussultare il capopirata.

• Tom, Joe e Huck • si addentrarono • nel bosco. • • • •

Poco dopo i tre pirati dormivano tranquillamente.

............................................................................................................................................................................................................................................................. ............................................................................................................................................................................................................................................................. ............................................................................................................................................................................................................................................................. .............................................................................................................................................................................................................................................................

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119


PRONTI PER LA • La carne secca • scomparve • insieme alla salsiccia. • • • •

Poco dopo i tre amici banchettarono con vero appetito.

SCUOLA SECONDARIA

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Esegui l’analisi grammaticale delle seguenti frasi.

• • • • • •

Lentamente dodici rintocchi solcarono la notte.

• • • • • • •

Un’ ombra silenziosa strisciava lungo il fiume.

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Mi alleno con la scrittura Nel racconto non viene descritto l’aspetto fisico dei tre protagonisti e neppure l’isola su cui approdano. Inventa e descrivi sul quaderno, utilizzando opportunamente i dati sensoriali e inserendo alcune similitudini e metafore. Come faresti proseguire la storia? Scrivila sul tuo quaderno. Poi trasformala in un racconto a fumetti. Cosa sarebbe accaduto se, a causa di un’improvvisa tempesta, i tre protagonisti non avessero raggiunto l’isola? Immagina e racconta sul quaderno. Confronta poi il tuo testo con quello dei tuoi compagni. Immagina di trovarti su un’isola deserta, cosa faresti? Racconta sul quaderno. Poi riscrivi il testo inserendo alcuni elementi fantastici.

120


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