Centro di Ricerca Didattica Ardea Editrice
Rosa Dattolico
SUSSIDIARIO DEI LINGUAGGI
• GENERI • TEMI
• ESPERIENZE
• EMOZIONI
LINGUAGGI ESPRESSIVI LABORATORI DI ASCOLTO EDUCAZIONE CIVICA con
AUTOVALUTAZIONE A TAPPE
LETTURE
Per ricomin cia re
INDICE
6 Una scuola... 7 ... per scoprire il mondo 8 Eroi per gioco 9 Una gara di generosità 10 Fuocomatto 11 Un pomeriggio afoso 12 Filastrocca dei desideri 13 La regina delle erbe: la camomilla Tisana alla camomilla 14 Ecco l’AUTUNNO 15 La vendemmia 16 L’AUTUNNO nell’ARTE 17 L’AUTUNNO in poesia 18 Preparativi per Halloween 19 The fun of Halloween AUTUNNO 40 ALLA SCOPERTA DEL... RACCONTO AUTOBIOGRAFICO 41 Fare musica 42 Il complotto del topo 44 Il nonno Francesco 46 VERIFICA in itinere 48 ALLA SCOPERTA DEL... RACCONTO BIOGRAFICO 49 Ruth alla Corte Suprema 50 Un grande artista 51 Nulla può fermarci 52 VERIFICA in itinere 54 ALLA SCOPERTA DEL... DIARIO 55 Caro diario… 56 Un regalo inaspettato 58 Il diario di Myriam 60 VERIFICA in itinere 62 ALLA SCOPERTA DI... LETTERA ED E-MAIL 63 Cara Nonna... 64 Lettera al Sindaco 65 Carissima Giulia… 66 L’e-mail 68 VERIFICA in itinere 70 ALLA SCOPERTA DEL... RACCONTO FANTASTICO 71 Il naso portapasseri 72 Lo specchio 74 Le caramelle del tempo 75 Gli Uomini-Nube 76 VERIFICA in itinere 22 ALLA SCOPERTA DEL... RACCONTO REALISTICO 23 Una notte movimentata 24 Peonia Rosa 26 Ti devo parlare 27 Come in Parlamento 28 Non è un gioco da femmine! 30 Le sequenze Tutti in barca 32 Un gatto da salvare! 34 Le tecniche narrative La pesca di nonno Tano 36 Il ricordo portato dal fiume 38 VERIFICA in itinere 21 Il testo NARRATIVO
114 mi AUTOVALUTO 1 a TAPPA 2 a
117 Il testo DESCRITTIVO
118 ALLA SCOPERTA DEL... TESTO DESCRITTIVO
�� DESCRIVERE PERSONE
119 Le quattro sorelle
120 Il giardiniere - Zia Beatrice
121 La descrizione fantastica di persone
Tirannia Vampiria
�� DESCRIVERE ANIMALI
122 Il vecchio cavallo - Soprammobile a chi?
123 La descrizione soggettiva
Il gattino Berty
124 Nerone il corvo
125 La descrizione fantastica di animali
I draghi
�� DESCRIVERE LUOGHI
126 La più bella casa della città
127 Una villa fuori città
128 L’isola misteriosa
129 La descrizione di un luogo fantastico
La Terra di Mai Mai
�� DESCRIVERE FENOMENI ATMOSFERICI
130 Pioggia
131 Il temporale - L’acquazzone
�� LA DESCRIZIONE NELLA NARRAZIONE
132 Uno spettacolo terrificante
133 Dal testo descrittivo al testo narrativo
134
86 ALLA SCOPERTA DEL... RACCONTO UMORISTICO 87 Fuoco e inondazione 88 Ti faccio una tazza di tè? 89 L’aereo dipinto 90 VERIFICA in itinere 92 ALLA SCOPERTA DEL... RACCONTO DI AVVENTURA 93 Una brutta avventura 94 Capitano Achab 96 Una misteriosa apparizione 98 VERIFICA in itinere 100 ALLA SCOPERTA DEL... RACCONTO DI PAURA 101 Il viale tenebroso 102 Sgozzingoz 104 Coraline 106 VERIFICA in itinere 78 Ecco l’INVERNO 79 Lasciala cadere 80 L’INVERNO nell’ARTE 81 L’INVERNO in poesia 82 Danza di Natale INVERNO
mi AUTOVALUTO
a
84
1 a TAPPA 1
108 Ecco la PRIMAVERA 109 Nido di rondine 110 La PRIMAVERA nell’ARTE 111 La PRIMAVERA in poesia 112 L’uovo di Pasqua 113 Messaggi di PACE PRIMAVERA
VERIFICA in itinere
137 Il testo POETICO
177 Il testo
178 ALLA SCOPERTA DEL...
179 A tavola ci si comporta così
180 Rubabandiera
181 Una ricetta: Banane golose
182 I dieci comandamenti della cortesia
183 Come educare un cucciolo di cane
184 VERIFICA in itinere
190 Il racconto REALISTICO 191 Il racconto FANTASTICO 192 Il racconto UMORISTICO 193 Il racconto DI AVVENTURA 194 Il racconto DI PAURA 195 Il testo DESCRITTIVO 196 Il testo POETICO 197 Il testo INFORMATIVO 198 Il testo ARGOMENTATIVO 199 Il testo REGOLATIVO 186 Leggiamo la pubblicità 187 Occhio alla pubblicità! 188 La Pubblicità Progresso LA PUBBLICITÀ 202 Ecco l’ESTATE 203 Finalmente in vacanza 204 Buone VACANZE! ESTATE 152 mi AUTOVALUTO 1 a TAPPA 3 a 200 mi AUTOVALUTO 1 a TAPPA 4 a Laboratorio di ASCOLTO 138 ALLA SCOPERTA DEL... TESTO POETICO 139 Filastrocche 140 La similitudine Paesaggio 141 Il vento - Il cielo 142 La metafora Cielo notturno La luna al guinzaglio 143 Il mio cuore è un prato - Temporale 144 La personificazione Autunno 145 Primavera - La nebbia 146 L’onomatopea La fontana malata 147 Mastro Geppetto - L’onda 148 I nonsense 149 Il limerick 150 Il calligramma 151 VERIFICA in itinere
156 ALLA SCOPERTA DEL... TESTO INFORMATIVO 157 Quante difficoltà per sopravvivere! 158 L’elefantessa, una matriarcale 160 Le nubi 161 Una pianta preziosa 162 I vulcani 163 La mummificazione 164 VERIFICA in itinere 155
INFORMATIVO
Il testo
TESTO REGOLATIVO
168 ALLA SCOPERTA DEL... TESTO ARGOMENTATIVO 169 Regalami un po’ del tuo tempo 170 Le buone abitudini 171 Qual è la vacanza migliore? 172 Scriviamo un testo argomentativo 174 VERIFICA in itinere 167
ARGOMENTATIVO
REGOLATIVO
Il testo
» Scopriamo il Progetto
Sei pronto per riprendere il viaggio nel meraviglioso mondo dei testi?
La prima sezione ti permetterà di ripassare le principali tipologie testuali studiate negli anni precedenti.
Imparerai a comprendere i testi, a cogliere le informazioni specifiche anche lavorando insieme ai compagni e alle compagne. Approfondirai lungo il percorso temi che ti riguardano da vicino e che ti aiuteranno a diventare grande.
Imparerai a riflettere e a confrontarti con i compagni e le compagne e a esprimere le tue opinioni su temi importanti per crescere bene.
• Apprendimento cooperativo
• Compiti di realtà
• Flipped classroom
• CLIL e tante proposte operative per un efficace apprendimento.
Conoscerai le regole della vita di gruppo, i diritti e i doveri di ciascuno. Scoprirai temi che riguardano tutti gli abitanti della Terra e imparerai a rispettare il mondo in cui viviamo, cominciando dai piccoli gesti quotidiani.
4
TIPOLOGIE TESTUALI
TESTI NARRATIVI - GENERI
Il racconto realistico
• Il racconto autobiografico
• Il racconto biografico
Il diario
• La lettera e l’e-mail
Il racconto fantastico
• Il racconto umoristico
Il racconto di avventura
• Il racconto di paura
LE STAGIONI E LE FESTE
LA NUOVA VALUTAZIONE
Pagine speciali che ti permetteranno di riflettere sul tuo percorso di apprendimento e misurare i tuoi progressi.
Scoprirai ciò che hai appreso e ciò che ancora ti rimane da apprendere e migliorare.
TESTI NON NARRATIVI
• Il testo descrittivo
Il testo poetico
• Il testo informativo
• Il testo argomentativo
• Il testo regolativo
5
Una scuola...
La scuola è una nave che solca mari lontani per vivere emozioni.
La scuola è un’isola a forma di cuore dove regna l’amore.
La scuola è un viaggio non servono bagagli ma la voglia di scoprire.
La scuola è fantasia che semina coriandoli e sfide da affrontare.
La scuola apre finestre con i suoi libri colorati pieni di sorprese inaspettate.
6
... per scoprire il mondo
La scuola scrive parole con i colori dell’arcobaleno in un cielo azzurro e sereno.
La scuola libera pensieri e con la penna d’oro di ogni alunno fa un capolavoro.
La scuola è un’avventura che ha voglia di sapere di andare fino in fondo per... ... scoprire il mondo R. Dattolico
g Che cos’è per te la scuola?
E per i tuoi compagni e compagne di classe?
Confrontatevi.
7
Per ricominciare
Per ricominciare IL RACCONTO REALISTICO Ripassiamo
Eroi per gioco
- Vado a cercare i miei amici - annuncia Vanni alla mamma e corre verso la casa rossa, dove abitano i nonni di Ago, Aie e Andrea, che si ritrovano in montagna per le vacanze da cinque anni e sono diventati molto amici. In inverno, a volte, si scrivono. “Chissà che gioco inventerà Ago quest’estate” si chiede Vanni. Ago è il più grande di tutti, ha undici anni, è pigro ma geniale. L’anno scorso li aveva fatti giocare all’Iliade. Aie, che è il più scatenato ma anche quello che legge di più, l’aveva letta e raccontata ai suoi fratelli, Ago e Andrea. In estate Ago aveva avuto l’idea di farla diventare un gioco. Avevano preso scatole di cartone, corde, carta d’argento e arnesi vari. Avevano tagliato e sagomato le scatole e fatto dei buchi per farci passare le corde. Erano riusciti a trasformarle in elmi, corazze e scudi. Avevano decorato i vari pezzi con i simboli degli eroi: l’aquila, il serpente, l’orso, il sole, il leone. Avevano preso dei legni nei boschi, li avevano curvati legandoli con corde per mantenere la curvatura. Poi li avevano lasciati a bagno per tutta la notte nell’acqua, fatti asciugare al sole, ribagnati, rifatti asciugare. In questo modo gli archi sarebbero stati perfetti. Quando tutto era stato preparato avevano giocato alla guerra tra Greci e Troiani, come racconta l’Iliade
g Completa.
• La storia si svolge in in
• Il protagonista è
• Gli altri personaggi sono:
• Chi racconta la storia scrive in
G. Quarenghi, Solaria: sette bambini, una vacanza, una città, Editrice Piccoli
UN TUFFO NEI TESTI 8
Una gara di generosità
- Scommettiamo che vinco io? – disse Roberta. Non aveva nemmeno finito la frase che già stava correndo via veloce come una scheggia, facendo schizzare intorno un po’ di sassolini. Maya non se lo fece ripetere due volte e saettò all’inseguimento della sua amica.
In quattro rapide falcate le arrivò alle spalle e senza fatica le si ritrovò al fianco. Per superarla sarebbe bastato un salto. Mentre correva, Maya sbirciò la faccia di Roberta e la vide così concentrata e determinata che provò un po’ di dispiacere pensando alla facilità con cui avrebbe potuto sorpassarla e arrivare per prima in fondo al viale alberato, alla giostra, che era la loro meta. Sapeva che aveva tutte le possibilità per vincere in qualsiasi momento lo desiderasse. Dunque, cercando di non dare nell’occhio, rallentò il passo e lasciò che la sua amica guadagnasse terreno. Roberta mise ancora più impegno nello sforzo della corsa e si concentrò sulla giostra, che si stava facendo sempre più vicina.
Maya fu contenta di sapere che Roberta non si era accorta di nulla. E, infatti, la sua amica gridò a squarciagola: – Primaaa! – appoggiando la mano sulla panchina e facendo sobbalzare alcuni genitori seduti lì a vedere i propri figli girare in tondo.
Maya una frazione di secondo più tardi gridò: – Arrivata! Anch’io! – e scoppiò a ridere. Maya era così: generosa. Le piaceva regalare agli altri le cose che sapeva li avrebbero fatti felici.
A. Strada, Ti faccio un regalo!, Edizioni San Paolo
g Chi sono i personaggi del racconto?
g Dove si svolge la gara?
g Chi racconta la storia?
Uno dei personaggi Una voce dall’esterno
UN TUFFO NEI TESTI 9 Per ricominciare
Per ricominciare IL RACCONTO FANTASTICO Ripassiamo
Fuocomatto
Nel paese di Dragolandia era tutto pronto per la Gara di Sputafuoco. Fuocomatto era emozionato: per la prima volta poteva partecipare anche lui!
Così Fuocomatto ebbe un’idea: “Domanderò al nonno di seguire i miei allenamenti”.
Il nonno, dapprincipio, rifiutò la proposta con la scusa che era troppo vecchio, ma Fuocomatto gli rispose: – Sarà, ma ai tuoi tempi eri un vero campione!
Allora il nonno, sorridendo sotto i baffi, brontolò:
– E va bene, figliolo, mettiamoci al lavoro!
Il giorno dopo iniziò l’addestramento; il nonno cominciò insegnando a Fuocomatto a gonfiare le guance e i polmoni. Poi preparò dei disegni per spiegargli tutti i suoi segreti e preparò anche delle frittelle per ricompensare i suoi sforzi.
Finalmente giunse il giorno della grande Gara di Sputafuoco.
Il piccolo drago era emozionatissimo, ma non era mai stato così felice in vita sua! Quando fu il suo turno, solo soletto si fece avanti, tirò un gran respiro, ricordò tutti i segreti che il nonno gli aveva insegnato, quindi prese a soffiare fiamme e scintille blu, verdi, rosse e persino dorate!
– Evviva! I fuochi d’artificio! – gridarono i draghi. Quel numero così difficile, che tutti ormai avevano dimenticato, tanto tempo prima era stato la specialità del nonno. Certo, i fuochi d’artificio di Fuocomatto non erano ancora perfetti, ma il draghetto pensò: “Tanto meglio! Così il nonno potrà aiutarmi ancora. E io, per molto tempo, mi godrò le sue frittelle, le sue storie e le sue coccole!”.
g La storia è: realistica fantastica
g I personaggi sono: realistici fantastici
g I fatti accadono in un luogo: realistico fantastico
g La storia è narrata: in prima persona in terza persona
g Perché Fuocomatto si rivolse al nonno?
g Cosa fece il nonno?
g Cosa accadde durante la gara?
A. Ossorio, Storie di streghe, lupi e dragolupi, Einaudi Ragazzi
UN TUFFO NEI TESTI 10
Un pomeriggio afoso
Un pomeriggio in una calura languida in cui sembrava che tutto dormisse all’infuori delle cicale, il cane Roger ed io ci incamminammo verso le colline. Attraversammo gli uliveti, chiazzati di un sole abbagliante, dove l’aria era afosa e immobile, e ci inerpicammo su un nudo picco roccioso, dove ci sedemmo a riposare.
L’isola sonnecchiava sotto di noi, scintillante come un acquerello appena dipinto, nella foschia dell’afa: ulivi grigioverdi, cipressi neri, rocce multicolori lungo la costa e il mare verde giada, con qualche lieve increspatura sulla superficie liscia.
Proprio sotto di noi c’era una piccola baia a forma di mezzaluna col suo bordo di sabbia bianca, una baia così bassa e con un fondo di sabbia così chiara che l’acqua era di un azzurro pallido, quasi bianco.
Durrell, La mia famiglia e gli altri animali, Adelphi
1 Evidenzia con colori diversi i personaggi e le parole che descrivono l’ambiente. Sottolinea la similitudine.
2 Come ti sembra l’isola?
3 Quali dati sensoriali sono usati nella descrizione?
Visivi Uditivi Olfattivi Gustativi Tattili
4 Prova a manipolare la descrizione modificando gli aggettivi e inserendo qualche similitudine appropriata. Prima, però, decidi come deve apparire l’isola.
G.
UN TUFFO NEI TESTI 11 Per ricominciare LA DESCRIZIONE Ripassiamo
Filastrocca dei desideri
Voglio l’erba sulla pelle. Voglio correre nei venti. E lo zucchero di stelle voglio romperlo tra i denti.
Voglio far le mie domande ad un albero, ad un fiume. Voglio diventare grande senza perdere le piume.
Voglio i nomi e i cognomi delle cose che non so.
Voglio due cugini gnomi.
Voglio quello che già ho.
Voglio il sole di domani con le lucciole di ieri.
Voglio qua, sopra le mani, desideri, desideri!
B. Tognolini
1 Sottolinea di rosso le parole in rima. La rima è: baciata alternata
2 Rispondi a voce.
• Da quante strofe è composta la poesia? E da quanti versi?
• Com’è il ritmo della poesia: lento o veloce?
• Quali emozioni hai provato leggendo la poesia?
UN TUFFO NEI TESTI 12 Per ricominciare LA POESIA Ripassiamo
IL TESTO INFORMATIVO Ripassiamo
La regina delle erbe: la camomilla
La camomilla è una pianta che cresce a ciuffi, con i fiori simili alle margherite. Cresce spontaneamente, cioè senza bisogno di essere coltivata, in Europa e in Asia. Esistono molte specie di questa pianta: in Italia è diffusissima quella chiamata Matricaria chamomilla. Viene giustamente definita “regina delle erbe”; si usa per fare infusi e decotti, cioè bevande in cui sono stati lasciati i fiori in infusione, proprio come si fa per il tè. La camomilla serve da “calmante”, quando non si dorme bene, o quando si è nervosi. Unita ad altre sostanze sembra che serva a schiarire i capelli. I fiori secchi di camomilla, messi tra la biancheria, tengono lontane le tarme e altri insetti. Anticamente i fiori e le erbe venivano usati per trasmettere dei messaggi. Se una donna offriva dei fiori di camomilla, il gesto significava: ”Ti amo sempre più!”.
1 Rispondi sul quaderno.
• Dove cresce la camomilla?
• Come si usa?
• Quando si usa?
IL TESTO REGOLATIVO Ripassiamo
Tisana alla camomilla
Se si vuole preparare una tisana alla camomilla sarà sufficiente portare, in un pentolino, l’acqua ad ebollizione e versarla in una tazza. Immergervi poi un cucchiaio raso di camomilla, lasciare in infusione per dieci minuti, filtrare e infine bere.
1 Il testo dà: regole comportamentali istruzioni da seguire
UN TUFFO NEI TESTI 13 Per ricominciare
Testi più, Editrice La Scuola
Autunno…
È una bella serata di metà ottobre. Benché i faggi abbiano ancora foglie e il sole sia tiepido, aleggia un senso di vuoto sulla distesa dell’altopiano.
I fiori si sono fatti più rari e le piante si vanno spogliando. Meno numerosi sono i versi degli insetti, e intermittenti.
I moscerini danzano ancora nell’aria serena, ma i rondoni che calavano a mangiarseli se ne sono ormai andati e in luogo dei loro stridi alti nel cielo si ode solo il cinguettio d’un pettirosso. Con il soffio del vento le foglie rossicce e gialline dei faggi strepitano e tremano. È tempo di addii, di partenze, per chi non sia adatto a sostenere i rigori dell’inverno.
Autunno
Il cielo ride un suo riso turchino benché senta l’inverno ormai vicino.
Il bosco scherza con le foglie gialle benché l’inverno senta ormai alle spalle. Ciancia il ruscello col rispecchiato cielo, benché senta nell’onda il primo gelo.
È sorto a piè di un pioppo ossuto e lungo un fiore strano, un fiore a ombrello, un fungo.
M. Moretti, Sentimento, Sandron
nell’ARTE
g Con materiali di riciclo realizza un bosco autunnale evidenziando i particolari della stagione.
g Rispondi alle domande.
• Cosa esprimono i due testi?
• Quali sensazioni hai provato leggendoli?
g Dopo aver letto la poesia, sottolinea le parole che ti hanno maggiormente colpito e con le stesse inventane una sull’autunno.
14
Ecco
R. Adams, La collina dei conigli, Rizzoli
l’AUTUNNO
La vendemmia
La festosa vendemmia chiudeva la nostra vacanza ed era l’ultima felicità della stagione. Per settimane avevamo spiato il colore dei grappoli che si facevano lentamente più dorati o più scuri, sperando che maturassero in tempo, cioè prima della nostra partenza. Benché ci fosse stato proibito di toccare l’uva destinata alla pigiatura, di nascosto andavamo a tagliare gli acini, a staccarne con delicatezza qualcuno per assaggiarli.
I cugini, che erano circa della nostra età, ci accompagnavano nelle scorribande vietate e questo ci tranquillizzava, perché, se ci avessero scoperti, ci avrebbero sgridati o puniti tutti insieme.
Quelli della vendemmia erano giorni veramente gioiosi. Dall’alba al tramonto andavamo su e giù per la vigna.
g Rispondi alle domande.
• Per i ragazzi quale era l’ultima felicità della stagione estiva?
• Cosa facevano di nascosto entrando nella vigna?
• Cosa veniva loro vietato dagli adulti?
• Cosa, invece, veniva permesso?
g Immagina di essere con i piedi nei tini a pigiar l’uva e racconta arricchendo il testo di descrizioni significative, utilizzando opportunamente i dati sensoriali.
Come, Little Leaves
“Come, little leaves,”
Said the wind one day, “Come over the meadows
With me, and play; Put on your dresses Of red and gold;
And the days grow cold.”
15 AUTUNNO
l’AUTUNNO nell’ARTE
Lavoro sul dipinto
g Cosa rappresenta il dipinto?
g Quali colori ha scelto l’artista?
g Quale colore è predominante?
g Quale sensazione ti trasmette il dipinto?
16
A. Renoir, Jules Le Coeur e i suoi cani
Alberi che ondeggiano oscillando la loro chioma. Alberi al vento.
Alberi spogli che si accarezzano insieme prestandosi i colori.
B. Beretta, Albero, albero, cresci, Macro Edizioni
• Che sensazioni hai provato leggendo la poesia?
• Confrontati con le compagne e i compagni.
Alberi d’autunno
Alberi d’autunno, quante foglie sono cadute la notte scorsa!
Pare che gli alberi si siano girati sottosopra e abbiano adesso la chioma in terra e le radici in cielo.
• Che cosa pensa il poeta osservando gli alberi in autunno?
• A te cosa sembrano?
Inserisci opportunamente i dati sensoriali, le similitudini e qualche metafora. Poi rappresenta le poesie con un disegno utilizzando tecniche pittoriche differenti.
J.R. Jimenez
17
l’AUTUNNO in poesia
io Scrivo
g Leggi le domande e continua la storia.
• Cosa faranno i due ragazzini quando entreranno nella magica casa sull’albero?
• Cosa succederà?
• Chi arriverà?
g Leggi e racconta la storia.
Preparativi per Halloween
– Forse per Halloween dovrei mascherarmi da vampiro, e non da principessa – disse Annie.
– Dai, sbrighiamoci – incalzò Jack. – Ho freddo.
Lei e suo fratello Jack erano seduti sotto il portico. Il vento era piuttosto freddo e frustava le chiome degli alberi facendo cadere le foglie, che avevano ormai i colori dell’autunno.
– Ma hai già preparato il costume da principessa – obiettò Jack –e poi ti sei travestita da vampiro già l’anno scorso… che noia.
– Lo so, ma ho voglia di rimettermi i dentoni appuntiti –ribatté lei.
– Puoi metterli lo stesso e fare la principessa-vampiro – suggerì Jack, alzandosi. – Beh, io vado a truccarmi da zombie.
– CRA! – Un uccello nero atterrò di colpo e cominciò a camminare fra le foglie cadute.
– Accipicchia! – esclamò sua sorella. – Cos’è? Una cornacchia?
– No, è troppo grosso – rispose Jack. – Credo che sia un merlo.
– Un merlo? Fantastico!
Il merlo sollevò la testa lucida e li guardò con i suoi occhi lucenti, poi allargò le ali e si sollevò nell’aria, dopodiché planò e si diresse verso i boschi di Frog Creek.
Annie saltò in piedi. – È un segno! Morgana è tornata! – esclamò.
– Mi sa che hai ragione! – convenne Jack. – Andiamo! I due ragazzini attraversarono il cortile. Poi corsero lungo la strada, verso il bosco.
Quando raggiunsero la quercia più alta videro una scaletta di corda che penzolava da un ramo. La magica casa sull’albero era tornata e li stava aspettando.
M. P. Osborne, Festa di Halloween al castello fantasma, Piemme Junior
IN FESTA!
18 AUTUNNO
The fun of Halloween
On one mystic, magic night, Jack O’ Lanterns glowing bright, kids with bags of candy sweet roam door to door and street to street, all dressed up for trick or treat!
Wizards with wands, pirates with hooks, monsters and clowns with spooky looks,
kings and queens with capes and crowns, a princess in her royal gown,
witches with warts and fairies with wings movies stars with sparkling rings,
INSIEME
vampires with fangs that bite, ghost that boo all dressed in white.
Oh, the fun of Halloween, be young or old or in between!
> Scegliete un’emozione: felicità, tristezza, rabbia, paura e spiegate per iscritto in che modo si
VIVA HALLOWEEN! 19 AUTUNNO
Incontro nel bosco
Io e il nonno continuammo a vagabondare nel bosco. Ad un tratto passò una cerva senza fare il minimo rumore.
Girò il lungo collo puntando lo sguardo proprio sopra di me.
I profondi occhi castani erano enormi; lo sguardo, dolce e struggente. Le grandi orecchie scattavano in tutte le direzioni.
Pensai che fosse la creatura più splendida che avessi mai visto finché poco dopo comparve il suo cerbiatto, con il dolce muso arrotondato. E poi il cerbiatto scomparve.
Nonno e io restammo seduti e immobili per cinque minuti, poi proseguimmo lungo il fiume…
J. Kelly, L’evoluzione di Calpurnia, Salani
Scriviamo
1. Tu e il tuo compagno continuate la storia sul quaderno.
2. Immaginate i fatti che potrebbero accadere. Riordinateli e fate una scaletta, poi incominciate a scrivere. Rileggete il testo con attenzione e illustratelo.
3. Infine confrontatevi con i compagni e le compagne di classe.
20
NARRATIVO il testo
Un testo narrativo ha lo scopo di coinvolgere e appassionare il lettore.
Può essere: realistico o verosimile , quando racconta fatti che potrebbero accadere nella realtà, con luoghi e personaggi credibili; fantastico , quando la storia raccontata presenta personaggi straordinari e situazioni inverosimili.
I testi narrativi possono essere suddivisi in sequenze di vario tipo.
I testi narrativi possono essere:
• REALISTICI
• AUTOBIOGRAFICI
• BIOGRAFICI
• DIARI
• LETTERE ED E-MAIL
• FANTASTICI
• UMORISTICI
• DI AVVENTURA
• DI PAURA
21
Alla scoperta del...
RACCONTO REALISTICO
CHE COS’È?
Il racconto realistico è un testo narrativo che racconta vicende reali o verosimili, cioè inventate ma che potrebbero accadere nella realtà. Ha lo scopo di appassionare il lettore attraverso esperienze di vita in cui è possibile identificarsi
PERSONAGGI
I personaggi principali sono i protagonisti e si distinguono dai personaggi secondari, che non hanno un ruolo importante per lo svolgimento della storia.
GLI ELEMENTI DEL RACCONTO REALISTICO
FATTI
I fatti sono gli avvenimenti che forniscono informazioni fondamentali per la comprensione del testo. Possono essere narrati in ordine cronologico (fabula) o attraverso l’inserimento nel racconto di un flashback.
NARRATORE
Il testo può essere scritto:
• in prima persona, da un narratore interno alla storia (un personaggio);
• in terza persona, da un narratore esterno alla storia, che racconta la vicenda senza parteciparvi.
TEMPO
Il tempo in cui si svolgono le vicende, cioè gli avvenimenti di cui sono protagonisti i personaggi, può essere passato o presente e di solito è definito
LUOGHI
I luoghi, cioè gli ambienti in cui si svolgono le vicende, sono reali.
Laboratorio di ASCOLTO O pag. 190
22
22
Una notte movimentata
Stanotte Luca è piombato come una furia nel mio letto. Io ho rischiato di cadere fuori e mi sono presa un grande spavento.
Quando ho capito che era mio fratello, gli ho detto:
– Torna subito nel tuo letto. Che cosa ti ha preso?
– Ho paura, ho paura! – mi ha risposto con voce soffocata da sotto le coperte. E mi ha abbracciata come se fossi il suo orsacchiotto di peluche. Allora ho capito che doveva aver avuto un incubo e gli ho detto: – Perché non vai dalla mamma? Io ho bisogno di dormire.
Niente da fare. Ha continuato a balbettare che aveva paura.
– Insomma, fatti un po’ in là o vattene nel tuo letto. Non vedi che siamo troppo stretti?
Questa volta non mi ha nemmeno risposto. Che dovevo fare? Ho finito con l’abbracciarlo anch’io. E così ci siamo addormentati tutti e due.
Quando stamattina la mamma è venuta a svegliarci, ci ha trovati abbracciati nello stesso letto e ha detto:
– Faceva così freddo stanotte?
– No, è lui che deve aver sognato un paio di mostri – ho detto io sbadigliando.
– Povero Luca… e povera Valentina –ha aggiunto la mamma.
A. Penose, Le fatiche di Valentina, Edizioni Piemme
Gli elementi del testo
Chi sono i personaggi principali?
Luca e Valentina
La mamma
Quando si svolge la vicenda?
Di notte
Di giorno
Dove è ambientato il racconto?
In camera da letto
In cucina
Perché Luca vuole dormire con sua sorella?
Perché ha freddo
Perché ha paura
1 Con attenzione leggi il titolo, osserva le immagini e fai ipotesi e previsioni sull’argomento.
2 Esplora il testo: personaggi, tempo, luogo, fatti.
3 Cogli il significato delle parole e delle espressioni.
4 Rifletti sulle parole-legame che collegano le frasi per capire il filo logico e temporale del discorso.
5 Individua le informazioni esplicite e quelle implicite, che non sono chiaramente espresse ma che si possono ricavare cercando gli indizi sparsi nel testo.
Che cosa scopre la mamma al risveglio?
Luca e Valentina non sono nel letto
Luca e Valentina dormono abbracciati nello stesso letto
Per diventare un lettore esperto
23 IL TESTO NARRATIVO
Esperti Lettori
Per comprendere meglio di che cosa si parla in un testo è necessario cogliere la successione degli avvenimenti più importanti e le informazioni relative ai personaggi, al tempo e al luogo.
Per comprendere correttamente il testo applica il metodo delle cinque W.
WHO Chi? (Di chi si parla?)
WHEN Quando? (Quando è avvenuto il fatto?)
WHERE Dove? (In quale luogo si è verificato?)
WHAT Che cosa? (Che cosa è accaduto?)
WHY Perché? (Per quale motivo?)
g Leggi e racconta, ma prima sottolinea nel testo, differenziando con i colori indicati:
il luogo in cui si svolge la storia;
i personaggi;
le parole che descrivono.
Peonia Rosa
Primo giorno di scuola. Due persone nuove. Una era la maestra, un donnone enorme e informe che si stava presentando: – Buongiorno, sono la vostra nuova insegnante; mi chiamo Camilla Galantina, ma potete chiamarmi Molly, se volete.
L’altra, che attirava molti più sguardi, era una nuova compagna, di cui ancora nessuno conosceva il nome, ma che tutti, specialmente i maschi, non vedevano l’ora di conoscere. Capelli scurissimi, occhi chiarissimi e sorriso luminoso, era senz’altro la bambina più carina che si fosse mai vista in quella classe, anzi in tutta la scuola.
La nuova compagna sedeva due banchi più a destra, vicino ad Anna Pellacani; e Peonia, come ogni altro maschio della classe, non riusciva a staccarle gli occhi di dosso.
Ah, sì, perché Peonia, questo occorre dirlo, era un maschio. È vero, si chiamava Peonia di nome e Rosa di cognome, un nome e un cognome senz’altro ben più adatti a una come quella che non si stancava di fissare, ma Peonia era di sesso maschile, età dieci anni, capelli a spazzola e calzoncini corti da campagnolo, e quel nome ridicolo e femminile gli aveva già causato un bel po’ di guai negli anni passati.
il testo Comprendo
• Quali novità trovò il primo giorno Peonia Rosa?
• Che aspetto aveva l’insegnante? E la nuova compagna?
• Perché Peonia non riusciva a staccare gli occhi di dosso dalla nuova compagna?
• Che cosa scoprì Peonia quando la maestra fece l’appello?
• Che cosa successe subito dopo?
• Quali furono le sue riflessioni?
• L’autore vuol far capire a chi legge che
24 IL RACCONTO REALISTICO
Poi la maestra fece l’appello. Per cominciare a conoscerli, disse. E così ognuno si alzava in piedi non appena l’insegnante lo chiamava.
Peonia ricordava benissimo lo scoppio di risate che il suo nome e cognome avevano suscitato a ogni appello. Ma ormai, ne era più che certo, non sarebbe successo. E invece, non appena la maestra pronunciò le parole “Peonia Rosa”, e lui si alzò per presentarsi, una risata si levò nella classe, un’unica risata acuta e argentina, ma che a Peonia fece più effetto del boato di mille sghignazzate, perché quella era la risata di Margherita Florian.
Così si chiamava la nuova compagna. Peonia, come tutti gli altri, lo era appena venuto a sapere quando la maestra nell’appello era arrivata alla lettera F e si era incantato a pensare al curioso destino che li accomunava entrambi con un nome fiorito. Tutt’altro effetto, invece, doveva aver fatto il suo nome a Margherita Florian, che non riusciva a fermare quell’incontenibile riso. Qualcuno, contagiato da quella risata, cominciava a sorridere e sogghignare anche lui, benché tutti si fossero ripromessi di non prendere mai più in giro Peonia Rosa.
testo Analizzo
il
Analizzo il testo
g La storia è scritta: in prima persona in terza persona
g I personaggi sono: realistici fantastici
g Il luogo è: definito non definito
g I fatti avvengono in un tempo: definito indefinito
g Il tempo in cui avvengono i fatti è al: presente passato
g Rispondi alle domande.
• Quali novità hai trovato il primo giorno di scuola?
• Cosa hai provato nel rivedere gli amici e gli insegnanti?
• Quale episodio particolare si è verificato durante le ore di lezione?
S. Roncaglia, Orchi sottosopra, Feltrinelli Kids
25 IL TESTO NARRATIVO
io Parlo
Ti devo parlare
Erano trascorsi pochi giorni dall’inizio della scuola e con Carlo avevamo deciso che avremmo provato a fregare la merendina a Sara. Perciò, quando è suonata la campanella e l’ho vista che si stava avvicinando al bagno delle femmine con un gruppetto di amiche, mi sono messo davanti alla porta e le ho detto: - Ti devo parlare.
Sara è diventata rossa come un pomodoro.
- Che vuoi? - mi ha chiesto in modo insolente.
io Scrivo IL RACCONTO REALISTICO BULLISMO
- Ho visto che di solito hai un sacco di merendine: me ne devi dare una o due.
- Perché? - fa lei. Sembrava che non avesse capito.
- Perché altrimenti ti pesto - le ho fatto io.
- Perché mi devi pestare? - mi chiede lei.
Ma è proprio tonta! Allora ho provato a spiegarle:
- Io voglio la tua merendina. Tu magari non vuoi darmela, allora ti dico che ti pesto e tu me la dai.
Non è difficile. Mi sembrava una spiegazione chiara e semplice.
- Fammi capire. È un’intimidazione? - mi ha chiesto alzando la voce. Le cose non stavano andando come mi ero immaginato.
Io avevo pensato che, se vai davanti a una femmina e le dici che la pesti, quella si spaventa, magari si mette a frignare e poi ti dà la merenda. In tutti i film succede così. Ma Sara si volta verso le amiche e urla: - Ragazze, c’è un altro bulletto.
Quelle si avvicinano e mi vengono intorno:
- Ripeti un po’… - mi dice Sara.
Io le guardo; per essere forte sono forte, però proprio tutte insieme non ero sicuro di riuscire a menarle. Mi volto verso Carlo ma ha il viso cereo e sta scappando velocissimo in fondo al corridoio…
g Di che cosa parla il testo che hai appena letto? Racconta.
il testo Comprendo g In che modo potrebbe finire la storia?
A. Arato e A. Parola, Il mio nome è strano, Lapis
Immagina di essere Sara e completa sul quaderno. VAI AL VOLUME DI EDUCAZIONE CIVICA 26
Come in Parlamento
Oggi l’interrogazione di Scienze è andata bene. Meno male. Poi la maestra ci ha parlato della democrazia e del diritto che hanno tutti i bambini e tutte le bambine di esprimere la propria opinione e di essere ascoltati. Ha detto che a scuola era ora di parlarne.
- Vediamo di fare un bel dibattito.
- Come in Parlamento, maestra? - ha chiesto Federica. E così abbiamo cominciato. Solo che non è stato facile fare il dibattito perché avevamo tutti voglia di parlare e nessuno di ascoltare.
In classe spesso parliamo tutti insieme anche se la maestra dice di alzare sempre la mano, prima di parlare, e di aspettare ciascuno il proprio turno.
Il fatto è che certe volte ti viene una cosa in mente e la vuoi dire subito, prima che ti scappi, anche se in quel momento sta parlando un altro. E allora quello che sta parlando si arrabbia perché lo interrompi e alza la voce per farsi sentire anche se parli tu.
La maestra dava la parola prima a uno poi a un altro. Faceva come fa l’arbitro nelle partite di calcio, facendo rispettare le regole. Alla fine ho capito che è difficile ascoltare tutti con pazienza, cercando di capire bene le loro ragioni e cercando pure di non dimenticarti quello che volevi dire tu. E poi in classe ci sono quelli che vogliono parlare sempre loro, e ci sono quelli che invece sono timidi e non parlano mai. Per fortuna che c’è la maestra, che fa parlare solo chi alza la mano e incoraggia quelli che fanno fatica a dire ciò che pensano.
g Secondo te è importante essere ascoltati quando si esprimono le proprie opinioni? Perché?
g Quali regole bisogna rispettare perché tutti possano partecipare a una discussione? Confrontati con i compagni e le compagne di classe.
A. Ferrara, Diritti al cuore, “Le rane” Interlinea
VAI AL VOLUME DI EDUCAZIONE CIVICA 27 IL TESTO NARRATIVO COSTITUZIONE
ARLIAMONE
Non è un gioco da femmine!
Ogni settimana, nella scuola elementare di Giovanni, si tiene una gara per decidere chi può utilizzare il campetto. Questa settimana hanno vinto le femmine.
Non posso guardare. Ora si metteranno a giocare a pallavolo, a «un, due, tre... stella!» oppure faranno finta di essere qualche personaggio dei cartoni tipo delle fatine o giù di lì. Che barba i giochi delle femmine!
Noi avremmo giocato a calcio. Oppure a fulmine, che è quando ti rincorri e devi imprigionare l’altro. O a chi fa in meno tempo il giro del campetto.
A un certo punto però arriva Zoe con qualcosa sottobraccio. In un primo momento tutte la guardano con estrema diffidenza, quasi facendo finta di non vederla. Poi Zoe lancia in aria uno strano oggetto, che disegna una bellissima parabola . Corre a recuperarlo e torna tenendolo alto, come una bandiera. Tutte la chiamano, entusiaste. Vogliono provarlo.
– Ma che ha in mano? – chiede Giulio.
– Chi? – ribatte Marco, intento a guardarsi i lacci delle scarpe.
– Zoe, che cosa ha in mano? – ripete Giulio, alzandosi in piedi. Mi tiro su anch’io per capirci qualcosa. È una cosa ovale con una coda.
Le femmine si mettono in cerchio, poi formano due righe distanti una decina di metri l’una dall’altra, quindi Zoe lancia quell’aggeggio, che scocca via come una freccia e sibila nell’aria.
– Forte! – mi scappa di dire.
VAI AL VOLUME DI EDUCAZIONE CIVICA
28 IL RACCONTO REALISTICO PARITÀ DI GENERE
Marco, Giulio, io e gli altri maschi stiamo tutti col naso all’insù.
Vola come un missile spaziale, ruota, taglia l’aria e zac!, Aurora corre e lo riacchiappa al volo con enorme soddisfazione.
– Mio cugino ne ha uno uguale! – esclama. Ora tocca a lei: Aurora carica il lancio portando indietro il braccio e poi, rapida, lo fa scattare in avanti. Il missile riparte, non bene come nel lancio di Zoe, ma è comunque un bel tiro.
Sto ancora a guardare il missile che gira quando Marco avanza pestando i piedi fino al campetto. Si pianta in mezzo alle femmine.
– Non vale! – grida.
Le femmine si bloccano, il missile cade a terra.
– Cosa c’è? – chiede Zoe, correndo da Marco.
– Non è da femmine!
– Cosa?
– Questo gioco – risponde Marco. - Perché non è quello che fanno sempre le femmine.
- E allora, se ci piace? - afferma Aurora.
- Vogliamo giocare con il coso di Zoe e ci giochiamo.
- Si chiama Vortex - precisa Zoe.
- Non ci potete giocare!- insiste Marco.
- Invece sì!
- È un gioco da maschi!
- È un gioco e basta! - grida Zoe.
S. Vecchini, Maschi contro femmine, Mondadori
testo Comprendo
Comprendo il testo
il IL TESTO NARRATIVO
g Segna con una x le affermazioni corrette.
Il bambino che racconta è arrabbiato perché nel campetto gioca la squadra avversaria.
Zoe entra nel campetto con qualcosa sottobraccio.
Tutte le bambine si mettono a giocare col gioco portato da Zoe.
Zoe lancia un oggetto in aria e Marco lo recupera.
Giulio guarda incuriosito il gioco delle femmine e applaude.
Marco invade il campetto.
ARLIAMONE
g Perché Marco dice che quel gioco non è da femmine?
g Pensi che ci siano giochi adatti alle femmine e giochi adatti ai maschi? Confrontati con i compagni e le compagne di classe. Avete espresso tutti la stessa opinione?
Marco dice a Zoe che il gioco che stanno facendo è molto divertente. 29
Le sequenze
La storia prende corpo attraverso la combinazione delle sequenze. Esse cambiano ogni volta che accade qualcosa di diverso: entra in scena un nuovo personaggio; cambia il tempo; cambia il luogo; c’è una nuova situazione.
Tutti in barca
Presentazione del papà e della famiglia
Il mio papà ha una barca a motore e quando il mare è tranquillo ci porta lontano, dove l’acqua è più azzurra e più fredda.
Presentazione della mamma
La mia mamma con il mare non va molto d’accordo perché dice che è un vecchio asmatico, brontolone e mai contento, che va avanti e indietro come un animale in gabbia.
Insomma la mia mamma preferisce il fiume, perché scorre senza fretta e quando è vicino alla sorgente salta e scherza con i sassi.
Succede un fatto
Un giorno, per far contento il mio papà, la mamma salì a bordo con noi e si sistemò buona buona dalla parte del timone.
Il mio papà tirò la corda di avviamento, ma il motore non partì. Provò un’altra volta: niente. Riprovò: niente.
– Eppure – diceva – è sempre partito al primo colpo!
Guardava il motore e controllava il serbatoio: tutto era a posto. Scendemmo.
Il papà tirò la corda e il motore partì.
LE SEQUENZE
30 IL RACCONTO REALISTICO
Succede un fatto nuovo
Ognuno riprese il suo posto, e quindi la mamma si mise di fianco al timone.
Il motore si spense subito. Il papà tirò con forza la corda, che si spezzò. Il mio papà, però, non si arrese. Prese la corda di scorta, si schiacciò un dito, ma sistemò l’avviamento.
Succede un fatto nuovo
Scendemmo di nuovo tutti. Il motore tornò a rimettersi in moto.
Ci prende in giro – disse la mamma mentre risalivamo in barca. Appena seduta, il motore… morto!
Succede un fatto nuovo
– Mamma cara, – disse allora il mio papà – dove ti siedi?
Così fu risolto il mistero. La mamma si sedeva sopra il tubicino della benzina e questa non arrivava al motore.
R. Marini, Alto, forte, con i capelli un po’ lunghi, Raffaello Editore
il testo Comprendo
g Completa lo schema narrativo e racconta la storia.
Il papà porta la sua famiglia sulla barca a motore quando il mare è tranquillo.
–
31 IL TESTO NARRATIVO
il testo smontiamo
La divisione di un testo in sequenze serve a:
• capire la struttura;
• comprendere il contenuto;
• utilizzare la stessa struttura per scrivere nuove storie. All’interno delle storie si trovano vari tipi di sequenze:
NARRATIVE
Vi accadono i fatti più importanti che compongono la narrazione.
DESCRITTIVE
Interrompono lo svolgersi dei fatti per soffermarsi sul paesaggio, sull’aspetto dei personaggi, dei luoghi, sugli stati d’animo.
DIALOGICHE
Riportano i dialoghi fra i personaggi.
RIFLESSIVE
Riportano i pensieri dei personaggi o dell’autore.
g Il testo è stato smontato in sequenze: riordinale numerandole. Poi rileggi la storia eliminando le due sequenze narrative: come ti sembra?
Un gatto da salvare!
Sequenza descrittiva
Mentre l’automobilista borbottava, io e Luca siamo andati a vedere come stava il gatto. Conoscevo quel gatto nero. Gironzola spesso dalle nostre parti e gli ho dato da mangiare un paio di volte.
Quando mi sono chinata per toccarlo, ho visto che il gatto respirava ancora, aveva gli occhi semichiusi e tentava di rimettersi sulle zampe.
Era vivo ma aveva bisogno di aiuto.
Sequenza dialogica
Ho dato a Luca il mio zaino, ho preso il gatto tra le braccia e mi sono messa a correre verso casa.
L’automobilista era schizzato via e non c’era nessuno che potesse darmi un passaggio per andare dal veterinario.
– Papà, tira fuori l’auto dal garage! – ho gridato quando sono entrata in casa. – C’è un gatto randagio da salvare. È appena stato investito.
Mio padre è uscito dalla cucina e io l’ho scongiurato di far presto.
– Pensavo di risposarmi – ha borbottato. Dieci minuti dopo eravamo dal veterinario.
Sequenza narrativa
Sapete che cos’è una frenata lacerante? Io l’ho scoperto ieri. Stavo tornando a casa con Luca, mio fratello, quando all’improvviso ho sentito una frenata alle mie spalle. È stata, appunto, lacerante, e ho fatto appena in tempo a vedere un’auto che inchiodava in mezzo alla strada e un gatto nero scagliato contro un marciapiede.
LE SEQUENZE
32 IL RACCONTO REALISTICO
Sequenza dialogica
– Gli è andata bene – ha detto alla fine il veterinario. –Anzi, le è andata bene, visto che è una femmina. Ma questa zampa va fasciata.
– Allora vuol dire che non può restare in strada?
– Vuol dire che deve starsene tranquilla nell’angolo più confortevole del vostro appartamento. Ma non è la tua gatta?
– No, è una randagia. Ne parlerò con mio padre. Dobbiamo pagare?
– Lascia perdere. Per questa volta è gratis, visto che non ha padroni.
Sequenza narrativa
Ma la mamma ha solo detto che bisognava attrezzarsi: ci volevano una cassetta della sabbia, una scodellina per l’acqua e una per il cibo. Così, tutti insieme, la gatta, mamma, papà, Luca ed io siamo andati in quel negozio all’angolo che vende prodotti per animali. Poi ho abbracciato mio padre e gli ho sussurrato:
– Grazie.
Sequenza dialogica
Con la gatta fasciata e malconcia, sono entrata in macchina e ho guardato mio padre.
– Non possiamo lasciarla in strada. Se l’abbandoniamo morirà.
– Ma, non abbiamo mai avuto animali in casa – ha replicato mio padre.
– Dai, papà!
– Ne parliamo a casa con la mamma.
A. Petrosino, V come Valentina, Piemme Junior
g Rispondi alle domande.
• Quando è avvenuto il fatto?
• Dove?
• Il testo è stato scritto in prima o in terza persona?
• Chi sono i protagonisti del racconto?
• Chi sono gli altri personaggi?
• Qual è l’argomento generale della storia?
g Qual è il significato delle seguenti espressioni?
“L’automobilista era schizzato via”:
l’automobilista era scappato l’automobilista aveva schizzato i pedoni con l’acqua
“Un’auto che inchiodava”:
un’auto che finiva con le ruote sui chiodi
un’auto che frenava di colpo
io Parlo IL TESTO NARRATIVO
il testo
Analizzo
Oltre le PAROLE
g Pensi che sia giusto il comportamento dei due ragazzini? Spiega. 33
Le tecniche narrative
Per la produzione di racconti si possono utilizzare due tecniche narrative: la fabula e il flashback, che determinano la struttura della storia, arricchita da descrizioni di personaggi, luoghi, situazioni per esprimere e comunicare sensazioni, impressioni e stati d'animo.
la fabula scopriamo
La fabula è la narrazione dei fatti così come sono accaduti in ordine cronologico. L’ordine cronologico è indicato dalle parole del tempo.
g Sottolinea nel testo le parole del tempo.
La pesca di nonno Tano
Un giorno il nonno era fuori con la barca piccola, a motore, e si era spinto un po’ al largo.
Il mare era leggermente mosso e il nonno riposava a poppa.
Aveva attaccato delle sarde agli ami e ora le lenze, immerse nell’acqua, aspettavano un pesce.
A un tratto, alla lenza di sinistra, un pesce abboccò.
Doveva essere grosso, perché la lenza cominciò a tendersi e poi a svolgersi nell’acqua.
Infatti era un pesce spada. Il nonno vide la sua forma allungata, nell’acqua trasparente, a pochi metri, e si chiese come avrebbe fatto ora, da solo, a issarlo sulla barca. Tirò la lenza con le due mani, ma il pesce era fortissimo e si dibatteva violentemente per liberarsi.
In quel momento un’ombra agile e veloce si accostò alla barca e, prima che il nonno potesse rendersene conto, un muso appuntito emerse dall’acqua, vicinissimo. Era un delfino.
Il nonno e il delfino si guardarono negli occhi come due persone. Poi l’animale, con un piccolo grido e un movimento velocissimo, diede un morso secco alla lenza, spezzandola.
Il nonno, pieno di stupore, vide il delfino avvicinarsi al pesce spada e spingerlo lontano dalla barca, con colpi delicati ma decisi del muso.
R. Grazzani
LE TECNICHE NARRATIVE
34 IL RACCONTO REALISTICO
il testo Analizzo
g Il testo è scritto: in prima persona in terza persona
g Il racconto è: realistico fantastico
il testo Comprendo
g I fatti avvengono in un tempo: definito indefinito
g I fatti sono narrati: in ordine cronologico in ordine cronologico con flashback
g Racconta a voce la storia seguendo l’ordine temporale della narrazione (fabula) e poi completa lo schema narrativo.
Un giorno
In quel momento
A un tratto Poi
g Racconta un episodio di cui sei stato protagonista mettendo i fatti in ordine di tempo e arricchisci la storia di descrizioni per esprimere impressioni, sensazioni e stati d'animo.
io
Scrivo
35 IL TESTO NARRATIVO
il flashback scopriamo
Il flashback consiste nell’interrompere lo sviluppo cronologico della narrazione per inserirvi un episodio del passato collegato con il racconto stesso. Il temine flashback significa “salto nel passato”.
g Leggi e racconta la storia.
Il ricordo portato dal fiume
Di notte, quando la luna piena sorgeva dalle acque del grande fiume, Gastón scendeva dall’amaca e usciva sulla veranda. Tra gli alberi sulla riva, nascosti nel nero delle fronde , gli uccelli pigolavano, sognando i loro sogni. Tutto il resto era silenzio.
Gastón si appoggiava alla ringhiera e il ricordo arrivava da solo: il ragazzo si era convinto che fosse il fiume stesso a portarglielo, nelle notti di plenilunio, quando era più facile per i ricordi viaggiare.
Nel testo è stato evidenziato un flashback cioè un fatto riferito al passato.
Gli bastava fissare la superficie dell’acqua, ed ecco che, come per magia, comparivano un’altra veranda, un altro tempo, una tavola imbandita. Un piccolo Gastón stava seduto con le gambe ciondoloni su di una sedia troppo alta per la sua età. Teneva stretto in pugno il suo cucchiaio e lo batteva con insistenza contro la ciotola vuota. I suoi occhi non smettevano di fissare la porta della cucina, perché da lì sarebbe uscita la mamma con il suo piatto preferito.
– Chupe! Chupe! Chupe! – ripeteva il bambino e già il profumo meraviglioso della zuppa di gamberi arrivava dalla cucina fin sotto il suo naso.
La mamma compariva con una zuppiera fumante e la posava sul tavolo. Prendeva il mestolo e lo tuffava dentro, dando un’ultima lenta rimescolata.
– Con tanti gamberi e poche patate! – gridava il piccolo Gastón.
– E io allora con tante patate e pochi gamberi! – diceva il papà, con voce falsamente scontenta. Poi anche la mamma si sedeva a tavola e tutti e tre mangiavano in silenzio.
Il fiume non aveva altri ricordi da portargli, solo quello del chupe fumante sulla terrazza di casa sua.
Poi il ragazzo tornava a stendersi sull’amaca.
A. Lavatelli
IL FLASHBACK 36 IL RACCONTO REALISTICO
il testo Analizzo
g Chi è il protagonista della storia?
LESSICO
fronde: chioma.
g Cosa ricorda del suo passato?
G I OCO con la storia
g Manipola la storia e scrivi sul quaderno un altro ricordo del piccolo Gastón.
io Scrivo
g Racconta brevemente una tua esperienza con la tecnica del flashback. Immagina di sentire un suono, un rumore o altro che possa ricordarti fatti accaduti in un tempo passato, poi immagina che succeda qualcosa che ti riporti nuovamente al presente.
37 IL TESTO NARRATIVO
Odio i dentisti!
Laura uscì dallo studio del dentista in uno strano stato, fatto di un misto di rabbia e disperazione. Pietro, il suo dentista, l’aveva salutata con un sorriso, ma lei non aveva risposto. Odiava Pietro con tutta se stessa; l’apparecchio era una sorta di dichiarazione di guerra e, finché non glielo avesse tolto, Pietro sarebbe stato per lei un nemico.
Tornò verso casa a piedi. Come temeva, i suoi genitori la accolsero con un atteggiamento sdolcinato, che avrebbe messo i brividi a chiunque, figurarsi a una ragazzina nel suo stato d’animo.
Ovviamente non mangiò nulla.
A un certo punto prese carta e penna e scrisse: “Vado dal nonno”. Il nonno era da sempre il rifugio preferito di Laura.
E infatti, pur sapendo della novità della nipotina, la accolse come ogni altra volta, sguinzagliandole addosso le feste del suo cane Pippo.
Laura ebbe il suo bel daffare nel cercare di evitare di aprire le labbra, sorridendo.
Poi i due si sedettero al tavolo della cucina. Si scambiarono i consueti sguardi e sorrisini complici; poi Laura notò che il nonno teneva le labbra chiuse e nascondeva qualcosa nella mano.
All’improvviso il nonno aprì la mano e sfoderò tra le dita… la sua dentiera!
Contemporaneamente iniziò a cantare, aprendo e chiudendo ritmicamente la dentiera nella mano e la bocca, incredibilmente priva di denti.
Laura rimase a bocca aperta, dimenticandosi del tutto del suo apparecchio.
Poi scoppiò in una sonora risata, che la liberò di parte della tensione e della rabbia che provava nei confronti del mondo.
Prima di andarsene abbracciò il nonno e fece a Pippo una boccaccia, mostrandogli bene quella strana ferrovia che le attraversava i denti.
38 VERIFICA in itinere
A. Valente, Sotto il banco, Fabbri Editori
il testo Comprendo
g Chi è Pietro?
Il nonno di Laura
Il dentista di Laura
g Perché Laura è arrabbiata con Pietro?
Le ha messo l’apparecchio ai denti
Le ha estratto un dente
g Come è accolta dai suoi genitori?
Con aria minacciosa
In modo sdolcinato
il testo Analizzo
g Il racconto è scritto: in prima persona in terza persona
g I personaggi sono: realistici fantastici
g Il tempo della narrazione è: definito indefinito
g La vicenda è narrata: al presente al passato
linguistica Riflessione
g Che cos’è il nonno per Laura?
È un rifugio
È una dichiarazione di guerra
g Che cosa nasconde il nonno nella mano?
Il guinzaglio di Pippo
Una dentiera
g Come reagisce Laura?
Resta a bocca aperta e poi ride
È incredula e resta in silenzio
g Ora numera i fatti in ordine cronologico, come sono presentati nel racconto.
Il nonno aprì la mano e sfoderò tra le dita la sua dentiera iniziando a cantare.
Laura scoppiò a ridere mostrando l’apparecchio.
Laura uscì dallo studio del dentista provando rabbia.
I genitori accolsero Laura in modo sdolcinato. Laura su un biglietto scrisse “Vado dal nonno” e uscì di casa.
Laura salutò il nonno e Pippo con una grande boccaccia.
g Sottolinea nel testo tutte le voci verbali espresse al passato remoto del modo indicativo.
Ho svolto le attività di:
Comprensione ................................. con facilità con qualche difficoltà con un aiuto
Analisi con facilità con qualche difficoltà con un aiuto
Riflessione linguistica con facilità con qualche difficoltà con un aiuto
IL RACCONTO REALISTICO
39
Alla scoperta del...
RACCONTO AUTOBIOGRAFICO
CHE COS’È?
Il racconto autobiografico è un testo narrativo che tratta avvenimenti significativi realmente accaduti.
PERSONAGGI
Il protagonista è il personaggio principale; i personaggi secondari sono quelli che fanno parte della vita dell’autore.
GLI ELEMENTI DEL RACCONTO AUTOBIOGRAFICO
FATTI Sono ricordi rievocati dalla memoria e accompagnati da riflessioni ed emozioni.
NARRATORE
Il narratore è l’autore stesso
TEMPO
È il passato scandito dalle date in cui sono accaduti i fatti.
LUOGHI
I luoghi sono reali: quelli in cui è vissuto il protagonista.
40
Fare musica
Avevo sette anni quando andai per la prima volta al Teatro alla Scala di Milano. Quando mi sono affacciato al parapetto del loggione, che è la fila di posti più vicina al soffitto, ho visto dall’alto, piccolissimi e lontani, tanti musicisti e un uomo, agitando il suo ditino, scatenava suoni meravigliosi. Si trattava dei Notturni di Debussy, un musicista nato nella seconda metà dell’Ottocento, che sembra quasi dipingere luci e colori con la sua musica: in particolare mi colpì la musica del secondo notturno, con un suono di trombe che arrivava da lontano, come una magia. Arrivato a casa, subito ho chiesto chi era quel piccolo omino che stava sulla pedana rossa e sembrava onnipotente: era un grande direttore d’orchestra, Antonio Guarnieri. Quella serata fu per me importantissima. Ero rimasto ammaliato dalla possibilità di suonare in tanti, insieme, e dall’importanza di quell’omino, che li dirigeva come un filo conduttore. Il giorno dopo iniziai anch’io a studiare pianoforte, per potere un giorno fare musica insieme agli altri. Intanto, con rinnovata attenzione, ascoltavo le prove di mio padre quando suonava con la mamma. Speravo un giorno di essere in grado di sostituire la mamma al pianoforte e di accompagnare io il papà.
il testo Comprendo
• A quale epoca della vita dell’autore si riferiscono i fatti narrati?
• Quali personaggi della vita dell’autore compaiono?
• Quali elementi tipici dell’autobiografia sono presenti nel testo?
LESSICO
ammaliato: affascinato.
g Scrivi un racconto autobiografico. Pensa ad un episodio che hai vissuto e che ricordi volentieri. Arricchisci il racconto con brevi descrizioni. Poniti le seguenti domande per rendere il racconto più avvincente.
• Dove mi trovavo? Quando? Chi c’era con me? Chi ho incontrato? Cosa è successo? Cosa ho provato? Come mi sono comportato/a? Cosa non dimenticherò mai?
C. Abbado, La città dei suoni, Babalibri
io Scrivo
41 IL TESTO NARRATIVO
il testo Analizzo
g Dividi il testo in sequenze segnandole al margine della pagina. Poi racconta la storia.
g Sottolinea nel testo con colori diversi le descrizioni dei personaggi e delle emozioni.
Il complotto del topo
I miei quattro amici e io trovammo un topo morto.
– Puzza! – disse qualcuno. – Buttalo.
– Un momento – dissi io. – Perché non lo ficchiamo in uno dei barattoli della Pratchett?
Mi diedero grandi pacche sulla schiena e mi acclamarono. Mi cacciai il topo nella tasca, poi ci dirigemmo verso il negozio di dolci. Entrammo nel negozio: la signora Pratchett stava dietro la cassa e ci guardò sospettosa.
Una stringa di liquirizia, per favore – disse Thwaites. Quando la vidi girarsi, sollevai il pesante coperchio delle Palle Arcobaleno e ci gettai il topo. Poi rimisi a posto il coperchio più silenziosamente che potei. Il cuore mi batteva all’impazzata e avevo le mani tutte sudate. Una volta fuori, ci mettemmo a correre. – Bravo! – urlarono. Mi sentivo un eroe. Che meraviglia essere così popolare! La mattina dopo ci ritrovammo per andare a scuola.
– Andiamo a vedere se è ancora nel barattolo – propose qualcuno. Arrivati all’altezza del negozio vedemmo il cartoncino CHIUSO appeso alla maniglia. Guardammo dentro, il naso schiacciato contro la vetrina.
– Guardate! – gridai. – Il barattolo è per terra. E laggiù c’è il topo!
–
IL RACCONTO AUTOBIOGRAFICO 42
Divenimmo silenziosi. Dopo un po’ Thwaites ruppe il silenzio. – Quando una persona di quell’età riceve un grave colpo, sapete che cosa le capita? Il cuore si ferma e la persona muore – esclamò. Per un momento il mio cuore cessò di battere. Ero diventato un assassino. In quell’istante sentimmo suonare la campanella della scuola. Ci precipitammo ai nostri posti proprio mentre il direttore faceva il suo ingresso.
– Tutti gli alunni vadano nel cortile – disse con aria cupa. Cominciai a tremare. Mentre ci dirigevamo verso il cortile, avevo l’impressione che lo stomaco mi si stesse lentamente riempiendo d’acqua. Improvvisamente il direttore apparve gigantesco e massiccio nel suo completo nero, e dietro di lui, incredibile, trotterellava la magra sagoma della signora Pratchett. Era viva! Il sollievo che provai era inenarrabile .
– Eccoli! – gridò.
R. Dahl, Boy, Salani
LESSICO
inenarrabile: indescrivibile.
io Scrivo
g Riscrivi sul quaderno l’inizio del testo immaginando che sia la signora Pratchett a raccontare i fatti.
g Il testo affronta il tema dell’amicizia. Confronta il tuo punto di vista con quello dei compagni e delle compagne di classe riguardo a due posizioni differenti (tesi) rispetto ai rapporti di amicizia.
Prima tesi
Si può essere amici solo se si hanno gli stessi interessi.
Seconda tesi
Si può essere amici anche se si è diversi per carattere e interessi.
IL TESTO NARRATIVO 43
il testo Comprendo
g Segna con una x le affermazioni corrette.
Il narratore è uno dei personaggi.
Chi narra non partecipa alla vicenda.
Il racconto è scritto in terza persona.
I personaggi sono reali.
I fatti si svolgono a casa degli zii.
g Sottolinea nel testo i personaggi e la breve descrizione del nonno.
Il nonno Francesco
Quando morì il nonno Francesco avevo quasi dieci anni.
Il nonno Francesco mi faceva attraversare i torrenti sui sassi, mi tagliava i bastoni su misura per camminare con lui, mi faceva ascoltare l’erba che cresceva e mi soffiava il naso quando ero triste e arrabbiata perché le avevo prese.
Era alto e ossuto, la testa sempre in luce per via dei capelli e dei baffi, candidi.
D’estate la casa dei nonni si riempiva di bambini: le sorelle della mia mamma, che abitavano in pianura, portavano su tutti i loro figli nell’aria buona. Noi eravamo già lì, così ci si ritrovava tra cugini e cuginetti.
Alla mattina il nonno ci metteva in fila, sette, otto, nove, dai dieci anni in giù, e via che si andava, per prati, boschi, sentieri e mulattiere. Lui col bastone e noi con lui.
Si tornava alla campana del mezzogiorno e, seduti per terra contro le pareti della cucina, con in mano il piatto di alluminio, la nonna passava a mettere a tutti il mangiare.
I suoi risotti rimangono i più buoni del mondo. In settembre i cuginetti tornavano in pianura, in ottobre mio fratello andava in collegio e restavo io sola.
IL RACCONTO AUTOBIOGRAFICO 44
I nonni si fermavano in montagna fino a San Martino, e a me piaceva andare da loro dopo la scuola, e magari stare anche a cena e a dormire. Dalla nonna c’era l’uva e, quasi ogni sera, c’erano le castagne.
E, intanto che quelle cotte sulla brace stavano nel sacco bagnato di acqua e grappa, o vino, per diventare ancora più saporite ed essere sbucciate più agevolmente, si giocava a carte.
E i grandi parlavano e si contavano storie, e io ascoltavo, ascoltavo.
Le parole e le voci erano scialli e altalene, scivoli e slitte, tane e tetti con sopra la luna.
A quante ramanzine ha messo fine il nonno Francesco. La mamma si spolmonava; diceva lei che a farla spolmonare ero io.
Non che lo volessi, ma pare che ci fossi portata; come lei d’altra parte era portata allo spolmonamento, alla spolmonazione e alla spolmonite.
Si consumava i polmoni a dire, avvisare, discutere, sgridare, chiarire, spiegare, far capire, correggere, negare, ripetere, proibire, concedere, riconoscere, ribadire, confermare, giudicare. A voce alta, ben scandita e piena di energia.
g Quali fatti legati alla sua infanzia ricorda la scrittrice?
IL TESTO NARRATIVO 45
G. Quarenghi, Io sono il cielo che nevica azzurro, Topi Pittori
VERIFICA in itinere
La nevicata di piume
Mia nonna aveva un cuscino imbottito di piume. Lo teneva sul divano del salotto, perché era fatto di una bella stoffa damascata, con rilievi e colori eleganti, che, chissà perché, a me facevano immaginare bestie esotiche come tigri e coccodrilli.
Mi piaceva giocare con il cuscino perché era disposto, senza mai protestare, a far la parte dell’animale feroce, a lottare con me e perdere, ogni volta lasciandomi senza graffio, eroico vincitore. Ma una volta che mia nonna era a chiacchierare dalla vicina, nel corso di una lotta particolarmente accanita (si trattava di una pantera e io ero Tarzan) dal cuscino fuoriuscì una piuma.
La piuma svolazzò per il salotto e io mi incantai a seguire il suo misterioso volo. Quando si posò sul pavimento, la raccolsi e la soffiai in alto. Era bello vederla scendere lenta e leggera, disegnando imprevedibili ghirigori. Il percorso però era breve e il gioco finiva subito. Mi venne allora un’idea: lanciare la piuma dal balcone, che era al secondo piano.
E infatti fu bellissimo vederla volare giù, verso il marciapiede.
Un po’ si abbassava e un po’ risaliva, a tratti veniva presa come in un mulinello e girava su se stessa. Infine sparì.
Avevo perso la mia piuma. Ma il cuscino della nonna ne era pieno… potevo prenderne un’altra.
ERA IMPOSSIBILE RESISTERE.
Trovai il buco, la piccola scucitura dalla quale era uscita la piuma, e facilmente ne cavai fuori un’altra. Il suo volo fu molto più bello.
«E via!» pensai «Ancora una e poi basta».
E dal balcone decollò la terza piuma. Guardandola scendere mi venne in mente l’idea di provare un lancio multiplo.
Allargai un poco la scucitura e agguantai una manciata di piume: fu uno spettacolo incredibile. A quel punto era impossibile resistere. Incominciai a gettare piume a piene mani giù dal balcone. Infine, tenendo il cuscino per un’estremità, lo scossi con forza, fino a svuotarlo completamente. La gente si fermava in strada a guardare stupita quella nevicata di piume.
Fu esaltante, fino a che non rientrò mia nonna. Con una solenne sculacciata, mi obbligò a scendere in strada con scopa e paletta e a ripulire il marciapiede.
G. Quarzo
46
il testo Comprendo
g Quale situazione dà l’avvio alla narrazione?
g Come si sviluppa la vicenda? Quale fatto accade?
g Quali altri fatti si susseguono?
g Come si conclude la vicenda?
il testo Analizzo
g Il testo è scritto: da un narratore esterno dal protagonista
g Lo scopo dell’autore è: ripensare con tenerezza all’amore della nonna ricordare un episodio dell’infanzia
g I personaggi presenti nel racconto sono:
il bambino e la dirimpettaia
il bambino e la nonna
il bambino
linguistica Riflessione
g Fai sul quaderno l’analisi grammaticale della frase: “Mia nonna aveva un cuscino imbottito di piume”.
Ho
svolto le attività di:
g Il tempo è: presente passato definito indefinito
g I luoghi dei fatti narrati sono: inventati reali
g I fatti vengono narrati in ordine: non cronologico cronologico
Comprensione ................................. con facilità con qualche difficoltà con un aiuto
Analisi con facilità con qualche difficoltà con un aiuto
Riflessione linguistica con facilità con qualche difficoltà con un aiuto
IL RACCONTO AUTOBIOGRAFICO
47
Alla scoperta del...
RACCONTO BIOGRAFICO
CHE COS’È?
Il racconto biografico è un testo narrativo che ha lo scopo di far conoscere un personaggio famoso, in quanto ha compiuto qualcosa di importante, attraverso la narrazione di episodi della sua vita.
Sono avvenimenti realmente accaduti alla persona di cui si parla e sono quelli più importanti della sua vita.
PERSONAGGI
Il protagonista è un personaggio famoso in qualche ambito: sport, musica, cinema…
GLI ELEMENTI DEL RACCONTO BIOGRAFICO
NARRATORE
La storia è scritta in terza persona da un autore esterno.
TEMPO
Il tempo è definito: le date in cui accadono i fatti sono indicate con precisione.
I luoghi sono reali: quelli in cui è vissuto il protagonista.
FATTI
LUOGHI
48
Ruth alla Corte Suprema
C'era una volta una ragazza che sognava di diventare una grande avvocata. - Un avvocato donna? - la derideva la gente.
- Non essere ridicola! Avvocati e giudici sono sempre uomini. - Ruth Bader si guardò intorno, e vide che in effetti era vero.
“Ma non c'è motivo per cui le cose non debbano cambiare“ pensò.
Fece domanda di ammissione alla facoltà di legge di Harvard e si distinse come uno degli studenti più brillanti.
Anche suo marito Marty studiava ad Harvard.
- Tua moglie dovrebbe stare a casa a sfornare biscotti e badare alla bambina - diceva la gente.
Ma Marty non l’ascoltava. Ruth era una cuoca terribile! E poi lui adorava occuparsi della loro bambina ed era orgoglioso del successo della moglie.
Ruth difendeva strenuamente i diritti delle donne e disputò sei casi fondamentali sulla parità di genere di fronte alla Corte Suprema degli Stati Uniti.
Poi divenne la seconda donna nominata giudice della Corte Suprema nella storia del Paese. La Corte Suprema è composta da nove giudici. - Se mi chiedono quando ci saranno abbastanza donne nella Corte Suprema, rispondo: “Quando ce ne saranno nove“. La gente rimane scioccata, ma ci sono stati nove uomini per un'eternità e nessuno ha mai alzato un sopracciglio.
Arrivata agli ottant'anni, Ruth faceva ancora venti flessioni al giorno ed è diventata un'icona di stile, grazie ai colori stravaganti che indossava in tribunale sotto la toga da giudice.
il testo Comprendo
g Completa.
Il testo è una biografia perché
INSIEME
g Divisi in piccoli gruppi fate una ricerca sulle donne importanti che hanno lasciato il segno nei vari campi del sapere. Confrontate i vostri lavori e le vostre riflessioni sull’argomento.
VAI AL VOLUME DI EDUCAZIONE CIVICA
F. Cavallo e E. Favilli, Storie della buonanotte per bambine ribelli, Mondadori
49 IL TESTO NARRATIVO
Un grande artista
Il 25 ottobre 1881 Picasso viene al mondo in una grande casa bianca di Malaga, nell’estremo sud della Spagna. I genitori di Pablo sono Maria Picasso Lopez e José Ruiz Blasco, pittore specializzato nella decorazione delle sale da pranzo. La prima sillaba che esce dalle labbra di Pablo è “Piz!”. Vuol dire “lapiz”, lapis. Insomma, Picasso ha saputo dire “matita” prima ancora di averla saputa afferrare. E comincia a disegnare prima di aver imparato a parlare. Qualche anno dopo don Josè, stupefatto del talento del figlio, gli lascia a poco a poco i suoi pennelli. Il figlio copia il padre: don Josè dipinge molti uccelli, per avere i modelli a portata di mano, alleva colombe e piccioni, che svolazzano in libertà per le stanze della casa di Malaga. Una sera dà a Pablito un quadro da completare; quando torna trova tutti i piccioni finiti, con le zampette talmente vive che, commosso, mette tavolozza, pennelli e colori in mano a Pablo, dicendosi che suo figlio è più bravo di lui e proponendosi di non dipingere più le colombe. Picasso dimostrerà fino alla morte una tenera predilezione per loro.
g Il testo che hai letto è: una biografia un’autobiografia
g Il testo è scritto: in prima persona in terza persona
g Indica con una x le frasi corrette.
Picasso impara a disegnare prima che a parlare.
Picasso nacque il 18 ottobre del 1981.
La prima sillaba che pronuncia Picasso è “Piz“, che in spagnolo significa “matita”.
Pablo stupisce il padre completando le colombe del dipinto.
M.L. Bernadac e P. Du Bouchet, Picasso. La ricerca e la memoria, Electa Gallimard
il testo
50 LA BIOGRAFIA
Comprendo
Nulla può fermarci
Beatrice Vio è nata a Venezia il 4 marzo del 1997. Nel 2015 è diventata campionessa mondiale di scherma. Bebe pratica la scherma da quando aveva sei anni; all’età di undici, per una grave infezione, le vennero amputate le gambe e gli avambracci, ma lei non si dette per vinta. Dopo pochi mesi dall’intervento tornò a scuola e si sottopose a riabilitazione motoria, e un anno dopo l’insorgenza della malattia riprese l’attività sportiva di schermitrice, grazie ad una particolare protesi progettata per sostenere il fioretto.
Da allora è apparsa come testimonial, in molti programmi televisivi, per diffondere la conoscenza della scherma su sedia a rotelle. A settembre del 2016 ha sfilato come portabandiera dell’Italia in occasione della Paralimpiade di Rio. Il 18 di ottobre ha fatto parte della delegazione italiana alla cena di Stato, offerta dall’amministrazione Obama, alla Casa Bianca. Bebe è stata la prima doppiatrice nel film “Gli Incredibili 2”, e nel 2017 ha condotto su Rai1 il programma
“La vita è una figata”. Una persona speciale; chi l’ha personalmente incontrata come la sottoscritta, può capire la leggerezza di animo e di ottimismo che infonde.
Con estrema naturalezza ti porge la mano artificiale (quando questo era un gesto naturale) e tu la stringi guardandola senza alcun disagio.
I suoi occhi sorridono sempre e, come nella sua campagna pubblicitaria per nota azienda sportiva, è come se ti dicesse: “Nulla può fermarci”.
Sì, Bebe, nulla può fermarti. Sei la persona più indipendente che abbia conosciuto, nonostante la tua disabilità.
avantionline.it
il testo Comprendo
g Quale sogno ha coronato Bebe dopo la malattia?
g Cosa ha dimostrato Bebe a se stessa e agli altri?
g Cosa rappresenta Bebe?
g Cercate informazioni su un famoso personaggio dello sport, del cinema, della musica che gli ostacoli della vita non sono riusciti a fermare. In particolare approfondite le ricerche sul modo in cui è diventato un modello per gli altri.
g Divisi in piccoli gruppi, condividete il materiale informativo e insieme scrivete la storia del personaggio scelto, corredandola di immagini. Leggete poi il vostro lavoro agli altri gruppi.
A CASA A SCUOLA
classroom
VAI AL VOLUME DI EDUCAZIONE CIVICA 51 IL TESTO NARRATIVO
FLIPPED
Chi è “la mamma” di Harry Potter?
La fama di questa scrittrice è legata alla serie di romanzi fantasy, suddivisa in sette volumi, che narra le avventure di Harry Potter e dei suoi amici.
Joanne Rowling venne al mondo il 31 luglio 1965, in un minuscolo villaggio della campagna inglese. Da bambina inventava passatempi immaginari nella sua stanza o nell’erba alta del giardino dietro casa e, se le si avvicinavano altri bambini, Joanne li invitava a giocare a «facciamo finta che».
I suoi genitori, Peter e Anne, cominciarono a leggerle storie fin dalla più tenera età. Fu così che Joanne cominciò a sognare trame di racconti popolati da grandi eroi e fantastiche creature; la sorellina, nata due anni dopo di lei, era il suo pubblico preferito.
A sei anni Joanne cominciò a scrivere i suoi racconti. Scrivere era la cosa in assoluto che più le piaceva: era convinta che il suo destino fosse quello di creare mondi magici con carta e matita. Terminata la scuola superiore, aveva scatole e raccoglitori traboccanti di racconti e non aveva intenzione di smettere!
Si laureò a pieni voti e fece diverse esperienze nel mondo del lavoro, senza mai smettere di scrivere. All’ora di pranzo si recava in un bar, sedeva a un tavolino, in disparte, e scriveva.
L’ispirazione che avrebbe portato alla stesura dei romanzi di Harry Potter le venne un giorno all’improvviso, mentre viaggiava in treno. Iniziò così a scrivere Harry Potter e la pietra filosofale. Il libro fu completato nel 1994. Joanne spedì il suo lavoro a un editore, poi incrociò le dita e aspettò.
Un giorno ricevette una lettera, in cui era scritto: “Grazie. Saremmo felici di pubblicare il suo manoscritto in esclusiva”.
52
itinere
M. Shapiro, J. K. Rowling, La maga dietro Harry Potter, Fanucci
VERIFICA in
il testo Comprendo
g Dal testo si possono ricavare alcune informazioni sulla persona di cui si parla. Cerchia solo quelle corrette.
Joanne Rowling nacque il 31 luglio 1965.
Da bambina inventava passatempi immaginari.
La sorellina era il suo pubblico preferito. Si laureò a pieni voti.
È nata in Inghilterra.
Nel 1994 Joanne spedì il suo primo lavoro a un editore.
il testo Analizzo
g Cancella la parola errata.
A sei anni incominciò a leggere le storie.
L’ispirazione dei romanzi di Harry Potter le venne mentre si recava in un bar.
Il successo di questa scrittrice è legato alla serie di romanzi horror.
Non amava ascoltare le storie.
Dimostrò di avere la passione della scrittura sin da piccola.
Il primo libro, intitolato Harry Potter e la pietra filosofale, non fu mai completato.
Un giorno ricevette una lettera in cui era scritto che le avrebbero pubblicato in esclusiva il suo manoscritto.
• Il testo è una biografia • autobiografia
• Il testo è scritto in prima • terza persona.
• Il personaggio è • non è Joanne Rowling.
• Nel testo le informazioni sono in ordine • non sono in ordine temporale.
linguistica Riflessione
g Sottolinea i pronomi personali e spiega a quali nomi si riferiscono: “se le si avvicinavano altri bambini, Joanne li invitava a giocare a «facciamo finta che»”.
Ho svolto le attività di:
Comprensione ................................. con facilità con qualche difficoltà con un aiuto
Analisi con facilità con qualche difficoltà con un aiuto
Riflessione linguistica con facilità con qualche difficoltà con un aiuto
LA BIOGRAFIA 53
Alla scoperta del...
DIARIO
CHE COS’È?
Il diario è un testo narrativo in cui chi scrive si rivolge al diario come se si confidasse a un amico
PERSONAGGI
Il protagonista può essere l’autore stesso oppure un personaggio inventato dall’autore.
FATTI
Sono avvenimenti ed esperienze reali della vita quotidiana.
TEMPO
I fatti avvengono in un tempo definito, indicato dalla data posta in alto a destra.
GLI ELEMENTI DEL DIARIO
LINGUAGGIO
È confidenziale, ricco di espressioni colloquiali.
NARRATORE
È anche il protagonista dei fatti raccontati. La narrazione è in prima persona.
LUOGHI
I luoghi sono reali e sono quelli in cui si trova chi scrive il diario.
54
Caro diario…
10 ottobre
Il babbo è nato già con tanti capelli, a differenza di mio nonno, che di capelli non ne ha mai avuto neppure uno.
Il babbo è nato, però, anche con le tonsille molto grandi; così sin da piccolo ha dovuto rassegnarsi al mal di gola e al febbrone.
Ora è a letto che sragiona più del solito. È rosso come un’aragosta bollita e delirante.
Mamma dice: – Tuo padre ha lo sguardo di santa Teresa. Vado nella camera da letto, guardo il babbo e lo sguardo della santa nel quadro che pende dalla parete.
Senza nulla togliere a santa Teresa, che mi è pure simpatica, però poteva farsi ritrarre con uno sguardo migliore; io, per esempio, di sguardi ne so fare tanti: allegro, triste, pensoso e lei che è una santa ha scelto nientedimeno che lo sguardo di un pesce lesso. È assurdo!
– Santa Teresa è in estasi – esclama il babbo.
– E tu allora? – gli chiedo a bruciapelo.
– Io sono estasiato – conclude abbozzando un mezzo sorriso.
– Per colpa delle tonsille? – puntualizzo.
– Te le avrebbero dovute togliere le ostetriche al momento della nascita – interviene la mamma ficcandogli il termometro in bocca. La febbre è molto alta, il babbo ha l’espressione di santa Teresa ed io sono molto preoccupato.
– È arrivato il momento di toglierle! – esclama la mamma, ma il babbo teme che togliendogliele potrebbero farlo a pezzi. Quando è arrivata l’infermiera con la siringa, il babbo si è irrigidito come un burattino.
– Quell’ago sembra un trapano! – ha urlato in preda al terrore. Il babbo si è rassegnato e, mentre l’infermiera gli bucava il fondoschiena, io cercavo di incoraggiarlo, dicendogli che era meglio farsi bucare il popò che morire dissanguato in sala operatoria.
Il papà è diventato, così, ragionevole e molle molle come la ricotta.
R. Dattolico, Fortissimo, Ardea Editrice
g Come reagirà il papà del protagonista quando l’indomani sarà accompagnato in ospedale per farsi togliere le tonsille?
Immagina e scrivi una pagina di diario. Puoi iniziare così: Io e la mamma siamo molto preoccupati. Il babbo è finito in ospedale per via delle tonsille.
– Sono grosse e marce – ha sentenziato il chirurgo, che gliele ha esaminate con una specie di piccola torcia…
g Quali emozioni prova il papà del protagonista?
io Scrivo
55 IL TESTO NARRATIVO
scopro le EMOZIONI
il testo Comprendo
g Segna con una x le affermazioni corrette. Chi scrive si chiama Giulio.
Il migliore amico del protagonista non si chiama Vincenzo.
A Giulio piace la racchetta di Vincenzo.
Giulio compie 11 anni.
Giulio avrebbe voluto preparare col suo compagno una torta di legno.
A Giulio certe volte vengono strane idee.
Un regalo inaspettato
2 marzo
Caro diario, che cosa ti posso raccontare oggi? Niente di preciso credo. Però intanto ti comunico che questa faccenda del “caro diario” mi fa un po’ ridere. Ma caro di che? Di prezzo forse? Ti scrivo solo da un paio di giorni e quindi “caro” mi sembra un po’ troppo. Siamo ancora praticamente degli estranei, quindi, anche se mia madre dice che tutte le pagine di un diario personale cominciano così, ho deciso che sostituirò il “caro” con qualcosa di più adatto. Poi, se la nostra collaborazione continua (io scrivo e tu stai zitto), allora forse, in un futuro, magari, vedremo… Insomma, “se son fiori fioriranno e se son rospi rosperanno”, come dice sempre Vincenzo, il mio migliore amico. Che cosa voglia dire, poi, un proverbio del genere non lo so. Credo che se lo sia inventato lui. Però mi sembra molto adatto all’occasione.
A proposito di Vincenzo, ieri, per il mio compleanno, mi ha regalato una racchetta per giocare a ping- pong che ha costruito lui con il traforo e il compensato. È una racchetta orribile, né meglio né peggio di un’altra ventina che abbiamo costruito insieme nello scantinato di casa sua. Io ho detto: –Uau, che meraviglia!
56 IL DIARIO
Però mentivo. La racchetta di Vincenzo mi fa schifo proprio come le altre venti che abbiamo fatto io e lui. Anzi, traforare il legno mi fa schifo: trucioli, polvere e sudore a iosa per ricavarne oggetti inutili nel migliore dei casi.
Io giocherei più volentieri a scacchi, oppure a pallavolo. Vincenzo però è fissato col traforo e così, siccome è il mio migliore amico, faccio finta che piaccia anche a me.
Ho messo via la sua racchetta fra gli altri regali e ho tagliato una fetta della mia torta di compleanno per lui. È stato allora che mi è venuto da ridere.
– Che hai, Giulio, sei contento di aver compiuto dodici anni? – mi ha chiesto mia madre.
Io mi sono affrettato a rispondere di sì. In realtà ridevo perché avevo immaginato che la mia torta fosse di legno, che io ne ritagliassi un pezzo col traforo e che lo dessi a Vincenzo. E il bello era che lui se la mangiasse di gusto! Certe volte mi vengono idee strane. Però, per questa della torta di legno, la colpa non è tutta mia. Un po’ di colpa è anche di Vincenzo.
S. Bordiglioni, Diario di Giulio. Top secret, Edizioni EL
scopro le EMOZIONI
g Cosa prova Giulio quando riceve da Vincenzo il regalo per il suo compleanno?
Delusione Contentezza
Commozione Disgusto
io
g Immagina che ora sia Vincenzo a scrivere una pagina di diario dopo aver partecipato alla festa di compleanno del suo amico.
io Parlo IL TESTO NARRATIVO
Scrivo
g Ti è capitato di ricevere da qualcuno un regalo poco gradito? In quale occasione? Che cosa hai provato? 57
Myriam Rawick ha
7 anni nel 2011, quando ad Aleppo, una città della Siria, iniziano le manifestazioni contro il presidente Bashar al-Assad. I giorni si susseguono veloci. Nel 2012, i primi colpi di arma da fuoco. Le prime bombe, e così fino al 2016. Myriam si rivolge al suo diario come se fosse un’amica alla quale confida i suoi stati d’animo.
Il diario di Myriam
Aleppo, febbraio 2017
Mi basta chiudere gli occhi e concentrarmi perché tutto torni alla memoria.
Odori, risate, colori. Sono così tanti i ricordi della mia vita di prima. Ricordi come miraggi. Così lontani da quello che vivo oggi. Da quello che vedo. Da quello che sento. Mi chiamo Myriam, ho 13 anni. Sono cresciuta a Jabal Saydé, il quartiere di Aleppo dove sono nata. Un quartiere che non esiste più.
Adoravo la mia città, il mio quartiere. Amavo sentire il calore delle sue pietre levigate dal tempo, ascoltare il canto dei muezzin, ripararmi all’ombra delle chiese. Ero felice, spensierata. E non immaginavo che la vita potesse essere diversa da così.
Questa mattina c’è stato permesso di ritornare a casa. Del nostro appartamento, della nostra strada, del nostro quartiere, non è rimasto niente. Solo cemento in frantumi, brandelli di muro, ferraglie contorte. Della mia infanzia così felice non ho riconosciuto nulla.
Di fronte a casa nostra, gli edifici non mi dicevano nulla.
Gli alberi non avevano foglie, come se fossero morti anche loro durante la guerra. Non c’erano più balconi, né finestre. Non ci credevo. Non ero a casa.
Mano nella mano con mia madre, siamo entrate. Non c’era nessuno, neppure un rumore. Solo dei gatti che si spartivano i resti di un topo sul primo scalino. Appena arrivata alle scale, ho ricordato tutto. I giochi con i vicini. L’odore dei dolci che arrivava dalla strada.
E poi gli ultimi mesi qui. Notti ad aspettare che le bombe cessassero. Ore ad aspettare che gli spari ci lasciassero addormentare. La mia paura ha inondato queste mura, le ha dipinte di tristezza.
VAI AL VOLUME DI EDUCAZIONE CIVICA
58 IL DIARIO
L’appartamento non ha più porta. Non ha più finestre. Non ha quasi più mobili.
Volevo andare nella mia stanza. Ma il sandalo è rimasto impigliato nel pavimento. Sono inciampata e caduta in ginocchio. Mentre cercavo di alzarmi, ho visto qualcosa a terra. Una piccola scatola rossa, ammaccata dal tempo.
L’ho presa tra le mani. L’ho guardata a lungo prima di osare di aprirla. È stato sufficiente tirare un po’ per far cedere il coperchio e, in un attimo, le lacrime hanno cominciato a scorrere. Mentre guardavo questo tesoro, mi sono tornate alla memoria centinaia di immagini.
Questa macchinina blu: era una domenica mattina quando, di ritorno dalla messa, ho giocato alle corse con Fuad e Charbel, i miei vicini. E questa pallina: era un sabato pomeriggio quando abbiamo giocato a farla rimbalzare con Judi, la mia migliore amica.
Ho chiuso la scatola. E guardato di nuovo il coperchio. Sapevo bene da dove veniva. Nella vita di prima era infilata sotto il mio letto di legno, dietro borse di vestiti diventati troppo piccoli. Come mai era finita lì? Non lo so, ma ora, con lei, c’era di nuovo tutto. Il profumo della panetteria, gli schiamazzi festosi dei bambini per strada, i dolci di mia madre, il sorriso del droghiere Abu Yasser.
È stato in quel momento che ho capito per la prima volta che cosa avesse significato la guerra.
La guerra è stata la mia infanzia distrutta sotto queste rovine e chiusa in una piccola scatola. L’ho stretta forte, determinata a portarla via con me. Da allora non me ne separo mai. E mai più me ne separerò.
A me, della mia infanzia, rimane solo questo. Null’altro che una piccola scatola ammaccata.
il testo Comprendo
g Rispondi alle domande.
• Che cosa racconta Myriam nelle pagine del suo diario?
• Quali sono i suoi stati d’animo e le sue riflessioni?
ARLIAMONE
g Tu e i tuoi compagni esprimete le vostre riflessioni sulla guerra e sulla pace. Poi rappresentatele attraverso disegni completati da brevi frasi o versi.
M. Rawick e P. Lobjois, Il diario di Myriam, Salani
59 IL TESTO NARRATIVO
VERIFICA in itinere
Il giorno della sfortuna
17 giugno
Questa è la prima pagina del diario che dovevamo scrivere insieme e l’ho intitolata “Il giorno della sfortuna”. Oggi tutto è andato storto; tu non ci sei, caro Pietro, Luisella fa finta di non conoscermi e nella tenda con me c’è uno che, invece di parlare, sputa semi di mela dappertutto e non mi ha detto nemmeno una parola. Ma non potevi ammalarti quando tornavamo a casa? Oppure non la potevi attaccare anche a me la varicella?
Il nostro capogruppo si chiama Jean- Jacques (qui però noi lo chiamiamo Già- Già); è un tipo alto e biondo che piace un sacco alle ragazze. Forse perché è francese e parla con una erre che a me sembra una grattugia arrugginita.
Già-Già è quello che ci è venuto a prendere con il pulmino e ci ha portato quassù; quando siamo arrivati dovevamo avere tutti lo stomaco in bocca o nel cervello e nessuno diceva più una parola.
– Benvenuti alle Stelle Cadenti! – ha esclamato con un grande sorriso appena siamo scesi dal pulmino. Nessuno ha risposto e anche da questo ho capito che le sue curve avevano fatto una strage.
Il mio compagno di tenda (che dovevi essere tu!) si chiama Ulrich e anche lui fa parte della sfortuna. Sai che cosa ha fatto appena si è sdraiato sulla sua brandina? Si è tolto una mela dalla tasca e ha cominciato a rosicchiarla; poi con la bocca si è messo a sparare la buccia e i semi dappertutto. E uno di questi sputi mi è arrivato sulla fronte!
Devo dire che questo campeggio me lo immaginavo differente e che, piuttosto che passare un altro giorno così, preferisco la diarrea per una settimana.
A presto, Adalberto
60
A. Nanetti, Cara Rachel... Caro Denis..., Edizioni EL
il testo Comprendo
g Cancella il completamento errato.
• La pagina di diario è scritta da Adalberto • Jean Jacques
• Lo scrivente si rivolge al suo amico Pietro • al gruppo delle Stelle Cadenti.
• La pagina si intitola “Il giorno della sfortuna” perché Adalberto è arrabbiato con Pietro • perché tutto è andato storto
• Pietro non è andato al campeggio perché ha la varicella • è in punizione
• Il nome “Stelle Cadenti” è riferito al gruppo dei ragazzi in campeggio • all’area del campeggio g Segna con una x se l’affermazione è vera (V) o falsa (F).
• Il vero nome di Jean-Jacques è Già-Già V F
• I ragazzi hanno la nausea per il mal d’auto V F
• Il compagno di tenda di Adalberto si chiama Ulrich V F
• Ulrich sputa bucce e semi di pera V F
• Adalberto immaginava in modo differente il campeggio V F
• Adalberto preferisce la diarrea a un’altra giornata di campeggio V F
g Che cosa indica l’espressione “avere lo stomaco in bocca o nel cervello”?
Avere molta fame Avere la nausea
g Che cosa vuol dire “tutto è andato storto”?
È andato tutto male Abbiamo seguito un percorso pieno di curve
il testo Analizzo
g Il racconto è scritto: in prima persona in terza persona
g I personaggi sono: realistici fantastici
g Il tempo della narrazione è: definito indefinito
g La vicenda è narrata: al presente al passato
g Il luogo della narrazione è: precisato imprecisato
linguistica Riflessione
g Nella frase “Il mio compagno di tenda si chiama Ulrich ” qual è il soggetto?
g Nella frase c’è un complemento di specificazione: sottolinealo.
Ho svolto le attività di:
Comprensione ................................. con facilità con qualche difficoltà con un aiuto
Analisi con facilità con qualche difficoltà con un aiuto
Riflessione linguistica con facilità con qualche difficoltà con un aiuto
IL DIARIO
61
Alla scoperta di...
LETTERA ED E-MAIL
COSA SONO?
La lettera e l’e-mail sono testi scritti in prima persona che hanno lo scopo di comunicare un messaggio a persone lontane.
Chi scrive e invia la lettera o l’e-mail è il mittente.
Chi riceve e legge la lettera o l’e-mail è il destinatario.
COME SONO FATTE?
La lettera viene inviata per posta; l’e-mail, invece, tramite internet.
LINGUAGGIO
In base al destinatario, il linguaggio può essere:
• informale, se il destinatario è una persona amica;
• formale, se il destinatario è una persona che non è un conoscente.
GLI ELEMENTI DELLA LETTERA E DELL’E-MAIL
STRUTTURA
Ogni lettera solitamente presenta:
• in alto, il luogo e la data in cui viene scritta;
• la formula di apertura (“Cara Luisa,”);
• nella parte centrale, il messaggio vero e proprio;
• la formula di chiusura, cioè la frase di saluto;
• la firma.
Nell’e-mail è presente l’oggetto, cioè un’anticipazione dell’argomento trattato nel testo.
62
destinatario
luogo
Roma, sabato 3 agosto
Cara nonna, ho sei gatti “quasi” miei. La mamma gatta con cinque gattini tutti piccoli come batuffoli.
Ieri a colazione, nel giardino dell’albergo, gli ho dato salsiccia e formaggio, quelli della colazione. Questa mattina presto mi stavano già aspettando.
Il papà mi ha sgridato perché ho dato ai gatti la sua salsiccia e il suo formaggio. Ma la mamma ha detto al papà che è già fin troppo grasso e non è davvero il caso che a colazione mangi salsiccia e formaggio.
Il papà è davvero grasso! Ha proprio un bel pancione. A casa non me ne ero accorta. Nemmeno lui!
Infatti si è messo in valigia il suo vecchio costume anche se durante l’inverno gli è diventato troppo stretto. Ora ha dovuto comprarsi qui un costume nuovo.
Della sua taglia ne ha trovato però solo uno rosso fuoco con degli enormi “puà” gialli. La mamma dice che non può vedere il papà con un costume così buffo. A me invece non dispiace quel costume.
Così in spiaggia, anche da lontano, vedo subito dov’è il mio papà.
Tanti, tanti saluti e baci
formula di chiusura
Analizzo
il testo
g Rispondi alle domande.
• Chi è il mittente?
• Chi è il destinatario?
• Qual è l’argomento della lettera?
g Com’è il linguaggio usato dal mittente?
Formale Informale
mittente
g Immagina di essere la nonna di Susi. Cosa potrebbe scrivere nella sua lettera alla nipotina?
Susi
C. Nöstlinger, Cara nonna, la tua Susi, Piemme
e data
io Scrivo 63 IL TESTO NARRATIVO
Al Sig. Sindaco
Lettera al Sindaco
Forlì, 15 marzo 2015
Gentilissimo Sig. Sindaco, noi alunni della classe IV D della scuola “G. Boccaccio” di Forlì La informiamo che anche quest’anno prosegue il laboratorio creativo “La città vista e ridisegnata dai bambini”.
Per questo desidereremmo porre nello spazio attiguo alla scuola una fontanella, dal momento che la scuola ne è sprovvista. La fontana servirà ad attingere acqua per innaffiare le piante che abbiamo piantato. Pensiamo che il lavoro non sarà oneroso perché il luogo scelto è vicino alle condutture dell’acqua. Le chiediamo vivamente di aiutarci, inviando gli addetti comunali a realizzare questo nostro “bisogno- sogno”.
La ringraziamo anticipatamente e aspettiamo con impazienza, certi che la Sua risposta sarà positiva.
Cordiali saluti,
Gli alunni di IV D
il testo Analizzo
g Il linguaggio adoperato è: formale informale
g Cosa chiedono gli alunni al Sindaco? LA LETTERA 64
Carissima Giulia…
Linz, 23 maggio
Carissima Giulia, come ogni mercoledì, oggi sono andata al pascolo. Avevo con me delle zollette di zucchero e Lisa, la cavalla, mi è subito corsa incontro al galoppo. L’ho accarezzata e lei mi ha guardato a lungo. Credo di piacerle. Sicuramente si troverebbe meglio con me che con il contadino. Lui la fa sempre lavorare e le fa trascinare carri pesanti. Se Lisa fosse mia la potrei viziare.
Credo che lei lo sappia. Quando parlo con lei mi guarda in modo intelligente.
Credo che i cavalli capiscano molto più di quanto si pensi. Presto avrà un puledro. Io ho detto a Lisa che mi piacerebbe molto avere il suo puledro. Mi ha leccato le mani e poi mi ha guardato seria negli occhi. Non so se mi ha capito.
Il contadino mi ha detto che vuole vendere il puledro. Lo terrà solo finché avrà bisogno del latte della madre. Gli ho chiesto quanti soldi vuole per il puledro, ma mi ha preso in giro e ha risposto che lo venderà al fornaio, che ha tanti soldi. È impossibile per me procurarmi tanti soldi quanti ne vuole il contadino. Dovrei avere una bacchetta magica! Come può un puledro che non è ancora nato essere così caro? Quando la prossima volta vedrò quello stupido fornaio, gli farò lo sgambetto e lo farò volare nel fango!
Un abbraccio, la tua tristissima Katinka
P.S.: Perdonami le macchie di lacrime sulla lettera.
il testo Analizzo
g Segna con colori diversi la data, la formula di apertura, il testo, la formula di chiusura e la firma.
io Scrivo
Scrivo io
C. Hein, Gli strani amici di Jacopo Borg
g Scrivi una lettera a un amico per raccontargli un avvenimento particolare che ti è accaduto. IL TESTO NARRATIVO 65
L’E-MAIL
L’e-mail è una lettera inviata tramite posta elettronica. Anche nell’e-mail il linguaggio cambia in base al rapporto tra mittente e destinatario.
Da: Carla Lombi <carlam@merkurio.it>
A: Daiana Tosetti <dainatos@epis.it>
Oggetto: Felicità
Cara Daiana, come sono felice! Quando ho trovato il tuo messaggio quasi non ci credevo, per cui ti rispondo subito.
È che di solito le amiche che ti fai in vacanza, il giorno della partenza giurano con le lacrime agli occhi: “Ti scrivo, ti scrivo, ti scrivo”, si segnano l’e- mail sull’agendina e poi… ciao! Qualcuna mi telefona, ogni tanto, oppure mi manda una cartolina; tutte cose carine, ma a me piace l’idea della posta elettronica: mi fa sentire così… tecnologica. Adesso però ci sei tu.
Tua Carla
P.S.: com’è andata l’interrogazione di storia?
P.S. del P.S.: non è che mi mandi una foto col tuo nuovo taglio di capelli? Puoi spedirmela via mail con lo smartphone.
allegato
Salva Invia
66
Da: Daiana Tosetti <dainatos@epis.it>
A: Carla Lombi <carlam@merkurio.it>
Oggetto: RE: Attilio no!
Cara Carla, no, guarda, è escluso che ti mandi una foto con lo smartphone, che non possiedo, o che vada a chiedere un favore ad Attilio.
Mio cugino non sai che razza di egoista sia. L’interrogazione di storia è andata discretamente. La mia vita è fatta tutta di “discretamente”, “così così”, “niente di speciale”, mi sembra sempre di avere un sacco di cose interessanti da dire, ma poi dico solo delle banalità. Se ci fosse una cura per questo genere di malattia, e tu ne fossi al corrente, ti prego di segnalarmela.
Ciao
Tua Daiana
il testo Comprendo
g Rispondi alle domande.
• Cosa ha provato Carla quando ha letto la mail dell’amica conosciuta in vacanza?
• Cosa le ha risposto Daiana?
• Come ti sembra il linguaggio delle due mail?
DIGITALE CITTADINANZA
g Quali pericoli potete correre quando vi collegate alla rete? Parlatene in classe con l’insegnante e scoprite i comportamenti corretti da seguire. Scrivili qui di seguito.
1. Scegli i contenuti in Internet insieme a un adulto.
2. 3. 4. 5. 6. 7.
VAI AL VOLUME DI EDUCAZIONE CIVICA
Salva Invia
A. Lavatelli e A. Vivarelli, Cara C@rla, tua Daian@, Edizioni Piemme
IL TESTO NARRATIVO 67
Rispondi, per favore…
Da: vale.rossi@pianetino.it
A: tsorali@pianetascuola.it
Oggetto: RISPONDI, PER FAVORE
Ciao, Tazio, non giudicarmi una ficcanaso, ma mi piace conoscere la vita degli altri. Non di tutti, si capisce. Solo di quelli che per me sono importanti. Allora ti volevo chiedere quali libri ti piace leggere, quali film ti piace guardare, a che ora di solito vai a letto, se fai sogni paurosi o allegri, se vai d’accordo di più con tua madre o con tuo padre, se hai un giocattolo al quale sei affezionato, se fai una colazione scarsa o abbondante, e se ti piacciono le mie trecce (le puoi rivedere qui in allegato).
Vorrei che fossi sincero al riguardo. Pensi che mi facciano sembrare troppo bambina?
Io le porto perché così non mi viene da grattare il collo, e perché, quando dico un no deciso, si mettono a sbattere anche loro di qua e di là. Hai presente quando dici di no scrollando la testa a destra e a sinistra?
Ti ho fatto troppe domande? Tu, comunque, non sei obbligato a rispondere. Io rispetto sempre la volontà degli altri.
Ciao da Vale
A. Petrosino
Salva Invia
68 VERIFICA in itinere
g Valentina scrive a Tazio e gli fa alcune domande per conoscerlo meglio. Segna con una x se l’affermazione è vera o falsa.
• Quale libri ti piace leggere. V F
• Quali film ti piace guardare. V F
• Quale sport preferisci. V F
• A che ora ti addormenti. V F
• Vai d’accordo con gli amici. V F
• Fai una colazione scarsa o abbondante. V F
• Vai in palestra volentieri. V F
• Ti piacciono i miei occhi. V F
g Valentina porta le trecce. Cosa chiede a tal proposito a Tazio?
g In base a quello che si legge nella lettera, come ti appare Valentina: una ficcanaso una ragazzina desiderosa di conoscere meglio Tazio
il testo Comprendo il testo Analizzo
g A chi è indirizzata la lettera?
g Quale linguaggio usa Valentina?
Formale Familiare e confidenziale
g Come si conclude la lettera?
Con i saluti Con un indirizzo
linguistica Riflessione
g Sottolinea i verbi presenti nelle frasi. “Vorrei che fossi sincero al riguardo. Pensi che mi facciano sembrare troppo bambina?”
Ho svolto le attività di:
Comprensione ................................. con facilità con qualche difficoltà con un aiuto
Analisi con facilità con qualche difficoltà con un aiuto
Riflessione linguistica con facilità con qualche difficoltà con un aiuto
E-MAIL
69
Alla scoperta del...
RACCONTO FANTASTICO
CHE COS’È?
Il racconto fantastico è un testo narrativo che racconta fatti immaginari e inverosimili, che non possono accadere nella realtà. Lo scopo del racconto fantastico è quello di stimolare il lettore con personaggi e storie incredibili.
PERSONAGGI
I personaggi possono essere: persone a cui accadono fatti fantastici; animali che parlano e oggetti che si animano; creature magiche, come fate, streghe, draghi…
Il personaggio principale, cioè più importante della storia, è il protagonista.
GLI ELEMENTI DEL RACCONTO FANTASTICO
NARRATORE
Il testo può essere scritto:
• in prima persona, da un narratore interno alla storia (un personaggio);
• in terza persona, da un narratore esterno alla storia, che racconta la vicenda senza parteciparvi.
TEMPO
Le storie avvengono di solito in un tempo indefinito (un giorno, tanto tempo fa…).
LUOGHI
Le vicende narrate possono svolgersi in luoghi reali o immaginari.
Laboratorio di ASCOLTO O pag. 191
FATTI
Sono fatti immaginari, frutto della fantasia dell’autore.
70
Il naso portapasseri
In un piccolo paese di campagna, visse un tempo un tipo con il naso più lungo che si sia mai visto.
Un giorno andò a farsi una passeggiata tra i campi e, dopo un’ora, per riposarsi un po’, si fermò proprio nel mezzo di un campo di grano.
– E tu chi sei? – gli chiese un piccolo passero, svolazzandogli intorno alla zucca.
– Io sono uno spaventapasseri. Era la prima cosa che gli era venuta in mente ma, a pensarci bene, poteva sembrarlo davvero, uno spaventapasseri.
– Ma non farmi ridere – gli disse l’uccellino impertinente. –Con quel naso lì chi vuoi spaventare?
Arrivò un altro passerotto e, svolazzando, si posò anche lui sul naso, proprio accanto al suo compagno.
– E tu chi sei? – chiese anche lui al tipo.
– Ci risiamo – brontolò lui. – Sono uno spaventapasseri. I due passerotti si guardarono e scoppiarono in una risata. Dopo un po’ ne arrivarono altri e tutti si accovacciarono occupando quasi tutto il naso. I passerotti ridevano e sbattevano le ali, alcune piume finirono dentro le narici dell’uomo, che fece un potente starnuto.
I passerotti, spaventati, volarono chi di qua, chi di là, e l’uomo, col naso finalmente libero sia dentro che fuori, si avviò verso casa.
Gli elementi del testo
Chi è il protagonista del racconto?
Un uomo con un lungo naso
Un passerotto
La vicenda si colloca in un tempo: definito indefinito
Il luogo dove si svolge la storia è: reale fantastico
I fatti narrati: possono accadere nella realtà sono frutto della fantasia
g Sottolinea le situazioni che rendono il racconto fantastico.
A. Valente, Il libro ficcanaso, Gallucci
71 IL TESTO NARRATIVO
il testo Analizzo
g Rispondi alle domande.
• Qual è l’elemento fantastico intorno a cui è costruita la storia?
• Dove si svolge la vicenda?
• In quale tempo?
• Quali sono i personaggi che danno vita al racconto?
Lo specchio
Accadde una mattina.
Elena aveva fretta di uscire da casa, doveva lavarsi, ma perché il bagno era sempre occupato.
Finalmente, quando uscì anche il papà, entrò. La stanza era velata dal vapore della doccia. Elena si pettinò e cercò di guardarsi allo specchio…
Sentì un risucchio e un vortice d’aria che l’afferrava e, in pochi istanti, si ritrovò dall’altra parte dello specchio!
Da lì si poteva guardare senza essere visti! C’erano molti oggetti che galleggiavano intorno a lei: mollette per capelli, una paperella di plastica con cui giocava da piccola, dei pennelli per il trucco. Tutte cose che nel tempo erano andate perse!
Sentì la mamma che la chiamava: – Elena! Dove sei?
La Sorellona spalancò la porta, diede un’occhiata e strillò:
– Qui non c’è!
Poi si fermò davanti allo specchio fissando, senza saperlo, Elena negli occhi; prese un rossetto e passò e ripassò le labbra con lo stick.
Elena sentì qualcosa di morbido e profumato sulla bocca e comprese che, anche lei, ora aveva il rossetto!
In quel momento arrivò la mamma.
– Bruttina, stamattina! – bisbigliò la mamma alla sua immagine riflessa nello specchio.
Elena chiuse orecchie e occhi per non sentire il coro di voci che la chiamava e… si ritrovò sotto il letto, con il Fratellone che la tirava fuori per le gambe.
– Ti dico che non potevo rispondere, perché perciò ero dentro lo specchio! – ripeteva Elena alla mamma.
Smettila di dire bugie!
linguistica Riflessione
g Leggi con attenzione il testo e cancella il connettivo che non è adatto.
–
IL RACCONTO FANTASTICO 72
Ma è la verità! Ti sei ma anche specchiata e hai detto: “Bruttina, stamattina!”.
– Tutte questa fantasie ti vengono perché hai sempre la testa fra le nuvole! – rispose la mamma.
Il Fratellone nei giorni seguenti continuava a prenderla in giro. – Allora? – ripeteva. – Scricciolo dei miei stivali! Non entri più nello specchio?
E, quando Elena piagnucolava per attirare l’attenzione della mamma, lui le ripeteva: – La mamma se l’è mangiata lo specchio!
Un mattino toccò al Fratellone accompagnare Elena a scuola. – Ti lascio all’angolo, perché quando devo trovarmi con Detto e sono in ritardo; – le bisbigliò spingendola nell’ascensore – e, se fai la spia con la mamma, stacco la testa a tutti i tuoi stupidi peluche!
Le porte dell’ascensore si rinchiusero ed Elena si specchiò.
Fece in tempo a vedere il suo visetto, poi sentì il solito risucchio e l’ascensore si fermò al secondo piano per far salire una vicina. – Sei sola oggi? – le chiese la signora. – Ma che brava, vai già a scuola da sola!
Elena non rispose, ma, quando arrivarono al pianterreno, si voltò verso lo specchio, sorrise al Fratellone intrappolato dentro e gli mandò un bacino!
S. Colloredo, Confetti e dispetti, Einaudi
il testo Comprendo
g Riordina i fatti numerandoli da 1 a 9. Poi racconta la storia.
Quando entrò in bagno venne risucchiata dallo specchio.
Quella mattina Elena aveva fretta di uscire.
G I OCO con la storia
FANTASIA
g Riuscirà il Fratellone a venire fuori dallo specchio? In che modo? Immagina e racconta sul quaderno.
g Manipola il testo immaginando che finiscano nello specchio uno dopo l’altro tutti i componenti della famiglia. In che modo Elena riuscirà a tirarli fuori?
Elena si trovò sotto il letto con il Fratellone che cercava di tirarla fuori.
Elena, pur dicendo la verità, non era creduta.
Dall’interno dello specchio vide la sorella che si metteva il rossetto.
Il Fratellone prendeva sempre in giro Elena.
Il Fratellone dovette accompagnare Elena a scuola.
L’ascensore si fermò al secondo piano per far salire una vicina.
Quando arrivò al pianterreno Elena salutò il Fratellone, che era stato risucchiato dallo specchio.
–
IL TESTO NARRATIVO 73
il testo Analizzo
g Sottolinea nel racconto gli elementi che lo rendono fantastico.
Le caramelle del tempo
– Dovrai tornare nel passato e distruggere il ponte sul fiume Azzurro! – ordinò un giorno il re Gisberto al cavaliere Nitido.
– Se distruggerai il ponte che un mese fa l’esercito nemico ha attraversato per attaccarci, questa guerra non sarà mai esistita!
– Ai suoi ordini, mio sire! – gridò Nitido e si allontanò dal castello. Il re lo spedì dal mago di corte, Sberleffo, che gli avrebbe insegnato come muoversi nel tempo. Il mago gli consegnò un sacchetto di caramelle di diversi colori e disse:
g Immagina e descrivi l’aspetto fisico, il carattere e le strane magie del mago Sberleffo.
– Attento, se ingoierai una caramella rosa, andrai nel passato! Se la caramella è azzurra, sarai proiettato nel futuro. Se ne ingoierai una rosa, una azzurra e una bianca, tornerai nel tuo tempo. Invece le gialle e le verdi servono per il mal di gola! Poco dopo, pieno di coraggio, ma di poca memoria, il cavaliere decise di buttare giù un paio di caramelle del tempo ad occhi chiusi, sperando di fare la scelta giusta! Quando aprì gli occhi, gli pascolava vicino un pacifico brontosauro.
Nitido strillò e buttò giù a caso altre tre caramelle: il mondo gli frullò intorno a grande velocità e, quando si fermò, il cavaliere si trovò ai margini di un’autostrada, con camion e auto che gli sfrecciavano accanto.
Spaventatissimo, buttò giù le ultime tre pastiglie e si ritrovò nel cortile del castello del re.
– Bravo, cavaliere! – gli disse re Gisberto. – Il nemico se n’è andato poco dopo la tua partenza. Meriti un premio! Quando però il cavaliere seppe che il premio era un sacchetto delle magiche caramelle del mago Sberleffo, montò a cavallo e fuggì via dal castello!
S. Bordiglioni, Storie per giocare, Einaudi
linguistica Riflessione
g A quali personaggi del brano si riferiscono i pronomi evidenziati nel testo?
lo:
gli:
ne:
gli:
io
IL RACCONTO FANTASTICO 74
Scrivo
Gli Uomini-Nube
James e i suoi compagni si rannicchiarono sulla sommità della pesca gigante che oscillava dolcemente come un vascello quieto e silenzioso. In quel lungo volo notturno, sopra l’oceano e sotto la luce della luna, videro cose che nessuno aveva mai visto.
Gli Uomini- Nube raccoglievano manciate di nuvole, le arrotolavano tra le dita finché diventavano come delle biglie. Poi uno di essi sollevò le lunghe braccia ed esclamò: – Basta così! Prendete i badili! – Tutti emisero uno stridulo urlo di gioia e cominciarono a sparare le biglie a grande velocità, rovesciandole nel vuoto.
– È grandine! – bisbigliò James. – Ce la scaraventeranno addosso!
Gli Uomini- Nube si voltarono di scatto e videro la grande pesca: rimasero lì, immobili, come grandi statue bianche e pelose.
Gli Uomini- Nube fecero dietrofront, e cominciarono a scagliare contro la pesca grandi manciate di chicchi di grandine con strilli rabbiosi.
– A terra! – gridò James.
I chicchi sibilavano nell’aria come pallottole di mitra, e si incastravano nella polpa con dei brutti plop! plop! E poi ping! ping! quando rimbalzavano sul guscio della coccinella. E poi crack! quando un chicco colpì in un altro posto. Quando la riserva dei proiettili fu finita, ricominciarono a strappare lembi di nuvole e a farne degli altri, grandi come palle di cannone.
– Presto! – gridò James. – Dentro la galleria! In mezzo minuto furono tutti dentro il nocciolo della pesca, da dove sentivano ancora i colpi della grandine martellare furiosi contro la buccia.
R. Dahl, James e la pesca gigante, Salani
G I OCO con la storia
FANTASIA
g Come avresti fatto finire il racconto? Pensa e scrivi sul quaderno.
g Quali sono gli elementi fantastici che caratterizzano la storia? Sottolineali nel testo.
g Il testo narra la storia: di un ragazzo di nome James e dei suoi compagni che, a bordo di una pesca gigante, scoprono durante un viaggio notturno gli Uomini-Nube degli Uomini-Nube che catturano James e i suoi compagni
IL TESTO NARRATIVO 75
il testo Analizzo
VERIFICA in itinere
Melusina dentro la fontana
Fata Melusina era più una strega che una fata: viveva nel cuore di una fitta foresta di Francia dentro una fontana. Era donna fino all’ombelico e poi serpente. Un serpente d’acqua che se ne stava al fresco nella sua vasca di pietra. Il problema era che a star lì si annoiava abbastanza. Così, quando passava qualcuno, lei cercava di stregarlo per tenerselo lì a farle compagnia. Di solito gli faceva un indovinello, e, se qualcuno indovinava, poteva andarsene via, altrimenti doveva stare lì come se fosse incatenato, perché se provava a muoversi gli crescevano attorno dei lacci di ortica che gli imprigionavano mani e piedi.
Con questo metodo Melusina si era già procurata la compagnia di un cavaliere, di un drago e di un nano.
– Lasciaci liberi – la supplicavano a turno i tre prigionieri. E lei sorrideva con il suo sorriso verdino e diceva: – Nemmeno per idea. Deve ancora nascere l’essere che possa battermi…
Lei non lo sapeva, ma in verità era già nato. Era una bambina che si chiamava
Emma e un giorno si perse proprio in quella foresta lì. Per nulla spaventata, camminò finché si trovò davanti alla fontana da cui spuntava Melusina. La riconobbe subito, perché la mamma le aveva raccontato di quella fata strega. Così le fece un bell’inchino dicendo: – Ti saluto, Melusina, signora dell’acqua e della foglia.
Colpita dalle buone maniere della bimba, fu lì lì per lasciarla andare, ma poi le recitò il solito indovinello: – Nella prima puzzano e mangiano bambini; la seconda è divina, bella senza confini. L’intero è un fiore raro che viene da lontano e assomiglia a una farfalla.
Emma ci pensò un po’ su. La soluzione non la sapeva. Ma in compenso il cavaliere e il nano cercarono di suggerirgliela. Il cavaliere arricciava le mani come se avesse gli artigli e faceva la faccia cattiva… e il nano si pavoneggiava come se fosse una bella fanciulla.
ORCHIDEA! – esclamò Emma. – È giusto, vero?
L’espressione nuvolosa di Melusina le disse che sì, era giusto. Emma aveva risolto l’enigma, salvando se stessa e regalando la libertà al cavaliere e al nano.
–
76
B. Masini, Che fata che sei, Einaudi Ragazzi
g Chi è Melusina?
Più una fata che una strega
Più una strega che una fata
g Quale aspetto ha?
Metà donna e metà pesce
Metà donna e metà serpente
g Perché cattura chi passa nella foresta?
Per avere compagnia
Per sfamarsi
g Dove vive Melusina?
il testo Comprendo il testo Analizzo
In un castello Dentro una fontana
g Chi sono i tre prigionieri?
Un drago, un nano e un gigante
Un cavaliere, un drago e un nano
g Chi è Emma?
Una bimba smarrita
Una fata sotto forma di bimba
g Che cosa colpisce Melusina?
La bellezza di Emma
Le buone maniere di Emma
g Da chi viene aiutata Emma?
Dal cavaliere e dal nano
Dal drago e da una fata
g Che cosa conquista Emma con la sua risposta?
La libertà per sé e per i due aiutanti
Il regno di Melusina
g Il racconto è scritto: in prima persona in terza persona
g I fatti narrati sono: verosimili inverosimili
g Il tempo della narrazione è: definito indefinito
g Il luogo della narrazione è: definito indefinito
g La vicenda è narrata: al presente al passato
linguistica Riflessione
g Quali verbi ci sono nella frase “L’intero è un fiore raro che viene da lontano e assomiglia a una farfalla”? raro • viene • farfalla viene • assomiglia • è
g Nella frase “– Lasciaci liberi – la supplicavano a turno i tre prigionieri” in quale modo è espresso il verbo sottolineato? Indicativo Imperativo
Ho svolto le attività di:
Comprensione ................................. con facilità con qualche difficoltà con un aiuto
Analisi con facilità con qualche difficoltà con un aiuto
Riflessione linguistica con facilità con qualche difficoltà con un aiuto
IL RACCONTO FANTASTICO
77
Ecco l’INVERNO
Inverno
La neve è caduta in abbondanza durante la notte. Silenziosa e calma, quasi per fare una graziosa sorpresa ai bambini che l’aspettano, ha coperto i monti, i campi, la città. Soprattutto la città è bella sotto la neve. I cornicioni dei palazzi sembrano di marmo, e gli alberi paiono coperti di piume bianche.
Oggi non si va neppure a scuola, perché la neve riprende a cadere fitta, minuta, gelida. Nelle strade si scivola; i vetri delle finestre sono velati di un ricamo.
Nevica
Sopra i tetti, sulle strade piano piano, lieve lieve cade giù la bianca neve. Danza, scherza, su nell’aria, si rincorre, si riprende e poi lenta lenta scende. Come candida farfalla che è già stanca del suo volo si riposa sopra il suolo ed in breve lo ricopre d’un uguale bianco manto: sembra tutto un dolce incanto.
nell’ARTE
g Quali dati sensoriali sono presenti nel testo?
g Il testo presenta delle similitudini. Sottolineale.
g Da quanti versi è formata la poesia?
g Nel testo vi sono parole in rima. Sottolineale.
g Quali sensazioni ti comunica la poesia?
g Fai una ricerca sulle opere d’arte che raffigurano l’inverno, scegline una e descrivila ai tuoi compagni.
P. Guarnieri
78
G. Deledda, Scritti scelti, A. Mondadori
Lasciala cadere
Quella mattina, quando mi svegliai, guardai fuori dalla finestra e per poco non morii di paura. I miei strilli fecero accorrere dal bagno il babbo, col volto rasato a metà.
– È la fine del mondo! Per carità, facciamo qualcosa!
– Non è la fine del mondo – disse il babbo. – Nevica. Il mio fratellino chiese se la neve sarebbe durata. Neanche lui l’aveva mai vista, ma sapeva di cosa si trattava. Corremmo in cortile, e lo trovammo coperto di un sottile strato di nevischio, morbido e bianchissimo.
– Non dovremmo camminarci sopra – disse Jem. – Vedi, a ogni passo la rovini. – Mi voltai a guardare le soffici impronte. Misi fuori la lingua e vi cadde sopra un grosso fiocco di neve. Bruciava.
È bollente!
– Ma no, è così fredda che brucia! Non mangiarla, la sprechi! Lasciala cadere!
– Ma voglio camminarci sopra!
– Sai che cosa facciamo? Andiamo a camminare su quella del cortile accanto.
Jem saltellò attraverso il giardino e io lo seguii, mettendo i piedi nelle sue impronte.
g Ti è mai capitato di vedere un paesaggio innevato?
g Quali sensazioni hai provato?
g Cosa succederà quando i fratellini raggiungeranno il cortile? Immagina e completa la storia sul quaderno aggiungendo due sequenze narrative.
The north winds
Cold and raw the north winds blow Bleak in the morning early, All the hills are covered with snow, And winter’s now come fairly.
–
H. Lee, Il buio oltre la siepe, Feltrinelli
79
INVERNO
l’INVERNO nell’ARTE
Emozioni a colori
Lavoro sul dipinto
g Che cosa rappresenta l’immagine?
g Che cosa vedi in primo piano?
g E in secondo piano?
g Cosa vedi sullo sfondo?
g Quali sono i colori presenti nel dipinto?
g Quale sensazione ti comunica?
C. Monet, Vista di Argenteuil nella neve
80
Ricami di ghiaccio
Hai visto le foglie d’inverno?
Sono un ricamo, un sottile velo, vedi attraverso di loro il grigio del cielo.
Hai visto i cristalli di ghiaccio?
Sembrano diamanti
così trasparenti e puri, cristalli luccicanti.
L’inverno crea poesia per lo sguardo e trasforma le cose in una strana magia.
• Di che cosa parla la poesia?
• Che sensazione hai provato leggendola?
• A cosa vengono paragonate le foglie d’inverno? E i cristalli di ghiaccio?
• Cosa fa l’inverno?
scrittore Anch’io
g Descrivi anche tu un paesaggio innevato, comunicando sensazioni ed emozioni. Inserisci opportunamente i dati sensoriali, le similitudini e qualche metafora.
g Realizzate un cartellone sull’inverno.
g Ritagliate immagini da giornali e scrivete piccole poesie sui vari elementi che lo caratterizzano: freddo, neve, brina…
C. Albaut
81 l’INVERNO in
poesia
il testo Analizzo
g Segna con una x la risposta giusta.
• Il racconto è: realistico fantastico
• Segue: la successione dei fatti
è interrotto da un flashback
• Il tempo è: definito indefinito
• È scritto: in prima persona in terza persona
• La vicenda si svolge: a casa a scuola
• Chi narra la storia? Un compagno di Giacomo
Giacomo
Danza di Natale
Oggi abbiamo danzato. Lo facciamo abbastanza spesso, ma stavolta era un’occasione speciale: era la danza di Natale.
Ci riuniamo nell’atrio assieme a tutti gli altri bambini della scuola: qualcuno recita poesie, qualcuno canta una canzone e qualcuno esegue una danza. Quest’anno a noi è toccata la danza.
E fin qui non ci sarebbe stato niente di male, se non fosse che fra noi c’è uno dei più gran pasticciatori di danze di tutti i tempi: Giacomo. Lui è un genio con i libri, ma per ballare è assolutamente negato. Sembra che abbia i piedi scollegati dal cervello. Insomma, quando danza ha la grazia di un mammut ubriaco.
Così è successo che abbiamo provato per settimane una danza molto carina nella quale dovevamo girare in cerchio tenendoci per mano a due a due, poi fermarci e lasciare il compagno.
A questo punto, quelli che si trovavano nel cerchio più esterno dovevano girarsi, fare tre passi all’indietro e cambiare il compagno di danza.
Poi si ricominciava da capo.
IN FESTA!
82 INVERNO
Capitan Quinto, il maestro, non è un grande ballerino, però non è neanche uno stupido: ha messo Giacomo nel cerchio interno, quello dei bambini che dovevano restare assolutamente fermi. In questo modo dopo una ventina di prove siamo riusciti a concludere la danza in maniera accettabile.
Il giorno della festa, nell’atrio della scuola, io ero sicuro che avremmo fatto un figurone. Il maestro non doveva essere altrettanto tranquillo, perché correva di qua e di là a raccomandarsi di fare bene quella tal cosa, di non dimenticare quella talaltra, eccetera. Insomma, la nostra danza è filata liscia fino al cambio di compagno, poi è successo il disastro. Anche se era in quello interno, Giacomo ha cambiato cerchio e si è infilato contromano in mezzo ai compagni che stavano muovendosi. Quattro bambini sono finiti a terra. Gli altri, appena la musica è ripartita, hanno ricominciato a saltellare, trovandosi fra i piedi i compagni crollati a terra. Qualcuno, come me, ad esempio, si è fermato perché non ci capiva più niente.
il testo Comprendo
• Cosa preparano i bambini insieme al loro insegnante in occasione del Natale?
• Perché il maestro corre di qua e di là?
• Come viene definito Giacomo?
• Perché Giacomo viene messo nel cerchio interno?
• Cosa succede durante la danza?
g Cosa avete preparato insieme all’insegnante per festeggiare il Natale? Quali sono state le tue emozioni?
classroom FLIPPED
g Cercate informazioni sulle tradizioni natalizie di una regione italiana indicata dall’insegnante. In particolare approfondite le ricerche su canti tipici, leggende, ricette e usanze.
g Divisi in piccoli gruppi, condividete il materiale informativo e le immagini e insieme create un lapbook. Mostrate infine il vostro lavoro agli altri gruppi.
A CASA A SCUOLA
S. Bordiglioni, Il capitano e la sua nave, Einaudi Scuola
io Parlo 83 INVERNO
Mi autovaluto
Ho imparato a…
Legenda
benissimo bene così
• ascoltare un testo e a capirne le diverse informazioni
• distinguere gli elementi:
» di un racconto realistico
» di un racconto autobiografico
» di un racconto biografico
» di un diario
» di una lettera e un’e-mail
» di un racconto fantastico
• cogliere le emozioni presenti in un testo .....................................................................
• riassumere un testo
• esporre un testo letto
• scrivere testi
Come mi sono sentito
Scegli tra le alternative proposte.
g Ho mostrato maggiore sicurezza quando:
ho letto ho ascoltato
ho scritto ho parlato
g A volte ho chiesto aiuto ai compagni o all’insegnante per:
comprendere analizzare
raccontare scrivere
g Durante le verifiche ho provato:
tranquillità agitazione
noia altro
84
84
così
mi AUTOVALUTO
Mi intervisto
Scegli tra le alternative proposte o scrivine una tua se non trovi nulla di corrispondente a ciò che provi.
g Quando ascolti una lettura, che cosa ti aiuta a capire meglio?
Le immagini L’espressione di chi legge
Il silenzio Altro
g Che cosa ti mette più in difficoltà quando leggi?
Leggere a voce alta Leggere davanti a tutti
Leggere parole nuove Altro
g In quale attività ti diverti di più?
Nelle attività individuali Nelle attività di coppia
Nelle attività di gruppo Altro
g In che cosa pensi di dover migliorare?
Nella comprensione del testo Nell’analisi del testo
Nella scrittura Altro
g Come ti definiresti?
Un bravo lettore
Un attento ascoltatore
Un buon compagno di gruppo Altro
Mi confronto con la classe
g Seduti in cerchio, a turno, leggete alla classe le risposte dell’intervista a voi stessi e confrontatevi. Ascoltate con attenzione le risposte dei compagni, dalle quali potreste trovare utili spunti per migliorare.
TAPPA 85 1 a
Alla scoperta del...
RACCONTO UMORISTICO
CHE COS’È?
Il racconto umoristico è un testo buffo e comico che ha lo scopo di far divertire il lettore. La descrizione mette in rilievo i comportamenti ridicoli dei personaggi ed esagera le caratteristiche di persone.
PERSONAGGI
I personaggi, realistici e fantastici, sono buffi, bizzarri, pasticcioni, ridicoli. Essi presentano di solito caratteristiche esagerate e si comportano in modo strano e imprevedibile, combinano guai rispetto alla situazione.
GLI ELEMENTI DEL RACCONTO UMORISTICO
FATTI
I fatti si trasformano in situazioni fuori dal comune che suscitano in chi legge il divertimento. Accadono cose strane: colpi di scena, malintesi, sorprese, equivoci.
Lo scrittore per ottenere l’effetto comico utilizza alcune tecniche:
• gli imprevisti, che modificano una situazione normale trasformandola in situazione ridicola;
• il capovolgimento dei ruoli, quando i personaggi si comportano in modo opposto a ciò che il lettore si aspetta;
• gli equivoci basati su giochi di parole.
Gli avvenimenti possono essere raccontati in prima o in terza persona.
TEMPO
La vicenda può avvenire in un tempo presente o passato, definito o indefinito
LUOGHI
I luoghi sono reali: infatti, situazioni normali possono diventare divertenti in qualsiasi luogo.
LINGUAGGIO
Il linguaggio del racconto è fresco e divertente.
L’autore crea un effetto comico attraverso l’uso di tecniche.
Laboratorio di ASCOLTO O pag. 192
86
86
Fuoco e inondazione
Dopo la scuola stavo ritornando a casa con la cartella piena zeppa, i sacchetti della spesa, quando mi accorsi che, in doppia fila, era ferma una luccicante autocisterna dei pompieri.
Mi misi a correre e mi precipitai su per le scale. Al terzo piano (il mio) una porta era aperta (la mia). Una puzza… Una puzza di fumo aleggiava nell’aria.
E non solo! Molte cose galleggiavano nell’appartamento, sulla moquette trasformata in un lago: i piatti- zattere, il divano- piroscafo, un cuscino- boa, pantofole- piroghe…
E, in mezzo a questo maremoto domestico, c’era mio padre, che prosciugava l’oceano con una spugna dello spessore di sei centimetri e un bicchiere da vino.
– Mi vuoi raccontare che cosa è successo? – gli chiesi.
– Non ti innervosire, figliolo. Ti spiego. Ecco… ho messo del caffè a scaldare mentre stavo lavorando al computer. Solo più tardi ho sentito puzza di bruciato. Un fumo denso proveniva dalla cucina… il pentolino si era fuso come caramello e gli strofinacci avevano preso fuoco!
– Allora hai chiamato i pompieri.
– Nemmeno per sogno. È stata la nostra dirimpettaia a chiamare i pompieri perché tutto quel fumo l’aveva spaventata. Io ho aperto il rubinetto della vasca da bagno, ho riempito una bacinella e ho spento l’incendio.
– E hai inondato tutto. Ma come hai fatto?
– È stato il rubinetto della vasca… mi ero dimenticato di chiuderlo.
Gli elementi del testo
Il personaggio del racconto è: realistico fantastico La vicenda si colloca in un tempo: definito indefinito
Il luogo dove si svolge la storia è: reale fantastico definito indefinito
Il racconto è scritto: in prima persona in terza persona
Il fatto che crea l’effetto umoristico nella vicenda è legato:
al comportamento del padre a un equivoco
M. Ferdjoukh
87 IL TESTO NARRATIVO
Ti faccio una tazza di tè?
Alba e freddo. Alcune placche di neve erano ancora lì, umide, agli angoli del tetto. Nella grande casa la famiglia era immersa nel letargo della domenica mattina, raggomitolata contro il gelo e il giorno in arrivo.
Ma Gaylord era immune dal freddo. Il giovane Gaylord era immune da quasi tutto. Svegliatosi, si mise a saltare sul letto. Poi, stufo, si tirò su il pantalone del pigiama e si accinse a fare il giro per la casa tanto per incominciare.
Prima dal nonno. Faceva scuro in quella camera. Così tirò le tende.
Le tende erano montate con anelli di ottone. Tirate da una persona qualsiasi facevano un rumore di nacchere, tirate da Gaylord furono come dei tamponamenti a catena sull’autostrada.
Il nonno non socchiuse neanche un occhio. «Vai fuori di qua» disse.
Sotto le coltri il nonno era una piccola montagna rotonda.
Gaylord prese la rincorsa e atterrò sulla cima di quel monte.
«Io sono un cavaliere» urlò. «E tu sei il mio cavallo».
«Non sono un cavallo» disse il nonno. «Sto solo cercando un po’ di riposo…».
Gaylord pose un dito esaminatore su un’anziana palpebra.
La spinse su e rimase a guardare sovrappensiero l’occhio giallo.
Mollò la presa. «Ti faccio una tazza di tè?».
«Se ci metti tanto, sì» disse il nonno.
Gaylord smontò dal cavallo.
«Farò in un attimo» disse tutto allegro.
«Non troppo in fretta, ti prego» disse il nonno.
E. Malpass, Alle sette del mattino il mondo è ancora in ordine, Feltrinelli
LESSICO
IL RACCONTO UMORISTICO 88
il testo Analizzo
g Quali sono secondo te le parti più comiche della storia? Motiva la tua risposta indicando le parole del racconto che lo dimostrano.
g Rispondi alle domande.
• Come ti sembra Gaylord?
• E il nonno?
io
g Immagina di trascorrere due giornate con Gaylord e racconta sul quaderno alcune situazioni buffe, inserendo i dialoghi per dare vivacità al testo. Concludi la storia con un colpo di scena. Scrivo
coltre: coperta.
L’aereo dipinto
Il signor Pino e la signora Pina si fermarono davanti al quadro appoggiato sulla bicicletta di un pittore. Rappresentava un aereo da combattimento in mezzo a due nuvole bianche.
I coniugi lo acquistarono e lo appesero alla parete. Una sera, stavano sul divano a guardare la televisione, quando sentirono uno strano ronzio. Si guardarono intorno e videro che il piccolo aereo si era staccato dal quadro e volava facendo acrobazie.
– Attento! – fece appena in tempo a gridare la signora Pina. In quel momento colpì un pacchetto di fiammiferi, che prese subito fuoco. Il signor Pino corse a mettere il suo casco da pompiere, attaccò una gomma al rubinetto della cucina e in un attimo spense le fiamme.
Intanto l’aereo continuava a volare sotto il soffitto, poi tirò una raffica di mitragliatrice sul lampadario e lo mandò in frantumi.
Improvvisamente, divenne buio. Il signor Pino, inciampando, corse a prendere la torcia elettrica, poi prese un arco e una freccia e colpì in pieno l’aereo, che cadde sul pavimento.
Ora il quadro è rimasto senza l’aereo e sembra un po’ vuoto. Il signor Pino vorrebbe portare il quadro da un pittore e farvi dipingere qualcosa, ma non ha deciso che cosa. Certo, un soggetto molto tranquillo, che non possa combinare guai.
il testo Analizzo
g La comicità del testo è data: dalle battute umoristiche dalla situazione assurda
g Evidenzia nel testo le parti che secondo te sono umoristiche e segna a lato della pagina le sequenze.
INSIEME
g Un giorno il pittore dipinse uccellini e farfalle e consegnò il quadro alla signora Pina. Cosa accadde una notte?
Dividetevi in piccoli gruppi e raccontate a voce e per iscritto quanto avete immaginato.
IL TESTO NARRATIVO 89
A. Borsani, Henryco in casa Asac, Einaudi Scuola
Campeggio all’estero
Quell’anno papà ci disse: – Andremo in campeggio all’estero.
Poi, rivolto alla mamma:
– Ho pensato che per i bambini sia bene che andiamo in Germania. Sentiranno parlare tedesco tutto il giorno. Sarà quel che si dice “un bagno di lingua”.
Io, a dire il vero, sognavo soprattutto i bagni di mare.
Domandai:
– A che serve un bagno di lingua?
– Usa il cervello, Giancarlo! – sbottò papà. – Alla fine del mese saprai parlare tedesco. Per riuscire nella vita è importantissimo sapere una lingua straniera.
– E tu lo sai, il tedesco? – domandai.
Il mio papà tossì e rispose: – Un po’.
Il che era una bugia bella e buona.
Le dolenti note cominciarono alla frontiera. Il doganiere tedesco si mise a dirci delle cose, disegnando in aria dei quadratini, non ci capivamo un accidente. Papà aprì il bagagliaio, le valigie, la sua borsa; ed era sul punto di vuotarsi le tasche, quando io dissi: – Credo che voglia le nostre carte d’identità.
Era esatto. Papà, con il tono delle solennità, ci spiegò: – Il tedesco è una lingua molto difficile. Bellissima, ma difficile. Le cose si aggravarono una volta arrivati al campeggio. Il gestore parlava a briglia sciolta quanto il doganiere, ma noi, dopo una giornata di autostrada, non avevamo fatto molti progressi in tedesco. Papà si tergeva la fronte col fazzoletto e la mamma ripeteva: – Ma cos’è che vuole da noi?
Il gestore continuava a parlare, disegnando in aria dei triangolini. Io dissi a papà: – Vuole che andiamo a piantare la tenda.
Era esatto. Il gestore mi ringraziò con un cenno del capo, e papà mi disse:
Sei davvero dotato per il tedesco, Giancarlo.
–
90 VERIFICA in itinere
M.A. Murail, Papà e i bagni di lingue, Emme Edizioni
il testo Comprendo
g Che cosa si intende per “bagno di lingua”?
Bagnare la lingua nell’acqua
Fare un’immersione in una nuova lingua
g Cosa vuol dire l’espressione “Le dolenti note cominciarono alla frontiera”?
I problemi cominciarono al confine
Al confine udimmo una musica triste
g Indica con una x se l’affermazione è vera o falsa.
g Come potresti sostituire l’espressione “parlare a briglia sciolta”?
Parlare senza vergogna Parlare molto velocemente
• Giancarlo sogna una vacanza al mare. V F
• La mamma dice che è importante conoscere le lingue. V F
• Il papà sostiene di conoscere il tedesco. V F
• Alla frontiera tedesca il doganiere chiede i documenti. V F
• Il doganiere disegna in aria dei triangoli. V F
• Il papà dice che il tedesco è una lingua facile. V F
• Il gestore del campeggio disegna in aria tanti rettangoli. V F
• Al campeggio trovano la tenda montata. V F
• Giancarlo capisce le frasi dai gesti. V F
• Il papà dice che Giancarlo è negato per il tedesco. V F
il testo Analizzo
g Il racconto è scritto: in prima persona in terza persona
g I fatti narrati sono: verosimili inverosimili
g La vicenda si svolge: all’aperto in un ambiente chiuso
g Il tempo della narrazione è: definito indefinito
g La vicenda è narrata: al presente al passato
linguistica Riflessione
g Sottolinea in rosso i nomi e in verde i verbi, poi analizzali sul quaderno. Ho pensato che per i bambini sia bene che andiamo in Germania. Sentiranno parlare tedesco tutto il giorno. Alla fine del mese, sapranno parlare tedesco.
Ho svolto le attività di:
Comprensione ................................. con facilità con qualche difficoltà con un aiuto
Analisi con facilità con qualche difficoltà con un aiuto
Riflessione linguistica con facilità con qualche difficoltà con un aiuto
IL RACCONTO UMORISTICO
91
Alla scoperta del...
RACCONTO DI AVVENTURA
CHE COS’È?
Il racconto di avventura narra fatti rischiosi, straordinari ed emozionanti che lasciano il lettore col fiato sospeso. Gli eventi sono narrati in modo rapido e incalzante
PERSONAGGI
Il protagonista è un eroe dotato di intelligenza, coraggio e intraprendenza, capace di superare pericoli e prove difficili e inaspettate .
A volte è accompagnato da altri personaggi, che lo ostacolano (antagonista) o lo aiutano.
I personaggi sono esploratori, viaggiatori, archeologi, ma anche ragazzini in cerca di emozioni.
GLI ELEMENTI DEL RACCONTO DI AVVENTURA
FATTI
Accadono fatti eccezionali, cioè eventi inattesi che complicano la situazione iniziale dando avvio ad una serie di peripezie e di colpi di scena.
Gli avvenimenti possono essere raccontati in prima o in terza
persona
LINGUAGGIO
Il linguaggio è caratterizzato da frasi ricche d’azione, da descrizioni particolareggiate e da dialoghi che hanno lo scopo non solo di vivacizzare il racconto ma anche di esprimere le emozioni dei personaggi.
LUOGHI
Le vicende sono ambientate in luoghi naturali, lontani e selvaggi, in cui si nascondono insidie e pericoli: foreste, isole deserte, abissi marini, sotterranei, grotte…
TEMPO
Le vicende si svolgono nel passato o nel presente, definito o indefinito.
Laboratorio di ASCOLTO O pag. 193
92
92
Una brutta avventura
Al sorgere del sole siamo arrivate al forte degli alpini che ancora non c’era nessuno. Eleonora ha proposto di esplorarne uno. Paola, Sandra ed io non eravamo entusiaste, e Federico ci ha mostrato il cartello:
ATTENZIONE, PERICOLO! VIETATO INTRODURSI
ALL’INTERNO DEI CAMMINAMENTI.
Eleonora si è avviata pimpante e tutti, per non essere da meno, le siamo andati dietro. Ce ne siamo pentiti subito. Il buio era completo. Ho sentito Leonardo armeggiare nel suo sacco e finalmente una lucina minuscola ha illuminato la scena. Si era portato una pila! Quasi gli avrei buttato le braccia al collo, ma subito la luce ha cominciato a diventare sempre più gialla e bassa finché non si è spenta del tutto. A turno abbiamo acceso il cellulare per farci un po’ di luce col display. Ci trovavamo in uno slargo e davanti a noi si aprivano tre gallerie: quale prendere? Nessuno si ricordava più da dove eravamo arrivati. Mi venivano i sudori freddi e mi sono rassicurata un po’ quando Tony mi ha preso la mano; era appiccicosa, ma molto confortante lo stesso.
È inutile stare a farla lunga: c’eravamo persi, ma nessuno di noi voleva lagnarsi per non sembrare pauroso; inoltre volevamo uscire senza attirare l’attenzione dei grandi. Alla fine Leonardo ha detto: – Ragazzi, al mio tre gridiamo tutti insieme: “Aiuto!”. Uno… due… tre… AIUTOOO! Abbiamo urlato in coro.
Nessuna risposta.
Ormai mi ero rassegnata a morire di fame e di sete, mentre i genitori disperati avrebbero continuato a cercarci per anni. Sandra ha proposto, con voce piagnucolosa, di provare di nuovo. – Uno… due… tre… AIUTOOO!
Si è sentito un rotolare di sassi… le mura del budello si sono rischiarate e poi, per fortuna, è spuntato un omone con una torcia potentissima, che ha detto: – Non avete visto i cartelli?
Il nostro salvatore ci ha voltato le spalle facendoci cenno di seguirlo…
V. Cercenà, Diario allo specchio, Edizioni EL
I personaggi del racconto sono: eroi che affrontano con coraggio ogni pericolo ragazzi che vivono una situazione di pericolo
Il luogo in cui si svolge la vicenda nasconde: insidie e pericoli sorprese inaspettate
Il tempo in cui accadono i fatti è: passato presente Quale di questi fatti è presente nel testo?
I ragazzi hanno paura di non riuscire a trovare l’uscita
I ragazzi hanno paura di fare brutti incontri al forte degli alpini
g Sottolinea la parte del racconto che ti ha tenuto col fiato sospeso.
ATTENZIONE, PERICOLO! VIETATO INTRODURSI ALL’INTERNO DEI CAMMINAMENTI.
93 IL TESTO NARRATIVO
Gli elementi del testo
il testo Analizzo
g Rispondi alle domande.
• Dove si svolge la vicenda?
• Chi è il protagonista?
• Chi è l’antagonista?
• Chi sono gli altri personaggi?
Capitano Achab
Tutti gli uomini dell’equipaggio furono riuniti a poppa; il capitano Achab, detto “Vecchio tuono”, fece un mezzo giro con la gamba di legno puntata nel buco del ponte, poi indirizzò loro le seguenti parole: – Uomini di vedetta, voi mi avete già udito dare ordini relativi a una balena bianca, vero? Ebbene, guardate: vedete questa moneta d’oro spagnola? – e tese verso il sole una larga moneta brillante. – Vale sedici dollari, ragazzi miei! La vedete? Signor Starbuck, mi dia un martello. Quando Starbuck gli ebbe consegnato il martello, egli si avvicinò all’albero maestro con l’arnese alzato in una mano, mettendo ben in mostra con l’altra la moneta d’oro. Poi gridò, così che tutti lo udissero:
g Nel testo c’è un flashback. Evidenzialo.
g Sottolinea le parole che descrivono la balena Moby Dick.
– Chiunque di voi mi segnali una balena dalla testa bianca, con la fronte rugosa e la mascella storta, chiunque di voi mi segnali questo cetaceo con la testa bianca e tre buchi nella pinna della coda, avrà la moneta d’oro.
Urrà! Urrà! – gridarono i marinai agitando i loro cappellacci, mentre Achab inchiodava la moneta d’oro all’albero maestro.
È un cetaceo bianco, lo ripeto: – continuò Achab, gettando il martello sul ponte – bianco. Aprite gli occhi, ragazzi miei, vigilate ogni spruzzo di acqua spumosa.
– Capitano Achab, – disse un uomo dell’equipaggio – questo cetaceo deve essere quello che qualcuno chiama Moby Dick.
– Moby Dick? – esclamò Achab. – Tu dunque conosci il capodoglio bianco, Tash?
–
–
IL RACCONTO DI AVVENTURA 94
Capitano Achab, io ho già udito parlare di Moby Dick… Non è stato Moby Dick a strapparti la gamba? – chiese un altro.
– Chi ti ha detto ciò? – gridò Achab. Poi tornò con la mente a un giorno lontano, quel giorno in cui un capitano, mentre le sue tre lance sfondate danzavano sui flutti tumultuosi e gli uomini sparivano sommersi nei turbini di schiuma, aveva afferrato un coltello e si era lanciato contro il capodoglio tentando ciecamente, con la lama lunga sei pollici, di raggiungere la sorgente della vita del cetaceo nascosta da parecchi metri di grasso. Questi era il capitano Achab. Era stato in quell’occasione che, passandogli sotto la mandibola falcata, Moby Dick aveva falciato di netto la gamba di Achab.
– Sì, Starbuck, sì, amici miei, è stato Moby Dick che mi ha disalberato, è a Moby Dick che devo il pezzo di legno sul quale ora mi appoggio. Sì, sì! – proseguì con un singhiozzo terribile, come di belva ferita. – Sì, sì, e io lo inseguirò attorno al Capo di Buona Speranza, attorno al Capo Horn e attorno alle fiamme dell’inferno prima di rinunciare a raggiungerlo. È per questo che voi, ragazzi, siete imbarcati con me: per dare la caccia a questo capodoglio bianco, su tutte le facce del globo, sino a che getti sangue nero e si volti a pancia in su con le pinne all’aria. Che cosa ne dite, ragazzi? Accettate la sfida? A vedervi, sembrate coraggiosi.
– Sì, sì! – approvarono gridando i fiocinieri e i marinai, stringendosi attorno al vecchio eccitato.
– Un occhio acuto per il capodoglio, una lancia acuta per Moby Dick! – esclamò Achab.
g Scrivi sul quaderno un breve racconto. Segui la traccia:
1. scegli come protagonista un ragazzino e descrivilo;
2. inventa una situazione di pericolo in cui possa trovarsi;
3. fai intervenire un personaggio malvagio;
4. concludi la storia con un lieto fine per il protagonista.
–
H. Melville, Moby Dick, Editrice Piccoli
io Scrivo IL TESTO NARRATIVO 95
il testo Analizzo
g Segna con una x l‘affermazione corretta.
Il racconto è scritto: in prima persona in terza persona
Il protagonista si dimostra nei confronti del misterioso personaggio: timoroso coraggioso
g Sottolinea nel testo le parole che descrivono gli stati d’animo e le riflessioni del protagonista e quelle che descrivono Ben Gunn.
g Dividi il testo in sequenze segnandole al margine della pagina e scrivi sul quaderno una frase per ognuna che le riassuma, poi utilizza le stesse per raccontare la storia e sintetizzarla.
Una misteriosa apparizione
Jim, rimasto solo, continua a correre oltre il bosco per sfuggire a Silver, il capo dei pirati. Improvvisamente arriva ai piedi della piccola montagna dalle due vette…
Dal fianco della montagna, ripida e rocciosa, si staccò una cascata di ghiaia, che franò rumorosamente rimbalzando fra gli alberi. Istintivamente mi voltai a guardare da quella parte, e vidi un’ombra balzare rapida dietro il tronco di un pino. Cosa fosse, orso, scimmia o uomo, non avrei saputo dire. Mi sembrò nera e pelosa; altro non potei distinguere. Ma il terrore della nuova apparizione mi immobilizzò.
A quanto sembrava, mi trovavo tagliato fuori da ogni lato: dietro di me, gli assassini; davanti, quell’essere misterioso. Girai la testa per guardare alle mie spalle, e ritornai sui miei passi, in direzione della scialuppa.
Immediatamente l’ombra riapparve e, dopo un ampio giro, cominciò a tagliarmi la strada. Lo strano essere saltava da un tronco all’altro come un daino, correndo su due gambe come un uomo, ma come non avevo visto fare a nessun uomo, quasi piegato in due.
Eppure, era un uomo, non potevo dubitarne. Cominciavano a tornarmi alla mente le cose che avevo sentito dire sui cannibali. E per un pelo non gridai aiuto. Tuttavia il semplice fatto che si trattasse di un uomo, sia pure selvaggio, mi aveva in un certo senso rassicurato. Ripresi coraggio e fronteggiai risoluto l’uomo dell’isola dirigendomi arditamente verso di lui.
g Esprimi un tuo giudizio sul racconto che hai appena letto.
• Ti è piaciuto?
• Quale parte ti è sembrata più interessante? Perché?
In quel momento era nascosto dietro un albero, ma doveva avermi spiato da vicino perché, non appena cominciai a muovermi nella sua direzione, ricomparve e fece un passo verso di me. Poi esitò, tornò indietro, avanzò di nuovo, e finalmente, con mio stupore e confusione, si buttò in ginocchio e tese la mani giunte in atto di supplica.
io
IL RACCONTO DI AVVENTURA 96
Scrivo
Di fronte a questo mi fermai un’altra volta.
– Chi sei? – domandai.
– Ben Gunn – rispose, e la sua voce suonò rauca e stridente, come una serratura arrugginita.
– Sono il povero Ben Gunn, sono; e da tre anni non ho parlato a un cristiano. La sua pelle appariva bruciata dal sole, ed erano nere perfino le labbra; i suoi occhi chiari brillavano sorprendentemente in quella faccia così scura. Era vestito di brandelli di tela da vela e di vecchi abiti da marinaio; e quello straordinario abito di toppe era tenuto insieme dalle più svariate e strambe legature, bottoni di metallo, pezzetti di legno e asole di spago incatramato.
– Tre anni! – esclamai. – Naufragato?
– No, amico, – disse lui – abbandonato. Avevo già sentito questa parola e sapevo che significava un terribile, castigo, abbastanza comune fra i pirati: consiste nello sbarcare il colpevole con un po’ di polvere e di piombo. E abbandonarlo in qualche lontana isola deserta.
– Abbandonato tre anni fa – continuò – e vissuto di carne di capra, di bacche e di frutti di mare. In qualunque luogo un uomo si trovi, ti dico può bastare a se stesso. Ma, amico mio, il mio cuore sospira un cibo da cristiano. Non avresti per caso un pezzetto di formaggio? No? Pazienza, quante volte ho sognato un po’ di formaggio, soprattutto abbrustolito, e poi mi sono risvegliato per ritrovarmi sempre qui.
– Se mi riesce di tornare a bordo, – risposi – avrai formaggio a volontà.
G I OCO con la storia
g Prova a immedesimarti in uno dei due personaggi della storia e racconta cosa avresti fatto tu.
R. L. Stevenson, L’isola del tesoro, Giunti Editore
IL TESTO NARRATIVO 97
VERIFICA in itinere
Il serpente
Quel giorno il nonno era disteso sulla riva e io scesi più in giù. Mi sdraiai vicino all’acqua. Udii un suono vicinissimo a me. Era un fruscio secco che, cominciato lento, era andato accelerando fino a diventare un ronzio insistente.
Era un serpente a sonagli, avvolto su se stesso, pronto a colpire. Mi guardava dall’alto in basso a neppure quindici centimetri dal mio volto.
Restai lì gelato, incapace di muovermi. Era più grosso della mia gamba. Era infuriato. Io e il serpente ci fissavamo.
Lui faceva saettare la lingua e i suoi occhi erano due fessure, rossi e perfidi.
L’estremità della coda incominciò a vibrare sempre più rapida, e il suono che produceva diventava sempre più acuto. Poi la testa, a forma di una grossa V, cominciò a oscillare pian piano avanti e indietro. Sapevo che stava per colpirmi, ma non riuscivo a muovermi. Un’ombra calò su di me. Era il nonno, che mi disse: – Non voltare la testa, non muoverti, Piccolo Albero. Non sbattere gli occhi. All’improvviso, la grossa mano del nonno si mise tra il mio volto e la testa del rettile. Il serpente prese a sibilare sempre più fitto.
Se avesse tolto la mano, mi avrebbe colpito in pieno volto. Ma il nonno non lo fece: la sua mano restò ferma come una roccia, non aveva un tremito.
Poi il nonno mosse l’altra, afferrò il rettile dietro la testa e strinse. Il serpente si staccò da terra, si avvolse più volte intorno al suo braccio…
Ma il nonno non lasciò la presa e alla fine lo gettò a terra.
98
F. Carter, Piccolo Albero, Leonardo
il testo Comprendo
g Cancella il completamento errato.
• Piccolo Albero è sdraiato vicino all’acqua • nel bosco.
• Sente un forte ronzio e vede un enorme calabrone • un serpente a sonagli
• Il serpente è più grande della gamba del nonno • gamba di Piccolo Albero
• Il serpente sembra infuriato • innocuo.
• Piccolo Albero per la paura è paralizzato • sudato
• Il nonno mette la mano tra il serpente e il nipotino • nella sacca delle frecce
• Il nonno dimostra paura • coraggio
• Il serpente riprende a sibilare • contorcersi
• Il nonno con l’altra mano cattura • uccide il serpente.
g Che cosa significa “faceva saettare la lingua”?
Muoveva rapidamente la lingua a scatti
Colpiva con la lingua
il testo Analizzo
g Come puoi sostituire il verbo “oscillare”?
Abbassare Ondeggiare
g Che cosa vuol dire “i suoi occhi erano due fessure”?
I suoi occhi erano spalancati
I suoi occhi erano stretti e allungati
g Il racconto è scritto: in prima persona in terza persona
g I fatti narrati sono: verosimili inverosimili
g La vicenda si svolge: all’aperto in un ambiente chiuso
g Il tempo della narrazione è: definito indefinito
g La vicenda è narrata: al presente al passato
linguistica Riflessione
g Individua nel brano gli aggettivi riferiti ai seguenti nomi e trascrivili accanto a ciascuno di essi:
suono ronzio
fruscio serpente
occhi
Ho svolto le attività di:
mano
Comprensione ................................. con facilità con qualche difficoltà con un aiuto
Analisi con facilità con qualche difficoltà con un aiuto
Riflessione linguistica con facilità con qualche difficoltà con un aiuto
IL RACCONTO DI AVVENTURA
99
Alla scoperta del...
RACCONTO DI PAURA
CHE COS’È?
Il racconto di paura ha lo scopo di tenere il lettore col fiato sospeso, suscitando paura e tensione, attraverso storie inquietanti. Uno degli elementi più importanti è la suspense, che serve a creare nel lettore una tensione e un senso di terrore.
La suspense è ampliata da alcuni espedienti, come: ombre, rumori sinistri, cigolii…
PERSONAGGI
Persone comuni si trovano ad affrontare creature spaventose, come mostri, fantasmi, vampiri…
GLI ELEMENTI DEL RACCONTO DI PAURA
FATTI
Accadono fatti inspiegabili e misteriosi: apparizioni di esseri mostruosi che suscitano terrore nel protagonista e nel lettore. Sono fatti a cui spesso non è possibile dare una spiegazione razionale. Il testo può essere scritto in prima o in terza persona.
LINGUAGGIO
Il linguaggio è caratterizzato da frasi brevi, che danno un ritmo incalzante. È ricco di aggettivi e di similitudini, per esprimere gli stati d’animo dei personaggi.
TEMPO
Le vicende si svolgono in un tempo a volte definito, a volte indefinito, nel presente o nel passato.
LUOGHI
Le storie si svolgono in luoghi spesso bui e spaventosi: case abbandonate, antichi castelli, ambienti oscuri e tenebrosi, boschi, cimiteri, soffitte polverose, castelli in rovina, foreste…
Laboratorio di ASCOLTO O pag. 194
100
Il viale tenebroso
Quel viale tenebroso cominciava con due abeti neri e finiva contro una siepe e una rete di recinzione. Mio nonno portava una giacca estiva color avorio e teneva in mano una moneta e mi diceva: – Se arrivi fino in fondo al viale e tiri la catenella con la campana, quando torni qui avrai questa moneta.
Era notte e non si vedeva nulla. Io ne avevo già guadagnate in quella corsa, ma ogni volta ero tentato. Non per la moneta. Tanto mio nonno me l’avrebbe regalata lo stesso alla domenica. Era per la sfida. Il nonno sogghignava sotto i baffi radi e io scattai. C’era il giardino con tre aiuole e le maledette statue. La prima paura stava lì, in quelle statuette muschiose di pietra. Di giorno facevano ridere, ma nel buio! Era lì tra le aiuole e le statuette muschiose che cominciava il mio urlo. Un solo urlo continuo, da morire senza fiato. Trascinato da quel mio urlo, mi avventuravo nel nero del viale come una saetta. Finché toccavo il cancello, che aveva una ruggine rossastra da lasciare il segno sulle dita, tiravo la campanella con uno strappo furioso e mi precipitavo indietro. E così, col fiato rotto, mi riaffacciavo a quella balaustra dove il nonno faceva ruotare la moneta nel palmo della mano. Me la consegnava senza una parola: il viale nero era stato vinto.
I personaggi sono: persone comuni esseri mostruosi
Il luogo in cui si svolge la vicenda è: realistico fantastico
Il tempo della vicenda è: definito indefinito
I fatti narrati nel racconto: potrebbero accadere nella realtà
sono inspiegabili e non possono accadere nella realtà
La descrizione della paura del protagonista
viene presentata:
attraverso la descrizione delle sue sensazioni fisiche
attraverso la descrizione dei suoi pensieri
G. Arpino, Il grande albero, Edizioni Il Capitello
101 IL TESTO NARRATIVO
Gli elementi del testo
il testo Analizzo
g Sottolinea le parole che descrivono
l’aspetto fisico del signor Sgozzingoz e il suo comportamento.
• Che impressione fa il signor Sgozzingoz a David?
il testo Comprendo
g Segna con una x le affermazioni corrette.
David, arrivato in collegio, viene ricevuto dal vicepreside. Il signor Sgozzingoz si dimostra nei suoi confronti molto gentile.
David cerca inutilmente
l’inchiostro sulla scrivania per intingervi il pennino.
David scrive il proprio nome sul registro della scuola col pennino insanguinato.
Sgozzingoz
David è da poco arrivato in collegio e oggi si presenta al vicepreside, il signor Sgozzingoz, che lo riceve nel suo studio.
Dietro una scrivania di fronte alla porta era seduto un uomo che leggeva un libro. Indossava un completo nero con camicia bianca. Sentendo entrare David alzò lo sguardo.
– Siediti, prego.
Impossibile dire quanti anni avesse. Era di carnagione pallida e in un certo senso senza età, come una statua di cera. Era incredibilmente magro. Chiuse il libro con le lunghe dita ossute.
– Il mio nome è Sgozzingoz. Sono lieto di averti qui, siamo tutti lieti di averti a Villa Ghiacciaossa.
Il signor Sgozzingoz sorrise, se può chiamarsi sorriso una contrazione delle labbra e un luccicare di denti bianchi. David non era affatto lieto, ma restò zitto. Il signor Sgozzingoz si alzò e fece il giro della scrivania. In un angolo c’era un volume dalla copertina nera e un’antiquata penna d’oca. Leccandosi i polpastrelli aprì il libro e lo sfogliò.
IL RACCONTO DI PAURA 102
– A Villa Ghiacciaossa – spiegò, – vige un’antica usanza. Tutti i nuovi allievi devono firmare il registro della scuola. David fece per prendere la penna. Fu allora che successe. Mentre David tendeva la mano il signor Sgozzingoz scattò in avanti e gli conficcò il pennino aguzzo nel pollice. David lanciò un grido e si infilò il dito in bocca.
– Come mi dispiace – disse il signor Sgozzingoz. – Sei ferito?
– Sto bene – replicò David.
– In tal caso saresti così gentile da scrivere il tuo nome?
Il signor Sgozzingoz gli porse la penna che era macchiata di brillante sangue rosso.
– Non abbiamo più bisogno dell’inchiostro – commentò. David afferrò la penna e con lo sguardo cercò l’inchiostro sulla scrivania. Non ce n’era. Ormai Davide non desiderava altro che uscire da quella stanza. Scrisse il proprio nome col pennino insanguinato, che graffiava la ruvida pagina bianca.
– Eccellente! Puoi andare, David.
Il signor Sgozzingoz riprese la penna e girò il libro verso di sé.
io Scrivo
INSIEME
g Come potrebbe continuare la storia? Dividetevi in piccoli gruppi, completate il racconto e confrontatevi.
A. Horowitz, Villa Ghiacciaossa, Mondadori
g Arricchisci il testo con altri particolari relativi all’aspetto fisico e al comportamento del signor Sgozzingoz, raccontando sul quaderno un breve episodio. IL TESTO NARRATIVO 103
Coraline
La vecchia chiave nera sembrava più fredda di tutte le altre. Coraline la infilò nella toppa. Girò senza fare i capricci, con un soddisfacente rumore metallico. Coraline si fermò ad ascoltare. Sapeva che stava facendo qualcosa di proibito, così tese l’orecchio per sentire se sua madre stesse tornando, ma non sentì nulla. Poi mise la mano sulla maniglia e la girò: e finalmente la porta si aprì. Si aprì su un corridoio buio. Da quel corridoio veniva un agghiacciante odore di stantio: l’odore di qualcosa di molto vecchio. Coraline varcò la soglia.
Si domandò che aspetto avesse l’altro appartamento, ammesso che quel corridoio portasse lì. Coraline percorse il corridoio con una certa inquietudine. La moquette su cui camminava era identica a quella di casa loro. La carta da parati era identica a quella che avevano loro. Il quadro appeso all’ingresso era identico a quello appeso nell’ingresso di casa loro. Sapeva dov’era: a casa sua. Non l’aveva mai lasciata.
Confusa, scosse la testa. Fissò il quadro appeso alla parete: no, non era esattamente lo stesso.
Il quadro nell’ingresso di casa loro ritraeva un ragazzo con abiti all’antica che fissava delle bolle di sapone. Ma ora l’espressione del suo viso era diversa: c’era uno strano sguardo nei suoi occhi. Coraline lo fissò, cercando di capire esattamente cosa avesse di diverso.
C’era quasi arrivata quando qualcuno la chiamò. Sembrava la voce di sua madre. Coraline andò in cucina e trovò una donna che le dava le spalle. Assomigliava un po’ a sua madre. Solo che… Solo che aveva la pelle bianca come la carta. Solo che era più alta e più magra. Solo che aveva le dita troppo lunghe e le unghie, adunche e affilate, di un rosso scuro.
– Coraline? – disse la donna. – Sei tu? – Quindi si voltò a guardar la .
Al posto degli occhi aveva due grossi bottoni neri.
IL RACCONTO DI PAURA 104
tu chi sei? – domandò la bambina.
– Sono l’altra tua madre – rispose la donna. – Vai a dire all’altro tuo padre che il pranzo è pronto. – E aprì lo sportello del forno.
Coraline arrivò in fondo al corridoio, dove si trovava lo studio di suo padre. Aprì la porta. All’interno c’era un uomo seduto alla tastiera del computer, che le dava le spalle.
– Ciao – esitò Coraline. – Lei mi ha detto di dirti che è pronto il pranzo.
L’uomo si voltò. Al posto degli occhi aveva due grossi bottoni neri e scintillanti.
– Ciao, Coraline – disse. – Non ci vedo più dalla fame. Si alzò e andò con lei in cucina. Si sedettero intorno al tavolo e l’altra madre di Coraline servì il pranzo. Un enorme e dorato pollo arrosto, patate fritte, pisellini verdi. Coraline spazzolò il cibo che aveva nel piatto.
– È da un pezzo che ti aspettiamo – disse l’altro padre di Coraline.
– Sì – disse l’altra madre. – Sapevamo che un giorno saresti arrivata, e che a quel punto saremmo diventati una vera famiglia. Ti va un altro po’ di pollo?
N. Gaiman, Coraline, Mondadori
Compito di
realtà
Brividi e risate in filastrocca
Dopo aver letto i testi di paura, dividetevi in piccoli gruppi e sottolineate quelle parole che vi sembrano adatte per realizzare piccole filastrocche spaventose; insaporitele, però, con un pizzico di umorismo.
Con le stesse realizzate il quaderno Scaccia-paura da utilizzare all’occorrenza.
il testo Analizzo
g Sottolinea nel testo le parole che descrivono i personaggi e quelle che ti fanno capire lo stato d’animo di Coraline.
g Nel testo sono presenti dei dati sensoriali, cerchiali.
io Scrivo
g Continua il racconto sul quaderno aiutandoti con le domande.
• Che cosa scoprirà Coraline quando guarderà fuori dalla finestra della cucina?
• Cosa farà?
• Quali saranno le conseguenze?
• Come si concluderà la vicenda?
g Le parole evidenziate sono:
– E
IL TESTO NARRATIVO 105
articoli pronomi Riflessionelinguistica
In cantina
– Tom – disse la mamma, – fai una scappata in cantina e prendi due bottiglie di aranciata.
Nel grande edificio in cui abitava, ogni appartamento disponeva di una propria cantina. Tom era perfettamente convinto che la loro cantina fosse la più buia, la più misteriosa e la più infestata dai ragni.
Quando Tom si trovò davanti alla porta ricoperta da un dito di polvere, si mordicchiò le labbra e si sistemò gli occhiali. Il freddo corridoio sul quale si affacciavano le porte delle cantine era semibuio e, come al solito, Tom ebbe delle difficoltà a inserire la chiave nella serratura. Con una spinta Tom spalancò la porta, che si aprì con un cigolio sinistro. Il buio e un penetrante odore di muffa avvolsero il ragazzo, che coraggiosamente fece un passo avanti alla ricerca dell’interruttore della luce. Era uno di quegli interruttori antiquati da girare, con cui ci si schiacciava regolarmente le dita. Eccolo! Tom lo fece ruotare. Una lampadina penosamente fioca si illuminò e… paff! Esplose in mille schegge. Spaventato, Tom indietreggiò urtando con il gomito la porta della cantina, che... sbam! Si richiuse a scatto. Tom si ritrovò tutto solo nella cantina nera come la pece.“Stai calmo” pensò. “Mantieni la calma: è scoppiata solo quella stupida lampadina.”
Tom si accorse che la bocca gli si stava rinsecchendo come carta vetrata. Voleva fare un passo indietro, ma le sue scarpe erano come incollate al pavimento. Udiva il suo respiro e poi un lieve fruscio.
– Aiuto! – sussurrò Tom. – Qualcuno mi aiuti!
Nell’oscurità riecheggiò un gemito. Un alito gelido, dal sentore di muffa, investì il suo volto, mentre artigli di ghiaccio gli si avvinghiarono attorno al collo.
– Viaaaa! – urlò Tom dimenandosi furiosamente. – Vai via, essere ripugnante!
Nell’oscurità brillò una sagoma biancastra. Un qualcosa dagli occhi verdognoli, dalla chioma svolazzante, dal ghigno beffardo. Un fantasma! Con le ginocchia che gli tremavano, Tom si precipitò verso la scala. Via! Via!
106 VERIFICA in itinere
C. Funke, Gli Acchiappafantasmi, Mursia
il testo Comprendo
g Che cosa chiede la mamma a Tom?
Di andare in cantina
Di andare in soffitta
g Che cosa pensa Tom?
Che la loro cantina sia la più spaventosa di tutte
Che la loro cantina sia la più disordinata di tutte
g Che cosa accade quando Tom schiaccia
l’interruttore della luce?
La lampadina esplode
La lampadina non si accende
g Che cosa indica l’espressione “la bocca gli si stava rinsecchendo come carta vetrata”?
Che Tom ha la bocca secca per la paura
Che Tom non riesce a respirare
g Che cosa sentì nell’oscurità?
Un ruggito feroce
Un gemito e un alito gelido sul volto
g Che cosa vide nell’oscurità?
Un fantasma spaventoso
Un gatto randagio
g Sottolinea nel testo le espressioni che ti fanno capire la paura di Tom.
il testo Analizzo
g Il racconto è scritto: in prima persona in terza persona
g I fatti narrati sono: verosimili inverosimili
g Il luogo della narrazione è: definito indefinito
g La vicenda si svolge: all’aperto in un ambiente chiuso
g Il tempo della narrazione è: definito indefinito
g La vicenda è narrata: al presente al passato
linguistica Riflessione
g Fai sul quaderno l’analisi grammaticale della frase: “Il buio e un penetrante odore di muffa avvolsero il ragazzo...”.
g La frase “Nell’oscurità brillò una sagoma biancastra” è composta, nell’ordine, da: un complemento di luogo, un predicato verbale e un soggetto.
Scrivi tre frasi con la stessa struttura.
Ho svolto le attività di:
Comprensione ................................. con facilità con qualche difficoltà con un aiuto
Analisi con facilità con qualche difficoltà con un aiuto
Riflessione linguistica con facilità con qualche difficoltà con un aiuto
IL RACCONTO DI PAURA
107
Ecco la PRIMAVERA
È primavera
Sul bordo del viottolo argilloso oggi ho trovato la prima primula semiaperta; nel cielo terso e umido sognano le nuvole leggere di aprile e i vasti campi, appena arati, sono di un colore bruno splendente…
I fiori sono improvvisamente ovunque, gli alberi risplendono di fogliame lucente e gli uccelli si lanciano in volo esultanti descrivendo graziosi archi attraverso il tiepido azzurro.
H. Hesse
Mattino di primavera
Che mattinata! Il sole mette sulla terra la sua allegria d’argento e d’oro; farfalle di cento colori danzano tra i fiori. Dovunque la campagna si apre in scoppi, in scricchiolii, in un ribollire di vita sana e nuova. Par d’essere dentro un gran favo di luce che sia il centro di una immensa e calda rosa infuocata.
J. R. Jiménez
nell’ARTE
g Rappresenta con la tecnica del mosaico la primavera, poi confrontati con la classe.
• Cosa esprimono i testi?
• Che sensazioni hai provato leggendoli?
• Quali dati sensoriali sono stati usati?
108
Nido di rondine
In una giornata di primavera, alzando gli occhi verso il tetto della sua casa, Nick si accorse che una bella rondine dalla lunga coda biforcuta andava e veniva dalla grondaia. L’uccello si stava fabbricando il nido.
Ogni volta che arrivava, aveva nel becco una pallina umida di argilla, qualche filo di paglia o qualche frammento vegetale.
Poi, con l’abilità di un ingegnere, questo piccolo uccello dava al nido la forma di mezza coppa e, calcolandone esattamente la grandezza, lo faceva aderire saldamente alla parete.
Dopo otto giorni la costruzione del nido era terminata. Nick e l’amico Tom, salendo su una scala mentre la rondine era lontana, si accorsero che essa aveva pensato a tutto, persino all’arredamento interno.
Un soffice materasso di piume, di fuscelli e di pagliuzze era pronto ad accogliere le uova.
Qualche giorno dopo, infatti, la rondine ne depose quattro e da quel momento, per una quindicina di giorni, la madre rimase là, immobile a covarle, aiutata dal marito, uno sposo modello sempre pronto a darle una mano nella delicata mansione della cova.
Una mattina, finalmente, Nick e Tom udirono un tenero pigolio levarsi dal nido: i rondinini erano nati.
g Osservare la natura è sempre uno spettacolo che suscita meraviglia.
• Hai mai provato una simile sensazione?
• Dove eri? Con chi? Quando? Cosa hai scoperto?
Hello, March!
We know you are not really mad, you are not angry, you are not bad. You blow the winter away, to get the world ready for April and May!
I. Lattes Coifmann, Nick e Tom alla scoperta degli animali, Bompiani
109 PRIMAVERA
la PRIMAVERA nell’ARTE
Lavoro sul dipinto
g Che cosa rappresenta l’immagine?
g Che cosa vedi in primo piano?
g E in secondo piano?
g Cosa vedi sullo sfondo?
g Quali sono i colori presenti nel dipinto?
g Quale sensazione ti comunica?
110
G. Faraone, Primavera
ho calpestato un fiore. Era una piccola macchia di giallo e faceva sorridere il prato.
A. Russo
Oltre le PAROLE
g Che vuol dire che il fiorellino fa sorridere il prato?
Solletica i fiori
Mette allegria
Biancospino
Di marzo per la via della fontana la siepe si è svegliata tutta bianca, ma non è neve, quella:
è il biancospino
tremulo ai primi soffi del mattino.
U. Saba, Il canzoniere, Einaudi
Oltre le PAROLE
g Cosa vuol dire che la siepe si
è svegliata tutta bianca?
È ricoperta di neve
Sono spuntati tanti fiorellini bianchi
correttamente i dati sensoriali ed esprimi le sensazioni che suscita in te. Arricchisci la descrizione con qualche similitudine.
g Scrivi anche tu una breve poesia su un fiore che sboccia nei prati in primavera.
111
la PRIMAVERA in poesia
L’uovo di Pasqua
L’uovo rappresenta la Pasqua nel mondo intero: c’è quello dipinto, intagliato, di terracotta, di carta pesta e di cioccolato. Ma, mentre le uova di cioccolato sono di origine recente, quelle vere, colorate o dorate, hanno un’origine radicata nel lontano passato.
Le uova, infatti, forse per la loro forma e sostanza molto particolare, hanno sempre rivestito un ruolo unico: quello del simbolo della vita. Già al tempo del paganesimo, in alcune credenze, il Cielo e la Terra erano ritenuti due metà dello stesso uovo, e le uova erano il simbolo del ritorno della vita.
I Greci, i Cinesi ed i Persiani se li scambiavano come dono per le feste primaverili quale simbolo della fertilità e dell’eterno ritorno della vita, così come nell’antico Egitto le uova decorate erano scambiate all’equinozio di primavera, data di inizio del nuovo anno. L’uovo era visto come simbolo di fertilità e quasi magia, a causa dell’allora inspiegabile nascita di un essere vivente da un oggetto così particolare.
Quindi le uova, associate alla primavera per secoli, divennero simbolo della rinascita non della natura ma dell’uomo stesso, della resurrezione del Cristo: come un pulcino esce dell’uovo, oggetto a prima vista inerte, Cristo uscì vivo dalla sua tomba.
Le uova più famose sono indubbiamente quelle di un maestro orafo, Peter Carl Fabergé, che nel 1883 ricevette dallo zar Alessandro la commissione per la creazione di un dono speciale per la zarina Maria.
Il primo Fabergé fu un uovo di platino smaltato bianco che si apriva per rivelare un uovo d’oro, che a sua volta conteneva un piccolo pulcino d’oro ed una miniatura in diamante della corona imperiale. Focus Junior
il testo Comprendo
g Sottolinea nel testo le risposte alle seguenti domande.
• Cosa rappresenta l’uovo nel mondo?
• Quale ruolo ha sempre rivestito?
• Come era considerato l’uovo presso i Greci, i Cinesi e i Persiani?
• Perché le uova associate alla primavera divennero per secoli simbolo della rinascita?
• Quali furono le uova più famose?
112 PRIMAVERA
Pace
Non importa che tu sia uomo o donna, vecchio o fanciullo, operaio o contadino, soldato o studente o commerciante, non importa quale sia il tuo credo politico o quello religioso;
di
La Pace verrà sulla Terra
La Pace verrà sulla Terra non prima che ogni fanciullo possa saziare ogni giorno la sua fame, affrontare al caldo il vento dell’inverno, studiare la lezione con l’animo tranquillo.
Quando sarà liberato dalla fame, dalla paura e dal bisogno, qualunque sia il suo colore, la sua razza o la sua fede, alzerà la testa e sorriderà al cielo.
D. Roigt
g Scrivi anche tu una poesia sulla Pace.
VAI AL VOLUME DI EDUCAZIONE CIVICA
Messaggi
PACE 113 PRIMAVERA
mi AUTOVALUTO
Mi autovaluto
Ho imparato a…
Legenda
benissimo bene così così
• ascoltare un testo e a capirne le diverse informazioni
• distinguere gli elementi di un racconto:
» umoristico . ............................................................................................................................... ..
» di avventura .............................................................................................................................
» di paura ....
• cogliere le emozioni presenti in un testo
• riassumere un testo
• esporre un testo letto
• scrivere testi .
Come mi sono sentito
Scegli tra le alternative proposte.
g Ho mostrato maggiore sicurezza quando: ho letto ho ascoltato ho scritto ho parlato
g A volte ho chiesto aiuto ai compagni o all’insegnante per: comprendere analizzare raccontare scrivere
g Durante le verifiche ho provato: tranquillità agitazione noia altro
114
114
Mi intervisto
Scegli tra le alternative proposte o scrivine una tua se non trovi nulla di corrispondente a ciò che provi.
g Quando ascolti una lettura, che cosa ti aiuta a capire meglio?
Le immagini L’espressione di chi legge
Il silenzio Altro
g Che cosa ti mette più in difficoltà quando leggi?
Leggere a voce alta Leggere davanti a tutti
Leggere parole nuove Altro
g In quale attività ti diverti di più?
Nelle attività individuali Nelle attività di coppia
Nelle attività di gruppo Altro
g In che cosa pensi di dover migliorare?
Nella comprensione del testo Nell’analisi del testo
Nella scrittura Altro
g Come ti definiresti?
Un bravo lettore
Un attento ascoltatore
Un buon compagno di gruppo Altro
Mi confronto con la classe
g Seduti in cerchio, a turno, leggete alla classe le risposte dell’intervista a voi stessi e confrontatevi. Ascoltate con attenzione le risposte dei compagni, dalle quali potreste trovare utili spunti per migliorare.
TAPPA 115 2 a
Paesaggio di montagna
Davanti a noi, oltre la strada, il fiume passava gorgogliando tra i verdi prati sfiorati dal sole. A sinistra, tre barriere di montagne, una più alta dell’altra, chiu devano la valle.
A destra, la strada s’inoltrava in un bosco di abeti e accennava a scendere leggermente. Verso il paese, spuntavano tra le piante i tetti aguzzi delle case e due allegri campanili. Lontano, oltre il paese, si alzava un’altissima montagna coro nata da rocce che sembravano torri di un castello.
P. Chiara, Il capostazione di Casalino, Mondadori
Scriviamo
1. Tu e il tuo compagno continuate la storia sul quaderno.
2. Immaginate i fatti che potrebbero accadere. Riordinateli e fate una scaletta, poi incominciate a scrivere. Rileggete il testo con attenzione e illustratelo.
3. Infine confrontatevi con i compagni e le compagne di classe.
116
DESCRITTIVO il testo
Il testo descrittivo presenta la realtà che ci circonda e aiuta chi legge a immaginare attraverso le parole dell’autore.
In questa unità scoprirai come si possono descrivere:
• persone;
• animali;
• luoghi;
• fenomeni atmosferici.
COMPRENDERAI...
• la differenza fra descrizione oggettiva e soggettiva;
• l’importanza della descrizione nei racconti.
117
Alla scoperta del...
TESTO DESCRITTIVO
CHE COS’È?
È un testo che ha lo scopo di “far vedere” con le parole i personaggi e le loro emozioni, animali, luoghi e fenomeni atmosferici.
TIPO DI DESCRIZIONE
Può essere:
• oggettiva, se presenta dati che tutti possono osservare, senza opinioni personali;
• soggettiva, se è arricchita da emozioni e giudizi personali.
GLI ELEMENTI DEL TESTO DESCRITTIVO
ARGOMENTI
Si possono descrivere persone, animali, luoghi… sia reali che fantastici
ORDINE
Può seguire un ordine:
• logico (da una visione di insieme al particolare o viceversa);
• spaziale (da lontano a vicino…);
• cronologico (come era prima, com’è dopo).
LINGUAGGIO
• Ci sono molti aggettivi qualificativi, paragoni tra elementi diversi, metafore e personificazioni.
• Si utilizzano i dati sensoriali: visivi, uditivi, olfattivi, gustativi e tattili.
Laboratorio di ASCOLTO O pag. 195
118
DESCRIVERE PERSONE
Le quattro sorelle
Margaret, detta Meg, la maggiore delle sorelle March, ha sedici anni, è molto graziosa, grassottella, con grandi occhi espressivi, una bocca dal disegno delicato e splendidi capelli castani. Va molto orgogliosa della bellezza delle sue mani.
Jo è più giovane di un anno e non altrettanto bella. Le gambe e le braccia piuttosto lunghe la fanno somigliare vagamente a un puledro irrequieto.
La bocca ha una linea risoluta, gli occhi grigi sono straordinariamente espressivi. Bellissimi i capelli, di un caldo castano ramato.
Elisabeth o Beth, come tutti la chiamano abitualmente, ha tredici anni.
Pelle chiara, capelli di seta, occhi luminosi e un carattere dolce e sereno, ma un po’ distaccato, come se vivesse in un mondo tutto suo.
Amy è la più giovane e anche la più bella, bionda, delicata, sottile, sempre molto controllata, sembra voler dare di sé l’immagine di una perfetta piccola dama.
PERSONE
Per descrivere ASPETTO FISICO
• particolari significativi.
DETTAGLI
• abbigliamento;
• carattere;
• atteggiamento verso gli altri;
• abitudini.
SELEZIONARE
• dati sensoriali;
• similitudini;
• metafore;
per comunicare il vissuto che si intende esprimere.
g Quali caratteristiche fisiche appartengono alle quattro sorelle? Completa. Margaret Jo
Elisabeth Amy
g Sottolinea le parole che descrivono il carattere di Elisabeth e quelle che descrivono il comportamento di Amy.
g Come saranno, invece, i caratteri di Margaret e di Jo? Immagina e descrivi sul quaderno.
L. May Alcott, Piccole donne
il testo Analizzo
119 IL TESTO DESCRITTIVO
Il giardiniere
g Che carattere avrà il giardiniere descritto? Quali saranno le sue abitudini? Immagina e completa il testo sul quaderno.
Oltre le PAROLE
g Qual è il significato dell’espressione “cespugli di setole grosse color pepe e sale”?
Cespugli con folti steli salati e piccanti Folta peluria grigia
Zia Beatrice
Mi pareva vecchissimo. Di media statura, così rinsecchito e curvo, sembrava più piccolo. Aveva le gambe arcuate a forma di mezzaluna. La pelle del viso era tutta rugosa e incartapecorita, proprio del colore della pergamena antica. Dico di quella poca pelle che si poteva vedere sulla fronte e sulle gote, perché quasi tutto il viso era coperto da cespugli di setole grosse color pepe e sale. I cespugli delle sopracciglia gli nascondevano parte della fronte e gli occhi incavati; i cespugli dei baffi gli coprivano la bocca e facevano scomparire la grossezza del naso. Dove i baffi non arrivavano, i cespugli che s’infoltivano sopra due nei grossi e carnosi facevano del loro meglio per coprire le guance. Quel volto boscoso aveva un aspetto fiero e marziale.
R. Ridolfi, Ulisse, da “Corriere della Sera”
La zia Alice è dolce, molto dolce. Troppo dolce, come dice zia Beatrice. Zia Beatrice, invece, non è dolce per niente. Lunga come una costa di sedano, gesticola sempre e i suoi movimenti sono uguali a quelli di un vigile addetto al traffico. E poi ha due occhi grigi e acuti che ti spiano. Occhi che notano anche un’ombra di polvere. Si occupa della dispensa e brontola sempre per gli sprechi. E controlla le mosse di tutti: è una specie di guardiana delle porte, delle scale, dei corridoi. Per questo l’ho soprannominata, in segreto, “Sedano Sorvegliante”.
g Dopo aver letto il testo, descrivi una persona simile a zia Beatrice.
DESCRIVERE PERSONE
G. Anfousse, Sette mamme per Camilla, Giunti
120 IL TESTO DESCRITTIVO
io Scrivo
io Scrivo
Tirannia Vampiria
Quando si parla di una strega, la maggior parte della gente si figura una vecchierella grinzosa e rinsecchita che si trascina sulla schiena una grossa gobba e ha la faccia piena di verruche pelose e un unico lungo dente che le balla in bocca.
Ma oggigiorno le streghe hanno per lo più un aspetto affatto diverso. Tirannia Vampiria era piuttosto piccola di statura, ma in compenso era incredibilmente grassa.
Era letteralmente più larga che lunga. Il suo abbigliamento consisteva in un abito da sera a righe nere su fondo giallo zolfo, che la faceva assomigliare a un calabrone di enormi dimensioni.
Era stracarica di gioielli, perfino i suoi denti erano tutti d’oro e al posto delle otturazioni aveva fulgidi brillanti. Le sue grasse dita a salsicciotto erano coperte di anelli. Sulla sua testa troneggiava un cappello grande come una gomma d’automobile, dalla cui falda ciondolavano centinaia di monete scintillanti. La sua faccia rincagnata, con le grosse borse sotto gli occhi e le flaccide guance cascanti, era così pesantemente truccata da somigliare alla vetrina di un negozio di cosmetici. Come borsetta la strega portava sotto il braccio una piccola cassaforte con la serratura a combinazione.
M. Ende, La notte dei desideri, Salani
INSIEME
g Descrivete alcune streghe buffe e divertenti. Poi con le stesse inventate brevi racconti di fantasia.
• la strega acrobatica, che balla il sabato sera sulla proboscide di un vecchio elefante;
• la strega pasticcera, che prepara torte volanti piene di buchi e di spifferi;
• la strega musicista, che suona abilmente il violino col suo naso lungo e sottile con partiture musicali incorporate…
il testo Analizzo
g Sottolinea nel testo le frasi che descrivono l’aspetto e l’abbigliamento di Tirannia Vampiria ed esponi oralmente la descrizione.
LA DESCRIZIONE FANTASTICA DI PERSONE
121 IL TESTO DESCRITTIVO
Per descrivere
ANIMALI
ASPETTO FISICO
• particolari significativi (occhi, orecchie, colore…).
DETTAGLI
• abitudini;
• atteggiamento verso gli altri;
• ricordi di fatti.
SELEZIONARE
• dati sensoriali;
• similitudini;
• metafore;
per comunicare il vissuto che si intende esprimere.
Il vecchio cavallo
Orlov è un vecchio cavallo di venticinque anni. I fianchi, che una volta erano morbidi e lisci, color latte, oggi sono segnati da delle costole sporgenti.
Gli occhi, forse l’ultima cosa che invecchia in un animale, sono vivi, dolci e secchi. Quando ce ne andiamo a spasso nel bosco, ogni tanto mi fermo, scendo e gli faccio brucare l’erba. Lui gironzola, alza la testa per guardarmi come a dire «posso ancora?» e col calare del sole ce ne torniamo a casa. Se gli do uno zuccherino, lui solleva le grosse labbra bianche a chiazze rosa, mostra i dentacci gialli e mi ringrazia a modo suo dandomi dei colpetti col muso sul braccio.
D. Maraini
Soprammobile a chi?
Appena lo vidi, così minuscolo e così indignato di trovarsi in un ridicolo cestino, mi conquistò. Uno Yorkshire Terrier microscopico, pelosissimo, sempre all’erta. È un cane di grandissimo carattere. Non gli piace essere abbracciato. Ama molto essere lodato; gradisce un pat pat sulla testa o un grat grat sotto il mento, ma detesta essere preso in braccio come un cagnolino. Per strada, molti vanno in estasi al vederlo: – Che meraviglia! Che amore! Un giocattolo! Un soprammobile! Lui li guarda torvo da dietro la frangia dorata dei peli, le orecchie sparate indietro per la rabbia, ringhiando piano fra i denti: “Soprammobile sarà lei!”.
B. Gasperini, Una donna e altri animali, Baldini & Castoldi
cavallo
g Sottolinea con colori diversi il percorso descrittivo utilizzato dall’autore:
• aspetto generale
• caratteristiche che lo contraddistinguono
• comportamento
Soprammobile a chi?
g Che carattere ha il cagnolino? Sottolinea nel testo le parole che te lo fanno capire.
DESCRIVERE ANIMALI
122 IL TESTO DESCRITTIVO
Il vecchio
il testo Analizzo
Il gattino Berty
Berty è cresciuto: non è più quel piccolo batuffolo nero che una volta si perdeva per la casa da quanto era piccolo. Ora è cambiato moltissimo; è grande, il suo pelo è corto e folto soprattutto sul muso, ha due occhioni lucidi, verdi come lo smeraldo, che non pretendono altro che un po’ d’affetto. Quando mi vede salta sulle mie ginocchia e agita la sua folta codona, sembra chiedermi le coccole, poi comincia a leccarmi e a ciucciarmi la mano. Bertoldo si è affezionato in fretta alla casa e alla mia famiglia: infatti tutte le mattine a colazione e anche tutte le sere si mette sulle mie gambe; a volte io gli porgo qualcosa da mangiare e lui lo lecca direttamente dalla mia mano. Poi mi segue ovunque io vada: in salotto a guardare la tv, in camera e anche in bagno, tanto che ha imparato a fare la pipì nel water e vagamente anche a lavarsi i denti. Io non lo faccio uscire di casa anche se mi accorgo che lui lo desidera molto, ma ho paura che vada sotto a una macchina. Così Berty ha potuto conoscere solo Pepe, il cagnolino di un mio compagno di classe, e quando lo vede fa un saltone sulle sue potenti zampe posteriori e schizza per aria.
il testo Analizzo
g Segna con una x l‘affermazione corretta.
Il testo è una descrizione: oggettiva soggettiva
L’autore: non esprime i suoi sentimenti nei confronti del gattino esprime i suoi sentimenti nei confronti del gattino
g Sottolinea nel testo con colori diversi: l’aspetto fisico i comportamenti e le abitudini del gattino.
g Fai una descrizione oggettiva del gatto, poi confrontati con la classe.
g Arricchisci la descrizione narrando un breve episodio che metta in luce il carattere del gattino Berty.
LA DESCRIZIONE SOGGETTIVA
LA DESCRIZIONE SOGGETTIVA 123 IL TESTO DESCRITTIVO
A. Sturiale, Il libro di Alice, Rizzoli
io
Scrivo
Nerone il corvo
Io sono Anita e questo che vedete è il bel Nerone, dagli occhi luminosi come due piccole braci.
Quand’era un minuscolo batuffolo di piume è caduto dal nido e la zia lo ha raccolto.
Da allora vive in casa, ma ne combina di tutti i colori!
Ha una vera passione per i sacchetti dell’immondizia: li becca, poi tira fuori dai buchi la spazzatura e la sparge per tutta la casa.
Quando il cane della zia dorme, gli si avvicina di soppiatto e gli becca la coda. Se trova il tubetto del dentifricio lo riduce come un colabrodo. E non è divertente usare un tubetto che schizza da tutte le parti.
Quando riesce a mettere il becco nel giornale dello zio, lo fa a brandelli.
A volte prende i pezzetti di carta e li nasconde negli angoli più impensati della casa.
Nerone adora la zia e la segue saltellando per tutta la casa. Quando la zia si siede sulla poltrona, lui le svolazza sulle ginocchia, allunga il collo e sta lì ad aspettare le coccole.
La zia gli liscia le piume con un dito e lui gongola beato, con gli occhi socchiusi. È così tenero e affettuoso che si fa perdonare qualunque marachella.
g Sottolinea con colori diversi le parole che descrivono: l’aspetto fisico; il comportamento e le abitudini del corvo Nerone.
g Immagina e continua il testo sul quaderno descrivendo lo stato d’animo di Anita e della zia.
Un giorno Nerone spiccò il volo dalla finestra aperta e…
g Trasforma la descrizione soggettiva del corvo Nerone in oggettiva. Che cosa cambia?
DESCRIVERE ANIMALI 124 IL TESTO DESCRITTIVO
B. Wegenast ed E. Muszynski, Benedetto corvo!, Nord-Sud Edizioni
il
testo Analizzo
io Scrivo
I draghi
Alla scuola dei maghi si fanno strane cose… come, ad esempio, addomesticare draghi!
Quattro enormi draghi dall’aria malvagia si impennavano in uno spazio recintato da spesse assi di legno, ruggendo e sbuffando: torrenti di fuoco sprizzavano nel cielo buio dalle loro bocche spalancate e zannute, sorrette dai colli tesi a quindici metri di altezza. Ce n’era uno di un blu argento con lunghe corna appuntite che ringhiava e tentava di mordere; uno verde ricoperto di scaglie lisce che si contorceva e pestava i piedi con tutte le sue forze; uno rosso con una strana frangia d’oro lucente sul capo che sparava nuvole di fuoco a forma di fungo nell’aria; e uno nero, gigantesco, più simile a un lucertolone degli altri.
g Che aspetto avranno il drago a strisce e quello a pois? Immagina e descrivili brevemente. Poi illustrali sul quaderno con la tecnica artistica che preferisci.
Il drago a strisce
Il drago a pois
LA DESCRIZIONE FANTASTICA DI ANIMALI 125 IL TESTO DESCRITTIVO
J. K. Rowling, Harry Potter e il calice di fuoco, Salani Editore
io Scrivo
Per descrivere
LUOGHI
L’ORDINE DELLA DESCRIZIONE
LOGICO
• dal generale al particolare o viceversa.
SPAZIALE
• dal basso verso l’alto o viceversa;
• da sinistra a destra o viceversa;
• dall’esterno all’interno o viceversa;
• dal primo piano allo sfondo.
SELEZIONARE
• dati sensoriali;
• similitudini;
• metafore; per comunicare il vissuto che si intende esprimere.
il testo Analizzo
La più bella casa della città
Tutti ritenevano che casa nostra fosse la più bella della città. Il vialetto d’accesso, fiancheggiato da cespugli di rose, conduceva a una grande costruzione con pavimenti in marmo e finestre immense.
Il pavimento dei quattro bagni era rivestito da mosaici di piastrelle e alle pareti delle stanze erano appesi arazzi intessuti con fili d’oro.
Al piano superiore c’erano la mia camera da letto, quella di Baba e il suo studio, che profumava di tabacco e cannella.
Il soggiorno al pianterreno aveva una parete curvilinea con mobili costruiti su misura. Sui muri immagini di famiglia. Una vecchia foto del nonno con il re: stivali da caccia, fucile in spalla e ai loro piedi un cervo abbattuto. C’era la foto del matrimonio dei miei genitori: mio padre, elegantissimo nel suo completo nero; mia madre, una giovane sorridente principessa in bianco. Di fianco al soggiorno c’era la sala da pranzo. Dal soffitto a volte pendeva un lampadario di cristallo e al centro della stanza c’era un tavolo di mogano intorno al quale potevano sedersi una trentina di invitati, cosa che, dato che mio padre amava dare feste sontuose, accadeva quasi ogni settimana. Sulla parete di fronte alla porta c’era un imponente camino di marmo, che per tutto l’inverno splendeva di fiamme rosso-arancio. Attraverso un’ampia porta scorrevole in vetro si accedeva a una terrazza, che dava su un prato con alcune file di ciliegi.
g La descrizione segue un percorso: dall’esterno all’interno dall’interno all’esterno
g Rispondi alle domande.
• Come ti sembrano gli ambienti descritti?
• Quali dati sensoriali ha utilizzato lo scrittore?
LESSICO
arazzo: panno tessuto a mano con fili di lana, seta o anche oro. Rappresenta figure e scene e viene appeso alla parete.
mogano: legno pregiato di colore rossastro.
K. Hosseini, Il cacciatore di aquiloni, Piemme
DESCRIVERE LUOGHI 126 IL TESTO DESCRITTIVO
Una villa fuori città
La villa si trovava fuori città, molto vicina al lago, da cui la separavano soltanto la ferrovia e una strada; stava in posizione un po’ elevata, in mezzo a un giardino ricco d’alberi. Da un viale d’ingresso, leggermente in salita, si arrivava davanti al lato sinistro della villa; a ciascuno dei suoi quattro angoli sorgeva un alto pioppo, ed erano tutti così vicini alla casa che parevano quasi sorreggerla. Gli alberi toglievano alla costruzione quadrangolare un po’ della sua pesantezza, e anche quando si era sul lago, piuttosto al largo, la villa era riconoscibile da quei pioppi.
Dietro la villa, alcuni gradini di pietra conducevano a un vecchio e ormai impraticabile campo da tennis, il cui terreno, scabro e irregolare, era adatto a qualunque cosa meno che a giocare a tennis; e in effetti veniva adibito alle più svariate attività all’aria aperta.
Un melo accanto ai gradini era un miracolo di fecondità: quando io arrivai era talmente carico di frutti che lo si era dovuto puntellare in più parti. Bastava salire i gradini a balzi e già le mele cadevano a terra.
il testo Analizzo
g Come ti sembra la villa?
g Sottolinea nel testo i dati di posizione.
g La descrizione segue un percorso: logico spaziale
g Seguendo la stessa struttura del testo, descrivi un bel palazzo utilizzando opportunamente i dati sensoriali e qualche similitudine per esprimere l’idea di bellezza.
DESCRIVERE LUOGHI 127 IL TESTO DESCRITTIVO
E. Canetti, La lingua salvata, trad. di A. Pandolfi e R. Colorni, Adelphi
io Scrivo
L’isola misteriosa
Approdammo esattamente nel luogo indicato sulla carta, a circa mezzo chilometro dalle due coste, quella dell’isola principale da una parte e quella dello Scheletro dall’altra. Il fondale era di sabbia pulita. Il tonfo della nostra ancora fece levare nugoli di uccelli, che si misero a volteggiare stridendo sulla boscaglia; ma in meno di un minuto tornarono a posarsi, e tutto fu nuovamente silenzio. Il luogo era riparato dai boschi; le cime delle colline che si ergevano qua e là tutto intorno formavano una sorta di anfiteatro. Due fiumiciattoli si riversavano in quella specie di stagno in cui ci trovavamo. Non fosse stato per la carta custodita in cabina, avremmo potuto pensare di essere i primi a gettare l’ancora in quella baia. Non spirava un alito di vento, né si udiva alcun rumore al di fuori di quello delle onde che si infrangevano contro le scogliere. L’aria era impregnata di un odore stagnante, un odore di foglie fradicie e di tronchi d’albero imputriditi
LESSICO
nugolo: grande quantità di elementi.
imputridito: marcio.
Dati visivi
Dati uditivi
Dati olfattivi
R.L. Stevenson, L’isola del tesoro, Giunti Editore
DESCRIVERE LUOGHI 128 IL TESTO DESCRITTIVO
il testo Analizzo
g Per descrivere l’isola misteriosa l’autore ha utilizzato i dati sensoriali. Sottolineali con colori diversi nel testo e poi completa la tabella.
La Terra di Mai Mai
Ora vi racconterò di un posto che ognuno vorrebbe visitare, ma che nessuno sa come raggiungere.
Il paese si chiama TERRA DI MAI MAI.
Lì i tetti delle case son fatti di panettone, le porte e le mura di marzapane, le travi di salamini.
Attorno ad ogni casa c’è una siepe di salsicce e patatine fritte, con graziosi festoni di senape o mostarda, secondo i gusti. Vi sono fontane e fontanelle che gettano vino, birra o aranciata, e che zampillano nella vostra bocca appena avete sete.
I fiumi sono di latte e sulle loro rive dai rami dei salici pendono ciambelle e focacce. Le ciambelle cadono nei fiumi e, se al mattino volete ciambelle soffici e ben inzuppate, dovrete pescarle lì.
Nella Terra di Mai Mai i pesci nei fiumi sono già fritti, bolliti o arrostiti. È sufficiente che vi stendiate sulla riva e facciate: “Pst! Pst!”, e un pesce vi salterà in bocca da solo. Che mi crediate o no, gli uccelli che volano in quel paese sono già bell’e cotti. Vi sono oche arrostite, anitre farcite, polli e piccioni rosolati, che volano dritti fino alla vostra bocca.
Ma il vero problema è costituito dal fatto che questo paese è circondato da tutte le parti da un’enorme muraglia di spaghetti. Chi vuole arrivare a Mai Mai deve scavarsi la strada con la bocca attraverso gli spaghetti!
Ecco che razza di posto è, questa magica Terra di Mai Mai.
io Scrivo
g Che tipo di vita fanno gli abitanti che vivono sulla Terra di Mai Mai?
Quali sono le loro abitudini?
Come si divertono i bambini? Immagina e descrivi sul quaderno.
g Continua sul quaderno la descrizione arricchendola di nuovi particolari di fantasia e narra un episodio. Immagina di raggiungere la Terra di Mai Mai con i tuoi compagni di classe e racconta.
LA DESCRIZIONE DI UN LUOGO FANTASTICO 129 IL TESTO DESCRITTIVO
G. Rodari, Enciclopedia della favola, Editori Riuniti
Per descrivere
FENOMENI ATMOSFERICI
OSSERVARE
UN FENOMENO
ATMOSFERICO
• contrasti;
• cambiamenti.
UTILIZZARE
• parole del tempo per descrivere un fenomeno atmosferico evidenziandone i cambiamenti subiti nei diversi momenti della giornata.
SELEZIONARE
• dati sensoriali;
• similitudini;
• metafore; per comunicare le impressioni e le sensazioni che suscita il fenomeno osservato.
Pioggia
Una pioggia sottile scivolava sulla gente che indifferente camminava lungo il viale. Foglie fradicie cadevano dagli alberi e si ammassavano. Netturbini svogliati avevano dimenticato quella poltiglia ruggine, pensando che la pioggia rendesse inutile il loro lavoro.
G. Morandini
g Prova anche tu a descrivere la pioggia esprimendo le tue sensazioni. Arricchisci la descrizione inserendo qualche similitudine.
130 IL TESTO DESCRITTIVO
io
Scrivo
Vengo ad un tratto quasi accecato da un lampo silenzioso che zigzaga, ramificato e vibrante, dall’alto al basso, per il cielo color ardesia e poi si spegne. Aspetto e poi, dopo un intervallo che mi pare molto lungo, ecco il tuono: rotola pesantemente, simile ad una sfera di ferro che rimbalza su una superficie di lamiera, e poi esplode secco e assordante. Subito dopo arriva a folate un vento, fresco e umido, annunciatore della pioggia, che solleva dal marciapiede grigi serpentelli di polvere.
A. Moravia
il
Quali dati sensoriali sono presenti nel testo?
L'acquazzone
c’era stato un forte acquazzone. Il vento, soffiando tra i rami degli alberi, aveva staccato le foglie trascinandole via con sé. Subito dopo era caduta la pioggia, fitta, insistente, scrosciante.
Poi , finalmente, il cielo si era schiarito appena appena lasciando intravedere un pallido sole.
R. Dattolico
g La descrizione è: oggettiva soggettiva
g Completa.
Per descrivere l’acquazzone l’autrice utilizza i dati
La descrizione segue l’ordine
g Il linguaggio è: formale e preciso personale ed emotivo
g Lo scopo del testo è: informare comunicare sensazioni
g Descrivi anche tu un temporale spaventoso.
DESCRIVERE FENOMENI ATMOSFERICI 131 IL TESTO DESCRITTIVO
testo Analizzo
Appena giorno Subito dopo Poi il testo Analizzo
il testo Analizzo
g Sottolinea con colori diversi le parole che descrivono alcuni particolari dell’aspetto fisico e del carattere della direttrice Spezzindue e dell’aspetto fisico e dello stato d’animo di Amanda Trippi.
Uno spettacolo terrificante
Matilde e Violetta videro la direttrice Spezzindue grande e grossa nei suoi pantaloni alla zuava marciare in direzione di una bambina di circa dieci anni, con le lunghe trecce bionde sulle spalle. Ogni treccia terminava con un fiocco di raso azzurro.
La bambina con le trecce, Amanda Trippi, rimase immobile, terrorizzata, tremante e con gli occhi sbarrati: sembrava certa che per lei fosse arrivato il giorno del giudizio.
La Spezzindue aveva ormai raggiunto la sua vittima e torreggiava su di lei.
“Voglio che quando tornerai a scuola, domattina, quelle trecce siano sparite!” abbaiò. “Tagliale e buttale nella spazzatura! Hai capito?”
Amanda, sebbene paralizzata dalla paura, riuscì a balbettare: “P- p- piacciono tanto alla m- m- m- ia mamma. M- m- me le rifà ogni mattina”.
“La tua mamma è un’idiota!” tuonò la Spezzindue. “Sembri un topo con la coda che gli spunta dalla testa!”
Poi con una mossa brusca afferrò le trecce di Amanda con la destra, sollevandola da terra, e incominciò a farla roteare sempre più in fretta, mentre la bambina strillava a più non posso.
Amanda Trippi venne fatta girare così rapidamente che non la si vedeva più e a un tratto, con un urlo bestiale, la Spezzindue mollò le trecce e la bambina fu proiettata oltre la rete metallica del cortile.
“Bel tiro, signora!” gridò qualcuno, dall’altra parte del cortile, e Matilde, ipnotizzata da questo pazzesco spettacolo, vide Amanda Trippi atterrare con una lunga e sgraziata parabola sul campo da gioco.
Sorprendentemente la bambina si mise a sedere. Aveva l’aria stordita (ed era comprensibile), ma dopo un paio di minuti si alzò e trotterellò verso il cortile. La Spezzindue si stropicciò le mani:
“Niente male” grugnì, “se si pensa che sono fuori allenamento. Proprio niente male”. Poi se ne andò a grandi passi.
LA DESCRIZIONE NELLA NARRAZIONE 132 IL TESTO DESCRITTIVO
R. Dahl, Matilde, Salani
Dal testo descrittivo al testo narrativo
g Prova a trasformare la direttrice Spezzindue in una persona bella, allegra e sensibile.
Alla direttrice le avevano affibbiato il nomignolo di Spezzindue per il semplice fatto che spesso divideva i suoi capelli biondi in due bellissime trecce.
Il suo viso era
g Di quali vicende può essere protagonista la bella, allegra e sensibile direttrice Spezzindue? Immagina e inventa una storia tenendo conto delle caratteristiche del personaggio.
Organizziamo la struttura
• definisci il tempo, descrivi brevemente l’ambiente in cui si svolge la storia e gli altri personaggi che vengono introdotti;
• inserisci opportunamente la nuova sequenza descrittiva della direttrice;
• confrontati poi con i compagni e le compagne.
133 IL TESTO DESCRITTIVO
Quel tipo mi piaceva
Dante, un bambino che non va troppo bene a scuola, incontra per la prima volta un anziano maestro, che lo aiuterà a fare i compiti…
Salii le scale; i gradini erano così consunti che mi fecero pensare a pezzi di parmigiano mangiucchiati. Il silenzio avvolgeva ogni cosa, me ne sentivo come risucchiato. In cima alla seconda rampa di scale c’era ad aspettarmi un signore alto, con una piccola faccia dai lineamenti compressi intorno a un gran naso. Mi sorrise incoraggiante come se io, Dante, fossi stato un pellegrino venuto da lontano, atteso da tempo immemorabile. Mi scusai per il ritardo. L’uomo mi offrì una mano tutta nodosa dicendomi con voce mite: – Eccoti qui, piccolo Dante. Hai faticato a trovare la strada? No? Sì? Sei qui, questo è importante. Mentre avevo ancora la mano nella sua, capii una cosa: quella faccia non l’avrei dimenticata mai. Ero sicuro che anche fra mille anni, se avessi incontrato Cosimo Dolente, avrei saputo riconoscerlo all’istante.
Quel tipo mi piaceva. Nonostante le stranezze dell’aspetto, non era brutto. Aveva sopracciglia molto folte e bianche e radi capelli lunghi. Gli occhi erano di un grigio intenso e mi fissavano spiritati. Al posto della giacca indossava una vestaglia grigia. Sembrava decisamente uno scienziato pazzo. Abbassai gli occhi per non dargli l’impressione di guardarlo troppo e così notai le pantofole. Erano grosse e sformate, di feltro marrone, aggiustate con del nastro adesivo rosso. Grandiose!
Dolente si riscosse e lasciò la mia mano per farmi strada lungo un corridoio largo come una galleria.
S. Gandolfi, Occhio al gatto, Salani
134 VERIFICA in itinere
il testo Comprendo
g Chi è Dante?
Un bambino che va a lezione
Uno scienziato pazzo
g Chi è il personaggio descritto da Dante?
Un amico di famiglia
Un vecchio maestro
g Che cosa capisce Dante nel dare la mano a Cosimo?
Non sarebbe mai più tornato in quella casa
Non avrebbe mai dimenticato quel volto
g Dalla descrizione dell’aspetto fisico e dall’abbigliamento potresti dedurre il carattere di Cosimo Dolente. Segna con una x le caratteristiche giuste.
È severo e nervoso
È dolce e rassicurante
Gli piacciono i bambini Detesta i bambini
Cura il proprio aspetto
È un personaggio eccentrico
Non è elegante
È un tipo comune
Ama il silenzio Ama la confusione
il testo Analizzo
g Il racconto è scritto: in prima persona in terza persona
g I fatti narrati sono: verosimili inverosimili
g La vicenda si svolge: all’aperto in un ambiente chiuso
g Il tempo della narrazione è: definito indefinito
g La vicenda è narrata: al presente al passato
g La descrizione è: oggettiva soggettiva
linguistica Riflessione
g Individua nel brano i nomi ai quali si riferiscono i seguenti aggettivi e trascrivili accanto a ciascuno di essi:
Gran Radi e lunghi
Nodosa Grigio intenso
Compressi Grosse e sformate
Folte e bianche Pazzo
Ho svolto le attività di:
Comprensione ................................. con facilità con qualche difficoltà con un aiuto
Analisi con facilità con qualche difficoltà con un aiuto
Riflessione linguistica con facilità con qualche difficoltà con un aiuto
IL TESTO DESCRITTIVO
135
136
POETICO il testo
testo poetico è scritto per divertire o per esprimere emozioni, idee, per sorprendere e far riflettere il lettore, per comunicare un messaggio.
Ha un linguaggio speciale ricco di suoni e di immagini (figure retoriche).
In questa unità scoprirai:
vari tipi di rime;
le figure retoriche: similitudine, metafora, personificazione, onomatopea;
il nonsense;
il limerick;
il calligramma.
137
TESTO POETICO
CHE COS’È?
È un testo che usa parole in modo originale per esprimere emozioni, sentimenti, idee, per descrivere persone, luoghi, per comunicare un messaggio.
GLI ELEMENTI DEL TESTO POETICO
Il linguaggio della poesia è ricco di effetti sonori creati dalle parole e di figure retoriche che creano immagini:
SIMILITUDINE: un paragone fatto tra due elementi. È introdotta da “sembra”, “somiglia a”, “come”...
STRUTTURA
È scritto in versi liberi o in rima (baciata, alternata, incrociata) raggruppati in strofe.
LINGUAGGIO
METAFORA: il significato di una parola viene dato ad un’altra con caratteristiche comuni. È una similitudine abbreviata senza l’utilizzo delle parole “sembra”, “somiglia a“, “come”
TIPOLOGIE
• filastrocca
• poesia
• nonsense
• limerick
• calligramma
PERSONIFICAZIONE: l’attribuzione di caratteristiche umane ad animali, ambienti e oggetti
ONOMATOPEA: parole che riproducono suoni, rumori di oggetti, versi di animali
Laboratorio di ASCOLTO O pag. 196
Alla scoperta del... 138
RIMA BACIATA
Se ogni verso rima con quello successivo.
Un drago piccolino
Ho un drago piccolino A che dorme in un calzino . A
Io l’ho chiamato Ernesto , B se insisti te lo presto . B
A. Ossorio
RIMA ALTERNATA
Se il primo verso rima con il terzo e il secondo con il quarto.
Giochiamo a fare i gufi?
Giochiamo a fare i gufi ? A
Se vuoi si può provare . B
Poi, quando siamo stufi , A smettiamo di gufare . B
A. Ossorio
RIMA INCROCIATA
Se il primo verso rima con il quarto e il secondo con il terzo.
Torna il sereno
Addio, rabbia di tempesta ! A
Addio, strepitio di tuoni ! B
Vanno in fuga i nuvoloni B
e pulito il cielo resta . A
S.
Novaro
Filastrocca impertinente
Filastrocca impertinente
chi sta zitto non dice niente
chi sta fermo non cammina
Ora tocca A TE!
g Completa lo schema e rispondi alle domande.
• Da quanti versi è formata la poesia?
• Com’è la rima?
chi va lontano non s’avvicina
chi si siede non sta ritto
chi va storto non va dritto
e chi non parte, in verità
in nessun posto arriverà…
G. Rodari
139 IL TESTO POETICO
La similitudine
La similitudine è un paragone tra immagini che hanno delle qualità e delle caratteristiche in comune. È introdotta da: come, sembra, pare, somiglia a, è simile a… Esse creano immagini espressive capaci di suscitare emozioni.
Paesaggio
Gli alberi del giardino si stagliano nell’aria lieve della sera come se fossero dipinti sopra una seta fina. Il bell’uccello grigio che si dondola sul ramo di un pesco fiorito si guarda bene da turbare il silenzio foss’anche con un grido soltanto; tutto è sonno, e la luna che si specchia nell’acqua del lago è come un’esile barca in mezzo a un prato illuminato d’oro.
T. Kluigior
Nella poesia
g Rispondi alle domande.
• Di che cosa parla la poesia?
• Quali elementi del paesaggio sono descritti?
• Di quale momento della giornata si parla?
• E di quale stagione?
• A cosa viene paragonata la luna?
• E l’acqua del lago?
g Sottolinea nel testo l’altra similitudine.
140 IL TESTO POETICO
Il vento
Ascolto il vento.
Mi sussurra: sono forte come un masso che rotola dalla montagna.
Mi sussurra: ti spingo indietro come un palloncino alto e libero nel cielo.
Mi sussurra: volo alto e potente come un’aquila in cielo.
Il cielo
Il cielo è come un mare in cui le nubi paiono onde. E la luna è come una barca che naviga fra le stelle.
K. Saionji
Nella poesia
M. Lodi, La natura nelle poesie di adulti e bambini g Rispondi alle domande.
• Cosa sussurra il vento al poeta?
• Da quale parola è introdotta la similitudine?
Nella poesia
g Sottolinea nella poesia le similitudini e completala aggiungendone un’altra.
Ora tocca A TE!
g Completa la poesia inserendo le similitudini.
L’azzurro infinito del cielo
è come e i gabbiani sembrano su una seta ben tesa.
141 IL TESTO POETICO
La metafora
La metafora è una forma di linguaggio figurato: si tratta di un paragone in cui la parola come è sottintesa. Con le metafore i poeti identificano due immagini che hanno qualcosa in comune.
Cielo notturno
Nel gran mare del cielo onde, le nuvole, si alzano; la luna è una barca che voga a nascondersi in boschi di stelle.
Nella
g Nella poesia ci sono altre due metafore:
• le onde sono
• la luna è
La luna al guinzaglio
Con te la luna è buona, mia savia bambina: se cammini, cammina, e se ti fermi tu si ferma anche la luna ubbidiente lassù.
È un piccolo cane bianco che tu tieni al guinzaglio, è un docile palloncino che tieni per il filo: andando a dormire lo leghi al cuscino, la luna tutta notte sta appesa al tuo lettino.
G. Rodari
Nella poesia
g Rispondi alle domande.
• Com’è la luna per la bambina?
• Che cos’è la luna per la bambina?
142 IL TESTO POETICO
K. No Hitomaro
poesia
Il mio cuore
è un prato
Il mio cuore è un prato. Qualche fiore bianco, qualche fiore giallo. Sul grano nuovo un pettirosso si leva in volo.
Nella poesia
R. Carrieri g La poesia inizia con una metafora. Sottolineala.
Temporale
Tuona sopra i pini. La nube densa sgrana le sue uve, cade l’acqua da tutto il cielo vago, il vento scioglie la sua trasparenza, si riempiono gli alberi di anelli, di collane, di lacrime fuggenti.
Goccia a goccia la pioggia si raccoglie ancora sulla terra.
P. Neruda g Sottolinea le metafore presenti nella poesia.
Nella poesia
LA METAFORA
143 IL TESTO POETICO
La personificazione
La personificazione è una forma di linguaggio figurato che consiste nell’attribuire caratteristiche umane a cose, animali o entità astratte.
Autunno
Nella poesia il poeta usa la personificazione per alcuni elementi della stagione autunnale.
Il cielo ride il suo riso turchino benché senta l’inverno ormai vicino.
Il bosco scherza con le foglie gialle benché l’inverno senta ormai alle spalle. Ciancia il ruscel col rispecchiato cielo, benché senta nell’onda il primo gelo.
È sorto a piè di un pioppo ossuto e lungo un fiore strano, un fiore ad ombrello, un fungo.
M. Moretti, Sentimento, Edizioni Remo Sandron
Nella poesia
g Completa.
• Il cielo ride
• Il bosco
• Il ruscello
Ora tocca A TE!
g Completa con le personificazioni.
• La luna accarezza i tetti delle case .
• Il vento …………………............................................
• Gli alberi …………………............................................
• Il sole …………………............................................
• Le stelle …………………............................................
• I fiori …………………............................................
• Le onde …………………............................................
LESSICO
turchino: azzurro scuro.
ciancia: chiacchiera.
144 IL TESTO POETICO
Primavera
Agli elementi della natura vengono attribuiti elementi umani.
Primavera ride nel vento, le colline bevono il sole, l’aria pare d’argento
il bosco non trova parole per narrare le sue meraviglie mentre incorona le viole e desta le cocciniglie
L. De Giovanni
LESSICO
cocciniglie: insetti dannosi per le piante.
Nella poesia
g Rispondi alle domande.
• Da quanti versi è composta la poesia?
• Da quante strofe?
g Nella poesia c’è una similitudine, sottolineala.
La nebbia
La nebbia arriva su zampine di gatto. S’accuccia e guarda la città e il porto sulle silenziose anche e poi se ne va via.
C. Sandburg
Nella poesia
g Quali azioni umane compie la nebbia? Sottolineale nella poesia.
Compito di
realtà
Stagioni in versi
g Divisi in piccoli gruppi, ricercate testi poetici sulle stagioni; selezionateli e trasformateli in descrizioni abbellite da disegni. Utilizzate le stesse per realizzare un prodotto multimediale.
LA PERSONIFICAZIONE
145 IL TESTO POETICO
L’onomatopea
L’onomatopea è una parola che imita o riproduce dei suoni (voci, rumori, versi di animali).
La fontana malata
Clof, clop, cloch, cloffete, cloppete, clocchete, chchch…
È giù nel cortile, la povera fontana malata; che spasimo sentirla tossire!
Tossisce, tossisce, un poco si tace…
Di nuovo tossisce.
Clof, clop, cloch, cloffete, cloppete, clocchete, chchch… Mia povera fontana, col male che hai finisci, vedrai, che uccidi me pure.
Clof, clop, cloch, cloffete, cloppete, clocchete…
A. Palazzeschi, Poesie, Mondadori
146 IL TESTO POETICO
g I versi ricordano il suono Nella poesia
Mastro Geppetto
Mastro Geppetto
abete pioppo larice pino
sega raspa pialla martello
vra vra vra
visc visc visc
tic tac toc
tic tac toc
tic
piedi stinchi tronco braccia
mani collo bocca orecchie
occhio occhio
(mastro Geppetto stanco)
Pinocchio.
L’onda
Sciacqua, sciaborda, scroscia, schiocca, schianta, romba, ride, canta, accorda, discorda, tutte accoglie e fonde
le dissonanze acute
nelle sue volute profonde…
G. D’Annunzio
Nella poesia
g Sottolinea le onomatopee presenti nella poesia, cioè le parole che riproducono i suoni degli strumenti di lavoro.
Ora tocca A TE!
g Inventa una poesia con i suoni e i rumori del giorno o della notte.
R. Piumini
147 IL TESTO POETICO
I nonsense
I nonsense sono filastrocche senza senso che hanno lo scopo di divertire.
Una signorina col naso a spillo
Una signorina col naso a spillo si innamorò di un coccodrillo. Un dì lo abbracciò e lo baciò, il coccodrillo subito se la mangiò.
R. Dattolico
La tartaruga
Questa sarta tartaruga fa modelli in cartasuga, sotto gli occhi ha qualche ruga: se le bagna, se le asciuga, ma non sogna che la fuga.
T. Scialoja
Ora tocca A TE!
g Gioca con le parole e i suoni e scrivi un nonsense
aiutandoti con l’illustrazione.
148 IL TESTO
POETICO
Il limerick
Il limerick è un particolare tipo di nonsense ed ha una struttura fissa. Il primo verso presenta il personaggio, mentre il secondo, il terzo e il quarto ne raccontano le azioni stravaganti.
L’ultimo verso riprende il primo, inserendo una piccola aggiunta che rende ancora più divertente il nonsense. Le rime seguono lo schema AA BB A .
Un topolino…
A Un topolino di nome Luigi
A comprava gioielli a Parigi.
B Li regalava ma poi se ne pentiva
B così ogni volta di corsa ripartiva,
A quello strano topolino di nome Luigi.
R. Dattolico
La lumachina…
A La lumachina Martina
A non trova più la sua casina.
B L’ha dimenticata in mezzo al prato
B accanto a un grillo innamorato,
A quella sbadata lumachina di nome Martina.
R. Dattolico
INSIEME
g Dividetevi in piccoli gruppi e inventate dei limerick. Con gli stessi realizzate un piccolo libro.
149 IL TESTO POETICO
Il calligramma
I calligrammi sono componimenti poetici illustrati.
Chi dondola?
Labimba che culla la bambola
ilbimbo a cavallo deldondolo
lanonna su e giù sulla seggiola
ilticchete-tàc della pendola
lagente che in treno s’appisola
einsieme sussulta col capo che ciondola
lamartinella che squilla
laballerina che oscilla
l’altalena nell’aria e la luna sull’onda
e la foglia che vola e la piuma cheplana
la campana che suona
ora lenta
ora lontana
e dondola dòn
dondola
realtàCompito di
Giochiamo
dondola dòn dondola
con la poesia
Divisi in piccoli gruppi inventate alcune filastrocche adattando le parole dei versi all’oggetto.
Con le stesse realizzate un prodotto multimediale da regalare all’occorrenza.
M. Faustinelli, Le rime-figure
dòn... dòn... dòn
150 IL TESTO POETICO
g Completa la filastrocca scrivendo le parole in rima.
Un simpatico principino
Viveva in un gran castello un principe senza
Scendeva spesso le scale in compagnia di uno
Se fuori tirava vento rideva ed era .
Se invece nevicava piangeva e si lamentava.
g Completa la poesia aggiungendo una similitudine e una metafora.
Il cielo
Il cielo è come un mare e il sole splendente
La luna di notte è come che naviga tra le stelle.
Un foglio di carta
Un foglio di carta, sospinto dal vento, rotola e vola lungo una strada deserta. Quel foglio folleggia come un bambino all’uscita di scuola.
Volteggia nell’aria come una rondine sopra il suo nido.
A. Russo
Ho svolto le attività di:
g Rispondi alle domande.
Da quanti versi è formata la poesia?
I versi sono in rima?
g Nella poesia sono presenti:
similitudini
metafore
personificazioni
Completamento con facilità con qualche difficoltà con un aiuto
Analisi con facilità con qualche difficoltà con un aiuto
XXXXX 151 VERIFICA in itinere
mi AUTOVALUTO
Mi autovaluto
Ho imparato a…
• ascoltare un testo e a capirne le diverse informazioni
• individuare gli elementi che caratterizzano i testi descrittivi ...................
• cogliere la differenza fra descrizione soggettiva e oggettiva .................
• capire la funzione e l’importanza della descrizione nella narrazione ...
• descrivere:
» persone
» luoghi
Ho imparato a…
» animali
» fenomeni atmosferici
• ascoltare e comprendere un testo poetico ...................................................
• analizzare:
» filastrocche
» poesie ..............................
» nonsense
Come mi sono sentito
» limerick
» calligrammi ........................................
Scegli tra le alternative proposte.
g Ho mostrato maggiore sicurezza quando:
ho letto ho ascoltato
ho scritto ho parlato
g A volte ho chiesto aiuto ai compagni o all’insegnante per:
comprendere analizzare raccontare scrivere
g Durante le verifiche ho provato:
tranquillità agitazione
noia altro
152
152
così così
Legenda benissimo bene
Mi intervisto
Scegli tra le alternative proposte o scrivine una tua se non trovi nulla di corrispondente a ciò che provi.
g Quando ascolti una lettura, che cosa ti aiuta a capire meglio?
Le immagini L’espressione di chi legge
Il silenzio Altro
g Che cosa ti mette più in difficoltà quando leggi?
Leggere a voce alta Leggere davanti a tutti
Leggere parole nuove Altro
g In quale attività ti diverti di più?
Nelle attività individuali Nelle attività di coppia
Nelle attività di gruppo Altro
g In che cosa pensi di dover migliorare?
Nella comprensione del testo Nell’analisi del testo
Nella scrittura Altro
g Come ti definiresti?
Un bravo lettore
Un attento ascoltatore
Un buon compagno di gruppo Altro
Mi confronto con la classe
g Seduti in cerchio, a turno, leggete alla classe le risposte dell’intervista a voi stessi e confrontatevi. Ascoltate con attenzione le risposte dei compagni, dalle quali potreste trovare utili spunti per migliorare.
TAPPA 153 3 a
154
INFORMATIVO il testo
hanno lo informazioni riviste
155
TESTO INFORMATIVO
CHE COS’È?
Il testo informativo ha lo scopo di dare informazioni su argomenti di vario genere: storici, geografici, scientifici e di cultura generale.
LINGUAGGIO
Il linguaggio è chiaro e preciso, ricco di termini specialistici, con parole-chiave evidenziate.
GLI ELEMENTI DEL TESTO INFORMATIVO
STRUTTURA
Titolo, sequenze informative o paragrafi, immagini e didascalie, schemi, tabelle e tutto ciò che aiuta a comprendere l’argomento.
CRONOLOGICO: quando i dati vengono esposti in successione temporale
LOGICO: quando vengono esposte prima le informazioni generali, poi quelle particolari
LOGICO-CAUSALE: quando si mettono in evidenza le relazioni di causa-effetto che legano tra loro le diverse informazioni.
Laboratorio di ASCOLTO O pag. 197
ORDINE
Alla scoperta
156
del...
Quante difficoltà per sopravvivere!
Le tartarughe comuni sono l’unica specie tra quelle del Mediterraneo che ancora depone le uova sulle coste italiane
Questi animali depongono le uova ogni due o tre anni La deposizione delle uova è sempre un avvenimento eccezionale, che accade nonostante la maggiore presenza dell’uomo sulle spiagge, il rumore e l’inquinamento delle coste.
Le tartarughe preferiscono l’ arcipelago delle Pelagie perché è particolarmente protetto dal punto di vista naturalistico.
La schiusa delle uova non è facile da vedere : può capitare in qualunque momento, in pieno pomeriggio, all’alba o in piena notte. E poi le uova non sono visibili: si trovano a circa 30 centimetri sotto la sabbia , dove la tartaruga le depone due mesi prima , abbandonando poi il nido.
Le uova si schiudono quasi contemporaneamente e i piccoli , dopo aver rotto il guscio, corrono velocissimi verso il mare Purtroppo durante la corsa verso il mare molti vengono catturati dai predatori; molti invece finiscono in bocca ai pesci. Nel corso della sua vita, che può essere lunga fino a 150 anni, la tartaruga comune deve affrontare parecchi pericoli. Per questo esistono, nell’isola di Lampedusa, un centro di recupero per le tartarughe marine e un piccolo ospedale dove gli animali feriti possono essere curati e poi rimessi in libertà.
il testo Comprendo
g Rispondi alle domande.
• Dove depongono le uova le tartarughe comuni?
• Ogni quanto tempo depongono le uova?
• Perché preferiscono l’arcipelago delle Pelagie?
• Perché è difficile assistere alla schiusa delle uova?
• Quanto può durare la vita di una tartaruga?
• Nell’isola di Lampedusa si è avviata una iniziativa. Quale?
“Il venerdì di Repubblica”
157 IL TESTO INFORMATIVO
L’elefantessa, una matriarcale
Gli elefanti vivono in famiglie formate da madri, figlie, zie e cugine con i loro piccoli. Il gruppo è guidato dalla matriarca, cioè dall’elefantessa più anziana. I maschi adulti vivono da soli, separati dal resto della famiglia. La matriarca è un capo leale e con grandi responsabilità: deve condurre la propria famiglia alla ricerca di cibo e di acqua. Durante la stagione secca le pozze d’acqua sono poche, ma l’elefantessa ha molta esperienza e conosce a memoria i sentieri per migliaia di chilometri. La vecchia madre possiede anche conoscenze importanti su come allevare i piccoli, aiuta le giovani elefantesse a partorire e insegna ai cuccioli a sfuggire ai pericoli. La matriarca assolve i suoi compiti per molti anni, finché non è troppo vecchia e debole. Quando muore, tutta la famiglia si ferma intorno al suo corpo e resta con lei per giorni. Ogni elefante dà il proprio saluto alla vecchia madre, toccandola e annusandola con la proboscide. Poi il gruppo riprende il cammino, aiutato da una nuova matriarca. Ogni volta che gli elefanti della famiglia ripassano nel punto in cui è morta la loro matriarca, si fermano e con la proboscide sollevano la terra dove giaceva il suo corpo.
Gli zoologi che studiano gli elefanti hanno osservato un comportamento che può sembrare inspiegabile. Una famiglia di elefanti mangia l’erba in tranquillità. Intorno non ci sono altri animali e non si sentono rumori particolari.
158 IL TESTO INFORMATIVO
All’improvviso le femmine chiamano a raccolta i loro piccoli, la matriarca organizza il gruppo e tutti si allontanano velocemente. Che cosa è successo? La famiglia ha ricevuto un messaggio che avverte di un pericolo. Gli elefanti emettono suoni molto bassi, gli infrasuoni, che noi esseri umani non possiamo sentire. Grazie a questi suoni le famiglie di elefanti possono scambiarsi informazioni anche se si trovano a dieci chilometri di distanza. Quando vogliono “spedire un messaggio” ancora più lontano, battono con una zampa alcuni colpi sul terreno. Anche a lunga distanza, un’altra zampa riceve il messaggio e così ogni gruppo sa se scappare da un pericolo, oppure se raggiungere gli altri a una pozza di acqua fresca. La loro proboscide è utile per fiutare pericoli e per riconoscere il cibo. Tuttavia svolge anche altre funzioni. Quando due elefanti litigano, tengono la proboscide rivolta verso il basso e piegata di lato, mentre se giocano è distesa in avanti. Inoltre un elefante può restare molto tempo sott’acqua, usando la proboscide come un boccaglio.
g Segna con una x l‘affermazione corretta.
Il testo utilizza: un linguaggio generico un linguaggio specifico, emozioni e stati d’animo
Dal titolo puoi capire: il ruolo dell’elefantessa più anziana all’interno del gruppo le abitudini degli elefanti l’alimentazione degli elefanti
g Dividi il testo in quattro sequenze informative e sottolinea le informazioni più importanti presenti in ognuna.
Esponi ciò che hai sottolineato a voce alta.
g Utilizza le informazioni per scrivere il riassunto sul quaderno.
g Sottolinea nel testo i connettivi che legano tra loro le informazioni.
I. Cagliani, Il comportamento degli animali, Touring Junior
159 IL TESTO INFORMATIVO
il testo Analizzo
Riflessionelinguistica
Le nubi
Le nubi sono formate da goccioline e cristalli di ghiaccio talmente piccoli da restare sospesi nell’aria come polvere.
L’aspetto delle nuvole cambia da un giorno all’altro, tuttavia è possibile riconoscere alcune tipologie.
I cirri sono simili alla seta, a piume che vengono sfilacciate dall’azione dei venti forti d’alta quota.
I cirrocumuli sono nubi alte di aspetto fioccoso e colore bianco formate da minuscoli cristalli di ghiaccio. Talvolta ricoprono il cielo formando “il cielo a pecorelle”.
Gli altocumuli sono nubi di mezza altezza spesso associate in compatti campi estesi in cui si riconoscono le singole nubi.
I cumulonembi sono nubi sviluppate in altezza. Associate ai temporali, fanno apparire il cielo scuro.
I cumuli sono nubi formate da ammassi piatti alla base e fioccosi “a cavolfiore” all’estremità.
Gli stratocumuli sono nubi basse, grigie e bianche spesso formate da globuli che possono formare anche densi strati.
M. Allaby
g Completa la tabella.
I cirri
I cirrocumuli
Gli altocumuli
I cumulonembi
I cumuli
Gli stratocumuli
160 IL TESTO
il testo Comprendo
INFORMATIVO
Una pianta preziosa
Subito dopo il grano, tra i cereali più diffusi nel mondo, si trova il riso.
Questa pianta, coltivata in Cina e in Indonesia nel III millennio a.C., fu introdotta dagli arabi in Spagna e in Sicilia nell’VIII sec., mentre in Italia la sua coltivazione ebbe inizio nel milanese intorno al 1520; da allora divenne comune in Lombardia e in altre regioni del nord e del centro, e passò da vegetale raro e costoso ad alimento conveniente.
Il riso ha fusto eretto, alto, a seconda delle razze, da una cinquantina di centimetri ad un metro e mezzo; per crescere ha bisogno di molta umidità e può essere coltivato solo in particolari regioni e in terreni che vengono allagati in determinati periodi; inoltre ha bisogno di temperature oltre i 18 °C. Una volta il faticoso e laborioso trapianto delle pianticelle, immerse parzialmente nell’acqua, veniva compiuto a mano, mentre oggi esistono macchine che lo rendono più leggero e rapido.
Tra le popolazioni orientali e quelle occidentali il modo di usare i chicchi di riso è diverso.
In Asia vengono privati soltanto delle glume, ossia le foglioline che li racchiudono, e in tal modo mantengono le proteine presenti in ogni loro parte.
In Occidente, invece, la parte del riso che viene usata consiste solo nel piccolo chicco di amido, privato di tutte le sue protezioni. In questo modo, il riso, durante la cottura, non perde mai la sua forma.
La pianta del riso non viene usata solo per scopi alimentari: il suo amido è la base di molti prodotti chimici (tra i quali le ciprie) e con la sua paglia si produce una raffinatissima e sottilissima carta (la carta riso, appunto!).
il testo Comprendo
g Dividi il testo in 5 sequenze informative. Sottolinea e scrivi le informazioni più importanti di ognuna. Poi esponi.
1.
2.
3.
4.
5.
io Scrivo
g Ricerca informazioni su un cereale come il grano, l’orzo o l’avena e scrivi un breve testo, dagli un titolo e abbelliscilo con fotografie.
161 IL TESTO INFORMATIVO
M.C. Bettazzi, La vita delle piante, Dami
il testo Comprendo
g Dividi il testo in sequenze informative e in ognuna sottolinea le informazioni più importanti.
Utilizza le stesse per esporre l’argomento oralmente e per iscritto sul quaderno.
I vulcani
Il vulcano è una montagna particolare che nasce da una spaccatura della crosta terrestre da cui fuoriesce il magma, cioè il materiale roccioso fuso che si trova nelle profondità della Terra. A contatto con l’aria il magma si raffredda, si solidifica, e le colate di lava si sovrappongono fino a formare le montagne con la caratteristica forma a cono senza punta: i vulcani.
La loro attività si manifesta con l’eruzione di prodotti gassosi che provocano colonne di fumo o nubi dense di cenere e lapilli, cioè frammenti di roccia incandescente che vengono espulsi dal cratere di lava, formando spettacolari colate lungo i fianchi dei vulcani.
I vulcani si distinguono in: attivi, quando eruttano continuamente o a intervalli regolari; quiescenti, quando “dormono” e non danno segni di attività da lungo tempo; spenti, quando la loro attività sembra definitivamente cessata.
Ci sono poi altri fenomeni legati ai vulcani: le solfatare e i geyser. Le prime sono dei vulcani in stato di estinzione da cui fuoriescono solo vapori ad alta temperatura.
I geyser, invece, sono dei getti violenti di acqua e vapore caldissimi che zampillano a intermittenza da fessure del terreno e raggiungono anche diverse decine di metri di altezza.
Montagne, colline, pianure, Touring Junior
162 IL TESTO INFORMATIVO
La mummificazione
Ecco come si svolgono le sepolture presso gli Egizi.
Vi sono uomini addetti proprio a questo compito e che conoscono l’arte della mummificazione. Essi, quando viene portato un morto, fanno vedere a coloro che l’hanno portato dei modelli di legno a forma di uomo, dipinti con colori naturali, e li informano che ci sono tre possibilità di imbalsamazione a prezzi differenti.
Dopo aver dato queste spiegazioni, si informano da loro in quale modo desiderano che il morto sia trattato. Una volta accordatisi sul prezzo, i clienti si allontanano, mentre gli imbalsamatori cominciano il lavoro.
Per l’imbalsamazione più accurata procedono in questo modo. Per prima cosa, servendosi di un ferro ricurvo, estraggono il cervello attraverso le narici. Poi, con una pietra aguzza, incidono l’addome, dal quale tirano fuori gli altri organi. Infine, dopo aver riempito la cavità con mirra, cannella e altre essenze profumate, lo ricuciono.
Fatto questo, disseccano il corpo con il sale, tenendovelo immerso per settanta giorni. Trascorsi i settanta giorni, lavano il corpo e l’avvolgono in bende tagliate da un lenzuolo di lino. Poi il defunto viene posto dentro una bara a forma d’uomo.
Erodoto, Storie
il testo Comprendo
g Completa.
Presso gli Egizi vi erano uomini addetti all’imbalsamazione dei defunti.
Essi proponevano ai parenti del morto
Per l’imbalsamazione più accurata estraevano il
Poi con una pietra e lo ricucivano.
Infine
163 IL TESTO INFORMATIVO
VERIFICA in itinere
A lezione di letargo
Basta qualche giornata un po’ più fresca, a fine estate, perché le marmotte si passino la parola: “Bisogna preparare la tana per l’inverno!”. Allora cominciano a scavare nel terreno alla profondità di circa 3 metri: lì sotto il gelo non arriva. Per scavarla la marmotta gratta la terra con le unghie, la spala sotto la pancia e poi arretra per spingerla fuori dalla galleria con le zampe posteriori. Quando è possibile, preferiscono “ristrutturare” le vecchie dimore, quelle degli anni precedenti, arricchendole di nuove camere e di ingressi di servizio.
Sì, perché una tana che si rispetti deve avere varie entrate, ognuna delle quali conduce a una galleria.
E le gallerie sono tante? Sì, perché bisogna fare tante stanze: una camera da letto per gli adulti, che vi si sistemano uno accanto all’altro; una nursery per i piccoli e una stanza per ognuno degli anziani.
E ogni camera ha il suo “bagno indipendente”, con tanto di porta, fatta di fango secco. Infatti anche durante il letargo le marmotte si svegliano di tanto in tanto, vanno nella stanza da bagno e, dopo averla usata, ne richiudono accuratamente la porta.
A partire dal mese di agosto, poi, le marmotte strappano grandi quantità di erba e la fanno seccare: servirà a foderare l’interno delle tane, per renderlo più confortevole durante l’inverno.
A ottobre tutto è pronto: le marmotte scendono nelle loro tane e ne chiudono l’apertura con del fango indurito attraversato da fili d’erba con il gambo cavo, in modo da garantire l’aerazione.
Poi cadono in letargo: la loro temperatura corporea scende da 37 a 3 gradi; il loro battito cardiaco rallenta da 80 a 1 battito al minuto, e anche la respirazione scende a un’inspirazione ogni 3 minuti. Solo il sistema nervoso delle marmotte continua a funzionare perfettamente, pronto a risvegliarle dal letargo nel mese di aprile, ai primissimi tepori primaverili.
164
A. Pomilio, “Airone Junior“, Giorgio Mondadori
il testo Comprendo
g Quando le marmotte preparano la tana per l’inverno?
g In che modo “ristrutturano” le vecchie dimore?
g Perché costruiscono tante gallerie?
g Che cosa fanno a partire dal mese di agosto?
g Quando scendono nelle tane?
g A cosa servono gli steli d’erba con gambo cavo?
g Che cosa accade al corpo delle marmotte durante il letargo?
il testo Analizzo
g Il testo è scritto: al presente al passato
g Il linguaggio è: semplice complesso
g Il narratore: esprime pareri personali non esprime pareri personali
g Le informazioni sono: precise imprecise
linguistica Riflessione
g Leggi e sottolinea con colori diversi i nomi e le preposizioni.
« Basta qualche giornata un po’ più fresca, a fine estate, perché le marmotte si passino la parola: “Bisogna preparare la tana per l’inverno!” »
Ho svolto le attività di:
Comprensione ................................. con facilità con qualche difficoltà con un aiuto
Analisi con facilità con qualche difficoltà con un aiuto
Riflessione linguistica con facilità con qualche difficoltà con un aiuto
IL TESTO INFORMATIVO
165
Che cosa preferire
Ma che cosa mangiare al posto delle merendine industriali? Che domanda!
Semplicissimo: normali merende fatte in casa. Possiamo scegliere la più appetitosa: pane, burro e marmellata o pane e miele, una torta di mele o di pere, una crostata, un frullato di frutta, una buona macedonia con frutta di stagione…
Non ci sarà la pubblicità, non ci sarà il regalino, non ci saranno i punti per il concorso a premi, non ci sarà nemmeno la confezione colorata e decorata, con tanta carta e tanta plastica. Ma godremo di buona salute e avremo fatto di testa nostra: che soddisfazione!
“Popotus”, anno V, n. 416
Scriviamo
1. Qual è l’argomento di questo articolo?
2. Qual è la tesi dell’autore?
3. Con quali argomentazioni l’autore sostiene la sua tesi?
166
ARGOMENTATIVO il testo
Il testo argomentativo è un testo che espone un argomento su cui riflettere.
È importante leggere i testi argomentativi per confrontarsi con idee e punti di vista diversi, che suscitano in chi legge domande e riflessioni.
In questa unità scoprirai:
• la struttura del testo argomentativo;
• come sostenere la propria opinione su un problema sapendo argomentare.
167
Alla scoperta del...
TESTO ARGOMENTATIVO
CHE COS’È?
È un testo in cui l’autore espone la propria opinione ( tesi) su un determinato tema o problema e lo sostiene attraverso una serie di argomentazioni o prove. Scopo del testo è quello di convincere gli altri della validità della propria opinione, contrastando le tesi contrarie (antitesi).
Di solito il titolo del testo argomentativo indica in maniera chiara il tema o il problema della discussione.
INIZIO Si presenta il tema o problema, cioè l‘argomento su cui riflettere.
TESI Si espone la tesi, ovvero un’opinione sull’argomento che si vuole affrontare.
ANTITESI Si presenta una tesi contraria per dimostrare l’infondatezza della tesi sostenuta.
GLI ELEMENTI DEL TESTO ARGOMENTATIVO
ARGOMENTAZIONI
Si presentano gli argomenti o prove per sostenere la tesi e convincere i lettori della sua validità. Utilizza esempi e ragionamenti o fa riferimento a persone autorevoli e ad esperti, per dare più forza alle proprie opinioni sul problema trattato.
CONCLUSIONE Si giunge a una conclusione riaffermando la tesi.
Nel testo argomentativo si utilizzano i connettivi logici (ma, perciò, quindi, pertanto, infatti, dunque) per sottolineare i legami tra la tesi e le varie argomentazioni.
Laboratorio di ASCOLTO O pag. 198
168
Regalami un po’ del tuo tempo
Al mattino è la mia vicina di casa che mi accompagna al pulmino, perché i miei genitori escono presto di casa, molto prima di me, per recarsi al lavoro; perciò nessuno di loro due può accompagnarmi a scuola, come fanno, invece, molti genitori dei miei compagni. Anche quando rientro a casa, passo alcune ore da sola prima del loro ritorno. Io non mi annoio, perché guardo i cartoni alla televisione, però vorrei trovare davvero la mamma che mi aspetta davanti al cancello della scuola.
Io l’ho pregata tante volte di non andare più a lavorare, ma lei mi ha risposto che senza il suo stipendio non potrei avere tutti i giochi che ho e neppure un appartamento così, con i nostri tre televisori.
Ti regalo il mio tempo
g Quale problema viene affrontato? Segna con una X
Spesso i bambini restano per molto tempo da soli a causa del lavoro dei genitori. I bambini che vivono parecchie ore da soli diventano molto presto autonomi.
g Qual è l’opinione della bambina sull’argomento?
g Qual è, invece, l’opinione della mamma?
g Osserva l’immagine e, seguendo lo schema, sviluppa sul quaderno il testo argomentativo.
Problema Di quale problema si tratta?
Tesi Qual è la tua opinione riguardo al problema?
Argomentazioni Conosci esempi adatti a sostenere la tua tesi?
Conclusione Quali suggerimenti proponi per la risoluzione del problema?
169 IL TESTO ARGOMENTATIVO
L’ADOZIONE A DISTANZA PUÒ SALVARE UN BAMBINO
Le buone abitudini
Molti bambini trascorrono molte ore della giornata fermi di fronte al televisore, mentre sarebbe preferibile per la loro salute che le trascorressero all’aria aperta.
La mancanza di movimento, unita all’abitudine di mangiare merendine fuori orario, ha l’effetto di favorire l’obesità.
Una recente indagine condotta in Inghilterra ha dimostrato che i bambini più danneggiati sul piano fisico sono quelli che non giocano mai, o quasi mai, all’aperto.
I più in forma, invece, sono quelli abituati a trascorrere più ore all’aperto, impegnati in giochi di movimento, come arrampicarsi, inseguirsi…
Non è sufficiente che i bambini frequentino una palestra o una piscina: il gioco libero è più divertente e dà più soddisfazione.
il testo Comprendo
• Quale problema viene affrontato nel testo?
• Quali sono gli argomenti per sostenere la tesi?
• Qual è, invece, la tua proposta?
170 IL TESTO ARGOMENTATIVO
A. O. Ferraris, ”Corriere salute”
Qual è la vacanza migliore?
La scuola sta per finire e in classe abbiamo parlato dei luoghi dove trascorrere le vacanze.
Alcuni miei amici preferiscono il campeggio con i genitori per stare a diretto contatto con la natura, per esplorare boschi ricchi di inaspettate sorprese e mangiare all’aperto all’ombra di un maestoso albero.
Altri, invece, prediligono la vacanza in albergo perché ritengono che sia più rilassante in quanto offre molti servizi: cibi gustosi, stanze pulite e confortevoli.
• Quale problema viene affrontato nel testo?
• Quali sono le tesi di due gruppi?
• Quali sono gli argomenti per sostenere le tesi?
• Qual è, invece, la tua proposta?
il testo Comprendo 171 IL TESTO ARGOMENTATIVO
SCRIVIAMO UN TESTO ARGOMENTATIVO
Ricorda che...
Nel testo argomentativo si affronta un problema e si espone la propria opinione (tesi) sostenendola con varie argomentazioni. Lo scopo è quello di convincere chi legge o chi ascolta della validità di quanto affermato.
Per scrivere un testo argomentativo
Introduzione
Presentazione del fatto/problema e della propria opinione/tesi.
Argomentazioni o prove Argomenti ed esempi per giustificare la propria opinione.
Conclusione
Concludere l’argomento ribadendo la propria opinione.
172 IL TESTO ARGOMENTATIVO
g Seguendo lo schema dato, scrivi sul quaderno un testo argomentativo.
g Scegli tra i seguenti titoli quello che corrisponde maggiormente al tuo modo di pensare e trova degli argomenti per sostenere la tua opinione.
L’intervallo a scuola è una perdita di tempo
Molte merendine fanno male alla salute
Il fumo danneggia la salute
È meglio vivere in città che in campagna
173 IL TESTO ARGOMENTATIVO
È bene che i musei siano aperti a Pasqua
È bene che i musei siano aperti a Pasqua. Infatti molti turisti stranieri e italiani approfittano di questo periodo per visitare paesi e città, e possono così vedere anche le bellezze custodite nei musei.
Le statistiche dicono che i biglietti venduti in media nelle vacanze di Pasqua sono raddoppiati rispetto agli altri anni.
Quindi che i musei siano aperti torna a vantaggio sia dei privati che dello Stato. Finalmente si è capito che conviene far visitare le nostre ricchezze storiche nel periodo pasquale, in cui la gente si muove, dopo la pausa invernale.
g Qual è la tesi (opinione) dell’autore?
g Con quali argomenti sostiene la sua tesi?
174 VERIFICA in itinere
Vorrei un cane
– A me farebbe piacere ricevere come regalo per il mio compleanno un cane di media grandezza – ho detto ai miei genitori, perché i cani, si sa, sono molto affettuosi, pertanto, mi farebbe le feste quando torno da scuola, mi farebbe compagnia anche quando studio. Sarebbe fantastico, poi, rincorrerci in giardino e avrebbe tutte le cure necessarie. Lo coccolerei, lo pulirei, insomma sarei una padroncina responsabile. Ho insistito tanto. Spero che i miei abbiano capito che parlavo di un cane vero: non vorrei che mi regalassero un peluche.
g Qual è la tesi (opinione) dell’autore?
g Con quali argomenti sostiene la sua tesi?
Ho svolto le attività di:
Comprensione con facilità con qualche difficoltà con un aiuto
IL TESTO ARGOMENTATIVO 175
Il Consiglio d’Istituto ha approvato e fatto appendere nel corridoio della scuola il seguente regolamento:
1. Gli alunni possono entrare nel cortile della scuola e aspettare le insegnanti che li condurranno in classe al suono della campanella.
2. Durante l’intervallo gli alunni usciranno in cortile, se il tempo è bello, per svolgere giochi di gruppo.
3. Gli alunni potranno essere prelevati in anticipo per seri motivi e consegnati solo ai genitori o a persone incaricate.
4. Gli alunni devono rispettare gli spazi, gli arredi scolastici e tenere un comportamento corretto con tutti.
Scriviamo
Dopo aver letto il testo, tu e il tuo compagno stabilite alcune regole da rispettare a scuola:
Durante l’intervallo:
All’uscita da scuola:
176
REGOLATIVO il testo
I testi regolativi hanno lo scopo di fornire istruzioni per costruire oggetti, realizzare ricette, esperimenti, per eseguire giochi e seguire regole di comportamento.
In questa unità scoprirai:
• la struttura di un testo regolativo;
• l’importanza di presentare le azioni in ordine cronologico;
• l’uso di disegni o fotografie che aiutano a comprendere meglio regole e comportamenti.
177
Alla scoperta del...
TESTO REGOLATIVO
CHE COS’È?
Il testo regolativo può fornire:
• istruzioni per fare qualcosa, ad esempio una ricetta, un esperimento, montare un oggetto, eseguire un gioco;
• regole di comportamento, per esempio codici (stradale, della legge…) e regolamenti (di piscine, palestre…);
• consigli e suggerimenti da applicare in determinate situazioni.
GLI ELEMENTI DEL TESTO REGOLATIVO LINGUAGGIO
È essenziale e chiaro, contiene termini precisi. Le frasi sono brevi.
I verbi di solito sono espressi al modo imperativo o al modo infinito.
ORDINE
STRUTTURA
È spesso scritto utilizzando un elenco puntato o numerato.
Di solito è diviso in due parti: per esempio, nelle ricette, materiale occorrente e ingredienti, da una parte, e procedimento, dall’altra.
Il testo è accompagnato da immagini o fotografie che illustrano le fasi di esecuzione da compiere.
Le istruzioni vengono fornite seguendo un ordine cronologico
Laboratorio di ASCOLTO O pag. 199
178
A tavola ci si comporta così
1. Si sta composti, ben seduti sulla sedia, con le braccia parallele. Non si mettono mai i gomiti sulla tavola.
2. Se si vuole del pane, si prende un panino intero dal cestino e se ne stacca un pezzetto alla volta con le dita. Il pane non va morsicato selvaggiamente e, una volta iniziato, non si rimette nel cestino.
3. Quando si mangia la minestra non si aspira su rumorosamente. Se ne prende poca alla volta nel cucchiaio e si inghiotte. Prima è meglio assaggiarla per non scottarsi!
4. Non si china mai la testa verso il piatto per mangiare, ma si mantiene una posizione eretta. Le posate servono proprio per portare i bocconi su fino alla bocca.
5. Il coltello si tiene nella mano destra, la forchetta nella sinistra. Il coltello non si mette mai in bocca (non è bello e poi ti potresti tagliare).
6. Prima di bere e dopo aver bevuto ci si deve pulire la bocca con il tovagliolo. Ricordati che non si beve mai con la bocca piena e nemmeno tutto d’un fiato.
g Rispondi alle domande.
• Qual è lo scopo del testo?
• In quale ordine si presentano le azioni?
• Quale ruolo ha l’immagine in questo testo?
• Il testo è scritto con un linguaggio semplice e chiaro o difficile e tecnico?
g A tavola rispetti le regole elencate nel brano?
g Quali ritieni siano le regole più importanti?
B Masini e L. Chiuppi, Bricognomo, De Agostini
il testo Analizzo 179 IL TESTO REGOLATIVO
Rubabandiera
È un gioco a squadre che si svolge sia all’aperto che in un luogo chiuso.
Unico oggetto necessario per il gioco è un fazzoletto.
1. Due squadre si schierano sulla linea tracciata sul terreno, una di fronte all’altra; ogni componente ha un numero progressivo.
2. Al centro c’è un bambino che regge in mano il fazzoletto o “bandiera” e chiama i numeri dei giocatori. Per esempio: «I numeri 2!», essi avanzano e si pongono di lato al fazzoletto.
3. Entrambi i giocatori cercano di afferrare il fazzoletto. Il giocatore che lo afferra, corre per tornare al suo posto.
4. L’avversario può inseguirlo e toccarlo per invalidare la presa. Se il giocatore rientra nella sua linea con la bandiera ha fatto un punto.
5. Chi è toccato è eliminato; la squadra che sopravvive con l’ultimo corridore vince.
AA.VV., La bottega della fantasia
g Spiega il gioco ai compagni e alle compagne di classe semplificando il linguaggio e tenendo conto delle varie fasi di cui si compone.
180 IL TESTO REGOLATIVO
Una ricetta: Banane golose
INGREDIENTI
• 4 banane
• 4 biscotti
• Crema al cioccolato da spalmare
PROCEDIMENTO
1. Taglia le banane a metà nel senso della lunghezza.
2. Spalma ogni mezza banana con un cucchiaio di crema al cioccolato.
3. Sbriciola finemente i biscotti e spolvera le banane.
R. C. Paciotti, Mini ricette, DeAgostini
g Il disegno rappresenta un lavoretto realizzato da una bambina della tua età. Quali materiali servono? Rispondi completando lo schema qui sotto.
PROCEDIMENTO OCCORRENTE
realtà Compito di
La nostra ricetta golosa
Divisi in piccoli gruppi, scegliete una ricetta semplice da realizzare, che piaccia a tutti voi e non preveda cottura. Su di un foglio, elencate gli ingredienti, scrivendoli sia in italiano che in inglese, e descrivete il procedimento, suddividendolo in fasi. Illustrate ogni fase con disegni semplici ma chiari. Mostrate poi il vostro lavoro agli altri gruppi e, con il permesso e l’aiuto dell’insegnante, realizzate la ricetta a scuola per una golosa merenda in allegra compagnia.
181 IL TESTO REGOLATIVO
1 3
I dieci comandamenti della cortesia
1) Ascoltare
Cercate di vivere bene insieme: ascoltate gli altri e siate pazienti.
2) Sorridere
Siate aperti verso tutti: salutate, ringraziate e sorridete spesso.
3) Ragionare
Fatevi scivolare via i torti subiti e non cedete alla rabbia .
4) Rispettare
Rispettate e valorizzate la diversità, è una grande fonte di ricchezza
5) Condividere
Non siate gelosi del sapere: comunicate e condividete il più possibile.
6) Non inquinare
Il pianeta è uno solo: rispettatelo e non inquinatelo.
7) Riutilizzare
Riducete gli sprechi il più possibile: riciclate, riutilizzate, riparate.
8) Mangiare locale
A tavola seguite la stagionalità e preferite i prodotti locali.
9) Proteggere
Proteggete gli animali: non maltrattateli e non abbandonateli.
10) Vivere con etica
Vivete insieme con gli esseri umani e gli animali domestici in modo etico, senza indurre loro sofferenza.
“La Stampa”, 12 novembre 2014
INSIEME
g Lavorando in coppia, tu e il tuo amico leggete il testo, poi, a turno, spiegate cosa avete capito.
VAI AL VOLUME DI EDUCAZIONE CIVICA 182 IL TESTO REGOLATIVO
Come educare un cucciolo di cane
1. La regola numero uno per educare un cucciolo è l’amore, ma subito dopo viene la pazienza, perché oltre a nutrirlo bisognerà educarlo, badare alla sua salute e farlo divertire.
2. La mattina e subito dopo pranzo e cena va sempre portato fuori per fare la pipì.
3. Lasciatelo in pace il più possibile, soprattutto quando dorme. Per un cucciolo il sonno è indispensabile tanto quanto lo è mangiare.
4. Il cane è un amico, non un giocattolo qualunque: far finta di strangolarlo, salirgli sopra a cavalcioni e tirarlo per il collo vuol dire non rispettarlo.
5. Procurategli dall’inizio uno spazio tutto suo, comodo e tranquillo: sarà più felice lì che su un divano perché lo sentirà come la sua proprietà privata.
6. A due mesi di età cominciano le vaccinazioni. Se un cucciolo è stato acquistato in un allevamento o in un negozio, prima di ritirarlo chiedete se le ha già fatte.
7. Dategli da mangiare le sue cose sempre nello stesso posto e alle stesse ore. Non offritegli mai bocconcini del vostro piatto: al confronto la sua pappa non gli piacerà più.
• Quali sono le regole indispensabili per educare un cucciolo di cane?
• Gli animali in genere hanno il diritto di essere rispettati?
g Ricerca su Internet la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Animale promulgata dall’UNESCO: leggi gli articoli, fai le tue considerazioni e confrontale con quelle dei compagni di classe.
R. Pasero
183 IL TESTO REGOLATIVO
ARLIAMONE
VERIFICA in itinere
Il galateo del passeggero
Per evitare o limitare i rischi in automobile, occorre comportarsi con attenzione e diligenza, attenendosi in modo scrupoloso alle norme del Codice della strada.
Non solo le persone che guidano l’auto sono obbligate ad osservare le norme del Codice della strada, ma anche i passeggeri devono avere un comportamento sicuro e rispettoso nei confronti di chi guida. La prima regola è quella di allacciare le cinture di sicurezza per evitare, in caso di incidente, di essere sbalzati con violenza contro i passeggeri seduti nei posti anteriori. Se poi a bordo della vettura ci sono bambini di statura inferiore a 1,50 m, essi devono essere assicurati al sedile con un sistema di ritenuta, ovvero un dispositivo specifico, adeguato al loro peso.
I neonati devono essere trasportati sull'apposito seggiolino di sicurezza, in verso contrario al senso di marcia, a patto che si possa disattivare l’air bag frontale. Il buon senso impone di non recar danno o disturbo a chi conduce l’automobile, per non creare motivi di distrazione, e di non sentire musica ad alto volume, che impedisce di udire eventuali rumori. Non bisogna nemmeno impedire la visibilità del lunotto posteriore con oggetti ingombranti e, tanto meno, pesanti: questi oggetti possono diventare pericolosi in caso di forti decelerazioni. AA.VV.,
compagnia dei lettori, Paravia 184
La
il testo Comprendo
g Che cos’è il galateo?
g Chi è obbligato a rispettare il Codice della strada?
g Perché bisogna allacciare le cinture di sicurezza?
g Quale obbligo hanno i ragazzi di statura inferiore a 1,50 m?
g Quale regola bisogna rispettare nel caso di neonati a bordo?
g Come bisogna comportarsi per non disturbare il conducente?
il testo Analizzo
g Il testo ha una funzione: istruttiva di intrattenimento
g Il linguaggio è: colloquiale settoriale
g Le informazioni sono: precise imprecise
g Il testo segue un ordine: logico cronologico
g I verbi sono usati: al passato al presente
g Sottolinea tutte le regole da rispettare presenti nel testo e trascrivile sul quaderno con un elenco puntato.
linguistica Riflessione
g Leggi la frase “La prima regola è quella di allacciare le cinture di sicurezza” e rispondi alle domande.
• Quanti verbi all’infinito puoi contare? Due Uno
• Che cos’è “prima”? Un avverbio di tempo Un aggettivo numerale
• Quale funzione logica ha l’espressione “le cinture”? Soggetto Complemento oggetto
• Quale tra le seguenti parole ha funzione di soggetto? Quella La prima regola
Ho svolto le attività di:
Comprensione ................................. con facilità con qualche difficoltà con un aiuto
Analisi con facilità con qualche difficoltà con un aiuto
Riflessione linguistica con facilità con qualche difficoltà con un aiuto
IL TESTO REGOLATIVO
185
La pubblicità è una forma di comunicazione che dà informazioni su un prodotto o su un determinato argomento cercando di attirare l’attenzione e convincere le persone verso gli stessi. Si propone di orientare all’acquisto del prodotto reclamizzato o verso un comportamento.
Il messaggio pubblicitario è composto dai seguenti elementi:
PRODOTTO
l’oggetto che viene pubblicizzato
SLOGAN
breve frase per attirare l’attenzione di chi legge
IMMAGINE
rafforza il messaggio pubblicitario
TESTO
fornisce indicazioni specifiche sull’oggetto della pubblicità
EMITTENTE
chi invia la pubblicità
S I C I L I A un mare di colori
g Completa la tabella.
Prodotto
Slogan
Immagine
Testo
Emittente
g Ti lasci convincere facilmente dalla pubblicità? Confronta la tua opinione con quella dei compagni e delle compagne.
186
ARLIAMONE
LEGGIAMO LA PUBBLICITÀ
OCCHIO ALLA PUBBLICITÀ!
g Osserva le immagini e indica per ognuna: il prodotto pubblicizzato, il tipo di immagine (fotografia o disegno) e lo slogan.
Smile Cookie
Un gusto che mette allegria
Milk Bianco
così buono da leccarti i baffi!
ColorSport
un tocco di colore ai tuoi piedi.
Piccoli pubblicitari
g Immagina di pubblicizzare un prodotto tecnologico. Pensa al disegno e inventa uno slogan che ne metta in evidenza qualità e pregi.
187
Non tarpiamo le ali...
alla natura
Esiste una pubblicità che ha lo scopo di farci riflettere su problemi sociali per invitarci a mettere in atto comportamenti corretti e responsabili, che migliorino la qualità della vita e della convivenza civile.
Questo tipo di pubblicità è la Pubblicità Progresso
il testo Comprendo
salvaguardare questo nostro ambiente, oggi così minacciato. Insieme possiamo fare molto per difendere la natura e tutte le creature che ci abitano, con particolare attenzione agli uccelli.
Questo è un modo per cambiare le cose. Possiamo farlo insieme a te.
LIPU = Lega Italiana Protezione Uccelli
g Osserva la Pubblicità Progresso e rispondi alle domande.
• Chi ha promosso questa pubblicità?
• A chi è destinata?
• Qual è lo slogan?
• A che cosa serve questo messaggio pubblicitario?
g Realizza anche tu insieme ai tuoi compagni di classe un messaggio pubblicitario in difesa di alcune specie di animali in via di estinzione.
LA PUBBLICITÀ PROGRESSO
188
Piccoli pubblicitari
LA PUBBLICITÀ PROGRESSO
g Osserva le foto e leggi le scritte (slogan) di ogni pubblicità. Che cosa comunicano?
Non mandare la tua vita in fumo
Amici per la pelle!
Prima che sia troppo tardi… Salviamo il pianeta!
realtà Compito di Piccoli pubblicitari
g Con i tuoi compagni di classe progetta una pubblicità che inviti a prendersi cura degli animali abbandonati. Realizza un disegno e uno slogan in difesa dei simpatici amici a quattro zampe.
189
Consigli per l’ascolto
Prima dell’ascolto
Leggi attentamente il titolo e fai delle anticipazioni sull’argomento.
Durante l’ascolto
Cerca di mantenere viva l’attenzione mentre l’insegnante legge.
Dopo l’ascolto
Ricostruisci l’ordine in cui sono avvenuti i fatti e completa il riassunto.
Ascolta il brano facendo una scansione del QR Code e svolgi le attività.
Da Mary taglio e piega
g Indica con una x le frasi corrette.
Il racconto è ambientato in una casa.
La protagonista non si chiama Mary.
Il racconto è narrato in terza persona.
g Riordina i fatti numerandoli.
La protagonista odia i suoi capelli.
Prende tutto l'occorrente per tagliare i capelli.
Decide di tagliare i capelli.
Il pavimento della camera è ricoperto da centinaia di ricci.
Si taglia i capelli.
Pensa di aprire un negozio di parrucchiera.
g Rispondi con una x.
Perché la protagonista decide di tagliarsi i capelli?
Sono molto lunghi
Sono tutti diversi
Perché utilizza il gel del fratello?
Per ammorbidire i capelli
Per lisciare i capelli ricci
Perché si mette gli occhialetti da piscina?
Per proteggersi gli occhi
Per vedere meglio
Laboratorio di ASCOLTO 190 IL RACCONTO REALISTICO
Il cacciatore sfortunato
Ascolta il brano facendo una scansione del QR Code e svolgi le attività.
g Segna con una x la risposta corretta.
• Come si chiama il protagonista della storia? Giuseppe Giovanni
• Quale animale vuole catturare il cacciatore? Un coniglio Una lepre
• Che cosa fa il fucile invece di sparare? Fa cadere la pallottola a terra Fischietta
• Come si conclude la storia? Giuseppe cattura la lepre Giuseppe torna a casa senza prede
g Leggi le seguenti affermazioni e indica con una x se sono vere o false.
• La sorella di Giuseppe deve sposarsi e vuol mangiare lepre e polenta. V F
• Giuseppe va a caccia con arco e frecce.
V F
• Il fucile non spara, ma fa cadere la pallottola ed emette versi. V F
• La lepre passa tre volte davanti a Giuseppe.
V F
• Giuseppe vede un tacchino che indossa un velo da sposa. V F
• Il fagiano ricompare sul sentiero con i suoi piccolini.
V F
• Un merlo aiuta Giuseppe a prendere la mira. V F
• Giuseppe scopre che i fucili sono in sciopero. V F
• Giuseppe torna a casa con tre prede belle grosse.
g Collega con una freccia ogni animale all’azione che compie.
V F
passeggia sul sentiero
indossa il velo da sposa
fischia sul ramo
Laboratorio di ASCOLTO 191
IL RACCONTO FANTASTICO
Laboratorio di ASCOLTO
IL RACCONTO UMORISTICO
Il banchetto di Atomino
Ascolta il brano facendo una scansione del QR Code e svolgi le attività.
g Ascolta attentamente il brano, poi indica con una X le parole che completano correttamente la frase.
• Il racconto è narrato in prima persona terza persona
• Il racconto narra fatti fantastici reali
• Il luogo del racconto è precisato imprecisato
• I fatti sono narrati al passato presente
• Il tempo della storia è precisato imprecisato
g Segna con una X le scene che non appartengono alla storia.
g Indica con una X la vignetta che illustra la conclusione della storia.
192
Il tesoro di capitan Barracuda
Ascolta il brano facendo una scansione del QR Code e svolgi le attività.
g Ascolta attentamente il brano, poi indica con una X le parole che completano correttamente la frase.
• Il racconto è narrato in prima persona terza persona
• Il racconto narra fatti fantastici reali
• Il luogo del racconto è precisato imprecisato
• I fatti sono narrati al passato presente
• Il tempo della storia è precisato imprecisato
g Leggi le seguenti affermazioni e indica con una X se sono vere o false.
• Capitan Barracuda è un pirata. V F
• I pirati sbarcano sull’isola di Ceylon. V F
• Il Capitano conta i passi che portano al tesoro di Phineas Krane. V F
• I pirati devono scavare a lungo per trovare il forziere.
• I pirati trovano un forziere grande e nero.
• Nel forziere trovano oro, gioielli e antiche monete.
V F
V F
V F
• Capitan Barracuda ringrazia mentalmente Phineas Krane. V F
g Indica con una X quali scene non appartengono alla storia.
Laboratorio di ASCOLTO 193 IL RACCONTO DI AVVENTURA
La Casa del Terrore
Ascolta il brano facendo una scansione del QR Code e svolgi le attività.
g Ascolta attentamente il brano, poi indica con una X le parole che completano correttamente la frase.
• Il racconto è narrato in prima persona terza persona
• Il racconto narra fatti fantastici reali
• Il luogo del racconto è definito indefinito
• I fatti sono narrati al passato presente
• Il tempo della storia è precisato imprecisato
g Completa le frasi tratte dal testo, inserendo le seguenti parole al posto giusto: sinistra • plastica • pipistrelli • streghe • scheletro • fluorescenti • impronte • strillo
Il ragazzo sapeva benissimo che lo era di e che la voce era incisa sul nastro. Lo spettro emise una risata e scomparve. Subito sul pavimento si illuminarono una serie di ; Peter si mosse seguendo le tracce
Aprì una porta: risuonò uno acutissimo e tre gli passarono al volo davanti al naso.
Nella stanza successiva un branco di
gli roteò intorno al capo.
g Quale tra i seguenti edifici potrebbe essere la Casa del Terrore descritta nel brano?
Laboratorio di ASCOLTO 194 IL RACCONTO DI PAURA
Nelle praterie del Kansas
Ascolta il brano facendo una scansione del QR Code e svolgi le attività.
g Dopo aver ascoltato il testo, segna con una x le frasi corrette.
Dorothy abitava con lo zio Henry e la zia Em nelle praterie del Kansas.
La casa era piccola e di legno.
Nella casa c'erano la soffitta e la cantina.
Nella casa c'era una buca per ripararsi dalle grandi bufere di vento.
Gli zii Em ed Henry sorridevano spesso.
Toto era un cagnolino.
Lo zio Henry e Dorothy guardavano il cielo preoccupati.
g In questo testo sono decritti:
Dorothy, la casa, zia Em e Toto
Dorothy, zia Em, zio Henry e Toto
La casa, zia Em, zio Henry e Toto
g Colora le parole corrette.
• La zia Em prima era giovane e graziosa, ma da quando viveva nel Kansas era diventata magra grassa e triste allegra .
• Lo zio Henry era taciturno chiacchierone , aveva la barba lunga corta e indossava sandali stivali
g Che cosa significa “solenne”?
Che ispira rispetto
Triste
Allegro
Laboratorio di ASCOLTO 195 IL TESTO DESCRITTIVO
Laboratorio di ASCOLTO
IL TESTO POETICO
Il re Barbone
Ascolta il brano facendo una scansione del QR Code e svolgi le attività.
g La poesia è in rima: alternata incrociata baciata
g Racconta la storia del re Barbone.
Un giorno un uomo entrò in un ristorante, ma lo mandarono subito via perché non aveva abiti eleganti. Allora entrò
g Nel testo poetico che hai ascoltato ci sono parole in rima. Sottolinea quelle tratte dal testo.
• ristorante
• viandante
• elegante
• aliante
• osteria
• mia
• via
• mania
• nonnini
• giardini
• tacchini
• bambini
• ponte
• monte
• conte
• fonte
• sorci
• dolci
• amici
• dodici
196
I templi egizi
Ascolta il brano facendo una scansione del QR Code e svolgi le attività.
g Completa il testo inserendo correttamente le parole: dovere religioso • decoratori • la divinità • dèi • rampe • faraone • mura
Con la costruzione di un tempio gli Egizi onoravano alla quale esso veniva dedicato.
Era anche un attraverso il quale si stabiliva il legame con gli che proteggevano il Paese rendendolo ricco e potente.
Innalzare un tempio era compito del .
I templi erano costruiti in pietra dura. Per rendere possibile il lavoro si montavano grandi di mattoni.
Quando la struttura era completata intervenivano i Al termine del lavoro venivano innalzate delle
L’ingresso al tempio era monumentale e fiancheggiato da torrioni.
g Qual è lo scopo del testo?
Narrare una storia
Dare informazioni
g Che cosa ti fa capire il titolo?
Si parla dei templi egizi
Degli Egizi
g Il testo è:
s torico geografico
Laboratorio di ASCOLTO 197 IL TESTO INFORMATIVO
Se leggi hai una marcia in più
Ascolta il brano facendo una scansione del QR Code e svolgi le attività.
TEMA
O PROBLEMA
(argomento del testo)
• La lettura
TESI
(l’importanza della lettura)
• L’importanza della lettura.
ARGOMENTAZIONI
(argomenti o prove a favore della lettura)
Chi legge:
• arricchisce il proprio vocabolario;
• allena la fantasia e l’espressività;
• coglie le emozioni;
• comprende ed affronta le paure;
• diventa lettore anche da grande e avrà più successo nella vita.
g Secondo l’autrice chi legge ha una marcia in più. Esprimi la tua opinione sull’argomento in base alla tua esperienza di scolaro/a.
198 IL TESTO ARGOMENTATIVO
Laboratorio di ASCOLTO
I biscotti della nonna
Ascolta il brano facendo una scansione del QR Code e svolgi le attività.
INGREDIENTI
• 200 grammi di burro
• 200 grammi di farina
• 100 grammi di zucchero
• 1 decilitro di acqua fredda
• 1 uovo
• marmellata
g Indica con una x il completamento corretto.
Il testo che hai ascoltato è:
narrativo
descrittivo
regolativo
Le informazioni sono: precise disordinate difficili da capire
Le immagini: hanno aiutato a capire non hanno aiutato a capire
1 3 2 4 Laboratorio di ASCOLTO 199 IL TESTO REGOLATIVO
Mi autovaluto
Ho imparato a…
• ascoltare e analizzare testi:
Legenda
benissimo bene così così
» informativi .........................................................................................................
» argomentativi ...................................................................................................
» regolativi ............................................................................................................
• riassumere un testo .............................................................................................
• esporre un testo letto ..........................................................................................
• scrivere testi ..........................................................................................................
• leggere la pubblicità ...........................................................................................
• scrivere testi pubblicitari
Come mi sono sentito
Scegli tra le alternative proposte.
g Ho mostrato maggiore sicurezza quando: ho letto ho ascoltato ho scritto ho parlato
g A volte ho chiesto aiuto ai compagni o all’insegnante per: comprendere analizzare raccontare scrivere
g Durante le verifiche ho provato: tranquillità agitazione noia altro
200
200
mi
AUTOVALUTO
Mi intervisto
Scegli tra le alternative proposte o scrivine una tua se non trovi nulla di corrispondente a ciò che provi.
g Quando ascolti una lettura, che cosa ti aiuta a capire meglio?
Le immagini L’espressione di chi legge
Il silenzio Altro
g Che cosa ti mette più in difficoltà quando leggi?
Leggere a voce alta Leggere davanti a tutti
Leggere parole nuove Altro
g In quale attività ti diverti di più?
Nelle attività individuali Nelle attività di coppia
Nelle attività di gruppo Altro
g In che cosa pensi di dover migliorare?
Nella comprensione del testo Nell’analisi del testo
Nella scrittura Altro
g Come ti definiresti?
Un bravo lettore
Un attento ascoltatore
Un buon compagno di gruppo Altro
Mi confronto con la classe
g Seduti in cerchio, a turno, leggete alla classe le risposte dell’intervista a voi stessi e confrontatevi. Ascoltate con attenzione le risposte dei compagni, dalle quali potreste trovare utili spunti per migliorare.
TAPPA 201 4 a
Ecco l’ESTATE
Estate
Era mezzogiorno.
Splendeva un sole ardentissimo. Non stridore di cicale, non canto di uccello, non volo di farfalla, non voce, non moto né vicino né lontano. Ogni cosa era quieta. Pareva che la natura dormisse. Allora la campagna s’anima tutta d’una vita fantastica, come di notte.
Si sentono suoni indefiniti, come di lunghe grida lontane, soffi, fruscii, qui, là, non si sa dove, da ogni parte: pare che nell’aria ci sia qualcuno o qualcosa che fluttua e che s’agita. S’avvicina, si scosta, ritorna, ci rasenta, s’allontana: si direbbe che vi sono degli esseri invisibili che stanno macchinando qualcosa.
Ad un tratto, si sente un acuto ronzio d’insetto. Passa, poi torna il silenzio.
Sbuca una lucertola, si ferma, par che stia a sentire, è come impaurita da quel silenzio, scappa via.
La campagna ha qualche cosa di solenne e di triste, come un mare solitario.
Estate
Delle quattro stagioni dell’anno l’estate è la più chiara e la più ardente: fa maturare i frutti e sparge risa e luce.
Com’è bello discendere al fiume, fermarsi sopra l’acqua, per ascoltare in lontananza il cuculo, per vedere la giovane luna.
Aseev, Poesia Russa del 900, Guanda
• Quali dati sensoriali sono presenti nel testo?
g Sottolinea con colori diversi.
• Ti piace l’estate? Perché?
• Cosa ti piace fare in questa stagione? Racconta.
nell’ARTE
g Realizza un paesaggio estivo utilizzando la tecnica del collage con materiale di riciclo.
E. De Amicis, Vita Militare, Treves
202
Finalmente in vacanza
Il giorno della partenza era arrivato. Al mattino Mini portò, dalla nonna, Mizzi: la gatta non poteva andare al mare con loro. La nonna pianse un po’ nel salutarli. La nonna piange spesso: una volta perché si commuove, un’altra perché è offesa e questa volta piangeva perché era preoccupata. Quando Mini tornò a casa trovò la mamma, il papà e Moritz già accanto alla macchina: stavano litigando. Il papà si rifiutava di caricare tutto quello che Moritz aveva preparato.
– La nostra è un'auto, non è un camion! È pura follia! – gridò. La follia di Moritz consisteva in un pallone, una tenda da indiani, due paia di pinne, un volano, un canotto con i remi, birilli, un’amaca, un materassino, due barche a vela telecomandate, un sacco di palline da tennis e di cianfrusaglie varie.
g Dove andò Mini il giorno della partenza?
g A quale scena assistette quando tornò a casa?
g Considerando i capricci di Moritz, come vivranno le vacanze i suoi genitori? Come reagirà Mini? Immagina e racconta.
– Mi avevi detto di prendere tutto quello che volevo! – protestò Moritz.
– Ha ragione! Gliel’hai promesso – confermò la mamma.
– D’accordo, d’accordo – gridò il babbo, indicando il bagagliaio. – E ditemi allora come faccio a farci stare tutta quella roba.
– Ci vorrà il portapacchi – suggerì la mamma. Brontolando il papà prese il portapacchi, ci mise sopra due grosse valigie e le fissò con le cinghie. Poi infilò le cianfrusaglie di Moritz nel bagagliaio. Finito di caricare, il papà si rasserenò e tornò la pace.
– Tutto a posto – annunciò soddisfatto. – Si parte!
Summer
Summer brings us nice warm sun for swimming, fishing, and lots of fun; for finding seashells in the sand; for sunbathing to get a tan; to do all these things and more at the beach and seashore.
g Stanno arrivando le vacanze: che cosa succede nella tua famiglia nei giorni che precedono la partenza? Qual è il tuo stato d’animo? E quello dei tuoi genitori? Racconta.
C. Nöstlinger, Mini in vacanza, Panini
203 Verso nuove emozioni
Buone VACANZE!
stelle cadenti da spiare.
Avremo fresche mattine brevi erba verde da pestare sabbia per stampare le tracce dei nostri piedi nudi.
Avremo un libro speciale e un albero speciale fresco e alto su di noi mentre leggiamo il libro.
204