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Accoglienza IL RACCONTO REALISTICO Ripassiamo La partita di pallone
Sono un terzino e domani gioco per la prima volta nella nostra squadra. Prima di andare a letto, papà mi ha tenuto una lezione di gioco; moriva dalla voglia di venirmi a vedere, ma io gliel’ho proibito. Non posso mica rischiare di ritrovarmi sul campo tutta la famiglia!
La partita è finita 3 a 2. Non so come, ma un goal l’ho fatto io.
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Mi sono trovato il pallone tra i piedi, ho schivato l’avversario che mi marcava, poi sono andato in porta e ho tirato. Ho sentito un fortissimo: – Goal!!!
– e tutti mi sono saltati addosso.
Gigi mi ha abbracciato e gli altri mi hanno sollevato in alto, come in trionfo.
Io non ho capito molto, ma mi sono sentito così felice che ho giocato come se ci fossi stato solo io in campo. A pochi minuti dalla fine un disgraziato mi ha fatto lo sgambetto e sono caduto a terra. Ho battuto il naso e mi è uscito un fiume di sangue. – Rigore! Rigore!
I miei compagni gliele volevano suonare, ma è intervenuto l’arbitro, che ha fatto battere il rigore. Io sono andato in panchina con la faccia nel fazzoletto, ma non mi importava niente del sangue; mi è importato che abbiamo battuto il rigore e fatto il terzo goal. Mio Dio, che giornata! Quando siamo usciti dal campetto, Gigi mi teneva la mano sulla spalla; siamo passati davanti alla gente e uno ha detto:- Il goal più bello l’ha fatto quel piccoletto lì. Allora ho pensato che avrei potuto far venire papà e che per lui sarebbe stata una grande soddisfazione.
A. Nanetti, Le memorie di Adalberto, Einaudi g Indica con una x se le seguenti frasi sono vere o false.
• Il protagonista è un terzino e gioca per la prima volta nella sua squadra. V F
• Il protagonista ha segnato un goal. V F
• Ha avuto una pacca sulla spalla dal suo avversario. V F
• È caduto a terra e gli è uscito tanto sangue dal naso. V F
• L’arbitro ha fatto battere il rigore e la squadra ha segnato il terzo goal. V F
• Il protagonista, uscendo dal campetto, ha incontrato suo padre. V F
Al campeggio
Mi giro e rigiro nel sacco a pelo e non riesco a dormire.
Sarò capace di camminare come gli altri? E se non ce la facessi chi mi potrebbe aiutare? Mi è venuta paura, mi sento solo e non so cosa fare.
E allora mi alzo e mi infilo i pantaloni.
Ho voglia di piangere perché mi sento proprio solo. Vado davanti alla tenda del maestro e chiamo piano:
– Maestro!
– Ciao! – dice il maestro aprendo la chiusura lampo della sua tenda. – Vieni dentro.
Ho proprio voglia di fare due chiacchiere con qualcuno.
Mi sento così solo stasera, che sono felice di poter parlare con un amico!
Entro nella tenda e non ho più il coraggio di dirgli perché l’ho chiamato.
– Che ne diresti di una tazza di cioccolata? – dice il maestro.
– A me piace tanto; – dico io – a casa la mamma… g Rispondi alle domande.
Ma appena ho detto “mamma” sono scoppiato a piangere.
Il maestro mi ha preso in braccio.
– Anche i grandi, sai, hanno nostalgia di casa: – mi ha detto piano – non c’è mica da vergognarsene. Capita a tutti.
• Quali sono i personaggi della storia?
• Dove si svolge la vicenda?
• I fatti sono narrati in ordine temporale? Sì No g Segna con una x la tipologia testuale del racconto spiegando il motivo della tua scelta.
• Il racconto è narrato in prima o in terza persona?
• Che cosa prova il bambino?
• A chi si rivolge?
• Come mai il maestro lo prende in braccio?
• E in che modo lo consola?
G I OCO con la storia
g Immagina di essere il protagonista del racconto e continua la storia inventando un nuovo finale.