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Alla scoperta del... RACCONTO GIALLO
CHE COS’È?
Il racconto giallo è un particolare tipo di testo narrativo incentrato su un caso da risolvere: una scomparsa misteriosa, un furto, in seguito al quale entra in scena un investigatore che, attraverso indizi e testimonianze, grazie al suo intuito, riesce a smascherare il colpevole.
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Il suo scopo è coinvolgere il lettore e tenerlo con il fiato sospeso.
Personaggi
Il protagonista è l’investigatore, che può essere un poliziotto, un detective dotato di intuito e capacità deduttive. Gli altri personaggi sono: la vittima, che ha subito il crimine; i sospettati, che potrebbero averlo commesso; i testimoni, che hanno assistito al fatto; il colpevole che ha commesso il crimine.
Gli Elementi Del Racconto Giallo
FATTI
I fatti partono da un crimine commesso. Le indagini occupano gran parte della storia. L’investigatore interroga i testimoni, raccoglie indizi e prove, cerca il movente, cioè il motivo che ha spinto il colpevole a commettere il reato. La vicenda si conclude con la soluzione del caso. Gli avvenimenti possono essere raccontati in prima o in terza persona.
Linguaggio
Il linguaggio presenta termini specifici : reato, indagine movente, alibi, indizi. Il ritmo narrativo è rapido e incalzante, con un effetto di suspense e colpo di scena.
LUOGHI
I luoghi sono reali o verosimili. Essi vengono descritti nei dettagli perché ogni particolare può costituire un indizio utile per l’indagine.
TEMPO
Il racconto si sviluppa in un tempo ben definito, presente o passato.
Laboratorio di ASCOLTO O pag. 204
Gomma da masticare
L’ispettore Venanzio Bracco si affacciò sulla porta dell’ufficio del sergente Rebecca Bonamira, mentre un adolescente dai modi arroganti, che non smetteva di ruminare una gomma, veniva portato nella sala degli interrogatori. Si chiamava Giorgio Mascella, ed era accusato di furto presso un concessionario di auto usate.
Il rivenditore aveva lasciato la chiave nel cruscotto solo per pochi istanti, durante i quali aveva risposto al telefono voltando le spalle all’auto. Qualcuno ne aveva approfittato per fuggire sgommando.
Il rivenditore aveva chiamato subito la polizia, che aveva inseguito l’auto rubata finché non aveva svoltato in una strada senza uscita.
Nel veicolo c’era solo Giorgio, ma nessuno lo aveva visto effettivamente alla guida dell’auto.
C’era anche la macchina, ma senza la chiave.
Gli agenti l’avevano cercata in strada, ma non l’avevano trovata. Così avevano portato il ragazzo al commissariato, convinti che nascondesse la chiave, ma non era saltata fuori.
L’ispettore Bracco iniziò l’interrogatorio.
– Posso avere una gomma? – chiese Giorgio.
Non stavi già masticando? – domandò il sergente Bonamira.
L’ho buttata via, non sapeva più di niente – rispose lui.
Penso di sapere come fare a incastrare questo giovanotto e trovare la chiave, cioè la prova che risolverà questo caso –disse bruscamente il detective.
Bracco capovolse il tavolo, sotto il quale trovò la chiave dell’auto attaccata con la gomma da masticare.
Gli elementi del testo
I personaggi del racconto sono: un ispettore un adolescente un rivenditore un distinto signore
Il luogo in cui si svolge la vicenda è: indicato non indicato
Il tempo in cui accadono i fatti è: passato e definito indefinito
Gli indizi che fanno pensare alla colpevolezza di Giorgio sono: nella strada chiusa c’era solo lui la chiave non è stata trovata è un presuntuoso
È importante trovare la chiave per: restituirla al rivenditore trovare la prova del furto commesso
Il racconto è scritto: in prima persona in terza persona
Oltre le PAROLE
g Qual è il significato dell’espressione “navigava spesso in cattive acque”?
Aveva spesso problemi economici Affrontava spesso acque tempestose
Lessico
deduzione: procedimento logico che consiste nel trarre delle conclusioni particolari partendo dall’osservazione di fatti generali.
Una mente eccellente
Io e Sherlock Holmes, anche quel pomeriggio, ci mettemmo a discutere. Lui mi voleva dimostrare che da certe osservazioni era semplicissimo fare deduzioni . Io, non convinto, gli dissi:
– L’ho sentita sostenere che è difficile per chiunque servirsi quotidianamente di un oggetto senza lasciarvi l’impronta della sua personalità, al punto che un osservatore allenato può sempre leggervela. Orbene, ho da poco acquisito un orologio da tasca: vuole cortesemente darmi la sua opinione circa la personalità dell’ex proprietario?
Lui soppesò l’orologio, ne scrutò attentamente il quadrante, aprì la cassa ed osservò il meccanismo, dapprima ad occhio nudo e poi con una potentissima lente.
– Quasi non ci sono indizi – osservò – l’orologio è stato pulito, e ciò mi priva delle notizie più rivelatrici.
– È vero, – dissi – è stato pulito prima che me lo mandassero.
– Sebbene incompleto, il mio esame non è stato però del tutto infruttuoso; – ripigliò – direi che l’orologio sia appartenuto a suo fratello maggiore il quale l’ha ereditato da vostro padre.
– L’ha dedotto dalle iniziali H.W. incise sulla cassa.
– Certamente la lettera W suggerisce il suo cognome, caro Watson. Questo genere di cose di solito passa in eredità a primogeniti che spesso portano lo stesso nome del padre. Se ben ricordo suo padre è deceduto già da molti anni. Quindi doveva essere passato a suo fratello.
– Fin qui tutto bene – ammise. – C’è altro?
– Doveva avere abitudini disordinate e superficiali. Aveva ottime potenzialità, ma le ha sprecate ed è vissuto in povertà con pochi intervalli di benessere finché, datosi al bere, è morto.
– Questo è indegno di lei, Holmes! – protestai. – Ha indagato sulla vita del mio infelice fratello e ora cerca di farmi credere di avere tratto queste notizie da astrusi ragionamenti.
– Mio caro dottore, – disse in tono gentile – la prego di accettare le mie scuse. Ho dimenticato quanto la faccenda la toccasse intimamente. Le garantisco comunque che non sapevo neppure che lei avesse un fratello, prima che mi consegnasse l’orologio.
– Come ha fatto a darmi tutte quelle informazioni?
– A lei sembra strano, ma da piccoli fatti si possono trarre grandi deduzioni. Andiamo con ordine. Vede? Nella cassa dell’orologio ci sono mille segni, il che segnala l’abitudine di tenere nella stessa tasca gli oggetti più svariati, quali monete e chiavi. Quindi, un uomo capace di trattare con noncuranza un oggetto di valore è un tipo piuttosto trascurato. D’altra parte, con la mia lente sono visibili almeno quattro numeri, come quelli che vengono incisi dai banchi dei pegni quando ritirano un orologio. Deduzione: suo fratello navigava spesso in cattive acque . Altra deduzione: incontrava, però, anche sprazzi di benessere, altrimenti non sarebbe stato in grado di recuperare l’orologio. Infine, voglia dare uno sguardo alla serratura della chiavetta. Vede tutti quegli innumerevoli graffi che circondano il foro della chiave? Non c’è orologio di alcolizzato che non abbia quei segni. Lo carica di notte e lascia queste tracce dovute all’incertezza della sua mano. Come vede, nessun mistero.
– Chiaro come la luce del giorno! – riconobbi. – Avrei dovuto avere più fiducia nelle sue eccellenti facoltà.
A. C. Doyle, Il segno dei quattro, Mondadori g Chi è il narratore? g Dove si svolge la vicenda? g Qual è il metodo investigativo di Holmes?
Interroga Perquisisce Osserva e deduce g Quali aggettivi ti sembrano più appropriati per descrivere Holmes?
Riflessivo e attento Impulsivo e frenetico Osservatore scrupoloso g Scrivi accanto agli indizi la deduzione di Sherlock Holmes.
• Nella cassa dell’orologio sono incise le lettere H.W., quindi
• La cassa dell’orologio ha tanti segni, pertanto il proprietario
• All’interno della cassa ci sono alcuni numeri incisi dal banco dei pegni, ciò vuol dire che
• Il proprietario ha ripreso l’orologio dal banco dei pegni, quindi
• Il foro della chiavetta presenta numerosi graffi, perciò
il testo Analizzo
g Il reato commesso è: un furto una sparizione g Il fatto è avvenuto: in casa in ufficio g Sottolinea nel testo i nomi dei sospettati e dell‘ispettore. g Il metodo di indagine utilizzato dall‘ispettore si basa su: analisi scientifiche osservazione e deduzione
• L‘ispettore capisce che il colpevole è dalle sue stesse parole.
La chiave del mistero
– Sembrava che qualcuno avesse la chiave della mia cassaforte – disse Luc Chetti all’ispettore Bracco. – Non ho idea di come abbia potuto farne una copia. La tengo sempre nel portachiavi.
L’uomo aveva scoperto il furto appena arrivato in ufficio e aveva chiamato immediatamente il famoso detective.
– Hai mai prestato le chiavi? – domandò Bracco.
– Beh, sì, Angelo e Faustino a volte usano il furgone. Lavorano entrambi per me e ogni tanto capita che mi sostituiscano per le consegne. Il mazzo di chiavi contiene anche quella del mio ufficio. Ma me le restituiscono subito dopo la consegna. E nel mio ufficio non sono mai entrati… vado sempre io da loro, in magazzino – spiegò il derubato. L’ispettore Bracco subito dopo interrogò i due sospettati, scoprendo da alcuni indizi il colpevole.
– La cassaforte del signor Luc Chetti è stata svaligiata ieri sera o stanotte. Ne sa qualcosa?
Angelo rispose: – Tiene sempre l‘ufficio chiuso a chiave. Qualche volta mi dà il suo mazzo di chiavi, ma io non sono entrato e non ho scassinato nessuna cassaforte…
Faustino disse: – Cosa crede? Che abbia fatto una copia delle chiavi e mi sia intrufolato qui ieri notte? Come avrei potuto sapere qual era la chiave della cassaforte?
– Molto bene! – esclamò il detective. – Adesso abbiamo un sospetto.
– Chi? E perché?
J. Sukack
Insieme
g Divisi in piccoli gruppi, fate una ricerca su alcuni protagonisti di libri gialli come Poirot, Miss Marple, Jessica Fletcher, Sherlock Holmes ecc. Poi metteteli a confronto.