Viaggio in ITALIA

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Viaggio in

Luca Scolavino

IITALIA TALIA Libro-quaderno per le vacanze

Italiano - Storia - Geografia Scuola secondaria di primo grado Classe Prima

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Viaggio in

IITALIA TALIA Libro-quaderno Lib d per lle vacanze

VIAGGIO IN ITALIA

Il volume, suddiviso in otto unità, propone un appassionante viaggio attraverso l’Italia. Il lettore, percorrendo la Penisola da nord a sud, e scoprendone e riscoprendone le meraviglie, potrà misurarsi con testi di varia natura (narrativi, poetici, storici, antropici e geografici). Sarà l’occasione per cimentarsi con una serie di attività finalizzate al potenziamento e alla verifica delle capacità di comprensione, approfondimento, sperimentazione individuale. Ciascuna unità è organizzata in tre sezioni, dedicate rispettivamente all’Italiano, alla Storia e alla Geografia. La sezione La grammatica in viaggio, inoltre, consente di ripassare le principali regole della lingua, mentre la rubrica Cambio di rotta coinvolge il lettore in appassionanti esercizi di scrittura. Insomma, non rimane che mettersi in viaggio!

Luca Scolavino

Italiano - Storia - Geografia Scuola secondaria di primo grado Classe Prima

Narrativ

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L’INVALSI

ARDEA EDITRICE

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Questo volume, sprovvisto del talloncino a fronte (opportunamente punzonato o altrimenti contrassegnato), è da considerarsi copia di saggio-campione gratuito, fuori commercio (vendita e altri atti di disposizione vietati: art. 17, c. 2, l. 633/1941). Escluso da I.V.A. (d.p.r. 26/10/1972, n. 633, art. 2, lett. d).

Euro 7,50

Volume + narrativa allegata

17/03/15 12:21


Il volume è suddiviso in otto unità (settimane) che propongono in un’ottica trasversale testi narrativi, poetici, storici, antropici e geografici. I testi scelti sono corredati di una serie di attività finalizzate al potenziamento e alla verifica delle capacità di comprensione, approfondimento, sperimentazione individuale.

Paese che vai… Per ripercorrere le tappe del programma di Geografia …storie che trovi Per ripassare i principali argomenti di Storia Ti racconto un viaggio Per ritrovare i generi letterari trattati in modo avvincente e stimolante Esplorando il testo Per verificare la comprensione del testo e per consolidare e sviluppare le competenze lessicali La valigia dello scrittore Per approfondire i vari generi letterari: Il mito - La favola - La leggenda - La novella - Il racconto fantasy - Il racconto umoristico e tragicomico - Detective story, giallo, thriller - La canzone come testo poetico Cambio di rotta Per esercitarsi nella scrittura di testi di differente tipologia La grammatica in viaggio Per riflettere sulle strutture delle regole grammaticali: Il predicato verbale e il predicato nominale - Il pronome - Il nome - L’aggettivo L’articolo - L’avverbio - La preposizione - La congiunzione Pronti, per il ritorno… VIA! Pagine ludiche con cruciverba, anagrammi, giochi di parole ecc. Prova INVALSI Per esercitarsi con tipologie di quesiti che verranno affrontati nelle prove INVALSI 2


PRESENTAZIONE Sta per cominciare un viaggio straordinario, un viaggio lungo otto settimane, durante le quali visiteremo la nostra Penisola. La attraverseremo da nord a sud, scoprendo città meravigliose ricche di opere d’arte e traboccanti di storia. Rimarremo a bocca aperta, come incantati, davanti a paesaggi incantevoli con scenari naturali mozzafiato. Vedrai, saranno otto settimane indimenticabili! Ogni settimana sarà dedicata a una Regione: Lazio, Emilia-Romagna, Sicilia, Campania, Veneto, Lombardia, Toscana… E in ogni Regione faremo tre tappe: la prima (Paese che vai…) per ripassare un po’ di Geografia; la seconda (…storie che trovi) dedicata alla Storia; la terza (Ti racconto un viaggio) per abbandonarsi alla piacevole lettura di un testo narrativo o poetico, seguito da esercizi per la verifica della comprensione (Esplorando il testo) e da una scheda sui generi letterari (La valigia dello scrittore). E a ogni tappa non mancheranno le curiosità e le sorprese. Ad esempio, lo sapevi che Giotto una volta dipinse su un quadro una mosca in maniera così realistica che il suo maestro cercò (invano) di scacciarla dalla tela? O che il presepe più grande del mondo si trova nientemeno che in Liguria? Durante il nostro viaggio, inoltre, avremo l’occasione di cimentarci con esercizi di scrittura (Cambio di rotta), con esercizi per il ripasso della grammatica (La grammatica in viaggio) e con pagine ludiche che accompagneranno gli ultimi giorni di ciascuna settimana (Pronti, per il ritorno… VIA!). E alla fine non potrai fare a meno di mandare i tuoi saluti a parenti e amici (Saluti da…). Il volume si conclude con pagine dedicate a una prova di preparazione all’INVALSI. Allora, sei pronto per questa nuova avventura? Si parte!

3


Indice

6

8

5 2 7

1

Prima settimana

4

6

Destinazione LAZIO

8

geografia 1a Per fare una città… ci vuole un fiume! storia 2a Il sogno di Costantino italiano 3a All’inferno, per amore!

10 12 14 15 16 17 18 19

Esplorando il testo

La valigia dello scrittore

Il mito

3

Cambio di rotta LA GRAMMATICA IN VIAGGIO Il predicato verbale e il predicato nominale

Terza settimana 34

Destinazione SICILIA

Pronti, per il ritorno... VIA!

36

geografia 1a Quant’è grande il paradiso? 7 km circa storia 2a Occidente o Oriente? Tutti e due, grazie! italiano 3a Il barbaro e la fata

Saluti da...

38 40

Seconda settimana 20

Destinazione EMILIA-ROMAGNA

22

1 Tra anguille e zanzare

24

storia 2 Il sacro colore dell’oro italiano 3a Bologna ai gusti di fragola e panna

26

a

geografia

a

28 29 30 31

Esplorando il testo

32 33

Pronti, per il ritorno... VIA!

La valigia dello scrittore

La favola

Cambio di rotta LA GRAMMATICA IN VIAGGIO Il pronome Saluti da...

42 43 44 45 46 47

La valigia dello scrittore

La leggenda

Cambio di rotta LA GRAMMATICA IN VIAGGIO Pronti, per il ritorno... VIA! Saluti da...

Quarta settimana 48

Destinazione CAMPANIA

50

1a Il gigante in letargo

52

storia 2a Da quante città è fatta Napoli? italiano 3a Un’avventura notturna nei vicoli di Napoli

54

4

Esplorando il testo

56 57 58 59 60 61

Esplorando il testo

La valigia dello scrittore

geografia

La novella

Cambio di rotta LA GRAMMATICA IN VIAGGIO Pronti, per il ritorno... VIA! Saluti da...

L’aggettivo


Quinta settimana 62

Destinazione VENETO

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geografia 1a A casa del poeta, suo Colli Euganei storia 2a Una città, un pittore e un santo La nascita dei Comuni italiano 3a Venezia: una città con un mare di storie!

66

70 72 73 74 75 76 77

Esplorando il testo

La valigia dello scrittore

Settima settimana

Saluti da...

Sesta settimana Destinazione LOMBARDIA

80

geografia 1a Se manca il mare… c’è il naviglio! storia 2a Una foresta di pietra italiano 3a Sandwich al dentifricio

82 84 86 87 88 89 90 91

94

geografia 1a Una foto scattata nel… 1490! storia 2a Un museo come città italiano 3a Giallo Firenze

98

L’articolo

78

Destinazione TOSCANA

96

Il racconto fantasy

Cambio di rotta LA GRAMMATICA IN VIAGGIO Pronti, per il ritorno... VIA!

92

100 101

Esplorando il testo

102 103

Detective story, giallo, thriller Cambio di rotta LA GRAMMATICA IN VIAGGIO La preposizione

104 105

Pronti, per il ritorno... VIA! Saluti da...

Ottava settimana 106

Destinazione LIGURIA

108

geografia 1a Cinque sensi per Cinque Terre storia 2a Avviso ai naviganti italiano 3a Il viaggio continua

Esplorando il testo

110

Il racconto umoristico e tragicomico Cambio di rotta LA GRAMMATICA IN VIAGGIO L’avverbio Pronti, per il ritorno... VIA!

112

La valigia dello scrittore

114 115

Esplorando il testo

117 118

La canzone come testo poetico Cambio di rotta LA GRAMMATICA IN VIAGGIO La congiunzione

119 120

Pronti, per il ritorno... VIA!

Saluti da...

121

La valigia dello scrittore

La valigia dello scrittore

Saluti da...

Mi preparo per l’INVALSI

5


Prima settimana

6

5

2

8

Destinazione

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Lazio

… ecco, ferma e sconvolta, come dissepolta da un fango di altri evi, hai ai tuoi piedi tutta Roma …

1 4

Pier Paolo Pasolini, Serata romana, in “La religione del mio tempo”

Lo stemma della Regione Lazio è costituito da un ottagono bordato in oro nel quale sono inseriti lo stemma della provincia di Roma (al centro) e gli stemmi della province di Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo (disposti a raggiera) legati tra loro da un nastro tricolore.

Capoluogo di Regione: Roma (ab. 2.870.000 circa) Superficie: 17.236 km2 Abitanti: 5.878.000 circa, per una densità di 341 ab./km2 Clima: temperato nelle aree collinari e nelle valli, continentale con inverni rigidi nelle aree montane, mediterraneo lungo la costa (le precipitazioni sono abbondanti in autunno soprattutto nella parte meridionale; nelle aree più interne si verificano fenomeni nevosi durante l’inverno) 1a

Viterbo Rieti

Roma

tappa

Frosinone

Isola Tiberina

tappa

2a Ponte Milvio

6

3

Latina

3a

tappa Catacombe di Domitilla


Il nostro viaggio alla scoperta dell’Italia comincia nel Lazio, una regione che è stata la culla di una delle più grandi civiltà di tutti i tempi, quella dei Romani, civiltà alla quale dobbiamo una parte importante della nostra identità culturale. La nostra storia, la nostra lingua, le leggi che regolano gli Stati moderni sono il lascito di un patrimonio culturale e sociale immenso, che affonda le sue radici nella storia di una grande città, Roma, capitale di uno degli imperi meglio organizzati e più evoluti che siano mai esistiti. Roma è stata per secoli il centro del mondo occidentale, il fulcro di tutto il Mediterraneo e di gran parte dell’Europa. All’epoca dei grandi imperatori, la città contava circa un milione di abitanti, tanto da poter essere considerata la prima megalopoli della storia. Ogni viaggio iniziava e finiva a Roma. Le grandi strade romane collegavano la città a ogni angolo dell’Impero, rendendola il cuore pulsante di un gigantesco organismo. Entreremo anche noi nella Città eterna, respirando il profumo di una storia che non sembra affatto finita…

1a

geografia

tappa

Paese che vai...

Per fare una città… ci vuole un fiume! L città di Roma deve la sua nascita e il suo sviluppo a un fiume, il Tevere. Proprio La lun lungo le anse di questo grande corso d’acqua, intorno alla seconda metà dell’VIII seco secolo a.C., si formò il primo insediamento stabile dal quale sarebbe nato uno dei più grandi im imperi della storia. Durante il nostro viaggio scopriremo alcuni aspetti interessanti di questo grande padre liquido!

2a

storia

tappa ...storie che trovi

Il sogno di Costantino

Roma: 28 ottobre dell’anno 312 d.C. Lungo il Tevere, presso Ponte Milv , gli eserciti di Massenzio e Costantino si scontrano in una battaglia vio decisiva: si combatte per il dominio dell’Impero. La vittoria di Costantino dec (presagita dal futuro imperatore durante un sogno) segna anche la vittoria del (presag Cristianesimo. Partendo da Ponte Milvio, passando per i cunicoli e le gallerie delle catacombe romane, ripercorreremo le tracce suggestive dell’antica Roma cristiana.

italiano

3a

tappa

Ti racconto un viaggio All’inferno, per amore! A Viss Visitando le catacombe di Domitilla, leggeremo la storia di un u viaggio al limite della vita, un’esperienza unica e terrificante, un’impresa disperata, compiuta in nome dell’amore. Seguiremo Orfeo che dovrà affrontare le forze infernali per riportare in vita la bella Euridice. Un racconto d’amore tra i più suggestivi di sempre!

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Prima settimana

geografia 2

Roma

tappa Per fare una città… ci vuole un fiume! 1a

Paese che vai...

Come dice un proverbio, tutte le strade portano a Roma! E per scoprire le origini di questa meravigliosa città, seguiremo proprio un percorso stradale… ma fatto completamente d’acqua! La strada in questione è il Tevere, il grande fiume che si snoda attraverso la capitale come un placido serpente. Sapevi che il Tevere, con i suoi circa 400 km di corso, è il terzo fiume italiano per lunghezza, dopo il Po e l’Adige?

Il Tevere nasce alle pendici del Monte Fumaiolo, nel cuore dell’Appennino tosco-emiliano, e prima di giungere nel Tirreno attraversa tre regioni: la Toscana, l’Umbria e il Lazio. Nell’antichità era conosciuto con nomi diversi: Albula, per il colore chiaro delle sue acque, ma anche Rumon, nome forse collegato a Romolo, mitico fondatore della città. Roma deve la propria nascita a questo fiume, tanto importante da essere stato divinizzato dagli antichi Romani, che gli attribuirono il nome di Pater Tiberinus e che lo onoravano con una festa celebrata l’8 dicembre di ogni anno. Percorrendo il lungotevere romano raggiungiamo l’Isola Tiberina, luogo nel quale ebbero luogo i primi scambi tra le popolazioni delle due sponde del fiume: quelle etrusche sulla riva destra (Ripa Veientana) e quelle latine sulla sponda sinistra (Ripa Graeca). Così ha inizio la storia della città, in principio soltanto un piccolo insediamento di villaggi dediti al commercio, ma con un destino di capitale imperiale. Questi luoghi conservano anF che la memoria di un noto mito: V ? o s l a F f . o quello di due fratelli allattati a V zz Vero o per lunghe n a . li à a it it h c e ti m n u da una lupa… Sai già di cosa fin dall’a è il terzo fi si svolgeva questo nome A Il Tevere to u F v a re V no il Tevere p a m v e parliamo, vero? s ra b a h le e c re i e Il Tev oman 8

B tichi R on cui gli an c oma. ta s fe a L C e la città di R u re. q b c m a e n v o te n n i e d nel mese ve storicam a è l’area do n ri e ib T la o D L’Is

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F


Una lupa per mamma! Il racconto leggendario della nascita della città di Roma è il frutto di un complicato intreccio di mito e storia. Tutto ebbe inizio quando Amulio, figlio del re di Alba Longa, obbligò Rea Silvia, sua nipote, a diventare una sacerdotessa della dea Vesta. In questo modo la fanciulla non avrebbe potuto generare alcun erede, consentendo allo zio di conservare il trono. Ma Marte, il dio della guerra, innamoratosi di Rea Silvia, si unì a lei. La donna partorì due gemelli, dei quali Amulio cercò subito di sbarazzarsi: dopo aver fatto imprigionare la madre, fece deporre i due neonati in una cesta che fu abbandonata nel Tevere. Il fiume, con la sua corrente tranquilla, depositò la cesta su una delle sue anse, nelle vicinanze dell’Isola Tiberina. Qui i due fratelli furono scorti da una lupa che, invece di divorarli, ne ebbe cura, allattandoli e proteggendoli. La leggenda vuole che la lupa, con i due “cuccioli”, abbia trovato rifugio sul Colle Palatino dentro una grotta, detta Lupercale. Il pastore Faustolo, trovati i due gemelli, li affidò alle cure della moglie Acca Larenzia. I gemelli altri non erano che Romolo e Remo. Al primo di essi si deve la mitica fondazione di Roma.

Una grotta leggendaria Nel 2007, sul Colle Palatino a Roma, durante una fase dei lavori al palazzo di Augusto, gli archeologi si sono imbattuti in una cavità naturale. Una sonda dotata di telecamera ha riportato alcune immagini incredibili. La cavità, infatti, è una grotta completamente decorata e reca i simboli di Augusto. Con grande probabilità si tratta del mitico Lupercale, la grotta nella quale, secondo la leggenda, la lupa accolse Romolo e Remo salvati dalle acque del Tevere.

Completa le frasi. A B C D E F

Amulio costrinse Rea Silvia a .................................... .................................... .................................... ...... Amulio ordinò che i due neonati .................................... .................................... .................................... .. I due gemelli furono trovati .................................... .................................... .................................... ........ La lupa con i due gemelli si rifugiò .................................... .................................... .................................. Un giorno il pastore Faustolo .................................... .................................... .................................... ...... I due gemelli erano in realtà .................................... .................................... .................................... .......

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Prima settimana

storia 2

Roma

tappa Il sogno di Costantino 2a

...storie che trovi La storia di Roma è anche la storia del Cristianesimo occidentale. Ed è ancora il Tevere a fare da sfondo a questo nuovo inizio. Il 28 ottobre dell’anno 312, presso Ponte Milvio, uno dei ponti dell’area settentrionale della capitale, gli eserciti di Costantino e Massenzio combatterono per il dominio dell’Impero d’Occidente. La battaglia si concluse con la disfatta dell’esercito di Massenzio e con la sua morte. Costantino, da vincitore, inaugurò una nuova fase storica ponendo fine alle persecuzioni contro i cristiani in uso dai tempi di Nerone. La stessa vittoria fu dedicata da Costantino al dio dei cristiani: il futuro imperatore sostenne di aver avuto, durante la notte precedente la battaglia, una visione di Cristo, che gli ordinava di apporre sugli scudi dei suoi soldati il segno della croce. La visione era accompagnata da una scritta che recitava: “Con questo segno vincerai” (in latino In hoc signo vinces). A partire da quel momento, la Chiesa cristiana acquisterà un ruolo sempre maggiore all’interno della società romana, divenendo il nuovo centro di potere quando l’Impero d’Occidente entrerà definitivamente in crisi. Piero della Francesca, Il sogno di Costantino, dettaglio del ciclo di affreschi delle “Storie della vera Croce” (Basilica di San Francesco ad Arezzo).

Tre metri sopra il... ponte!

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Nel film Tre metri sopra il cielo, i protagonisti, due giovani innamorati, sigillano il loro amore con un lucchetto agganciato al lampione centrale di Ponte Milvio e con il conseguente lancio delle chiavi nel Tevere. Dato l’enorme successo del film, il loro gesto è stato imitato da migliaia di innamorati, con il risultato, poco romantico, del danneggiamento dei lampioni che rischiavano di crollare per il peso. Così, il Comune di Roma ha pensato di installare sul ponte delle catene a cui agganciare i lucchetti salvando, in questo modo, lampioni e… promesse d’amore!


Il Cristianesimo si diffonde La vittoria di Costantino segnò anche l’inizio della diffusione del Cristianesimo in tutto l’Occidente. A Roma cominciarono i lavori di costruzione di cattedrali e di edifici sacri che richiamarono in città un gran numero di operai e artisti. Di epoca costantiniana sono alcuni dei monumenti più celebri di Roma: San Pietro in Vaticano, San Giovanni in Laterano, San Paolo fuori le mura. Una primitiva arte cristiana era però già sorta nella capitale prima della vittoria di Costantino, negli anni bui delle persecuzioni. Alcune delle tracce più importanti si conservano nei complessi di catacombe appena fuori la città. Le catacombe erano i luoghi di sepoltura delle prime comunità cristiane romane. In alcune di esse è possibile osservare un fenomeno artistico molto curioso: le immagini di divinità antiche, come Amore e Psiche o Mercurio, vengono trasformate in figure cristiane e utilizzate per rappresentare Cristo o altri personaggi biblici. Se ne trovano tantissimi esempi. Percorriamo la via Ardeatina, a sud della città, fino a raggiungere le catacombe di Domitilla. Qui, in un dipinto murale del III secolo, è possibile osservare la raffigurazione di Orfeo con la cetra seduto tra animali selvatici. Orfeo, figura mitologica legata alla natura, viene visto dal Cristianesimo come Dio che governa sul creato. Ma cos’altro lega la figura mitologica di Orfeo a quella di Cristo? Beh, tutti e due discesero negli inferi per liberare le anime dei defunti, anche se… con risultati diversi! Ma se vuoi saperne di più, rispondi alle domande che seguono e poi leggi il mito di Orfeo!

Rispondi alle domande. a. Quando avvenne la battaglia di Ponte Milvio? .................................... .................................... .................................... ..................................... ..................................

b. Quali furono le conseguenze della vittoria di Costantino? .................................... .................................... .................................... ..................................... ..................................

c. Quale leggenda accompagna la vittoria di Costantino? .................................... .................................... .................................... ..................................... ..................................

d. Quali edifici sacri furono eretti a Roma durante l’età costantiniana? .................................... .................................... .................................... ..................................... ..................................

e. A quale fenomeno si assiste nelle prime rappresentazioni artistiche delle catacombe?

.................................... .................................... .................................... ..................................... ..................................

f. Perché i cristiani identificavano Orfeo con Cristo? .................................... .................................... .................................... ..................................... ..................................

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Prima settimana

italiano 2

Roma

tappa All’inferno, per amore! 3a

Ti racconto un viaggio

Le raffigurazioni di Orfeo all’interno delle catacombe di Domitilla richiamano alla memoria la storia del “viaggio” che questo personaggio si trovò ad affrontare per amore. Stai per leggere uno dei racconti più popolari della mitologia classica, quello che ha per protagonisti Orfeo ed Euridice. I due giovani, legatissimi l’uno all’altra, si sono giurati amore eterno, ma un tragico avvenimento pone Orfeo di fronte a una prova tremenda. Il giovane l’affronta con estremo coraggio, spinto da un unico desiderio, quello di riabbracciare Euridice, strappatagli crudelmente dal destino. Orfeo dovrà compiere un viaggio rischiosissimo, avendo come unica arma la bellezza del suo canto. Con esso sfiderà le forze infernali per riportare a casa la sua amata! Riuscirà a realizzare l’impresa? Si narra che Orfeo, figlio del re Eagro e della musa Calliope, sia stato il più grande musicista e poeta mai esistito. Ancora giovinetto ricevette in dono da Apollo una lira e imparò a suonarla grazie all’insegnamento delle Muse, diventando in breve tempo un musicista divino. Spesso si recava nel fitto dei boschi e il suono prodotto dal suo strumento, unito alla sua voce soave, era in grado di ammansire perfino le belve. Tutta la natura sembrava divenire ancor più dolce al suono delle sue note. Si narra che un giorno, dopo essersi recato in una radura assolata, nel cuore di una foresta, iniziò a suonare socchiudendo gli occhi. La musica si alzava in cielo con dolcezza e penetrava profondamente nella folta vegetazione. Quando riaprì gli occhi, Orfeo si accorse di un avvenimento prodigioso che lo lasciò senza fiato. La foresta si era messa a danzare, rapita dalle note e dal canto! Tutti gli elementi della natura che aveva di fronte volteggiavano come in estasi, per la bellezza dei suoni della lira. Piante, foglie, sassi si erano avvicinati come incantati. In una remota località della Tracia, si dice che un gruppo di antichissime querce di montagna conservi ancora adesso lo schema di una di quelle danze. Con la grazia della sua musica Orfeo conquistò il cuore della bella Euridice e la sposò. Orfeo la considerava la luce dei suoi occhi e l’amava più dello stesso dono ricevuto dagli dei. Un giorno, Euridice, mentre percorreva un sentiero di montagna, fu improvvisamente morsa da un serpente. La ragazza morì senza poter riabbracciare un’ultima volta il suo amato Orfeo. Il giovane, disperato per l’accaduto, fu sul punto di morire dal dolore. Poi, in un ultimo disperato tentativo, invocò Zeus perché facesse tornare in vita la sua Euridice. Subito dopo aver pronunciato l’invocazione, gli apparve le madre Calliope, che gli comunicò la decisione di Zeus: Orfeo sarebbe sceso negli inferi e avrebbe riportato con sé Euridice viva dal regno dei morti. Calliope indicò al figlio il passaggio per l’oltretomba, nascosto nelle viscere di una montagna, e lo mise in guardia da tutti i pericoli che avrebbe incontrato sul suo cammino. Orfeo partì immediatamente portando con 12 sé la sua inseparabile lira.


Giunto all’ingresso degli inferi, si trovò di fronte a un fiume nero. Era lo Stige, uno dei fiumi infernali, controllato da Caronte, il demonio incaricato di traghettare le anime da una sponda all’altra. Orfeo intonò immediatamente una musica soave con la quale incantò Caronte che, per riconoscenza, lo trasportò sull’altra sponda a bordo della sua imbarcazione. Alla porta del regno dei morti gli venne incontro il terribile Cerbero, guardiano degli inferi, spaventosa creatura dalle sembianze di cane a tre teste. Il mostro digrignò minacciosamente i suoi affilatissimi denti, ma Orfeo, conservando un incredibile sangue freddo, cominciò nuovamente a suonare la lira. Cerbero, allora, si ammansì e lasciò che Orfeo varcasse, da vivo, la soglia dell’oltretomba. Mentre penetrava nel regno infernale, il giovane non smise di suonare il suo strumento. La musica, dolce e lamentosa, riuscì ad alleviare, anche se per poco, le tremende sofferenze delle anime dei dannati. Lo stesso Ade, signore degli inferi, impietosito dal canto e dalla sofferenza di Orfeo, acconsentì a restituire Euridice al mondo dei vivi; a una condizione, però: Orfeo non si sarebbe dovuto voltare a cercare con lo sguardo Euridice fino a che la sua amata non fosse giunta alla luce del sole. Euridice camminò seguendo i passi percorsi di Orfeo lungo la buia spaccatura della terra, guidata dal suono della sua lira. Ma proprio in prossimità della luce, quando ormai la disperata impresa sembrava riuscita, Orfeo, impaziente, dimenticando l’avvertimento di Ade, si girò per vedere se l’amata lo stesse ancora seguendo. Proprio in quel momento, dall’oscurità, balzarono fuori le creature della notte, che afferrarono Euridice e la riportarono per sempre nelle profondità della Terra. A nulla valsero le preghiere di Orfeo agli dei. Venne privato del suo amore, e questa volta non c’era rimedio. Decise, allora, che non avrebbe amato mai più nessuna donna. Si narra che il suo canto straziante echeggi ancora tra i monti e le valli nascoste della Grecia, trascinato dal vento.

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Prima settimana

italiano

3a

tappa

Esplorando il testo Rispondi alle domande.

a. Quale dono ha offerto il dio Apollo al giovane Orfeo? ..................................................................................................................................................................................................................... .....................................................................................................................................................................................................................

b. Quale episodio tragico ha causato la morte di Euridice?

..................................................................................................................................................................................................................... .....................................................................................................................................................................................................................

c. Cosa è stato concesso a Orfeo da Zeus?

..................................................................................................................................................................................................................... .....................................................................................................................................................................................................................

d. Quale condizione è stata posta da Ade a Orfeo?

..................................................................................................................................................................................................................... .....................................................................................................................................................................................................................

e. È riuscito Orfeo a compiere l’impresa? Qual è la conclusione del mito?

..................................................................................................................................................................................................................... .....................................................................................................................................................................................................................

Rifletti su… a. La storia di Orfeo ed Euridice è incentrata sul tema dell’amore, un sentimento in grado di superare qualsiasi ostacolo: esprimi le tue considerazioni personali a riguardo. ............................................................................................................................................................................................. ....................................................................................... ................................................................ ...................................................................................................................................................................... ................................................. ....................................................................................................................................................... .................................................. ........................................................................................................................................................

b. Caronte, Cerbero e Ade, terribili creature infernali, sono no intenerite dal canto di Orfeo: in che modo la dolcezza di spirito può contrastare trastare la crudeltà? Rifl etti e rispondi, riportando un episodio contenuto in un film o in un romanzo che conosci in cui ciò sia accaduto. .......................................................................................................... .......................................................................................................... ................................................................................................ ............................................................................................... ................................................................................................. ................................................................................................... .................................................................................................... ......................................................................................................

14

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Esplorando il testo

italiano

Esercitiamo il lessico. a. I termini elencati di seguito, presenti nel brano letto, hanno due o più significati: rintracciali con l’aiuto del vocabolario. canto ....................................................................................... passaggio ........................................................................................ nota ......................................................................................... volta ................................................................................................. lira ........................................................................................... grazie ............................................................................................... b. L’espressione “essere la luce dei suoi occhi” significa: ......................................................................................................................................................................................................................

c. L’espressione “avere sangue freddo” si utilizza in relazione a una persona dotata di una particolare qualità. Quale? ......................................................................................................................................................................................................................

d. Cerbero, al canto di Orfeo, “si ammansisce”, cioè: ❏ diventa docile; ❏ cade in un sonno profondo.

o dell a i alig e r La v o t

it scr

Il mito

ll e e s p r e s e d a n u a t p o lo . appresen di ogni po e h I l m it o r ic t n a r a li p iù hos (che cconto s io n i c u lt u r iv a d a l g r e c o m y t ic a u n r a d in e e d ) e ” endo cono vano orso v c a is n I l t e r m in d o “ N , . ” orre “ pa r o la la re a lt à a n t ic h i r ic i n a t u r a li c o m e li p ie g a re s ig n if ic a o s p i o p d i o n i, n is o g o in fa t t di f enome i s r e r u z io n i, a n a t o d a l b t if ic h e s u ff ic ie n t i, ic le if r e e i v t o il m ie n ie g a r e i terre scenze sc ic i p e r s p t a g io n i, m a a n c h e t s a t n fa ia . i s ll e i, e c o s ì v a raccont iv in it à a il a r s i d e ll e d n im i r s d e i r lt ie p a r o l’ o na se o e dei pr la p io g g ia a c q u e r o u r e a z io n e d e l m o n d n e la m o r t e , a ia it c c s e r a n di un , in G e ll a c a n c o r a la s a b il it à d i racconto a n a s c it a n d ll o a o p s e ip e h t r c o n t a la ir o n o t r ib u ì Da ques i. in i a t t r ib u s io n e d e l m it o c o n m io o u o li a n t ic h li p g o p i fu e anche g o if lt q u a li s d o s v e a a r L p a . o o m ono overn r ib il e, prof ond a p pa r t e n g del suo g pesso ter e s o m o lt o s h o c io lt g à o li it m e r in , nto g i e d iv a s t o r ia s e n t im e personag empre un s e n a t io n z e a s e e t t e in I l m it o p r iv a , c h e m t s e g g u s o. cosa o enza temp s o d n o m a un

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Prima settimana

italiano

3a

tappa

Cambio di rotta L’errore commesso da Orfeo è molto comune: per eccessiva sicurezza o per disattenzione, a volte si rischia di perdere tutto ciò che è stato realizzato con grande impegno. Sarà sicuramente capitato anche a te di vivere un’esperienza simile, da solo oppure assieme ai tuoi amici o ai tuoi compagni di classe. Una partita di calcio persa all’ultimo minuto per un errore che si poteva evitare o un’interrogazione andata male per non aver studiato fino all’ultima pagina! Racconta di quella volta in cui, per distrazione o per superficialità…

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è

LA GRAMMATICA IN VIAGGIO

italiano

❱❱ Il predicato verbale e il predicato nominale ❰❰ 1. Sottolinea in rosso i predicati verbali e in blu quelli nominali. a. Siamo molto felici della vostra scelta. b. La giornata è stata lunga e noiosa. c. Il tempo è incerto, prendi l’ombrello. d. Il Po è il fiume che attraversa la Pianura Padana. e. Marcello è molto atletico, ma Antonio corre più veloce. 2. Indica modo, tempo, persona e numero delle seguenti voci verbali. modo avrò corso

indicativo

tempo

persona

futuro anteriore

1a

numero

singolare

salta! avete visto bevessimo andarono avreste visto 3. Trasforma gli infiniti tra parentesi nelle voci verbali adatte al completamento delle frasi. a. L’allenatore (convocare) ...................................... i giocatori oggi alle 14 in punto. b. Marco (guardare) ...................................... la televisione fino a tardi e poi andò a dormire. c. Il professore è molto amato dai suoi alunni perché (ascoltare) ...................................... i loro problemi. d. (Preferire) ...................................... rimanere a casa perché ho un forte mal di testa. e. Domani (andare) ...................................... al mare con i nostri amici. 4. Unisci le espressioni della colonna di sinistra con quelle della colonna di destra in modo da ottenere frasi di senso compiuto. a. b. c. d. e.

I nostri zii Il cane del vicino Davide Non distruggere la mia auto, Dopo aver dormito a lungo ora

1. è nuova di zecca. 2. è un bambino intelligentissimo. 3. è fresco come una rosa. 4. è un gigante. 5. sono davvero gentili.

5. Sottolinea le forme verbali corrette. a. Era riuscito a comprare una casa nuova perché aveva guadagnato/guadagnò molti soldi grazie al suo lavoro. b. Due giorni fa ho visto i miei amici che giocarono/giocavano al parco. c. Quando scattò l’allarme alla centrale i pompieri si calarono lungo la pertica e si erano diretti/diressero velocemente verso i camion. d. Saremo stati/Staremo il pomeriggio con voi dopo aver studiato/avendo studiato. e. Speriamo che riconosca/avrà riconosciuto la strada per essere giunto/giungere fin qui. 17


Prima settimana

Pronti, per il ritorno... VIA!

Sapevi che Roma ha tanti nomi? Urbe, Città eterna o anche Roma capoccia, come recita una celebre canzone, ne sono solo alcuni. Inoltre, ne esiste uno del quale gli antichi Romani andavano fieri. Per scoprirlo, inserisci nelle caselle le lettere corrispondenti ai simboli.

legenda:

a

d

m

i

c

18

t

u

n

p


Saluti da... Saluti da... Saluti da... Saluti da... Saluti da... Saluti da. Saluti da Il nostro viaggio nel Lazio finisce qui, ma l’avventura continua. Raggiungeremo la prossima Regio-

Saluti da...

ne, l’Emilia-Romagna, dal cielo… in mongolfiera! Prima di partire, però, che ne dici di spedire una cartolina al tuo migliore amico o alla tua migliore amica?

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Seconda settimana

6

5 2

2

8

Destinazione

Emilia Romagna 7

Dormo sull’erba e ho molti amici intorno a me, gli innamorati in Piazza Grande, dei loro guai, dei loro amori tutto so sbagliati e no.

1

4

Lucio Dalla, Piazza Grande

La bandiera dell’Emilia-Romagna, utilizzata dal 1995, rappresenta in maniera essenziale il profilo geografico della regione. Nelle intenzioni del disegnatore (M. Piazza), la linea curva rappresenta il fiume e la natura, mentre la linea retta obliqua rappresenta la strada e l’opera dell’uomo.

3

Capoluogo di Regione: Bologna (ab. 386.100 circa) Superficie: 22.451 km2 Abitanti: 4.448.400 circa, per una densità di 198 ab./km2 Clima: di tipo subcontinentale (le aree pianeggianti sono esposte ai venti freddi di nord-est con conseguenti temperature rigide nel corso dell’inverno e presenza di notevoli fenomeni nebbiosi; le estati si caratterizzano per il clima caldo e umido; le piogge più consistenti si hanno in primavera e in autunno, mentre nell’area occidentale appenninica sono particolarmente abbondanti, in inverno, le nevicate) 1a

Piacenza

Reggio Emilia

tappa

tappa Ravenna

3a

tappa

Bologna

20

Ferrara Modena

Comacchio

Bologna Ravenna

Valli di Comacchio

2a

Parma

Forl ì Cesena Rimini Rimini


La seconda meta nel nostro viaggio è l’Emilia-Romagna. Il vasto territorio di questa regione attraversa tutta l’Italia centro settentrionale ed è in gran parte pianeggiante, fertile e adatto agli insediamenti. L’Emilia-Romagna può soddisfare tutte le esigenze dei viaggiatori più esigenti: offre luoghi di puro divertimento, con le attrazioni dei centri costieri di Rimini, Cattolica e Riccione, ma anche meravigliosi centri storici ricchi di pregevoli monumenti, quali le basiliche bizantine di Ravenna, il cuore urbano di Ferrara, i gioielli medievali della Basilica di San Petronio a Bologna o della Cattedrale di Modena.

1a

geografia

tappa

Paese che vai...

Tra anguille e zanzare IIl nostro viaggio in Emilia-Romagna parte da un luogo davvero insolito, le Valli di C , un’area acquitrinosa a sud del delta del Po. Un territorio, questo, inteComacchio ressantissimo per le specie animali e vegetali che lo caratterizzano, ma anche per le ress attività umane. Qui, da secoli, viene praticata la pesca delle anguille. Aspetta! Ricorda di portare uno spray antizanzare: questo fastidiosissimo insetto sembra regnare davvero su tutto, da queste parti!

2a

storia

tappa ...storie che trovi

Il sacro colore dell’oro

A sud delle Valli di Comacchio si trova una città il cui centro storico è co come sospeso nel tempo: Ravenna. La città conserva alcune meraviglie uniche, unic come le grandi basiliche e chiese imperiali tardo antiche, decorate con co sfavillanti mosaici dorati. Entrare in una di esse significa fare un vero e proprio viaggio indietro nel tempo!

italiano

3a

tappa

Ti racconto un viaggio T B Bologna ai gusti di fragola e panna Che ne diresti di fare una “dolcissima” sosta a Bologna? Forse non lo sapevi, ma qualcuno ha pensato, per nostra grandissima fortuna, di costruire in Piazza Grande un intero palazzo di… gelato! Corriamo prima che si sciolga o che gli altri bambini lo mangino tutto fino alle fondamenta!

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Seconda settimana

geografia

Comacchio 2

tappa Tra anguille e zanzare 1a

Paese che vai...

A bordo di una mongolfiera sorvoliamo il territorio a nord di Ravenna, oltre il fiume Reno: dall’alto osserviamo una vasta area paludosa conosciuta con il nome di Valli di Comacchio. Le paludi si andarono formando oltre mille anni fa, in seguito al progressivo abbassamento del suolo e alla conseguente penetrazione di acqua marina dall’Adriatico. Le acque salate del mare, mescolate a quelle dolci dei fiumi, caratterizzano oggi il tipico paesaggio paludoso e salmastro di questo territorio. Da qui parte il nostro itinerario. Atterriamo al centro di una piana e proseguiamo a bordo di una motonave lungo i canali delle valli: lo scenario, dal punto di vista naturalistico, è ricco di sorprese. L’ambiente lacustre è l’habitat ideale per una varietà enorme di uccelli acquatici, come il fenicottero rosa, l’airone cenerino e il coloratissimo martin pescatore. Abbondano anatre, folaghe e spatole dal piumaggio vivace. Le piante maggiormente diffuse, soprattutto lungo la costa, sono canne di palude e giunchi, adattate all’acqua salmastra. Le zanzare la fanno da padrone, ma devono fare molta attenzione alle voracissime rondini, ghiotte di questi insetti! La vera “regina” delle valli è, però, l’anguilla, da sempre fonte di sostentamento per le popolazioni locali. Andiamo a conoscere da vicino le antiche tecniche di pesca di questa specie.

o? Vero o fals

enna. a sud di Rav o n a v o tr i s lacustre. i Comacchio alli è quello A Le Valli d v e ll e d o ic p tagni. gio ti i, abeti e cas ll e B Il paesag c c u i d ate. tà o varie che più rinom ti it ie c C Abbondan e p s e è una dell D L’anguilla

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V V V V

F F F F


Pane e anguilla Il territorio delle Valli di Comacchio, per quanto insalubre e inospitale, è abitato da sempre. La risorsa principale è stata a lungo la pesca delle anguille. I metodi di pesca sono stati organizzati, nel tempo, attraverso tecniche semplici ma efficaci. Anticamente il principale strumento per la cattura delle anguille era il lavoriero, una grossa vasca con le pareti di incannucciata, che diventava una vera e propria trappola per questi animali quando, per riprodursi, migravano dalle acque dolci verso il mare. Questa tecnica di pesca, oggi ancora in uso, ha subito un processo di ammodernamento grazie all’introduzione di vasche in cemento e paratie metalliche mobili. Di grande interesse è la visita ai casoni, antiche stazioni dove i pescatori si fermavano a riposarsi durante i lunghi periodi di attività lavorativa. Queste case, con i loro attrezzi e gli arredi poveri, danno l’idea delle durissime condizioni di vita di queste comunità, per le quali la pesca era l’unica fonte di sostentamento. Alla pesca delle anguille si affianca, data l’abbondanza, quella di branzini, orate, sogliole e gamberi.

A proposito di... Nella città di Comacchio, custoditi all’interno di un museo allestito nel 2001, puoi osservare da vicino i resti di una nave romana di età augustea, rinvenuti a Valle Ponti nel 1981. Lo scafo in legno dell’imbarcazione è oggetto di un delicatissimo restauro, mentre è visibile il carico che questa nave commerciale trasportava: resti di anfore e vasellame pregiato, e oggetti di uso quotidiano legati all’alimentazione, alla navigazione e allo svago dell’equipaggio.

Barra la casella giusta. A. La principale risorsa delle popolazioni delle Valli di

D. Una nave romana di età augustea è stata rinvenu-

Comacchio è: la pesca; l’agricoltura. B. Le tecniche tradizionali di pesca dell’anguilla prevedevano l’utilizzo di: una vasca di incannucciata detta lavoriero; una vasca di pietra detta lavoriero. C. I luoghi di sosta durante la pesca nelle Valli di Comacchio sono detti: casoni; cascine.

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ta nel 1981 a: Valle Ponti; Valle del Po. E. L’antico carico della nave era costituito da: anfore per il vino; anfore, vasellame, strumenti di navigazione e di uso quotidiano.


storia

Seconda settimana

Ravenna

2

tappa Il sacro colore dell’oro 2a

...storie che trovi

Risaliamo sulla nostra mongolfiera e dirigiamoci a sud delle Valli di Comacchio, in direzione di Ravenna, centro urbano moderno, ma con un cuore antico e prezioso. Il suo centro storico (meraviglioso visto dall’alto) conserva notevoli monumenti di età bizantina. La città, nel corso del VI secolo d.C., era divenuta sede dell’esarcato, organo di controllo di Giustiniano (482-565) imperatore romano d’Oriente. È proprio grazie a questo straordinario personaggio che Ravenna vivrà una stagione artistica unica e irripetibile. Sorsero, allora, edifici sacri straordinari, caratterizzati da splendidi mosaici su fondo oro. I principali monumenti che è possibile visitare sono la Basilica di San Vitale, il Battistero degli Ariani, le basiliche di Sant’Apollinare Nuovo e di Sant’Apollinare in Classe, fino al piccolissimo gioiello del Mausoleo di Galla Placidia. Il monumento più celebre è la Basilica di San Vitale, con i preziosissimi e sfavillanti mosaici che ritraggono Giustiniano e la moglie Teodora seguiti dalla corte imperiale. L’imperatore e la sua sposa si trovano l’uno di fronte all’altra e mostrano i segni del loro potere. Le loro teste sono coronate da aureole, il che significa che i sovrani erano considerati delle vere e proprie div divinità in Terra. I loro sguardi penetranti li fanno apparire allo stesso tempo come figure reali ma provenienti da una dimensione soprannaturale!

L’imperatrice Teodora e la sua corte, particolare del mosaico, Basilica di San Vitale (Ravenna).

Per un pugno di ossa!

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A Ravenna si conserva anche un altro celebre monumento: la tomba di uno dei più grandi poeti della letteratura mondiale, Dante Alighieri, autore della Divina Commedia. Cacciato dalla natia Firenze in seguito ad aspre lotte politiche, Dante trascorse gli ultimi anni del suo esilio a Ravenna, dove si spense il 14 settembre del 1321. Nei secoli successivi Firenze cercò sempre di riavere i suoi resti, ma i ravennati, affezionati al ricordo del poeta, lo impedirono. Nel 1519 una rappresentanza di fi orentini ebbe finalmente il permesso di prelevare le ossa di Dante e riportarle a Firenze, ma il sarcofago del poeta fu trovato vuoto! Alcuni frati francescani, praticando un foro nella tomba, avevano prelevato e nascosto le sue spoglie.


Il potere delle leggi e il culto delle immagini Con Giustiniano, che regnò dal 527 al 565, l’Impero Romano d’Oriente raggiunse l’apice della sua grandezza. Questo infaticabile imperatore, per anni, cercò di riportare l’Impero al suo antico splendore, dedicandovi tutte le sue energie. Il suo merito consiste, principalmente, nell’aver intuito l’importanza del riordino delle leggi dell’Impero come elemento fondamentale per la sua rinascita. Per questo fece realizzare, nel giro di alcuni anni, il Corpus Iuris Civilis, la più importante raccolta delle leggi romane dall’imperatore Adriano fino ai suoi giorni. L’opera ha un valore storico e documentario senza pari e ha rappresentato, per secoli, la base per la conoscenza del diritto e delle leggi.

Mappa dell’Impero Romano d’Oriente: ■ prima di Giustiniano I (527); ■ dopo la sua morte (565).

Contemporaneamente Giustiniano avviò la riconquista militare della parte occidentale dell’Impero, ormai sotto il controllo dei barbari. L’esercito imperiale, guidato dal generale Belisario, riportò una serie di successi (guerre greco-gotiche, 533-553) che riconsegnarono gran parte dell’occidente nelle mani di Giustiniano. L’imperatore divenne oggetto di culto. Era considerato una diretta emanazione di Dio, e la sua immagine incuteva timore e rispetto sia in Oriente che in Occidente.

Rispondi alle domande. a. Quale funzione assunse Ravenna nel VI secolo d.C.? .................................... .................................... .................................... ..................................... ..................................

b. Qual è la più importante Basilica di Ravenna? .................................... .................................... .................................... ..................................... ..................................

c. Chi è ritratto in essa? .................................... .................................... .................................... ..................................... ..................................

d. Cos’è il Corpus Iuris Civilis? .................................... .................................... .................................... ..................................... ..................................

e. Da chi era guidato l’esercito imperiale durante le guerre greco-gotiche?

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f. Quale celebre poeta è stato sepolto a Ravenna? .................................... .................................... .................................... ..................................... ..................................

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Seconda settimana

Bologna

italiano 2

tappa Bologna ai gusti di fragola e panna 3a

Ti racconto un viaggio

Il nostro secondo viaggio si conclude a Bologna, una città dai colori medievali, con strade segnate dal passeggio frenetico all’ombra degli storici portici, ma anche viva e innovatrice come poche, sempre in prima fila nello sperimentare le novità culturali. Giungiamo da Ravenna in treno e percorriamo le strade del centro fino al cuore della città, Piazza San Petronio, meglio nota ai bolognesi con i nomi di Piazza Maggiore o Piazza Grande. Un momento… ma… cos’è questa confusione? Sembra provenire proprio dalla piazza. Vuoi vedere che le notizie di questa mattina alla televisione e sui giornali erano vere? Ma sì! Eccolo! Il palazzo di gelato! Proprio al centro della piazza! I bambini sono come impazziti (per non parlare degli adulti!). Ci sono intere famiglie venute a gustare questa leccornia. Con un po’ di fatica riusciamo ad avvicinarci. Eh sì! Si tratta senza dubbio della più bella e intelligente costruzione di sempre. L’intero palazzo è di gelato, compresi i balconi; e ci si può entrare dentro! Ma come è potuta accadere una cosa così strabiliante!!?? Quale geniale architetto ha avuto questa trovata? Proviamo a chiedere informazioni a qualcuno. Il signor Gianni, tra una leccatina alla fragola e una al pistacchio, si offre di raccontarci una storia curiosa. Sembra, infatti, che questa non sia la prima volta che un fatto così eccezionale accada qui, nella piazza di Bologna. Dunque, ascoltiamo i fatti (e nel frattempo lecchiamo!) Una volta, a Bologna, fecero un palazzo di gelato proprio sulla Piazza Maggiore, e e i bambini venivano da lontano a dargli una leccatina. Il tetto era di panna montata, il fumo dei comignoli di zucchero filato, i comignoli di frutta candita. Tutto il resto era di gelato: le porte di gelato, i muri di gelato, i mobili di gelato. Un bambino piccolissimo si era attaccato a un tavolo e gli leccò le zampe una per una, finché il tavolo gli crollò addosso con tutti i piatti, e i piatti erano di gelato al cioccolato, il più buono. Una guardia del Comune, a un certo punto, si accorse che una finestra si scioglieva. I vetri erano di gelato alla fragola, e si squagliavano in rivoletti rosa. “Presto!”, gridò la guardia. “Più presto ancora!” E giù tutti a leccare più presto, per non lasciar andare perduta una sola goccia di quel capolavoro. “Una poltrona!” implorava una vecchiettina che non riusciva a farsi largo tra la folla. “Una poltrona per una povera vecchia. Chi me la porta? Coi braccioli, se è possibile”. Un generoso pompiere corse a prenderle una poltrona di gelato alla crema e pistacchio, e la povera vecchietta, tutta beata, cominciò a leccarla proprio dai braccioli. Fu un gran giorno, quello, e per ordine dei dottori nessuno ebbe il mal di pancia. Ancora adesso, quando i bambini chiedono un altro gelato, i genitori sospirano: “Eh già, per te ce ne vorrebbe un palazzo intero, come quello di Bologna”. Gianni Rodari, Il palazzo di gelato, in “Favole al telefono”, Einaudi 26


L’autore Gianni Rodari (Omegna, 1920 – Roma, 1980) è stato uno scrittore di libri per bambini e ragazzi. Il suo contributo al rinnovamento della letteratura per l’infanzia è stato notevolissimo. La

sua produzione letteraria è vasta ed è incentrata su un repertorio favolistico e magico denso di intelligente comicità e spunti di riflessione. Tra le sue opere più importanti vanno ricordate: Le avventure di Cipollino (1951), Gip nel televisore (1962), Il libro degli errori (1964), La torta in cielo (1966), Le filastrocche del cavallo parlante (1970), Grammatica della fantasia (che espone le sue idee narrative e pedagogiche 1973), C’era due volte il barone Lamberto (1978).

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Seconda settimana

italiano

3

a

tappa

Esplorando il testo Rispondi alle domande.

a. Quale avvenimento magico accaduto un giorno a Bologna viene raccontato dal signor Gianni? ..................................................................................................................................................................................................................... .....................................................................................................................................................................................................................

b. Un bambino piccolo continua a leccare un tavolino di gelato. Cosa avviene in conseguenza di ciò?

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c. Una guardia comunale, ad un tratto, invita tutti ad accorrere. Per quale motivo?

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d. Qual è la richiesta della vecchiettina?

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e. Da quel giorno, cosa rispondono i genitori ai bambini che vogliono sempre un altro gelato?

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Rifletti su… La breve favola che abbiamo appena letto riempie di gioia qualsiasi bambino (e non solo!) la ascolti. Chi non vorrebbe, almeno una volta nella vita, vivere un’esperienza simile? Ma il brano ci induce anche a rifl ettere su un’altra questione: l’importanza della fantasia nella vita di tutti i giorni. La fantasia dell’autore, in questo caso, è tanto forte da riuscire a trasformare un palazzo grigio e triste in un gigantesco e gustosissimo gelato per tutti! Dopo un breve rifl essione rispondi alle domande che seguono. a. Quanta importanza dai alla fantasia? Perché? ..................................................................................................................................................................................................................... .................................................................................................................... .................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................................... .................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................................... ......................................................... ..........................................................................................................................................................

b. Quale ruolo può avere la fantasia nella vita quotidiana? ana? ...................................................................................................................... ..................... .................... ..................................................................................................................... .................... ..................................................................................................................... .................... ..................................................................................................................... .............. ............................................................................................................... ........... ............................................................................................................ .......... ........................................................................................................... .......... ...........................................................................................................

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italiano

Esplorando il testo

Esercitiamo il lessico. a. L’espressione “Più presto ancora!” indica: ❏ un’esortazione; ❏ la conclusione di un discorso. b. Il commento dei genitori alle richieste di gelato dei figli (“Eh già, per te ce ne vorrebbe un palazzo intero, come quello di Bologna”) indica: ❏ cattiveria; ❏ ironia. c. L’espressione “Tutto il resto era di gelato: le porte di gelato, i muri di gelato, i mobili di gelato”: ❏ è un’inutile ripetizione; ❏ serve a rendere maggiormente l’idea e l’immagine del palazzo al lettore. d. Completa le espressioni tratte dalla favola. Leggendo le lettere nei riquadri arancioni, scoprirai il nome di un famoso cantante bolognese. Una guardia I vetri erano di gelato E giù tutti a Si era attaccato a un tavolo e gli Una volta,

ello d a i alig e v a L tor

it r c s

La favola

d e rn testo mo ti u è o t t le c h e ha i e le m e n L a f a v o la n e l q u a le , ia s a t una n d i fa oa creare o n o n o, r ic c o c n t e la fa v is e u lm ib r a t n n io o c iz c io è d ri e s p li c it o, t e n t e. Tr a im m a g in a r e r e e iv s d s e e ta sto e com può li o o e c li s h s c a in n o t e ia n r ir sto ggi e deg ad ame a n n le o g a s e v r s , e o p in it i un im p li c eri de la v e ic o la s c ib il e, o dei caratt o n o t o n ic e r e im t d quasi sem c h ia r a m e n r a v e r s o l’ a p p r o f o n o n a r e i t att get a g o n is p r e n s ib il e i. Q u e s t o d ro , i p r o c o n t o. n c e a a F r m e l u e o d e p t i t n o i a v v e n im e n n t ic h e, q u e ll e d i E s iz i e v ir t ù t ip ic a m e p o, g r a z ie a d a u t o r v a m e o le t in o r l a g g ia v rso de r n o ha N e ll e fa v h e s im b o le t o e d e vo lu t o n e l c o n li n g u a g g io m o d e c , ci li a im n e m o lt e p li do u nova pre a ir n r a in z r ff o iz è i il i t d s u r a r io , che a pa c e n e r e le t t e menti e c 621-1695) a 1 n ( g e e s in in a t i on r ic c o d come La F le t t e r a r io e r e n e g creato un . if le s s io n e r i d i t n u p s

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Seconda settimana

italiano

3a

tappa

Cambio di rotta L’inesauribile fantasia di Gianni Rodari ha “costruito” nel cuore di Bologna un fenomenale palazzo di delizie. L’autore ha voluto comunicarti l’importanza dell’elemento fantastico nella vita di tutti i giorni. Ma il racconto forse non è destinato solo ai più piccoli… Quanto sarebbero migliori le nostre città, infatti, se al posto di palazzoni grigi e strade bloccate dal traffico ci fossero spazi per esprimere la fantasia in piena libertà! Allora, immagina una strada poco accogliente della tua città o del tuo quartiere o del posto in cui vivi e trasformala, come ha fatto Rodari, in un luogo unico e magico, a disposizione di bambini e adulti! Immagina e… racconta. ...................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................... 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LA GRAMMATICA IN VIAGGIO

è

italiano

❱❱ Il pronome ❰❰

1. Sottolinea i pronomi contenuti nelle seguenti frasi. a. Vi spiegherei ogni cosa, se non fossi in ritardo. b. Alcuni credono di conoscere sempre la verità. c. Chi tra noi avrà il coraggio di farlo? d. Deve essergli successo qualcosa, altrimenti sarebbe già arrivato da voi. e. Credo che mi fermerò qui da te per riposarmi un po’! 2. Completa le frasi che seguono con dei pronomi dimostrativi. a. I quadri della sala n. 5 sono del ’600, ........................... della sala n. 9, invece, sono dell’800. b. ........................... dell’altra sera è stato uno spettacolo indimenticabile. c. La situazione è la ........................... di un anno fa. d. Non voglio mangiare la cena preparata da te: preferisco ........................... . e. ........................... di cui mi parli è davvero interessante. 3. Tenendo conto delle indicazioni tra parentesi, completa le frasi con i pronomi adatti. a. b. c. d.

Ho capito quanto sia importante parlare con i miei amici, e così ........................... (gli amici) ho chiamati. Giacomo è malato da molti giorni: credo che dovremmo telefonar........................... (a Giacomo). Gianni è stato punito dai genitori: ........................... (a Gianni) è stato proibito l’uso del cellulare per un mese! Il film di oggi è stato molto più interessante di ........................... (del film) dell’altra sera.

4. Sottolinea tutti pronomi presenti nelle frasi e poi inseriscili opportunamente nella tabella. a. Quale dei due preferisci? b. Quale penna vuoi? Quella. c. La Tour Eiffel, dalla quale si osserva il panorama di Parigi, è alta circa trecento metri. d. Lascia subito quella bicicletta! Non è tua! e. Le parlerò non appena finita la partita. f. Mi ha chiesto se voglio giocare a calcio. g. Quale delle due è la tua bicicletta? h. È suo quell’aquilone? i. Il libro che mi hai prestato è davvero interessante. j. È questa la tua racchetta? k. Mi hai detto tutta la verità? l. Questa è solo la tua opinione! m. Chi mi ha cercato? Pronome possessivo

Pronome interrogativo

Pronome personale

Pronome relativo

Pronome dimostrativo

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Seconda settimana

Pronti, per il ritorno... VIA!

Le due raffigurazioni di Giustiniano e la sua corte differiscono in sei particolari: trovali!

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Saluti da... Saluti da... Saluti da... Saluti da... Saluti da... Saluti da. Saluti da L’Emilia-Romagna ci ha riservato molte sorprese, ma il nostro viaggio adesso continua. Dirigiamo-

Saluti da...

ci all’aeroporto di Bologna. Un aereo ci aspetta per condurci alla prossima meta: la Sicilia! Prima però inviamo un messaggio ai nostri amici. L’immagine che vedi allegata è quella delle due torri simbolo di Bologna. Che ne dici di aggiungere un saluto?

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Terza settimana

6

5

2

8

Destinazione

Sicilia

7

Ah, che viaggio! Che viaggio meraviglioso! Entrati da un vulcano, eravamo usciti da un altro, distante dall’Islanda, ai confini della Terra, oltre milleduecento leghe! Avevamo abbandonato la regione delle nevi eterne per quella di un’eterna primavera, per ritrovarci sotto il cielo azzurro della Sicilia!

1

4

Jules Verne, Viaggio al centro della Terra

La bandiera della Regione Sicilia è costituita da un drappo di forma rettangolare al centro del quale è riprodotta la triscele (chiamata comunemente anche trinacria), un essere con tre gambe, storico simbolo della Sicilia. La triscele è intersecata con la testa della Gorgone, i cui capelli erano serpenti. I Romani aggiunsero ai serpenti delle spighe di grano, sia come simbolo di fertilità sia perché la Sicilia era considerata il “granaio” di Roma. Capoluogo di Regione: Palermo (ab. 677.000 circa) Superficie: 25.711 km2 Abitanti: 5.088.790 circa, per una densità di 197 ab./km2 Clima: mediterraneo, con estati calde e inverni miti (nell’area sud-occidentale il clima, per la vicinanza alla costa africana, è caldo con estati torride; internamente il clima è più freddo e piovoso; l’Etna presenta un clima di tipo alpino; d’estate lo scirocco porta l’aria calda del Sahara e la piovosità è scarsa) 1a

Trapani

Messina

Palermo

tappa

Enna

2a

tappa Palermo

Catania

Caltanissetta

Riserva dello Zingaro

34

3

Agrigento

3

a

tappa Messina

Siracusa Ragusa


Il nostro viaggio prosegue in Sicilia, la più grande isola del Mediterraneo e la regione italiana più estesa. Il suo territorio è in gran parte collinare e montuoso. La vetta più alta è l’Etna, che è anche il più grande vulcano d’Europa. Appartengono alla Sicilia diversi arcipelaghi: le Eolie, le Egadi, le Pelagie. Questo triangolo di roccia posto nel cuore del Mediterraneo è uno scrigno di antichissime culture che, fuse tra loro, hanno creato un’identità incredibilmente variegata. Mentre percorri l’isola possono apparirti magicamente un tempio greco o una cattedrale normanna e, a pochi passi, meravigliosi palazzi arabeggianti. Entra in uno degli straordinari mercati cittadini, pieni di voci e profumi: le persone che ti vengono incontro hanno, allo stesso tempo, occhi azzurri nordici e nasi saraceni, segno indelebile delle passate dominazioni! Allora… sei pronto? Si parte!

1a

geografia

tappa

Paese che vai...

Quant’è grande il paradiso? 7 km circa Il nostro viaggio alla scoperta della Sicilia comincia dalla Riserva dello Zingaro, uuno dei pochi tratti di costa siciliana ancora totalmente intatti, circa 7 km di paradiso incontaminato a ovest di Palermo. Questo splendido angolo dell’isola conserva un patr patrimonio paesaggistico e naturale di grande attrazione turistica. Come avventurosi viaggiatori scopriremo, attraverso lo snodo dei sentieri della Riserva, una Sicilia insolita, unica nel suo genere.

2a

storia

tappa ...storie che trovi

Occidente o Oriente? Tutti e due, grazie! Lasceremo la Riserva dello Zingaro ci dirigeremo verso est, a Palermo. N Nella città sono fortissimi i segni delle diverse culture che l’hanno dominata per secoli. Lo si capisce dal dialetto parlato agli angoli delle strade, dai vol volti della gente, perfino dai nomi e dai sapori dei deliziosissimi dolci. Il mondo greco, romano, arabo e nord-europeo parlano un’unica lingua: quella del popolo siciliano. A pochi passi da Palermo scopriremo un monumento sorprendente e suggestivo: il Duomo di Monreale, incrocio di culture orientali ed europee.

italiano

3a

tappa

Ti racconto un viaggio T IIl barbaro e la fata Infine usciremo da Palermo e continueremo a percorrere la costa settentrionale verso est. Dopo aver superato località meravigliose, come Cefalù con la sua splendida cattedrale, e le riserve naturali delle Madonie e dei Nebrodi, giungeremo a Messina, città affacciata sull’omonimo Stretto e protesa verso il Continente. Da queste parti si racconta una leggenda davvero interessante, quella dell’incontro tra la Fata Morgana e un re barbaro.

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Terza settimana

Riserva dello Zingaro

geografia 2

tappa Quant’è grande il paradiso? 1a

Paese che vai...

7 km circa

Lasciato l’aeroporto di Punta Raisi, dirigiamoci verso la Riserva Naturale dello Zingaro, un’area costiera incontaminata della Sicilia settentrionale. Ci troviamo nella parte occidentale del Golfo di Castellammare, nel territorio di San Vito Lo Capo. Nel 1980 questo tratto di costa rischiava di essere irrimediabilmente deturpato dalla costruzione di una strada litoranea, ma l’intervento di ambientalisti e cittadini ha salvato questo incredibile patrimonio naturale, portando alla creazione della Riserva. Lo Zingaro si estende per circa 7 km… di cammino attraverso vari sentieri! ri! Non ci sono abitazioni e l’acqua potabile scarseggia; per questo bisogna partire attrezzati: scarpe comode da trekking, acqua a sufficienza, cappellino, crema solare e per gli insetti, binocolo e obbligatoriamente… il costume da bagno! Attraverso tre sentieri di diversa difficoltà puoi immergerti in questo vero paradiso incontaminato o raggiungere il mare: da un lato il Tirreno, con le sue calette incantevoli, dall’altro la montagna, con il suo verde rigoglioso ricco di colori e profumi. Il tratto costiero è un susseguirsi di palme nane, ginestre, timo selvatico, erica ed euforbia. A esse si aggiungono il finocchio selvatico e i coloratissimi fiori del cappero. E se ami particolarmente i fiori, qui puoi ammirare oltre 25 specie di orchidee selvatiche! La Riserva ospita, inoltre, un elevato numero di uccelli, piccoli mammiferi e rettili. Tieni a portata di mano il binocolo e, con un po’ di fortuna, potrai scorgere il falco pellegrino, la poiana, il gheppio, e addirittura la rarissima specie d’aquila Bonelli. La fitta vegetazione mediterranea, infine, ospita lepri e volpi, che qui abbondano.

o? Vero o fals aro si estende per 9 km. 36

ee. ecie di orchid Vito Lo Capo. p a dello Zing s rv 5 e 2 is R re lt a o L . A senti itorio di San rva sono pre rtiene al terr a p p a ondor. B. Nella Rise ro a g in a reale e il c dello Z il le u q ra a l’ tu a e n m si o C. L’oa di rapaci c è composta a n u fa a L . D

V V V V

F F F F


Yuuhuuuu?!!! C’è nessuno?!!? Cosa sorprende maggiormente della Riserva dello Zingaro? Ovvio! La totale assenza di strade, clacson, palazzoni, auto che rombano e telefonini urlanti! In realtà quest’area è stata a lungo abitata, ma il rapporto armonico tra esseri umani e natura non ne ha alterato l’equilibrio. Nella Grotta dell’Uzzo, gli archeologi hanno ritrovato tracce umane risalenti al paleolitico, mentre lungo i sentieri si incontrano piccolissimi borghi ottocenteschi abbandonati, come Borgo Cusenza, perfettamente conservato, in passato abitato stagionalmente per le attività agricole. Il Museo della Civiltà Contadina della Riserva ricostruisce la storia delle comunità che qui coltivavano il grano e anche le tecniche di intreccio delle fibre vegetali, variamente utilizzate dai contadini. Un altro caseggiato, quello della Tonnarella dell’Uzzo, in prossimità del mare, è sede del Museo delle Attività Marinare e conserva reti e attrezzi per la pesca del tonno. Troverai T di grande interesse anche il Centro di educazione ambientale “Terra magica” che organizza attività di laboratorio sulla salvaguardia dell’ambiente.

A proposito di... All’interno della Riserva dello Zingaro è possibile pernottare! In contrada Sughero, infatti, la direzione delle Riserva concede, su richiesta, la possibilità di bivacco all’interno di rifugi, nel periodo compreso tra ottobre e maggio. Potrai vivere, così, un’esperienza unica e insolita. Vivere (o sopravvivere!) immerso nella natura senza le cose che normalmente hai a portata di mano: tv, stereo, computer, smartphone (ma solo per poco, non temere!). Se l’esperienza ti stuzzica coinvolgi anche i tuoi genitori! C’è un modulo da compilare e inviare: l’indirizzo internet è www.riservazingaro.it. Che aspetti?

Completa le frasi. a. Il Museo della Civiltà Contadina custodisce .................................... .................................... .................. b. Borgo Cusenza era utilizzato per .................................... .................................... ................................... c. Il Museo delle Attività Marinare sorge presso ..................................... ..................................... ............ d. All’interno della Grotta dell’Uzzo ..................................... ..................................... ................................. e. Il centro “Terra magica” organizza .................................... .................................... ............................... f. In contrada Sughero .................................... .................................... .................................... ..................

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Terza settimana

Palermo

storia 2

tappa Occidente o Oriente? Tutti e due, grazie! 2

a

...storie che trovi

Lasciamo la Riserva dello Zingaro e dirigiamoci a est, lungo la costa, fino alla città di Palermo. Alle porte di questa sorprendente città, sull’altura del Monte Caputo, troviamo un monumento eccezionale, il Duomo di Monreale, fatto erigere nel 1174 dal re normanno Guglielmo II d’Altavilla. Il sovrano chiamò i migliori artisti italiani ed europei per questa grande impresa. Esternamente si conservano le grandiose porte in bronzo di Bonanno Pisano e i battenti, sempre in bronzo, di Barisano da Trani, realizzati nel 1185. Accanto a questo stile europeo ne compare uno arabo, presente nell’intreccio fitto degli archi acuti. Didascalia: L’interno della basilica continua a sorprenderci per la presenza di eleIl Duomo di Monreale menti orientali e occidentali: colonne antiche sorreggono archi arabi, così come arabeggianti sono le finte stalattiti dei soffitti. Per restare davvero senza fiato devi però alzare lo sguardo e osservare gli abbaglianti mosaici biblici su fondo oro, realizzati da maestranze locali e veneziane tra il XII secolo e metà del XIII, esempio incredibile di incontro tra Oriente e Occidente. Esternamente al Duomo sorge il chiostro del convento benedettino, risalente al XII secolo, grande esempio di arte e architettura bizantina.

Un sogno all’ombra di un carrubo

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Mosaici della navata nord del Duomo di Monreale.

Una leggenda narra che Guglielmo II d’Altavilla, un giorno, stanco per la caccia, si addormentò sul Monte Caputo all’ombra di un albero di carrubo. Si era da poco appisolato quando ecco che gli apparve in sonno la Madonna che gli svelò un segreto: proprio nel punto in cui stava riposando era stato sepolto un tesoro! Dopo averlo trovato, Guglielmo avrebbe dovuto costruire lì un grande tempio. Svegliatosi di soprassalto, il re ordinò ai servi di sradicare l’albero e di scavare e, indovina un po’…? Il tesoro c’era veramente! Il sovrano, allora, fece costruire un tempio dedicato alla Madonna, tempio che oggi è il Duomo che puoi ammirare. Guglielmo da quel momento fu soprannominato dai siciliani “il Buono”, ed è ancora sepolto all’interno dell’edificio sacro che fece erigere.


Arabi e Normanni: due popoli, una sola isola Scendiamo dal Monte Caputo e raggiungiamo Palermo. La città, dominio arabo fin dalla prima metà del IX secolo, fu conquistata dai Normanni nel 1072. Questo popolo proveniva dal nord Europa e, a partire dalla metà dell’XI secolo, si era spinto nel sud Italia in cerca di terre da conquistare. Sorprendentemente la presenza degli Arabi in città non scomparve, anche se i loro diritti diminuirono. Infatti il nuovo sovrano, Roberto il Guiscardo, pur attribuendosi il titolo di malik (in arabo “re”) consentì loro di mantenere i propri giudici. I Normanni, al loro arrivo, trovarono una Sicilia progredita e fiorente nei commerci, dotata di grandi opere idrauliche per l’agricoltura, artisticamente evoluta. Nel 1130, Ruggero II d’Altavilla fu proclamato re di Sicilia e da allora il ruolo degli Arabi nell’isola divenne sempre più marginale. Tra le grandi architetture che in città li ricordano, sopravvivono il Palazzo della Zisa, residenza estiva reale voluta da Guglielmo I e realizzata da maestranze arabe, la chiesa di San Giovanni degli Eremiti, perfetta fusione tra chiesa cristiana e moschea islamica, e la piccola chiesa di San Cataldo, vero e proprio gioiello architettonico con le sue arabeggianti cupolette rosse.

Ruggero II d’Altavilla.

Facciata del Palazzo della Zisa.

Rispondi alle domande. a. Chi fece erigere il Duomo di Monreale?

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b. Quale opera eseguì l’artista Bonanno Pisano per il Duomo?

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c. Da chi vennero realizzati i cicli di mosaici del Duomo?

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d. Da quale area geografica provenivano i Normanni?

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e. Quali rapporti instaurò Roberto il Guiscardo con gli Arabi di Sicilia?

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f. Quali edifici e monumenti a Palermo testimoniano la presenza araba?

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Terza settimana

Messina

italiano 2

tappa Il barbaro e la fata 3a

Ti racconto un viaggio

Il nostro viaggio alla scoperta della Sicilia si conclude a Messina, la città più a est della costa settentrionale dell’isola. Questa città si affaccia sull’omonimo Stretto, che la separa dal Continente. Lo Stretto di Messina è un luogo di viaggi leggendari, avventurosi e pieni di pericoli. Ricordi il più famoso viaggiatore dell’antichità, il mitico Ulisse? Proprio qui, nello Stretto, affrontò con i suoi compagni i terribili mostri marini Scilla e Cariddi, divoratori di marinai e distruttori di navi! Da queste parti, inoltre, si racconta anche una storia che tutti conoscono e che si perde nella notte dei tempi, una vera e propria leggenda locale, quella della Fata Morgana e di un forte ma ingenuo re barbaro. Leggiamola…

Quello che stiamo per raccontarvi avvenne al tempo dei conquistatori, quando orde di barbari attraversarono il meridione d’Italia in cerca di facili ricchezze, saccheggiando e distruggendo città e villaggi. Si narra che uno di questi popoli attraversò tutta la penisola fino ad arrivare allo Stretto di Messina, ma lì fu costretto a fermarsi. Questi rozzi invasori, infatti, erano degli abili cavalieri ma non conoscevano il mare e, non sapendo nuotare, temevano più di ogni altra cosa le onde. E così andavano avanti e indietro sulla spiaggia, fermandosi di colpo disperati a fissare l’acqua del mare proprio come potrebbe fare un gatto. A pochi chilometri, sull’altra sponda, ecco la Sicilia, con le sue campagne coperte di aranci e di ulivi, con un grande monte, l’Etna, che incessantemente emetteva lava e fumi. Pur avendo grande desiderio di raggiungere l’isola e i suoi tesori, gli invasori non si decidevano a fare un passo, vinti dal terrore. Bisognava assolutamente trovare un modo per raggiungere quell’isola! Ma come? Il re barbaro guardava verso l’orizzonte, maledicendosi per la situazione. In realtà erano ben poche le cose che poteva fare. Aveva al suo comando uomini forti e coraggiosi, bene armati e pronti a tutto, anche a vendere l’anima al demonio, ma nessuno di loro avrebbe mai messo piede in quella distesa d’acqua così grande. Inoltre non aveva con sé barche, né avrebbe saputo guidarne una. Come fare a raggiungere quella terra meravigliosa rimaneva un mistero. Ma ecco, all’improvviso, spuntare dal nulla una donna bellissima che gli si rivolge dicendo: “Ho notato che osservi con grande desiderio l’isola che 40


ti sta di fronte. Io posso donartela, con le sue meravigliose e ricche città, con le sue campagne piene di primizie profumate e con quel terribile vulcano che vomita fuoco. Osserva bene, è più vicina di quanto in realtà tu possa immaginare”. Era estate, il caldo era incessante e sul mare non spirava un soffio di vento; il cielo era sgombro di nuvole e soltanto una leggera nebbia velava l’orizzonte. La misteriosa donna, che era in realtà l’affascinante e temibile Fata Morgana, alzò una mano e, come d’incanto, avvenne un prodigio. Il re barbaro e i suoi compagni stentavano a credere ai propri occhi. L’isola era a un tiro di freccia e l’acqua rimandava l’immagine delle campagne e degli orti a portata di mano, così come i monti dell’isola coperti di ulivi, le spiagge, gli animali, le case, le persone e il porto di Messina con le sue imbarcazioni e i marinai al lavoro. Al colmo della meraviglia il re, privo di ogni timore, scese da cavallo e, dimenticando di non saper nuotare, si lanciò a capofitto tra le onde. In quel preciso istante, la donna fece un cenno verso l’orizzonte e le immagini sparirono, lasciando in balia delle onde il barbaro, che miseramente annegò.

Fatamorgana: leggenda e scienza L’episodio descritto trae origine da un fenomeno ottico spiegato dalla scienza e noto, appunto, come fatamorgana. In determinate circostanze di temperatura e luce, si verifica una particolare rifrazione dell’atmosfera a causa dei raggi solari che distorcono le immagini lontane cambiandone l’aspetto. Questo tipo di illusione ottica è stata riscontrata in diverse parti del mondo, ma è particolarmente visibile nell’area dello Stretto di Messina. La fatamorgana consente di vedere la Sicilia più vicina di quanto sia in realtà: la sensazione è quella della visione di una città che compare e svanisce con la stessa rapidità. Dalla Calabria, in determinati momenti, le coste siciliane appaiono più vicine e allo stesso tempo rifl esse al centro dello Stretto!

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Terza settimana

italiano

3

a

tappa

Esplorando il testo

Rispondi alle domande.

a. Perché i barbari non attraversano lo Stretto di Messina? ...................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................

b. Come mai i barbari non sanno nuotare?

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c. Cosa succede all’improvviso, mentre il re cerca una soluzione?

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d. Quale incredibile prodigio avviene sotto gli occhi dei barbari?

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e. Come si conclude la leggenda?

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Rifletti su… a. La leggenda che hai letto contiene un insegnamento importante, “una morale”. Quale? ......................................... ............................................................................................................................................................................ ................................................................................... ............................................................................................................................................................................... .............................................................................. .......................................................................................................................................................................... ..................................................................... ................................................................................................................................................................. .................................................................... .................................................................................................................................................................

b. Il testo ridicolizza alcune caratteristiche dei barbari: ari: rintracciale e trascrivile. .......................................................................................................................................... .............................................. .................................. .............................................................................................................................. .................................. .............................................................................................................................. ................................... ............................................................................................................................... ............................. ......................................................................................................................... ................... .............................................................................................................. .................. ...............................................................................................................

c. I barbari, alla fine, non riescono a raggiungere la Sicilia cilia perché: ❏ non hanno abbastanza coraggio; ❏ utilizzando uno stratagemma crudele, Fata Morgana salva l’isola.

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Esplorando il testo

italiano

Esercitiamo il lessico. a. Trova dei sinonimi per le parole che seguono. rozzi ........................................................................................... sgombrare ................................................................................ primizie ..................................................................................... incessante ................................................................................ prodigio ..................................................................................... imbarcazione ................................................................................ b. La frase “[I barbari si fermarono] disperati a fissare l’acqua del mare proprio come potrebbe fare un gatto” significa che: ❏ a differenza dei barbari, i gatti erano abili nuotatori; ❏ i barbari temevano l’acqua come qualsiasi felino. c. L’espressione “[I barbari sono] pronti a tutto, anche a vendere l’anima al demonio” sta a indicare che: ❏ non temono la morte, essendo nobili cavalieri; ❏ farebbero qualsiasi cosa pur di salvare la loro anima. d. “L’isola era a un tiro di freccia” significa che la Sicilia appariva ai barbari: ❏ irrimediabilmente distante; ❏ vicinissima.

o dell a i alig e r La v o t

it scr

La leggenda

ad i fa t t i s t r o t n o c c a da è un r r e a lm e n L a le g g e n p e r ò, s i r it e n g o n o h e, a n t e d a l la e d e i s a n t i iv r e d , o r d in a r i c e in e ll e v it t i. I l t e r m sacre per le t t u r a d e t s la e te accadu f a v le a quei d a , in d ic se a tutti a durante e t iv s n e e i v s v a t in o le g e n o t e n if ic a le t t u r a c h n o. oe s t o il s ig r p n e a i f e d e li , i in t r e c c ia B n im e n t i p r s e . i v ia v ic r t a s lo , a g li t a n e la i e fa nnar ie lo c c e le b r a r n e n t i s t o r ic nze sopra o v a r i: s t o m ie n r o le e s e p i e s u d e c n d e d ic a r e u n r a c c o n t i in s o r t il e g i e d a ll e le g g in i i, t o n a t o t io t a is n r v t e i ent i n o t i, gnam s t o. G li a r g o m p e r s o n a g g a è o ff r ir e u n in s e t a a u n p u b b li c o v a i d e it v e ll ggend d ir iz z a r io e il d ig io s i n e e d e ll a le t a n t o è in r a o rd in a n r t e io s p z n e lo , fu gae a r a r t e t u r a li . L e n t e in s p ie n e m nto da ten p ro fo n d o e e t m e n a e t m r r a a o g p p le eni ap pa r iz io t ip o d i c o m r a t t e r iz z a n t e è il t o d a ll ’a p uni f enom a lc d a è e a r c io e r o d d a ll a a t n L’e le m e n s t r a o r d in r compre o s p ie g a t o o fa t ic t n a t e o m le o a n le n e e n z io f enom le t t o l’ re a le , fu a c h e ha i r ig u a r d a il d n le e a g e g r o le ll re que b il i. N e ll a ana, ment g r o M a t a d e ll a F s c ie n z a .

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Terza settimana

italiano

3a

tappa

Cambio di rotta La crudeltà della Fata Morgana ci induce a considerare con maggiore benevolenza il re barbaro. Che ne diresti di dare una lezione a questa bellissima ma perfida donna? Divertiti a riscrivere il finale della leggenda in modo che la situazione volga a favore dei barbari! Potresti iniziare così: Il re barbaro, allora, avendo compreso l’inganno della donna ordinò… o anche La Fata Morgana cercava di convincere i barbari a entrare in acqua, ma… ...................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................... 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è

LA GRAMMATICA IN VIAGGIO

italiano

❱❱ Il nome ❰❰

1. Completa le frasi seguenti inserendo i nomi adatti. a. Dopo aver attraversato l’........................................ i barbari si trovarono come ostacolo il ........................................ . b. I barbari temevano l’........................................ e non disponevano di nessuna ........................................ . c. Una leggera ........................................ velava l’........................................ . d. La ........................................ apparve ai ........................................ e mostrò loro l’isola. e. Il ........................................ , per la gioia, scese da ........................................ e si gettò tra le acque dimenticando di non saper nuotare. 2. Scrivi il plurale dei seguenti nomi. a. ciliegia ➜ ................................................................... b. camicia ➜ ................................................................... c. provincia ➜ ................................................................... d. strega ➜ ................................................................... e. barca ➜ ...................................................................

f. arancia g. casco h. spiga i. chiosco l. freccia

3. Forma i diminutivi dei seguenti nomi. a. gatto ................................................................................... b. monte ................................................................................. c. isola .................................................................................... d. barche ................................................................................ e. fuoco ...................................................................................

f. città ................................................................................... g. spiaggia ............................................................................ h. nuvole ............................................................................... i. occhi ................................................................................. l. case ..................................................................................

➜ ➜ ➜ ➜ ➜

................................................................... ................................................................... ................................................................... ................................................................... ...................................................................

4. Trasforma i seguenti aggettivi in nomi. Aggettivo bello

Nome

bellezza

rozzi abili grande coraggiosi leggera aspra veloce simpatico 5. Forma i dispregiativi dei nomi che seguono. a. acqua .................................................................................. f. poeta ................................................................................. b. anima ................................................................................. g. cane ................................................................................ c. nuvole .................................................................................... h. occhi ................................................................................... d. vento ................................................................................ i. barche ................................................................................ e. case ................................................................................... l. gatti .................................................................................... 45


Terza settimana

Pronti, per il ritorno... VIA!

Aiuta il re barbaro ad arrivare alla barca che gli consentirà di raggiungere la Sicilia. Attento! Scegli la strada giusta per non cadere nelle grinfie di Fata Morgana e dei terribili mostri Scilla e Cariddi.

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Risolvi i seguenti anagrammi di nomi e luoghi che hai incontrato. TAFA MARANGO .............................................................................. LELOMUGGI .............................................................................. GARZONI .............................................................................. ALROMPE .............................................................................. Risolvi il cruciverba, leggi nelle colonne colorate e scopri il nome di una pianta selvatica della Riserva dello Zingaro. 1. Il vulcano della Sicilia. 2. Popolazioni che attraversarono il meridione d’Italia in cerca di ricchezze. 1. 3. Il Duomo di Palermo. 2. 4. Una contrada con il nome di un… tappo. 3. 4.

Saluti da... Saluti da... Saluti da... Saluti da... Saluti da... Saluti da. Saluti da La nostra avventura siciliana si conclude qui. Nel porto di Messina ci attende un veliero! Attraverse-

Saluti da...

remo il Mar Tirreno costeggiando l’Italia fino allo splendido golfo di Napoli. Allora, pronti a salpare? Prima, però, scriviamo una cartolina ai nostri amici!

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Quarta settimana

6

5

2

8

7

Destinazione

Campania

1

4

L’estate volgeva al termine quando decise di cambiare aria e si mise in viaggio. Lo accolse Napoli, sfavillante di luci e di colori. A prima vista un quadretto lindo e rassicurante, un orizzonte terso su cui troneggiava il vulcano e dove, tra i riverberi abbaglianti del mare, si insinuava il profilo delle isole. 3

Giuliano Capecelatro, Tutti i miei peccati sono mortali. Vita e amori di Caravaggio

Lo stemma della Campania è ispirato alle insegne della Repubblica marinara di Amalfi ed è costituito da uno scudo sannitico argento con banda rossa obliqua da sinistra a destra su campo azzurro.

Capoluogo di Regione: Napoli (ab. 989.800 circa) Superficie: 13.670 km2 Abitanti: 5.869.600 circa, per una densità di 429 ab./km2 Clima: tipicamente mediterraneo, con estati calde mitigate dal Tirreno e inverni miti grazie alla catena appenninica che protegge la regione dai venti nordici (le piogge sono abbondanti nell’area montana in autunno e inverno, con alto rischio di frane e alluvioni) 1a

Vesuvio

tappa

48

Benevento

Napoli

tappa 2a Napoli angioina

Caserta

Avellino Salerno

3a

tappa Rua Catalana


Abbiamo lasciato la Sicilia a bordo di un veliero e, dopo aver attraversato il Mar Tirreno, siamo giunti sulle coste della Campania, nel suggestivo golfo di Napoli. La città ci accoglie offrendoci la stessa impressione che per secoli ha accolto chi, dal mare, giungeva in questa terra: uno stupore enorme di fronte alla bellezza dell’insenatura a ferro di cavallo del golfo, in contrasto con l’imponenza della cima del Vesuvio. Il vulcano domina su tutto e si erge come un gigante solitario sul profilo azzurrino dei monti e delle colline, che si spingono fino al promontorio di Sorrento. Nella regione, definita Campania felix dagli antichi Romani, si sono succedute diverse dominazioni. Ognuna di esse ha lasciato tracce indelebili che ne hanno plasmato la storia e che hanno segnato il carattere degli abitanti.

1a

geografia

tappa

Paese che vai...

Il gigante in letargo

Sbarcati a Napoli, ci dirigeremo immediatamente verso il Vesuvio. La visita a questo vulcano è di grande interesse da un punto di vista geologico, naturalistico e storico. Per il popolo napoletano, il Vesuvio è allo stesso tempo una sorta di gigante buono, ammantato di verde, con le sue fattorie rinomate per la produzione di vini eccellenti, e una creatura spaventosa da temere e rispettare, in grado di scatenarsi improvvisamente con una forza devastante!

2a

storia

tappa ...storie che trovi

Da quante città è fatta Napoli?

SScendendo alle pendici del Vesuvio, torneremo a Napoli, crocevia di ppopoli e lingue, una delle città storicamente più importanti del Mediterraneo. Da qui sembrano essere passati proprio tutti! Gli edifici storici si ran accavallano caoticamente gli uni agli altri, testimoniando le alterne vicende accava della città, dalla grandezza del periodo greco e romano ai profondi contrasti della dominazione spagnola, per giungere alla svolta, non ancora compiuta, di una nuova modernità.

italiano

3a

tappa

Ti racconto un viaggio T Un’avventura notturna nei vicoli di Napoli

La terza tappa del nostro viaggio ci condurrà nei vicoli della città di Napoli. Seguiremo il giovane Andreuccio che, giunto a Napoli da Perugia per comprare dei cavalli, correrà più di un pericolo a causa della sua ingenuità. La scena è l’intrico dei vicoli di una Napoli medievale, malfamata e diver49 tentissima!


Quarta settimana

geografia 2

Vesuvio

tappa Il gigante in letargo 1a

Paese che vai...

Giunti a Napoli come antichi navigatori, percorriamo circa 10 km verso ciò che più d’ogni altra cosa attira la nostra attenzione: il Vesuvio! Questa montagna, grigia alla sua sommità, è in realtà un vulcano attivo dell’altezza di circa 1280 m che si affaccia sul golfo di Napoli. Anticamente aveva una forma diversa, ma le continue eruzioni ne hanno modificato la fisionomia fino a quella attuale. È classificato come uno dei vulcani più pericolosi al mondo, in quanto nelle sue immediate vicinanze vivono circa 700.000 persone. L’ultima spettacolare eruzione risale al 1944. Pensa che, allora, le ceneri del Vesuvio giunsero fino in Albania! Ebbene sì! Ci troviamo su di una vera e propria bomba a orologeria, ma non temere, oggi il vulcano è costantemente monitorato. Inoltre, un’eventuale eruzione sarebbe preannunciata da un’attività vulcanica particolare, che ora non si riscontra. Il gigante dorme… L’Osservatorio vesuviano, istituito nel 1841, registra tutte le variazioni di temperatura della camera magmatica e l’eventuale fuoriuscita di gas o piccoli terremoti. Nel 1995 è stato istituito il Parco Nazionale del Vesuvio, a tutela di questo straordinario territorio, delle sue specie vegetali e animali e della sua tradizione agricola. Questa terra, infatti, viene coltivata da millenni, e il suolo lavico, ricco di sostanze minerali, ha consentito la produzione di vini, frutta e ortaggi di primissima scelta. Tra i vini di maggior pregio vi sono il Piedirosso, il Greco e la Falanghina, mentre tra i prodotti ortofrutticoli spiccano le albicocche, le ciliegie, le mele annurche, le prugne, le nocciole, i carciofi e i curiosissimi pomodorini del piennolo. Questi ultimi vengono colti ancora acerbi in estate e si lasciano maturare in grappoli fino all’inverno. Prova a mangiarli come condimento alla pasta: il loro sapore è a dir poco straordinario!

Rispondi alle domande. a. Quale altezza raggiunge il Vesuvio?

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b. Perché il vulcano viene considerato come uno tra i più pericolosi al mondo?

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c. Di cosa si occupa il Parco Nazionale del Vesuvio?

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d. Quale importante attività svolge l’Osservatorio vesuviano?

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e. Quali sono i prodotti tipici dell’agricoltura vesuviana?

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Sulla bocca della Terra Giungiamo alla sommità del vulcano percorrendo un ripido sentiero attrezzato. L’interno del Vesuvio si apre come una gigantesca bocca spalancata sulla Terra. L’ultima eruzione, quella del 1944, ha letteralmente “tappato” il cono del cratere con milioni di tonnellate di lava solidificata, impedendo la fuoriuscita del fumo. Da allora il Vesuvio ha perso la sua classica immagine da “cartolina” che lo ritraeva mentre sbuffava un pennacchio fumante dalla cima.

Di fronte a noi si apre l’immenso e meraviglioso scenario del golfo di Napoli, con le sue isole e il cielo terso. Tantissimi viaggiatori illustri, proprio come noi, si sono arrampicati fin quassù alla scoperta di questi luoghi affascinanti e allo stesso tempo paurosi. Il celebre poeta inglese Percy Shelley, in visita in Italia tra il 1818 e il 1822, scrisse: “Il Vesuvio è, dopo i ghiacciai, la più impressionante espressione di potenza della natura che abbia mai visto”.

Vesuvio e papere! Sapevi che sul Vesuvio vive un personaggio del mondo Disney? Si tratta di Amelia la fattucchiera, dedita a incantesimi e stregonerie. Per realizzare questa simpatica e affascinante papera dai lunghi capelli neri e dalle folte ciglia, sembra che il disegnatore americano Barks si sia ispirato a due mitiche bellezze italiane: Sophia Loren e Gina Lollobrigida! La casetta di Amelia alle pendici del Vesuvio nasconde un laboratorio nel quale la maga realizza pozioni e incantesimi. Amelia ha un assistente, il corvo Gennarino, con l’aiuto del quale tenta da anni, invano, di impossessarsi di un tesoro preziosissimo: la Numero Uno di Paperon de’ Paperoni!

Vero o falso?

. suvio è avvenuta nel 1945 A.L’ultima eruzione del Ve . 22 Italia tra il 1818 e il 18 B.Percy Shelly viaggiò in dell’Etna. C.Amelia vive alle falde . Amelia, è in realtà un corvo di D.Gennarino, aiutante

V V V V

F F F F

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storia

Quarta settimana

Napoli

2

tappa Da quante città è fatta Napoli? 2a

...storie che trovi

Lasciamo il Vesuvio e dirigiamoci nuovamente verso Napoli. Una volta dentro il perimetro urbano entriamo direttamente nel centro storico. Ciò che sorprende maggiormente è la scoperta di più città, che si sono sovrapposte l’una all’altra nel corso dei secoli. Napoli è una città antichissima, con circa 2500 anni di storia! Dal sottosuolo emerge la città greco-romana, con le sue strade e botteghe, mentre in superficie si fondono in rapida successione vicoli medievali, quartieri di età spagnola e palazzi moderni. Sembra che la città abbia conservato intatte tutte le sue anime: ogni tanto vengono fuori, come in un gioco di specchi o in una corsa a ostacoli!

Il Medioevo urbano: le chiese angioine di Napoli Tra le “tante città” del nostro viaggio a Napoli, scegliamo quella medievale, ben visibile attraverso alcuni monumenti straordinari, come la chiesa di Santa Chiara o quella di San Lorenzo Maggiore. Questi due edifici sacri rappresentano alcune delle testimonianze più importanti del Medioevo napoletano dell’epoca angioina. I sovrani angioini tra il XIII e il XIV secolo diedero un grandissimo impulso alla costruzione di chiese e palazzi nobiliari. In quel periodo a Napoli giunsero artisti e letterati da tutta Europa, tra i quali il pittore Giotto di Bondone, che tra il 1328 e il 1333 affrescò proprio gli interni di Santa Chiara. Un leggendario “colpo di fulmine”, invece, legò lo scrittore toscano Giovanni Boccaccio alla chiesa di San Lorenzo Maggiore! Continua la lettura per saperne di più…

Innamorarsi in chiesa

52

Facciata della chiesa di Santa Chiara.

L’autore del Decameron, lo scrittore Giovanni Boccaccio, fu inviato, giovanissimo, dal padre bancaria. Presso la corte angioina pare abbia conosciuto, a Napoli per fare pratica bancaria innamorandosene perdutamente, una tale Fiammetta, innamo ge gentildonna napoletana identificabile, probabilmente, in M Maria dei conti d’Aquino, figlia naturale del re Roberto dd’Angiò. L’incontro sarebbe avvenuto all’interno della chiesa di San Lorenzo Maggiore il sabato santo 1334! Fiammetta diventerà la musa ispiratridell’anno de d Boccaccio e comparirà spesso nelle opere giovanili ce di dello scrittore. La stessa Fiammetta, per volere dello scrittore, introdurrà un personaggio del Decameron, tale Andreuccio da Perugia, impegnato in un’avventura rischiosissima tra i vicoli malfamati della Napoli trecentesca.


Gli Angioini conquistano Napoli Fino alla metà del XIII secolo, la città di Napoli fu parte integrante dei domini svevi dell’Italia meridionale, sotto il controllo dell’imperatore Federico II. Con la morte di quest’ultimo, il meridione italiano divenne nuovamente terra di conquista e, in rapida successione, nel 1266 e nel 1268, Carlo d’Angiò, fratello del re di Francia, sconfisse gli eredi di Federico II e salì al potere. Sotto i d’Angiò, Napoli conobbe una fortuna particolare. Infatti, in seguito ai Vespri siciliani, una rivolta scoppiata in Sicilia nel 1282 contro il dominio degli angioini, e all’occupazione dell’isola da parte degli aragonesi, Napoli assunse il titolo di capitale del regno, trasformandosi, così, in uno dei centri più prestigiosi della Penisola. Con Roberto d’Angiò la città divenne meta di artisti e letterati. Vi soggiornano in quegli anni, oltre ai già citati Giotto e Boccaccio, il poeta aretino Francesco Petrarca e il pittore toscano Simone Martini.

Barra la casella giusta. A. Carlo d’Angiò successe agli svevi tra il ❏ 1266 e il 1268 ❏ 1265 e il 1269 B. In seguito alle rivolte in Sicilia, Napoli divenne ❏ una città autonoma ❏ la capitale del regno C. La rivolta scoppiata in Sicilia prese il nome di ❏ Vespri siciliani ❏ Rivolta siciliana D. Durante il periodo angioino fu presente a Napoli

❏ Petrarca

❏ Dante

Facciata di Castel Nuovo, meglio noto come Maschio Angioino.

Rispondi alle domande. a. Quale importante edificio sacro affrescò Giotto a Napoli?

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b. Chi era, in realtà, la Fiammetta tanto amata da Giovanni Boccaccio?

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Quarta settimana

italiano 2

Napoli

tappa Un’avventura notturna nei vicoli di Napoli 3a

Ti racconto un viaggio

Giovanni Boccaccio inserì tra le novelle del Decameron la divertentissima storia di Andreuccio, un sempliciotto venuto da Perugia a Napoli per comprare dei cavalli. L’ingenuità spinge pericolosamente Andreuccio nei meandri di una città notturna piena di insidie, con i suoi vicoli popolati da banditi e donne senza scrupoli. Il giovane malcapitato dovrà aguzzare l’ingegno, se vorrà uscirne vivo! Nella novella, tra le più apprezzate di Boccaccio, la Napoli del Trecento appare come in una fotografia. Le vie, le locande malfamate, le piazze e le chiese, tutti luoghi ben conosciuti dall’autore, ci vengono restituiti con un realismo impressionante. La novella svela vicoli dai nomi ancora oggi esistenti o di cui i napoletani conservano la memoria, sebbene siano passati quasi settecento anni! Allora, sei pronto a ripercorrere le orme di Andreuccio per scoprire questa Napoli insolita e burlesca? Andreuccio, venuto da Perugia, giunse a Napoli per comprare dei cavalli, portando con sé una borsa piena di cinquecento fiorini d’oro. Napoli rappresentava allora un importante mercato per quel genere di articoli e Andreuccio contava di piazzare un buon colpo. Ma, tra le botteghe del mercato, affollato di ladri pronti a cogliere ogni occasione buona, mostrava a tutti, senza fare attenzione, la sua preziosa borsa. Un’astuta donna siciliana, accortasi della ricchezza del giovane, escogitò immediatamente un inganno per impossessarsi dei fiorini d’oro. Venuta a conoscenza di alcuni informazioni riguardanti Andreuccio, la donna, bellissima d’aspetto, lo invitò a casa, facendogli credere di essere una sua sorella, mai conosciuta, della quale egli stesso ignorava l’esistenza. La donna, inoltre, mostrando una gioia incontenibile per aver ritrovato il fratello che credeva ormai perduto, lo convinse a trascorrere la notte da lei. Andreuccio, un po’ intontito dalle parole della donna, ma visibilmente commosso, non stava più nella pelle per la felicità. La donna viveva alla Rua Catalana, in un quartiere malfamato di Napoli, meglio conosciuto con il nome di Malpertugio (e questo nome dovrebbe da sé spiegare che tipi di traffici si facevano in quel quartiere e quale gente onesta lo abitasse!). Preparatosi per la notte, Andreuccio, avendo un urgente bisogno corporale, chiese a un servo di poter utilizzare il bagno, che consisteva, come in tutte le città medievali, in una tavola di legno sospesa tra i muri stretti di due case. Malauguratamente Andreuccio scivolò dalla tavola e cadde nel vicolo lurido, sporcandosi completamente. Non appena ciò avvenne, la famigerata sorella chiuse il balcone e si impadronì dei fiorini. A nulla valsero le preghiere di rientrare di Andreuccio; anzi, le minacce di un delinquente improvvisamente comparso alla finestra della casa fecero desistere il giovane. Derubato e avvilito, Andreuccio 54


cercò allora dell’acqua per pulirsi da ciò che gli era rimasto addosso dopo la tremenda caduta (puzzava come un appestato!). Ma le sue avventure non erano ancora finite! Per strada incontrò due uomini, dall’aspetto furbesco, ai quali raccontò tutto quello che gli era successo. Dopo averlo ascoltato, i due, che in realtà erano ladri, convinsero Andreuccio a seguirli per portare a termine un colpo che li avrebbe resi ricchi… altro che i suoi cinquecento fiorini! Proprio quel giorno, a Napoli, era morto l’arcivescovo Filippo Minutolo, il quale era stato sepolto, in pompa magna, all’interno della cattedrale della città. La cassa, tutta di marmo, conteneva un tesoro favoloso, compreso un preziosissimo anello che l’arcivescovo portava al dito! Prima di compiere il furto i due calarono Andreuccio in un pozzo perché si lavasse. Poi, entrati nella cattedrale, sollevarono il pesantissimo coperchio di marmo con i loro arnesi e lo costrinsero a entrare nella cassa. Una volta dentro, Andreuccio, sospettando l’inganno, tirò fuori tutto il tesoro, ma tenne con sé l’anello. A quel punto i ladri, per evitare di dividere il bottino, richiusero la tomba impedendo al giovane di uscire. Chiuso all’interno del sarcofago e in compagnia dell’arcivescovo defunto, Andreuccio iniziò a disperarsi. Quale orribile fine lo attendeva! Ad un tratto, però, sentì delle voci provenire da fuori: si trattava di altri ladri venuti a compiere lo stesso furto! Tra questi c’era anche un prete che, dando prova di grande coraggio, si offrì di entrare nel sarcofago. Quando la cassa fu aperta, però, Andreuccio lo afferrò per una gamba e il prete, fino a un attimo prima baldanzoso e sbruffone, lanciò un grido fortissimo. A quel punto i ladri scapparono via urlando, come se fossero inseguiti da mille diavoli, e lasciando il coperchio della tomba aperto. Andreuccio poté così uscire e, fatto ritorno al suo albergo, ripartì immediatamente per Perugia portando con sé il prezioso anello. adatt. da Giovanni Boccaccio, Decameron, (II giornata - V novella)

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Quarta settimana

italiano

3

a

tappa

Esplorando il testo

Rispondi alle domande.

a. Per quale motivo Andreuccio giunge a Napoli da Perugia? ...................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................

b. Attraverso quale stratagemma la donna siciliana tenta di impossessarsi dei fiorini d’oro?

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c. Cosa accade ad Andreuccio, una volta giunto nella casa della donna?

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d. Per strada Andreuccio incontra due ladri che lo convincono a partecipare a un’impresa. Quale?

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e. In che modo Andreuccio riesce a risolvere la situazione di pericolo nella quale si trova all’interno della cattedrale?

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Rifletti su… a. La tragicomica esperienza descritta nella novella cambia il carattere di Andreuccio: da ingenuo, il giovane diventa sempre più scaltro, fino ad avere la meglio sui ladri. Nel racconto ci sono due momenti che segnano questo cambiamento. Quali sono? ..................................................................................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................. .....................................................................................................................................................................................................................

b. Boccaccio, come noi, oi, “fa il tifo” per Andreuccio, ma non gli risparmia situazioni ridicole, come quella la della caduta nel vicolo sporco. Per quale motivo lo scrittore si dilunga sugli aspetti comici della vicenda? ....................................................................................................................... ............................................................................... .............................................................. ...................................................................................................... ............................................................. ..................................................................................................... ........................................................ ................................................................................................ .............................................. ...................................................................................... ..................................... ............................................................................. ........................... ................................................................... ................. ......................................................... ......... .................................................

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Esplorando il testo

italiano

Esercitiamo il lessico. a. Con l’espressione “contava di piazzare un buon colpo”, l’autore intende dire che: ❏ Andreuccio era convinto di poter concludere un ottimo affare; ❏ Andreuccio era pronto a puntare tutti i suoi fiorini su un buon cavallo da corsa. b. Le espressioni traffici, gente onesta e Malpertugio sono scritte in corsivo per: ❏ sottolineare i pregi e le virtù degli abitanti del quartiere; ❏ ironizzare sulla natura degli affari, poco leciti, e sulla disonestà degli abitanti del quartiere. c. La frase “L’arcivescovo Filippo Minutolo era stato sepolto, in pompa magna, all’interno della Cattedrale” sta a indicare che: ❏ l’arcivescovo era stato sepolto con tutti gli onori; ❏ il funerale dell’arcivescovo non aveva destato alcun interesse. d. Utilizza aggettivi ulteriori, rispetto a quelli già usati dall’autore, per descrivere i seguenti personaggi del racconto. Andreuccio ........................................................................................................................................................................................... la donna siciliana ................................................................................................................................................................................. i due ladri .............................................................................................................................................................................................. il prete ...................................................................................................................................................................................................

o dell a i alig v re a L

o t t i scr

La novella

, nto breve o c c a r o , a opa a ella novell nde in Eur fo if Il genere d d i s lì a occidia e da sulla novellistic a L nasce in In . lo o, giocato o ic c t e s s li a II e X r otagol partire da izzi: quello arte dei pr . ir p d a in d e a z u n d e gue tellig più uroso dentale se ione, mai azione di in ntastico e avvent s tr s s e o r p im s d e a a a è ll ,f beffa o su ua massim erosimiglianza, cio o storico s d n la fo e s g n a lla meraggiu dello v nisti, e que all’autore il genere carattere d il n e s o o r e n r e n , a m e h s a c gio è orghe caccio Con il De il Malpertu munale e b elle di Boc , v o c o io n p tà e m il L e iv . s o c e ta a eguaglia a, con il su Napoli, ad n i reali dell n A la . io ta z e a a C u im s it a s s o iginali o Mie la Ru propongon siose e or precorribil olcro dell’arcivescov rale ta a n r o fa c n te a a è v catted 00, ed o il sep diante tro fine dell’8 magnifica ere dal viv a a d ll ll e a e v n i o o a n u p fi v p le. Se una ta esistito te medieva invece, fai r , a io p c c in u o e r tt d aspe ò” An quale “entr l e n lo to u n di Napoli!

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Quarta settimana

italiano

3a

tappa

Cambio di rotta E se Andreuccio quella notte non fosse stato solo? Se avesse avuto un amico al suo fianco, pronto ad aiutarlo? Quell’amico… potresti essere tu! Immagina di trovarti tra i vicoli bui e silenziosi della Napoli medievale in compagnia di Andreuccio. Cosa gli consiglieresti di fare incontrando la donna siciliana o i due ladri? Prova a raccontarlo, senza dimenticare di inserire un colpo di scena finale!

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è

LA GRAMMATICA IN VIAGGIO

italiano

❱❱ L’aggettivo ❰❰

1. Sottolinea gli aggettivi qualificativi presenti nelle frasi che seguono. a. Napoli rappresentava allora un importante mercato per quel genere di articoli e Andreuccio contava di piazzare un buon colpo. b. La donna viveva alla Rua Catalana, in un quartiere malfamato di Napoli. c. Andreuccio, avendo un urgente bisogno corporale, chiese a un servo di poter utilizzare il bagno. d. La sua cassa, tutta di marmo, conteneva un tesoro favoloso, compreso un preziosissimo anello che l’arcivescovo portava al dito! e. Entrati nella cattedrale i due manigoldi convinsero con le cattive maniere Andreuccio a entrare nel sepolcro dell’arcivescovo. 2. Sottolinea con colori diversi gli aggettivi qualificativi, possessivi e numerali presenti nelle frasi che seguono. a. Lo invitò a casa facendogli credere di essere una sua sorella. b. Andreuccio, venuto da Perugia, giunse a Napoli per comprare dei cavalli, portando con sé una borsa piena di cinquecento fiorini d’oro. c. Andreuccio cercò allora dell’acqua per pulirsi da ciò che gli era rimasto addosso dopo la tremenda caduta. d. I ladri scapparono urlando come se fossero inseguiti da mille diavoli. e. Decise di partire immediatamente per Perugia portando con sé il prezioso anello. f. Mostrava a tutti, senza fare attenzione, la preziosa borsa. g. Dopo aver sollevato il pesantissimo coperchio di marmo con i loro arnesi, lo calarono dentro con la forza. 3. Completa la seguente tabella. Grado positivo buono

Comparativo di maggioranza

Superlativo relativo

Superlativo assoluto

migliore

cattivo

il peggiore

grande piccolo

minimo

4. Scrivi il superlativo dei seguenti aggettivi. Grado positivo

Superlativo

celebre salubre forte misero notevole alto furbo 59


Quarta settimana

Pronti, per il ritorno... VIA! Risolvi il cruciverba.

2

Orizzontale: 1. Il capolavoro di Giovanni Boccaccio. 2. Lo era Federico II 3. Corte frequentata da Boccaccio.

4 3

1

Verticale: 1. Il vulcano di Napoli. 2. La donna amata da Boccaccio. 3. Così gli antichi Romani definivano la Campania. 4. Affrescò gli interni della Chiesa di Santa Chiara.

1 2

3

Incastra la lettera! Alcune lettere dei nomi che seguono sono fuori posto. Riordinale e scopri i nomi dei pittori e scrittori che soggiornarono a Napoli tra Duecento e Trecento. 1. Ottogi di Bendono

60

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2. Vannigio Baccoccio

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3. Frencasco Patrerca

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4. Semino Minarti

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Saluti da... Saluti da... Saluti da... Saluti da... Saluti da... Saluti da. Saluti da Si conclude qui la quarta tappa del nostro viaggio. Invia una cartolina ai tuoi compagni di classe. Poi

Saluti da...

di corsa alla stazione! Tra breve partirà il treno che ci porterà velocemente alla prossima tappa del nostro frenetico andirivieni, su e giù per la Penisola. Il viaggio continua in Veneto.

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Quinta settimana

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6

2

8

Destinazione

Veneto

7

Passavo le ore della sera o sul mare, al chiaro di luna veneziano, o nella splendida piazza della basilica di San Marco… La grande basilica, con le sue cupole basse, il mistero dei suoi mosaici e delle sue sculture, appariva spettrale nella luce smorzata…

1

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Hanry James, Il carteggio Aspern 3

Il gonfalone della Regione Veneto riprende la bandiera della Repubblica di Venezia. Vi è raffigurato il Leone di San Marco con un libro aperto, simbolo della sovranità dello Stato.

Capoluogo di Regione: Venezia (ab. 264.800 circa) Superficie: 18.399 km2 Abitanti: 4.930.000 ab. circa, per una densità di 267 ab./km2 Clima: temperato, di tipo subcontinentale, con inverni rigidi e nevosi ed estati fresche nella fascia alpina; mite nelle zone collinari e pianeggianti, grazie alla presenza mitigatrice dell’Adriatico

Belluno

Vicenza

Verona

1a

tappa

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tappa Padova

Padova

Arquà

Colli Euganei-Arquà 2a

Treviso

Rovigo

3a

tappa Venezia

Venezia


Oramai siamo al nostro quinto viaggio! E abbiamo ancora tantissime cose da scoprire! Ci attendono ancora molte interessantissime sorprese. Questa volta attraverseremo il Veneto, una terra che rivela, a chi la percorre, paesaggi molto diversi tra loro: dalle incontaminate vette alpine, alla dolcezza delle colline, fino alla suggestiva laguna di Venezia. Si tratta di una regione ricca di bellezze artistiche e naturali, e dotata di una storia e di tradizioni uniche. Ne scopriremo diverse seguendo un itinerario pieno di sorprese! Allora… pronti a partire?

geografia

1a

tappa

Paese che vai...

A casa del poeta, sui Colli Euganei Il nostro viaggio attraverso il Veneto comincerà nel cuore dei Colli Euganei, caratte terizzati da un paesaggio dolce e soleggiato, dominato dalla quiete dei campi coltivati. In I questi luoghi incantevoli, ricchi di tradizioni, trascorse gli ultimi anni della sua vita il grande grand poeta Francesco Petrarca che, a proposito del suo soggiorno, scrisse: “Fuggo dalla città che è per me una prigione e scelgo di abitare in un solitario e piccolo villaggio, in una graziosa casetta, circondata da un uliveto e da una vigna, dove tranquillamente trascorro le mie giornate, lontano dai rumori, leggendo e scrivendo senza sosta”.

storia

2a

tappa ...storie che trovi

Una città, un pittore e un santo

Proseguiremo alla volta di Padova, dove scopriremo due tra le testimonianze artistiche e religiose più importanti del Medioevo: la Cappella degli Scrovegni, affrescata agli inizi del XIV secolo dal pittore toscano Giotto de di Bondone, Bond e la Basilica di Sant’Antonio, importantissimo luogo di culto cristiano.

italiano

3a

tappa

Ti racconto un viaggio Venezia: una città con un mare di storie! V Concluderemo il nostro viaggio nella splendida Venezia. Lo sapevi che ai VeneziaCo ni è cr cresciuta la coda? In che modo? Quando? Lo scopriremo attraverso un racconto fiabesco ambientato nella città lagunare, in un’atmosfera da sogno nella quale si susseguono magie e situazioni comiche. Scopriremo così la città dei dogi, che lega la sua storia al mare grazie allo sviluppo dei commerci a partire dal Medioevo. A proposito, abbiamo una domanda proprio per te che stai cominciando a viaggiare! Qual è il nome di quel celebre veneziano che è stato anche uno dei più importanti viaggiatori di tutti i tempi? Se non conosci la risposta continua il viaggio e la scoprirai.

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Quinta settimana

geografia 2

tappa A casa del poeta, 1a

Paese che vai...

Colli EuganeiArquà

sui Colli Euganei Il nostro viaggio comincia in un piccolo borgo medievale dei Colli Euganei: Arquà. In questo luogo il grande poeta aretino Francesco Petrarca visse i suoi ultimi anni (dal 1370 al 1374). Decise di trasferirsi in questo paesino della provincia di Padova (che a partire dal 1868, proprio in suo onore, ha mutato il proprio nome in Arquà Petrarca) forse perché attratto dalla quiete e dalla serenità che lo caratterizzavano. Si stabilì in un’abitazione che probabilmente aveva ricevuto in dono da Francesco I da Carrara, signore di Padova in quegli anni, e che fece restaurare e adattare alle proprie esigenze. Oggi la casa ospita un museo che conserva, oltre ad alcuni libri, anche una parte dei mobili dello studiolo del poeta: una scrivania, un tavolino, la biblioteca e la sedia sulla quale sembra sia morto mentre era intento nei suoi studi.

Un vecchio amico di Petrarca Nella casa-museo di Petrarca, conservato in una teca di vetro, c’è un vecchio amico del poeta… un gatto imbalsamato! L’amore di Petrarca per questo animale è testimoniato, oltre che da fonti antiche, anche da un affresco, oggi conservato all’interno dell’Università di Padova, che lo ritrae all’interno del suo studio, circondato dai libri e con un gatto accoccolato ai suoi piedi.

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ad Arquà. o? s l a f rca si trova a tr o a. e P o o r c s e e V teca pubblic Franc o li ta ib e b o p a n u re b in di vita. atale del cele uà è stata trasformata ltimi istanti u li g a o n fi A. La casa n i rq A uoi scritt i Petrarca ad oeta. lavorato ai s ia b b a B. La casa d a rc artenuto al p a p tr p e a P to e a h c m a ta ls C. Si raccon il gatto imba si conserva a c te a n u D. In

V V V V

F F F F


Corbezzoli: un fico d’India! Continuando il nostro percorso attraverso i Colli Euganei, scopriamo che questo territorio, di origine vulcanica, è caratterizzato da un’enorme varietà di specie vegetali tipiche della macchia mediterranea, con piante sempreverdi di piccolo e medio fusto. Ci sono alberi dalle radici robuste, in grado di penetrare per diversi metri nel terreno, come i lecci. E poi i corbezzoli, che in autunno assumono i colori della bandiera italiana (il rosso dei frutti, il bianco dei fiori e il verde delle foglie), tanto che durante l’Ottocento diventarono il simbolo del tricolore. E ancora: l’asparago pungente, che in primavera genera piccoli fiori bianchi e profumatissimi e bacche rosse di piccole dimensioni, e le ginestre, dai vivaci colori gialli. Facendo attenzione, è possibile addirittura imbattersi in una pianta tipica di un altro continente: il fico d’India del Centro-America. Ci si può anche divertire ad attraversare le aree boschive di castagni e querce. La fauna è costituita prevalentemente da piccoli mammiferi, rettili, anfibi e uccelli. Da segnalare è senza dubbio una specie rara di testuggine palustre, l’Emys orbicularis. I Colli Euganei sono il primo Parco Regionale del Veneto. Istituito nel 1989, il Parco si estende per oltre 18.000 ettari e comprende, totalmente o in parte, 15 Comuni.

Il primo grande insettario d’Italia Nel cuore dei Colli Euganei c’è un luogo piuttosto insolito: Esapolis, il museo vivente degli Ne insetti, dei bachi e delle api, nato per la salvaguardia delle specie di insetti a rischio. Si posin so sono ammirare scarabei, ragni, scorpioni e altri animaletti dall’aspetto preistorico! Nei giorni fe festivi puoi anche interagire con queste creature, sotto la guida di un educatore esperto. Se vu vuoi saperne di più visita il sito internet www.esapolis.eu.

i i della colonna A con quelli della colonna B. t i termini ll Collega C A testuggine Emys sedia, biblioteca, scrivania macchia Colli corbezzoli, ginestre

B mediterranea euganei rara lecci orbicularis tavolino

Leggi in verticale le prime lettere delle parole contenute nella colonna B: otterrai il nome di un famoso vitigno dei Colli Euganei.

Completa le frasi. a. Il territorio dei Colli Euganei è di .................................... .................................... .................................... .............. b. Il Parco Regionale dei Colli Euganei è stato istituito .................................... .................................... ..................... c. La vegetazione tipica del Parco è molto varia ed è tipica .................................... .................................... ............. d. Le piante sempreverdi più comuni sono .................................... .................................... .................................... ....

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Quinta settimana

storia 2

2

a

...storie che trovi tappa

Una città, un pittore e un santo

La seconda tappa del nostro viaggio ci porta nel centro della città di Padova, in una cappella fatta costruire e affrescare tra il 1304 e i primi mesi del 1305, la Cappella degli Scrovegni. La Cappella conserva un ciclo di affreschi realizzato dal pittore toscano Giotto di Bondone e considerato unanimemente come uno dei più grandi capolavori dell’arte di tutti i tempi. Tonalità di gialli, rosa e arancioni si rincorrono lungo le superfici interne, ricostruendo le storie della vita di Maria e di Gesù. Alcune scene, come quella della Natività, sono di una grazia infinita. L’immagine della Madonna che adagia il Bambino appena partorito nella mangiatoia rimane impressa nella memoria del visitatore per la dolcezza dei gesti compiuti dalla Vergine. Una scena molto diversa da quelle crudeli del Giudizio Universale, nel quale le anime dei dannati sono torturate dai diavoli in sequenze di puro orrore!

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Padova


Le oltre quaranta scene che compongono il ciclo pittorico, infine, sono sovrastate dall’immensa distesa del blu oltremare della volta. Questo colore, costosissimo, si otteneva dalla macinazione delle pietre di lapislazzuli, provenienti dall’Egitto e dall’Afghanistan, ed era il simbolo della sapienza divina. Una curiosità: la famiglia di banchieri degli pera, si era Scrovegni, che fece realizzare l’opera, usura, arricchita grazie alla pratica dell’usura, ve considerata un peccato molto grave dalla Chiesa, tanto che lo stesso Dante colloca coloro che si macchiarono di questa colpa nell’Inferno, lo stesso dipinto da Giotto nella Cappella!

La mosca di Giotto Sul grande artista toscano circola un divertente e curioso aneddoto. Si racconta, infatti, che un giorno Giotto, ancora allievo del pittore fiorentino Cimabue, non ricevendo da questi alcuna attenzione, dipinse una mosca su un quadro, e lo fece con tanta maestria che Cimabue cercò (invano) di scacciarla. Sorpreso dall’inganno e, ancor più, dalla maestria del giovane pittore, Cimabue ammise che l’allievo aveva oramai superato il maestro.

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Quinta settimana

storia

2a

tappa

La nascita dei Comuni

Facendo tappa alla Cappella degli Scrovegni abbiamo lasciato le colline del Veneto e siamo entrati in una città, Padova, che lega la sua storia a esperienze culturali e artistiche importantissime. A partire dall’anno Mille, infatti, Padova, come tanti altri centri dell’Italia settentrionale, fu interessata da un velocissimo sviluppo culturale, economico e urbanistico. A partire dall’XI secolo, diverse città del nord della Penisola si ribellarono al dominio degli imperatori e si dichiararono indipendenti. Quella che generalmente viene definita età comunale vide l’affermazione nel settentrione d’Italia dei nuovi ceti borghesi composti da banchieri, come gli Scrovegni, mercanti e artigiani. Grazie ad essi le città rifiorirono.

à Universit a. v o di Pad

Basilica di Sant’Antonio di Padova.

68


storia

Padova

Nel 1222 a Padova venne fondata la seconda Università italiana, che trasformò la città in un centro culturale attivissimo. L’architettura conobbe un impulso notevole con l’erezione della Basilica di Sant’Antonio, una delle chiese più grandi e visitate al mondo. Antonio di Padova era nato in Portogallo, a Lisbona. Giunse a Padova nel 1227 e in poco tempo, grazie alla sua attività di predicatore, divenne conosciutissimo in città. Una folla notevole lo seguiva nelle sue prediche, riempiendo le chiese e le piazze. Morì nella città patavina nel 1231, a soli trentasei anni. Le sue reliquie sono conservate nella Basilica a lui dedicata.

Sant’Antonio di Padova.

Rispondi alle domande. a. Quale grande opera pittorica realizzò Giotto di Bondone a Padova?

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b. Quali colori prevalgono nella decorazione pittorica realizzata da Giotto?

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c. Da quale fenomeno storico fu interessata Padova a partire dall’anno Mille?

.................................... .................................... .................................... ..................................... .................................... .........

d. Quale importante istituzione venne fondata nella città nel 1222?

.................................... .................................... .................................... ..................................... .................................... .........

Inserisci le risposte nelle caselle. Le caselle evidenziate, lette verticalmente, ti daranno il nome di un celebre storico romano nato a Padova.

Si coltivano ➜ Prima persona singolare ➜ Ha un motore e quattro ruote ➜ Animale da cortile ➜ Senza non si vola ➜ Il marito di mia zia ➜ Il saluto degli antichi romani ➜ The end in italiano ➜ Le segna l’orologio ➜

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Quinta settimana

italiano 2

tappa Venezia: una città con un mare di storie! 3a

Venezia

Ti racconto un viagg aggio ggio

Allora, ricordi come si chiamava il celebre viaggiatore veneziano? Giusto! Il suo nome era proprio Marco Polo e la sua casa si trovava nel cuore di Venezia, nelle vicinanze di Rialto. Marco Polo deve la sua fama a un libro dal titolo La descrizione del mondo, meglio noto come Il Milione, nel quale egli racconta del viaggio straordinario e avventuroso alla volta della lontanissima Cina intrapreso nel 1271, a soli diciassette anni, in compagnia del padre Niccolò e dello zio Matteo. In Estremo Oriente, Marco sarebbe rimasto per diciassette lunghi anni, diventando addirittura consigliere e ambasciatore del Gran Khan. Eppure, da bambino, aveva giocato lungo i canali della sua città natale, ne aveva attraversato i mercati, si era aggirato tra le botteghe stracolme di oggetti esotici e preziosi provenienti da ogni angolo del mondo. E chi sa se non sia capitato anche a lui di dover fare i conti con quella storia della Befana e delle code? Sì, insomma, la storia della Befana un po’ sbadata che una notte, per errore, fece un incantesimo che cambiò la vita dei Veneziani. La mattina seguente tutti gli abitanti della città si ritrovarono con una coda… chi con una coda di puzzola, chi con una di porcello, e i più fortunati con una coda di gatto, ma c’era anche chi aveva una coda da caimano! Con la storia che segue, una fiaba simpaticissima e ricca di colpi di scena, arriviamo a Venezia, l’ultima tappa del nostro viaggio alla scoperta del Veneto. Non si sa se fu il mal di capo dovuto alla stanchezza o la sbadataggine a creare il gran pasticcio, fatto sta che su ogni balocco la Befana lasciò cadere inavvertitamente tre dita di polvere magica. E non appena toccata da quel pulviscolo fatato ogni calza appesa al caminetto starnutiva come un cucciolo infreddolito. Accadde poi che la Befana, subito dopo aver riempito la calza di Davide Luzzati, stanca del suo lungo giro, si incastrò nel camino sporco di fuliggine. Quella notte la luna si accovacciò sopra i comignoli. E la sua luce portò conforto alla Befana che si era un po’ intirizzita durante il tempo passato nella canna del camino di casa Luzzati… “Ohi, anche questa cosa mi doveva capitare” disse la Befana. Era la prima volta che rimaneva intrappolata in un camino. La città dormiva a pancia in giù. Dal Doge ai mercanti di cacio e di frittelle, tutti i fondoschiena stavano per aria… Nei giorni che seguirono la vita di Venezia cambiò aspetto. Il Doge chiamò i migliori sarti della città perché gli confezionassero abiti adatti alla coda di puzzola che gli era spuntata. E diede lavoro anche a molti falegnami perché tutte le sedie, le poltrone, i troni e gli sgabelli del Palazzo Ducale dovettero essere modificati con fori di diversa ampiezza. C’erano, infatti, tra i dignitari del palazzo, code di cavallo, di gatto, di caimano, di gazzella, di puzzola, di levriero, di porcello, e altre ancora, d’ogni genere, di lunghe e di corte, di bionde e di brune, di gaie e di blu. Tutti i troni e i tronetti avevano buchi per la coda di puzzola, perché solo al Doge ne era consentito l’uso. In tutta la città sorsero profumerie specializzate in deodoranti da coda e il commercio d’acqua di Colonia fiorì come mai prima. Si aprirono anche botteghe di tosatori di code; e per i ricchi, e soprattutto per le nobildonne, vennero da ogni parte d’Europa acconciatori capaci di far passare una coda di coccodrillo per quella di un pechinese. Per il carnevale che si avvicinava, fu predisposto dalle autorità che a tutti gli stranieri che avessero riso dei Veneziani, venissero rotti a martellate i denti davanti. La foggia degli abiti cambiò non poco: sportellini da coda vennero approntati su gonne e pantaloni… Bartolomeo, dal canto suo, andava facendo quattrini a palate vendendo uno scopetto da coda – da applicarsi con molletta indolore – che consentiva alle serve di far pulizia passeggiando e scodinzolando: un gran risparmio di tempo! E in una città di mercanti, si sa, vuol dire denaro… Presto però le cose volsero al peggio. Nel Palazzo Ducale i nobili cominciarono a dire al Doge che in tutta Europa si rideva dei Veneziani e che a lungo andare questo colpo al prestigio della Serenissi70 ma Repubblica ne avrebbe danneggiato i “serenissimi commerci”. “Come potremmo pretendere


rispetto se in tutti i porti del Mediterraneo corre la voce che la L’autore mercanzia dei Veneziani è cosa del demonio, e come potremmo smentire e deridere i superstiziosi se ognuno di noi, come Belzebù in persona, porta la coda?” Queste voci di palazzo cominciarono Andrea Molesini, veneziano, è un aua correre per tutta la città, perché davvero, passata l’euforia dei primi tore di racconti per bambini tra i più giorni, il commercio col resto del mondo stava andando a rotoli. E letti e tradotti. Le sue storie, frutto di presto il Doge in persona cominciò a trovare poco dignitoso avere una formidabile immaginazione, si cauna coda di puzzola. “Me ne fosse capitata una di levriero o, meglio ratterizzano per la grande ironia e le ancora, di leone, come quella del nostro glorioso emblema… ma di trame ricche di colpi di scena. puzzola… via, come si fa?” Il denaro cominciò a mancare un po’ a tutti quando i galeoni della Repubblica non vennero più fatti entrare nei porti stranieri. I mercanti dei paesi concorrenti erano riusciti così, gonfiando la diceria del demonio e della coda, a sbarazzarsi di chi per secoli li aveva sbeffeggiati. E presto, molto presto, nemmeno i sarti, i falegnami, i tosatori e profumieri di Venezia risero più. Ma a nulla serviva il pensare ad altro, le code stavano lì, sotto gli occhi di tutti, e le navi non portavano più la seta e le spezie dell’Oriente. Andrea Molesini, Quando ai Veneziani crebbe la coda, Mondadori

La città sull’acqua Venezia lega la propria storia e fortuna alle attività commerciali marinare che l’hanno resa uno dei centri economici più importanti di tutto il Medioevo. La città lagunare fu con Genova, Pisa e Amalfi una delle quattro Repubbliche marinare che, divenute ben presto rivali, lottarono tenacemente l’una contro l’altra, con alterne vicende. Infine Venezia ebbe il sopravvento su tutte e ottenne il controllo sulle principali rotte commerciali del Mediterraneo. La crescita economica della città favorì anche lo sviluppo dell’architettura e dell’arte, rendendola uno dei maggiori centri artistici d’Europa.

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Quinta settimana

italiano

3a

tappa

Esplorando il testo Rispondi alle domande.

a. Cosa lascia cadere la Befana sulle calze appese ai caminetti? ...................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................

b. Cosa scoprono i Veneziani con stupore il giorno seguente?

...................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................

c. Come reagiscono i Veneziani alla sorprendente novità?

...................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................

d. Quale ingegnosa invenzione mette a punto Bartolomeo, per far quattrini?

...................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................

e. Cosa comprendono dopo un po’ i Veneziani?

...................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................

Rifletti su… a. L’espressione “Quella notte la luna si accovacciò sopra i comignoli” significa che: ❏ la luna non è visibile bile perché è nascosta dai comignoli; ❏ la luna illumina dolcemente olcemente i comignoli e i tetti delle case. b. In un primo momento, i Veneziani reagiscono alla novità delle code con intelligenza, trovando perfino il modo do di arricchirsi. Con questo, l’autore ci vuole dire che: ❏ i Veneziani sono abili e industriosi, tanto da riuscire a cambiare a proprio favore una situazione sfavorevole; ❏ i Veneziani mostrano ano di possedere poca autostima. c. Il Doge lamenta di aver er ricevuto una coda di puzzola, poco decorosa per il suo rango, mentre avrebbe preferito che gli spuntasse una coda di leone. La considerazione del Doge ti sembra: ❏ sciocca, poiché qualsiasi ualsiasi coda lo renderebbe ridicolo; ❏ giusta, in quanto il suo ruolo richiede una coda più “importante”.

72


Esplorando il testo

italiano

Esercitiamo il lessico. a. Con l’aiuto del dizionario scrivi il significato delle seguenti parole contenute nel brano. fuliggine ................................................................................................................................................................................................ dignitario .............................................................................................................................................................................................. intirizzito ............................................................................................................................................................................................... emblema ............................................................................................................................................................................................... balocco .................................................................................................................................................................................................. foggia .................................................................................................................................................................................................... euforia .................................................................................................................................................................................................. galeone ................................................................................................................................................................................................. b. Spiega il significato delle seguenti espressioni contenute nel brano. … la Befana lasciò cadere inavvertitamente tre dita di polvere magica … ................................................................................................................................................................................................................

… la città dormiva a pancia in giù … ................................................................................................................................................................................................................

… vennero da ogni parte d’Europa acconciatori capaci di far passare una coda di coccodrillo per quella di un pechinese … ................................................................................................................................................................................................................

… queste voci di palazzo cominciarono a correre per tutta la città … ................................................................................................................................................................................................................

o dell a i alig e La v tor

it r c s

Il racconto fantasy

, ’Ottocento ll e n e c s a n ntafantasy arrativa fa n a Il genere ll e d o secolo svilupp denza re dal XIX ti grazie allo r a p nuova ten a ta i io s r e p u o r Q p . fascino de ione s l e fu n if , stica che d o e it il mo. n’incredib rigini nel m agia e nel simbolis o e degli u s le conosce u a am ond Signore ll ff e Il a n : a o i, r s il s b tu e a a e c r g inario suc cessi anch della lette rali inspie d c r u u t o s a a i n tr n im s s a i r d is i sop saghe ti grand fenomen icchito da ia, divenu r r n r a a to N i ta d s è uesto ronache Il fantasy iluppo di q nv tter, Le c s o o P ll y a r r a te rapprese Anelli, H otevolmen iù n p i o n it a u . li a ib a m tr it e in rittori ha con Paola grazie al c . Tra gli sc mo citare ra italiana to ia n s tu s e a c o r e p e v i tt o n le N a re dal iù giov Anche la tto a parti ntre tra i p u e tt m a r , p ti o a s z z , o e Bu genere i. dano Calvin i e Francesco Falcon r o ic r i s i v tati lesin Andrea Mo r, e n n o n n a Z

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Quinta settimana

italiano

3a

tappa

Cambio di rotta Sembra proprio che i Veneziani se la stiano passando male: che ne diresti di dar loro una mano? Bene! Presentati al Doge con un’invenzione mirabolante capace di risolvere il problema delle code. Potrebbe essere una pozione magica da sciogliere nell’acqua oppure una formula chimica che la stessa Befana distratta ti ha fornito per rimediare ai guai che ha combinato. Nel Palazzo Ducale di Venezia incontrerai diversi nobili. Prova a descrivere anche i loro ricchi abiti, ma ricorda di non ridere se vedrai delle code agitarsi sotto le gonne e i pantaloni! I Veneziani, si sa, sono molto permalosi…

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è

LA GRAMMATICA IN VIAGGIO

italiano

❱❱ L’articolo ❰❰

1. Cerchia di rosso gli articoli determinativi e di blu gli articoli indeterminativi. a. Quella notte la luna si accovacciò sopra i comignoli. E la sua luce portò conforto alla Befana che si era un po’ intirizzita durante il tempo passato nella canna del camino di casa Luzzati. b. “Ohi, anche questa cosa mi doveva capitare” disse la Befana. Era la prima volta che rimaneva intrappolata in un camino. c. Il Doge chiamò i migliori sarti della città perché gli confezionassero abiti adatti alla coda di puzzola che gli era spuntata. E diede lavoro anche a molti falegnami perché tutte le sedie, le poltrone, i troni e gli sgabelli del Palazzo Ducale dovettero essere modificati con fori di diversa ampiezza. d. Tutti i troni e i tronetti avevano buchi per la coda di puzzola, perché solo al Doge ne era consentito l’uso. e. Vennero da ogni parte d’Europa acconciatori capaci di far passare una coda di coccodrillo per quella di un pechinese. f. Presto il Doge in persona cominciò a trovare poco dignitoso avere una coda di puzzola. “Me ne fosse capitata una di levriero o, meglio ancora, di leone, come quella del nostro glorioso emblema… ma di puzzola… via, come si fa?” 2. Aggiungi l’articolo determinativo e l’articolo indeterminativo accanto a ciascuno dei seguenti nomi (fai attenzione all’apostrofo). ...lo ....

..uno...

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gnomo amaca amico eco gatto onda alunno disco

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bambina amica zaino iettatore scodella pneumatico estate alunna

3. Componi delle frasi utilizzando gli articoli partitivi indicati di seguito. del ..........................................................................................................................................................................................

dello ..........................................................................................................................................................................................

dell’ ..........................................................................................................................................................................................

dei ..........................................................................................................................................................................................

degli ..........................................................................................................................................................................................

della ..........................................................................................................................................................................................

delle ..........................................................................................................................................................................................

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Quinta settimana

Pronti, per il ritorno... VIA!

Risolvi i seguenti rebus formati da nomi composti. In ognuno di essi è contenuto un piccolo souvenir del nostro viaggio in Veneto.

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76 6

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Saluti da... Saluti da... Saluti da... Saluti da... Saluti da... Saluti da. Saluti da Il nostro viaggio nel Veneto finisce qui. Non ci resta che spedire una cartolina al nostro migliore

Saluti da...

amico o alla nostra migliore amica… Poi partiremo alla volta della Lombardia.

77


Sesta settimana

6

5

2

8

7

Destinazione

Lombardia

1

4

Adesso che siamo a Milano, finalmente, vogliamo andare a vedere questo famoso Colosseo?

Antonio de Curtis, Totò, Peppino e… la malafemmina

La bandiera della Regione Lombardia, rappresenta la stilizzazione della rosa camuna, una delle più famose incisioni rupestri della Val Camonica risalente alla civiltà dei Camuni, che vissero nella valle durante l’età del Ferro.

3

Capoluogo di Regione: Milano (ab. 1.331.700 circa) Superficie: 23.860 km2 Abitanti: 9.991.600 circa, per una densità di 419 ab./km2 Clima: subcontinentale, caratterizzato da inverni rigidi e nebSondrio biosi ed estati afose e umide (i territori in prossimità dei laghi Lecco sono mitigati sia in estate che in inverno dalla presenza dei Como Varese grandi bacini d’acqua dolce; nell’area settentrionale, caBergamo Monza ratterizzata da un’imponente fascia montuosa, il clima è di Milano Brescia tipo alpino, con abbondanti nevicate durante l’inverno) 1a

Pavia

tappa

Lodi Cremona

Navigli 2a

78

tappa Duomo

3a

tappa Corso Vittorio Emanuele

Mantova


Con la sesta tappa del nostro itinerario visitiamo la Lombardia, il cuore pulsante del nord Italia. La regione, proiettata culturalmente ed economicamente verso l’Europa, è stata per secoli un ponte tra le rotte commerciali mediterranee e quelle dei paesi d’oltralpe. Questa terra è stata protagonista di importantissime vicende storiche e artistiche: dalla conquista dei Longobardi, dai quali deriva il nome della regione, a quella dei Franchi di Carlo Magno; dallo scontro tra Comuni e Impero agli splendori dell’età rinascimentale, segnata dalla presenza del genio artistico di Leonardo Da Vinci; dalle lotte risorgimentali alle battaglie della Seconda Guerra Mondiale. Da un punto di vista economico la Lombardia, grazie a un sistema di imprese dinamiche e tecnologicamente avanzate, è la regione più produttiva d’Italia. Milano è una delle principali piazze d’affari d’Europa, ma anche una città dagli standard culturali elevati, grazie alla presenza di università e centri di ricerca prestigiosi. Amore per la propria storia e spinta intraprendente verso il futuro, spirito d’impresa e salvaguardia delle tradizioni culturali: questi elementi rappresentano le caratteristiche principali degli abitanti di questa variegata regione.

1a

geografia

tappa

Paese che vai...

Se manca il mare… c’è il naviglio! Milano deve la sua fisionomia moderna e il suo sviluppo economico allo sfruttaM m mento delle acque, particolarmente abbondanti sul territorio lombardo. Nel corso del Med Medioevo fu realizzato e potenziato il sistema dei navigli e dei corsi d’acqua diretti verso la città, a scopi sia difensivi che commerciali. Cominceremo il nostro viaggio alla scoperta di Milano proprio percorrendo uno di questi canali fluviali.

2a

storia

tappa ...storie che trovi

Una foresta di pietra

Durante la seconda metà del Trecento a Milano hanno inizio i lavori per la realizzazione di un’opera colossale, il Duomo, destinato a diventare il simbolo sim della città. Il secolo vede anche l’affermazione di una famiglia potente e battagliera: i Visconti. Durante la nostra seconda tappa osserveremo da vicino i simboli del potere della Milano trecentesca.

italiano

3a

tappa

Ti racconto un viaggio S Sandwich al dentifricio L’ultima tappa del nostro viaggio prevede un giro nel L’u centro di Milano. Seguiremo Carlo, impegnato in un la-

voro assurdo, e ascolteremo la sua storia a tratti esilarante e a tratti malinconica.

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Sesta settimana

geografia

Milano

2

Paese che vai... tappa Se manca il mare… 1

a

c’è il naviglio!

Partiamo alla scoperta di Milano attraverso un percorso insolito, quello dei navigli. Questo sistema fluviale raggiunse il suo massimo sviluppo in età tardo comunale. Il naviglio Grande, già navigabile a partire dalla metà del Duecento, riforniva la città di acqua proveniente direttamente dal Ticino, attraverso un percorso di circa 50 km. Oltre che per la fornitura idrica, il sistema dei navigli fu utilizzato a scopo difensivo e commerciale. Soprattutto nell’area meridionale dell’abitato si svilupparono floride attività artigianali che richiedevano un continuo utilizzo di acqua. Sorsero così, lungo il percorso dei navigli, botteghe di conciatori e tintori, mulini, fabbriche di carta e segherie. La navigabilità dei corsi d’acqua entro il territorio di Milano favorì il trasporto di merci e di scorte alimentari, reso più efficiente dal sistema delle cosiddette “conche”, che consentiva alle imbarcazioni il passaggio attraverso bacini d’acqua di livelli differenti. Le piccole darsene, dove avveniva lo scarico delle merci, sorsero numerose nel perimetro urbano. Una di esse, il laghetto di Santo Stefano, oggi interrato, servì al trasporto dei marmi utilizzati per la costruzione del Duomo.

L’accesso al laghetto di Santo Stefano nel 1855, una delle prime foto dei navigli.

V V m vigabile alla a n ià g ra e Grande rciali. V i difensivi. a. Il naviglio ttività comme n aveva scop a o n re li e d ig n v V a re n p i a . de intr i del Duomo b. Il sistema ’acqua non era possibile rm a m i e d o c rsi d ì allo scari c. Lungo i co Stefano serv to n a S i d a n d. La darse

o? Vero o fals 80

ento. età del Duec

F F F F


Parte la crociera! Vedere Milano dall’acqua è un’esperienza davvero suggestiva. Per viverla basta prendere parte a una minicrociera sul naviglio Grande! L’imbarcazione scivola lenta e silenziosa lungo il canale e attraversa una parte di città che conserva inalterata l’immagine di una Milano lenta e placida, con gli approdi e le case che si susseguono lungo il corso d’acqua. Questa zona è animata dalla presenza di artisti internazionali e da numerosi locali molto frequentati. Sostiamo a Porta Ticinese, una delle sei porte principali di Milano, per osservare da vicino la Darsena, che costituiva il porto della città: risalente agli inizi del ’600, per la quantità di merci trasportate, è stata di fondamentale importanza per l’economia urbana.

A proposito di... Leonardo Da Vinci giunse a Milano nel 1482, trovando, presso la corte sforzesca di Ludovico

il Moro, un ambiente culturalmente avanzato e stimolante. Rimase in città sedici anni, realizzando capolavori come L’ultima cena. I suoi progetti per la regolamentazione dei navigli e per la costruzione di innovativi sistemi di irrigazione si conservano presso il Museo dei Navigli di Milano.

Completa le frasi. a. Sul naviglio Grande è possibile effettuare .................................... .................................... ................................... b. Lungo il naviglio si susseguono ..................................... ..................................... ..................................... ............. c. La Darsena era .................................... .................................... .................................... .................................... ..... d. Leonardo progettò a Milano ..................................... ..................................... ..................................... .................. e. I disegni dei progetti di Leonardo sono conservati .................................... .................................... .....................

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Sesta settimana

storia 2

2a

Milano

...storie che trovi tappa

Una foresta di pietra

Il simbolo di Milano è senza dubbio il suo spettacolare Duomo, che giganteggia nella piazza omonima come un organismo complesso, costruito attraverso sei secoli, straordinario per dimensioni e numero di decorazioni. I lavori cominciarono nel 1386. La realizzazione di un monumento così grandioso si inserisce nelle vicende storiche della Milano di quegli anni. Gian Galeazzo Visconti, signore della città, intendeva trasformare Milano nella capitale di un moderno Stato regionale, proiettato verso l’Europa e capace di competere con i centri italiani più prestigiosi. Il materiale da costruzione adoperato è il prezioso marmo di Candoglia, che venne trasportato lungo i navigli. Gli operai e gli artisti impiegati per secoli furono migliaia, come migliaia sono le statue che decorano il Duomo (oltre 3.400!). Per cogliere la grandezza di questo monumento non resta che salire sulla sua cima. È possibile raggiungere i terrazzi tramite un veloce ascensore. Qui, sul tetto di Milano, la veduta è incomparabile. Siamo completamente circondati da archi rampanti, guglie e pinnacoli che formano un intrico simile a quello di una vera e propria foresta di pietra!

In volo su Milano a bordo di una scopa Il cinema ci ha regalato tantissime immagini poetiche di Milano e del suo Duomo. Una delle più commoventi si trova nel film Miracolo a Milano, del 1951, del regista Vittorio De Sica. Il lungometraggio è una favola moderna che racconta le peripezie di Totò e di un gruppo di poveri provenienti dalla periferia. La scena finale vede Totò, in compagnia dei suoi amici, impossessarsi delle scope di alcuni netturbini e volare via, sorvolando Milano e le guglie del Duomo, verso un mondo più giusto.

Rispondi alle domande. a. Quando iniziò la costruzione del Duomo di Milano?

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b. Quale prezioso materiale venne utilizzato?

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c. In che modo questo materiale venne trasportato?

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La fine dell’età comunale: le vicende dei Visconti di Milano Con la crisi dell’Impero e del Papato, nel corso del XIII secolo, venne meno la possibilità di creare in Italia uno Stato unitario. A salvaguardare l’autonomia delle città del centro nord restavano solo i Comuni. Ma ben presto anche queste istituzioni cominciarono a mostrare segni di debolezza. Le continue lotte tra le famiglie cittadine più potenti avevano trasformato le città in veri e propri campi di battaglia, mentre gran parte del popolo rimaneva ancora escluso dalla partecipazione alla vita politica. Molti Comuni divennero ingovernabili e di conseguenza il potere passò nelle mani di coloro che seppero imporsi con maggiore forza e autorità. Molto spesso gli stessi cittadini, stanchi delle continue lotte, si affidavano a un Podestà o Capitano del Popolo per ristabilire l’ordine. Chi riceveva questo tipo di incarico diveniva il nuovo padrone della città.

A Milano, tra il 1378 e il 1402, Gian Galeazzo Visconti creò un vero e proprio Stato regionale, che estese i suoi confini con la forza conquistando il Veneto e parte dell’Umbria e della Toscana. Inoltre, Gian Galeazzo, avendo sposato la figlia del re di Francia, Giovanni II, divenne uno dei signori più potenti d’Europa. In seguito al matrimonio riuscì anche a ottenere la nomina imperiale di duca, trasformando i suoi possedimenti in un principato. La sua morte, tuttavia, segnò la fine delle mire espansionistiche dei Visconti.

Rispondi alle domande. a. Quali furono le cause della crisi dei Comuni?

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b. Quale vantaggio ricevevano i Podestà o i Capitani del Popolo dalle loro nomine? .................................... .................................... .................................... ..................... .................................... .................................... .................................... .....................

c. Quali territori conquistò Gian Galeazzo Visconti?

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d. Quale risultato ottenne Gian Galeazzo Visconti dalla nomina di duca?

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Sesta settimana

italiano 2

Milano

tappa Sandwich al dentifricio 3a

Ti racconto un viaggio aggio ggio

Si può viaggiare per lavoro, ma se il viaggio avviene nel cuore di una città come Milano e con addosso un cartellone pubblicitario, allora c’è da ridere! Il sorriso è in realtà velato dalla malinconia di Carlo, il protagonista di questo breve racconto, che sogna una vita diversa, ma che non può fare a meno di irridere la sua stessa condizione. Seguiamolo lungo le vie del centro della città… Carlo ha trovato lavoro per qualche giorno come uomo-sandwich. Porta sul dorso un telaio di ferro con due manifesti in cui si afferma con tono reciso che il “Papp” è il migliore dentifricio oggi esistente. […] A questo bisognava arrivare: che il dentifricio Papp fosse il migliore e che il nostro Carlo, insieme con altri cinque compagni di lavoro, percorresse cento volte al giorno, come gettandoselo dietro le spalle in un sacco, il corso Vittorio Emanuele di Milano (tanto ogni uomo-sandwich è immerso nei suoi pensieri ed è estraneo a ciò che vede e che sente). Aggiungo che in caso di morte improvvisa del nostro Carlo non avrebbe importanza che egli cadesse in avanti o all’indietro, perché col petto o con la schiena continuerebbe a informare i passanti che il dentifricio Papp non ha rivali nel mondo. A questo scopo l’impresario degli uomini-sandwich assicura con un lucchetto ciascun telaio di ferro a ciascun dorso; potrebbe gettare le chiavi in mare e costringere Carlo e i suoi compagni a indossare, nel Giorno del Giudizio, non soltanto la loro carne ma anche gli elogi al dentifricio Papp; in tal caso, che direbbero gli angeli? Sì, il nostro Carlo percorre lentamente il corso Vittorio Emanuele e riflette su sé stesso. Questi primi giorni sono duri, ma sabato ci sarà un po’ di danaro sul marmo del tavolo della cucina. I tempi fanno ciò che vogliono della gente; una volta Teresa, la moglie, si issò su un finestrone dell’officina, dalla strada, per vedere come Carlo lavorava al tornio: che direbbe adesso se si incontrassero sul corso Vittorio Emanuele, sotto i cartelloni che il lucchetto gli assicura alla schiena? Sul serio c’è da ridere.

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Per tutto il giorno Carlo percorre, ora sul marciapiede destro, ora su quello sinistro, il corso Vittorio Emanuele; non ha altro da fare che muoversi e pensare. Poniamo che un uomo-sandwich veda sua moglie con un tale: entrano in un portoncino, li segue, li coglie in flagrante. Per quanto strilli le sue ragioni, per quanto si sforzi di essere più uomo che sandwich, il cartello che ha sulle spalle dominerà sempre la situazione e i giornali del pomeriggio titoleranno: “Marito ingannato raccomanda agli adulteri: usate esclusivamente dentifricio Papp”. Con questi insulsi pensieri nel cuore Carlo cammina cammina. Non vede e non sente nulla del corso Vittorio Emanuele; solo il fumo della sigaretta di qualche passante che lo sfiora gli fa stringere i pugni. Non è corretto che un uomo-sandwich fumi e del resto Carlo non potrà avere sigarette fino a sabato: un pensiero così sorprendente da immobilizzarlo, di colpo, all’angolo di via Pasquirolo. Un provinciale lo fissa, osserva quelle mascelle contratte per il sapore del tabacco che non vuole andarsene, quegli occhi vacui di manichino, quel telaio che inquadra l’encomiastico cartello. “Niente di tutto questo è vero (così Carlo sembra dirgli e forse impercettibilmente gli dice); date retta a me, il Papp è il peggiore dentifricio in cui potevate imbattervi arrivando da Belluno, il Papp non vale un bottone, abbasso il Papp”. Si fa sera. Un tram scampanella, un colombo allontanatosi imprudentemente dal Duomo e che non teneva la sua mano, sussulta e si scansa.

L’autore

Giuseppe Marotta, Il lavoro, in “A Milano non fa freddo”

Giuseppe Marotta (1902-1963) è stato uno scrittore italiano. Nato a Napoli, si è trasferito nel

1925 a Milano, dove ha condotto un’intensa attività giornalistica e di scrittore. I suoi racconti, legati alla realtà e a vicende di vita napoletana, sono densi di umorismo e particolarmente attenti alla descrizione della psicologia dei personaggi. La sua raccolta di racconti più celebre è L’oro di Napoli (1947), dalla quale il regista e attore Vittorio De Sica trasse un film. Le altre opere sono: A Milano non fa freddo (1949), Gli alunni del sole (1952), Coraggio, guardiamo (1953), Gli alunni del tempo (1960), la commedia Il califfo Esposito (1956).

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Sesta settimana

italiano

3

a

tappa

Esplorando il testo

Rispondi alle domande.

a. Quale insolita professione svolge Carlo a Milano? ...................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................

b. Quale percorso compie Carlo ogni giorno?

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c. Quale sistema ha escogitato l’impresario per assicurarsi che il lavoro di Carlo sia costante?

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d. Cosa dice o immagina di dire Carlo a un passante che si è fermato a osservarlo?

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e. Qual è l’ultima immagine di Milano descritta nel racconto di Marotta?

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Rifletti su… a. Il racconto, pur essendo segnato da pensieri e situazioni ridicole, ha un sapore triste e malinconico: sottolinea nel testo almeno due espressioni che comunicano questa sensazione e commentale in modo personale. ...................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................. ...................................................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................. ...................................................................................................................................................................................................................... ............................. ..................................................................................................................................... ........................... .................................................................................................................................. .......................... ...................................................................................................................................

b. Il commento finale di Carlo (“date retta a me, il Papp è il peggiore dentifricio in cui potevate imbattervi, il Papp non vale un bottone, abbasso il Papp”) rappresenta: ❏ uno sfogo di Carlo per l’umiliazione subita a causa del suo lavoro; ❏ un giudizio onesto sulla reale qualità del prodotto. c. Lo sguardo di Carlo non incontra mai quello dei passanti perché: ❏ ha avuto l’ordine di non parlare con nessuno durante ill lavoro; ❏ sente il peso degli occhi della gente su di sé.

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Esplorando il testo

italiano

Esercitiamo il lessico. a. Il fatto che il tono della pubblicità del dentifricio sia “reciso” significa che: ❏ è espresso con la massima decisione; ❏ nasconde un altro significato. b. L’espressione “cogliere in flagrante” significa: ❏ cogliere qualcuno sul fatto; ❏ avere seri dubbi su qualcuno o qualcosa. c. La ripetizione “Carlo cammina cammina” viene utilizzata: ❏ per errore; ❏ per dare l’idea al lettore della monotonia e del tempo dell’azione compiuta da Carlo. d. L’espressione “l’encomiastico cartello” sta a indicare che: ❏ il cartello propone un messaggio di elogio; ❏ il messaggio del cartello è dispregiativo.

o dell a i alig e r La v o t

it scr

Il racconto umoristico e tragicomico

na o n t ie n e u c o t t le i t o c h e ha o r is t ic i : C a r lo e i Il raccon um rle m e n t i iz io U n iv e c it a r i o p p u r e d iu G l e s e r ie d i e d p u b b li n e l g io r n o a n t e d e ll a c a r t e ll o n i m i a l’ o c o m pa g n i s e s o e d li a. La n c o r a in lo r o t r e s c o s f o n d o d i a ” la m o g m la r o e f r p in o s a le c o n a “ c e s u ll cui s n d w ic h c h d is e g n a t a o q u a s i s e n z a o m e n t o in è m l , e ia n l’ u o m o - s a v a io t t t ic u l d e n t if r g o n is t a , t a fi n o a ll o s fi n im e n a d e ll a t o r p l q u a li t à d e e in t r is t e z z a ra d m a u t ll m a e a c d ic r o e a t h c n alo c d iv e r t it a ndersi co menti tr e ara: Car r le l e m e a n n o i e c s n z io li z z a r iv o n o u n a s it u a v v is o pa r a t t i u m o r is t ic i c o n v o r p im o u e s s it u a z io n i e, g li a s p m e t a e il u o q d n n u e D iv . v e io n t i, p u r o a ll a s u a c o n d iz p r o t a g o n is t r a p p a r e u n s o r r is i o ic m eri o i. za per s tano dei v o e t r a g ic r n g ic o m ic ic o e t f iv is d r la o i, o m n nto u ld o e a n is s im , trova Nel racco M a rc o v a nati e um o r t a z io n e o u p t m r p o o ia f s d s r a o i, ll hn de a m a t i r ic ersonagg in o e J o p iù i lv a l li m it e t p a s i C e a u r Q lo T a t t o r i. ia n a . d a It v it a e a i le i” d e ll a v it a q u o t id t i r is p e t t iv a m e n t e ero rea e propri “ sonaggi c d in i , p e r an A r t u ro B Fante.

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Sesta settimana

italiano

3a

tappa

Cambio di rotta Vagando come uomo-sandwich per il centro di Milano, Carlo fa un incontro che determinerà un mutamento nella sua vita. Prosegui la storia e stabilisci se, alla fine, il destino del protagonista cambia o meno.

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è

LA GRAMMATICA IN VIAGGIO

italiano

❱❱ L’avverbio ❰❰

1. Sottolinea gli avverbi e le locuzioni avverbiali presenti nelle frasi che seguono. a. I soldati avanzavano cautamente tra l’erba alta. b. Ci vedremo di sicuro al mio ritorno. c. Marco è tornato da poco dal suo sorprendente viaggio in Australia. d. Sei talmente ingenuo da non renderti conto dell’inganno che hai subito. e. Di tanto in tanto i nostri vicini cenano da noi. f. Gabriella agì astutamente. g. Monica è stata giudicata severamente. 2. Partendo dal grado positivo forma il comparativo e il superlativo dei seguenti avverbi. Grado positivo

Grado comparativo

peggio

male

Grado superlativo

malissimo

molto velocemente poco bene chiaramente 3. Trasforma i seguenti aggettivi in avverbi. a. deciso ............................................................................... b. rapido ................................................................................ c. nuovo ................................................................................ d. misero ............................................................................... e. crudele ..............................................................................

f. leggero ..................................................................................... g. lontano ..................................................................................... h. giusto ........................................................................................ i. difficile ...................................................................................... j. benevolo ...................................................................................

4. Componi una frase con ciascuna delle seguenti locuzioni avverbiali. a. con tutta certezza ................................................................................................................................................................... ..........................................................................................................................................................................................................

b. in fretta e furia

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c. allo stesso tempo

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d. all’improvviso

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e. con tranquillità

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f. di quando in quando

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Sesta settimana

Pronti, per il ritorno... VIA!

Completa i cruciverba. Leggendo di seguito le caselle centrali dall’1 al 6 otterrai il nome del fiume che attraversa Milano. 1 verticale: Le usano gli uccelli per volare 1 1

1 orizzontale: Esprime gioia, approvazione 2

2 orizzontale: Famosissimo leader cinese

2 verticale: Gatto in inglese

2

3

3 orizzontale: Sigla del messaggio

3 verticale: Si usa per pescare

3

4

4 orizzontale: Sistema di frenata dei veicoli

4 verticale: Le prime tre lettere dell’alfabeto

4

5

5 orizzontale: Adesso

5

5 verticale: Al posto di fra

6

6 orizzontale: Richiesta di aiuto

90

SOLUZIONE:

6

6 verticale: Negazione


Saluti da... Saluti da... Saluti da... Saluti da... Saluti da... Saluti da. Salutiregione da che visiteremo sarà la Toscana, La sesta tappa del nostro viaggio termina qui. La prossima

Saluti da...

e la raggiungeremo a bordo di un veicolo molto originale: un side-car! Indossa occhialoni e casco e accomodati nella carrozzella agganciata alla moto. Sei pronto a partire? Prima, però scriviamo un biglietto di saluti alle persone alle quali teniamo di più! Per loro c’è anche una sorpresa… unisci i puntini da 1 a 20!

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Settima settimana

6

5

2

8

Destinazione

7

Toscana

1

Era piacevole svegliarsi a Firenze, aprire gli occhi su una camera nuda e luminosa, con il pavimento di piastrelle rosse […] era piacevole anche spalancare le finestre, affacciarsi nel sole con le colline, gli alberi e le chiese di marmo di fronte, e sotto, non lontano, l’Arno, che gorgogliava contro il terrapieno della strada.

4

Edward Morgan Forster, Camera con vista 3

Lo stemma della Regione Toscana è costituito da uno scudo sannitico su campo rosso con il Pegaso inalberato e rivoltato di color argento. Il cavallo alato è stato ripreso da una moneta attribuita a Benvenuto Cellini, realizzata dall’artista fiorentino nel 1537 in onore del cardinale Pietro Bembo.

Capoluogo di Regione: Firenze (ab. 379.200 circa) Superficie: 22.994 km2 Abitanti: 3.750.200 circa, per una densità di 163 ab./km2 Clima: temperato grazie alla presenza del Tirreno a ovest e della ella fascia di monti a nord che la riparano dai venti invernali (con l’aumento aumento della distanza dal mare, il clima diventa più rigido e nelle areee interne, durante l’inverno, si verificano precipitazioni nevose; le pioggee sono molto frequenti in primavera e autunno; durante l’estate le temperature re sono più elevate lungo le valli e fresche sui rilievi) 1a

Massa Carrara

Pistoia Lucca

Fiesole Firenze

Pisa Livorno

Arezzo Siena

tappa Fiesole

Grosseto

tappa

2a Palazzo della Signoria 3a

92

Prato

tappa Piazza della Signoria


A bordo di un side-car giungiamo in una regione, la Toscana, dalle ricchezze artistiche incredibili e caratterizzata da una natura dolce quanto suggestiva. Sostiamo nei dintorni di Firenze, capoluogo della Regione e museo all’aperto che conserva i più grandi tesori del Rinascimento. I maggiori artisti di questa età sono di origine toscana: Brunelleschi, Michelangelo e Leonardo sono solo alcuni tra i grandi nomi di questa felicissima stagione della storia italiana ed europea. Allora… sei pronto?

1a

geografia

tappa

Paese che vai...

Una foto scattata nel… 1490! Sebbene la fotografia sia un’invenzione del XIX secolo, già durante il Rinascim mento, circa quattro secoli prima, esistevano “fotografi” provetti! Si trattava in realtà rea di straordinari artisti che ritraevano paesaggi e vedute di città con una riccchezza di particolari paragonabile solo alla fotografia. Una di queste opere mostra uno stupendo scorcio di Firenze e le colline che la circondano, così come li avrebbero visti gli occhi di Leonardo o di Lorenzo il Magnifico! Ma, come vedremo durante il nostro tragitto, quello scorcio e quelle colline non sono cambiate poi tanto!

2a

storia

tappa ...storie che trovi Un museo come città

La seconda tappa del nostro viaggio ci condurrà nel centro di Firenze, la protagonista indiscussa di uno dei periodi più importanti della nostra storia: il Rinascimento. In quegli anni la città sembrò divenire il centro del mondo, anche grazie a un uomo straordinario, Lorenzo il Magnifico, che oltre a finanziare i maggiori artisti dell’epoca, fu in grado di stabilire alleanze che portarono a una fase di pace nell’intera Penisola.

italiano

3a

tappa

Ti racconto un viaggio Giallo Firenze Il criminale Hannibal Lecter, terrificante protagonista del romanzo Hannibal (da cui è stato tratto il film omonimo, appartenente alla saga de Il silenzio degli innocenti) è scappato dagli Stati Uniti e si è rifugiato a Firenze assumendo un’altra identità. Ma un commissario italiano, discendente da una storica famiglia fiorentina, è già sulle sue tracce! Seguiamo le indagini per scoprire chi dei due avrà la meglio.

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Settima settimana

geografia 2

Fiesole

tappa Una foto scattata nel… 1490! 1a

Paese che vai...

Prima di entrare nella città di Firenze, conosciamo il territorio circostante in modo insolito, attraverso un quadro, l’Annunciazione e Santi, dipinto intorno al 1490 da uno degli artisti più rappresentativi del Rinascimento fiorentino, Filippino Lippi. Il quadro ritrae la scena nella quale l’Arcangelo Gabriele annuncia alla Madonna il concepimento di Gesù. La rappresentazione è inserita in uno scenario naturale che è quello reale delle colline attorno a Firenze, così come l’artista le vedeva verso la fine del XV secolo. Si tratta, quindi, di una vera e propria “foto d’epoca” di quei luoghi, un viaggio nel tempo attraverso un’istantanea bellissima e precisa. Filippino Lippi

Sullo sfondo del dipinto si intravede Firenze e sono perfettamente riconoscibili la cupola di Santa Maria del Fiore, realizzata dall’architetto Brunelleschi, e il campanile di Giotto. Si tratta di una testimonianza viva dei luoghi in quell’epoca e ciò che sorprende maggiormente è come il paesaggio attorno a Firenze e la stessa città, nonostante siano trascorsi oltre cinquecento anni, siano rimasti quasi inalterati.

Filippino Lippi, Annunciazione e Santi, 1490 circa.

?

o Vero o fals 94

1490. pi intorno al

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L’anello verde Firenze è adagiata al centro di un suggestivo anello di colline che modellano il territorio posto subito al di fuori del suo perimetro. Il rapporto tra città e campagna è stato, nel corso dei secoli, sempre strettissimo: questi luoghi presentano castelli medievali e ville rinascimentali immersi in una natura rigogliosa. Il paesaggio è in parte cambiato per la presenza dell’uomo. I boschi che anticamente rivestivano le colline sono stati sostituiti da terrazzamenti per le colture e ulivi, ma sempre in modo molto equilibrato. Proviamo a inoltrarci per alcuni dei vecchi sentieri che portano alla collina fiesolana per avere l’immagine forse più suggestiva di Firenze e delle zone circostanti. Lungo il nostro percorso è tutto un susseguirsi di boschi di cipressi e improvvise aperture di belvedere e terrazzi panoramici. Osserva lungo il cammino le meravigliose ville cinquecentesche con gli stupendi giardini geometrici all’italiana. Fiesole è uno dei centri più antichi dell’area, risalente all’età etrusca: la collina è stata abitata fin dall’antichità e i segni di questo passato sono ancora oggi ben riconoscibili. I reperti antichi più interessanti si conservano nell’area archeologica della città in cima al colle.

A proposito di... letteratura nel 1946, amò p emio Nobel per la let sse, premio Hesse Hermann H H

in special modo Fiesole, soggiornandovi ripetutamente durante la sua giovinezza. Lo scrittore era come rapito dalla dolcezza del territorio fiorentino, tanto da definirlo “un luogo di pace come un’immagine da sogno”. Fu così ispirato dall’incanto di queste colline da ritrarle ad acquerello (e con notevolissimi risultati)!

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Settima settimana

storia

Firenze 2

2a

...storie che trovi tappa

Un museo come città

Lasciamo le dolci colline fiorentine ed entriamo finalmente a Firenze. Fulcro indiscusso dell’Umanesimo e del Rinascimento, lungo le strade del suo centro storico si avverte in pieno quella grandezza che emozionò e rese orgoglioso di essere fiorentino il giovane Michelangelo. La città è un vero e proprio museo all’aperto; uno dietro l’altro, sono visibili monumenti e capolavori tra i più grandi mai prodotti nel corso della storia dell’arte: la cupola di Santa Maria del Fiore, opera di architettura geniale realizzata a partire dal 1428 da Brunelleschi; il campanile di Giotto e il Battistero; il Museo degli Uffizi, uno dei più visitati al mondo, con capolavori assoluti come la Primavera di Botticelli o la Medusa di Caravaggio, per citarne solo alcuni. Tra Quattrocento e Cinquecento, Firenze apparve come la città ideale. Vi si concentrarono le migliori menti dei due secoli. Il risultato fu un prodigioso sviluppo della letteratura, delle arti, della filosofia. La città attirò dagli altri centri italiani e dall’estero intere generazioni di artisti che accorrevano per apprendere tutti i segreti di questa rivoluzione culturale. Il glorioso passato di Firenze coincide con quello di una famiglia, i Medici, e in particolare con quello di Lorenzo detto il Magnifico, amante e protettore delle arti, poeta, nonché abilissimo politico.

Pochi centesimi per una Venere Tra le opere più significative conservate agli Uffizi giganteggia la Nascita di Venere di Botticelli. Si tratta di un dipinto a tempera su tele di lino realizzato tra il 1482 e il 1485. Venere è rappresentata mentre fluttua leggera su una conchiglia al di sopra di un mare increspato dal vento soffiato dal dio Zefiro. L’opera simboleggia l’idea dell’amore inteso come la forza che dà vita alla natura; la Venere riprodotta in questo capolavoro assoluto è considerata da sempre come l’ideale perfetto della bellezza femminile. Eppure questa Venere, diventata una vera e propria icona di bellezza, è a un passo da te! Non ci credi? Prova a girare la monetina da dieci centesimi che hai in tasca… Attenzione, però, la moneta deve essere italiana!

Rispondi alle domande. a. Quali capolavori conserva la Galleria degli Uffizi?

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b. Quale famiglia fiorentina svolse un ruolo fondamentale nella Firenze del Rinascimento?

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c. Quale significato è contenuto nella Nascita di Venere?

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L’ago della bilancia Nel corso del Rinascimento i Comuni italiani entrarono in crisi e nelle città si affermarono le grandi famiglie di banchieri e mercanti. Grazie alla forza economica e delle armi, questi uomini diventarono ben presto padroni assoluti delle città, provocando la fine dell’esperienza democratica dell’età comunale. Nacquero così le Signorie. Il Rinascimento fu un’epoca di grande sviluppo artistico, ma anche un’età di forti tensioni sociali, che videro scatenarsi molto spesso sul territorio italiano guerre sanguinose tra i diversi Signori. Le divisioni dell’Italia facilitavano anche le conquiste di dominatori stranieri che invadevano ripetutamente la Penisola in cerca di facili vittorie. In questa situazione drammatica emerse la figura di Lorenzo il Magnifico. Il giovane principe della famiglia fiorentina dei Medici fu in grado di creare una serie di alleanze tra i vari Signori italiani, tale da garantire un periodo di tranquillità, che durò fino al 1492, anno della sua morte. Fu definito per questo “l’ago della bilancia”. In vita Lorenzo ebbe molti nemici. Il 26 aprile 1478, mentre assisteva alla messa nella chiesa di Santa Maria del Fiore assieme al fratello Giuliano, fu assalito da alcuni uomini. Giuliano morì, mentre Lorenzo riuscì a salvarsi. L’omicidio era stato organizzato dalla famiglia fiorentina dei Pazzi, rivale di quella dei Medici. Ma non anticipiamo niente. La pagina successiva contiene il finale della storia e altri scenari molto inquietanti…

Rispondi alle domande. a. In che modo si affermarono le grandi famiglie di banchieri e mercanti nei centri italiani?

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b. Perché Lorenzo il Magnifico fu definito “l’ago della bilancia”?

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c. Chi tentò di ucciderlo il 26 aprile del 1478?

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Settima settimana

italiano

Firenze 2

tappa Giallo Firenze 3a

Ti racconto un viaggio

Firenze, 26 aprile 1478, domenica mattina. Nel Duomo di Santa Maria del Fiore tre assassini armati di pugnali avanzano furtivamente alle spalle di Lorenzo e Giuliano dei Medici inginocchiati durante la celebrazione dell’eucarestia. Nella penombra dei colonnati scintillano i pugnali che colpiscono a morte Giuliano e feriscono alle spalle Lorenzo. La congiura dei Pazzi è iniziata. I killer inseguono Lorenzo, che si rifugia nella sagrestia sbarrando le porte. Sebbene sia terrorizzato, riesce a salvarsi e pensa già alla vendetta. Entro pochi giorni i corpi dei responsabili avrebbero penzolato impiccati dalle finestre del Palazzo Vecchio a Piazza della Signoria. Tra essi anche quello di Francesco dei Pazzi, uno degli assassini di Giuliano… Firenze, 2 maggio 1999, sabato notte. L’ispettore capo Rinaldo Pazzi, ultimo discendente della famiglia fiorentina dei Pazzi, è sulle tracce di un pericoloso criminale, Hannibal Lecter, ricercato dalle polizie di tutto il mondo. Sa con certezza che si trova a Firenze e molto presto lo catturerà… Notte nel cuore di Firenze, con Palazzo Vecchio che domina la buia Piazza della Signoria. L’ispettore capo Rinaldo Pazzi, impermeabile nero contro le statue di marmo, sbucò dalle ombre e attraversò la piazza, la testa che si voltava come un girasole verso le luci che illuminavano il palazzo. Alzò lo sguardo. Là, da quell’alta finestra era stato gettato il suo antenato Francesco dei Pazzi. Quella domenica d’aprile del 1478 la sua antica famiglia era stata in gran parte sterminata, accusata di aver cercato di eliminare Lorenzo dei Medici e di aver ucciso il fratello Giuliano. Ora Rinaldo Pazzi si trovava in quel luogo per decidere quale fosse il modo migliore per sfruttare lo strano colpo di fortuna che gli era capitato. L’ispettore capo era convinto che Hannibal Lecter vivesse a Firenze. Gli si presentava l’occasione di catturare il criminale più ricercato d’America. Pazzi ripensava a ciò che era accaduto nel pomeriggio. Qualche giorno prima era stato incaricato di condurre l’indagine sulla scomparsa di uno studioso della biblioteca di Palazzo Capponi, nel centro di Firenze. L’uomo era svanito nel nulla, senza lasciare tracce. Dopo un mese era stato nominato un altro responsabile della biblioteca, un tale professor Fell, americano. Pazzi lo aveva incontrato alle 17 di quel giorno e subito ne era stato scosso profondamente. Dopo avergli fatto alcune domande di rito aveva notato che indossava un guanto di pelle sottile alla mano sinistra… e i suoi occhi! Erano di un grigio chiarissimo, solcati da profonde rughe sulle palpebre. Non riusciva ancora a comprendere perché, ma la sua fronte aveva iniziato a sudare. Prima di abbandonare la biblioteca si era girato a osservare un’ultima volta Fell. Per poco il fiato non gli si era fermato. Il professore era davanti alla grande finestra che dava su Firenze. Alle sue spalle la cupola di Santa Maria del Fiore giganteggiava nel tramonto con il suo colore di mattoni bruciati: Fell lo fissava con oc98


L’autore chi impenetrabili e un vago sorriso appena accennato… Pazzi salutò il professore ancora una volta, cercando di contenere la paura. Scese le scale in preda alle vertigini, ma corse subito Thomas Harris (Jackson, 1940) è uno dei in questura. Da anni Pazzi leggeva minuziosamente gli avvisi più apprezzati scrittori di thriller contemposui criminali internazionali ricercati dalle polizie di mezzo monranei. Ha iniziato la sua carriera come giordo. Si incollò al computer e dall’archivio elettronico tirò fuori la nalista di cronaca nera, per approdare al scheda di Hannibal Lecter, 56 anni, uno dei più pericolosi serial successo mondiale con la trilogia relativa killer d’America, introvabile da anni. La scheda di Lecter indicaalla sua più spaventosa invenzione: il dottor va alcune caratteristiche fisiche del criminale. Tra esse anche un Hannibal Lecter, antropofago, protagonista difetto evidente, la mancanza del dito anulare della mano sinistra de Il silenzio degli innocenti (1988), uno dei fin dalla nascita. Per mascherare il difetto Lecter ricorreva a un migliori film di genere horror-thriller degli guanto. ultimi anni. La sua produzione letteraria ha Pazzi ingrandì il volto di Lecter sul monitor soffermandosi sul inizio con Black Sunday (1975) e continua particolare degli occhi. Riconobbe all’istante l’espressione, il con Red Dragon (1981), Hannibal (1999), loro colore grigio, le pesanti palpebre. Aveva ripreso a sudare… Hannibal Lecter. Le origini del male (2006). Aprì un file con altre foto, quelle delle vittime di Lecter e quelle della cella in America dalla quale era evaso anni prima. Lecter amava i libri e l’arte rinascimentale. Era un abile disegnatore e aveva incollato al muro della sua cella alcune vedute di città italiane eseguite a carboncino. Tra queste anche una di Firenze con lo sfondo della cupola di Santa Maria del Fiore. Il particolare della cupola era lo stesso che i suoi occhi avevano inquadrato nella biblioteca alle spalle di Fell, alcune ora prima. Fell era in realtà Lecter. Scappato dagli Stati Uniti, era giunto in Italia e aveva preso il posto del bibliotecario di Palazzo Capponi facendolo sparire. Sicuramente lo aveva ucciso. Pazzi non aveva più dubbi. Restava solo una cosa da fare: organizzare il suo arresto. Lecter era pericolosissimo, un killer spietato, freddo e temibile… Pazzi avrebbe agito cogliendolo di sorpresa. La notte seguente Pazzi avanzava silenziosamente lungo i tavoli della biblioteca Capponi con il cuore che martellava nel petto. Aveva deciso di procedere all’azione da solo, voleva la gloria di quell’arresto soltanto per sé. Non l’avrebbe divisa con nessuno. Aveva spiato Lecter tutto il giorno, poi si era diretto verso uno stanzino e lì, con grande nervosismo, aveva aspettato che tutti andassero via. Nell’oscurità era venuto fuori e ora avanzava con la pistola in pugno verso lo studio di Lecter ancora illuminato. Sentì un breve fruscio alle sue spalle. Si voltò lentamente, raggelato. “Salve commissario Pazzi, la stavo aspettando”. Lecter era lì, al buio, alle sue spalle, calmissimo, con un lungo tagliacarte nella mano guantata e un beffardo ghigno stampato sul volto che gli scopriva i denti… riduz. e adatt. da Thomas Harris, Hannibal, Mondadori

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Settima settimana

italiano

3

a

tappa

Esplorando il testo Rispondi alle domande.

a. Quale incredibile scoperta fa il commissario Pazzi durante la sua indagine? ...................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................

b. Quali particolari del misterioso professor Fell lo mettono in allarme?

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c. A quale immagine il commissario collega quella di Fell davanti alla finestra della biblioteca?

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d. Quale pericolosa decisione prende il commissario?

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e. Qual è il colpo di scena finale?

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Rifletti su… a. Inserisci nella tabella gli elementi che caratterizzano i due protagonisti della storia. Commissario Pazzi Pregi

Hannibal Lecter Caratteristiche fisiche

Difetti

Personalità

b. Qual è l’errore commesso dal commissario? Perché, secondo te, si comporta così? ................................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................................................................. ...................................................................................................................................................................................................

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Esplorando il testo

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Esercitiamo il lessico. a. Una “domanda di rito” è: ❏ una domanda che il sacerdote rivolge ai fedeli durante la messa; ❏ una domanda che si usa fare in determinate circostanze. b. Il “colore bruciato” della cupola del duomo indica che: ❏ la cupola è stata colpita da un violento incendio; ❏ la cupola assume quel colore grazie ai mattoni rossi colpiti dal sole. c. Cosa intende dire l’autore quando scrive che le palpebre di Lecter sono “pesanti”? ❏ Che Lecter dimostra più anni di quanti ne abbia in realtà. ❏ Che Lecter ha subito un intervento facciale per non farsi riconoscere. d. Il fatto che il commissario Pazzi si volti “raggelato” significa che: ❏ è assalito dalla paura; ❏ si è raffreddato per le troppe ore trascorse nascosto nello stanzino. e. Abbina i nomi agli aggettivi tenendo conto del loro significato espressivo. occhi vago sorriso spietato disegnatore grigio colore abile killer beffardo ghigno impenetrabili

o dell a i alig v re a L

o t t i scr

i quel centro d a è o s o crimin i fondono L’enigma el quale s

Detective story, giallo, thriller

n di un narrativo, e r e n e g risoluzione to la s i: n io z rie del a i e situ oa delitto, sto n u o i aff erman vari aspett a s s i r r a a p r e m ano o tt c na s ti generi le me l’americ or, l’ingles o e c u i r mistero, u Q to . u ti a n all’horr rrorizza razie ad es, o il nnaturale a brivido o te età del XIX secolo g r p o s l lock Holm a r d e o h n m S ia a e z r ll a a stigato storie sp partire d elebre inve mmissario Maigret. c oe, le cui l P e d n a e r ll A to del co Edgar yle, inven ra la saga u g Conan Do u r a u in h t e r h A se enon, c rges Sim belga Geo

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Settima settimana

italiano

3a

tappa

Cambio di rotta Il racconto relativo all’indagine del commissario Pazzi si interrompe nel momento di maggiore tensione. L’investigatore da cacciatore si è trasformato inaspettatamente in preda. Hannibal Lecter è un criminale senza scrupoli e Pazzi rischia di fare una fine tremenda se qualcuno non lo aiuterà immediatamente. Sei pronto a sfidare la terribile follia di Lecter per salvarlo? Beh, allora non perdere un solo minuto. Intervieni e concludi la storia inserendo un colpo di scena finale!

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è

LA GRAMMATICA IN VIAGGIO

italiano

❱❱ La preposizione ❰❰

1. Sottolinea le preposizioni semplici presenti nelle frasi che seguono. a. A Mario piace moltissimo vedere la partita in compagnia di Giorgio. b. Tra poco andremo da Paolo per una merenda. c. Durante la mattinata faremo una gita in barca. d. Con un poco di buona volontà raggiungerai ottimi risultati. e. Da quando è partito ha telefonato solo per dire che si trova bene. f. Accomodati su una poltrona, prego. 2. Scrivi sei frasi e in ognuna di esse inserisci almeno due preposizioni semplici e una preposizione articolata. a. b. c. d. e. f.

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3. Completa le frasi inserendo le preposizioni articolate adatte. a. b. c. d. e. f. g. h.

Qual è la causa ........................ tuo malumore? A una certa ora, ........................ corso ........................ pomeriggio, è arrivato Francesco. ........................ cima ........................ monte il sole splendeva con tutta la sua forza. ........................ archivi ........................ biblioteca sono emersi alcuni documenti molto interessanti. ........................ mio punto di vista i fatti accaduti hanno una grande importanza. Non vorrei essere ........................ vostra situazione. Luca si riconosce ........................ voce. Muoio ........................ fame.

4. Sottolinea in rosso le preposizioni semplici e in blu le preposizioni articolate presenti nel brano che segue. Bene, a febbraio era già primavera. Tutte le margherite spuntarono in una sola mattina. Si sentì un rumore come se si aprisse un gigantesco ombrello, ed eccole tutte al loro posto. Dagli alberi cominciò a cadere il polline a mucchi. Tutto il paese starnutiva, e arrivò un’epidemia di allergie stranissime: ad alcuni si gonfiava il naso, ad altri spuntava una maniglia. La frutta maturava di colpo: ti addormentavi sotto un albero di mele acerbe e ti svegliavi coperto di marmellata. Poi toccò alla pioggia dare i numeri. Pioveva solo un’ora al giorno, ma sempre nello stesso punto: sulla casa del sindaco. Poi la nuvolona si metteva a passeggiare avanti e indietro sul paese e appena vedeva uno col cappello, zac, glielo incendiava con un fulminino. Ad aprile ecco di colpo l’estate. Quarantasette gradi. Il grano maturò e in due giorni era cotto. Raccogliemmo duecento quintali di sfilatini di pane. Stefano Benni, Il bar sotto al mare, Feltrinelli

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Settima settimana

Pronti, per il ritorno... VIA!

Risolvi il cruciverba, poi leggi in fila le lettere contenute nelle seguenti caselle: 11 – 4 – 10 – 13 – 5 – 13 – 1 – 5. Otterrai il cognome di un famosissimo poeta toscano.

1

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10 12

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Orizzontali 1. Lo disegnano gli innamorati. 5. Arezzo. 6. Il nome del grandissimo violinista Ughi. 7. Complice del rapinatore. 9. Sopra in inglese. 10. Abita le fogne. 12. Le segna l’orologio. 14. Articolo determinativo. 15. Tra zero e due.

Verticali 1. Il boss. 2. Pianeta lontanissimo del sistema solare. 3. Un’automobile ne ha quattro. 4. L’alieno più famoso. 8. È sia nord che sud ed è freddissimo. 11. Sigla di un codice di accesso riservato. 13. Il marito della regina.

Incastra la lettera! Alcune lettere dei nomi che seguono sono fuori posto. Riordinale e scopri i nomi dei maggiori artisti toscani del Rinascimento! 1. Fulippe Brinelloschi

2. Denatolol 3. Mechilangole Buonartori

4. Loenorda ad Vicin

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Saluti da... Saluti da... Saluti da... Saluti da... Saluti da... Saluti da. Saluti da

Saluti da...

Siamo q quasi alla fine del nostro viaggio. gg L’ultima meta è la Liguria, g , terra aspra p e bellissima. La ragg giungeremo cavalcando in sella a dei purosangue lungo la Versilia, fino alle incantevoli Cinque Terre. Ma prima di partire… che ne dici di inviare un messaggio ai tuoi amici?

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Ottava settimana

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5

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Destinazione

Liguria

7

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Preferisco Genova a tutte le città che ho abitato. Mi ci sento perduto e familiare, piccolo e straniero.

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Paul Valéry

La bandiera della Regione Liguria è costituita da un drappo rettangolare con i colori verde, rosso e blu (che simboleggiano, rispettivamente i monti dell’Appennino Ligure e delle Alpi Liguri, il sangue versato per l’Unità d’Italia e la Resistenza, il Mar Ligure) al centro del quale è posta una caravella stilizzata che richiama le tradizioni marittime della regione

Capoluogo di Regione: Genova (ab. 595.000 circa) Superficie: 5.420 km2 Abitanti: 1.587.300 circa, per una densità di 293 ab./km2 Clima: prevalentemente mite durante l’anno per la presenza del mare a sud, che apporta aria calda, e per le catene montuose a nord, che frenano l’avanzata dei gelidi venti europei in inverno (le estati si presentano fresche e ventilate; le precipitazioni sono abbondanti sui rilievi, mentre la costa occidentale, la Riviera di Ponente, è più asciutta e calda rispetto a quella di Levante, a est, generalmente più umida) Savona

3

Genova Cinque Terre

1a

La Spezia

tappa

Imperia

Cinque Terre 2a

tappa Genova

3a

tappa

Genova

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La Liguria rappresenta la meta finale di questo nostro avventuroso viaggio. La regione, sottile arco di montagne e rocce protese verso il mare, è caratterizzata da splendidi tratti costieri lungo i quali sorgono incantevoli città marittime. La popolazione contenuta e il territorio aspro e, per buona parte, non alterato dalla presenza umana, rendono la Liguria una delle regioni italiane più interessanti dal punto di vista naturalistico. Le aree montuose e il mare si sfiorano, dando vita a un sistema ambientale unico e complesso.

geografia

1a

tappa

Paese che vai...

Cinque sensi per Cinque Terre Il nostro viaggio comincerà con una cavalcata lungo i sentieri scoscesi di un meravviglioso tratto del territorio ligure, le Cinque Terre, un ambiente antico e fragilissim mo, tradizionalmente legato ad attività agricole inalterate da secoli, compreso tra rrocce a strapiombo e un mare incontaminato.

2a

storia

tappa ...storie che trovi

Avviso ai naviganti

La nostra seconda tappa sarà Genova, ex repubblica marinara, città in salita, dai vicoli intricati, che lega la sua storia al mare. Da qui un marinaio visionario e intraprendente, Cristoforo Colombo, partì alla scoperta dell’ignoto, attraverso un viaggio che avrebbe cambiato per sempre il corso della Storia…

italiano

3a

tappa

Ti racconto un viaggio IIl viaggio continua Percorrendo i viottoli di Genova che scendono verPe so il mare, accompagnati dalle parole di una famosissima canzone di Fabrizio De André dal titolo Creuza de mä, scopriremo che, nonostante tutto, il nostro viaggio non può avere fine!

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Ottava settimana

geografia 2

Cinque Terre

tappa Cinque sensi per Cinque Terre 1a

Paese che vai...

Alle Cinque Terre, dolci e accoglienti, sembra corrispondere il risveglio dei nostri cinque sensi: la calda luce del sole che accompagna il suono dei passi lungo i sentieri silenziosi, l’odore di una natura incontaminata, il sapore di una cucina generosa e antica, le mani che afferrano la roccia degli strapiombi. Alle Cinque Terre corrispondono anche cinque incantevoli centri affacciati sul mare: Riomaggiore, Manarola, Corniglia, Vernazza e Monterosso. Percorriamo questo incantevole territorio a cavallo, lungo un sentiero conosciuto con il nome di Via dei Santuari. Si tratta di un percorso che unisce, a mezza costa, i cinque santuari collegati ai rispettivi paesi da ripide mulattiere. Il sentiero si snoda attraverso orti e casolari, terrazzamenti coltivati e piccolissimi borghi, alcuni disabitati, mostrando scenari paesaggistici mozzafiato. La consistente presenza di specie animali e vegetali, unita alla ricchezza storica del territorio, ha portato, nel corso degli anni Novanta del secolo scorso, alla costituzione del Parco Nazionale e dell’Area marina protetta delle Cinque Terre. Nel 1997, inoltre, le Cinque Terre sono state riconosciute come Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO.

o? i urbani. Vero o fals ispondono a cinque differenti centr

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Terre corr a cavallo. percorribile A. Le Cinque è n o n ri a tu bitati. i San ro sono disa e B. La Via de ti anti. n e s il o g ente abbond rghi lun rm o la b o i i ’80. n ic u rt lc a p A . C ono agli ann on sono lg n a s li ri ra a tu tt a n te marina pro D. Le specie ale e l’Area n o zi a n o rc a E. Il P

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Che fine hanno fatto le auto!? Se pensavi di percorrere le Cinque Terre a bordo di un comodo SUV, allora è il caso che ti spieghiamo qualcosa. Gli abitanti di questo territorio si sono, per fortuna, opposti alla costruzione di una strada costiera che ne avrebbe alterato l’integrità e le bellezze, per cui le auto possono arrivare solo fino a un certo punto. Il sistema più comodo per percorrere la costa, oltre ai suggestivi sentieri pedonali, rimane la linea ferroviaria. Grazie a un rapido treno, possiamo visitare Monterosso, il centro più occidentale, risalente all’XI secolo, posto tra colli che digradano verso il mare, coltivati a uliveti e vigneti. Segue, verso est, Vernazza, piccolo borgo marinaro, caratterizzato da vicoli e stradine che si arrampicano lungo le panoramiche strutture difensive medievali. Di grande suggestione è anche Corniglia, sorta su un promontorio a picco sul mare e con un territorio coltivato interamente a vigneti. Manarola è una frazione di Riomaggiore, con un porticciolo piccolissimo e grazioso. Riomaggiore è il paese più a est, dal quale parte la Via dell’Amore, il sentiero a picco sul mare più conosciuto e percorso delle Cinque Terre.

Pastori di ferro A Manarola si conserva il presepe più grande del mondo, illuminato con 15.000 lampadine! Il presepe è composto da figure ricavate dalla lavorazione di ferro di recupero. Si può ammirare tra l’8 dicembre e i primi di gennaio, quando la collina delle Tre Croci, sulla quale è stato allestito, si illumina progressivamente sullo scenario marino, creando un’atmosfera davvero magica, degna del miglior Natale!

Completa le frasi. a. Per percorrere agevolmente le Cinque Terre occorre .................................... .................................... .......................... b. Monterosso è il centro ..................................... ..................................... ..................................... ................................... c. Vernazza è un piccolo .................................... .................................... .................................... ..................................... ... d. Corniglia sorge .................................... .................................... .................................... ..................................... ............. e. Manarola è famosa per .................................... .................................... .................................... ..................................... f. Da Riomaggiore parte ..................................... ..................................... ..................................... ....................................

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Ottava settimana

Genova

storia 2

2a

...storie che trovi tappa

Avviso ai naviganti

Dalle Cinque Terre raggiungiamo in treno La Spezia e, dopo una breve sosta, ripartiamo alla volta di Genova. Posta al centro dell’arco della regione, Genova si affaccia sul mare con il suo anfiteatro di architetture storiche e moderne. La città nei secoli è cresciuta in altezza ed è stata massicciamente edificata, concentrando nella sua parte storica a ridosso del porto, dal Medioevo all’età moderna, piazze, santuari e prestigiosi palazzi nobiliari, segno della propria potenza urbana. In posizione collinare Genova ha conosciuto un’ulteriore espansione che, a partire dall’800, l’ha arricchita di complessi monumentali e parchi di notevole pregio.

La città, per la sua posizione favorevole sul mare e per la natura montuosa del territorio retrostante, ha sviluppato un’attività mercantile che l’ha resa una delle più ricche del Medioevo. I mercanti e i marinai genovesi erano presenti in tutti i porti del Mediterraneo e la stessa Genova divenne una delle Repubbliche marinare più temute e competitive, seconda solo a Venezia. Anche dopo l’affermazione definitiva di quest’ultima, Genova continuò a svolgere un ruolo importante nelle rotte commerciali marittime. Non a caso era genovese l’intraprendente e ambizioso “lupo di mare” che, alla metà del XV secolo, iniziò a progettare il più avventuroso viaggio per mare fino ad allora mai realizzato: stiamo parlando, ovviamente, di Cristoforo Colombo…

Identikit di un marinaio Sembra incredibile, ma di un personaggio arcinoto come Cristoforo Colombo non esistono ritratti ufficiali. Tutti i suoi ritratti, infatti, furono eseguiti dopo la morte, basandosi esclusivamente sulle descrizioni di chi l’aveva conosciuto o addirittura lavorando di fantasia. Di conseguenza oggi esiste un numero imprecisato di ritratti del celebre navigatore, tutti diversi l’uno dall’altro. Anche quello che si trova sul tuo libro di storia potrebbe essere un falso! Da quello che sappiamo, Colombo era molto alto per la sua epoca e di carnagione chiara, con occhi grigio-azzurri 110 e capelli biondi.


Un viaggio verso l’ignoto Le esplorazioni e le scoperte di nuove terre segnano definitivamente l’inizio dell’età moderna. Queste imprese furono rese possibili da una serie di fattori: l’intraprendenza mercantile, finalizzata alla ricerca di nuovi territori da sfruttare economicamente; lo spirito d’avventura e le ambizioni di singoli esploratori, che sentivano il Mediterraneo come un mare ormai “stretto” rispetto alle potenzialità offerte dagli oceani; i nuovi sistemi di navigazione, resi moderni da carte nautiche aggiornate, strumenti innovativi come la bussola e navi più veloci e maneggevoli come la caravella. Ai portoghesi e agli spagnoli si deve l’organizzazione dei primi viaggi esplorativi dell’Atlantico e della costa occidentale dell’Africa. Bartolomeo Diaz, tra il 1487 e il 1488, doppiò il Capo di Buona Speranza, posto all’estremo sud del continente africano. Un decennio dopo il portoghese Vasco da Gama circumnavigò l’Africa, inaugurando una nuova rotta per le Indie. Il genovese Cristoforo Colombo, invece, finanziato dai sovrani spagnoli, volle tentare l’impossibile. Intuendo che la Terra era sferica, invertì la consueta rotta verso le Indie, navigando in direzione ovest, convinto che avrebbe raggiunto in breve tempo il Giappone. I suoi calcoli erano sbagliati, ma ebbe ugualmente fortuna. Tra l’Europa e l’Asia, navigando in direzione ovest, nell’ottobre del 1492, si imbatté in un continente sconosciuto, che verrà chiamato più tardi America! Era il Nuovo Mondo: la Storia da allora non sarebbe stata più la stessa.

Rispondi alle domande. a. Quale importantissimo ruolo ebbe Genova nel corso del Medioevo?

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b. In che modo si è ingrandita la città di Genova nel corso dell’800?

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c. Quali motivi favorirono le esplorazioni geografiche tra il XV e il XVI secolo?

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d. Quali imprese compirono Bartolomeo Diaz e Vasco da Gama?

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e. Quali erano le reali intenzioni di Cristoforo Colombo?

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f. A quale intuizione era legata la sua scelta?

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Ottava settimana

Genova

italiano 2

tappa Il viaggio continua 3a

Ti racconto un viaggio

Il testo che segue è una delle canzoni (e delle poesie) più belle del cantautore italiano Fabrizio De André. Il titolo, Creuza de mä, significa “mulattiera, viottolo di mare”, ed è l’epressione con la quale in genovese ci si riferisce ai viottoli della città, talvolta fatti a scalinata, che scendono verso il mare. La canzone, scritta in dialetto ligure (e riportata di seguito anche nella traduzione italiana), racconta del ritorno dei marinai sulla terraferma, dopo un lungo periodo trascorso in mare. La loro condizione di eterni viaggiatori, tuttavia, li riporterà nuovamente sulle loro imbarcazioni, lontano dai luoghi dove sono nati. “Con Creuza de mä – ha scritto Fabrizio De André – spero di ricordare a qualcuno […] le nostre radici mediterranee”. E così, sull’onda delle sue parole, il nostro viaggio può avviarsi al termine e nello stesso tempo continuare, con un tuffo nel Mediterraneo… verso le nostre radici! Creuza de mä Umbre de muri, muri de mainé dunde ne vegni, duve l’è ch’ané? Da ’n scitu duve a lûna se mustra nûa e a neutte a n’à puntou u cutellu ä gua e a muntä l’àse gh’è restou Diu u Diàu l’è in çë e u s’è gh’è faetu u nìu. Ne sciurtìmmu da u mä pe sciugà e osse da u Dria a a funtana di cumbi ’nta cä de pria E ’nta cä de pria chi ghe saià? Int’à cä du Dria che u nu l’è mainà? Gente de Lûgan, facce da mandillä qui che du luassu preferiscian l’ä. ……… E a ’ste panse veue cose che daià? Cose da beive? Cose da mangiä? Frittûa de pigneu, giancu de Purtufin çervelle de bae ’nt’ u meximu vin lasagne da fiddià ai quattru tucchi paciûgu in aegruduse de lévre de cuppi. E ’nt’a barca du vin ghe naveghiemu ’nsc’i scheuggi emigranti du rie cu’i cioi’nt’i euggi finché u matin crescià da puéilu rechéugge frè di ganeuffeni e dè figge bacan d’a corda marsa d’aegua e de sä che a ne liga e a ne porta ’nte ’na creuza de mä. 112

Mulattiera di mare Ombre di facce, facce di marinai da dove venite, dov’è che andate? Da un posto dove la luna si mostra nuda e la notte ci ha puntato il coltello alla gola e a montare l’asino c’è rimasto Dio il Diavolo è in cielo e ci si è fatto il nido. Usciamo dal mare per asciugare le ossa dall’Andrea alla fontana dei colombi nella casa di pietra. E nella casa di pietra chi ci sarà? Nella casa di Andrea che non è marinaio? Gente di Lugano, facce da tagliaborse quelli che della spigola preferiscono l’ala. ……… E a queste pance vuote cosa darà? Cosa da bere? Cosa da mangiare? Frittura di pesciolini, bianco di Portofino cervelle di agnello nello stesso vino lasagne da tagliare ai quattro sughi pasticcio in agrodolce di lepre di tegole. E nella barca del vino ci navigheremo sugli scogli emigranti della risata con i chiodi negli occhi finché il mattino crescerà da poterlo raccogliere fratello dei garofani e delle ragazze padrone della corda marcia e di sale che ci lega e ci porta in una mulattiera di mare.


L’autore Fabrizio De André (Ge-

nova, 1940 – Milano, 1999) è uno dei più grandi cantautori italiani di sempre, nonché uno straordinario poeta. I suoi testi, profondi e impegnati, hanno come protagonisti emarginati e umili, mentre alcune sue canzoni, come La guerra di Piero, rappresentano un inno intramontabile alla pace e una dura condanna della guerra.

Analisi del testo Leggi con attenzione il commento al testo della canzone, poi rispondi alle domande che seguono. La canzone descrive poeticamente lo stato d’animo dei marinai e il loro rapporto con il mare. Il testo si apre con una domanda quasi rituale (da dove venite, dov’è che andate?), rivolta a coloro che ritornano sulla terraferma dopo una lunga assenza. Segue una descrizione dolente del mare, visto come “luogo” dove la luna si mostra nella sua interezza (da un posto dove la luna si mostra nuda), in quanto non coperta da case, colline o alberi, ma anche come ambiente ostile, causa di sofferenza per la lontananza che impone dalle persone care e per i continui pericoli in agguato (e la notte ci ha puntato il coltello alla gola). Per questi marinai, abituati alle privazioni, il mare, con il suo profondo mistero, sembra cambiare l’ordine naturale delle cose (e a montare l’asino c’è rimasto Dio / il Diavolo è in cielo e ci si è fatto il nido). Una volta sbarcati, i marinai si recano alla taverna di Andrea, in una casa di pietra. Sorge un’altra domanda: chi troveranno nella taverna? (Gente di Lugano, facce da tagliaborse / quelli che della spigola preferiscono l’ala). Queste parole sottolineano il senso di sfiducia dei marinai nei confronti di chi non vive la loro stessa vita e pertanto non può comprenderli. Chi viaggia per mare, infatti, si sente estraneo alla terraferma e ai suoi abitanti: lo stesso Andrea non è un marinaio e gli avventori della locanda provengono da Lugano, dove il mare non c’è. La solitudine dei marinai è, quindi, la condizione dolorosa che prima o poi li spingerà a riprendere la via del mare. La loro diffidenza si manifesta anche nell’ironia utilizzata per descrivere le pietanze della locanda: cervelle di agnello nello stesso vino / lasagne da tagliare ai quattro sughi / pasticcio in agrodolce di lepre di tegole, tutti cibi poco marinareschi (senza contare che la lepre di tegole, cioè proveniente dai tetti, è in realtà un gatto spacciato per cacciagione!). Alla taverna il vino rallegrerà i dolenti marinai fino all’alba, quando il mattino, padrone della loro sorte (padrone della corda marcia e di sale), li ricondurrà nuovamente al loro eterno destino, 113 lungo una mulattiera di mare.


Ottava settimana

italiano

3

a

tappa

Esplorando il testo

Rispondi alle domande.

a. Qual è l’argomento della canzone di De André? ...................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................

b. Dove si recano i marinai, una volta sbarcati?

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c. Chi immaginano di trovare alla locanda di Andrea?

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d. Quali pietanze serve Andrea nella sua locanda?

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e. Cosa faranno i marinai al mattino seguente?

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Rifletti su… a. Il testo della canzone è incentrato sullo stato d’animo dei marinai di ritorno da un lungo viaggio per mare: quali sentimenti animano questi uomini? ❏ gioia nel rivedere i propri cari; ❏ diffidenza verso gli abitanti della terraferma, sentiti come estranei; ❏ spensieratezza, in vista della visita alla locanda di Andrea. b. Per quale motivo i marinai diffidano della “gente di Lugano”? ...................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................

c. Quale sentimento traspare dalla descrizione delle pietanze? ❏ rabbia; ❏ ironia. d. Qual è il reale significato della creuza de mä e cosa simboleggia per i marinai? ...................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................

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Esplorando il testo

italiano

Esercitiamo il lessico. a. Con l’espressione “la luna si mostra nuda” si intende che: ❏ la luna non è coperta dalla tempesta; ❏ la visione della luna non è nascosta da nessun elemento della terraferma. b. La gente di Lugano viene classificata come “tagliaborse”, vale a dire: ❏ assassini; ❏ persone delle quali non fidarsi, come i ladri. c. La gente di Lugano, della spigola, “preferisce l’ala”, cioè: ❏ la parte più insignificante, a dimostrazione del fatto che non conoscono il mare; ❏ la parte migliore. d. In tono divertito i marinai elencano le pietanze della locanda. Tra queste c’è la “lepre di tegole”, che in realtà è: ❏ un gatto catturato sui tetti; ❏ una lepre tenuta in gabbia da Andrea e cucinata per i marinai.

o dell a i alig e r La v o t

it scr

ade mä di F a z u e r C e meralla canzon tutto, una i d Il testo de a im r p ndré è, so le sug-

La canzone come testo poetico

raver ’animo brizio De A , proprio att , descrive gli stati d continua e h c ia s e o ne di poetico vigliosa p na condizio e in situazioni dologuaggio u n li in l e a d it i v n ropria gestio affetti hi vive la p tano dagli c n i lo d re, a e g it v fu e e le le parole c com : e o h c c ti n e a o a p s te ella l testo partenza, in . letterale. N è tipica de e to r a c to u ifi n e ta s n ig r i s a e del loro ria, per cu rose e avv zzata dal c o là li g i ti e d u ll l a a a l’ v o ti e n a r a nar he van itare metafor La tecnica mediate, c ace di susc im e come la p i h a c in ic r g e a o to d m e n r profo ano delle im i, abbondano figure nificato, più ig s o tt r lt fa a in il cui n u canzone, a un’altra, to assume it la r o c r s a e p d hi a to n n denti bianc e ificato di u ogni eleme ir n d ig a s l le e a d v anche imento ’avorio, emozioni. e indicata nel trasfer n pio: denti d ie m te v e is s a s e r n d o fo c (a un ra miglianza rea, la meta tazione simbolica di o c s i La metafo e d h c è a a z n im n la pr delle omiglia presen rapporto co rattere di s ria, intesa come rap so da quello letterale a c il r e P rio). diver llego come l’avo reviata. L’a sprime un significato b b a e in d u it vece, e come simil ituazione, in un’interpretazione. s a n u i d o averso oggetto nsibile attr e r p m o c , parole

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Ottava settimana

italiano

3

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tappa

Esplorando il testo Esercitiamo il lessico. la metafora a. Nei versi finali della canzone di De André compare una metafora: il “mattino”, sopraggiunto dopo la notte passata alla locanda di Andrea, si manifesta ai marinai come “padrone”. Per quale motivo? ...................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................

b. L’espressione creuza de mä nasconde un altro significato: la creuza de mä è in realtà un viottolo, una stradina sul mare che si arrampica lungo le pendici dei borghi marinari liguri. Quale significato essa assume per i marinai? ...................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................

l’allegoria a. Il testo mette in rilievo la capacità dei marinai, gente sempre in viaggio, di sorridere alle amarezze dell’esistenza, nonostante le dure condizioni delle loro vite. Vengono sono definiti “emigranti della risata” ma “con i chiodi negli occhi”. Spiega i significati contenuti in queste espressioni. ...................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................

b. I versi “a montare l’asino c’è rimasto Dio / il Diavolo è in cielo e ci si è fatto il nido” indicano simbolicamente che: ❏ l’ordine naturale delle cose, per i marinai, è stato completamente rovesciato; ❏ i marinai amano raccontare strane leggende.

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Ottava settimana

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3a

tappa

Cambio di rotta 12 ottobre 1492, ore 2, Oceano Atlantico. Dall’albero di una nave un urlo si alza nel cuore della notte : “Terra!” Il grido tanto atteso, alla fine, è giunto! Cristoforo Colombo e il suo equipaggio sono in vista di un’isola caraibica del Nuovo Mondo. Il corso della Storia cambia di colpo e tu sei lì a testimoniarlo. Sei un marinaio imbarcatosi in questo avventuroso e folle viaggio. Descrivi lo stupore della scoperta e il momento solenne dello sbarco di Colombo.

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è

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3a

tappa

LA GRAMMATICA IN VIAGGIO ❱❱ La congiunzione ❰❰

1. Sottolinea le congiunzioni presenti nelle frasi che seguono. a. Il tuo intervento è stato non solo inopportuno, ma anche indelicato. b. Marco e Giovanni verranno in giornata, però non so precisamente quando. c. Quest’anno non siamo andati in montagna e nemmeno al mare. d. Torneremo domani, dal momento che non c’è nessuno. e. Bisogna trovare una soluzione e intervenire, altrimenti sarà peggio. 2. Scrivi una frase con ciascuna delle seguenti congiunzioni. benché .............................................................................................................................................................................................. fintanto che ..................................................................................................................................................................................... nondimeno ....................................................................................................................................................................................... oppure ............................................................................................................................................................................................... inoltre ................................................................................................................................................................................................ sebbene ............................................................................................................................................................................................ quando .............................................................................................................................................................................................. 3. Riscrivi le frasi unendole mediante una congiunzione coordinante o subordinante e trasformandole quando opportuno. a. Ho perso l’autobus. Dovrò ritornare a piedi. ........................................................................................................................................................................................................

b. Questa sera non uscirò. Sento che sta per venirmi un febbrone. ........................................................................................................................................................................................................

c. Continua a tenere il volume alzato. Gli ho detto di spegnere il televisore. ........................................................................................................................................................................................................

d. L’insegnante spiega ogni giorno gli stessi argomenti. Gli alunni li comprendono. ........................................................................................................................................................................................................

e. Giorgio continua a lavorare. Giorgio è stanco. ........................................................................................................................................................................................................

f. Luca mangia. Luca ha fame. ........................................................................................................................................................................................................

4. Sottolinea tutte le congiunzioni contenute nel brano seguente. Il pastore e la capretta Un pastore spaccò con il bastone un corno alla capretta e poi si diede a pregarla che non lo denunciasse al padrone. “Per me, io tacerei anche se mi hai ferita senza merito: ma il fatto è talmente evidente, che la punizione non ti sarà risparmiata”. Ciò che è coperto sarà visto un giorno. Fedro, Favole

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Ottava settimana

Pronti, per il ritorno... VIA!

Salta sulla caravella di Cristoforo Colombo, svelto! Sta per iniziare un nuovo viaggio. Questa volta, però, si fa rotta non verso l’America, ma verso l’Oceano Indiano e oltre. Il celebre ammiraglio è convinto che da quelle parti ci sia un altro continente sconosciuto. In realtà esiste, è l’Australia, e verrà scoperta solo molto tempo dopo l’intraprendente navigatore genovese! Noi, però, proviamo ad aiutarlo lo stesso! Diventa ufficiale di bordo e aiuta Colombo a tracciare la rotta esatta.

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Ottava settimana

Saluti da... Saluti da... Saluti da... S Saluti da... Saluti da... Saluti da Saluti da Il nostro viaggio termina qui. Assieme abbiamo attraversato fiumi e montagne, abbiamo viaggiato

Saluti da...

in modo avventuroso, a bordo di una mongolfiera e di un veliero, di un cavallo e di un side-car, scoprendo città meravigliose, tesori d’arte e scenari naturali di incomparabile bellezza che rendono l’Italia una terra unica e meravigliosa. Ora è tempo di ritornare a casa! Mandiamo un ultimo saluto ai nostri amici e… a presto per un nuovo ed entusiasmante viaggio!

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italiano

Mi preparo per l’INVALSI TESTO A - Il contadino astrologo

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C’era una volta un re che aveva perduto un anello prezioso. Cerca qua, cerca là, non si trova. Mise fuori un bando che se un astrologo gli sa dire dov’è, lo fa ricco per tutta la vita. C’era un contadino senza un soldo, che non sapeva né leggere né scrivere, e si chiamava Gambara. “Sarà tanto difficile fare l’astrologo?” si disse. “Mi ci voglio provare”. E andò dal Re. Il Re lo prese in parola, e lo chiuse a studiare in una stanza. Nella stanza c’era solo un letto e un tavolo con un gran libraccio d’astrologia, e penna, carta e calamaio. Gambara si sedette al tavolo e cominciò a scartabellare il libro senza capirci niente e a farci dei segni con la penna. Siccome non sapeva scrivere, venivano fuori dei segni ben strani, e i servi che entravano due volte al giorno a portargli da mangiare, si fecero l’idea che fosse un astrologo molto sapiente. Questi servi erano stati loro a rubare l’anello, e con la coscienza sporca che avevano, quelle occhiatacce che loro rivolgeva Gambara ogni volta che entravano, per darsi aria d’uomo d’autorità, parevano loro occhiate di sospetto. Cominciarono ad aver paura d’essere scoperti e non la finivano più con le riverenze, le attenzioni: «Sì, signor astrologo! Comandi, signor astrologo!». Gambara, che astrologo non era, ma contadino, e perciò malizioso, subito aveva pensato che i servi dovessero saperne qualcosa dell’anello. E pensò di farli cascare in un inganno. Un giorno, all’ora in cui gli portavano il pranzo, si nascose sotto il letto. Entrò il primo dei servi e non vide nessuno. Di sotto il letto Gambara disse forte: «E uno!» il servo lasciò il piatto e si ritirò spaventato. Entrò il secondo servo, e sentì quella voce che pareva venisse di sotto terra: «E due!» e scappò via anche lui. Entrò il terzo: «E tre!» I servi si consultarono: «Ormai siamo scoperti, se l’astrologo ci accusa al Re, siamo spacciati». Così decisero d’andare dall’astrologo e confessargli il furto. «Noi siamo povera gente» gli fecero, «e se dite al Re quello che avete scoperto, siamo perduti. Eccovi questa borsa d’oro: vi preghiamo di non tradirci». Gambara prese la borsa e disse: «Io non vi tradirò, però voi fate quel che vi dico. Prendete l’anello e fatelo inghiottire a quel tacchino che c’è laggiù in cortile. Poi lasciate fare a me». 121


Mi preparo per l'INVALSI Il giorno dopo Gambara si presentò al Re e gli disse che dopo lunghi studi era riuscito a sapere dov’era l’anello. «E dov’è?» «L’ha inghiottito un tacchino». Fu sventrato il tacchino e si trovò l’anello. Il Re colmò di ricchezze l’astrologo e diede un pranzo in suo onore, con tutti i Conti, i Marchesi, i Baroni e Grandi del Regno. Fra le tante pietanze fu portato in tavola un piatto di gamberi. Bisogna sapere che in quel paese non si conoscevano i gamberi e quella era la prima volta che se ne vedevano, regalo di un re d’altro paese. «Tu che sei astrologo» disse il Re al contadino «dovresti sapermi dire come si chiamano questi che sono qui nel piatto». Il poveretto di bestie così non ne aveva mai viste né sentite nominare. E disse tra sé, a mezza voce: «Ah, Gambara, Gambara… sei finito male!». «Bravo!» disse il Re che non sapeva il vero nome del contadino. «Hai indovinato: quello è il nome: gamberi! Sei il più grande astrologo del mondo».

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(Italo Calvino, Fiabe italiane, Einaudi, Torino 1956)

A1.

A2.

A3.

Il “bando” a cui si fa riferimento nel testo (riga 2) è: A.

una lamentela del Re

B.

una comunicazione del Re

C.

un gruppo di musicisti

D.

un ordine del Re

La frase “Il Re lo prese in parola” (riga 8) significa: A.

Il Re ascoltò con attenzione le sue parole

B.

Il Re non diede peso alle sue parole

C.

Il Re gli rispose in malo modo

D.

Il Re considerò le sue parole come un impegno

Nella frase “Gambara si sedette al tavolo e cominciò a scartabellare il libro senza capirci niente e a farci dei segni con la penna” (righe 10-11), a cosa è riferito il “ci” del verbo “farci”? Risposta: .......................................................................................................................................................................................

A4.

A5.

Quale espressione potrebbe sostituire “scartabellare” alla riga 10? A.

Osservare con attenzione

B.

Sfogliare in fretta

C.

Leggere svogliatamente

D.

Girare e rigirare nelle mani

Perché i servi si convincono che Gambara è un sapiente astrologo? Risposta: .......................................................................................................................................................................................

122


Mi preparo per l'INVALSI A6.

A7.

A8.

A9.

Nella frase “venivano fuori dei segni ben strani” la parola “ben” può essere sostituita con: A.

Proprio

B.

Per niente

C.

Inspiegabilmente

D.

Astrologicamente

L’affermazione “Gambara, che astrologo non era, ma contadino, e perciò malizioso, subito aveva pensato che i servi dovessero saperne qualcosa dell’anello” (righe 20-21) è: A.

un commento della voce narrante

B.

un pensiero di uno dei servi

C.

un pensiero dello stesso Gambara

D.

un commento del Re

La parola “malizioso” (riga 20) sta a indicare che Gambara è: A.

sprovveduto

B.

ingenuo

C.

malpensante

D.

disonesto

Quale piano architetta Gambara? Descrivilo brevemente. Risposta: ....................................................................................................................................................................................... .............................................................................................................................................................................................................

A10. Nel periodo alle righe 43-45 (Bisogna sapere che…) a quale parola si riferisce il pronome ne? Risposta: ....................................................................................................................................................................................... A11. Dove fa nascondere l’anello Gambara? Risposta: ....................................................................................................................................................................................... A12. Nella frase “vi preghiamo di non tradirci” (riga 33) a chi o cosa è riferito il pronome ci? A.

Ai tre servi

B.

A due dei tre servi

C.

A Gambara

D.

Ai servi e a Gambara

A13. Che cosa fa il Re quando ritrova l’anello? Risposta: .......................................................................................................................................................................................

123


Mi preparo per l'INVALSI

A14. Quando il Re gli chiede come si chiama la pietanza che ha nel piatto, come reagisce Gambara? A.

È intimorito, ma poi si salva grazie a una delle sue furbe trovate

B.

Risponde con sicurezza

C.

È intimorito e si salva grazie a un po’ di fortuna

D.

Risponde pur avendo la paura di sbagliare

A15. Gambara “disse tra sé, a mezza voce” (riga 49), cioè: A.

disse tra sé, sussurrando

B.

disse tra sé, con il cuore in gola

C.

disse tra sé, senza peli sulla lingua

D.

disse tra sé, mostrando sicurezza

A16. Nel periodo “«Bravo!» disse il Re che non sapeva il vero nome del contadino” (riga 50), come si potrebbe sostituire il pronome che? A.

Del quale

B.

Con il quale

C.

Il quale

D.

Non si può sostituire

A17. Qui sotto sono elencati gli eventi principali del racconto. Mettili in ordine cronologico dal primo all’ultimo numerandoli da 1 a 5. a. b. c. d. e.

..............

I servi del Re trattano Gambara con reverenza Gambara fa inghiottire l’anello a un tacchino Gambara si presenta dal Re in qualità di astrologo Gambara inventa il nome “gamberi” Il Re chiude Gambara a studiare in una stanza

.............. .............. .............. ..............

A18. Quale delle seguenti affermazioni sintetizza al meglio la trama della fiaba? A.

Il protagonista è un contadino che, dopo tante avventure, riesce a diventare ricco

B.

Il protagonista è un contadino che, grazie a un po’ di furbizia e un po’ di fortuna, riesce a diventare ricco

C.

Il protagonista è un Re che ha perduto un anello prezioso

D.

Il protagonista è un servo che ha rubato un anello

A19. Indica nella seguente tabella quali informazioni si possono ricavare dal testo e quali no. Metti una crocetta per ogni riga. Si ricava

124

a. b. c. d.

Il re è piuttosto anziano Gambara non sa né leggere né scrivere I servi, che hanno rubato l’anello, sono tre È uno dei servi a sventrare il tacchino

Non si ricava


Mi preparo per l'INVALSI

A20. Quale tra i seguenti potrebbe essere un eventuale titolo del testo? A.

Un colto e furbo contadino

B.

Un re distratto

C.

Il contadino e i due servi

D.

Un astrologo tutto particolare

TESTO B - Come stabilire una data

5

10

15

Le date di un periodo storico vengono in genere ricavate in due modi: dai reperti archeologici o dalle fonti scritte. Per stabilire una cronologia assoluta, cioè confrontabile con l’età presente, è possibile per esempio ricorrere alla cosiddetta datazione del radiocarbonio (C14), fondata sul fatto che questo isotopo radioattivo del carbonio, presente in percentuale nota in ogni essere vivente, si dimezza in media in 5568 anni. Per cui se alcuni semi di grano hanno una percentuale di C14 pari alla metà, è presumibile che il vaso che li conteneva abbia almeno 2784 anni. Riguardo alle fonti scritte, ogni città aveva un modo proprio di calcolare gli anni, in genere a partire dall’inizio del regno del proprio sovrano, e ogni anno aveva un nome diverso, individuato magari rispetto a un importante evento accaduto. Anche in questo caso, stabilire una data assoluta è molto difficile: occorre confrontare tra loro le varie liste dei re oppure i racconti dei principali fatti storici. Alcuni di questi testi sono giunti fino a noi, compilati dagli stessi scribi archivisti che avevano già anche loro il problema di riportare ordine nella successione degli eventi. (Sumeri e Babilonesi, Giunti Junior, Firenze 2008)

CRONOLOGIA DELLA MESOPOTAMIA ANNO 3000 a.C.

PERIODO Protosumerico

POPOLI Sumeri

DILUVIO

2700 a.C. 2500 a.C. XXIII-XXII sec. a.C. XXI-XX sec. a.C. XX-XVIII sec. a.C. XVIII-XVI sec. a.C. XVIII-XVII sec. a.C. XVI-XIII sec. a.C. XVI-XII sec. a.C. XIV-XI sec. a.C. XII-XI sec. a.C. X-VII sec. a.C. VII-VI sec. a.C.

Gilgamesh I Dinastia di Ur Regno di Accad III Dinastia di Ur I Dinastia di Isin Antico Regno Babilonese Antico Regno Assiro Mitanni Regno dei Cassiti Regno Medioassiro Il Dinastia di Isin Regno Neoassiro Regno Tardobabilonese

Sumeri Sumeri Semiti Orientali Sumeri Semiti Occidentali Semiti Occidentali Assiri Hurriti Cassiti Assiri Aramei Assiri Babilonesi/Caldei

125


Mi preparo per l'INVALSI

B1.

B2.

B3.

Nella frase iniziale del testo quale funzione hanno i due punti? A.

Di introdurre un esempio

B.

Di introdurre una spiegazione di quanto affermato in precedenza

C.

Di introdurre un’ulteriore informazione rispetto a quanto affermato prima

D.

Sono superflui

Quali sono i due modi in genere impiegati per ricavare le date di un periodo storico? A.

I reperti archeologici e l’analisi del radiocarbonio

B.

I reperti archeologici e le fonti scritte

C.

Le fonti scritte e quelle orali

D.

Le fonti scritte e i testi degli scribi archivisti

Qual è la sigla del radiocarbonio? Risposta: .......................................................................................................................................................................................

B4.

In che cosa consiste la cosiddetta “datazione del radiocarbonio”? A.

Nello stabilire una data attraverso l’analisi della quantità di radiocarbonio presente in un reperto

B5.

B.

Nello stabilire una data grazie alla presenza del radiocarbonio nelle fonti scritte

C.

Nel risalire a una data grazie al fatto che il radiocarbonio si raddoppia nel corso del tempo

D.

Nell’analizzare il radiocarbonio presente in un determinato periodo storico

Che cosa accade al radiocarbonio in media in 5568 anni? Risposta: .......................................................................................................................................................................................

B6.

Relativamente alla datazione del radiocarbonio, quale esempio viene proposto nel testo? Risposta: .......................................................................................................................................................................................

B7.

In base alle righe 8-16, indica quali delle seguenti affermazioni sono vere e quali false. Metti una crocetta per ogni riga Vero a.

Ogni città aveva un modo proprio di calcolare gli anni

b.

Il calcolo degli anni avveniva di solito a partire dall’inizio del regno del proprio sovrano Ogni anno era indicato con un nome diverso

c. d.

126

Nonostante i modi diversi per calcolare gli anni, è piuttosto facile stabilire una data assoluta

Falso


Mi preparo per l'INVALSI

B8.

B9.

La tabella che correda il testo presenta: A.

la cronologia della civiltà sumerica

B.

la cronologia dei regni mesopotamici

C.

la cronologia della civiltà mesopotomica

D.

il succedersi delle dinastie dei Sumeri e degli Assiri

Quale arco di tempo “copre” la tabella? A.

Dal 2000 a.C. al VI sec. a.C.

B.

Dal 3000 a.C. al VI sec. a.C.

C.

Dal 4000 a.C. al II sec. a.C.

D.

Dal 2500 a.C. al II sec. a.C.

B10. A quando risale la prima Dinastia di Ur? Risposta: ....................................................................................................................................................................................... B11. In quale periodo l’area mesopotomica fu abitata dai Semiti orientali? A.

Antico Regno Babilonese

B.

Regno di Accad

C.

Protosumerico

D.

Regno dei Cassiti

B12. Quale dei seguenti popoli non è presente nella tabella? A.

Hurriti

B.

Aramei

C.

Caldei

D.

Fenici

B13. Il testo letto è costituito da: A.

un grafico preceduto da una didascalia

B.

una spiegazione e una tabella cronologica

C.

una spiegazione e un grafico

D.

una tabella cronologica con una breve didascalia

B14. Qual è l’argomento principale del testo? A.

La storia della Mesopotamia

B.

I sovrani e i governi della Mesopotamia

C.

La funzione del radiocarbonio nella ricostruzione di una data

D.

Le modalità utilizzate dagli storici per ricavare le date di un periodo 127


Mi preparo per l'INVALSI

GRAMMATICA C1.

Per ciascuno dei verbi proposti nella tabella indica il modo, il tempo e la persona. a. b. c. d. e.

C2.

Voce verbale Realizzai Potranno Faremmo Hai dipinto Aveste temuto

Modo

Tempo

Persona

Nel seguente elenco di nomi individua soltanto quelli primitivi e trascrivili nello spazio sottostante: libreria – latte – occhiali – seta cementificio – gelateria – acquazzone – merce Risposta: .........................................................................................................................................................................

C3.

In quale delle seguenti frasi vi ha valore di pronome personale complemento oggetto?

C4.

A.

Quando arrivò, vi trovò soltanto il professore

B.

Siete arrivati: vi aspettavamo con ansia!

C.

Se vi fossero stati, sarebbe andato tutto in maniera diversa

D.

Vi manderò al più presto i documenti che mi avete richiesto

Individua nella frase che segue il soggetto e trascrivilo accanto. Fu detta una cosa molto spiacevole sul tuo conto ...................................................................................................

C5.

Quale delle seguenti frasi contiene sia un aggettivo dimostrativo che un avverbio di luogo?

C6.

A.

Terminerò questo compito domani

B.

Metterai immediatamente là questi pastelli che non sono i tuoi!

C.

Lì ho conosciuto il cugino di una mia carissima amica

D.

Non riuscirò mai a prendere questa decisione!

Nel seguente periodo sono presenti due attributi: individuali e trascrivili. La bella villa che si erge sulla collina appartiene a un anziano zio di Simona. Risposta: ..........................................................................................................................................................................

C7.

Quale dei seguenti nomi è un nome composto da verbo + verbo? A.

C8.

Banconota B.

Saliscendi C.

Benestare D.

Terracotta

Nel periodo che segue in quale modo e tempo sono coniugati i verbi? Mentre aspettavo il treno, guardavo la piccola stazione, con le panchine di legno, i lunghi binari, la signora con il vestito blu che leggeva un romanzo e i bambini che correvano di qua e di là.

128

Risposta: .........................................................................................................................................................................................


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