Storia del mosaico

Page 1

S T ORIA DEL MOSAICO Imparare l’antica tecnica del mosaico e i suoi risvolti più contemporanei. AREND +39 329 10 46 225 arend1986@gmail.com www.arend.tk

CORSO DI MO

Ogni mercoledì dalle 17.30 alle e dalle 20.00 alle 22.00 pe Presso lo Spazio Ricreativo in V


IL CORSO La tecnica Musiva “del mosaico” si tramanda da più di duemila anni da maestro ad allievo, di generazione in generazione, intatta in tutto il suo splendore artistico, dalla preparazione delle malte al taglio delle tessere fino alla posa di queste, si ritrovano gli stessi gesti le stesse intenzioni dall`uomo classico. In antichità il mosaico aveva un alto valore concettuale, univa ciò che per l `uomo moderno è inconciliabile; arte, filosofia e religione erano i motori primi di quest`arte, essa infatti trovava perfetta applicazione nei luoghi di culto, come ad esempio

nei ninfei, o nelle basiliche Bizantine. In questi luoghi il messaggio Musivo amplifica il messaggio divino, dell`uno e del molteplice, cosi come un coro e formato da più voci, cosi il mosaico è organizzato da più elementi che ne costituiscono un unico corpo. Quindi l’opera musiva diviene il tempio dedicato a tale contemplazione.


DA DOVE VIENE IL MOSAICO? La parola “mosaico” deriva dal greco e significa «opera paziente, degna delle Muse». L’arte musiva vera e propria consiste nel comporre un disegno a soggetto o con fregi e disegni geometrici, utilizzando piccole “tessere” o tasselli di pietre naturali, terrecotte o paste vitree. Le tessere, tagliate a mano, vengono fissate su uno strato di cemento o mastice. La tecnica antica era decisamente più complicata di quella attuale: La sostruzione (lo strato su cui fissare le tessere) era composta da più strati: lo “statume”, un agglomerato di ciottoli, il “rudus”, composto da tre parti di pietre spezzate e una di calce, e il “nucleus”, fatto di coccio pesto e calce, e infine uno strato sottile d’intonaco su cui andavano inserite le tessere. “La vera pittura per l’eternitá è il mosaico” pittore Domenico Ghirlandaio.



L’arte del mosaico ha origini antiche, riconducibili al 3.000 a.C. in alcune insediazioni Sumere della Mesopotamia. Le famose Colonne di Uruk sono rivestite con strati di coni di argilla di colore rosso, nero e bianco a formare motivi geometrici. Lo Stendardo di Ur presenta una duplice faccia: l’una raffigura immagini belliche, l’altra scene di vita quotidiana.


IL MOSAICO E I MAYA Nell’area comprendente l’Arizona e il Nuovo Messico, prima del 1000 d.C. fiorì la produzione di ceramiche, e mosaici raffiguranti divinità e animali in stile realistico, a carattere mitologico.




IL MOSAICO ROMANO Il mosaico nell’impero romano diviene parte integrante dell’architettura e garantisce durevolezza al pavimento: funzione pratica, che consente risparmio e igiene. Nel mondo occidentale antico non v’è netta distinzione tra sacro e profano, tra funzione pratica e funzione simbolica. Al pari del tappeto, il mosaico pavimentale dà senso e ordinamento al mondo sublunare mediante la geometria, imprime sulla terra l’ordine celeste: accanto alle forme geometriche, che l’Occidente antico considera i calchi primordiali dell’universo, affiora sul tessuto del mosaico il complesso e multiforme mondo degli dei e quello altrettanto ricco e variegato degli eroi, guerrieri che il destino ha voluto d’origine divina e umana al contempo.


Si può dire che non vi fosse casa signorile che non ne avesse almeno uno: poteva essere un fregio ornamentale su muro, una pavimentazione, una iscrizione di saluto per gli ospiti su colonne o pareti e altro ancora.



Nelle varie province sotto il dominio romano, esistevano scuole di mosaico regionali caratterizzate da repertori decorativi e cromatici specifici. Nelle Gallie, ad esempio, si producevano principalmente mosaici geometrici, mentre nell’Africa settentrionale si imposero i mosaici figurativi.


Veniva denominato EMBLEMA il quadro principale, collocato nel centro del pavimento e circondato da cornici geometriche. La tecnica usata veniva chiamata OPUS VERNICOLATUM, e consisteva nell’uso di tessere minuscole accostate fittamente tra di loro per ottenere straordinari effetti pittorici.


IL MOSAICO BIZANTINO Di pari passo con la diffusione della religione Cristiana (IV e V secolo d.C.) ha inizio il periodo di massimo splendore del mosaico bizantino, originario dell’Impero Romano di Oriente la cui capitale era, Costantinopoli. Mediante il dovizioso uso di sfondi dorati, i mosaici bizantini raffiguravano immagini rigorosamente sacre ed avevano finalitå non solo decorative ma anche didascaliche: infatti la rappresentazione delle scene tratte dal Vecchio e dal Nuovo Testamento aveva anche lo scopo di catechizzare i numerosi analfabeti dell’epoca.


Quei piccoli frammenti di colore che sono le tessere si offrono alla luce, che proviene da diverse parti, esse producono un irraggiamento luminoso incomparabile, dando l’impressione di essere esse stesse fonte di luce: dopo averla assorbita, esse rimandano la luce in irraggiamenti multipli che rischiarano anche un ambiente cupo. Se ne ha un mirabile esempio nella tomba di Gallia Placidia a Ravenna, opera bizantina del V secolo.


Quei piccoli frammenti di colore che sono le tessere si offrono alla luce, che proviene da diverse parti, esse producono un irraggiamento luminoso incomparabile, dando l’impressione di essere esse stesse fonte di luce: dopo averla assorbita, esse rimandano la luce in irraggiamenti multipli che rischiarano anche un ambiente cupo. Se ne ha un mirabile esempio nella tomba di Gallia Placidia a Ravenna, opera bizantina del V secolo.



IL MOSAICO ARABO L’arte islamica ebbe inizio intorno alla seconda metà del VII secolo con la dinastia dei califfi Omayyadi, a Damasco, in Siria: da qui raggiunse un’area geografica vastissima, influenzando anche zone di religione cristiana, come per esempio la Sicilia e la Spagna. Fondamentale è il rifiuto di qualsiasi forma realistica, per evitare soprattutto il rischio dell’idolatria: si diffusero, quindi, motivi geometrici e floreali, di solito replicati in serie, che ricordano le decorazioni dei tappeti. Tuttavia negli splendidi mosaici e stucchi rinvenuti fra le rovine del Palazzo di Hisham, nei pressi della città palestinese di Gerico, e risalenti alla prima metà del secolo VIII, quando il califfato apparteneva agli Omayyadi, si trovano figure di animali e di esseri umani. Il mosaico venne adottato nel VIII secolo: inizialmente di ispirazione alessandrina, si evolse autonomamente, preferendo alle paste vitree la più economica ceramica smaltata.


IL MOSAICO NEL RINASCIMENTO Nel Rinascimento il mosaico non è più mezzo creativo autonomo ma diventa virtuosismo: l’unico interesse è per l’apparente eternità del materiale musivo per rendere immortale l’opera pittorica, tanto che il Ghirlandaio considera il mosaico come vera pittura per l’eternità e il Vasari loda i mosaicisti che imitano la pittura la punto di ingannare lo spettatore. La maggiore opera musiva del Rinascimento è la Cappella dei Mascoli di San Marco a Venezia: si tratta di un ex voto del doge Foscari e comprende opere di Michele Giambono, Andrea del Castagno, Lorenzo Lando detto Il Vecchietta e Jacopo Bellini.


IL MOSAICO NEL 900 Se all’inizio del Rinascimento il mosaico viene assorbito dalla pittura, alla fine del XIX secolo, quando si afferma un’arte simbolica e antinaturalista il mosaico riconquista un ruolo attuale. Questo mutamento di rotta viene reso evidente da una personalità di grande rilievo e di grande originalità: Antoni Gaudì. I suoi mosaici, quasi mai figurativi, parte integrante delle sue fantasiose architetture, sono realizzati con frammenti di pietre colorate, di ceramica, di marmo, cocci di piatti e di tazze.



IL MOSAICO CONTEMPORANEO Quest’arte-mestiere scopre una “flessibilità d’uso” mai avuta prima e, grazie alla facilità d’abbinamento con materiali diversi quali il legno, il metallo, il marmo, le ceramiche, il vetro, il gesso e lo stucco, può rispondere alle esigenze di una progettistica che esiga infinite proposte creative e possibilità compositive adattabili al gusto e allo stile personale. La formula dell’artigianato artistico sta risultando sempre più vincente in un mondo stanco dell’appiattimento dovuto alla produzione industriale di massa, teso con favore crescente verso l’oggetto fatto ad arte, unico o realizzato in limitatissimi esemplari.





Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.