Press Review December 2014

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• Un po' di storia Angelino ci riceve con un sorriso e una stretta di mano grande e calorosa, propria di chi ha sempre lavorato duro; oggi pensionato iperattivo nell 'aiutare il figlio Michele nell'attività di cui era titolare. Angelino ha iniziato la sua collezione nel 1990 con un Landini L25 testacalda, ma la sua grande passione sono gli Steyr. «Nel 1954, avevo 3 anni, mio padre acquistò il primo trattore, uno Steyr 180, 34 CV. Era bellissimo, non mi stancavo di ammirarlo finché un giorno mi fece sedere al posto di guida; ricordo perfettamente la mia emozione, mi sentivo il piLl felice del mondo. L'immagi-

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si dimenticano le fatiche passate e si guarda con rinnovata energia al futuro, il trattore fa ben sperare!

ne di quei momenti ha fatto scaturire in me il desiderio di avere non solo lo Steyr 180 ma anche altri mezzi. Un giorno mio cugino mi parla di un Landini L25 testacalda appartenuto alla famiglia di mia moglie; detto fatto, vado a vederlo: è dietro la stalla coperto da un tela e, nonostante anni di fermo, lo mettiamo in moto, che emozione! Ci accord iamo sul prezzo, salgo alla guida e lo porto a casa, era il1990. I trattori quasi sempre arrivano in condizioni pessime, ma con passione, pazienza e un po' di conoscenza, aiutato da mio figlio Michele, con cui condivido la mia passione, e a volte anche da Mirko (il figlio maggiore), smontiamo, ripariamo, carteggiamo,

Landini L25 con pompa centrifuga di costruzione artigianale, utilizzata per il sollevamento dell'acqua necessaria per l'irrigazione

MAD 1121 dicembre 2014



Economia MADE IN ITALY

Conviene ancora delocalizzare? Alcuni imprenditori pensano di no. E stanno riportando le produzioni in Italia. "L'Espresso" è andalo a inconlrarU. Scoprendo che al declino si può reagire DI MAURIZIO MAGGI E STEFANO VERGINE vol t e, ritornano. Gli economisti lo chiamano "back-shoring", o "re-shoring", term ini inglesi che riempiono la bocca più dell'italico "rilocal izzazione" . In Nord America dicono che il fenome no si stia diffondendo a macchia d'o"lio. E l'Italia, ancora con piccoli numeri, è in prima linea nel giocarsi il rientro a casa. In un'epoca caratterizzata dalle fabbriche che chiudono una dopo l'altra, anche pochi casi di manifattura che torna a colorarsi di verdebiancorosso, ricordano un po' la storiella del postino che morde il cane. Nessuno p uò dire con p recisione quante lavorazioni vengano effettivamente riportate sul suolo d o mestico. La pa rte del leone la fa nno la meccanica, in t utte le sue sfaccettature, e la moda, che si appoggia sul la rete di laboratori esterni ai bra nd, rendendo p roblematica la contabilizzazione d el fe nomeno. Per toccare con mano i p rimi, p ionieristici esempi, "l'Espresso" ha percorso l'Italia, dal Veneto all 'Abruzzo. Per raccontare storie che non autorizza no facili entusiasmi, ma che seminano qualche speranza sulla resistenza, se non sul rilancio, dell'industria t ricolore. A Fabbrico, nella Bassa Reggiana, a pochi ch ilometri da dove è nato il cantante Ligabue, dal 1884 si producono trattori. Siamo nel cuore. della "Motor valFASE DI PRODUZIONE DI UN MOTORE ELETTRICO ALLA FELM DI INVERUNO, NEL MILANESE 110 l ~ \18 dicembre 2014

ley" emiliana, e nel pieno centro della cittadina ha sede la Argo Tractors. Fino al2011, le trasmissioni dei McCorrnick, marchio di punta del gruppo controllato da lla famiglia Morra, venivano prodotte in Francia e i trattori assemblati in Gran Bretagna. Ora, invece, si fa tutto in Italia. Il settore ha sofferto assai la c risi cominciata nel 2008, ma da allora il gruppo è passato da 1.600 a 1.650 dipendenti, e il fa tturato, che nel 2010 era stato di 430 milioni di euro, quest'anno non è lontano da quota 500 milioni, per 1'85 per cento realizzato con l'export. << Qui esistono le competenze, la passione, le scuole tecniche giuste. E aver concentrato in zona l'intera produzione è motivo di grande soddisfazione per t utti noi dipendenti », racconta Antonio Salvaterra, il capo del marketing, che nel giro di ricognizione in fabbrica spiega: «Vede queste linee di assemblaggio? Sono state recentemente am modernate in chiave Kaizen, per adeguarsi al sistema della "produzione snella". E qui, dove poche settimane fa c'era un terreno inutilizzato, l'area sped izioni ha raddoppiato la superficie», d ice mentre s uona la sirena della pausa pranzo. RUGGISCE IL TOSAERBA Un paio d'ore al volante verso Nord ed ecco la zona industriale di Castelfranco Veneto, la città del Giorgione, in provi ncia di Treviso. Uffici e capannoni della GPP - G lobal Garden Products - sono circondati da prati curati come campi da golf. Ovvio, siamo nel quartier generale del leader europeo dei tosaerba, un fatturato di 450 milioni di euro e 500 ad- ~ 18 dicembre 2014 \ l»:.preuo \111












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