Babette e il viaggio incantato

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e il viaggio incantato

Armando Curcio Editore

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CURCIO YOUNG I Edizione novembre 2013 Š 2013 Gruppo Armando Curcio Editore S.p.A., Roma www.armandocurcioeditore.it info@armandocurcioeditore.it ISBN 978-88-97508-75-5 Direzione editoriale: Cristina Siciliano Art direction: Mauro Ortolani Supervisione editoriale: Enrico Conticchio Illustrazioni e testi: Barbara Brocchi Progetto grafico: Antonello Romeo Editing: Curcio Video S.r.l.

Stampa SB Servizi - Roma Finito di stampare nel mese di novembre 2013 Tutti i diritti sono riservati, incluso il diritto di riproduzione integrale e/o parziale in qualsiasi forma.

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e il viaggio incantato

Armando Curcio Editore

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INDICE

Emy e le prime luci dell’alba - 9 15 - L’annaffiatoio La Dada - 19 27 - Il libro incantato Il villaggio di carta - 31 39 - Il mondo pop up La vecchia curva sul tramonto - 45 49 - I gelsi fatati Il Cercatore di tesori - 53 61 - Julian è a terra!

Julian e Babette, il destino li unisce - 69 77 - Viky trova una soluzione Olly e il cappello Salvapensieri - 83 89 - Olly, l’Eco e le mille parole al vento Zamp vuole conquistare Olly - 97 103 - Babette esce dal Sonno del non ritorno Julian si risveglia - 109 117 - Viky e la personalità Cala Zuccherino - 123 133 - La Barca Blu Coco Label - 143 151 - Il lontano Oriente Prove di magia - 159 163 - Halloween Party Babette, la solita pasticciona! - 173 185 - Fuori dal tempo

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Dove siamo rimasti...

Babette, dopo varie avventure rocambolesche, mani in pasta con polveri zuccherine, giornate passate a risolvere grattacapi, a consolare le sue amiche e combattere contro ombre oscure... ora si trova profondamente addormentata nel cortile della scuola. Riusciranno le sue amiche Olly e Viky a svegliarla dal Sonno del non ritorno, per salvare Julian?

Dice sempre: Ogni persona che passa nella mia vita è unica.

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Emy e le prime luci dell’alba

Bosco di Kranz, nove anni prima

La luce del mattino stava bussando alla porta di Mama Cloe... e lei, come ogni giorno, la spalancava, felice di accogliere quell’abbraccio caldo e incantato che avrebbe riscaldato il cuore della casa.

La Luna, sempre curiosa, era stanca e, dopo aver passato l’intera nottata appesa a un filo nel blu profondo del cielo, aveva deciso di ritirarsi nelle sue stanze. Alle prime ore dell’alba, aveva smesso di sbirciare la vita del bosco, che le passava tutti i giorni sotto gli occhi e, insieme alle sue amiche stelle, era andata a dormire.

Un’attività frenetica proveniva dal sottobosco, gli animali si stavano svegliando dal torpore della notte, un piccolo gufo arruffato e ancora assonnato si stropicciava gli occhi gonfi 9

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Babette * e il viaggio incantato mentre, poco distante, due bizzarri ghiri in camicia da notte attraversavano la strada, barcollanti dopo essere stati buttati giù dal letto.

Saltellavano da una radice all’altra, cercando di non inciampare nei pantaloni mille righe, troppo larghi per la loro stazza.

«Ehi bello, sbrigati, abbiamo mille cose da fare oggi. E tira su quelle braghe, altrimenti vai lungo!», disse il più alto.

L’altro lo guardò interdetto, fece spallucce e continuò per la sua strada, superandolo in curva.

Avevano ancora in mano le loro torce, due bellissime lucciole super luminose che li accompagnavano sempre nelle scorribande notturne.

«Ho ancora un’autonomia di dieci minuti, devo far

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Emy e le prime luci dell’alba presto, qualcuno ha un Caricalucciole?», chiese il più piccolo preoccupato; correndo veloce come il vento per paura di rimanere al buio, si diresse verso la zona Recupero energia.

Il sole era in ritardo nel sottobosco, i suoi raggi non erano ancora penetrati tra i rami fitti degli alberi.

Poco distante, un buffo scoiattolo cicciottello si massaggiava con la zampetta la panciona, che continuava a brontolare. «Ho una fame da lupi, ragazzi, mi mangerei un intero albero di nocciole!», esclamò rivolto a un gruppetto di amici che stava facendo colazione con castagne fresche e succo di rugiada. Super affamato, si diresse verso l’immensa magnolia giapponese, dietro la quale cresceva il più grosso albero di fichi del bosco. Ne desiderava uno e lo voleva subito.

L’impresa non sarebbe stata facile, doveva salire senza farsi vedere dal Comandante... quell’uomo dai grandi baffi sale e pepe era gelosissimo 11

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Babette * e il viaggio incantato di quei frutti ghiotti e succosi, e non permetteva a nessuno di avvicinarsi.

Poco distante, Emy volteggiava felice nel cielo. Quella mattina si era svegliata molto presto. «Buongiorno mondo, buongiorno Mama Cloe!», trillò ondeggiando soddisfatta il suo piumino verde.

«Wow, che meraviglia, un’altra giornata ha aperto le danze! – pensava tra sé e sé – Per tutte le polveri zuccherine, da quassù è proprio uno spettacolo! Ehi laggiù, dico a voi...», disse poi rivolgendosi a tutti gli abitanti del bosco.

«Chi è la più forte, la più veloce, la più bella scopa magica del mondo?», urlava alle piccolissime figure che vedeva muoversi nella valle sotto di lei, mentre ancheggiava come una star.

Rallentò un po’ e, dopo aver puntando il manico del bastone in direzione di Mama Cloe, ripartì veloce come una saetta. La casetta del comandante era solita destarsi di buon’ora e, finito di sistemare le stanze del Buon dormire e 12

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Emy e le prime luci dell’alba lucidato le immense vetrate, passava in rassegna tutte le truppe: «Lavatrici salvatempo?», proclamava a gran voce.

«Presenti!», rispondevano quelle di tutto punto.

«Aspirapolvere zuccherina e Asciugadolci?», continuava instancabile l’elenco degli “elettroaiutodomestici”, spuntando sulla tabella di marcia quotidiana chi era già sull’attenti.

«Capo, anche noi siamo prontissime!».

Mama Cloe era convinta che per ottenere ordine ci doveva essere disciplina...

Amava coccolare i suoi clienti preparando megacolazioni colorate: yogurt con more blu e ribes rossi che affogavano in tazze gialle, oppure

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Babette * e il viaggio incantato spremute verde mela che puntualmente accompagnava con un trionfo di ciambelline rosa e biscottini a pois viola e bianchi. La piccola Babette e il comandante erano soliti dividere quel momento in religioso silenzio, seduti l’una accanto all’altro nel piccolo tavolo del patio, circondati da quel giardino incantato.

La scopa non aveva il dono della parola, ma era fortissima con i messaggi telepatici. Amava toccare il cielo con un dito, be’ forse è meglio dire... con il bastone! Il mondo che vedeva passare sotto il suo piumino era fantastico: laghetti, imprigionati dentro grandi bacinelle d’oro, erano incastonati come pietre preziose su colline ametista; alberi e tetti multicolori si alternavano formando disegni geometrici. Mentre sfrecciava in lungo e in largo, all’improvviso qualcosa attirò la sua attenzione... e con grande cautela si avvicinò.

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L’annaffiatoio

Si fermò di colpo... sgranò gli occhi, rimanendo immobile per un istante. Non lontano da lei, un vecchio annaffiatoio in alluminio con il manico colorato volteggiava sopra centinaia di scarpe multicolori, annaffiandole tutte. Era magnifico, la sua bella pancia metallica rifletteva la luce del sole.

«Ma cosa ci fanno qui tutte queste scarpe?

Cosa combina quello, perché le sta annaffiando?», pensò Emy, che si avvicinò a quel Bagnasuole molto incuriosita.

L’innaffiatoio nel vederla si spaventò e scappò via a tutta velocità. «Ehi tu, non andare via! Aspettaaa!», urlò silenziosamente la scopa cercando di inseguirlo. Ma lui sparì dietro una nuvola di zucchero filato.

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L’annaffiatoio C’erano All Stars sparse ovunque... vecchie ballerine consumate dal troppo lavoro per gli esercizi alla sbarra, scarpe da tiptap e scarpine minuscole facevano capolino in mezzo a ciuffi d’erba verde acido, stivali di gomma super decorati si allietavano a fare il morto a galla in un piccolo laghetto, ciabattine morbide con tanto di orecchie pelose dormivano accucciate ai piedi degli alberi.

«Venite fuori. Tanto lo so che vi siete nascosti, non fate i furbi!», continuò Emy, ma a quanto pareva lì di bambini non c’era neanche l’ombra.

La scopa sfrecciava da una parte all’altra delle colline, per vedere se erano nascosti... forse giocavano a nascondino?

Ma niente! Non c’era anima viva, solo scarpe.

«Dove sono finiti?», si chiese sconcertata, sperando di trovare qualcuno.

Una buffa ciabattina volante di gomma le si affiancò all’improvviso. Volteggiava felice ed Emy iniziò a scodinzolare dalla gioia. Dopo i primi convenevoli, la tempestò di mille domande...

Ah sì! Dunque... la scopa venne a sapere che 17

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Babette * e il viaggio incantato il signor Annaffiatoio, miope come Babette, era convinto che stesse innaffiando dei fiori, mentre le scarpe erano state lasciate a terra dai bambini, prima di salire sul lettone della fantasia.

Puntualmente i piccoli, catturati dalla storia, diventavano protagonisti e dimenticavano di tornare indietro a riprendersi le loro calzature.

«C’era una volta...», è sempre stato un buon inizio per tutti, la differenza è saperle raccontare con il cuore le fiabe, e la zia di Babette delle favole ne faceva un’arte!

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