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CIVILTÀ PRECOLOMBIANE
MESOAMERICA, TOTECHI, OLMECHI. MAYA, AZTECHI.
CIVILTÀ ANDINE CHAVIN
NAZCA, IMPERO INCA.
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00 CIVILTÀ PRECOLOMBIANE
Quando si parla di Civiltà precolombiane si indicano quelle civiltà indigene delle due Americhe, anteriori alla scoperta dell’America di Cristoforo Colombo nel 1492. Il Mesoamerica e l’America del Sud sono le zone in cui si svilupparono tali civiltà. Malgrado i due gruppi non fossero in contatto, si sono potuti riscontrare dei tratti in comune quale l’organizzazione piramidale della società, il
governo teocratico e l’agricoltura come base dell’economia. Inoltre tutte le popolazioni erano organizzate in città, molte delle quali sono oggi importanti siti archeologici. Nonostante non utilizzassero il ferro, raggiunsero un livello culturale molto elevato, basti pensare alla loro conoscenza degli astri, all’abilità nella costruzione di templi e di siti religiosi, alla misurazione del tempo.
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00/1 MESOAMERICA
L’area include i territori che oggi costituiscono il Messico, il Belize, il Guatemala e il Salvador. Il termine è stato coniato nel 1943 da Paul Kirchhoff, volendo sottolineare l’omogeneità culturale dei popoli residenti in questa zona prima della scoperta dell’America. I tratti in comune fra queste popolazioni, infatti, sono molti. I Maya e gli Aztechi, le due civiltà maggiori, risentono dell’influenza della precedente cultura olmeca: si pensi alle piramidi a gradoni, alla forte presenza di cerimoniali religiosi e alla stratificazione sociale con l’influenza
della classe sacerdotale. Le colture principali erano quelle del mais e dei fagioli, mentre il cacao veniva utilizzato come moneta di scambio. L’affascinante produzione artistica, soprattutto della ceramica e dell’oreficeria è poi l’elemento caratteristico di queste popolazioni autoctone. Quando arrivarono gli europei, i Maya, ormai localizzati solo nella penisola dello Yucatán, erano nella fase di decadenza, mentre l’impero azteco era ancora nel vivo del suo periodo espansionistico.
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00/2 TOLTECHI I Toltechi vissero nei pressi di Città del Messico tra il II secolo a.C. e il XII d.C., quando una serie di lotte intestine fra i gruppi al potere favorì la conquista dei loro territori da parte dei Chichimeci. Quella tolteca era una civiltà di guerrieri, sensibile, però, all’influsso di altre culture. I Toltechi, infatti, facevano proprie le usanze delle popolazioni da loro assoggettate. Ne sono un esempio i popoli dell’Anahuac, di cui acquisirono le espressioni artistiche e la visione mistica del cosmo. La loro società era guidata dal sovrano divinizzato e dai sacerdoti.
La loro abilità tecnica e artistica si esprimeva nella realizzazione di città come Tula e Teotihuacán per cui ricevettero l’ammirazione degli Aztechi che si definirono, senza indugio, i loro eredi.
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00/3 OLMECHI La civiltà degli Olmechi, detta anche «popolo del giaguaro», occupava in origine la costa atlantica del Veracruz meridionale e si estese poi fino al Guatemala. La cultura olmeca era notevolmente evoluta sotto il profilo tecnico e artistico, al punto che oggi viene considerata la progenitrice di tutte le antiche civiltà precolombiane dell’America centrale (Aztechi, Maya, Zapotechi). Queste ereditarono la struttura dei complessi templari, con piattaforme, tombe e palazzi disposti secondo precise corrispondenze cosmologiche. Anche l’organizzazione sociale era simile a quella che sarebbe stata dei Maya, sviluppata in città Stato destinate a essere luoghi di culto e non residenze della popolazione che abitava le campagne ed era dedita all’agricoltura.
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00/3 MAYA La civiltà dei Maya ha avuto origine, con ogni probabilità, fra il 2000 e il 1500 a.C., ma il periodo di massimo splendore, quello classico, fu tra il III e il X secolo. In seguito la popolazione si spostò nello Yucatán, senza però raggiungere mai i fasti della fase classica. La società non aveva un’organizzazione unitaria, ma era strutturata in città Stato alcune delle quali sono
oggi sede di imponenti siti archeologici (Chichén Itzá; Uxmal; Tikal). La popolazione, però, non abitava in queste città, che avevano solo funzioni sacre, ma nelle campagne, dove si sviluppavano attività agricole e artigianali. L’agricoltura era, infatti, il fondamento dell’economia, e la coltura principale era quella del cotone che sosteneva anche la produzione artigianale.
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00/4 AZTECHI Il termine «Aztechi» significa «i popoli di Aztlán», la terra natale di questa antica civiltà precolombiana. Intorno al XII secolo questa popolazione era una piccola tribù guerriera proveniente dalla parte settentrionale del Messico, ma fra il XIV e il XV secolo il loro Impero si era sostituito a quello dei Toltechi. Tenochtitlán, oggi importante sito archeo-
logico, era la loro capitale e il centro da cui partì la loro espansione. La loro organizzazione sociale era fortemente stratificata e caratterizzata da una forte impronta religiosa.
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01 CIVILTÀ ANDINE La fascia in cui fiorirono queste civiltà comprende a nord la Colombia, al centro l’Ecuador, il Brasile, il Perù e la Bolivia e a sud il Cile e l’Argentina. Nessuna di queste civiltà ha lasciato testimonianze scritte. Le prime popola-
zioni nate in questa zona furono quella dei Chavín e dei Paracas, fra il IX e il II secolo a.C., a cui seguirono i Nazca e i Mochica abili artigiani, lavoratori di tessuti, ceramiche e oreficeria. Il regno di Chimú, invece, controllò la zona andina
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dopo aver scalzato la cultura di Tiahuanaco e quella di San Agustín, ma fu a sua volta soppiantato dall’impero Inca. La sua nascita si fa risalire, probabilmente, intorno al XII secolo, anche se la leggenda avvolge i natali di questa antica ci-
viltà. La popolazione degli Inca assimilò i paesi della fascia culturale andina e costiera, nei territori che oggi corrispondono all’incirca al Perù, alla Bolivia e al Cile.
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01/1 CHAVìN Tra il IX e il II secolo a.C fiorì una delle principali culture precolombiane nella zona delle Ande, quella dei Chavín. La civiltà si sviluppò sull’altopiano del Perù, la Cordillera Blanca. La venerazione di un dio felino era l’elemento fondante della cultura dei Chavín, infatti figure antropomorfe dalla testa felina sono evidenti nelle decorazioni dei templi, negli elementi architettonici e decorativi. Il centro principale era Chavin de Huantar, ora importante località archeologica in cui sono visibili le rovine del «Castillo» e della piazza semiaffondata e una serie di gallerie scavate nella roccia risalenti forse al XIII secolo a.C. e adoperate come luoghi di culto.
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01/2 NAZCA Civiltà precolombiana fiorita fra il III e il IX secolo, nelle valli di Nazca, nel Perù meridionale. Fu, più tardi, assimilata nell’impero Inca. La loro cultura è famosa per la decorazione finissima del vasellame, per i crani-trofeo propri dei cacciatori di teste e per i pregevoli lavori tessili e di oreficeria. A questo popolo sono attribuite le famose «linee di Nazca», disegni geometrici tracciati sul terreno che hanno un’estensione di molti chilometri, al punto che sono visibili interamente solo dall’alto. Presumibilmente sono riferite a un calendario astronomico, ma il loro significato è ancora oggi incerto.
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01/3 L’IMPERO INCA
Originariamente la popolazione degli Incas era stanziata nei pressi di Cuzco. La sua espansione e la conquista dei territori andini cominciò nel XIII secolo. I sovrani detenevano non solo il potere militare, ma anche quello religioso, dal momento che venivano considerati discendenti del Sole. L’apice di questa civiltà fu raggiunto con il sovrano Huayana Capac, mentre sotto la guida del suo successore, Atahualpa, il regno fu distrutto da Francesco Pizarro e dai suoi conquistadores, nel 1531. Dal punto di vista artistico e tecnico gli Incas furono una civiltà estremamente evoluta, che espresse il più alto grado di abilità nella costruzione di monumentali città
(un esempio famoso è Machu Picchu) collegate tra loro da una rete stradale. L’economia incaica era fondata soprattutto sull’agricoltura (le colture principali erano quelle del mais e delle patate) e in misura minore sull’allevamento dei camelidi (lama e alpaca), da cui ricavavano il latte, la lana e la carne. L’impero Inca era chiamato Tahuantisuyu, ossia “territorio dei quattro distretti”, ognuno dei quali aveva un governatore, il tukrikuk, ed era suddiviso in ayllu, l’unità amministrativa minima, costituita da circa dieci clan familiari. Gli ayllu si occupavano delle opere pubbliche, ottenendo in cambio dallo Stato la redistribuzione dei beni.
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