SCUOLA DIGITALE CURCIO
BANCHE DATI APPLICAZIONI VERIFICHE INTERATTIVE
ELEMENTARI
MEDIE
SUPERIORI
SCUOLA DIGITALE
CONCEPT La società contemporanea è caratterizzata dal cambiamento e dalla discontinuità. Questo scenario ha portato a uno «stravolgimento culturale» che ha coinvolto il luogo educativo e di formazione sociale per eccellenza: l’istituzione scolastica . Presa coscienza della mobilità, della varietà e della contraddittorietà della realtà moderna, l’istituzione scolastica ha rivisto programmi e metodi, assegnando grande importanza a tutte quelle risorse che possano attivare pienamente le energie e le potenzialità di ogni bambino e ragazzo, aiutandolo ad assumere sempre maggiore consapevolezza di sé e dei propri talenti, in funzione di quanto avviene fuori dalla scuola, nei diversi ambienti e attraverso nuovi media, in un «paesaggio educativo» estremamente complesso, ben sapendo che l’apprendimento scolastico è una delle tante esperienze di formazione che i giovani vivono. Fin dalla scuola dell’infanzia, e successivamente nella scuola elementare e media, l’attività didattica è orientata alla qualità dell’apprendimento di ciascun alunno: lo studente è posto al centro dell’azione educativa in tutti i suoi aspetti: cognitivi, affettivi, relazionali, corporei, estetici, etici spirituali religiosi. Ai docenti è stato chiesto di operare in stretta collaborazione, promuovendo esperienze didattiche aperte e stimolanti (finalizzate a stimolare la curiosità), e attività significative nelle quali gli strumenti e i metodi caratteristici delle discipline si confrontano e si intrecciano tra loro, evitando trattazioni di argomenti distanti dall’esperienza e frammentati in nozioni da memorizzare. Anche i programmi scolastici, oggi chiamati indicazioni nazionali, sono mutati: essi intendono promuovere e consolidare le competenze culturali di base e irrinunciabili, volte a sviluppare progressivamente, nel corso della vita, le competenze chiave europee. Il sistema scolastico italiano infatti ha assunto già da anni, come riferimento verso cui tendere, il quadro delle competenze chiave per l’apprendimento permanente (lifelong learning) definite dal Parlamento europeo e dal Consiglio dell’Unione europea. Le competenze chiave sono: 1. Comunicazione nella madrelingua 2. Comunicazione nelle lingue straniere 3. Competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia 4. Competenza digitale 5. Imparare a imparare 6. Competenze sociali e civiche 7. Spirito d’iniziativa e imprenditorialità 8. Consapevolezza ed espressione culturale OBIETTIVI Le competenze chiave sono un fine a cui giungere. Esse sono «una combinazione di conoscenze, abilità e attitudini appropriate al contesto. Le competenze chiave sono quelle di cui tutti hanno bisogno per la realizzazione e lo sviluppo personali, la cittadinanza attiva, l’inclusione sociale e l’occupazione. La competenza nelle abilità fondamentali del linguaggio, della lettura, della scrittura e del calcolo e nelle tecnologie dell’informazione e della comunicazione è una pietra angolare per l’apprendimento, e il fatto di imparare a imparare è utile per tutte le attività di apprendimento». In questo fermento culturale ed educativo la diffusione delle nuove tecnologie di informazione e di comunicazione è una grande opportunità, e rappresenta la «frontiera decisiva» per la scuola: è una rivolu-
zione nei metodi di apprendimento e dei luoghi (anche se virtuali) in cui questo avviene, è rivedere e donare nuova linfa vitale a un’istituzione – quella scolastica – fondamentale per la società. Una rivoluzione epocale, come si legge in documenti ufficiali del MIUR sull’innovazione tecnologica: scuola digitale significa multimedialità, multidisciplinarità, interculturalità, condivisione, partecipazione, socializzazione e personalizzazione dell’apprendimento. LE SOLUZIONI In questo fondamentale momento di passaggio tra due «epoche», l’Armando Curcio Editore continua a seguire la sua vocazione culturale ed educativa iniziata dal suo fondatore negli anni Trenta. Grazie al know how di HQ, leader nel settore della programmazione informatica didattica, la casa editrice propone oggi un nuovissimo catalogo, tutto dedicato al mondo della scuola e che rappresenta una nuova esperienza di pubblicazione. Tanti contenuti, app e verifiche per gli alunni di ogni ordine e grado. Opere che cogliendo lo spirito più vero e autentico del nuovo corso della scuola digitale abbraccia i bisogni di tutti i soggetti coinvolti (ragazzi, genitori, insegnanti). Armando Curcio in pieno accordo con l’istituzione scolastica, ha rivisto mezzi e modalità di comunicazione, cogliendo la possibilità offerta dalla rivoluzione tecnologica in atto IL TABLET SOSTITUISCE COMPLETAMENTE L’USO DEI LIBRI CARTACEI? Il libro cartaceo è uno strumento solido, concluso e forte per la nostra conoscenza e costituisce la base della nostra cultura. Il tablet invece è una finestra sul mondo e sulle culture, che permette di spaziare e approfondire ogni conoscenza. La classe digitale dunque non è a sfavore del libro cartaceo, ma lo potenzia con l’enorme vantaggio di abbattere i costi dei libri di testo.
PER LE SCUOLE ELEMENTARI UN ARRICCHIMENTO DI CONTENUTI ILLUSTRATI E DINAMICI PER ACCOMPAGNARE L’INSERIMENTO DEI PICCOLI STUDENTI DEL PRIMO CICLO NEL MONDO DELL’APPRENDIMENTO. PER ESSERE VICINI, ANCHE DAL PUNTO DI VISTA TECNOLOGICO, AI GENITORI ATTENTI AL PROCESSO DI APPRENDIMENTO DEI LORO BIMBI E AGLI INSEGNANTI APERTI ALLE PIÙ RECENTI INDICAZIONI DEL MIUR.
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Didattica prescolare e di prima scolarizzazione. Contiene pdf scaricabili.
giocaimpara LE ORIGINI DELLA STORIA LE CIVILTÀ
SCUOLA DIGITALE elementari SCUOLA DIGITALE • ELEMENTARI
storia
ANTICHE LE CIVILTÀ CLASSICHE LO SPAZIO CHE CI CIRCONDA
geografia
AMBIENTI E VITA VIVERE IN
scienze
In 10 capitoli strutturati in paragrafi, dagli egizi alle grandi civiltà del Mediterraneo. Programma di 4 a elementare. 10 capitoli strutturati in paragrafi, dalla civiltà greca alla fine dell ’impero romano. Programma di 5 a elementare. 10 capitoli strutturati in paragrafi, la prima osservazione degli spazi della Terra. Programma di 3 a elementare. 11 capitoli strutturati in paragrafi, dall’osservazione degli ambienti alla geografia fisica dell’Italia. Programma di 4 a elementare. 21 capitoli strutturati in paragrafi, l’Italia delle regioni. Programma di 5 a elementare.
ACQUA DOLCE
vita nell’ambiente (7 articoli correlati)
VITA NEL MARE
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SAVANA
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REGIONI POLARI
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PRATERIA
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MONTAGNA
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FORESTA DESERTO FORESTA TROPICALE FORESTA TEMPERATA FAIRY TALES AND MORE ... DICTIONARY
dizionario
8 capitoli strutturati in paragrafi, dalla nascita della terra all’età del ferro. Programma di 3 a elementare.
ITALIA
BOREALE
inglese
articoli/contenuti
(il sottomenù corrisponde alle tavole elencate a destra)
vita nell’ambiente (7 articoli correlati) vita nell’ambiente (7 articoli correlati) vita nell’ambiente (7 articoli correlati) vita nell’ambiente (7 articoli correlati) 8 fiabe in lingua inglese dizionario inglese-italiano 23 tavole illustrate (automobile, camera da letto, casa, corpo, cucina, mare, mano, scheletro, soggiorno, viso, barca, doccia, elettrodomestici, falegname hotel, insetto, lago, nave, orto, pasticceria, treno, zoo, uccello) per un totale di 106 lemmi. Per ciascun lemma: indicazioni grammaticali, definizione, esempi, significati secondari, modi di dire, sostantivi e verbi correlati.
le app didattiche di BookExperience italiano • IMPARO A SCRIVERE • IMPARO LA GRAMMATICA Esercizi interattivi per imparare a leggere e scrivere (fascia prescolare e prima scolarizzazione). Attività proposte: Scrittura Lettura Ampliamento del lessico Acquisizione delle strutture grammaticali Competenza chiave: comunicazione nella madrelingua matematica • IMPARO I NUMERI Esercizi interattivi per conoscere i numeri e imparare le operazioni (fascia prescolare e prima scolarizzazione). Attività proposte: Familiarizzare con il concetto della quantità Scrivere i numeri Operazioni semplici Competenza chiave: competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia; storia: terza, quarta, quinta elementare • IL TEMPO DELLA STORIA Preistoria • IL TEMPO DELLA STORIA Antiche civiltà • IL TEMPO DELLA STORIA Civiltà classiche Corso di storia interattivo strutturato su una linea del tempo e organizzato in mappe concettuali (dalla terza alla quinta elementare) Attività proposte: Conoscere i fatti e analizzare i luoghi delle civiltà studiate Riconoscere successione o contemporaneità dei fatti, durate, cicli temporali Analizzare il passato in un’ottica interdisciplinare attraverso mappe concettuali Competenza chiave: competenze sociali e civiche; consapevolezza ed espressione culturale geografia • GRANDE ATLANTE DEL MONDO Italia Atlante interattivo d’Italia (per la quinta elementare). Attività proposte: Conoscere il territorio italiano Conoscere le regioni d’Italia Ricostruire la realtà della nazione coniugando l’aspetto geografico con quello economico, urbano e demografico Competenza chiave: competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia; competenze sociali e civiche; consapevolezza ed espressione culturale inglese • FIRST ENGLISH Esercizi interattivi per l’apprendimento dell’inglese (per la prima scolarizzazione). Attività proposte: Comunicazione Lettura Scrittura Competenza chiave: comunicazione nelle lingue straniere.
PER LA SCUOLA MEDIA LA SCUOLA MEDIA RISPONDE AL PRINCIPIO DEMOCRATICO DI ELEVARE IL LIVELLO DI EDUCAZIONE E D’ISTRUZIONE PERSONALE DI CIASCUN CITTADINO: È FORMATIVA, IN QUANTO SI PREOCCUPA DI OFFRIRE OCCASIONI DI SVILUPPO DELLA PERSONALITÀ IN TUTTE LE DIREZIONI (ETICHE, RELIGIOSE, SOCIALI, INTELLETTIVE, AFFETTIVE, OPERATIVE, CREATIVE ECC.); È ORIENTATIVA, IN QUANTO FAVORISCE – MEDIANTE L’ACQUISIZIONE DI CONOSCENZE FONDAMENTALI – LA CONQUISTA DI CAPACITÀ LOGICHE, SCIENTIFICHE, OPERATIVE E DELLE CORRISPONDENTI ABILITÀ.
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SCUOLA DIGITALE SCUOLA DIGITALE • medie MEDIE
MONDO ANTICO
MEDIOEVO
storia
ETÀ MODERNA ETÀ CONTEMPORANEA
geografia
scienze
laboratorio
LE RICERCHE DI STORIA FIUMI E LAGHI MONTI E VULCANI MARI E OCEANI LUOGHI INOSPITALI LE RICERCHE DI GEOGRAFIA LA MATERIA E LE SUE TRASFORMAZIONI IL MONDO DEI VIVENTI CURARE IL GATTO CURARE IL CANE FOTOGRAFIA FIORI E PIANTE CUCINA DAL MONDO
articoli/contenuti 18 capitoli strutturati in paragrafi, dalla preistoria alla fine dell’impero romano. Sezione di raccordo tra programma delle scuole elementari e delle scuole medie. 16 capitoli strutturati in paragrafi, dalle invasioni barbariche alle monarchie nazionali. Programma di 1 a media. 23 capitoli strutturati in paragrafi, dalle monarchie nazionali alla restaurazione. Programma di 2 a media. 11 capitoli strutturati in paragrafi, dalla restaurazione al XXI secolo. Programma di 3 a media. 5 articoli 7 articoli 7 articoli 9 articoli 6 articoli 5 articoli 10 capitoli strutturati in paragrafi; fisica e chimica del programma delle scuole medie. 10 capitoli strutturati in paragrafi; biologia e scienze naturali del programma delle scuole medie. Consigli pratici per curare un gatto Consigli pratici per curare un cane Consigli pratici per fotografare Consigli pratici per curare il giardino Consigli e ricette dal mondo
le app didattiche di BookExperience scienze: prima, seconda, terza media • LABORATORIO DI SCIENZE NATURALI • LABORATORIO DI FISICA • LABORATORIO DI CHIMICA Laboratori interattivi di chimica, fisica e scienze naturali Attività proposte: Sviluppare la capacità di osservazione Sviluppare la manualità Sviluppare la capacità di deduzione a partire da conoscenze pregresse Competenza chiave: competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia. geografia • GRANDE ATLANTE DEL MONDO AFRICA Atlante interattivo dell’Africa Attività proposte: Conoscere il territorio Conoscere gli stati Ricostruire la realtà del continente coniugando l’aspetto geografico con quello economico, urbano e demografico Competenza chiave: competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia; competenze sociali e civiche; consapevolezza ed espressione culturale
PER LE SCUOLE SUPERIORI LA SCELTA DELLA SCUOLA SUPERIORE È UN PASSO MOLTO IMPORTANTE PER LA VITA E LA CARRIERA DELLO STUDENTE; QUESTA RAPPRESENTA LA PRIMA EFFETTIVA SCELTA SCOLASTICA DA PARTE DELLO STUDENTE STESSO, ACCOMPAGNATO DAI GENITORI. PER QUESTA RAGIONE LA SCELTA MIRATA DI UN PERCORSO APPROPRIATO AL SINGOLO ALUNNO DEVE ESSERE CONSAPEVOLE E CONSEGUENTE A UNA PRESA DI COSCIENZA DELLE PROPRIE PASSIONI, VALORI, ATTITUDINI, PUNTI DI FORZA E CRITICITÀ.
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SAGGI PERCORSI SAGGI PERCORSI SAGGI PERCORSI
21 saggi 4 percorsi disciplinari 15 saggi 2 percorsi disciplinari 16 saggi 2 percorsi disciplinari
SAGGI
2 saggi
PERCORSI
3 percorsi disciplinari
SAGGI PERCORSI SAGGI PERCORSI
20 saggi 3 percorsi disciplinari 20 saggi 3 percorsi disciplinari Audiocorso in 192 lezioni, un dizionario e un prontuario linguistico. Corso base e principianti.
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Audiocorso d’inglese di livello avanzato. Audiocorso di francese.
alcuni esempi di saggi: arte: La tecnica di Caravaggio storia: L’Europa alla vigilia del 1848 geografia: La cintura di fuoco: i vulcani scienze: La cellula musica-cinema-teatro: Cinema in camicia nera letteratura: Il romanticismo in Italia alcuni esempi di percorsi arte: Le avanguardie storia: Le civiltà precolombiane geografia: Il sistema solare scienze: Gli ambienti naturali musica-cinema-teatro: Le origini della canzone italiana letteratura: Il romanzo
UN PO’ DI LETTERATURA Scuola digitale, il Ministro Carrozza: “Il nostro Paese si prepara a un altro rinvio per l’adozione dei testi digitali nelle scuole”. A pochi giorni ormai dall’inizio dell’anno scolastico, si torna a parlare di libri digitali e dei vantaggi che questi potrebbero avere per i nostri figli, per l’economia dell’Italia e anche per combattere il caro-libri che continua a rappresentare una grande preoccupazione per le famiglie. Il dibattito è molto acceso anche perché, secondo alcune indiscrezioni, la bozza del Decreto del Ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza dovrebbe arrivare sul tavolo del governo lunedì 9 settembre o comunque prima della riapertura delle scuole. Sarebbero 7 i punti focali delle nuove disposizioni: Piano nuove assunzioni, Libri di testo, Alternanza, Potenziamento ITS, Fondi per le scuole, Salva presidi, Inidonei e pensioni. Per quanto riguarda gli eBook, si punta a correggere il Decreto dell’ex Ministro Francesco Profumo, per rivedere i tempi e le modalità di adozione dei testi digitali. Misure che non trovano tutti d’accordo: gli editori chiedono di rallentare mentre chi sostiene l’economia digitale vorrebbe un bel colpo d’accelerata anche per il nostro Paese. Ma il Ministro ha già deciso che bisognerà attendere alcune valutazioni: “L’eBook rappresenta una grande rivoluzione sia per l’insegnamento che l’apprendimento”, ha commentato in un’intervista a «Famiglia Cristiana» Carrozza, aggiungendo: “Ho già programmato delle conferenze nazionali su questo tema ,... perché bisogna discutere dei contenuti, degli strumenti, delle nuove materie”. Il Ministro ha poi precisato: “Il passaggio al digitale va fatto bene e con gradualità bisogna valutare gli effetti di ritorno sull’apprendimento dei ragazzi”. Per il Ministro, comunque, “l’informatica è importante, perché se usi un tablet devi capire come è fatto”. Parole che tuttavia non appaiono rassicuranti per chi crede ad una svolta imminente: molto probabilmente il via avverrà per l’anno scolastico 2015-2016. Del resto il Ministro lo aveva già fatto capire chiaramente lo scorso luglio quando, annunciando il rinvio degli eBook nelle scuole di almeno un anno, aveva spiegato che la decisione era stata presa dopo un’attenta valutazione delle infrastrutture scolastiche esistenti, considerate troppo vecchie e non in grado di sostenere un cambiamento di questo livello. 31 agosto 2013
AREE D’INTERVENTO • PIANO SCUOLA DIGITALE La Direzione Generale per gli Studi, la Statistica e i Sistemi Informativi promuove il Piano Scuola Digitale per modificare gli ambienti di apprendimento attraverso l’integrazione delle tecnologie nella didattica. Gli ambienti in cui la scuola e i nostri studenti sono immersi sono ricchi di stimoli culturali molteplici ma anche contraddittori. Occorre un’organizzazione didattica che aiuti a superare la frammentazione della conoscenza e a integrare le discipline in nuovi quadri d’insieme. Per questo occorre trasformare gli ambienti di apprendimento, i linguaggi della scuola, gli strumenti di lavoro e i contenuti. L’innovazione digitale rappresenta per la scuola l’opportunità di superare il concetto tradizionale di classe, per creare uno spazio di apprendimento aperto sul mondo nel quale costruire il senso di cittadinanza e realizzare “una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva”, le tre priorità di Europa 2020. I programmi del MIUR di prima generazione, attraverso i quali il mondo della scuola si è avvicinata all’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione evolvono oggi in una dimensione nella quale la tecnologia si integra nella didattica di classe. Non più la classe in laboratorio ma il laboratorio in classe: una strategia, tante azioni. MIUR. Direzione generale per gli Studi, la Statistica e i Sistemi Informativi
LA SCUOLA DIGITALE PUÒ ATTENDERE?
Una dichiarazione (poi smentita) del ministro Anna Maria Carrozza su uno stop nell’adozione degli ebook in classe scatena un dibattito in rete. Tra chi ritiene che l’evoluzione in senso tecnologico del Paese non sia più procrastinabile e chi ribatte che quello che conta non siano tanto gli strumenti quanto la qualità della didattica. La frase è di quelle da far saltare sulla sedia: “L’accelerazione sui libri digitali non poggiava su alcuna seria e documentata validazione di carattere pedagogico e culturale, così come non sono state valutate le possibili ricadute sulla salute di bambini e adolescenti esposti a un uso massiccio di apparecchiature tecnologiche”. Il ministro ha poi precisato: con un tweet “che sta valutando”. Il punto – spiega Guido Scorza nel suo blog – è che la scuola è esattamente il canale dal quale occorre partire per alfabetizzare, finalmente, i cittadini all’uso delle nuove tecnologie. Se si frena anche qui, se si torna indietro, se si rallenta il processo di digitalizzazione solo perché qualcuno rischia di rimetterci dei soldi, possiamo dire addio al futuro del Paese. “È dalla scuola – prosegue il giurista – che ci aspetta da tempo parte la rivoluzione digitale italiana e, ora, immaginare che parte attraverso i cari e vecchi libri di carta è davvero difficile. Senza contare – conclude – che nessuno potrà impedire agli studenti più fortunati di iniziare a utilizzare tablet e libri digitali già domani mattina con la conseguenza che, in pochi mesi, avremo studenti di serie A, pronti a confrontarsi con le sfide del futuro, e studenti di serie B, condannati a continuare a studiare come i loro padri e prima i loro nonni. Diversa la posizione dell’insegnante e blogger Mariangela Vaglio, che nel suo più recente post spiega: “Da insegnante che ha una forte, fortissima simpatia ogni possibile aggeggio digitale dico che forse il Ministro tutti i torti non ha e, anzi, solleva un problema che dovremmo tutti porci. Cioè, in breve: ma siamo sicuri che la scuola digitale insegni meglio e sia più efficiente di quella con lavagna e gessetto?”. “In alcune mie classi da anni ho le LIM, le lavagne multimediali – continua la Vaglio. Ho messo a punto sistemi per cui, tramite la posta elettronica, i miei alunni interagiscono con me, ci scambiamo gli appunti delle lezioni; abbiamo costruito blog e giornalini di classe on line, facciamo lezione dando link a voci della Treccani e di Wikipedia, usando filmati di Youtube e altre risorse in rete. È tutto molto bello, e per un docente molto stimolante. Il mio problema però sono le ricadute. Che, nella mia esperienza come insegnante mi dice che i ragazzi bravi e interessati raggiungono lo stesso livello sia che in classe usino il tablet sia che abbiano un quaderno e una lavagnetta di ardesia, pure scrostata”. Repubblica 22 luglio 2013
DIGITALE O CARTACEO, COSA SI RICORDA MEGLIO?
Le notizie pubblicate su carta offrirebbero più appigli per la memoria, si spiega in una ricerca. Per l’appunto, di cosa si stava parlando? Secondo uno studio condotto da tre dottorandi della Scuola di giornalismo e comunicazione dell’Università dell’Oregon, leggere una storia in formato digitale o leggerla in cartaceo fa tutta la differenza del mondo: il mezzo più tradizionale coinvolge maggiormente il lettore e la sua capacità di memorizzare. Secondo lo studio condotto da Arthur Santana, Randall Livingstone e Yoon Cho su 45 studenti, i lettori tendono a ricordare significativamente di più delle notizie lette sui giornali cartacei rispetto a quelle lette online, sia per quanto riguarda gli argomenti generali trattati, sia per quanto riguarda i contenuti. Uguale è invece la memoria dei titoli.
Nel loro esperimento è stata messa alla prova la memoria di 45 «cavie»: 25 lettori della versione cartacea del «New York Times» e 20 lettori della versione online sono stati sottoposti ad una serie di quiz per verificarne la comprensione del testo. La teoria – dietro i risultati finali –è che le notizie online siano effimere, potendo sparire e riapparire senza avviso, creando in questo modo un elemento di discontinuità. E che la strutturazione del giornale riesce a mettere in evidenza le notizie più importanti coadiuvando così il lavoro della memoria. Il valore intrinseco del mazzo cartaceo, insomma, sarebbe nella maggiore capacità di coinvolgimento del lettore, caratteristica testimoniata anche da osservatori tradizionalmente schierati dalla parte dell’innovazione digitale. Claudio Tamburrino Corriere della sera 13 agosto 2013
L’IMPORTANZA DELLA LETTURA di Andrea Torrente Premessa Entrare con pertinenza nel discorso sulla lettura suppone la possibilità di ancorarlo nella storia recente della scuola e nell’attualità della prevenzione contro l’analfabetismo, consente di riaffermare alcuni principi pedagogici e di presentare qualche modalità d’aiuto destinata agli alunni che si trovano in difficoltà d’apprendimento. Il discorso sull’importanza della lettura e sulla padronanza della lingua, la riflessione sulla responsabilità della scuola a questo proposito, s’intersecano da più di venti anni con i ricorrenti pubblici dibattiti e con le riflessioni all’interno del sistema scuola o le istruzioni ufficiali. Gli anni ’60 sono stati caratterizzati da una crescita imponente del numero d’alunni nel segmento dell’Istruzione Secondaria di primo grado; infatti, la Legge n° 1859 del 31 Dicembre 1962 all’art. 1 statuisce che: “In attuazione dell’art. 34 della Costituzione, l’istruzione obbligatoria successiva a quell’elementare è impartita gratuitamente nella Scuola Media, che ha la durata di tre anni ed è scuola secondaria di primo grado”. L’architettura scolastica che ne deriva comporta tre livelli di istruzione, necessariamente interdipendenti: Scuola Elementare; Scuola Secondaria di Primo Grado o Scuola Media; Scuola Secondaria di Secondo Grado la quale è, a sua volta, composta da ben quattro grandi settori ordinamentali: Istruzione Classica, Scientifica e Magistrale; Istruzione Tecnica; Istruzione Professionale; Istruzione Artistica. Questa riforma strutturale, che è stata accompagnata da un grande sforzo per la costruzione di nuovi edifici scolastici che potessero accogliere questa enorme massa di studenti, non ha dato luogo, nell’immediato, ad una modificazione radicale degli insegnamenti. È di tutta evidenza che s’impongono alla stragrande maggioranza di una classe d’età, fino a quel momento votata alla sola istruzione primaria, dei metodi di lavoro che, inventati per una minoranza d’alunni che avrebbero sicuramente proseguito gli studi, implicavano una forte trasmissione di cultura. Così, la generalizzazione progressiva degli studi secondari ha condotto alla fine degli anni settanta ad allargare le finalità attribuite alla lettura. Di fatto tale generalizzazione ha destabilizzato il funzionamento tradizionale della scuola; le difficoltà
degli alunni di fronte alle nuove attese della società hanno alimentato, per decenni, il discorso sull’insuccesso scolastico ed hanno condotto ad attribuire all’incapacità della scuola le difficoltà d’adattamento di tutto il sistema. Altro fattore di chiamata in causa della scuola è la crisi economica della fine degli anni settanta con il correlativo cessare del pieno impiego. Si sviluppa in questo periodo un nuovo concetto d’analfabetismo. Questo concetto abbraccia delle realtà molto diverse, multiformi, il che comporta delle valutazioni quantitative a dir poco stupefacenti. Il favore mediatico che circonda queste valutazioni rinforza gli interrogativi sull’efficacia della scuola, particolarmente quella secondaria. Infine, ultimo ma non meno importante, è il fattore legato alle trasformazioni economiche e sociali degli anni ’70 e ’80, in particolare l’aumento della disoccupazione e le difficoltà d’inserimento nel mondo del lavoro dei giovani che uscivano dal sistema educativo. Tutto ciò conduce a interrogarsi sull’efficacia dell’istruzione professionale affidata alla scuola oltre che sulla bontà della formazione professionale affidata alle Regioni che, sovente, ne hanno fatto oggetto di manovre speculative poco chiare. Di fatto, il legame fra possesso di un titolo di studio conseguito al termine di una scuola secondaria di secondo grado e l’accesso al lavoro è abbastanza forte. Diverse inchieste condotte in quegli anni confermano che l’inserimento nel mondo del lavoro è tanto più agevole quanto più il livello degli studi é elevato. Appare anche chiaro che il rischio d’uscita dal sistema educativo senza il titolo di studio è molto dipendente dalla maniera in cui gli alunni hanno compiuto la loro scolarità primaria, quale che sia l’origine delle difficoltà incontrate a questo livello. È proprio degli anni ’80 il riconoscimento del fenomeno della Dispersione Scolastica che il Ministero della Pubblica Istruzione ha preso in carico con un Progetto Speciale dedicato particolarmente agli allievi delle aree in cui ripetenze e abbandoni sono una caratteristica peculiare. È di tutta evidenza che la padronanza degli apprendimenti di base nella scuola primaria è strettamente legata alla capacità di lettura e che ripetenze e abbandoni rendono l’insuccesso scolastico socialmente inaccettabile. Nel 1950, un giovane poteva trovare lavoro anche senza saper leggere, oggi ciò è in pratica impossibile. Infatti, lo sviluppo scientifico e quello tecnologico richiedono una sempre maggiore capacità di comprensione di ciò che si legge perché è indispensabile potersi riciclare di continuo per essere in grado di cambiare lavoro, quando ciò è reso indispensabile dalla domanda del mercato. Bisogna tentare di precisare l’importanza delle difficoltà di lettura nelle giovani generazioni: se una volta un gran numero di giovani poteva esser considerato analfabeta, quando non sapeva leggere, oggi la maggior parte di loro riesce a decodificare, ma ha reali difficoltà di comprensione di quanto appena letto. Adesso sembra piuttosto difficile riuscire a colmare questo gap. Senza dubbio occorrono delle strategie diverse secondo l’origine delle difficoltà. Per coloro i quali soffrono di disturbi del linguaggio (dislessia, disfasia ecc.) è indispensabile che ci sia un corretto intervento di personale specializzato che è di solito esterno alla scuola. Tuttavia, la Scuola Elementare può sicuramente contribuire alla prevenzione dell’analfabetismo e condurre alla Scuola Secondaria di primo grado dei lettori che padroneggiano meglio i meccanismi fondamentali della lettura, che sono capaci di maggiore flessibilità e, soprattutto, che hanno il piacere di leggere. Se il termine prevenzione si applica a qualsiasi azione che eviti che si produca qualcosa di pregiudizievole oppure che impedisca un aggravamento, si può ipotizzare una sfida corretta della pedagogia al fine di far indietreggiare l’analfabetismo, a condizione che essa conduca il maggior numero possibile d’allievi fino al conseguimento di due obiettivi essenziali: Un certo livello di comprensione della lettura che garantisca un’irreversibilità dell’acquisizione; Delle ragioni per leggere, e, se possibile, il gusto di leggere, l’interesse per la lettura che permettano di mantenere una pratica della lettura anche al di fuori della pratica scolastica. Condurre a saper leggere Il saper leggere si costruisce nel tempo e la scuola elementare non può pensare di portare a termine questo lavoro. Si continua a imparare a leggere lungo tutto l’arco della scolarità e anche oltre, poiché si può leggere sempre meglio, leggere differentemente, leggere i testi più svariati e più complessi, tenendo conto che le abilità costruite in un determinato campo non si trasferiscono spontaneamente in un altro.
La prima tappa è condurre ciascun allievo a un’appropriazione attiva del linguaggio orale e della lingua, che permette non soltanto di comunicare, ma anche di apprendere e di comprendere il mondo. Accanto a questo lavoro specifico sull’orale, fin dal primo anno di scuola materna, i maestri raccontano prima e leggono poi delle storie con regolarità, contribuendo così a costruire una certa familiarità con la lingua scritta. Essi introducono gli allievi nell’universo delle storie sulle quali sono invitati a riflettere e a scambiarsi le opinioni. Questi scambi permettono di chiarire il significato dei testi letti e gli effetti che essi producono (tristezza, paura, divertimento ecc.). In tal modo inizia un lavoro precoce, essenziale, sulla comprensione che potrà passare attraverso le seguenti tappe: Distinguere i personaggi di una storia, il loro carattere e le loro relazioni; Ripetere ciò che accade; Incominciare a interessarsi al modo in cui le cose sono dette; Identificare gli elementi del testo che hanno permesso di conoscere tale o tal altra cosa (primo lavoro sull’implicito dei testi). A partire dall’attività orale, dai testi e dalle parole conosciute (i nomi degli alunni della classe, le parole conosciute, i titoli delle canzoni più note) e dalle prove di scrittura che esse consentono, i bambini sono portati a capire come funziona il codice alfabetico e come esso consente di leggere e di scrivere. Alla Scuola dell’Infanzia, sono le domande su come scrivere che sollecitano l’interesse per il codice, per l’osservazione della composizione delle parole; si tratta di un approccio quasi sperimentale che conduce i bambini a stabilire dei paragoni fra le parole da cui essi traggono delle rappresentazioni del sistema alfabetico. È importante nella Scuola dell’Infanzia assicurare la qualità di quest’ingresso nell’universo della lettura e della scrittura da cui dipende in gran parte la riuscita degli apprendimenti successivi. Quando lasciano la Scuola dell’Infanzia, i bambini devono aver acquisito i mezzi per imparare a leggere; ma anche delle motivazioni per imparare a leggere. E’ proprio il contatto precoce con i libri e con gli altri oggetti di lettura, nella varietà delle situazioni sollecitate dalla lettura stessa, che ne favorisce l’apprendimento. Mentre prosegue l’acculturazione ai testi ed alle storie, inizia un lavoro sistematico sulle tecniche di decodificazione e sulle strategie di comprensione. E’ questo il periodo in cui gli alunni devono apprendere a decodificare, in altre parole a saper analizzare le parole in unità più piccole e fare il lavoro inverso e, perciò, memorizzare le relazioni fra grafemi e fonemi. Questo apprendimento sollecita moltissimo la scrittura, mai dissociata dalla lettura fin dai primi passi in questo universo. E’ anche il periodo in cui essi devono memorizzare la forma ortografica delle parole( e non la forma complessiva, la silhouette o qualche vago indice) per poterle identificare in maniera quasi istantanea. Tale doppio lavoro suppone numerosi allenamenti, sotto forma d’esercizi o di giochi, con dei supporti tradizionali o multimediali. Infine, bisogna che gli alunni siano condotti progressivamente ad affrontare da soli dei veri testi, via via sempre un po’ più complessi. Imparare a capire sembra proprio la chiave per la riuscita di un percorso d’apprendimento della lettura; molto spesso si valuta la comprensione senza averci veramente lavorato. Il lavoro di strutturazione del codice non è affatto terminato anche se, la padronanza del medesimo e la corrispondenza orale/scritto deve essere acquisita nei suoi principi e nelle sue grandi linee. Bisogna approfondire il lavoro sulle strategie di comprensione a partire da testi sempre più lunghi ma anche più complessi. L’integrazione della lettura in tutti i campi d’apprendimento deve condurre gli alunni ad abbattere la resistenza dei cosiddetti testi particolari ( enunciati di problemi di matematica, testi documentari con immagini ed altre rappresentazioni grafiche, sommari di libri, enciclopedie o manuali, ecc.); gli alunni devono imparare a leggere differentemente dei testi differenti. Infine si deve anche lavorare, con la lettura ad alta voce, per renderla fluida, espressiva e, quindi, appropriata. Fare acquisire il gusto di leggere E’ fin dalla Scuola dell’Infanzia che iniziano sia l’acculturazione sia la costruzione del bagaglio dei libri e/o delle storie letti e/o incontrati. Ogni team d’insegnanti dovrebbe accordarsi sulla definizione di questo
bagaglio in modo tale che le stesse storie e le stesse opere siano viste e riviste, e che delle nuove si aggiungano anno dopo anno. Sicuramente, proprio nel periodo della Scuola dell’Infanzia, ogni alunno può costruire su questa base una sorta d’antologia dei testi più graditi fra quelli letti, esemplare di “tesoro personale” che egli porterà con sé e completerà nel corso della sua scolarità. E’ veramente importante che la scuola consenta a ciascuno di scoprire le motivazioni alla lettura; è proprio la pratica regolare della lettura che allena la capacità di leggere agevolmente. L’offerta di lettura deve essere, nel corso della scolarità, molto vasta sia negli oggetti culturali che essa sottende e sia nelle forme materiali che prendono questi oggetti culturali (libri, giornali, riviste, manuali, CD-Rom, Internet, ecc.). Occorre che ogni bambino-lettore faccia delle esperienze variate. La lettura di testi letterari sollecita la soggettività, la sensibilità, la soddisfazione del lettore che è marcato dalla creazione di un universo interno di significati che lo porta a ri-leggere per ri-trovare il piacere. Con gli altri testi, più funzionali o documentali, leggere consente di realizzare un progetto, e quando la lettura avrà consegnato tutte le informazioni contenute nel testo, è del tutto inutile ritornarci salvo a voler confermare una determinata informazione o rifare tale operazione. E’ di tutta evidenza che il criterio della riuscita della lettura non può essere costante in tutti i casi. Occorre, anche, che ogni bambino incontri i libri che corrispondono ai suoi interessi spontanei ma anche che egli possa allargare la gamma di tali interessi. Sovente, attraverso gli scambi di libri fra alunni della stessa classe, fra alunni della stessa scuola, fra alunni ed adulti l’attenzione è focalizzata su ciò che ha appassionato, commosso, turbato altri lettori. La socializzazione di tali sentimenti permette di tessere numerosi legami fra i diversi libri, di far conoscere gli autori, in breve di far costruire delle reti di libri e di lettori più larghe di quelle che ciascuno può intessere da solo. Ancora, la scuola deve considerare che essa ha una gran responsabilità nell’iniziazione ai comportamenti culturali che alcuni bambini non avranno la possibilità di sviluppare in seno alla propria famiglia. I giovani, i bambini in particolare, ed anche gli adulti che non sono mai entrati in una biblioteca, ne sono intimiditi, anche perché non conoscono i codici culturali che vi si praticano. La scuola ha il compito di iniziare a quest’ambiente, dapprima nella biblioteca d’istituto, in seguito anche all’esterno; apprendere la classificazione dei libri, conoscere la differenza fra i generi, sapersi ritrovare nelle collezioni, conoscere degli autori e degli illustratori, ecc. sono dei punti di riferimento che consentiranno di navigare poi nell’universo dei libri sia in biblioteca, sia in libreria, come pure in ambiente virtuale. Iniziata così, la storia del lettore prosegue nei gradi successivi dell’istruzione. Gli apprendisti lettori devono essere sostenuti con gli incoraggiamenti o, nel caso di chi incontra maggiori difficoltà, bisogna saper creare delle situazioni di riuscita. Ma ciò che sostiene sicuramente numerosi alunni nei loro sforzi per saper leggere è la capacità di comprendere, di comprendersi, di costruirsi come persone. Poiché la lettura, lungi dall’essere una tecnologia che consente di sbrigarsela, costituisce un’esperienza complessa e ricca della quale sono privati coloro i quali non sanno leggere. Se l’analfabetismo è un dramma sociale, non dimentichiamo che esso è, innanzi tutto, un dramma personale.
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