ARTE LE NIFEE DI MONET
BOTANICA LA FLORA FLUVIALE
GEOGRAFIA IL NILO
GEOLOGIA L’AZIONE DEL FIUME
ZOOLOGIA LA FAUNA FLUVIALE
Il corso irregolare di un fiume in un bosco.
I meandri del Rio delle Amazzoni.
00 I FIUMI I fiumi sono dei corsi d’acqua che scorrono sulla superficie della Terra; possono essere sia ruscelli, sia imponenti corsi d’acqua che si snodano per diverse migliaia di chilometri. Come si formano i fiumi? L’acqua piovana, scorrendo lungo i pendii delle montagne, si riunisce in tanti rivoli che poi danno origine a un torrente e quindi a un fiume; anche lo scioglimento delle nevi e dei ghiacci, e un lago o una sorgente, possono contribuire ad alimentare un fiume. Il fiume modifica il paesaggio che attraversa: per esempio l’acqua può erodere il terreno scavando profonde valli, oppure, trasportando e depositando detriti, può costruire pianure delle «piane alluvionali». I corsi d’acqua che confluiscono in un fiume più grandi sono detti «affluenti». La foce è invece lo sbocco del fiume nel mare; può essere a delta, se il fiume si ramifica, o a estuario se si getta nel mare senza dividersi. Spesso i fiumi sono importanti vie di comunicazione per il trasporto delle merci; inoltre sono un’abbondante riserva d’acqua usata per rifornire i centri abitati, per irrigare i campi e, grazie anche alle dighe, per produrre energia idroelettrica. Sono anche una preziosa risorsa per il pesce che forniscono; purtroppo, però, oggi molti sono inquinati dagli scarichi industriali e dai prodotti chimici usati in agricoltura. I fiumi più lunghi del mondo sono il Nilo (6670 km) e Rio delle Amazzoni (6448 km).
01 ARTE
Uno dei quadri in cui Claude Monet raffigurò le ninfee.
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LE NINFEE DI MONET Le ninfee sono dei bellissimi fiori caratteristici degli ambienti fluviali. A questi fiori il pittore impressionista francese Claude Monet, vissuto tra il 1840 e il 1926, ha dedicato uno dei suoi cicli pittorici più importanti, costituito da circa 250 pezzi. Le opere descrivono il giardino di Monet, situato a Giverny, e furono dipinte soprattutto durante gli ultimi trent’anni di vita dell’artista. Giverny è una zona a poca distanza dalla capitale, dove il pittore si trasferì nel 1883 all’età di 42 anni e il giardino, in stile tipicamente giapponese, è caratterizzato da un ponticello ricurvo in legno e da un’ampia varietà di specie botaniche. Molti di questi dipinti furono creati nonostante egli fosse affetto da cataratta, una malattia della vista causata dalla comparsa di un velo nell’occhio. Monet dipinse questi fiori bianchi fluttuanti sulla superficie dell’acqua, in uno stile che anticipa soluzioni quasi astratte della pittura successiva, creando delle vere e proprie «sensazioni visive». Ci descrive il suo giardino boscoso, buio a tratti, ma rigoglioso, curato e piacevolmente umido e fresco: lo si capisce dall’eccellente utilizzo di colori freddi, in particolare il verde, assieme al blu e al bianco. Il primo gruppo di tele dedicate alle ninfee fu eseguito tra il 1899 e il 1904; dal 1914 in poi Monet ne riprese il tema iniziando a dipingere le ninfee a distanza ravvicinata, così da far scomparire ogni elemento circostante e renderle vere protagoniste dei suoi quadri.
02 BOTANICA
Rododendri sulla riva di un fiume.
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LA FLORA FLUVIALE Ogni corso d’acqua determina una serie di modificazioni nelle zone che attraversa. Questi influenzano anche la vegetazione delle aree circostanti, cioè la vegetazione riparia: nuovi habitat si creano nei pressi del fiume in base alla distanza dall’alveo, alla morfologia del terreno, alla composizione del terreno e al disturbo esercitato dalla forza erosiva della corrente. Specie estranee alla vegetazione delle praterie e dei boschi circostanti vengono così a insediarsi lungo le rive del fiume, in fasce parallele al corso della corrente. Il complesso della vegetazione riparia è determinato non tanto dal clima dell’ambiente circostante,
quanto alla presenza del corso d’acqua stesso. Per quanto riguarda la vegetazione che vive in acqua, la sua forma dipende molto dalla velocità con cui l’acqua scorre: nelle acque mosse, come i ruscelli, le foglie saranno dei lunghi nastri lineari; nelle acque calme, invece, saranno di forma tondeggiante a distanza regolare fra loro. I fiori si trovano fuori dall’acqua (come nel caso delle ninfee), quindi l’impollinazione avviene al di sopra della superficie, mentre la fruttificazione e la dispersione dei frutti utilizza direttamente l’acqua come mezzo di trasporto.
03 GEOGRAFIA
Tramonto sul Nilo.
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IL NILO Il Nilo è il fiume più lungo del mondo e scorre in Africa. Non tutti sono d’accordo sulla sua effettiva lunghezza, e nemmeno su quali siano le sue sorgenti. Generalmente gli si attribuisce una lunghezza complessiva di circa 6670 km, così ripartita risalendo il suo corso: 5620 km dalla foce a delta, nel Mediterraneo, fino al punto in cui il fiume sbocca dal lago Vittoria; 200 km dal lago Vittoria fino al punto in cui vi si getta il suo principale immissario, il Kagera; 850 km comprendenti il Kagera e i rami del Ruvuvu e del Luvironza, fino alle sorgenti. Esse si trovano nel Burundi, a poca distanza dal lago Tanganika, a 2200 m di altezza; furono scoperte solo nel 1898.
Il Nilo è molto importante anche nella storia dell’umanità. L'antico Egitto era considerato un «dono del Nilo» non solo perché il fiume dava vita e ricchezza a un paese che altrimenti sarebbe stato cancellato dal deserto, ma soprattutto perché le periodiche e regolari piene del fiume, inondando l'intera vallata, lasciavano sul posto a una fanghiglia fertilissima detta «limo». Seminando nel limo si ottenevano raccolti eccezionali. Questo fenomeno si registra tuttora e oggi se ne conosce anche la spiegazione: è dovuto alle piogge tropicali che cadono in Etiopia, nel Sudan meridionale e nell’Uganda.
04 GEOLOGIA
Il delta del Nilo dal satellite.
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L’AZIONE DEL FIUME Le acque del fiume svolgono sul territorio dove scorrono tre tipi di azione: erosiva, di trasporto e di sedimentazione. La velocità dell’acqua, che dipende dalla pendenza del fondo e dalle sue caratteristiche, determina il tipo di attività di un fiume in un suo tratto. Lungo il suo corso, il fiume genera una serie di strutture che caratterizzano il paesaggio, prima fra tutte la valle, il cui profilo ha la forma caratteristica di una V. Il fondo della valle è per lo più ricoperto di ghiaie e sabbie portate dal fiume con le alluvioni. A un meccanismo analogo è dovuto il delta, grande accumulo di sedimenti che il fiume abbandona nel momento in cui la sua corrente perde vigore in corrispondenza della foce. Quando un fiume sfocia in un tratto di costa basso, soggetto a forti maree (come, per esempio l’oceano Atlantico) allora le correnti del mare risalgono il fiume allargandone la foce e formando un estuario che è l’altro tipo di foce. Nella parte finale del suo corso, o comunque quando il pendio su cui scorre è poco marcato, il tracciato del fiume si fa sinuoso e ricco di curve alle quali si dà il nome di «meandri». Durante le piene, molte di queste curve vengono tagliate fuori dal fiume che ridisegna così il suo corso.
05 ZOOLOGIA
Un famoso pesce d’acqua dolce: la trota.
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LA FAUNA FLUVIALE In un fiume, dalla sorgente alla foce, si possono distinguere, in base soprattutto alla velocità della corrente e alla temperatura dell’acqua, diversi tratti ai quali i naturalisti assegnano il nome del pesce più comune. Il tratto «a trota» costituisce il corso superiore del fiume: le acque sono molto veloci, gelide, limpide, ricche di ossigeno. La trota vive e si riproduce qui, nutrendosi soprattutto di insetti e piccoli animali acquatici. Nel tratto «a temolo» la pendenza si fa più dolce, ma le acque, meno limpide, scorrono ancora veloci. Le specie più diffuse qui sono appunto il temolo, l’alborella e il granchio d’acqua dolce. Quando il fiume giunge in pianura e la corrente rallenta, inizia il tratto «a barbo»: la temperatura dell’acqua aumenta, il letto si allarga ed è ricoperto di sabbia. Qui si trovano anche cavedani, lucci e pesci persici. Nel tratto «a carpa» la corrente è lentissima e l’acqua, in estate, diviene molto calda; il letto è fangoso; la vegetazione, sul fondo e sulle rive, è molto abbondante. Qui i pesci sono quelli tipici dei laghi e degli stagni: la grande carpa, l’anguilla e altri pesci da acque calde e povere di ossigeno. Il tratto «a passera di mare» non è più una zona di acqua dolce perché l’acqua marina vi penetra dalla foce con l’alta marea. Oltre che da quei pesci d’acqua dolce che tollerano una certa salinità, questa zona è abitata anche da numerosi pesci marini.
Le cascate dell’Iguazù in Argentina.