La foresta tropicale

Page 1


BIOLOGIA IL NANISMO

BOTANICA IL CACAO

MEDICINA LA PIANTA MEDICINALE

STORIA GLI ATZECHI

ZOOLOGIA LE SCIMMIE ANTROPOMORFE


La foresta amazzonica.


Le foreste tropicali ospitano un’ampia varietà di specie viventi.


00 LA FORESTA TROPICALE Come suggerisce il nome, la foresta tropicale cresce e si sviluppa nella zona compresa tra il Tropico del Cancro e quello del Capricorno (dove per «tropico» s’intende la linea immaginaria che indica la distanza di un punto dall’equatore). Si tratta di un ambiente molto interessante dal punto di vista naturalistico, dal momento che ospita circa la metà di tutte le specie viventi animali e vegetali della Terra. Il clima della foresta tropicale è stabile per tutto l’anno e caratterizzato dall’assenza di variazioni stagionali o variazioni di temperatura, mentre le piogge sono sempre molto abbondanti. Si possono distinguere tre tipi di foresta tropicale: quella indo-malese, quella africana e quella americana. Quest’ultima è la più estesa e comprende la grande foresta amazzonica, le isole caraibiche e le regioni del Centroamerica. Oltre a questi blocchi, piccole porzioni di foresta tropicale si trovano anche sulla costa orientale del Madagascar e nelle isole dell’Oceano Indiano.


01 BIOLOGIA Coppia di ippopotami pigmei.


01/1

IL NANISMO Molti animali della foresta tropicale presentano il curioso fenomeno del nanismo, che si può manifestare a due livelli diversi: - gli individui di una certa specie che vivono nella foresta sono più piccoli degli individui della stessa specie che vivono, ad esempio, nella savana (stessa specie, dimensioni diverse); - nella foresta si trovano specie diverse (ma affini dal punto di vista evolutivo) e con dimensioni più piccole rispetto a quelle che si trovano in altri ambienti (specie affine ma diversa, dimensioni diverse). Tra gli abitanti della foresta, sono soprattutto gli erbivori a presentare forme di nanismo; questo probabilmente perché le erbe basse di cui possono nutrirsi scarseggiano – cosa che porta spesso molti erbivori a nutrirsi anche dei resti di altri animali o addirittura a cacciare – e l’intricata vegetazione rende difficile il movimento degli individui di grossa taglia. Gli esempi più sorprendenti sono quelli dell’ippopotamo pigmeo, che a causa della caccia e della distruzione delle foreste è fortemente a rischio di estinzione, e dell’elefante nano, che è ancora uno dei grandi interrogativi della foresta africana.


02 BOTANICA Un momento della lavorazione del cacao.


02/1

IL CACAO Il cacao è una pianta originaria delle foreste tropicali di America, Asia e Africa, poi trapiantata dall’uomo in coltivazioni intensive mirate a massimizzare la produzione. Il cacao normalmente usato in pasticceria sotto forma di polvere o venduto per il consumo diretto sotto forma di cioccolato è invece estratto dai semi della pianta di cacao. Ogni pianta fornisce 1-2 kg di semi secchi alla volta e la fruttificazione è continua anche se durante l’anno sono solo due i periodi di massima produzione. Il cacao secco, che ha una resa del 50% rispetto al seme fresco appena raccolto, si ottiene mediante lieve fermentazione (processo chimico di parziale demolizione di una sostanza organica a opera di microrganismi viventi), essiccamento e macinazione dei semi. Il cacao ha un forte potere antiossidante; inoltre è energetico, leggermente stimolante e – secondo alcuni studi – avrebbe anche virtù antidepressive. In base alle ricostruzioni storiche, sembra che siano stati i maya gli scopritori e i primi coltivatori del cacao; secondo una leggenda azteca, invece, la pianta sarebbe stata donata dal dio Quetzalcoatl per alleviare gli esseri umani dalla fatica. Per quanto riguarda gli europei, scoprirono i semi del cacao solo quando Cristoforo Colombo li ricevette in dono, durante il suo quarto viaggio, presso l’isola di Guanaja.


03 MEDICINA

Pianta del curaro.


03/1

LA PIANTA MEDICINALE Le foreste tropicali sono spesso considerate «la più grande farmacia del mondo» perché la gran parte dei prodotti medicinali comunemente impiegati contiene principi attivi provenienti proprio da queste foreste. Un esempio è il curaro, potente paralizzante che è anche un estratto vegetale preparato a partire da varie piante della foresta; utilizzato in passato dagli indigeni come veleno in cui intingere le frecce (usate per la caccia e la guerra), il curaro viene, a tutt’oggi, utilizzato per le

anestesie. Un altro caso di «medicina tropicale» è il chinino, sostanza estratta dalla corteccia dell’albero della china in grado di curare la malaria, abbassare la febbre e annullare o ridurre il dolore. Non è raro, quindi, incontrare ricercatori e rappresentanti dell’industria farmaceutica in giro per le foreste tropicali; il loro scopo è quello di individuare principi attivi di piante locali che possano essere utilizzati per produrre farmaci utili e innovativi, brevettarli e trarne ricchi profitti.


04 STORIA

Quetzalcoatl, il dio serpente piumato adorato dalle antiche popolazioni mesoamericane.


04/1

GLI ATZECHI Gli aztechi furono una delle grandi civiltà precolombiane, così dette perché si svilupparono prima della colonizzazione europea delle Americhe compiuta a partire dal celebre viaggio di Cristoforo Colombo (1492). La civiltà azteca si sviluppò in piena foresta tropicale, nella regione dove si trova l’attuale Messico. Un elemento caratteristico di questa civiltà nata nella foresta è il quetzal, uccello dal magnifico piumaggio verde metallico e rosso fuoco che era venerato come un dio dagli aztechi: solo le grandi autorità potevano portare sul capo penne di quetzal. Ma l’aspetto più sorprendente della civiltà azteca è rappresentato dalle conquiste in campo architettonico: le città, infatti, erano ricche di grandi templi e palazzi, i cui resti sono ancora visibili e visitabili. La capitale dell’Impero Azteco era Tenochtitlan, situata dove oggi sorge Città del Messico. A porre fine a questa fiorente civiltà furono, nel 1521, i conquistadores spagnoli, vale a dire i soldati, esploratori e avventurieri guidati da Hernàn Cortés che s’impegnarono nella conquista coloniale del nuovo territorio.


05 ZOOLOGIA

Una scena del film Gorilla nella nebbia (1988) di Michael Apted.


05/1

LE SCIMMIE ANTROPOMORFE Uno degli aspetti più interessanti delle foreste tropicali sta nel fatto che sono la casa degli animali più simili all’uomo che esistano sul pianeta: i primati antropomorfi. Si tratta di scimmie – come gli scimpanzé e i gorilla – che per aspetto esteriore, struttura anatomica e patrimonio genetico si avvicinano molto all’uomo. Le scimmie antropomorfe, ad eccezione del gorilla, vivono o si muovono agevolmente sugli alberi e sono onnivore: mangiano, cioè, qualsiasi cosa commestibile gli capiti a tiro. Lo studio del comportamento e dell’ecologia dei primati ha avuto inizio negli anni Ses-

santa, grazie alle ricerche di vari primatologi che hanno iniziato lo studio del comportamento animale in natura attraverso la tecnica dell’avvicinamento e della socializzazione con gruppi di gorilla e scimpanzé; la tecnica usata era fondamentalmente quella di farsi accettare dal gruppo per osservarlo dall’interno, imparando a conoscere il carattere e le abitudini di ogni singolo individuo, tenendo conto delle esperienze di ciascuno. Il film Gorilla nella nebbia è dedicato appunto alla storia di uno di questi studiosi, la zoologa statunitense Dian Fossey.


Distribuzione della foresta tropicale sul globo.




Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.