«Il segreto della vita cristiana è l’amore. Solo l’amore riempie i vuoti, le voragini negative che il male apre nei cuori». «La carità, la pazienza e la tenerezza sono tesori bellissimi. E quando li hai, vuoi condividerli con gli altri». Papa Francesco
Papa Francesco è un pontefice fuori dagli schemi, capace di toccare il cuore della gente, di rilanciare la speranza per un mondo migliore, un universo dove tutti, ricchi e poveri, hanno gli stessi diritti di cittadinanza. Questo libro è scritto da un ragazzo che, ripercorrendo la vita del cardinal Bergoglio prima che salisse al soglio pontificio, rafforza le speranze per una nuova primavera dell’umanità. Nelle parole dell’autore, papa Francesco è anche questo: «Purezza di linguaggio e di immagini, conforto per noi cristiani e soprattutto per chi, con coraggio chiaro e vero, sa guidarci sul quel cammino che ha come traguardo la luce».
Francesco “il Rivoluzionario”
Completa l’opera un CD con le canzoni di Franca Sebastiani.
OMAR FAVORITI
Omar Favoriti è nato ad Avezzano (L’Aquila) e ha ventuno anni. Durante il liceo è stato leader di movimenti studenteschi, presidente della Consulta provinciale degli studenti e rappresentante della Consulta nel Consiglio nazionale presso il Ministero dell’Istruzione (MIUR). Organizza convegni su tematiche volte all’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, ed è protagonista di eventi nazionali come esperto di economia e gestione d’impresa.
Francesco “il Rivoluzionario”
OMAR FAVORITI
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Comune di Avezzano
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9 9,
Armando Curcio Editore
OMAR FAVORITI
Francesco
“il Rivoluzionario”
Armando Curcio Editore
NEW MINDS I Edizione dicembre 2013 Š 2013 Gruppo Armando Curcio Editore S.p.A., Roma www.armandocurcioeditore.it www.curciostore.it info@armandocurcioeditore.it ISBN 978-88-97508-97-7
Tutti i diritti sono riservati, incluso il diritto di riproduzione integrale e/o parziale in qualsiasi forma.
Francesco
“il Rivoluzionario”
ComplicitĂ di Lara Fabiani
Al più grande uomo che io abbia mai conosciuto: mio padre.
«La vita è non aspettare che passi la tempesta, ma imparare a ballare sotto la pioggia». Gandhi «Amate con il cuore e non tradite. In questo mondo di giocolieri e acrobati l’unica cosa che ci resta di vero è l’amore». Omar Favoriti
Sommario Prefazione di Giovanni di Pangrazio, sindaco di Avezzano Strane parole
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Papa Francesco: una voce, un miracolo, un mondo nuovo
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L’inizio Il conclave L’elezione ...Mi hai chiamato, Francesco! La scelta del nome Francesco Il Papa dell’umiltà e della semplicità A Papa Francesco
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Le origini di Bergoglio e la sua famiglia italiana ieri e oggi
Il viaggio dall’Italia all’Argentina La gioventù Un avvenimento che gli cambia la vita: la malattia al polmone La Compagnia di Gesù La leggenda del “Papa nero”: la speciale obbedienza al Papa Gli studi e la carriera di Jorge Mario Bergoglio “Il lato oscuro del cardinal Bergoglio” La crisi argentina Un dialogo tra Chiesa e mondo contemporaneo La Madonna Aparecida
45 51 55 59 63 65 69 75 79 83
Il “corvo” del Vaticano Francesco “il Rivoluzionario” Nei colori dell’arcobaleno
87 89 93
Pensieri di Papa Francesco Bergoglio e le grandi questioni del mondo cattolico Alle frontiere della vita Il ruolo del Profeta L’importanza della Confessione La sfida: il genio femminile nella Chiesa Il convento di Santa Marta Il “nonno saggio” La parabola del figliol prodigo Il Papa è nudo La fede nel popolo Il decisionismo Nel mistero dell’uomo La passione per le arti Lavoro e dignità Un papa, un uomo... Verso un mondo migliore
97 99 101 103 105 107 109 113 115 117 119 121 123 125 127 131
Sulle note dell’amore: canzoni di Franca Sebastiani Padre Santo La pace nel mondo
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Linee di vita. A Franca Sebastiani
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Appunti... Riflessioni
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Prefazione Innovare, rompere gli schemi, dare spazio alle iniziative sociali, ricreative e culturali, creare opportunità e spazi per i giovani sono i punti di forza, il filo conduttore del nostro cammino amministrativo alla guida di una Città, Avezzano, capofila di un Progetto Marsica. Perché siamo fermamente convinti che cambiare si può: basta metterci il cuore. Questo nostro umile sforzo ha tratto nuova linfa dall’elezione della guida spirituale della Chiesa cattolica: Papa Francesco, un pontefice fuori dagli schemi, capace di toccare il cuore della gente, di rilanciare la speranza in un mondo migliore: un universo dove tutti, ricchi e poveri, hanno gli stessi diritti di cittadinanza. Questo libro scritto da un giovane, Omar Favoriti, con un linguaggio scorrevole e denso di significati, che mette in luce la grandiosità di un pontefice portatore di un messaggio dirompente, rafforza le speranze in una nuova primavera dell’umanità. Il mio personalissimo auspicio, in qualità di sindaco di Avezzano – interpretando la volontà di tutta la popolazione e dei paesi del circondario marsicano, che insieme ad Avezzano rappresentano una unicità in termini di tradizioni, patrimonio artistico e ambientale, storia, cultura e accoglienza – è che anche Papa Francesco, così come i suoi predecessori Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, possa sentire l’attrazione delle nostre bellezze naturali e delle nostre splendide montagne e, grazie anche alla fatica letteraria del nostro giovane Omar, onorare il popolo marso con una sua visita. Giovanni Di Pangrazio Sindaco di Avezzano
Strane parole Un sussulto ha percorso la Terra parole inconsuete ha udito che l’hanno fatta tutta tremare! Parole di pace e d’amore fra gli uomini si sono diffuse nell’aria, e in un attimo i mari ed i monti hanno varcato, portate dal vento in paesi lontani: un brivido strano ha colpito la Terra che attonita e muta si è fermata ad ascoltare le strane parole di pace e d’amore fra gli uomini. I Peones del mondo in viso si sono guardati incerti se ridere o piangere. Possibile che un Uomo vestito di bianco, al loro dolore ha pensato? I Bambini violentati e straziati da tutte le guerre dei grandi si sono fermati ad ascoltare queste parole d’amore, increduli che si parlasse del loro dolore. Le madri dolenti, sparse in tutte le parti del mondo, hanno pianto pensando ai figli uccisi o straziati dalla furia omicida degli Erodi novelli. Un Uomo, di bianco vestito,
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Omar Favoriti
come mai al loro dolore ha pensato? Il suo nome è Francesco, povero ed umile come nessuno, ma ricco d’amore per ogni fratello e sorella, che parlava di pace agli uomini tutti: a tutti gli uomini Francesco nel suo dolore pensò, alla Terra ed a tutte le sue creature un cantico d’amore levò Dio lodando per la bellezza del creato. Pace e Bene ad ogni uomo Francesco augurò. Il nuovo Francesco vestito di bianco Pace e Bene a tutti i suoi fratelli ha augurato ed un grande sussulto ha percorso la Terra. Omar Favoriti
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Papa Francesco:
una voce, un miracolo, un mondo nuovo
Un filo di luce ci collega al passato e si protende verso l’eternità, verso l’unica Luce che sa donare alla vita la dolcezza che nasce dalla speranza che tu, o Dio, ci ascolti e sei per noi misericordia e bontà divina; lo sento: o mio Signore, le tue mani, nel segreto della tua provvidenza, non abbandonano la mia anima. Sant’Agostino Purezza di linguaggio e di immagini sono conforto per noi cristiani, ma sono soprattutto conforto per chi, con un coraggio chiaro e vero, sa guidarci in quel cammino che ha come traguardo la Luce. Oggi, quel cammino lo vuole tracciare per noi Papa Francesco. La storia sa tessere vicende umane anche in parallelo: da una parte il Papa emerito Benedetto XVI e, sulla cattedra di Pietro, Papa Francesco.
Non abbiamo paura del buio: ci insegue la luce! Il 28 aprile del 2009 Benedetto XVI era a L’Aquila, sulla soglia della Porta Santa di Collemaggio su cui svettava l’aquila sveva, simbolo dell’impero, della città e di San Giovanni. Egli varcò la soglia, si inginocchiò ai piedi di Pietro da Morrone, Papa Celestino V, e sull’urna contenente le sue reliquie depose il pallio, la stola di lana bianca indossata nel giorno dell’inizio del suo pontificato, stola che simboleggia il legame tra il successore di Pietro e la Chiesa universale. Un gesto, quello di Benedetto XVI, di riconciliazione con il Papa più controverso della storia, un gesto che ha dell’incredibile, un gesto profetico!
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Omar Favoriti
Una pietra miliare nella storia pontificia... dopo 700 anni! In quel momento certamente Benedetto XVI non conosceva il suo futuro, né lo pensava: lo Spirito Santo può e sa essere presenza silenziosa e vigile, sa sottolineare momenti, sa semplificare incontri, sa comporre mosaici che sono policrome realtà capaci di trasformarsi in gesti eloquenti, comportamenti di vita e poi divenire parole: «Rinuncio alla cattedra di Pietro!». Un attimo di smarrimento su atmosfere sospese Difficile ricostruire il tormento, il dolore, la tristezza, l’intreccio di alterni sentimenti uniti al coraggio straordinario si agitavano in Papa Benedetto XVI! Ma la mano del Signore era lì, accanto a lui, per essere guida, per benedire e consolare quello sconcerto che si aggrappava alla fede ed era lode, preghiera, invocazione al Signore perché il suo cuore trovasse pace e riposo in Lui. Qualcuno avrebbe potuto parlare ancora di un altro «Gran Rifiuto»? Lo Spirito Santo, sempre presente e vigile, sapeva bene quel che attendeva il popolo di Dio! «Fratelli e sorelle, buonasera!» Questo è stato il saluto del nuovo Papa, questa la semplicità di Francesco: riportava al Santo Poverello di Assisi, Francesco, «primo ad aver abbandonato il mondo, non riservandosi nulla, ma dando ogni cosa ai poveri di Cristo, e cominciando così la povertà evangelica» (da I Fioretti di san Francesco). Da dove veniva questo nuovo Francesco? I fratelli cardinali mi hanno preso da una terra che è quasi alla fine del mondo. L’Argentina! Quali erano le sue radici? Jorge Mario Bergoglio nasce in Argentina da genitori italiani, piemontesi, emigrati in quelle terre latinoamericane con la speranza di migliorare con dignità la
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Francesco “il Rivoluzionario”
condizione familiare. Ci preme allora sapere com’è stata la sua vita di sacerdote e di cardinale, ci affascina sentir raccontare la semplicità del suo vivere quotidiano tra i poveri, gli emarginati, e i sofferenti nell’anima e nel corpo. Ma ci preme ancor più sapere come sta vivendo, oggi con noi, i suoi primi giorni di pontificato: l’elezione, la folla, le telecamere, gli incontri con i potenti della Terra, con i malati, con i poveri! Quali le atmosfere che accendono o spengono i nostri desideri, le nostre speranze, le nostre fantasie, il nostro futuro? Sulle soglie della verità quali realtà ci attendono quotidianamente? I grandi mezzi di comunicazione di massa diffondono a piene voci messaggi inquietanti: crisi umane, sociali, economiche, politiche, morali, religiose... Abuso indiscriminato delle ricchezze, delle bellezze, delle risorse del Creato! Lo stesso progresso tecnologico ci propone e ripropone “specchietti per le allodole”: esso ha forzato i limiti, ci ha fatto credere in un cambiamento per mezzo del quale tutto si poteva desiderare e ottenere, ma non è riuscito a far progredire di pari passo la nostra anima; più che di evoluzione ci suggerisce di parlare di involuzione: miti che cadono, corruzione e mal costume dilagante, ansie, rivolte, contraddizioni. Arretratezza e miseria bussano alle nostre porte? Ma su Piazza San Pietro a Roma una voce felicemente ispirata, consapevole del finito e dell’infinito, in un linguaggio limpido e singolare ha quasi sussurrato: «Preghiamo insieme! Pregate per me!». «Amate e proteggete il Creato!». «Non abbiate paura della bontà... perfino della tenerezza!». Sempre vigile e presente lo Spirito Santo che ci riporta le parole di Isaia 55,1:
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Omar Favoriti
«O voi tutti assetati, venite all’acqua!». Sui nostri deserti di sabbia infuocata non è caduta, perciò, pioggia di fuoco ma, antidoto all’odierno mal di vivere, sono cadute carezze di fresca rugiada per richiamarci alla speranza, alla fede, alla carità, alla misericordia, al pudore e alla tenerezza dei sentimenti, al perdono! Papa Francesco ha anche aggiunto: «Dio perdona sempre, siamo noi che ci stanchiamo di chiedere perdono». Sarebbe veramente ora, infatti, che chiedessimo perdono per aver frodato, imbrattato, disonorato la natura e l’uomo e ci sentissimo parte di questa realtà, uomo-natura, che è fatta di creature vive, partecipi di un progetto divino che è, e deve essere richiamo, memoria, bellezza, intelligenza, creatività, riflessione esistenziale, meditazione profonda, amore, bontà, tenerezza. Le parole del Papa ci richiamano solo alla bontà, alla tenerezza, tenerezza di affetti per rendere feconda l’ansia istintiva che contraddistingue il nostro andare. Questo richiamo entri allora e si sparga dovunque, nelle regge e nei condomini, nelle favelas e nelle cattedrali, nei tuguri e nei palazzi, nelle piazze e nei parlamenti! La vostra vita, signori, è legata alla nostra vita di figli, nipoti, madri, padri, nonni, zii, amici, bambini, giovani, adulti, anziani. Le vostre “ricchezze” terrene sono indissolubilmente legate alle nostre “povertà” terrene! E non diciamo di quelle ricchezzepovertà che ci aspettano nell’aldilà. Noi ci crediamo! Vorrei che Papa Francesco continuasse a richiamare tutti al dovere prima che al diritto, che ci richiamasse all’umiltà dei ruoli, alle decisioni trasparenti, al quotidiano coraggio, alla pacificazione straripante. Questo mi ha trasmesso nel pensiero e nel
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Francesco “il Rivoluzionario”
cuore, Papa Francesco. Vorrei, che noi tutti ci impegnassimo a spazzare via la ruggine che soffoca questo nostro mondo di ferro! Vorrei che tutti insieme ci impegnassimo a cercare l’amore tra il fango della ruggine! L’amore è qui, È l’uomo dai poli all’equatore è il seme tra le zolle, il germoglio, il fiore, il frutto, la carezza tenera e spontanea, il perdono. È la voce silenziosa di “chi” ha lasciato per dare spazio a “chi” ha ereditato un trono che è al servizio di Dio e dell’umanità. Loro, in due, oggi bussano alle nostre porte! Apriamo, spalanchiamo con coraggio le porte a “chi” ci fa dono della Parola e non indossa abiti di gala, ma «ruvidamente vestito [...] si mostra dolce con tutti, uniformandosi saggiamente ai costumi di ognuno. Più santo tra i santi, e tra i peccatori come uno di essi». (Tommaso da Celano, Vita di san Francesco).
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L’inizio
Omar Favoriti
«Cari fratelli e sorelle, buona sera! Voi sapete che il dovere del conclave era di dare un vescovo a Roma, ma sembra che i miei fratelli cardinali siano andati a prenderlo quasi alla fine del mondo. Ma siamo qui, vi ringrazio dell’accoglienza». Papa Francesco si è presentato al mondo intero con queste semplici parole. Le dimissioni di Benedetto XVI sono state un fulmine a ciel sereno per tutto il mondo cattolico, tanto che anche i suoi più stretti collaboratori sono rimasti scioccati di fronte ad un evento così incredibile. Ma anche Clemente I, Ponziano, Silverio, Benedetto IX, Celestino V e Gregorio XII, come Benedetto XVI, hanno lasciato il pontificato. Il più famoso è indubbiamente Celestino V che esercitò per primo il proprio ministero fuori dallo dal Vaticano, citato da Dante nella Divina Commedia come «colui che per viltade fece il gran rifiuto».
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Il Conclave Il Vangelo di Matteo recita: «Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del Regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla Terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla Terra sarà sciolto nei cieli». La modalità di scegliere chi sarà il successore di Pietro nella guida della Chiesa cattolica prevede una particolare elezione: il conclave. E ad Angelo Sodano è spettato il compito di convocarlo. Il Romano Pontefice riveste un ruolo di straordinaria importanza nella cura delle anime dei fedeli; egli è la guida che condurrà il popolo di Dio alla salvezza. Il Papa viene eletto dai cardinali riuniti in conclave (dal latino cum clave, «chiuso con la chiave») e il collegio elettorale è formato da 120 cardinali che non abbiano compiuto l’ottantesimo anno di età. Il Pontefice sarà colui che riuscirà a ottenere i due terzi dei voti. Il conclave ha inizio con la Messa Pro eligendo Romano Pontifice che si tiene nella basilica di San Pietro. La celebrazione è presieduta dal decano del collegio cardinalizio; dopo la celebrazione i cardinali si recano, in solenne processione e recitando il Veni Creator, nella Cappella Sistina. La cappella, per l’occasione, viene radicalmente trasformata: vengono montati dei banchi per la votazione, un camino nel quale verranno bruciate le schede (producendo le “fumate”) e viene eliminato qualsiasi mezzo di comunicazione che possa mettere in contatto i cardinali con l’ambiente esterno.
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Omar Favoriti
Una volta raggiunta la Cappella Sistina, i cardinali pronunciano il giuramento che precede l’inizio dei veri e propri lavori per l’elezione; essi recitano solitamente tale passo: «Noi tutti e singoli cardinali elettori presenti in questa elezione del Sommo Pontefice promettiamo, ci obblighiamo e giuriamo di osservare fedelmente e scrupolosamente tutte le prescrizioni contenute nella Costituzione apostolica del Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, Universi Dominici Gregis, emanata il 22 febbraio 1996. Parimenti, promettiamo, ci obblighiamo e giuriamo che chiunque di noi, per divina disposizione, sia eletto Romano Pontefice, si impegnerà a svolgere fedelmente il Munus Petrinum di Pastore della Chiesa universale e non mancherà di affermare e difendere strenuamente i diritti spirituali e temporali, nonché la libertà della Santa Sede. Soprattutto, promettiamo e giuriamo di osservare con la massima fedeltà e con tutti, sia chierici che laici, il segreto su tutto ciò che in qualsiasi modo riguarda l’elezione del Romano Pontefice e su ciò che avviene nel luogo dell’elezione, concernente direttamente o indirettamente lo scrutinio; di non violare in alcun modo questo segreto sia durante sia dopo l’elezione del nuovo Pontefice, a meno che non ne sia stata concessa esplicita autorizzazione dallo stesso Pontefice; di non prestare mai appoggio o favore a qualsiasi interferenza, opposizione o altra qualsiasi forma di intervento con cui autorità secolari di qualunque ordine e grado, o qualunque gruppo di persone o singoli volessero ingerirsi nell’elezione del Romano Pontefice». Dopo il giuramento si dà inizio alla votazione a cui fa seguito lo scrutinio; se uno dei cardinali raggiunge i due terzi dei voti sarà proclamato Papa; in caso contrario le schede vengono bruciate con una sostanza che renderà il fumo di colore nero in modo da
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Francesco “il Rivoluzionario”
informare il popolo di Dio che al momento non è stato eletto il successore di Pietro. A questo conclave del 2013 hanno preso parte 115 cardinali e ci sono voluti due soli giorni di lavoro e cinque fumate nere prima di giungere all’elezione dell’argentino Jorge Mario Bergoglio. Dopo l’accettazione dell’incarico e la scelta del nome, il cardinale francese Jean-Louis Pierre Tauran annuncia l’Habemus Papam e rivela il nome del nuovo vescovo di Roma; le parole da lui pronunciate sono: «Annuntio vobis gaudium magnum: habemus Papam! Eminentissimum ac reverendissimum Dominum Dominum Georgium Marium Sanctae Romanae Ecclesiae Cardinalem Bergoglium qui sibi nomen imposuit Franciscum». Si tratta di momenti di attesa e trepidazione che tengono tutto il mondo con il fiato sospeso; all’attesa segue la gioia immensa dei fedeli che finalmente conoscono il nuovo capo della Chiesa, colui il quale svolgerà il ruolo di pastore e si dedicherà alla loro cura spirituale.
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L’Elezione È il 13 marzo 2013. Alle ore 19.06 dal comignolo della Cappella Sistina il segnale comunica al mondo intero che il nuovo Papa è stato scelto. Bisognerà aspettare poco meno di un’ora per conoscere il suo nome. L’annuncio del più anziano dei cardinali, oltre a far conoscere l’identità del nostro nuovo Pontefice, ha comportato, questa volta, significative novità. La più evidente è stata la scelta del nome: Francesco. E quando si è detto che veniva dalla fine del mondo, ci si riferiva al fatto che è il primo Papa a provenire dalle Americhe, il primo Papa sudamericano, il primo Papa dall’emisfero meridionale, il primo “Papa nero” poiché proveniente dall’ordine religioso dei gesuiti. Un altro primato sta nascendo dal suo modo di essere: è la forza e la velocità con cui conquista il cuore dei fedeli. Riuscirà a tener testa, ed essere all’altezza di questi “primati”, che già lo hanno reso un’encomiabile personalità storica? In che modo ci proverà? Cosa lo aspetta? Le aspettative sono tante e la fiducia in lui riposta sembra dar certezze. Le intenzioni del suo cammino spirituale, di condottiero della Casa di Dio, le ha lasciate intendere fin da subito, con piccoli gesti, frasi e atteggiamenti. Papa Francesco dà l’impressione di aver riportato alla Chiesa qualcosa che negli anni è stato smarrito, qualcosa che ha riacceso la fede. In verità l’arrivo di Papa Francesco segna un punto di rottura, una speranza e un sospiro per questo mondo e per i figli di Dio. Ci sono già familiari il suo sorriso, la sua dolcezza, il suo tono paterno e accogliente ci ha già conquistato. Avevamo bisogno, noi quanto la Chiesa, di una guida che portasse con sé aria
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Omar Favoriti
nuova, che fosse manifesto di una chiesa giovane e accogliente, punto cardine dell’uomo: «Una Chiesa povera per i poveri». Lo scopriamo giorno per giorno: lo stile di Bergoglio è la testimonianza semplice ed essenziale. Il cristianesimo del nuovo Papa non è un cristianesimo che stabilisce pre-condizioni, ma un cristianesimo che crede nella «tenerezza», che abbraccia e comprende, consapevole che la salvezza è in Cristo Gesù. La semplicità e l’amore verso la Chiesa e i fedeli è ben visibile in lui già dal mattino dopo l’elezione, quando il neoeletto Papa Francesco si svegliò all’alba per pregare proprio come faceva ogni giorno, e mentre i cerimonieri volevano portarlo dal sarto al fine di fargli preparare la veste bianca su misura, egli non se ne preoccupò e rispose a questi che veniva prima la preghiera alla Madonna. Si recò così di primo mattino alla basilica Santa Maria Maggiore, dove al suo ingresso disse: «Lasciate la porta aperta, sono un pellegrino e voglio andare da pellegrino tra gli altri pellegrini».
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...Mi hai chiamato, Francesco! Il volo d’un pomeriggio d’estate sull’asfalto che brucia e che spegne la luce di festa e di vita e gli amori e le attese e sprofondare nel buio della notte tra le stelle per sempre e la tua mano mi riporta quaggiù senza memoria di tempo passato non più i miei cari, non più amici, niente più... E conosco carezze senza nome e conosco sospiri e silenzi d’amore e sorrisi ed occhi belli senza più lacrime. Il presente è un tempo uguale al passato e conosco l’angoscia di sentirsi lontano, lontano da tutti e da tutto... senza voci e rumori e senza vento ma sento ancora i profumi inebrianti di un mondo lontano... Mi hai chiamato, Francesco, e mi tendi la mano, la speranza mi porti nel cuore e sorrido alla vita... Omar Favoriti 27
«Il segreto della vita cristiana è l’amore. Solo l’amore riempie i vuoti, le voragini negative che il male apre nei cuori». «La carità, la pazienza e la tenerezza sono tesori bellissimi. E quando li hai, vuoi condividerli con gli altri». Papa Francesco
Papa Francesco è un pontefice fuori dagli schemi, capace di toccare il cuore della gente, di rilanciare la speranza per un mondo migliore, un universo dove tutti, ricchi e poveri, hanno gli stessi diritti di cittadinanza. Questo libro è scritto da un ragazzo che, ripercorrendo la vita del cardinal Bergoglio prima che salisse al soglio pontificio, rafforza le speranze per una nuova primavera dell’umanità. Nelle parole dell’autore, papa Francesco è anche questo: «Purezza di linguaggio e di immagini, conforto per noi cristiani e soprattutto per chi, con coraggio chiaro e vero, sa guidarci sul quel cammino che ha come traguardo la luce».
Francesco “il Rivoluzionario”
Completa l’opera un CD con le canzoni di Franca Sebastiani.
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Omar Favoriti è nato ad Avezzano (L’Aquila) e ha ventuno anni. Durante il liceo è stato leader di movimenti studenteschi, presidente della Consulta provinciale degli studenti e rappresentante della Consulta nel Consiglio nazionale presso il Ministero dell’Istruzione (MIUR). Organizza convegni su tematiche volte all’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, ed è protagonista di eventi nazionali come esperto di economia e gestione d’impresa.
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