La gioconda

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STORIA L’OPERA

ARTE DESCRIZIONE DELL’OPERA

PITTURA LO SFONDO

ARTE CONTEMPORANEA LA GIOCONDA NEL MONDO DEGLI ARTISTI

CURIOSITÁ

IL SORRISO DI MONNA LISA

GEOGRAFIA LA GIOCONDA IN FRANCIA

INVESTIGAZIONE IL FURTO

ATTUALITÁ VICENDE RECENTI


Museo del louvre ParĂ­gi


01 STORIA

Ritratto di Leonardo da Vinci


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L’OPERA La Gioconda, o Monna Lisa, è uno dei quadri più famosi di Leonardo da Vinci. Ideato tra il 1503 e il 1506, è conservato al Museo del Louvre di Parigi e raffigura, probabilmente, Monna Lisa, moglie del mercante Francesco del Giocondo. L'opera è stata sottoposta a numerose letture da parte dei critici, soprattutto per quanto riguarda il sorriso enigmatico che caratterizza la protagonista e che per Leonardo era espressione di tranquillità e rappresenta la sintesi dei suoi studi sperimentali.


01 ARTE

Quadro la Gioconda


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DESCRIZIONE DELL’OPERA La figura si staglia davanti a un vasto paesaggio deserto con il quale costituisce un’unità totale. Ciò permette anche di vedere il viso di tre quarti e quindi, oltre che di fronte, anche in parte di lato, penetrandone psicologicamente i diversi aspetti. Il lieve trapasso ed i piani dalla luce all’ombra, lo sfumato, la leggerissima sfocatura dell’immagine, esprimono quella palpitazione e quella penetrazione nell’atmosfera, che fanno della Gioconda una persona umana nella più alta accezione rinascimentale. Ciò spiega anche il sorriso, che esprime il rapporto d’amore tra persona e natura. Il sorriso rappresenta la sintesi degli studi sperimentali di Leonardo, che trovano nella pittura il momento culminante. Non è tanto espressione di gioia

e un sentimento transitorio, è piuttosto espressione della serena tranquillità di chi domina con la ragione. La forma della persona ritratta è piramidale, il busto è tagliato al di sotto del gomito, in modo che le braccia conserte fungano da base. Anche la disposizione di queste serve ad indicare la rotazione, tanto più che da una lato si appoggia a un bracciolo tondeggiante di un sedile, sfuggente internamente a destra. La Gioconda siede davanti a un parapetto sopra al quale si intravedono, ai due lati, due colonnette sagomate. Al di là del parapetto vi è lo spazio naturale: strade, ponte, acqua, pianure, montagne. Uno spazio reso più ampio da quella digradazione cromatica che, rendendo indecisi i contorni, allontana da noi gli oggetti.


01 PITTURA

Ponte su sfondo della Gioconda


01/3 LO SFONDO Il quadro di Leonardo fu uno dei primi ritratti a rappresentare il soggetto davanti a un panorama ritenuto immaginario. Una caratteristica interessante del panorama è che non è uniforme. La parte di sinistra è evidentemente posta più in basso rispetto a quella destra. Questo fatto ha portato alcuni critici a ritenere che sia stata aggiunta successivamente. La Gioconda si trova in una specie di loggia panoramica, come dimostrano le basi di due colonne laterali sul parapetto; una copia seicentesca mostrerebbe la composizione originaria in cui è visibile la parte architettonica successivamente mutilata. Considerando la grande cura di Leonardo per i dettagli, molti esperti riten-

gono che non si tratti di uno sfondo inventato, ma rappresenti anzi un punto molto preciso della Toscana. C'è un indizio sulla destra della Gioconda oltre la spalla: è un ponte basso, a più arcate, un ponte antico, a schiena d'asino che scavalca tutt'oggi l'Arno e che venne costruito in pieno Medioevo, quando Arezzo attraversava un periodo di grande prosperità. Leonardo deve essere rimasto molto colpito dalle forme di questi paesaggi, come artista per la loro spettacolarità, e come studioso, per il modo in cui si sono formate, che ben si adattava al suo pensiero. Egli infatti sosteneva che la terraferma non è immobile, ma si rimodella e si trasforma in modo tumultuoso sotto l'azione erosiva dell'acqua.


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03 ARTE CONTEMPORANEA

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Rivisitazioni di vari artisti della Gioconda


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02/1 LA GIOCONDA NEL MONDO DEGLI ARTISTI 6

La popolarità e l’enigmaticità della Gioconda hanno fatto sì che artisti di tutti i tempi si confrontassero con lei, animati da sentimenti contrastanti quali ammirazione, competizione, smitizzazione o, più semplicemente, per attirare l’attenzione del pubblico sul proprio operato. Ad esempio Duchamp1, che si prende gioco della Monna Lisa disegnandole baffi e pizzetto, o Bataille2, che invece le fa fumare la pipa, con tanto di anelli di fumo. Poi abbiamo la versione di un giovanissimo Botero3, che rende la Gioconda paffuta e rosea, e quella di Dalì4, il quale sovrappone una fotografia del proprio viso a quello del dipinto. Nella versione di Basquiat5, il volto della Gioconda, così come il resto del quadro, è travolto da pennellate di colori sgargianti e tratti decisi e violenti, mentre Picasso6 ne dà una sua personale interpretazione in chiave cubista.


03 CURIOSITĂ€

Sorriso della Monna Lisa


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IL SORRISO DI MONNA LISA L'enigmatico sorriso della Monna Lisa, il capolavoro di Leonardo, ha affascinato per anni appassionati d'arte e semplici turisti. Nel corso dei secoli sono state formulate numerose ipotesi nel tentativo di dare un significato all'espressione della dama ritratta dal maestro fiorentino. Secondo una recente ricerca lo straordinario potere emanato dal sorriso della Gioconda sarebbe da attribuire, almeno in parte, ad un piccolo difetto presente nel nostro sistema visivo. Diversi fattori infatti interferiscono costantemente con il nostro apparato visivo: il numero delle cellule che ricevono la luce varia di continuo, così come di continuo si verificano false attivazioni dei pigmenti che assorbono i fotoni e dei neuroni che portano il segnale al cervello. Questi disturbi inducono l'osservatore a credere che il sorriso della dama ritratta da Leonardo sia in continua e quasi impercettibile mutazione, piuttosto che farlo percepire come una sola enigmatica espressione. La genialità dell'artista fiorentino aveva forse intuito ciò che solo oggi grazie alle più avanzate tecniche digitali è stato possibile ricostruire.


04 GEOGRAFIA

Reggia di Versailles


04/1 LA GIOCONDA IN FRANCIA Fu Leonardo stesso a portare con sĂŠ in Francia la Gioconda, che potrebbe essere stata poi acquistata, assieme ad altre opere, da Francesco I. PiĂš tardi Luigi XIV fece trasferire il dipinto a Versailles. Dopo la Rivoluzione francese, venne spostato al Louvre.


05 INVESTIGAZIONE

In foto Vincenzo Peruggia


05/1 IL FURTO Il furto della Gioconda avvenne la notte tra domenica 20 e lunedì 21 agosto 1911. La notizia del furto fu ufficializzata solo il giorno dopo, anche perché all'epoca non era infrequente che le opere venissero temporaneamente rimosse per essere fotografate. Era la prima volta che un dipinto veniva rubato da un museo e a lungo la polizia brancolò nel buio. Fu sospettato il poeta francese Guillame Apollinaire che venne arrestato: il suo arresto si basava su una calunnia (una vera e propria ripicca) da parte dell'amante Honoré Géri Pieret, che lo accusò di aver ricettato alcune statuette antiche rubate dal museo. In realtà un ex-impiegato del Louvre, Vincenzo Peruggia, convinto che il dipinto appartenesse all'Italia e non dovesse quindi restare in Francia, lo aveva rubato, rinchiudendosi nottetempo in uno sgabuzzino e, trascorsavi la notte, uscendo dal museo a piedi con il quadro sotto il cappotto: egli stesso ne aveva montato la teca in vetro, quindi sapeva come sottrarlo. Uscì in tutta calma: chiese anche a un idraulico un aiuto per uscire dal museo, essendo sparita la maniglia del portone d'ingresso, e all'uscita sbagliò tram, optando poi per un più comodo taxi. Messa l'opera in una valigia, posta sotto il letto di una pensione di Parigi, la custodì per ventotto mesi e successiva-

mente la portò nel suo paese d'origine, con l'intenzione di "regalarlo all'Italia". Ingenuamente nel 1913 si recò a Firenze, per rivendere l'opera per pochi spiccioli. Si rivolse all'antiquario fiorentino Alfredo Geri, che ricevette una lettera firmata "Leonardo" in cui era scritto che «Il quadro è nelle mie mani, appartiene all'Italia perché Leonardo è italiano» con una proposta di restituzione a fronte di un riscatto di 500.000 lire «per le spese». Incuriosito, l'antiquario fissò un appuntamento nella sua stanza dell'Hotel Tripoli, (albergo che poi cambiò il nome proprio in Hotel Gioconda), accompagnato dall'allora direttore degli Uffizi. I due si accorsero che l'opera non era uno dei tanti falsi in circolazione, ma l'originale e se la fecero consegnare per "verificarne l'autenticità". Nell'attesa il ladro se ne andò a spasso per la città, ma venne rintracciato e arrestato. Processato, venne definito "mentalmente minorato" e condannato ad una pena di un anno e quindici giorni di prigione, poi ridotti a sette mesi e quindici giorni. Approfittando del clima amichevole che allora regnava nei rapporti tra Italia e Francia, il dipinto recuperato venne esibito in tutta Italia prima del suo definitivo rientro al Louvre. La Monna Lisa arrivò in Francia su un vagone speciale accolta dalle autorità francesi, per poi giungere a Parigi.


05 ATTUALITÀ

Sala del Louvre


05/2 VICENDE RECENTI Nel 1956, la parte inferiore del dipinto venne seriamente danneggiata a seguito di un attacco con dell'acido. Diversi mesi dopo qualcuno lanciò un sasso contro il dipinto: attualmente viene esposto dietro un vetro di sicurezza. Per evitare il deterioramento causato dai numerosi flash che colpiscono l'opera, è stata inserita una protezione in vetro di fabbricazione italiana resistente oltretutto a vari tipi di esplosivi e a qualsiasi agente corrosivo.


Armando Curcio Editore


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