La taiga

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BIOLOGIA LE TORBIERE

BOTANICA LE CONIFERE

ECOLOGIA ANIMALI PER LE CONIFERE

GEOLOGIA IL PODSOL

ZOOLOGIA ANIMALI IN PELLICCIA


Tra foresta boreale e tundra (Alaska).


L’alce è uno degli animali piĂš caratteristici della taiga.


00 LA TAIGA La grande foresta di abeti e pini dove vivono le alci dai grandi palchi prende il nome di «taiga» o «foresta boreale». La taiga, dunque, e una foresta di conifere che si trova nelle regioni artiche (vicino al Circolo polare artico) dell’Europa, dell’Asia e dell’America settentrionale. Costituisce un anello regolare prossimo alla tundra, e occupa una parte rilevante del patrimonio forestale della Terra. Si sviluppa su terreni prevalentemente umidi e, nelle frequenti radure, vi sono paludi e torbiere, tanto da presentarsi come un mosaico di ecosistemi forestali e acquatici. Si osserva una grande omogeneità tra le taighe dei diversi continenti. L’anno risulta nettamente diviso in due stagioni: una fredda, che dura da sei a otto mesi, nella quale il mese più freddo può raggiungere

una temperatura media di -6 °C e una minima di -50; l’altra, estiva, con un periodo da uno a quattro mesi a temperatura media di 10 °C. Il periodo privo di gelate, comunque, non supera i 3 mesi, e in alcune aree il terreno resta nello stato di permafrost, ossia ghiacciato in profondità. Come la flora, anche la fauna della taiga è uniforme e comune nei diversi continenti. Fra gli erbivori prevalgono la renna, l’alce e il cervo. I carnivori sono invece rappresentati dall’orso, dal lupo, dalla lince, dalla volpe argentata e dal tasso. Fra gli animali da pelliccia troviamo il visone, la martora, l’ermellino, il castoro e lo zibellino. Numerose sono le specie soggette a mimetismo sia invernale sia estivo, e molte sono quelle che cadono in letargo in inverno.


01 BIOLOGIA Torbiera in Siberia.


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LE TORBIERE Le grandi balle colorate, avvolte nella plastica, che si vedono nei vivai contengono la torba, un prodotto di largo uso in floricoltura per il suo contenuto organico. La zona boreale è ricca di torbiere, sede dell’accumulo di materiali organici formatesi in ambienti dove il drenaggio insufficiente e le basse temperature ne impediscono la decomposizione completa. All’origine della formazione della torba c’è l’insediamento dei muschi del genere Sphagnum in una depressione del suolo; dopo aver completato l’occupazione orizzontale, gli sfagni cominciano a sollevarsi lasciando una parte morta sottostante che seguita ad aumentare, restando parzialmente indecomposta. A causa della natura altamente acida dei terreni, dell’umidità, della bassa temperatura e dell’assenza di ossigeno, le torbiere sono molto utili per ricostruire la vita del passato: esaminando le spore e i granelli di polline distribuiti alle varie profondità che corrispondono ai vari stadi di accrescimento, si può ricostruire la vegetazione del passato e i suoi cambiamenti collegandola alle vicende climatiche.


02 BOTANICA Conifere della taiga.


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LE CONIFERE La vegetazione dominante della zona boreale è la foresta di conifere aghifoglie. Questi alberi (abeti, pini, pecci e larici in maggioranza) sono perfettamente adattati a sopportare i freddi più intensi, oltre ai venti e alla coltre nevosa. Hanno foglie aghiformi che riducono al minimo le superfici di scambio; i processi vitali avvengono con estrema lentezza in inverno, alle soglie della sopravvivenza. In autunno, inoltre attivano un sistema di rinforzo delle cuticole che aumenta la resistenza al freddo delle foglie, dura per tutto l’inverno e scompare con il calore dell’estate.

Le conifere sono dunque perfettamente in grado di superare il freddo invernale. Il problema nasce all’inizio dell’estate con la ripresa vegetativa, quando è necessario che le temperature raggiungano valori accettabili e che si mantengano per un periodo abbastanza lungo. In pratica «deve» far caldo per alcuni mesi, altrimenti gli alberi non riescono a completare i loro cicli riproduttivi. In Siberia si può distinguere una taiga «scura», costituita soprattutto da pecci, e una «chiara», dove compaiono anche i larici, e considerata la foresta più settentrionale del pianeta.


03 ECOLOGIA La grande cupola creata dalle formiche rosse.


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ANIMALI PER LE CONIFERE Fra i prodotti più singolari dell’evoluzione nella foresta boreale, ci sono gli organismi adattati a consumare foglie e frutti di conifere. Tra le più ingegnose vi sono certamente le formiche rosse, gli insetti più famosi della taiga, artefici di imponenti costruzioni a cupola. Si tratta di cumuli di aghi cementati tra loro allo scopo di mantenere costante la temperatura all’interno del nido. Il ruolo ecologico di questi piccoli insetti è fondamentale perché, sminuzzando gli aghi, facilitano il processo di decomposizione di queste foglie, particolarmente resistenti, e quindi la formazione del fertile humus. Ma anche perché nutrono un gran numero di altri insetti parassiti delle piante, e in questo modo proteggono la comunità vegetale che li ospita. Tra i mammiferi consumatori di conifere vi è invece l’alce, uno degli erbivori più curiosi e bizzarri. Le dimensioni enormi, le corna larghe e piatte, il muso allungato e lo stile di vita semiacquatico, fanno di esso uno degli animali più caratteristici della taiga, dove si rifugia soprattutto d’inverno, quando è costretto a nutrirsi di cortecce e foglie. D’estate, invece, vive negli acquitrini, dove si ciba di piante palustri. Caratteristici sono gli zoccoli lunghi e divaricabili, che gli permettono di non affondare nella neve, nelle torbiere e nel fango.


04 GEOLOGIA Il podsol in sezione.


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IL PODSOL Il terreno tipico della taiga siberiana è il podsol, caratterizzato da uno strato superficiale di color grigio cenere formato da sostanza organica non decomposta e quindi povero di humus, che ricopre uno strato di terreno nero e rossiccio tanto più ricco di humus quanto più è profondo. Fra questi due «orizzonti» compaiono diversi strati secondari, che segnano i vari stadi di decomposizione e di formazione dell’humus. L’ambiente di formazione tipico di questo suolo è proprio la foresta di conifere a clima freddo e umido, tuttavia è stato osservato anche in foreste di conifere di ambiente caldo, come nel sud-est dell’America settentrionale. La formazione del podsol viene favorita dall’abbondanza di composti orga-

nici a carattere acido, derivanti dallo strato di aghi delle conifere caduti a terra. Infatti con il freddo la materia organica proveniente dalle piante si decompone lentamente, liberando acidi organici. Questi reagiscono con elementi del suolo quali calcare e magnesio. I sali che così vengono prodotti vengono trasportati, dalle piogge o dall’acqua del disgelo, nelle falde o direttamente nei corsi d’acqua, dando luogo al fenomeno della «lisciviazione», che indica proprio il processo per cui gli elementi solubili del suolo, per effetto dello scorrimento delle acque vengono trasportati negli strati più profondi. Di conseguenza in superficie cresce l’acidità dei suoli e la povertà di elementi minerali.


05 ZOOLOGIA Una volpe polare dalla bianca pelliccia.


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ANIMALI IN PELLICCIA La foresta boreale è il regno dei predatori in pelliccia. Orsi, volpi, lupi, linci e diverse specie di mustelidi competono tra loro nel controllo delle popolazioni degli erbivori, che altrimenti si moltiplicherebbero devastando la vegetazione. Ognuno di questi animali possiede tecniche di caccia specifiche, un proprio spettro alimentare e un areale geografico, fattori che riducono la competizione permettendo la convivenza di più carnivori in una stessa area. Il lupo e la lince predano soprattutto gli ungulati, mentre la martora è un’abile cacciatrice di scoiattoli, la volpe sfrutta i roditori, mentre il visone si nutre di pesci e rane. I carnivori più piccoli, come l’ermellino e la donnola, sono eccezionali predatori di topi, mentre i grossi orsi, in realtà, sono onnivori: mangiano carne solo quando trovano carogne, animali feriti o «pescano» salmoni. Un carattere tuttavia li accomuna, ed è la lunga e folta pelliccia, forma di adattamento al clima rigido. Durante i mesi invernali, alcune specie mutano il colore della propria pelliccia assumendo una tinta più chiara, talvolta interamente bianca. Ciò avviene, ad esempio, per l’ermellino e la volpe polare. Il significato adattativo di questa colorazione è stato interpretato in due modi: secondo alcuni si tratta di una strategia per confondersi con il paesaggio innevato; secondo altri il bianco avrebbe una funzione termoregolatrice, permettendo di accumulare più calore.



La distribuzione della taiga, o foresta boreale, sul globo.



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