Tundra

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ARTE LE FOTO DEL NATIONAL GEOGRAPHIC

CINEMA LA TUNDRA IN PELLICOLA

ECOLOGIA I RISCHI DEI COMBUSTIBILI FOSSILI

GEOGRAFIA PARCO NAZIONALE DI DENALI

ZOOLOGIA IL LEMMING


La tundra siberiana.


Il breve periodi di disgelo nella tundra dell’Alaska.


00 LA TUNDRA Il termine tundra, che in lappone significa «pianura senza alberi», indica l’insieme delle regioni subpolari dell’emisfero settentrionale e della loro vegetazione, caratterizzata dall’assenza di specie arboree: la crescita degli alberi è infatti ostacolata dalle basse temperature e dalla brevissima stagione estiva (una sessantina di giorni tra giugno e luglio) che la caratterizza. Per estensione, con il termine tundra s’identifica anche la vegetazione tipica della zone polari artiche, composta principalmente da muschi, licheni e qualche arbusto. Nonostante il clima freddo – nei rigidi e lunghi inverni la temperatura scende a -40/50° mentre nelle fresche estati non supera i 10° – e le piogge scarse, non mancano gli animali, di cui il lemming è sicuramente il più caratteristico. Inoltre, come molti degli ambienti ca-

ratterizzati da forti cambiamenti stagionali, la tundra è teatro di grandi migrazioni di erbivori ed uccelli. L’uomo non è rimasto indifferente al fascino di queste terre selvagge, a cui ha reso omaggio con cinema e letteratura – la tundra dell’Alaska, ad esempio, è indiscussa protagonista del film Into the wild e il «National Geographic» ha dedicato articoli e foto ai suoi suggestivi paesaggi. Ma nemmeno questo paradiso di ghiaccio è riuscito a preservarsi dalla modernità: i raggi ultravioletti non filtrati dal buco dell’ozono danneggiano questo delicato bioma; l’inquinamento dell’aria contamina i licheni, e quindi le risorse alimentari degli animali; l’estrazione di petrolio, gas e minerali altera l’equilibrio degli habitat circostanti.


01 ARTE Sole sull’sola di Baffin, di John Dunn.


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LE FOTO DEL NATIONAL GEOGRAPHIC A riprova della sua innegabile bellezza, a più riprese e in momenti diversi, persino il «National Geographic Magazine» ha dedicato articoli e gallerie fotografiche alla tundra e ai suoi paesaggi mozzafiato. Le foto della rivista, famose da sempre per gli elevati standard qualitativi, sono affidate agli scatti di artisti prestigiosi come Ira Block, John Dunn, Rich Reid e Stephen Toner, e immortalano ora la fredda luce color lavanda del sole artico che si riflette sul ghiaccio, ora lo spostamento del sole di mezzanotte nel cielo artico, ora la bassa vegetazione della tundra vestita dei suoi colori autunnali, ora ghiaccio e vapore che si stagliano sul bianco paesaggio dell’Islanda. Il «National Geographic Magazine», del resto, è la rivista della National Geographic Society – che nasce nel 1888 proprio come società dedita alla diffusione e allo sviluppo delle conoscenze geografiche – e si propone di «esplorare il mondo e prendersi cura della terra» in tutta la sua bellezza. La rivista, stampata per la prima volta appena nove mesi dopo la nascita della Society, ha periodicità mensile e viene distribuita nel tradizionale formato cartaceo e nella più moderna versione online.


02 CINEMA

La tundra nel film Into the wild.


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LA TUNDRA IN PELLICOLA Basato sul romanzo Nelle terre estreme di Jon Krakauer del 1996, è uscito nel 2007 il film Into the wild – Nelle terre selvagge. Scritto e diretto da Sean Penn, il film racconta la vera storia di Christopher McCandless: un giovane benestante proveniente dal West Virginia che subito dopo la laurea decide di abbandonare tutto (famiglia, amici, consuetudini ecc.) per sfuggire a una società consumista e capitalista in cui non riesce più a vivere. L’inquietudine dovuta al pessimo rapporto con la famiglia e alla lettura di autori anticonformisti, lo porta a intraprendere un viaggio lungo due anni attraverso gli Stati Uniti; viaggio che si conclude nelle sconfinate e sugge-

stive terre dell’Alaska: vera coprotagonista, con la sua natura selvaggia ed incontaminata. Ed è proprio nel contatto con questa natura primordiale che il giovane scopre il segreto della vera felicità: la piena condivisione e l’incontro incondizionato con l’altro. Grazie anche a un uso magistrale della fotografia, il regista riesce ad esaltare la bellezza di molti paesaggi naturali incontaminati, giocando con i contrasti tra natura e civiltà. Dopo l’uscita del film nelle sale, grazie al successo ottenuto, molti avventurieri o semplici amanti della natura hanno emulato le gesta di McCandless ripercorrendo le tappe del suo viaggio.


03 ECOLOGIA Un impianto di estrazione nel grande nord.


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I RISCHI DEI COMBUSTIBILI FOSSILI Il sottosuolo dei territori artici e della tundra è ricco di «combustibili fossili», ossia quei combustibili che derivano dal processo di trasformazione, lunghissimo e sotterraneo, della sostanza organica. Rientrano in questo gruppo il petrolio, il carbone e il gas naturali, quindi le principali fonti energetiche attualmente sfruttate sul pianeta; e in quanto tali, sostanze che hanno un grande valore economico e di cui si è alla continua ricerca. Questi materiali, tuttavia sono contemporaneamente una grande ricchezza e un pericolo per la salvaguardia degli ecosistemi e della biodiversità locale. Le forme di estrazione di questi materiali sono infatti tutte piuttosto invasive: - per estrarre il petrolio si devono sca-

vare dei pozzi profondi da poche centinaia di metri a 6-8 km attraverso un apposito impianto di perforazione; - per estrarre il carbone è necessario scavare miniere di tipo diverso a seconda della profondità a cui si trova il giacimento; - per estrarre il gas naturale, così come per il petrolio, è necessario scavare pozzi da cui il gas fuoriesce autonomamente per via della pressione. In tutti e tre i casi, oltre all’evidente invasività ambientale della procedura e alla grande quantità di inquinanti che vengono dispersi, non sono rari incidenti come la frana di piccole porzioni di terreno e la fuoriuscita accidentale di petrolio o di gas che inquinano l’ambiente circostante.


04 GEOLOGIA Un carib첫 nel Parco nazionale Denali.


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PARCO NAZIONALE DI DENALI Il Parco nazionali Denali è il principale parco dell’Alaska, situato nelle terre un tempo occupate dagli indiani athabaskan. Il nome denali, infatti, nella lingua athabaska significa «il più grande» ed è la più accessibile delle aree protette dell’Alaska. Esteso su una superficie di 25.000 km2, presenta spazi sconfinati e varietà di paesaggi con torrenti, laghi ghiacciai maestosi, montagne, ampie valli, depositi morenici e vulcani attivi, tutti luoghi frequentati da molte specie di uccelli e mammiferi, tra cui il lupo, il caribù, il grizzly, e l’alce. Ma l’animale più caratteristico è la pecora di Dall, una bianca pecora montana diffusa solo in questa regione, con una popolazione stimata intorno ai 1500 individui (rispetto ai due milioni presenti alla metà del XVIII secolo). Uno degli aspetti più interessanti del parco è la coesistenza di due biomi: la taiga, con le sue conifere, e la tundra. Nella riserva infatti si trovano inoltre centinaia di specie di piante che producono fiori, muschi, licheni, funghi e alghe, la cui diffusione è condizionata dalla presenza del permafrost, ossia il terreno ghiacciato in profondità, che impedisce la crescita delle radici.


05 ZOOLOGIA Un esemplare di lemming.


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IL LEMMING I lemming sono i più caratteristici animali della tundra: piccoli roditori lunghi tra i 10 e i 15 cm, ricoperti da una morbida, colorata e calda pelliccia – che gli permette di affrontare il freddo inverno artico senza dover andare in letargo –, dotati di una piccola coda e di robusti incisivi superiori e inferiori a crescita continua che gli permettono di rosicchiare anche il più resistente del poco cibo che riescono a procurarsi. Nutrendosi di vegetali, soprattutto foglie e germogli, questi teneri roditori sono alla base della catena alimentare, predati soprattutto da volpi polari, gufi delle nevi (specie purtroppo a rischio di estinzione) e i grandi girifalchi, che nei periodi di scarsezza sono costretti a compiere lunghe migrazioni per procurarsi altrove il cibo di cui hanno bisogno. Solitari per natura, i lemming s’incontrano raramente e solo per accoppiarsi. In compenso il loro tasso riproduttivo è altissimo: quando il cibo è abbondante, una femmina può arrivare a dare alla luce fino a 13 cuccioli per volta, partorendo anche tre volte in una sola stagione. Cosa che, nonostante predatori e periodi di carestia, è sufficiente a mantenere abbastanza costante il numero degli individui.



Estensione del bioma tundra sulla Terra.



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