ConviviuMagazine le parole dell’arte
numero
TRE
aprile, maggio, giugno 2014
Grandi temi della fede I Incontri con l’arte I Mostre
Indice Editoriale .................................................................................................................... 1 Diario di bordo I grandi temi della fede, di Francesco Malvasi .......................................................... 2 Piemonte: Incontri con l’arte ................................................................................ 4 Lombardia: Incontri con l’arte .............................................................................. 5 Lombardia: Tra le pagine Il traduttore dell’ineffabile. Bernardino Luini in mostra a Milano, di Lena Costante ...... 6 Veneto: Incontri con l’arte ..................................................................................... 7 Emilia Romagna: Incontri con l’arte .................................................................... 8 Emilia Romagna: Tra le pagine Fosca e turrita. L’Ottocento in mostra a Bologna, di Lena Costante .......................... 9 Toscana: Incontri con l’arte ................................................................................. 10 Toscana: Tra le pagine Gemelli non identici. Pontormo e Rosso in mostra a Firenze, di Eleonora Onghi ..... 11 Toscana: Tra le pagine I quadri del maestro. La raccolta Molinari Pradelli, di Eleonora Onghi ................. 12 Lazio: Incontri con l’arte ...................................................................................... 13 Lazio: Tra le pagine Le perle del silenzio. Caravaggio alla Galleria Doria Pamphilj, di Lena Costante ... 14 Campania: Incontri con l’arte .............................................................................. 15 Sicilia: Incontri con l’arte ...................................................................................... 16
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Editoriale Il tempo, a volte, si rinnova secondo processi di lenta maturazione, sterzando invece, in altri casi, repentinamente verso nuovi cicli. Il numero tre della rivista ConviviuMagaz ine fotografa questo doppio ritmo di marcia, che scandisce secondo un andamento sincopato la vita individuale e la storia. Il rincorrersi di queste lancette dal diverso passo sul quadrante del tempo si fa esperienza tangibile e tramandabile nella nuova collezione proposta da Ars Illuminandi e da Progetto Editoriale: “I grandi temi della fede”. Accanto alle medaglie dedicate ai pontefici del Novecento e del nuovo millennio, viene proposto il Diario personale delle Ore, un volume prezioso, che lascia spazio alle annotazioni legate all’esperienza spirituale del suo possessore, ed è pensato per diventare patrimonio familiare, da tramandare attraverso le generazioni. Celebrando i papi che meglio hanno saputo interpretare il significato delle epoche nuove – Giovanni XXIII, Giovanni Paolo II, Francesco I – la collana fotografa lo schiudersi della Chiesa alle confessioni sorelle e alla società. Scandito da ricorrenze religiose costanti nei secoli e da un calendario che – nella nostra tradizione – ricorda ogni giorno la gloria ultraterrena di santi e beati, il passato si riversa nel quotidiano. Con lo stesso significato, pur se in un diverso capo di applicazione, questo numero della rivista propone un ricco programma di Incontri con l’arte, che hanno lo scopo di restituire ai collezionisti, regione per regione, il senso di identità, storie e tradizioni che attraverso l’arte e la bellezza hanno preso forma tangibile. Convivium-Grand Tour nasce infatti con l’intento di lanciare un ponte tra il grande passato del nostro Paese nel campo vasto della cultura e il presente, che da tale tradizione non può che essere rischiarato. Questo identico scopo anima pure le attività e i progetti che Ars Illuminandi e Progetto Editoriale stanno tracciando nel loro attivissimo cantiere: rinnoviamo ai nostri lettori l’appuntamento su queste pagine, per scoprirne i dettagli e viverne con intensità le emozioni.
Tra fede e cultura
Diario di bordo I grandi temi della fede L’11 ottobre 1962, in una giornata bella e pungente di inizio autunno, si apriva a Roma su iniziativa di Giovanni XXIII il Concilio Vaticano II, ad oltre 90 anni da quello del 1870, interrotto dalla presa della Città Eterna da parte dell’Esercito Regio, che comunque, nonostante la concitazione del momento, aveva sancito il dogma dell’infallibilità del Papa. Per risalire ad un precedente conclave della Chiesa bisogna andare indietro di ancora molto tempo e più precisamente a quello tenutosi a Trento nel 1563. Fu subito evidente che il carattere effettivamente ecumenico e non più eurocentrico di questo grande evento rappresentava una realtà completamente nuova Anonimo, San Francesco e il lupo, XIV secolo della Chiesa dopo i due tragici conflitti mondiali e si apriva alle grandi trasformazioni nel frattempo intervenute nel mondo e in particolare nell’Europa orientale, in Africa, in centro e sud America. Disegnava di fatto una diversa identità di comprensione, di presenza e di missione pastorale ben oltre i programmi e le iniziali intenzioni. Quasi 2500 fra vescovi, nunzi apostolici, cardinali, si trovarono a fare i conti con i rapidi cambiamenti intervenuti a livello geopolitico, che avrebbero dato vita ad un ruolo più marcatamente sociale dell’impegno dei cattolici a partire dall’attività missionaria, dalle comunità di base, dall’esperienza dei preti operai e dalla teologia della liberazione, affiancandosi di volta in volta ai più poveri, agli ultimi, ai diseredati della terra. Probabilmente, senza il Concilio Vaticano II, non ci sarebbero stati successivamente Papi come Albino Luciani, Karol Wojtyla e lo stesso Jorge Mario Bergoglio.
Beato Angelico, Santi e Martiri, XV secolo.
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Tante cose sono accadute in Italia e nel mondo a partire dalla conclusione, per opera di Paolo VI nel 1965, di quell’eccezionale sinodo, e oggi è motivo di importante riflessione che proprio due Papi, Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II siano canonizzati insieme il 27 aprile, da un altrettanto eccezionale protagonista della Chiesa moderna, il Papa “che viene dalla fine del mondo”, Francesco I. Papa Roncalli e Karol Wojtyla vanno così a collocarsi per sempre nel grande contesto millenario dei Pastori della Chiesa.
Diario di bordo
Come primo passo presenteremo infatti una straordinaria Collezione dedicata a questo storico evento, magistralmente rappresentata dall’interpretazione creativa del Maestro Remo Carboni. La Collezione comprenderà anche un’opera unica e senza precedenti “Il Diario Personale delle Ore” che si collega agli antichi salteri di lettura e di preghiera. Il Diario è stato pensato quale opportunità per annotare i propri pensieri e le riflessioni più intime, inframezzando le pagine con una mirabile galleria cronologica dei Santi più amati e conosciuti nella fede comune. Conterrà inoltre, in appendice, un particolare dispositivo insieme grafico e concettuale, tale da permetterne una sua trasmissione ad personam nel tempo, per oltre 500 anni, attraverso una catena di passaggi di mano che traccerà il percorso di ogni singolo esemplare, in una proiezione futura affascinante e possibile, ma al tempo stesso oggi indefinibile per ciascuno dei suoi possessori.
Tra fede e cultura
Ars Illuminandi e Progetto Editoriale, in concomitanza con questo storico evento, hanno deciso di offrire il proprio contributo sul piano artistico e culturale lanciando una nuova iniziativa di carattere internazionale, I grandi temi della fede, che attraverso edizioni, opere e produzioni iconografiche, tenterà di contribuire ad allargare il livello di riflessione, di dibattito e di conoscenza di una storia ultra secolare che si è espressa nel tempo, anche e soprattutto in forma simbolica, attraverso i manoscritti, i codici, le medaglie, le iconografie i dipinti e le sculture dei grandi maestri della storia dell’arte.
I grandi temi della fede è senza dubbio un progetto complesso e articolato che tenderà a mettere a confronto le tematiche proprie e spesso comuni alle tre grandi religioni monoteiste, Ebraismo, Islam e Cristianesimo, che va ad iscriversi nell’ambito più ampio del forte impegno culturale che ci vede protagonisti sul fronte della ricerca storico-artistica e della conoscenza, incrociandosi con altrettanto importanti iniziative a cui stiamo lavorando da più anni, “Salviamo un Codice”, “Leonardo oltre Leonardo”, “Il Manifesto dell’Arte”.
Leonardo da Vinci, Annunciazione 1472 - 1475 circa
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Piemonte
Incontri con l’arte Il teatr o del duca. Filippo Juvar ra e lo scalone di Palazzo Madama Torino, Palazzo Madama Sabato 12 aprile (mattino) Giunto a Torino dopo la consacrazione romana, Filippo Juvarra immagina per Vittorio Amedeo II le residenze più belle dei Savoia e un vasto progetto di riqualificazione urbana. Di questo sogno, solo in parte realizzato, Palazzo Madama è la traduzione più significativa: lo scenografico scalone d’ingresso, addossato alla facciata in stile francese, condensa le aspirazioni di un’epoca e i tratti caratteristici di un grande architetto.
Il vortice e il sacr o. Una pala di Sebastiano Ricci Venaria Reale, Chiesa di Sant’Uberto Sabato 10 maggio (mattino) Artista dalla vita travagliata e avvincente come un romanzo, il veneziano Sebastiano Ricci realizza per i Savoia le tele più belle della sua ultima stagione. Capolavoro autentico di un Settecento vibrante di aria e luce, la pala della cappella di Venaria Reale dà forma a un nuovo paradigma del dipingere, ricco di effetti chiaroscurali e di architetture slittanti e vorticose.
Dipinger e menz ogne. Andr ea Pozzo a Mondovì Mondovì, Chiesa di San Francesco Saverio Sabato 14 giugno (pomeriggio) Se l’opera di un artista avesse un immaginario capoluogo, Mondovì rivestirebbe questo ruolo per il gesuita Andrea Pozzo. Specializzato nel dipingere “ciò che non è” – finte prospettive che moltiplicano all’infinito gli spazi reali dell’architettura – padre Pozzo allestisce nella chiesa della Missione una vera “opera d’arte totale”, intervenendo nella progettazione dell’edificio e dei suoi elementi decorativi, e realizzando la regia di una vastissima decorazione pittorica.
è possibile prenotare la propria partecipazione agli Incontri con l’arte dalla sezione Convivium-Grand Tour del sito www.arsilluminandi.com Per tutte le informazioni sulle procedure di prenotazione scrivere a convivium@artegrandtour.it oppure chiamare il numero 075 5001468.
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Incontri con l’arte
Il dipinto, celeberrimo e forse destinato alla cappella funebre dell’artista, è sintesi suprema e commovente del percorso creativo di Andrea Mantegna. Lo spazio compresso in cui si compie il pianto sul cadavere di Cristo si fa metafora di uno sgomento tanto intenso da propagarsi oltre le dimensioni della tela. Invenzione poetica di originale, unica intensità per il taglio inedito e per la densità di suggestioni e significati, l’opera è oggi valorizzata da un nuovo allestimento, dovuto all’occhio del regista Ermanno Olmi.
Lombardia
Un Cristo in scurto. Andrea Mantegna a Brera Milano, Pinacoteca di Brera Sabato 12 aprile (pomeriggio)
Una passeg giata tra le guglie. Sei secoli di scultura sulle ter razz e del Duomo Milano, Duomo Sabato 17 maggio (pomeriggio) Angolo tra i più suggestivi del Duomo di Milano, la sommità dell’edificio offre uno spaccato della vicenda costruttiva della cattedrale e dei suoi protagonisti. Spettacolare davanzale affacciato sulla città, la selva di guglie che corona il monumento registra il mutare del gusto, dal gotico fiorito ai completamenti in stile, e tratteggia per intero le vicende creative che hanno attraversato la capitale lombarda.
L’artista e la morte. Michelangelo e la Pietà Rondanini Milano, Castello Sforzesco Domenica 8 giugno (pomeriggio) Opera “finale” perché realizzata da un Michelangelo ormai anziano, a chiusura di una lunghissima carriera, la Pietà Rondanini rappresenta anche l’estrema fase del percorso stilistico del suo artefice. Problematica e sbalorditiva per la dissoluzione modernissima della forma e per il dialogo con la pietra che essa sottintende, la scultura è l’ultima riflessione di Michelangelo su un tema fondamentale del suo percorso creativo.
è possibile prenotare la propria partecipazione agli Incontri con l’arte dalla sezione Convivium-Grand Tour del sito www.arsilluminandi.com Per tutte le informazioni sulle procedure di prenotazione scrivere a convivium@artegrandtour.it oppure chiamare il numero 075 5001468.
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Lombardia
Tra le pagine Il traduttore dell’ineffabile. Bernardino Luini in mostra a Milano Difficile dirsi pittori a Milano dopo il passaggio bruciante di Leonardo: l’artista di Vinci, poliedrico e incostante, capace di sovvertire il lessico pittorico delle corti settentrionali in un pugno d’anni e con poche, lapidarie opere pittoriche, aveva lasciato dietro di sé una scia affascinante, in cui le ombre fumiganti che accarezzavano le figure diventavano correlato di una psicologia introversa e sfuggente. Fu Bernardino Luini a operare una precoce, intelligente “traduzione” del lessico leonardesco in una cifra stilistica più semplice e comunicabile, smussando gli esiti angolosi della pittura del maestro ed emulsionandola con l’eredità del Quattrocento lombardo, da Foppa a Bramantino. Il risultato furono opere di struggente dolcezza, in cui lo sfumato leonardesco non contraddice un solido possesso della forma, e si smorza in una luce argentea e dalla cadenza inconfondibilmente settentrionale. Amatissimo dall’Ottocento romantico, per quel languore malinconico che caratterizza le sue figure, Luini (con i suoi figli pittori, tra cui va ricordato almeno Aurelio) fu poi dimenticato e sepolto sotto la generica dicitura – un po’ dispregiativa – di pittore “leonardesco”. La mostra milanese, curata da Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa, ha invece il merito di rimettere la figura di Bernardino Luini nella giusta luce, attraverso una selezione di duecento opere e un percorso articolato in dodici sezioni. Luce “giusta” perché inserisce l’artista nelle maglie dell’evoluzione dell’arte lombarda, equilibrando strappi e corse in avanti nella fondamentale continuità dell’ispirazione. Ma “giusta” anche perché i curatori hanno voluto allacciare la mostra al mondo della ricerca, aprendola nel contempo alla città: la scuola e l’università sono state e saranno coinvolte nella redazione del catalogo e nella realizzazione delle visite guidate, secondo una formula che Convivium-Grand Tour sente molto prossima a sé. L’invito a conoscere Luini si estende così oltre la mostra, non solo nei numerosi percorsi che suggeriscono, con le belle giornate, escursioni in territori più o meno lontani dal capoluogo, ma anche nella concreta possibilità che la paziente traduzione del leonardismo operata dal pittore offra un momento Bernardino Luini, Madonna con il Bambino (Madonna del roseto), 1517 ca., prezioso, e oggi raro, di condivisione e di crescita. Milano, Pinacoteca di Brera.
Bernardino Luini e i suoi figli Fino al 10 luglio 2014 Milano, Palazzo Reale – www.mostraluini.it
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Incontri con l’arte Veneto
Una “macchina” per santa Giustina. Gir olamo Romanino a Padova Padova, Musei Civici agli Eremitani Domenica 25 maggio (pomeriggio) Immensa nelle dimensioni e cruciale per il percorso artistico di Girolamo Romanino, la pala di Santa Giustina è uno dei capolavori assoluti del Rinascimento nell’Italia del Nord. Sontuosa e quasi aulica nell’ambientazione, la grandiosa “macchina” d’altare – ancora compresa nella cornice originale – filtra l’eredità della pittura veneziana, mutandone segni e significati all’interno dell’universo espressivo dell’artista. Le qualità smaglianti della pittura, esaltate da un recente restauro, fanno della pala uno dei più emozionanti gioielli del Cinquecento italiano.
Il voto dello splendore. Baldassarre Longhena e la chiesa della Salute Venezia, Basilica di Santa Maria della Salute Sabato 21 giugno (mattino) La peste è quella manzoniana del 1630: come ringraziamento alla Vergine per l’estinguersi dell’epidemia, i veneziani affidarono a Baldassarre Longhena la progettazione della nuova chiesa “della Salute”. Posta sulla punta della dogana, la costruzione è un autentico capolavoro dell’architettura barocca, oltre che un simbolo tra i più conosciuti della città.
è possibile prenotare la propria partecipazione agli Incontri con l’arte dalla sezione Convivium-Grand Tour del sito www.arsilluminandi.com Per tutte le informazioni sulle procedure di prenotazione scrivere a convivium@artegrandtour.it oppure chiamare il numero 075 5001468.
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Emilia Romagna
Incontri con l’arte Il dialetto dello “spagnolo”. Bologna e la strada secondo Giuseppe Maria Crespi Bologna, Pinacoteca Nazionale Domenica 13 aprile (pomeriggio) Impegnato a cogliere i lampi della vita oltre il perimetro del suo studio in via del Pratello, Giuseppe Maria Crespi è l’artista più ispirato e originale del primo Settecento italiano. Raccontata in presa diretta, senza orpelli e priva di ogni retorica, la realtà minima di un mondo fino ad allora escluso dalla figurazione si fa vibrante, succoso paradigma dell’intera umanità.
La pietra dei pirati. La Decollazione di S. Paolo di Alessandro Algardi Bologna, Chiesa di San Paolo Maggiore Sabato 31 maggio (pomeriggio) Il senso teatrale che ispira un capolavoro scultoreo di grande originalità è figlio della scuola dei Carracci, di cui Alessandro Algardi è erede illustre e di grande successo presso la corte pontificia. Inviata a Bologna via mare e razziata dai pirati, la spettacolare messinscena viene sospesa dall’artista nel punto culminante del dramma. La Decollazione di San Paolo rimpiazza la tradizionale pala d’altare, facendo palpitare il marmo delle tinte succose della Bologna carraccesca.
La carezza del divino. Cimabue nella chiesa dei Ser vi Bologna, Chiesa di Santa Maria dei Servi Sabato 7 giugno (pomeriggio) Splende come una gemma rara, la Madonna in maestà dipinta da Cimabue e dalla sua bottega nell’ultimo quarto del Duecento. Il mistero intorno alla realizzazione del dipinto, che presidia una delle cappelle absidali della chiesa dei Serviti, è pari alla malia solenne di un capolavoro che condensa nella tenera carezza di Gesù sul volto della madre un sentimento rinnovato della figurazione e del sacro.
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Tra le pagine
Non va definita “di nicchia”, la mostra che espone – negli spazi della Pinacoteca Nazionale di Bologna – ottantanove opere provenienti dai depositi della stessa galleria e del MAMbo. Perché la rassegna, che mette a fuoco l’intero arco cronologico che dalle vicende napoleoniche arriva agli esordi del Novecento, offre al pubblico l’opportunità di conoscere un capitolo poco frequentato della nostra pittura, dal quale però dipende strettamente il presente dell’Italia. E se l’Ottocento è di per sé un secolo “minore” nella percezione comune, quello bolognese registra un ritardo negli studi al quale la mostra offre spunti preziosi. Soprattutto perché Bologna – come e prima di Milano – della pittura ottocentesca fu capitale. Luogo decisivo per le vicende del giacobinismo italiano, la città felsinea vide in Felice Giani e quindi, soprattutto, in Pelagio Palagi, gli interpreti di un neoclassicismo sperimentale e già venato di languori lunari, di marca romantica. Accanto alla rassegna di pittori emiliani (ma non “locali”, né tantomeno “provinciali”, per la bruciante libertà che ne accende le opere), la mostra dà conto dell’attrattiva esercitata dall’illustre Accademia cittadina sugli artisti del resto d’Italia. Sfilano così, una accanto all’altra, le opere “marziali” di Vincenzo Camuccini e gli esordi di Francesco Hayez, il cui Filottete ripensa e fonde insieme la statuaria antica e un’ambientazione densa di ombre veneziane. A testimoniare la ricchezza del panorama artistico cittadino contribuiscono da un lato gli intensi, poetici paesaggi di Giovanbattista Bassi e le opere giunte in città per arricchire le collezioni di privati cittadini, dai gusti aggiornatissimi e già europei. Quando Carducci siedeva in cattedra e definiva “fosca e turrita” la città, impigliata tra i merletti gotici delle sue finestre e l’aspra base di selenite delle sue mura, Bologna era tra i centri nevralgici di un secolo intento a specchiare se stesso e la propria identità nel Medioevo. Quell’epoca lontana offriva spunto per delicate scene in costume, ma alimentava anche un’autenticità succosa e umana che di Bologna costituiva l’anima, e che il tempo moderno rischiava di dissipare. Di questa fibra fu appassionato cantore Luigi Serra i cui ritratti, sospesi Vittorio Calegari, fra i due poli di natura ed espressione, consegnavano al Abelardo ed Eloisa al Paracleto, 1893. Novecento il carattere profondo della città. Bologna, depositi MAMbo.
Emilia Romagna
Fosca e turrita. L’Ottocento in mostra a Bologna
L’Ottocento a Bologna nelle collezioni del MAMbo e della Pinacoteca Nazionale Fino al 27 aprile 2014 Bologna, Pinacoteca Nazionale – Via Belle Arti, 56 www.pinacotecabologna.beniculturali.it www.mambo-bologna.org
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Toscana
Incontri con l’arte “Un Cenacolo, a fr esco.” Il Ghirlandaio nel r efettorio di Ognissanti Firenze, Cenacolo di Ognissanti Sabato 5 aprile (mattino) Compiuto da Ghirlandaio nel 1480, anno che vede la consacrazione dell’artista presso la corte pontificia, il Cenacolo dipinto per gli Umiliati di Ognissanti traccia il massimo orizzonte espressivo del Quattrocento fiorentino. La luminosità tersa, la resa impeccabile della pittura, l’impennata virtuosistica nella messa a fuoco di oggetti e caratteri, fanno dell’affresco un capolavoro assoluto ed estremo della sua epoca.
L’ombra del genio. Gior gio Vasari e il se polcr o di Michelangelo Firenze, Basilica di Santa Croce Sabato 24 maggio (pomeriggio) Metafora plastica della collocazione suprema che l’architettura delle Vite riserva a Michelangelo, il sepolcro progettato da Giorgio Vasari per il Buonarroti è anche la cristallizzazione delle idee maturate dal secondo Cinquecento nel campo dello stile. Il flettersi dell’ispirazione nella normatività dell’accademia, palestra del tirocinio regolare degli artisti e fucina del gusto, scandisce in modo compiuto caratteri e inclinazioni del Manierismo.
In hoc signo. Piero della Francesca e le Storie della Vera Croce Arezzo, Basilica di San Francesco Sabato 14 giugno (pomeriggio) Autentico spartiacque per l’arte occidentale, il ciclo di affreschi con le Storie della Vera Croce, compiuto da Piero della Francesca nella cappella absidale della chiesa aretina, è la testimonianza più compiuta della rarefatta, sublime poetica dell’artista. L’universo geometrico e remoto di Piero, dispiegato nelle splendide scene del ciclo, chiude i conti con il primo Rinascimento, facendo sbocciare sorprendenti anticipazioni della pittura cinquecentesca.
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Tra le pagine
Quando la storia si increspa nelle pieghe dei suoi momenti cruciali, sono gli artisti a captarne le vibrazioni, con antenne sottili e lancinante capacità di sintesi. Che la splendida fioritura rinascimentale adombrasse, a Firenze, i semi di una crisi precoce, e che altri fossero gli orizzonti su cui si sarebbero giocati gli sviluppi della scena artistica fu intuizione solitaria di due artisti coetanei: Pontormo e Rosso Fiorentino. Nati 1494, figli di un comune alunnato nella bottega di Andrea del Sarto, entro gli anni Venti del Cinquecento i due pittori dichiararono aperta la crisi del Rinascimento fiorentino con intuizioni taglienti e opere pittoriche che segnano il ripiegarsi delle vicende italiane – sul piano artistico, ma anche sociale e politico – perché sanno cogliere indizi rimasti sottotraccia rispetto al linguaggio sontuoso delle corti rinascimentali. La risposta dei due artisti fu elaborata a partire da elementi diversi dell’identità fiorentina, e sbocciò in esiti divergenti: Pontormo si fece interprete di una sensibilità densa di palpiti, fumigante di dettagli realistici e figlia, alla lunga, dell’esperienza leonardesca. Rosso sintetizzò in un linguaggio pieno di nerbo e vigore, volutamente franto e “antigrazioso”, l’eredità della scultura quattrocentesca, ripescando moduli donatelliani e trasformandoli in geniali icone di una nuova epoca del sentire. I trasalimenti, le intuizioni e le asprezze dei due artisti sono ripercorsi passo dopo passo, con un densissimo taglio in parallelo, nella mostra che Antonio Natali – direttore della Galleria degli Uffizi – e Carlo Falciani – docente di storia dell’arte e autore di una bella monografia su Rosso Fiorentino – hanno allestito a Palazzo Strozzi. Se può destare perplessità lo spostamento di opere all’interno del perimetro fiorentino (gli affreschi del Chiostrino dei Voti dalla Santissima Annunziata, lo Sposalizio della Vergine di Rosso da San Lorenzo), l’esposizione restituisce un ritratto di rara completezza dei due artisti, grazie anche ai prestiti di opere da collezioni italiane e straniere. Un’occasione da non perdere, insomma, per rispecchiare nell’audacia e nelle nevrosi dei due pittori lo Rosso Fiorentino, Sposalizio della Vergine, 1523. Firenze, Basilica di San Lorenzo sbigottimento e la perdita di senso del nostro tempo.
Toscana
Gemelli non identici. Pontormo e Rosso in mostra a Firenze
Pontormo e Rosso Fiorentino. Diver genti v ie della “maniera” Firenze, Palazzo Strozzi Fino al 20 luglio 2014 – www.palazzostrozzi.org
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Toscana
Tra le pagine I quadri del maestro. La raccolta Molinari Pradelli Bizzarri cortocircuiti della geografia. Mentre Bologna ospita la mostra “straniera” (e anzi a tutti gli effetti estranea) che ha per manifesto la Ragazza con l’orecchino di perla di Jan Vermeer, una delle collezioni d’arte bolognesi più preziose attraversa l’Appennino, e viene esposta a Firenze. La raccolta è legata al nome di Francesco Molinari Pradelli, direttore d’orchestra bolognese che spese le proprie energie – oltre ai proventi di un’illustre carriera – per mettere insieme, pezzo dopo pezzo, una notevolissima galleria di opere d’arte. L’incontro tra musica e pittura, tema chiave dell’intera arte occidentale, trasforma le sale degli Uffizi nelle Stanze delle Muse che danno titolo alla rassegna. In maniera un po’ paradossale, è però il silenzio a caratterizzare più di tutto le opere esposte. Appassionato dell’arte barocca, Molinari Pradelli orientò il proprio gusto soprattutto verso la natura morta, genere tutt’altro che apprezzato all’epoca, e che segnala la personalità irriducibile e del tutto consapevole del collezionista. Sfilano davanti al visitatore zucche, cedri, carni e biscotti che compongono universi ordinati, in cui ogni elemento significa se stesso e rimanda al contempo a significati “altri”, da leggere come rebus dietro le maglie dell’allusione. Accanto a questo universo di silente eloquenza, la raccolta propone opere strepitose di artisti come Luca Giordano, Sebastiano Ricci e Gaspard Dughet. Manifesto di una collezione così particolare è però, certamente, il Ratto d’Europa di Guido Cagnacci, capace di frenare e “raffreddare” la pittura di storia fino a fare un sorprendente, paradossale esempio di natura morta anche delle carni floride della bella giovane e del testone padano del toro-Giove che la porta via in un tripudio di fiori. L’occasione imperdibile di ammirare lo schiudersi dei fiori preziosi del maestro Molinari Pradelli nella cornice prestigiosa degli Uffizi lascia in sospeso la domanda su un circuito delle mostre d’arte che sembra muovere opere ed eventi sulla scacchiera astratta di una geografia che mette in vetrina gli Guido Cagnacci, Ratto d’Europa, 1650 ca. “orecchini di perla”, dimenticando nel cassetto le Collezione Molinari Pradelli. risorse della propria tradizione.
Le stanze delle Muse Firenze, Galleria degli Uffizi Fino all’11 maggio 2014 – www.unannoadarte.it
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Incontri con l’arte Lazio
La fede e lo spaz io instabile. Giulio Romano in Santa Maria dell’Anima Roma, Chiesa di Santa Maria dell’Anima Sabato 12 aprile (mattino) Dipinta per una potente famiglia di banchieri, la Sacra famiglia e santi di Giulio Romano è, insieme, punto d’arrivo del discepolato dell’artista presso la bottega di Raffaello e precoce affermazione di indipendenza culturale e stilistica. Collocando il gruppo di figure in uno spazio spiraliforme, che lambisce di ombre fumose i personaggi, Giulio batte il rintocco dell’universo figurativo manierista, e dispiega il paradigma di un’epoca nuova.
Di pietra, di cur ve e di stelle. Francesco Bor r omini in Sant’Ivo alla Sapienza Roma, Chiesa di Sant’Ivo alla Sapienza Domenica 11 maggio (mattino) Testimonianza monumentale della poetica borrominiana, la chiesa di Sant’Ivo alla Sapienza condensa i motivi fondamentali dell’ispirazione dell’architetto lombardo. Una pianta originalissima a forma di stella, il tendersi e il flettersi vigoroso dei vani spaziali, il coronamento immaginato, fuori da ogni norma codificata, come concatenazione “parlante” di simboli, sono gli elementi del più grande capolavoro dell’artista.
In oro e in latino. I mosaici di Pietr o Cavallini Roma, Chiesa di Santa Maria in Trastevere Sabato 7 giugno (mattino) Gemma della scuola romana del Duecento, i mosaici con le Storie della Vergine di Santa Maria in Trastevere sono un episodio fondamentale per l’arte italiana. Il vigore inedito della rappresentazione, i nuovi termini della definizione volumetrica e il rinnovarsi dell’ambizione di eguagliare la solenne espressività dell’antico, fanno dell’opera cavalliniana un elemento imprescindibile per ogni considerazione intorno alla rivoluzione giottesca.
è possibile prenotare la propria partecipazione agli Incontri con l’arte dalla sezione Convivium-Grand Tour del sito www.arsilluminandi.com Per tutte le informazioni sulle procedure di prenotazione scrivere a convivium@artegrandtour.it oppure chiamare il numero 075 5001468.
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Lazio
Tra le pagine Le perle del silenzio. Caravaggio alla Galleria Doria Pamphilj Inseguire “una fanciulla a sedere sopra una seggiola, con le mani in seno in atto di asciugarsi li capelli” per rintracciare a Roma le vicende e le passioni di Caravaggio, e le chiavi della tragedia esaltante dell’artista lombardo. Dipinta poco dopo l’arrivo del pittore nella capitale della cristianità, la Maddalena penitente della Galleria Doria Pamphilj parla della cultura settentrionale, dell’attenzione fiamminga al dettaglio, ma anche della luce argentea che, appresa dai maestri cremonesi e bresciani, Caravaggio proiettava come un faro su un’umanità consapevole di incarnare archetipi e figure universali. Come il Riposo durante la fuga in Egitto, quasi contemporaneo nell’esecuzione, e conservato nello stesso museo, la Maddalena fa il punto sulla formazione dell’artista, sui cardini del suo esordio. Più del Riposo, il dipinto segna la nuova, coraggiosa direzione del cammino che, di lì a poco, Caravaggio avrebbe intrapreso, contaminando generi, linguaggi e tradizioni. Nonostante l’insistenza di Giovan Pietro Bellori, severo biografo dell’artista, sulla “camera” spoglia che accoglie Maddalena, e sul “vasello di unguenti, con monili e gemme” sparse a terra, simboli di una vita di peccato ormai dimenticata, il taglio del dipinto è solo apparentemente naturalistico. Inquadrato in uno specchio convesso, che dilata la parte centrale schiacciando i margini, l’abbandono di Maddalena è l’ultimo riflesso della tradizione pittorica del Nord Italia, maturata come un frutto lento nel corso del Cinquecento e “fattasi sangue” per il Merisi, negli anni della formazione in terra lombarda. Di lì a poco furono grandi pale d’altare, realizzate da Caravaggio per le famiglie più in vista della città, ad assorbire le stesse caratteristiche, emulsionandole con le nuove suggestioni dell’arte a Roma. Nacquero così opere innovative, spesso gelosamente contese, mentre la biografia dell’artista prendeva la china della provocazione, del crimine e della fuga. Esposta nella Galleria Doria Pamphilj – museo tra i più importanti di Roma, che conserva opere celebri di Raffaello, Annibale Carracci e Diego Velázquez – la Maddalena penitente intona la nota sconcertante della vicenda umana e artistica di un grande Caravaggio, Maddalena penitente. 1595 ca. Roma, Galleria Doria Pamphilj. pittore.
La Galleria Doria Pamphilj riunisce le immense collezioni delle famiglie Doria, Landi, Aldobrandini e Pamphilj. Per tutte le informazioni sul museo e sugli orari d’apertura tel. 06 6797323 e www.doriapamphilj.it
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Incontri con l’arte
Posto alle spalle dell’altare, l’imponente monumento sepolcrale di re Ladislao d’Angiò chiude la prospettiva della navata centrale in una chiesa antica e ricca di storia. Compiuto da maestranze toscane e settentrionali all’inizio del Quattrocento e ispirato alle fastose scenografie del gotico internazionale, il complesso scultoreo dispiega un’articolata simbologia in cui gli emblemi del potere temporale e le rappresentazioni delle virtù compongono il ritratto ideale del sovrano, effigiato in cima al monumento durante un’immaginaria, vittoriosa parata a cavallo.
Campania
Il cavalier e tra le guglie. Il monumento a r e Ladislao Napoli, Chiesa di San Giovanni a Carbonara Sabato 12 aprile (mattino)
La scena del r e. Il teatrino di corte a Palazz o Reale Napoli, Palazzo Reale Sabato 31 maggio (mattino) Si compivano al cospetto di Apollo e delle Muse, evocati in bellissime figure di gesso e cartapesta, le scene teatrali allestite per la delizia del re. Simbolo del regno di Ferdinando IV, danneggiato nel corso dell’ultima guerra e ripristinato di recente al suo splendore originario, il teatrino di corte è chiave d’interpretazione del Settecento luminoso e cosmopolita di cui Napoli fu capitale, nell’ultimo quarto del secolo dei Lumi.
Un partenopeo di lingua fiamminga. Colantonio tra le Fiandr e e l’Italia Napoli, Museo di Capodimonte Sabato 21 giugno (mattino) I dipinti di Colantonio rivelano, come specchi magici, lo spirito della grande Napoli del Quattrocento. Figlio di una capitale europea inserita nella trama di flussi commerciali che legavano le Fiandre a Valencia, Colantonio impersona il gusto nordico della sua committenza traducendolo in dipinti di lenticolare, tagliente esattezza. Il lascito complesso dell’artista, maestro probabile di Antonello da Messina, inquadra Napoli in un’inconsueta, straniante cornice settentrionale.
è possibile prenotare la propria partecipazione agli Incontri con l’arte dalla sezione Convivium-Grand Tour del sito www.arsilluminandi.com Per tutte le informazioni sulle procedure di prenotazione scrivere a convivium@artegrandtour.it oppure chiamare il numero 075 5001468.
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Sicilia
Incontri con l’arte Un dono dal mare. Il Satiro danzante di Mazara del Vallo Mazara del Vallo (Tp), Chiesa di Sant’Egidio (Museo del Satiro danzante). Sabato 12 aprile (mattino) Chissà quanti tesori d’arte riposano ancora tra gli abissi del mare! Apparteneva a questa schiera, adagiato sul fondo del Canale di Sicilia, il Satiro di Mazara del Vallo, esempio tra i più perfetti della statuaria ellenistica. Tornato in superficie, ancora ebbro per l’abbondante vino, riattaccò la sua danza vorticosa, al suono di una musica che ci pare ancora di udire.
“Caelator egregius Antoninus Fer rarus sicanus”. L’Albero di Jesse a Castelvetrano Castelvetrano (Tp), Chiesa di San Domenico Sabato 24 maggio (mattino) Stupefacente prefigurazione del Barocco, e insieme bizzarra testimonianza della fantasia decorativa del tardo Cinquecento, l’Albero di Jesse della chiesa di San Domenico a Castelvetrano è l’opera più celebre e spettacolare di Antonino Ferraro. Le figure della Genealogia di Cristo celebrano la vittoria della Fede sul Peccato, del Nuovo sull’Antico, di Cristo sulla storia, rappresentando in un vivace animarsi di atteggiamenti teatrali l’attesa di una trascendenza che si immaginava vestita dei colori della meraviglia.
«La mala s ignoria che m osse Paler mo a gridar “Mora! mora”». I Vespri siciliani di Erulo Eroli Palermo, Galleria d’arte moderna Sabato 21 giugno (mattino) Dipinto monumentale, espressione di quella retorica post risorgimentale di cui s’alimentava l’ancor giovane Stato italiano, I Vespri siciliani del romano Erulo Eroli fu esibito all’Esposizione Nazionale di Palermo del 1891. Destò grande impressione per la icastica ricostruzione della scena e per l’akmé drammatica che rievocava, eco di passioni civili che il tempo, l’inerzia e l’assuefazione sembravano aver spento per sempre.
è possibile prenotare la propria partecipazione agli Incontri con l’arte dalla sezione Convivium-Grand Tour del sito www.arsilluminandi.com Per tutte le informazioni sulle procedure di prenotazione scrivere a convivium@artegrandtour.it oppure chiamare il numero 075 5001468.
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COLOPHON credits ConviviuMagaz in e - Anno II, n. 3/2014 Redaz ione: Eleonora Onghi; Luca Vivona. Impagi naz ione: Tiziana Befani. Han no collaborato a questo n umer o: Lena Costante, Francesco Malvasi. Le immagini di questa rivista sono di pubblico dominio. Si resta a disposizione per eventuali spettanze di legge. Nessuna parte della rivista può essere riprodotta o rielaborata senza autorizzazione scritta della redazione e dell’editore. In copertin a: Bernardino Luini, Susanna e i vecchioni, 1517 ca., Isola Bella, Collezione privata. Gli esperti d’ar te Grand Tou r Francesca Adamoli Approdata in laguna dall’Abruzzo, si è laureata presso l’Università Ca’ Foscari, specializzandosi sulla pittura veneziana tra Quattro e Cinquecento e collaborando con gli Enti di tutela del patrimonio artistico. Francesco Paolo Campione è dottore di ricerca presso l’Università di Palermo, dove collabora con le cattedre di diversi insegnamenti. Ha orientato i suoi interessi soprattutto sui temi dell’estetica sul rapporto tra filosofia e arti figurative. Anna Maria Cavanna Dottore di ricerca presso l’Università di Siena, si è occupata di pittura veneziana e piemontese, concorrendo alla realizzazione di importanti progetti espositivi. Collabora con i principali musei di Torino e del Piemonte. Maria Corsi Ricercatrice presso l’Università di Siena, è specializzata nei temi dell’iconografia sacra medievale. Su questi argomenti ha curato importanti ricerche e studi, che hanno consentito di recuperare il senso perduto delle opere d’arte. Andrea Dallanoce Specializzato in Storia dell’Arte presso l’Università Cattolica di Milano, ha collaborato con importanti musei del capoluogo. Ha concentrato i suoi studi sulla pittura tra Sei e Settecento, e sulle vicende dell’arte in area lombarda. Francesco De Carolis Laureato a Urbino e specializzatosi a Siena, è dottore di ricerca presso l’Università di Bologna. Il suo percorso di studio, ampio e originale, si è concentrato sulle tecniche artistiche e sulla loro evoluzione. Antonia Fico Dopo la laurea presso l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, ha collaborato con importanti complessi monumentali e con il Museo Archeologico Nazionale, in un arco di interessi che spazia dall’arte paleocristiana al barocco partenopeo. Claudia Franzel Laureata in Conservazione dei Beni Culturali presso l’Università della Tuscia a Viterbo, ha dedicato la propria attenzione alla diagnostica, alla conservazione e alla catalogazione dei dipinti su tavola, realizzati fra XII e XIV secolo. Laura Gori Specialista del barocco romano, vanta una profonda esperienza nel campo della ricerca d’archivio legata alle vicende e alla costituzione delle più importanti collezioni d’arte dell’Urbe. Collabora con la cattedra di Storia dell’Arte Moderna all’Università di Roma Tre. Eleonora Onghi Formatasi tra Bologna e Siena, dove ha conseguito il dottorato di ricerca, si è occupata del manierismo toscano e della pittura europea tra Sette e Ottocento. Ha curato studi specialistici e pubblicazioni a carattere divulgativo. è direttore scientifico di Grand Tour. Elena Piaggesi Laureatasi in Conservazione dei Beni Culturali presso la sede ravennate dell’Università di Bologna, si è dedicata con passione all’arte contemporanea. Ha collaborato con importanti riviste e case editrici specializzate. Roberta Schenal Approdata in Calabria dal Piemonte per inseguire la propria passione per l’archeologia magnogreca, ha curato prestigiosi studi e iniziative espositive. Fa parte del gruppo di progettazione del nuovo Museo Nazionale di Reggio Calabria. Luca Vivona Dottore di ricerca presso l’Università di Siena, ha fatto dell’universo delle immagini il terreno privilegiato del suo percorso nel campo dell’estetica, e di un ampio progetto di divulgazione delle competenze scientifiche. è direttore artistico di Grand Tour.
Il nostro Gruppo la invita a partecipare ad un eccezionale evento editoriale di cui volendo potrà essere fra i primi aderenti alle speciali modalità espressamente riservate alla fase di lancio dell’Opera in prenotazione.
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