ConviviuMagazine le parole dell’arte
numero
UNO
settembre, ottobre, novembre 2013
Incontri con l’arte I Cappella Sistina I Leonardo I Segnalazioni
Indice Editoriale .................................................................................................................... 1 Piemonte: Incontri con l’arte ................................................................................................. 2 Piemonte: Tra le pagine La pagina sul muro. Prodi ed eroine al Castello della Manta, di Lena Costante ........ 3 Lombardia: Incontri con l’arte .............................................................................. 4 Lombardia: Tra le pagine Le rose dell’amore. Una storia verdiana al Museo della Scala, di Eleonora Onghi ... 5 Veneto: Incontri con l’arte ..................................................................................... 6 Emilia Romagna: Incontri con l’arte .................................................................... 7 Emilia Romagna: Diario di bordo Leonardo oltre Leonardo, di Francesco Malvasi ....................................................... 8 Toscana: Incontri con l’arte ................................................................................... 9 Toscana: Tra le pagine Al servizio del potere. Arte e propaganda in mostra a Firenze, di Eleonora Onghi .......... 10 Lazio: Incontri con l’arte ..................................................................................... 11 Lazio: Diario di bordo I fantasmi possenti. La Cappella Sistina a porte chiuse, di Luca Vivona ................. 12 Campania: Incontri con l’arte .............................................................................. 13 Campania: Tra le pagine Storie d’avorio tra il Mediterraneo e il Nord, di Lena Costante ............................... 14 Sicilia: Incontri con l’arte ...................................................................................... 15 Sicilia: Tra le pagine Il terrore nel giardino. Bernard Berenson e il Trionfo della Morte, di Lena Costante .... 16
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Editoriale La fine dell’estate segna sempre un deciso giro di boa, come se il nuovo anno cominciasse proprio lì, tra i primi tepori e i frutti dolci dell’autunno. Approfittiamo perciò di questo numero di ConviviuMagazine per proporre ai nostri lettori un ventaglio ricco di proposte e orizzonti inediti. Che sia l’Oriente ad annunciare le novità più luminose è cosa nota: segnaliamo quindi con piacere la presentazione della Collectio Maior dei codici leonardeschi alla ventesima Fiera Internazionale del Libro di Pechino, avvenuta alla fine di agosto. L’ambiziosa impresa editoriale di Ars Illuminandi, impegnata nel dare alle stampe il Codice Atlantico e i Codici di Francia del genio vinciano, ha suscitato vivo interesse in Cina, dove tutto ciò che del nostro Paese non è possibile replicare – il talento artigiano, l’elegante cura dei dettagli e l’alta tradizione culturale incarnata da Leonardo – è guardato con attenta ammirazione. In un gioco di specchi, ci piace di pensare che in questo modo si riallaccino i fili di un dialogo misterioso: molti studiosi sono infatti persuasi che Leonardo conoscesse l’arte cinese, e che da essa abbia tratto la passione per leggere nelle nuvole paesaggi e vicende. L’autunno di Ars Illuminandi restituirà comunque all’Italia le suggestioni composite degli influssi che hanno alimentato la creatività leonardesca. La giornata dedicata a Leonardo che si terrà in novembre a Bologna sarà occasione di indagine e di approfondimento, e segnerà il lancio di una Fondazione Leonardo da Vinci che avrà lo scopo di alimentare studi e ricerche sull’opera e la figura dell’artista. L’Istituzione, che Ars Illuminandi è orgogliosa di tenere a battesimo, sarà caratterizzata da un comitato scientifico di prestigio internazionale, e avrà tra i suoi scopi quello di far conoscere a un pubblico vasto il carattere più intimo e vero dei lavori leonardeschi. Questo stesso obiettivo alimenta del resto il folto calendario di Incontri con l’arte che Convivium-Grand Tour scandisce nei luoghi più belli e significativi per l’arte italiana, da Milano a Napoli, da Venezia a Palermo, e caratterizzerà l’evento speciale con cui Ars Illuminandi aprirà il 2014. In un tardo pomeriggio di gennaio, infatti, un gruppo ristretto di collezionisti avrà l’opportunità di visitare la Cappella Sistina fuori dall’orario di apertura dei Musei Vaticani. L’esperienza irripetibile di un incontro “a tu per tu” – nel silenzio che solo gli itinerari a porte chiuse consentono di vivere – con l’opera massima di Michelangelo, e con un luogo di straordinario valore simbolico, sarà resa ancor più emozionante dal racconto degli esperti d’arte Convivium, che suggeriamo ai lettori di venire a conoscere in questo e negli altri itinerari che ogni settimana battono il tempo dell’arte in Italia.
Piemonte
Incontri con l’arte Immagazzinare il sole. L’edera di Tranquillo Cremona Torino, Galleria d’Arte Moderna Domenica 29 settembre (mattino) Opera estrema di uno dei più significativi esponenti della Scapigliatura, L’edera, un frammento pittorico di magica suggestione, è il capolavoro di Tranquillo Cremona. Il pulviscolo di un colore ricco e pastoso avvolge le due figure strette in un abbraccio sfuggente. Archiviate le gesta eroiche e gli assetti teatrali che avevano caratterizzato tanta pittura dell’Ottocento, l’artista definisce un universo moderno e ribelle, fatto di palpiti e slanci sentimentali.
Una “macchina” per Gaudenzio. Il polittico della Natività Novara, Basilica di San Gaudenzio Domenica 20 ottobre (pomeriggio) Declinato sulle corde del Piemonte orientale, il Rinascimento fa incontrare suggestioni di matrice diversa, tingendosi di umori originali, lontani dalle auliche atmosfere dell’arte centroitaliana. Il polittico realizzato da Gaudenzio Ferrari nei primi decenni del Cinquecento lascia affiorare il dialogo con l’arte milanese e veneziana, i richiami non sopiti del Quattrocento e la tempra fortissima dell’artista, che inventa con esso un intero mondo espressivo.
L’oro dei calzolai. Gian Martino Spanzotti e Defendente Ferrari nel Duomo di Torino Torino, Duomo di San Giovanni Sabato 9 novembre (pomeriggio) Realizzato agli esordi del Cinquecento per la Compagnia dei Calzolai, il complesso di tavole che vide impegnati Gian Martino Spanzotti e Defendente Ferrari testimonia un tempo fastoso e ricco di contraddizioni. Se l’imponente cornice parla del gusto fiammeggiante delle corti internazionali, la pittura si schiude alle novità pittoriche della penisola, con una lucidità descrittiva e una qualità della realizzazione che, in passato, fecero attribuire ad Albrecht Dürer il prezioso polittico.
È possibile prenotare la propria partecipazione agli Incontri con l’arte dalla sezione Convivium-Grand Tour del sito www.arsilluminandi.com Per tutte le informazioni sulle procedure di prenotazione scrivere a convivium@artegrandtour.it oppure chiamare il numero 075 5001468.
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Tra le pagine
I nove prodi e le nove eroine del Castello della Manta sfilano eleganti, accennando un passo di danza sul metronomo di un giardino, dove i blasoni dell’aristocrazia campeggiano come frutti squisiti. Gli eroi – pagani, ebrei e cristiani – dipinti sulle pareti della sala baronale dispiegano tutte le caratteristiche dell’Autunno del Medioevo, il Quattrocento che popolò l’Europa di lussi e stravaganze inimmaginabili. L’eleganza delle corti francesi, verso cui gravitava il castello, il gusto per i tornei dove il valore del cavaliere era messo alla prova in un complesso cerimoniale che traduceva Il ciclo dei prodi e delle eroine, sec. XV, Manta, Castello Baronale. nel gioco le sanguinose geometrie della guerra, corrispondono in pieno ai canoni estetici delle figure accampate sulle pareti della sala. Il testo di riferimento per la decorazione dell’ambiente è stato identificato nel romanzo Le Chevalier Errant, scritto allo scorcio del Trecento da Tommaso III di Saluzzo, padre di Valerano, castellano della Manta. L’impaginazione delle figure affrescate, accampate su uno sfondo bianco, richiama la suggestione di una grande miniatura, dove ogni immagine è̀ commentata da versi scritti francese. Gli stessi feudatari compaiono nel ciclo dei prodi, effigiati rispettivamente come Alessandro Magno e Ettore, in una declinazione del tutto eccentrica della riscoperta rinascimentale dell’antico. Sul lato opposto rispetto al ciclo dei prodi, con un salto evidente di intonazione, si dispiega l’accalcarsi presso la fonte della giovinezza di ragazzi e anziani, allettati dalla promessa di nuovo vigore del corpo e dei suoi appetiti. Oscuro è però il motivo dell’accostamento fra la teoria di eroi e la scena della fonte, sconosciute le ragioni della diversa inflessione stilistica fra le due parti della decorazione, e intricato il problema dell’attribuzione dei dipinti. Il nome dei maestri che diressero la bottega resta infatti del tutto ignoto, e lascia intatto il fascino di un’arte attenta alle sollecitazioni della moda e della vanità̀ (e per questo modernissima), e dotata di un sense of humour di sapida immediatezza.
Piemonte
La pagina sul muro. Prodi ed eroine al Castello della Manta
Il ciclo dei prodi e delle eroine decora la Sala baronale del Castello della Manta, presso Saluzzo (Cuneo). Gli orari d’apertura variano in base alla stagione: per organizzare la visita, consigliamo di chiamare il numero 0175 87822, o di visitare il sito www.fondoambiente.it.
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Lombardia
Incontri con l’arte Uno scrigno per il signore. Azzone Visconti e la chiesa di San Gottardo Milano, Chiesa di San Gottardo in Corte Sabato 28 settembre (pomeriggio) Sotto il campanile più bello di Milano, la chiesa di San Gottardo racconta un frammento prezioso di storia cittadina. Pensato nel Trecento da Azzone Visconti come scrigno prezioso, e caratterizzato da un’opulenza inimmaginabile nei materiali e negli arredi, l’edificio faceva incontrare il gusto smaltato di marca francese con le corpose novità dell’arte toscana, testimoniate dagli affreschi di ispirazione giottesca e dalla bellissima arca realizzata per il signore da Giovanni di Balduccio.
L’altro Canaletto. Milano nell’occhio di Bernardo Bellotto Milano, Pinacoteca del Castello Sforzesco Sabato 19 ottobre (pomeriggio) C’è tutta la sapienza di un teatrante e un sentimento quasi romanzesco del narrare la città dietro la profonda prospettiva che Bernardo Bellotto divarica tra l’antico Broletto e il palazzo dei Giureconsulti di Milano. Bagnato da un forte chiaroscuro, che rincorre ed esalta le forme dell’architettura, il cannocchiale visivo tracciato da Bellotto lascia trasparire l’individualità originale dell’artista, misurando distanze e sintonie rispetto ai modelli di Canaletto, celebre vedutista e zio del pittore.
Il soldato pittore. L’epopea del Risorgimento nelle tele di Gerolamo Induno Milano, Museo del Risorgimento Sabato 16 novembre (pomeriggio) Protagonista delle vicende risorgimentali – dalla Repubblica Romana alla Spedizione dei Mille – Gerolamo Induno fu il più ispirato interprete figurativo di quei fatti. Battaglie cruciali e momenti solenni, ma anche aneddoti collaterali alla storia maggiore, con i loro piccoli protagonisti e le loro asprezze, vengono inquadrati in un racconto vivo e vero, che lascia schiudere, oltre l’orizzonte celebrativo, intimità, silenzi e malinconie degli eroi più celebri.
È possibile prenotare la propria partecipazione agli Incontri con l’arte dalla sezione Convivium-Grand Tour del sito www.arsilluminandi.com Per tutte le informazioni sulle procedure di prenotazione scrivere a convivium@artegrandtour.it oppure chiamare il numero 075 5001468.
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Tra le pagine
Poco più che trentenne, ma già intenzionato a reclamare il proprio posto nell’olimpo musicale, Giuseppe Verdi era alle prese con la prima scaligera dell’Ernani. Nelle lettere di Emanuele Muzio – inviato a Milano con l’incarico di non perdere d’occhio il compositore, riferendo puntualmente alla nativa Busseto ogni novità – Verdi risultava insofferente all’ambiente della Scala, poco rispettoso, secondo l’esigentissimo maestro, del talento musicale, e per nulla incline a investire seriamente nella riuscita scenica degli allestimenti. Davanti a costumi riciclati, scenografie approssimative e a pessime messe in scena, Verdi decise di non voler “… più scrivere per la Scala; né porre in scena né dirigere alcuna sua opera; e dice di non voler mai por piede su quel palco.” Caparbio e ombroso, il maestro tenne fede al proponimento, tornando ad allestire nella sala del Piermarini le ultime opere, a quasi cinquant’anni di distanza dai fatti ricordati da Muzio. Eppure la Scala aveva tenuto a battesimo il compositore, regalandogli, dopo anni difficili e contrastati, la consacrazione del Nabucco. “Con quest’opera si può dire veramente che ebbe principio la mia carriera artistica”, commentava il compositore, con un implicito riconoscimento del ruolo che il teatro milanese aveva giocato nella sua affermazione. Fu lo stesso Nabucco, andato in scena nel 1842, a far incontrare il musicista e Giuseppina Strepponi, interprete del ruolo di Abigaille, che fu per Verdi Ritratto di Giuseppina Strepponi, 1850 ca., compagna di una vita, confidente e – soprattutto Milano, Museo Teatrale alla Scala. nelle prime fasi della carriera – abilissima promotrice. La trama di questa vicenda si legge per intero nella quadreria del Museo della Scala, che vi consigliamo di visitare nell’anno che celebra il bicentenario verdiano. Incastonata tra i ritratti di celebri colleghe, la tela in cui Giuseppina Strepponi sfoglia lo spartito del Nabucco spicca per la dolcezza del velluto cremisi, e delle rose, che sembrano alludere alla fiamma della passione alimentata nel corso degli anni nei confronti del “suo” Verdi. Se nel proprio ritratto Isabella Colbran – cantante anch’essa e a lungo moglie di Gioachino Rossini – campeggia come una dea possente e iraconda, di Giuseppina colpisce l’intensità ferma e attenta dello sguardo, ignaro dei capricci delle primedonne. La poesia leggera del dipinto, gioiello di una collezione unica al mondo, vale come invito a scoprire l’armonia segreta del silenzio, che genera il tempo della grande musica.
Lombardia
Le rose dell’amore. Una storia verdiana al Museo della Scala
Il Museo Teatrale alla Scala conserva una collezione di strumenti, testimonianze e opere d’arte legate al celebre teatro milanese. Tra queste spiccano la quadreria verdiana, memorabilia e ritratti dei più celebri protagonisti del teatro otto e novecentesco. Per tutte le informazioni sulla visita e sulle collezioni chiamare il numero 02 88792473 o visitare il sito www.teatroallascala.org.
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Veneto
Incontri con l’arte Dipingere secondo la pietra. Una tavola di Francesco Bonsignori Verona, Museo di Castelvecchio Domenica 22 settembre (pomeriggio) Lambita da dolcezze veneziane ma pensata in un materiale più duro della pietra, la Madonna col Bambino di Francesco Bonsignori è un fermo immagine d’eccezione sullo stato dell’arte tra Mantova e la Serenissima nell’ultimo quarto del Quattrocento. I suggerimenti della pittura di Mantegna, la fiamma improvvisa delle accensioni cromatiche e una sottile trama di riferimenti iconografici fanno della tavola di Castelvecchio un frammento capace di rivelare anime e interessi di una declinazione densa e affascinante del Rinascimento.
Dall’allievo al maestro. Giovanni Bellini e la pala di San Zaccaria Venezia, Chiesa di San Zaccaria Sabato 26 ottobre (pomeriggio) Compiuta dal maestro ormai anziano, la pala di San Zaccaria consente di fare il punto sulla curiosità inesauribile di Bellini nei confronti del panorama artistico lagunare, e sulla sua capacità di accogliere e ripensare le novità pittoriche di primo Cinquecento. Giorgione, in particolare, e il suo caldo accendersi di toni, diventano il punto di riferimento per il monumentale dipinto di San Zaccaria, che si pone così all’incrocio tra le forme della tradizione quattrocentesca e il fiorire del pieno Rinascimento veneziano.
Oltre il naufragio. Andrea Mantegna e gli affreschi Ovetari Padova, Chiesa degli Eremitani Sabato 9 novembre (pomeriggio) Seriamente danneggiata nel corso dell’ultimo Conflitto mondiale, ma comunque capace di trasmettere con immediatezza l’affermarsi di un talento giovane e risoluto, la cappella Ovetari rappresenta il primo fiorire di Andrea Mantegna e un punto di non ritorno per la pittura italiana. Le prospettive ineccepibili, il gusto vertiginoso per lo scorcio, il racconto arricchito da citazioni antiquarie annunciano il carattere e gli interessi già perfettamente formati dell’artista, e ne fanno presagire la piena fioritura presso la corte mantovana.
È possibile prenotare la propria partecipazione agli Incontri con l’arte dalla sezione Convivium-Grand Tour del sito www.arsilluminandi.com Per tutte le informazioni sulle procedure di prenotazione scrivere a convivium@artegrandtour.it oppure chiamare il numero 075 5001468.
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Incontri con l’arte
Emblema della signoria sfarzosa dei Bentivoglio e del crepuscolo del suo potere, la “Sistina di Bologna” è un magico caleidoscopio della pittura in città agli esordi del Cinquecento, nelle diverse interpretazioni di Francesco Francia, Lorenzo Costa e Amico Aspertini. Dolcezze peruginesche, colori smaltati, ma anche aspre urgenze espressive e richiami dell’antico si compongono negli affreschi che raccontano le storie di Cecilia e del suo sposo Valeriano.
Emilia Romagna
Il tramonto dei signori. Favole, lussi e incubi in Santa Cecilia Bologna, Oratorio di Santa Cecilia Sabato 21 settembre (pomeriggio)
La regola e l’irregolare. Dosso e Garofalo nel polittico Costabili Ferrara, Pinacoteca Nazionale Sabato 26 ottobre (mattino) Monumentale, seducente trionfo della pittura, realizzata quando i polittici non andavano più di moda, la grande “macchina” voluta – agli inizi del Cinquecento – da Antonio Costabili lascia scoprire uno iato singolare fra le tendenze “normalizzanti”, raffaellesche di Garofalo e i richiami veneziani dell’arte di Dosso Dossi. Due artisti, due opzioni culturali e due divergenti sensibilità si rincorrono sui pannelli del polittico, tra bagliori di notte e solari aperture paesaggistiche.
Com’è profondo il mare. Le Storie dei Magi di Giovanni da Modena Bologna, Basilica di San Petronio Domenica 17 novembre (pomeriggio) Realizzati agli esordi del Quattrocento per Bartolomeo Bolognini, gli affreschi di Giovanni da Modena rappresentano un caso curioso di “presbiopia della pittura”, che mette a fuoco – ancor prima dell’episodio cruciale con l’Adorazione del Bambino – il viaggio avventuroso dei Magi attraverso un mare notturno e irrealmente poetico. Uniche per ispirazione e coronate da un celebre Giudizio Universale, le pitture di San Petronio sono una scheggia originale e preziosa del tardo gotico europeo.
È possibile prenotare la propria partecipazione agli Incontri con l’arte dalla sezione Convivium-Grand Tour del sito www.arsilluminandi.com Per tutte le informazioni sulle procedure di prenotazione scrivere a convivium@artegrandtour.it oppure chiamare il numero 075 5001468.
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Emilia Romagna
Diario di bordo Leonardo oltre Leonardo Esattamente 494 anni ci separano dalla scomparsa di Leonardo da Vinci (Amboise, 2 maggio 1519), al declinare di un’epoca straordinaria per l’Italia e per l’Europa, passata alla storia come Rinascimento. Sono trascorsi quasi cinque secoli da quel tempo e mai come oggi l’attualità poliedrica del grande maestro vinciano è stata così viva e palpitante in una dimensione globale, senza confini, intrecciandosi alla storia, agli archetipi e alle diverse culture di Paesi lontani. Il genio di Leonardo, la sua incredibile attività di ricerca e di rappresentazione sono diventati così un punto di riferimento irrinunciabile che permette di intraprendere un’esplorazione appassionante e piena di sorprese fin nelle profondità del suo pensiero, delle sue contraddizioni, della sua capacità intuitiva, oltre ogni più ragionevole confine. Un percorso di conoscenza che ha la valenza di un viaggio senza tempo in cui le categorie del pensiero si sovrappongono specularmente fra natura, scienza, tecnica ed espressione artistica. Ed è proprio in questa dialettica incessante fra l’uomo, con le sue sorprendenti caratterizzazioni, e la natura con il suo Dama con l’ermellino, 1490 ca., corso continuo e misterioso, che Leonardo sembra indicare Cracovia, Czartorysky Museum. frontiere nuove e inaspettate: un andare oltre che ha la suggestione, a volte consapevolmente intrisa di presunzione, di volere e poter trascendere la realtà nella forma e nella sua articolazione, rendendo la percezione di ognuno incerta e coinvolta. Nessuno, pur fra i grandi maestri e artisti, non solo del Rinascimento ma di ogni tempo – Michelangelo, Raffaello, Caravaggio, Goya, Canova, Chagall, Picasso – è comparabile all’impatto inquieto e totalizzante con la mente di Leonardo, l’emblematicità della sua figura, l’importanza della sua opera. Leonardo oltre Leonardo dunque, oltre se stesso in una proiezione fantastica del divenire lungo una strada disseminata di indizi, di sorprese, di autentiche rivelazioni. Ars Illuminandi e Progetto Editoriale, che da oltre un decennio sono impegnate nella proposta e nella diffusione delle più importanti opere di Leonardo da Vinci in riproduzione originale, hanno presentato ad Artelibro (la rassegna dedicata al libro d’arte, tenutasi a Bologna dal 19 al 22 settembre), all’interno di un ampio e suggestivo stand interamente dedicato, alcune fra queste magnifiche opere, fra cui il Codice Atlantico e l’intera Collectio Maior, utilizzando per la prima volta in assoluto l’idea stessa di Leonardo oltre Leonardo, nella sua avvincente caratterizzazione grafica. Il prossimo appuntamento è per il 16 novembre, sempre a Bologna, con la seconda Giornata Leonardiana, dopo quella di Vigevano, che proprio a partire da questa idea e da questo concetto così nuovo ma ormai già impresso come filo conduttore costante nella proposta generale della nostra iniziativa, comunicherà all’interno di un convegno di altissimo profilo, appositamente organizzato, il lancio di un grande e innovativo progetto internazionale dedicato al genio di Leonardo.
La seconda Giornata leonardiana è in programma sabato 16 novembre 2013, presso Campogrande Concept, Via Castiglione 7 a Bologna. Per tutte le informazioni sull’evento è possibile contattare il numero 075 5001468.
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Incontri con l’arte Toscana
Brindisi per un esordio. Michelangelo e il Bacco Firenze, Museo del Bargello Sabato 5 ottobre (mattino) Realizzato dal giovane Michelangelo per un esigentissimo collezionista, il Bacco è testimonianza della stupefacente abilità dell’artista nel calarsi nella passione rinascimentale per l’antico. Il soggetto profano e decisamente antiquario si traduce in un portentoso virtuosismo esecutivo, che ricava morbidezze instabili e quasi femminee dalla materia aspra del marmo.
La danza di Lucrezia. Filippo Lippi nel Duomo di Prato Prato, Duomo di Santo Stefano Sabato 19 ottobre (pomeriggio) Fermare in pittura la grazia e il movimento, definire una bellezza di giovanile, vivida leggiadria: scandite a inizio secolo dalle pagine di Leon Battista Alberti, le sfide espressive e formali del Quattrocento vengono raccolte e sviluppate per la prima volta in modo coerente da Filippo Lippi nel ciclo di affreschi del duomo di Prato. La Danza di Salomè, per cui posò, pare, Lucrezia – l’amante del pittore – batte il rintocco di un’epoca nuova, infondendo nel Rinascimento fiorentino i succhi di una freschissima linfa.
L’improvviso della bellezza. Antonio Canova e la Vener e Italica Firenze, Galleria Palatina (Palazzo Pitti) Sabato 23 novembre (pomeriggio) Giudicata irresistibile da Ugo Foscolo, che impresse una tenera carezza sulla sua pelle di marmo, la Venere Italica di Canova è la traduzione più concentrata e stupefacente non solo dell’ideale di grazia del suo artefice, ma soprattutto del sottile gioco teatrale che ogni creatura canoviana innesca con lo spazio e con lo spettatore. Colta nel momento privato del bagno, la dea viene fermata in uno scatto di spontaneo pudore, che scioglie in una femminilità autentica la sua essenza divina.
È possibile prenotare la propria partecipazione agli Incontri con l’arte dalla sezione Convivium-Grand Tour del sito www.arsilluminandi.com Per tutte le informazioni sulle procedure di prenotazione scrivere a convivium@artegrandtour.it oppure chiamare il numero 075 5001468.
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Toscana
Tra le pagine Al servizio del potere. Arte e propaganda in mostra a Firenze In un tempo doppiamente offuscato dalla disaffezione per le architetture dello stato e da un approccio spesso superficiale al significato delle immagini, la mostra Dal giglio al David, allestita fino all’8 dicembre presso le Gallerie dell’Accademia di Firenze, è un autentico balsamo per lo spirito. Innanzitutto perché costringe a considerare con le dovute, lente prospettive care a Convivium-Grand Tour i concetti che ogni opera d’arte trasmette, restituendola a un preciso disegno di comunicazione, e sottraendola al gioco facile di una fruizione solo estetica. Molte opere d’arte – fra tutte il celeberrimo David michelangiolesco – nacquero infatti con precisi significati politici, e cristallizzano l’idea che lo stato fiorentino o le sue articolazioni desideravano comunicare a cittadini e avversari. Le sale della galleria che ospita il colosso di Michelangelo si aprono quindi a una preziosa rassegna che raccoglie opere destinate in origine a ornare le sedi delle magistrature, delle Arti o a decorare le porte e le mura cittadine. Inserendosi in quei contesti, ogni immagine veniva arricchita di un peso visivo e di una pregnanza semantica che andava ben al di là del suo significato letterale. Così, l’episodio dell’incredulità di san Tommaso – replicato fin dentro al Quattrocento da Verrocchio sul perimetro di Orsanmichele – alludeva all’accertamento della verità nell’amministrazione della giustizia, mentre figure mitologiche e bibliche come Ercole e David personificavano la fiera baldanza fiorentina. Un intero alfabeto di personaggi sacri e profani vedeva amplificata, in quest’ottica, la propria identità, piegando il proprio contenuto concettuale alla funzione ricoperta di volta in volta nell’impalcatura ideale (o ideologica) che lo accoglieva. Impossibile non provare un pizzico d’invidia per un mondo – quello stesso di Dante – capace di attribuire alle immagini un potere di così intenso, magico spessore evocativo. Oggetti preziosi, opere affascinanti e spesso dovute a grandi maestri (da Antonio del Pollaiolo a Andrea del Sarto) compongono il percorso di una mostra inedita, che interroga l’oggi attraverso la lente di una complessità unica e, per molti versi, smarrita.
Giovanni di Ser Giovanni, detto Lo Scheggia e Antonfrancesco di Giovanni di Ser Giovanni, Allegoria delle Virtù, 1460-1470, Barcellona, Museu Nacional d’Art de Catalunya.
Dal giglio al David. Arte c ivica a Firenze tra Medioev o e Rinascimento Galleria dell’Accademia, Via Ricasoli 58, Firenze Fino all’8 dicembre 2013 – www.unannoadarte.it
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Incontri con l’arte Lazio
“Fili de le pute traite”. L’espressione e la lingua negli affreschi di San Clemente Roma, Basilica Inferiore di San Clemente Sabato 14 settembre (mattino) La propensione al racconto tipica dell’arte italiana sboccia nella sua forma più piena sulle pareti della Basilica Inferiore di San Clemente. Il gusto per la narrazione che ispira gli affreschi infrange i codici espressivi aulici, con cui l’arte romanica richiamava grandezze imperiali. Simmetricamente, le pitture di San Clemente includono, a mo’ di fumetto, l’attestazione scritta di una lingua non più latina e già prossima al volgare, che dal cuore dell’XI secolo fa presagire gli sviluppi futuri della nostra identità.
La vertigine della curva. Francesco Borromini e il San Carlino Roma, San Carlo alle Quattro Fontane Sabato 19 ottobre (mattino) Sollecitato dai frati Trinitari di San Carlo, Francesco Borromini dà vita a una smagliante affermazione del Barocco nel contrarsi e distendersi di linee curve, che impostano un dialogo nuovo tra l’uomo, il suo ambiente e il contesto urbano. L’artista interpreta lo spazio in maniera inedita e geniale, definendo così un nuovo modo di intendere l’architettura. Un utilizzo sapiente di accorgimenti ottici e una strabiliante conoscenza dei materiali fanno della chiesa un gioiello che fonde esplorazione spaziale ed emozione.
Dipingere dopo il Giudiz io. La De posiz ione di Daniele da Volterra Roma, Chiesa di Trinità dei Monti Sabato 23 novembre (mattino) Compiuta a pochi anni dal Giudizio universale di Michelangelo, la Deposizione di Cristo di Daniele da Volterra è un’opera capace di leggere in profondità i sottintesi e le implicazioni del capolavoro sistino, proiettandone gli esiti oltre il proprio secolo. La raggiera di braccia che converge sul corpo di Cristo e la figura splendida della Vergine svenuta sono punti di irradiazione di un racconto fluido, di impressionante, teatrale eloquenza, valorizzata dal recentissimo restauro.
È possibile prenotare la propria partecipazione agli Incontri con l’arte dalla sezione Convivium-Grand Tour del sito www.arsilluminandi.com Per tutte le informazioni sulle procedure di prenotazione scrivere a convivium@artegrandtour.it oppure chiamare il numero 075 5001468.
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Lazio
Diario di bordo I fantasmi possenti. La Cappella Sistina a porte chiuse
Michelangelo Buonarroti, Il peccato originale e la cacciata dei progenitori, 1512 ca., Roma, Cappella Sistina.
Quando nel 1508 Giulio II chiese a Michelangelo di affrescare la volta della Sistina, il maestro nicchiò, perché caparbiamente convinto di non essere un pittore. A quell’epoca era solito siglare le sue lettere con la dicitura “Michelagnolo schultore”, e davanti a una proposta tanto onerosa riluttò a lungo. La persuasione testarda del pontefice ebbe però la meglio. Quando, nel 1512, furono scoperte per intero le Storie della Genesi, i contemporanei ebbero uno choc visivo, e compresero in un lampo che la pittura non sarebbe stata più la stessa. Scardinate la prospettiva del primo Rinascimento, l’armonia naturale dei colori e le cadenze ritmate delle composizioni, Michelangelo affermava una maniera d’altro segno, di invitta e fiera potenza. Era una realtà simbolica, di ordine spirituale, che veniva scandagliata in quei dipinti. Tra la volta e il Giudizio Universale, che da dietro l’altare sequestra imperiosamente lo sguardo, corsero ventitre anni: i lavori cominciarono infatti nel 1535, sotto il pontificato di Paolo III Farnese. Tante cose, in quell’arco temporale, erano accadute. Il Sacco del 1527 aveva decretato con durezza la fine del sogno rinascimentale, e l’Europa era dilaniata dall’aspra scissione tra cattolici e protestanti. Anche Michelangelo era cambiato: il tempo aveva scavato non poche rughe nel reticolato delle sue nevrosi, sensibili ai temi della salvezza e della grazia che i riformatori d’oltralpe agitavano contro la curia romana. Nacque in questa congiuntura straordinaria il gigantismo terribile del Giudizio, che Charles Baudelaire definì popolato di “fantasmi possenti”, e innervato da una trama sottile di allusioni iconografiche, significati e enigmi non ancora sciolti. Il 25 gennaio 2014 Convivium propone ai collezionisti Ars Illuminandi un itinerario esclusivo e indimenticabile intorno alle storie, agli echi e ai motivi del capolavoro michelangiolesco. Sarà possibile visitare la Cappella Sistina a porte chiuse, in un orario serale che consente un’intimità vibrante con un luogo unico al mondo. L’itinerario, dedicato a un pubblico limitato, sarà preceduto da una conferenza introduttiva, che consentirà di vivere al meglio l’esperienza di trovarsi vicino al cuore creativo di un genio assoluto.
La visita a porte chiuse alla Cappella Sistina è in programma sabato 25 gennaio 2014. Per tutte le informazioni sull’itinerario e sulle modalità di partecipazione, scrivere a convivium@artegrandtour.it, oppure chiamare il numero 075 5001468.
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Incontri con l’arte
Sorto tra II e III secolo e cresciuto successivamente in prestigio intorno alla figura di san Paolino, il complesso di edifici sacri di Cimitile rappresenta una tra le più significative testimonianze di architettura paleocristiana in Europa. Tredici costruzioni di grande fascino, spesso arricchite da mosaici e pitture, sintetizzano un ampio capitolo della storia e della spiritualità più intensa e remota della regione.
Campania
Le pietre del silenzio. Le basiliche di Cimitile Cimitile (Napoli), Area archeologica Sabato 28 settembre (mattino)
Le finzioni dell’imperatrice. Pitture nella Villa di Poppea Torre Annunziata (Napoli), Area archeologica di Oplonti Sabato 19 ottobre (mattino) Nel labirinto di stanze della grande villa rustica che un’iscrizione riferisce a Poppea Sabina, moglie di Nerone, si dispiega un universo figurativo di impressionante bellezza. Maschere e ambienti, giardini, fontane e animali: l’intero alfabeto della pittura di età imperiale sfila sulle pareti, nell’interpretazione di artisti sconosciuti, ma di livello assoluto. Sepolta dall’eruzione che travolse Pompei, la villa offre una prospettiva privilegiata sulle coordinate del gusto e dell’otium nel I secolo dopo Cristo.
Un riverbero tra i petali. Il Miracolo delle rose di Francesco Solimena Napoli, Museo Diocesano Donnaregina Nuova Sabato 16 novembre (mattino) Firmato nella parte alta dello spazio che accoglie la pittura, il Miracolo delle rose è il capolavoro giovanile di un pittore che fu protagonista del suo tempo, e padrone di un talento tanto impetuoso da indirizzare, della propria epoca, gli esiti artistici. Organizzato secondo un accorto incastro di tagli diagonali, e pensato all’interno di un’idea squisitamente teatrale del fare pittura, l’affresco di Solimena offre un saggio vivo del tardo Seicento e del trascolorare del gusto dalle opulenze barocche a fragranze più lievi e vibranti di luce.
È possibile prenotare la propria partecipazione agli Incontri con l’arte dalla sezione Convivium-Grand Tour del sito www.arsilluminandi.com Per tutte le informazioni sulle procedure di prenotazione scrivere a convivium@artegrandtour.it oppure chiamare il numero 075 5001468.
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Campania
Tra le pagine Storie d’avorio tra il Mediterraneo e il Nord Sessantasette formelle di avorio, lavorate a rilievo con strabiliante perizia da un manipolo di artisti sconosciuti, costituiscono un enigma affascinante e un prezioso tesoro che parla del ruolo chiave – dal punto di vista politico e culturale – giocato da Salerno durante la dominazione normanna. Le piastre raffigurano le Storie dell’Antico e del Nuovo Testamento. Ogni episodio si alimenta di elementi figurativi di origine diversa e lontana: se una parte del ciclo rivela legami con i modelli francesi che alla fine dell’XI secolo si imponevano nelle cattedrali del Nord Italia, le immagini dedicate alla vita di Gesù sono costellate di minareti e moschee, e lasciano trasparire le tracce della presenza araba e dei contatti fruttuosi con la sponda opposta del Mediterraneo. Proprio a Salerno, la tradizione sanitaria greco-latina si meticciava peraltro con quella ebraica e araba, dando vita alla celebre scuola medica. Al quesito sull’origine e sull’esecuzione degli avori risponde quello che riguarda la loro destinazione. Certamente collocate all’interno della Cattedrale, le tavolette formavano un’opera complessa e unica nel suo genere, rivolta probabilmente – per la raffinatezza del manufatto e dei riferimenti che esso contiene – più al pubblico dei chierici e della curia, che a quello dei semplici fedeli. Costosissimi e riservati, per questo, a una élite culturale, dotata di ampie possibilità economiche, i rilievi in avorio erano realizzati impiegando tecniche e segreti figli dell’antichità classica. Delle zanne di elefante veniva utilizzata solo la parte più pregiata, scartando strati superficiali, polpa interna ed eventuali imperfezioni. Tagliato in sottili lamelle, lavorato a rilievo e applicato su armature di legno o di metallo, l’avorio prendeva forma in un delicato lavoro d’intaglio. Le diverse maestranze coinvolte nella realizzazione degli avori salernitani rendono ancor più significativa la riuscita poetica, unitaria e vibrante, ispirata a un’originale, misteriosa e raffinata sensibilità estetica.
La creazione delle piante e la creazione degli astri, sec. XI, Salerno, Museo Diocesano di San Matteo.
Le tavolette d’avorio provenienti dal duomo di Salerno sono oggi conservate presso il Museo Diocesano di San Matteo, in Largo del Plebiscito. Per tutte le informazioni sulla visita è possibile chiamare il numero 089 239126.
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Incontri con l’arte Sicilia
Le forme della Maniera. Vasari, Pino e Muziano a Palazzo Abatellis Palermo, Galleria Regionale della Sicilia Sabato 21 settembre (mattino) Artisti tra loro diversissimi ma animati tutti da un raffinato intellettualismo che si fa immagine in opere complesse e monumentali, Vasari, Pino e Muziano interpretano in modo personale la lezione dei grandi maestri del Rinascimento. La Raccolta della Manna di Vasari, la Conversione di Saulo di Pino e il Sant’Andrea Apostolo di Muziano introducono il percorso della pittura del secondo Cinquecento a Palazzo Abatellis mostrando – di contro alle declinazioni isolane del Manierismo – le forme “internazionali” della pittura italiana ormai orfana di Raffaello e Michelangelo.
“Animo carcerato!”. Voci dei prigionieri dell’Inquisizione Palermo, Carcere dei Penitenziati, Palazzo Chiaramonte Sabato 19 ottobre (mattino) Per quasi due secoli, dal 1600, l’antico Palazzo dei Chiaramonte ospitò le carceri dell’Inquisizione. Incappare nelle spire del tremendo tribunale del Sant’Uffizio (e quasi sempre vi capitavano intellettuali “scomodi” o poveracci) significava spesso perdere la vita, ma ancor più essere privati della dignità umana e del libero esercizio dell’intelletto. Fu nel 1782 che il viceré Domenico Caracciolo decise di abolire l’infame istituto, disponendo la distruzione di tutte sue le memorie. Ma il ricordo, affidato ai graffiti dolenti, arguti, disperati dei carcerati non perì. E a distanza di quattrocento anni le loro voci sono ancora vive e inquietanti tra le stanze di un’esposizione unica al mondo.
Immaginare il Catai. La Casina di caccia di Ferdinando di Borbone Palermo, Palazzina alla Cinese Sabato 23 novembre (mattino) Fuggiasco da Napoli per la Rivoluzione del 1799, Ferdinando IV di Borbone riparò a Palermo, la seconda capitale del suo regno. Qui attendevano tutti che il re, per riconoscenza ai fedeli sudditi siciliani, profondesse le proprie cure nel miglioramento delle condizioni dell’Isola riconoscendo l’agognata autonomia alla Sicilia. Preferì trascorrere il suo tempo tra i divertimenti e la caccia, commissionando a Giuseppe Venanzio Marvuglia una delle costruzioni più bizzarre di quel tempo, quella Casina di caccia che può essere considerata l’archetipo dell’eclettismo architettonico europeo.
È possibile prenotare la propria partecipazione agli Incontri con l’arte dalla sezione Convivium-Grand Tour del sito www.arsilluminandi.com Per tutte le informazioni sulle procedure di prenotazione scrivere a convivium@artegrandtour.it oppure chiamare il numero 075 5001468.
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Sicilia
Tra le pagine Il terrore nel giardino. Bernard Berenson e il Trionfo della Mor te Giugno 1953. Un turista d’eccezione si aggira per la Sicilia, scrutando con occhi curiosi monumenti e opere d’arte: sotto la paglietta ben calzata a proteggere dal troppo sole il viso appuntito, si accalcano i pensieri di chi meglio di tutti, forse, poteva interpretare il senso di quei frammenti di passato. Il viaggiatore era Bernard Berenson, storico dell’arte di origine statunitense, che aveva scelto l’Italia come luogo del proprio destino umano e professionale. Se la parabola critica di Berenson ha come punto massimo di tensione l’arte Trionfo della Morte, XV secolo, particolare, Palermo, Galleria Regionale della Sicilia. toscana, la sua decisione di visitare la Sicilia a distanza di oltre cinquant’anni dalla prima, giovanile escursione nell’isola mostra i segni di una passione personale e irriducibile. Segnata dai bombardamenti alleati, la regione squadernava agli occhi del critico la grandezza intatta di una tradizione artistica di unica originalità. Solo con Berenson può dirsi chiusa l’esperienza culturale del Grand Tour: le agili lettere inviate alla moglie durante il viaggio segnano l’epilogo di quel racconto della Sicilia che comprende le pagine di Goethe, Brydone e Swinburne. Giunto a Palermo, il critico così si sofferma su uno dei brani di pittura più intensi e sconcertanti del XV secolo: “… l’affresco catalano del Trionfo della Morte, che era prima a palazzo Sclafani, mi è parso ancora più drammatico di quello del camposanto di Pisa. Alcune teste sono rese con uno scorcio tanto ardito che nessun pittore italiano verso la metà del Quattrocento lo avrebbe mai tentato.” Il mistero e il fascino del dipinto, oggi a Palazzo Abatellis, si condensano nelle parole del critico americano. La scena rappresenta la Morte a cavallo, che irrompe in uno splendido giardino e trafigge i suoi giovani, elegantissimi ospiti, risparmiando invece i poveri e gli eremiti che si accalcano su un lato della pittura. Sconosciuti rimangono il nome dell’artefice di un’opera di rara intensità e il motivo dell’inserimento di un episodio tanto drammatico nel contesto di una residenza patrizia. E se Berenson definiva “catalano” lo sconosciuto pittore del Trionfo, le ipotesi degli studiosi hanno puntato con decisione all’estero – verso Valencia, appunto, o verso la Borgogna – per tentare di ricostruire almeno la matrice culturale di partenza dell’artista. Oltre e intorno alle pagine del nostro viaggiatore, l’affresco palermitano ci osserva come un frammento della stagione aragonese, capace di schiudere alla Sicilia le vie internazionali che ne fanno da sempre una terra d’incontro e contaminazione culturale.
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L’affresco staccato da palazzo Sclafani è oggi conservato presso la Galleria Regionale di Palazzo Abatellis, in Via Alloro 4 a Palermo. Per tutte le informazioni sugli orari d’apertura, contattare il numero 091 6230011. Per guardare la Sicilia attraverso gli occhi di Berenson si può leggere Bernard Berenson, Viaggio in Sicilia, SE, Milano 2011.
COLOPHON credits ConviviuMagaz ine - Anno I, n. 1/2013 Redaz ione: Eleonora Onghi; Luca Vivona. Impagi naz ione: Tiziana Befani. Han no collaborato a questo n umer o: Lena Costante, Francesco Malvasi. Le immagini di questa rivista sono di pubblico dominio. Si resta a disposizione per eventuali spettanze di legge. Nessuna parte della rivista può essere riprodotta o rielaborata senza autorizzazione scritta della redazione e dell’editore. In coperti na: Michelangelo Buonarroti, La Sibilla delfica, 1512 ca., Roma, Cappella Sistina. Gli esperti d’ar te Grand Tou r Francesca Adamoli Approdata in laguna dall’Abruzzo, si è laureata presso l’Università Ca’ Foscari, specializzandosi sulla pittura veneziana tra Quattro e Cinquecento e collaborando con gli Enti di tutela del patrimonio artistico. Francesco Paolo Campione È dottore di ricerca presso l’Università di Palermo, dove collabora con le cattedre di diversi insegnamenti. Ha orientato i suoi interessi soprattutto sui temi dell’estetica sul rapporto tra filosofia e arti figurative. Anna Maria Cavanna Dottore di ricerca presso l’Università di Siena, si è occupata di pittura veneziana e piemontese, concorrendo alla realizzazione di importanti progetti espositivi. Collabora con i principali musei di Torino e del Piemonte. Maria Corsi Ricercatrice presso l’Università di Siena, è specializzata nei temi dell’iconografia sacra medievale. Su questi argomenti ha curato importanti ricerche e studi, che hanno consentito di recuperare il senso perduto delle opere d’arte. Andrea Dallanoce Specializzato in Storia dell’Arte presso l’Università Cattolica di Milano, ha collaborato con importanti musei del capoluogo. Ha concentrato i suoi studi sulla pittura tra Sei e Settecento, e sulle vicende dell’arte in area lombarda. Francesco De Carolis Laureato a Urbino e specializzatosi a Siena, è dottore di ricerca presso l’Università di Bologna. Il suo percorso di studio, ampio e originale, si è concentrato sulle tecniche artistiche e sulla loro evoluzione. Antonia Fico Dopo la laurea presso l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, ha collaborato con importanti complessi monumentali e con il Museo Archeologico Nazionale, in un arco di interessi che spazia dall’arte paleocristiana al barocco partenopeo. Claudia Franzel Laureata in Conservazione dei Beni Culturali presso l’Università della Tuscia a Viterbo, ha dedicato la propria attenzione alla diagnostica, alla conservazione e alla catalogazione dei dipinti su tavola, realizzati fra XII e XIV secolo. Laura Gori Specialista del barocco romano, vanta una profonda esperienza nel campo della ricerca d’archivio legata alle vicende e alla costituzione delle più importanti collezioni d’arte dell’Urbe. Collabora con la cattedra di Storia dell’Arte Moderna all’Università di Roma Tre. Eleonora Onghi Formatasi tra Bologna e Siena, dove ha conseguito il dottorato di ricerca, si è occupata del manierismo toscano e della pittura europea tra Sette e Ottocento. Ha curato studi specialistici e pubblicazioni a carattere divulgativo. È direttore scientifico di Grand Tour. Elena Piaggesi Laureatasi in Conservazione dei Beni Culturali presso la sede ravennate dell’Università di Bologna, si è dedicata con passione all’arte contemporanea. Ha collaborato con importanti riviste e case editrici specializzate. Roberta Schenal Approdata in Calabria dal Piemonte per inseguire la propria passione per l’archeologia magnogreca, ha curato prestigiosi studi e iniziative espositive. Fa parte del gruppo di progettazione del nuovo Museo Nazionale di Reggio Calabria. Luca Vivona Dottore di ricerca presso l’Università di Siena, ha fatto dell’universo delle immagini il terreno privilegiato del suo percorso nel campo dell’estetica, e di un ampio progetto di divulgazione delle competenze scientifiche. È direttore artistico di Grand Tour.
Progetto sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica
SALVIAMO UN CODICE. UNA MISSIONE DI CULTURA. I codici miniati, opere d’arte di valore incalcolabile, sono i testimoni dell’evoluzione intellettuale, sociale e religiosa di un popolo, di una civiltà; strumenti indispensabili per la conoscenza. Salvare ogni anno dal degrado un’opera di particolare importanza, per assicurarne la durata nel tempo, è la missione del Progetto Salviamo un Codice del quale Ars Illuminandi è Ambasciatore Culturale. L’obiettivo è quello di restituire alla collettività queste rare e preziose Opere via via restaurate sensibilizzando l’opinione pubblica sull’opportunità dei complessi e onerosi interventi a salvaguardia e valorizzazione del patrimonio librario italiano. Questa grande iniziativa culturale si configura come una straordinaria impresa del fare di cui i nostri clienti, gli appassionati e ogni persona sensibile al fascino della cultura può diventarne protagonista insieme con noi, contribuendo fattivamente quale mecenate del nostro tempo.
Tu Mecenate Tu
Ambasciatore Culturale Salviamo un Codice www.arsilluminandi.com