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EDITORIALE

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LA TRANSIZIONE ECOLOGICA SECONDO IL NUOVO GOVERNO

Il settore del vending ha pagato un prezzo altissimo ad un’ideologia green a tratti contraddittoria e spesso sconfinata in una pericolosa deriva demagogica. L’abolizione delle palette vending in plastica (perché finivano in mare) è solo uno degli esempi più evidenti di quanti danni possa fare una politica disinformata e sorda a qualunque contraddittorio. A qualche anno di distanza dalla crociata “plastic free”, importanti studi hanno confermato che le palette non c’entravano nulla con l’inquinamento marino, che alcune alternative come il bambù sono state ritirate dal commercio perché pericolose, che si è regalato una grande fetta di mercato a prodotti di dubbia provenienza extra-europea e di ancor più dubbia sicurezza alimentare, che l’impatto ambientale (LCA) del monouso in plastica è inferiore a quello dei principali materiali ritenuti, senza alcuna evidenza scientifica, “green”.

Considerato che avere ragione a posteriori non mitiga i danni di alcune decisioni politiche, comprendere qual è l’atteggiamento del nuovo Governo sulla Transizione Ecologica è una questione di grande rilevanza, a prescindere dalle personali convinzioni politiche.

Innanzitutto, pare ormai certo che verrà rimandata e poi abolita la plastic tax, un’imposta che era destinata ad avere un forte impatto sul vending, con costi importanti che i gestori avrebbero dovuto per forza trasferire, con enorme difficoltà, al consumatore finale.

Già a partire dal suo discorso d’insediamento, la neo presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha descritto il suo modo d’intendere l’ambientalismo come meno ideologico, dove la sostenibilità green deve coniugarsi con quella economica. Secondo il programma del suo partito, bisogna “realizzare gli obiettivi della transizione ambientale ed ecologica del PNRR salvaguardando il sistema produttivo colpito da anni di crisi, con particolare attenzione alle filiere industriali di difficile riconversione” e “giocare un ruolo attivo e propositivo nei prossimi mesi in Europa con l’obiettivo di difendere e tutelare gli interessi del sistema industriale e produttivo nazionale”.

In parole povere: vanno bene la transizione ecologica e la tutela dell’ambiente, ma viene prima la tutela dell’industria nazionale. È evidente che il cambio di passo sarà davvero notevole e in piena discontinuità con le politiche dei precedenti governi. A questo punto, viene spontaneo sperare che sotto molti aspetti la situazione migliorerà per il comparto della distribuzione automatica o che, perlomeno, verranno ascoltate le ragioni della nostra filiera.

Ci auguriamo che questo sia di buon auspicio anche per i CAM (Criteri Ambientali Minimi), la cui prima bozza era talmente assurda e inapplicabile, che avrebbe comportato la fine immediata del vending pubblico. L’ultima bozza era solo leggermente migliorativa: confidiamo di essere ancora in tempo per vedere ulteriori progressi su questo tema. Pare ormai certo che verrà rimandata e poi abolita la plastic tax, un’imposta che era destinata ad avere un forte impatto sul vending.

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