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APPROFONDIMENTI
from DA ITALIA 144
APPROFONDIMENTI
SMART WORKING E VENDING QUALI PROSPETTIVE PER IL SETTORE?
LA DESTRUTTURAZIONE DELL'UFFICIO È FORSE L'EFFETTO A MAGGIOR IMPATTO FUTURO DELLA PANDEMIA COVID-19. MILIONI DI OCCUPATI STANNO PER CAMBIARE MODALITÀ DI LAVORO E QUESTO PREOCCUPA NON POCO IL SETTORE DEL VENDING, VISTA LA CONCLAMATA EQUAZIONE “MENO GENTE AL LAVORO IN UFFICIO, MENO CONSUMAZIONI AI DISTRIBUTORI”. DOPO CHE IL PARLAMENTO HA DATO IL VIA LIBERA ALLA CONVERSIONE DEL DECRETO RILANCIO (AD OGGI MANCA SOLO UN PASSAGGIO AL SENATO CHE APPARE SCONTATO) NEI FATTI, PER TUTTO IL 2020 LE AZIENDE PRIVATE SARANNO INCENTIVATE A CONTINUARE CON LO SMART WORKING, MENTRE LE PA CONTINUERANNO CON IL 50% DEI DIPENDENTI PUBBLICI AL LAVORO DA REMOTO (QUOTA CHE ARRIVERÀ AL 60% A PARTIRE DAL 2021). INOLTRE, PER I GENITORI CON FIGLI FINO A 14 ANNI L'OTTENIMENTO DEL “LAVORO AGILE” SARÀ UN DIRITTO, A PATTO CHE ENTRAMBI I GENITORI LAVORINO. TUTTO CIÒ CONCORRERÀ A CAMBIARE MOLTISSIMO LA VITA ALL’INTERNO DEGLI UFFICI, CON CONSEGUENZE DIRETTE PER IL MONDO DEI CONSUMI FUORI CASA.
Non è un caso quindi che il presidente di FIPE Confcommercio (Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi), Lino Enrico Stoppani, in una lettera al ministro del Lavoro Nunzia Catalfo e alla titolare del ministero della Funzione Pubblica, Fabiana Dadone chieda, invece, di allentare lo smart working per dare una spinta alla ripresa: "Il nostro Paese, i cittadini, i lavoratori, le imprese stanno dando prova di grande responsabilità personale e collettiva in questi mesi di emergenza, dimostrando di essere pronti ad affrontare la fase post-emergenziale in maniera corretta e capaci di recuperare la necessaria normalità, che passa anche dal rientro delle persone nei posti di lavoro. Non possiamo accettare, oltre i danni economici che l'emergenza Covid-19 ha indotto sul sistema delle imprese della
ristorazione, dell'intrattenimento e del turismo in generale, anche il rischio di un mortale indebolimento del già fragile tessuto imprenditoriale di un settore determinante all'interno delle filiere agro-alimentare e turistica del Paese, nelle quali vengono valorizzate le qualità, l'identità e l'attrattività della nostra straordinaria offerta".
Al di là di tutte queste considerazioni, il fenomeno dello smart working era già in atto ed in forte crescita ed era già un fattore di cui tenere senz’altro conto. Oggi, tra l’altro, siamo di fronte ad uno smart working emergenziale, non scelto dall’organizzazione lavorativa o dall’occupato, in cui manca la parte essenziale dell’autonomia nella scelta del dipendente di organizzare
il proprio orario mixandolo con quello in presenza, una prerogativa essenziale di questa modalità di lavoro.
Se andiamo infatti a vedere il livello di diffusione del lavoro agile in Italia nel periodo pre-Covid, evidenziato dall’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, nel 2019 si stimavano 570 mila lavoratori agili, circa il 20% in più rispetto allo scorso anno. I numeri confermano anche che gli smart worker sono più soddisfatti rispetto agli altri lavoratori grazie al clima di fiducia e autono mia che comporta effetti positivi sulle relazioni con i colleghi e con il capo. Gli smart worker sono anche più motivati e il loro livello di enga gement è più alto. Gli smart worker pienamente coinvolti sono il 33%, rispetto al 21% degli altri lavoratori. I principali benefici riguardano la conciliazione tra vita privata e vita lavorativa, un maggiore senso di autonomia e di soddisfazione lavora tiva. Tra le criticità percepite, invece, il senso di isolamento è la principale difficoltà, seguita dalle distrazioni esterne e dalle difficoltà di comunicazione da remoto. Le grandi imprese che nel 2019 avevano un progetto strutturato di Smart Working erano il 58%, mentre il 7% lo adottava informalmente e il 5% intendeva introdurlo nei successivi 12 mesi. Il miglioramento del work life balance è il primo motivo dell’introduzione, seguito dall’aumento dell’engagement dei lavora tori e dell’attrazione dei talenti. Il principale ostacolo all’adozione di questa modalità di lavoro, la mancanza di interesse e le resistenze da parte dei capi, seguito dal timore per la sicurezza dei dati. Sempre nelle grandi aziende, la metà dei progetti Smart Working è concepito solo come lavoro da remoto, mentre la restante parte adotta un modello completo, che prevede anche il ripensamento degli ambienti aziendali. Le iniziative che si trovano a regime rappresentano quasi la metà dei progetti, mentre il 36% delle aziende è in una fase di estensione e solo il 15% si trova in una fase di sperimentazione. Rispetto al 2018 si evidenzia una forte crescita in termini di persone coinvolte. Se nel 2018 la popolazione aziendale mediamente coinvolta era del 32%, nel 2019 è salita al 48%. Fra le PMI, invece, la diffusione dello Smart Working aveva raggiunto solo il 12%, con la tendenza a prediligere l’approccio informale, che si attesta al 18%. La metà delle PMI si dichiarava disinteressata al fenomeno Tra le motivazioni principali, il miglioramento del benessere organizzativo e dei processi azien dali, mentre gli ostacoli sono rappresentati principalmente dalla percezione di non appli cabilità alla propria realtà, oltre alla mancanza di interesse da parte dei superiori.
Proprio il punto critico dell’isolamento dome stico ha spinto diverse realtà ad intercettare i nuovi bisogni. Milano, ad esempio, è all'avan guardia, non solo con i locali di Starbucks, ma con decine di altri locali che si sono attrezzati per ospitare i “lavoratori agili”. Oltre ai tanti bar che si sono evoluti in fretta, ci sono libre rie e negozi di accessori che hanno allargato gli spazi, dedicandoli a questo particolare tipo di avventori. Ci sono locali specifici, come Cof fice che, oltre ai tutti i servizi tradizionali di un bar evoluto, offrono postazioni a tariffa oraria e salette a disposizione per meeting. Anche la GDO non è rimasta a guardare: Esse lunga e Carrefour hanno aperto bar interni con postazioni disponibili, fuori dall'orario del pranzo, dotate di wifi e prese elettriche. Questa evoluzione non si fermerà di certo nei prossimi anni, ma diventerà una tendenza sempre più solida e il vending dovrà immedia tamente reagire, progettando strutture adeguate per il co-working, l'ambiente ideale in cui collocare l’area ristoro del futuro.