Notiziario_1_2013

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Artetremila- Arte e Cultura : Notiziario dell’Associazione Culturale “Artetremila”

Artetremila-Arte e cultura Notiziario dell‟Associazione Culturale “ ARTETREMILA” N°1- Anno 2013 http://www.artetremila.it Artetremila® è un marchio registrato.

ARTETREMILA- Arte e cultura Periodico dell‟Associazione Culturale Artetremila Proprietà letteraria riservata. © Copyright 2013 Associazione Artetremila Notiziario pubblicato a cura dell‟associazione Artetremila Foto di copertina: Petia Petrova Photo Studio Light di Walter Truocchio - Mario Buonanno Stampato in Italia da melostampo.it Tipografia Zanzibar Soc. Coop. p.a. ONLUS – Ancona I diritti di riproduzione e traduzione sono riservati. Nessuna parte di questo periodico può essere utilizzata, riprodotta o diffusa con qualsiasi mezzo senza autorizzazione scritta

In questo numero: Anna Bonarrigo, Giuliano Vangi, Věra Jansová, Petia Petrova, Bairang SutharMomasaria, , Raffaella Amoruso , Tiziana Gargano, Ugo Guidi.

La nostra associazione si autofinanzia con il contributo dei soci fondatori per tutte le attività culturali promosse, compreso il notiziario “Artetremila” che è gratuito. Solo il contributo di tutti voi ci permetterà di stampare copie sufficienti per soddisfare più utenti; in ogni caso sarà sempre pubblicata la copia elettronica da poter scaricare e consultare online.

Recensioni: Andrea Berti, Ester Di Leo, Giulio Buonanno, Philippe Daverio. Contatti: Sito ufficiale: http://www.artetremila.it redazione : infoartetremila@libero.it Portali: artetremila.altervista.org - autori.altervista.org Canali WEB TV: www.livestream.com/artetremila www./livestream.com/autori redazione autori:autori@artetremila.it 2


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Profilo d‟artista:

Giuliano VANGI

Nato a Barberino di Mugello (Firenze), il 13 marzo 1931, Vangi ha studiato all‟Istituto d‟Arte, allievo di Bruno Innocenti, e all‟Accademia di Belle Arti di Firenze. Dal 1950 al 1959 ha insegnato presso l‟Istituto d‟Arte di Pesaro. Tra il 1959 ed il 1962 si trasferì in Brasile, dove eseguì opere astratte, utilizzando cristalli, ferro e acciaio. Espose alla Biennale di San Paolo, vinse il Primo Premio al Salone di Curitiba e tenne una mostra personale al Museo d‟Arte Moderna di San Paolo. Tornato in Italia, si stabilì a Varese e ottenne una cattedra all‟Istituto d‟Arte di Cantù; poi si trasferì a Pesaro. Qui ritornò allo stile figurativo, concentrando le sue ricerche sugli stati d‟animo dell‟uomo contemporaneo. Dotato di una solida tecnica, egli seppe infondere alle sue sculture una straordinaria forza espressiva ed emotiva. I suoi personaggi ci trasmettono con immediatezza i loro sentimenti più profondi: gioia o dolore, paura o serenità, amore o odio, amicizia o solitudine, speranza o disperazione. Le sue sculture si Dall ispirano ai grandi modelli del passato, ma nello stesso tempo utilizzano un linguaggio moderno e originale. Lo spettatore rimane affascinato dal morbido, raffinato modellato e dalla minuziosa cura dei particolari. In una recente intervista Vangi ha detto: “L‟uomo di oggi e la sua lotta contro un mondo ostile resta comunque il tema fondamentale della mia opera, tutto il resto m‟interessa poco. Voglio raccontare i suoi conflitti interiori e i problemi che affronta a livello sociale, solo così sento di essere a posto con la mia coscienza: aver „raccontato‟ qualcosa che riguarda tutti gli uomini e non essermi limitato alle mie piccole gioie o dolori personali”. Nella sua carriera Giuliano Vangi ha esposto con successo in molte sedi prestigiose, in Italia e all‟estero. Tra le principali ricordiamo la mostra personale a Palazzo Strozzi di Firenze nel 1967, organizzata da Carlo Ludovico Ragghianti, la mostra itinerante ad Hannover, Wurzburg, Kiel, Colonia e Lisbona nel 1970, l‟esposizione ad Hakone, Tokyo, Osaka e Città del Messico del 1972, la personale alla Galleria d‟Arte Moderna di Torino e alla Permanente di Milano nel 1977, la grande retrospettiva al Castel Sant‟Elmo di Napoli nel 1995 e quella al Forte Belvedere di Firenze nel 1995, l‟esposizione al Museo degli Uffizi di Firenze intitolata “Studi per un crocifisso e opere scelte 19882000”, nel 2000 e la mostra personale all‟Ermitage di San Pietroburgo nel 2001. Ha partecipato più volte alle edizioni della Biennale di Venezia, della Quadriennale di Roma e della Biennale di Scultura di Carrara. Nel 2002 vinse il Premio Imperiale per la Scultura della Japan Art Association di Tokyo. Ha fatto parte dell‟Accademia delle Arti del Disegno di Firenze, dell‟Accademia di Santa Lucia e dell‟Accademia dei Virtuosi al Pantheon di Roma. Molte sue opere si trovano in ambienti pubblici, collocate in

contesti prestigiosi, come la statua di San Giovanni Battista a Firenze, posta tra Via de‟ Bardi e Lungarno Torrigiani, vicino a Ponte Vecchio (1996), la Lupa in Piazza Postierla (o dei Quattro Cantoni) a Siena (1996), il Crocifisso ed il nuovo Presbiterio nella Cattedrale di Padova (1997), la scultura in marmo intitolata “Varcare la Soglia” posta al nuovo ingresso dei Musei Vaticani (1999-2000), il nuovo altare e il relativo ambone del Duomo di Pisa (2001), una scultura in legno policromo per la Sala Italia di Palazzo Madama a Roma, “Donna in movimento” in una piazza del centro di Pontedera, “Noli me tangere”, un ambone in pietra garganica sul tema di Maria di Magdala nella chiesa di San Pio a San Giovanni Rotondo (2004), la nuova cappella del cimitero comunale di Azzano (LU), ideata insieme all‟architetto mario Botta, con il quale ha collaborato anche al santuario di Papa Giovanni XXIII a Seriate. Giuliano Vangi è l‟unico scultore vivente ad avere un museo a lui dedicato, a Nagaizumi-cho, Shizuoka, presso Mishima, in Giappone, inaugurato il 28 aprile 2002 (www.vangi-museum.jp). Le sue opere, sessanta sculture e altre quaranta opere tra modelli in gesso policromato, disegni e grafiche, sono esposte in uno spazio di trentamila mq; parte al chiuso, parte in un ampio giardino all‟aperto, chiamato “colle delle Clematidi”.

Vangi scultore Le sculture esposte presentano la sua produzione più recente, toccante testimonianza del maturo fulgore della sua creatività, significativa sintesi della sua lunga e felice carriera. Il protagonista di Per non sentire, del 2005, è un uomo nudo, fragile, indifeso, che si porta le mani alle orecchie in un tentativo (forse vano) di autodifesa nei confronti dei mali del mondo. Lucia, del 2008, è una scultura in legno di ebano e bosso, estremamente originale e toccante, in cui il rigore della linea e il forte senso dei volumi, amplificano gli effetti emotivi della spontanea semplicità del gesto della fanciulla, anch‟essa nuda e indifesa, timida e impacciata, quasi schiacciata da un mondo invadente e aggressivo. Stazzema, del 2008, rievoca l‟eccidio perpetrato dai soldati nazisti il 12 agosto del 1944: un uomo, straziato dal dolore, tiene tra le braccia un bambino morto, forse il figlio, chiedendosi (chiedendoci) il perché di tanta violenza inutile e gratuita.

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Martino, del 2010, unisce il bianco dell‟avorio con il bruno del bronzo: Vangi ha spesso creato delle sculture policrome, accostando materiali eterogenei, come bronzo, ceramica, marmo, legno, vetroresina e avorio, non solo come citazione dotta della scultura classica colorata, ma anche come risposta alle sollecitazioni del nostro tempo, così ricco di immagini variopinte. “Utilizzare i colori”, ha detto l‟artista, “è per me un gesto istintivo che ho fin da bambino, quando mi cimentavo con qualsiasi materia mi capitasse fra le mani per formare piccole sculture, che poi coloravo. Nel corso della mia maturazione professionale, poi, ho imparato a sfruttare la policromia per ottenere luci e riflessi particolari, per dare profondità dell‟immagine e per separare volumi nella continuità di una singola forma.” Veio La scultura rappresenta un motociclista in bronzo, con un elmo greco al posto del casco, in sella ad una vera moto Triumph Tiger 500, che si dirige, lungo una strada lunga poco meno di dodici metri, verso un paesino tranquillo. Il centauro stringe con la mano sinistra il manubrio e tende il braccio destro verso la piccola città sullo sfondo. L‟artista ha raddoppiato la mano destra del motociclista per enfatizzare il suo gesto di aggressiva prepotenza e far chiaramente capire agli spettatori la sua volontà di ghermire e possedere la sua preda. L‟evidente (e stridente) contrasto tra il moderno giubbotto in pelle e l‟antico elmo sta a significare che la violenza e l‟istinto di sopraffazione fanno parte della storia millenaria dell‟uomo, dall‟antichità a i nostri giorni. “Ho voluto rappresentare l‟uomo aggressore” spiega l‟artista “perché il tema è sempre questo, l‟uomo con le sue violenze, le dolcezze, ma anche le ricerche piene d‟ansia”. Oltre alla monumentale installazione (complessivamente misura cm 182x142x1130), sarà possibile ammirare, nelle sale della Galleria Farsettiarte, una decina di disegni preparatori, alcuni dei quali di grandi dimensioni, che in primo luogo danno l‟opportunità di apprezzare le ottime doti di disegnatore di Vangi e poi ci permettono di capire come nascono le sue sculture, dalla prima idea al suo svolgimento, dagli studi dei dettagli all‟evoluzione dell‟insieme, fino al progetto definitivo. Come ha scritto recentemente Massimo Bertozzi, “Veio rappresentava per Roma un fastidio e un ostacolo. Un fastidio, perché la presenza, a qualche miglio di distanza, di una città antica, sviluppata e potente riusciva ad appannare il prestigio dell‟Urbe;

un ostacolo perché, con la sua sola esistenza, metteva in discussione una supremazia territoriale faticosamente conquistata e poteva condizionare le evidenti intenzioni espansive. Veio resistette a tutte le lusinghe e infine a un assedio lungo 10 anni. Poi fu vinta, saccheggiata, ridotta a rovine. L‟intenzione di collocare questo moderno “aggressore” sul luogo dove si è consumata la fine di un grande popolo e la nascita di una nazione di dominatori senza pietà, aggiunge alla scultura di Vangi un sovraccarico di suggestioni e di pathos. Quella che abbiamo davanti è una vera motocicletta, messa in forma.” Così Philippe Daverio commenta l‟opera di Giuliano Vangi: “Giuseppe Verdi aveva nel 1893 ottant‟anni quando compose il Falstaff. Fu con quel magistrale lavoro musicale in grado di reinventare una vena ironica e di porre le basi della musica per il mezzo secolo successivo. Le tensioni armoniche, l‟incalzare delle consecuzioni ritmiche, la stessa dimensione teatrale erano per lui medesimo totalmente innovative: l‟opera d‟un allegro giovanotto carico d‟ironia. Fa riflettere il grande motociclista tutto bronzo, motocicletta compresa, che Giuliano Vangi ha inventato anche lui all‟età di ottant‟anni, lavoro magistrale da giovanotto sia per la fisicità richiesta nel realizzarlo sia per la grinta necessaria a concepirlo. Il suo guerriero antico che agita la doppia mano come in una fotografia di Bragaglia mentre si proietta su un destino forse epico è invero la scultura futurista che al futurismo è sempre mancata. È una scultura “nuova” in tutti i sensi nel parco di Vangi. Ha il coraggio, che raramente si trova nelle opere che circolano fra Biennali e grandi mostre, di narrare oggi una cosa di oggi, d‟andare oltre la declinata contemporaneità per diventare attualità. Per essere testimonianza dell‟attualità da proiettare nel domani. Ma si porta pure appresso quella faccia feroce che il casco nasconde e che vien dal profondo atavico del toscano che si ricorda di quando i suoi parenti etruschi battevano terre e mari con e contro i greci e gli altri talassici. Il punto comune fra Verdi e Vangi diventa evidente; consiste nel fascino della loro epica. Era facile assai, forse addirittura naturale, essere epici un secolo e mezzo fa quando tutta la società della penisola anelava all‟avventura politica che portò al sangue e all‟Unità. È difficile essere oggi epico. Lo dimostra la banalità commerciale che impone il mercato globale per consentire una platea di gusto accettabile da tutti. Chi vuole uscire dalla placida corrente, quella rassicurante ma priva di gloria, lo può fare solo con la fuga da un lato nella poesia e dall‟altro nell‟epos, che altro non è che la poesia portata all‟estremo dell‟azione. In un caso come nell‟altro il buon gusto va abolito. 4


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Il buon gusto pacificatore, quello che tutti mette d‟accordo. Il buon gusto, abbraccio soffice e soporifero. Vangi non lo ha mai tollerato, e forse in ciò l‟essere nato nel Mugello gli è stato d‟aiuto. Il toscano, quando lo decide, può essere toscanaccio. Vangi non ha mai esitato. E nell‟essere tale porta in sé e con sé quella grinta che sin dagli anni romanici qui s‟è sempre coltivata e che fu capace nei secoli successivi di dare spessore alle lusinghe umaniste delle architetture e delle plastiche rinascimentali. Umanista, espressivo, materiale. Vangi s‟è occupato da sempre di dare con le mani espressione alla materia. S‟è occupato dell‟uomo, della donna, nel loro esistere di esaltazione e di dolore, di riflessione e di conflitto. E ha indagato ogni tipo di materia, il legno, il marmo, anzi i marmi dalle mille provenienze, il bronzo, l‟avorio addirittura. Vive e trasmette il fascino d‟una materia destinata a durare ben più di noi, oltre le contingenze dei nostri anni, forse in una proiezione che reputa l‟eternità dell‟opera uno scopo raggiungibile. Porta la materia lavorata alla preziosità antica o medievale di chi sapeva che non si sarebbe consumata prima dell‟arrivo della Gerusalemme Celeste. Il lavoro dello scultore qui è preceduto sempre da una lunga preparazione. Nulla è lasciato al caso. Disegni precisi al punto da diventare opere autonome sono il percorso propedeutico per approfondire la sensazione e il pathos. L‟atmosfera stessa dello studio contribuisce a collegare bozzetti e progetti. La realizzazione dell‟oggetto è fatica lunga che parte dalla scelta della materia e si conclude con l‟elaborazione delle superfici conclusive. Sicché il risultato rimane sempre una epifania inattesa, una sorpresa mentale e tecnica al contempo. Anche l‟ambiguità vi gioca un ruolo trascinante. Tutto è perfetto e preciso, nulla è certo. La comprensione della forma non è affidata solo alla vista, alle ombre e ai volumi, richiede la parte tattile che troppo spesso la scultura recente ignora. È solo toccando che si percepiscono le delicatezze in dialogo con le forze; perché lo sculture invita sornione l‟avventore a ripercorrere il percorso che le mani sue hanno plasmato e levigato. La mescolanza sensoriale delle temperature percepite nel toccare la materia, delle finiture guardate e sentite, dei pesi intuiti nella statica, vanno a generare una sensazione di complessità che apre a mille interpretazioni diverse. Il digrignare dei denti s‟accompagna alla felicità delle cuti, le stoffe di bronzo fanno da ontrappunto agli inserimenti dei metalli preziosi nelle barbe. Ma non è forse il bene più prezioso del creato proprio lui, Ùl‟essere umano, straziato o felice, Falstaff o motociclista?”. Alcune opere dell‟artista:

Clivia dell'88 in pietra vulcanica e pietra forte, preceduta da un mirabile studio in bronzo, lega di nichel e argento:

Lucia: Scultura in legno Grande successo dell‟ultima mostra di novembre 2012 realizzata presso la galleria Frediano Farsetti Lungarno Guicciardini 21/23 rosso - 50125 Firenze Internet: www.galleriafredianofarsetti.it Ester Di Leo 5


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Fotografia: INDIA La realizzazione del calendario Artetremila 2011 “Kamasutra” è stata possibile grazie agli appunti di viaggio di Ambra Aleggiani, indomita viaggiatrice, che con le foto realizzate in località remote, testimonia la grande varietà culturale che caratterizza i popoli della terra. Le foto sono state realizzate a Khajuraho (in lingua hindi: è una città dell'India di 19.282 abitanti, situata nel distretto di Chhatarpur, nello stato federato del Madhya Pradesh, circa 620 chilometri a sud di Delhi. In base al numero di abitanti la città rientra nella classe IV (da 10.000 a 19.999 persone).

Alcune immagini che furono inserite nel calendario “ Kamasutra” e che riscosse molto successo.

Una delle mete turistiche più popolari del paese, Khajuraho ha il più grande numero di templi medievali induisti e giainisti dell'India, fatto che ha portato l'UNESCO nel 1986 ad inserire il villaggio nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità]. Il nome di Khajuraho deriva dalla parola hindi khajur, che significa palma da datteri.

I tempio è adornato da migliaia di bassorilievi. Accanto alcuni di quei I bassorilievi bassorilievi

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Profilo D’artista: Věra Jansová Artista del circuito Artetremila che vive e lavora a Praga. Le sue opere che spaziano dal figurativo all‟astratto, sono realizzate con una gamma coloristica ampia Il risultato che ne consegue à un‟armonia di emozioni cromatiche e suggerite da vibrazioni musicali, emerse dai ricordi più suggestivi. Alcune opere dell‟artista sono visionabili nella “Galleria_web” di Artetremila.

Tiziana GARGANO Poetessa Sogni d'inverno Assorta guardo il fuoco nel camino delle mie vigilie nelle sere di festa d'inverni sognati e mai vissuti.

Vecchio Siedi da sempre sulla soglia di casa e strappi con antichi gesti, l'erba selvaggia che ostinata crescerà sul tuo muro. Anche dopo di te.

E incontrai i tuoi occhi... Solo due fuochi brillavano quella notte, inafferrabili stelle luminose, e superbe e scintillanti gocce d'argento dell'universo; io le contemplavo smarrita... ...e incontrai i tuoi occhi... 7


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Opera di: Bairang SutharMomasaria

“Riflessi d‟amore” di Anna Bonarrigo Chi sei? forse ti chiami destino? sei la luce che s'infiltra nelle mie lenzuola la giovinezza ridesta ogni mattino la follia che ho seppellito, Sei l'alchimia che non si consuma quel calore che mi sveste, la paura che mi copre. Taci ! lascia che il silenzio sia peccato, mi lascerò cadere nelle tue braccia, berrò la tua dolcezza mescendo la mia passione. Sono ghiaccio rovente sulla tua schiena nuda e onde improvvise nelle tue sere solitarie. Chiamarmi perdizione e non dirmi mai il tuo nome.

“Odiata ira” di Raffaella Amoruso

Artista che vive e opera in India, altre opere dell‟artista sono visibili nella galleria web di Artetremila.

Risacca Che disordinata arriva Impetuosa. Crea tremore Come rapida ripetizione Della stessa nota. Arriva… Furia violenta Del vento di maestrale. L‟orizzonte si rabbuia Infuriato Sbatti la porta sul mondo Chiudendoti a riccio. Dimentichi chi sei…. 8


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Modelle: PETIA PETROVA

PETIA PETROVA è una modella italiana che vive a Roma. In queste immagini mentre posa per: “Photo Studio Light” (www.photostudiolight.it) Diretto da Walter Truocchio con la collaborazione di Mario Buonanno. Photo Studio Light realizza: servizi fotografici per matrimoni, battesimi, comunioni, book fotografici e servizi pubblicitari con modelle qualificate per fini promozionali di aziende.

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Novità editoriali: In anteprima alcune notizie sul prossimo romanzo dal titolo “ A Monte Carlo” dello scrittore Pometino Giulio Buonanno che verrà presentato nella primavera del 2013. Un giallo dal risvolto imprevedibile; le circostanze della vita, spesso, sono imprevedibili e fanno intrecciare i destini di persone appartenenti a mondi talmente differenti che solo il caso può fare incontrare. La tragica e improvvisa scomparsa di Sara De Angelis, nobile donna di origine italiana, avvenuta in circostanze sospette, mette scompiglio nel bellissimo quartiere di Monte Carlo e in tutto il principato di Monaco, proprio quando la stagione estiva sta per iniziare. Giuliana Hanson, ispettrice di polizia e personaggio di un‟altra narrazione dell‟autore, sarà coinvolta in questa nuova indagine che si presenterà, a un primo approccio, difficile da risolvere. I sospetti sono indirizzati contro due giovani che il destino metterà a dura prova ed i membri della ricchissima famiglia Bernini e coloro che gli stanno vicino; persone che ostentano i loro beni, simbolo di una ricchezza raggiunta seguendo non solo la via del bene, ma anche quella del male. Tali fortune attirano, inesorabilmente, invidie e gelosie, inducendo le persone ad odiarsi; dando vita ad un intreccio di odio e amore che acceca le persone e apre quella porta presente in ognuno di noi, custodia del male. Tutti gli esseri viventi nascono puri, senza nessun tipo d‟inclinazione, né verso il bene né verso il male. Tra loro gli animali, che noi riteniamo inferiori, sono i soli a restare puri e difficilmente provocano dolore, se non per nutrirsi, difendere il loro territorio o per troppo affetto come nel caso di una donna deturpata al viso dal proprio fido; nel tentativo di allontanarla dalle fiamme. Al contrario, molti individui della razza umana, nel corso della crescita, perdono la loro purezza a tal punto da dedicarsi totalmente al male. Si formano così due schieramenti contrapposti: i fautori del bene da un lato e quelli del male dall‟altro lato. La storia narrata vuole proprio evidenziare tale aspetto. Nel cuore di qualsiasi essere umano vi è quella porta segreta e misteriosa che sbarra la strada alle forze del male e che, se spalancata, le libera come il vaso di Pandora, dando il via a spirali di orrida violenza. Resta a noi la decisione di aprirla o farla restare per sempre chiusa. La forza del bene è proprio racchiusa in questa scelta. Riuscire a resistere, senza varcare quella soglia, ci condurrà sui sentieri del bene; la vita ci apparirà più bella, spensierata e facile da vivere senza quei rimorsi che inevitabilmente opprimerebbero l‟esistenza di chi vive nel male.

Tutte le informazioni di quest‟ultimo lavoro letterario, sul blog personale dell‟autore: http://giuliobuonanno.altervista.org

Le altre pubblicazioni dell‟autore sono: -

( 2007) Mare Nostrum - Libertà violata, Patti, Kimerik; (2009) La terza Impronta Operazione bilancia, Patti, Kimerik; (2010) John Smith Il segreto della roccia di Manitu, Villalba di Guidonia, Aletti; (2011) Amore tra le stelle, Patti Kimerik.

“Oltre a scrivere ho l‟hobby della pittura” afferma l‟artista. Non possono essere frutto di hobby ciò che viene premiato a livello nazionale e internazionale. I fatti e non le chiacchiere dimostrano che Bona‟ (così è conosciuto nel mondo dell‟arte) si classificò al primo posto nel 7° Concorso Europeo del premio: “Josè Queiroz De Barros Aguiar” Ad Arcos Valdevez in Portogallo il 21 Luglio del 2007. Premio rilasciato dal critico internazionale Antonio Malmo per l‟opera “Profuga Afgana”. La partecipazione in Portogallo fu una delle rare apparizioni a livello internazionale dell‟artista che preferisce, ancora oggi, lavorare in silenzio e definire la sua arte “ un hobby”.

Profuga Afgana: Olio su tela 50x70 10


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LE ICONE (Come riconoscere un'icona autentica). Da diverse e-mail giunte alla redazione di Artetremila che chiedevano particolari sulle Icone, spesso in contraddizione e che evidenziavano la poco conoscenza su questo tema si è preso lo spunto per approfondire l‟argomento e fare chiarezza sulle Icone. La pittura di icone storicamente nasce dalla tecnica dell'affresco, ma si è evoluta in maniera abbastanza complessa, soprattutto per la preparazione della tavola, che non deve incurvarsi e deve essere resistente agli agenti atmosferici. La stesura dell'oro sul disegno, fatto a matita e poi inciso con un ago, costituisce lo sfondo. Poi l'artista dipinge servendosi di colori fatti con polveri naturali mescolate al giallo d'uovo. Quando la pittura è terminata, si applica sulla superficie uno strato protettivo, composto del migliore olio di lino e di varie resine, come l'ambra gialla. Questa vernice imbeve i colori e ne fa una massa omogenea, dura e resistente. Alla sua superficie vengono fissate le polveri, e questo col tempo dà alla massa una tinta scura. Se la si toglie, i colori appaiono al di sotto nel loro splendore originale. Essendo non soltanto il frutto di un'ispirazione artistica e di una certa libertà nella tecnica, ma anche l'espressione di una tradizione ecclesiale, le icone -stando al 2° Concilio di Nicea- possono essere considerate autentiche solo se vi è un consenso della chiesa. Il luogo liturgico fondamentale delle icone è il tempio e, nel tempio, anzitutto l'iconostasi, cioè la parete che separa i fedeli dal santuario ove si celebra il sacrificio. Di regola gli iconografi sono dei monaci cui l'igumeno ha concesso l'autorizzazione a dipingere. Nel mondo slavo e bizantino la contemplazione delle icone aveva ed ha un valore salvifico pari a quello della lettura delle Sacre Scritture. Di qui l'accesa disputa passata alla storia col nome di "iconoclastia". Le più antiche provengono dalla Palestina, dalla Siria, dall'Egitto, da Bisanzio e risalgono ai secoli IV -VI ,ma la maggior fioritura si ebbe successivamente in Russia e nei paesi Balcanici dove si produssero icone sino al secolo XVIII. (Spesso adornate con lamine d'oro o argento, di smalti e pietre preziose.)

In basso, alcune immagini di Icone.

Tre sono le caratteristiche fondamentali di tutte le icone: la luce naturale non ha alcun valore, ma sia essa che tutti i colori terreni sono soltanto luce e colori riflessi; nell'icona quindi non c'è ombra o chiaroscuro; il fondo e tutte le linee, le sottolineature d'oro vogliono proprio significare una luce sovrannaturale; la prospettiva è rovesciata, poiché le linee si dirigono in senso inverso rispetto a chi guarda, cioè non verso un punto di fuga dietro il quadro, ma proprio verso un punto esterno, che avvicina le linee allo spettatore, dando l'impressione che i personaggi gli vadano incontro (i profili infatti non esistono, se non per indicare i peccatori, né la tridimensionalità, in quanto la profondità viene data solo spiritualmente, dall'intensità degli sguardi); le proporzioni delle figure, la posizione degli oggetti, la loro grandezza non sono naturali (pesi e volumi non esistono), ma relative al valore delle persone o delle cose: non esiste naturalismo o realismo (cioè la ritrattistica), ma solo simbolismo. Il corpo, sempre slanciato, sottile, con testa e piedi minuscoli, è disegnato a tratti leggeri, e il più delle volte segue le linee delle volte del tempio, in quanto la pittura dipende dall'architettura. Tutto comunque è dominato dal volto, perché è da qui che il pittore prende le mosse. Gli occhi sono molto grandi, fissi, a volte malinconici, sotto una fronte larga e alta; il naso è allungato, le labbra sono sottili, il mento è sfuggente, il collo è gonfio. Tutto per indicare ascesi, purezza, interiorità.. Altro aspetto frequente che si trova nelle icone è la simmetria, che indica un centro ideale al quale tutto converge. In Europa occidentale l'iconografia è rimasta sostanzialmente di tipo bizantino sino a Duccio di Boninsegna e Giotto, cioè sino al momento in cui si è cominciato a introdurre la prospettiva della profondità, il chiaroscuro naturalistico, il realismo ottico, perdendo così progressivamente il carattere misterico e trascendente delle rappresentazioni sacre. Al 1424-26 risale la Trinità di Andrej Rubljov (vedi foto) ; oggi si trova nella Galleria Tetrjakov). Le testimonianze biografiche su Andrej Rubljov sono scarse. Non si sa dove nacque e poche delle sue opere si sono conservate fino ai nostri giorni. Il primo accenno a Rubljov che troviamo nelle cronache risale al 1405, anno in cui fu invitato a partecipare alla decorazione dell'iconostasi della cattedrale dell'Annunciazione del Cremlino. 11


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PREMIO INTERNAZIONALE ARTETREMILA DAL 1995 Artisti premiati: Anno 1995: CARMI‟ pittore (Carmelo FUCARINO morto il 23/07/2001) Franca RIZZI pittrice e poetessa , BAFFONINO scultore , Martine HOUGARDY pittore (Belgio) Anno 2001 : CIVARDI Foschia Cinzia - Paola DI GIOVANNI Anno 2002 Andreina GOBETTI - Giusy SGRO' Angela Donati Maugeri Anno 2003 Pittura : Aldo PICARD, Mileta KOL, Anno 2004 : Tiziana MIGNOSA, Sergio MONTEFIORE, Scultura: Giorgio MOROLLI Pittura: Augusto NIEDDU, Anna FORNARI, Lucia SAVIANTONI ed Eleonora TESTI. Fotografia: Sara FICARI e Claudio REVELLI. Anno 2005 : Amhed FELMBAN, Francesco MAROTTA, Carolina POLI, Alessandro UMBRO, Paola DI GIOVANNI, Manuela OALADINI (Per la Fotografia) Salvatore BARTOLOMEO (Per la Narrativa) Maria Pia PAGNOTTA De SANTIS (Per la Poesia)

Il “Premio Internazionale Artetremila” si differenzia dagli altri premi rilasciati da operatori culturali per le particolari modalità di assegnazione e il numero limitato (Cinque). L‟artista da premiare (pittore, scultore, poeta, scrittore, fotografo) viene individuato nel corso di manifestazioni organizzate, sia da Artetremila che da altri operatori culturali e tra gli artisti registrati sui portali Artetremila. La candidatura al premio può essere segnalata anche da un critico o da un operatore culturale, con l‟invio in redazione del curriculum dell‟artista e due immagini di buona qualità di opere dell‟artista e, nel caso di poeti o scrittori, di un testo. I premi messi a disposizione sono solo cinque per ogni categoria e assegnati una sola volta all‟anno. L‟artista premiato riceverà il prestigioso premio con la motivazione e inserito nell‟albo d‟oro di Artetremila. In basso l‟ultimo premio assegnato, per la pittura, all‟artista dell‟India Shantanu Sanyal

Anno 2006 : Carmela SAMMARTINO Anno 2007 : Alessandro PASSERINI, Angela NUCCETELLI, Giovanna ALFEO, John F. CADDY (Pittura) Anno 2008 : Stefania CASAVECCHIA(Pittura) Anno 2010 : Ilaria SERAFINI , Grazia ZDRLICH (Pittura) , Carlo CINGOLANI (Scultura) Anno 2011 Islam ROBI.(Fotografia) - Shantanu Sanyal (Pittura

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La città ideale: Ecopolis Le città moderne dovranno, nel prossimo futuro, far fronte a numerosi problemi; aumento della popolazione, diminuzione delle terre coltivabili, aumento dei consumi alimentari, inquinamento, aumento della richiesta di energia elettrica e tanti altre difficoltà correlate come l‟aumento della richiesta di assistenza anziani dovuto all‟età media di vita sempre in crescita. Scienziati di tutto il mondo sono in prima linea per studiare nuove tecnologie che ci consentiranno di attenuare o risolverne molti dei problemi elencati. L‟aumento dei consumi alimentari e la diminuzione di terre coltivabili, nei grandi centri urbani, hanno spinto alcuni studiosi a sperimentare la coltivazione senza terra; sembra impossibile eppure sui tetti di alcune metropoli orientali (a causa della scarsità di terra coltivabile) si stanno producendo ortaggi con la tecnica Aeroponica (le radici sono sospese nell‟aria e irrorate con gli elementi nutrienti). In questa maniera il prodotto è a portata di mano di chi lo deve utilizzare con un enorme risparmio di energia per il trasporto e riduzione di inquinamento. C‟è un altro progetto interessante per la città ideale che consiste nel raffreddare gli alimenti con il rumore. Il progetto di un freezer di dimensioni ridotte, che funziona con onde sonore al posto dei refrigeranti chimici, è stato messo a punto da un gruppo di fisici acustici della Penn State University. La ricerca è stata condotta da Steven Garrett, docente di acustica dell'istituto. I primi frigoriferi realizzati sono un po‟ costosi ma nel giro di pochi anni potremo certamente raffreddare gli alimenti con questa nuova tecnologia che abbasserà enormemente l‟inquinamento atmosferico.

La redazione risponde a una domanda di un lettore: Come scrivere un soggetto per un film? Risposta: Per scrivere un buon soggetto gli ingredienti sono: Una scrittura accattivante e curata, tale da tenere inchiodato al tavolino anche il più "pessimista" dei produttori . Semplicità e chiarezza di esposizione . Il tempo presente indicativo, coniugato sempre alla terza persona. Per la formattazione, ogni pagina deve essere composta da: trenta righe per sessanta battute. Per quanto riguarda la lunghezza, di solito, non deve superare le dieci cartelle, a meno che non vi siano diverse indicazioni da parte di chi propone un concorso. Nel soggetto si scrive solo la nuda e cruda storia. Niente di romanzato. Solo immagini. Non si scrive mai: Mario Rossi, insegnante elementare, quarantacinque anni ben portati. Si scrive piuttosto: Mario Rossi, stringendo la sua consumata valigetta di cuoio, impacciato nel suo cappotto blu, varca la soglia della scuola. Si deve mostrare, non raccontare. Chi scrive per il cinema deve pensare per immagini. Gli aggettivi devono essere pochi ed essenziali. Un soggetto è poesia senza svelarsi. Utilizzate poi sempre frasi secche e coincise. Molto brevi, quasi lapidarie. Nell‟intestazione dovete essere concisi, esempio: TITOLO : Viaggi DURATA : 50/55 minuti a puntata GENERE : Telefilm AUTORE : Mario Rossi

Questa tecnologia può essere applicata anche ai cellulari per la ricarica della batteria; mentre parliamo le vibrazioni ricaricano le batteria. Il primo prototipo è stato realizzato in Corea. Sullo stesso principio delle onde sonore si stanno realizzando i primi prototipi di motori per la produzione di energia elettrica. Alla stesura di questo articolo il primo prototipo produce energia al costo di circa 1 dollaro per watt, ma l‟obbiettivo è quello di migliorare per raggiungere i 15 centesimi di dollaro per watt.

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Inaugurata la grande antologica di Ugo Guidi. Dal “San Giovannino” ai totem: 135 opere in mostra fino al 14 luglio 2013. A Forte dei Marmi il centenario della nascita dell‟artista versiliese. Ingresso Libero. Dal “San Giovannino” realizzato nel ‟37, la prima opera della sua sterminata produzione a “I Vincitori”, l‟ultima che completa un percorso iniziato al fianco del Maestro Arturo Dazzi. A Villa Bertelli di Forte dei Marmi (Lu) sipario alzato sul mondo dello scultore versiliese Ugo Guidi nell‟anno del centenario della sua nascita. Dopo una lunga attesa e un‟anteprima iniziata ad agosto che tanto interesse aveva creato, la mostra antologica di Ugo Guidi è stata finalmente inaugurata a Villa Bertelli alla presenza del Sindaco, Umberto Buratti, del curatore Enrico Mattei e dei figli, Vittorio e Fabrizio, testimoni del suo genio. “Mio padre vive nelle sue opere” ha spiegato il figlio, Fabrizio, presentando insieme al fratello l‟antologica insieme al fratello – questa mostra da il degno risalto alla figura di mio padre. Una grande figura”. In tutto 135 opere custodite tra le magnifiche sale ed il giardino di Villa Bertelli, sapientemente scelte nei vari decenni di ricerca artistica („40, „50, „60, '70) ed divise in aree tematiche capaci di svelare non solo l‟arte e la tecnica ma l‟emozione, l‟estasi e la santità di Ugo Guidi. La mostra ci guida attraverso gli inizi, gli animali, i cavalli ed i cavalieri, la religione, il mare, il ritratto e l‟autoritratto fino ai totem, punto di arrivo della sua concezione dell‟arte.

Promossa dal Comune di Forte dei Marmi e dalla Fondazione Villa Bertelli con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e Bassilichi, la mostra curata da Enrico Mattei potrà essere visitata fino al 14 luglio 2013 (ingresso libero). Orario: fino al 22 dicembre il venerdì, sabato e domenica dalle 15,30 alle 19,30. Dal 22 dicembre al 6 gennaio tutti i giorni (chiuso 25 dicembre 2012 e 1 gennaio 2013) dalle 15,30 alle 19,30. Dal 7 gennaio a Pasqua il venerdì, sabato e domenica dalle 15,30 alle19,30

Location: VILLA BERTELLI Via G. Mazzini, 200 Forte dei Marmi - Lucca Tel. 0584 787251 www.villabertelli.it Informazioni: Museo Guidi Via Matteo Civitali, 33 Tel. 348 3020538 museougoguidi@gmail.com www.ugoguidi.it Andrea Berti

A raccontare Guidi, nella ricca varietà di sculture e disegni che si snodano tra teche, pareti e delicatissimi allestimenti, ci sono gli amici, i compagni di viaggio, i testimoni della sua grandezza a guidare il visitatore nella retrospettiva come Artemio Franchi che apre la sezione dedicata allo sport, Massimo Carrà, Raffaele De Grada, Ernesto Treccani, Antonella Serafini, Arturo Politi e Piero Santi. Particolarmente emozionante la presenza, tra le tante opere, del “Cristo Magnifico” che ha un profondo legame con la storia della famiglia Guidi. Realizzato per uno dei figli, come dono, “non è un Cristo come gli altri – ci ha tenuto a sottolineare Vittorio – è un Cristo umano ma possente. E‟ un Gesù lavoratore, un Gesù più vicino all‟uomo che al cielo”. La mostra di Villa Bertelli compone la trilogia di eventi ed iniziative dedicate ad Ugo Guidi. Oltre all‟antologia di Forte dei Marmi, che prenderà forma anche all‟interno di un prezioso catalogo con interventi di Antonio Paolucci, Direttore dei Musei Vaticani e Cristina Acidini, Soprintendente del Polo Museale Fiorentino che sarà presentato nel periodo pasquale, è in corso “Ugo Guidi a Pietrasanta” ospitata a Palazzo Panichi, mentre l‟evento conclusivo si terrà a Carrara, presso il Centro Internazionale delle Arti Plastiche; apertura in agenda il 14 settembre 2013, il giorno di nascita di Ugo Guidi.

I calciatori

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Calendario WORLD ART 2013

Alcune delle opere inserite nel calendario.

Opera di Farida Suleymanova Il calendario World Art 2013 è stato realizzato con una selezione di opere di artisti del circuito Artetremila. Le opere selezionate sono degli artisti:

Anna Bonarrigo, Anna Greco Anna Maria Giannini, Alessio Carlini Bairang SutharMomasaria Farida Suleymanova, Giulio BONA’ Oriano Golnelli, Raffaella Amoruso Rita Piccioni, Věra Jansová Per partecipare alla selezione, per future pubblicazioni Artetremila, bisogna iscriversi al portale Artetremila che insieme al portale Autori conta oltre 327 iscritti, a questi bisogna aggiungere gli oltre 300 aderenti ai gruppi Artetremila di Facebook. Opera di Oriano Golnelli 15


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Artetremila promuove gli artisti validi. L‟attività di promozione degli artisti, aderenti ad Artetremila, valica le frontiere locali; ciò è possibile grazie al circuito Artetremila che mediante i network: blog e i canali web_TV e le periodiche pubblicazioni che vengono diffuse e pubblicate anche sul web, pubblicizza l‟attività dell‟artista associato o semplicemente iscritto a uno dei network. Visitando il sito ufficiale (www.artetremila.it) porta d‟ingresso di un‟ampia rete, ci si può rendere conto del lavoro costante di promozione degli artisti locali e internazionali. Artetremila, sin dal 1990, opera fuori dagli schemi dell‟associazionismo locale che tende ad autocelebrarsi evitando di confrontarsi con artisti di tutto il mondo e restando di fatto fuori dal circuito internazionale.

Stampa su carta magnetica (a colori) per pareti metalliche (frigoriferi ecc.)

Cartolina (fronte, retro)

Sulla pagina HOME del sito ufficiale è pubblicato l‟elenco degli (Artristi in vetrina) L‟elenco viene aggiornato periodicamente consentendo a tutti gli iscritti di farsi conoscere; uno spaccato del modo di interpretare l‟arte di artisti italiani che si confrontano con artisti di tutto il mondo. La promozione dell‟artista prosegue con la realizzazione di piccoli gadget; cartoline, e stampa su carta magnetica con impresse un‟immagine di un‟opera dell‟artista. Grande successo stanno avendo le stampe a colori su carta magnetica; dopo i primi prototipi realizzati e senza nessun costo per gli artisti, Artetremila è pronta a ricevere adesioni per questo tipo di pubblicità; adesioni che contribuiranno a sostenere la nostra associazione. I primi espositori dei nostri gadget saranno ospitati dal “Laboratorio d‟arte ALFIERI” in Pomezia. Se desideri collezionare le nostre stampe realizzate su vari supporti o richiedere alcune personalizzate contattaci all‟indirizzo e_mail: infoartetremila@libero.it con oggetto magneti.

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LABORATORIO CREATIVO Un sacco di storie o…di paure? di Laura Margherita Volante MOTIVAZIONI Premesso che sia di fondamentale importanza offrire ai bambini degli spazi creativi in cui possano vivere momenti di ispirazione, la scrittura, come linguaggio espressivo, è veicolo di idee, emozioni, sentimenti e valori stimolati dalla lettura e dalla riflessione, i cui contenuti per il significato etico, morale, sociale, culturale, ambientale, danno l‟opportunità, a chi li utilizza e a chi ne fruisce, di confrontarsi e di crescere. Questa esperienza di comunicazione espressiva può far sì che i fanciulli possano provare a mettere in circuito pensieri, sentimenti, vissuti attraverso la linfa di radici familiari e sociali. La finalità educativa è, quindi, di incentivare la cultura del territorio e delle sue tradizioni, sui processi culturali e comunicativi attraverso personaggi e storie, che hanno lasciato un‟impronta significativa per l‟identità territoriale, compreso l‟amore per l‟arte, la terra e i suoi prodotti, ecc… anche in un processo di superamento della solitudine e della paura.

OBIETTIVI FORMATIVI Sono quelli di portare i bambini a esprimersi in maniera naturale, favorendo il linguaggio espressivo e creativo come stimolo alla curiosità, alla ricerca, al confronto per misurarsi in una prospettiva di futuro. L‟aspettativa ambiziosa è che si avvii, quindi, un circuito di trasformazione e di evoluzione spirituale fra conoscenza e autocoscienza. Tematiche: 1. Il mio territorio e storie di vita 2. Il sacco delle paure TEMPI DI ESECUZIONE 3 ore di attività di laboratorio di scrittura creativa MODALITA‟ DI LAVORO 1. lettura di un breve racconto 2. relazione sulla scrittura creativa (power point) intorno alle tematiche 3. i bambini interagiscono elaborando collettivamente, individualmente e/o in piccoli gruppi di 2 o 3, un testo scritto Laura Margherita Volante

FINALITA‟ Tale progetto intende, per questo motivo, promuovere un percorso metodologico di educazione attraverso il recupero delle radici popolari e delle proprie tradizioni ( i miti, i sogni, la drammatizzazione, la creatività…), utilizzando quegli strumenti che meglio si prestano alla realizzazione di elaborati creativi. Il laboratorio di scrittura creativa vive, quindi, un‟esperienza di analisi storica del contesto culturale in cui i bambini si domandano: “Dove… Con chi… vivo? Chi mi passa il testimone per continuare a credere in un sogno, in un progetto di vita senza paura del futuro? La narrazione diventa allora una forma autentica ed immediata, che contribuisce a sviluppare il senso di appartenenza e a stimolare il sentimento di comunità rendendo parlabili più cose.

Artetremila ringrazia tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questa pubblicazione. 17


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