53 APR/GIU 2004
www.ArtigianArteDesign.it
PER UN NUOVO COLLEZIONISMO FRA CATTANI E CIMATTI PROGETTO ACTA MANI D’ORo FATTO A MANO
NUMERO 53 Aprile/Giugno 2004 Trimestrale Anno XIV I6,50 ISSN 1724-9376 Spedizione in abbonamento postale 45% Articolo 2 comma 20/b legge 662/96 Filiale di Milano
ARTE APPLICATA NEL MOBILE FORME E COLORI GROTTA e VINCI GIACOMO ALESSI
9 771724 937002
Edizioni Imago International
40053
D’ARTIGIANATO tra arte e design
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D’ARTIGIANATO tra arte e design
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D’ARTIGIANATO TRA ARTE E DESIGN
DIREZIONE, Amministrazione e Abbonamenti Edizioni Imago International S.r.l. Corso Indipendenza, 6 - 20129 Milano Tel. 02.70009474/02.70009480 - Fax 02.71092112 info@edizionimago.com - www.ArtigianArteDesign.it Segreteria di Redazione Via Guercino, 7 - 20154 Milano Tel. 02.33608400 - Fax 02.33608389 Direttore Responsabile Ugo La Pietra Direzione Editoriale Adriano Gatti, Giovanni Mirulla comitato scientifico Enzo Biffi Gentili, Giancarlo Bojani, Gillo Dorfles, Vittorio Fagone, Anty Pansera Hanno collaborato a questo numero Per i testi: Eduardo Alamaro, Angelo Andreotti, Antonio Amico, Enzo Biffi Gentili, Massimo Bignardi, Gian Carlo Bojani, Felice Bonalumi, Simona Cesana, Giuseppe De Biasi, Gaetano Franzò, Adriano Gatti, Rolando Giovannini, Ugo La Pietra, Fernando Murilo Moro, Aurelio Porro, Irene Taddei, Isabella Taddeo, Sara Tomasella, Davide Viganò. Per le fotografie: Paolo Bernardi, V. D’Antonio, Fabio Mantovani, F. Meneghetti. Inserzioni pubblicitarie Koinè II cop.; Associaz. Italiana Città della Ceramica p.1; Housewares & Gift Fair South America p.2; Avantgardesign p.3; Convivio p.4; I.S.O.L.A. p.5; Summer Sourcing Show for Gifts, Houseware & Toys p.6; Autumn Fair p.7; Maison & Objet p.8; Gruppo Vetrario Paci p.9; Intergift-Madrid p.10; Abitare il Tempo p.11; Macef p.12; Artigianato Artistico Religioso p.89; GMF Pianeta p.92; Architettura minimalista p.93; Imago Shop & Fair p.94; D’Artigianato tra Arte e Design p.95; Taormina Gift Fair/Firenze Bomboniere III cop.; Morelato IV cop. FOTOLITO Fotoprocess, Milano stampa E CONFEZIONE SATE s.r.l., Zingonia - Verdellino (BG) carta patinata opaca senza legno CONCESSIONARIA PER LA PUBBLICITÀ MIRCO s.r.l. Call center 899 - 200070 Via Italo Calvino, 19 - 01030 Vitorchiano (VT) Tel. 0761.371773 - Fax 0761.371951 Tel. 0942.628926 - Fax 0942.623770 mirco1931@emil.it Edizioni Imago International s.r.l. Corso Indipendenza, 6 - 20129 Milano Tel 02.70009474/02.70009480 - Fax 02.71092112 Distribuzione Italia - EDICOLA inter orbis S.p.A. Via Benedetto croce, 4 20094 Corsico (MI) Tel. 02.48693228 - Fax 02.48693213 Distribuzione Italia - LIBRERIA JOO Distribuzione - Via F. Argelati, 35 20143 Milano - Tel. 02.8375671- Fax 02.58112324 Distribuzione Estero A.I.E. - Via Manzoni, 12 - 20089 Rozzano (MI) Tel. 02.5753911 - Fax 02.57512606 Abbonamenti Italia 4 Numeri + speciali € 24,00 annuale; € 44,00 biennale. Numeri arretrati € 8,00 Abbonamenti ESTERO 4 Numeri + speciali € 37,00 annuale; € 70,00 biennale. Numeri arretrati € 11,00 © 2004 Edizioni IMAGO INTERNATIONAL S.r.l. Tutti i diritti riservati. Riproduzione dei testi e delle foto solamente previo consenso scritto dell’Editore.
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D’ARTIGIANATO TRA ARTE E DESIGN
Con il patrocinio del Ministero Industria Commercio e Artigianato
APR/GIU 2004
Anno XV - Numero 53 aprile/giugno 2004 Registrazione al Tribunale di Milano n. 45 del 30.1.1991 ISSN 1724-9376
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D ’ARTIGIANAT O tra arte e design w w w.ArtigianArteDesign.it
P E R U N N U O V O COLLEZIONISMO FRA C AT TANI E CIMATTI P R O G E T T O ACTA M A N I D’ORO FAT T O A MANO
ENGLISH TRANSLATION
NUMERO 53 Aprile/Giugno 2004 Trimestrale Anno XIV I 6,50 ISSN 1724-9376 Spedizione in abbonamento postale 45% Articolo 2 comma 20/b legge 662/96 Filiale di Milano
A R T E APPLICATA NEL MOBILE F O R M E E COLORI G R O T TA E VINCI GIACOMO ALESSI
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Contenitore da tavola a scomparti di Franco Giorgi, maiolica dipinta con smalti e lustri metallici, diametro cm. 34, h. cm. 20, 2004.
SOMMARIO
Editoriale Editorial DESIGN PARASSITA PARASITE DESIGN di Ugo La Pietra Storia History le FORME E COLORI DI UN NASCOSTO MEDITERRANEO THE SHAPES and colours of a hidden Mediterranean SEA di Massimo Bignardi Storia e tradizione History and tradition MANI D’ORO GOLDEN HANDS di Adriano Gatti Iniziative Initiatives PROGETTO ACTA acta project di Giuseppe De Biasi Ceramica Internazionale International Ceramics PER UN NUOVO COLLEZIONISMO a new way of collecting objects di Gian Carlo Bojani Eventi Events OSSERVATORIO SULLE ARTI APPLICATE NEL MOBILE OUTLOOK ON APPLIED ART IN FURNITURE di Ugo La Pietra Mostre Exhibitions
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FRA CATTANI E CIMATTI BEtween cattani and cimatti di Rolando Giovannini Premi e concorsi Awards and contexts GROTTA E VINCI grotto and win di Enzo Biffi Gentili Autori Authors GIACOMO ALESSI GIACOMO ALESSI di Antonio Amico Fiere e Saloni Fairs and shows “FATTO A MANO” PROTAGONISTA AL MACEF di Sara Tomasella SHOWCASE IRELAND 2004 di Gaetano Franzò FLORENCE GIFT MART di Davide Viganò I.H.M. 2004 di Fernando Murilo Moro MIA - ABITARE E BENESSERE di Felice Bonalumi Rubriche Columns MATERIALI E TECNICHE: LA LAVORAZIONE DELL’ALABASTRO DI VOLTERRA di Irene Taddei AREE REGIONALI SEGNALAZIONI CALENDARIO degli eventi
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Indirizzi Addresses
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COMITATO D’ONORE
COMItato TECNICO E CORRISPONDENTI PER LE AREE ARTIGIANE
MINISTERO INDUSTRIA COMMERCIO E ARTIGIANATO Antonio Marzano (Ministro Attività Produttive) CASARTIGIANI Giacomo Basso (Presidente) Nicola Molfese (Direttore Generale) C.L.A.A.I. Franco Prinzivalli (Vicepresidente vicario) Marco Accornero (Segretario nazionale) C.N.A. Ivan Malavasi (Presidente) Giancarlo Sangalli (Segretario generale) Giovanni Morigi (Pres. Settore Artig. Art.) Walter Ferracci (Segr. Settore Artig. Art.) CONFARTIGIANATO Luciano Petracchi (Presidente) Guido Bolaffi (Segretario Generale) Raffaele Masprone (Resp. Artigianato Artistico) Federazione Nazionale Artigianato Artistico Lamberto Mancinelli e Antonio Parrucca
Gilda Cefariello Grosso Luciano Marziano Maria Luciana Buseghin
“tartaruga”, “Centrotavola-candeliere” e “piatto-lago” di Ugo La Pietra; oggetti in rame smaltato dalla “Collezione Fatto ad Arte”.
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Alabastro di Volterra Irene Taddei Bronzo del veronese Gian Maria Colognese Ceramica campana Eduardo Alamaro Ceramica di Albisola M. Trogu - R. Costantino Ceramica di Caltagirone Francesco Judica Ceramica di Castelli Vincenzo Di Giosaffatte Ceramica di Deruta Nello Zenoni Ceramica di Grottaglie Ciro Masella Ceramica di Laveno Marcello Morandini Ceramica di Nove
Katia Brugnolo Ceramica di Palermo Rosario Rotondo Ceramica di Vietri Sul Mare Massimo Bignardi Ceramica faentina Tiziano Dal Pozzo Ceramica piemontese Luisa Perlo Ceramica sestese Stefano Follesa Ceramica umbra Nello Teodori Cotto di Impruneta Stefano Follesa Cristallo di Colle Val d’Elsa Angelo Minisci Ferro della Basilicata Valerio Giambersio Ferro di Asolo Stefano Bordignon Gioiello di Vicenza Maria Rosaria Palma Intarsio di Sorrento
Alessandro Fiorentino Legno della Val d’Aosta Franco Balan Legno di Cantù Aurelio Porro Legno di Saluzzo Elena Arrò Ceriani Marmi e pietre del trapanese Enzo Fiammetta Marmo del veronese Vincenzo Pavan Marmo di Carrara Antonello Pelliccia Mosaico di Monreale Anna Capra Mosaico di Ravenna Gianni Morelli Mosaico di Spilimbergo Paolo Coretti Oro di Valenza Lia Lenti Peperino Giorgio Blanco Pietra di Apricena
Domenico Potenza Pietra di Fontanarosa Mario Pagliaro Pietra di Lavagna Alfredo Gioventù Pietra lavica Vincenzo Fiammetta Pietra leccese Luigi De Luca Pietra Serena Gilberto Corretti Pizzo di Cantù Aurelio Porro Tessuto di Como Roberto De Paolis Travertino romano Claudio Giudici Vetro di Altare Mariateresa Chirico Vetro di Empoli Stefania Viti Vetro di Murano Marino Barovier Federica Marangoni
editoriale di Ugo La Pietra
Design parassita Sempre di più, nel mio percorrere
i territori ed i luoghi dove operano artigiani-artisti sento spesso il grido di aiuto, qualche volta di disperazione, di questi operatori. È inutile ricordare le loro difficoltà professionali e d’impresa, le rare apparizioni sulle riviste, l’impossibilità di entrare in un circuito commerciale qualificato; ciò che mi sembra utile dimostrare è che spesso il loro lavoro non riesce ad assumere un ruolo importante nel nostro sistema. Per poter capire meglio questa situazione vale la pena spostare la nostra attenzione verso il disegno industriale, che sembra avere raggiunto una certa maturità, anche se dobbiamo registrare che ancora molto deve essere fatto perché si possa parlare di una “vera disciplina”. Infatti, per poterlo definire tale, il design dovrebbe esprimersi anche attraverso la ricerca. Ricerca vuol dire sperimentazione non finalizzata alla produzione. Ancora oggi ciò che viene divulgato (vedi libri sul design) si concentra quasi interamente sulla logica produttiva. Da tempo non è
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più così per altre discipline come l’architettura (che non si esaurisce nel cantiere e nel costruito) o la fisica, la chimica. A queste semplici considerazioni viene da domandarsi: dove il design trova spazi per la ricerca e la sperimentazione? Dove provare a fare, dove verificare nella lavorazione della materia le loro disponibilità? La risposta, in buona misura, sta proprio all’interno di una grande area creativa e fattuale che è quella delle arti applicate e dell’artigianato artistico. Territori poco conosciuti
dalla nostra cultura ufficiale, che però da tempo sono frequentati, meglio sarebbe dire parassitati, dal design. Tecniche e materiali non sono certo visibili e frequentabili all’interno della nostra media industria che si avvale, per la produzione, di tante piccole strutture artigianali sparse in tutto il territorio. Così il designer per poter vedere, provare, sperimentare, deve frequentare le piccole strutture artigiane e da queste trarre ancora e sempre stimoli e suggerimenti. Tutto ciò non fa che alimentare la disciplina design (che non disdegna stimoli anche dall’arte e dalla comunicazione visiva) ignorando la necessità di sviluppare al proprio interno il campo della sperimentazione. Questo è uno dei motivi per cui negli ultimi cinquant’anni si è assistito alla crescita della disciplina design e al quasi occultamento delle arti applicate, portando queste ultime, nella migliore delle ipotesi, ad essere utilizzate (al servizio!) del mondo del design.
Parasite design
ftener and oftener, while going along the lands and places where artisans-artists work I hear the shout for help, sometimes for desperation, of these workers. It is pointless to recall their professional and enterprise’s difficulties, their rare appearance on magazines, the impossibility to enter a qualified commercial circuit; what I believe useful to demonstrate is that their work often cannot take on an important role in our system. In order to understand this situation better it is worth to shift our attention towards the industrial design, which seems to have reached a certain maturity, though we have to register that a lot has still to be done if we want to talk of a “true discipline”. In fact, in order to define it such, design should express itself also through research. Research means experimentation
not aimed at production. Still nowadays what is popularized (see books about design) concentrates almost entirely on the production logic. It has not been so for a long time for what concerns other disciplines like architecture (which does not end in the construction site or in the building) or physics, chemistry. After these simple considerations a question arises: where does design find spaces for research and experimentation? Where to try and produce, where to verify in the processing of the material their availability? The answer, mostly, is to be found within a great creative and factual area which is that of the applied arts and of the artistic craftsmanship. Fields little known by our official culture, which however for long time have been visited, or it would be better to say attacked by the design
parasite. Techniques and materials certainly are not visible and to be dealt with within our medium industry which avails itself, for production, of many small artisan structures spread all over the territory. Thus the designer in order to be able to see, prove, experiment, has to frequent the small artisan structures and from these derive still and always stimuli and ideas. All this cannot but nourish the design discipline (which does not disdain stimuli also from art and visual communication) ignoring the need to develop internally the experimentation field. This is one of the reasons why over the last fifty years it has been possible to verify the growth of the design discipline and the almost defeat of the applied arts, leading the latter, at the best, to be utilized (at the service!) of the design world.
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STORIA di Massimo Bignardi
Le forme e i colori di un nascosto Mediterraneo
A Palazzo Sant’Agostino una retrospettiva di oltre cento opere dedicata a Guido Gambone, ceramista e pittore, promossa dalla Provincia di Salerno
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trentaquattro anni dalla morte, Guido Gambone ritorna nei luoghi che lo hanno visto ragazzo ed adulto. Torna la sua opera, vale a dire il suo incessante bisogno di raccontare attraverso la pittura, la grafica, la scultura e la ceramica, la vitalità dell’immaginario, segnata dal desiderio di scavare nel mito, nei segni di un arcaico Mediterraneo. Sono quei segni che da giovane, non ancora ventenne, ha “sbirciato” sugli affollati banchi delle faenzere a Vietri sul Mare, sua vera città o, meglio, luogo ove “registra” il dialogo che il mito instaura con il presente, con il tempo di una comunità.
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Nella pagina a fronte, dall’alto: “Autoritratto”, 1944; “Autoritratto”, 1948; ingresso della mostra a Palazzo Sant’Agostino (foto V. D’Antonio). In questa pagina, dall’alto: ulltima sala, con al centro i primi grès anni ’50, dell’allestimento della mostra progettata da Gelsomino D’Ambrosio; pannello in ceramica maiolicata, 1948.
Gambone, la sua pittura e, ancora prima, la ceramica, si sentono dentro questo magma, nella vivacità che un popolo ha d’esprimere l’immaginario, ridisegnare, cioè, lo spazio dell’essere, scandire i tempi di reiterate ritualità, custodire il sapere di mani creative, tessere i fili tra il passato e il futuro. I fili di una continuità, attesa come segno della morte e, al tempo stesso, della rinascita. “Noi siamo mortali - scrive Borges nell’ultima delle sei lezioni tenute ad Harvard dall’autunno 1967 a primavera 1968 - perché viviamo nel passato e nel futuro, perché ricordiamo un tempo in cui non
esistevamo e prevediamo un tempo in cui saremo morti”. Salerno prima, ove compie gli studi ginnasiali, poi Vietri, sono i luoghi della sua formazione, lì dove, di continuo, la sua memoria, la sua arte ha fatto ritorno. Gambone - azzardo un paradosso - non ha mai lasciato le spiagge di quel Mediterraneo che ha visto far capolino tra le montagne che incorniciavano la piccola Montella, un paesino dei monti dell’avellinese, ove nasce nel 1909: non l’ha fatto neanche quando, nell’aprile del 1949, all’inizio della notorietà che in breve l’avrebbe portato ai vertici della ceramica
nazionale ed internazionale, decide di trasferirsi a Firenze e rompere ogni legame con il passato. Non lascia idealmente Salerno, perché qui ha i suoi amici, Alfonso Gatto, Matteo Della Corte, Tullio e Francesco Lenza, Pietro Laveglia, ma anche perché è la città ove consuma il primo scontro con la pittura accademica, che surrogava un’impropria visione classicista. Già dai primi esiti, infatti, la sua pittura si attesta a difesa di un concetto moderno di “classico”, ovvero di quel corpo vivo che dialoga con il tempo, scuotendo, proprio nel terzo decennio del Ventesimo secolo, l’intera
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In questa pagina: “Fiasca grande”, 1961. Nella pagina a fronte: “Leda e il cigno”, 1950.
Europa. È un ordito che, dalle spigolose “Demoiselles d’Avignon” di Picasso, va al dionisiaco spazio di Matisse, al “dramma” dell’essere avanzato dall’espressionismo, sino alla satura forma del concretismo che parla all’architettura. Gambone, dalle sponde d’un Mediterraneo silenzioso e fatalista, lancia il suo sguardo in tutte le direzioni, con la consapevolezza di chi attraversa il corpo della pittura per strappare ad essa l’impalpabilità dell’immagine fino a darle forma, sostanza. Sui banchi delle faenzere, ove il gesto trascrive stereotipi segni sui panciuti ventri delle brocche o nel leggero incavo dei piatti, l’artista scopre la pittura, non quella cerebrale, tutta annidata in territori di difficile accesso, bensì la pittura che interpreta la luce della quotidianità, permeata d’una solarità densa che, come il mito, ammanta le coste del Sud. È la stessa luce che l’artista ritrova nelle figure stilizzate, nei ritmi che cadenzano il racconto delle immagini, scritto a più mani da quel gruppo di artisti tedeschi Stüdemann, Doelker, Kowaliska, Amos... - che conoscerà a Vietri tra la fine degli anni Venti e la metà del decennio successivo. Non ancora ventenne frequenta le botteghe di ceramica vietresi: la piccola cittadina, affacciata all’ansa del golfo di Salerno, diviene la sua vera (in fondo unica) città: a lui identica per carattere, per temperamento, vale a dire inquieta, generosa - perché Gambone lo era sinceramente - sorridente, aperta, curiosa, intraprendente,
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laboriosa e al tempo stesso ombrosa, diffidente, chiusa, “saracena”, come raccontano le cronache. Ho sempre pensato a Gambone, non me ne vogliano gli amici vietresi, come ad un vento che sobillava e sobilla, inquieta, le strade di “ceramica”, le vetrine con gli oggetti ammassati che colorano lo spazio. Gambone - mi confidava anni addietro in un’intervista Tullio Lenza - è rimasto come un fantasma che si agita nella nostra memoria,
in quella di una comunità “che non ha (non abbiamo) avuto il tempo per comprendere la sua inquietudine” che, in fondo, è quella di un’intera generazione. Gambone non era scontroso, chiuso, insomma un brutto carattere, così come lo descrive una storiografia alimentata dall’aneddotica: la sua esperienza non cede mai, anche nei momenti di maggior scoramento - e sono tanti quelli confidati nelle lettere inviate
a Ungania, a Tampieri, a Dario Poppi - alla terrena “pesantezza” del dolore, bensì trova riparo nella leggerezza della melanconia che dipana le ombre, schiarisce lo sguardo, per consegnarlo all’emozione del colore. Il 1950, data del trasferimento della famiglia a Firenze, assume un significato importante: segna, per Salerno, un preciso spartiacque del secolo, scandito da due tempi completamente diversi fra loro. Gambone - il coraggioso pittore che silenziosamente, da appartato e con indole romantica, dialoga con la modernità, con i linguaggi di un ’900 rivolto alla contemporaneità, ai venti di un dibattito europeo - lascia la scena sulla quale è stato riconosciuto unicamente come ceramista, costretto dalle necessità, ma anche dalla difficoltà di aprire un varco nel muro della cultura artistica cittadina di quegli anni, ancora tutta intrisa sia dal “popolanismo” della pittura tardottocentesca napoletana, sia dalla persistente aria d’inizio secolo, con declinazioni di un “classicismo” cifrato da accenti umbertini. Ho impaginato sul piano storico-critico questa mostra, la prima che ricostruisce attraverso cento opere, tra dipinti, sculture, ceramiche, la complessa esperienza creativa di Guido Gambone, cercando di dare risposta, innanzitutto, ad un vecchio impegno che la comunità salernitana aveva con un suo prestigioso artista: un desiderio e una necessità espressi, già nel 1973, da Filiberto Menna, caduti nel silenzio di una storiografia critica incupita dal fatalismo. Dare corpo ad una “assenza” ha significato tirare fuori dai paludati territori della retorica e dell’aneddoto l’artista Gambone, una figura chiave della cultura italiana, approfondire i passaggi salienti della sua vita, verificare con attenzione la cronologia delle opere, leggere il prezioso inventario al quale da anni lavora la figlia Maria Teresa, tessere, infine, l’ordito di un dibattito, quello vivo in Italia fra le due guerre e all’indomani del 1945, cercando di comprendere i movimenti di quel filo rosso che è per noi Guido Gambone.
A lato: “Herod throne”, in metallo, disegno originale
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The shapes and colours of a hidden Mediterranean Sea At Palazzo Sant’Agostino, more than a hundred works in an exhibition promoted by the Province of Salerno and dedicated to Guido Gambone, ceramic artist and painter
At thirty-four years since his death, Guido Gambone returns to the places where he spent his boyhood and adulthood. His work comes back, that is to say his incessant need to convey through painting, graphics, sculpture and ceramics the vitality of the imaginary, marked by the desire to dig into the myth, into the marks of an archaic Mediterranean Sea. Those are the marks that, not twenty years old yet, he “spied” on the crowded benches of the ceramic workshops at Vietri sul Mare, true town for him and place where he “records” the dialogue the myth sets up with the present time, with a community’s time. Gambone, his painting and, even earlier, ceramics, can be felt in this magma, in the vivacity a people has to express imaginary, i.e. to draw anew the being’s space, to beat the times of repeated rituality, to guard the knowledge of creative hands, to weave the threads between past and future. The threads of continuity, waited for like the death sign and, at the same time, the recovery. First Salerno, then Vietri are the places of his education, where continuously his memory and his art returned. Gambone – I will venture a paradox – has never left the beaches of that Mediterranean Sea he saw peeping among the mountains which outlined little Montella, a small village in the mountains of the Avellino territory where he was born in 1909: neither did he do so when, in April 1949, at the beginning of the celebrity which shortly would have led him to the heights of the national and international ceramic art, decided to move to Florence and break every bond with the past. Mentally he doesn’t leave Salerno because there live his friends, Alfonso Gatto, Matteo Della Corte, Tullio and Francesco Lenza, Pietro Laveglia, but also because it is the town where he consumes his first clash with
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Nella pagina a fronte: “Grande totem”, 1960. In questa pagina: “Grande brocca”, 1954.
the academic painting, which substituted an inappropriate classicistic vision. In fact from the very first outcomes, his painting takes up position in favour of a modern concept of “classic”, or rather of that living body which converses with time, shaking, precisely in the third decade of the Twentieth century, the whole Europe. It is a warp which, from the angular “Demoiselles d’Avignon” by Picasso, goes to the Dionysian space by Matisse, to the “drama” of the being proposed by expressionism, till the saturated shape of concretism which talks to architecture. Gambone cast his glance in all directions. On the benches of the ceramic workshops, where gesture writes down stereotypic signs on the big-bellied jugs or in the light hollow of plates, the artist discovers the painting which interprets the every day light, permeated of a dense radiance which, like myth, envelops the Southern coasts. It is the same light the artist finds in the stylized figures, in the rhythms which beat the tale of the images, written more than one-handed by that group of German artists - Stüdemann, Doelker, Kowaliska, Amos… - he will meet at Vietri between the end of the Twenties and the middle of the following decade. He goes to Vietri ceramic shops when he is not twenty years old yet: the small town becomes his true (after all sole) town . I have always thought of Gambone as of a wind that disquiets the “ceramic” roads, the shop windows with the piled up objects. Gambone - Tullio Lenza revealed to me during an interview - has remained like a ghost who moves about in our memory, in that of a community “which has not had time to understand its disquiet”, after all, belonging to an entire
generation. Gambone was not bad-tempered, reserved, as described by a historiography nourished byanecdotage: his experience never surrenders, even in the moments of greater discouragement, to the earthly “heaviness” of pain; on the contrary, it finds a remedy in the lightness of melancholy, which unravels shades, makes the look brighten, for delivering it to the emotion caused by colour. The year 1950, date of the family’s moving to Florence, marks for Salerno a precise break point of the century, stressed by two times completely different one from the other. Gambone - the courageous painter who silently converses with the languages of a Twentieth century turned to the modern world – leaves the site where he has been accredited solely as ceramic artist, because forced by needs, but also by the difficulty to open a breach in the wall of the town artistic culture of those years, still all soaked both in the “common people descriptive trend” of the late Nineteenth century Neapolitan painting and in the persistent aura of the beginning of the century, with assertions
of a “classicism” marked by accents typical of the reign of Umberto I of Savoy. I have set this exhibition against the historical-critical background, the first exhibition that recreates through a hundred works Guido Gambone’s complex creative experience, trying to answer, first, to an old commitment the Salerno community had with one of his prominent artists: a desire and a need expressed, already in 1973, by Filiberto Menna, then dropped in the silence of a critical historiography made gloomy by fatalism. To give shape to an “absence” meant to take out from the marshland of rhetoric and anecdote the artist Gambone, a key-figure of the Italian culture, to study deeply the most important events of his life, to verify carefully the chronology of his works, to read the precious documentation to which his daughter Maria Teresa has been working for years, to weave, in conclusion, the warp of a debate, alive in Italy between the two world wars and after 1945, trying to understand the movements of the red thread Guido Gambone is for us.
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STORIA E TRADIZIONE di Adriano Gatti
Mani d’oro
Dai preziosi tappeti ai sapienti intrecci fino alle tante espressioni di forme in pietra e ceramica tutta la Sardegna parla di artigianato artistico vivo fenomeno culturale ed economico dell’isola
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l patrimonio di un popolo è la sua storia e la sua storia necessariamente passa attraverso la cultura materiale. La regione Sardegna è, tra le realtà territoriali, quella che ha saputo meglio conservare, valorizzare e continuare il patrimonio di cultura materiale riferibile all’artigianato artistico. Un patrimonio artigianale che è rimasto intatto nei secoli: l’“arte del popolo” è così presente attraverso segni essenziali ma nello stesso tempo carichi di significati che si perdono nella più profonda e antica storia dell’isola. Il recente volume “Artigiani di Sardegna Manos de Oro”, di Manlio Brigaglia, descrive diverse lavorazioni ancora presenti nella tradizione sarda. In un numero precedente abbiamo descritto il valore e la qualità dell’artigianato sardo attraverso la lavorazione del tessuto, del giunco e del legno, lavorazioni in cui lo stesso materiale parla della terra sarda, come il pane e la ceramica. Caratteristica dell’artigianato è stata sempre proprio quella di mettere a frutto tutto ciò che la terra è capace di offrire. Così, partendo dalla terra stessa, ecco che troviamo la ceramica, che è una delle attività più antiche dell’isola: i più importanti musei archeologici di Sardegna hanno ceramiche di 4-5mila anni fa. Le ceramiche di Assémini, capitale della ceramica sarda, sono contraddistinte da “forme e segni” (vedi cavallini e festoni). Ma anche Oristano e Dorgali sono tra i centri di produzione storicamente più importanti. La ceramica d’uso quotidiano, con la cultura del pane (da quello della festa “Tramatza” a quello
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di tutti i giorni), rappresentavano gli elementi più caratteristici della casa sarda, ove tutto era fatto a mano e ove ogni oggetto, strumento, cibo si caricava di simboli e di ritualità domestiche. Ma non bisogna
dimenticare tutta la cultura e l’arte che l’artigiano sardo ha sviluppato nella lavorazione dei metalli. Basta pensare al ferro: un materiale presente in ogni paese (vedi oggi Benetutti, Orani, Nuoro e Cagliari)
Nella pagina a fronte, dall’alto: il pane della festa, Tramatza (OR); decori in ferro battuto per testiera di letto, Nuoro. In questa pagina, dall’alto: particolare di scialle ricamato, Oliena, immagine della sopraccoperta della pubblicazione “Manos de Oro”; campanacci, Tonara (NU).
con uno o più fabbri, abili forgiatori di cerniere per porte, grate di finestra, balaustre, staffe e morsi per cavalli, ferri per ferrare i cavalli e tutti gli attrezzi per l’attività agricola. A questi fabbri si devono aggiungere i maestri ramai di Isidi e di Tornara (vedi i famosi campanacci) e le corporazioni dei fabbricanti di coltelli. Il coltello sardo è un prodotto che troviamo soprattutto in tre zone: Nord-Est (a Pattada, dove si chiama “pattadessa”), Centro (verso la costa occidentale, Santu Lussurgiu, dove si chiama “lussurgesa”) e Sud-Ovest (un piccolo polo fra Arbus e Guspini, dove si chiama “sa guspinessa” e anche “s’arburesa”). Coltelli estremamente funzionali dove la lama (a foglia) e il manico (di corno) si fondono in un’unica forma molto “coerente”, oggetti che stupiscono e meravigliano per la perfezione, oggi sempre più richiesti dai turisti come oggetti souvenir, come pure tutte le varietà di gioielli. Ricavate dalle miniere di Iglesias ecco preziose forme in argento, mentre a Cagliari e Oristano si lavora l’oro in filigrana e ad Alghero e Bosa è presente la lavorazione del corallo. Il gioiello non è solo un prodotto artigianale che il turista trova nei migliori negozi di Cagliari e Alghero, ma è anche il completamento d’obbligo dell’abbigliamento tradizionale sardo. Il costume, che ancora oggi viene usato nelle occasioni di gala e di festa, sembra pensato come struttura di base per essere ornamentata da collane, braccialetti, spille, anelli, dai bottoni in filigrana (che chiudono corpetti e camicie) alla “fede”: anello nuziale in cui microscopiche perline
d’oro si dispongono a formare un grappolo. Così gli artigiani sardi, attraverso la lavorazione dei materiali più grossolani (pietre e marmi) e di quelli più raffinati (oro, argento e rosso corallo), hanno dimostrato e dimostrano di saper utilizzare tutte
le risorse del proprio territorio, forgiandole per costruire e abbellire il proprio spazio domestico e di vita quotidiana. Gli artigiani sardi, oggi come ieri, rappresentano la cultura e l’economia portante dell’isola: dai preziosi tappeti ai sapienti intrecci,
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In questa pagina, dall’alto: ceramica artistica, Quartu Sant’Elena (CA); ceramica di tradizione, Assemini (CA). nella pagina a fronte: ceramista al lavoro nel proprio laboratorio.
fino alle tante espressioni di forme in pietra e ceramica, tutta la Sardegna parla di artigianato artistico. ringraziamo L’Editrice Italia Turistica di Padova per la gentile concessione delle immagini tratte dal volume “Artigiani di Sardegna-Manos de Oro” (testo M. Brigaglia, foto F. Meneghetti).
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In questa pagina, dall’alto: lavorazione del corallo, Bosa (NU); gioielli tipici sardi, “prendas”. Nella pagina a fronte: manufatti in corallo, Alghero (SS).
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he heritage of a people is its history and its history must pass through material culture. The region of Sardinia is one of those territories that has recognised how to best conserve, enhance and continue its heritage of material culture in terms of artistic craftsmanship. A craft heritage that has remained intact over the centuries and whose roots go down in the deepest and most ancient history of the island. The recent book “Artigiani di Sardegna - Manos de Oro” (Craftsmen of Sardinia – Golden Hands), by Manlio Brigaglia, describes various processes still present today in Sardinian
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tradition. In a previous issue of our magazine we described the value and quality of Sardinian craftsmanship through textile, cane and wood products. But ceramics is also one of the island’s most ancient activities: the most important archaeological museums in Sardinia have ceramics from four to five thousand years ago. Shapes and signs distinguish the ceramics of Assémini, the capital of Sardinian ceramics, but Oristano and Dorgali are historically also among the most important centres of production. Along with the bread culture, ceramics for everyday use were the most
characteristic features of Sardinian houses, where everything was hand-made and where every object, tool and food was laden with symbols and domestic rituals. But another craft not to be forgotten is the whole culture and art that Sardinian craftsmanship has developed in metal processing. Just think of iron: a material that was present in every village (today see Benetutti, Orani, Nuoro and Cagliari) with one or more blacksmiths and skilled forgers. In addition to them were the master copper workers of Isidi and Tornara (see the famous cowbells) and the corporations of knife producers. Extremely useful knives where the blade (leaf-shaped) and the handle (made of horn) merge together into a single very “coherent” shape. Finally, from the mines of Iglesias, the precious silver shapes, while in Cagliari and Oristano they work filigree gold and in Alghero and Bosa they still work with coral. This jewellery is not only a hand-made product that tourists find in the best shops in Cagliari and Alghero, but it is also the obligatory accessory that rounds off Sardinian traditional dress. The costume, which is still used today in galas and festivals, seems to have been designed as a base for being decorated with jewellery. So the Sardinian craftsmen, through processing the coarser materials (stones and marbles) and the more refined ones (gold, silver and red coral) have shown, and indeed still do so, that they know how to use all the resources of their territory. The Sardinian craftsmen, today as in the past, represent the island’s culture and are the backbone of its economy: from the precious carpets with the skilled weaves, up to the many expressions of stone and ceramic shapes, the whole of Sardinia speaks of artistic craftsmanship.
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INIZIATIVE di Giuseppe De Biasi
ACTA è l’acronimo di “Azioni
per lo sviluppo del comparto Ceramico italiano a Tutela dell’artigianato Artistico”, sigla che riassume un complesso e articolato progetto di rilancio del settore artigianale ceramico e di promozione del marchio che qualifica e tutela la Ceramica Artistica e Tradizionale (CAT), a livello nazionale e internazionale. Finanziato dal Ministero delle Attività Produttive e gestito dall’Agenzia Polo Ceramico di Faenza, il progetto è promosso dall’AICC, l’associazione che raggruppa i 33 Comuni italiani di antica tradizione ceramica, dalle principali associazioni di categoria come Confartigianato, CNA, CASA, CLAI, ACAI.
Progetto ACTA
Nuova linfa alla Ceramica Artistica e Tradizionale Italiana
Due gli obiettivi prioritari del progetto: 1) la valorizzazione del marchio che identifica e tutela la Ceramica Artistica e Tradizionale (CAT), attraverso una massiccia campagna di informazione e di promozione sulle principali testate nazionali e regionali, oltre alla partecipazione a mostre e fiere tematiche. L’obiettivo è di sottolineare il valore aggiunto innescato dall’applicazione del “marchio d.o.c.g.” che, attestando l’origine dei prodotti, consente di preservarne le caratteristiche tecniche e artistiche divenute patrimonio storico e culturale; 2) lo sviluppo dell’innovazione del settore in un’ottica di rilancio del comparto sul mercato italiano ed estero, attraverso la creazione di una rete di tredici Centri di Promozione per l’Artigianato ceramico (CPA), dislocati sull’intero territorio nazionale. Presso i CPA opereranno i tutor d’impresa del settore artigianale ceramico che garantiranno agli artigiani un costante supporto per affrontare le sempre nuove sfide del mercato. Il Marchio “Ceramica Artistica & Tradizionale” Il marchio che tutela la Ceramica Artistica e Tradizionale garantisce l’origine e l’autenticità del manufatto artigianale creato secondo modelli, forme e decori tipici di ciascuna zona. Un segno di garanzia e tutela che si può trovare solo nelle ceramiche create dagli artigiani che operano nei comuni di antica tradizione ceramica seguendo
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precisi disciplinari di produzione - stabiliti dal Consiglio Nazionale Ceramico - che fissano modelli, forme e decori tipici di ciascuna delle 33 città italiane che rappresentano il “d.o.c.g.” della Ceramica Artistica e Tradizionale. Ogni prodotto contrassegnato dal marchio è accompagnato da un talloncino descrittivo e viene integrato dall’indicazione della Città, dal numero di iscrizione della ditta e dalla tipologia merceologica sintetizzata dalle seguenti sigle: CRG (ceramica ingobbiata), CRV (ceramica invetriata), GS (gres), MA (maiolica), PR (porcellana), TCC (terracotta comune), TCV (terracotta invetriata rivestita), TR (terraglia). Associazione Italiana Città della Ceramica L’Associazione Italiana Città della Ceramica (AICC)
Nella pagina a fronte, dall’alto: marchio che identifica e tutela la “Ceramica Artistica & Tradizionale”; dépliant informativo del progetto ACTA “Azioni per lo sviluppo del comparto Ceramico italiano a Tutela dell’artigianato Artistico”. In questa pagina, dall’alto: stand dell’AICC - Associazione Italiana Città della Ceramica a “Tesori di Ceramica 2003” di Genova; veduta di alcune opere presentate alla mostra “Terra e Fuoco” di Bruxelles nello scorso dicembre.
è un’associazione senza fini di lucro, con sede a Faenza (RA), cui aderiscono 33 Comuni di 15 Regioni con lo scopo di creare una rete nazionale delle città dove storicamente si è sviluppata una significativa attività ceramistica. Nata nel 1999, l’AICC opera per la valorizzazione della ceramica italiana promuovendo un patto di amicizia fra i centri di antica tradizione ceramica e perseguendo i seguenti obiettivi: • valorizzazione e promozione della ceramica artistica e tradizionale italiana; • tutela di documenti relativi alla tradizione ceramica; • sostegno a musei, centri di ricerca, soggetti pubblici e privati finalizzati alla salvaguardia e allo studio della ceramica; • sostegno alla divulgazione e alla conoscenza della tradizione delle città della ceramica; • sostegno a mostre ed eventi sulla ceramica contemporanea; • valorizzazione delle scuole d’arte e dei centri professionali. Le 33 Città della Ceramica Albisola Superiore (SV); Albissola Marina (SV); Ariano Irpino (AV); Ascoli Piceno (AP); Assemini (CA);
Bassano del Grappa (VI); Burgio (AG); Caltagirone (CT); Castellamonte (TO); Castelli (TE); Cava de’ Tirreni (SA); Cerreto Sannita (BN); Civita Castellana (VT); Deruta (PG); Faenza (RA); Grottaglie (TA); Gualdo Tadino (PG); Gubbio (PG); Impruneta (FI); Lodi (LO); Montelupo Fiorentino (FI); Napoli/Capodimonte (NA); Nove (VI); Oristano (OR); Orvieto (TR); Pesaro (PU); S. Lorenzello (BN); S. Stefano di Camastra (ME); Sciacca (AG); Sesto Fiorentino (FI); Squillace (CZ); Vietri sul Mare (SA); Urbania (PU).
centrale di Genova Capitale Europea della Cultura. In concomitanza la presentazione ufficiale di ACTA, articolata iniziativa di rilancio del settore artigianale ceramico.
Terra e Fuoco, Firenze 24/4-2/5 Fortezza da Basso, Viale Strozzi 1 Nell’ambito di ART 2004, sono previsti un incontro internazionale incentrato sulla valorizzazione delle produzioni ceramiche nazionali e una “galleria” della ceramica artistica italiana. Il primo sarà un talk-show sulla tutela delle produzioni artistiche e tradizionali locali, problematica che interessa Tesori di Ceramica, Genova 17-18/4 non soltanto la CEE, ma anche Magazzini del Cotone, Porto Antico i paesi dell’Est europeo e del bacino Ben 3000 mq per ammirare i preziosi mediterraneo che abbiano una forte manufatti provenienti dai 33 comuni tradizione di produzioni artistiche. che possono fregiarsi del marchio La “galleria” invece proporrà d.o.c.g. della Ceramica Artistica un’accorta rassegna delle ceramiche e Tradizionale, che garantisce origine, italiane selezionate da Artex rispetto degli stili e artigianalità in collaborazione con l’AICC delle opere. Una selezione di quasi fra quelle presenti anche lo scorso cento opere costituiranno la mostra dicembre a Bruxelles, nell’anteprima di rappresentanza dell’AICC, cui di questa prestigiosa tranche del si affiancherà il convegno “Il marchio progetto ACTA. d.o.c.g. nella Ceramica Artistica” e il Tradizioni di Ceramica concorso nazionale “Promotrice”, Bastia Umbra (PG) 24/4-2/5 dove i ceramisti si ispireranno ai Centro Espositivo Umbriafiere colori dell’avventura sul mare, tema Una prima assoluta questa
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manifestazione che - in una regione tanto legata alle tradizioni ed alla manualità artigianale si propone di diventare un momento di valorizzazione e di promozione della ceramica artistica e tradizionale italiana. In mostra quasi cento opere, selezionate dall’AICC, che rappresentano il meglio del “made in Italy” ceramico, in rappresentanza di tutti i 33 comuni che, in virtù di un preciso disciplinare di produzione stabilito dal Consiglio Nazionale Ceramico, possono apporre sui manufatti creati secondo le tipicità locali, il marchio “Ceramica Artistica & Tradizionale”, un sigillo di tutela e garanzia ancora poco conosciuto dal pubblico italiano. I futuri manager dell’artigianato ceramico italiano a Bertinoro È stato inaugurato lunedì 1 marzo, presso il Centro Residenziale
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Universitario di Bertinoro (FC), il primo corso di formazione per “Tutor di impresa nel settore artigianale ceramico”, iniziativa didattica all’interno del Progetto ACTA, finanziato dal Ministero delle Attività Produttive. il corso organizzato dall’Agenzia Polo Ceramico di Faenza (importante struttura di servizio e sviluppo del comparto) si propone di dotare il settore artigianale ceramico di figure professionali in grado di operare per diffondere l’innovazione e la ricerca, di promuovere iniziative di marketing e di comunicazione, in funzione dello sviluppo del settore nel contesto del mercato internazionale. A dirigere il corso è stato chiamato Mosè Galluzzo, Docente di Ingegneria Chimica all’Università di Palermo, mentre i 26 borsisti sono giovani non occupati, residenti nelle regioni in cui ricadono i 13 CPA (Centri di Promozione dell’Artigianato) che fanno parte del network del progetto ACTA. La formazione avrà la durata di dieci mesi: tre mesi di approfondimento in aula e sette mesi di project work in affiancamento ai CPA territoriali.
ACTA Project: New sap to the Italian Artistic and Traditional Ceramic ACTA, “Actions for the development of the Italian Ceramic field in defence of the Artistic Craftsmanship”, is the acronym which summarizes a complex revival project of the handcrafted ceramic field and of promotion of the trademark which qualifies and defends the Artistic and Traditional Ceramic (CAT), at national and international level. Financed by the Ministry of Productive Activities and managed by Faenza Ceramic Centre Agency, the project is promoted by AICC, association which gathers the 33 Italian municipalities of ancient ceramic tradition, and by the main category associations. Two are the project priority aims: 1) making the most of the brand which defends the CAT, through an information and promotion campaign on the main national and international newspapers and the participation in thematic exhibitions and fairs. The aim is to underline the added value guaranteed by the “d.o.c.g. trademark” which, while attesting the products’ origin, protects their technical and artistic characteristics; 2) the development of the sector innovation for a revival on the Italian and foreign market, through 13 Promotion Centres for the ceramic Craftsmanship (CPA), displaced on the national territory. At the CPA will act the enterprise tutors of the ceramic handcrafted sector who will guarantee to craftsmen a steady support for facing the new market challenges.
Nella pagina a fronte, da sinistra e dall’alto: Museo Regionale della Ceramica di Deruta, Palazzo Sant’Agostino (foto V. D’Antonio); immagine degli allievi partecipanti al primo corso di formazione per “Tutor di impresa nel settore artigianale ceramico” (foto F. Mantovani); manifesto della mostra di Bastia Umbra; logo dell’Agenzia Polo Ceramico.
The “Artistic & Traditional Ceramic” Trademark It is the trademark which guarantees the origin and authenticity of the handcrafted manufactured article; it can be found only in the ceramics created by craftsmen who work in the municipalities of ancient ceramic tradition, following precise disciplinary rules of production - established by the National Ceramic Council which fix models, styles and decorations typical of each of the 33 Italian towns which represent the “d.o.c.g.” of the Artistic and Traditional Ceramic. Every product is accompanied by a descriptive tag and is integrated by the indication of the Town, by the company’s admission number and by the marketing type summarized by the following abbreviations: CRG (ceramic coated by a white earthy covering), CRV (glazed ceramic), MA (majolica), GS (stoneware), PR (porcelain),TCC (common terracotta), TR (earthenware), TCV (glazed and coated terracotta). Ceramic Towns Italian Association AICC is an association to which adhere 33 Municipalities of 15 Regions, with the purpose of creating a national network of the towns, where historically a significant ceramic activity has developed. Born in 1999, it works for making the most of the Italian ceramics, pursuing the following targets: - promotion of the Italian artistic and traditional ceramics; - defence of the documents relevant to the ceramic tradition; - support of museums, research centres, public and private subjects with the purpose of protecting and studying ceramics;
- support of popularization and information about the tradition of the ceramic towns; - making the most of art schools and vocational centres. The 33 Ceramic Towns Albisola Superiore (Savona); Albissola Marina (Savona); Ariano Irpino (Avellino); Ascoli Piceno (Ascoli Piceno); Assemini (Cagliari); Bassano del Grappa (Vicenza); Burgio (Agrigento); Caltagirone (Catania); Castellamonte (Torino); Castelli (Teramo); Cava de’ Tirreni (Salerno); Cerreto Sannita (Benevento); Civita Castellana (Viterbo); Deruta (Perugia); Faenza (Ravenna); Grottaglie (Taranto); Gualdo Tadino (Perugia); Gubbio (Perugia); Impruneta (Florence); Lodi (Lodi); Montelupo Fiorentino (Florence); Naples/Capodimonte (Naples); Nove (Vicenza); Oristano (Oristano); Orvieto (Terni); Pesaro (Pesaro Urbino); S. Lorenzello (Benevento); S. Stefano di Camastra (Messina); Sciacca (Agrigento); Sesto Fiorentino (Florence); Squillace (Catanzaro); Vietri sul Mare (Salerno); Urbania (Pesaro Urbino). Tesori di Ceramica, Genoa 17-18/4 Cotton Stores - Ancient Port Not less than 3,000 square meters to admire the manufactured products coming from the 33 municipalities which can boast the “d.o.c.g.” trademark of the Artistic and Traditional Ceramics. Almost 100 works will constitute AICC’s representative exhibition, supported by the convention “The d.o.c.g. trademark in the Artistic Ceramics” and the national competition “Promoter”. At the same time is foreseen the official introduction of the ACTA Project.
Terra e Fuoco, Florence 24/4-2/5 Fortezza da Basso - Viale Strozzi 1 In the context of ART 2004 are foreseen an international meeting about making the most of the national ceramic productions and a “gallery” of the Italian artistic ceramics. The first will be a talk-show about the safeguard of the home artistic and traditional productions. Instead the “gallery” will propose an exhibition of the Italian ceramics selected by Artex - in collaboration with AICC - among those present also last year in Brussels, in the preview of this ACTA project tranche. Tradizioni di Ceramica, Bastia Umbra (Perugia) 24/4 -2/5 Umbriafiere Exposition Centre This event intends to become an opportunity of promotion of the Italian artistic and traditional ceramics. On show almost a hundred works, chosen by AICC and representingthe best of ceramic “made in Italy”, on behalf of all the 33 municipalities which can affix to the manufactured articles the “Artistic & Traditional Ceramic” trademark. Italian ceramic craftsmanship’s future managers are educated at Bertinoro On 1st March was inaugurated, at Bertinoro University Residential Centre, the first training course for “Enterprise tutors in the handcrafted ceramic sector” whose purpose is to create lines of work able to act for innovation and research spread, to promote marketing and communication proposals for the development of the sector in a perspective of international market. Professor Mosè Galluzzo, Teacher of Chemical Engineering at Palermo University, will direct the course, while the 26 scholarship holders are young unemployed people, resident in the regions where work the 13 CPA (Craftsmanship Promoting Centre). The training will last ten months, of which three months will be spent in class for deepening the knowledge of this topic and seven months will be of project work supporting the territorial CPA.
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CERAMICA INTERNAZIONALE di Gian Carlo Bojani
Sono convinto che l’operatività di Garth Clark, studioso dell’arte ceramica contemporanea fra i più efficaci che esistano a livello internazionale, vada segnalata e fatta conoscere. Egli affianca una efficace, rigorosa divulgazione, alla presenza in un mercato globale della ceramica, anche attraverso le sue gallerie in 24 West 57th Street, Suite 305 a New York oltre che a Long Island City. Ma Clark raggiunge visibilità anche con i suoi strumenti informatici molto ben documentati, vale a dire info@ garthclark.com e GarthClarknews@orbidex.com, e con la sua Art Ceramic Foundation, che nel corso degli anni segnala con premi le migliori personalità a livello internazionale sempre in ambito ceramico: ceramisti e artisti, storici, critici, giornalisti, direttori di musei. Il collezionismo che Clark promuove è ancora in buona parte d’ambito anglosassone, ma l’orizzonte si sta facendo sempre più ampio. Nel corso del 2003 sono passati dalla sua galleria, con esposizioni personali, molti artisti. Qui segnalo le due mostre antologiche del 2003: “(Im)mortal Clay” con Brawn, Carter, Defazio, Eskin, Fekete, Jeck, Marsh, Nakamura, Natkin, Oka Donner, Osip, Pagliaro, Paul ed altri; “From the neck up” con Arneson, Larocque, Lucero, Nishigawara, Poor, Radochonshi ed altri. Clark è stato ed è tuttora molto interessato, in ambito italiano, anche alla ceramica futurista, a quella spazialista, a quella astratta
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Per un nuovo collezionismo
Garth Clark studioso dell’arte ceramica contemporanea opera a New York a livello internazionale fra rigorosa divulgazione e mercato globale
A new way of collecting objects
Garth Clark, scholar of the contemporary ceramic art works in New York on an international level between divulgation and global market.
Opere esposte presso la Garth Clark Gallery di New York, dall’alto e da sinistra: “Young men and chocolate” di John Pagliaro, 2003; “Two handled chalice” di Beatrice Wood, 1992; “Posed” di Sir Antony Caro, 2000.
e a quella informale. L’Italia, nonostante tutto, trova ancora qualche difficoltà per sostenere negli USA e in tutti i paesi anglosassoni, alcuni soggetti di sicuro interesse internazionale, ove opportunamente esibiti e promossi. Mi auguro che un’iniziativa da lui intrapresa ultimamente, sul grande Leoncillo, possa andare presto a buon fine.
Garth Clark carries out an efficient divulgation together with his being present in a ceramic global market by means both of his New York and Long Island City galleries and his informatics’ instruments (info@ garthclark.com and GarthClarknews@ orbidex.com) and with the Art Ceramic Foundation, that awards the best international celebrities in the ceramic field. During 2003 his gallery held several personal expositions, besides the two exhibitions “(Im)mortal Clay” and “From the neck up”. Clark has still some difficulty in supporting in USA and in the Anglo-Saxon countries some Italian subjects of sure international interest. I hope that an initiative of his about the great Leoncillo will be carried through soon.
Osservatorio sull’Arte Applicata nel Mobile a cura di Ugo La Pietra
La Fondazione Morelato inaugura la propria sede nella splendida Villa Dionisi con una serata all’insegna della cultura, dello spettacolo e dell’accoglienza. The Morelato Foundation inaugurates its premises in the splendid Villa Dionisi with a culture, show and reception-oriented evening.
Chi percorresse quel territorio che a nord-est di Verona è caratterizzato da alcuni centri come Bovolone, Isola della Scala, Sanguinetto, centri conosciuti per la presenza di una forte tradizione artigiana nella lavorazione del mobile, non può fare a meno di apprezzare anche il paesaggio fatto di coltivazioni, architetture e ville storiche. Un paesaggio costruito dalla mano contadina, ma anche dalla mano più colta della nobiltà, che per molti secoli ha caratterizzato con la sua presenza questo territorio e la sua architettura.
The traveller who went along that land which to the north-east of Verona is characterized by some centres like Bovolone, Isola della Scala, Sanguinetto, settlements known for the presence of a strong handicraft tradition in the furniture manufacture, cannot help appreciating also the landscape made of cultivations, architectures and historical villas. A landscape built by the countryman’s hand but also by the more refined hand of aristocracy which for many centuries distinguished with their presence this region and its architecture.
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E proprio nelle vicinanze di Cerea, in una zona denominata Cà del Lago, un qualsiasi viaggiatore non può non essere colpito dalla presenza, in parte nascosta da uno splendido parco, di un’antica villa, Villa Dionisi, una bella costruzione del ’700, mirabile nelle sue linee, elegante nella struttura. La Villa ancora oggi ci fa leggere, attraverso la sua architettura, i suoi giardini e il parco, segni abbastanza chiari di una vita passata, pervenuta a noi attraverso il mutare del tempo e degli eventi. La scomparsa della famiglia Dionisi, uno dei più solidi e antichi casati veronesi, poteva diventare il motivo del degrado e abbandono della Villa, ciò che di fatto oggi non appare a chi percorre la via Cà del Lago. La Villa infatti oggi vive un nuovo splendore e una nuova attività.
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And precisely in the neighbourhood of Cerea, in an area named Cà del Lago, any traveller cannot fail to be impressed by the presence, partly hidden by a splendid park, of an ancient villa, Villa Dionisi, a beautiful eighteenth century building, admirable in its appearance, elegant in its structure. The Villa still nowadays allows us to read, through its architecture, its gardens and its park, marks clear enough of a gone-by life, arrived to our days through the time and events’ changes. The extinction of the Dionisi family, one of Verona’s most solid and ancient aristocratic families, could become the reason of the decline and desertion of the Villa, which in reality at present does not appear to the travellers going along the route Cà del Lago. In fact, the Villa these days lives new splendour and new activity.
Serata inaugurale della Fondazione Aldo Morelato, con lo spettacolo “Giulietta e Romeo”, per la regia di Solimano Pontarollo.
Passando da quelle parti verso la fine dello scorso settembre, quando ancora tiepide erano le serate, avremmo potuto vedere centinaia di persone nel parco di Villa Dionisi, in un’atmosfera di piacevole festa. La Villa sembrava rivivere gli antichi splendori: infatti uno dei motivi della sua identità era proprio quello di essere un luogo di piacere e di svago, in una cornice agreste, per i notabili, i nobili, i letterati e per gli amici della famiglia Dionisi. Altre erano le persone, altri gli ospiti!
Going through that area around the end of last September, when evenings were still warm, we would have been able to see hundreds of people gathered in the park of Villa Dionisi, in an atmosphere of pleasant party. The Villa seemed to live again the ancient splendours: in fact one of the motives of its distinctiveness was really that of being a place of pleasure and entertainment, in a country environment, for notables, aristocrats, men of letters and friends of the Dionisi family. Others were the people, others the guests!
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Da sinistra: presentazione delle attività dell’Osservatorio e del restauro della Villa (da sinistra: Filippo Cailotto, Giorgio Morelato, Angelo Grella, Ugo La Pietra, Ezio Morelato); mostra dell’ultima collezione Morelato all’interno della Villa.
La famiglia Morelato, da tempo radicata nel territorio, apriva la Villa, dopo un accurato restauro, per inaugurare la Fondazione Aldo Morelato e per annunciare la nascita del centro culturale “Osservatorio sulle Arti Applicate nel Mobile”. Amici, operatori del settore, collaboratori, intellettuali e amministratori, in attesa del tramonto, potevano apprezzare tutte le strutture: dal parco alle sale affrescate organizzate per l’“accoglienza”. Gli ospiti si muovevano tra le luci nascoste negli ampi spazi dei giardini disegnati e circondati dagli alti alberi del parco, tra le sculture di epoca napoleonica, i corpi bassi delle stalle e la illuminatissima grande sala ristorante, sorta dalla ristrutturazione della preesistente limonaia, immersa nel verde del parco, ma allo stesso tempo unita alla storica Villa. Un’inaugurazione, ma anche la verifica della struttura, capace di rispondere alle necessità di un centro culturale con una forte attitudine all’accoglienza. Così la serata, dopo l’aperitivo gastronomicamente spettacolare nel verde del parco, è continuata con la presentazione da parte del Comitato Scientifico (Giorgio Morelato, Filippo Cailotto, Ugo La Pietra) dei programmi dell’Osservatorio. Quindi, sotto le stelle, il pubblico ha potuto gustare lo spettacolo “Giulietta e Romeo” di William Shakespeare con la regia di Solimano Pontarollo, realizzato dalla Compagnia Teatrale Tabula Rasa. La serata è poi finita all’interno della Villa, dove, nelle sale restaurate, sono stati accolti tutti i partecipanti in una serie di splendide tavolate per una cena a base di piatti della cucina tradizionale veneta.
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The Morelato family, for long time well-established in this province, opened the Villa, after an accurate restoration, in order to inaugurate the Aldo Morelato Foundation and to announce the naissance of the “Outlook on Applied Arts in Furniture” cultural centre. Friends, operators of this field, collaborators, intellectuals and administrators, while waiting for the setting of the sun, could appreciate all the arrangement: from the park to the frescoed rooms organized for the “reception”. Guests moved about among lights hidden in the wide spaces of the gardens drawn and bordered by the park high trees, among sculptures belonging to the Napoleonic age, the low structures of stables and the very illuminated large restaurant room, derived from the renovation of the former lemon trees’ house, plunged into the greenness of the park, but at the same time joined to the historical Villa. An inauguration but also the test of the structure, able to answer the needs of a cultural centre with strong aptitude to reception. Thus the evening, after the spectacular aperitif, from a gastronomical point of view, offered to the guests in the verdure of the park, continued with the introduction by the Scientific Committee (Giorgio Morelato, Filippo Cailotto, Ugo La Pietra) of the Outlook’s programs. Then, by starlight, the spectators could enjoy the show “Romeo and Juliet” by William Shakespeare directed by Solimano Pontarollo and carried out by the Compagnia Teatrale Tabula Rasa. The evening ended inside the Villa where, in the renovated rooms, were gathered all the participants in a series of splendid groups for a dinner containing dishes of the traditional Venetia cuisine.
Da sinistra: copertina del libro “Villa Dionisi a Cerea”; la Cappella di Villa Dionisi.
Villa Dionisi a Cerea La prima iniziativa organizzata dall’Osservatorio per il 2004 è stata la presentazione del volume “Villa Dionisi a Cerea”. Un libro sulla storia della Villa veneta, la sua ristrutturazione e il programma delle attività dell’Osservatorio sulle Arti Applicate nel Mobile, presentato presso la Libreria Archivolto di Milano. Una presentazione rivolta alla stampa per far conoscere, attraverso lo splendido volume edito dalla Fondazione Morelato con la Casa Editrice di Firenze Alinea, non solo l’importanza storica e artistica della Villa, ma anche il progetto culturale della Fondazione Aldo Morelato.
Villa Dionisi at Cerea The first initiative organized by the Outlook for 2004 was the presentation of the book “Villa Dionisi at Cerea”. A book about the history of this Venetia Villa, its renovation and the program of the movement of the Outlook on Applied Arts in Furniture, launched at the Archivolto Bookshop in Milan. An introduction addressed to the press in order to let know, through the splendid volume published by the Morelato Foundation with the Florence publishing house Alinea, not only the importance of the Villa from an historical and artistic point of view but also the cultural project of the Aldo Morelato Foundation.
La storia di Villa Dionisi Nelle vicinanze di Cerea, in località Cà del Lago, sorge Villa Dionisi, una bella costruzione del ’700, mirabile nelle linee, elegante nella struttura, testimonianza di una vita passata, pervenuta a noi attraverso il mutare del tempo e degli eventi. La storia della famiglia Dionisi, uno dei più solidi e antichi casati veronesi oggi scomparso, inizia a Cerea, otto secoli fa, e procede fino ad assurgere al rango comitale e poi al marchesato.
The history of Villa Dionisi In the neighbourhood of Cerea, in the resort Cà del Lago, rises Villa Dionisi, a beautiful eighteenth century building, admirable in its lines, elegant in its structure, testimony of a past life arrived at our days through the change of times and events. The history of the Dionisi family, one of Verona’s most solid and ancient family now disappeared, starts in Cerea, still eight centuries ago, and proceeds till arising to the rank of earldom and then marquisate.
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La scelta di costruire a Cerea una piccola Versailles fu suggerita dalla necessità di esercitare un diretto controllo sulle proprie terre messe a coltura e, nel contempo, avere l’opportunità di convocare parenti ed amici, notabili e letterati, in una cornice agreste ma anche fastosa. Ci pensò in particolare il marchese Gabriele (1719-1808), figura di spicco nella società illuminata della Verona del Settecento, fratello di quel finissimo erudito e insigne dantista che fu Monsignor Giangiacomo, canonico della Cattedrale di Verona. Già nel Duecento, Cerea non doveva essere un Comune di poco conto, se poteva vantare un podestà; e fra i podestà di Cerea figurano alcuni dei primi Dionisi. Nel secolo della massima valorizzazione della coltivazione del riso, il marchese, da buon imprenditore, si impegna in questa direzione. Gabriele Dionisi, cervello della conduzione dell’impresa agraria, sarà poi anche la mente della ristrutturazione della Villa, che nasce utilizzando precedenti strutture. Non gli mancheranno le consulenze, ma è il marchese ad indicare al decoratore - il valente Nicola Marcola - i temi intesi ad esaltare non tanto le gesta di antichi eroi o di remote divinità, quanto le glorie del casato Dionisi. Non a caso il marchese Gabriele inizia la ricostruzione della sua villa dalla cappella, come a dire che, glorificato il vero Padrone di tutto, adesso si potrà pensare a rendere l’onore dovuto anche al casato, agli avi e a sé medesimi. Di lì a pochi decenni, con l’arrivo a Verona delle armate francesi, le certezze del marchese si dissolveranno e, ormai anziano, vedrà quel mondo crollare davanti ai suoi occhi. Finirà con lui un’epoca, una stagione feudale durata parecchi secoli. Ma la testimonianza del suo ingegno e della sua operosità era destinata a durare grazie alle sue Memorie, redatte con diligenza quasi notarile, descrizione viva e palpitante di un modo di vivere, di concepire i rapporti tra classi sociali, di valutare la posizione propria e del proprio casato.
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The choice of building in Cerea a small Versailles was suggested by the necessity of exercising a direct control over their own lands put to cultivation and, at the same time, having the opportunity to summon relatives and friends, notables and men of letters, in an environment rural but also sumptuous. In particular it was the marquis Gabriele (1719-1808) who thought about it, a figure standing out in the enlightened society of the eighteenth century Verona, brother of that very refined learned man and illustrious scholar of Dante who was Monsignor Giangiacomo, canon of Verona cathedral. Already in the thirteenth century, Cerea was probably not a commune of little account, considering that it could boast a podesta; and among the podestas of Cerea appear also some of the first Dionisi men. In the century of the maximum exploitation of the rice cultivation, the marquis, as a good entrepreneur, commits himself in this direction. Gabriele Dionisi, brain of the management of the agrarian business, will be later also the mind of the reorganization of the Villa, which takes form from the utilization of previous structures. He will not be lacking in advices but it is the marquis who indicates to the decorator - the worthy Nicola Marcola the themes intended to pay tribute to the Dionisi family’s magnificence rather than to the ancient heroes or remote divinities’ deeds. And it is not just a case that the marquis Gabriele begins the reconstruction of his villa from the chapel, as to say that, glorified the true Owner of everything, now it will be possible to think to honour duly also the family, the ancestors and themselves. From then till some decades later, with the arrival in Verona of the French armies, the marquis’s certainties will dissolve and, by then elderly, will see that world crumble before his eyes. With him an epoch will end, a feudal period lasted several centuries. But the testimony of his inventiveness and of his activity was fated to last thanks to his Memoirs, written with meticulousness almost typical of a notary, description alive and pounding of a way of life, of conceiving the relationships among social classes, of evaluating his own status and his own family.
Fondazione Aldo Morelato
La Fondazione Aldo Morelato La Fondazione Aldo Morelato costituisce per Morelato s.r.l. un progetto importante, un investimento in cultura e ricerca di grande valenza che trova due ordini di motivazioni. Il primo è interno alla famiglia Morelato, che sente come dovuto un omaggio al fondatore dell’azienda e trova il presupposto in un assioma: impresa vuol dire cultura. Ogni impresa rispecchia un modello culturale di pensiero e azioni produttive, di ricerca e tecnologie. Nel tempo questo modello si concretizza in documenti, testimonianze e prodotti che rendono unica e distintiva la storia aziendale. Da qui l’esigenza per l’impresa di non disperdere, ma anzi valorizzare, diffondere, approfondire il proprio modello storico, la propria filosofia produttiva che in buona parte la Morelato deve al suo fondatore. Il secondo ordine di motivazioni risiede nella stessa filosofia aziendale della Morelato, nel proprio modo di essere azienda. Una filosofia basata sull’idea che cultura e sviluppo economico siano concetti non solo conciliabili, ma capaci di entrare in un rapporto sinergico che possa accrescere la competitività dell’impresa. Questa convinzione, da sempre ben presente, diventa ancor più importante in un momento come quello attuale, in cui per contrastare gli effetti della globalizzazione occorre approfondire i propri legami con il territorio attraverso il recupero della propria storia, della propria identità culturale. Una filosofia i cui risvolti sociali sono ben espressi in un concetto promosso dal Consiglio d’Europa (Trattato di Berlino, 1984): non c’è sviluppo senza crescita culturale. Secondo il principio di “cultural development” o “cultural aims of development”, la cultura è la finalità, non un aspetto, dello sviluppo; in altre parole, lo scopo ultimo dello sviluppo è di permettere ai cittadini di vivere ad un più alto livello di qualità culturale. L’azienda Morelato si fa carico di questo, accettando dunque un ruolo nella società oltre che nel mercato e partecipando alla crescita sociale e culturale del territorio e della sua comunità.
The Aldo Morelato Foundation The Aldo Morelato Foundation constitutes for Morelato s.r.l. an important project, an investment in culture and research of great value which has two kinds of motivations. The first is inherent in the Morelato family who consider a homage to the founder of the company as their due and have their assumption in an axiom: enterprise means culture. Every enterprise reflects a cultural model of thought and of productive actions, of research and of technologies. Over the times this model becomes concrete in documents, evidences and products which make the company’s history unique and exclusive. Hence the need for the enterprise not to squander, but on the contrary to show off, to pass around and study in depth its own historical model, its own productive philosophy which mostly Morelato owns to their founder. The second order of motivations is inherent in the same Morelato company’s philosophy, in their own way to be a company. A philosophy based on the idea that culture and economical development are concepts which not only can be brought together, but capable of entering a synergic relationship which can increase the enterprise’s competitiveness. This conviction, for ever there, becomes even more important in a period like the current one, when in order to oppose the globalization’s effects it is necessary to study in depth our own ties with the territory through the recovery of our own history, of our own cultural identity. A philosophy whose social consequences are well expressed in a concept promoted by the Council of Europe (Treatise of Berlin, 1984): there is no development without cultural growth. According to the principle of “cultural development” or of “cultural aims of development” culture is the aim, not an aspect of development; in other words, the ultimate aim of development is to allow the citizens to live at a higher level of cultural quality. The Morelato company charge themselves with this purpose, thus accepting a role in society besides that on the market and participating to the social and cultural growth of the region and its community.
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I programmi della Fondazione I programmi della Fondazione per il 2004, attraverso l’attività dell’Osservatorio, si possono così riassumere:
The Foundation’s programs The Foundation’s programs for year 2004, through the Outlook’s activity, can be summarized as follows:
- Presentazione alla stampa del volume “Villa Dionisi a Cerea” e dei programmi della Fondazione, presso la Libreria Archivolto di Milano (febbraio 2004).
- Presentation to the press of the volume “Villa Dionisi” and of the Foundation’s programs, at the Bookshop Archivolto in Milan (February 2004).
- Divulgazione del Bando di Concorso Internazionale “Il mobile significante” (febbraio/marzo 2004).
- Divulgation of the Announcement of the International Contest “The significant furniture” (February/March 2004).
- Organizzazione delle “Giornate Internazionali di Studio” presso la Villa Dionisi, con la partecipazione di storici, teorici, progettisti (giugno 2004). - Selezione e premiazione da parte della Giuria, dei progettisti presentati dai partecipanti (giugno 2004). - Presentazione dei risultati del Concorso “Il Mobile Significante” con la partecipazione dei concorrenti e di un pubblico di invitati, autorità, collaboratori dell’Azienda Morelato, giornalisti (settembre 2004). - Redazione e pubblicazione degli atti relativi alle “Giornate Internazionali di Studio” (ottobre/ novembre 2004).
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- Organization of the “International Days of Study” at Villa Dionisi, with the involvement of historians, theorists, designers (June 2004). - Selection and award ceremony by the Jury of the designers introduced by the participants (June 2004). - Presentation of the results of the Contest “The significant furniture” with the participation of the competitors and of a public made of guests, authorities, collaborators of the Morelato Company, journalists (September 2004). - Writing and publication of the records relevant to the “International Days of Study” (October/November 2004).
CONCORSO INTERNAZIONALE SULL’ARTE APPLICATA NEL MOBILE
International Competition on Applied Art in Furniture
“Il Mobile Significante” L’elemento d’arredo portatore di valori e di significati
“The Significant Furniture” A piece of furniture as an expression
Premessa In questi ultimi anni si stanno evidenziando nuovi scenari nella cultura dell’abitare, che vedono la necessità di considerare l’oggetto d’arredo oltre che uno strumento, anche un’opera capace di veicolare valori e significati. Inoltre, alla crescita di un mercato globale corrisponde una sempre maggiore attenzione verso le culture locali e quindi verso quegli oggetti con una spiccata identità, legata anche alle lavorazioni artigianali. A queste considerazioni si aggiunge anche la consapevolezza che all’interno di alcune aree europee sono ancora molte le energie produttive e le capacità artigianali che mantengono vive le tradizioni della lavorazione del mobile d’arte. Art. 1 - Oggetto del concorso Il Premio Internazionale sull’Arte Applicata nel Mobile si propone l’obiettivo di orientare il progetto verso oggetti capaci di essere portatori di significati e valori aggiunti: il mobile “significante”, elemento di arredo all’interno della cultura dell’abitare. Il tema quindi è aperto alla progettazione di oggetti che nascono da considerazioni sui nuovi modelli legati alla cultura dell’abitare, dalla necessità di essere portatori di valori e significati, dalla riscoperta delle arti applicate come grande area creativa e fattuale, dalla considerazione di tutte quelle potenzialità che possono essere ricavate dalla tradizione per un progetto innovativo. Art. 2 - Partecipazione Il concorso è aperto a tutti i progettisti italiani o di altri Paesi che per studio o per professione sono impegnati nel design e nelle arti applicate; possono quindi partecipare studenti delle varie scuole (Accademie, ISIA, Università) e designer professionisti. I concorrenti devono essere nati dopo il 31 dicembre 1969. Art. 3 - Elaborati richiesti Ogni partecipante dovrà far pervenire alla Segreteria organizzativa del Concorso quanto segue: - una tavola formato cm. 50 x 70 in cui è illustrato il progetto (foto, disegni, ecc.); - una relazione con descritti i principi ispiratori del progetto legati alla “cultura dell’abitare” (ideazione e significato del progetto, uso nel contesto ambientale) e i dati tecnici per la realizzazione e produzione. Art. 4 - Anonimato degli elaborati Gli elaborati di cui all’art. 3 dovranno essere identificati esclusivamente dal titolo del progetto.
Preliminary During the last few years new trends in the field of furnishing culture have become important and make it necessary to consider a piece of furniture not only as an instrument but also as an object able to express values and meanings. Furthermore the growth of a global market implies a special attention towards local culture and thus towards objects with a remarkable identity connected to the artisan production. In addition to these considerations also the awareness should be mentioned that within some European areas still many productive energies and artisan abilities exist, which keep the tradition of the applied art in furniture alive. Article 1 - Subject of the contest The International Competition on Applied Art in Furniture aims at projects which propose objects able to express additional values and meanings: the “significant” piece of furniture within the culture of living. This theme opens up to objects which are born from reflections upon the new models in the field of living, and from the necessity to express values and meanings as well as from the rediscovery of the applied art in furniture, as an enormous creative and productive area and also from the awareness of the power which tradition can give to any innovative project. Article 2 - Participation The contest is open to designers from Italy and abroad, who study design or who work in the fields of design and of applied art in furniture; therefore students from different school (Academies, Universities, etc.) and professional designers can take part. The participants must be born after 31st December, 1969. Article 3 - Documentation Each participant must send the following to the Secretary of the competition: - a panel of 50 x 70 cm to illustrate the project ( photos, drawings, etc.) - a paper, which describes the inspiring principles of the project, connected to the “culture of living” (ideation and meaning of the project, its use in the environmental context) and technical details for the execution and production of the object. Article 4 - Anonymity The documentation indicated in article 3 must be identifiable only by the title of the project.
of values and meanings
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Non dovrà essere inserita altra forma di identificazione né sulla tavola 50 x 70 né sulla relazione. Allo scopo di garantire l’anonimato dei concorrenti, gli elaborati dovranno essere contenuti in un plico sigillato privo di elementi identificativi (art. 6, punto B). In tale contenitore, che sarà consegnato alla Giuria, il candidato dovrà allegare una busta sigillata, riportante all’esterno il titolo del progetto, mentre all’interno dovranno essere riportati i dati identificativi dell’autore: nome, cognome, indirizzo, telefono, fax, e-mail. Art. 5 - I costi di iscrizione La quota di partecipazione al concorso è di Euro 50 da versare in sede di iscrizione (vedi art. 6). Nel caso in cui il candidato sia ancora studente, il costo è ridotto ad Euro 20; per usufruire della riduzione è necessario allegare il certificato di frequenza rilasciato dalla scuola. Le quote di partecipazione non potranno essere rimborsate in alcun caso. I candidati non in regola con il versamento della quota di partecipazione saranno esclusi. I versamenti possono essere effettuati, specificando la causale: Iscrizione al Concorso Internazionale “Fondazione Aldo Morelato” sull’Arte Applicata nel Mobile – ed. 2004, mediante una delle seguenti modalità: vaglia postale intestato a Fondazione Aldo Morelato Villa Dionisi, località Cà del Lago 70, 37053 Cerea (Vr); bonifico sul c/c intestato a Fondazione Aldo Morelato presso Banca Veronese - Credito Cooperativo di Concamarise (coordinate BBAN: cin Q; abi 08322; cab 59430; c/c 000000325321). Art. 6 - Presentazione delle domande I concorrenti dovranno inviare la domanda di partecipazione con raccomandata in un plico sigillato entro, non oltre l’1/06/04 (farà fede il timbro postale) al seguente indirizzo: Segreteria Concorso Internazionale “Fondazione Aldo Morelato” sull’Arte Applicata nel Mobile - Palazzo Taidelli - Corso Vittorio Emanuele 61, 37058 Sanguinetto (VR). Il plico dovrà contenere: A. La domanda di iscrizione nella quale il candidato dovrà evidenziare i propri dati anagrafici (un facsimile è disponibile al sito www.fondazionealdomorelato.org); ad essa dovrà essere allegato: - il certificato di nascita in carta semplice (sono ammesse le autocertificazioni accompagnate da fotocopia di documento di identità); - la ricevuta di versamento della quota di iscrizione, effettuato con le modalità specificate all’art. 5; - il certificato di frequenza rilasciato dalla scuola di appartenenza qualora il candidato sia studente. B. Un contenitore sigillato senza alcun elemento identificativo contenente: gli elaborati di cui all’art. 3, contraddistinti dal titolo identificativo del progetto; la busta sigillata di cui all’art. 4, contraddistinta dal titolo del progetto e contenente le generalità dell’autore. Non saranno accettate domande incomplete. Art. 7 - I Premi Saranno assegnati i seguenti premi: 1° Premio Euro 10.000 (la Fondazione Aldo Morelato coordinerà inoltre la realizzazione del prototipo che entrerà a far parte
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No other identification must be inserted, neither on the 50x70 cm panel nor in the paper. In order to guarantee the participants’ anonymity, the projects must be put into a sealed package without any identifiable elements (see art. 6, point B). In the package, which will be consigned to the Jury, the participant must include a sealed envelope, with the title of the project on the outside and inside all personal details of the designer: name, surname, address, phone and fax number, e-mail address. Article 5 - Entry Fee In order to participate a sum of 50 Euros must be transferred when applying (see art. 6). In case the participant is still a student, the entry fee is 20 Euros; to obtain this reduction a certificate of registration issued by the attended Academy or University must be included. The entry fee is in no way refundable. Participants, who have not effected payment of the registration fee, are excluded from the contest. The payment of the entry fee must be effected – stating the reason for payment as «Application to the “Aldo Morelato Foundation” International Competition on applied art in Furniture, 2004 edition» - following one the these procedures: Postal Order addressed to the Aldo Morelato Foundation, Villa Dionisi, Ca’ del Lago 70, 37053 Cerea (VR) Italy; Bank transfer to the account of the “Aldo Morelato Foundation” at the Banca Veronese - Credito Cooperativo Concamarise, (IBAN bank details: Country IT; Cin Eur 34; Cin Q; Abi 08322; Cab 59430; account number 000000325321). Article 6 - Application for registration The application forms must be sent by sealed registered letter by and not later than 1/06/04 (the date of sending will be assumed to be that of the post mark) to the following address: Segreteria Concorso Internazionale “Fondazione Aldo Morelato” sull’Arte Applicata nel Mobile, Palazzo Taidelli, Corso Vittorio Emanuele 61, 37058 Sanguinetto (Verona) Italy. The envelope must include: A. The application form in which the participant indicates all personal details (a copy of what is required can be found at the website www.fondazionealdomorelato.org), to which the following must be added: - birth certificate (also signed personal statements are accepted together with a copy of passport or identity card); - receipt of the execution of entry fee payment effected with the procedures specified in Art. 5 - if the participant is a student, the certificate of school registration must be included, issued by the Academy or University which the student attends. B. A sealed package without any identifiable element containing: the documentation as indicated in art. 3 with indication of the title of the project; the sealed envelope as indicated in art. 4 bearing the title of the project, containing inside all personal details of the designer. Incomplete application forms are not accepted. Article 7 - The Prizes The following prizes will be awarded: 1st Prize of 10.000 Euros (The Aldo Morelato Foundation also coordinates the execution of the prototype, which will be part
della collezione permanente della Fondazione; 2° Premio Euro 5.000; 3° Premio Euro 2.500. Le decisioni della Commissione sono definitive ed inappellabili. La Commissione si riserva il diritto di non assegnare i premi qualora i progetti non raggiungano il livello ritenuto necessario, o di assegnare i premi ex equo, qualora ne ravveda l’opportunità. Art. 8 - La Giuria Gli elaborati in concorso verranno valutati da una Commissione così composta: - Ugo La Pietra, progettista e teorico di arti applicate; - Vittorio Fagone, storico dell’arte e di arti applicate; - Maurizio Vitta, teorico e storico di arti applicate; - Enrico Tonucci, designer; - François Burkhardt, già direttore dell’IDZ di Berlino, del Centre Georges Pompidou di Parigi e di “Domus”; - Giorgio Morelato, Presidente Fondazione Morelato. Art. 9 - Lavori della Commissione giudicatrice La Commissione giudicatrice, riunita a Villa Dionisi (Cerea - Verona), sede della Fondazione Aldo Morelato, valuterà il progetto, pervenuto e conforme al presente regolamento, sulla base dell’originalità e delle caratteristiche di cui all’art. 1. La valutazione finale verrà effettuata il 18/06/04. La Commissione giudicatrice delibererà a maggioranza. Il suo giudizio è insindacabile. Dei lavori della commissione sarà tenuto il verbale redatto dalla Segreteria del Concorso. Art. 10 - Esito del Concorso L’esito del concorso sarà comunicato agli autori dei progetti con lettera raccomandata entro il 30/06/04. Art. 11 - Premiazione La premiazione avverrà il giorno 19/09/04 presso Villa Dionisi nel corso della serata dedicata all’Osservatorio sulle Arti Applicate della Fondazione Aldo Morelato, in cui verranno esposti in una mostra i progetti selezionati e il prototipo realizzato dal vincitore. Successivamente questi elaborati verranno pubblicati in un’edizione edita dalla Fondazione Aldo Morelato. Art. 12 - Proprietà degli elaborati I materiali non verranno restituiti, a meno che non siano stati forniti insieme a busta già affrancata per la spedizione di ritorno. Gli elaborati potranno essere ritirati direttamente dai concorrenti entro il 30/10/04 presso la Segreteria del Concorso. Il Primo Premio, che consiste in un premio-acquisto, rimarrà presso la sede dell’Osservatorio a Villa Dionisi e farà parte della collezione permanente della Fondazione Aldo Morelato; inoltre la Fondazione si riserva la possibilità di promuovere la produzione dell’opera, previ accordi tra il progettista ed aziende del settore. Art. 13 - Accettazione regolamento L’iscrizione al Concorso sottintende l’accettazione del presente regolamento. Gli Enti promotori si riservano la facoltà di apportare modifiche al presente bando, qualora ne ravvisino la necessità. Tali modifiche saranno comunicate in tempo utile e nei modi più idonei a tutti gli interessati.
of the permanent collection of the Foundation); 2nd Prize of 5.000 Euros; 3rd Prize of 2.500 Euros. The decisions of the Jury are final and cannot be repealed. The Jury reserves the right not to award the prizes should the projects fail to reach the necessary level and to award ex aequo prizes if appropriate. Article 8 - The Jury The competing projects will be judged by a Jury composed of: - Ugo La Pietra, Designer and Theorist of the applied art; - Vittorio Fagone, Historian of arts and of the applied art; - Enrico Tonucci, Designer; - François Burkhardt, former Director of the IDZ in Berlin, of the Centre “George Pompidou” in Paris and Editor of the “Domus” Magazine; - Giorgio Morelato, President of the Aldo Morelato Foundation. Article 9 - Tasks of the Jury The Jury will meet at Villa Dionisi (Cerea, Verona Italy), seat of the Aldo Morelato Foundation, to value the projects on the basis of its originality and of the characteristics required in art. 1. The final judgement will take place on 18/06/04. The Jury votes by majority. The judgement is inappellable. The Secretary of the contest will keep a record of the evaluation meetings of the Jury. Article 10 - The result of the Contest The candidates will be informed about the result of the contest by means of a registered letter within 30/06/04. Article 11 - Prize-giving Ceremony. The Prize-giving Ceremony is taking place on 19/09/04 at Villa Dionisi at a reception, dedicated to the Outlookon Applied Art in Furniture of the “Aldo Morelato Foundation”, in which the selected projects will be exhibited together with the prototype of the winning project. Subsequently the selected projects will be published in a book edited by the “Aldo Morelato Foundation”. Article 12 - Property of the projects The participating projects will not be sent back unless sufficient packaging and postage are provided. The participants can also directly collect their projects within 10th October 2004 at the Secretary of the Competition. The First Prize, which consists of a prize-purchase, will remain at the seat of the Outlook at Villa Dionisi and as part of the permanent collection of the “Aldo Morelato Foundation”. The Foundation furthermore has the right to promote the production of the object, after an agreement settled between the designer and the furniture producers. Article 13 - Acceptance of the rules Candidature for the competition implies the acceptance of the present regulation. The promoting organizations reserve the right to make modifications to the present regulations whenever they retain necessary. Such modifications will be communicated in good time and in the most appropriate manner to those involved.
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LE GIORNATE INTERNAZIONALI DI STUDIO
THE INTERNATIONAL DAYS OF STUDY
Argomenti di studio
TOPICS OF STUDY
Il mobile significante: il valore aggiunto. Le aree omogenee della lavorazione: dalla tradizione all’innovazione. Cultura del progetto e cultura del fare: la lavorazione del mobile d’arte.
The significant furniture: the added value. The homogeneous areas of manufacturing: from tradition to innovation. The culture of design and the culture of production: the art furniture manufacture.
Tutti sanno che in Italia, per quanto riguarda la lavorazione del mobile, sono ormai attivi da tempo tre poli principali: la Brianza (con la tradizione del mobile di Cantù), il Veronese (con la tradizione del mobile di Cerea e Bovolone) e il Pesarese. Ma se per l’area Brianzola e del Pesarese si sono costituite, negli ultimi decenni, una serie di iniziative atte a connotare e valorizzare questo settore produttivo, non si può dire altrettanto per il mobile Veneto in generale e quello Veronese in particolare. In questo senso le Giornate Internazionali di Studio, organizzate dall’Osservatorio, rivolgeranno la propria attenzione nei confronti di ciò che si sta facendo e che si deve ancora fare per il recupero di quel patrimonio culturale e produttivo che sono le Arti Applicate, attraverso la verifica dei nuovi processi di trasformazione della cultura dell’abitare, per la valorizzazione e promozione del Mobile di qualità e per un reale recupero di quelle energie produttive e capacità artigianali ancora attive in molte nostre aree produttive. La presenza di una serie di esperti e studiosi quali François Burkhardt (storico e critico del Design, già Direttore del Centro Pompidou di Parigi e della Rivista “Domus”), Vittorio Fagone (storico e critico dell’arte e di arti applicate, docente presso la Facoltà di Architettura di Milano), Ugo La Pietra (teorico e progettista di arti applicate, Direttore del Dipartimento di Progettazione Artistica per l’Impresa all’Accademia di Belle Arti di Brera, Direttore della Rivista “D’Artigianato tra arte e design”), Enrico Tonucci (progettista e imprenditore), Maurizio Vitta (teorico e storico dell’arte e dell’arte applicata) è la garanzia che questa iniziativa porterà risultati di riflessione e comprensione dei problemi posti, gettando anche le basi delle prossime attività dell’Osservatorio.
Everybody knows that in Italy, as far as furniture manufacture is concerned, are active since long time three main poles: Brianza (with the tradition of the Cantù furniture), the province of Verona (with the tradition of Cerea and Bovolone furniture) and the province of Pesaro. Anyway, if for the district of Brianza and the province of Pesaro a series of initiatives have come up in the last decades to connote and make the most of this productive sector, not the same can be said of the Venetian furniture in general and the province of Verona in particular. In this sense, the International Days of Study, organized by the Outlook, will turn their attention to what is being done and has still to be done for the development of that cultural and productive heritage which are the Applied Arts, through the check of the new processes of transformation of the home culture, for making the most of and promoting the quality furniture and for a real recovery of those productive energies and artisan abilities still dynamic in many of our productive areas. The attendance of a series of experts and scholars such as François Burkhardt (historian and critic of design, formerly Director of the Pompidou Centre in Paris and the Magazine “Domus”), Vittorio Fagone (historian and critic of art and of the applied arts, teacher at the Faculty of Architecture in Milan), Ugo La Pietra (theorist and designer of the applied arts, Director of the Department of Artistic Design for the Enterprise at the Accademia di Belle Arti of Brera, Director of the Magazine “D’Artigianato tra arte e design”), Enrico Tonucci (designer and entrepreneur), Maurizio Vitta (theorist and historian of art and of applied art) is the guarantee that this initiative will bring results of consideration and understanding of the problems submitted, laying the bases of the Outlook’s next activities.
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La Fondazione Morelato e il Progetto per gli Anziani L’Istituto per anziani “Casa De Battisti” di Cerea, da alcuni anni ha aperto uno specifico reparto per l’assistenza agli anziani affetti dal morbo di Alzheimer ed altre malattie mentali, acquisendo, sviluppando e affinando conoscenze nel settore e formando così un’équipe specialistica costituita da medici, psicologhe, assistenti sociali, fisioterapisti, logopedista, infermieri, operatori socio-sanitari ed educatori-animatori. In questa opera di intervento interdisciplinare, organizzata dal direttore Giovanni Fazion, è recentemente maturata, attraverso l’esperienza e l’osservazione dei pazienti, la necessità di migliorare l’aspetto logistico del reparto in particolare per quanto riguarda la distribuzione e la definizione di arredi, con speciali caratteristiche che aiutino a conciliare le esigenze degli ospiti con quelle degli operatori. Si sono così raggiunti alcuni risultati: vale a dire si è evidenziato che gli arredi dovrebbero da un lato soddisfare i bisogni “terapeutici” degli ospiti quali vivere in un ambiente domestico e non “ospedalizzato”, usare i singoli componenti d’arredo in libertà, svolgere le abituali attività di casa etc. e dall’altro lato dovrebbero aiutare gli operatori a mantenere buoni standard di sicurezza, di ordine, pulizia ed igiene necessari in un ambiente “collettivo” quali un reparto abitato da 18 ospiti affetti dal morbo di Alzheimer. Dopo un’accurata ricerca all’interno di ciò che il mercato offre e verificato che, a tutt’oggi, non esistono prodotti in commercio che possano soddisfare le esigenze di cui sopra, l’Istituto si è visto costretto a cercare un partner di fiducia, al fine di riuscire a realizzare sperimentalmente un nuovo modello di arredo per i propri ospiti. All’interno di questo stimolante progetto si inserisce così la ditta Morelato, che è stata scelta per la sua tradizionale attività di produzione, ricerca e sperimentazione nella lavorazione del mobile. Così l’Istituto De Battisti ha deciso di condividere questo progetto “pionieristico” con la ditta Morelato. È in questo senso che la Fondazione Aldo Morelato, in relazione ai particolari rapporti intrattenuti con la ditta Morelato s.r.l., si sta impegnando a contribuire
The Foundation Morelato and the Project for the Elderly The Institute for the elderly “Casa De Battisti” in Cerea opened since some years a specific department for the care of the elderly suffering from Alzheimer disease and other mental diseases, acquiring, developing and improving knowledge in this field and thus forming a specialistic team composed by doctors, psychologists, social workers, physiotherapists, speech therapists, nurses, social-health worker and educators-animators. In this work of interdisciplinary intervention, organized by the director Giovanni Fazion, has recently matured, through the patients’ experience and remarks, the necessity to improve the logistic aspect of the department, in particular for what concerns the furnishing’s distribution and definition, with special characteristics aimed at reconciling the guests’ needs with the workers’. Thus some results have been achieved: i.e. it has been pointed out that furnishing on one hand should satisfy the guests’ “therapeutic” needs such as living in a domestic and not “hospital-like” environment, being able “to use” the single furnishing components freely, being able to carry out the usual home activities etc. and on the other hand should help the workers to keep good safety, order, cleanliness and hygiene standards necessary in a “collective” environment like a department inhabited by 18 guests suffering from Alzheimer disease. After a thorough research inside what market offers and verified that, up to today, are not available products which may satisfy the needs above described, the Institute has been obliged to look for a reliable partner in order to be able to produce in an experimental way a new furnishing model for its guests. Within this stimulating project comes therefore the Morelato company, which has been chosen for its traditional activity of production, research and experimentation in the furniture manufacture. Thus the Institute De Battisti decided to share this “pioneering” project with the Morelato company. It is in this sense that the Aldo Morelato Foundation, with reference to the particular terms they are with Morelato s.r.l. company, is committing itself
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al sostenimento finanziario del progetto. Così il progetto è stato attivato, partendo da una serie di progetti di arredo per la “Stanza Alzheimer” alla cui elaborazione hanno partecipato l’intera équipe operante nel “Nucleo progetto Alzheimer” e l’arch. De Paoli Nicola, che saranno sottoposti alla verifica da parte della ditta Morelato per la realizzazione di una serie di prototipi. Una bella impresa! Anche perché le opere sono molte: letti singoli, comodini, sedie, tavolino, scrittoio, tavolo da toilette, armadio a muro, attaccapanni a muro, settimanale, comò “vertico”, specchio a muro “a scomparsa”, poltrona. Ma al numero delle opere si aggiunge tutta una serie di particolari accorgimenti nel realizzare detti mobili. Di fatto questi ultimi devono soddisfare esigenze “particolari” e avranno quindi cassetti che si aprono solo in parte, zone del mobile inaccessibili ai malati, forme e decori capaci di evocare e di rassicurare il malato. Un progetto complesso che solo la capacità di un’azienda che ha da sempre esplorato diverse tipologie, stili e uso di materiali tradizionali può affrontare con successo. La Fondazione Aldo Morelato, con questa iniziativa, conferma la sua attitudine come centro di ricerca e di valorizzazione del mobile, anche e soprattutto relativamente al proprio territorio.
to contribute to the project financial support. In such a way the project was activated, starting from a series of furnishing projects for the “Alzheimer Room” whose drawing up has been attended also by the entire team working in the “Alzheimer project group” and by architect De Paoli Nicola, which will be submitted to the test by the Morelato company for the execution of a series of prototypes. A beautiful venture! Also because the works to do are many: single beds, bedside tables, chairs, small tables, writing desk, toilette table, fitted cupboard, fitted clothes hook, chest of drawers, “vertico” drawers, fitted mirror that can be hidden, armchair. Besides the number of the works, a series of particular measures is needed in realizing the above said furniture. In fact the latter have to satisfy “particular” needs and therefore will have drawers which open only partly, furniture zone inaccessible to the patients, shapes and decorations capable of evoking and comforting the patient. A complex project only the skill of a company which has always explored various typologies, styles and use of traditional materials can face successfully. The Aldo Morelato Foundation, with this initiative, confirm its aptitude as furniture research and exploitation centre, also and above all with reference to their territory.
vivi la casa La nuova edizione di “Vivi la casa”, interamente dedicata all’arredamento della casa e ai servizi matrimoniali, che si è tenuta presso la Fiera di Verona, ha visto la presenza della Morelato s.r.l. La struttura della manifestazione si è basata su una formula innovativa utilizzando argomentazioni tematiche piuttosto che merceologiche come: Moderno&Design, Abitare la tradizione, Restauro-Antiquariato, Domotica, Bioabitare, Tuttocasa. Alle varie aree tematiche si sono aggiunti due interessanti concorsi rivolti al mondo progettuale e produttivo dell’area veronese. Morelato era presente con una selezione molto rappresentativa della sua produzione: oggetti classici, oggetti di ricerca all’interno delle varie proposte di riedizioni e opere più vicine alla nostra contemporaneità.
VIVI LA CASA (A HOUSE TO LIVE) The new edition of “Vivi la casa”, wholly dedicated to the house furnishing and the wedding services, which was held at Verona Fair, saw the attendance of Morelato. The event’s organization was based on an innovative formula utilizing reasoning thematic rather than pertaining to the technology of commerce: Modern&Design, Living in the tradition, Restoration-Antique-dealing, Domotics, Bio-living, Everything for the house. Besides the several thematic subjects were announced two interesting contests destined to the design and production world of the province of Verona. Morelato was present with a very representative selection of its production: classical objects, research objects within the several proposals of new editions and works closer to our modern way of thinking.
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Va segnalata la poltroncina ’900 di Ugo La Pietra, la libreria di Franco Poli ed il tavolo di Umberto Riva. Attraverso queste e altre opere emblematiche dell’attività produttiva della Morelato, appare evidente come l’azienda, con una forte attenzione nei confronti delle esperienze classiche e di tradizione, si pone nell’area del veronese come la più impegnata a dare senso e valore culturale e produttivo alla lavorazione del mobile d’arte. Un impegno che è leggibile attraverso le iniziative culturali collaterali alla produzione che hanno accompagnato l’attività della Morelato negli ultimi vent’anni e recentemente, con la partecipazione di tutta la famiglia alla nascita della Fondazione Aldo Morelato.
The twentieth century-style small armchair by Ugo La Pietra, the bookcase by Franco Poli and the table by Umberto Riva are to be mentioned. By means of these and other emblematic works of the productive activity of Morelato, appears evident that the company, with a strong attention to the classical and traditional experiences, stands out in the Verona area as the most committed to give meaning and both cultural and productive value to the art furniture manufacture. A commitment which is readable through the cultural initiatives parallel to the production, initiatives which have accompanied Morelato activity over the last twenty years and also recently, with the participation of all the family to the naissance of the Aldo Morelato Foundation.
Alcuni progetti preliminari della collezione proposta dall’Istituto De Battisti per la realizzazione alla Fondazione Aldo Morelato.
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quaderno n. 2 - Aprile 2004 - Osservatorio sull’Arte Applicata nel Mobile - Villa Dionisi, Cà del Lago, Cerea (VR), tel. 0442 365250 Estratto da D’ARTIGIANATO TRA ARTE E DESIGN N. 53 aprile/giugno 2004 - Edizioni Imago International s.r.l. - Milano (Italy)
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MOSTRE di Rolando Giovannini
Pare che in questi primi anni
del Duemila abbia avuto inizio un nuovo ciclo nella ricerca espressiva sull’arte e sul design ceramico, accanto ad un rinnovato interesse per le arti manuali. Le recenti esposizioni di Silvio Cattani, con grandi piatti e dischi policromi incisi o dipinti a pennello, come pure la elaborata sperimentazione in raku dolce di Antonella Cimatti sul tema del bianco e nero, ne sarebbero alcuni significativi episodi. In effetti, dopo il vasto lavoro di fine anni Settanta e Ottanta, con le ricerche e collezioni di gusto post-moderno di Alchimia, Memphis, Hollywood e Ollo Design, nonché la più vasta sperimentazione di Ugo la Pietra in ambito neo-eclettico degli anni successivi, la riflessione aveva rivelato minor interesse nel campo dell’oggetto artistico, della serie limitata e dell’interior design in senso più generale.
Fra Cattani e Cimatti
“La Forza della Terra”: un dialogo a più voci nelle sale dedicate all’arte della ceramica e del legno nel Municipio di Nogaredo di Rovereto
La mostra “La Forza della Terra”, voluta dal Comune di Nogaredo per rilanciare il dialogo fra arte, artigianato, gioco e manipolazione, allestita in quattro splendide sale presso lo stesso Municipio, è stata corredata da un catalogo a colori di ineccepibile qualità che rimanda alle cose meditate con attenzione, realizzate con impegno, progettate per restare. Micaela Vettori, che ne ha curato la redazione e anche l’esposizione nel suo complesso, ha pensato che il panorama fosse esaustivo se completato con una rassegna di mobili in legno massiccio e di ceramiche artigianali di fattura locale, per niente distanti dalle attuali tendenze alla semplicità e funzionalità del disegno; è stato poi inserito il momento della informazione e formazione mediante una sperimentalità applicata ai bambini, quale il Laboratorio di “Giocare con l’Arte”
di Bruno Munari, presentato da Dario Valli e da Maria Grazia Gordini, assistenti del MIC, Museo delle Ceramiche di Faenza, con due workshop in loco, in una sorta di festa della manualità e della gestualità giocosa dei giovanissimi studenti delle elementari alle prese con la terra, con l’argilla. Il perché dell’inedito ciclo dell’arte della ceramica e del rinnovamento delle iconografie e degli stilemi decorativi, anche tramite antiche consolidate tecniche, risiede nel fatto che le opere della Cimatti vanno oltre la semplice e non casuale essenzialità dell’oggetto contemporaneo, bensì si spingono ad esplorare un ambito di ricerca progettuale e decorativa nuovo, ben delimitato e circoscritto sia nelle iconografie che nelle cromie. Non già pura sperimentalità del fare ceramico, ma approfondimento di un tema, quello del raku dolce
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Nella pagina a fronte: vasi di Antonella Cimatti realizzati in raku dolce. In questa pagina: piatti di Silvio Cattani.
in bianco e nero, attraverso un’unica forma, semplice nella lettura e costruita nel disegno, iterata identica in più copie con differenti stilemi decorativi inneggianti all’arabesco e al rincorrersi di linee in un gioco di positivi e negativi fino alla soglia dell’alterazione ottica della forma base stessa. Dalla tecnica sempre affascinante di origine giapponese - giunta a Faenza nel 1980 con Stephen Baxter - al desiderio di dominarla, di controllarla, di esprimere quella sapiente progettualità ceramica, che peraltro l’artista impartisce ordinariamente da venticinque anni come docente presso l’Istituto d’Arte Ballardini di Faenza. L’altra mostra personale ordinata sui pezzi di Silvio Cattani, fondatore e dirigente scolastico dell’Istituto d’Arte di Rovereto intitolato a Fortunato Depero, è apparsa come il dirompente ed incontenibile desiderio di usare la ceramica per diffondere il colore, per così dire una ceramica impiegata come strumento pittorico. Attraverso un’immediatezza subito percepibile del segno, marcato dal senso della rapidità, della velocità, quasi si trattasse di un’azione tesa a fermare una frazione di attimo, a bloccare o rappresentare un’immagine fra tante in rapida sequenza, subito dopo destinata a svanire e a disperdersi inesorabilmente. Tale evidente intendimento si coglie anche nella “gestione” del pezzo: la base del piatto prescelto per questa circostanza, seppur puntualmente firmato, talvolta neppure smaltato
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nel retro, come ad indicare la necessità di impiegare il primo strumento disponibile per esprimere un concetto, un’idea, una sensazione che, come un sogno, presto potrà estinguersi. Opere di entrambi gli artisti facevano parte di una ridotta selezione di oggetti in ceramica nella mostra sul design italiano intitolata “Theatre of Italian Creativity”, tenutasi a New York nell’ottobre 2003 con la cura di Gae Aulenti e di Vanni Pasca. Sono state annoverate tra il pubblico numerose personalità, tra cui il Sindaco Marco Giordani,
l’Assessore alla Cultura Liliana Maffei, la direttrice del Museo d’Arte Contemporanea di Cavalese Orietta Berlanda, il dirigente scolastico Filippo Merola dell’Istituto d’Arte “Boccioni” e la docente del “Palizzi” Teresa Aversano da Napoli, nonché l’ispettore ministeriale dell’Istruzione Franco Lista. Di particolare interesse scenografico infine le fotografie di Gianni Marzadro, tratte dalla sequenza delle operazioni di foggiatura al tornio, risolte con efficaci e perfetti ingrandimenti in un’antica, familiare tonalità seppia.
In questa pagina, in alto: bambini del laboratorio del MIC al lavoro; in basso: minisculture “Sfoglie volate”, realizzate dai bambini del laboratorio del MIC, Faenza, 2003.
Between Cattani and Cimatti “The Strength of the Earth”: a more than one voiced dialogue in the rooms dedicated to the ceramics and wood art in the City Hall of Nogaredo di Rovereto.
In the early years 2000 a new cycle started in the expressive research about art and ceramic design, along with a renovated interest in the manual arts. Significant episodes of this new trend would be the recent expositions by Silvio Cattani, with big plates and engraved or brush painted polychromatic disks, as well as the sophisticated experimentation with the technique of “raku dolce” by Antonella Cimatti about the white and black theme. In fact, after the extensive work in the last Seventies and Eighties, with the researches and post-modern style collections by Alchimia, Memphis, Hollywood and Ollo Design, as well as the following experimentation by Ugo La Pietra within the neo-eclectic field, reflection revealed less interest in the field of the artistic object, of the limited set and of the interior design in a most general sense. The exhibition “The Strength of the Earth”, wanted by the Commune of Nogaredo in order to raise the dialogue between art, craftsmanship, play and manipulation was accompanied by a catalogue by Micaela Vettori, who edited it and the exposition and thought that the outline was exhaustive if completed with a display of solid wood furniture and handcrafted ceramics locally produced; moreover the moment of education was included with the possibility offered to children to make
experiments, like the Laboratory of “Playing with Art” by Bruno Munari, introduced by Dario Valli and Maria Grazia Gordini with two workshops on the premises. The reason of the unusual cycle of ceramics and the renewal of the iconographies and decorative features, also by means of ancient techniques, is inherent in the fact that the works by Cimatti go beyond the essentiality of the contemporary item, on the contrary they go so far as to explore a new project and decorative research field: a thorough examination of the white and black “raku dolce” theme, through only one style, easy to read but complex as far as design is concerned, identically repeated in several copies with different decorative features arabesque and lines
running after one another oriented. The other personal exhibition organized about the pieces by Silvio Cattani appeared as the bursting desire to use ceramics to shed colour by means of the spontaneity of the sign at once perceptible, marked by the sense of swiftness. Works of both artists belonged to a selection of ceramic articles in the show about the Italian design entitled “Theatre of Italian Creativity”, held in New York in October 2003 edited by Gae Aulenti and Vanni Pasca. To conclude, particularly interesting from a scenographical point of view were the photographs by Gianni Marzadro, taken from the sequence of the manufacturing at the lathe, worked out with effective and perfect sepia coloured enlargements.
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PREMI E CONCORSI di Enzo Biffi Gentili
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a pubblicazione “Viaggio attraverso la ceramica grottesca” viene pubblicata come “strenna” per la festa celebrativa del decennale del Premio “Viaggio attraverso la ceramica”, organizzato dal 1994 a Vietri sul Mare, la capitale fittile del Sud Italia e seguito, nel 1999, dal Premio Internazionale Vietri sul Mare. L'occasione, il luogo di stampa e la scelta di un tema come quello di un breve viaggio attraverso recenti riprese e mutazioni della “grottesca” in Italia, ove nacque come straordinaria invenzione decorativa della maiolica nel Rinascimento, ma anche del “grottesco”, inteso come modalità espressiva comica e deformante, sembrerebbero definire un progetto “storicista” e specialistico. Roba, parrebbe, esclusivamente da “ceramologi”, da cultori di arte “decorativa”. Eppure il grande storico dell’arte André Chastel concluse il suo fondamentale saggio dedicato appunto a “La grottesque”, con una stimolante interrogazione: “Si nous admettons que les ‘folies’ de la grottesque font partie d'une tentation permanente, rebondissant à toute époque, il faut se demander ce que cette propension au comique, dans l’art, est devenue”. Ho sempre fatto di questo invito una “questione personale”, sin dall'inizio degli anni Novanta, nell’ambito della mia attività di curatore e in un’occasione ho dedicato al tema del “grottesco” (ma anche del grotesque nell’accezione del termine imposta da Edgar Allan Poe) un’intera mostra, Delirium Design, allestita con William Sawaya ad “Abitare
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Grotta e vinci
“Viaggio attraverso la ceramica grottesca” una mostra e una pubblicazione curate da Enzo Biffi Gentili in occasione del decennale del Premio “Viaggio attraverso la ceramica”
Nella pagina a fronte, dall’alto: “Sogno mediterraneo” di Pietro Lambiase; “Grottesca” di Luciano Sangiorgi. In questa pagina: “Polipazzo alterato” di Pierino Pisapia.
il Tempo” di Verona nel 1995. Mostra principalmente d’arte applicata, mia croce e delizia, pur con la partecipazione di notevolissimi pittori “puri” quant’altri mai, come Santo Tomaino, e di artisti che usano la fotografia come Giulia Caira: del resto la grottesca è motivo, sin dalla sua nascita, rinascita e revivalistica, strettamente connesso alla ornamentazione parietale, grafica, tessile, ceramica. Tuttavia Chastel ci poneva una più specifica domanda, sottolineata dall’uso del corsivo nella locuzione dans l’art, intendendo così anche quella “maggiore”, e difatti dava una sua prima risposta indicando come esempi di grottesche nel XX secolo alcune opere di Alexander Calder, Paul Klee, e quelle, labirintiche, di Saul Sceinberg. Siamo ora nel XXI secolo: ma potrei ancora tentare esempi persuasivi di attualità del “grottesco” nell’arte contemporanea. Penso al gruppo di giovani artisti inglesi clamorosamente emersi negli ultimi tre lustri, a partire dalla mostra “Freeze” del 1988 (titolo che peraltro mi rammenta il grottesco personaggio The Freezer interpretato da Carlo Verdone nel suo film “Sono pazzo di Iris Blond”...), attualmente celebrati a Londra nella mostra “Collezione Saatchi” alla County Hall. In una recensione di quest’evento mediatico (non a caso, visto che il collezionista è un grande pubblicitario), la giornalista Anna Detheridge giudica severamente questi “capolavori”: “tutti all’insegna
di un gusto post pop, più grottesco che tragico, più ridondante che apparentemente poetico...” ( il corsivo è mio) e ironizza sulla definizione di Saatchi come “Cosimo dei Medici dell’arte contemporanea”. Condivisibile ironia, anche se, sempre sul piano dell’enfasi, si potrebbe effettivamente tentare un paragone suggestivo non già con il primo, ma con il terzo Cosimo de’ Medici, al cui servizio, tra il 1691 e il 1695, in un’epoca di “decadenza” come la nostra, entrò il sommo ceroplasta Gaetano Giulio Zumbo, i cui lavori sui vari stadi di decomposizione di cadaveri umani, le corruzioni, gli studi sulla peste e la sifilide,
oppure le ceste anatomiche, potrebbero essere segnalate come antesignane delle truculenze di Damien Hirsc, Jake e Dinos Chapman, Marc Quinn... Dovevo una risposta dans l'art alla interrogazione di Chastel, anche se io mi considero solo un modesto storico e critico di arti applicate. Ma, guarda caso, proprio tra gli artisti inglesi “grotteschi” qualcuno è molto rilevante ai fini di uno specifico discorso ceramico. Si tratta di Grayson Perry, finalista al Turner Prize 2003 e ceramografo di gran talento. Perry non mi interessa qui soltanto come autore di vasi istoriati, come esempio trendy
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In questa pagina, dall’alto: “Tu nun si’ a’ canaria” di Vincenzo Borrelli; “Grottesca” di Carlo Previtali.
di una modalità espressiva altrove ritenuta esausta o comunque secondaria, quanto come teorico di una nuova consistenza tecnica ed estetica del lavoro: “Gli artisti sono troppo cerebrali e la cultura accademica declassa la fisicità delle opere (...). Pensano semplicemente che sia sufficiente avere una buona idea; tutto si ricollega al concetto secondo cui chi indulge al piacere fisico non è serio”. È esattamente quanto sostenni in una delle tesi, esposte anche a nome del World Crafts Council, nell’introduzione al catalogo della mostra sull’eccellenza europea nelle arti applicate contemporanee, realizzata nell’occasione delle Celebrazioni del Centenario dell’Esposizione Internazionale d’Arte Decorativa Moderna di Torino (1902). Ed è la ragione di una mia polemica con quei ceramisti che ritengono di dover bussare alla sorda e sovente sordida porta dell’arte pura, per poter respirare un’aria più fine, senza rendersi conto che questa sopravvalutazione delle Fine Arts come cielo etereo è vecchia, appartiene al secolo scorso, e che è proprio da una nuova dichiarazione e postazione d’indipendenza dell’arte applicata, naturalmente sorretta da una diversa cultura del progetto, che è possibile condurre incursioni perturbanti nell’altro campo, rafforzare chi all’interno rappresenta un “elemento di crisi”, come appunto Grayson Perry, con la sua riattribuzione di un fondamentale valore alle componenti “estetiche”, tecnico realizzative, in ogni arte.
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Nella pagina a fronte, dall’alto: “Grottesco quotidiano” di Fausto Salvi; “Fischietto grottesco” di Guido Mariani.
Grotto and win
“Journey through the grotesque ceramics” an exhibition and publication edited by Enzo Biffi Gentili on the occasion of the tenth anniversary of the “Journey through ceramics” Award.
The booklet “Journey through the grotesque ceramics” is published as “present” for the tenth anniversary celebration of the “Journey through ceramics” Award, organized since 1994 at Vietri sul Mare and followed, in 1999, by the Vietri sul Mare International Award. The occasion, the printing place and the choice of a theme like that of a short journey through the recent revivals and changes of the “grotesque painting” in Italy, where it was born as majolica extraordinary decorative invention during the Renaissance, but also of the “grotesque” meant as both comical and deforming expressive mode, would seem to define a rather “historicist” and specialistic project. Nevertheless the great art historian André Chastel ended his fundamental essay dedicated precisely to “La grottesque”, with an inspiring question: “Si nous admettons que les ‘folies’ de la grotesque font partie d’une tentation permanente, rebondissant à toute époque, il faut se demander ce que cette propension au comique, dans l’art, est devenue”. I have always made a “personal issue” of this invitation, since the beginning of the Nineties, within the limits of my activity as an editor and on one occasion I dedicated to the “grotesque” theme a whole exhibition, Delirium Design, prepared with William Sawaya at “Abitare il Tempo” in Verona in 1995. It was mostly an applied arts’ exhibition, notwithstanding the participation of very noteworthy “pure” painters
like Santo Tomaino, and of artists who use photography like Giulia Caira: on the other hand the grotesque painting is a motif, since its very birth, renaissance and revival, tightly connected with the wall, graphic, textile and ceramic adornment. However Chastel put us a more specific question, underlined by the italic type utilization in the expression “dans l’art”, thus meaning also the “major” one and in fact gave a first answer indicating as examples of the Twentieth century grotesque paintings some works by Alexander Calder, Paul Klee and the labyrinthical ones by Saul Sceinberg. We are now living in the Twenty-first century: but I could still attempt convincing topical examples of “grotesque painting” in the contemporary art. I am thinking to the group of young English artists clamorously raised above the others in the last fifteen years, starting from the “Freeze” exhibition in 1988, at present honoured in London in the “Saatchi Collection” exhibition at the County Hall. And it is not just a case that precisely among the “grotesque” English artists one is very important for what concerns the ceramics specific matter. This person is Grayson Perry, finalist at the Turner Prize 2003 and very talented ceramics writer. I am interested in Perry just now as theorist of a new technical and aesthetic work consistence: “Artists are too much of the intellectual type and the academical culture downgrades the physical presentation of the works (…). They think merely it is enough to have a good idea; everything is connected with a concept which asserts that who indulges in physical pleasure is not serious”. This is the reason of an argument I had once with those ceramists who are not aware that this overestimate of the Fine Arts is old and that it is really from a new declaration and stationing of independence of the applied art, of course supported by a different project culture, that it is possible to lead upsetting incursions into the other field, to reinforce who inside represents a “crisis element” like precisely Grayson Perry, with his assigning again a fundamental value to the “aesthetical”, technical- realizing factors in every art.
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AUTORI di Antonio Amico
C
antastorie e artigiano dedito a “cose d’arte”. Dedito ad alitare vita sulla creta, con tutti gli arnesi del mestiere: le mani e il tornio, le spatole e le dita, l’acqua e i pennelli e i forni e le muffole, a trasformare terra e smalti e… raccontare. Viaggiatore di immagini e di mondi sconosciuti e lontani nel tempo e nei luoghi, lontani per cultura e tradizioni, per il colore della pelle e il Dio da pregare, ma tutti legati da un sottile filo rosso: la ceramica e la fantasia. Con Giacomo Alessi c’è un “come e un perché” di tutto, sempre spiegato e raccontato con allegria, con fantasia, con l’occhio popolare, magari in dialetto; la spiegazione assennata del buon padre di famiglia che spiega perché il terremoto del 1693 fu motivo di sopravvivenza per la ceramica calatina, perché una famiglia di bravi ceramisti caltagironesi si sposta a Burgio, forse perseguitata e trasferisce le sue tecniche e i suoi decori, perché e come si diffusero e svilupparono gli albarelli da farmacia, l’editto di Melfi, le leggi di Federico, le spezierie povere per i poveri e le spezierie ricche per i ricchi, i divieti di accordi “sottobanco” tra medici e spezieri. Vite. Racconti di crociate. Vite parallele da intrecciare con un occhio alla tradizione e un occhio alle esigenze del mercato, della putia da mandare avanti e un occhio, involontario e lungimirante, ai fatti della politica. Così una cupola (nata per dimostrare alla miopia di certi amministratori come restaurarne una) diventa dieci, venti, trenta cupole diverse e poi diventa minareto, dieci minareti, venti
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Giacomo Alessi
Un grande artefice dell’arte ceramica capace di dare forma e significato alle sue opere
minareti in un intreccio consapevole tra Terra Santa e Vecchio Mondo cattolico, tra mussulmani e cristiani, tra Arabi e Normanni, tra Tunisia e Sicilia, tra pestilenze e terremoti. Minareti islamici e cupole barocche vengono rappresentati accanto, nella commistione metaforica di una città visionaria che è un messaggio
e vorrebbe essere una profezia. Cupole e minareti insieme, simboli di una uguaglianza di base che si riconosce in un Dio comune, islamico o cristiano; una sorta di Baphomet, divinità bifronte cui cristiani e islamici potevano rivolgere preghiere. Un simbolo dimenticato tra i carri armati di Gerusalemme, le bombe umane, le
Nelle due pagine: “Cupole”, ceramica.
Twin Towers e il dio Mercato al quale, a mille anni di distanza, si tributano umane vittime sacrificali in un tribalismo di ritorno la cui caratteristica peggiore è quella della totale assuefazione. Così dormiamo. Come i tre Re Magi di uno straordinario presepe, in ceramica policroma, in cui Giacomo Alessi ha voluto rappresentare questa sua visione profetica in controtendenza: un cartellone da cantastorie in cui tutto è rappresentato, con riferimenti culturali precisi, ma anche con la solita fantasia spigliata e aggressiva. I piatti che Giacomo Alessi inventa parlano di terre lontane, di Napoli e di Fiandra, e arazzi dell’India e di Turchia e tappeti di Persia. Parlano di viaggi di fantasia, senza confini né limiti, sulle ali della quale la civetta, simbolo di Atena, dea dell’arte e della saggezza, diventa un gioco: s’accoccola su una pila di libri, in un’evidente metafora, si posa su rami, vola su un’altalena; poi si moltiplica, si cimenta su un asse in bilico con una compagna; si fa in tre per recitare in un piccolo teatro settecentesco o sale su un comò per ricordare la vecchia filastrocca: anghingò, tre civette sul comò. La fantasia di Alessi vola su mongolfiere azzurre o con fiori a ghirlanda, a decori ’700 o ’800; le prime due (i prototipi), a simboleggiare la libertà e l’ansia di futuro ancora da scoprire dei suoi due figli: “loro, debbono volare”, dice Giacomo. Vola e passa su un mondo contadino di utensili, fangotti, burnie, orci, quartare, lumere e scaldamani (di tutte le forme: libri, borsette, pesci,
papere). Vola e passa su un mondo disperato e spaventato da un terremoto devastante, quello del 1693. “Appena erano toccate le ore 21 della detta domenica, undeci dell’istesso gennaro fece un terremoto così orribile e spaventoso che il suolo a guisa di un mare ondeggiava, li monti traballando si diroccavano e la città tutta (Noto, ndr) in un momento miseramente precipitò colla morte circa di mille
persone” così Filippo Tortora, cronista, scrive nell’agosto del 1712. Alessi osserva i cagnoli di palazzo Nicolaci e si chiede il perché di tanta opulenza, ma anche di tanta mostruosità. Si voleva stupire? Si volle atterrire i passanti? O fu la rappresentazione del ricordo, della paura, dello sbigottimento di quei miseri? Così Alessi matura l’idea di realizzare dei grandi vasi
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Nelle due pagine: “Vasi antropomorfi”.
antropomorfi in terracotta, i cui volti rappresentano il terrore e la disperazione, ma anche la cattiveria senza scrupoli degli sciacalli (ed allora la gente più scelerata si diede alle rapine delle robbe preziose, che nelle rogine della città abbondontemente scoprivansi –così continua il Tortora) e l’uomo diventa animale, bestia, leone. Così, riscrive la storia di quei giorni, in cui il Duca di Camastra, allegro e sorridente si preoccupa di far rifare le strade più larghe per poterci passare con la sua carrozza nuova, il notaio gongola per i grandi affari e il gran numero di atti e di denari che gli procurano e il sole, sempre sorridente nell’iconografia e nell’immaginario di tutti, questa volta non ride, disperato per le miserie che gli tocca illuminare. Da quanto tempo conosco Alessi? Non lo so più. Entrato nella sua putia per un acquisto, mi sono dimenticato del mondo. Sono entrato nel suo, mi sono lasciato trascinare da questo suo narrare affascinante in cui tutto, arte, mestieri, commerci, cultura, religioni, colori, si ricollega nella gioia della scoperta, nell’entusiasmo del ritrovamento, della conferma di una teoria, di una supposizione. Con la modestia dell’artigiano, come sempre si definisce, ma con la consapevolezza del ceramista che sa di ceramica e di storia della ceramica, con la gioia di chi l’inventa e la vive. “Per capirla, la devi toccare; sentire le ditate del tornio” così, dice. E continua: “La devi sentire suonare!” Prende un vaso a palla e gli batte sopra con un dito. Tintinna. Poi, si sofferma sul decoro e comincia a raccontare e non si ferma più.
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A
story-teller and craftsman devoted to “all things artistic”. A traveller in imagery and unknown worlds, far away in both time and place, by culture and traditions, by skin colour and by the God to pray to, but everything connected by a thin red thread: ceramics and fantasy. With Giacomo Alessi there is a “how and why” for everything, always related with joy, through the common eye, perhaps in dialect, with attention to traditions, requirements of the market and political affairs. In this way a dome (which came about to show to certain short-sighted administrators how to restore one) becomes thirty different domes and then becomes a minaret, twenty minarets in a conscious tangle of Holy Land and Old World catholic, between Arabs and Normans, between Tunisia and Sicily, amidst plagues and earthquakes. Islamic minarets and Baroque domes are represented side by side, in a metaphorical visionary city which is a message and which would like to be a prophecy, symbolic of a basic
equality which recognizes a common God; a sort of Baphomet, a two-sided God to whom both Christians and Muslims could pray. A forgotten symbol amidst the tanks in Jerusalem, human bombs, the Twin Towers and the Market God to whom, even today, sacrificial human victims are offered up in a return to tribalism. We are sleeping like this. Just like the Three Kings of the nativity in multicoloured ceramic in which Alessi has represented this vision: a playbill of storytelling in which everything is represented, with precise cultural references, but also with his usual unconstrained and aggressive imagination. The dishes created by Alessi speak of faraway lands, of Naples and Flanders, of Indian and Turkish tapestries, of Persian carpets; his imagination flies free in blue hot-air balloons or with garlands of flowers, with 18th and 19th Century decoration; it flies over a rural (rustic) world of tools, and then on to the desperate and frightening scene
of a devastating earthquake, the one that happened in 1693 in Noto. Alessi studies the “cagnoli” very closely and asks himself why such opulence, why such monstrosity? Was the intention to amaze or terrify the passers-by? Or did they represent the memory, the fear of those wretched souls? And thus Alessi had the idea of creating large anthropomorphic vases in terracotta, the faces of which represent terror and desperation but also the unscrupulous
wickedness of the jackal and man becomes animal, beast, lion. Alessi thus rewrites the history of those days. Ever since I first met Alessi, when I went into his “putia” (a craftsman’s studio-cum-boutique) looking to buy something, I have forgotten the world. I have entered into his world, carried away by his enchanting storytelling, in which everything, art, crafts, culture, religion is reunited in the joy of discovery, of rediscovery, of the proving of a theory. All with the typical modesty
of the craftsman, as he always refers to himself, with the consciousness of the ceramist who knows about ceramics and the history of ceramics, with the joy with which he creates and lives it. “To understand it you have to touch it; feel the fingerprints from the wheel” he says. “You have to hear it ring!” with this he takes a ball vase and beats it with one finger. It rings. Then he pauses on the decoration and starts to tell a story and there’s no stopping him.
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FIERE E SALONI di Sara Tomasella
“Fatto a mano” protagonista al Macef
Macef Milano 2004 dedica un intero settore espositivo alle creazioni dell’artigianato artistico made in Italy
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li oggetti unici, frutto della creatività e della manualità di esperti maestri artigiani che trasformano semplici materiali in oggetti d’arte, sono stati nuovamente i protagonisti di “Fatto a mano”, il percorsosimbolo dell’artigianato italiano al Macef. Questo progetto, lanciato nel 2002 da Fiera Milano International in collaborazione con la nostra rivista, testimonia l’interesse per un patrimonio di antiche tradizioni artistiche italiane, evidenziando le realtà delle aziende che meglio esprimono le risorse, i linguaggi, le peculiarità dei territori di provenienza. Una ricchezza da salvaguardare e valorizzare, un punto di riferimento per gli operatori italiani ed esteri, che ricercano quei valori di unicità del prodotto artigianale italiano, tanto strettamente legato alla matrice artistico-culturale del nostro paese e che oggi si arricchisce del gusto e dello stile dell’innovazione. A “Fatto a Mano” rivivono il fascino e la qualità del lavoro della bottega artigiana, attraverso prodotti realizzati rigorosamente a mano: oggetti d’arredo, tessuti, maioliche, ceramiche, vetri, profumi ed essenze, giochi antichi, mosaici, ricami, cesti e scatole. Tra i numerosi eventi collegati alla fiera, particolarmente interessante il cocktail organizzato sabato 31/1 da Macef allo scopo di incontrare la stampa e i buyers nazionali ed internazionali insieme agli espositori di “Fatto a mano” e di illustrare loro la nuova filosofia della testata, i prossimi progetti editoriali e commerciali, a seguito dell’avvenuta fusione tra le riviste “Artigianato tra arte e design” e D’A.
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he unique objects, fruits of the creativity of artisan masters who transform simple materials in art objects, were protagonists of “Fatto a mano”, the symbolic program of Italian craftsmanship at Macef. This project, launched in 2002 by Milan Fair International in collaboration with our magazine, attests the interest in a heritage of Italian artistic traditions, pointing out the realities of the companies that express better the resources, the languages, the special features of the places of origin. A wealth to protect and a point of reference for the operators both Italian and foreign who look for those values of uniqueness of the Italian handmade product, because enriched with the taste and style of innovation. At “Fatto a mano” revive the charm and quality of the artisan shop’s work
through products absolutely handmade: furniture objects, fabrics, ancient toys, mosaics, embroideries, baskets, boxes, glassware, majolica ware, chinaware, perfumes and essences. Among the many events connected with the fair, particularly interesting was the cocktail organized on Saturday 31st January at the pavilion 24/1 by Macef together with the exhibitors of “Fatto a mano”, with the purpose of meeting the national and international buyers and their customers. During the event “D’Artigianato tra Arte e Design”, publishing partner of the program, explained to the press and the buyers the heading’s new philosophy, the next editorial and commercial projects, following the fusion occurred between the magazines “Artigianato tra Arte e Design” and “D’A”.
OGGETTI PER L'ARREDAMENTO - Via Corpo Vol. Liberazione 18 34075 Pieris GO - Tel. 0481 470101, Fax 0481 470101 EFFECI di Camatta Francesca - Via Bolda 4 31025 S. Lucia di Piave TV - Tel. 0438 451971, Fax 0438 651524 BORTOLETTI FONDERIA ARTISTICA - Via delle Industrie 24 30020 Marcon VE - Tel. 041 4567140, Fax 041 5953098 LORENZI S.r.l. - Via Papa Giovanni XXIII 1 35020 Codevigo PD - Tel. 049 5817378, Fax 049 5817594 IL BARATTOLO di Mazzon Giorgio - Via Santa Teresa 62/42 45010 Rosolina RO - Tel. 0426 664641, Fax 0426 664641 Nella pagina a fronte: Il signor Capodimonte di E. Alamaro (particolare).
Oggetti per l'arredamento
Lorenzi
Bortoletti Fonderia Artistica
Il barattolo
Effeci
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BEPPETRE di Codazzi Giuseppe - Via Roma 42 20085 Locate Triulzi MI - tel. 02 9079222, Fax 02 907774 DEFENDINA MOSAICI - Via Lomellina 8 20133 Milano - Tel. 02 71040054 HOUSEFLEX di Antonio Galimberti - Via Molino Ponte 10 20050 Verano Brianza MI - Tel. 349 4972350, Fax 031 767144 L’ART MARMOREO di Gallo Jean Luc - Viale Monte Nero 56 20135 Milano - Tel. 02 5514070, Fax 02 5514070 OTTAVIO RECALCATI di R. & A. Recalcati S.n.c. - Via Dante 69 20092 Cinisello Balsamo MI - Tel. 02 66046022, Fax 02 66010466
Beppetre
L'art marmoreo
Houseflex
Ottavio Recalcati
Defendina Mosaici
Defendina Mosaici
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MARIGIO’ CREAZIONI S.n.c. - Via Valle di Sotto 2 40064 Ozzano Emilia BO - Tel. 051 6256216, Fax 051 6256975 NUOVAPLEX di Ercolani Davide - Viale Carducci 91/H 47035 Gambettola FC - Tel. 0547 57339, Fax 0547 57339 CLEO' SNC di Solaroli S. & C. - Via Spadarino 29 48018 Faenza RA - Tel. 0546 46335, Fax 0546 46566 ARACNE di Mantovani Lorenzo & C. S.n.c. - Via dell’Industria 12 47832 San Clemente RN - Tel. 0541 857204, Fax 0541 857204 MASTRO DE PAJA di Montini Alberto - Via Liguria 30 61100 Pesaro - Tel. 0721 410822, Fax 0721 410865
Marigiò Creazioni
Mastro de Paja
Aracne
Nuovaplex
Cleò
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FILIPPINI & PAOLETTI S.N.C. di Fei Ascanio e Paoletti Paolo P.zza S. Spirito 12, 50125 Firenze - Tel. 055 214696, Fax 055 2381763 FLORENTIA Pelletterie Artistiche Fiorentine - Via Rocco Benini 18-B 50013 Campi Bisenzio FI - Tel. 055 8979219, Fax 055 8979221 INDIVERI CARLA - JUJÙ - Lungarno Ferrucci 43 50126 Firenze - Tel. 055 685086 MI.VI.S. S.N.C. - Via G. T. Tozzetti 61 50053 Empoli FI - Tel. 0571 924674, Fax 0571 921887 M.V.M. S.N.C. - Via B. Cellini 87-89 - Loc.Sambuca 50028 Tavernelle Val di Pesa FI - Tel. 055 8071270, Fax 055 8071271
Filippini & Paoletti
MI.VI.S.
M.V.M.
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Indiveri Carla - Jujù
Florentia
PRIMA S.r.l. - Via Aretina Nord 156/N 52040 Tegoleto Civ. Chiana AR - Tel. 0575 411141, Fax 0575 411097 ARTISTA ARTIGIANO S.N.C. - Via San Matteo 103 53037 San Giminiano SI - Tel. 0577 941568, Fax 0577 941568 LA BOTTEGA DI TIPì’ di Colucci Annunziata - Corso Amedeo 181 57125 Livorno - Tel. 0586 881184, Fax 0586 881184 RE.LEG.ART. Coop. Sociale a r.l. - Via Fiorenzo di Lorenzo 2 bis/1 06121 Perugia - Tel. 075 5725380, Fax 075 5725380 LA GATTA SNC di Polce & Gambetta - Via Taormina 16 64014 Villa Rosa di Martinsicuro TE - Tel. 0861 753165, Fax 0861 753165
Prima
RE.LEG.ART.
La gatta
Artista Artigiano
La bottega di Tipì
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LA GIOSTRA DELLE METAMORFOSI - Via Gaetano Quagliarello 35 80131 Napoli - Tel. 081 5453194, Fax 081 2296228 TERRAMIA S.A.S. di Luca Gianì - Via Pigna 76 80128 Napoli - Tel. 081 5604018, Fax 081 5604018 GARGIULO SALVATORE - Via Fuoro 33 80067 Sorrento NA - Tel. 081 8782420, Fax 081 8782420 GIGLIO ASLA S.N.C. - Via Rota 11, P. O. Box 48 80067 Sorrento NA - Tel. 081 8785543, Fax 081 8771434 SORRENTO INTARSIO S.N.C. - Nuova Strada Baranica 1 80067 Sorrento NA - Tel. 081 8771153-8071240, Fax 081 8771153 MONTI ANTONIO EXPORT - Corso A. Rizzoli 40 80076 Lacco Ameno, Ischia NA - Tel. 081 980725, Fax 081 980922
La giostra delle metamorfosi
Terramia
Giglio Asla
Gargiulo Salvatore
Monti Antonio
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Sorrento Intarsio
BUBA SRL Unipersonale - Via Torrino, Parco Alceda 81100 Caserta - Tel. 0823 256375, Fax 0823 495371 DONATELLA CAPILLO - Via Nazionale Km. 11650 n. 21 98164 Messina - Tel. 090 321134, Fax 090 696404 LE BAMBOLE DI ARIANNA S.N.C. - Contrada S. Antonio 2 98039 Taormina ME - Tel. 0942 625980, Fax 0942 628645 PICCOLE GIOIE di Zampogna Francesca - Via dei Ciclamini 3 95040 Ramacca CT - Tel. 095 653855, Fax 095 653855 Ceramiche Lory di Cusumano Gaetana - Via Principe Amedeo 2/4 95041 Caltagirone CT - Tel. 0933 24304 Ceramiche Sirna di Sirna Francesco - Via Altobasso S. Luigi s.n. 95041 Caltagirone CT - Tel. 0933 57725
Buba
Donatella Capillo
Ceramiche Lory
Le bambole di Arianna
Ceramiche Sirna
Piccole gioie
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Erica’s dolly di Catania Erica - Via Vittorio Emanuele 55 95041 Caltagirone CT - Tel. 0933 27176 FALPALà PICCOLA SOC. COOP. a R.L. - Via S. G. Zappalà 9 95037 San Giovanni la Punta CT - Tel. 095 430623, Fax 095 446676 GRISERIE DI LUDA - Via S. Paolo 70/a-72 95030 Gravina di Catania - Tel. 095 211205, Fax 095 5678888 LABORATORIO DI CERAMICA ARTISTICA - Via S. Leonardo 30 95041 Caltagirone CT - Tel. 328 3785173 L’ARCO di Maria Rizzo - Via Puleo 11 95100 Catania - Tel. 095 434883, Fax 095 375335 MICHELE PICONE - Via Ventimiglia 202 95100 Catania - Tel./Fax 095 431934
Erica’s dolly
L’arco
Falpalà
Griserie di Luda
Michele Picone
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Laboratorio Ceramica Artistica
PAOLA ROMANTICHERIE - Via S. Gregorio 22 95030 Mascalucia CT - Tel. 095 7273240 ROY GLASS di Michael S. Roy - Via Dottor Consoli 74 95100 Catania - Tel. 095 315251 SETARANCIA di Bernardo Antonina - Via Duca d’Aosta 54 95048 Scordia CT - Tel. 095 659070 TERRE COLORATE di Varesi Rosa Maria - Stradale Cravone 158 95100 Catania - Tel. 095 577415 UN MONDO DI VETRO - Via Treviso 16 95030 Mascalucia CT - Tel. 095 7272368, Fax 095 7276862
Paola romanticherie
Un mondo di vetro
Terre colorate
Roy Glass
Setarancia
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ARRIUS LUCIANO - Corso Amendola 13 09039 Flumini Maggiore CA - Tel./Fax 0781 580853 ARTEMISIA di Simonetta Liscia - Via Monti 14 09128 Cagliari - Tel./Fax 070 486258 CHIARA MAXIA - Via Chiesa 8 09040 San Basilio CA - Tel./Fax 070 9805484 COOPERATIVA SU TROBASCIU - Via Gramsci 1 09095 Mogoro OR - Tel./Fax 0783 990581 GIAMPAOLO MAMELI - Via Decimo 107 09026 San Sperate CA - Tel./Fax 070 9600411
Arrius Luciano
Cooperativa Su Trobasciu
Artemisia
Mameli Giampaolo
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Chiara Maxia
LA NUOVA FUCINA - Via dei Carroz 22 09131 Cagliari - Tel. 070 503707, Fax 070 503709 MARROCU GIOIELLI S.N.C. - Via Roma 79 09039 Villacidro CA - Tel. 070 9310010, Fax 070 9310156 MASSIMO BOI - Via dell'Autonomia Regionale 76 09045 Quartu S. Elena CA - Tel./Fax 070 807456 TESSART PICCOLA COOPERATIVA - Via Guido Rossa 13 09010 Villamassargia CA - Tel./Fax 0781 74416 COOPERATIVA ANNUNZIATA - Contrada Macchia 88040 Serrastretta CZ - Tel. 0968 81186, Fax 0968 818900
La nuova fucina
Tessart Piccola Cooperativa
Marrocu Gioielli
Cooperativa Annunziata
Massimo Boi
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di Gaetano Franzò
Showcase Ireland 2004
L
Showcase Ireland, organized by
FIERE E SALONI
a manifestazione “Showcase Ireland”, organizzata dal Crafts Council of Ireland, Camera per l’Artigianato Irlandese, e promossa da Enterprise Ireland, Ente Irlandese per il Commercio e la Tecnologia, si è tenuta anche quest’anno alla RDS Main Hall di Dublino dal 18 al 21 gennaio scorso. Designers, artigiani e realizzatori di articoli da regalo hanno presentato le loro nuove creazioni durante la fiera, visitata da oltre 10.000 buyers. Showcase Ireland ha presentato svariati prodotti suddivisi in sei settori: artigianato, accessori per la tavola e per la casa, articoli da regalo, gioielli, abbigliamento e prodotti tipici celtici. Per quattro giorni, 650 aziende hanno offerto il miglior design contemporaneo. Con il consolidarsi della fama di Showcase Ireland, hanno avuto inizio una serie di importanti iniziative che saranno attuate nei prossimi anni. Una delle novità più recenti riguarda l’introduzione di un design del tutto innovativo: l’iniziativa “new look” ha come obiettivo primario quello di facilitare i principali buyers nazionali ed internazionali ad individuare i vari gruppi di prodotti creando una distinzione chiara fra le diverse categorie settoriali. Fra le novità di quest’anno spicca l’iniziativa “Index” grazie alla quale cento nuovi prodotti unici di altissima qualità sono stati selezionati ed esposti per la prima volta in occasione della fiera.
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Tra cambiamenti innovativi e fedeltà alla tradizione la fiera dell’artigianato irlandese d’eccellenza ha concluso con successo la sua 28a edizione
the Crafts Council of Ireland and promoted by Enterprise Ireland, also this year was held at RDS Main Hall in Dublin last January from 18th to 21st. Designers, craftsmen and designers of gift items showed their new creations during the fair, visited by over 10.000 buyers and divided in six sectors: craftsmanship, table fittings
and house fittings, gift items, jewellery, clothing and Celtic typical products. From the most recent initiatives stand out “New look”, that concerns the introduction of an absolutely innovative exhibition design and “Index”: thanks to this latter a hundred new unique products were chosen and exhibited for the first time on the occasion of the fair.
FIERE E SALONI di Davide Viganò
S
voltosi dal 13 al 16 febbraio scorso a Fortezza da Basso, il Florence Gift Mart si è concluso positivamente registrando una sostanziale tenuta rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il successo della manifestazione, frutto degli sforzi economici dell’Ente fieristico, sostenuto dalla Regione Toscana, da Toscana Promozione, da Firenze Fiera S.p.a. e dalla Banca Toscana, è tanto più significativo, considerate le oggettive difficoltà che il mercato sta ancora affrontando; ha quindi dato ragione agli organizzatori che, ritenendo opportuno attuare interventi a favore delle imprese sottoposte alla crisi generale da alcuni anni, hanno lavorato per mettere gli espositori in condizione di presentarsi al meglio. Nell’ultima edizione del Florence Gift Mart tante sono state le novità che le aziende, impegnate nei settori dell'articolo da regalo, della tavola e del complemento d’arredo, hanno presentato agli operatori. Il settore merceologico che ha ricevuto maggiori consensi è quello del complemento d’arredo: tornano i materiali antichi, come il vetro, il cristallo e l’alabastro, reinterpretati con inconsueta modernità; oggetti spiritosi si sono affiancati ai pezzi intramontabili dell’artigianato di pregio. Aziende partecipanti ed operatori continuano dunque a credere nella realtà fieristica, che rimane il palcoscenico ideale per apprezzare “dal vivo” i prodotti esposti, constatandone di persona la qualità e la validità.
Florence Gift Mart
Bilancio soddisfacente per la 51a edizione della manifestazione fiorentina dedicata all’anteprima dell’articolo da regalo e del complemento d'arredo
T
he Florence Gift Mart, which was held last February from 13th to 16th at Fortezza da Basso, closed positively. The event’s success, result of the economical efforts of the Fair Board, supported by the Tuscany Region, by Tuscany Promotion, by Florence Fair S.p.A. and by Tuscany Bank, is much more significant when the difficulties the market is facing are taken into account. In the last edition many were the novelties companies offered to the operators. The sector pertaining to the technology of commerce that received
most praises is that of the furnishing fitting: the ancient materials like glass, crystal and alabaster are coming back into fashion, reinterpreted with unusual modernity; witty objects accompanied everlasting pieces of the valuable craftsmanship. Therefore companies and operators continue to believe in the exhibition reality that allows the public to appreciate “from life” the products on show, ascertaining both quality and validity.
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di Fernando Murilo Moro
I.H.M. 2004
La 56a Fiera Internazionale
The 56th Craftsmanship
FIERE E SALONI
dell’Artigianato I.H.M., si è svolta dal 4 al 10 marzo scorso nel Nuovo Centro Fieristico di Monaco di Baviera. Il risultato della manifestazione ha confermato il miglioramento dell’andamento economico della classe media, che si è ripercosso anche sull’umore degli espositori e dei 220.000 visitatori provenienti dalla Germania e dall’estero, con una presenza notevole dei paesi dell’Unione Europea. La partecipazione degli operatori del settore è aumentata dal 62% al 67%, dato che conferma una maggiore disponibilità all’informazione e agli investimenti nel settore dell’artigianato. Gli espositori sono del parere che la I.H.M. sia la fiera ideale per curare i rapporti commerciali e per informarsi sulle novità. Tra i settori rivolti direttamente ai visitatori privati hanno riscosso maggiore successo l’arredamento d’interni, i mobili, i gioielli e l’artigianato. Uno dei tratti distintivi della fiera è rappresentato dal gran numero di esposizioni speciali e di esposizioni industriali che, anche quest’anno, hanno risvegliato l’interesse del pubblico. Oltre il 60% degli operatori del settore e dei visitatori privati ha partecipato a uno degli eventi, tra cui “Exempla artigianato e sport”, “Gioielli” e “Centro di consulenza e intervento energia e ambiente” hanno ottenuto il migliore risultato. L’appuntamento con la prossima I.H.M. è dal 10 al 16 marzo 2005.
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Si è conclusa con un sorprendente risultato la fiera dell’artigianato di Monaco di Baviera particolarmente apprezzata per la completezza dell’offerta
International Fair I.H.M. 2004 was held from last 4th to 10th March in Munich New Fair Centre. The result of the event confirmed the improvement of the medium class’s economic trend, which influenced also the mood of the exhibitors and of the 220.000 visitors coming from Germany and abroad. The participation of this field’s operators has increased from 62% to 67%, figures which confirm a larger openness
to information and investments in the craftsmanship field. Among the lines of work addressed directly to private visitors, flat furnishing, furniture, jewellery and craftsmanship were most successful. One of the distinguishing features of the fair was represented by the big number of special and industrial expositions which, also this year, stirred up the public’s interest. The appointment with next I.H.M. is scheduled for 2005, from 10th to 16th March.
di Felice Bonalumi
MIA - Abitare e Benessere
S
Last 28th March closed the 11th
FIERE E SALONI
i è conclusa lo scorso 28 marzo, l’11ª “MIA - Abitare e Benessere”, dopo nove giorni caratterizzati da una nuova “headline” e da una nuova formula. Il pubblico, nonostante il momento difficile per l’economia, ha risposto positivamente, confermando vincente l’idea dell’accesso gratuito ai padiglioni del Polo Fieristico; si è ampliato inoltre il numero di visitatori grazie ad una migliore distribuzione nelle ore serali dei giorni feriali e grazie ai vari eventi organizzati, distribuiti in modo continuo. La seconda formula vincente è stata la suddivisione per aree tematiche, grazie alla quale tutti gli aspetti legati all’abitare e al benessere sono stati sviluppati armonicamente. Molto apprezzati gli spazi dell’home fitness e in genere del benessere psicofisico, mentre per il settore specifico dell’arredamento sono state presentate nuove linee di salotti, di camere da letto e di cucine. Una nota particolare merita il nuovo settore dell’antiquariato che ha presentato pezzi unici da Italia, Olanda, Inghilterra e Francia. “Mia - Abitare e Benessere” ha promosso da alcuni anni un importante premio internazionale per il complemento d’arredo: questa 5ª edizione ha ribadito l’interesse del pubblico, riconfermando la centralità della ricerca nel design come parte integrante del pezzo unico o di piccola serialità, frutto della creatività e della tecnica degli artigiani-artisti presenti. Il prossimo appuntamento, con la 59ª MIA, è dal 18 al 26/9/04.
La più giovane delle manifestazioni organizzate dall’Ente Mostre Monza e Brianza chiude con successo la sua 11a edizione
“MIA - living in and fitness”, characterized by a new “headline” and new formula. The many visitors confirmed as winning the idea of the free access to the pavilions of the Fair Centre and the division in thematic areas allowed all the features linked to the living and fitness to be developed harmoniously. Much appreciated were the spaces of the home fitness and of the psycho-physical fitness, while in that dedicated to the interior design were
introduced several new lines and the new sector of antiques put on display unique examples from Italy, Holland, England and France. The fair promotes also an international award for furniture fittings: this 5th edition confirmed once more the central position of the research for what concerns design as essential part of the unique example, which is the outcome of the creativity of the craftsmen-artists present at he fair. The next appointment with the 59th MIA is scheduled from 18th to 26th September.
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MATERIALI
& TECNICHE
Le tecniche dei maestri artigiani LA LAVORAZIONE DELL’ALABASTRO DI VOLTERRA di Irene Taddei
Non si può parlare di Volterra senza associarvi l’idea e l’immagine dell’alabastro. Volterra costruita da artigiani, suggestivo involucro fatto di bellezze artistiche ed architettoniche, testimonianze d’una costante stratificazione storica e culturale. Volterra ha visto nascere con la civiltà etrusca il suo vero splendore e con il contemporaneo sviluppo della lavorazione della “dolce pietra”, una manifattura d’alto valore artistico che segnerà, nel bene e nel male, l’intero suo cammino millenario instaurando con essa un connubio tuttora inscindibile. Raffinato come il marmo più pregiato, traslucido al pari delle più pure opaline, trasparente come il vetro, duttile alla lavorazione come il legno, prezioso e variamente colorato, istoriato come le pietre dure, l’alabastro di Volterra nelle mani si trasforma con docile accondiscendenza e fa sue le più svariate forme. Dopo il fiorente periodo etrusco trascorrono però secoli prima di poter riavere notizie certe circa una produzione intensiva degli alabastri a Volterra. Dal periodo medievale all’affermazione del
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un più mirato sfruttamento commerciale realizzando una produzione minuta e di semplice esecu-zione. Durante tutto il Novecento al-terne vicende di mercato e scelte a-ziendali portano la pietra volterrana a periodi di minore o maggiore flori-dezza, ma la costante da allora è co-munque stata la progressiva ricerca di valorizzazione e identità sia territo-riale che materica. Le grandi esposi-zioni di Parigi del 1900, St. Louis del 1904 e Torino del 1908 e 1911, ve-dono la presenza dei migliori laboratori volterrani, nel 1909 si viene a ri-organizCristianesimo fino al Rinascimento,zare la Scuola d’Arte, il cui embriondal Seicento fino ai primi dell’Otto-ale nucleo era stato fondato nel 1791 cento, le vicende dell’artigianato vol-dal nobile volterrano Mar-cello terrano hanno subito alterne vicissi-Inghirami Fei come scuola-bottega, tudini che hanno strutturato e seg-con l’obiettivo di trasformarla in nato questo particolare settoreReale Scuola d’Arte Applicata aldell’artigianato italiano. Da impor-l’Industria; nel 1925 all’Esposizione tanti lavori a carattere religiosodelle Arti Decorative di Parigi una riconducibili a tutto il Rinascimento,pubblicazione specializzata presenta testimonianze non di uno sfrutta-l e p o s s i b i l i t à d e l l ’ a l a b a s t r o mento intensivo, ma di una volontànell’illuminazione e sottolinea la sua esclusivamente ar-tistica, a manifat-idoneità ad essere stile 1925. È il ture risalenti al tardo Seicento emomento in cui Gio Ponti, alla Settecento dove ci si ori-enta versoTriennale delle Arti Decorative di
MATERIALI
& TECNICHE
Nella pagina a fronte, dall’alto: estrazione all’interno di una gabbia di una “arnione” di alabastro; alcuni momenti della lavorazione di tornitura di un oggetto di alabastro. In questa pagina: alcuni strumenti utilizzati dagli artigiani per la lavorazione: “rampini”, “tente”, “seste”, “sega a svoltino”, “ferri a mano”, “scuffie”, “ferri a forza”.
Monza, decreta l’impegno a “riconnettere le arti de-corative con le realtà spirituali e ma-teriali della contemporaneità, a far in-teragire arte e industria nel quotidia-no, secondo la modernità dell’interpretazione, l’originalità dell’invenzio-ne e la perfezione della tecnica congiunta ad una sicura efficienza della produzione”. Proprio alla luce di queste affermazioni va inserita la fi-gura di Borgna, che nel 1933 diventa direttore della Cooperativa. Umberto Borgna è il primo vero designer dell’alabastro e per la prima volta riesce a lasciarsi alle spalle le imitazioni pedisseque per una produzione studiata appositamente per l’alabastro. Mostre e dibattiti si susseguono, ma si deve arrivare agli anni Ottanta per prendere coscienza della necessità di una concreta affermazione dell’unicità dell’alabastro di Volterra e, nel 1982, alla proposta della costituzione del Consorzio per la difesa e la valorizzazione dell’alabastro di Volterra e al Marchio di qualità, purtroppo fallito non molto tempo dopo per l’alto individualismo degli artigiani volterrani. È in questo periodo che vengono presentate le collezioni Velathri e Axia di Angelo Mangiarotti, le collezioni Batu per Danese di Enzo Mari, o i rinnovati alabastri di Mino Trafeli. Risale al 1982 anche l’istituzione del Premio Giulio Gremigni, promosso dalla Cassa di Risparmio di Volterra, inizialmente aperto solo al-le ditte artigiane e trasformato nel tempo in un vero concorso di design,
oggi purtroppo nuovamente abbandonato se non per una breve ripresa nel 2000. Degli anni Ottanta anche l’inizio del paziente intervento di U-go La Pietra, dalla prima partecipa-zione ad Abitare il Tempo (mostra Genius Loci - Verona 1988), alla ricerca di sensibilizzazione del settore. Potremmo continuare con decine di mostre, variamente importanti, per descrivere un difficoltoso e spesso non ripagato, cammino di approfondimento nel tentativo di incentivare il processo che vede l’incontro tra la cultura del progetto e la produzione legata alla risorsa del territorio. Caratteristiche e tecniche di lavorazione Pietra facilmente lavorabile, particolarmente apprezzata dagli scultori, secondo la scala di Mohs, l’alabastro ha durezza 2, è cioè una pietra tenera
e fragile. Con il nome di “alabastro” però vengono generalmente indicate due varietà: una costituita da solfato di calcio idrato, l’altra da carbonato di calcio poliforme che può presentarsi sotto forma di calcite e di aragonite. La prima classe raggruppa l’alabastro gessoso o del volterrano, il più pregiato d’Europa per le sue caratteristiche di compattezza, trasparenza e venatura, l’altra, l’alabastro calcareo, conosciuto con il nome di alabastro orientale. Le varietà di alabastro gessoso sono praticamente infinite, poiché l’aspetto e la consistenza del materiale varia con il variare della composizione chimica del terreno. La distinzione forse più comu-ne è quella fatta fra gli alabastri di Castellina e quelli del territorio volterrano. Mentre la pietra di Castellina è perfettamente traslucida e come tale si presta alle applicazioni luminose, le varietà volterrane hanno il pregio di essere differentemente colorate. In queste pietre il colore è da-to dall’unione al solfato di calcio di materie eterogenee come l’argilla e gli ossidi metallici. Alabastri di Castellina Castellina - La migliore pietra statuaria per l’assoluta bianchezza e la perfetta trasparenza. Per la mancanza di venature e di macchie viene impiegata in scultura. Scaglione - Simile alla Castellina co-me trasparenza, ne differisce per le caratteristiche venature in grigio e nero. È il più celebre alabastro bianco, più o meno trasparente a seconda della zona di ritrovamento. Questa varietà è molto utilizzata nella manifattura di oggetti per l’illuminazione. Alabastri del Volterrano Bardigli - Pietre poco traslucide, con colorazioni che vanno dal grigio chiaro al nero: le venature sono dovute all’argilla, le più marcate ad ossidi di ferro. Difficilmente descrivibile perché si presenta con diversissime tona-
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MATERIALI
& TECNICHE
In questa pagina, dall’alto e da sinistra, foto dei campioni delle sei principali varietà di alabastro: “agata” di colore variabile dal giallo chiaro al bruno intenso; “cenerino”, pietra opaca di diverse intensità di grigio; “pietra gialla”; “scaglione”; “bardiglio” di variegate colorazioni marmorizzate; “gabbo”, marmorizzato sui toni scurissimi del marrone, del nero e del rosso.
lità, venature, colorazioni, può presentarsi marmorizzato, si usa per questo chiamarlo anche pietra a marmo utilizzando la denominazione bardiglio per le tipologie dove è maggiore l’intensità di variegatura e colorazione. Cenerino - È una pietra grigia di colore simile all’argilla, di impasto e colorazione più o meno variegati e decisamente opachi. Il cenerino di colore e consistenza più omogenei, che è anche il più raro, assomiglia ad una ardesia chiara. Gabbro - È un alabastro intensamente marmorizzato, di toni scurissimi tra il marrone, il nero ed il rossastro. Pietre Gialle - Sono alabastri con colorazioni che vanno dal giallo chiaro rossiccio fino al marrone scuro. So-no le varietà più ricercate e costose. Alcune qualità di alabastro sono otte-nute in cave a cielo aperto. L’escava-zione viene effettuata con ruspe, martelli pneumatici, pale meccani-che. Lo Scaglione, invece, si recupera da cave sotterranee strutturate in gallerie profonde fino a 280 metri. In entrambe le tipologie di cava l’estra-zione dell’ovulo è sempre manuale con il martello pneumatico o con il piccone. L’alabastro si trova in blocchi od arnioni a forma spesso ovoi-dale, detti per questo ovuli, di peso e volume molto diversi, distribuiti irregolarmente in strati di roccia gessosa. L’alabastro pesa, in genere, da 2200 a 3000 kg al metro cubo, a seconda dell’umidità ancora contenuta nella roccia. Il peso comune dei blocchi commerciabili oscilla dai 100 ai 150 kg, i banchi di pietra si trovano a profondità variabili da 2 fino a 280/ 300 metri e, a seconda delle differenti composizioni chimiche del terreno, il materiale estratto presenta un aspetto, una colorazione e una composizione chimica molto differenziata. Dalla cava si arriva alla scelta del materiale per la preparazione alle differenti lavorazioni ed in questa fase si
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Nella pagina a fronte, dall’alto e da sinistra: Bardigli; Agate; Scaglione; disegni di oggetti in alabastro di Umberto Borgna del 1942-1950, collezione Ali Volterra; alzata “Bonsai” di Ugo La Pietra, prodotta da “Fatto ad Arte” (Monza), realizzata dalla Cooperativa Artieri Alabastro di Volterra, 1985.
possono riscontrare alcuni difetti che lo rendono inutilizzabile: - le mandorle o punte di ferro, dovute ad una quantità eccessiva nelle venature di ossidi e idrati metallici; - lo specchio d’asino, dovuto alla non perfetta metamorfosi della massa gessosa in alabastro; - le case, quando la pietra presenta delle fenditure che si scoprono solo al momento del taglio; - le intronature o crepature. Tra le caratteristiche più curiose è interessante ricordare la sua possibilità di cottura e di colorazione: - la cottura (effettuata nel senso più classico del termine, bollendo il pezzo per pochi minuti) fa sì che l’alabastro bianco trasparente si trasformi in una pietra totalmente opaca e bianchissima, più dura, in grado di far risaltare con particolare vivacità gli intagli e le decorazioni a bassorilievo; - la colorazione, utilizzata da secoli e facile a causa della porosità del materiale, è effettuata per immersione ed è in grado di conferire agli alabastri chiari le più incredibili gamme e tonalità cromatiche. Le specializzazioni artigiane Da secoli gli artigiani dell’alabastro si tramandano le varie specializzazioni legate alla forma finale del pezzo che devono creare. Le botteghe non sono cambiate poi tanto e visitandole ci si accorge che le attrezzature presenti sono le stesse, coperte di bianco, di circa 50 anni fa. Si incontrano gli squadratori, artigiani che fanno i pezzi quadri, cioè tutti gli oggetti che si possono racchiudere in un parallelepipedo o in linee rette e i mosaici. Utilizzano inizialmente seghe a strascico (che lavorano in senso orizzontale) per tagliare i blocchi in lastre delle dimensioni desiderate. Sulle lastre vengono riportate con le seste (specie di compassi di misurazione) le sagome dell’altezza, che verranno poi tagliate con seghe verticali simili a quelle dei falegnami. I controlli di squadratura e le rifilature sono poi
effettuate con seghe a disco o con più moderne taglierine di precisione. Il pezzo passa poi alla dipesciatura, che è la prima operazione di pulizia e levigatura. È attualmente eseguita con carte smeriglio finissime, ma deve il suo nome al fatto che fino a pochi decenni fa si utilizzava per questa levigatura una pelle di pesce essiccata. Si incontrano poi i tornitori che creano tutti gli oggetti lavorati al tornio, pezzi che preparano personalmente e fissano con uno speciale mastice all’asse del tornio, plasmando e scavando la pietra con rampini e misurando gli spessori con le tente. Quando la forma è ottenuta, il pezzo ancora attaccato al tornio subisce la prima ripulitura (dipesciatura) con una sottile retina di ferro, poi viene staccato con un ferro speciale: è questa un’operazione delicata, perché pezzi particolarmente sottili e fragili rischiano proprio in questa fase la rottura. I torni consentono, salvo casi speciali, la lavorazione di pezzi il cui diametro non supera i 50 cm; in passato i veri maestri arrivavano anche a tornire pezzi di 90/100 cm, diametri oggi raggiunti solo con macchinari moderni a controllo computerizzato. In-contriamo gli ornatisti, artigiani specializzati nell’ornato, nella incisione a bassorilievo, nel traforo. Con delica-tezza e precisione estrema, dopo aver riportato sull’oggetto il disegno, la-vorano l’alabastro con le scuffine ed i ferri, arnesi di infinite forme e di-mensioni, adatti di volta in volta ad effettuare incisioni, scannellature o graffiature. E poi ancora gli scultori artisti artigiani specializzati nella figura umana e gli animalisti. Lavorano sulla base di disegni oppure su modelli tridimensionali in gesso. In questo caso riportano con un pantografo le misure e i punti di riferimento sul blocco di materiale in lavorazione e intervengono poi con raspe, ferri, scuffine e con i più moderni flessibili. Ed infine i generici, artigiani in grado di affrontare le diverse specializzazioni e che hanno
MATERIALI
quindi botteghe attrezzate in modo più completo. Operazione finale di estrema importanza è la lucidatura. Si farà cenno solo al tipo di lucidatura derivata dalla tradizionale e non al trattamento a poliestere e resine sintetiche purtroppo spesso usato. Nella lavorazione storica tradizionale l’oggetto dipesciato veniva ulteriormente levigato utilizzando come materiale abrasivo le sprelle, cioè delle felci sottili raccolte nei terreni umidi. La sprellatura, es-senzialmente un compito affidato alle donne, consisteva nello strofinare de-licatamente il pezzo con le felci ba-gnate fino a togliere le ultime imperfezioni sfuggite alla dipesciatura. L’oggetto veniva poi accuratamente lavato e si sottoponeva alla lucidatura vera e propria. La prima fase consi-steva nel massaggiare la superficie dell’oggetto con panni e con una pa-sta composta da os sa spugnose di bue polverizzate finemente e amalgamate con sapone giallo di seta. La seconda fase comprendeva un trattamento con polvere di zolfo strofinata con panni morbidi bagnati in acqua. Il pezzo perfettamente lucidato e levigato, doveva poi essere rianimato per restituirgli la morbidezza persa durante la lavorazione. Esso veniva lentamente scaldato in un mobile chiamato madia, sotto la quale veniva posta della brace coperta di cenere. Ottenuta la giusta temperatura, l’ala-bastro veniva spalmato con una so-stanza, lo spalmaceto, composta da o-lio di vaselina, grasso di balena, cera vergine bianca e pece greca. Alla fine l’oggetto veniva lustrato con panni di cotone. Operazione di grande pa-zienza e capacità, la lucidatura tradi-zionale è stata per fortuna ripresa se-condo gli schemi tradizionali, cambiando naturalmente i materiali di lavorazione. La dipesciatura infatti oggi viene fatta manualmente con carte smeriglio finissime, la sprellatura invece è ottenuta trattando il pez-zo su una spazzola rotante, alla quale viene applicata una pasta di polvere di conchiglie e cro-
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stacei detta comu-nemente triplo. L’operazione è delicata, perché l’alabastro non deve mai surriscaldarsi a rischio di ingessire, cioè di perdere la sua speciale traspa-renza. La lucidatura viene completata passando il pezzo su un’altra spazzola molto morbida, utilizzando panni di lustro e una polvere abrasiva finissima d’aspetto simile al gesso. Il pezzo così trattato è pronto ad essere am-mirato e venduto, e con una semplice attenzione fatta di panni morbidi e borotalco, mantenuto negli anni nel-le nostre case. La pazienza e l’amore stanno alla base di questo artigianato. Lo stato delle cose Oggi, a Volterra, operano circa 55 aziende tutte a carattere artigianale. Per lo più botteghe artigiane e piccoli laboratori dediti alla produzione legata al turismo e alla realizzazione di opere di elevato pregio, memoria e continuazione della manualità antica. La produzione semi-industriale è ridottissima anche se, con continuità, ogni anno alcune delle aziende volterrane partecipano a fiere nazionali e straniere alla ricerca di nuovi mercati. Le proposte però sono purtroppo quasi sempre lontane dalla ricerca e dalla sperimentazione di nuovi mo-
delli e la riproposizione di oggetti e temi ormai desueti rendono ancora più sterile l’innovazione del settore. Il rammarico più grande riguarda l’opportunità, quasi mai presa in considerazione dal settore, del locale Istituto d’Arte, naturale fonte di giovani progettisti e quindi di idee. La non recettività degli artigiani volterrani si è spesso trasformata in negativo individualismo, portando molte volte alla perdita di opportunità di crescita e valorizzazione date dall’av-vicinamento, negli anni, di tantissimi progettisti più o meno famosi che in-dubbiamente avrebbero e potrebbe-ro, in collaborazione con l’artigiano, allargarne l’orizzonte produttivo. Pur comprendendo lo sforzo che gli artigiani volterrani fanno nel tener viva la loro tradizione e nel cercare di mantenere in piedi un’attività molto spesso oppressa da regole di mercato o leggi inadeguate, ritengo che la frantumazione, intesa come unicità, come diversità culturale, economica, etnologica di questo particolare territorio, sia un valore da condividere e mettere in gioco insieme ai progetti-sti per far sì che un materiale come l’alabastro di Volterra non si chiuda in una produzione anacronistica, ma diventi ancora una volta un interpre-te del vivere contemporaneo.
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AREE REGIONALI OMOGENEE LA NUOVA TERRITORIALITÀ “Opus incertum” L’Italia frantumata in tanti territori, luoghi omogenei di attività legate alla cultura materiale
È sempre più chiara la frantumazione per ragioni etniche, culturali, economiche, filosofiche...; siamo tanti e sempre più diversi, e la diversità non è più privilegio, non è più emarginazione, ma è diritto. Diritto a sviluppare ed esaltare le proprie convinzioni e le proprie appartenenze senza prevaricazioni.
La ricerca della differenza ci porta a leggere un’Italia frantumata in tanti territori, luoghi omogenei di attività legate alla cultura materiale. Vengono qui presentate le aree che, in questi ultimi anni, hanno dimostrato una volontà di affermazione della propria identità e, contemporaneamente, il bisogno di rinnovamento.
CERAMICA DI PESARO
CERAMICA DI FAENZA LINEA TERRE Il servizio da tavola Linea terre è il risultato della collaborazione tra la ceramista Mirta Morigi e Tiziano Dal Pozzo con obiettivo primario il cre are oggetti ove l’intervento decorativo fosse ridotto ai minimi termini. Durante la modellazione si è rivelata elemento di primaria importanza la forma del servizio che, per “misura” e curvatura, ha facilitato la decorazione, rappresentata dalla traccia che lascia la mano, strisciando sul tornio, nel modellare la terra. Elemento formale principale è rappresentato dalla sezione dei piatti: quelli fondi si di stinguono dai piani per la diversa co-lorazione della terra utilizzata.
metallo della Val Camonica Camuno contemporaneo È condizione naturale che la crescita professionale di un artigiano-artista sia strettamente legata alle influenze e alle radici culturali del territorio in cui nasce, si forma, svolge quotidianamente la propria attività. Fabio Peloso, giovane artigiano che vive e lavora ad Edolo (piccolo centro della Val Ca-monica, terra con radici culturali risalenti a 8000 anni prima di Cristo), dal 1988 lavora i metalli con le tecni-
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che dello sbalzo e della fusione e da 8 anni ha aperto un suo laboratorio, dedicandosi a tempo pieno all’attività artistica, nata per passione e fatta crescere, inizialmente, solo nel tempo libero. Gli oggetti in argento, metallo, rame, lavorati con la tecnica dello sbalzo, sembrano uscire, in certi casi, dalle rocce del Parco Nazionale di Capo di Ponte ove, dal Neolitico fino alle prime dominazioni romane, gli antichi Camuni hanno lasciato tracce della loro civiltà incidendo scene di vita quotidiana sul-le pareti rocciose della valle. Il legame con il territorio è forte anche nel lavoro di fusione - in bronzo e in oro - ap-plicato alla gioielleria: Fabio trasferisce un segno forte e arcaico al gioiello, ne arricchisce il simbolismo incastonando pietre dure che lui stesso taglia e sagoma. L’arte della fonderia era diffusa nella valle per la realizzazione di utensili da lavoro in ferro; ora, a parte i laboratori diffusi a Brescia, Pe-loso è l’unico artigiano ad usare la tecnica dello sbalzo e fusione dei metalli per realizzare oggettistica e gioielleria legata al patrimonio locale, eseguendo lavori su commissione e vendendo le opere nel suo negozio-laboratorio. Un prezioso lavoro di continuità connesso a una cultura ancestrale ricca di simboli e suggestioni. Simona Cesana
tre Artiste al Museo Fino al 18/4/04, i Musei Civici di Pe-saro accolgono le opere di tre artiste che hanno accettato il confronto con il patrimonio esposto o conservato nei depositi. L’evento ha un interessante precedente: nel ’96 i musei invitarono gli artisti pesaresi Renato Bertini e Bruno Bruni a ricercare stimoli, per la loro ricreatività, nelle opere dei musei. Il museo veniva dunque assunto come luogo della memoria rigenerata, come raccolta “eccezionale” di archetipi e presenze culturali. L’iniziativa si ripe-te oggi, prendendo lo spunto dal Con-corso per la Ceramica d’Arte promos-so da Rotary Club Pesaro a primavera 2003; le protagoniste - Anna Rosa Ba-sile, Petra Bohacova e Luciana Ceci - sono state infatti selezionate, perché notate al concorso. Tre artiste al museo fa parte di un programma di iniziative dal titolo Donne Arte: visibilità e memoria promosso da Provincia di Pesaro e Urbino, Comune e Casa delle Donne di Pesaro, Unione Donne in Italia; il progetto si articola attraverso lezioni, conferenze, laboratori e eventi espositivi, a Pesaro e provincia, nati dalla volontà di documentare la presenza delle donne nelle arti. Isabella Taddeo Opera in ceramica di Anna Rosa Basile.
AREE REGIONALI OMOGENEE intaglio della val d’aosta
Dall’alto: mantice; oggetti da cucina.
DANIELLA BERTOLA Le origini dell’intaglio sono antichissime: questo tipo di intervento artistico su manufatti di uso comune rappresentava, in passato, la normale esigenza di personalizzare ed abbellire gli oggetti che abitualmente venivano usati in casa, non potendo modificare le linee dell’elaborato in quanto legate a precise forme determinate dal suo uso. Piatti, ciotole, mestoli, bastoni, grolle, erano così la base ideale per liberare la propria creatività con motivi decorativi che variavano dal geometrico al simbolico, dal floreale fino alla raffigurazione di scene religiose o di tradizione contadina. Nel contesto economico-culturale della Val d’Aosta, l’artigianato di tradizione mantiene tutt’oggi una posizione di assoluto rilievo e da dicembre a marzo era possibile ammirarne un esempio allo Spazio Espositivo della Chiesa di San Lorenzo di Aosta, con la mostra Daniella Bertola - il fascino segreto dell’intaglio. L’autrice, valdostana residente a Courmayeur, esponeva oggetti in legno e cuoio finemente intagliati, fiori e sculture provenienti dalla sua abitazione, oggetti abitualmente usati, come vuole la tradizione. La grande maestria e cura con cui Daniella coltiva da anni questa pas-sione, le ha permesso di ottenere numerosi riconoscimenti dal ’94 ad oggi. I. T.
Legno di CantÙ Istituto d’Arte di CantÙ L’Istituto Statale d’Arte per l’Arredamento Fausto Melotti di Cantù, in occasione della ricorrenza del 120° anno di
inizio dell’attività didattica (i primi corsi con 70 allievi sono iniziati nel 1883), ha promosso due mostre finalizzate a documentare l’evoluzione della scuola e gli attuali orientamenti formativi: una sezione con materiali storici ed una di elaborati didattici. La mostra “storica”, curata da Annamaria Isacco, Aurelio Porro, Renata Reina e Alfio Terranno, ha proposto la selezione e l’esposizione di manufatti quali: mobili, intagli, intarsi, sculture lignee, gessi, merletti e tessuti, tutti di grande pregio, presenti ne-gli archivi dell’Istituto e realizzati nel passato nei vari laboratori, con l’obiettivo di far conoscere parte del patrimonio storico-artistico della scuola, sottolineando lo straordinario valore progettuale, artistico ed esecutivo dei materiali esposti che documentano l’evoluzione didattica e formativa, ma anche cultura-le, fino alla soglia degli anni ’70. Infatti tale data ha rappresentato un momento di svolta nei processi formativi del-l’Istituto che, da scuola d’arte applicata e professionale del mobile, è divenuto scuola superiore con struttura “liceale”, seppure finalizzata alla formazione nell’ambito delle arti applicate per l’arredamento. La seconda mostra ha presentato elaborati realizzati negli ultimi anni dagli studenti di tutte le sezioni e indirizzi, attraverso la selezione di una serie di esercitazioni particolarmente significative sotto il profilo formativo, con l’intento di rappresentare un qua-dro delle attuali e molteplici tendenze didattiche della scuola. Aurelio Porro
Scrittoio in noce massello progettato da Gianni Albricci e eseguito da Giovanni Tosetti e allievi nel laboratorio di ebanisteria della scuola, 1953.
maiolica faentina In difesa delle tradizioni Le vie del Signore sono infinite e quelle dell’arte applicata pure. C’è tutta una linea di successo per le “signore Marie” d’Italia globalizzata, per un pubblico dal profilo basso, che passa per la Cina (ove si confeziona il prodotto, il gadget allegato alla di-
spensa) e che poi arriva da noi in edicola. La Cina quindi non è più vicina, ma sta qui, in Italia. È il “pericolo giallo” riveduto e corrotto: dalla “tigre di carta” del sessantotto alla “tigre di terracotta” nell’Italia d’oggi. È l’opera d’arte applicata italiana nell’epoca della sua riproducibilità tecnica in Cina. Tipica in tal senso è la pubblicazione quattordicinale “La ceramica italiana, piatti da collezione, storia, stili e città”, della “Hobby & Work” in collaborazione con “Immagine faentina” di Faenza. Beatrice Mazzotti, responsabile del settore artistico e comunicazione della “Keser Diva Design”, partner della Hobby & Work nella realizzazione dei piatti a dispense di cui sopra, ha rilevato che con questa iniziativa “si vuol rilanciare un settore che qui a Faenza è in crisi, in chiusura, in sfacelo, sen-za dirigenze!”. Rispondendo poi alle critiche dei ceramisti faentini, che hanno attaccato duramente sulla stampa l’iniziativa editoriale, dice provocatoriamente: “In questa operazione la ceramica non c’entra”. In-fatti è altro, è oltre: la “Faenza Chi-na”, quella in edicola, sta più avanti di quella (supposta) di tradizione. In tale situazione di non comunicazione tra le varie parti di Faenza, di mancanza di squadra e di protagonismo progettuale del suo Museo Interna-zionale delle Ceramiche (MIC) - che in questa occasione si è limitato al ruolo di “passacarte e passafoto” - l’operazione “faentino/cinese” in edicola, risulta dirompente. Ma tutta e-stremizzata da una parte, quella del-l’industria. E ciò è male. Se l’indu-stria rimane sola, senza arte (applicata) fa solo quantità, solo business. Vi-vace è stato il forum nel sito web del-la A.I.C.C. (Associazione Italiana Cit-tà Ceramica). Alcuni ceramisti hanno chiesto di conoscere quali siano stati “i motivi che hanno giustificato l’appoggio sia dell’Associazione che del M.I.C. di Faenza nell’operazione “Piatti Cinesi d’Italia”, nonché i vantaggi che si sono intravisti per la valorizzazione e promozione della produzione ceramica che proviene dai Centri associati... anche notando che, dietro al piatto cinese offerto come gadget, non viene menzionato il Paese in cui è stato prodotto”... “Non e-siste l’obbligo (come invece siamo a-bituati a vedere per tutti gli altri prodotti extra CEE) di dare l’informazione all’acquirente, è corretto che Eduardo Alamaro egli non lo sappia?”.
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S E G N A L A Z I O N I AUTORI Elena Donadini Il tentativo di recuperare risorse presenti sul territorio e il desiderio di riscoprire antiche pratiche di lavorazione artigianale, stimola molti giovani creativi lombardi a proporre il loro lavoro attraverso laboratori, punti vendita, associazioni culturali, eventi, mostre, con e-siti spesso interessanti. Elena Donadini, giovane artista-artigiana di Uggiate Trevano (CO), alcuni anni fa decise di avvicinarsi all’antica arte della lavorazione del ferro, minerale che tra il XVII e XVIII secolo diede impulso allo sviluppo di una fiorente attività artigianale soprattutto nelle zone tra Brescia e Lecco. Tutt’oggi Premana (LC) rappresenta uno dei più importanti centri per la fabbricazione di forbici, coltelleria e attrezzi agricoli. Dopo la laurea al-l’Accademia di Belle Arti di Brera, uno dei pochi laboratori sperimentali in cui spesso la cultura del progetto incontra la cultura del fare, Elena apre un piccolo laboratorio, seguito nel 2001 da un punto vendita nella stessa cittadina.
Tavolo realizzato da Elena Donadini, lastra di metallo irregolare con inserti di ceramica raku.
Dalla pratica artigianale quotidiana, con pazienza e perseveranza, nascono opere uniche di “arte applicata”, frutto di studio e sperimentazione artistica intorno alla materia: complementi d’arredo co-me tavoli, sedie, cornici, paraventi, pez-zi unici ed originali concepiti sulle esigenze del cliente o frutto di ricerche da parte dell’autrice sulle nuove esigenze dell’abitare e sui bisogni di una società in continua evoluzione, attenta ad usi e consumi ma desiderosa di avere intorno a sé oggetti comunicanti. Interessanti i tavoli in ferro che inglobano ciotole di ceramica raku, tecnica anch’essa amata dall’autrice per i sempre imprevedibili risultati e per i caratteristici colori iridescenti che ricordano la lucentezza del metallo e che creano quindi giochi illuIsabella Taddeo sori affascinanti.
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Guido De Zan “Figure senza tempo, poco terrene, che guardano senza occhi, introspettivamente, attendendo forse momenti diversi per volgere il loro sguardo all’esterno, verso il mondo” così Guido De Zan, ceramista milanese, definisce alcune delle ultime opere, strane e sottili figure solcate da graffiti, bu-sti dalle linee sinuose vagamente u-mane. Da diversi anni la sua attenzione si è spostata dalla tecnica raku al-l’uso di porcellana e grès, materiali la cui cottura richiede temperature e-levate: “quando si lavora ai limiti del-la resistenza del materiale la terra inizia a muoversi, afflosciarsi, trasformarsi spontaneamente in una nuova forma” con risultati inaspettati, ma sempre degni di interesse. La produzione di De Zan spazia dalla scultura a oggetti e complementi d’arredo, co-me gli splendidi vasi realizzati con la tecnica della “lastra”: al primo sguardo sembrano sottili fogli di carta lievemente afflosciata su se stessa, attraversata da strani segni che accentuano il desiderio della materia di trasfigurarsi sul piano della bidimensionalità; sono forme silenziose e curiose, da osservare e toccare, a metà strada tra funzione e finzione, che invitano a riflettere sul materiale che tenta di diventare altro. La sua ricerca raffinata e gioiosa che si interroga sulle infinite possibilità espressive della ceramica è un’indagine ove realtà ed artificio si fondono e si confondono in un gioco altamente colto, che ri-corda le sperimentazioni di Picasso e Braque con i “papiers collés”. Svaria-te sue opere sono presenti in molte gallerie e nel suo laboratorio (Mila-no, colonne di S. Lorenzo). I. T. Vaso in grès di Guido De Zan.
Nedda Bonini Gli oggetti che Nedda Bonini ha portato a “Casa dell’Ariosto” di Ferrara, in occasione della personale “Confini mobili”, allestita dal 28/6 al 28/9/03, provengono dall’intima memoria di un’infanzia che ha continuato a esistere con le sue immagini, adattandosi di volta in volta al crescere della persona, al di fuori di qualsiasi infantilismo.
Opera-oggetto di Nedda Bonini.
Oggetti che si propongono, in un certo senso, come memorie in cui pe-rò l’accento non cade tanto sul ricordo, cioè sulla cosa, quanto piuttosto sull’azione, e cioè sull’atto del ricordare che evoca la cura con la quale devotamente sono stati costruiti. Il suo è un mondo tipicamente femminile, visto e ricreato con gli occhi di una donna che, finalmente, decide con semplicità di non sottomettersi alla sensibilità maschile ricalcandola, ma, giustamente appagata della propria condizione, sceglie il suo lato migliore per mostrarsi. Ed ecco allora che esercizi casalinghi, come il cucito e la conservazione, una volta filtrati attraverso l’elaborazione espressiva, diventano tecniche attraverso le quali giocare una manifestazione estetica, alla stessa stregua dell’incisione, nella quale Nedda è indubbiamente valente e sensibile sperimentatrice e attraverso la quale in realtà distilla qualsiasi altra concretizzazione delle sue immagini. Tutto serve per dimensionare a ricordo la percezione della realtà, ma non è un ricordo da tenere a distanza, incasellato nei polverosi scaffali di un museo personale da mostrare a un pubblico che, diligentemente, si aggiri tra le stanze della sua memoria con ossequiosa contemplazione. Sono, al contrario, ricordi che chiedono di essere usati, possibilmente con intima dolcezza, perché possano rivivere nel Angelo Andreotti presente.
S E G N A L A Z I O N I ISABELLA BERTOCCO Si è aperto a Padova “Art and Glass”, un nuovo spazio espositivo con mostra permanente di opere dell’artista padovana Isabella Bertocco che dopo il successo dell’ultima mostra “Fragile”, tenutasi dal 18/10 al 30/11/03 alla galleria La Rinascente a Padova, prosegue il suo cammino con questo nuovo progetto, con il quale intende confermare la sua presenza nel vasto panorama artistico e culturale contemporaneo. Diplomatasi a pieni voti all’Istituto d’Arte Pietro Selvatico di Padova, dopo una ventennale esperienza come art director e designer, attualmente si dedica esclusivamente ad un lavoro di ricerca e sperimentazione, prediligendo il vetro come medium espressivo per le sue creazioni. Vetri policromi fusi, assemblati, sovrapposti, piegati, a raccontare storie di mari lontani, tensioni, sogni, parole… Sono opere complesse e raffinate, ricche di significati simbolici, capaci di evocare forti emozioni pur nella semplicità delle forme usate. Nel nuovo atelier trovano spazio non solo opere in vetro che la Bertocco realizza personalmente, ma anche dipinti poiché forte e indubbio è il collegamento con la pittura e sono continui i rimandi tra le due espressioni. Tutto ciò contribuisce a dare un'impronta univoca e riconoscibile al lavoro dell'artista. Centrotavola in vetro policromo di Isabella Bertocco.
Piatto in ceramica raku di Gianluca Di Tonto.
e che sta alla base delle creazioni e-sposte e apprezzate alla mostra, tenutasi a Napoli, di Campania Arte. Negli ultimi tempi, Di Tonto ha sviluppato una linea di oggetti artistici, ciondoli e monili, rivisitando in chiave moderna il tradizionale corno portafortuna napoletano, che realizza in oltre trenta diverse versioni. Linea che è stata abbinata anche a collezioni di moda in numerosi show room napoletani.
Vittorio Riverso Da sempre la teiera, oggetto presente nelle nostre case, abitualmente usato o conservato con cura quale cimelio di famiglia, ha ispirato artisti, artigiani e designer per la particolare forma antropomorfa e le possibilità espressive illimitate che offre, anche solo modificando leggermente una delle parti che la compongono. Quelle di Vittorio Riverso sono chiaramente riconoscibili come oggetti d’uso per
Paola Galfione-Barozzo Nata a Trivero (BI), si laurea in Progettazione al Politecnico di Torino con una tesi sull’Exhibition design dell’arte tessile. Da allora insegna alla Facoltà di Architettura, prima nella sezione di Arredamento, Allestimento e Museografia e ora in Disegno Industriale: “...all’attività didattica e professionale alterna la sperimentazione dei più svariati materiali riciclati e non (rafia, seta, silicone, mateGioiello di Paola Galfione-Barozzo realizzato con una bottiglia in plastica di acqua minerale.
GIANLUCA DI TONTO L’artista, conseguito il diploma presso l’Istituto Statale d’Arte “Ugo Boccioni” di Napoli, inizia a collaborare con il laboratorio “Terramia” di Paola Capriotti dove, oltre ad aggiornare le creazioni esistenti, impegna molto del suo tempo a maturare esperienze e tecniche nuove, fondendo materiali, colori e forme al fine di provare nuove sensazioni percettive e cromatiche. Sono questi ultimi elementi che caratterizzano le creazioni di Gianluca Di Tonto, un misto di forme e immagini che si delineano attraverso la naturale fusione della materia e del colore. Egli mostra, inoltre, un particolare interesse per la tecnica “raku” che sviluppa e promuove insieme al maestro Salvatore Di Fu-sco
rie plastiche, ferri, vetri, bottoni, fibbie, piume...). Dalla fine degli anni ’90 concentra la sua ricerca soprattutto sulle bottiglie in PET per acqua minerale e bibite, che dapprima seziona alla ricerca di differenti configurazioni formali e funzionali e poi fonde nell’obiettivo di una “trasmutazione” apparente del materiale da povero a ricco, raggiungendo nei bijoux e cappellini effetti da coralli, cristalli e pietre dure.” (Enzo Biffi Gentili, Anne Leclerq da “Masterpieces/Capolavori - l’artista artigiano tra Picasso e Sottsass”, catalogo della mostra tenutasi a Palazzo Bricherasio, Torino, dic. 2002 - gen. 2003).
Teiera “Gallo Cedrone” e teiera “Blu”, ceramiche-sculturali di Vittorio Riverso.
preparare, contenere e servire il tè, ma vengono caricate di valori simbolici e interventi decorativi ironici e particolarmente riusciti, tali da porle alla nostra attenzione quali strani esseri dotati di anima propria. L’autore che da diversi anni concentra la sua attenzione quasi esclusivamente su questo soggetto, le definisce opere di “ceramica sculturale”. Nel 2001 è stato selezionato come unico italiano alla 1a Biennale mondiale della ceramica in Corea del sud (sezione ceramica d’uso) ricevendo una menzione d’onore per la teiera “The coq”. Nel 2004 parteciperà al 23° Concorso Internazionale della ceramica delI. T. l’Alcora - Castellon (Spagna).
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S E G N A L A Z I O N I PAOLA PaRONETTO La giovane ceramista friulana, porta avanti da anni la sua ricerca sulle terre sigillate e sul raku nelle sue molteplici espressioni. Lungi dall’inseguire le mode o i dettami del mercato, l’artista propone una personalissima interpretazione di queste antiche tecniche di lavorazione della ceramica. Nel
“Vulcani e sassi”, realizzazione al tornio, decori con ingobbi e terre sigillate, Paola Paronetto.
suo laboratorio, l’artista ottiene ingobbi colorati attraverso un lungo processo di decantazione di vari tipi d’argilla. Questi ingobbi dai cromatismi inediti vengono poi utilizzati per decorare grandi vasi e oggetti per l’arredamento che la Paronetto realizza a mano con grande maestria, e-saltandone l’armonia delle forme e testimoniando la perfetta sintesi tra artigianato, arte e design. Anche per quanto riguarda la collezione di pezzi raku il suo stile si distingue per l’originalità della decorazione e la purezza delle superfici. Alla produzione di articoli di design per i negozi d’arredamento e di oggettistica in Italia e all’estero, l’artista affianca la sua produzione più propriamente artistica, rivolta al mercato dell’arte moderna, collaborando con varie gallerie. Il laboratorio Paronetto è spesso sede di corsi di ceramica di cui il prossimo è in programma dal 10 al 15 maggio: il maestro faentino Giovanni Cimatti terrà un corso su grès e porcellana a un gruppo di max 12 allievi. Keiko Suzuki Keiko Suzuki, ceramista e designer giapponese, inizia la sua carriera in Giappone come product e interior designer. Negli anni ’90, il suo interesse verso la ceramica la spinge a frequentare il laboratorio del maestro Hiroshi Tanaka a Tokyo, dove apprende le tecniche di base per la lavorazione di questo antico materiale.
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Nel ’94 si trasferisce in Italia, meta prediletta di ogni ceramista, terra ricca di centri che fabbricano ancora manufatti secondo tecniche e modalità che impegnano una consapevole cultura fattuale ed inizia a frequentare artisti-artigiani italiani, partecipando a corsi di approfondimento te-nuti da noti ceramisti a Faenza. Da allora Keiko ha partecipato a numerose mostre personali e collettive principalmente a Milano, città in cui vive e lavora; da qualche anno tiene corsi aperti a tutti per imparare a modellare oggetti in grès con le tecniche del colombino e della lastra. La sua ricerca punta ad approfondire il differente approccio nella lavorazione della ceramica della cultura occidentale e di quella orientale, tentando un incontro sul piano formale e concettuale. Nelle sue opere si ritrovano echi e memorie della sua terra d’origine come nel particolare vaso in grès dalla forma minimale con maniglia flessibile in rafia I. T. naturale. Vaso in grès di Keiko Suzuki.
DARIO BRUGIONI Arte, passione, cura del dettaglio, costante ricerca, creatività: questa in sintesi, la filosofia di Dario Brugioni, che da oltre 15 anni progetta e produce ceramiche ornamentali, listelli e pezzi speciali nel segno dell’alta qualità, con la “Q” maiuscola, una qualità scelta ed apprezzata dai più prestigiosi nomi del settore ceramico. Braccio e mente dell’azienda sassuolese “Forme 2000”, Dario è anche un artista, vincitore, con il progetto Mattonello, del concorso internazionale dedicato al-l’arredo urbano Nuove spazialità della ceramica nella sezione produttiva svoltasi a Gualdo Tadino (PG). Negli ultimi anni, ha promosso importanti mostre ed eventi con il circolo “For-mella MM”, un “angolo” ospitato al-l’interno di Forme 2000, dove artisti, cera-
Formella policromatica con cristallina opaca di Dario Brugioni, cm. 10x10 (2003).
misti ed appassionati si incontrano al mercoledì sera per realizzare oggetti unici con la tecnica Raku, de-stinando i proventi a scopo benefico. FRANCO GIORGI L’artista, che svolge l’attività di ceramista dagli anni ’50, ha frequentato l’Istituto d’Arte, poi il liceo artistico e il I biennio della Facoltà di Architettura. Ha insegnato materie artistiche fino al 1970, e poi diretto gli Istituti d’Arte del Garda e di Orvieto. Giorgi ha partecipato alle maggiori rassegne d’arte ceramica conseguendo vari premi tra i quali, il premio internazionale EPT al XXIX Concorso Ce-ramica d’Arte di Faenza nel 1971. Al-la stessa rassegna (nel ’71 e ’72) ha ri-cevuto il premio del Ministero della Pubblica Istruzione riservato ai docenti e nel 2002 il II premio internazionale al Concorso Nove-Terra di Ceramica. Le opere vincitrici dei vari premi sono state acquisite dai musei della ceramica di Faenza, Deruta, Cervia e Nove. Di Giorgi ricordiamo 15 personali in Italia e all’estero. Piatto in maiolica di Franco Giorgi, smalti e lustri metallici, diametro cm. 60, 1999.
S E G N A L A Z I O N I AZIENDE Novità Alessi Sono state presentate in anteprima al Macef di Milano, le novità Alessi primavera-estate 2004. Ron Arad ha da-to il meglio di sé, ideando una famigliola di oggetti fortemente iconici sul piano estetico e funzionale, aperti a diverse “interpretazioni d’uso”, co-me il rinfrescatore “chiringuito cooler”, in resina termoplastica per 2 bottiglie, disponibile nei colori avorio, blu e rosso. Questo oggetto, agli oc-chi di chi guarda assume diversi a-spetti: semplice contenitore da appoggiare sul tavolo, ardita borsetta, oppu-re anche pratico cestello portabottiglie, da appendere al tavolo grazie al pratico manico. Uno fra i tanti esempi della ricerca di Arad, che utilizza in continuazione l’effetto sorpresa deri-vante dall’applicazione imprevista di una certa forma/funzione in un contesto tipologico del tutto nuovo. I. T.
CORSI - CONCORSI Mosaico e affresco A Marina Romea, da questa estate, a-prirà una scuola internazionale per l’insegnamento del mosaico e dell’affresco. Chi volesse conoscere e sperimentare in prima persona la vera tecnica del mosaico romano-bizantino (stile ravennate) e dell’affresco gotico e rinascimentale, è invitato a frequentare i seminari proposti dal S.I.S.A.M. - Scuola Internazionale Studi d’Arte del Mosaico e dell’Affre-sco, con gli artisti-docenti Franca Borrini e Valentino Montanar. La scuola sarà aperta da lunedì 24/5 fino a venerdì 8/10, dalle 8.30 alle 13.30 per i seminari di mosaico e dalle 15 alle 19 per i seminari dell’affresco. Varie le proposte didattiche e ben ar-ticolate: seminario breve di mosaico per principianti, seminario di perfezionamento sull’affresco, ecc. Al termine di ogni seminario verrà rilasciato un attestato di partecipazione. I. T. ARTILAB Il laboratorio Artilab di Milano promuove una serie di corsi coordinati da Donatella Baruzzi insieme a artigiani abili ed esperti nella lavorazione della ceramica. I corsi si svolgono presso la sede di Artilab da martedì a sabato ore 10,30/12,00 e 16,00/19,00. molte proposte e ben articolate: dal corso base, in cui si apprendono le principa-
li tecniche di modellazione e decorazione ceramica, fino a lezioni specifiche di raku e raku dolce, corsi individuali al tornio e workshop con alcuni artisti che lavorano e insegnano nei più importanti centri di produzione ceramica in Italia. CAVILLOART 2004 “LAMEMORIA DELLA FORMA” Con il patrocinio della Regione Friuli, Provincia di Udine e Comune di Povoletto, l’Associazione “Unione Veri Amici” della frazione di Ravosa nel Comune di Povoletto (UD), fondata nel 1970 e promotrice pluriennale di eventi d’arte e di cultura, fiera della buona riuscita della prima edizione (CavilloART 2002 “Rosso per un interno”) organizza il 2° Concorso Nazionale d’Arte Ceramica “Ca-villoART 2004”, aperto ad artisti-ce-ramisti di qualsiasi età e provenienza, entusiasti di mettersi a confronto per una crescita artistica e personale. Tema del Concorso Per consentire un confronto ed una lettura comune delle opere, l’associazione ha individuato un tema di carattere generale a cui gli artisti devono attenersi: “La memoria della forma”, tema sufficientemente ampio da consentire una piena libertà d’interpretazione artistica e personale. Modalità di partecipazione L’organizzazione, per garantire un’adeguata assegnazione degli spazi disponibili, consiglia di confermare quanto prima la propria adesione attraverso una semplice comunicazione a mezzo telefono/e-mail/posta riportando i propri dati personali. Il concorso è rivolto a persone singole o gruppi di artisti senza limiti di età. I partecipanti dovranno attenersi alle seguenti caratteristiche dell’opera: A) Materiali ammessi: ceramica, terracotta, grès, porcellana, maiolica, ceramica raku ecc. (sono ammessi altri materiali solamente nei casi in cui completino l’opera stessa). B) Non ci sono particolari vincoli per quanto riguarda le dimensioni delle opere: sculture a tuttotondo, bassorilievi, installazioni (nel parco all’esterno), complementi d’arredo ecc. C) Per una corretta modalità di giudizio l’opera non potrà recare a vista il nome del partecipante, per cui si richiede la sua temporanea copertura e l’aggiunta di un’etichetta, incollata a tergo dell’opera stessa, con indicati l’autore e l’indirizzo. D) Ogni opera dovrà essere accompa-
gnata dalla scheda di partecipazione al concorso con nome, cognome, indirizzo e telefono dell’autore oltre a: tecnica usata, dimensioni del manufatto e breve relazione dattiloscritta del progetto presentato (10 righe) ove emergano indicazioni sulla pro-pria ricerca artistica (obbligatoria!). E) Quota di partecipazione. La mancanza di uno dei dati richiesti comporta l’esclusione dal concorso! Quota di partecipazione La quota di partecipazione, che servirà a coprire parte delle spese per l’organizzazione del concorso (pubblicità, allestimento, affitto dei locali ecc.) è di 12.00 Euro da allegare all’opera o versare al momento della consegna della stessa, oppure tramite versamento sul c/c bancario 25/03/5953, (ABI 7085 - CAB 64112) CrediFriuli Scrl - Credito Cooperativo Friuli, Filiale di Savorgnano del Torre, Via Principale 32, Savorgnano del Torre, 33040 Povoletto (UD), intestato a: Associazione Culturale “Unione Veri Amici” (U.V.A.) mostra/concorso CavilloART 2004 (allegare ricevuta). Consegna delle opere Ogni artista o gruppo d’artisti potrà partecipare con una sola opera. Le o-pere potranno essere inviate o personalmente recapitate a: Associazione Culturale U.V.A., Ex Scuola Elementare, Piazza Vicinanze, 33040, frazione RAVOSA di Povoletto (UD), giovedì 29/7/04 ore 18/20, venerdì 30/7 ore 9/12, sabato 31/7 ore 9/12 e 18/20, domenica 1/8 ore 9/12. Il termine ultimo di consegna è l’1/8/04 ore 12.00 (vale il timbro postale). Ritiro delle opere Il ritiro delle opere dovrà avvenire, presso l’Ex Scuola Elementare, venerdì 1/10/04 ore 18/20, sabato 2/10 ore 9/12-18/20, domenica 3/10 ore 9/12. Le opere giunte a mezzo posta o corriere saranno rispedite una sola volta entro 45 giorni dalla conclusione della manifestazione, pertanto si richiedono imballi sicuri e resistenti da utilizzare per la spedizione di ritorno a carico dei concorrenti. I pezzi non ritirati entro il 12/12/04 o rifiutati alla consegna, ritornati all’associazione rimarranno di esclusiva proprietà della stessa. Premiazione La premiazione e inaugurazione della mostra avrà luogo sabato 4/9/04 alle ore 17, presenti le autorità, presso la villa dei marchesi Mangilli (seconda metà XVIII sec.), ora Villa Schubert a Marsure di Sotto, Povoletto (UD). Le
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S E G N A L A Z I O N I Le opere vincitrici rimarranno di proprietà dell’Associazione U.V.A. (ad integrare la raccolta permanente d’arte contemporanea); quelle segnalate rimarranno di proprietà degli Artisti. In caso di ex aequo, il premio verrà suddiviso e le opere rimarranno comunque di proprietà dell’Associazione. Tutti gli Ar-tisti partecipanti sono invitati a presenziare alla cerimonia. 1° premio acquisto assoluto euro 900,00; 2° premio acquisto euro 650,00; 3° premio acquisto euro 400,00; premio giovani (fino a 25 anni) euro 200,00; premi ai più votati dalla giuria popolare; segnalazioni di merito. Giuria I nomi ed il numero dei giurati (scultori, ceramisti, architetti, critici ecc.) che saranno scelti dall’Associazione U.V.A., saranno resi noti il giorno dell’inaugurazione. Il loro giudizio è insindacabile ed inappellabile e non vi è, da parte dell’Artista, possibilità di rifiuto del premio assegnato. Uno o più rappresentanti dell’Associazio-ne presiederanno le riunioni della giuria, con funzioni di garanzia e verbalizzazione. La Giuria si riserva il diritto di ammettere o meno, all’e-sposizione, le opere esaminate. Esposizione delle opere, pubblicità Tutte le opere ammesse saranno presentate a Villa Schubert dal 4 al 19/9: da martedì a venerdì ore 17/20, sabato ore 15/20, domenica ore 10/1217/20 (lunedì chiuso). Gli artisti che vorranno, potranno esporre le loro o-pere “fuori concorso” purché rispettino il tema “La memoria della forma” seguendo le stesse modalità degli altri partecipanti. L’organizzazione s’impegna a dare la massima diffusione all’iniziativa attraverso i mezzi di comunicazione: stampa, ra-dio, televisione, internet, gallerie, musei, associazioni artistiche, scuole d’arte ecc. Le opere vincitrici e quelle segnalate della I e II edizione del concorso CavilloART 2002-2004, sa-ranno esposte nuovamente dal 27/11 (inaugurazione ore 19.30) all’8/12/04, in concomitanza con i festeggiamenti tipici a Ravosa di Povoletto ove opera l’Associazione U.V.A., presso un’adeguata sede espositiva (per questi ultimi saranno comunicate le nuove mo-dalità di ritiro dei pezzi). L’8/12/04, alle ore 15.00, saranno premiati i più votati dalla Giuria Popolare. Danneggiamento delle opere Gli organizzatori, pur assicurando la
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massima cura e custodia delle opere pervenute, declinano ogni responsabilità in caso di furto, incendio, danni di qualsiasi natura alle opere e persone, che possono verificarsi durante tutte le fasi della manifestazione. Accettazione del regolamento Gli Artisti, partecipando all’iniziativa, accettano implicitamente le nor-me del presente bando. Ospitalità Agli artisti espositori alla mostra, presenti all’inaugurazione, sono riservate agevolazioni pasti e pernottamenti nelle aziende agrituristiche locali. Info Ulteriori informazioni, richiesta modulo di partecipazione, prenotazioni visite guidate per gruppi e scolaresche anche fuori orario, iscrizioni ai “Laboratori didattici di Ceramica per ragazzi” durante la manifestazione: - segreteria, tel. 349.6089293 (Sonia Casari-direzione artistica); - e-mail: unioneveriamici@libero.it Per qualsiasi variazione, aggiornamento di programma o notizie turistiche sul territorio consultare: - www.comune.povoletto.ud.it - www.soniacasari.it STAGES ESTIVI DI RESTAURO LIBRI Il Circolo Culturale “Prova e riprova” nato a Torino nel 1989, con l’intento di divulgare antiche tecniche artigianali legate al mondo della carta, organizza corsi pratici di rilegatura e restauro dei libri, cartonnage, cartapesta e calligrafia. A tale attività af-fianca conferenze, visite a biblioteche, musei e centri artigianali. Quest’anno propone: dal 26 al 30/7 “Restauro dei libri illustrati” a cura di Marina Regni e dal 2 al 6/8 “Introduzione alla legatura e restauro dei libri” a cura di At-tilio Grossi. Gli stages si svolgeranno a Castagnole Monferrato (Asti). Per informazioni: www.arpnet.it/ prova tel. 011/743818 - prova@arpnet.it CORSI ESTIVI DI CERAMICA La Fondazione Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia organizza 2 corsi estivi internazionali di ceramica: dal 5 al 19/7 (docente Lu-ciano Laghi) e dal 19 al 31/7 (docente Alberto Mingotti). La direzione è di Nino Caruso e il coordinamento di Luciano Tittarelli. Info: sui corsi tel. 075.5730631 - www.abaperugia.org - su alloggio e trasporti APT Perugia tel. 075.575951 - fax 075.5736828.
fiere e saloni Avantgardesign Il Parco Esposizioni di Novegro presenta, per la prima volta, una manifestazione fieristica di collezionismo contemporaneo del postmoderno,
creando un vero expo-village di tendenza culturale, dal design d’avanguardia all’arte contemporanea, al modernariato. “Novegro Avantgardesign” si terrà in occasione del Salone del Mobile, dal 16 al 18/4/04, e della III edizione della Fiera di Mo-dernariato “Novegro ’900”. La manifestazione, curata da Paola Colomba-ri, caratterizza la forte volontà del Presidente Gabriele Pagliuzzi di qualificare sempre più l’area di Novegro, quale nuovo polo fieristico alternativo. L’evento presenta 5 mostre di gran-de interesse: Un cuscino per sognare, i-deata da Rosanna Chiessi, curata da Marinella Paderni e Andrea Sassi; Trasparenze curata da David Palterer; Pier Giacomo Castiglioni curata da Dino Gavina; Ceramiche inedite di Giò Pomo-doro curata da Bruto Pomodoro e Vetro di Murano ’900 curata da Studio Ar-cheo ’900. Con la presenza di circa 120 espositori la Fiera vanta anche la partecipazione di gallerie, editori di design, designer che autoproducono le loro opere e riviste qualificate d’arte, design e modernariato.
INIZIATIVE RICAMI DI PIETRA Il 4 febbraio scorso Biagio Licata, titolare della Expocom di Comiso-RG, ospite dei Rotary Clubs “Parioli” e “Tevere”, ha presentato, all’hotel Bernini di Roma, i nuovi oggetti nati dall’operazione condotta in collabora
S E G N A L A Z I O N I zione con Enzo Fiammetta, direttore artistico del “Museo delle trame Mediterranee” della Fondazione Orestiadi di Gibellina (TP). Scopo dell’iniziativa è stato, in particolare, quello di illustrare la filosofia della nuova serie di prototipi che sono stati ottenuti “clonando” uno o più particolari dei pezzi originali custoditi nel Museo. La ricerca è stata orientata verso lo stampaggio partendo prevalentemente dalla polvere della pietra o del marmo, ma la stessa lavorazione è stata sperimentata anche su altri materiali. In particolare, l’applicazione sulla gomma è valsa alla Expocom la medaglia d’argento in occasione della “X Biennale internazionale del Merletto di Sansepolcro”. I pezzi nati dalla nuova serie saranno venduti con foto dell’originale e una pergamena.
gallerie d’arte La Galerie Italienne Nel 2001, Anna e Alessandro Pron, in collaborazione con Elena Michielli, hanno aperto a Parigi la “Galerie Italienne”, al fine di perpetuare la tradizione della storica galleria Rocca 6 di
Poltroncina e tavolinetto, arredi di Casa Gaito.
Torino, ora Pron Art and Design, che rappresenta la casa madre. “Con una rigorosa selezione, noi cerchiamo di proporre ai nostri clienti pezzi unici o prodotti in pochi esemplari ispirati al-la creatività del design italiano dagli anni ’50 sino a oggi con i suoi più importanti esponenti”. Carlo Graffi, Gio Ponti, Carlo Mollino, Ettore Sottsass, Andrea Branzi, Alessandro Mendini e artisti contemporanei come Joanna Grawunder, Karim Rashid, Zaha Ha-did, Toots Zynsky, Maria Grazia Ro-sin sono presentati attraverso incontri e mostre di cui la galleria si fa promotrice. Dal 27/3 al 28/4/04 si terrà la mostra “Un interno a Torino” di Et-tore Sottsass (Casa Gaito, 1953).
mostre Famiglie al Museo “Famiglie al Museo 2004” giunge quest’anno alla V edizione. Dall’8/2, ben 108 appuntamenti per 25 domeniche, esclusi i mesi estivi e le principali festività: tutti i musei organizzano a rotazione una serie di attività rivolte alle famiglie, cioè ai ragazzi e ai bambini accompagnati dai loro familiari. L’intento è quello di offrire la possibilità di avvicinarsi al Museo e condividere esperienze culturali ed estetiche, rese piacevoli grazie a giochi mirati e ad attività di animazione. I parenti potranno scegliere se “giocare” assieme ai loro ragazzi o seguire itinerari e visite loro riservate. Le sedi saranno: Palazzo Ducale, Museo Correr, Ca’ Rezzonico-Museo del Settecento Veneziano, Palazzo Mo-cenigo, Casa di Carlo Goldoni, Mu-seo del Vetro a Murano, Museo di Storia Naturale, Ca’ PesaroGalleria d’Arte Moderna. Le attività hanno carattere ludico ma finalizzato a stimolare la conoscenza dell’opera d’arte, la capacità di osservazione e analisi, l’interesse e il rispetto per il I. T. bene culturale. Diversamente morbidi Materia, colore, segno, intreccio, o-pere di artiste-artigiane in lino, seta, cotone, lana, carta, sono state presentate alla mostra “Diversamente morbidi” (Galleria Fatto ad Arte di Mon-za, dall’11/3 al 3/4/04). Un’interessante e suggestiva mostra che ha voluto indagare, attraverso sei diverse esperienze tutte al femminile, le ri-cerche di artigianato artistico applicate al mondo del tessuto e del non-tessuto. “Tessuto” visto attraverso la ma-teria che lo costituisce, il “Corona” di Masayo Ave: tessuto lavorato a mano con tecnica giapponese.
colore e il segno che ne determinano la decorazione. “Non-tessuto” perché in mo-stra ci saranno anche manufatti realizzati con la carta lavorata in morbidi intrecci e con il feltro, che non utilizza alcun tipo di intreccio ma che realizza oggetti a partire dalla materia prima grezza. Simona Cesana LE OPERE DI COLOGNESE La personale di Gianmaria Colognese, inaugurata il 13/3 in occasione del nuovo show-room Cecchini Casa In-terior Design a Fermignano (PU), ri-marrà aperta fino al 30/6/04. Dopo la mostra conclusasi il 6/4 alla Galerie Farel di Aigle (Svizzera), dove ha presentato lavori artistici polimaterici, realizzati su legno, in tecniche miste e acquerelli di progetto, questa è una ulteriore occasione per ammirare le opere dell’artista, che da anni svolge l’attività di architetto, pittore, scultore e designer. A Fermignano sono e-sposti lavori polimaterici in rilievo, tele e sculture in bronzo, raku e legno dipinto. Colognese ha partecipato come artista a numerose personali e collettive in Italia e all’estero presso
Opera polimaterica di Gianmaria Colognese.
gallerie private e pubbliche e, come designer, è presente dal 1989 nelle mostre culturali di “Abitare il Tempo” sia come autore che curatore. Nel 2001 ha fondato, con i professori F. Marangoni e B. Bandini, all’interno dell’Accademia dove insegna, la Scuola sperimentale di Design di Ve-rona, approvata dal MIUR (Ministe-ro Istruzione Università e Ricerca). Quadriennale d’arte Presso la Promotrice delle Belle Arti, si è da poco conclusa la mostra “An-teprima” di Torino, promossa dalla Fondazione La Quadriennale di Ro-ma e preceduta dall’“Anteprima” di Napoli, che ha inaugurato la manifestazione e dato il via alla ricognizione generazionale e territoriale dell’arte italiana di oggi. Gli artisti sono stati selezionati da una commissione
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S E G N A L A Z I O N I inviti presieduta da Gino Agnese, composta da Luca Beatrice, Beatrice Buscaroli, Flaminio Gualdoni, Alessandro Riva e Gabriele Simongini. Con la mostra di Torino si è chiusa, per questa edizione, la mappatura delle generazioni artistiche attive nelle regioni italiane a partire dagli anni ’90. L’appuntamento conclusivo sarà a Roma all’ini-zio del 2005, con un’esposizione “a tutto campo” che si propone di ricostruire una situazione dell’arte contemporanea italiana di attualità e pro-fondità storica allo stesso tempo. I. T.
PREMI “LA RUOTA D’ORO” In data 28/4/04 alle 16,30, presso il Museo delle Arti e Tradizioni Po-polari di Roma, Bruno Venditti, presidente della commissione “Ruota d’Oro 2004”, consegnerà, a nome del Rotary Club Sud Ovest di Roma, premio e riconoscimenti. Nato nel 1986, su iniziativa del critico d’arte Luigi Lambertini, il premio per l’Artigianato Artistico è giunto alla XVIII edizione e, nell’occasione, sarà pubblicato un “Manifesto Culturale” sull’argomento, sottoscritto da tutti i rotariani di Roma e del Lazio nonché da autorità del mondo politico.
PUBBLICAZIONI Itinerari salernitani Spesso, all’occhio frettoloso e distratto del passante, sfuggono proprio le botteghe-laboratori artigianali in cui si realizzano dalle opere più sorprendenti di artigianato locale agli oggetti più umili ad uso domestico, ma ricchi di un forte legame con il territorio, a proposte più moderne frutto della sperimentazione di molti giovani creativi, che decidono di mettersi in gioco perché credono nel lavoro delle loro mani. Con “Salerno, Arti-gianato e Centro Storico, Itinerari Salernitani” questi particolari spazi non potranno più sfuggirci: il volume, edito dall’Associazione Megale Hellas, offre interessanti itinerari alla scoperta di tutte le botteghe, anche le più nascoste, per assaporare meglio la cultura di una città, Salerno, nella quale il legame con la storia è forte e vitale. Il volume, con testi in italiano e inglese, è arricchito da molte fotografie di artigiani intenti nel loro mestiere e da splendidi scorci degni di un’imporI. T. tante città d’arte.
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PUNTI VENDITA
RASSEGNE
BRASILARTES Una raffinata selezione di prodotti di alta qualità di artigianato, moda, arte e design brasiliani è quello che Brasilartes sceglie e importa, grazie all’entusiasmo di Francesco Quartulli e A-lessandro Ambruoso che hanno aperto, in Via Paganini 2 a Milano, il loro luminoso show-room. Mai visti prima in Italia e difficili da reperire anche in Brasile, in quanto si producono nelle zone interne del Paese, lontane dalle grandi città, i prodotti spaziano da ar-ticoli dell'artigianato più tradizionale fino a opere di artisti e designers mo-derni. Dall’Amazzonia arrivano vasi in ceramica interamente ricoperti da sinuosi graffiti di epoche pre-incas, mentre dallo stato di Minas Gerais provengono statue in terracotta di-pinte a mano e bottiglie, borracce, va-si in terracotta decorati con motivi in-dio. Sono firmate da maestri di Per-nambuco le snelle, multicolori figurine di donna, create partendo da bottiglie di vetro di recupero; coloratissimi i cactus, le mele giganti e tutta la frutta brasiliana in ceramica prodotta dal-la cooperativa di ex lavoratori del ca-cao di Bahia. Ampia è anche la gam-ma di prodotti in legno: statue, oggetti, arredi, quadri e pannelli. Infine da Brasilartes si trovano candele mai vi-ste prima, alcune delle quali create utilizzando i gusci della frutta, e una vasta scelta di articoli di abbigliamento ed accessorimoda, creati da giovani stilisti già apprezzati e consacrati dalle migliori riviste brasiliane.
IV RASSEGNA “ALBISSOLA CITTà D’ARTE E CERAMICA” Ad Albissola Marina, l’Associazione culturale Amici della Ceramica - Circolo “Nicolò Poggi” sta concludendo l’organizzazione della IV Rassegna Nazionale per Artisti ceramisti contemporanei “Albissola città d’arte e ceramica” dal tema La ceramica dà forma artistica e plastica alla fantasia. La manifestazione, a cadenza biennale, ha visto crescere il numero e soprattutto la qualità delle opere partecipanti. Quest’anno le iscrizioni hanno superato le 230 unità, provenienti da tutt’Italia, dai più importanti centri ceramici nazionali ed anche dall’estero (Francia, Svizzera, Lussemburgo, ecc...). Sabato 20/3/04 la Giuria, composta dal Sindaco di Albissola Marina, Stefano Parodi, gli artisti ceramisti Carlos Carlè e Tullio Maz-
Statue in terracotta dipinta a mano, Brasilartes.
Targa dell’Associazione Amici della Ceramica Circolo “Nicolò Poggi”.
zotti, la giornalista e critico d’arte A-lida Gianti e gli esperti Eliana De Carolis e Roberto Giannotti, ha selezionato le opere per la mostra che si terrà dal 19 al 27/6/04 presso il Museo Civico d’Arte Contemporanea di Albissola Marina. All’inaugurazione verrà resa pubblica la graduatoria delle opere premiate o degne di menzione o vincitrici di riconoscimenti particolari. Nello stesso periodo sarà allestita una mostra ad invito sugli artisti-ceramisti che negli anni hanno collaborato col Circolo Amici della Ceramica o che sono risultati vincitori delle passate edizioni della Rassegna: un panorama che fotografa lo stato dell’arte della ceramica italiana con indicazioni sulla ricerca che gli artisti operano nel quotidiano.
CALENDARIO DEGLI EVENTI
mostre ITALIA ABRUZZO CASTELLI (TE) Digiosafatte Art Esposizione permanente Contrada Coccioni - S. Rocco tel. 0861.970619 info@digiosafatte-art.com www.digiosafatte-art.com CAMPANIA PADULA (SA) Le Opere e i Giorni Tre - La Vanitas 18 giugno - 30 settembre 2004 Certosa di San Lorenzo a Padula tel. 0975.77745 • 089.2573217 www.comune.padula.sa.it EMILiA ROMAGNA FAENZA (RA) Porcellana giapponese 1600/1800 26 giugno - 7 novembre 2004 Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza pARMA Le Parmigiane Fotografie di Chiara Samugheo 8 marzo - 9 maggio 2004 Palazzo Pigorini, via Repubblica 29 tel. 0521.218914 • fax 0521.231142 lazio CIAMPINO (RM) In vitro veritas 26 marzo - 24 ottobre 2004 Casale dei Monaci, via Superga s.n.c. www.casaledeimonaci.it ROMA Ori d’artista. Il gioiello nell’arte italiana del ’900 30 marzo - 27 giugno 2004 Museo del Corso, via del Corso 320 tel. 06.6786209 • www.museodelcorso.it LOMBARDIA BERGAMO Another Zero 6 febbraio - 2 maggio 2004 GAMeC, via San Tomaso 53 tel. 035.399529 • www.gamec.it BUSTO Arsizio (VA) Progetto Libro. I giochi di pulcinoelefante, piccoli libri d’artista 13 marzo - 30 maggio 2004 Il disegno nell’arte italiana dal 1945 al 1975. Da Morandi al Concettuale 28 marzo - 30 maggio 2004 Le due mostre presso Fondazione Bandera per l’Arte, via Andrea Costa 29 tel. 0331.322311 • fax 0331.398464 info@fondazionebandera.it www.fondazionebandera.it
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COMO Joan Mirò. Alchimista del segno 13 marzo - 6 giugno 2004 Villa Olmo - info@mirocomo.it tel. 031.252402 • fax 031.713118 MILANO Le culture del Perù da Chavìn agli Inca 29 gennaio - 2 maggio 2004 Castello Sforzesco, Museo delle Arti Decorative, Sala 30 - tel. 02.88463833 Ukiyoe. Il mondo fluttuante 7 febbraio - 30 maggio 2004 Palazzo Reale tel. 02.54916 • www.ukiyoe.it I mobili-scultura di Roberto Guidi 30 marzo - 19 aprile 2004 Galleria Milarte, via Solferino 42 tel. 02.62690448 • 347.5754835 MONZA (MI) 1923-1930 Monza Verso l’unità delle arti 14 marzo - 9 maggio 2004 Arengario, tel. 039.322086 eventiespositivi@comune.monza.mi.it Alik Cavaliere - “Apollo e Dafne” 6 - 26 maggio 2004 Sala Reale della Stazione di Monza tel. 039.6064201 PALAZZOLO (BS) Scritti, disegni e oggetti Alessandro Mendini 8 marzo - 1 maggio 2004 Palazzo Panella, via Matteotti 53 tel. 030.7403169 • fax 030.7403170 www.fondazioneambrosetti.it SONDRIO Ruggero Savinio Momenti nel tempo 1980-1992 19 febbraio - 24 aprile 2004 Galleria Credito Valtellinese Museo Valtellinese di Storia e Arte tel. 02.89404694 • fax 02.8356467 MARCHE FERMIGNANO (PU) Gianmaria Colognese Materici su tela, polimaterici, sculture 13 marzo - fine giugno 2004 Cecchini Casa - Interior Design via L. Falasconi 54 tel/fax 0722.332370 PESARO URBINO Festa Raku 2004 1 - 2 maggio 2004 La Corte della Miniera tel/fax 0722.345322 • 338.8660557 www.cortedellaminiera.com PIEMONTE TORINO Allusioni e trasparenze Sculture e dipinti di Silvio Vigliaturo 7 maggio - 28 agosto 2004 Sale Auliche di Palazzo Cisterna tel. 011.8612204 • fax 011.8142907 stampa@provincia.torino.it
www.provincia.torino.it/stampa TOSCANA CARRARA Fausto Melotti “Opere su carta” 3 aprile - 30 maggio 2004 Palazzo Binelli, via Verdi tel. 0585.641394 • fax 0585.641392 FIRENZE Artigianato e Palazzo 14 - 16 maggio 2004 Giardino di Palazzo Corsini sul Prato via della Scala 117 - tel. 055.2654589 www.artigianatoepalazzo.it GROSSETO Eleganze preziose. Tessuti e ricami della cattedrale di Grosseto 20 aprile - 20 maggio 2004 Museo Archeologico e d’Arte della Maremma - Museo d’arte sacra diocesi di Grosseto - tel/fax 0564.923372 LUCCA Matteo Civitali e il suo tempo. Pittori, scultori e orafi a Lucca nel tardo ’400 2 aprile - 11 luglio 2004 Museo Nazionale di Villa Guinigi tel. 0583.442141• 0583.583150 TRENTINO - ALTO ADIGE MERANO (BZ) brillant(e) tra arte e gioielli 3 aprile - 30 maggio 2004 kunst Meran/o arte edificio Cassa di Risparmio Portici 163 tel. 0473.212643 • fax 0473.276147 www.kunstmeranoarte.com ROVERETO (TN) Montagna arte scienza mito 19 dicembre 2003 - 18 aprile 2004 MartRovereto, c.so Bettini 43 - Trento tel. 800.397760 • fax 0464.430827 info@mart.trento.it TRENTO Gli incanti dell’arte. Dieci anni di acquisizioni Castello Buonconsiglio 27 settembre 2003 - 9 maggio 2004 Castello del Buonconsiglio - Castello di Stenico - Castel Thun tel. 0461.492840 • fax 0461.239497 VALLE D’AOSTA AOSTA La scultura dipinta 3 aprile - 31 ottobre 2004 Centro Saint-Bénin, via B. Festaz 27 tel. 0165.230545 • 0165.272687
ESTERO www.regione.vda.it FRANCIA PARIGI Un interno a Torino, Casa Gaito 1953 Arredi di Ettore Sottsass 27 marzo - 28 aprile 2004 Paris Pron, la Galerie Italienne tel. +33.(0)1.45492168
CALENDARIO DEGLI EVENTI pron@wanadoo.fr • www.pron.it GERMANIA FRANCOFORTE Julian Schnabel. Paintings 1978-2003 29 gennaio - 25 aprile 2004 Art - A Child’s Play 9 maggio - 18 luglio 2004 Le 2 mostre presso la Schirn Kunsthalle Frankfurt - Römerberg - tel. +49.69.299882 fax +49.69.299882240 STATI UNITI SAVANNAH - GEORGIA Tra pensieri, parole e fiabe 1 - 30 aprile 2004 The Kesseler Collection Info: 333.2293193 SVIZZERA LUGANO Arnaldo Pomodoro - Sculture in Città 26 marzo - 13 giugno 2004 Museo d’Arte Moderna
fiere ITALIA tel. +41.91.800.72.14 • www.mdam.ch Lombardia CERNOBBIO (CO) Proposte 2004 5 - 7 maggio 2004 Spazio Villa Erba tel. 02.6434054 • fax 02.66119130 info@propostefair.it - www.propostefair.it MILANO Salone Internazionale del Mobile e Complemento 14 - 19 aprile 2004 Fiera Milano tel. 02.725941 • fax 02.89011563 Convivio 11 - 15 giugno 2004 Fiera Milano - Padiglione 9 tel. 02.86464692 • fax 02.86462975 studiomagister@tiscali.it Macef 3 - 6 settembre 2004 Fiera Milano tel. 02.48550.1 • fax 02.48004423 macef@fmi.it - www.fmi.it/macef NOVEGRO (MI) Fiera Novegro Avantgardesign - ’900 16 - 18 aprile 2004 Parco Esposizioni Novegro Comis: tel. 02.7562711 • fax 02.70208352 www.parcoesposizioninovegro.it Sicilia TAORMINA (ME) Taormina Gift Fair 6 - 8 novembre 2004 Palalumbi • www.emil.it/tagifa
tel. 899.200070 • fax 0954.42990 TOSCANA AREZZO Museum Image 23 - 24 settembre 2004 Centro Affari e Convegni tel. 0575.9361 • fax 0575.383028 www.museumimage.it FIRENZE ART - 68a Mostra Mercato Internazionale dell’Artigianato 24 aprile - 2 maggio 2004 Fortezza da Basso tel. 055.49721 • fax 055.4972268 www.firenze-expo.it Firenze Bomboniere 23 - 25 ottobre 2004 Fortezza da Basso tel. 899.200070 • fax 0761.371951 firenzebomboniere@emil.it www.emil.it/firenzebomboniere VENETO PADOVA Argenti 2004 11 - 14 giugno 2004 PadovaFiere tel. 049.8800305 • fax 049.8800944 www.argentiexpo.it VERONA Abitare il Tempo 16 - 20 settembre 2004 VeronaFiere, Acropoli tel. 051.864310 • fax 051.864313
ESTERO www.veronafiere.it/abitareiltempo BRASILE SAN PAOLO Housewares & Gift Fair South America 21 - 24 agosto 2004 Expo Center Norte tel +5511.3896.0200 • fax +5511.3896.0201 CINA HONG KONG Hong Kong Gifts & Premium Fair 28 aprile - 1 maggio 2004 13th Hong Kong International: Toys & Gifts 12th Premium & Household 28 aprile - 1 maggio 2004 Summer Sourcing Show for Gifts, Houseware & Toys 6 - 9 luglio 2004 Le quattro fiere presso Hong Kong Convention and Exhibition Centre, 1 Harbour Road, Wanchai Kenfair International Ltd tel +852.23118216 • fax +852.23116629 tel. +39.02.865405 • fax +39.02.860304 FRANCIA PARIGI Maison & Objet 3 - 7 settembre 2004 Paris-Nord Villepinte tel. +33.1.44290200 • fax +33.1.44290201 info@maison-objet.com
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