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la sostanza dei
SOGNI Una nuova generazione di materiali affianca i tradizionali legno, pelle e metallo nella definizione dei futuri stili del vivere e dell’abitare
di Marinella Ferrara
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PROGETTO, MATERIA E MATERIALE «Materia» è un termine portatore di un concetto affascimateriali per il design, abbiamo scelto di illustrare uno nante perché contiene in sé l’indeterminatezza di una scenario avanzato della ricerca che propone la performanforma e la potenzialità a riceverne una o tante. Nel proce, l’intelligenza e la sostenibilità ambientale dei materiali nunziarlo l’attenzione si rivolge all’attitudine riconosciuta come elementi su cui si rifonderà in una prospettiva futura alla materia di essere impiegata, trasformata, trasfigurata il rapporto fra artificiale e naturale di cui sono protagonidall’uomo. Invece il termine «materiale» implica la conosti tanto i designer quanto i produttori e maestri d’arte. I scenza, la cognizione tecnica di come una certa materia materiali e gli oggetti presentati danno dimostrazione delsia suscettibile di essere utilizzata. la capacità contemporanea del progetto di manipolare la Oggi, rispetto al passato, la dimensione materiale è sempre materia, di gestirne le qualità sia alla scala macro sia alla meno regolata da tradizioni stabili e riconoscibili. Quella scala micro per conferire al materiale proprietà e prestazioni che prima poteva a buon diritto configurarsi una matrice sempre più simili a quelle di un super-materiale, che a volte sostanziale e una precondizione linguistica nell’ambito assume le sembianze di un organismo vivente e che mostra della quale l’artista doveva calarsi, oggi appare come un imprinting sensoriali sempre nuovi. continuum di possibilità, che di volta in volta acquista una I materiali e i prodotti simbolo presentati mettono in eviconsistenza e un’identità specifica che dipende dall’intendenza quanto la cultura del design sia attualmente impezione di progetto attraverso scelte tese all’innovazione, a gnata nel gettare un ponte tra la cultura ingegneristica e travalicare i limiti dettati della conoscenza consolidata. quella del saper fare di tipo empirico dell’artista-artigiano, Così la distanza tra il concetto di materia e quello di matenon dimenticando il necessario rapporto tra designer e riali si accorcia. Il materiale non è più visto solo come struproduttori o maestri d’arte. Gli oggetti di questo dossier ci mentale alla realizzazione del prodotto, né come elemento a parlano di conoscenze tecnico-scientifiche, di abilità praticui ricorrere alla fine del processo progettuale per verificare che e di interessi, valori e aspirazioni che ciascun soggetto la fattibilità produttiva del ha messo in gioco e negoprogetto, ma è esso stesso ziato, dalle «emergenze» stimolo progettuale ed eledella scienza, fino alla SCENARI AVANZATI mento di progetto. Cosicincorporazione del nuovo Nuove forme, nuove sostanze e nuove prospettive scientifiche e culturali ché, per presentare i trend nelle logiche del compornei materiali selezionati in questo dossier. Perché il futuro passa attraverso soluzioni adottate per il presente. emergenti nell’ambito dei tamento collettivo.
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Mater-bi Mater-bi è il nome commerciale della famiglia di bioplastiche, sviluppata dall’italiana Novamont, che utilizza componenti vegetali, come l’amido di mais, di patate o grano, mischiato con polimeri sintetici con procedimenti che ne rendono le molecole biodegradabili. Le bioplastiche hanno le stesse caratteristiche fisico-chimiche delle normali plastiche, ma la loro struttura e composizione diversa consente agli agenti naturali di aggredire le lunghe catene di atomi spezzandole e riducendole a componenti che possono essere assorbiti dall’ambiente senza effetti tossici, e che addirittura possono sostenere la vita di organismi, dai batteri alle piante. La bioplastica, se utilizzata in sostituzione delle plastiche convenzionali e se opportunamente smaltita in raccolta differenziata, può costituire una soluzione ai problemi d’inquinamento causati dai prodotti usa e getta. Attualmente le bioplastiche sono ancora troppo poco utilizzate, a causa del loro alto prezzo, decisamente maggiore rispetto ai prodotti convenzionali. Ma se nel loro prezzo venisse conteggiato anche l’effettivo costo di smaltimento la differenza non sarebbe poi così significativa. Il Mater-bi è un materiale che affascina i designer per la valenza di sostenibilità. Giulio Iacchetti e Matteo Ragni lo hanno scelto per il progetto di una posatina comoda e biodegradabile che ricorda la forma di un polpetto, da cui il nome Moscardino: un incrocio tra un cucchiaio e una forchetta. Moscardino in Mater-bi color naturale ha vinto il premio Compasso d’Oro 2001. È un oggetto povero ma bello e trendy che veicola il concetto dell’ecodesign.
MULTIFUNZIONALE Moscardino, posatina in Mater-bi color bianco, progetto di Giulio Iacchetti e Matteo Ragni (2000) vincitore del Compasso d’Oro 2001. Produzione Pandora design.
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Dossier Design
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Titanio Il titanio è un metallo avanzato, nuova frontiera del design che passa per settori e applicazioni molto diverse: dalla produzione di aerei all’odontoiatria, dalla chirurgia alla gioielleria. Le proprietà che lo caratterizzano sono memoria di forma, biocompatibilità e resistenza alla corrosione. Negli anni Settanta Pietro Pedeferri, docente di elettrochimica al Politecnico di Milano scomparso pochi anni fa, sviluppò un’innovativa tecnica di colorazione anodica che poi ha utilizzato col tocco e la pazienza dell’artista. Con questa tecnica di anodizzazione è possibile far accrescere lo spessore del sottilissimo film protettivo di cui il titanio è ricoperto, dando luogo al fenomeno dell’interferenza della luce che fa assumere al titanio diverse colorazioni senza utilizzare alcun pigmento. Applicando un potenziale che varia da 0 a 140 volt i colori cambiano nella sequenza dal giallo porpora, al blu, azzurro, argento, giallo, rosa, violetto, cobalto, verde, verdegiallo, rosa, verde. Questa tecnica utilizzata nella gioielleria fa del titanio un metallo prezioso capace di esercitare un fascino irresistibile. Lo hanno dimostrato recentemente le creazioni di Alessia Ansaldi e Fabio Cammarata, realizzate ed esposte alla Triennale di Milano in occasione del progetto Titani Preziosi.
NUOVE ECCENTRICITÀ Anelli in titanio esposti alla mostra Titani Preziosi alla Triennale di Milano (2010). Sopra la creazione di Alessia Ansaldi, a sinistra quella di Fabio Cammarata.
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Silicone alimentare
Materiale economico e duraturo, il silicone alimentare nelle sue nuove composizioni sta conquistando una dimensione linguistica nuova e friendly attraverso il design di oggetti per la casa. Da non sottovalutare la sua sostenibilità: garantisce un minore spreco di risorse, richiede per essere prodotto meno energia rispetto a materiali tradizionali come la porcellana e ha in più una durata maggiore. Il servizio di piatti Seasons, progetto di Nao Tamura, è interamente realizzato in silicone alimentare. È composto da sottili piatti leggeri e flessibili che poeticamente simulano delle foglie, ciascuna diversa dall’altra per forma e nuance di colore. La flessibilità del materiale, il touch morbido e vellutato invitano a nuovi gesti, come quello di avvolgere la foglia intorno al cibo che contiene, riprendendo riti e tradizioni come quella malesiana secondo cui il cibo si serve su foglie di banano o delle feste giapponesi durante le quali il cibo è servito su foglie di ciliegio. Il particolare silicone utilizzato per Seasons è utilizzabile in forno a microonde per riscaldare le pietanze e in frigo per conservarle. Per questo progetto Nao Tamura ha vinto l’Award Salone Satellite 2010 al Salone del Mobile di Milano.
Cristalplant
PER LA TAVOLA Seasons, servizio di piatti in silicone alimentare, progetto di Nao Tamura (2009), produzione Covo. PER IL MOBILE White shell, complemento d’arredo in solid surface Cristalplant, progetto di Salvatore Indriolo vincitore di «Zanotta + Cristalplant Design Contest» nel 2010.
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Cristalplant® è il nome commerciale di un innovativo materiale composito, un ibrido tra marmo e materiale plastico. Infatti è costituito da cariche minerali in alta percentuale e da polimeri poliesteri e acrilici di elevata purezza. Sviluppato dai laboratori della Nicos International, in provincia di Treviso, questo materiale solid surface è estremamente versatile, assolutamente igienico, ipoallergenico e atossico; è resistente al calore e ai raggi UV, ai graffi e alle macchie; è facile da pulire e da mantenere; se la sua superficie si macchia basta passarvi una pasta o carta abrasiva per far tornare la superficie come era prima. Per queste caratteristiche è adatto per impieghi in cucina, in bagno e in complementi di arredo. Rispetto al marmo è meno freddo al tatto; rispetto alla ceramica è più resistente agli urti, inoltre in caso di rottura la superficie si può riparare in modo del tutto invisibile. La tecnologia produttiva è il cast moulding, ossia lo stampaggio a bassa pressione che permette al materiale di assumere anche le forme più inconsuete. Salvatore Indriolo è l’autore del progetto White shell, progetto vincitore del premio Zanotta + Cristalplant Design Contest, concorso rivolto ai giovani designer per valorizzare questo materiale dalle eccezionali prestazioni. White shell, dalla forma a guscio, armoniosamente arrotondata è realizzato in Cristalplant® pigmentato in massa colore bianco e con superfici opache. Il tavolino funge anche da contenitore, e si può mettere accanto al camino per contenere legna, vicino a un divano per accogliere libri, in terrazza come vaso o se equipaggiato di un comodo cuscino può diventare la cuccia per il proprio animale domestico.
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Oled Gli Oled (diodi organici a emissione luminosa) sono led a materiale organico luminescente che si presentano in forma di piccoli pannelli ultrasottili costituiti da strati di semiconduttori, a base di carbonio, con molecole materiali inserite tra gli elettrodi, a cariche positive e negative, disposte su di una lamina di vetro o di un film plastico trasparente e flessibile. Emettono una luce uniforme distribuita sulla loro superficie, che si diffonde morbida e non abbaglia. La luce che emettono è calda, ma il materiale rimane freddo al tatto. Gli Oled rappresentano un significativo passo avanti nello sviluppo della tecnologia di illuminazione allo stato solido (Solid State Lighting) efficiente, di maggiore durata e sostenibile. Questa tecnologia permette diverse, nuove e interessanti opportunità per utilizzare la luce, integrarla in dispositivi più complessi per “giocare” con la luce in casa, in auto, nei negozi e per le strade cittadine. Con gli Oled le fonti luminose perdono corpo e la luce diventa una prerogativa degli oggetti e degli ambienti. Gli Oled sviluppati da Philips con il progetto Lumiblade sono piccole e sottili mattonelle che si accendono o spengono con una risposta immediata, con cui si possono illuminare in diversi colori intere pareti, collegate a sensori e a sistemi computerizzati.
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LUMINOSAMENTE Lumiblade Mirrorwall, sopra, schermo interattivo in Oled collegati ad un sistema di sensori di presenza. Quando tutti gli Oled sono accesi, la parete emana un tenue bagliore luminoso, ma se una persona vi sosta di fronte, gli Oled in corrispondenza della figura si spengono e i pannelli creano uno specchio lungo la sua silhouette. Prodotto da Philips e presentato nel 2009. SPORTIVAMENTE A fianco, All Star Batting Glove, guantone in d3o che sarà lanciato nella primavera 2011 dopo essere stato testato dai Red Sox di Boston e dai Phillies di Philadelfia.
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Il d3o™ è un elastomero viscoelastico dall’aspetto gommoso e dal comportamento intelligente definito active protection system. La composizione chimica del materiale per ora è assolutamente top secret. Sappiamo però che può essere lavorato come un normale polimero termoplastico per colaggio, estrusione e in stampo. Il materiale mostra caratteristiche di morbidezza al tatto e di elasticità, e una texture traforata che lo rende traspirante. Queste qualità ne fanno un materiale indossabile che si adatta perfettamente al corpo e ai suoi movimenti, che si trasforma per attenuare l’effetto di urti. Basta un colpo deciso o un’improvvisa deformazione che le «molecole intelligenti» che lo costituiscono e che in condizioni normali sono libere di muoversi, si legano saldamente in un reticolo tridimensionale rigido, assorbendo l’energia meccanica dell’impatto. Il legame chimico tra le molecole si altera e il materiale si trasforma in uno scudo protettivo, per ritornare morbido e flessibile un attimo dopo. Per questi motivi d3o è utilizzato per abiti antinfortunio, per copricapi di protezione e nell’ambito sport-wear dove viene utilizzato in discipline sportive in cui si rischiano impatti violenti (snowboard, sci, motociclismo ecc). Gli atleti della nazionale del Canada che hanno partecipato alle Olimpiadi invernali di Torino 2006, sono stati muniti di incredibili tute prodotte dall’azienda statunitense Spyder, con parti in d3o disposte nei punti del corpo più delicati e sottoposti a possibili impatti.
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