Catalogo italiarts Tivoli 2016

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L’opera è inserita nella collana Cataloghi d’Arte della

Quintessenze 2016, Artisti contemporanei a Tivoli è inserita nella programmazione ufficiale del Settembre Tiburtino 2016

EDITORIALE GIORGIO MONDADORI ISBN 978-88-6052-758-5

CON IL PATROCINIO DI

ORGANIZZATO DALLE Associazioni Culturali Neoartgallery e Artestruttura in collaborazione con Tangram Gallery

ARTESTRUTTURA

STAMPA Poligrafiche San Marco (Cormòns, Gorizia)

A CURA DI Giorgio Bertozzi, Giancarlo Caneva e Ferdan Yusufi

DISTRIBUTORE ESCLUSIVO ALLE LIBRERIE

COORDINAMENTO EDITORIALE Stefano Ferracci e Sonia Paolone

Rizzoli Libri S.p.A. Via Bianca di Savoia, 12 - 20122 Milano

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Copyright © 2016 Artestruttura di Giancarlo Caneva

TESTO CRITICO Leo Strozzieri

Riproduzione vietata, tutti i diritti riservati dalla legge sui diritti d’autore

FOTO Sharon Caneva

CATALOGO ItaliArts Artisti contemporanei a Tivoli Quintessenze 2016 17 - 25 settembre 2016

SEDE ESPOSITIVA Scuderie Estensi Tivoli, Piazza Garibaldi

In copertina: “Pioppeti” tecnica mista, opere di Carla Galli Morandi


ARTISTI CONTEMPORANEI A TIVOLI 17-25 settembre 2016



I QUADRI VI GUARDANO Leo Strozzieri

L’espressione viene attribuita a Paul Klee e inducono il fruitore “saggio” di un’opera d’arte all’umiltà o quanto meno a ridimensionare la supponenza. Vi guardano obbligandovi a lasciar perdere ogni elucubrazione letteraria o filosofica per concentrare invece l’attenzione sui valori essenziali del linguaggio: l’aspetto cromatico, la componente segnica, la perizia compositiva, il gioco luministico, la grumosa gestualità della materia, l’arditezza dinamica delle forme e così via. Ad esempio il colore è lo strumento più efficace per esternare le interiori riflessioni dell’artista che per sua natura è volubile a guisa di una donna. Il colore è mutevole necessariamente persino nell’ambito della stessa pennellata: la mutazione, senza che l’autore riesca a prenderne atto, può riguardare il peso, il tono, la consistenza luministica ed altro ancora. Poi il segno facente parte della grafia o calligrafia di una ricerca protrattasi negli anni va indagato nel suo spessore, ovvero nel suo duplice finalismo, quello della formatività dell’immagine proprio per lo più della ricerca iconica e quello strettamente anarchico che sappiamo essere stato campo privilegiato dell’astrattismo. Da ultimo la luce che segna il confine tra l’agonia del terrestre e l’apologia dell’estasi. Con la luce lo stesso colore acquisisce brillantezza quasi per un rinnovato sortilegio in tutta la sua estensione riuscendo nell’impresa di vaporizzare il contingente per un abbraccio con realtà cosmiche, invisibili, eterne. Dando pertanto credito al suindicato verbo di Klee a mio avviso intriso di esclamata saggezza “I quadri vi guardano” e ancora obbedienti all’ortodossia triadica dell’arte incentrata su colore, segno e luce, il lettore si appresti alla visione delle opere di questa mostra privilegiando non tanto o per lo meno non solo il racconto di ogni singolo dipinto, quanto piuttosto l’ordito pittorico ivi sottinteso. Ed allora vuoi le proposte iconiche ispirate dalla realtà esterna fonte privilegiata di molti autori invitati a questa rassegna, vuoi anche le numerose composizioni astratte di indirizzo informale o sottoposte all’indelebile impronta razionale della geometria saranno sottoposte ad uno scandaglio proprio d’una concezione sacrale dell’arte che diviene, per citare i termini usati da Benedetto XVI nella sua allocuzione del 2009 agli artisti, il mondo dello spirito, dell’invisibile, dell’ineffabile.


Lale AGHAYEVA www.neoartgallery.it

ÜREK

I

versi dei poeti sembrano il giusto contraltare per le rappresentazioni pittoriche dell’artista turca Lale Aghayeva Ürek. Le forme plastiche ci raccontano racconta la sostanza che la natura ha in gran parte della sua produzione artistica, nonostante essa si fondi su una plurima base, mossa da un eclettismo di grande vitalità. Non si lascia ingabbiare dalle scelte formali, pertanto, la sua espressione si calibra, di volta in volta, attraverso tutti i dettami della pittura. Quello che appare come un compendio degli stili, dei linguaggi e dei codici espressivi, si inserisce in una più generale molteplicità di esigenze narrative, come se per ogni opera si trovasse la più esatta collocazione nello spazio e nella materia diventando una vasta gamma di esemplificazione, in una sintesi semiotica che mira all’elevazione dell’essenzialità, priva di sovrastrutture capaci, troppo spesso, di alienare il vero significato intrinseco di una volontà e un sentire da esprimere. In tale tipo di indagine, sul mondo, sulla natura, sull’uomo, Lale va alla ricerca di una verità non sempre cristallina, di certezze non sempre ovvie, instillando qualche dubbio - soprattutto - nel fruitore, il quale si trova nella posizione di porsi interrogativi che prendono avvio dalla semplicità del nostro vivere e del suo raccontarlo

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Senza titolo, olio su tela, cm 70 x 50, 2016


Lale

Senza titolo, olio su tela, cm 80 x 60, 2016

AGHAYEVA ĂœREK

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Elif AJDARKOSH www.neoartgallery.it

E

lif Ajdarkosh è nata a Malatya ha studiato nel quartiere Susurluk di Balikesir. Si è trasferita successivamente ad Ankara. La lettura e la vita molto hanno contribuito nello sviluppo del talento pittorico, la sua prima mostra personale è del 1998 in Germania dove tra Stoccarda e Colonia ha vissuto proseguendo gli studi che conclude successivamente al suo rientro in Turchia, ad Istanbul, presso il Dipartimento di Belle Arti di Marmara University. Asst. Assoc. Dr. H. Avni Oztopcu laboratorio, disegno e pittura presso corso principale Photo Art Studio di Dr. Mert Gürhan Si è laureata nel 2012. Elif è sostanzialmente una artista figurativa che attraverso la figura umana astrae riflessioni emotive in particolare con soggetti anziani in situazioni drammatiche, affetti da Alzheimer, persene che hanno perso i loro ricordi ed hanno lo spirito nello spazio, a volte Elif converge la sua attenzione da un vecchio uomo ad un ragazzino anche lui rapito nello spazio dei pensieri e dei sogni. Oltre alle immagini realistiche utilizzando tecniche diverse, l’artista crea composizioni astratte con tecnica del collage.

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Donna e Cavallo, olio su tela, cm 60 x 80, 2016


Elif

Bambino, olio su tela, cm 80 x 80, 2016

AJDARKOSH

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Ayça ALPER AKÇAY www.neoartgallery.it

L

’artista, laureata presso la prestigiosa Università Atatürk, Facoltà di Belle Arti Dipartimento Pittura nel 2003, ha completato il suo corso di laurea con tesi dal titolo “Geometria in Modern Painting Art” e concluso il ciclo di studi con la tesi dal titolo “espressione espressivo”. Ha partecipato ad oltre 100 mostre nazionali ed internazionali, Ayça ha partecipato anche a simposi d’arte nazionali ed internazionali ed ha pubblicazioni in riviste accademiche. Nelle sue opere Ayça usa il colore, la voce, il movimento e concetti che forniscono la dimensione del tempo, così come realizza con la fibra su tela dei suoi recenti lavori raggiungendo valori plastici con l’effetto del materiale. …Nascono opere astratte, seppur generate dall’osservazione di oggetti o punti di vista “ovvi”, in cui ad emergere sono le strutture delle cose, le qualità che solitamente non si notano, in nome di altri valori considerati di maggior importanza. Ayça coglie quella che si definisce una frammentarietà che, attenzione però, non tende a esaltare il particolare in cerca dell’universale, ma tende a magnificare proprio il particolare invisibile. Da ciò, nasce una decontestualizzazione del soggetto…

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Senza titolo, estroflessione viola, cm 40 x 40, 2016


Ayรงa

Senza titolo, estroflessione rossa, cm 40 x 40, 2016

ALPER AKร AY

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Beatrice ANTALYA www.neoartgallery.it

B

eatrice Antalya è un’artista che utilizza un linguaggio basato su una dolce semplicità. Nei suoi collage la realtà è trasformata dall’immaginario e dalle emozioni, lasciando lo spettatore immerso in un’atmosfera magica e vitale per la sua inesauribile inventiva. I suoi primi collage simbolici, che ricordano la Folk Art, nascono per progetti umanitari come nel “Premio Marta Russo per la donazione degli organi” dove il messaggio impegnativo e importante viene affrontato in un collage il cui schema compositivo esalta il puro gesto d’amore in un contesto di tenerezza e semplicità che coinvolge emotivamente l’osservatore. Tutti i lavori di quel periodo sono caratterizzati da una grande spontaneità e da una semplice fruizione da parte dell’osservatore caratteristiche, queste, che rendono i messaggi immediati ed emozionali. L’arte ingenua di Antalya abbandona i legami accademici appresi durante gli studi negli anni del Liceo per spingersi oltre, verso una realtà fiabesca. Nel suo mondo fantastico traspare il suo particolare amore che ha per gli alberi che lei ama “ritrarre” come protagonisti, puri e armonici, sinuosi e vitali, ma soprattutto immersi in una natura dalla quale trova costante ispirazione, una natura interpretata in chiave “favolistica” che parla di un mondo magico e ricco di melodie vivaci, rappresentata sempre con colori brillanti e dove le proporzioni dei vari elementi naturali e animali si alterano e si modificano come in un sogno, si dilatano e si amplificano o, viceversa, si riducono e si miniaturizzano senza inseguire la necessità di rispettare la realtà. L’elemento umano rimane quasi sempre marginale, se ne avverte la presenza in piccole figure o parti di esse che si inseriscono e si compenetrano nel suo magico mondo minuzioso e palpitante fatto da una moltitudine di particolari che arricchiscono il collage e aumentano la curiosità dello spettatore. Il suo percorso artistico la porta, dunque, a sviluppare e a concettualizzare quel suo personale stile nella rappresentazione e nella narrazione di un mondo fantastico dove colori brillanti e segni sempre sereni trascinano lo spettatore verso una visione ottimistica della Vita e del Creato. Melodie vivaci riflettono apertamente il suo umore e tra colori, immagini e segni c’è sempre la certezza di una piccola ma grande felicità.

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Al limite del bosco, collage su cartone, cm 50 x 35, 2016


Beatrice ANTALYA

E all’improvviso... l’albero, collage su cartone, cm 50 x 40, 2015

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Giampaolo ATZENI www.neoartgallery.it

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l viaggio di Eva. Tratto dal testo del catalogo “Viaggio alla ricerca dello stile”. Ogni lavoro di Atzeni è un progetto a sé, legato contestualmente a tutte le altre opere da lui realizzate nel corso di questi anni. Le singole scene sono pensate sotto forma di fotogrammi e l’intera produzione di Giampaolo è concepita come un lungometraggio: il film della sua vita. Ogni quadro sviluppa al suo interno altri progetti, l’arte nasce dall’arte, ogni mondo è un microcosmo dentro altri mondi. Tutto si compenetra, tutto nasce dalla lentezza, la leggerezza è il motore che fa muovere il surrealismo e la metafisica, componenti essenziali della sua produzione, ancor più dell’arte pop. Atzeni affronta la bellezza per ciò che è, trattando temi ostici senza cadere mai in interpretazioni scontate. I suoi lavori sono molto più articolati rispetto a quel che il primo sguardo coglie, densi di citazioni classiche e simboli che si connettono in maniera inestricabile ed esatta. Eva non ha un volto definito perché è lo specchio di ogni donna, Eva è un’icona riconoscibile. Nelle tele di Atzeni, apparentemente, non sembra manifestarsi alcuna forma di denuncia, ma in realtà essa si nasconde negli strati più profondi della pura apparenza formale. Il suo modo di concepire l’opera è progettuale, Atzeni parte sempre da un dato ideale che diviene poi una realtà concreta. Il suo spirito è simile a quello di un architetto in possesso di spiccate doti artistiche, o a quello di un pittore dalla verve narrativa eccelsa, propria a un romanziere o a un poeta della beat generation.

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La freccia, olio su tela, cm 100 x 100, 2015


Giampaolo ATZENI

Il viaggio di Eva. La rinascita, olio su tela, cm 160 x 100, 2009

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Huri AYKUT

ÜLKER

www.neoartgallery.it

H

uri Aykut Ülker vive e lavora a Bursa in Turchia, dove ha studiato le tecniche di lavorazione del vetro e della ceramica presso il Dipartimento di Belle Arti dell’Università di Marmara oltre che presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze in Italia. I suoi lavori parlano della semplicità umana narrata attraverso l’osservazione della natura e del mondo circostante, mettendo in discussione la vita ed esprimendo i suoi pensieri e le sue emozioni attraverso i vari modi artistici a lei più congeniali, cercando di comprendere ed esprimere il legame tra Creatore e Creato. Ed è proprio intorno alla misticità di questo concetto che ritroviamo il senso delle sue opere. Grazie al suo amore per l’arte della ceramica ha progettato e realizzato nel 2010 una serie di eventi per commemorare il lavoro di Füreya Koral, una delle prime e più importanti ceramiste turche nel cui lavoro troviamo mescolati gli elementi dell’arte islamica e occidentale. È una delle principali fondatrici della Scuola di Ceramica di Bursa in Turchia ed ha disegnato i costumi di importanti opere teatrali come Kesnli Ali Destani, En Uzak Sahil, Aglayan Kadinlar Lahti per il Theatre Club dell’Università di Uludag. Ha esposto in numerose gallerie in Italia e in Turchia dove ha ricevuto numerosi riconoscimenti.

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Soma 2. Omaggio al minatore, installazione sculture materiali vari , cm 70 x 50 x 20


Huri AYKUT

Soma 1. Omaggio al minatore, installazione sculture materiali vari, cm 60 x 40 x 20

ĂœLKER

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Zehra BAŞARAN www.neoartgallery.it

L

e opere di Zehra Başaran nascono da una elegante visione interiore e che si sostanziano sul supporto pittorico, laddove solitamente, il soggetto viene esaltato ed indagato attraverso i colori e le forme che Zehra Başaran sceglie di volta in volta. Il soggetto, elevato quasi a divinità dalle eteree fattezze, è tratteggiato da un magistrale disegno, e i ritratti, che restituiscono immagini raffinate e sensualissime, si affidano a scelte formali dettate dall’iperrealismo del tratto grafico. Visioni liriche, in bilico tra realtà e sogno, in cui il trait d’union è offerto dal pathos che si evince e si accompagna ad uno stile di rara finezza. Lo spazio della figurazione è esaltato dalle scelte stilistiche che Zehra Başaran adopera. A colpire l’occhio del fruitore, in generale, è soprattutto il marcato realismo. Il dato reale, infatti, si oggettivizza non solo e non più nella forma ma sin nella più profonda sostanza, lascia che vi sia una intensa compenetrazione tra l’universo pittorico e lo spazio reale. Nell’artista turca si attua, e si genera in chi osserva, un profondo meravigliarsi…

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Filosofo, olio su tela, cm 80 x 80, 2016


Zehra BAŞARAN

L’avvoltoio, olio su tela, cm 80 x 60, 2016

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Giovanni BASSO

Indirizzo: Via Andreussi, 17/1 - 33011 Artegna (UD) - Tel. + 39 0432 987332 - Cell. + 39 340 2757421 - giovabasso@tiscali.it

G

iovanni Basso nasce nel 1981; dopo aver frequentato l’Accademia di Belle Arti “G.B.Cignaroli” a Verona, partecipa a diverse collettive nazionali dedicandosi, contemporaneamente, alla realizzazione di opere monumentali, tra le quali si ricorda il Monumento all’ Arma dei Carabinieri collocato ad Artegna (UD), il Monumento all’ 8° Reggimento Alpini collocato a Cividale del Friuli (UD), il Monumento ai Caduti collocato a San Giacomo di Bolzano (BZ). Partecipa alla Fiera d’arte moderna e contemporanea presso Villa Varda di Brugnera, Artisti in Mostra a Parma, Arte Pordenone, Arte Piacenza e Udin&arte. Espone con l’Istituto Italiano di Cultura a Parigi, Stoccarda, Vienna, Istanbul, Stoccolma, Helsinki e Buenos Aires oltre alle diverse mostre personali a Dubai (Galleria Italiaportray), a Gemona del Friuli (Palazzo Elti), a Codroipo (Galleria De Martin), a Lignano Sabbiadoro (Galleria Auri Fontana), a Palmanova (Atelier De Martin). È presente alla mostra Sguardi d’Arte - 46 artisti della Regione FVG presso la polveriera napoleonica; a Milano durante le giornate dell’EXPO. Riceve il premio Giovani artisti 2012 dal club Unesco di Udine e il premio Lucio Fontana 2015 - Premio d’arte Contemporanea “Il Segno” - Ferrara. Si classifica al terzo posto al Concorso internazionale d’arte „Pennello d’oro“ 2015 a Dubai. È insegnante di Storia dell’Arte presso le scuole medie superiori.

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Presenze, terracotta policroma, cm 45 x 90, 2016


Giovanni BASSO

Emozioni I, terracotta policroma, cm 40 x 40, 2016

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Sabahat BAYAR www.neoartgallery.it

S

abahat Bayar si è laureata presso Eskisehir Anadolu University nel 1977. Ha studiato e praticato la pittura orientata dalla sua indole per la natura morta, e il paesaggio. Ha frequentato l’atelier di Hayrettin Sonmez e Laurens Armenious ed ha studiato anche con la Professoressa Elisabeth Sauderlaute. Fa parte del Recreation Association Pittori di Istanbul oltre che del Sakuder Arte e Artisti Associazione di Ankara.Ha partecipato a eventi nazionali ed internazionali. La natura è il mondo che si propone a Sabahat quale soggetto privilegiato, nella ricchezza delle sue contraddizioni e delle sue bellezze, uno spettacolo d’arte varia. Tuttavia, Sabahat non mira affatto alla spettacolarizzazione, ogni suo quadro, rifugge volontariamente da effetti che stravolgono il focus visivo, non c’è trasformazione del dato reale che resta. Intensifica le emozioni, questo si, va detto. Osservare una sua tela sortisce una sorta di ipnosi emozionale, laddove spesso la ricerca dell’elemento umano, protagonista dell’immagine, incontra la psiche di chi fruisce. Tradizione e contemporaneità entrano come scene neorealiste all’interno della tela dell’artista turca e affascinano per il loro potere di comunicazione.

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Akyaka, Marmaris. olio su tela, cm 60 x 80, 2013


Sabahat

Hisaronu, Marmaris, olio su tela, cm 50 x 70, 2016

BAYAR

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Merve BEKKET www.neoartgallery.it

M

erve Bekket nasce nel 1989, in Eskişehir, frequenta le scuole più prestigiose per la carriera di un ceramista, arte particolarmente apprezzata e diffusa in Turchia. Mahmudiya Distretto doğdum.i lkokul e High School di Mahmudiya tamamladım. oltre che Isparta Suleyman Demirel Università kazandım.ilk Dipartimento di Belle Arti. Di grande valore il suo stage a Kutahya Gural sulla porcellana. I suoi lavori sono un delicato mix di tradizione e sperimentazione, forme tradizionali impreziosite ed ornate da intarsi innesti, colori, avvitamenti a volte persino impensabili e che trovano forte attenzione in nuovi mercati sempre più sensibili alle capacità creative di freschi talenti.

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Bottiglia, ceramica decorata e dipinta, cm 35 x 10, 2016


Merve

Vaso, ceramica decorata e dipinta, cm 35 x 10, 2016

BEKKET

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Clara BENEDETTI

ORSANO

Indirizzo: Via del Risorgimento, 6 - 37126 Verona - Tel. + 39 045 8348992 - Cell. + 39 347 8748642 benedettiorsano@alice.it - www.clarabenedettiorsano.it

C

lara Benedetti Orsano, è nata a Romagnano (Verona), nel 1928. Di Lei scrive Paolo Levi: “Di Clara Benedetti Orsano ho sempre apprezzato il sentimento poetico che traspare da ogni suo quadro. Nel contempo, ho sempre stimato l’alta qualità, a livello esecutivo, di una dolce pittrice, dalla forte solidità interiore. Questa sua essenza le consente di affrontare il mondo della natura nella sua condizione di realtà tangibile, ma anche di visione riproducibile in chiave squisitamente soggettiva e spirituale. È artista che, sin dagli inizi della sua ricerca, ha saputo trasmettere l’emozione dell’attimo oggettivo, filtrandolo con lo sguardo dell’interiorità. Ha così dimostrato con prove incontestabili, l’ipotesi che il mondo che ci circonda può essere interpretato e tratteggiato in termini lirici, ovvero in una calligrafia pittorica che, a volte, rasenta l’astrazione”. L’artista ha compiuto studi classici e musicali; in pittura è autodidatta e attiva dal 1960. Ha partecipato a numerose mostre collettive ed ha allestito mostre personali in ltalia e all’estero. Fa parte della collezione della Galleria D’Arte Moderna A. Forti, Palazzo della Ragione - Verona. I suoi dipinti sono pubblicati su diversi volumi d’arte. Nel 2014 appare nel volume “Artisti” di Vittorio Sgarbi, nel 2015, nel volume “Artista nella storia” a cura di Josè Van Roy Dalì e nel volume “Eccellenze: Sguardi sulla Pittura Contemporanea” a cura di Paolo Levi, Stefania Bison, Salvatore Russo, Sandro Serradifalco. Ultime mostre nel 2015: “Riflessioni contemporanee” con Vittorio Sgarbi, nel Museo Canova di Possagno (Treviso);” “Italiarts” - lstituto Italiano di Cultura, Municipio di Stoccarda, cat. edito Mondadori; “Bienal de Arte Barcelona” - MEAM, curatore Josè Van Roy Dalì; Sale del Bramante, Piazza del Popolo, Roma “Da Caravaggio ai giorni nostri”, curatore Paolo Levi. Tra le mostre importanti vanno ricordate: l’Antologica di Verona, al Centro d’Arte Moderna di Pisa, al Museo diocesano d’arte sacra di San Apollonia a Venezia, nel Palazzo del Governo a S. Salvador de Bahia (Brasile), Sanat Fuari a Istanbul, New York (USA), Tokyo (Giappone), Istituti Italiani di Cultura di: Vienna, Helsinki, Budapest, Copenaghen, Monaco di Baviera, Colonia, Stoccolma, Municipio di Stoccarda, Europa Passage, Amburgo, Galleria Arka, Vilnius. Giugno 2015: - libro “Eccellenze”. Sguardi sulla pittura contemporanea consulenza critica Paolo Levi, Stefania Bison, Salvatore Russo e Sandro Serradifalco. Ottobre 2015: Arte Contemporanea a Hong Kong - Holz Art Gallery 1° Premio Internazionale della Cultura “L’isola che c’è “ - EA Palermo. Novembre 2015: - 1° International Prize “Città di Noto” - EA Palermo - Museo Convitto Ragusa. Dicembre 2015: - ARTSCANDINAVIA - ottobre/novembre 2015 - Helsinki Stockholm - Mondadori. Febbraio 2016: - Artisti Italiani Contemporanei a Buenos Aires - ITALIARTS - Mondadori. Maggio 2016 - Artisti Italiani Contemporanei a Parigi - ITALIARTS - Mondadori. Giugno 2016: Triennale dell’Arte Contemporanea Palaexpo - Verona - EA Palermo. Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private italiane e di numerosi altri paesi europei.

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Giallo a primavera, olio su tavola, cm 50 x 60, 2002


Clara BENEDETTI

Inquietudine, olio su tavola, cm 50 x 40, 1991

ORSANO

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Banu BIÇEN www.neoartgallery.it

B

anu Biçen è nata nel 1970 a Bursa, in Turchia. Si è laureata nel 1992 presso Bilkent University. Ha iniziato a dipingere successivamente alle esperienze di disegno con i a carboncino, ha esposto in varie mostre personali ed ha partecipato a mostre collettive nazionali ed internazionali, continua a lavorare nella sua città di Bursa.

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Senza titolo, olio su tela, cm 60 x 80, 2016


Banu

Ritratto di donna, olio su tela, cm 60 x 40, 2016

BIÇEN

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Claudio BONANNI

Indirizzo: Studio Via Pozzuolo 85 - 33100 Udine - Tel. +39 0432 531755 - Cell. +39 347 5124905 claudio@claudiobonanni.com - www.claudiobonanni.com

C

laudio Bonanni è nato a Tivoli ( Roma ) il 29 Settembre 1960. Ha frequentato la Scuola figurativa delle Belle Arti di Roma dalla quale ha acquisito un buon bagaglio di capacità tecnico -pittoriche che costituiscono il suo classicismo. Ad esso si deve anche il rispetto delle proporzioni, la profondità di campo, la prospettiva aerea. Dal 1980 al 1986, si è trasferito a Parigi per studiare pittura, sotto la guida del maestro tiburtino Pio Santini. Qui ha avuto modo di approfondire la conoscenza degli impressionisti senza comunque dimenticare i suoi interessi per l’Ottocento europeo ed italiano da cui ha appreso l’uso del colore vivo, la natura dipinta “en plein air”, la spazialità e soprattutto il paesaggio sentito come stato d’animo. Rientrato in Italia ha frequentato a Roma, lo studio dello svedese Ernest Kronberg, lo stesso che fu di Antonio Canova, e a Tivoli quello di Lauri Leppanen, allievo prediletto di Oscar Kokoschka. Dal 1989 si è trasferito a Udine, dove ha avuto modo di conoscere il maestro Fred Pittino e di frequentare assiduamente il suo studio. In Friuli, Claudio Bonanni ha scoperto la montagna. È nata così una nuova grande passione: ai paesaggi natii, ai ritratti e ai soggetti marini si sono aggiunti quelli montani, colti nei vari mutamenti stagionali, che tanto hanno impegnato il pittore in questi ultimi anni. Significative in questi ultimi anni le amicizie strette con alcuni importanti maestri, quali Franco Polizzi a Roma, Ottavio Mazzonis a Torino, Ugo Guidi a Bologna. Tra le numerose mostre collettive e personali si possono annoverare quelle a Villa D’Este di Tivoli, alla Galleria Romana, al Castello di Mauterndorf (Austria), al Graf Bobby Salon di Vienna, all’Italian Pavillon di Tokio, all’Istituto Italiano di Cultura di Atene, agli Antichi Arsenali di Amalfi,alla Galleria La Fenice di Udine, alla Galleria Comunale “Le Logge” di Assisi, alla Galleria Comunale di Sappada, alla Galleria Comunale e alla Galleria Rettori Tribbio di Trieste, all’ex Chiesa di San Michele Arcangelo di Tivoli, alla Casa del Cima a Conegliano, alla chiesa di S. Antonio Abate di Udine, alle Scuderie di Villa D’Este di Tivoli, alla Galleria Francosenesifineart di Capri e Positano e alla Galerie Roussard di Parigi.

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Villa d’Este, olio su tela, cm 60 x 80, 2015


Claudio BONANNI

Il Tevere al crepuscolo, olio su tela, cm 80 x 60, 2016

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BORZANI

Indirizzo: Studio Via Angoria - 70 Passons - 33037 Pasian di Prato (Ud) - Cell. +39 338 8749285 Skype: borzaniarte - arteborzani@gmail.com - www.borzani.it

F

rancesco Borzani nasce a Pontebba in Provincia di Udine il 24 luglio 1959. Di formazione autodidatta, nei lavori attuali si evidenzia il risultato di varie esperienze pittoriche precedenti, tramite diverse tecniche e su materiali e fondi diversi tra loro. I dati della realtà esterna sono occasioni per fissare un’emozione provata a contatto con l’esistente; nel rapporto diretto con il mondo fisico, l’artista annota nella sua memoria forme (fiori, animali, cose, luoghi) da riproporre anche in situazioni sospensive in colori da reinventare in un complesso di molteplici risonanze interiori con atmosfere di silenzio in uno spazio incantato dell’anima. Ma quello che noi vediamo non sono solo immense lune, non frutto di un pensiero onirico, ma la pura trasposizione della realtà di immagini-simbolo che da sempre attrae il nostro occhio, nutre il nostro cuore nella bellezza del suo essere immobile, nella grandiosità della sua fermezza, nella vastità dei silenzi entro i quali si muove con suo ritmo perfetto, in grado con le sue fasi di elargire armonia alla terra. I quadri di Borzani parlano di una passione, quella di un uomo per la luna,elemento naturale che nelle sue realizzazioni diventa sempre più protagonista, unica, non più legata all’immagine del mare, alle onde, ma ora enorme, compatta nel fondo del cielo blu notte. Questo percorso, “di pulizia”, sta ad indicare la necessità di focalizzare l’elemento principale-protagonista, in una sorta di nuovo realismo elegante in grado di far trasparire le emozioni che si possono provare durante l’osservazione, perché siamo noi che-guardando questo elemento della natura- in base ai nostri stati d’animo riusciamo a percepire delle emozioni, trasformando così il nostro soggetto in una visione simbolica, suggestiva, quasi legata alla fantasia.

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Totem vela, tecnica mista, cm 20 x 13,5 x 4, 2016


BORZANI

Luna all’orizzonte, acrilico su tela, cm ø 38,5, 2016

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Alda BÒSCARO

Indirizzo: Via Paleoveneti, 13 - 31044 Montebelluna (TV) - Tel. + 39 0423 609221 - Fax. + 39 0423 601439 Cell. + 39 335 6215959 - aldaboscaro@libero.it

A

lda Bòscaro è nata a Oderzo, ha compiuto gli studi a Venezia, presso il Liceo e l’Accademia di Belle Arti e a Padova, presso la Facoltà di Medicina. Attualmente vive a Montebelluna (Treviso) e a Roma. Già docente di disegno e storia dell’arte nei Licei Scientifici e di Discipline Pittoriche nei Licei Artistici, è attiva dal 1968 in Italia e all’estero con circa 80 personali e numerose partecipazioni ad importanti rassegne. Numerose le segnalazioni, significativi i premi. Sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private. Una sua cartella di grafica è conservata presso il Museo Nazionale delle Stampe a Roma. È presente e segnalata dal 1973 nei vari cataloghi Bolaffi-Mondadori di pittura e grafica. Una solida formazione culturale e una consistente attenzione sulla condizione esistenziale dell’uomo e della donna nella società attuale caratterizzano fortemente la produzione dell’artista trevigiana. Alda Bòscaro infatti vive immersa nelle problematiche contemporanee. L’accadimento non resta tale, diventa evento, viene vissuto profondamente, in maniera originale, diventa sostanza dell’opera d’arte. Scorrendo quindi cronologicamente la sua pittura è possibile cogliere le grandi preoccupazioni collettive, le speranze e le sofferenze di questi ultimi trent’anni. Di particolare interesse il ciclo di dipinti e incisioni sul tema “Uomo e Ambiente”, “Uomo – Natura – Cultura”, “Donna: identità in transizione”, “Bagnanti”. Del suo lavoro si sono interessati con servizi di cronaca e di critica gran parte dei quotidiani italiani e delle riviste specializzate nonché varie emittenti radio televisive e la Rai con alcuni speciali nel TG1, TG3, con notizie sul GR2, GR3 e nella rubrica culturale del TG1 “Primissima”.

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Frammenti, olio su tavola, cm 80 x 100, 1972


Alda BÒSCARO

…e le vuote parole, olio su tela, cm 70 x 62, 1973

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Giancarlo CANEVA

Indirizzo: Via San Giorgio, 21 - 33043 Cividale del Friuli (UD) - Tel. +39 0432 730551 Cell. +39 333 4045624 - canevagiancarlo@libero.it - www.canevagiancarlo.it

È

nato a Udine nel 1951. È artista che sa far viaggiare l’osservatore lungo frequenze fantastiche in una dimensione dell’altrove, in cui vige la combinazione magica di colore e luce su paesaggi, che conservano solo in minima parte la loro fisicità. Per il resto sono scenari policromi, dove le forme richiamano solo velatamente le morfologie del territorio, ma sono assemblate in un’operazione che le stilizza fino alla semplificazione estrema. Indubbiamente, al fondo dell’ispirazione c’è una capacità visionaria che trascina lo sguardo dentro una logica onirica, sospinta a creare situazioni di seducente bellezza: arroccamenti su costoni innestati in lande immaginarie, articolate in una serie fitta di elementi compositivi, distinti anche sul piano cromatico da una variegata gamma di opzioni; saliscendi di ambienti digradanti verso coste sconosciute; presenze vegetali, caratterizzate dalla parvenza originale e bizzarra di foglie e fusto; rilievi scaturiti da arcani sussulti tellurici; atmosfere di sospensione metafisica, dove la cadenza surreale delle forme produce un senso d’attesa di eventi, prossimi ad accadere. L’impasto è la risultante di una ricerca personale, condotta sulla brillantezza della stesura e sulla corposità della pellicola di superficie. Il segno, forte e marcato oppure sottile e inciso, traccia percorsi che, prima di essere contorni di cose, è orbita di un itinerario frastagliato da prospettive labirintiche. Ha al suo attivo numerose mostre personali e collettive che gli hanno permesso di ottenere stima e riconoscimenti da parte di pubblico e critica. Ha partecipato alla 46ª, 50ª, e 52ª e 55ª Biennale di Venezia, nell’ambito delle manifestazioni collaterali.

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Verso l’Eden, acrilico su tela, cm 105 x 162, 2016


Giancarlo CANEVA

Castello magico, acrilico su tela, cm 100 x 100, 2016

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Eugenio CERRATO www.neoartgallery.it

E

ugenio Cerrato nasce a Gravellona Toce l’11 giugno 1947. Conseguita la Maturità Classica intraprende gli studi di Scienze Politiche che interromperà per coadiuvare i genitori nella loro attività commerciale. Oculato lettore di testi classici e contemporanei e profondo conoscitore di storia dell’arte, con il supporto di una non comune manualità, Cerrato inizia il suo percorso creativo evitando per alcuni anni di esporre in pubblico le sue opere. A partire dagli anni novanta il suo calendario espositivo assume una cadenza regolare, arrivando a tutt’oggi a contare oltre cento mostre, nella maggior parte personali. Eugenio Cerrato da anni compie una ricerca peculiare, al punto da renderlo unico e riconoscibile nel panorama dell’arte contemporanea. “Fare arte significa concepire e realizzare con cura estrema opere concettualmente così complicate da risultare, una volta eseguite, perfettamente comprensibili a tutti”.

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Alla scoperta del peccato originale, tecnica mista con puntatore di Torah in argento, cm 80 x 80, 2015


Eugenio

CERRATO

Higashi - Elemento contaminante, acrilico su legno, ideogramma in rovere composito, tappo di Coca-Cola, cm 80 x 80, 2016

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Ugo Maria CIONFRINI www.neoartgallery.it

L

’affidarsi a un bianco e nero dai forti contrasti è la caratteristica evocativa di questo scatto… il “Microfono… anni ’50” oltre ad essere un omaggio al passato, è felice intuizione tecnica che fissa il soggetto su texture nera, quasi come riemergesse dalla memoria per condividerne il suo istantaneo ricordo. La fantasiosa trovata del fissare ciò che si vede, per far conoscere anche quel che non si vede più, conferma l’universo bizzarro e fantasioso della fotografia di Ugo Maria Cionfrini. Rosanna Mele. L’acqua ha sempre concorso in vario modo alla realizzazione di forme plastiche suggestive, modellando la roccia con il suo lento scorrere o scavandola goccia dopo goccia fino a farle assumere forme antropomorfe: ma l’acqua ha contribuito anche alla riuscita di alcune tra le più stupefacenti creazioni dell’età barocca, come dimostrano le scenografiche fontane concepite da Gian Lorenzo Bernini e dai suoi epigoni settecenteschi per alcune delle più belle piazze di Roma. È possibile immaginare la Fontana dei Quattro Fiumi, quella del Tritone o, infine, la Fontana di Trevi, senza che l’acqua intervenga con il suo suono e i suoi effetti luminosi a rendere le immagini scolpite nel marmo così sorprendenti? Variamente modulata grazie all’abilità di provetti idraulici diretti da un regista sapiente, l’acqua si dispone infatti a formare ampi ventagli che si sovrappongono alle immagini plastiche modellate dal Bernini o generano sottili zampilli che, candendo di vasca in vasca, rendono luminose e vibranti le dinamiche sculture concepite dall’artista: nè si dovrà sottovalutare la componente musicale prodotta dall’acqua, i cui suoni, assimilabili a quelli generati da uno strumento, creano una suggestione uditiva che esalta la teatralità degli apparati scultorei… Stefano Papetti.

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Microfono… anni 50, stampa lambda su carta fotografica montata su alluminio, cm 80 x 120, 2014


Ugo Maria

T-Rex, stampa lambda su carta fotografica montata su alluminio, cm 75 x 50, 2009

CIONFRINI

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Luigi COLOMBI

“CONTE”

Indirizzo: Via A. Corelli, 7 - 42028 Poviglio (RE) - Tel. e Fax + 39 0522 966263 - Cell. + 39 335 5700442 info@contepittore.it - www.contepittore.it

È

nato a Castelnovo di Sotto (Reggio Emilia) nel 1949; vive e lavora nel suo atelier a Poviglio (Reggio Emilia). Conte indaga nelle sue opere con la materia, la quale prende un senso ed acquista una sensibilità e profondità maggiore. Le opere sgorgano naturalmente da un sentire più esistenziale e intimo dell’artista. Opere che incidono anche sullo spettatore una riflessione profonda con se stessi, con quanto di più sentito può suscitare un’opera: un’emozione. L’emozione di un ricordo o di una immagine legata alla propria vita… il significante di tutto questo percorso artistico sta proprio in ciò, l’aver espresso in modo più incisivo, quasi brutale, l’emozione pura. Conte prosegue il fare attraverso un simbolismo del quale è pervaso tutto il suo lavoro, una produzione che ha il sapore di una “recherche” della propria anima e di quella universale. Questa è la chiave di accesso per comunicare con il mondo… la mente e l’istinto sono ciò che guida qualunque espressione artistica nel giusto equilibrio tra loro senza barriere o limite alcuno, nella più assoluta libertà espressiva. È con consapevolezza che l’artista presenta la sua opera con un controllo bilanciato di estremi che proprio nel massimo della loro repulsione, si attraggono e si fondono e si svolgono a fornire un messaggio. L’arte di Conte parla, bisogna solo saperla ascoltare. Parla di attualità. Quanto più è orrendo questo mondo, tanto più è astratta l’arte: sono creazioni che costringono lo spettatore a mettersi in gioco e a seguire il punto, ormai diventato il segno di riconoscimento dell’artista, da dove tutto inizia e tutto finisce. Presente in diverse mostre nazionali ed internazionali che gli hanno permesso di ottenere stima e riconoscimenti da parte di pubblico e critica. Ha partecipato alla 55a Biennale di Venezia, nell’ambito delle manifestazioni collaterali.

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Forma e anima, materia, smalto acrilico su tela, cm 70 x 70, 2010


Luigi COLOMBI

Sospensione del pensiero, materia, smalto acrilico su tela, cm 70 x 70, 2011

“CONTE”

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Iure CORMIC www.neoartgallery.it

I

ure Cormic nasce a Roma, di origini Montenegrine. Già nella prima giovinezza mostra un uso magistrale della fotografia, per poi diventare abile modellatore di materiali come la creta e la ceramica, sperimentando l’arte presepiale nello stile del ’700 napoletano con riconoscimenti, esposizioni e premi a livello nazionale. L’artista esplora successivamente il mondo dell’astrazione, dal realismo fantastico a quello simbolico. Iure a grande maestria nel coinvolgere l’osservatore in un sensuale e morbido cromatismo che con un rivelarsi lirico e fiabesco, ci conduce nella magnificenza di visioni da sogno scaturite da una fantasia fluida e pura, capace di dar avvio a passeggiate in un immaginario ricco di dettagli; si realizzano immagini leggere ed eteree come quinte scenografiche, dalle semplici forme chiuse da linee morbide e dal cromatismo raffinato. Le sue opere sono caratterizzate da vaste campiture monocromatiche più o meno regolari, disposte su sfondi omogenei. Nel contemplare le sue opere si può avvertire una personalissima condizione di evasione dal reale, restando coinvolti in questo viaggio della mente tra forme planetarie, lunari ma rappresentanti anche il microcosmo visto in laboratorio, scrutando l’insondabile mondo delle nostre emozioni più profonde. Per questo Iure Cormic è in perenne dinamismo espressivo. Francesco Ercolino. Nelle sue opere la potenza del colore si accende di campiture stratificate dense e compatte che catturano la luce, fonte di vita e delimitandone l’espansione traduce l’astrazione geometrica in un sogno che naviga nello spazio con continuità. La forte carica poetica riesce a carpirne gli elementi emozionali dati dalla materia e dai colori in un’articolazione sintattica compositiva di indiscusso livello che raggiunge concretezza e leggibilità. Dr.ssa Mara Ferloni. La materia di Iure Cormic …nelle opere di questo artista dove la materia è preponderante si viene travolti dalle volute, dalle insenature e dal movimento perpetuo che lascia vagare la mente nelle pieghe nei chiaroscuri dove tutto può essere e divenire, dove la materia diventa astratto e dall’astratto diventa immagine; un cerchio magico dove è racchiuso il mistero della vita. La materia è la partenza ma nella realtà nelle sue opere sono trascritti in maniera surreale i mutamenti interiori ed esteriori della vita stessa come una sorta di formula. Cinzia Cotellessa.

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Fondale marino, acrilico su polistirene scolpito, cm 90 x 120, 2016


Iure

Fiori, acrilico su polistirene scolpito, cm 120 x 90, 2016

CORMIC

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Rıdvan COŞKUN www.neoartgallery.it

T

itolare di cattedra presso l’accademia di Belle Arti dell’Anadolu University. E un maremoto emozionale quello ch con i suoi componimenti pittorici genera Rıdvan Coşkun, il fermo immagine di un catapultamento percettivo e dei sensi, in cui, la forza del gesto segnico e il vigore della pennellata, scombussolano l’intero momento fruitivo. Un atto catartico ed emergente, un’onda che tutto travolge: ma che tutto fa tornare alla luce. La materia si fa latrice di istanze espressioniste, i colori contrastanti dialogano con sfondi neutri o tappezzati di ricami e ghirigori. La Natura si amalgama con la presenza di creature storiche o mitologiche. Il tratto che pare trafiggere la scena è fortemente filiazione un improvviso ed inatteso atto epifanico, colmo della stessa forza impressa da uno tsunami. Tanto ardore, Rıdvan Coşkuni lo ricalca attraverso la maestria tecnica, mediante cui affida colori, di una tavolozza assolutamente riconoscibile, la volontà di andare a fondo nella psiche umana, nella memoria del nostro tempo’ della nostra storia e del nostro più intimo sentire.

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Centauro, olio su tela, cm 80 x 100, 2016


Rıdvan

Decisioni, olio su tela, cm 110 x 90, 2016

COŞKUN

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Milena CRUPI

Indirizzo: Studio in via Margherita 44-46 ang. Via Genova - Rossano (CS) - Cell. +39 320 2637007 milenacrupi60@gmail.com - www.milenacrupi.it

M

ilena Crupi si é laureata all’Accademia di Belle Arti di Agrigento con il massimo dei voti e Lode Accademica. L’artista, che vanta numerosi riconoscimenti e premi, nazionali ed internazionali, da anni ha sviluppato una tecnica assolutamente esclusiva mediante l’utilizzo dei giornali con sovrastrutture che ricreano, con assoluta precisione, i chiaroscuri e la corposità dell’olio, tutto lavorato e fuso in un unicum in tramatura classica di olio su tela. La sua arte spazia da opere postimpressioniste per giungere ad una pittura impregnata del realismo esistenziale, che comprende anche la realizzazione di originali, quanto innovative, installazioni tanto che le opere del Maestro Crupi sono sinonimo di ricerca e assoluta originalità nel panorama artistico italiano contemporaneo.

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Incontro, olio su tela, cm 100 x 80


Milena CRUPI

Radici, olio su tela, cm 70 x 60

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Esra ÇUBUK www.neoartgallery.it

E

sra Çubuk si è laureata in “Business Administration Department” nel 1998 presso l’Università di Uludag a Bursa in Turchia. Nello stesso anno ha iniziato la sua carriera professionale nel settore delle telecomunicazioni presso l’azienda Sabancl Telekom di Bursa ma il suo amore per l’arte l’ha portata ad intraprendere anche gli studi artistici che, iniziati nel 2008 ha portato a termine nel 2012 quando si è laureata con lode nel Dipartimento di Belle Arti dell’Università di Uludag dove ha anche conseguito l’abilitazione all’insegnamento. Sempre presso l’Università di Uludag ha offerto la sua collaborazione su diversi importanti progetti legati all’arte per conto dell’Unione Europea e, insieme al suo gruppo di lavoro, ha ricevuto importanti riconoscimenti. Ha scritto numerosi articoli sull’Arte per una nota rivista nazionale ed ha lavorato per due anni a Bursa come docente in discipline artistiche. Attualmente sta frequentando un master di Arte, Terapia e Creatività presso l’Università di Uludag nella facoltà di Medicina e Psicoterapia. Offre, inoltre, i suoi insegnamenti come arte-terapeuta presso “Duyu Evi Art Center” di Bursa. Tutta la sua arte è alimentata e trae ispirazione dalle sue esperienze interdisciplinari.

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L’orchestra, olio su tela, cm 60 x 70, 2015


Esra

Mare al tramonto, olio su tela, cm 70 x 50, 2016

ÇUBUK

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Maria Pia DAIDONE www.neoartgallery.it

M

aria Pia Daidone opera tra Londra, Napoli e Cantalupo nel Sannio (Is). Disegna e dipinge da giovanissima. Con la tesi su “L’idea del volo nella poetica visiva di Paul Klee” conclude l’Accademia di BB. AA. di Napoli. Vari i suoi cicli: “Cerchi Graffiti”, “Nonsolocerchi”, “Accertamenti Metropolitani”, “Collages”, “Dame a Palazzo”, “Birilli”, “Sagome”, “Macrostampelle”, “Valigie”, “Zoophantasy“, “Aurum“, ... Partecipa, dal 2005, all’attività del “Movimento Iperspazialista”. Ha esposto, tra l’altro: “Museo Mineralogico Campano - Fondazione Discepolo” e Museo Archeologico “Silio Italico”, Vico Equense; “Museo dei Tarocchi”, Riola di Vergato, Bo; “Museo Zoologico”, Napoli; PAN, Napoli; Biblioteca Comunale, Cameri (No); Palazzo degli Alessandri, Viterbo per il Padiglione Italia della 54° edizione della Biennale di Venezia; Studio Arte Fuori Centro, Roma; “Casetta della Musica”, Latina; “Lavatoio Contumaciale”, Roma; “Saletta dell’Asilo Comunale” e “Open Space”, Cantalupo nel Sannio (Is); “Fortino di Sant’Antonio Abate”, Bari; “Castel dell’Ovo”, Napoli; “Il Ramo d’Oro”, Napoli; “L’Approdo”, Avellino; “Arte/Studio Gallery”, Benevento; “Casa di Ù”, Napoli. Ultime qualificate rassegne, dal 2013 al 2016: “Incendium” e “Napoli per Gabo”, PAN, Napoli; “56 donne amorose”, “Casetta della Musica”, Latina; “Subjetividade feminina e emancipação pela arte“, Salão Negro, Congreso Nacional, Brasilia; “UN ECO PER TUTTI”, Museo Archeologico Nazionale, Napoli. Maria Pia Daidone precisa: “Ho privilegiato, ultimamente, il rame, il cartone, il plexiglas. Il primo perché è duttile nella lavorazione, ricorda la sacralità, dà energia e ha la luminosità accesa dell’oro; il secondo con un’adeguata lavorazione perde totalmente la propria identità e diventa altro; il plexiglas usato come teca trasparente esalta i materiali e li cristallizza in un’atmosfera senza tempo”. Il sociologo e critico d’arte Maurizio Vitiello segnala che “L’artista napoletana crea maglie di ritagliate e brevi tessere di fogli di rame; usa anche fogli di cartone, pressati, ricoperti di cromatismi dorati e ramati, in parte aggettanti e in parte ricoperti da trasparenze, che predispongono e programmano morbide, intriganti, piacevoli seduzioni di senso. Il rame con la sua calda venatura riesce a stendere temprate superfici. Le ultime redazioni pittoriche e plastiche dell’artista accolgono accostamenti di sacro e profano, comprendono gli stordimenti e le vertigini del nostro tempo e ci rimandano alle dimensioni mitiche di tempi antichi. Le metabolizzate, leggere, significative tessere di rame s’interpolano come elementi preziosi, perché segnico-simbolici di interpretazione e di comunicazione sociale. La “texture” di ogni riquadro ramato è un sottile ricalco arricciato, increspato, mosso, sbalzato, ondulato su cui scivolano motivi ritmati e strette pressioni, mentre i bordi si solleticano e si sfiorano, limitati e ristretti, in una raffinata disposizione, che assicura una maglia, abbigliata lusinga, o un accurato mantello, appropriato richiamo per un fantasmatico corpo. Un mantello di tessere di rame, ad esempio, in scena, sembrerebbe tendere verso la pronuncia di un’overdose estetica, ma, a ben guardare, risulta, poi, essere cortina di un’essenza calamitante, dall’indubbio influsso e fascino pervasivo, che prende l’animo e la mente in modo completo. Non mancano di stupire i quadrati di cartone pressato punteggiati di inserti dorati, nonché ramati, e di finezze disegnative e di minuzie ben calcolate e di sottigliezze ponderate, nonché tecniche miste su legno ispirate al mondo letterario. Le ultime tele, della serie “Aurum”, sono rese con un impianto compositivo quasi totalmente investito nelle qualità cromatiche dell’oro (talvolta, agganciate al rame, al rosso e al nero). Insomma, in uno sfondo lattiginoso e frastagliato, intrigano e vibrano battenti tessere d’oro, esaltanti e speculari, attraversate, ma non sempre, nella calibrata disposizione reticolare da guizzi di rosso, indirizzati a continuare un sentiero palpitante, a richiamo di vita in una luce divina”.

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Mantello, rame, cm 276 x 55 particolare, 2011


Maria Pia

Mantello, rame, cm 276 x 55, 2011

DAIDONE

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Stefano FERRACCI www.neoartgallery.it

Q

uella di Stefano Ferracci è un’arte essenzialmente grafica che si rifà agli schemi compositivi tipici della Op Art dove la composizione è basata sulla rigorosa definizione di griglie modulari, linee e intersezioni finalizzata ad ottenere immagini caratterizzate da uno spiccato senso di illusione bidimensionale. Nei suoi lavori la preferenza cromatica va al bianco e al nero, a volte c’è l’inserimento di un colore solitario e squillante che prende forma in una linea o in un elemento geometrico, creando un insieme di ritmo, forma e armonia. La creazione delle sue opere è finalizzata a stimolare nell’osservatore la sensazione di movimento e di instabilità percettiva che si concretizza attraverso illusioni ottiche e distorsioni grafiche. Percorsi ipnotizzanti e complessi coinvolgono, così, l’osservatore che si ritrova da solo a dover affrontare quelle linee che avvolgono e catturano la sua mente alla ricerca di una sua personale interpretazione. L’artista, infatti, non trasmette le sue emozioni all’interno dell’immagine e il fruitore si trova, quindi, direttamente impegnato in un suo personale, sofisticato e stimolante viaggio visivo. Linee e curve magnetiche scorrono sulla tela e pulsano come una linfa vitale ad un ritmo sempre più frenetico. Realtà virtuale che avvince, ispira e dona energia ed è qui che ciascuno è libero di lasciarsi coinvolgere attraverso i propri deliranti percorsi o, viceversa, decidere di fuggire da quelle alchimie ottiche per ritornare con lo sguardo a cercare quell’unica traccia di colore che rassicura, rilassa, ricarica prima di essere di nuovo pronti ad affrontare di nuovo e con diverse coordinate un nuovo quanto entusiasmante viaggio virtuale.

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Intersezioni ottico-dinamiche n. 42, inchiostro su tela, cm 50 x 100, 2016


Stefano

Intersezioni ottico-dinamiche n. 37, inchiostro su tela, cm 100 x 100, 2016

FERRACCI

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Massimo FERRI

Indirizzo: Via Cesare Battisti, 7 - 46043 Castiglione delle Stiviere (MN) Tel. e Fax +39 0376 631589 - Cell. +39 340 0011792 - ferri.massimo59@gmail.com

M

assimo Ferri è nato a Casteldario (Mantova) nel 1959. La sua passione per l’arte inizia da giovanissimo rivelando un’innata inclinazione per il disegno e la pittura. Maturando si forma artisticamente studiando la pittura veneta e i grandi maestri veneziani. Ora è un artista affermato. La sua esperienza è stata coltivata sul “campo” dipingendo, esponendo, dedicandosi allo studio della tecnica e del colore ad acqua. Dal 1985 ad oggi espone in oltre ottanta mostre tra personali e collettive, partecipando a più di quaranta concorsi nazionali ed internazionali. L’artista si impone per fare pittorico nell’ambito della raffigurazione della realtà descritta e narrata in modo poetico, l’idea della perfezione, della bellezza, della forma artistica uniti da un unico credo; quello della pittura ad acqua. Nel 1990 e nel 2007 viene invitato al premio Biennale di Venezia, nell’occasione gli viene conferito l’attestato di Maestro d’Arte dal critico d’Arte Falossi, definendolo “Uno dei più importanti acquerellisti del nostro tempo”. Le sue opere pittoriche dal 1985 al oggi sono state esposte in importanti gallerie d’arte italiane e straniere facendo parte di importanti collezioni private e pubbliche e musei d’arte moderna nazionali ed internazionali. Le sue opere sono presenti dal 1987 su pubblicazioni, edizioni e cataloghi d’arte di rilevanza internazionale. Nel 2004 viene pubblicato il volume antologico “Massimo Ferri Dipinti,” nel 2007 la monografia “Massimo Ferri Venezia” e nel 2009 la monografia “Massimo Ferri Racconti di luce”. Recensioni sulle sue opere sono state inoltre pubblicate su importanti quotidiani nazionali e premiato in importanti concorsi d’arte internazionali, le sue opere sono in collezione al Museo d’Arte Moderna Gazzoldo degli Ippoliti (Mn).

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Luci misteriose, acquerello, cm 21 x 23, 2010


Massimo FERRI

La peonia, acquerello, cm 75 x 55,5, 2016

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Davide FRISONI www.neoartgallery.it

I

n questa sfacciataggine della realtà sta uno dei nuclei pulsanti della pittura di Frisoni. Un residuo di civiltà occidentale suggerisce ancora a molti di noi che la scelta di un soggetto dovrebbe essere in qualche modo esemplare, come se contenesse una epifania, un elemento esplicativo del resto e in qualche modo privilegiato. Non è così in Frisoni. I suoi quadri sbattono in faccia soggetti d’una ordinarietà sconcertante; il traffico, i paesaggi… il giudizio e la scelta di Frisoni sembrano disattendere ogni metafisica. O forse rischiano la ricerca di una visione metafisica nell’ordinario, il che è indizio che il pittore è un uomo concreto.

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Controluce, olio, acrilico e quarzo su tela, cm 80 x 120, 2008


Davide

Viola sera, olio, acrilico e quarzo su tela, cm 150 x 75, 2015

FRISONI

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Carla GALLI

MORANDI

Indirizzo: Via Tavecchia, 15 - 20017 Rho (MI) - Tel. Abitazione/Fax e Studio +39 02 9307795 Cell. +39 347 8358022 - gallicarla@hotmail.it - www.carlagallimorandi.it

A

rtista milanese, vive e lavora a Rho (Milano). Inizia la sua carriera artistica negli anni 70, presentando le sue opere in mostre collettive, personali, associazioni culturali, gallerie, e concorsi internazionali. La sua passione per l’arte la porta ad un’incessante ricerca di nuove tecniche pittoriche, trasferendo sulla tela la materia. Gesso, sabbia ed elementi naturali diventano protagonisti. Nel corso degli anni assume per lei un significato molto importante la manipolazione della materia stessa; intraprende un percorso per la sua formazione nel campo della scultura. Il dato distintivo della sua esperienza risiede nella tensione della superficie a farsi corpo materico, che cattura la luce, con tracce, percorsi e inserimenti che evidenziano anche lo spessore della pittura. L’autrice distende una serie di materiali (sabbia, gesso, elementi naturali come foglie), ognuno dei quali si integra con l’altro, dando segnali convergenti sulla sintesi tematica: la riflessione su aria, fuoco, acqua, terra. La stratificazione dell’impasto avviene con la stesura, la macchia, la polverizzazione cromatica, lo sgocciolamento. L’opera si basa su un dinamismo che, di volta in volta, rimanda alla fluidità, al movimento verso l’alto, alla velocità vorticante in un’oscillazione tra realtà ed astrattezza.

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La goccia, tecnica mista su tela, cm 60 x 80, 2013


Carla GALLI

Buio felino, tecnica mista su tela, cm 80 x 60, 2012

MORANDI

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Carla GALLI

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MORANDI

Scrutando dall’universo, tecnica mista su tela, cm 60 x 70, 2016


Carla GALLI

Proiezione, tecnica mista su tela, cm 20 x 30, 2016

MORANDI

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Silvana GATTI www.neoartgallery.it

S

ilvana Gatti è nata a Tunisi il 26 novembre 1958, e vive a Torino dal 1961, dove si diploma in ragioneria. Autodidatta, frequenta gli studi di pittori affermati e si inserisce nel mondo dell’arte dietro incoraggiamento di Francesco Esposito e Giuseppe Biasutti. A Torino insegna pittura per bambini e ragazzi presso l’Ass.ne Artistico Culturale “La Tesoriera”. Collabora con la casa editrice Acca in Arte di Roma redigendo servizi d’arte. Espone dal 1995 in Italia (Torino, Milano, Firenze, Venezia, Verona, Genova) e all’estero (Luxor, Parigi, Tokjo). L’arte di Silvana Gatti spazia da paesaggi evocativi a tele di matrice simbolista che, nell’intenzione dell’artista, vorrebbero sensibilizzare il fruitore nei confronti della società contemporanea. Da diversi anni ha toccato i temi salienti della contemporaneità. Basti pensare ai suoi “bimbi in provetta”, che nel 2006 hanno partecipato alla rassegna “Emergenza pianeta” a cura della D’Ars di Milano, dietro input del CNRS di Parigi, che nel cahier “Image et Science” ha pubblicato una delle sue opere, “Vita da cloni”, scelta anche dal poeta padovano Antonio Giraldo come copertina della sua raccolta di poesie “Il male d’essere”, illustrata dall’artista. Il 5 ottobre 2010 l’opera “Vigne al tramonto” è stata inserita nella scenografia dello spettacolo “L’allegra storia del vino Barolo”, tenuto dai Gemelli Barolo al Teatro Erba (TO). Da qualche tempo, l’arte di Silvana Gatti tocca il tema del “Mare nostrum”, a partire dalla sua personale a Palazzo Oddo, Albenga, dove ha presentato nel 2012 le sue opere sul “Mediterraneo”, come recita il titolo del catalogo con la presentazione di Francesca Bogliolo. Nel 2014 ha partecipato alla Prima Biennale della Creatività al Palaexpo di Verona, a cura di Paolo Levi e con la presentazione di Vittorio Sgarbi. Nel luglio del 2015 ad ART TAORMINA le è stato assegnato il 1° Premio Internazionale Mazzullo, presso il Palazzo Duchi di S. Stefano, già sede della Fondazione Mazzullo. Un’opera dell’artista è costantemente inserita nello spettacolo teatrale “Madame Zazà”, a cura di Margherita Fumero. RECENSIONI Giuseppe Biasutti, Francesca Bogliolo, Grazia Chiesa, Giovanni Cortese, Willy Darko, Marilina di Cataldo, Ermanno Eandi, Francesco Esposito, Valter Fabbri, Guido Folco, Piero Gallo, Katia Girini, Sergio Innocenti, Chiara Manganelli, Paolo Levi, Antonio Oberti, Patrizio Pacioni, Silvia Pareti, Rosario Pinto, Marcello Salvati Alfredo Sgarlato, Valentina Tovaglia. PRESENTAZIONI IN TV Carla Piro Mander, Clara Vercelli, Daniela Piazza, Walter Rolfo, Wladimiro Wlady Tallini.

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Il viaggio della speranza, olio su tela, cm 50 x 70, 2016


Silvana

Il Migrante, olio su tela, cm 50 x 40, 2016

GATTI

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Mauro GENTILE

Indirizzo: Via Masaccio 3/c, 30026 Portogruaro (VE), Italy - Cell. +39 333 3532505 - aurogentile@gmail.com

N

ato a Messina il 12/03/1974, vive e lavora come libero professionista a Portogruaro (VE). Laureato presso l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia, dove ha svolto attività didattica nei laboratori di Progettazione Architettonica, di tesi come correlatore e di tutor nelle accademie estive in Venezia organizzate dall’università di Dortmund. Comincia ad interessarsi alla pratica pittorica da autodidatta negli anni novanta, occupandosi nel tempo anche di installazioni ambientali, allestimenti di mostre e scenografie, con opere esposte in diverse rassegne e manifestazioni nazionali ed estere, tra cui in eventi collaterali della Biennale di Venezia nel 2009 e nel 2011. Nel 2015 la scenografia per “la bottega del Caffè” di Carlo Goldoni è premiata da F.I.T.A. (Federazione Italiana Teatro Amatori) alla IV edizione del festival nazionale di teatro, dedicata allo scenografo premio Oscar Ferdinando Scarfiotti, in Porto Potenza Picena (Macerata). Nel 2014 il suo interesse si volge al disegno su fogli di carta riciclata che egli stesso produce. Il disegno, visto come estrema sintesi della ricerca pittorica costruita nel tempo, diventa un appunto costante delle riflessioni sull’aspetto psicologico e sociologico dell’essere umano contemporaneo, costituendo il tema di fondo del ciclo di lavori intitolati “Atlas”.

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Atlas, inchiostro e collage su carta reciclata, cm 59 x 37, 2015


Mauro GENTILE

Atlas, inchiostro e collage su carta reciclata, cm 66 x 43, 2015

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GIOCAMPO www.neoartgallery.it

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l simbolismo di Giocampo. Giocampo, per rendere tutto più puro, libera ogni rappresentazione da qualsiasi traccia di quotidianità; ogni scena è fuori da tempo e luogo, quasi appartenga solo alla narrazione del pensiero incontaminato. Poi c’è il Giocampo “geometrico” dove l’ambito non esiste più e ogni riferimento, anche casuale, è svanito. Sono composizioni dallo spirito coerente e preciso e dai colori brillanti. Sono composizioni che occupano uno spazio mentale integrale, lontano da ogni riferimento visivo, è pura razionalità. C’è infine l’artefice del collage che invita al miraggio lusinghiero. Gli sfondi delle città, rosse e immaginarie, lasciano spazio alla traiettoria del volo d’uccelli che solcano il blu dei cieli. Michela Sala. Gli angeli di Giocampo si librano sulla città, ma il loro spazio è altrove, il loro cielo è una diversa luce, lo stato di cose è separato e distante. La città si protende in altezze di guglie e cuspidi e minareti, in slanci di asciutte geometrie, nell’ordine reiterato di minuscole finestre e nicchie. Ma quello umano è un cosmo piccolo, dimezzato, sovrastato, soprattutto deserto. Sembra, si potrebbe azzardare, un cosmo all’alba del giorno del giudizio, quando i tempi hanno esaurito il loro corso, quando la realtà si fa silenzio, e tutto è fermo, profondo come il blu di mistero e perfezione che domina più del pallido sole, sospeso e quieto come quel volo d’angeli che viene ad abitare il mondo.

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Sferoide in rotazione, tecnica mista, cm 63 x 131, 2015


GIOCAMPO

Le tre P, acrilico su tela, cm 100 x 150, 2013

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Romina GIORDANO www.neoartgallery.it

S

embra che, la giovane artista Romina Giordano, abbia colto l’essenza stessa di una cultura tanto lontana dalla nostra e l’abbia trasferita in opere come Donna, qui presentata. L’immagine raffigura una tipica bellezza di colore che tiene fasciato alla schiena il proprio neonato, mentre si accinge a compiere azioni del quotidiano, come raccogliere acqua, cercare il cibo, laddove queste incombenze non sono semplici e “normali” come per noialtri. La Giordano, di formazione accademica, dopo aver lasciato l’arte in secondo piano, vi è tornata per dipingere corpi e volti, le intense ed infinite espressioni che sono divenute il soggetto attorno al quale la sua ricerca artistica ha puntato il focus. Nei suoi dipinti, la comunicazione tra i soggetti e l’osservatore può avvenire in maniera diretta, tramite uno sguardo o, al contrario, come in questo nostro caso, attraverso azioni e movenze del corpo, tali da esprimere qualcosa che va oltre un muto dialogo. Bada a cogliere l’essenziale, che è ciò che emerge anche dal dipinto Donna, che nella semplicità della composizione esprime un lirismo di grande intensità, tale da avvicinarsi, nei dettami ontologici, al periodo tahitiano di Gauguin. La forza della Giordano si traduce nell’uso del colore, steso anche con le mani, in cui contro i tanti disagi di popoli sì lontani, ella lascia che ad emergere sia la vivacità che le culture tribali serbano da millenni. È un’immagine delicata, dolce, velata di malinconia. Non c’è convenzionalità formale, quanto, piuttosto un romantico abbandono all’osservazione, al rapporto che con la natura qualcuno ha conservato. È 1a personificazione del ruolo femminile della Natura e della Madre che tiene in fasce il bimbo e pensa a sostentarlo. Lo stile essenziale si allontana dagli artifici e regala quella che la Giordano chiama: ‚“La bellezza sublime di un quadro unito ai colori!”.

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Nadie saggia, acrilico su tela, cm 70 x 140, 2015


Romina

Donna, acrilico su tela, cm 120 x 60, 2015

GIORDANO

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Musa GÜNEY www.neoartgallery.it

M

usa Güney è nato a Artvin, Yusufeli nel 1975. Ha completato l’istruzione primaria a Rize. Nel 1999, si è laureato presso l’Università di Atatürk Facoltà di Belle Arti come graphic designer. si è poi trasferito a Istanbul e ha lavorato come art director in diverse aziende. Nel frattempo, ha continuato la sua carriera di artista professionista La sue opere d’arte sono presenti in collezioni private e pubbliche.Musa è membro del consiglio e segretario generale di Beyoğlu Plastic Arts Association. Il mio entusiasmo per la natura è l’ispirazione più importante dei miei quadri. Nelle mie opere la natura non si riflette come una realtà oggettiva, ma incide come una proiezione dei miei sentimenti sulla natura stessa. Io continuo a lavorare nel mio studio nel quartiere di Beyoğlu. “Tutti dovrebbero essere in relazione, una sorta di attività/arte in modo da condividere l’energia, l’emozione e l’entusiasmo che ciascuno possiede naturalmente”.

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N. 14, tecnica mista su tela, cm 100 x 100, 2016


Musa

Senza titolo, olio su tela, cm 40 x 40, 2012

GĂœNEY

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Karaahmetoğlu Anber HACIRAIFOĞLU www.neoartgallery.it

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a sua ricerca artistica nasce come urgenza di comunicazione attraverso l’impiego di tecniche varie. La materiai colori entrano nelle sue opere, dando vita a quadri dalla profondità inconsueta. Negli ultimi anni continua la sua comunicazione pittorica dedicandosi principalmente alla sperimentazione del colore-luce degli opposti come forma viscerale e istintiva dell’anima e dando come risultato una rielaborazione astratta di esperienze emotive del suo vissuto. Di chiara matrice gestuale È il lavoro di Anber, alla cui linea di ricerca si aggiunge un approccio spontaneo nell’uso della ripetizione di un segno indicale, traccia di identità, su colori impiegati con semplice maestria , e di una più terrena e istintiva attrazione verso la materia più grezza e naturale. Queste spinte opposte si sciolgono in una dimensione lirica in cui il vuoto diviene protagonista. Il cromatismo tenue crea uno sfondamento della tela che diviene spazio esistenziale e infinito. Amber ha esposto in Turchia, Francia e Italia.

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Senza titolo, tecnica mista su tela, cm 80 x 60, 2016


Karaahmetoğlu Anber

Senza titolo, tecnica mista su tela, cm 80 x 60, 2016

HACIRAIFOĞLU

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Hale KARAÇELIK www.neoartgallery.it

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ella poesia, il successo della scelta delle parole giuste di un poeta agevola il lettore a concepire il sentimento della poesia stessa come se fosse un sentimento proprio così come il pittore in un quadro, tramite l’uso di audaci colori, rende il dipinto un’opera che attira lo spettatore dentro di sé. Il pittore può raggiungere gli altri nella misura in cui il suo successo è libero di dare l’anima, l’espressione e la forma ai colori. La particolarità dei quadri di Hale Karaçelik è proprio quest’esplosione dei colori, quest’armonia quest’allegria. Il pittore non è la persona che trasmette sulla tela quello che vede ma è colui che ci trasmette i suoi sentimenti. L’artista ci presenta la passione, la sua vivacità, la sua gioia di vivere, unendole in un quadro in cui i colori danzano. Le sue opere contengono i disegni estetici, dinamici, forti e profondi. Soprattutto visivamente la qualità dei sentimenti è predominante. In alcuni quadri ci sono colori che sintetizzano i mondi sentimentali e fisici in maniera impercettibile. Tramite i suoi quadri l’artista ci porta dal mondo concreto al mondo sentimentale. Nei suoi quadri quello che conta non è la forma ma è il movimento eterno dei colori. Il significato lascia il suo posto al sentimento e al movimento. Il quadro vi invita dentro di sé attraverso i quattro angoli della cornice, l’unica cosa da fare è rispondere a quest’invito godendo della danza dei colori. Hale Karaçelik ha un amore particolare per l’Italia, paese in cui da anni la sua produzione artistica è stimata ed apprezzata. I suoi dipinti sono stati presentati dai curatori Giorgio Bertozzi e Ferdan Yusufi nelle fiere di Arezzo e Reggio Emilia, nella mostra personale presso la galleria romana di Enrico Lombardi e nell’evento “A la Salida” dedicato ad Alida Valli e Giancarlo Zagni, evento tenuto presso la Galleria Borghese di Mentana Roma. La recente produzione dell’artista turca è stata esposta anche a Londra e a Firenze.

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N. 3, tecnica mista su tela, cm 100 x 100, 2016


Hale

N. 14, tecnica mista su tela, cm 100 x 100, 2016

KARAÇELIK

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Evşen Zehra KESKIN www.neoartgallery.it

N

ato in Bulgaria. Spostato in Turchia con la sua famiglia nel 1951. Dopo l’istruzione secondaria ha studiato economia alla Univercity. Lei e suo marito si trasferisce in Germania a causa di impegni di lavoro dove rimasero per molti anni. Lei è stato incoraggiato a dipingere da sua madre e gli insegnanti nei primi anni. Più tardi, in relazione master-apprendista ha continuato la sua formazione pittorica. Il suo fascino per la bellezza e la natura della città di Dalyan, Muğla l’ha portata a stabilirsi lì nel 1995. Il suo interesse per le tartarughe marine Caretta-Caretta ha portata a partecipare alla formazione di la conservazione e la protezione di quegli animali che sono stati Venendo al Iztuzu spiaggia per deporre le uova per circa 95 milioni di anni. Lei sta usando i suoi dipinti e racconti per evidenziare i pericoli per le tartarughe marine da le sempre più deterioramento delle condizioni ambientali. Come parte della sua campagna per pubblicizzare la situazione delle tartarughe marine si è unita mostre, seminari, biennali, workshop, simposi in patria e all’estero. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti e premi per le sue opere. Di recente, è stata ispirata dalla civiltà Karia e la storia dell’antica Kaunos. Si è associato con Su Grubu, Saküder, Sesan, Artmajeur, Turkishpointing BodrumArt, Musander, Artworld galleria dove espone i suoi dipinti e racconti a sia locali che internazionali. I suoi racconti sono pubblicati anche in Enginoğlu Sanat e Belçika Baharat Sanat periodici. Il suo lavoro è diviso tra workshop a Berlino, Istanbul e Dalyan. Fino ad ora si è unita numerose mostre individuali e di gruppo.

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Pastore e pecore, olio su tela, cm 35 x 50, 2016


Evşen Zehra

Dünia ve Caretta, olio su tela, cm 70 x 50, 2016

KESKIN

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Alfonso MANGONE

Indirizzo: Via San Francesco, 1 - 84045 Altavilla Silentina (SA) - Tel. + 39 0828 982461 - Cell. + 39 335 5932658 mangonestore@gmail.com

A

lfonso Mangone nasce ad Altavilla Silentina nel 1958. Nel 1976 si trasferisce a Catanzaro per seguire gli studi presso l’Accademia di Belle Arti dove segue il corso di pittura del prof. Gianni Pisani. Prosegue gli studi dal 1977 per poi completarli nel 1980, presso l’Accademia Belle Arti di Firenze seguendo il corso di pittura del prof. Gustavo Giulietti. La ricerca pittorica di Mangone inizia proprio in questi anni e grazie ad essa l’autore appena ventenne, si mantiene agli studi ed instaura rapporti con numerosi artisti intellettuali e critici d’arte. Gli anni più ricchi, lo portano a contatto con diversi artisti stranieri come Kcrista Von Baum e Felicitas Pallat. Negli stessi anni avvia una intensa attività espositiva in gallerie e spazi pubblici italiani. I numerosi viaggi che Mangone compie in questi anni lo portano a frequentare gli ambienti artistici ed intellettuali di Berlino. Nel 1990 si trasferisce in Olanda, partecipando a diverse mostre nelle maggiori città olandesi. Realizza una serie di mostre presso l’Istituto Italiano di Cultura di Amsterdam, presentate da Aldo Braibanti e Barbara Tosi. Oltre a opere pittoriche, in Olanda, realizza murales in spazi pubblici come: Metropolitane, teatri, discoteche, parchi; murales commissionati da “STAD-KUNST”, “GREENPEACE”, “AMNESTY INTERNATIONAL”, nonché performance con gruppi rock ed installazioni di materiali. Successivamente instaura un rapporto di lavoro con il gruppo HEINEKEN ITALIA, realizzando una serie limitata di bicchieri per Stella Artois ed una collezione di oli ed acrilici su tela, inseriti nei locali “Heineken gree stage”, sparsi su tutto il territorio italiano. Significativa la sua partecipazione alla redazione del libro che racconta la storia dell’Alfa Romeo. Per questa pubblicazione ha disegnato la copertina e il retrocopertina. Si è trattato di un incontro tra la sua arte e la preziosa industria dell’auto mondiale.

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Attraverso città, Siena, tecnica mista su tela, cm 135 x 186, 2016


Alfonso MANGONE

Attraverso cittĂ , Amsterdam, tecnica mista su tela, cm 100 x 120, 2016

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Enrico MARRAS

Indirizzo: Studio Via Cividale, 176/1 - 33100 Udine - Tel. +39 0432 282506 - Cell. +39 339 3903864 enrico.marras@virgilio.it - www.friulicrea.it

N

ato nel 1969 a Udine, Enrico Marras ha partecipato a vari corsi d’arte, tra i quali gli studi di specializzazione di restauro dipinti presso il Laboratorio/Bottega d’Artigianato di Arte e Restauro di Domenico Ruma, cimentandosi, fra l’altro, in ricerche artistico/attributive, su opere di maestri del settecento veneto. La pittura di Marras si muove in un ambito informale di continua ricerca, dal quale emerge la presenza quasi costante di una “finestra esistenziale” astratta che si correla ad un contesto di intensa spiritualità. Con la madre Alida Puppo (artista estremamente apprezzata per le sue creazioni su materiali riciclati), ha partecipato a centinaia di mostre a carattere personale e collettivo, in Italia e all’estero, sovente su iniziativa di Giancarlo Caneva, Salvatore Infurnari e Valentina Verani. È presente in vari giornali, riviste, e cataloghi d’arte (dal 2001 le sue opere sono inserite nel catalogo Mondadori d’arte moderna e contemporanea italiana) ed ha preso parte a trasmissioni televisive dedicate all’arte contemporanea. Inoltre, si distingue nell’ambito poetico con diverse pubblicazioni, fra le quali i libri “Passioni”, “Frammenti di vita” e “Angoli Remoti”. Enrico Marras, che per meriti artistici ha conseguito il premio “L’Arte nel Sociale” (2004), è ospitato nel prestigioso sito internet www.friulcrea.it a cura dello scrittore Pier Angelo Piai. Nel 2014 è stato selezionato dal prof. Vittorio Sgarbi nel suo prestigioso annuario d’arte contemporanea “Artisti” (EAeditore).

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Finestra dorata, tecnica mista su pannello in legno riciclato, cm 80 x 80, 2001


Enrico MARRAS

Finestra blu su sfondo rosso particolare, tecnica mista su pannello in legno, cm 88 x 44, 2001

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Ginia MAY www.neoartgallery.it

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inia May, classe 1992, è una giovane artista romana. Si è diplomata al Primo Liceo Artistico di Roma ed ora è in procinto di laurearsi in Ingegneria all’Università di Tor Vergata. Ha iniziato molto presto ad esporre e farsi notare in mostre collettive riscuotendo interesse da parte di galleristi e collezionisti tanto che, ad oggi, si segnalano diverse sue presenze in prestigiose case d’asta italiane. L’affascinante contrasto tra bianco e nero tipico del disegno a inchiostro di china, tecnica preferita dall’artista e che viene da lei sviluppata in una maniera del tutto personale, ci riporta ad una visione tecnologica del mondo in cui convivono senza caos né stress natura e insediamenti umani. I suoi paesaggi, elaborati dalla memoria e dall’immaginario sono immersi in un tempo silenzioso e organizzato, scandito da ritmi logici privi di interferenze dove natura e tecnologia convivono in una perfetta e rispettosa simbiosi. Positivo e negativo, bianco e nero, natura e tecnologia, contrasti che si uniscono, visioni quasi oniriche di città apparentemente deserte che si alternano in tranquilli ritmi tra alberi che non conoscono vento. Il tempo è in attesa, incombe il silenzio. L’osservatore cerca rassicuranti tracce di umanità la cui presenza si intuisce solo attraverso le costruzioni dell’immaginario architettonico. Silenti eternità di un mondo trasformato dove infinite scale attendono qualcuno che le salirà o le scenderà, flussi di linee composte confortano la mente nella loro avvolgente compostezza nell’attesa che succeda qualcosa. E in questa calma attesa, tra queste attrazioni in armonia, in questo alternarsi tra bianco e nero c’è la scommessa di mondi nuovi, dimensioni possibili e nuovi percorsi introspettivi per comunicare con un linguaggio rilassato, con una calma interiore, con una positiva forza coinvolgente dove tutto ci induce a meditare per trarre ottimistiche speranze.

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Urbis et natura, inchiostro di china e biacca su carta, cm 27 x 39, 2015


Ginia

Optima civitate, inchiostro di china e biacca su carta, cm 40 x 27, 2016

MAY

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Laura MIGOTTO www.neoartgallery.it

... Nel lavoro di Laura Migotto convergono due elementi inconfondibili del suo talento nell’orizzonte dell’arte visiva contemporanea: per un verso la tavola o la tela, non a caso spesso di grandi dimensioni, usata dall’artista come una sorta di palcoscenico per la messa in scena del lavoro dell’immaginazione, sia a livello di tecnica compositiva, sia sul piano della visione; per altro verso un’idea di bellezza carica di pensiero, suggerita dalle sue personali citazioni che spesso inserisce all’interno della composizione e che sono ricorrenti nelle sue opere. Il talento di Laura Migotto è incarnato in una pratica che sa usare i colori in senso metaforico, applicati a immagini simboliche e a figure mitologiche che eccitano la sua immaginazione. L’interesse per i simboli e per l’organizzazione multistrutturale della composizione è sempre stato un nodo importante della sua estetica, dominata, fin dall’inizio, da esperimenti nell’astrazione, anche se mai in modo statico. Esemplare è la comparsa dell’elemento figurativo d’impronta realistica e comunque referenziale; una svolta rispetto al rigore dell’astrazione geometrica dominante nella maggior parte dei suoi lavori. Astrattismo mai puro, però, ma calato in un paesaggio della memoria, ispirato a statue, o a maschere di tradizione mitologica: cavalli alati e altre figure archetipiche della classicità trasformate dal lavoro del tempo e dalla mano dell’artista contemporaneo in frammenti e in ibridi incroci. Figure comunque mai intere, nelle quali prevalgono le tinte del grigio, del nero, e i toni del chiaroscuro; mentre all’elemento astratto, mai abbandonato anche se in forme incompiute, è assegnata una forte vivacità cromatica, persino accecante. La cifra identitaria di Laura Migotto è la spirale, perseguita con una serialità che appartiene alla grafica nella quale l’artista si è formata e che è forse alla base di un’ estetica del segno nella quale quella figura sempre ritorna come simbolo generativo della creazione artistica, ricordando la grande conchiglia assunta a suo tempo (1978) da Giorgio Strehler a simbolo di una sua memorabile regia della Tempesta di William Shakespeare al Piccolo Teatro di Milano. Figura dell’infinito al quale aspira l’immaginazione dell’artista, ma anche figura dell’opera d’arte di per sé, che nel suo movimento si ricostruisce, secondo la formula tipica del postmoderno, sempre nuova e sempre uguale. Tuttavia Migotto lavora la spirale anche come figura che nel suo movimento di espansione e di autoricostruzione attira nel vortice oggetti diversi e citazioni personali. Si configura così la costruzione di un cosmo al centro del quale una spirale mette in contatto profondo, come la grande conchiglia della Tempesta shakespeariana, linguaggio geometrico, linguaggio scenico figurativo, linguaggio poetico, linguaggio del colore. Accade tuttavia che in più composizioni la spirale venga trafitta da un segno rigido, di natura cuneiforme; un segno forte, che è direttamente assimilato alla lama di una spada, rivelando che l’aspirazione al senso e alla perfezione, espressi dalla potenza della spirale di espandersi all’infinito può , deve anzi, venire interrotta. Al nucleo originario dell’armonia è necessaria l’intromissione di un corpo estraneo, agente di una ferita che incide sulla visione del Kosmos immaginato dall’artista; e che Laura Migotto ci consegna come chiave di lettura non soltanto della sua opera, ma anche del nostro tempo...”. Tratto da “Laura Migotto, la mano del Tintore”. Rosy Colombo. Sapienza Università di Roma.

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L’ho raccontato al vento. Ti ritroverò ai limiti del mondo?, acrilici su tavola, cm 36 x 47, 2015


Laura

MIGOTTO

Sentinella di un moto perpetuo senza inizio nĂŠ fine, tecnica mista su legno, cm 32 x 42, 2014

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Giampaolo MULIARI

Indirizzo: Via Weill Weiss, 26/a - 20020 Lainate (MI) - Tel. + 39 02 93572210 Studio: Viale delle Rimembranze, 21/7 - 20020 Lainate (MI) - Tel. + 39 02 36541838 - Fax. + 39 02 36541856 - jampytoro@yahoo.it

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iampaolo Muliari è nato a Besana Brianza (Milano) nel 1965. Pittore realista a tematica sociale si è diplomato al Liceo Artistico “Beato Angelico” di Milano nel 1983 e all’Accademia Belle Arti di Brera nel 1989 discutendo la tesi sull’Arte cinematografica di Charlie Chaplin. Le sue opere affidano al segno il proprio messaggio di umanità e di fiducia nella vita, bene espressa anche dai titoli delle tre monografie pubblicate dall’artista: “La vita un dono sempre” edita nel 1992; “L’amore oltre la vita” edita nel 1996, “...e vi ho chiamto amici”, trent’anni di disegni dedicati al mondo dell’infanzia, edita nel 2015 dalla Editoriale Giorgio Mondadori. Le sue opere richiedono, più che una osservazione distaccata e critica, uno sguardo contemplativo, che sappia docilmente affiancarsi a quello serenamente estatico dell’autore: il suo percorso artistico è anche, e soprattutto, una meditazione sulla vita, celebrata ora nella sua solenne magnificenza, ora nella sua improfanabile serietà, una vita da amare sempre, in tutta la pienezza dei suoi significati. Un’appassionata e forte tensione verso il Torino calcio lo ha fatto approdare ad un vero e proprio impegno ideologico, con la dedica di 200 opere e con la Direzione del Museo del Grande Torino aperto negli spazi architettonici di Villa Claretta Alessandri a Grugliasco. Le sue opere hanno avuto eco sia in Europa che in America, sia in Asia che in Australia.

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Pienezza del cuore, pastello e china su cartoncino, cm 65 x 85, 2015


Giampaolo MULIARI

Attesa, matita e pastelli policromi su carta, cm 80 x 60, 2016

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Emel ÖRS www.neoartgallery.it

E

mel Örs dipinge dal 1966 e con oltre 60 esposizioni ha mostrato la propria produzione in italia e all’estero. Emel è membro di Bakirkoy Artists Society (BASAD) essendone stata anche Segretario generale. I suoi quadri sono opere a due dimensioni. Sotto molteplici dimensioni. Li guardi, e la prima impressione ti è data dal colore e dal suo spazio. Lo sviluppo pittorico È delimitato nettamente in campiture piatte, segnate da linee come confini e partiture, sezionate a strati e stese sulla superficie come mappe srotolate su un piano. Il colore è armonia che lega le forme, armonia della propria accensione, della potenza e perentorietà di sé, della pienezza con cui si dà all’occhio dello spettatore.

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Güvercinler 2 - I piccioni, olio su tela, cm 60 x 70, 2012


Emel

Ug¨rak Yeri Pista Battuta, olio su tela, cm 80 x 65, 2011

ÖRS

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Güler ÖZCAN www.neoartgallery.it

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üler Özcan si è laureata presso Dipartimento di Chimica delle Arti e delle Facoltà di Scienze presso la Middle East Technical University di Ankara dove ha iniziato la sua attività professionale come assistente di ricerca e ha continuato la sua attività a Istanbul presso aziende private del settore sia nazionali che internazionali. Contemporaneamente ha frequentato corsi di storia dell’arte ed ha svolto anche la sua attività di artista esponendo le sue opere in mostre collettive insieme a noti artisti turchi. Nelle sue opere preferisce utilizzare i colori chiari e puri stesi in maniera intuitiva lasciando scorrere il pennello sulla tela con ampi e decisi gesti. Si possono scorgere nei suoi dipinti influenze dell’arte Inca suggerite dalla rappresentazione astratta di antichi sciamani e di oggetti di epoche antiche ma interpretate con la sensibilità e la maturità dell’artista contemporaneo. La pittura è parte essenziale della sua vita, attualmente sta esponendo con una certa frequenza in prestigiose mostre sia personali che collettive e, con la sua pittura, partecipa a progetti di rilevanza sociale. Alcune tra le sue principali mostre personali: - 2016 Museo Güray, Cappadocia, Nevsehir - 2016 Online Exhibition, Lebriz, Istanbul - 2015 “From Spirituality to Reality”, Sala Congressi Middle East Technical University, Ankara - 2014 Online Exhibition, Lebriz, Istanbul - 2014 Planet of Art Gallery, İstanbul.

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Innocent, acrilici su tela, cm 100 x 80, 2016


Güler

Love, acrilici su tela, cm 100 x 80, 2016

ÖZCAN

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Pelin ÖZER www.neoartgallery.it

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elin Özer è nata nel 1974 a Istanbul. Si è laureata presso il Dipartimento di Pittura Uludag University nel 1997 e in seguito, ha lavorato in Inghilterra Espone in patria e all’estero e tiene lezioni d’arte ad Istanbul. Il suo è un mondo complesso ridotto ai minimi termini, come filtrato dagli occhi di un fanciullo non ancora inquinati dall’esperienza. Tutto è possibile nel suo mondo immaginario non esistono esperienze “perdenti” sulla base delle quali è inutile avere desideri, programmi, piani, progetti per il futuro. Insomma un mondo ideale verso cui tendere e da non dimenticare assolutamente…

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Il principe, olio su tela, cm 60 x 80, 2015


Pelin

La bottiglia dei desideri, olio su tela, cm 80 x 100, 2015

Ă–ZER

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Rezan ÖZGER www.neoartgallery.it

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ezan Özger a un rapporto molto profondo con la pittura, passione che l’ha accompagnata sin dalla nascita. Rezan ha investito tutta la sua passione e il suo tempo nella pittura, perfezionando e sviluppando la sua padronanza tecnica attraverso frequentazioni e lezioni con importanti Maestri turchi e stranieri. La sua grande cifra artistica non è passata inosservata ne dai media ne dagli operatori del settore, ricevendo ovunque gratificazioni e concreti apprezzamenti. Le sue opere sono in grado di cogliere il senso del quotidiano, dai sentimenti più dolci ed intimisti alle forti passioni che coinvolgono i cittadini su tematiche sociali argomenti che vengono trattati con decisione nei colori e nei gesti ma anche con la dolcezza della donna, analoghe modalità che anche nella scrittura permettono a Rezan di esprimersi come una consumata narratrice.

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Senza titolo, acrilico su tela, cm 100 x 80, 2016


Rezan Ă–ZGER

Senza titolo, acrilico su tela, cm 100 x 80, 2016

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İhsan ÖZUYSAL www.neoartgallery.it

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hsan Özuysal è nato nel 1955 a Bursa. Ha iniziato a studiare pittura e scultura sin dall’infanzia. Vive e lavora a a Bursa. İhsan è andato oltre la tradizione lavorando con materiali sperimentali e diversi peri dipinti e le sculture. Intuendo l’importanza della retroilluminazione ha incanalato in questa arte molta della sua capacità inventiva ed artistica.Nelle sue immagini hanno forte valenza il colore e il buio della notte. Egli usa le forme per descrivere il colore e le luci di danza. Per distruggere generalmente la struttura degli alberi, acqua, riflessi, pesci e uccelli, che si palesano in rapida sequenza dopo un lungo piano di finzione. La serie Jazz è analogamente creata da un gioco di luci e colori,di tecnica e materiali ricalcando forme e movenze di musicisti. İhsan usa il marmo per le sue sculture. La fontana di marmo ci parla d’ amore con uccelli e fiori scolpiti esposto nel Parco botanico di Bursa. Ha anche celebrato il patrimonio culturale della sua città, replicando la storica fontana di marmo della Moschea Verde.

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Jazz, lightbox, cm 60 x 60, 2016


İhsan

Jazz, lightbox, cm 60 x 60, 2016

ÖZUYSAL

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Mario PALMA www.neoartgallery.it

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ario Palma ha compiuto gli studi artistici a Napoli. Dal 1963 vive a Frosinone, dove maturano le condizioni che influiranno in modo determinante sulla sua formazione artistica: da un lato la sua vocazione di pittore e la sua personale ricerca, dall’altro i frequenti contatti a Roma con la cultura della nuova figurazione, lo orientano verso un linguaggio pittorico fantastico e surreale. Considerevoli le sue esperienze nel campo della grafica e della fotografia. Ha allestito mostre personali in diverse città italiane ed all’estero; tuttora è presente alle rassegne di maggior rilievo sul piano nazionale. Della sua pittura si sono occupati critici, scrittori e poeti tra i più autorevoli. …L’osservazione analitica è realistica, per definizione. Si volge all’astratto la più recente pittura di Mario Palma? Lo negherei decisamente. Il “figurativo” consiste nella trascrizione (veristica o espressionistica) di una fenomenica (umano-antropologica, naturale, vegetale, animale) strutturata, referenzialmente comune al mittente e al destinatario, e dunque iconica. E Mario Palma sta ai fenomeni, ai microfenomeni invece che ai macrofenomeni con cui la storia delle arti visive ha una lunga consuetudine. La sua pittura, analitica e a prima vista realistica, trascrive microfenomeni minerali. E si avvale di un segno netto, disteso, anatomico, senza sbavature: un segno prossimo all’oggetto selezionato per l’indagine e in trasparente contatto con il concreto macroscopico della materia. L’analisi tuttavia (e benchè finora, per comodità espositiva, la sia arbiteriamente estrapolata e premessa) non esaurisce in sé l’operazione della pittura stratigrafica di Palma. “Sembra”, “in apparenza”, “a prima vista”: ho usato queste formule, sopra, in tutta consapevolezza retorica, volendo significare, in una sorta di prolessi, che si dà “sostanza” accanto all’apparenza e c’è una seconda “vista” pittorica. Il fatto è che, dipingendo, si produce una soluzione di continuità; e un anello della catena della ricerca si deforma irrimediabilmente. Finché la visualizzazione dell’oggetto dell’indagine si affida a uno strumento presumibilmente neutro, magari fotografico, l’oggetto visualizzato non è distorto da soverchie interferenze e si offre nudo nella sua fenomenicità; e l’interpretazione (del ricercatore o del lettore) ha luogo a posteriori, per via di confronto con la teoria scientifica codificata o, quando l’approccio è di altra natura, per via di suggestioni che il lettore ricava dalla messa in reazione del reperto con l’universo della propria esperienza. Se invece lo strumento della trascrizione non è di quelli autorizzati dalla processualità documentaria della ricerca scientifica; se lo strumento non è neutro ed ha una sua vita autonoma - come avviene pour cause nella trascrizione pittorica -, l’oggetto visualizzato si carica dell’interpretazione (e della weltanschauung) dell’analista, e la assimila e la esibisce a mo’ di sedimento o corredo cromosomico o ulteriore strato di materia… Marcello Carlino.

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Preistorie della materia, olio su tela, cm 80 x 100, 2004


Mario

Germinazioni di materia, olio su tela, cm 80 x 80, 2006

PALMA

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Annamaria PANARACE www.neoartgallery.it

A

rtista nata a Taranto il 07/02/85, nel 2008 ha conseguito la Laurea Triennale e nel 2010 la Laurea Magistrale Specialistica in Arti Visive e Discipline dello Spettacolo presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce con Votazione finale di 110elode/110 affrontando lo studio sul negativo fotografico. Dal 2004 al 2010 ha preso parte a varie collettive in territorio pugliese lucano e calabrese. Nel 2007 ha presentato la sua prima Personale e il 24 Maggio 2011 ha dato il via alla sua seconda Personale dal titolo IL RUMORE DEL SILENZIO promossa dalla Provincia di Cosenza a cura e Prof. Tommaso Ariemma. Ha partecipato a Collettive d’arte contemporanea in Lombardia. Nel 2012 è docente presso l’Istituto di Moda a Bergamo, nell’Ottobre 2012 presenta la sua terza bi-personale insieme allo stilista Lucano Paco Corrado proponendo una collezione composta di installazioni di pittura e moda dal titolo REALTÀ OPPOSTA presso la Galleria d’arte Santa Chiara Cosenza a cura del Prof. T. Ariemma. Nel 2013 selezionata per il Progetto Arti Visive presso il Museo MAM di Cosenza a cura del critico Loredana Barillaro. Nel 2014 espone per la seconda volta al MAM con la collettiva Libera Mente a cura del critico Carmelita Brunetti e inserita nel saggio storico dell’arte della scrittrice. Nel 2015 selezionata al Premio Art Parigi 2015 a cura del critico Prof. A. Abati presso Coupe Gorge, selezionata alla Biennale di Roma Romart a cura di a cura di Amedeo Demitry. Partecipa al Premio Virgilio con l’opera a quattro mani insieme all’Artista R. Giordano presso Museo Archeologico di Brindisi, nello stesso anno espone anche in galleria RossoCinapro a Roma. Nel 2016 espone all’Euroexpoart di Forlì a cura di F. Yusufi e G. Bertozzi. Insegnante di Arte e Presidente dell’Ass. C. Ciglia di gioia, la quale cura l’evento Dal Tramonto all’Alba” Festival d’arte a 360 gradi.

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Passion, olio su tela, cm 110 x 120, 2016


Annamaria

(Lady) Blue-S Singer, olio su tela, cm 120 x 120, 2016

PANARACE

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Francesca PELLEGRINO www.neoartgallery.it

F

rancesca Pellegrino nasce a San Pietro V.co (BR) nel 1985, vive e lavora a Squinzano (LE). Diplomata presso il Liceo Artistico Statale “V. Ciardo” di Lecce in “Architettura”, ha conseguito con il massimo dei voti il diploma di Laurea Triennale e Laurea Specialistica in Arti Visive e Discipline dello Spettacolo indirizzo “PITTURA”, presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce. Ha partecipato a molte mostre collettive su selezione e ha conseguito positivi consensi da parte della giuria in concorsi artistici di carattere regionale e nazionale classificandosi anche in posizioni rilevanti. Francesca Pellegrino riesce a mettere insieme nelle sue tele ció che per la storia dell’arte è sempre risultato inconciliabile: il mondo intimo dell’artista, la cultura popolare dei suoi spettatori, i grandi temi della condizione umana. Il risultato è un’originalissima pop art esistenziale. Dalla nascita alla morte, dall’esperienza del sogno alla percezione del proprio corpo, dalla nudità alla maschera, Pellegrino coniuga spesso il proprio ritrarsi con le icone popolari. La stessa tela presenta un’impostazione “a incastro”, quasi a indicare, simbolicamente, che tutto quadra, nella giusta misura, come i rettangoli “in negativo” che l’attraversano. Una pittura “comprensiva”, capace di non lasciare indifferenti quanti riconosceranno nell’immagine dell’artista che si ritrae il nostro comune stare al mondo.

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Ampli spazi ristretti, olio su tela, cm 50 x 50, 2015


Francesca

Ancora fuori luogo, olio su tela, cm 100 x 100, 2015

PELLEGRINO

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Giuseppina PIOLI

Indirizzo: Via S. Rita da Cascia, 35 - 20143 Milano - Cell. +39 339 1643896 - gp51@live.it - www.gpioli.it Studio: Piazza Miani, 2 - 20143 Milano

S

eguendo la vena artistica particolarmente rivolta al settore grafico delle arti figurative, la sua attività si esprime principalmente con opere ad olio su tela, incisioni su rame ed acquarelli di compita fattura. Sono paesaggi che accoppiano alla finezza del tratto la forza di una messaggio interpretativo della natura. Ritratti e figure di grande espressività e di delicata fattura. Sono segni a volte forti ed altre lievi, da cui traspare la fermezza di un carattere, un pensiero, una personalità, se pur soffusi di dolcezza, senza indulgere alla leziosità. M. Camuasio. Giuseppina Pioli, nasce a Bercelo (PR) nel 1951, frequenta l’Istituto d’Arte Paolo Toschi di Parma, conseguendo il diploma di “Maestra d’Arte nel 1970” col massimo encomio. Sue opere hanno partecipato a numerose mostre collettive e personali in Milano, Abbiategrasso, Cusago, Ponti sul Mincio, Corsico, Fabriano, Maccagno. Nel 1979, alla grande Rassegna delle Arti figurative tenutasi in Corno, dove il locale Ente Provinciale per il Turismo le ha conferito il “Diploma di benemerenza per l’Arte e la Cultura”. Nel 2011 si dedica quasi esclusivamente alla tecnica (menzionata al Concorso “Rosa d’Oro”). Nel 2012 viene selezionata a far parte come socia ordinaria dell’A.I.A. Associazione Italiana Acquerellisti. Nel 2013 supera la selezione tra gli artisti italiani e una sua opera è esposta nella mostra internazionale Nordik Akvarell Klevfos Industrimuseum di Loten in Norvegia.

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Torrente, acquerello su carta, cm 49 x 34, 2016


Giuseppina PIOLI

Prima luce del mattino, acquerello, cm 40.5 x 34.5, 2014

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Alida PUPPO

Indirizzo: Studio Via Suzzolins, 54 - 30025 Teglio Veneto (VE) - Cell. +39 340 5511364 - www.friulicrea.it

N

ata a Martignacco (UD), vive e lavora a Suzzolins (VE), ove si è distinta sia per l’impegno profuso da anni nella formazione artistica dei ragazzi, presso il locale Centro Sociale, che nelle partecipazioni a varie rassegne artistiche. L’opera di Alida Puppo si esprime nell’originale idea di riciclare, in modo indubbiamente inconsueto, articoli di discarica, solitamente in vetro, creando, mediamente continue sperimentazioni tecniche, opere di notevole vivacità cromatica nelle quali l’ispirazione raggiunge la purezza e l’autenticità della passione. Con il figlio Enrico Marras, rinomato artista astratto, ha partecipato a centinaia di mostre a carattere personale e collettivo, in Italia e all’estero, sovente su iniziativa di Giancarlo Caneva, Salvatore Infurnari e Valentina Verani. È presente in vari giornali, riviste e cataloghi d’arte (dal 2001 le sue opere sono inserite nel catalogo Mondadori d’arte moderna e contemporanea italiana) ed ha preso parte a delle trasmissioni televisive dedicate all’arte. Nel 2014 è stata inserita dal prof. Vittorio Sgarbi nel suo prestigioso annuario d’arte contemporanea “Artisti” (EA Editore). Alida Puppo, che per meriti artistici ha conseguito il Premio “Donna di Fiori” (2011), è ospitata nel prestigioso sito internet www.friulcrea.it a cura dello scrittore Pier Angelo Piai.

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Cristo dolente, tecnica a piombo su vetro riciclato, cm 50 x 35, 1998


Alida PUPPO

Donna con chador, tecnica mista su damigiana in vetro riciclata, 2002

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Claudia RAZA

Indirizzo: Via Aurisina Cave, 62/E - 34011 Duino Aurisina (TS) - Tel. + 39 040 200197 - Cell. + 39 347 0517946

C

laudia Raza è nata a Cividale del Friuli. Studia disegno e pittura con i professori O. Vitiello e Tomadini a Cividale. Nel 1980 frequenta i corsi presso La scuola Libera di Figura “Museo Revoltella” con il prof. Nino Perizi, e la scuola dell’acquaforte “Sbisà” a Trieste. Dall’82 al 93 frequenta la Scuola Internazionale di Grafica a Venezia con il prof. N. Sene, tecniche sperimentali, le approfondisce con il prof. R. Licata; litografia con il prof. R. Simon e serigrafia. Nell’86 partecipa a seminari internazionali di xilografia con il prof. N. Dominguez (Venezia), l’anno successivo specializzazione di xilografia, ex libris sempre a Venezia con Palmirani e Bragaglia, nel 1991 frequenta un seminario internazionale di tecniche sperimentali. Completa la sua formazione acquisendo le tecniche della fabbricazione della carta e creazioni di libri d’arte con il prof. A. Benavides. Dal 1994 al 2001 segue numerosi seminari internazionali in Austria, Slovenia e Italia. Claudia Raza è attiva anche come insegnante di grafica e di pittura e ha illustrato libri e collaborato alla scenografia con opere dia proiettate del dramma sacro “La visione di Hildegarda” per il teatro Bon di Udine. Affianca al raffinato gesto pittorico il linguaggio della poesia: ha pubblicato “Sottili Inquietudini” (ed. Il Maurice) e “Sottili Inquietudini 2” (Circolo Italo Austriaco di Trieste) tradotto anche in Tedesco e Sloveno; “Inciso è ogni gesto” (Hammerle Editori - Trieste); “Parole scritte” (Franco Rosso Editore – Trieste). La sua attività è documentata presso l’Archivio per l’Arte Contemporanea Italiana dal 900 a Firenze presso l’Archivio Storico Arti Contemporanee a Venezia. Le sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private.

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Tracce, tecnica mista su carta fatta a mano, cm 40 x 60


Claudia RAZA

Caos, tecnica mista su carta fatta a mano, cm 70 x 50, 2013

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Orfeo REDA

Indirizzo: Via Margherita, 21 - 87032 Amantea (CS) - Cell. +39 329 6696168 orfeoreda1932@gmail.com - Sito Web Amantea Orfeo Reda - Amantea 3 Orfeo Reda

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ittore italiano nato a Carolei (CS) vive e lavora ad Amantea in Via Margherita, 21. A sedici anni vinse il primo premio alla fiera Campionaria di Cosenza con relativa borsa di studio, offerta dalla Camera di Commercio. Conseguì la maturità all’Istituto d’Arte e il diploma di disegno presso il Liceo Artistico Mattia Preti di Reggio Calabria sotto la guida dell’illustre storico d’arte prof. Alfonso Frangipane. Poi si dedicò all’insegnamento delle discipline artistiche quali: disegno e storia dell’arte presso le scuole medie superiori ed educazione artistica presso le scuole medie. Ha svolto e svolge la sua attività di pittore nel suo studio di Amantea. Una lunga serie di successi hanno costellato la sua vita, frutto dell’impegno di ricerca costante e di studio continuo. La lunga attività artistica di Reda è stata ampiamente analizzata da numerosi critici e storici d’arte di fama internazionale i cui scritti sono apparsi su quotidiani nazionali e regionali, riviste d’arte, cataloghi, enciclopedie, antologie, libri tutti editi dalle più famose case editrici italiane. Di recente ha esposto una serie di opere pittoriche presso la mostra Grazie Italia alla 56a esposizione Internazionale d’Arte la Biennale di Venezia, seguono le collettive presso il Museo Nazionale di Kiev-Ucraina, la pinacoteca Le Porte di Napoli, Museo Nazionale di Monreale Palermo, infine presso la Maison d’Italie Parigi. Nelle sue opere esprime quasi una narrazione scenografica, qualificata dalla maestria e dalla padronanza di mezzi espressivi che gli appartengono quasi naturalmente. Reda ha ben assimilato l’esperienze pittoriche dei macchiaioli e del realismo italiano. Il cromatismo è acceso, il segno è nitido. Il contenuto ideologico ci rimanda a un mondo testimoniato nella ricerca delle nostre radici.

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Anno 1300 “oggi”, tecnica mista su tela, cm 80 x 60, 1990


Orfeo REDA

CiviltĂ sepolta, tecnica mista su tela, cm 60 x 40, 2015

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Giuseppe RESCI www.neoartgallery.it

L

a scelta di esprimersi attraverso la fotografia non lascia a noi, scrittori della luce, altra scelta se non quella di appropriarci della realtà - di ciò che già c’è ed esiste - per farla nostra, con l’ambizioso intento di trasformare l’ordinario in qualcosa di straordinario. Non ci è dato il lusso, proprio di altre forme di arte, di creare, inventare ex novo. La fotografia sopperisce a questa lacuna creativa fornendoci un mezzo di trasfigurazione della realtà forse più sofisticato e pretenzioso di qualsiasi pennello: il bianco e nero. La tavolozza di colori che massifica la visuale collettiva si riduce così, nelle nostre menti, alla ripida scala di grigi che separa il nero dal bianco, la profondità dalla luce, il buio dalla visione. Non resta quindi che fermarsi ad osservare e, con l’immaginazione, trasfigurare quello che percepiamo a colori in una poesia, dove ombre e luci si sostituiscono, con altrettanta veemenza, all’intensità e versatilità della sfera cromatica che ci è intorno. THAT PLACE BETWEEN di Teresa Emanuele.

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Sun and thorns, stampa Epson ink-jet su carta Hahnemüle Fine Art Baryta, cm 40 x 60, 2011


Giuseppe

Open Gate, stampa Epson ink-jet su carta HahnemĂźle Fine Art Baryta, cm 60 x 40, 2011

RESCI

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Hector RIGEL www.neoartgallery.it

Ogni cosa è arte se sfugge alla banalità” Agostino Bonalumi. “… l’atto epifanico di Rigel si sostanzia nella creazione perpetua di nuovi giochi di luci e ombre, in cui anche la prospettiva sembra modificarsi e ricodificarsi, mediante la direzione della luce e non più solo della forma. L’effetto disorientante, che crea una frattura con il pittorico tout court, irrompe nello spazio del reale, della fruizione, dell’intellegibile analisi concettuale che, di riflesso, si trova come attaccata nella propria torre d’avorio. Il nuovo punto di vista, ben più d’uno, di Rigel, si rincorre, si annoda e si snoda, tra spazi concavi e convessi che la tela riesce a sopportare e la plasticità del medium offre, accentuata dal colore, dalla rifrazione della luce su di esso e delle conseguenti ombre che vi si allungano. Un cangiantismo materico, supportato da quello cromatico e luminoso che, tuttavia, in maniera quasi ossimorica, rivela un’indescrivibile purezza delle linee e delle forme stesse. Abbattuto il primo ostacolo dello straniamento, l’occhio e la mente dell’osservatore si soffermeranno nel voler scoprire dove e come quelle forme prendono vita e dove e come sono destinate a svilupparsi. Un’arte oggettuale che si fonda sulle proprietà della forma e della ricchezza concettuale. Rigel lavora sull’interazione della corporeità della tela in aggetto o in una rientranza, pur restando, di fatto, un quadro l’opera finita. Materia luce e colore sono i veri soggetti, il loro missaggio plastico è la risultante di un concettualismo ben più esteso. La banalità di cui parlava Bonalumi, che potrebbe essere quella di una semplice tela, un semplice tubetto di colore e una semplice fonte di luce, diventa, nelle mani di Hector Rigel, qualcosa da fondere e plasmare, una sorta di nuova creazione, scevra da ingabbiature, lontana da accademismi di sorta e libera di apparire per quella che è: un’estroflessione che si accaparra anche l’aspetto emozionale e che, come tale, non può sottostare alle rigide regole della prospettiva, della bidimensionalità e della percezione...”. Tratto da un testo critico a cura dello staff della Galleria Farini Concept – Bologna. Grazia Galdenzi, Roberto Dudine, Azzurra Immediato, Francesca Chiarini.

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Blue Surface n. 48, tela estroflessa e vernice acrovinilica, cm 55 x 45, 2015


Hector

Orange Surface n. 32, tela estroflessa e vernice acrovinilica, cm 53 x 47, 2015

RIGEL

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Alessandro ROCCHI www.neoartgallery.it

L

e raffinate sculture di Alessandro Rocchi si caratterizzano per le linee rigorose e i volumi fortemente plastici. Le posture variate e originali, propongono visioni di quieta serenità che rappresentano il principale attributo del linguaggio dell’artista. La dinamica relazionale tra donne e uomini racconta un mondo di atmosfere rarefatte, dove la drammaticità dell’essere è sempre ricondotta alle leggi di una serena armonia; dove il sottile erotismo che permea i corpi si riconduce alle esperienze e alle radici antiche della nostra cultura. L’intreccio di linee compositive non è mai fine a se stesso e la torsione, talvolta estrema, o l’allungamento delle membra alla maniera di Giacometti, si contrappunta a momenti di contenuta semplicità e ritorno al realismo. Liriche e commoventi alcune sculture di donne assise che, come per le immagini arcaiche e solenni della Mater Matuta, comunicano con il mondo arcano che è in ognuno di noi. Rocchi ci consegna una produzione scultorea ricca d’interesse, in quanto originale e personalissima, ma legata e supportata dalle memorie della tradizione.

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Mutazioni, in terracotta patinata, cm 40 x 40, 2015


Alessandro

Amanti, terracotta a patina bronzo, cm h. 35, 2014

ROCCHI

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Vito SARDANO

Indirizzo: Abitazione Via A. Sereno 13, 70043 Monopoli (BA) - Studio Via Giovanni XXIII 10, 70043 Monopoli (BA) Tel. +39 080 808004 - Cell. +39 347 7156095 - sardanovito@gmail.com

V

ito Sardano Nato a Monopoli (Ba) nel 1948, dove attualmente vive e lavora: Via Aurelio Sereno 13. Ha studiato disegno industriale, a partire dagli anni 70, una profonda vocazione artistica lo spinge a dedicarsi allo studio della pittura e della scultura. Le sue opere sono strutture il cui tutto geometrico ritorna, come nella nemesi dell’uomo sul computer, in un ordinato caos in cui ha saputo coniugare la sua creatività con la sua manualità. Quello di Sardano è un linguaggio originalmente nuovo, ottenuto con ogetti cercati e selezionati nell’ambito del suo lavoro di progettista industriale, come lo ha definito Pierre Restany. Statisticamente le sue quotazioni hanno negli anni registrato un costante aumento. La sua creatività si è manifestata da anni attraverso numerosi e significativi eventi, mostre e installazioni. Dal 1980 espone regolarmente le sue opere in prestigiose mostre collettive e personali ed è presente in collezioni pubbliche e private, tra cui la Collezione Comune di Monopoli (Ba). Nel 2000 ha tenuto un’antologica al Castello Carlo V, Monopoli (Ba), ha partecipato a Nouveau Salon des Refuses, Forum Artis Museum (Montese Mo). Dal 2005 sue opere sono presso il Museo delle generazioni italiane del ’900 “G. Bargellini” di Pieve di Cento (Bo). Collezione permanente del Museo Allotropya People Academy of Preservation of our Cultural Heritage and Contemporary Art Antikyra in Boetia, Grecia. Nel 2007 Giorgio Di Genova, critico e storico dell’arte, inserisce un approfondito ed ampio studio della sua produzione artistica nella “Storia dell’arte del ’900 generazioni anni Quaranta” (Pag. 515-519). Ediz. Bora (BO); 2014, Premio Sulmona, al via la 41° edizione, nei locali del Polo Museale Civico Diocesano (ex Convento di Santa Chiara), premiato con Targa d’Argento Sulmona; 2015, Una Città Fertile: ovvero il quesito della Sfinge” Sphinx Thebes Festival Grecia Conferenze Center of Thiva; 2015, Rassegna Internazionale d’Arte Contemporanea “Generazioni a confronto”, a cura di Giorgio Di Genova Palazzo Sforza Cesarini, Genzano di Roma; 2016, Iside e la Wunderkammer della Fertilità” Progetto di arti visive, sonore e performative contemporanee a cura di Dores Sacquegna Palazzo Vernazza, Vico Vernazza 8, Lecce; 2016, “L’ibera ispirazione” diffondere l’arte attraverso la contaminazione, Castel dell’ovo di Napoli Associazione Culturale Intertarte Napoli; 2016, “Artemediterranea” a cura di Jolanda Pietrobelli Michela Radogna Enzo Lamassa e M. Paola Manzo A.C.P. Fondazione Cris Pietrobelli Associazione Degli Anelli >Sopralelogge< Pisa; 2016, “Mostra D’arte Contemporanea” a Tivoli Scuderie Estensi, su iniziativa di Artestruttura e Q’uintessenze, con il Patrocinio del Comune di Tivoli (Catalogo Editoriale Giorgio Mondadori - Milano, Comune di Tivoli.

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To Overshoot A51Z, multimediale, cm 70 x 80, 2009


Vito SARDANO

Dalla serie To Overshoot in contemporanea Giro di Palle, installazione, cm 90 x 55, installazione al muro Ă˜ cm 70, 2012

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Maurizio SCARPARI

Indirizzo: 25082 Botticino Sera (Brescia) - Via Giovita Scalvini ,5 - Cell. +39 340 3126718 artista@ariamail.it - warriors@ariamail.it

M

aurizio Scarpari vive a Botticino, in provincia di Brescia, città dove è nato il 25/03/1956. Fin da ragazzo si appassiona ai colori e sperimenta varie tecniche espressive, fino a scoprire la scultura che gli permette di esprimere con colori vivi e forme antropomorfe emozioni e immaginario personale. Partecipa a concorsi e mostre collettive con buon riscontro di pubblico e critica ottenendo tra cui un significativo premio al “Concorso Moretto città di Brescia” nel 2008. Nel 2011 rappresenta la regione Lombardia ad un’esposizione “Artisti contemporanei per i 150 anni dell’unità d’Italia” alla galleria “la Telaccia” di Torino. D’estate tiene personali in varie località del lago di Garda dove può incontrare e confrontarsi con un pubblico eterogeneo e cosmopolita.

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L’isola, legno, colori acrilici, catenelle, assemblaggio cm 73 x 64, 2015


Maurizio SCARPARI

AgorĂ , legno, colori acrilici, cm 64 x 48, 2015

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Sabriye ŞEKER www.neoartgallery.it

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’attrazione di Sabriye Şeker per l’arte ha cominciato nella sua giovane età. Sabriye ha raccolto l’eredità della tradizione turca per la decorazione tramutandola in una visione attuale. …Ho trovato l’opportunità di collaborare con Sabriye. Lei mi ha impressionato non solo attraverso la sua sensibilità artistica, ingenuità ed eleganza, ma anche la sua creatività, la pazienza, la volontà e il suo attaccamento alla tradizione e anche la sua ricerca di novità. C’è una zona di movimento eterno nel rispetto delle regole della nostra arte “Kadlm”. Vorrei che Sabriye Şeker sviluppi ulteriori nuove rivisitazioni di questo mondo tradizionale profondo e magico - sto aspettando. Prof. Dr. Erhan Kurt.

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Senza titolo, tecnica mista e foglie d’oro, cm 80 x 50, 2015


Sabriye

Senza titolo, tecnica mista e foglie d’oro, cm 80 x 50, 2016

ŞEKER

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Cuneyt ŞENYAVAS www.neoartgallery.it

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uneyt Şenyavas è nato nel 1978 a Bursa, Turchia, sposato e padre di una bambina. Si è laureato in Arte presso Università di Uludag. Ha lavorato come docente di reparto grafico in nella Facoltà di Scienze Tecniche presso la stessa Università tra 20022006. Ha fondato la sua agenzia di pubblicità‚ Mürekkep’ nel 2004. Lavora con molti importanti marchi, in questo modo, con sua professione pubblicitaria, entra in numerosi concorsi nazionali ed internazionali di cartoon ricevendo molti premi. Ha esposto in numerose mostre ed è stato giudice in quattro concorsi di fumetto, tre volte in concorsi pubblicitari. Inaugura la sua prima personale di cartoni animati nel 2005 a Bursa e allo stesso tempo ha pubblicato il suo primo libro a fumetti ‘Yazım çok çirkin, la mia grafia è molto brutta’. È stato il capo della Associazione inserzionisti tra il 2013-2015 e dal 2007 è stato Segretario Generale di Cartoonists Association Anatolia. L’artista è particolarmente dedito all’uso dell’acquerello.

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Istanbul, acquerello, cm 60 x 40, 2016


Cuneyt

Roma, acquerello, cm 60 x 40, 2016

ŞENYAVAS

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Gül SERAY

ARTUT

www.neoartgallery.it

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ül Seray Artut ha studiato Graphic Design alla Mithatpaşa Anatolian High School Università di Marmara Facoltà di Belle Arti, Ceramica - laureandosi nel dipartimento riservato al vetro. Contenitore della nostra anima profonda o semplice oggetto che esalta la nostra vanità. Gül Seray Artut viene coinvolta dalle sue riflessioni nella materia che impiega per modellare alla quale fornisce un’anima fedele come l’immagine di un volto nello specchio. Una riflessione ancora più intimista in un mondo che corre vorticosamente e non trova più il tempo di specchiarsi. La sua ceramica modellata non è altro che un continuo scavare dentro se stesso sempre alla ricerca della sua vera identità. Un incessante specchiarsi dentro i sentimenti un modo di guardare alla realtà riflessa alla specchio e osservata con gli occhi della purezza. Il suo modo di lavorare riporta ai sapori di una volta. Molta cura artigianale molta fatica molto sudore molta introspezione. I suo lavori sono la prosecuzione fisica degli arti che lavorano la materia le non finiscono mai quando ma proseguono perché la terra che fornisce la materia ed alimentato la storia è in continuo divenire. Proprio in in questo c’è racchiuso tutto il suo mondo tutta la sua storia di artista al di sopra di ogni retorica perché la sua storia personale le sue scelte sono coerenti con quello che Gül racconta nei suoi lavori

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Seray 1, costume tradizionale in ceramica decorato a mano, cm 40 x 40 x 10, 2016


GĂźl

SERAY ARTUT

Seray 3, costume tradizionale in ceramica decorato a mano, cm 40 x 40 x 10, 2016

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Alessio SERPETTI www.neoartgallery.it

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lessio Serpetti (Roma, 1975) frequenta sin da giovanissimo i Corsi di Arti Figurative diretti da Carlo Marcantonio dapprima presso l’Accademia Prenestina del Cimento, poi alla Scuola d’Arte “Casa Romana”. Dopo la Maturità artistica consegue il Diploma Accademico di Scenografia presso l’Accademia delle Belle Arti di Roma e, successivamente, l’abilitazione per l’insegnamento di Educazione Artistica e Disegno e Storia dell’Arte. Alla fine degli Anni Novanta inaugura il suggestivo ciclo delle “Vedute di scena”, capricci scenografici in bianco e nero realizzati con la tecnica tradizionale del carboncino; dal 2009 orienta la sua ricerca verso un surrealismo scenografico ricco di simbolismi e di allegorie a carattere onirico e teatrale, avviando la raffinata collezione “L’Arte del Sogno”. Nel 2010 vive una significativa esperienza tra le file del Movimento Arcaista esponendo con delle Personali presentate da Paolo Levi; dal 2012 entra a far parte della prestigiosa Accademia dei Santi Lazzaro, Ignazio di Loyola e Francesco Borgia diretta da Daniele Radini Tedeschi; dal 2013 espone in eventi curati o presenziati da Vittorio Sgarbi. Da diversi anni partecipa ad importanti eventi internazionali: Biennale di Chianciano (2011), Biennale di Roma (2012), Biennale di Londra (2013), Biennale di Barcellona (2015); Triennale di Roma (2011); Spoleto Arte incontra Venezia (2014 e 2015); Premio Sulmona (2015). Le sue opere sono state esposte presso prestigiose sedi museali ed istituzionali, Ville, Palazzi storici e gallerie in Italia e all’estero, tra cui: Gipsoteca e Museo Canoviano di Possagno; Palazzo Valmarana Braga di Vicenza; Palazzo Giustinian-Faccanon di Venezia; Museo Casa di Dante e Museo Bellini di Firenze; Art Museum di Chianciano; Sale del Bramante, Complesso dei Dioscuri al Quirinale e Basilica di San Paolo fuori le Mura a Roma; Chelsea Old Town Hall e Royal Opera Arcade Gallery di Londra; Museo Europeo d’Arte Moderna di Barcellona. La sua ricerca figurativa è stata oggetto di analisi in alcuni volumi di natura scientifica adottati nel 2012 come testi di studio dal Dipartimento di Storia dell’Arte Moderna dell’Università di Roma “La Sapienza”.

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L’Illusione, grafite su cartoncino bianco, cm 60 x 50, 1993


Alessio

L’Inganno, grafite, carboncini e matite colorate su cartoncino ocra, cm 39,5 x 29, 2002

SERPETTI

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Evren SEZGIN www.neoartgallery.it

E

vren Sezgin è nata nel 1978 a Samsun, la splendida città affacciata sul Mar Nero nella parte settentrionale della Turchia. Dopo aver completato i suoi studi delle scuole secondarie e superiori, ha proseguito gli studi presso il Dipartimento di Belle Arti dell’Università di Ondokuzmayıs. Tiene la sua prima mostra personale dal titolo “Silhouttes” seguita, nel 2000, dalla seconda mostra personale intitolata “Hello Life”, entrambe ospitate nelle sale espositive dell’Università di Ondokuzmayıs a Samsun. Ha partecipato nel 2004 alla mostra collettiva dal titolo “Gli Ottomani e la donna”. Nel 2007 partecipa, insieme ad alcuni noti artisti turchi, ad un’altra mostra collettiva nello storico quartiere di Bebek a Istanbul. Ha proseguito, così, tra il 2009 e il 2011, con altre tre importanti mostre personali intitolate “Colours I”, “Colours II” e “Colours III”. Nel 2015 nell’ambito del progetto “Arte per l’Anima”, ha tenuto una mostra personale dal titolo “Parts” dove ha esposto dodici tra le più significative opere della sua produzione. Sempre nel 2015 ha partecipato alla mostra collettiva dal titolo “Storie inattese” che si è tenuta a Kuruçeşme dove ha esposto opere ispirate alla città di Istanbul. “A quanto pare siamo perduti” è il titolo dell’ultima mostra del 2015 alla quale ha partecipato e dove ha esposto, all’interno di Beylerbeyi Palace a Istanbul, insieme a 28 artisti che si sono cimentati sul tema legato al contrasto tra arte contemporanea e arte classica. Nell’ambito di “EuroExpoArt 2016” tenutosi a Forlì nel 2016 ha ricevuto un riconoscimento speciale con il suo lavoro intitolato “Maiden Tower and Swallows”. La sua particolare tecnica artistica è caratterizzata da immagini frammentate ottenute tramite l’utilizzo dei più svariati materiali come ad esempio il collage, le vernici acriliche, i metalli, i sottili fogli di alluminio, i piccoli oggetti di Swarovsky, che Evren utilizza e assembla con grande maestria creando piacevoli quanto insoliti accostamenti che caratterizzano le sue personalissime opere.

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Geisha, acrilici collage e tecnica mista su tela, cm 110 x 80, 2015


Evren

Horse, acrilici e collage su tela, cm 110 x 80, 2016

SEZGIN

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Sergio SIMEONI

(SERPIC)

Indirizzo: Via Europa, 35 - 33040 Salt di Povoletto (UD) - Cell. + 39 348 7117430 - sergio@simeoni.it

S

ergio Simeoni nasce a Latisana il 18 giugno 1938, trascorre l’infanzia tra le macerie della guerra. Fin dalla tenera età mostra una naturale predisposizione per la pittura e il disegno; la sua passione aumenta con il tempo, ma la sfortunata situazione storica in cui cresce non lascia spazio ai sogni e, da giovanissimo, si trova ad affrontare la dura realtà lavorativa. A diciotto anni nel tempo libero, allora assai ridotto, ha inizio la sua produzione artistica, complice la frequentazione dei pittori itineranti di via Carnia, la via Margutta di Lignano Sabbiadoro. Da subito fantasia e curiosità lo facilitano nel trarre ispirazione dalla vita quotidiana; così, quasi per gioco, nascono i primi ritratti, i paesaggi ma anche collage e sculture. In quel periodo decide di celare la sua identità artistica dietro lo pseudonimo di SERPIC ispirato dall’antico soprannome di borgata della famiglia d’origine Bivi-Faggiani: Picici. Con la maturazione dell’uomo Simeoni si evolve anche l’artista Serpic e negli anni, senza una reale costanza, perde l’ingenuità giovanile per acquisire nella pittura una più alta espressione sentimentale. In questo momento di intima sicurezza artistica sente la mancanza di valide basi di cultura pittorica e decide perciò di approfondire la conoscenza dei grandi maestri dell’arte contemporanea. Le apparizioni pubbliche portano grandi consensi dalla critica e gli inviti nelle più prestigiose sedi si susseguono senza interruzione.

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31 dicembre, tecnica mista olio-acrilico, cm 50 x 70


Sergio SIMEONI

Teorema / tecnica mista olio-acrilico / cm 60 x 50 / 2016

(SERPIC)

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Leo STROZZIERI Indirizzo: Via Lungaterno sud, 76 - 65127 Pescara - Tel. +39 085 68322

L

eo Strozzieri Nato a Controguerra, in provincia di Teramo, nel 1943, vive ed opera a Pescara. Allievo di Rosario Assunto, Italo Mancini e Nicola Ciarletta, è laureato all’Università di Urbino con una tesi sul Futurismo. È critico e storico dell’arte, avendo scritto saggi su maestri contemporanei come Mastroianni, Messina, Turcato, Licini, Mandelli, Cavellini, Mannucci, Dottori, Faccioli, Pace, Emblema, Koulakov, Notari, Brindisi, Trubbiani, Costi, Sobrero e altri. Ha curato mostre in importanti spazi pubblici, tra cui il Castello dell’Aquila, il Palazzo Ducale di Pesaro, la Mole Vanvitelliana e Museo Omero di Ancona, la Rocca dei Rettori di Benevento, la Galleria Civica di Termoli, il Museo Barbella e Museo Archeologico di Chieti, il Castello Orsini di Avezzano, il Museo Villa De Pisa a Olevano Romano, il Castello di Celano, la Reggia di Caserta, il Palazzo dei Capitani di Ascoli Piceno. Ha catalogato le pinacoteche di Avezzano, Civitella Roveto, Torre dÈ Passeri (pinacoteca dantesca), fondando altresì nuove realtà museali a Prata d’Ansidonia, Treia, Guglionesi, L’Aquila (museo di Mail Art), Castel di Ieri (MAAG), Falconara Marittima. È stato commissario alla XII Quadriennale di Roma (1992), ha vinto il I Premio Sulmona per la critica (1991) e il Premio Pianeta Azzurro a Fregene. Numerose le rassegne nazionali da lui curate: Premi Termoli, Vasto, Valle Roveto, Sulmona, Salvi, Campomarino, Triennale di Celano, Castellarte, Casoli Pinta, Biennali di Fermo e d’Arte Sacra di Pescara. Suoi scritti sono stati pubblicati da Mondadori, Electa, Fabbri, Allemandi, Bora, Umbria Editrice. Dal 2000, quando ha avuto seri problemi di salute, si è dedicato alla pittura e alla ceramica e nel 2008 ha tenuto una sua mostra allo storico Lavatoio Contumaciale di Roma fondato da Filiberto Menna, presentata in catalogo da Chiara Strozzieri con testimonianza di Mirella Bentivoglio. Nel 2013 mostra riassuntiva della sua opera all’Aurum di Pescara sempre presentata da Chiara Strozzieri con performance di Tomaso Binga. Nel 2014 nuova esposizione nel capoluogo abruzzese presso il Circolo Aternino, adiacente la Casa d’Annunzio. Sempre nello stesso anno è stato inserito nella collezione Museo di Archivio (Mantova) e nel progetto grafico Viaggio immaginario di Leonardo Faccioli, che raccoglie acqueforti dei più grandi artisti europei del ’900.

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Omaggio a Papa Bergoglio, colori ceramici su cartone telato, cm 45 x 35, 2016


Leo STROZZIERI

Omaggio a Marco Pannella, colori ceramici su cartone telato, cm 45 x 35, 2016

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Gulseren SÜDOR

Indirizzo: Gazi muhtarpaşa sokak No: 30/2 - Feneryolu-Istanbul - Turchia Tel. casa 0090216 345 70 78 - Tel. studio 0090 414 90 39 - teosudor@g.mail

È

nata ad Ankara nel 1945. Ha finito Accademia delle Belle Arti d’Istanbul con la laurea nel 1970. Ha continuato a disegnare ed a fare le ricerche sul disegno in Italia tra 1970-1974. Ha fatto parte di tante rassegne collettive, dei biennalie dei triennali. Le sue opere si trovano nei diversi musei nazionali, internazionali e nelle diverse collezioni. Mostre selette: 1976 Galleria Cumalı Art (Istanbul); 1986 Museo delle Belle Arti d’Ìzmir (Symrna) Fine, L’Universita Di Anatolia-Eskişehir; 1990 Mostra d’incisione-L.G Galleria d’arte Udine (Italia), Mostra d’incisione -Saletta della Graffica Vittorio Veneto (Italia), Mostra d’incisione -Ateliergalerie Nonnthal Salzburg (Austria), Mostra d’incisione -Studio d’arte Due Venice (Italia); 1992 Galleria d’Arte Bernini Trieste (Italia), Galleria Arte Segno Udine (Italia); 1997 Galleria della Banca Is; 2001 Bottega d’Arte Suvero (Italia); 2002 Galleria Takı,Antika (Ankara); 2003 Galleria Artist Art (Istanbul); 2005 Galleria del Centro Industriale (Izmit); 2007Galleria Takı, Antika (Ankara). Biennali, triennali, fiere: 1986 2.Trofeo Raffello (Italia), The 1st International Asia-Europe Biennial; 1987 1.Trofeo Dürer (Italia), U.F.A.C.S..I.; 1988 International Printg Exhibition Miniature 4. Galleri Gamlebyen-Fredrikstad (Norway); 1989 Norwegian International Print Biennial Gamlebyen-Fredrikstad (Norway); 1991 International Print Art Biennial Varna 91(Bulgaria); 1993 The 1st International Print Biennial Mahstricht 93 (Holland); 1994 4.Fiera d’Arte d’Istanbul (Istanbul); 1995 5. Fiera d’Arte d’Istanbul (Istanbul); 1996 6. Fiera d’Arte d’Istanbul (Istanbul); 1997 7. Fiera d’Arte d’Istanbul (Istanbul), Fiera d’Arte di Padova (Italia); 2001 Fiera d’Arte di Padova (Italia); 2002 12.Fiera d’Arte d’Istanbul (Istanbul); 2003 13. Fiera d’Arte d’Istanbul (Istanbul); 2004 14. Fiera d’Arte d’Istanbul (Istanbul); 2005 15. Fiera d’Arte d’Istanbul (Istanbul), 1. Fiera d’Arte d’Ege (Izmir); 2006 16. Fiera d’Arte d’Istanbul (Istanbul). Premi: 1986 2. Trofeo Raffaello (Italia), 1. premio; 1987 1. Trofeo Dürer (Italia), 3. premio. Libri: 2000 La Realtà dello Specchio (Cumhuriyet Books); 2006 Educazione d’Arte (Tiglat Books).

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La radice, sulla carta d’incisione con la china, cm 44 x 31,5, 2014


Gulseren SÜDOR

L’osservazione, sulla carta d’incisione con la china, cm 45 x 30, 2014

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Teoman SÜDOR

Indirizzo: Gazi muhtarpaşa sokak No: 30/2 - Feneryolu-Istanbul - Turchia Tel. casa 0090216 345 70 78 - Tel. studio 0090 414 90 39 - g.sudor@g.mail

È

nato a Istanbul nel 1943. Ha finito l’Accademia delle Belle Arti d’Istanbul con la laurea nel 1970. Ha continuato a disegnare ed a fare le ricerche sul disegno in Italia tra 1970-1974. Ha completato la seconda laurea all’Accadenia delle Belle Arti di Roma. Ha finito il dottorato all’Universita Tecnica d’Istanbul. Ha fatto parte di tante rassegne collettive, dei biennali e dei triennali. Le sue opere si trovano nei diversi musei nazionali, internazionali e nelle diverse collezioni. Mostre selette: 1976- Galleria Cumalı Art (Istanbul); 1986- Museo Delle Belle Arti d’Ìzmir (Symrna) Fine, L’Universita Di Anatolia-Eskişehir; 1990 Mostra d’incisione-L.G Galleria d’arte Udine (Italia), Mostra d’incisione-Saletta della Graffica Vittorio Veneto (Italia), Mostra d’incisione- Ateliergalerie Nonnthal Salzburg (Austria), Mostra d’incisione- Studio d’arte Due Venice (Italia); 1992 Galleria d’Arte Bernini Trieste (Italia), Galleria Arte Segno Udine (Italia); 1995 Mostra del Trentesimo Anno d’Incisione- Galleria Garanti (Istanbul); 2001 Bottega d’Arte Suvero (Italia); 2002 Galleria Kile (Istanbul); 2005 Galleria Takı, Antika (Ankara); 2007 Galleria Görsel (Mersin). Biennali, triennali, fiere: 1983 La Peinture en Turquie (Ankara); 1986 2.Trofeo Raffello (Italia), The 1st International Asia-Europe Biennial (Ankara); 1987 Hanga Annual 87 Japan Print Association; 1988 International Printg Exhibition Miniature 4. Galleri Gamlebyen-Fredrikstad (Norway); 1989 Norwegian International Print Biennial Gamlebyen-Fredrikstad (Norway); 1991 International Print Art Biennial Varna 91 (Bulgaria); 1993 The 1st International Print Biennial Mahstricht 93 (Holland); 1994 4.Fiera d’Arte d’Istanbul (Istanbul); 1995 5. Fiera d’Arte d’Istanbul (Istanbul); 1996 6. Fiera d’Arte d’Istanbul (Istanbul); 1997 7. Fiera d’Arte d’Istanbul (Istanbul); Fiera d’Arte di Padova (Italia); 2001 Fiera d’Arte di Padova (Italia); 2002 12.Fiera d’Arte d’Istanbul (Istanbul); 2003 13. Fiera d’Arte d’Istanbul (Istanbul); 2004 14. Fiera d’Arte d’Istanbul (Istanbul); 2005 15.Fiera d’Arte d’Istanbul (Istanbul), .Fiera d’Arte d’Ege (Izmir); 2006 16.Fiera d’Arte d’Istanbul (Istanbul). Premi: 1968 Concorso d’Opera d’Istanbul, Mansione (Istanbul); 1975 Concorso del Museo Archeologico d’Istanbul, 1.premio (Istanbul); 1983 Concorso d’Incisione 1.Viking, Mansione (Istanbul); 1984 Concorso 1. Talens, Mansione.

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La creazione del Bosphora, olio su tela, cm 140 x 180, 2015


Teoman SĂœDOR

Vorresti vedere i miei piccini, olio su tela, cm 140 x 180, 2014

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Meral TEKCAN www.neoartgallery.it

M

eral Tekcan è natanel 1962 a Kayseri. Ha iniziato la sua carriera a Vakıfbank nel 1980, è sposata con Metin Tekcan. Vive e lavora a Bursa Sua figlia “Ozum” nasce nel 2004. Mera ha sviluppato il suo talento di pittura, apprendendo dalla grande tradizione di famiglia. La pittura era un hobby, ma è diventata la ragione di vita ed anche la chiave che ci apre il suo intimo pensiero sul mondo in cui ama vivere e confrontarsi, un mondo fatto di persone semplici che con la quotidianità dei gesti, ad esempio del lavoro, narrano storie sempre diverse e sempre simili tra loro.

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Bimba, olio su tela, cm 60 x 80, 2015


Meral TEKCAN

Ragazza al tornio, olio su tela, cm 80 x 100, 2016

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Emre YUSUFI www.neoartgallery.it

T

ra gli artisti che si affacciano prepotentemente alla ribalta del grande panorama culturale turco Emre si è conquistato un posto in prima fila in modo certamente prepotente ma giustificato dall’essere totalmente figlio della contemporaneità con la sua capacità di cogliere con anticipo pulsioni emozioni e sentimenti della società in cui viviamo. Di formazione accademica deve il suo sesto senso alla profonda esperienza professionale che lo ha portato a fondare e dirigere Lemonade, una delle principali agenzie di sviluppo del Brand. Incredibili e di successo le sue campagne, così come sono deflagranti le intuizioni artistiche, i grandi del mondo incarnazione di frutti desiderati e appetitosi che con la loro freschezza vanno addirittura oltre le grandi composizioni del rinascimentale Arcimboldo. Di grande successo l’umanità che ad occhi sgranati ci guarda senza per questo biasimarci ma ricordandoci infine, almeno alle nostre coscienze dobbiamo render di conto. Anche il più recente tema, in cui le sue opere sono animate da curiosi animali armati, ci ricorda che conviviamo in un pianeta dove spesso più che appartenenti al regno animale… l’uomo è la vera bestia.

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Portrait Owl, stampa su alluminio, cm 100 x 100, 2015


Emre YUSUFI

War dog german, stampa su alluminio, cm 150 x 100, 2015

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Luciana ZABARELLA

Indirizzo: Via Cavin di Sala 55/5 - 30036 Santa Maria di Sala (Ve) - Tel. +39 041 5760245 - Cell. +39 335 6933177 zabluci@libero.it - www.zabarella luciana - Facebook: zabarella luciana - Twitter: @zabluci

L

uciana Zabarella, nata a Venezia nel 1950, ha iniziato ad esporre negli anni ’70. Artista poliedrica, prosegue con caparbietà e intelligenza una sua personale ricerca Espressiva,tendendo verso la manipolazione di differenti materiali: carta,ceramica, vetro, mosaico. Invitata in vari simposium (Italia, Austria, Croazia, Slovenia, Polonia) e work in progress (Germania), lavora ed espone con vari artisti di fama internazionale. Ha partecipato a numerose personali e collettive in Italia e all’ estero, fra cui la 52a, 53a, 54a. Esposizione Internazionale d’Arte - Biennale di Venezia. Alcune sue opere sono esposte presso diversi Musei Europei. È censita nell’Archivio Storico Italiano delle Arti Contemporanee. È un’apprezzata curatrice ed organizzatrice di eventi legati alle arti figurative.

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Notte agitata nel cielo, cellulosa su legno, calcografia, paraffina, tecnica mista, cm 70 x 50, 2015


Luciana ZABARELLA

Musica nel cielo, cellulosa su legno, calcografia, paraffina, tecnica mista, cm 70 x 50, 2015

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Antonio ZUCCHIATTI Indirizzo: Via Silvio Pellico n°23 - 33030 Campoformido (Ud) - Cell. +39 335 5880118 antonio.zucchiatti@gmail.com - www.antoniozucchiatti.it

Q

ualcosa di me: nasco a Udine il 19 dicembre 1970. La mia infanzia trascorre velocemente, fortunatamente vivo in una famiglia che non mi fa mancare niente, faccio mille esperienze anche importanti nell’ambito sportivo ma non ne approfitto, entro nel mondo del lavoro e nel corso degli anni spesso mi sento dire che sono un “artistoide” non ho mai dato peso a questa parola fino al giorno che per lavoro conosco Silvano, artista friulano molto conosciuto, ammiro con attenzione la sua arte le sue tecniche, tutto il contesto mi affascina molto e decido di provare a realizzare i colori che da sempre vedo nei miei pensieri, qualcosa riesce qualcosa no, pero sono contento di rimettermi in gioco con quello che forse e la mia vera passione il mio futuro. Il mio sogno e di riuscire a trasmettere a tutti quello che provo, le mie idee, le mie emozioni. Sono quello che bussa alla vostra porta e timidamente chiede il permesso di emozionarvi. L’uomo è composto da forme, la natura è composta da forme, il mondo è composto da forme, l’universo è composto da forme, io guardo dentro, le vedo, le sento, mi creano un’emozione.

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Senza titolo, tecnica mista su tela, cm 90 x 90 x 4, 2016


Antonio ZUCCHIATTI

Progetto cittĂ nello spazio, tecnica mista su tela, cm 60 x 60 x 4, 2016

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Scuderie Estensi


INDICE

Lale AGHAYEVA ÜREK .......................... 6 Elif AJDARKOSH..................................... 8 Ayça ALPER AKÇAY .............................. 10 Beatrice ANTALYA.................................. 12 Giampaolo ATZENI ................................ 14 Huri AYKUT ÜLKER ............................ 16 Zehra BAŞARAN ................................... 18 Giovanni BASSO ..................................... 20 Sabahat BAYAR ....................................... 22 Merve BEKKET ...................................... 24 Clara BENEDETTI ORSANO .............. 26 Banu BIÇEN ........................................... 28 Claudio BONANNI ................................ 30 BORZANI .............................................. 32 Alda BÒSCARO...................................... 34 Giancarlo CANEVA ................................ 36 Eugenio CERRATO ................................ 38 Ugo Maria CIONFRINI ......................... 40 Luigi COLOMBI “CONTE” .................. 42 Iure CORMIC ......................................... 44 Rıdvan COŞKUN ................................... 46 Milena CRUPI ........................................ 48 Esra ÇUBUK ........................................... 50 Maria Pia DAIDONE ............................. 52 Stefano FERRACCI................................. 54 Massimo FERRI ...................................... 56 Davide FRISONI .................................... 58 Carla GALLI MORANDI ....................... 60 Silvana GATTI ........................................ 64 Mauro GENTILE .................................... 66 GIOCAMPO .......................................... 68 Romina GIORDANO ............................. 70 Musa GÜNEY ......................................... 72 Karaahmetoğlu Anber HACIRAIFOĞLU.. 74 Hale KARAÇELIK .................................. 76 Evşen ZEHRA KESKIN .......................... 78

Alfonso MANGONE .............................. 80 Enrico MARRAS ..................................... 82 Ginia MAY .............................................. 84 Laura MIGOTTO ................................... 86 Giampaolo MULIARI ............................. 88 Emel ÖRS................................................ 90 Güler ÖZCAN ........................................ 92 Pelin ÖZER ............................................. 94 Rezan ÖZGER ........................................ 96 İhsan ÖZUYSAL ..................................... 98 Mario PALMA ....................................... 100 Annamaria PANARACE ........................ 102 Francesca PELLEGRINO ...................... 104 Giuseppina PIOLI ................................. 106 Alida PUPPO ........................................ 108 Claudia RAZA ....................................... 110 Orfeo REDA.......................................... 112 Giuseppe RESCI .................................... 114 Hector RIGEL ....................................... 116 Alessandro ROCCHI ............................. 118 Vito SARDANO ................................... 120 Maurizio SCARPARI ............................. 122 Sabriye ŞEKER ...................................... 124 Cuneyt ŞENYAVAS ............................... 126 Gül SERAY ARTUT ............................. 128 Alessio SERPETTI ................................ 130 Evren SEZGIN ...................................... 132 Sergio SIMEONI (SERPIC) ................. 134 Leo STROZZIERI ................................ 136 Gulseren SÜDOR.................................. 138 Teoman SÜDOR ................................... 140 Meral TEKCAN .................................... 142 Emre YUSUFI ....................................... 144 Luciana ZABARELLA ........................... 146 Antonio ZUCCHIATTI........................ 148


Stampato nel mese di Settembre 2016


9


ISBN 978-88-6052-758-5

9 788860 527585 € 20,00 (I.V.A. inclusa)


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