Pasquale Nero Galante e Devabil Kara

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Inaugurazione mercoledĂŹ 2 marzo 2011 ore 18,30 Esposizione dal 2 al 20 marzo 2011

Con un prologo musicale di Sandro Perelli

Arte Moderna e Contemporanea

Istituto Portoghese di Sant’Antonio in Roma


È con grande gioia che abbiamo accolto il suggerimento dei Curatori per una nuova collaborazione con la Galleria dell’Istituto Portoghese di Sant'Antonio. Lo spazio espositivo, che racchiude in sé la storia dell’incontro secolare tra portoghesi e italiani a Roma, mantiene questa continuità e procede in questa direzione costruendo un futuro che un giorno farà parte della storia dell’Istituto. Questa mostra sicuramente testimonia la realizzazione di tale impegno. Il sostegno delle arti è stato, in effetti, in particolare dalla metà dell’Ottocento, uno degli obiettivi importanti di questa fondazione quattrocentesca, che nasce come ospedale per i pellegrini lusitani. Sant’Antonio dei Portoghesi, con la sua magnifica Chiesa, ha costituito da sempre, per la comunità nazionale, il punto di ritrovo e il luogo di accoglienza e sostegno nella città papalina, ed oggi continua ad esserlo ma in un modo più sottile: l’assistenza si traduce attraverso la partecipazione a momenti che innalzano lo spirito. La costruzione del grande Organo, due anni fa, ha incrementato un’attività musicale importante, per la quale l’Istituto Portoghese è ormai da anni conosciuto e riconosciuto a Roma. Grazie ad un programma rigorosamente e accuratamente tracciato insieme all’Organista titolare, M. Giampaolo Di Rosa, ogni domenica, dopo la funzione religiosa, si assiste in Chiesa alla grande affluenza di un pubblico fedele e attento nell’ascolto dei suoni eterei del nuovo strumento. Ricordiamo, inoltre, i corsi di lingua e cultura portoghese, l’attività della biblioteca e dell’archivio e le conferenze - un insieme di attività tra le quali si inserisce l’appuntamento mensile delle mostre allestite nella galleria. Questa volta, Devabil Kara e Pasquale Nero Galante ci portano il messaggio sinestesico che l’arte visiva contiene e che il loro fare artistico compie in maniera abbrancante. Il titolo stesso della mostra, "...a quello che la voce non suona", ci riporta a un suono che esiste ma che non può essere espresso attraverso i suoni, un suono intimo, dell’anima di chi disegna volti e alberi e forme astratte, stesura del tempo e dello spazio in ombre e tessiture. Forse anche il suono delle nostre tre anime - italiano, turco, portoghese - che, fatte di parole diverse, riescono qui a comunicare tra loro. Monsignor AGOStINhO DA COStA BORGES

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La pittura, come la musica, si può interpretare ma non tradurre. La diversità dei media coinvolti rende tuttavia il linguaggio musicale molto diverso da quello visuale. Le analogie che spesso vengono sottolineate, fra linea e andamento melodico, colore e timbro, modularità e organizzazione ritmica dello spazio o del tempo sono più apparenti che reali. Di solito è l’arte astratta, a essere avvicinata alla musica per il suo carattere a-mimetico, non rappresentativo di una realtà esterna all’artista e per l’uso di un linguaggio autoreferenziale, tutto risolto nel gioco formale del segno o nell’esplorazione delle possibilità della materia. La serialità e la negazione di ogni componente emotiva accomunano il minimalismo artistico e musicale; nella prospettiva concettuale, infine, la pittura si limita a riflettere su se stessa e sui propri strumenti linguistici, arrivando infine a negarsi, a scomparire del tutto. Non è certo questa la poetica ispiratrice di Devabil Kara o di Pasquale “Nero” Galante. I due artisti, incuranti delle mode e delle vecchie e nuove ortodossie dimostrano, infatti, di credere nella possibilità e perfino nella necessità del dipingere. Le opere di Kara sono in prevalenza astratte, ma talvolta è presente la forma emblematica della balena, animale simbolo di nascita e rinascita mistica. La stesura cromatica avvicina l’artista turco al color field painting, per le superfici vibranti di sottili passaggi tonali anche nell’ambito del monocromo. Un gioco combinatorio, fondato su alcune forme elementari, si alterna a campiture in cui la suggestione del colore sollecita una comunicazione istintiva, pre-logica, paragonabile per certi aspetti a quella del linguaggio musicale. Quando Kara utilizza la figura della balena, questa è stilizzata, ridotta a puro contorno, a ombra, apparizione, quasi un totem segreto, occultato nelle profondità oceaniche dell’inconscio. La cifra stilistica di Galante è contrassegnata dalla riduzione d’ampiezza della gamma cromatica, dall’essenzialità del segno, dal trattamento materico della superficie e dalla messa in discussione della forma compiuta, che si evidenzia soprattutto nel gesto conclusivo di una parziale cancellazione dell’opera. Nei ritratti di musicisti, la caratterizzazione fisiognomica, le tonalità cupe, la stessa natura terrosa del colore alludono a uno scavo interiore nella psicologia del personaggio, come a voler disvelare la fonte primigenia dell’impulso creativo. Con la serie dedicata agli alberi, Galante raggiunge un equilibrio più sottile. I suoi boschi, in particolare, con la loro scansione verticale, ai confini dell’astrazione, hanno il fascino di un simbolo ancestrale e invitano l’osservatore a immergersi nel loro silenzio, un silenzio visto come grado estremo della percezione, premessa di una nuova e ancora indefinibile armonia. StEFANO IAtOStI 3


Ossimori, negazioni e affermazioni sensoriali, il cuore delle visioni narrate da Nero Galante e Devabil Kara. Immagine come suono. Immagine come poesia. Eco di dantesca e oraziana memoria, il rimando dell’immagine alla poesia quale evocazione dell’espressione dell’Essere. Perché l’immagine senza contemplazione e senza poesia non ha ragione di esistere. Quando la percezione della visione arriva a colpire le viscere dell’interiorità, la vittoria emozionale è compiuta e il senso dell’Arte riconosce la sua motivazione, ponendosi nello strato di entità visibile e trasformandosi in non visibile. Afferrarne le chiavi di lettura è un gusto in divenire, forte e vivo quanto attenta è l’osservazione. L’opera muta, allora, in un modello certo da seguire, come Virgilio fu per Dante. NERO GALANtE bandisce il decorativismo per incentrare la propria ricerca artistica sulla semplificazione formale e cromatica, pochi i colori che scortano l’epifania dell’immagine. Nessuna distrazione per le forme umane che emergono dopo una sofferta e profonda transumanza, tra le pieghe e le fratture esistenziali. E finalmente appaiono, nonostante i tentativi di negazione dell’immagine, mediante cancellazioni, sfocature e disfacimenti, strutturandosi attraverso uno sforzo materico vagheggiato da una labile, ma intensa e paradossale, luce diffusa. Sono uomini, personaggi noti e meno noti, “vestiti” dagli stessi dubbi, passioni, dolori, gioie, amori. Sono alberi, passati sotto la lente dell’ontologia. Sono dottrine vitalistiche colme di ansia e paura di confrontarsi con un mondo che segue leggi di superficialità e approssimazione, profitto e apparenza. Icone del nostro tempo impegnate in un’incessante lotta esistenziale tra incerti traguardi, alla ricerca di un unico equilibrio, lontane dai bagliori di false e fulgenti promesse. Profondo è Nero Galante, come la terra, come la tenebra. DEVABIL KARA tesse composizioni equilibrate, assemblando codici e linguaggi asciutti quanto evocativi. L’opera appare, spesso, immersa in un fondo di accezione individualistica meditata e silente, dove strisce, ombre, talvolta oggetti si fissano con una precisione quasi prospettica, laddove vengono disposte ancore spaziali. Parole e numeri vagheggiano codici interpretativi e inducono disciplinati riferimenti di carattere antropologicoenciclopedico. Sia il monocromo che il totalmente astratto sono estremamente armonici e curati. Nei monocromi la profondità di visione rifiuta l’inerzia dell’immagine, provocando dinamiche di echi ancestrali, popolati da suggestive contrazioni, tensioni e poi ancora allineamenti e correzioni. Il ritmo è sempre bilanciato, mai casuale. E’ una geometria del pensiero. Il racconto che ne deriva è come un film a puntate, ognuna ha un inizio, una fine e un senso di per sé. FABRIZIA RANELLEttI 4


Questa mostra gioca sull’irragionevolezza allettante degli incontri improbabili, dei linguaggi difformi che provano asimmetricamente a sussistere nello stesso luogo e momento, provandosi ad orchestrare assoli irriducibili. Intanto è occasione per mettere in contiguità (e non mai in analogia) due percorsi creativi che sono paralleli e non comparabili, per certi versi financo contrastanti. Non fosse altro che l’uno, quello di Devabil Kara, si fonda sulla sublimazione dell’esperienza, che quindi si fa memoria e visione, processo di riappropriazione e riconoscimento, ricerca approfondimento e utilizzazione delle ascendenze culturali e valoriali; mentre l’altro, quello di Nero Galante, naviga una pienezza d’assoluto che prescinde ogni rapporto dialettico con il tempo e la storia, e le storie. Ma proprio in questa distanza si evidenza il tratto comune ad entrambi, quel presupposto di senso e capacità che attraverso l’atto artistico viene posto come fondante non solo dell’analisi o comprensione, ma della percezione stessa del reale. Da una parte cioè nella qualità della memoria, dall’altra nella qualità della constatazione, vengono riconosciuti motivi che non sono semplicemente ispirativi dell’azione artistica, ma direttamente identificativi e peculiari proprio delle possibilità inventive. In altre parole, il materiale immaginativo che viene di volta in volta adoperato per la resa pittorica, sia in Kara che in Galante, viene sempre estratto in maniera chirurgica e necessaria dal bagaglio del vissuto e dell’ingegno, e posto come tassello ulteriore di un processo evolutivo, e non dispersivo, e non ostentativo, della conoscenza e della consapevolezza acquisite. La pittura, dimensione per l’inventiva, diventa così per vie distinte soprattutto territorio di relazione e sintesi di idee, spazio investigativo dove la realtà si rapprende sui nodi di apparenze (apparizioni) e colori essenziali. C’è molto di più, ovviamente. La pittura, ed ogni Arte, è splendore del traslato; abbiamo detto, spazio per il reale. Che è cosa diversa dalla realtà. È lente in perenne molatura, diaframma osmotico che prende e trasferisce, da e verso, la realtà appunto, la personalità dell’artista, la sensibilità dell’osservatore, la reattività dei tempi e della società, la ricettività della cultura. In questo scambio, nella sua complessità e pregnanza, si manifesta la vitalità, la ragione stessa d’esistenza, del fare arte. Che si rivela, si rileva, una cosa necessaria in sé, ed esclusivamente nella forma in cui è. Diventa linguaggio in senso proprio e letterale, apparato, non tanto di codici e parametri, ma piuttosto di relazioni possibili. Quello che la pittura dice, solo con la pittura può esser detto. La sua ineffabilità non è tanto per l’attrito fra modi dissimili di espressione, come sono appunto il linguaggio delle parole e la rappresentazione visiva, ma sta piuttosto nel costituirsi essa come tramite, cristallizzato nella forma definitiva del dipinto, per una scoperta sempre in atto. Sta insomma nel paradosso tra la compiutezza dell’opera, e l’infinitezza delle sue conseguenze sull’emozione. È un “mistero evidente” nel lavoro di Devabil Kara, dove ogni quadro è tanto più “finito” quanto più le forze che lo abitano rimangono permanentemente in esercizio, riequilibrando in ogni momento le reciproche prevalenze. E compongono così scenari in cui le tensioni astratte sono ancora e sempre in relazione con ciò che ci circonda e con la ri-costruzione dell’esistente. Queste tensioni si originano, espandono geometrie, accumulano variazioni e complicazioni, accolgono emblemi, simboli, icone, insomma prendono il visibile per inventargli un nuovo statuto sensibile, per renderlo veramente, per “farlo”, visibile. Così come il paradosso di Galante sta principalmente nella simultaneità con cui sulla tela il pittore ricerca ed inventa e ossessivamente ripropone l’ambiguità fra repulsione e seduzione che la verità cavernosa di un’immagine suscita. La sua rappresentazione è l’enigma, l’incongruenza sublime fra il distacco muto e diaccio, l’irrelativa presenza che non tollera interpretazioni e contesti, che non intende stabilire dialoghi o rapporti; e contemporaneamente la pura, coinvolgente fisicità con cui i soggetti si pongono dinanzi, ed affascinano, chi guarda, la rintracciabilità di un umanesimo profondo e comune, inalienabile. La pittura di questi due artisti possiede l’eminenza di presentarsi per quello che in se stessa rappresenta, non è un tramite attraverso cui voler dire qualcosa d’altro, o nascondere un’intenzione cui vincolarsi. Possiede la saldezza intrinseca e autosufficiente della poesia, la medesima aurea coerenza di fronte all’autore come di fronte al fruitore. Cosicché gli aspetti figurativi, ideali, personali delle opere esposte offrono la constatazione, nelle loro differenze e peculiarità, di quanto partecipino della stessa stupefacente, inesprimibile categoricità, della stessa naturalezza nell’esserci, della stessa inspiegabile relazione con lo spazio che abitano. FRANCESCO GIULIO FARAChI 5


1964 Nato a Carovigno (BR). Carovigno (BR) de dog˘du Si diploma al Liceo Artistico di Lecce. Lecce Güzel Sanatlar Lisesi Si diploma all’Accademia di Belle Arti di Lecce. Lecce Güzel Sanatlar Akademisini Bitirdi Vive e lavora a Roma Principali Mostre Personali - Kis¸isel Önemli Sergiler 1991 Centro Luigi Di Sarro, Roma 1991 Centro D'Arte L'Idioma, Ascoli Piceno 1995 Accademia D'Ungheria, Roma 1996 DIALOGUS XV, Feszek Galeria, Budapest, Ungheria 1997 INCANtESIMI, Stanze della Reginella, Roma 1999 DIALOGhI IN FRAMMENtI,Accademia d'Ungheria, Roma 1999 NERO, Rialtoccupato, Roma 2004 Al Ferro di Cavallo, Roma 2006 IN ESILIO MA SOLO PER INVItO, Neo Art Gallery, Roma 2006 BLACK&WhItE, hidron, Firenze 2007 BLACK IS BLACK, Livio Nardi Galerie, Norinberga, Germania 2009 REQUIEM PER UN GIARDINO, Parco Celimontana, Roma 2010 SEhIR, Galeri Selvin, Istanbul Principali Mostre Collettive - Karma Önemli Sergiler 1986 BON A tIRER, Arte Studio 36, Lecce 1992 ARtE GIOVANE 82-92, Centro d'Arte L'Idioma, Ascoli Piceno 1993 LA FOREStA DEI SACRILEGI, Corso d'Opera, Bari 1993 PENSIERI ED OPERE, Galleria Comunale, Morlupo, Roma 1996 ItINERA, Chiesa S.Francesco, Sutri,Viterbo 1996 BIENNALE D’ARtE R. DICILLO, Palazzo Comunale di triggiano, triggiano, Bari 2005 ARtISt, Fiera dell'Arte di Istanbul,tuyap, Istanbul 2005 FIERA DELL’ARtE DI REGGIO EMILIA, Immagina Arte Fiera 2006 MEtAMORPhOSEON, Neo Art Gallery, Roma 2006 VIS AVIS, CORP A CORP, Chiostro di S. Francesco, Reggiano, Salerno 2006 FIERA DELL’ARtE DI REGGIO EMILIA, Immagina Arte Fiera 2007 MOBY DICK,AChAB E DINtORNI, Neo Art Gallery, Roma 2007 ARtISt, Fiera dell'Arte di Istanbul,tuyap, Istanbul 2007 Fiera dell’Arte di Reggio Emilia, Immagina Arte Fiera 2008 Effetto Notte…..Bianca, Neo Art Gallery, Roma 2008 Sintesi, CKM, Istanbul 2009 Bize Yak1n, teksin Sanat Galerisi, Istanbul 2009 Sintesi, Atatürk Üniversitesi, Erzurum 2009 Sintesi, Mersin Resim ve heykel Müzesi, Mersin 2009 21.yy, Sanat Galerisi, CKM, Istanbul 2009 Sintesi, Altamira Galerisi, Mersin 2009 Salone di Primavera ARGAM, Museo Venanzo Crocettidi Roma 2009 Sintesi Saudade, IPSAR, Roma 2009 ARtISt, Fiera dell'Arte di Istanbul,tuyap, Istanbul 2009 Movimento Sintesi, CKM, Istanbul 2010 Origami Rose, IAC, Istanbul 2010 Artbosphorus Art Fair, Istanbul 2010 24x24, Studi Abate, Roma 2010 Che cento fiori sboccino, La Nuova Pesa, Roma

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Dog˘um yeri ve tarihi S¸enkaya 1962 Konumu ve bölümü Ög˘retim Üyesi, MÜGSF Resim Bölümü Verdig˘i dersler Resim sanat1, Duvar Resmi Akademik as¸amalar 1993 Sanatta Yeterlik, 1987 Aras¸t1rma Görevlisi Kis¸isel sanat/tasar1m etkinlikleri (toplam say1 ve son bes¸) (16 ulusal, 2 uluslararas1) 2006 PG Art Galery, ˙I stanbul, 2004 Siyah-Beyaz Sanat Galerisi, Ankara, 2002 “4. Katman” Parish Gallery, Georgetown, Washington DC-ABD, 1998 “tracks and Shadows” Parish Gallery, Georgetown, Washington DC-ABD, 1998 türkiye ˙I s¸ Bankas1 Sanat Gallerisi, Ankara, Karma sanat/tasar1m etkinlikleri 2004 3. Biennial Internazonale d1 Grafica- ˙I talya, 1995 Çag˘das¸ türk Sanat Sergisi, houston Sanat Festivali, houston-ABD, 1995 17. Mini Grafik Bienali, Sint Niklass-Belçika, 1993 Uluslararas1 Maastrich 1.Grafik Bienali, hollanda Ödüller (13 adet) 2001 5. türkiye Jokey Kulübü Resim Yar1s¸mas1 2. Ödül, 1995 56. Devlet Özgün Bask1 Resim Yar1s¸mas1 Ödül, 1993 Adana Çimento Sanayii 4. Resim Yar1s¸mas1 Mansiyon, 1993 ESBANK 10. Yunus Emre Resim Yar1s¸mas1 Ödül, 1990 türkiye Jokey Kulübü 2. Resim Yar1s¸mas1 Mansiyon Yap1tlar1n1n bulundug˘u baz1 müze ve koleksiyonlar Ankara Devlet Resim heykel Müzesi, ˙Izmir DYO Müzesi, Bas¸ak Sigorta, Akbank, ˙I s¸ Bankas1 Anadolu Üniversitesi GSF Müzesi, Adana Çimento Sanayii t.A.S¸, Sint Niklass Ex Libris Müzesi, Belçika, Sanatç1n1n yurtiçi ve yurtd1s¸1 özel koleksiyonlarda da yap1tlar1 bulunmaktad1r. 1962 Nato a S¸enkaya 1987 Assitente Ricercatore 1993 Docente Presso l’Accademia MUGSF Principali Mostre Collettive - Karma Önemli Sergiler 2010 Quintessenze, Palazzo Aldobrandini , Frascati 2010 ArtBosphorus, International Art fair, Istanbul 2009 Sintesi Saudade, IPSAR, Roma 2009 Movimento Sintesi, CKM, Istanbul 2009 Immagina Arte Fiera, Reggio Emilia 2009 Sintesi, Mersin Resim ve heykel Müzesi, Mersin 2009 Sintesi, Altamira Galerisi, Mersin 2009 ‘Sintesi’Atatürk Üniversitesi, Kültür Merkezi Sanat Galerisi, ERZURUM 2008 ‘Sintesi’, CKM Sanat Galerisi, Caddebostan Kültür Merkezi, ˙I stanbul 2004 Biennale Internazionale Di Grafica Italia 1995 Mostra Di Arte turca Internazionale Festival Di houstonABD 1995 Biennale Di Grafica, Sint Niklass-Belgio 1993 Biennale Di Grafica Internazionale Di Maastrich Olanda Premi - Ödüller 2001 1995 1993 1993 1990

türkiye Jokey Kulübü Resim Yar1s¸mas1 2. Ödül 56. Devlet Özgün Bask1 Resim Yar1flmas1 Ödül Adana Çimento Sanayii 4. Resim Yar1s¸mas1 Mansiyon ESBANK 10.Yunus Emre Resim Yar1s¸mas1 Ödül türkiye Jokey Kulübü 2. Resim Yar1s¸mas1 Mansiyon

Lavori per collezioni Ankara Painting and Sculpture Museum, Painting and Printing Collection. Izmir DYO Museum Painting Collection. Baflak Sigorta Painting Collection.Akbank Painting Collection, ˙Ifl Bankas1 Painting Collection, Sint Niklaas ExLibris Museum, Belgium.

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Red square, 2009, tecnica mista su tela, cm. 140x160

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Alberi 1, 2008, olio su tela, cm. 100x70 (fo to L. Perra)

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Alberi 4, 2008, olio su tela, cm. 50x100 ciascuno (fo to L. Perra)

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Ombra bianca, 2007, tecnica mista su tela, cm. 160x140

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Segreto, 2002, acrilico su tela, cm. 120x110

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Albero12, 2008, olio su tela, cm. 100x100 (fo to L. Perra)

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Ulivo, 2008, olio su tela, cm. 150x95 (fo to L. Perra)

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Lilyum, 2009, acrilico su tela, cm. 140x160

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Balena in uno spazio rosso, 2009, acrilico su tela, cm. 140x160

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K.C., 2007, tecnica mista su tela, cm. 50x50

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L.R., 2007, tecnica mista su tela, cm.100x100

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Autoritratto nello spazio, 2009, acrilico e tecnica mista, cm. 140x160

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Spazio definito, 2009, acrilico su tela, cm. 140x160

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Ritratto, 2007, tecnica mista su tela, cm. 100x70 (fo to M. Baro )

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V-4, 2003, tecnica mista su tela, cm. 50x50 (fo to C . O rlandi)

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Rosso socchiuso, 2009, acrilico su tela, cm. 140x160

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Natura morta, 2009, acrilico e tecnica mista su tela, cm. 140x160

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V-44, 2006, tecnica mista su tela, cm. 35x60 (fo to C . O rlandi)

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V-46, 2006, tecnica mista su tela, cm. 35x60 (fo to C . O rlandi)

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La forza del bianco e nero, 2008, acrilico su tela, cm. 110x120

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Hidden figure, 2008, tecnica mista su tela, cm. 120x100

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V-45, 2006, tecnica mista su tela, cm. 35x60 (fo to C . O rlandi)

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V-47, 2006, tecnica mista su tela, cm. 35x60 (fo to C . O rlandi)

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La balena rossa, 2009, acrilico su tela, cm. 140x160

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La balena bianca, scultura

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V-55, 2006, tecnica mista su tela, cm. 50x50 (fo to C . O rlandi)

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Serie dei volti 1, 2005, olio su tela, cm. 80x80

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Cavalletta rossa, 2009, acrilico su tela, cm. 140x160

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Curatori

Angelo Andriuolo, Giorgio Bertozzi, Ferdan Yusufi Progetto grafico e impaginazione

Stefano Ferracci Laura Migotto

Un sentito ringraziamento a Il Retto re dell’Istituto Po rto ghese di Sant’A nto nio in Ro ma

Mons. Agostinho da Costa Borges Sua Eccellenza l’A mbasciato re del Po rto gallo presso la Santa Sede

AMBASCIAtA DELLA REPUBBLICA DI tURChIA

AMBASCIAtA DEL PORtOGALLO PRESSO LA SANtA SEDE

Manuel tomás Fernandes Pereira Sua Eccellenza l’A mbasciato re di Turchia

hakk1 Akil Francisco de Almeida Dias AntonioCimini tolga Orkun Celil Erdog˘ an Melda Araz Enis Ugur Annamaria Plebani

C o n un pro lo go musicale di Sandro Perelli

Arte Moderna e Contemporanea

Istituto Portoghese di Sant’Antonio in Roma

via Urbana 122, Roma - www.neoartgallery.it

via dei Portoghesi 6, Roma www.ipsar.org



Arte Moderna e Contemporanea via Urbana 122, Roma - www.neoartgallery.it

Istituto Portoghese di Sant’Antonio in Roma via dei Portoghesi 6, Roma www.ipsar.org


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