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L CONCIERGE Valentina Silvestrini Casa Ojalá: la suite nella natura
from Artribune #63
by Artribune
VALENTINA SILVESTRINI [caporedattrice architettura ]
CASA OJALç: LA SUITE NELLA NATURA
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casaojala.it
Photo © Luca Miserocchi
Mese dopo mese, ondata dopo ondata, la geografica turistica dell’era pandemica resta definita da un perimetro incerto. In vista delle festività di fine anno, si moltiplicano gli annunci delle riaperture ai viaggiatori di ambite destinazioni di lungo raggio: Stati Uniti, Bali, parte del Vietnam sono fra le mete che si preparano a interrompere la lunga stagione del travel ban. Un segnale promettente, ma pur sempre accompagnato dalla prudenza imposta dalla navigazione a vista.
In questo scenario il turismo di prossimità sembra offrire maggiori garanzie, oltre a sfoderare novità architettoniche di indubbio interesse, specie nel settore delle “vacanze esperienziali”. Caso esemplare è quello di Casa Ojalá, installata per la prima volta nell’estate 2021 nella tenuta di Castiglion del Bosco, a Montalcino (Siena), nei 2mila ettari che Massimo e Chiara Ferragamo hanno affidato alla gestione del gruppo Rosewood Hotels & Resorts da gennaio 2015. In anticipo sui temi più dibattuti dalla comunità architettonica internazionale all’inizio della pandemia, già in occasione del debutto – alla Milano Design Week 2019 – il prototipo abitativo progettato dall’architetta italiana Beatrice Bonzanigo fissava fra i propri punti forti la capacità di diventare, all’occorrenza, una piattaforma all’aria aperta. Completamente apribile e riconfigurabile; essenziale, ma raffinatissima. Struttura cilindrica, tecnologie ispirate alla nautica, finiture in legno d’okumè, Casa Ojalá è un concentrato di maestria tecnica di cui possono godere due ospiti in contemporanea. Nei suoi 27 metri quadrati, oltre al pilastro strutturale che la fissa al suolo, dispone di appena due elementi inamovibili: la vasca da bagno e il caminetto a bioetanolo, presenze scultoree e sinonimo di intimità domestica. Tutto il resto può subire una metamorfosi, così da accordarsi allo spirito degli ospiti, alle peculiarità del luogo, alla mutevolezza delle ore. Binari e sistemi a scorrimento consentono di far scomparire (e riapparire) le partizioni interne ed esterne; carrucole e manovelle permettono di celare temporaneamente l’ingombro di un determinato volume. Dotata di pannelli a energia solare, di un sistema di raccolta dell’acqua piovana e di un impianto di purificazione per le acque, Casa Ojalá punta alla produzione seriale e alla dimensione internazionale. E chissà che, partendo dalla Val d’Orcia, non riesca davvero a far vivere ai viaggiatori esperienze senza limiti nella natura, in un mondo libero dalle restrizioni.
Street Art. 10 artisti per QM – Quartiere Museo San Paolo Bari
CLAUDIA GIRAUD L La Puglia ama la Street Art. Lo dimostra l’ingente piano di risorse per un grande programma di arte urbana di riqualificazione iniziato più di un anno fa dalla Regione, con lo stanziamento di quasi 4 milioni di euro per realizzare murales finalizzati ad abbellire le periferie delle città, rendendole più accoglienti e inclusive. Il tutto integrato a un’attività di laboratorio, in grado di attivare percorsi culturali di relazione pubblica e collettiva. Da allora molte iniziative ne hanno beneficiato. L’ultima in ordine di tempo riguarda il progetto QM – Quartiere museo San Paolo – Bari, nato dall’intenzione del Comune di Bari di avviare un percorso di rigenerazione dei luoghi attraverso l’utilizzo dell’arte urbana. Un intento condiviso con la non profit romana Fondazione Mecenate 90, che ha visto il finanziamento della Regione Puglia nell’ambito delle politiche di promozione della Street Art urbana e la collaborazione di Arca
Puglia Centrale, che ha messo a disposizione del programma di rigenerazione una serie di immobili di sua proprietà ubicati nel quartiere San Paolo. Nel progetto sono stati coinvolti dieci artisti, cinque del panorama internazionale e nazionale (tra cui OZMO, GAIA (Andrew Pisacane), David Diavù Vecchiato e David Pompili) e cinque locali scelti tramite call. Ne sono nati dieci murales, frutto anche della partecipazione e del coinvolgimento dei residenti. Il tutto con la co-curatela di Stefano Antonelli che, con la sua galleria 999 Contemporary, specializzata in pratiche di arte urbana, è stato tra gli ideatori nel 2015 di Big City Life, il museo condominiale di Tor Marancia. Quello che si propone di diventare il San Paolo, questo grande quartiere di Bari, che con i suoi 31mila abitanti si configura come una piccola città. mecenate90.it