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L FOTOGRAFIA Angela Madesani Un nuovo museo per Torino
from Artribune #67
by Artribune
Angela Madesani
Piazza San Carlo è una delle più belle piazze di Torino, il salotto della città. Al numero 156, sotto i portici, si aprono le porte di Palazzo Turinetti, un concentrato di armonia e magnificenza barocca. È la quarta sede delle Gallerie d’Italia, che Intesa Sanpaolo dedica all’arte, nello specifico alla fotografia, la quale va ad aggiungersi al prezioso patrimonio di opere di arte antica come le nove grandi tele seicentesche di proprietà della banca, realizzate per decorare l’Oratorio della Compagnia di San Paolo. Il progetto architettonico del palazzo, la sua sistemazione a museo, è a cura di Michele De Lucchi – AMDL CIRCLE.
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LA FOTOGRAFIA DI PAOLO PELLEGRIN
Due sono le mostre presentate per l’occasione. La fragile meraviglia. Un viaggio nella natura che cambia è incentrata su Paolo Pellegrin (Roma, 1964), uno dei più grandi fotoreporter internazionali, che qui è stato chiamato a comporre un lavoro sul tema del cambiamento climatico. Ancora una volta ci attende una sorpresa. Pellegrin, oltre a un’indagine territoriale e sociale, compie un’analisi linguistica sul senso stesso della fotografia, facendola uscire dalla facile categorizzazione di genere. Quelle che vediamo nella mostra ordinata da Walter Guadagnini sono immagini di paesaggi antropizzati, dove l’uomo è solo apparentemente assente. Presente, invece, è la sua azione spesso distruttiva. Efficace la scelta dei punti di vista, delle luci. In talune foto, realizzate dalla Namibia all’Islanda, dall’Italia al Costa Rica, ci troviamo di fronte a manifestazioni naturali di rara bellezza. Quando il colore emerge dal fondo scuro, soprattutto nelle immagini di dimensioni più contenute, sembra di osservare delle nature morte barocche. È questa una mostra densa di opere, in cui dall’iceberg, presentato come un’opera d’arte concettuale su diversi livelli di stampa, si giunge al grande spettacolo dei fuochi vulcanici.
GLI SCATTI DELL’ARCHIVIO PUBLIFOTO
Alle Gallerie torinesi ha sede l’Archivio Publifoto, agenzia fondata nel 1937 da Vincenzo Carrese, che la banca acquisì anni fa. L’archivio sarà oggetto di mostre nel corso del tempo. La prima, intitolata Dalla guerra alla luna 1945-1969. Sguardi dall’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo, curata da Giovanna Calvenzi e Aldo Grasso, ci pone di fronte a uno spaccato della complessa storia del nostro Paese.
Le foto esposte sono state ristampate ingrandite rispetto all’originale, ma al centro degli spazi ci sono tavoli con i materiali vintage, che aiutano a capire la storia e il senso degli scatti. Alcune di queste fotografie hanno costruito il nostro immaginario – basti pensare a quelle ambientate ad Africo, in Calabria, dove la povera gente dormiva con il maiale, o a quelle delle mondine, che raccontano l’Italia degli Anni Cinquanta. Ma anche alle foto dell’Italia della ricostruzione, con i viadotti autostradali e le automobili di quanti tornavano in vacanza nei paesi d’origine o che andavano a fare le prime gite fuori porta.
INTERVISTA AL DIRETTORE MICHELE COPPOLA
Qual è stato il criterio che vi ha spinti a inaugurare la sede di Torino, dove esiste già un “contenitore” per la fotografia come Camera, di cui siete sponsor?
Si tratta del completamento del circuito delle Gallerie d’Italia lungo il Paese, completamento che era già stato annunciato dal Presidente Emerito di Intesa Sanpaolo, Giovanni Bazoli, nel 2011. È l’idea di trasformare palazzi storici di proprietà, legati all’identità dei territori di riferimento, in luoghi che valorizzino le radici, la cultura e l’arte italiana, proprio come l’Archivio Publifoto.
Publifoto è un archivio prettamente italiano, che attraversa la storia del nostro Paese dalla seconda metà del XX secolo. Mi pare che attraverso di esso possa attuarsi un interessante incontro tra Milano, sede di Banca Commerciale che diviene Banca Intesa, e capitale morale d’Italia, e Torino, sede della Banca San Paolo ma anche imprescindibile luogo di industria.
Questa è una chiave di lettura interessantissima proprio perché l’Archivio Publifoto, che occuperà una parte importante della sede torinese, si può leggere come un punto di partenza dal quale generare attività. È un approccio attuale, con una componente tecnologica forte. Si viene a creare una sorta di dialogo, di proiezione in avanti che deve, tuttavia, sempre ricordare il punto di origine.
Grazie a questo archivio è possibile vedere come è cambiato il ruolo dell’immagine. Nasceva con il mondo analogico, con la fotografia stampata in fretta e in furia per l’uscita sui giornali. È un mondo che per alcuni versi è finito, ma che aiuta coloro che anagraficamente non c’erano a capire cos’è stata la fotografia.
La mostra di Paolo Pellegrin termina proprio in una sezione dedicata all’Archivio Publifoto, per mostrare come una fotografia dell’oggi possa essere letta, colta, compresa nella sua complessità, guardando quello che è avvenuto nel passato.
La vostra banca è sempre più impegnata nella cultura, mi pare un buon segno.
Intesa Sanpaolo è il risultato della fusione di circa 500 banche e istituti di credito locali. Nella crescita di questo grande gruppo c’è tutto quel rispetto, quell’attenzione nei confronti dell’arte, della cultura, delle comunità, che sono tipici di un’istituzione che è rimasta fortemente legata al territorio.
Come dialogano i due mondi presenti nel palazzo – arte barocca e fotografia?
Sono in perfetto equilibrio tra loro, un equilibrio creato dal magistrale lavoro di Michele De Lucchi. Si tratta di una sorta di ponte tra L’ARCHITETTURA DI GALLERIE D’ITALIA – TORINO IN 4 PUNTI
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La storia del palazzo emerge dalla scelta di rendere visibili le tracce di cemento armato, ciottoli di fiume e laterizi ottocenteschi.
Il colonnato in legno sulla parte sinistra della corte richiama il disegno del porticato secentesco in pietra sul lato opposto. fino al 4 settembre 2022 LA FRAGILE MERAVIGLIA
a cura di Walter Guadagnini DALLA GUERRA ALLA LUNA 1945-1969
a cura di Giovanna Calvenzi e Aldo Grasso Cataloghi Gallerie d’Italia | Skira GALLERIE D’ITALIA – TORINO Piazza San Carlo 156 gallerieditalia.com
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Le sale sotterranee di Palazzo Turinetti, un tempo adibite a caveau, archivi e parcheggi, sono diventate uno spazio espositivo.
Una gradinata monumentale in pietra di Luserna consente l’accesso al museo ipogeo e diventa, insieme alla corte interna, uno spazio di incontro e socialità.
nella pagina precedente: Gallerie d’Italia – Torino. Photo Michele D’Ottavio in alto: Vulcano Fagradalsfjall, penisola di Reykjanes. Islanda, 2021 © Paolo Pellegrin/Magnum Photos a destra: Fila di automobili al casello di Firenze dell’autostrada Firenze-Pisa, 1962. Fotografia di Tino Petrelli – Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo
passato e futuro, che va dalle sale nobili del secondo piano, tornate all’antico splendore, alle sale voltate sotterranee che erano depositi, dove oggi c’è l’archivio fotografico. L’idea è di ospitare mostre originali, create su committenza, intorno ad argomenti che siano legati ai principali temi di attualità, a partire dai quali costruire dibattiti, laboratori, momenti di approfondimento con le scuole e le università.
Qual è il programma futuro?
Dopo Pellegrin ci saranno Gregory Crewdson, Luca Locatelli con Ellen MacArthur Foundation, Paolo Verzone con l’Agenzia Spaziale Europea e Cristina Mittermeier con il National Geographic. In sostanza la fotografia, per forza, immediatezza e anche efficacia, diventa lo strumento che consente di ragionare intorno all’attualità e alle grandi questioni proprie del nostro tempo. E il cambiamento climatico ne è un esempio puntualissimo, come le splendide immagini di Paolo Pellegrin ci mostrano.
LE NUOVE GALLERIE D’ITALIA A NAPOLI
Gli spazi partenopei delle Gallerie d’Italia triplicano, grazie alla risistemazione dell’ex Banco di Napoli, progettato dall’architetto Marcello Piacentini, in via Toledo 177. Anche in questa sede De Lucchi ha compiuto un interessante intervento di trasformazione dello spazio, che tiene conto, tuttavia, della monumentalità dell’architettura fascista.
Le opere della collezione permanente sono distribuite lungo tre itinerari tematici.
Al primo piano è esposta una selezione di dipinti e sculture di ambito napoletano e meridionale dagli inizi del XVII ai primi decenni del XX secolo, curata da Fernando Mazzocca, in cui il Martirio di sant’Orsola del 1610, ultima opera di Caravaggio, fa la parte del leone.
Il secondo piano ospita una sezione curata da Fabrizio Paolucci con ceramiche attiche e magnogreche, e la terza sezione, a cura di Luca Massimo Barbero, riunisce opere dalle collezioni di arte moderna e contemporanea.
La mostra inaugurale temporanea è la XIX edizione di Restituzioni, il programma biennale di salvaguardia e valorizzazione del patrimonio artistico nazionale che Intesa Sanpaolo conduce da oltre trent’anni in collaborazione con il Ministero della Cultura. “Sono ormai quasi duemila le opere non di proprietà della banca ma appartenenti al patrimonio dei musei, delle chiese, delle fondazioni culturali italiane, restaurate in questi anni”, spiega il direttore Michele Coppola.
GALLERIE D’ITALIA – NAPOLI Via Toledo 177 gallerieditalia.com