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anno 3 - n.12 - marzo 2017
ag g r ph ag iu o g ng to i c e sh on re o p
aRt’s Creation
sommario
n 12: art’s creation
art’s creation team
02
a cena con un artista famoso
04
la bambina senza paura
07
il gran ballo del gattopardo
09
aggiungere raggi del sole con photoshop
11
mostra d’illustrazione per l’infanzia a venzone
13
donne d’arte
15
cambiare colore con photoshop
20
ai fornelli per la festa della donna
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schizzo creativo
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eroine letterarie: la mia top5
25
arte in mostra
29
peperille e burrobirra #2
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dietro le quinte di “it’s spring”
34
come creare un costume da cavaliere jedi
37
fantasy challenge
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CONTATTACI EMAIL: team@artlover.com WEBSITE: www.artscreation.altervista.org SOCIAL: facebook.com/teamartscreation
02
aRt's Creation t e am
rosa
adames
rachel
Fondatrice di aRt’s Creation, artista digitale ed eterna sognatrice.
Ciao, sono Alessia, ma il mio nome d’arte è Adames. Frequento l’Università di Psicologia a Genova, ma sogno di diventare una scrittrice. La mia passione? Il cosplay!
Rachel è il lato artistico di me che prende il sopravvento. È l’adrenalina; è la voglia di far uscire le idee dalla mia testa e di tramutarle in forme concrete e scritte; è la possibilità di esprimere concetti astratti trasformandoli in immagini e in parole.
Nei miei lavori potrai scoprire il lato più surreale e fantastico dell’arte e le emozioni e gli intrighi che si nascondono in essi.
thelma nicoletta Mi chiamo Nicoletta, ho 26 anni e adoro scrivere. Ho iniziato nel 2011 a scrivere fan fiction e man mano mi sono addentrata nel mondo della scrittura fino a comporre racconti di qualsiasi genere, tutti partoriti dalla mia testolina pazza.
n 12: art’s creation
Sono una studentessa di lingue e nel tempo libero organizzo eventi a tema nella mia città, oltre che pasticciare con Photoshop. Mi piace molto coniugare i miei studi con i miei lavori; molti sono infatti a tema storico o fantastico. Ho ancora tanto da imparare, ma sicuramente la fantasia non mi manca!
nicole Mi chiamo Nicole e ho 20 anni, vivo di qualunque forma d’arte. Da alcuni mesi frequento un corso triennale di Grafica e finalmente sto studiando quello che mi piace. Chissà cosa avrà in serbo per me il futuro.
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Foto di Valeria Aksakova
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A cena con...
un artista famoso Questo mese la domanda del mio editoriale è un po’ particolare, e ci permette di scoprire qualcosa in più su i nostri membri. di Rosa Ingenito “Con quale artista famoso, vivo o morto, andresti a cena?” Questa è la domanda che ho posto ai membri del team di aRt’s Creation. Sicuramente la domanda vuole scoprire qualche passione in più del nostro gruppo ma anche farvi partecipi della loro concezione d’arte. Perché dietro questa domanda in fondo se ne cela anche un’altra; chi è l’artista famoso? Oggi la concezione dell’arte è sempre più ampliata, gli artisti sono ovunque attorno a noi ma spesso non ce ne accorgiamo neanche. Questo mi fa tornare alla mente diversi aneddoti, uno accaduto proprio qualche mese fa; sui giornali si legge “Il maestro del violino suona nel metrò Mezz’ora di Bach per 13 euro e 6 centesimi”. La notizia ha fatto subito scalpore, l’artista Carlo Maria Parazzoli, un personaggio famoso della musica italiana, si è esibito ad una fermata della metropolitana di Roma, ma su 1.760 persone si sono fermate solo 11 persone. Parazzoli è primo violino solista dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia, un biglietto a teatro per assistere a quello stesso tipo di esibizione costa circa 50 euro a poltrona. Probabilmente Bach non sarà alla portata di tutti, ma se ascoltato a teatro è arte, in metro semplicemente intrattenimento da pochi spicci. Esperimenti simili sono stati fatti varie volte nel tempo, da diversi tipi di artisti, un secondo esempio riguarda la pittura. Daniel Richter, artista tedesco contemporaneo, nel 2007 si è camuffato da artista di strada e ha cominciato a ritrarre i passanti per 5 euro a ritratto; in due giorni solo 25 persone si sono fermate ad apprezzare il suo lavoro. Ma la cosa assurda è che quelle persone che gli passavano accanto non fermandosi, uscivano dalla mostra d’arte che si teneva al Beaubourg, a Parigi, nella quale esponeva lo stesso Richter. Ignare persone ritornano a casa con un ritratto di 5 euro di un artista le cui quotazioni si aggirano intorno a svariate centinaia di migliaia di Euro! Potrei portare diversi altri esempi, ma il concetto è sempre lo stesso, chi è l’artista famoso? È famoso chi ci viene presentato come tale, che ha quotazioni astronomiche ma che non dice nulla o colui che esprime tutta la sua arte ma non ha poi così tanti privilegi e riconoscimenti? Oggi siamo sommersi da artisti famosi perché “così dicono”, basta poco a rendere qualcuno famoso, ma siamo circondati anche da tanti artisti sconosciuti che non apprezziamo perché non abbiamo tempo, è più facile superarli di corsa alla fermata di una metro. Ma è anche il pubblico “normale” che assistendo alle mostre e osservando gli artisti esposti a far accrescere l’artista in questione e la sua arte. Non saremo di certo tutti critici d’arte ma tutti abbiamo un cuore e riusciamo ad apprezzare il contenuto di
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Continua dalla pagina precedente > un’opera anche se non è valutata milioni di euro. La nostra società purtroppo è sempre più di corsa e rimane poco tempo per fruire d’arte, anche se ci viene offerta gratuitamente da uno sconosciuto che suona in un angolo. Sensibilizzare all’arte servirebbe a migliorare la vita di tutti. I veri Artisti infatti, secondo il mio modesto parere, sono quelli che hanno cercato di lasciare il proprio segno al di là del valore monetario della propria opera. Tutto questo per dire cosa? Chi è l’artista famoso? Colui che entra nel nostro cuore e che sarà famoso proprio per questo, per quello che ha suscitato in noi, per quello che il suo lavoro ha contribuito a creare nel corso del tempo. Magari per qualcuno Parazzoli non sarà famoso quanto il tizio che racconta le sue vicende amorose in tv, ma ascoltare la sua musica ti riempe il cuore e ti strappa via l’anima, lacerata da emozioni troppo forti; per questo è famoso, “così dicono” ma così dice anche il tuo cuore. Non a caso le motivazioni che i membri del team hanno portato descrivendo l’artista che hanno scelto per la loro fortunata cena, sono tutte legate alle emozioni, alle sensazioni e alla grandezza del lavoro compiuto da queste persone, tanto da ricercare con queste personalità profonde un legame e un’ammirazione particolare. Vi lascio di seguito i pensieri del team.
Rose Sarò monotematica, ma non posso non scegliere Vincent Van Gogh. Pazzo, deriso ed emarginato da tutti, un uomo solo e molto malato, oggi il prototipo più famoso di artista maledetto. La sua tavolozza è intrisa di emozioni e sensazioni; porta dentro di se il canto della tristezza, della sofferenza, della sua solitudine. Ma al contempo sa di essere fortunato, è vivo e può ammirare le bellezze del mondo. “Ovunque guardiamo la complessa magia della natura risplende davanti ai nostri occhi.” Van Gogh è riuscito a trasformare il suo dolore e il suo tormento in bellezza, non ha rappresentato semplicemente il dolore, ma lo ha usato per rappresentare la gioia e la magnificenza del mondo. Nessun altro artista è stato in grado di racchiudere simili sensazioni nelle sue pennellate. Vincent Van Gogh per me è il più grande di tutti gli artisti. Incontrarlo sarebbe certamente un esperienza unica; cercare di capire come riusciva a cogliere le cose belle che lo circondavano, guardare la sua semplicità, la bellezza del mondo, quella che solo lui riesce a vedere, quella che viene sempre filtrata dalle sue emozioni, siano esse gioia e felicità o sofferenza e solitudine. L’arte di Van Gogh è la sua stessa vita, e viceversa i tormenti della sua vita sono arte. Ti tocca il cuore, anche se era semplicemente un pazzo che vagava per i campi della Provenza.
alessia Mmm Stanley Kubrick.... trovo alcuni riferimenti dei suoi film particolari e molto misteriosi. Mi sarebbe piaciuto conoscere una mente simile :)
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Thelma
Juliet Senza alcun dubbio Sir William Shakespeare. Personalmente le motivazioni che mi portano a scegliere questo poeta tra mille maestri è dettata principalmente dal mio amore per le sue opere, ma personalmente amerei poter discutere con lui sulle tematiche fondamentali della sua produzione... l’essere... l’esistenza, la complessità dell’animo umano e così via :) Però è una su tremila che potrebbero venirmi in mente.
nicoletta Jane Austen. Vorrei tanto poter avere con lei una conversazione stimolante sorseggiando tè; credo che sia stata una donna molto forte e caparbia e soprattutto molto più avanti rispetto alla sua epoca e quindi vorrei poterle raccontare come gira il mondo adesso. Credo che non approverebbe certe cose ma di sicuro userebbe la sua ironia piccata per commentarle, un po’ come faccio io :-P
Penso che se potessi incontrare un’artista, escludendo Jane Austen di cui già Nicoletta ha espresso la sua opinione che condivido con tutto il cuore, ho scelto un’artista ancora in vita, ovvero lei, J. K. Rowling. Lo ammetto, ero abbastanza combattuta tra lei e J. R. R. Tolkien, poichè la mia anima linguista mi avrebbe portato lì, intrattenendomi tutta la sera a parlare con una mente del genere sulla linguistica anglosassone (che spasso, direte voi!) sulla filologia germanica e la creazione delle lingue elfiche, per esempio... ma ho optato per lei. Perché? Innanzitutto, ho ammirato da sempre la sua vita. Ha passato dei periodi davvero bui, combattendo la depressione e la mancanza di lavoro, combattendo per sé e per sua figlia, rischiando e patendo anche la fame. Eppure non ha mollato. In quel tunnel buio in cui era scivolata lei si è alzata, e ha scritto una saga che ho amato e che amo tutt’ora. Ha avvicinato milioni di bambini ai libri. Alcuni di noi sono letteralmente cresciuti al fianco degli attori che hanno portato al cinema Harry Potter. Ha risposto a lettere dei suoi fans, tra cui l’attrice Evanna Lynch, entrata nel cast di Harry Potter proprio da fan. Ci ha fatto ridere, sognare, piangere. Penso che la sua vita possa essere una buona fonte di ispirazione per chi vive e combatte la depressione, o per chi pensa non ci sia più speranza. Perché ci ha insegnato che l’amore può sconfiggere la morte, che non bisogna mai arrendersi e che “Era importante combattere e ancora combattere, e continuare a combattere, perché solo così il male poteva essere tenuto a bada, anche se non poteva mai essere completamente sradicato” e che “La felicità si può trovare anche negli attimi più tenebrosi, se solo uno si ricorda di accendere la luce”
Rachel Io scelgo Jared Leto... E non, come si potrebbe pensare, perché è un gran figo (la cosa, ovviamente non guasta ma non è nemmeno tutto, diciamolo chiaramente) ma soprattutto perché è un artista a 360°. E’ un essere poliedrico, dalle mille sfaccettature, un camaleonte dalla forza attrattiva incomparabile che fa riflettere, pensare, sognare, divertire e immaginare. E’ forse una delle poche persone, oggi, in grado di essere empatica con il proprio pubblico e di far smuovere le masse. E’ un burlone dal talento smisurato ma attento alla storia e agli avvenimenti dell’attualità... Quindi sì, sarebbe davvero un incontro entusiasmante e arricchente.
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a n i b m La ba
senza paura
Una bambina senza paura sfida il famigerato toro di Wall Street. E’ uno scherzo? Assolutamente no: nel celebre quartiere di New York è stata installata una nuova statua che fronteggia l’ormai intramontabile toro di bronzo più famoso del mondo. Ma come mai? In occasione della festa internazionale della donna una piccola statua di bronzo è stata “piazzata” davanti al toro di New York e rimarrà lì per un mese: l’intento di State Street Global Advisors – terzo asset manager più prestigioso del mondo – che ha organizzato questo progetto, è
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di Nicoletta Froechlich
quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sul ruolo della donna. Collocare la statua di una bambina impavida che sfida un enorme e possente toro è sinonimo di come la donna possa contendersi anche con gli avversari più temuti. Lo sforzo che si propone questa iniziativa è quello di chiedere a 3500 aziende di investire di più sulle donne e aumentare il numero di dirigenti femmina; infatti, secondo una statistica di State Street, le aziende con una forte leadership femminile hanno un rendimento migliore rispetto a quelle che non la hanno. Un chiaro messaggio di sfida
al maschilismo e di impegno per valorizzare il ruolo delle donne nel mondo del lavoro… e non solo. Kristen Visbal, l’artista che ha scolpito “The Fearless Girl”, ha detto che si è ispirata a una bimba di nove anni di origine latina, figlia di amici. “Wall Street è un ambiente tradizionalmente maschile. Per me, una donna può essere delicata e minuta, ma forte.” Una statua, dunque – volutamente di una bambina – che nel più evidente dei simbolismi si riferisce ad un’aperta sfida a quel mondo maschilista che non stima le donne,
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non le rispetta, le minaccia e le sottomette. Tramite l’arte, tramite una “semplice” statua di bronzo, il messaggio rivolto alle istituzioni e non, grida una richiesta di impegno per valorizzare la donna e il suo ruolo nella società. Una targa ai piedi della statua cita: “Know the power of women in leadership” ovvero “Riconosci il potere delle donne al comando”. E quale stimolo migliore se non la competizione di una dolce e forte bambina contro un toro furioso? Sesso debole? Un mito da sfatare e combattere. E noi di aRt’s Creation – un team costituito interamente da donne – non possiamo che condividere ed approvare in toto questo progetto.
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di Thelma Aterno
IL GRAN BALLO DEL
GATTOPARDO
Ogni anno, nella mia città natale, le atmosfere del Gattopardo vengono riportate a galla, grazie all’instancabile lavoro della Compagnia Nazionale di Danza Storica, diretta da Nino Graziano Luca. Ho avuto il piacere di conoscere Nino ad un evento un paio di anni fa. Sin da subito ho trovato una persona con una vasta cultura, una grande attenzione e cura dei dettagli, per non parlare poi della sua grande umiltà. Quest’anno, grazie anche alle mie amiche, abbiamo preso parte anche noi all’evento. La Compagnia opera da circa 27 anni non solo in Italia, ma anche nel mondo, e anno dopo anno, sempre più persone conoscono questa realtà, anche grazie ai social network, in primis, senza dubbio Facebook. E così, come dicevo, il tutto è iniziato nemmeno una settimana prima. La ricerca dell’abito, delle
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stoffe, i fiori finti da cucire (sigh!) a mano nella mia gonna. Ho impiegato circa 7 ore per finire di cucire 17 rose di vari colori. La mia bravissima amica Clara ha creato da sè l’abito, cucendolo in due giorni, creando persino la crinolina, in pieno stile Civil War americano / Risorgimento Italiano. Io invece, ho optato per uno stile più simile al 1871, ricercando abiti dell’epoca e ispirandomi anche un po’ all’abito di Christine Daee’, nel celebre musical “Il Fantasma dell’Opera”. Il sabato quindi, siamo arrivate al luogo dell’appuntamento, il Grand Hotel et Des Palmes di Palermo, intorno le 16.00. Dopo esserci vestite, sistemando le crinoline, sentendoci un po’ come delle piccole Rosselle ‘O Hara mentre venivano vestite da Mami, decidiamo di aspettare gli altri partecipanti nella hall, scattandoci qualche foto.
Con nostro grande piacere, i partecipanti erano da tutta Italia, e di tutte le età, proprio perchè questo mondo non è, come molti pensano, un mondo “per vecchi”. La danza e l’amore per la storia, a mio modesto parere, non conoscono età. Dopo gli ultimi preparativi, è iniziata la promenade storica, che ci ha portato fin davanti uno dei teatri più famosi in Italia, il Teatro Massimo. Lì, sono state ballate un paio di danze storiche, per la gioia visiva di molti passanti, impressionati dalla bellezza degli abiti. In tantissimi hanno chiesto la motivazione di quell’evento, scattando foto e riprendendo con i cellulari le danze e la nostra sfilata. Dopo questa piccola dimostrazione in piazza siamo tornati in Hotel, dando inizio ufficialmente al ballo e ai carnet di danza, con la Polonaise. Con la Polonaise non si balla, ma si cammina in coppie, da due e poi
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Questo è il mio abito da quattro, entrando nella sala e in parole molto blande, sfilando. Dopodichè, la Compagnia fa sì che tutti possano ballare, selezionando nei carnet di danza dei balli sia per principianti, che per gli allievi dei corsi più avanzati. Durante la stessa serata infatti è possibile imparare delle danze da poter ballare, e non è assolutamente indispensabile avere un cavaliere! Difatti, specie in tempi di guerra, molte dame ballavano tra di loro, essendo gli uomini impegnati nell’uccidersi fra loro. La serata si è divisa in due parti, dandoci modo di poter cenare e riprendere le danze nel dopocena. All’evento, hanno partecipato anche Zsuzsi Dingsdale e il marito Alan, direttamente da Budapest. Lei, ufficialmente insegnante di lingue moderne, e diventata poi insegnante di danze storiche, ha portato un pizzico di epoca
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Regency nella nostra Sicilia con danze ballate ai primi dell’800. Con le mie amiche ci siamo divertite a ballare, provare qualche ballo più complesso, farci foto e perchè no, osservare in un momento di pausa un valzer nato spontaneamente, coinvolgendo almeno venti coppie che hanno iniziato a danzare tutte insieme, senza il supporto del maestro di danze o l’invito ufficiale a ricominciare le danze. E’ stato un momento per me molto emozionante, perchè fino alla fine i partecipanti hanno danzato, ballando valzer, mazurke, reel, e quadriglie, dando vita a complicate coreografie danzate magistralmente. Ho fatto parecchi video perchè sapevo già che le parole non sarebbero bastate per esprimere l’emozione vissuta, e ho fatto in modo che anche chi vivesse in città o paesi lontani, potesse essere almeno un po’ partecipe di quanto
ancora oggi, alcuni di noi, portano avanti. Rivivere la storia, riportare coreografie danzate nei film, o sistemate ad hoc dai nostri bravissimi insegnanti, per farci, almeno per una sera, sognare mondi che sembrano lontani e che invece, sono più vicini di quanto noi possiamo immaginare. Per chi fosse interessato, la Compagnia Nazionale di Danza Storica si trova su Facebook. Sul loro sito ufficiale, è possibile trovare le scuole divise per regione e tenersi aggiornati sui loro eventi in giro per il nostro paese.
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Aggiungere raggi del sole con Photoshop di Rosa Ingenito Nel magazine precedente abbiamo imparato come modificare il cielo con Photoshop, oggi vi mostro come aggiungere i raggi del sole velocemente.
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Per aggiungere dei raggi velocemente basta aggiungere un Riempimento Sfumatura e scegliere lo stile Angolo.
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Se ancora non li hai caricati, clicca sulla rotellina e scegli Campioni disturbo. Verranno caricati diversi campioni, scegli quello con i colori dello spettro. Modifica il metodo colore in HSB e sposta il cursore S tutto verso sinistra, la sfumatura diventerĂ in bianco e nero.
Ora sposta la sfumatura nel punto in cui vuoi che partano i raggi e poi imposta il livello su Luce Soffusa.
Se hai posizionato la sfumatura nel posto sbagliato, fai doppio clic sull’icona della sfumatura e potrai modificare tutti i valori e spostare la sfumatura dove preferisci. Infine con un pennello morbido elimina i punti in cui non vuoi i raggi disegnando sulla maschera di livello.
Grazie a mjranum-stock per la foto della modella e a NellyGraceNG per la foto del cielo.
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MOST R A
D’ILLUSTRAZIONE
PER L’INFANZIA
A VENZONE
di Nicoletta Froechlich
Venzone, in provincia di Udine, attende – come da sedici anni a questa parte – la tappa della Mostra itinerante dedicata all’infanzia: infatti, la Mostra d’illustrazione per l’infanzia che parte da Sarmede (Treviso), ed è cominciata già nel mese di febbraio, farà la sua tappa nel pittoresco borgo murato sulla sponda sinistra del Tagliamento dal 19 marzo al 7 maggio 2017. Le immagini della fantasia, questo il nome della mostra di Sarmede, è un appuntamento fisso tra gli eventi del Friuli Venezia-Giulia, infatti quest’anno raggiunge la sua 33esima edizione. Ogni anno, viene scelto un tema che farà da musa a tutti i lavori di illustrazione dedicati ai bambini: per l’edizione del 2017 è stato scelto La fiaba è servita! Cibi incantati dall’Italia. Opere originali corredate da libri che aleggeranno tra il mondo della fiaba e del cibo… un connubio a dir poco magico! L’Italia è terra di numerose tradizioni culinarie ma è anche ricca di fiabe che si tramandano tutt’oggi. Nate secoli fa, narrate oralmente dinanzi un fuoco, sotto le stelle, o nel tepore delle case, le fiabe raccontano anche di cibi… i cui odori sembrano inebriare gli ascoltatori. Ecco perché, quest’anno, il tema della mostra intreccerà fiabe e cibo: cosicché la magia di
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una storia possa riempire non solo la testa ed il cuore ma portarci in un mondo fantastico fatto anche di sapori. La mostra avrà luogo a Palazzo Orgnani Martina, dal lunedì al venerdì, con le favolose illustrazioni tutte italiane e tutte femminili: Petizzo senza pizza (Giulia Orecchia); I tre limoni (Antonella Abbatiello); La cena della strega (Giorgia Atzeni); Pentolino (Francesca Chessa); L’erba
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Antonella Abbatiello, I tre limoni petonella (Ilaria Faccioli); Le frittelle del Barba Zucòn (Anna Forlati); Rosmarina (Simona Mulazzani); L’acqua della vita (Valeria Petrone); La padella magica (Tiziana Romanin); Il pasto del lupo (Lucia Scuderi). Per ulteriori informazioni sulla Mostra, sulla sua origine e le sue particolarità, vi invito a visitare il sito ufficiale; mentre per conoscere gli orari e i giorni in cui poter visitare la mostra a Venzone, vi rimando al sito dedicato al turismo della cittadina.
Tiziana Romanin, La padella magica
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donne d’arte
di Rosa Ingenito
“Date alle donne occasioni adeguate ed esse saranno capaci di tutto.” OSCAR WILDE
Nello scegliere di chi artista parlarvi in questo numero del magazine e in concomitanza del mese dedicato alla donna ho pensato ad un percorso diverso. Mi sono chiesta “Quante donne sono entrate a far parte della Storia dell’arte?” Siamo così pieni di nomi di artisti maschili che ricordarne di femminili ci risulta difficile. In realtà le donne artiste sono state molte, ma per molti secoli sono rimaste “invisibili”. Cercherò di percorrere velocemente la storia dell’arte e di soffermarmi infine su diverse personalità dell’arte contemporanea. Non riuscirò sicuramente a rendere giustizia a tutte le donne della storia dell’arte, ma probabilmente in questo mio breve viaggio artistico, riuscirò a farvi tornare alla mente qualche nome femminile e a farvi notare come nel corso degli anni le donne hanno combattuto per riuscire ad esprimere la loro essenza. I primi riferimenti ad artiste donne ci arrivano da Plinio il Vecchio, che annovera tra le pittrici greche, Kalypso, Aristarete, Timarete, Iaia e Olympas. Ma fino al cinquecento l’aspirazione artistica delle donne viene ignorata e repressa, solo a partire dal XVI secolo alcune pittrici riescono a farsi conoscere. È il caso di Marietta Robusti, che lavora per quindici anni nella bottega del padre, il più noto Tintoretto, dimostrando doti straordinarie al punto da essere
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invitata dal re spagnolo Filippo II, ma la sua fama finì presto perché non ricevette il consenso paterno a recarsi in terra straniera. Sorte opposta fu invece quella di Sofonisba Anguissola, che riuscì ad esercitare la funzione di ritrattista ufficiale alla corte di Spagna, perché suo padre, uomo liberale e appassionato di pittura, glielo consentì. Ma la prima donna ad essere ammessa all’Accademia di Disegno fu Artemisia Gentileschi, la maggiore pittrice del Seicento. Artemia mostrò le sue doti già prima del suo ingresso in Accademia, infatti tre anni prima aveva già dipinto il suo capolavoro, “Giuditta che decapita Oloferne”, noto soggetto biblico, che vuole però mostrare il rancore di tutte le donne violentate nei secoli. Artemisia infatti venne violentata a diciotto anni da un amico del padre e durante il processo contro il suo stupratore dovette subire ogni tipo di umiliazione da parte di una giustizia maschilista e reticente verso le vittime femminili. Un altro caso di precocità artistica fu quello di Elisabetta Sirani che a soli 17 anni, era già considerata un maestro, nella sua produzione si contano più di 200 dipinti; fu apprezzata nelle maggiori corti europee per la sua raffinatezza e per l’intensità espressiva dei suoi quadri. Nel corso del Seicento si affermano ancora molte altre artiste donne, in
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special modo le pittrici olandesi Clara Peeters, Maria Van Oosterwijck e Rachel Ruysch. Ancor di più Maria Sibylla Merian che si specializza nell’illustrazione botanica ed entomologica, al punto da essere inviata dalle autorità olandesi nella colonia del Suriname per illustrare i risultati di una spedizione scientifica. È il periodo delle nature morte, e in Italia è la milanese Fede Galizia ad eccellere in questo ambito, dotata di un eccezionale talento, riesce ad esaltare la bellezza compositiva delle sue nature morte grazie ad una luce fredda e tagliente. Se la pittrice milanese dominava la scena delle nature morte, quella della ritrattistica, fu dominata dalla veneziana Rosalba Carriera. La sua opera perdura per tutto il settecento; unica la sua tecnica del pastello, conquistò la fama internazionale grazie alla sua versatilità e finezza descrittiva nell’introspezione psicologica dei personaggi rappresentati. In ambito europeo tra Settecento e Ottocento vanno ricordate sicuramente la svizzera Angelica Kaufmann e la francese Marie-Guillemine Benoist entrambe diventate famose per i loro linguaggi e messaggi forti. La Kaufmann fece scandalo per alcuni suoi nudi maschili ritratti dal vero, mentre Marie-Guillemine Benoist, si batté per l’abolizione della schiavitù anche attraverso dei suoi quadri. Col passare del tempo assistiamo ad un rinnovarsi della pittura, la poetica dell’impressionismo tocca anche l’animo delle donne, Mary Cassat, Berthe Morisot, Suzanne Valadon ed Eva Gonzales, sono le quattro ricordate dalla storia dell’arte. Berthe Morison in particolare, fu la prima donna ad unirsi al gruppo dei grandi maestri francesi di fine Ottocento, e contribuì all’organizzazione della prima collettiva parigina per sole
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donne (Salon des Femmes). È solo l’inizio di un cambiamento che si sente nell’aria, il primo Novecento porta con se le “avanguardie storiche” che introducono un rinnovamento radicale della pittura. Aumentano le donne artiste di talento, sebbene spesso abbiano un ruolo marginale di compagne o muse ispiratrici di grandi artisti, è il caso di Gabriele Munter, Marie Laurencin, Leonora Carrington, Frida Kahlo, Jeanne Hébuterne. Diversamente, in Russia, dopo la Rivoluzione d’ottobre, viene riconosciuto un ruolo di primo piano nella pittura e nel design alle artiste delle avanguardie, le più importanti firme della nuova arte russa sono Alexandra Exter e Varvara Stepanova. È solo l’inizio, nel periodo tra le due guerre, le donne si spingono in generi e settori creativi dai quali erano da sempre state escluse; l’astrattismo senza eguali di Sonia Delaunay, la fotografia della friulana Tina Modotti, l’art Deco di Tamara de Lempicka che diventa famosa per i ritratti femminili nei quali raffigura donne emancipate da ogni tutela maschilista. Le artiste contemporanee da ricordare sono molte e ho selezionato per voi solo alcune delle personalità più forti del Novecento, e forse quelle che molti definiscono “strane”, alcune delle quali probabilmente sono “poco note” proprio perché ritenute estreme nella loro concezione artistica.
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Frida Kahlo
Yoko Ono
1907 - 1954 Frida Kahlo è forse una delle artiste più conosciute al mondo, grande esempio di forza e creatività. Una donna che riesce a raccogliere tutto il suo dolore e farlo sfociare nell’arte, creando visioni del corpo femminile non più distorto da uno sguardo maschile. Dopo una prima serie di dipinti incentrati sulla descrizione degli incidenti della sua vita, realizza dipinti che parlano del suo stato interiore e della sua percezione del mondo, cercando di mostrarli attraverso simboli.
1933 Yoko Ono è un artista giapponese naturalizzata statunitense, divenuta celebre per la sua attività artistica e per essere stata collaboratrice e compagna di John Lennon. È un personaggio poliedrico e socialmente attivo, durante il suo soggiorno a New York subì il fascino dell’arte contemporanea e dei musicisti d’avanguardia, diventando uno dei primi membri del movimento Fluxus. Yoko Ono, fin dai suoi esordi è riuscita a diffondere attraverso l’arte e la musica un messaggio di pace e di rispetto dei diritti umani. Molti dei suoi lavori, d’avanguardia sia dal punto di vista artistico che politico, esprimono un interesse al movimento femminista: a lei molto caro è il tema delle disuguaglianze, soprattutto di genere. Tra i suoi lavori più celebri c’è “Cut Piece” (1965), una performance nella quale l’artista è seduta al centro di una sala e permette agli spettatori di tagliare a brandelli i propri vestiti, fino a rimanere quasi nuda. Questa performance vuole mostrare come il corpo della donna viene percepito dall’opinione comune e annullare la barriera che divide artista e spettatore, tema affrontato dalla Body Art. Degli anni ‘60 ci sono numerosi altre opere che anticipano i temi dell’arte concettuale, fino ai film sperimentali prodotti tra il 1964 e il 1972, in contemporanea con la sua carriera da musicista. Tra i suoi progetti più recenti si ricordano “My Mommy Was Beautiful” (2004), che consta in una serie di volantini, striscioni e cartoline con le immagini di un seno e di una vagina, distribuiti per le vie di Liverpool. L’opera fece molto scalpore e l’artista fu attaccata da molti, ma Yoko Ono si giustificò sostenendo che l’intento della sua opera era quello di portare le donne alla consapevolezza del proprio corpo. Altra iniziativa su scala mondiale è quella del “Wish Tree”, esposta alla Galleria Guggenheim di Venezia. I visitatori sono invitati dall’artista ad appendere su un albero un foglietto con i loro desideri e sogni più intimi, così come l’artista stessa era abituata a fare da bambina. La pratica vuole ribadire il carattere universale e di condivisione tipico della poetica artistica di Yoko Ono.
Vivian Maier 1926 - 2009 Vivian Maier è una fotografa statunitense, ma prima ancora una tata newyorkese che si dedica alla fotografia nel tempo libero. Cerca di documentare la quotidianità catturando dei frammenti della realtà, con una sensibilità unica. I soggetti delle sue fotografie sono persone che l’artista ha incontrato nei quartieri degradati delle città, fotografie spontanee, semplici, che mostrano lo sguardo curioso dell’artista nei confronti della società contemporanea.
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Gina Pane 1939 - 1990 Gina Pane è una delle più grandi rappresentanti della Body Art, ha donato letteralmente il proprio corpo alla sua arte. Realizzò una serie di performance in cui ogni suo gesto, spesso legato al dolore sul suo corpo, viene compiuto quasi come un rituale. Si rivolge principalmente alle donne e alla loro condizione negli anni settanta. Le opere più famose sono certamente, “Il bianco non esiste”, performance nella quale Gina si taglia con una lametta il viso di fronte ad un pubblico sbigottito, simboleggiando le ferite delle donne costrette a subire abusi e dolori; e “Azione Sentimentale”, sicuramente la più suggestiva. L’artista in questo caso stacca le spine dal suo bouquet di rose e si provoca ferite con quest’ultime lungo le braccia lasciando che le macchie di sangue la ricoprano, il significato simbolico qui è chiaramente rivolto al martirio. Il sangue diventa un elemento sempre presente nelle sue performance, e il dolore autoinflitto il suo modo di donarsi al pubblico.
Rebecca Horn
1946 È una delle prime performer e una figura chiave della Body Art. La sua opera vuole indagare la società e l’essere umano, infatti ha sempre creduto in un’arte che riuscisse ad indagare le necessità della società. Marina sceglie sempre temi che vanno dalla rappresentazione della sessualità e della femminilità, alla realtà quotidiana e sociale; il suo corpo è inteso come parte della sua arte. Sicuramente il suo contributo ha segnato fortemente l’arte contemporanea.
1944 Rebbecca Horn è una scultrice e regista tedesca, è nota soprattutto per le sue creazioni di Body Extension. Le sue opere sono particolarissime, si tratta di estensioni del corpo create con balsa e tessuto che avevano lo scopo di dare forme e significati nuovi al corpo. La sua opera più famosa è “Einhorn” (Unicorno) essenzialmente è un vestito dotato di un lungo corno che parte dalla testa. L’artista esprime la “solitudine comunicando attraverso le forme del corpo” con opere d’arte fuori da ogni limite, coinvolgendo l’artista e lo spettatore nel momento creativo.
1954 Cindy Sherman è una fotografa e regista americana, è conosciuta per i suoi autoritratti concettuali. La sua opera affronta le problematiche della rappresentazione delle donne, interpretando diversi ruoli e entrando nei panni di personaggi diversi che erano al tempo stesso divertenti e scioccanti.
n 12: art’s creation
Marina Abramovic'
Cindy Sherman marzo 2017
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Jenny Holzer
Sophie Calle
1950 Jenny Holzer è una delle più note artiste concettuali statunitensi. La sua concezione artistica è basata sul principio di arte pubblica e che l’arte possa diffondere messaggi al di fuori degli spazi e dei canali tradizionali. Le sue tematiche sono quelle di guerra, politica, violenza e morte e i suoi messaggi sono autoritari, spaziano tra diversi generi, frasi laconiche disposte in ordine alfabetico, dichiarazioni più complesse e intimistiche distribuite su volantini, T-Shirt, pannelli pubblicitari e su monumentali insegne a LED. La prima serie di opere importanti risale al 1977-80 e si chiama “Truism”, qui Jenny ricerca una comunicazione alterata ma al contempo spiazzante. I truismi sono brevi affermazioni che l’artista costruisce partendo da modi di dire popolari, sono affermazioni brevi e ipnotiche spesso molto diverse tra loro, la voce narrante sembra diversa, come è diversa anche la loro rappresentazione e i loro mezzi di comunicazione, sempre di massa. Lo spettatore viene inconsapevolmente trascinato dai messaggi, quali “Se non lasci il segno rinunciaci”, “Uno sforzo sincero è tutto quello che puoi chiedere”, “Non aspettarti che la gente sia quello che non è”. Una delle tante versioni più significativa dei suoi Truism è “Spectacular Board” del 1982 a Time Square, è essenzialmente un pannello elettronico a LED sul quale comparivano frasi forti come “L’abuso di potere non è mai una sorpresa” o “Proteggimi da ciò che voglio”. Ma ancora più toccanti sono le opere successive, come “Laments”, una serie di 13 insegne a led su 13 sarcofagi che riportano continui pensieri sulla morte di uomini, donne e bambini; o come “Lustmord”, creata durante il periodo della guerra in Bosnia, una serie di “scritture sul corpo” che riportano frasi di violenza pronunciate da carnefici, vittime e osservatori, che ricordano gli stupri subiti dalle donne, vittime innocenti delle guerre.
1953 Sophie Calle è una fotografa, scrittrice e regista francese. Utilizzando diversi mezzi artistici, libri, foto, video, narra le sue storie private e quelle delle persone che incontra lungo il suo cammino, fa della sua vita delle opere d’arte. Opere che muovono il limite della sfera privata a quella pubblica, e giocano con la figura del voyeur e quella dell’esibizionista. Infatti uno dei suoi temi preferiti è quello della sparizione delle persone e degli oggetti, che lasciano traccia solo nelle fotografie e dai segni lasciati nell’ambiente. Le sue opere sono senza dubbio fuori dal comune, come la sua curiosità senza limiti.
n 12: art’s creation
Francesca Woodman
1958 - 1981 Francesca Woodman è una fotografa statunitense, artista importante e influente nel panorama artistico del XX secolo. La sua arte si concentra sul proprio corpo e su quello che lo circonda, cercando quasi l’astrazione e la mimetizzazione, nascondendosi e integrandosi con l’ambiente circostante. Tra le sue opere più note va ricordata sicuramente “Abandoned house” in cui Francesca si nasconde dietro la carta da parati ma ha lo sguardo sempre rivolto verso l’obiettivo, e la serie “Self-deceit” nella quale il corpo e lo spazio si plasmano a vicenda.
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Cambiare colore con Photoshop di Rosa Ingenito Oggi vi mostro uno dei tanti metodi per modificare un colore usando Photoshop. Questo probabilmente è il più semplice e veloce.
prima
Grazie a Faestock per la foto
1
3
Apri la tua foto e duplica il livello.
Applica una maschera alla selezione appena creata.
2
Da Selezione scegli Intervallo colori, poi con il contagocce seleziona il colore che vuoi cambiare. Quando hai terminato clicca su OK e se c’è bisogno migliora la selezione con Migliora Bordo selezionandolo sempre dal Menù Selezione.
4
Scegli la regolazione Tonalità/Saturazione e divertiti! Basta spostare il cursore tonalità e vedrai i colori cambiare :)
NB: non dimenticare di applicare la regolazione solo al livello con la maschera! n 12: art’s creation
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ai fornelli per la
di Nicole Libanora
festa della donna t or t a mimosa Preparazione: 30 minuti; Cottura: 60 minuti; Dosi per: 10 persone; Costo: medio. + 3 ore di riposo in frigorifero.
ingredienti
Per 2 Pan di Spagna (diametro 20 cm) - Zucchero 250 g; - Farina 00 140 g; - Fecola di patate 120 g; - Uova 8; - Baccello di vaniglia 2; - Sale fino q.b. Per 850 g di crema pasticcera - Tuorli 5 - Zucchero 175 g; - Latte intero 500 ml; - Panna fresca liquida 125 ml; - Amido di mais (maizena) 55 g; - Baccello di vaniglia 1. Per la crema chantilly - Panna fresca liquida 100 ml; - Zucchero a velo 10 g; Per la bagna al liquore - Acqua 130 g; - Zucchero 75 g; - Grand Marnier 70 g Per la decorazione - Zucchero a velo q.b.
n 12: art’s creation
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Marzo è un mese di attesa, dove tutto cambia. I fiori iniziano a spuntare e farsi sempre più belli. Le giornate diventano più lunghe e il sole ci scalda la testa nelle nostre lunghe passeggiate. I prati si riempiono di margherite
procedimento
e tutti sembriamo felici. Il freddo dell’inverno inizia a diventare un ricordo lontano. La primavera è alle porte… E allora perché non metterci ai fornelli per cucinare qualcosa? Magari per festeggiare la festa delle donne oppure
Per la preparazione della torta mimosa classica bisogna preparare i due pan di spagna. Preriscaldate il forno a 160° in modalità statica. Rompete le uova e iniziate a montarle con la frusta a velocità moderata. Aggiungete la vaniglia, prelevando i semi da entrambi baccelli di vaniglia e un pizzico di sale. A questo punto aggiungete lentamente lo zucchero. Continuate a montare per 15 minuti fino a che le uova non si saranno triplicate di volume e avrete ottenuto un composto fluido e cremoso. Adesso setacciate la farina e la fecola e incorporatele delicatamente con movimento dal basso verso l’alto. Imburrate e infarinate due stampi da 20 cm di diametro, dividendo l’impasto fra le due tortiere. (NOTA: se non avete una tortiera di queste dimensioni, dovrete creare il pan di spagna uno per volta. Quindi dimezzate le dosi necessarie. A questo punto cuocete per 50 minuti. In seguito lasciateli raffreddare completamente prima di sformarli. Dopo bisognerà creare la crema diplomatica, che andrà assieme al pan di Spagna. Iniziate quindi dalla crema pasticcera: incidete il baccello di vaniglia, prelevate i semi e teneteli da parte. In un tegame versare il latte, la panna e il baccello svuotato e scaldate il tutto dolcemente fino a sfiorare il bollore. Nel frattempo in una ciotola sbattete i tuorli insieme allo zucchero e ai semi di vaniglia, fino ad amalgamare il tutto. Setacciate all’interno direttamente l’amido di mais e mescolate ancora. Non appena il latte sarà caldo eliminate il baccello con delle pinze da cucina e versate un mestolo all’interno del composto di tuorli, mescolando con una frusta per stemperarlo. Versate il tutto nel tegame con il latte caldo e senza mai smettere di mescolare fate addensare a fuoco dolce. Una volta pronta, riponetela in una pirofila bassa e ampia e lasciatela raffreddare completamente, coprendo con pellicola trasparente a contatto quando la crema è ancora calda. Solo quando si sarà raffreddata, versate la panna fresca in una ciotola, unite lo zucchero a velo e iniziate a montare con le fruste. Non appena avrete ottenuto una panna ben montata, riprendete la crema e trasferitela in un’altra ciotola.
n 12: art’s creation
semplicemente per organizzare una cena tra le amiche. Queste sono alcune mie proposte... Mettetevi ai fornelli e siate felici, sempre!
Frustate leggermente per ammorbidirla e iniziate ad aggiungere la panna. Unitene unna cucchiaiata e mescolate energicamente per diluire la crema, poi incorporate la restante panna molto delicatamente muovendo la spatola dal basso verso l’alto. Coprite nuovamente con la pellicola e riponete in frigorifero a rassodare per circa 30 minuti. Per la bagna. Nel frattempo bisogna preparare anche la bagna per la torta. Versate in un tegame l’acqua, il liquore e lo zucchero. Accendete il fuoco e mescolate. Scaldate lo sciroppo fino a che lo zucchero non si sarà sciolto, poi versatelo all’interno di un’altra ciotola e lasciate raffreddare. Per comporre il dolce. Non appena tutto sarà freddo potrete comporre il dolce. Come prima cosa dovrete eliminare la crosticina esterna da entrambi i pan di spagna, prima dai bordi e poi dalla parte superiore e in ultimo anche la parte inferiore. Ricavate tre dischi dal primo pan di spagna. Aiutatevi con un disco da pasticcere. Con un cucchiaio spargete su tutta la superficie del disco la bagna preparata precedentemente. Unite ora circa ¼ della crema e livellatela con una spatola. Bagnate anche il secondo disco e coprite con un altro strato di crema come fatto nello step precedente. A questo punto inzuppate l’ultimo disco con la bagna rimasta e aggiungete ancora uno strato di crema, tenendone da parte un po’ che servirà per i bordi. Prendete il secondo pan di spagna e tagliatelo a fette in senso verticale, poi da ciascuna ricavate dei cubetti piuttosto piccoli, che serviranno per la decorazione finale. Utilizzate la crema rimasta per ricoprire i bordi della torta e con un cucchiaio spargete su tutta la superficie i cubetti di pan di spagna. Una volta ricoperta tutta la torta, riponetela in frigorifero per un paio d’ore. Al momento di servirla, spolverizzate con lo zucchero a velo. NOTA: La torta può essere conservata in frigorifero già composta per 3-4 giorni al massimo. Potete creare il giorno prima sia il pan di spagna sia la crema pasticcera.
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Cocktail mimosa
Il cocktail Mimosa è un drink fresco e leggero, nonché la variante del bellini e del rossini. La sua preparazione è molto semplice, basta spremere metà arancia e versare il succo in fluite, aggiungere infine lo spumante. La storia racconta che questo cocktail prende il nome del fiore giallo, divenuto poi simbolo della festa della donna e fu inventato a Parigi nel 1925.
Preparazione: 5 minuti Dosi per: 1 persona Costo: basso
ingredienti
- Spumante brut (1/2) 75 ml; - Succo d’arancia (1/2) 75 ml; - Arance (per la decorazione finale).
n 12: art’s creation
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schizzo creativo di Rosa Ingenito
Aumentare la creatività... disegnando! C’è un rapporto affascinante tra carta, penna e mente creativa, ancor di più tra uomo e disegno. L’uomo ha sempre disegnato, prima ancora di scrivere o parlare probabilmente, gli esseri umani hanno disegnato per più di 30.000 anni, sulla sabbia, sulla neve, nelle caverne. Ma in molti aspetti della
nostra società, come la scuola o il lavoro, scarabocchiare è considerato una perdita di tempo. In realtà secondo molti studi scientifici - e anche secondo la mia esperienza personale, aggiungo io - disegnare aiuta ad apprendere velocemente e meglio. Picasso diceva “L’arte scuote
dall’anima la polvere accumulata nella vita di tutti i giorni” e la scienza ci conferma che è vero, disegnare mantiene il cervello fresco e attivo. Il disegno impegna molte parti del nostro cervello e può avere un forte impatto sulla creatività.
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Famosi scarabocchi-atori
Scarabocchiare migliora: Performance cognitiva Scarabocchiare mentre si apprende aiuta il cervello a trattenere il 30% delle informazioni in più.
Memoria I disegnini sono come una cartolina, fanno ritornare alla memoria eventi specifici che potrebbero venire dimenticati.
Aiuta a far fronte allo stress Il disegno aiuta a rimuovere pensieri non necessari quando il cervello è sovraffollato e aiuta a scegliere la risposta emotiva migliore in situazioni difficili.
focalizzare Prendere appunti visivi aiuta il cervello a capire gli argomenti “noiosi”.
Risoluzione dei problemi Lo schizzo stimola le aree del cervello che aiutano ad analizzare le informazioni.
Quindi la prossima volta che qualcuno ti dice di smettere di scarabocchiare e prestare attenzione, di loro che il disegno è solo una parte del processo di apprendimento. fonti: wsj.com | cnn.com | inc.com n 12: art’s creation
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Top 5
Eroine Letterarie: la mia Top5 di Nicoletta Froechlich
In giro sul web si leggono molti articoli dedicati alle protagoniste di romanzi ma, ci avete fatto caso che compaiono sempre le stesse? Per carità, Anna Karenina, Emma Bovary e compagnia sono grandi personaggi letterari però – sinceramente – mi sono stufata di leggere lodi sempre agli stessi personaggi. Ecco perchè nel numero di marzo di aRt’s Creation – che noterete è quasi interamente dedicato alla donna – ho deciso di stilare la mia personale Top 5 delle eroine letterarie. Le elencherò in ordine casuale perché sarebbe troppo difficile scegliere chi mettere al primo posto.
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Elizabeth Bennet, Orgoglio & Pregiudizio
“Avrei potuto perdonare la sua vanità se non avesse mortificato la mia”
By Florence Minowa
La protagonista fuoriuscita dalla penna di Jane Austen è sicuramente nella classifica di molti degli articoli che ho letto ma, devo ammettere, che nemmeno io posso esimermi dal menzionarla. Elizabeth viene descritta come una ragazza risoluta, razionale e sensibile: il suo spiccato cinismo la rende, agli occhi della madre, sfrontata e poco ligia al costume. Una donna in età da marito che non vuole accasarsi con il primo che capita, che aspetta l’amore – attenzione, non lo cerca, lo aspetta! – che non vuole un matrimonio/contratto ma che vuole essere libera di poter scegliere con chi stare, per me è una donna che non si fa mettere i piedi in testa. E già qui ha tutta la mia stima, perché credo che vivere nel 1800 in cui c’era quella mentalità così ristretta avrebbe devastato chiunque della nostra generazione, no? Invece lei, alla fine dei conti e dopo mille peripezie, è riuscita a prevalere e a realizzare ciò che desiderava e non ciò che le era stato imposto. Elizabeth è dolce, spiritosa, intelligente, una ragazza dalle mille risorse e forse uno dei personaggi meglio riusciti degli ultimi due secoli. Se non avete ancora letto Orgoglio & Pregiudizio vi consiglio di farlo quanto prima: forse lo stile lo troverete “pesante” all’inizio ma vi abituerete e vi addentrerete piano piano nella cittadina di Netherfiels.
Hermione Granger, Harry Potter
“Io? Furbizia e tanti libri. Ci sono cose più importanti: amicizia… e coraggio” Hermione è la tipica “secchiona”: molto studiosa, eccelle in tutte le materie di studio ed è molto pignola quando si parla di compiti. Coraggiosa, leale, sa cavarsela nelle situazioni di crisi e pericolo; la sua conoscenza, unita al buon senso, è sempre stata fondamentale per superare tutte le sfide che il trio (Harry, Ron, Hermione) ha dovuto affrontare nei sette lunghi anni in cui è ambientata l’intera saga. In alcune circostanze può sembrare imperturbabile o snob ma – vi assicuro – ha un cuore puro e nobile, è sensibile, tiene molto alle persone con cui interagisce e si batte per le cause a lei care. Io adoro Hermione perché dietro quella sua facciata da perfettina so-tutto-io si nasconde una ragazza insicura e fragile che cerca di mascherarsi provando ad essere la migliore in tutto. La falsa sicurezza di sé che fa trasparire le serve come scudo per poter affrontare ogni situazione, e ne affronta davvero tante. Però nel corso della saga, il suo personaggio si evolve positivamente e questo guscio che si è creata intorno comincia a consolidarsi con il suo essere e riesce a farla diventare – almeno in parte – una persona con un carattere più forte e risoluto; insomma, una donna. Probabilmente vi ho descritto un personaggio che, letto così, potrebbe non piacervi ma non posso – e non voglio – farvi degli esempi pratici dato che non mi va di togliervi lo sfizio di leggere la saga, qualora non l’abbiate già fatto.
n 12: art’s creation
By J. Paddey
marzo 2017
27 Léonie Tardivaux, Léonie
“Non c’è modo migliore per non essere creduti che dire la verità” Lèonie Tardivaux, una giovane francese squattrinata, sposa Guido Cantoni, erede delle Rubinetterie Cantoni. Ma al suo Guido non interessa nulla dell’azienda di famiglia – che va avanti da tre generazioni – ed è qui che entra in gioco Léonie: da povera ragazza con un passato non roseo, si ritrova a dirigere una delle aziende più prestigiose alle porte di Milano. Nel giro di poco tempo, la giovane donna è benvoluta da tutta la famiglia e si integra così bene che riesce ad assimilarne tutte le abitudini, compresa la legge del silenzio su alcune faccende personali; infatti, come quasi tutti i membri della famiglia Cantoni, anche lei nasconde un segreto. Léonie è una donna molto bella, una madre presente e attenta, una moglie devota, una manager di tutto rispetto che guida con successo le Rubinetterie Cantoni nel mare ostile della recessione economica. Léonie è tante facce della stessa medaglia: una moglie, una mamma, una nuora, una donna in carriera. Magari non è sempre convinta che la sua vita giri nel modo giusto, ma alla fine prende coscienza di sé e riesce a sentirsi sé stessa grazie alla sua determinazione. Ho deciso di inserirla nella mia top 5 perché Léonie è quel tipo di donna che aspiro a diventare, è quel tipo di donna che non mi fa smettere di credere che posso essere tante persone contemporaneamente e che posso riuscire bene in tutto. Ma anche Léonie ha i suoi difetti e i suoi punti deboli, come tutti d’altronde… ed è questo che la rende una protagonista vera, un personaggio in cui ognuna di noi può identificarsi. Durante la lettura, si impara a conoscere la petite Léonie e a capire i suoi stati d’animo, il suo carattere e la sua storia. Léonie è uno di quei personaggi che, seppur non sembra fare nulla di eclatante, lascia il segno.
Katniss Everdeen, Hunger Games
“L’unica cosa che mi distrae è il panorama che vedo dai finestrini mentre sorvoliamo la città e proseguiamo verso la landa selvaggia che sta al di là. È questo che vedono gli uccelli. Solo che loro sono liberi e al sicuro. Al contrario di me” Katniss è una ragazza del Distretto 12, uno dei distretti del futuro distopico ambientato a Capitol City. Il Distretto 12 è uno dei più poveri e, infatti, Katniss è costretta a cacciare selvaggina in segreto per sfamare la sua famiglia. Ad appena sedici anni, si offre volontaria come tributo al posto di sua sorella Prim per gli Hunger Games: giochi mortali indetti dal Presidente Snow. Già qui, il carattere di Katniss sbuca fuori dal guscio: per salvare sua sorella da morte certa, si offre come partecipante a dei giochi mortali con la consapevolezza di poter non tornare a casa. Katniss è una ragazza determinata, indipendente, coraggiosa e impulsiva; a volte si dimostra fredda ma sotto sotto è una ragazza fragile che è stata costretta a crescere troppo in fretta in seguito alla morte di suo padre. Gli avvenimenti che si susseguono nella sua vita, la portano ad adattarsi al motto “uccidi o sarai ucciso” considerando sé stessa un’arma letale. Molto restia a stringere amicizia – anche se nel corso della saga si ritrova un bel po’ di amici – Katniss è il simbolo della ribellione: con la sua strategia durante la 74esima edizione degli Hunger Games innesca, senza saperlo, una rivolta. Mentre leggevo i libri, rapita totalmente dalla storia, ho ammirato Katniss per la sua tenacia e la sua forza di volontà anche se, a volte, mi sono indignata con lei: sa essere davvero testarda quando vuole. E forse questa è una delle caratteristiche che tanto la contraddistinguono come eroina perché molte scelte che prende sono dettate dalla sua testardaggine. Ma Katniss non è soltanto una macchina da guerra: è impacciata, non riesce ad esprimere i suoi sentimenti, si imbarazza in determinate situazioni e vederla sorridere è abbastanza raro; cerca di non fidarsi troppo delle persone per paura di essere tradita ma, in fin dei conti, vuole soltanto l’appoggio di chi le sta intorno. Questo suo lato, così differente dall’essere un simbolo da imitare e seguire, mi fa apprezzare il suo personaggio perché – durante la lettura – ti ricorda che si tratta pur sempre di una ragazzina.
n 12: art’s creation
marzo 2017
28 Mariam e Laila, Mille splendidi soli
“Come l’ago della bussola segna il nord, così il dito accusatore dell’uomo trova sempre una donna cui dare la colpa. Sempre. Ricordalo, Mariam” Mariam e Laila sono due donne afgane le cui vite difficili si incrociano e si intessono come una ragnatela. Ambientato a Kabul, il romanzo spazia in alternanza nella vita delle due protagoniste che, ad un certo punto, si incontrano. Entrambe spose di Rashid, un essere (perché per me uomo non è!) viscido e violento, ignorante e ubriacone, che si sente superiore non solo alle mogli ma alle donne in generale, le due protagoniste si ritrovano a condividere non solo il marito ma una vita orribile che noi occidentali non immaginiamo neppure. Costrette in un paese che non le considera persone bensì oggetti, Mariam e Laila sono il ritratto della donna fragile e sottomessa che subisce di tutto senza avere il potere e la libertà di fare nulla; ma nonostante ciò, le due riescono a creare un rapporto di amicizia e affetto che non ha eguali: la reciproca solidarietà, il dolore che condividono, il farsi forza a vicenda e il volersi così bene rendono la storia molto toccante. Non vi nascondo che più volte ho quasi pianto per la descrizione di alcune scene cruente, di violenze che entrambe subivano, di scene che il mio cervello non immagina nemmeno sotto tortura… da donna, è stato difficile non provare ribrezzo e paura per quello che pativano. Durante la lettura, mi pervadeva un moto di tenerezza e sostegno per queste due protagoniste così sensibili e impotenti, un po’ di tristezza per le loro misere esistenze che – purtroppo – riflettono ancora oggi la realtà delle donne afgane, e i brividi lungo la schiena per la stessa impotenza che sentivo io nel non poter fare qualcosa per aiutarle. Questo romanzo mi ha catapultato in un luogo e in un tempo che mi ha messo l’angoscia ma contemporaneamente mi ha fatto capire che qualsiasi circostanza affrontiamo, noi donne sappiamo e possiamo essere forti e determinate – e magari folli – pur di ottenere ciò che meritiamo. Mariam e Laila vogliono soltanto la loro libertà e la ottengono a caro costo; nonostante ciò, la cosa affascinante è che, per quanto possa sembrare tutto triste, alla fine del libro riesci a trovare uno spiraglio di luce in cui le due protagoniste possono finalmente decidere per se stesse. Un libro che fa riflettere molto e che, seppur un po’ pesante e forte, consiglio di leggere assolutamente.
È stato molto difficile per me poter inquadrare tutti i personaggi ma spero di esserci riuscita e di avervi convito a leggere questi libri, qualora – ovviamente – non l’abbiate già fatto! Vi invito a farmi sapere il vostro parere contattandomi su Facebook tramite le pagine Nikilu’s oppure Art’s Creation.
By Pattie Dineros
n 12: art’s creation
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di Rosa Ingenito
arte
Guercino a Piacenza La città di Piacenza, dal 4 marzo al 4 giugno celebra uno dei massimi artisti emiliani di tutti i tempi, Giovanni Francesco Barbieri, detto Guercino; la mostra e le tante iniziative organizzate uniranno in unico percorso il Duomo e il Palazzo Farnese. Fulcro di tutta la manifestazione sarà la Cattedrale, la cui cupola ospita il ciclo di affreschi realizzato da Guercino, per tutta la durata dell’evento sarà possibile ascendere all’interno della cupola del duomo e ammirare da vicino gli affreschi, cosa quasi unica e irripetibile. Contemporaneamente nella Cappella ducale di Palazzo Farnese sarà possibile visitare la mostra con una selezione di opere del Guercino. In un unico percorso dunque sarà possibile scoprire il mondo di Barbieri, uomo molto religioso, tanti infatti i soggetti sacri, ma trasposti sempre con verità, affetto ed emozione. Se non si conosce ancora l’opera di Guercino è consigliabile ammirare prima la selezione di opere al Palazzo Farnese e poi addentrarsi nell’ascesa alla cupola e poter apprezzare appieno il capolavoro che vi si parerà davanti, le scene sono uniche e ricche di dettagli e le Sibille e i Profeti rimarranno di sicuro nei vostri ricordi. Per maggiori informazioni vi rimando al sito ufficiale: http://guercinopiacenza.com
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in mostr
Giovanni Boldini Roma ospita l’eleganza dell’opera di Giovanni Boldini, dal 4 marzo al 16 luglio al Complesso del Vittoriano - Ala Brasini. La mostra è dedicata al pittore ferrarese che fu tra i più importanti interpreti della Belle Époque. L’esposizione romana racchiude olii e pastelli tra i più rappresentativi della produzione del pittore ferrarese e di altri artisti a lui contemporanei, e una selezione di disegni su carta e incisioni. L’unicità del Boldini sta sicuramente nei suoi ritratti di donne, eseguiti in maniera straordinaria, è uno dei pochi artisti che ha esaltato la bellezza femminile, svelando anche l’aspetto fragile dell’anima delle donne immortalate. Era non a caso il pittore più richiesto per rappresentare a figura intera le nobili signore dell’epoca, che lui chiamava “fragili icone”, intendendo donne dalla grazia e delicatezza infinite, e così in effetti appaiono le sue donne. Anche se ben presto dimenticato perchè “non poteva e non può stare nello stesso calderone degli Impressionisti.” Boldini è riuscito comunque a dare in maniera moderna potenza e forza alle sue immagini. Nei suoi dipinti non c’è la voglia di spezzare l’immagine come negli artisti dell’avanguardia del suo tempo, ma c’è un nuovo e originale senso di movimento, diverso dal passato ma ancora legato ad esso. Maggiori informazioni: http://www.ilvittoriano.com
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Con l’arrivo della primavera aumentano gli eventi artistici in giro per l’Italia e quest’anno non è da meno. Indecisissima su quale mostra consigliarvi ho deciso di ampliare la scelta così da farvi dare un’occhiata a cinque delle mostre di pittura che potrete visitare dai prossimi giorni in Italia.
“Manet e la Parigi moderna” a Palazzo Reale Dall’8 Marzo al 2 Luglio è possibile ammirare le opere di Manet a Milano, nella mostra allestita al Palazzo Reale. Potremo ripercorrere l’evoluzione artistica del pittore impressionista e ricostruire la sua Parigi. L’esposizione si compone di 55 dipinti, di cui 17 capolavori di Manet e 40 altre splendide opere di grandi maestri del tempo, tra cui Boldini, Cézanne, Degas, Fantin-Latour, Gauguin, Monet, Berthe Morisot, Renoir, Signac e Tissot. Questo percorso espositivo ci darà modo di conoscere il doppio volto di Édouard Manet, innovatore da un lato, che rifiuta gli insegnamenti dell’accademia, e tradizionalista dall’altro, che rappresenta la vita moderna prendendo spunto dai grandi maestri del passato. Da questi ultimi coglie il tocco intriso di colore che aggiunge alla tela direttamente senza disegno preparatorio, dipingendo en plein air per imprimere la luce sulle sue tele. Tra tutti i pittori dell’Ottocento francese, Manet è quello che più ha creato una cesura con l’arte precedente, ha contribuito alla nascita dell’impressionismo anche se nei confronti degli impressionisti ha sempre avuto un atteggiamento distaccato. Ma dopo di lui la pittura non è stata più la stessa. Per maggiori informazioni sulla mostra: http://www.palazzorealemilano.it
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A m e d e o Modigliani Un percorso espositivo che si intreccia con quello creativo del pittore Amedeo Modigliani, quello proposto a Genova nell’appartamento del Doge di Palazzo Ducale, dal 16 marzo al 16 luglio. Questa mostra si propone di illustrare l’indagine artistica condotta da Modigliani sulla figura umana, che ha sempre cercato di cogliere il carattere profondo dei suoi soggetti. Saranno esposti circa trenta dipinti provenienti da importanti musei come il Musée de l’Orangerie e il Musée National Picasso di Parigi, il Koninklijk Museum voor Schone Kunsten di Anversa, il Fitzwilliam Museum di Cambridge, la Pinacoteca di Brera e da prestigiose collezioni europee e americane, oltre ad altrettanti disegni. La pittura di Modigliani è senza dubbio di una qualità estrema, introversa, introspettiva, concentrata soprattutto sul ritratto, studiato in inquadrature ravvicinate e con taglio modernissimo. Per maggiori informazioni vi rimando al sito ufficiale: http://www. modiglianigenova.it
n 12: art’s creation
Henri de Toulouse-Lautrec, La Belle époque Quest’anno è possibile ammirare una selezione di circa 170 opere di Toulouse-Lautrec provenienti dall’Herakleidon Museum di Atene. Questa grande retrospettiva dedicata al pittore bohemien avrà luogo a Verona nello spazio espositivo AMO - Palazzo Forti dal 1 aprile al 3 settembre. Il percorso espositivo si soffermerà principalmente su litografie a colori, manifesti pubblicitari, disegni a matita e illustrazioni. Toulouse-Lautrec infatti è soprattutto un grande disegnatore, ha portato la sua arte su un piano che era sconosciuto agli altri pittori impressionisti, ovvero quello della linea funzionale. Con le sue linee riesce a cogliere con precisione espressionistica le forme, i corpi, lo spazio, e riesce a dare sostanza anche alle superfici riempiendole di linee che si intrecciano tra loro. Questo lo pone al confine tra gli impressionisti e gli espressionisti. Va considerato sicuramente come l’ultimo dei pittori impressionisti, “maledetto” al pari di molti altri artisti del suo tempo a causa della sua deformità, che lo portò a vivere una vita bohemien nel pittoresco e malfamato quartiere parigino di Montmartre, nel quale trova la propria ispirazione tra ballerine e prostitute. Ma a differenza degli altri impressionisti è riuscito a soffermarsi sulla linea e a deformarla donandole capacità espressionistiche impressionanti; ed è per questo che i movimenti pittorici successivi, soprattutto l’espressionismo e la cultura liberty, vi hanno tratto la loro ispirazione. Dunque, passeggiando tra le opere di Toulouse-Lautrec esposte al Palazzo Forti, entrerete nella Parigi di fine ottocento vista attraverso gli occhi di questo artista maledetto che ha vissuto la propria vita e la propria arte su un unico piano di intensa partecipazione emotiva. Per maggiori informazioni vi rimando al sito ufficiale: http://www. mostratoulouselautrec.it
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Piperille &
burrobirra “Il mondo è una torta piena di dolcezza” Charles Baudelaire di Nicoletta Froechlich
Bentornati al secondo appuntamento con Piperille & Burrobirra! Se vi siete persi il primo, dovete necessariamente sfogliare il numero di aRt’s Creation di Febbraio (non solo per la mia rubrica, ovviamente!). In questo numero della rivista vi propongo una delizia che ho inventato per puro caso, adoperando alcuni ingredienti che adoro: ARANCIA + YOGURT + MANDORLE = Cheesecake all’arancia! Vi dico da subito che io la cheesecake la faccio senza mascarpone o formaggio spalmabile che sia, preferisco adoperare lo yogurt greco o la ricotta di cestino: trovo che abbiano un sapore più delicato. E forse ora penserete: ma quindi non è una cheesecake, è una torta fredda allo yogurt! Beh, in effetti avete ragione, ma cheesecake fa più figo… no? Ingredienti: Per la base 180 g biscotti secchi 100 g burro fuso
Per la farcitura 340 g yogurt greco bianco 200 ml panna vegetale una fiala di aroma all’arancia una/due arance mandorle pelate q.b. cioccolato fondente q.b. 2 fogli di colla di pesce
Procedimento: Procurarsi un ruoto a cerniera per poter gestire al meglio la torta. Foderare la base con carta forno e procedere come segue.
BASE: tritare i biscotti in un frullatore (se non si ha il frullatore, mettere i biscotti in un sacchetto per alimenti e schiacciarli con un mattarello finché non diventano polvere). Una volta tritati, aggiungere il burro fuso e mescolare finché il composto non diventa più scuro e umidiccio. Adesso, versare il composto di biscotti nel ruoto e con l’aiuto di un cucchiaio (o con le mani) portare a livello i biscotti fino a formare una base compatta; tagliare le arance a fette regolari e rivestire il contorno del ruoto. Infine, mettere in frigo per almeno una decina di minuti. FARCITURA: mettere la colla di pesce in un contenitore con acqua fredda e lasciare a bagno per almeno cinque minuti; nel frattempo, in una ciotola montare a neve la panna e mettere da parte. In un’altra ciotola, versare lo yogurt e amalgamarlo con una forchetta o una frusta (lo consiglio perché lo yogurt greco è molto più compatto di uno yogurt normale e lavorarlo evita la formazione di grumi). Adesso, unire panna e yogurt e frullare con l’ausilio delle fruste elettriche. Aggiungere la fiala di aroma all’arancia e mescolare.
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33 Quando la colla di pesce si sarà ammollata, versarla in un pentolino insieme ad un cucchiaio di panna o di latte e lasciare che si sciolga completamente. Appena sciolta, versarla nel composto e mescolare. Tagliuzzare grossolanamente le mandorle e il cioccolato fondente e unire il tutto al composto; mescolare bene e versare la farcitura nel ruoto. Livellare con una spatola e porre in frigo per almeno 3-4 ore. Prima di servire, aprire la cerniera e toglierla; grattugiare il cioccolato fondente sulla torta e decorare con arance e mandorle… e voilà, la torta è servita!
Consiglio: sempre meglio prepararla il giorno prima, più tempo trascorre nel frigo e meglio si assesta. Altro consiglio: quando la faccio, servo le fette cospargendole con salsa alle arance (squisita!) Per prepararla bastano: due o tre arance e zucchero a piacere. Mettendo in un pentolino i due ingredienti, a fuoco lento, mescolando continuamente, si crea una salsa deliziosa… la sua consistenza dipende da quanto la terrete sul fuoco. Io la tengo almeno cinque o dieci minuti, giusto per farla addensare ma non troppo. Ed ecco il risultato :)
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Dietro le quinte di
it’s spring
di Rosa Ingenito
“Primavera non bussa lei entra sicura come il fumo lei penetra in ogni fessura ha le labbra di carne i capelli di grano che paura, che voglia che ti prenda per mano. Che paura, che voglia che ti porti lontano.” - Fabrizio De Andrè In questo “Dietro le quinte” vi mostrerò il processo creativo ed esecutivo di questo mio ultimo lavoro. Scopri di più su www.roses-creation.com
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Per prima cosa ho inserito la foto in un documento vuoto e ho ruotato leggermente l’immagine.
Ho aggiunto poi le farfalle ricreando una sorta di direzionalità verso l’alto e giocando un po’ con la prospettiva. Per dare un senso di profondità alcune farfalle sono più grandi (più vicine allo spettatore) rispetto ad altre.
Successivamente ho inserito l’immagine del prato e ho iniziato a ritagliare la modella. In questo caso ho usato lo strumento lazo magnetico perchè la foto era ben definita. Poi ho ho applicato la maschera di livello e cominciato a cancellare parte del vestito per ricreare l’effetto immerso nell’erba.
Per ottenere dei toni più delicati ho impostato il livello di fusione delle immagini del cielo su Sovrapponi e su Scolora e poi ho eliminato le parti in eccesso. Infine ho aggiunto altri particolari manualmente utilizzando lo strumento pennello.
Successivamente ho lavorato sui colori, diminuendo la luminosità e esaltando i rossi. Ho usato gli strumenti Miscelatore Canale, Correzione Colore Selettiva e Bilanciamento Colore.
Ho riempito poi il resto dello sfondo con un nuovo cielo. Per ricrearlo ho usato tre immagini diverse che ho fuso tra loro.
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Per dare movimento alla scena ho aggiunto il Filtro Movimento e poi con una maschera di livello ho applicato l’effetto solo alle parti che mi interessavano, il vestito, i capelli e le farfalle.
Ho usato poi un filtro Nitidezza e usato gli strumenti Scherma e Brucia per rendere luci e ombre più evidenti.
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Ho diminuito un po’ la luminosità e aggiunto le particelle di polvere.
Infine ho esaltato un po’ i blu con Bilanciamento Colore.
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Ph: Amici di scatto // Pp Giulia Vigato
COME CREARE UN COSTUME da cavaliere Jedi di Alessia Vallebona
Quanti sono fan di Star Wars? Qualcuno ha da sempre desiderato di combattere con le spade laser? Chi di voi da piccolo indossava l’accappatoio, tirava su il cappuccio e fingeva di essere Anakin Skywalker? Ora gli accappatoi non serviranno più! Potrete continuare a utilizzarli dopo la doccia! In questo articolo verrà descritto
n 12: art’s creation
come realizzare uno dei famosi costumi da Cavaliere Jedi. Naturalmente, non posso partire dalle basi di sartoria perciò questi consigli sono per chi sa un pochino usare ago e filo, e chi sa lavorare con cartamodelli. Innanzitutto la domanda sorge spontanea: Quale parte della Forza sentite più vostra? Siete
saggi e riflessivi, o vi lasciate guidare dalle passioni? Siete un Cavaliere Jedi o un Signore dei Sith? La scelta del colore delle stoffe sarà guidata da ciò che sentite più vostro, solitamente i Jedi prediligono un colore più chiaro, tendente al marrone o al color crema, mentre i Sith prediligono colori scuri, come il nero o il rosso.
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Realizzazione Per prima cosa bisogna cucire la casacca che rimarrà sotto a tutti gli altri indumenti. Per farla, si parte da una base classica di corpino, davanti e dietro, con cartamodello tagliato in avanti, per poi aggiungere un pezzo che servirà per essere sovrapposta alla chiusura. Dato che di questa parte spunterà solo il colletto, molti realizzano solo quello, da applicare poi alla tunica tramite bottoni automatici. Per realizzare solo il colletto è sufficiente lavorare su una striscia, riprendere i bordi e inserire, se si vuole, uno sbieco che fungerà da ricamo. La tunica è l’indumento che si indossa subito dopo e per realizzarla si attua lo stesso procedimento della casacca. Le maniche solitamente si realizzano ampie e senza la cucitura di pince, in modo da lasciarle il più morbide possibili. Per fermare casacca e tunica si possono usare dei bottoni automatici, oppure, come sarebbe uso, rimarrebbero chiusi per mezzo delle Tabard e della Obi. Le Tabard e la Obi sono simili a “bretelle” e “cintura”, e sono due pezzi distinti. Per realizzare le Tabard si fa un doppio cartamodello a X, riportato, su stoffa doppia, due volte (più facile lasciare l’estremità superiore attaccate in modo da cucire il meno possibile). È consigliabile mettere la stoffa piegata al contrario e poi cucire lungo il contorno del cartamodello, in modo che una volta girato le cuciture rimarranno interne e non si vedranno. Le misure delle Tabard possono variare (le misure riportate nell’immagine sono indicative per il modello che ho voluto realizzare io, ma possono essere anche più lunghe).
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La Obi, invece, non è altro che dovrebbe raggiungere terra, ma è una fascia spessa che si chiude sempre a scelta per un eventuale in vita, e dovrebbe bloccare le personalizzazione). Tabard, la tunica e il casacca. Le maniche vanno molto ampie, Per realizzarla occorre ritagliare quasi svasate, e senza la cucitura due rettangoli con lunghezza pari di pince (se risulta più facile si a quella della vita della persona e può direttamente usare la base altezza a piacere (io ho usato 35 di un Kimono, in modo che già sul cm). I due rettangoli si cuciranno cartamodello le maniche saranno al contrario, per poi capovolgere attaccate al corpino). il tutto, e dietro si chiuderanno Inoltre bisogna realizzare un con due bottoni automatici. ampio cappuccio, partendo dalla L’ultima parte del vestito è la realizzazione di un rettangolo cappa. (o quadrato se si vuole più Si parte sempre con una base squadrato) sul cartamodello, per di corpino, ma stavolta non poi delinearlo a mano libera in si definiranno i fianchi bensì base a quanto lo si voglia grande. si verrà dritti dalla manica, Continua nella prossima pagina > per tutta la lunghezza (che
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Consigli per la cucitura:
Accessori:
– Per essere il più preciso possibile occorrerebbe indossare anche una cintura (solitamente in pelle) sulla Obi, al quale saranno attaccati borselli e piccole tasche (che dovrebbero aver la funzione di contenere oggetti). – Non ho spiegato la realizzazione dei pantaloni perché in realtà si possono trovare in qualsiasi negozio, basta che non siano troppo attillati e che la stoffa non sia troppo morbida. – Un Buon Cavaliere Jedi e un Signore dei Sith han sempre la propria spada laser! – Potrebbe sembrare carino abbinare un trucco particolare (soprattutto nel caso voi abbiate scelto il Lato Oscuro della Forza!). Spero che questi consigli vi siano stati di aiuto, per qualsiasi ulteriore informazione potrete trovarmi su Facebook presso la pagina Adames Cosplay… E che la Forza sia con Voi!
– Per cucire il tutto usate un punto dritto, non troppo ampio. – Per il sotto manica e l’interno delle Tabard (la parte del collo) consiglio punti a mano libera. – Per completare il tutto e per evitare che la stoffa sfilacci utilizzate uno zig-zag.
Consigli per lavorare la stoffa:
– Per realizzare questi costumi la stoffa non deve essere troppo leggera (tranne che per tunica se lo si desidera). Consiglio pertanto un cotone o derivati. – Nel caso si voglia un mantello più rigido si può foderare con dell’altro cotone, o fodera di raso se si desidera un interno più luminoso. – Se avete scelto una stoffa scura e avete paura che gessetto e carta copiativa possano rovinare il tessuto, usate una saponetta così al primo lavaggio non si vedranno più i segni.
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PH Luca Fornaciari
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Fantasy
di Rosa Ingenito
Challenge Oggi vi parlo di una iniziativa di due giovani ragazze italiane, che come preannuncia il titolo è fatta tutta di fantasia! “Salotto degli Artisti” e “La Lega degli Artisti” hanno deciso di unire le forze per una “Ilcollaborazione senza precedenti dedicata completamente all’arte in ogni sua forma. Questo
“
sia per essere una vetrina per vari artisti, quanto creare un interscambio tra noi fatto di visibilità, ma anche passaparola. Una collaborazione che mette alla base un’unica cosa: l’arte di esprimersi.
Le due creative che hanno dato vita a questa sfida creativa sono Cristina e Juliet. Cristina - blogger del “Merrit Dreaming Spaces” – è appassionata di scrittura e la fantasia così come la creatività fanno parte di lei. Juliet - founder de “La Lega degli Artisti” – ha come grande passione la scrittura, il disegno e la grafica. Fonde queste sue doti nei forum e nei giochi di ruolo.
I lavori in gara verranno poi visionati e i migliori verranno proposti sul blog insieme ad un articolo dedicato all’artista. La “Lega degli Artisti” poi sarà lieta di ospitarvi non solo per postare i vostri lavori, se partecipate a un round della #FantasyChallenge, ma anche se avrete voglia di conversare con gli altri artisti e far conoscere ulteriormente ciò che vi appassiona.
E’ basandoci su questa vena creativa che abbiamo pensato di creare un “gioco” -passateci il termineattraverso il quale ci piacerebbe rendervi più partecipi con il blog e il forum e perchè no dare spazio a varie forme di creatività ognuna in persone diverse come diverso è il nostro modo di esprime la nostra fantasia.
Che aspettate? Date subito uno sguardo al nuovo round!
Ma di cosa si tratta? Ogni mese troverete una #FantasyChallenge a tema, ognuno è libero di esprimere il tema del mese come preferisce e con il suo tipo di arte. Si può partecipare a tutti i round o ad alcuni scegliendo i temi che più preferite.
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Vuoi apparire anche tu sul prossimo numero di aRt’s Creation? Contattaci sulla nostra pagina Facebook e lasciaci qualche informazione sulla tua attività creativa :)
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aR reation
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ART’S CREATION Il nostro scopo è quello di incoraggiare e promuovere un ambiente positivo per lo sviluppo e la condivisione dell’arte. L’obiettivo è quello di creare una comunità che aiuti tutti a crescere come artisti e come persone.
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