Antonio di Grazia POESIE
PASQUA Compio Gesti quotidiani Supportato dalla forza Di esigenze ed abitudini Ai margini Colonna sonora L’esplosione di eventi tali Solo per millantato credito Date Attese per mesi Da chi non ha Molto da attendere
EPITAFFIO Non odierò mai Il male Che farà scempio Del mio corpo Quanto ho odiato Ed odio Quello Che ha fatto strage Dei miei sogni
Tento di rincorrere Me stesso Districando matasse D’incoscienza ardita Trovo Sulla mia strada Ottusi limiti Frammenti Di memoria altrui
Dolce è il destino Se può chiamarsi tale Di chi varca il confine Nel gratuito disprezzo Diffidenza Scopre improvviso Chi gli è pari E vola Sulle pindariche ali Del ricordo Nei luoghi Abbandonati Miliardi d'anni prima E piange Caldo dolore Ipocrita La terra Odiata
Cerchi la veritĂ Perso nei numeri - Le cifre Ăˆ vivo unicamente Quello che puoi Pagare Lo zenith Dei tuoi desideri Ha un nome Dodici zeri
Non chiedetemi comprensione Vivo vite diverse E sogno Non chiedetemi d’essere uguale Amo il mio volto Strano Amo i miei sogni E in essi vago Sperando, stolto Di vincere Una battaglia Persa
Senti Dentro di te Rabbia che esplode Sfugge impetuosa e porta E ti devasta Senti Dentro di te L’odio Feroce armigero d’una rivolta Sterile Lasciatemi M’aspettano fremendo Mille e mille nemici Mulini a vento
E nonostante tutto Ti amo PerchÊ non dovrei farlo Tu sei comunque un'oasi In te è la quiete Libera spiaggia A te m'affido Fiducioso E dormo
Ovunque Il vento dell’IO Spazza impetuoso I sogni Cercali Se vuoi Volano in alto Resta Tra giorno e giorno Solo il riposo
Presumo Privo di certezze E poi, talvolta, Scopro Violenta intuizione Quanto sia poco vero Vivere Credere Sorgere Morire Noi siamo qui Ed è lo stesso Le nostre assenze Contano Su registri Destinati a sbiadire E noi con loro
Esistono dei luoghi dentro Preclusi a tutti Io mi ci immergo E sono stranamente Vivo
Nessuno lascia PiÚ duratura traccia Di chi cerca Di sprofondare Nell’oblio
L’alba sbiadisce In un mare di nuvole Candide Piove Ed io osservo La pioggia Dal finestrino d’un treno “Pendolari” Nulla ha meno colore Delle esistenze che Si ripetono All’infinito Mortali Perché la morte Codarda Spazza via le tracce Di chi non ha saputo Lasciarne L’alba è lontana Risolta in un mare di nuvole Candide Piove Ed io, rassegnato, Guardo E disprezzo il mondo Che si cela Sicuro All’ombra di un dito
Non esistono alberi A cui tendere Manii d'infanti Solo rovi e sterpaglie Ora Raccolgono l'invito Di chi Incauto Vi s'accosta
Se potessi fermare L’acqua di un fiume Sarei una diga E non saprei proprio Come grattarmi il culo Nel caso mi prudesse
Ne ho piene le palle Di quello che gli altri Pensano Di me Non voglio piÚ Ascoltare Parole di dissenso Sentire sguardi Carichi di compassione Lanciati da chi Non vuole vedere Mio è il volto nello specchio Ed io solo posso decidere Il cambiamento
Ho letto angoscia sui vostri volti Stupore nei vostri sguardi Astio nelle vostre voci Lasciatemi stare!!! Sto solo cercando Di aiutare me stesso A non morire del tutto Come è accaduto a voi Sterili ingranaggi di una catena Che a nulla conduce fuorchè Alla sopravvivenza Come osate giudicarmi Voi Che niente avete preteso Se non il perseverare dei Vostri errori Nell’incoscienza Nella cecità Nell’arroganza degli sconfitti
I sogni si infrangono Sul ritmico pulsare Di un orologio - cuore L’orrore dei gesti ripetuti Incombe Demoniaca presenza Langue, sul fondo, Uno stanzino scuro Covo d’assassini Distrutto dal fragore D’una lampada Al neon
L’immagine piÚ bella Che posseggo E’ quella mai intravista Se non tra le sbiadite pagine Di un sogno
Vorrei trovare favole Canzoni Nel deserto Arida è l’ora Che conduce all’inganno Reciproco Dei silenzi sprecati All’ombra della sfiducia Del ricavo Formali consuetudini consuete formalità Non si può dire io voglio Se non si possiede
Rimango ad occhi chiusi E volo Nessun sole potrĂ sciogliere Le mie ali Di cera
Eppure udirti ridere Dà gioia E circondato, perso Nel tuo amore Resto Rapito come Se solamente questo bastasse A riempire secoli di vuoto Eppur vederti piangere Rattrista Anche se è vero Anche se a volte serve Come se fosse parte Di un disegno Che dura Che spesso si dipana Incontrollabile matassa
Di emozioni In mille strade nuove Tutte aperte A me che vago E tutte le percorro E sfioro un nome, un volto, Un'illusione E sono tuoi quei nomi, i volti E spesso Spesso li afferro Eterei E poi d'incanto tu T'involi ancora Lasciando a me un profumo Un sogno Ed io li serbo Come tesori Brandelli d’emozione
Il tuo dolce calore Bacio Mi emozionano I tuoi ringraziamenti Muti Sono in te Regno di gioia E lascio che il tuo corpo Mi rinnovi
PASQUA EPITAFFIO Dolce è il destino Cerchi la verità Non chiedetemi comprensione Senti E nonostante tutto Ovunque Presumo Esistono dei luoghi dentro Nessuno lascia L’alba sbiadisce Non esistono alberi Se potessi fermare Ne ho piene le palle Ho letto angoscia sui vostri volti I sogni si infrangono L’immagine più bella Vorrei trovare favole Rimango ad occhi chiusi Eppure udirti ridere Il tuo dolce calore
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