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Palio a tre ruote - di Paolo Conti
Sidecar al Palio del Golfo: la manifestazione rievocativa del Circuito motociclistico di La Spezia ha aperto il Circuito Tricolore in ambito motociclistico. Dopo la sospensione nel 2020, anche sull’edizione di quest’anno (dal 30 loglio al 1 agosto) gli efetti della pandemia si sono fatti sentire in maniera piuttosto pesante, seppur in maniera più sensibile sulla ”Festa del Mare” che si concretizza nulle sfide remiere tra gli equipaggi delle tredici borgate che s’afacciano sul Golfo di La Spezia, e la relativa festa popolare legata a queste. Ai partecipanti alla rievocazione, organizzata dal CAMS, Circolo Auto Moto Storiche, si può dire che sono mancati solo gli autentici bagni di folla delle serate del venerdì e del sabato. Fino al 2019 i sidecar erano diventati parte integrante della sfilata folcloristica delle borgate del venerdì sera, e la rievocazione del sabato sera, dopo la spettacolare ”Cena delle borgate” con mille e più persone sedute nella lunga tavolata di corso Cavour, rappresentava un autentico motivo di richiamo per cittadini e turisti, con l’opportunità dell’emozione di un giro come passeggeri oferta ai più piccoli. Ma la decisione della Prefetta Maria Luisa Inversini di vietare la sfilata e le cena, per evitare pericolosi assembramenti, è stata di svolgerlo a ”porte chiuse” davanti a soli 1.000 spettatori invece delle decine di migliaia degli anni precedenti. Prima di conoscere come si è svolta la rievocazione è doveroso andare a vedere i sidecar dei 15 partecipanti. Quattro le BMW: la R12 del 1939 di Claudio Trippetti, le due R51/3 del 1952 di Michele Zavatto e del 1953 di Vincenzo Lioce e la R67 del 1951 di Bartolomeo Maina, che assieme alla figlia Carla ha afrontato anche il trasferimento da e per Torino. Anche Luigi Mazzaccherini in coppia con Paola hanno deciso di afrontare andata e ritorno da Pisa a bordo della Nimbus del 1939 impiegata nella rievocazione. Tre le Moto Guzzi: le due Sport 14 di Mario Macchiella e di Simone Casari e la V 500 del 1937 di Marzio Ghidoni con passeggero il figlio Alessio, che con i suoi 7 anni è il partecipante più giovane. Al riguardo di Casari è doveroso segnalare che è il nipote di Napoleone Bianchini, un grande amico del Palio rimasto vittima del Covid. In onore e in memoria del nonno ha partecipato con il sidecar che lui usava in questa manifestazione con la nonna Adriana come passeggero, a ricordo di una vita trascorsa assieme e condivisa anche nella passione verso il motorismo storico. Sono tre i modelli francesi, la Terrot 350 HLS del 1934 di Fabrizio Gallini, la René Gillet 1000 del 1938 di Giansilvio Perissinotto con a bordo la moglie Rita e la figlia Marzia, e l’inconsueto Peugeot 125 Triporteur di Francesco Quattrocchi, un triciclo da trasporto praticamente sconosciuto da noi, ma che ha avuto un discreto successo commerciale in Francia con oltre 28.000 esemplari costruiti dal 1945 al 1959. In tema di veicoli utilitari, anche se di ben altra eleganza, c’è la Lambretta ”150 d” del 1956 di Gaspare Piobbico abbinata al sidecar ”Durapid”, che ha la peculiarità del carrozzino formato assemblando tre blocchi in lega leggera. Molto elegante anche il coetaneo NSU Spezialmax 300 con side Steib in tonalità bicolore. A chiudere la rassegna due modelli inglesi: troviamo la BSA E30/14, sigla che identifica la bicilindrica a valvole laterali di 770 cm³ del 1930 con 18 CV di potenza massima e cambio a 3 rapporti, di Mauro Pasotti e la moto più datata, la Premier 3 ½ - 4 HP Lusso del 1914 di Enrico Passeri, una 500 monocilindrica con cambio a 3 velocità e debrayage costruito dalla stessa Azienda di Coventry, equipaggiata ancora con il carrozzino in vimini, che ospita la moglie Maria Grazia. Per gli equipaggi il Palio si apre con il trasferimento al Porto Mirabello, dove i sidecar vengono lasciati in esposizione vegliati dalla “nave più bella del mondo”, l’Amerigo Vespucci, e la visita al Museo Tecnico Navale, il maggiore di questo genere in Italia e tra i più antichi al mondo, erede della tradizione marittima e navale Sabauda. Sabato, la mattina e la prima parte del pomeriggio sono totalmente turistico-vacanzieri, con i sidecar che restano in garage e gli equipaggi che in battello raggiungono Portovenere, mentre a La Spezia i sidecar tornano protagonisti con la rievocazione del Circuito. Per evitare i più che comprensibili assembramenti di spettatori e di curiosi attirati dai sidecar e dagli equipaggi in abbigliamento consono con l’età del mezzi, la prova a cronometro si svolge all’interno dell’Arsenale. Il percorso viene preparato dai soci del club presieduto da Lorenzo D’Alesio con l’ausilio del personale della Marina. È un rapporto ormai ”storico” quello tra il CAMS e la Marina Militare, che ha nel Capitano di Vascello Andrea Tagliavini, anche consigliere del club spezzino, il suo punto di congiunzione. Dopo un giro di prova inizia la ”sfida” vera e propria, anche se per molti questo è solo un giro in sidecar in un ambiente esclusivo, e non certo una gara. Quando tutti gli equipaggi hanno completato la prova, arriva uno dei momenti più attesi, l’escursione turistica sulla via Litoranea per le 5 Terre, con l’attraversamento del centro di La Spezia al rientro. Per conoscere il risultato della prova a cronometro bisogna aspettare il terzo giorno, quando gli equipaggi a bordo dei loro sidecar raggiungono la sede del CAMS, che è nello stesso complesso del Museo ”Fondazione FS”, esposto dal responsabile l’ingegner Francesco Leonardi. Al netto dei cronometri, vince l’equipaggio Mazzaccherini/Battistini su Nimbus davanti a Quattrocchi, solo sul triciclo Peugeot e a Ghidoni/Ghidoni su Moto Guzzi 500 V.
Da sinistra, l’equipaggio vincitore, Mazzaccherini/Battistini su Nimbus. La René Gillet 1000 del 1938 di Giansilvio Perissinotto. Al Museo Ferroviario Fondazione FS di La Spezia.
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