8 minute read

Chienti e Potenza sopra le righe - di Paolo Conti

La partenza da Tolentino.

CHIENTI E POTENZA SOPRA LE RIGHE

Advertisement

PARTECIPAZIONE RECORD PER LA 25^ RIEVOCAZIONE ORGANIZZATA DAL CAEM. INTENSO L’ASPETTO CULTURALE, CURATO ANCHE DALLA COMMISSIONE CULTURA ASI, E IL LEGAME CON IL TERRITORIO.

di Paolo Conti

“I Motociclisti, vera nobiltà della strada, ultimi cavalieri erranti che nel loro viaggiare sono presenza travolgente della scena, diventando parte integrante dell’ambiente e non semplici spettatori. I motociclisti: strana meravigliosa gente!!!” Con queste parole Roberto Carlorosi, presidente del CAEM, Circolo Automotoveicoli d’Epoca Marchigiano Ludovico Scarfiotti, ha dato il benvenuto e salutato i partecipanti alla rievocazione sul Circuito del Chienti e Potenza, seconda prova del Circuito Tricolore in ambito motociclistico. Le parole del presidente, che come ha più volte ricordato “non è un motociclista” sono riportate sullo speciale opuscolo della 25^ edizione del raduno per moto d’epoca costruite entro il 1960, che ha nella città di Tolentino (MC) il suo fulcro. Una pubblicazione speciale visto che assieme a un breve cenno sulla storia del Circuito del Chienti e Potenza e sulla sua rievocazione, al saluto del presidente dell’ASI Albero Scuro e di Carlorosi, riporta anche le fotografie di tutti i partecipanti accompagnata dalla scheda tecnica della moto con cui si sono iscritti. Elenco rimasto incompleto, almeno per quanto riguarda le immagini, ma non certo per negligenza del CAEM. Dal massimo di 50 partecipanti previsto dal regolamento, numero imposto anche dai problemi logistici per le restrizioni causate dal Covid 19, per non scontentare troppi appassionati di ogni parte d’Italia, la lista dei partenti è stata ampliata sino a 74, riuscendo, comunque, a mantenere unito tutto il gruppo nei momenti culturali e in quelli conviviali. Prima di continuare con il raduno vero e proprio, è indispensabile un breve cenno alla manifestazione da cui prende origine. La prima

Moto Guzzi Condor e Gilera Sanremo.

Norton TT e Moto Guzzi 2V.

edizione del Circuito, gara d’apertura del campionato italiano, prese il via il 23 marzo del 1924 con un percorso di quasi 37 km da ripetere per 8 volte sulla strada che da Tolentino raggiunge San Severino Marche, poi Serra Petrona e fa ritorno a Tolentino, snodandosi lungo le valli del Chienti e del Potenza, due dei principali corsi d’acqua marchigiani. Il Circuito, come raccontò la rivista “AutoMotoCiclo” nella cronaca della gara - “... non comporta che brevissimi tratti piani rettilinei, atti a lanciare le macchine in pieno, e vi abbondano invece le curve e i bruschi e i ripidi dislivelli, tanto che fu dai corridori paragonato, né più né meno, al Circuito delle Prealpi Varesine e a quello del Lario”. Il paragone con queste due competizioni, tenendo conto che il Lario si era guadagnato l’appellativo di “TT italiano” per via della durezza del suo percorso, aiutano a comprendere le difcoltà da superare anche al Chienti e Potenza e, visto che è cambiato lo strato superficiale della strada ma non la sua altimetria, l’impegno di guida è lo stesso anche per i partecipanti alla rievocazione. Il Circuito si disputò ancora nel 1925 e 1926, poi il silenzio sino all’11 settembre 1988, quando i motori tornarono a farsi sentire con la prima edizione della rievocazione. Da allora, in un continuo crescendo che ha portato all’assegnazione della “Pedivella d’Oro” e all’iscrizione tra le manifestazioni del Circuito Tricolore, ovvero quelle che hanno come obiettivo la conoscenza, la promozione e la valorizzazione del territorio attraverso il motorismo dinamico, siamo al traguardo della 25^ edizione. Il programma della due giorni - 28 e 29 agosto - è vario e articolato, privilegiando l’aspetto culturale, il sabato e quello più propriamente turistico legato al territorio, la domenica. È una scelta ormai tradizionale, ma si potrebbe dire fatta apposta, visto che proprio nel primo giorno del raduno sulla zona ci sono maltempo e pioggia, anche se siamo alla fine del mese di agosto ancora in piena estate. Di comune accordo tra organizzatori e partecipanti viene annullata l’escursione turistica, con la maggior parte delle moto che restano al riparo dei furgoni o nel garage degli alberghi. Questo non modifica il resto del programma e non impedisce a chi si presenta ugualmente in moto di usarla per il breve spostamento allo stabilimento di produzione della Poltrona Frau per la visita guidata al Museo. Il percorso museale ripercorre le varie tappe dell’Azienda fondata a Torino da Renzo Frau nel 1912 e trasferita a Tolentino nei primi anni Sessanta del secolo scorso. Assieme alle opere più significative realizzate in collaborazione con i maggiori design a livello mondiale, trova spazio anche il lavoro svolto in ambito automobilistico, settore dove Poltrona Frau si dedica a partire dal 1986, quando realizza gli interni per la Lancia Thema 8.32 Ferrari per poi continuare con molti dei Marchi più esclusivi dell’Automotive. Una collaborazione che all’interno del Museo trova ampio risalto nell’esposizione della Ferrari California con gli interni in pelle lavorati dall’Azienda marchigiana.

Il presidente Scuro, su Moto Guzzi Norge.

Il gruppo dei toscani era uno dei più nutriti.

Dopo aver conosciuto una delle realtà produttive di maggior importanza per il territorio, e non solo, il gruppo torna in centro a Tolentino al teatro Politeama, dove continua il momento culturale, che è dedicato al centenario della Moto Guzzi con la conferenza “Quando l’Aquila era ancora nel guscio” del presidente della Commissione Cultura ASI Luca Manneschi. Prima c’è l’incontro con le autorità locali e con il presidente dell’ASI Alberto Scuro. Con “Quando l’Aquila era ancora nel guscio” Manneschi afronta un tema diverso e parzialmente inedito, almeno per il grande pubblico: la storia che precede la fondazione (il 15 marzo 1921) della Moto Guzzi attraverso quella dei tre amici che furono all’origine dell’iniziativa: Carlo Guzzi, Giorgio Parodi e Giovanni Ravelli. Dal loro “ritratto” visto nel contesto della situazione sociale e politica che si viene a creare nell’Italia dell’immediato primo dopoguerra, il presidente della Commissione cultura ha illustrato le vicende che portarono nel 1920 alla realizzazione del prototipo “GP” 500, e poi alla fondazione dell’Azienda l’anno successivo. Sempre in occasione dell’incontro culturale il club organizzatore ha consegnato un riconoscimento alle coppie Claudio TrippettiPatrizia Baldoni e Dante Petrucci-Luciana Veddovi per l’assiduità della loro partecipazione alla manifestazione. Il secondo giorno inizia con la concentrazione dei partecipanti nella centralissima piazza della Libertà a Tolentino, con le moto dei 74 partecipanti schierate davanti alla famosa Torre dell’Orologio, come viene chiamato il campanile della chiesa di San Francesco. Su quello che è il simbolo della città, c’è un orologio collegato a quattro quadranti che indicano le fasi lunari, l’orologio italico, l’orologio astronomico e l’indicatore dei giorni del mese e della settimana. Sotto i quadranti c’è la meridiana solare. Prima del via è interessante ricordare un dato statistico, che riguarda le percentuali di provenienza dei partecipanti. Il 57% è in rappresentanza dei 9 club ASI delle Marche, il 16%

Da sinistra, la premiazione di Trippetti-Petrucci per l’assiduità di presenza alla manifestazione. Moto Piana 350. In attesa della prova a San Severino Marche.

In sella verso Serrapetrona.

rappresenta i club toscani, il 15% quelli della Lombardia e l’8% quelli piemontesi, a ulteriore dimostrazione dell’interesse legato alla rievocazione. Dalla piazza di Tolentino, dove sono ancora visibili i segni del devastante terremoto dell’ottobre 2016 sul Palazzo Sangallo, sede del Museo dell’Umorismo, e sul Palazzo Comunale, i partecipanti scaglionati in piccoli gruppi hanno preso il via in direzione San Severino Marche. L’aspetto agonistico del Circuito viene rievocato attraverso alcune prove di regolarità allestite lungo il percorso. Si inizia in piazza del Popolo a San Severino, e anche qui sono purtroppo ancora evidenti i segni del terremoto, con il tratto cronometrato segnato dai birilli e un folto pubblico che segue i passaggi. Si prosegue poi per Serrapetrona dove, ad attendere i partecipanti, assieme alla sindaca Silvia Pinzi, non ci sono solo i cronometri, ma anche due famosi prodotti tipici di quella che è la “degustazione iconica”, il panino con la porchetta con un bicchiere di Vernaccia DOCG. È un momento di grande condivisione che contribuisce a promuovere e valorizzare il territorio. Per prepararsi alla fase conviviale, che assieme alle premiazioni mette fine alla rievocazione, in programma c’è ancora un giro, ma questa volta senza soste e senza prove. Si arriva così a Belforte del Chienti a qualche km da Tolentino per l’atto finale. Il responso del cronometro assegna la miglior prestazione assoluta alla coppia Gabriele Teodori-Federica Cognini sul sidecar Moto Guzzi Sport 15 del 1939, vincitori anche tra le moto non certificate, mentre nelle altre categorie i migliori sono Alessio Ridi con la Triumph tra le moto fino al 1935, tra quelle costruite tra il 1936 e il 1950 Alberto Fontanella-Maria Grazia Politi con il sidecar Bianchi Freccia Azzurra del 1938, mentre tra quelle del periodo successivoPaolo Fontana con la Motobi Spring Lasting del 1954. Nella classifica femminile il successo è andato alla torinese Marilena Allara con la Moto Guzzi S del 1934.

Da sinistra, a San Severino sono ancora evidenti i segni del terremoto del 2016. Foto di gruppo con la sindaca di Serrapetrona. I vincitori assoluti Teodori/Cognini.

This article is from: