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CIRCUITO TRICOLORE
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ALTRO CHE “NEBBIE”:
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SULLE “VALLI” RISPLENDE IL SOLE!
LA 32^ EDIZIONE DELLA CLASSICA DELL’OFFICINA FERRARESE “VALLI E NEBBIE” CHE APRE IL CALENDARIO MANIFESTAZIONE ASI - E DA QUEST’ANNO, ANCHE IL CIRCUITO TRICOLORE - HA SAPUTO CONIUGARE VOGLIA DI FAR BENE E RITROVARSI INSIEME PER CELEBRARE UNA PASSIONE COMUNE, SCACCIANDO LE NUBI SCURE DEL MOMENTO.
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Fra i tanti meravigliosi angoli di campagna ferrarese che la 32^ edizione di Valli e Nebbie - organizzata come da rigorosa tradizione dall’Ofcina Ferrarese del Motorismo Storico dal 1 al 3 aprile - ha fatto scoprire agli 80 equipaggi partecipanti, c’è stata la Tenuta Cuniola, verdeggiante distesa di campi costellati da antichi cascinali, magazzini, capanni in mattoni rossi incuranti del trascorrere del tempo, attraversata da una lingua di terra battuta fiancheggiata da cipressi che sembra uscita dalla penna di Guareschi. Mentre la si percorreva, molti avranno notato un piccolo grande particolare: una signora a bordo strada che salutava sorridente ed entusiasta con in mano un fazzoletto bianco. Ecco, il quel momento si è manifestato al meglio tutto lo spirito di questo evento, appuntamento ormai imperdibile del calendario nazionale delle manifestazioni ASI: portare la cultura motoristica fra la gente, regalare attimi di meraviglia vedendo passare un museo dinamico di vetture straordinarie e, allo stesso tempo, coccolare gli equipaggi con la proverbiale ottima accoglienza alberghiera e culinaria, permettendo loro di scoprire luoghi “normalmente inaccessibili al pubblico”, come ha giustamente sottolineato Felice Graziani, responsabile marketing e comunicazione di ASI e ideatore del “Circuito Tricolore”, il format, nato del 2021 e patrocinato dai Ministeri di Turismo, Cultura, Infrastrutture e dall’ANCI, che ha come obiettivo la promozione e la valorizzazione dei territori attraverso il motorismo storico. Sì, perché quest’anno, meritatamente, Valli e Nebbie è stato inserito nel prestigioso gruppo delle manifestazioni del Circuito Tricolore, anzi, ha avuto l’onere e l’onore di “aprire le danze” della stagione 2022. E questa è stata la grande novità. Ciò che invece non è cambiata è l’infallibile macchina organizzativa, presieduta da Riccardo Zavatti il quale, mai come quest’anno, non si è fatto fermare da avversità e impedimenti che, ai più, sarebbero sembrati insormontabili. Il risultato è una due giorni all’insegna del relax, di una sconfinata passione condivisa, quella per i motori e, soprattutto, dell’amicizia; il tutto, contorno del piatto forte dell’evento, un itinerario che, se possibile, è stato ancora più interessante e spettacolare che in passato.
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Perché? È presto detto: anche se la nebbia non si vede da diverse edizioni, valli, argini, strade secondarie, borghi, vestigia di epoche antiche (tipo le “Delizie”, monumentali residenze di villeggiatura estiva e dimore di caccia fatte realizzare dagli Estensi come trionfo del loro potere, durante il Rinascimento) sospesi tra cielo e terra, in quella sottile dimensione spaesante che ti porta a non capire se si è già in riva al mare o ancora lungo le frastagliature generate dal Delta del Po: sono stati gli ingredienti del percorso, afrontato seguendo un road-book “da manuale”, tra l’altro anche assistito dai cartelli gialli e neri agli incroci e dalle indicazioni degli attentissimi “Ofcina-Boys”. L’appuntamento per i partecipanti arrivati da più lontano - un po’ da tutto il Nord e Centro Italia, il fedelissimo equipaggio Bellisai/Poddi da Cagliari, i parecchi svizzeri, l’ormai enorme contingente “gallaratese”, capeggiato dal vulcanico presidente del GAMS Arturo Ferraro - è stato venerdì pomeriggio, con la visita guidata al Castello Estense e alla città medievale, lasciando il tempo a tutti di ritrovare una Ferrara spumeggiante, finalmente di nuovo coi suoi locali pieni all’ora dell’aperitivo, pullulante di giovani e di voglia di vivere. Sabato invece, partenza da piazzetta del Castello di buon mattino: dopo il consueto passaggio sul tappeto giallo e sotto l’arco del club - a precedere tutti Alex de Angelis su Bugatti 37 del 1926, con un navigatore d’eccezione, il presidenti ASI Alberto Scuro - musi puntati verso il mare transitando da Gualdo, Voghiera con la sua Delizia del Belriguardo, Portomaggiore (con la sfilata in piazza), Portoverrara e il placido argine che costeggia il Po di Argenta: è stato bellissimo tornare a veder la gente acclamare e salutare le auto dai cortili delle case, per le strade, nelle piazze! Qui la prima tappa: un luogo incredibile, l’Oasi Naturale di Boscoforte, alla quale si accede attraverso una lingua di terra popolata da cavalli bianchi allo stato brado e attorniata da specchi d’acqua increspati dal volo dei fenicotteri. Aperitivo con frittura di gamberetti appena pescati. Boscoforte, oltre a essere un pezzo di paradiso incantato, è un “luogo del cuore” per l’Ofcina Ferrarese: è infatti appartenuto a Gino Pasotti, socio attivo e parte integrante del club, recentemente scomparso. Riccardo Zavatti gli ha tributato un toccante ricordo, seguito da un lungo applauso. Dopo aver lasciato animali e vegetazione alla loro quiete, gli equipaggi hanno ripreso le tipiche strade degli argini per raggiungere Comacchio, dove, transitati a fianco del celebre ponte Pallotta “Dei Trepponti” - ingegnosa architettura che, in un solo ponte, collega tre rive diverse - hanno parcheggiato le auto nel Cortile di Palazzo Bellini, così da godersi il pranzo nei ristoranti tipici del centro storico, inaccessibile alle auto, un po’ come a Venezia. Nel pomeriggio, quando nemmeno un piovasco primaverile ha fatto chiudere le capote delle tante vetture scoperte, lento e rilassante il rientro verso Ferrara, costeggiando le idrovore che hanno permesso la bonifica di questi territori, in certi casi, perfino al di sotto del livello del mare e i campi di alberi da frutto con le prime gemme di stagione: Massafiscaglia, Migliaro, Migliarino, Cornacervina, Rero, Tresigallo - ospiti del supermecato Alì, storico sponsor di
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Valli e Nebbie - e infine Ferrara, a far breccia dalla monumentale Porta Sant’Anna e infine, all’ombra del maniero estense, accolti dalle consuete, ma sempre piacevoli, due ali di folla. Domenica di nuovo in auto di buon mattino, questa volta per una giornata dedicata alla campagna Ferrarese e alle sue millenarie tradizioni. Dopo aver percorso lo storico corso Ercole d’Este, dove si afaccia il bellissimo palazzo dei Diamanti, musi puntati verso l’ippodromo comunale, dove le vetture hanno potuto girare nell’ovale normalmente dedicato alle corse dei cavalli: uno spettacolo vederle sfilare sul battuto alzando gran polveroni! Successivamente, la graditissima sosta al Centro di Documentazione del Mondo Agricolo Ferrarese di San Bartolomeo in Bosco, una vera e propria “galleria-scrigno” del passato che qui sembra non sia mai trascorso: all’interno dell’esposizione infatti, con grandissima dovizia di particolari, sono stati riprodotti gli ambienti tipici della vita quotidiana delle realtà agricole non solo ferraresi ma italiane, come la posta, la banca, lo studio del medico, la scuola, il calzolaio, il barbiere, il droghiere, le stalle, il lanificio, la lavorazione della canapa. Il Centro inoltre, conserva importanti testimoni della meccanizzazione agricola quali macchine, trattori a petrolio e a vapore, aratri, trebbie, mietitrici. Dopo il passaggio presso l’azienda agricola Maini Frutta, gran finale presso la settecentesca Villa Contessa Massari a Voghiera, solo una delle residenze storiche che questo piccolo paese vanta e che ha saputo valorizzare grazie a un percorso “gastro-culturale”, ossia un network di musei e siti storici attraverso le visite dei quali far conoscere i prodotti tipici del territorio, primo fra tutti l’aglio DOP, del quale Voghiera è capitale assoluta. Le auto parcheggiate a ferro di cavallo ci hanno permesso di godere della loro varietà. Si andava da una Bugatti 35 del 1926 a una Porsche 911 3.2 Carrera Cabriolet del 1985, passando per numerose vetture inglesi -Aston Martin International Le Mans del ’30, Riley Brooklands del ’30, Alvis Firebird del ‘34, Singer 9 HP Le Mans del ’34, ben 9 MG, Triumph, Austin Healey, Jaguar XK 120 FHC e OTS, S-Type ed E-Type e una imponente Bentley S1 del ’56, tante Lancia - dalla Augusta alla Fulvia Coupé - Fiat (Balilla, 508 CS Coppa d’Oro, 1100/103 e 1400 B) e Alfa Romeo (la più anziana è una 6C 1750 carrozzata James Young del 1930 ma ci sono anche Giulietta, Giulia, 1900, 2000 e 2600 Spider, “Duetto”) e una buona rappresentanza di tedesche, con ben 5 MercedesBenz SL (2 “Pagoda” e 3 R107), alcune Porsche. Più unica che rara poi, la bellissima Ford Thunderbird I serie MY’56 Continental Kit turchese. Al pranzo finale, curato dal rinomato ristorante ferrarese “Quel Fantastico Giovedì”, sono stati consegnati premi a equipaggi e vetture ritenute più meritevoli (la lista completa nel riquadro). Insomma, una due giorni nella quale a vincere “a mani basse” sono sempre cultura, enogastronomia, paesaggi unici ed emozioni vissute, tutto nel pieno spirito di una manifestazione che era già stata voluta così dal suo ideatore, il primo presidente dell’Ofcina Ferrarese, Amedeo Ciccotti, al quale non è mancato il pensiero dell’attuale suo successore Zavatti e del past-president Giulio Felloni.
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PREMI VALLI E NEBBIE 2022
TROFEO GIOVANNI SAVONUZZI: Paolo e Andrea Venturelli - Bugatti 35A del 1926.
TROFEO GRUPPO PROMOTOR: Giuliano Canè/Giovanna Gallini - Aston Martin International Le Mans del 1930.
TROFEO DAME: Rita Magnanini - Lancia Fulvia Coupé HF del 1972; Federica Amelio - Alfa Romeo Giulietta Sprint del 1960.
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TROFEO GIOVANE PASSIONE: Beatrice Zaccaria - MG TA del 1939.
TROFEI DI CLASSE: Vintage: Marco Binetti/Esmeralda Castignone - Citroën B14 Torpedo del 1927; Post Vintage: Massimo e Costanza Campailla - Alvis Firebird del 1934; Classic: Antonio e Marina Messi - Ford Thunderbird del 1956; Post Classic: Gaspare Calvi/Maria Colombo - Lancia Flaminia GT Touring del 1962; Modern: Robertino Donè/Monia Pettenon - Mercedes-Benz 350 SL del 1971.