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Sistema Armonizzato e sostenibilità

Il Sistema Armonizzato - Harmonised System (d’ora in poi HS) sviluppato dalla World Customs Organization, Organizzazione Mondiale delle Dogane - è lo strumento universale di identificazione merceologica di manufatti, materiali e prodotti di ogni genere che si presenta come una progressiva stratificazione semantica di regole e definizioni, continuamente riviste e adattate seguendo l’inarrestabile evoluzione dei beni e delle tecnologie che vengono prodotti e scambiati nel mondo. L’HS, nella sua più intrinseca struttura, si presenta, infatti, come un vero e proprio linguaggio: non solo parole e definizioni (il cosiddetto naming) ma anche regole grammaticali, interpretative e addirittura comportamentali, dense di gerarchie, eccezioni e soluzioni quasi “dialettali”, tutte adottate per fronteggiare l’infinita creatività del commercio internazionale. Nonostante l’HS venga aggiornato ogni 5 anni - l’attuale versione è entrata in vigore il 1° gennaio 2022 - le riflessioni sulla configurazione del futuro HS 2027 sono già state avviate a livello WCO. È prassi che la pubblicazione degli emendamenti all’HS avvenga due anni prima della loro entrata in vigore, consentendo alle autorità doganali di ciascuna delle Parti contraenti della World Customs Organization (d’ora in poi WCO) di aggiornare i materiali utilizzati per gli agenti doganali nazionali e riallineare i database statistici nazionali. La parola chiave che sta guidando l’elaborazione dell’HS 2027 è sostenibilità. Stati membri della WCO e organizzazioni intergovernative hanno ribadito la necessità di sviluppare un HS denso di misure di politica green. E l’Agenda 2023 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile riconosce il ruolo chiave che il commercio internazionale e la politica commerciale rivestono nel processo di transizione verso un’economia autenticamente circolare. È giunto, infatti, il tempo per discostarsi dal modello lineare di produzione in favore di uno circolare, che estenda il ciclo di vita dei prodotti, riparandoli, riciclandoli e/o riutilizzandoli in diverse fasi della catena del v alore. Contestualmente, è stata evidenziata a livello WCO la necessità di monitorare e misurare i traffici di determinate categorie di prodotti che potrebbero costituire un rischio per la sicurezza dell’ambiente, come, ad esempio, i prodotti della chimica. L’orientamento alla sostenibilità promosso dalla WCO si riflette anche sulle attività delle aziende ASSICA: tra i “prodotti della chimica” meritevoli di considerazione sotto il profilo della classificazione “sostenibile” troviamo, infatti, anche gli additivi utilizzati nei mangimi per animali (ad es., conservanti, antiossidanti, emulsionanti, regolatori di acidità, ecc.) i quali, se non opportunamente trattati, potrebbero esser rischiosi non solo per gli animali ma anche per l’ambiente (presenza di residui nel terreno, nelle falde acquifere e nelle acque superficiali). La legislazione europea in materia di mangimi costituisce un quadro volto a garantire che i mangimi e le sostanze chimiche in essi contenuti non rappresentino un pericolo per la salute umana, animale o ambientale (art.1 Reg. CE 1831/2003 del PE sugli additivi destinati all’alimentazione animale). Per tale ragione, gli additivi contenuti nei mangimi, non possono essere commercializzati se non mediante autorizzazione rilasciata dell’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) che dimostri che gli additivi non presentino caratteristiche dannose per la salute umana e animale e per l’ambiente (art.5.1 Reg. CE 1831/2003). I principali additivi per i mangimi destinati agli animali da allevamento vengono classificati, oggi (a dire il vero, come già da molte edizioni dell’HS), ai codici HS 2106 10 (Preparazioni alimentari non nominate né comprese altrove - concentrati di proteine e sostanze proteiche testurizzate) o 2106 90 (Preparazioni alimentari non nominate né comprese altrove -“altre”. Li troviamo, poi anche classificati alla Voce Doganale (VD) 2834 (Nitriti e nitrati) e all’HS 3507 90 (“altri”- Enzimi; enzimi preparati), mentre i mangimi vengono classificati al codice HS 2309 90 (Preparazioni dei tipi utilizzati per l’alimentazione degli animali, eccettuati gli alimenti per cani o gatti).

Tra gli additivi di più recente approvazione, troviamo un preparato di endo-1,4-beta-xilanasi (EC 3.2.1.8) che la Commissione europea ha autorizzato come additivo zootecnico per mangimi destinati a suini da ingrasso in quanto l’EFSA ha concluso che la sostanza non incide negativamente sulla salute degli animali, sulla salute umana o sull’ambiente. Si tratta di un enzima, quindi da classificare al codice HS 3507 90. Anche in questo caso, un opportuno adeguamento anche “elastico” dell’HS (o della NC - Nomenclatura Combinata) - ossia destinato a mutare nel tempo seguendo l’evoluzione della disciplina in materia - potrebbe consentire di identificare immediatamente, sia in import che in export ed anche con effetti sul trattamento fiscale, i prodotti che non incidono negativamente sulla salute o sull’ambiente, individuando codici residui laddove tale certezza non vi sia. Per il 2027, sempre che le aziende del settore - e quelle ad esse collegate, come possono esser considerate le nostre associate - si facciano “sentire” in sede WCO, potrebbero esser generati codici HS (o, anche solo per la UE, NC) che rappresentino in modo adeguato i mangimi e gli additivi conformi al Reg.(CE) 1831/2003, garantendo così un’immediata identificazione di mangimi e additivi sostenibili.

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I cosiddetti “Environmentally Preferable Products” (EPP) cioè prodotti preferibili dal punto di vista ambientale perché prodotti o lavorati in modo, relativamente, “clean” (ad es., utilizzando energia rinnovabile) rispetto a metodi di produzione inquinanti (come, ad es., utilizzando combustibili fossili) - stanno assumendo particolare rilievo internazionale: tra essi, vi possono essere anche le carni lavorate, se la loro produzione rispecchia i criteri di sostenibilità. Anche in questo caso, l’individuazione mediante specifici codici HS di prodotti environmentally preferable potrebbe semplificare controlli e traffici, garantendo una più ampia diffusione di metodologie di produzione che abbiano un impatto ridotto sull’ambiente.

Un altro obiettivo di una classificazione green è quello connesso alla lotta contro il commercio illecito di fauna e flora selvatiche, lo sfruttamento illecito delle risorse forestali, ittiche e minerarie e il traffico di rifiuti, tutti temi che toccano lo sviluppo sostenibile. L’attuazione di politiche volte a facilitare il commercio di prodotti “preferibili” dal punto di vista ambientale sarebbe più facile se essi fossero codificati a livello internazionale e l’HS, in quanto lingua franca del commercio mondiale - si presterebbe ottimamente allo scopo. Sul tema della sostenibilità si sono allineate anche le imprese ASSICA: nel giugno 2022 ASSICA, insieme all’Istituto Valorizzazione Salumi Italiani (IVSI), ha lanciato il “Programma Sostenibilità” che prevede 5 goals, 48 Best practices e 35 impegni concreti verso un nuovo modello di impresa sostenibile. Si tratta di un importante cambio di passo con cui le imprese delle carni e dei salumi sottoscrivono l’impegno verso l’introduzione di pratiche sostenibili nella loro strategia aziendale.

EXPORT CARNI E PRODOTTI A BASE DI CARNE VERSO PAESI TERZI: ASSICA PARTECIPA AL TAVOLO DEL MINISTERO DELLA SALUTE

ASSICA ha partecipato, il 10 gennaio scorso, all’incontro promosso dal Sottosegretario Marcello Gemmato, e aperto dai saluti del Ministro Orazio Schillaci, svoltosi al Ministero della Salute alla presenza delle associazioni di categoria più rappresentative della filiera di produzione di carni italiane e delle Istituzioni. Obiettivo della riunione è stato quello di evidenziare e condividere le verosimili problematiche connesse all’esportazione di carni italiane e dei relativi prodotti verso i Paesi terzi e fare il punto con le parti interessate. scere le criticità che impediscono l’export in alcuni mercati esteri, come ad esempio la Cina, e provare a superarle”. Garantire e certificare sicurezza e qualità dei prodotti agroalimentari di origine italiana è, infatti, una delle mission del Ministero della Salute; questo è possibile anche grazie al lavoro di rete con gli stakeholder e al dialogo costante e fattivo con i partner di esportazione.Proficuo il giro di tavolo con le associazioni presenti, le quali hanno apprezzato l’iniziativa odierna e dimostrato la propria disponibilità a future interlocuzioni.

“Quello di oggi vuole rappresentare un primo incontro esplorativo: il dialogo tra politica, tecnici e rappresentanti delle imprese è la chiave per trattare in modo diretto le questioni aperte e individuare soluzioni condivise”, ha dichiarato il Sottosegretario, Marcello Gemmato, introducendo i lavori. “Proprio per questo motivo – ha continuato Gemmato - ho voluto far sedere allo stesso tavolo i referenti del Masaf, i tecnici delle direzioni competenti di questo Dicastero, e le principali organizzazioni rappresentative della filiera delle carni, per cono“Ringrazio il Sottosegretario per averci invitato a questo tavolo che riunisce sia rappresentanti politici che tecnici delle nostre Istituzioni” ha dichiarato il Direttore di ASSICA, Davide Calderone, “per avere successo nelle negoziazioni con i Paesi terzi, infatti, è fondamentale mettere a sistema le competenze e l’esperienza italiane di tutte le Istituzioni a tutela dell’export di un settore chiave del food Made in Italy.”

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