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Illustrazioni di Alessandra Ceriani
ALESSANDRO GIANNOTTI
Stile per lui Piccolo manuale di eleganza per l’uomo moderno
Illustrazioni di Alessandra Ceriani
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Si ringrazia Maria Cristina Giordano per la collaborazione alla stesura dei testi.
Astræa Editrice s.r.l. via Cavallina 6 40137 Bologna www.astraeaeditrice.it
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Copyright © 2009 Astræa Editrice Progetto grafico: Cinzia Maurino - Bosio.Associati 0 1 2 3 4 5 2009 2010 2011 ISBN 978-88-95649-25-2
Sommario
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Introduzione
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Le regole del guardaroba
La cura della persona Stile in società
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Che cos’è lo stile
Il tempo libero
Introduzione Ci sono ancora gentiluomini? Pur essendo considerati una razza in via d’estinzione, esistono e non è poi così difficile notarli. Per descriverlo in poche parole, possiamo dire che il perfetto gentiluomo è una persona di saldi valori etici, corretto, di eleganza classica, sempre cortese e disponibile nei confronti degli altri. Gli atteggiamenti che lo contraddistinguono sono – in pubblico o in privato – buone maniere e savoir faire. Per quanto riguarda il look, è curato senza essere leccato (non è un metrosexual per intenderci), si sente a suo agio in ogni situazione e sa come adattarsi all’esigenza del momento. L’abito di sartoria è il pezzo forte del suo guardaroba, ma non disdegna i jeans o le scarpe di vernice.
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Avere stile tuttavia non vuol dire soltanto indossare l’abito giusto o conoscere le buone maniere. Entrambe sono premesse indispensabili, perché è inutile indossare un abito impeccabile per poi cadere in errori di comportamento anche banali. Ma lo stile implica qualcosa di più: significa rendere percepibile la propria presenza senza imporla; sapere essere un modello per gli altri e nello stesso tempo essere consapevoli che non si è mai finito di imparare. In fondo avere stile significa conoscere se stessi e intrattenere un buon rapporto con la propria persona. In ogni caso lo stile ha le sue regole, sulle quali non è possibile transigere. Se ci abituiamo a seguirle diventeranno parte di noi stessi, anche se anche all’inizio possono apparire faticose da rispettare. Questo piccolo manuale di stile è dedicato a tutti gli uomini che hanno voglia di stare bene con se stessi e a coloro che non hanno (ancora) una moglie che gli dica cosa indossare, fare e dire (e soprattutto ciò che non va fatto, detto o indossato!)
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he cos’è lo stile
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Lo stile ieri e oggi Stile è distinzione per sottrazione; eleganza che rifugge la vistosità; sobrietà negli abiti, nei gesti e nelle parole. L’uomo di classe ama svanire tra la folla, non farsi notare, se non dall’occhio attento di chi sa riconoscere certi dettagli. Il suo stile non è frutto di un abito di buon taglio, ma del modo in cui riempie quell’abito: la sua personalità e il suo garbo sono la sua anima. Ciò che indossa non fa altro che sottolineare il meglio che egli ha da offrire al mondo. Lo stile è fatto di piccoli dettagli: è ricercatezza sottile, mai invadente; è predilezione per la qualità; negazione della volgarità e dell’ostentazione. L’uomo di stile è elegante senza essere alla moda. Non si cura delle tendenze degli stilisti, né rincorre un ideale di eleganza artefatta, imposta dal gusto altrui. Si distingue per l’originalità sommessa e l’impeccabilità che lo pongono al di sopra di ogni nouvelle vague. Si tratta dunque di una questione di scelte, di elezione: lo stile, per quanto difficile da definire, è qualcosa che si riconosce quando lo si vede. La storia è costellata di personaggi che si sono distinti per carattere, imprese e realizzazioni. Condottieri, scienziati, poeti, ma anche industriali e sportivi, le icone dello stile maschile condividono tratti distintivi che li pongono al di sopra di ogni
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moda: personalità, eccellenza, creatività, capacità e correttezza, eleganza, misura nell’esprimersi, garbo e buone maniere. La storia dello stile moderno trova in Beau Brummel il suo capostipite. Padre inconsapevole del fenomeno che più tardi fu il dandysmo, traghettò il fasto e lo sfarzo del XVIII secolo verso la sobrietà ottocentesca: colori neutri, taglio impeccabile degli abiti, tessuti pregiati, attenta cura della persona. Di lui si mormorava in società per la singolare abitudine di fare il bagno ogni mattina: due secoli fa lo stile e il buon gusto prendevano la forma di un abito di taglio impeccabile e di un corpo pulito e curato. Nel periodo della Reggenza, il futuro re Giorgio IV sposava i precetti della discrezione e della ricercatezza di Beau Brummel: sotto quell’apparente semplicità, si celava il segreto della vera distinzione. L’approccio minimalista introdotto da Lord Brummel si rafforzò con il Romanticismo, che ripudiava il modello fastoso e appariscente della moda settecentesca a favore dei canoni della sobrietà e del rigore. I sarti inglesi cominciarono a confezionare abiti di nuova foggia ispirandosi a quella che era stata la divisa di Beau Brummel: giacche blu dalle linee essenziali e pantaloni di cachemire color crema, con una semplece cravatta bianca e niente orpelli superflui. È l’immagine di Lord Byron, il poeta morto eroicamente per l’indipendenza greca. Alla metà dell’Ottocento questa nuova eleganza diviene stile di vita con l’affermarsi del dandysmo, celebrato in Francia da Baudelaire e Theophile Gautier, e che troverà la sua
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massima espressione intorno alla fine del secolo nella singolare figura di Oscar Wilde. All’inizio del Novecento la classica sartoria inglese diventò modello e ispirazione per i maestri napoletani, che si ingegnarono a produrre abiti più leggeri, dalle linee morbide e pratiche. Se l’eleganza inglese era il modello di una società aristocratica e di uno stile esclusivo ed elitario, il nuovo design italiano cominciò a diffondersi nella società democratica americana, diventando l’insegna della nuova way of life che dagli Stati Uniti dilagò anche in Europa dopo la seconda guerra mondiale. Da allora e per più di mezzo secolo lo stile italiano, negli abiti come per le scarpe e gli accessori, è sinonimo di eleganza maschile, che trova la sua massima espressione, a partire dagli anni Settanta, nei modelli di Giorgio Armani.
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Eleganti si nasce? Per alcuni è sicuramente così: eleganti si nasce. Nel caso, assai diffuso, in cui non si abbia questa fortuna, l’eleganza si può acquisire. Innanzitutto, è importante sapersi guardare allo specchio per capire i pregi, ma anche i difetti, del proprio fisico, imparando a convivere con se stessi e a valorizzarsi. Essere sinceri con se stessi non è facile né scontato, così come può essere difficile osservare con attenzione chi ci sta intorno, cercando di carpire le altrui qualità che ci potrebbero ispirare. L’importante è capire cosa ci convince negli altri, e renderlo nostro, a patto di farlo con naturalezza e discrezione.
Le regole di base L’uomo elegante ha un guardaroba composto da pezzi classici preferibilmente di taglio sartoriale su misura. Sono i capi base a conferire autorevolezza sul lavoro e eleganza nel tempo libero. Il vero signore sa che le cravatte vanno intonate ai calzini, che le calze con un disegno si portano con le camicie a tinta unita e che nulla può mettere più a disagio della vista un polpaccio villoso quando accavalla le gambe. Non indossa mai tessuti vistosi, non ostenta etichette, non sceglie cravatte sgargianti né porta mai scarpe che non siano perfettamente pulite.
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I dieci pezzi
indispensabili
Bastano dieci semplici pezzi per costruire il guardaroba dell’uomo di classe.
La camicia bianca Una sportiva button-down per le occasioni informali e una classica con colletto all’italiana in tessuto Oxford per quelle formali sono la base del guardaroba maschile: con il bianco non si sbaglia mai. Stirata alla perfezione, inamidata quanto basta, soprattutto impeccabilmente candida, la camicia bianca è il primo passo verso un abbigliamento curato che può essere declinato secondo il proprio gusto e la necessità. La camicia fatta su misura è impareggiabile per cura dei dettagli e vestibilità, ma ci sono anche splendide camicie confezionate dai maestri della moda maschile. Irrinunciabile e vivamente consigliata, si porta sempre
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dentro i pantaloni, con un’unica eccezione: per andare alla spiaggia la si può lasciare fuori.
Il pullover di cachemire Più leggero della lana e molto più caldo, il pullover di cachemire, meglio se con lo scollo a V, è adatto in ogni occasione, sotto la giacca così come con la camicia sportiva per un look più casual ma sempre elegante. Il cachemire a due fili è il più diffuso (maggiore è il numero di fili più aumenta lo spessore dei pullover e anche il loro prezzo): perfetto sotto la giacca, si porta nella mezza stagione. Il quattro fili è ideale senza la giacca nella mezza stagione. Dai sei a dodici fili si entra nella morbida praticità dei pullover invernali. La scelta cromatica è infinita. È meglio puntare sui colori classici che non stancano mai.
I jeans Classici cinque tasche blu scuro o in tinte sobrie, dal grigio alle variazioni del denim delavé, portateli con la t-shirt, la polo o con la camicia, bianca o colorata. Il più classico dei jeans ha i bottoni al posto della cerniera, è vissuto ma non consumato. Si colloca felicemente tra le opzioni per un look sport casual, ma è bandito dalle occasioni formali o semiformali: non metteteli in ufficio, a meno che non li porti anche l’amministratore delegato. Per orientarvi nella scelta, ricordate poche regole essenziali: il blu va sempre bene, il bianco e il nero mai; il jeans vissuto non ha né buchi né macchie di sporco o di vernice; i jeans non han-
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no mai la piega, non hanno la vita troppo alta e neppure troppo bassa, non stringono e non sono troppo larghi. Quando trovate il modello che vi sta bene, compratene due paia.
La t-shirt di cotone Nera, grigia e bianca, di cotone di ottima qualità, è un indumento da usare ogni volta che serve, cioè ogni volta che la camicia non è l’opzione di rigore. La si porta in palestra ma anche sotto la giacca (secondo la scuola di re Giorgio). Se non dovete fare dei lavori in giardino o al motore della vostra auto o moto, togliete subito di mezzo le t-shirt bucate, scolorite o tempestate da macchie indelebili. Un’alternativa possibile è la polo, che però difficilmente tollera la giacca.
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L’abito blu Versatile e classico. Con la camicia bianca e la cravatta è perfetto per l’ufficio, ma nel tempo libero potete anche usare la giacca con i jeans. Il vestito ideale è tagliato su misura per voi dal sarto, valorizza la vostra corporatura, non passa di moda ed è estremamente piacevole da indossare. Un’ottima alternativa sono gli abiti confezionati dalle firme della moda maschile. L’attenzione per i tessuti e per i dettagli dicono di voi molto più di quanto immaginiate.
22 La cravatta
Sceglietela classica, poco vistosa, di colori neutri o sportiva, fortemente contrastante con il resto dell’abbigliamento. La
cravatta è senza dubbio l’accessorio più duttile del guardaroba maschile, tanto da poter esaltare o svilire un abito impeccabile. Una bella cravatta di seta, tinta unita o con un motivo appena accennato, non stanca mai, non attira attenzioni indesiderate e conferisce un aspetto ordinato ma non anonimo. Sbizzarritevi con i nodi (ne esistono più di ottanta) ma resistete alla tentazione di fissare la gambetta nell’etichetta, di infilarla nella camicia per non sporcarla quando siete a tavola e rinunciate serenamente al fermacravatta.
La cintura Accessorio imprescindibile dell’abbigliamento maschile, deve essere sempre intonata alle scarpe. Sceglietela del tipo più semplice, di pelle morbida e liscia e che non abbia una fibbia troppo elaborata e sproporzionata. La si porta sempre, con ogni tipo di pantaloni, anche i jeans. Unica eccezione ammessa: le bretelle (ma per adottarle occorrono ottimi motivi, come una corporatura massiccia e debordante). Non lasciatevi tentare dalle versioni in rettile o di cuoio intrecciato: sono bandite dal guardaroba elegante.
Le scarpe nere stringate Tirate a lucido, le classiche Oxford rigorosamente stringate vanno bene con l’abito blu e persino con i jeans. Se il nero è imperativo nelle
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occasioni formali e la sera, per il giorno si può optare anche per la variante in marrone, nelle sfumature che vanno dal testa di moro al castagna, anche se molti uomini amano indossare scarpe color cognac, segno distintivo dell’eleganza italiana all’estero. Le classiche scarpe inglesi sono di fattura meno leggera e raffinata di quelle italiane, che si sono imposte all’attenzione dei mercati per la loro leggerezza e la cura maniacale per i dettagli, frutto delle mani di abili artigiani. La scarpa fatta su misura garantisce un comfort impagabile. La regola fondamentale, in ogni caso, è che le scarpe siano sempre impeccabilmente pulite.
Un paio di scarpe sportive Sneakers, rally o mocassini. Questione di gusti e di occasioni. Se rally e mocassini sono parte integrante del look casual, le scarpe sportive tipo sneakers sono veramente adatte solo al tempo libero. Presentarsi in ufficio con un paio di scarpe da tennis ai piedi è assolutamente inaccettabile.
Gli occhiali da sole Semplicemente indispensabili. Se avete il viso triangolare, optate per montature orizzontali diritte e ampie o al modello aviatore; se il viso è quadrato, meglio una montatura rotonda; se è più rotondo scegliete montature geometriche rettangolari o quadrate, mai tondeggianti, e se è ovale scegliete montature larghe e ampie che seguano la forma delle sopracciglia. Unica regola fondamentale degli occhiali da sole: mai con le lenti a specchio.
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L’armadio L’eleganza nasce dall’ordine. Un armadio bene organizzato consente di avere accesso immediato ad abiti e accessori perfettamente puliti e spazzolati, ed è regolarmente liberato dall’ingombro di abiti vecchi, consunti, lucidi per l’usura, da
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camicie impresentabili e pullover con i gomiti bucati. L’uomo di stile è fermamente convinto che sia meglio disporre di poche cose, tutte in perfetto ordine. Ecco qualche suggerimento per organizzare il vostro armadio. • Giacche. appese su grucce robuste, separatele per peso e per colore. • Pantaloni. appendete quelli classici alle apposite grucce da pantalone in modo da evitare la piega a metà gamba. I jeans e i pantaloni di cotone senza piega si possono piegare e riporre su un ripiano. • Camicie. per prevenire antiestetiche pieghe dividete per colore e modello e appendete le camicie che usate più spesso su grucce che non segnino le spalle. • Maglioni. divisi per colore e pesantezza, i più leggeri devono stare in cima alla pila. • Intimo e calze. vanno riposti nei cassetti, meglio se separati. • Cravatte. investite in un portacravatte che potrete installare a un’anta dell’armadio. In alternativa, usate una gruccia, possibilmente con la barra orizzontale antiscivolo.
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• Cinture. tenetele appese invece che arrotolate per evitare che la pelle si rovini.
• Grucce. un armadio in ordine dipende anche dalle grucce. Meglio che siano tutte uguali, magari in legno, e mai quelle metalliche della tintoria.
La declinazione
dello stile maschile
La personalità e l’inclinazione di ogni uomo determina il modo in cui interpreta lo stile. Il gentleman si attiene alle regole della forma e osserva il dress code previsto per ogni occasione sapendo che cosa scegliere. Ecco i cinque stili che dovete conoscere e potete interpretare. Business formale. L’abito, meglio se di sartoria, è la scelta più elegante. Se la sartoria non è un’opzione praticabile, scegliete un completo di buon taglio, con una bella camicia e la cravatta. La cravatta può essere estrosa, ma al bando le stampe di animaletti e simili. Attenzione alle calze. Da utilizzare sempre nel mondo del lavoro. Business informale. è il regno dello spezzato, ma anche dei completi grigi e blu da tutti i giorni, quando giunge il momento in cui, con il consenso dell’amministratore delegato, ci si può persino togliere la cravatta. Da utilizzare nel mondo del lavoro quando le circostanze lo consentono.
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Smart Casual. camicia, jeans ma non sneakers. Giacca, magari portata con felpa o maglioncino di cachemire o di cotone. È il classico look da venerdì pomeriggio negli uffici delle corporation americane, o per un appuntamento di lavoro informale se lavorate in un ambiente dove lo stile business non è imperativo. Sport Casual. informale ma non casuale. Jeans, cargo pants, polo o t-shirt abbinata a sneakers o rally shoe, purché curato. Perfetto per il fine settimana o per una gita fuori porta. Black Tie. Se ricevete un invito con indicazione “cravatta nera” significa che dovete indossare lo smoking. Si indossa per le prime teatrali o per cene particolarmente formali. Potete divertirvi ad abbinarci gemelli gioiello, magari disegnati da voi e realizzati da un artigiano.
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La camicia Prima di addentrarci nei dettagli del guardaroba, merita uno spazio a sé la camicia in quanto componente imprescindibile di qualsiasi look elegante. Nata come indumento intimo riservato ai facoltosi, la camicia è diventata protagonista dell’abbigliamento solo ai primi del Novecento. Fino ad allora se ne poteva vedere solo il colletto, più o meno opulento a seconda delle epoche. Ancora oggi, togliere la giacca e rimanere in maniche di camicia è considerato disdicevole dai puristi: l’uomo di classe che indossa un abito non esibisce la camicia neppure con quaranta grandi all’ombra. In un contesto informale, per contro, la camicia ormai vive di vita autonoma e, abbinata con un paio di pantaloni sportivi e un pullover, completa un look più o meno casual perfettamente accettabile. Qualsiasi sia il tipo di camicia, se è indossata con la cravatta e la giacca, deve sottostare a tre regole fondamentali: il colletto deve sporgere al di sopra della giacca di almeno un centimetro; quando è abbottonato, deve lasciare lo spazio sufficiente per farvi passare il dito mignolo e le punte non si devono sollevare; il polsino, che deve sfiorare l’attaccatura del pollice, sporge dalla giacca di un centimetro o poco più. Le camicie più eleganti sono
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quelle artigianali fatte su misura, ma oggi non è difficile trovare camicie industriali di ottimo taglio e qualità. La qualità di una camicia si vede dai dettagli. In primo luogo, la camicia perfetta consente movimenti sciolti ma non è ampia al punto da formare antiestetiche pieghe sul torace. Il tessuto più pregiato è il cotone Sea Island delle Indie occidentali britanniche, già apprezzato da Edoardo VIII; il più classico e diffuso è il cotone egiziano, il più fresco il popeline, che tuttavia tende a sgualcirsi molto facilmente. Per quanto riguarda i colori e i motivi, si può scegliere tra la tinta unita e le righe verticali. Di giorno è prediletto il celeste, mentre nelle occasioni più formali meglio optare per il bianco, che è d’obbligo per la sera. Se scegliete un tessuto stampato, l’importante è che il disegno combaci perfettamente in corrispondenza delle cuciture. A distinguere le camicie sono, oltre al tessuto, il colletto, i polsini, i bottoni e le rifiniture.
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Il colletto Classico o all’italiana. Con stecca fissa, elegante e sobrio, è adatto a ogni occasione. Alla francese. ha le punte ampie, con stecca estraibile o fissa, ed è perfetto per chi ama indossare cravatte dai nodi importanti. Button-down. lanciato da Brooks Brothers di New York quasi un secolo fa, può essere indossato con o senza la cravatta, ma è sempre un modello più casual rispetto ad altri tipi di collo. A punta. è ideale con la giacca a doppio petto, il gilet, ma anche sotto i maglioni con lo scollo a V. Alla coreana. nonostante le nobili origini (fu lo standard fino ai primi del Novecento), oggi sopravvive solo su camicie casual, prettamente estive, francamente demodé con un che di alternativo.
I polsini Stondato o tondo. Il più semplice, moderno e pratico, con uno o due bottoni, è ideale per l’ufficio ma non per le occasioni formali.
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Spinzato o smussato. Con due bottoni è elegante, con uno solo si può indossare in tutte le occasioni. Doppio per gemelli. Il più elegante.
L’allacciatura e i bottoni Sulla camicia elegante e ben fatta, le asole sono tagliate in verticale e rifinite; fa eccezione l’ultima, che dovrebbe essere orizzontale, memoria del tempo in cui la camicia si abbottonava all’allacciatura dei pantaloni per impedire che creasse l’effetto palloncino sul ventre. I bottoni dovrebbero essere di madreperla, con quattro fori, attaccati a fili incrociati.
Le rifiniture La lavorazione artigianale si manifesta in dettagli quali la cucitura a mano della spalla, la piega a cannello sul retro calibrata sulla lunghezza del torace, la pattina anteriore delle asole che di regola è una fascia separata di tessuto cucita con ago singolo.
Le cifre Tratto distintivo delle camicie fatte a mano, il monogramma, per
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chi desidera averlo, si ricama sulla parte sinistra in basso della camicia ed è molto discreto. Oggi, per contro, tutti possono personalizzare la propria camicia: chiunque può acquistare in merceria lettere ricamate a macchina da applicare con il ferro da stiro sulla camicia di taglio industriale.
L’abito formale L’abito per eccellenza è di taglio sartoriale su misura e si distingue per la naturalezza delle spalle, per l’equilibrio dei revers, per il tipo e il colore del tessuto. Gli abiti che non devono mai mancare in un guardaroba sono quello blu, più chic del nero ormai caduto in disuso, e quello grigio, eventualmente in tessuti lavorati come l’herringbone che danno spessore a completi altrimenti anonimi. Si può arricchire l’armadio anche con un gessato, molto amato ma non facile da portare in tutte le sue declinazioni. La
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semplicità del taglio conferisce eleganza. La giacca e i pantaloni devono adattarsi al corpo esaltando le caratteristiche fisiche di chi li indossa. L’abito blu. Versatile e sempre elegante, l’abito blu si porta con scarpe e cinture nere o marrone (meglio testa di moro). Con la camicia bianca è estremamente elegante, ma si abbina anche con il celeste. Può essere ravvivato da una cravatta colorata e una camicia a righe, ma mai con una button-down. L’abito grigio. Dall’antracite al grigio chiaro, questo capo è assimilabile per eleganza e versatilità, a quello blu. L’abito grigio chiaro è da giorno e lo si può mettere anche con la cravatta marrone e la cintura e le scarpe in tinta. L’abito grigio scuro è da sera e va sempre con la cravatta blu e scarpe nere. Il gessato. Classico intramontabile, dopo Al Capone è diventato un abito difficile da portare per le inevitabili associazioni mentali. Preferite la riga sottile ma giocate con i toni, a patto che rientrino nella gamma dei grigi. Va abbinato con camicie chiare e cravatte poco vistose. Da evitare: il doppiopetto gessato. È adatto solo a uomini capaci di portarlo con nonchalance.
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L’abito estivo. Il completo estivo è in fresco di lana, lana pettinata Tropical o di lino. I colori classici sono il blu e il grigio chiaro, ma si può osare anche con le tinte del beige. Attenzione al completo di lino bianco, che ormai è indossato solo dagli esponenti dei cartelli della droga sudamericani.
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