Little Pink Book Scarpe

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Piccola guida all’accessorio piÚ desiderato da ogni donna Sonia Tiffany Grispo Illustrazioni di Lucio Martis

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A mia madre, che mi ha trasmesso l’amore per i dettagli e l’eleganza. A mia sorella, fonte di ispirazione e amica fedele. A Gabriele, l’accessorio necessario e indispensabile della mia vita. Alla mia famiglia e agli amici.

Astræa Editrice s.r.l., via Cavallina 6, 40137 Bologna www.astraeaeditrice.it Copyright © 2008 Astræa Editrice Si ringrazia Peter Pauper Press Inc. per la concessione d’uso del progetto grafico della collana

Printed in Hong Kong 1 2 3 4 5 6 2008 2009 2010 ISBN 978-88-95649-12-2

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Sommario INTRODUZIONE

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LA LUNGA STORIA D E L L A S C A R PA

. . . . . . . . . . . . . . . .11

Dall’ Antico Egitto a Maria Antonietta . . . .12 Da Christian Dior alla minigonna di Mary Quant . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .16 Dagli anni Ottanta a oggi . . . . . . . . . . . . . .18 F O G G E , M O D E L L I E TA C C H I

. . . . . .22

I modelli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .23 In punta di piedi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .32 Come si misura il tacco . . . . . . . . . . . . . . . .38 L E R E G O L E D E L L A S C A R PA

. . . . . .41

Le immancabili . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .42 Shopping: dalle vetrine ai vostri piedi . . . . . .47 I primi tacchi non si scordano mai . . . . . . . .57 Camminare sui tacchi . . . . . . . . . . . . . . . . .63

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High Heels: stiletto lovers . . . . . . . . . . . . . . .66 Fetish & bizarre . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .70 Calze impeccabili: quali scegliere? . . . . . . . . .73 ESTETICA DEL PIEDE

. . . . . . . . . . . .77

EstremitĂ in primo piano . . . . . . . . . . . . . . .78 Tutti i colori dello smalto . . . . . . . . . . . . . . .80 Coccole: pediluvio, massaggi e pedicure . . . . .83 MARCHI E STILISTI GLOSSARIO

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. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .157

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introduzione

Dimmi che scarpe indossi e ti dirò chi sei. S A LVAT O R E F E R R A G A M O

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e ragionando al maschile l’essere umano è dotato di piedi per camminare, nell’immaginario femminile lo scopo delle estremità inferiori è uno e uno solo: indossare un paio di scarpe. Elemento fondamentale di ogni guardaroba, dolce ossessione per le shoe victim, peccaminosa tentazione e mezzo di seduzione, la scarpa non è un semplice accessorio da scegliere con assoluta noncuranza: rappresenta uno status symbol, parla di noi, dice al mondo chi siamo e cosa vogliamo essere; dice da dove veniamo e, soprattutto, dove stiamo andando. Come tacciare di frivolezza le donne per questa passione, quando persino uno dei più grandi musei del mondo, come il Victoria and Albert di Londra, ha dedicato un’intera mostra all’argo7

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mento? Come ritenere la scarpa un semplice dettaglio di moda se dal Rinascimento le donne (e anche gli uomini) di rango hanno loro conferito un valore sociale, calzando scarpe ricercate, con fibbie elaborate e tacchi alti per distinguersi dalla gente comune? Lungi dall’esasperarne i contorni, il binomio donna-scarpe è frutto di un istinto naturale. Come in una equazione algebrica, la scarpa sta alla donna come la camicia sta all’uomo: se per quest’ultimo quella indossata denota prestigio ed eleganza, per la donna le scarpe sono un mezzo di affermazione nella società. Il tacco permette a qualsiasi donna di trasformarsi in dominatrice, elevandosi e guardando l’uomo dall’alto in basso. Inoltre la foggia delle calzature è ciò che consente a due donne di capire tutto l’una dell’altra solo abbassando lo sguardo; e non a caso questo è uno degli 8

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argomenti favoriti degli psicologi, che da tempo cercano di scoprirne il significato intrinseco offrendo più di un’ interpretazione simbolica di questa passione femminile. Che siate appassionate, grandi estimatrici, cultrici, ossessionate o semplici “simpatizzanti” dell’argomento, questo Little Pink Book delle Scarpe è ciò che fa per voi. È una guida per aiutarvi nella scelta delle calzature perfette; un manuale per consigliarvi quali indossare, e soprattutto quando; una piccola enciclopedia di storia, curiosità, evoluzione e personaggi che ne hanno segnato le tappe fondamentali. Vi stupirà apprendere quanti modelli esistano e imparerete a dare loro un nome. Aggiungerete un tocco di personalità al vostro look puntando su questo accessorio: che siano ballerine, stiletti, pantofole o stivali, ogni scarpa ha un’anima, rappresenta il vostro passaporto per il 9

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successo sul lavoro, un mezzo per la conquista sentimentale e uno strumento per conoscere voi stesse. Quello che avete fra le mani è un prezioso vademecum che si propone di guidarvi nell’affascinante mondo delle scarpe.

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fogge, modelli e tacchi

Il tacco a spillo è il trait-d’union tra la gamba e il mondo. C E S A R E PAC I OT T I

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è chi dice che se le donne acquistano un ingente numero di scarpe e amano cambiare di continuo è perché non possono fare lo stesso con i capelli, cui madre natura ha imposto una ricrescita troppo lenta per permettere frequenti mutamenti di stile. Le scarpe, invece, possono esprimere uno stato d’animo in qualsiasi momento della giornata, comunicando come stiamo e come vogliamo apparire. Per questo motivo è importante conoscerle: se affidiamo loro il compito di rappresentarci, dobbiamo essere certe d’aver ben chiaro di cosa stiamo parlando.

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I modelli Prende il nome dal termine in uso già nel Settecento per descrivere le ampie scollature di bustier e abiti dell’epoca. È la scarpa alta per antonomasia, avvolge interamente il piede lasciando scoperto solo il dorso, dove presenta un’ampia scollatura; è sinuosa e slanciata. Nell’Ottocento era caratterizzata da un tacco largo e di altezza media, che nel secolo successivo diviene più elegante e alto, talvolta a spillo. In America è meglio conosciuta come pump, nei paesi anglosassoni invece come court shoe.

décolleté:

décolleté d’orsay: Dal taglio a V sul dorso, la sua peculiarità è lasciare il piede scoperto ai lati. Nasce principalmente con tacchi alti ma la si trova sovente anche con tacchetto. La moda attuale

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tende a snobbare questo modello a favore di forme più eleganti e femminili. Deve il suo nome al francese Alfred-Guillaume-Gabriel d’Orsay, che la disegnò nel 1838, come calzatura da sera. È anche detta “scarpa con il dito che sbircia”; solitamente presenta un tacco largo e vertiginoso, ma è spesso rivisitata in versione bassa rasoterra. Nonostante l’apertura frontale non si dilegua in inverno ed è la preferita in estate, dopo i sandali, con un look dal gusto decisamente retrò. In stampa leopardata per Prada, in seta e broccato per Blahnik nel film Marie Antoinette, e arricchita con perline colorate da Moschino.

Peep-Toe:

È un tipo di décolleté nata dal 1957 dall’estro creativo di Coco Chanel che l’ha immaginata nel connubio bianco e nero, ispirandosi Cap-Toe:

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a modelli di scarpe maschili, e che oggi viene rivisitata dai più grandi stilisti e proposta in numerose varianti di colore. Declinate nel modello ultraflat, stiletto o tacco medio-alto, queste calzature sono caratterizzate da uno o più cinturini che abbracciano la monta del piede; prendono il nome da uno dei personaggi creati nel ventesimo secolo dal fumettista Richard Outcault e successivamente acquistato dalla Brown Shoe Company, casa produttrice di scarpe per bambini, che affiancava il personaggio simbolo del marchio e che era solita indossare queste calzature. Proprio per questa ispirazione tratta dal mondo dei bambini, il modello Mary Jane è la scarpa emblema del fenomeno d’origine giapponese delle Gothic Lolita, ma il loro fascino ha conquistato anche i migliori stilisti dell’alta moda fra i quali Miuccia Prada, che le predilige spesso nelle sue eccentriche collezioni.

Mary Jane:

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“Piedi nudi” sono le parole chiave: è la calzatura più antica della storia, lascia scoperto il piede esaltandone le forme e la sensualità. Non li avrebbe mai indossati la regina Vittoria d’Inghilterra che mai ne avrebbe neppure pronunciato il nome, d’altra parte i piedi a quell’epoca erano opportunamente nascosti sotto ampie gonne ed ingombranti abiti. Sandalo:

Spesso impropriamente collocata nella categoria dei sandali, appartiene invece alla famiglia delle décolleté. La si trova nelle versioni da tacco zero fino ai tradizionali tacchi da 12,5 centimetri. La sua struttura è caratterizzata dall’ apertura sul retro che lascia scoperto il tallone sul quale passa un sottile cinturino; la parte anteriore resta invece chiusa. Prende il nome dalla sua celebre ideatrice, Mademoiselle Coco Chanel. Scarpa Chanel:

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Spuntate (o open-toe):

Sono décolleté aperte davanti, prettamente primaverili o estive, ma che non di rado è possibile intravedere sotto eleganti abiti da sera, indossate in inverno con calze velate e senza cuciture. Prendono il nome dalle scarpe da ballo, richiamano un gusto anni Sessanta, quando erano il simbolo di una nuova concezione di femminilità pensata da Rose Repette, che le realizzò per il figlio, noto ballerino e coreografo. L’ondata viene lanciata da Brigitte Bardot e colta da Audrey Hepburn: famose le sue ballerine nere firmate Gattinoni.

Ballerine:

Sono proposti dagli stilisti in diverse varianti: alti, bassi o cuissardes. Declinati nelle versioni più aggressive e mascoline deStivali:

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gli anfibi o, di recente, in quelle più sexy e accattivanti dei tronchetti e degli ankle boots. Beyoncé li ha chiesti in pitone laminato a Giuseppe Zanotti, con tacco da 14 centimetri e alti oltre metà coscia, modello cuissardes; Givenchy li ha pensati open-toe, mentre Miuccia Prada li ha rivisitati in un ibrido tra décolleté e stivali. Sono stati indossati nel film Barbarella dall’affascinante Jane Fonda: da allora sono entrati nel guardaroba femminile e ci sono rimasti. Nascono come calzature estive, prendendo spunto da quelle giapponesi che portano il nome di tabi. Originariamente in gomma, vengono successivamente riprodotte in pelle, cuoio e materiali preziosi dagli stilisti, indossate di giorno o di sera anche con abiti eleganti, preferibilmente con il tacco. Infradito:

Il termine francese descrive una calzatura dalla suola in legno e la tomaia in Sabot:

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cuoio. I sabot sono scarpe chiuse davanti e aperte sul tallone, prettamente estive, che verso la seconda metà del Settecento facevano parte dell’abbigliamento rivoluzionario. Nell’Ottocento erano le scarpe dei figli dei contadini e quasi un secolo dopo furono adottate dagli hippy, che le indossavano anche in inverno, sopra grosse calze di lana colorata. Sono scarpe dalla suola alta che percorre tutta la lunghezza della calzatura e si alza dal suolo senza stacco: in sughero, legno o paglia, erano di moda soprattutto negli anni Quaranta. Famose sono le zeppe disegnate da Salvatore Ferragamo e quelle rilanciate da Madonna nel 1996 nel film Evita, mentre Manolo Blahnik le considera “malsane, volgari e mostruose”, vergognandosi delle zeppe da lui disegnate negli anni Settanta. Zeppe:

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In origine erano le scarpe dei collegiali, poi fecero la loro comparsa ai piedi di uomini e donne d’ogni genere in cerca di comodità. Fra i teenager le preferite sono le Converse All Star o le cugine slip-on disegnate da Vans. Più eleganti sono quelle firmate Tod’s e Hogan; ricercate e di tendenza le Adidas by Yoshi Yamamoto, mentre Sergio Rossi preferisce linee sofisticate e raffinate.

Sneakers:

Hanno la suola in corda intrecciata e la tomaia in tela, un gusto spiccatamente etno/folk e trovano le proprie origini in Spagna e Portogallo. Dopo essere state per lungo tempo indossate dalle donne nei villaggi di pescatori fin dal Duecento, tornano negli anni Settanta in versioni più femminili, con zeppe e lunghi nastri da legare intorno alla caviglia. Espadrillas:

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Relegate a ultima ruota del carro, le pantofole hanno invece un ruolo importante nel guardaroba di una donna, da non confondere con le ciabatte, da cui si distinguono perchĂŠ completamente chiuse. Marilyn Monroe le indossava con tacchetto e piume colorate: spesso infatti sono accessorio di seduzione e denotano stile ed eleganza, che non bisogna mai dimenticare, anche fra le mura domestiche e nella vita privata. Pantofole:

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In punta di piedi Croce e delizia di ogni donna, il tacco rappresenta uno strumento di seduzione e un mezzo di esaltazione della femminilità. La scarpa con il tacco slancia la figura, snellisce le gambe e mette in risalto le caviglie; non c’è donna che non possegga un paio di tacchi, più o meno vertiginosi. Se l’uomo ha scelto l’automobile come simbolo di affermazione sociale, alla donna è spettato il privilegio dei tacchi, che indossa per attestazione del proprio successo o del proprio orgoglio; ed è così che Maria Antonietta, si racconta, andò al patibolo indossando un candido e innocente abito bianco e portando ai piedi delle scarpe con il tacco; che Maria Tudor, figlia di Enrico VIII e regina d’Inghilterra, indossò sempre scarpe dai tacchi altissimi, perché convinta che incutessero rispetto, e non c’è alcun dubbio che la 32

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scarpa per eccellenza, quella di cristallo ai piedi di Cenerentola nel passaggio da sguattera a principessa, fosse una décolleté con il tacco. I tacchi ingentiliscono la figura, sono un accessorio fascinoso che accompagna la donna nel corso della storia. L’evoluzione di tecniche e stili ha fatto sì che ogni stilista della scarpa abbia portato il suo contributo, realizzando tacchi dalle fogge più svariate, molte delle quali rappresentano oggi un caposaldo della moda, e rendendo le scarpe dei veri e propri simboli di un’epoca. Ripercorriamo quindi l’evoluzione del tacco dalla A alla Z. Spesso confuso con quello “a rocchetto”, è caratterizzato da una superficie inferiore più ampia rispetto a quella superiore, di norma non raggiunge altezze elevate (intorno ai sette centimetri) ed è poco adatto alla sera ma preferibile con un abbigliamento casual. Molto in voga negli anni A campana:

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Settanta, viene oggi indossato prevalentemente dalle donne meno giovani. Il tacco choc nasce come evoluzione del tacco a virgola, Ideato da Roger Vivier e che ha accompagnato negli anni Sessanta la donna nel passaggio dalle ultraflat alle décolleté, insieme alla minigonna di Mary Quant. La peculiarità della sua forma è il vistoso tacco rientrante all’interno della calzatura, costituito da un archetto piuttosto resistente che va a conficcarsi nel corpo della scarpa accentuando la conformazione a virgola. Questo tipo di tacco non si limita a essere un semplice accessorio di moda, ma favorisce l’andatura ancheggiante da femme fatale e conferisce robustezza alla struttura. choc/a virgola:

Ha l’aspetto di un cono rovesciato dall’inclinazione leggermente accentuata nella parte posteriore. Largamente utilizzato negli anni ’80, è poi pressoché scom-

a cono:

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parso, relegato per la sua semplicità alle calzature di basso costo. Torna oggi in auge insieme alla moda di ispirazione anni Ottanta. Ha una forma semicilindrica e può essere realizzato in cuoio o ricoperto di questo materiale. Si dice sia stato ideato per le donne cubane, che ne preferivano la forma e la comodità per i loro tipici balli latini e sudamericani. È attualmente tornato di moda con il rilancio delle linee pesanti nelle calzature, benché la sua forma originale lo rendesse adatto a scarpe dalle linee sottili ed eleganti. cubano:

È un tipo di tacco molto particolare e poco diffuso, che scarica il peso a terra, non attraverso il tallone, ma sull’intera pianta del piede a cuneo:

Molto simile al tacco a spillo, da cui si differenzia per un maggiore spessore e una pianta d’appoggio più ampia che gli con-

italiano:

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ferisce maggiore stabilità. È stato inventato nel secondo dopoguerra per esaltare la femminilità mortificata, e tutt’oggi è largamente diffuso e apprezzato dalle donne che preferiscono un tacco più robusto da indossare quotidianamente. È anche detto “a coda” perché ha una gola molto incavata e ricoperta da un prolungamento della suola nella parte posteriore. Di norma non supera i dieci centimetri perché, data la forma arcuata, tenderebbe a spezzarsi. La sua maggiore fortuna fu negli anni della “Dolce Vita” quando compariva ai piedi di dive come Audrey Hepburn e Sophia Loren. luigi XV:

Ha goduto di grande fortuna negli anni Sessanta. Lo si trova prevalentemente alto, con forma svasata, poiché si stringe nel mezzo e si

a rocchetto:

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allarga più in basso, e caratterizzato dalle superfici laterali arcuate. La storia della scarpa ne attribuisce la creazioni all’estro creativo di Miuccia Prada, che lo ripropone spesso nelle sue fantasiose collezioni. Sottile e affilato verso il basso, per definirlo tale non deve essere meno alto di otto o nove centimetri; la sua superficie di appoggio è parecchio ridotta, caratteristica che ne rende precario l’equilibrio. Il tacco a spillo non ha stagione, ha attraversato solo un breve periodo di crisi negli anni Settanta, con il femminismo che bandiva tacchi e reggiseno. Nella sua forma più classica è arrotondato nella zona del contrafforte e inarcato in quella della gola del tacco. a spillo:

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Come si misura il tacco Se nell’infanzia guardavamo dubbiose i nostri compagni di classe ridacchiare in gruppo armati di righello, qualche anno dopo possiamo comprendere la loro smania di “misurazione”, applicandola alle nostre scarpe. Misurare il tacco però non è così semplice e i metodi sono fondamentalmente due: americano e italiano. Il primo consiste nel misurare in pollici l’intero tacco, partendo da dove visibilmente ha origine fino alla fine; il secondo invece misura in millimetri solo l’asse centrale del tacco. Nel mercato italiano il tacco varia di pochi millimetri in base alla misura della scarpa: un tacco 100 mm (10 cm) si riferisce generalmente a una scarpa 37-38. Per intenderci: per mantenere l’uniformità di inclinazione 38

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del piede, nel realizzare la scarpa si adottano tacchi di misura crescente in proporzione alla misura: di conseguenza una scarpa 36 avrà un tacco leggermente più basso di una scarpa 41. Pertanto se al momento della misurazione doveste notare che il vostro tacco 10 non raggiunge esattamente i 100 mm, non allarmatevi: dipende solo dalla misura delle scarpe.

Sei consigli pratici da Edmundo Castillo Edmundo Castillo, direttore creativo del marchio Sergio Rossi, ha dispensato pratici consigli e suggerimenti per le donne che non possono fare a meno dei propri tacchi, ecco alcuni dei più utili : • Cambiate l’altezza dei tacchi più volte durante il giorno; i piedi non dovrebbero mai adattarsi alla forma della scarpa, semmai deve accadere il contrario.

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• Le scarpe sono un “accessorio emotivo”: fare male ai vostri piedi sarà come fare male alla vostra anima. • Se infilando un paio di scarpe sentite che il vostro peso è concentrato tutto sulla parte anteriore non compratele, vi faranno inevitabilmente malissimo. • Il vostro piede deve letteralmente accomodarsi dentro una scarpa: se tra il tallone e la scarpa c’è uno spazio vuoto, anche minimo, lasciatela al negozio. • Per allungare le gambe, se non potete rinunciare a scarpe e sandali con cinturino alla caviglia, fate in modo che si leghi al di sopra del malleolo. • Se indossando i tacchi alti barcollate, non demordete e fate pratica (vedi p. 63).

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le regole della scarpa

Non importa cosa indossi: se hai la borsa e le scarpe giuste, sei perfetta. TA M A R A Y E A R D Y E M E L L O N

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