Little Red Book Natale

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Natale Piccola guida alla festa piÚ amata dell’anno Alberto de Pietri Maria Cristina Giordano Illustrazioni di Lucio Martis

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A tutti i bambini, e agli adulti, buoni

Astræa Editrice s.r.l., via Cavallina 6, 40137 Bologna www.astraeaeditrice.it Copyright © 2008 Astræa Editrice Si ringrazia Peter Pauper Press Inc. per la concessione d’uso del progetto grafico della collana

Printed in Hong Kong 1 2 3 4 5 6 2008 2009 2010 ISBN 978-88-95649-13-9

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Natale

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Sommario L E S T O R I E D E L N ATA L E L A N AT I V I T À

Un notte a Betlemme . . . . . . . . . . . . . . . . . 10 La storia del presepe . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14 Il presepe nel mondo . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20 B A B B O N ATA L E

Come è nato Babbo Natale? . . . . . . . . . . . . 24 San Nicola e Sinterklaas . . . . . . . . . . . . . . . 27 Il Babbo Natale moderno . . . . . . . . . . . . . . 30 Le leggende di Babbo Natale . . . . . . . . . . . . 34 L ’ A L B E R O D I N ATA L E

Una storia lunghissima . . . . . . . . . . . . . . . 36 FESTE E DECORAZIONI

Il presepe . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 47 L’albero di Natale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 52 La tavola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 59 Ghirlande e altre decorazioni da fare in casa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .65

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L E R I C E T T E D I N ATA L E

Ricette per la vigilia . . . . . . . . . . . . . . . . . . 73 Ricette per il pranzo . . . . . . . . . . . . . . . . . . 92 I dolci delle feste . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 123 Natale express . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 147 INDICE

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babbo natale

Ho smesso di credere a Babbo Natale quando avevo sei anni. Mamma mi portò a vederlo ai grandi magazzini e lui mi chiese l'autografo. SHIRLEY TEMPLE

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ra una notte buia e tempestosa... All’improvviso si sentì giungere da lontano un allegro scampanellio... Chi sarà mai a quest’ora? “Ho, ho, ho. Ho, ho, ho...”, rispose una voce familiare… Un vecchio signore panciuto, dalla folta barba bianca, si avvicinava tutto vestito di rosso, su una slitta volante condotta da renne. Con sé portava un grosso sacco pieno di doni per i bambini buoni. Veniva da lontano, dal Polo Nord, o forse dalla Finlandia, nessuno lo sa; di certo si sa che conosceva i nomi di ogni bambino, i desideri, le marachelle e le buone azioni. Calandosi dal camino, scendeva nelle case e deponeva i suoi doni sotto l’albero illuminato…

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Com’è nato Babbo Natale? La figura di Babbo Natale ha la sua origine in san Nicola di Mira, antica città della Turchia. In Italia è più noto come san Nicola di Bari. San Nicola era un vescovo cristiano del IV secolo che, secondo la leggenda, era solito fare doni ai poveri e che è rimasto famoso per il miracolo della resurrezione di tre fanciulli uccisi da un oste malvagio. Il miracolo è rappresentato in un celebre dipinto quattrocentesco di Gentile da Fabriano. La stessa leggenda di san Nicola ha tuttavia origini ancora più lontane, nella tradizione delle credenze precristiane del Nord Europa. Prima della conversione al Cristianesimo, infatti, fra queste popolazioni si tramandava la 24

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leggenda di Odino, il dio che ogni anno, all’epoca del solstizio invernale, percorreva le terre del Nord per la sua battuta di caccia notturna. La tradizione voleva che i bambini mettessero i loro stivali davanti al camino e che li riempissero di carote e fieno per sfamare Sleipnir, il cavallo volante del dio. In cambio, Odino lasciava doni e dolciumi. Ancora oggi, nei Paesi Bassi e in Belgio, la sera del 5 dicembre i bambini mettono le loro scarpe piene di carote davanti al camino per sfamare un altro cavallo fantastico: il cavallo di Sinterklaas, ossia di san Nicola, reincarnazione cristiana e moderna dell’antichissimo mito di Odino.

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Bianco Natale Col bianco tuo candor, neve, sai dar la gioia ad ogni cuor, è Natale ancora la grande festa che sa tutti conquistar. Un canto vien dal ciel, lento, che con la neve dona a noi un Natale pieno d'amore, un Natale di felicità. Tu, neve scendi ancor, lenta, per dare gioia ad ogni cuor, alza gli occhi e guarda lassù, è Natale, non soffrire più. Quel lieve tuo candor, neve, discende lieto nel mio cuor… Tu, dici nel cader, neve, il cielo devi ringraziar, alza gli occhi e guarda lassù, è Natale, non soffrire più.

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San Nicola e Sinterklaas Sulla leggenda di san Nicola si fonda la grande festa olandese di Sinterklaas (che cade il 6 dicembre), dal cui nome deriva Santa Claus, l’appellativo con cui i bambini americani chiamano quello che in Europa è conosciuto come Babbo Natale. Sinterklaas, il san Nicola olandese, è rappresentato come un vecchio dalla lunga barba bianca e vestito in abiti vescovili, con tanto di mitra rossa e bastone pastorale: è il patrono di marinai, mercanti, arcieri, bambini, prostitute, farmacisti, avvocati, prestatori di pegno e detenuti, ed anche il santo patrono di Amsterdam e della Russia. 27

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Secondo la leggenda olandese Sinterklaas ha un cavallo bianco volante e giunge in Olanda dalla Spagna, un paio di settimane prima della notte del 5 dicembre, insieme a Zwarte Piet (Pietrino il nero), simile al nostro “uomo nero” – un piccolo negretto presente anche nella variante tedesca di Pelznickel o Belsnickle (Nicola Peloso) ma più simpatico – che va a fare scherzosi dispetti ai bambini cattivi nel sonno. Sinterklaas sfila nelle città accompagnato dai suoi aiutanti e distribuisce ai bambini cumuli di peppernoten, piccoli dolcetti speziati. La vigilia del compleanno del santo, durante la notte tra il 5 e il 6 dicembre, i suoi aiutanti scendono nei comignoli per lasciare doni ai bambini. La tradizione vuole che i bambini mettano degli zoccoli pieni di carote davanti al camino, per nutrire il cavallo di Sinterklaas, il 28

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quale ricambia la cortesia con doni e le famose Chocoladeletters, lettere di cioccolato delle iniziali dei nomi dei bambini. I doni sono accompagnati da piccole poesie spiritose che commentano il comportamento di chi le riceve nell’anno appena trascorso.

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Il Babbo Natale moderno La tradizione di Sinterklaas giunse negli Stati Uniti attraverso la colonia olandese di New Amsterdam (poi New York). Ma bisogna attendere la seconda metà dell’Ottocento perchè la figura del bonario vescovo olandese si trasformi nel Babbo Natale dei giorni nostri. Nell’umoristica satira della Storia di New York di Washington Irving, del 1809, si trova un Sinterklaas americanizzato col nome di Santa Claus, privato degli attributi vescovili e rappresentato come corpulento marinaio olandese avvolto in un mantello verde e con la pipa in bocca. Della stessa epoca sono le raffigurazioni di un signore corpulento, con una folta barba, che indossa un mantello verde lungo fino ai piedi, ornato di pelliccia. 30

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Santa Claus inizia ad assumere la sua forma definitiva nel dicembre del 1823 con la pubblicazione della poesia La notte di Natale (The Night Before Christmas) sul giornale “Sentinel” della città di Troy, nello stato di New York. Santa Claus è descritto come un vecchio corpulento e gioviale che guida una slitta trainata da otto renne chiamate Dasher, Dancer, Prancer, Vixen, Comet, Cupid, Donder e Blitzen. La vera nascita del Babbo Natale moderno però è frutto della fantasia del disegnatore Thomas Nast il quale, per l’edizione del 3 gennaio 1863 della rivista “Harper’s Weekly”, lo raffigurò vestito di rosso col berretto, tondo e giocondo, con slitta e renne. È a Haddon Hubbard Sundblom, tuttavia, che si deve la consacrazione nell’immaginario collettivo dell’immagine definitiva di Santa Claus. Svedese di nascita, Sundblom 31

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Vorrei cantare Vorrei cantare insieme a voi in magica armonia. Auguri tanti auguri e poi, un coro in compagnia Canta insieme a noi‌ Auguri, Buon Natale e poi un coro in armonia. Cantate tutti insieme a noi‌

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studiò arte all’Art Institute of Chicago e all’American Academy of Art negli anni in cui Chicago eccelleva nei campi della pubblicità e dell’illustrazione. Nel 1931 Sundblom iniziò una lunga collaborazione con la Coca-Cola, durata fino al 1964, durante la quale concepì numerose campagne pubblicitarie disegnando il Santa Claus dei giorni nostri: un anziano signore, gioviale e occhialuto, con un costume rosso bordato di pelliccia bianca e una lunga barba bianca, che la sera della vigilia di Natale sale sulla sua slitta trainata da renne volanti e va di casa in casa per portare i regali ai bambini. La popolarità di Babbo Natale fece sì che si diffondessero numerose leggende che attribuivano alla Coca-Cola stessa l’invenzione di Santa Claus. Le campagne di Sundblom contribuirono in ogni caso alla diffusione di Santa Claus anche in Europa, dove la sua figura acquistò sempre maggiore rilevanza a partire dal secondo dopoguerra. 33

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Le leggende di Babbo Natale La fantasia ha trovato terreno fertile sul tema di Babbo Natale. Se per gli americani Santa Claus vive al Polo Nord, per molti europei la sua casa si trova invece in Finlandia. Ai primi del Novecento si diceva che Santa Claus producesse a mano personalmente i giocattoli che distribuiva, ma più tardi si diffuse la leggenda che, pur lavorando sempre artigianalmente, si facesse aiutare da nutriti gruppi di elfi. La leggenda vuole che per entrare nelle case si cali dal comignolo, anche dove non c’è il caminetto. Il resto dell’anno si dedica alla costruzione dei giocattoli. Uno dei tratti che più affascinano i bambini è la sua incredibile capacità di recapitare in una sola notte i regali a tutti coloro che lo aspettano. 34

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le ricette di natale

Natale è fare qualcosa in più per qualcuno che si ama. CHARLES M. SCHULZ

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l pranzo di Natale o il cenone della vigilia sono tradizioni inossidabili con profonde radici nelle consuetudini regionali e spesso in abitudini familiari tramandate per generazioni. Al Nord la vigilia è di magro e la vera mangiata, con tanta carne, è quella del pranzo del 25 dicembre. Al Sud prevale la tradizione del cenone del 24 dicembre, spesso seguito da una seconda pantagruelica abbuffata il 25, ed è il pesce a predominare. Veri protagonisti del Natale sono i dolci: diversi da regione a regione, hanno però i loro massimi rappresentanti nel lombardo panettone e nel veneto pandoro, divenuti ormai simboli del Natale italiano. Il ricettario di questo Little Book è una raccolta delle ricette più amate di ogni regione, ma riserva uno spazio anche a chi ha poco tempo per cucinare (vedi Natale express a p. 147).

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ricette per la vigilia

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Pasta e broccoli in brodo d’arzilla Ricetta tipica romana 1 kg di arzilla (razza chiodata) • 600 g di broccoli • 250 g di pasta corta • 200 g di pomodori pelati • 2 acciughe sotto sale • 3 cucchiai d’olio d’oliva • 1 cipolla media • 1 gambo di sedano • 1 carota • una manciata di prezzemolo • succo di 1 limone • 1 spicchio d’aglio • peperoncino q.b. • ½ bicchiere di vino bianco

Pulite la razza e mettetela in una casseruola con 200 ml d’acqua, sale e le verdure affettate. Fatela cuocere coperta a fuoco lento per 20 minuti. Quando è cotta, pulitela eliminando testa, pelle e cartilagini. Condite la polpa con olio e limone (da servire come antipasto o secondo) e mettete gli scarti nella pentola con il brodo; fate cuocere per altri 30 minuti. Dissalate le acciughe, sciacquatele e diliscatele. Preparate un trito fine d’aglio, prezzemolo e peperoncino e passatelo a fuoco basso in una casseruola con l’olio. Unite le acciughe e fatele disfare. Aggiungete i pelati 74

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e il vino, coprite e fate cuocere per 20 minuti. Aggiungete i broccoli, divisi in cimette, e lasciateli insaporire a fuoco vivace. Colate il brodo nella casseruola con i broccoli e proseguite la cottura per altri 10 minuti. Unite la pasta e fate cuocere per circa 15 minuti. Servite subito. 6-8 PERSONE

Zuppa del monaco Primo tipico della Basilicata 1 l di brodo di gallina • 500 g di cicoria • 50 g di lardo • 1 cipolla • 1 bicchiere di olio d’oliva • pecorino grattugiato

Lessate la cicoria in acqua salata. In una padella, versate ½ bicchiere d’olio e soffriggete il lardo a dadini e la cipolla affettata; unite le cicorie scolate e tagliuzzate e fatele insaporire. Versate in una zuppiera la cicoria e il brodo e cospargete di pecorino grattugiato. Servite subito. 4-6 PERSONE

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Cappon magro Ricetta tipica ligure 1 kg circa di pesce pregiato (spigola, orata, scorfano) • 1 aragosta • 10 gamberi • 4 acciughe • 60 g di mosciame di tonno • qualche ostrica • 1 cavolfiore piccolo • 150 g di fagiolini • 4 carote • 4 carciofi • 1 gambo di sedano • un mazzetto di scorzonera • 1 spicchio d’aglio • un ciuffo di prezzemolo • 25 g di pinoli • 25 g di capperi • 3-4 cetriolini sott’aceto • 8-10 funghetti sott’olio • 2 cucchiai di olive nere snocciolate • 2 tuorli d’uovo sodo • 2 tuorli d’uovo crudo • ½ bicchiere d’aceto • la mollica di un panino imbevuta nell’aceto • gallette di pane.

Lessate il pesce, pulitelo e sminuzzatelo. Lessate l’aragosta e i gamberi, puliteli e tagliateli a fettine. Condite il tutto con olio, limone e un pizzico di sale. Lessate le verdure, tagliatele a dadini tenendole divise per tipo, conditele con olio, aceto e sale. Preparate la salsa: frullate i sottaceti, le olive, i capperi, i pinoli, l’aglio, il prezzemolo, la mollica di pane ben strizzata e i tuorli d’uovo. 76

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Unite sale, olio e aceto e frullate ancora 10 secondi. Strofinate le gallette con l’aglio, bagnatele con acqua e aceto e fate uno strato in un piatto concavo. Coprite con il mosciame, poi con un cucchiaio di salsa, poi le verdure a strati, ancora salsa, pesce e coprite infine con la salsa rimasta. Guarnite con gamberetti e sottaceti. 6-8 PERSONE

Spaghetti con le vongole veraci Primo tipico della vigilia napoletana 1,5 kg di vongole veraci • 500 g di spaghetti • 4 cucchiai d’olio extravergine d’oliva • 1 spicchio d’aglio • un ciuffo di prezzemolo • sale

Spurgate le vongole in acqua fredda e salata per 4-5 ore; scolatele eliminando la sabbia e mettetele in una padella con olio, aglio e prezzemolo tritato. Coprite e cuocete a fuoco vivo; quando le conchiglie sono aperte, spegnete e sgusciate parte delle vongole. Cuocete gli spaghetti al dente. Filtrate il liquido delle vongo77

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le e rimettetelo in padella insieme a quelle sgusciate e agli spaghetti. Fate saltare sul fuoco per 2 minuti e servite. 6 PERSONE

Brodetto alla termolese Primo classico molisano 1,5 kg di pesce freschissimo (razza, coda di rospo, seppioline, calamari) • 600 g di pomodori maturi • 400 g di pasta corta liscia • 1 cucchiaio di concentrato di pomodoro • 1 falda di peperone • 1 spicchio d’aglio • prezzemolo • peperoncino • olio di oliva • sale q.b.

In una padella versate olio, aglio, peperone e peperoncino e fate scaldare; aggiungete i pomodori a pezzetti, la salsa e due mestoli d’acqua. Lasciate bollire qualche minuto e unite il pesce ben pulito e sgocciolato. Lasciate cuocere per 10 minuti e aggiungete il prezzemolo tritato. Lessate la pasta e conditela con il brodetto. 6 PERSONE

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Tortelloni della vigilia I tipici “turtlon” della vigilia, specialità di Bologna Pasta sfoglia (vedi Tortelli di zucca, p. 80) Per il ripieno: 500 g di ricotta • 170 g di burro • 150 g di parmigiano grattugiato • 2 uova • un ciuffo di prezzemolo tritato • noce moscata Per il condimento: 50 g di burro • 5-6 foglie di salvia

Preparate la sfoglia sottile come per i tortelli di zucca. Per il ripieno, mettete in una ciotola grande la ricotta passata al passaverdura. Unite le uova intere, 100 g di parmigiano grattugiato, sale e pepe, un pizzico di noce moscata e il prezzemolo tritato. Amalgamate gli ingredienti fino a ottenere un composto morbido ma compatto. Preparate dei dischi di sfoglia del diametro di 5-6 cm e mettete su ogni disco un cucchiaino di ripieno; chiudete i tortelloni piegando la pasta a mezzaluna e sigillando i bordi. Lessateli in acqua salata e conditeli con burro, salvia e abbondante parmigiano. 6 PERSONE

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